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Viaggio attraverso la Valle Antrona La Valle Antrona viene definita come solitaria, rude, selvaggia, una valle che ha mantenuto un ambiente naturale ancora intatto e dove i segni della presenza dell’uomo sono ancora modesti. La Valle Antrona è una delle sette valli che si diramano dalla Val D’Ossola, modellata dal ghiacciaio prima e dall’acqua tumultuosa del torrente Ovesca poi. Disposta in direzione est-ovest, si sviluppa per 16 chilometri e comprende quattro comuni: Montescheno, Seppiana, Viganella e Antrona Schieranco . Iniziamo ora il viaggio attraverso la Valle Antrona definita come rude, solitaria, selvaggia… ma come vedrete molto bella e affascinante. Sono certo che resterete sorpresi e soddisfatti.

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Viaggio attraverso la Valle Antrona

La Valle Antrona viene definita come solitaria, rude, selvaggia, una valle che ha mantenuto un ambiente naturale ancora intatto e dove i segni della presenza dell’uomo sono ancora modesti. La Valle Antrona è una delle sette valli che si diramano dalla Val D’Ossola, modellata dal ghiacciaio prima e dall’acqua tumultuosa del torrente Ovesca poi. Disposta in direzione est-ovest, si sviluppa per 16 chilometri e comprende quattro comuni: Montescheno, Seppiana, Viganella e Antrona Schieranco .

Iniziamo ora il viaggio attraverso la Valle Antrona

definita come rude, solitaria, selvaggia… ma

come vedrete molto bella e affascinante.

Sono certo che resterete sorpresi e soddisfatti.

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La valle conta complessivamente circa 1380 abitanti, su una superficie di 139,9 chilometri quadrati

La densità di popolazione è molto bassa ed è di circa 9,9 abitanti per chilometro quadrato. Il territorio della Valle Antrona è interamente montuoso. Il monte più alto è il Pizzo Andolla con i suoi 3656 metri di altezza, nella Alpi Pennine.

L'acqua ha rappresentato e rappresenta tuttora, per questo territorio, una risorsa molto importante.

Numerosi sono i torrenti e laghetti soprattutto nella parte alta della valle.

Il torrente Ovesca, emissario del Lago di Antrona, specchio d’acqua formatosi dopo la caduta di una

imponente frana nel 1642, percorre interamente la valle e dopo aver attraversato Villadossola

confluisce nel fiume Toce. Viene considerata, tra le valli ossolane, la più povera, quella che non ha avuto lo sviluppo turistico delle altre valli a causa di una ricettività molto debole e per l’assenza di stazioni invernali anche se è una valle tra le più belle e incontaminate dell’Ossola, in cui l’armonia tra uomo e natura mantiene un equilibrio antico. La presenza dell’uomo si è consolidata nei secoli con un’intensa attività estrattiva, con lo sfruttamento delle sue miniere di ferro, oro, pegmatite, argento, micca e pietra ollare. Nel XX secolo è iniziata la colonizzazione idroelettrica della valle con la costruzione dei bacini artificiali di Antrona, Campliccioli, Cingino, Camposecco, Lago dei Cavalli. Una imponente corona di montagne alquanto aspre e severe circonda il bacino idroelettrico del torrente Ovesca. Non mancano numerosi valichi che collegano la valle Antrona con la valle Anzasca, con la val Bognanco e con alcune valli svizzere.

Il panorama dal Passo della Forcola

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Una buona rete di sentieri permette la pratica di un escursionismo d’alta quota, su montagne quanto mai selvagge e solitarie, con ripide pareti rocciose e immense pietraie.

L’imponente diga del lago dei Cavalli a Cheggio

Il sentiero che sale al Rifugio Andolla

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Partendo dal basso si incontrano coltivazioni e prati lavorati dall’uomo per l’alimentazione del bestiame. Fino ai mille metri di quota circa si trovano foreste di faggio, soprattutto sui pendii più soleggiati e poco ventilati. Si trovano anche roverella, ontano bianco e la rovere il cui frutto è stato in passato il cibo prevalente in particolare per i maiali. Anche il bosco misto inizia dal fondovalle, con la dominanza di castagno e querce. Il castagno è molto importante in questa fascia altitudinale. Poco tollerante al freddo ma ama l’alta piovosità di queste valli. Per secoli, il castagno, ha garantito la sopravvivenza alle popolazioni montane per la possibilità di ottenere farina dal suo frutto e la estrema facilità di conservazione delle castagne. Al limite della faggeta compare l’abete rosso o peccio dalla chioma maestosa che può arrivare anche a sessanta metri di altezza. Salendo ulteriormente, all’abete rosso si sostituisce l’abete bianco che si distingue per le pigne rivolte verso l’alto.

Più in alto regna il larice, l’unica conifera che in inverno perde gli aghi. Della stessa famiglia fa parte il pino cembro che può raggiungere anche i cinquecento anni di età.

Il bosco misto nella parte bassa della Valle

Il larice

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Nelle praterie di alta quota, infine, la vegetazione è quasi esclusivamente a portamento nano a causa della prolungata copertura nevosa e dei forti venti.

Il clima della Valle Antrona, come quello delle altre valli ossolane, è di tipo continentale influenzato sia dalle alte montagne che la circondano sia dalla vicinanza dei grandi laghi prealpini. Gli inverni sono lunghi e nevosi, le estati fresche e piovose. Le piogge più intense si hanno prevalentemente in primavera e in autunno, specialmente nel mese di ottobre causando spesso tracimazioni e frane. La neve copre il suolo per circa 3-5 mesi all’anno e nei mesi più rigidi scende spesso anche nel fondovalle. Le vette più alte presentano alcuni piccoli ghiacciai perenni. In inverno i bacini della valle sono spesso coperti da uno spesso strato di ghiaccio che si scioglie soltanto a primavera inoltrata. I venti in genere, soffiano seguendo il senso della valle.

Temperatura e piovosità variano dalla parte bassa alla testata della valle. Un altro fattore che influenza il clima da una zona all’altra è la presenza di due versanti opposti molto diversi come esposizione al sole, in quanto uno è rivolto a sud e l’altro è rivolto a nord. Sul versante più esposto al sole si trova il maggior numero di centri abitati. Sul versante più in ombra si trovano invece nuclei abitati stagionali, in quanto le temperature sono più rigide e si ha una maggiore permanenza della neve al suolo. La Valle Antrona è servita da una strada provinciale che collega Villadossola ad Antronapiana, costruita da un consorzio della valle fra il 1879 e il 1883.

Le praterie in alta quota

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L'imbocco della Valle Antrona si trova a Villadossola ma si può dire che la vera e propria valle inizia a Montescheno. L’ingresso alla valle si svolge all’inizio su ripidi tornanti che consentono di superare l’imboccatura stretta e dirupata formata dall’Ovesca.

Montescheno, il primo comune che si incontra, è formato da dodici frazioni sparse sulla montagna, circondate da terrazzi coltivati pascoli e boschi di latifoglie. Qui veniva coltivato un tipo di vite che da un vinello molto asprigno e a bassa gradazione alcolica, il bruschett.

Qui ogni anno si svolge, la terza domenica di luglio, una delle più antiche tradizioni religiose del territorio, l’Autani, una processione che si compie su un percorso montano lungo ben 21 chilometri accompagnato dal canto delle litanie.

Superato Montescheno si arriva nel comune di Seppiana. Nel centro del paese si trova l'antica chiesa parrocchiale di Sant'Ambrogio, dell'XI secolo e un paio di antichi edifici con affreschi, ed un interessate portale ad arco. Da Seppiana lo spazio si apre in un’ampia conca su cui dominano le Alpi Lepontine con le tre cime del Pizzo del Ton (2675m), della Cima Pozzuoli (2546m) e del Pizzo Ciapè (2394m).

Il comune successivo è Viganella. È un tipico villaggio di montagna, con gli abitati dislocati lungo la strada provinciale che segue il percorso dell’Ovesca. Il paese si trova in alto su un debole pendio. Nel dopo-guerra le frazioni più alte sono state abbandonate in quanto raggiungibili solo a piedi su ripide mulattiere. In frazione Rivera, sono stati ritrovati i resti di una tomba romana del I-II secolo d.C. Qui, nel 1796 è stato costruito il primo forno per la fusione del ferro estratto dalle miniere della valle, iniziando quel processo industriale che ha trasformato poi Villadossola in uno dei più importanti centri siderurgici della valle. La chiesa parrocchiale, del XVII secolo, è dedicata alla Natività e conserva pregevoli quadri di scuola vigezzina del 1700, dipinti da allievi del Borgnis di Craveggia. Del Borgnis sono gli affreschi della cappella della Madonna della Bosa che si incontra lungo la strada vecchia della valle. Data la poca insolazione di Viganella nei mesi invernali, è stato realizzato un progetto molto interessante e alquanto particolare che ha portato all'installazione sul versante del monte antistante il paese di uno specchio di ben 40 metri quadrati che riflette i raggi del sole dirigendoli nella piazza del paese, illuminandola per parecchie ore al giorno. Lo specchio si trova a 870 metri di distanza e a 480 metri di dislivello.

Le parrocchiale e in alto a destra lo

specchio

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Superata Viganella, si trova Antrona Schieranco, altro comune formato da un agglomerato di frazioni e località ed infine Antrona Piana, capoluogo della Valle. Antrona Schieranco è punto di partenza per numerose escursioni estive e itinerari invernali con ciaspole o sci –alpino.In questa frazione si trovano la duecentesca parrocchiale di San Lorenzo ed i seicenteschi oratori di Sant'Anna e della Beata Vergine della Neve.

Ad Antronapiana la strada si biforca: si può salire a Cheggio oppure proseguire per il lago di Antrona. A Cheggio si trova il seicentesco Oratorio di San Bernardo. Inoltre, in inverno, in questa località è possibile sciare grazie alla presenza di una sciovia e di un tapis roulant. Cheggio è considerato una delle più belle località della Valle Antrona, con una meravigliosa vista sulle vette che circondano la valle.

Arrivo ad Antrona Piana e Chiesa di San Lorenzo

Cheggio

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Da Cheggio, superata la diga del Lago dei Cavalli si possono intraprendere diversi percorsi escursionistici che portano al fondo del lago e al Rifugio Andolla a seconda dell’allenamento. Percorsi che si svolgono tra una vegetazione lussureggiante dai colori stupendi in tutte le stagioni e con panorami di tutto rispetto.

Proseguendo invece da Antrona Piana senza deviare verso Cheggio si arriva al Lago di Antrona che si può facilmente aggirare su comodo e ben segnalato sentiero.

Cheggio, la diga e il bacino dei Cavalli

Il lago di Antrona