India Images and Art

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CONTEMPORARY ART & DESIGN WORLD PERMANENT EXPOSITION

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Artistical development program

Transcript of India Images and Art

CONTEMPORARY ART & DESIGN WORLD PERMANENT EXPOSITION

NICOLA CARRINO

FRANCO TROIANI, A Demetra, 1995

La dedica all’antica divinità agraria Demetra (la Cerere dei Romani) sostanzia la trascrizio-ne in chiave di architettura simbolica del paesaggio umbro, sentito dall’artista nella sua va-lenza di archetipo universale: l’ordinato rincorrersi delle campiture di colore, pervase qua e là da mossi fremiti vitali, trasmette il senso immanente dell’accordo fra Natura e Uomo, così spesso percepibile nella terra umbra.

ALBERTO TIMOSSI, Senza titolo, 2003

In queste forme sottili e sinuose c’è la materia-lizzazione di un desiderio che sembra proveni-re dai giardini incantati dell’infanzia: disegnare nell’aria una scrittura immaginaria con un segno in grado di vincere la fatale inconsistenza di una così eterea traccia. L’artista affida così ai suoi tubi metallici, accompagnati dai loro pseudo-ti-ranti, il messaggio lieve e profondo secondo cui, se solo lo si vuole, la fantasia sognante può dare scacco alla pura ragione.

DANILO FIORUCCI, Rosso, 2003

In questo grande monocromo, solo apparentemente tale, sono particolarmente preziosi i tantissimi passaggi chiaroscurali e tonali, nonché il trascorrere lento e pacato, ma non per questo meno incisivo e determinato, dall’illuminazione squillante alla progressiva rarefazio-ne luminosa, condotta sulle soglie del suo annullamento. Un dipinto da accompagnare col silenzio dello sguardo per lasciar meglio affiorare l’auscultazione interiore.

NELLO TEODORI, L’arte non è uguale per tutti, 1993

Alla matrice di dichiarata origine concettuale che privilegia il piano dell’ideazione intellet-tuale rispetto all’operatività esecutiva, l’artista abbina una sapida quanto corrosiva ironia: facendo il verso ad una celebre quanto sovente disattesa massima sulla legge, la scritta induce lo spettatore a domandarsi il senso e il ruolo dell’arte, dei suoi attori e dei suoi fruitori nell’epoca contemporanea.

AFRANIO METELLI, Donne timide, 2003

Una testiera di letto sensuale e inquietante, con oggetti concreti invitati a dialogare con le invenzioni cromatico-figurali della pittura: due donne nude distese simmetricamente si offrono e si nascondono, celando – e in tal modo sottolineando – il proprio viso e il proprio sesso attraverso oggetti/metafora come fiori e conchiglie. Ed il dipinto si fa così custode discreto ed invitante di ogni seduzione dell’eros.

Estrapolazione da:

BREVE GUIDA CRITICA ALLE OPERE DI ARTE CONTEMPORANEA NELL’ARTEHOTEL DI PERUGIA

di Emidio De Albentiis

........... è stato ideato per gli ospiti dell’AR-TEHOTEL di Perugia (già Hit Hotel e, tempo-raneamente, Hit Arte Hotel) e per tutti coloro che vogliano farvi una visita anche da sem-plici appassionati, al fine di accompagna-re il loro percorso attraverso le opere di arte contemporanea che costituiscono il parti-colarissimo arredo della struttura. L’hotel perugino è da considerarsi una fon-damentale tappa per quanti apprezzano l’arte contemporane che trova al suo inter-no una ampia e diversificata rappresenta-zione degli stili di diversi artisti spaziando da giovani promesse espresse dal territorio um-bro a nomi affermati a livello nazionale e in-ternazionale –, chiamati a lasciare una o più opere nelle varie pertinenze della struttura alberghiera. A Perugia si stanno movendo i primi passi di un’avventura che già si annuncia ricca di futuri sviluppi in funzione dei rinvigoriti obiet-tivi per l’estensione ed il potenziamento del-la collezione già presente all’interno dell’al-bergo.In questa pubblicazione vengono rappre-sentati alcuni dei lavori delle complessive attuali 85 opere d’arte che sono esposte nella hall, nel salone-ristorante e in rilevante gruppo di camere.Queste costituiscono il primo nucleo di un’o-perazione estetico-culturale che va ben oltre la già di per sé significativa volontà di allestire una vera e propria esposizione d’ar-te contemporanea di indubbio prestigio per farla gustare a tutti i frequentatori dell’alber-go.Di fatti, seguendo le orme della proprietà, la società che gestisce la struttura alberghiera ha in animo non soltanto l’ulteriore amplia-mento del numero di quadri, sculture e in-stallazioni, ma anche di favorire un rapporto privilegiato con istituzioni cittadine pubbli-che e private interessate a promuovere con concrete iniziative (incontri con gli artisti, di-battit i a più voci, happenings di varia

natura, ecc.) la diffusione e la conoscenza dell’arte contemporanea. Oltre a questo si stanno muovendo i primi passi per la costituzione di una esposizione a carattere internazionale che prevede la realizzazione di veri e propri piani tematici dedicati alle diverse culture e forme d’arte.Tutto questo distribuendo l’esposizione su di-versi piani dell’albergo, all’interno degli spa-zi comuni e delle diverse sale meeting al fine di costruire un vero e proprio percorso all’in-terno dell’arte universale.Per questo saranno sempre possibili in fu-turo nuove disposizioni e nuovi allestimenti, con un’implicita dinamicità che, com’è ben noto, appartiene ai tanti linguaggi e alle tante prerogative della creatività del nostro tempo. Ogni opera è quindi accompagnata, a cura di Emidio De Albertis, da una breve conside-razione critica che intende offrire una pos-sibile chiave di lettura, una semplice ipotesi interpretativa che si riveli in grado di favorire ulteriori suggestioni emotive ed intellettua-li in tutti coloro che avranno l’occasione e il desiderio di soffermarsi davanti a ciascun lavoro.

Arte Hotel Perugia è attualmente gestito dalla società It Hotel Management S.r.l. che ha inteso seguire e rafforzare gli indirizzi im-postati e perseguiti dalla proprietà dell’im-mobile.Dalla data di acquisizione dell’albergo la società ha immediatamente messo a dispo-sizione di diversi artisti gli spazi interni per la realizzazione di esposizioni tematiche e sta producendo ulteriori iniziative volte a deter-minare il diretto coinvolgimento di Organiz-zazioni nazionali ed internazionali per la rea-lizzazione della prima esperienza in ambito nazionale di spazio espositivo dell’arte uni-versale.

Con questo si intende costruire percorsi strut-turati con gli Uffici Culturali delle Ambascia-te dei diversi paesi per l’inserimento all’inter-no di Arte Hotel Perugia di una esposizione artistica dotata di caratteristiche uniche ed altresì capace di giudare il visitatore in un viaggio nelle tradizioni e nella cultura di altri paesi.La rappresentazione artistica è quindi mo-mento di approccio e di approfondimento a culture diverse ed a forme e rappresen-tazioni artistiche che rappresentano l’anima delle diverse civiltà.

Edizione 2012 © It Hotel Management S.r.l.

MONIA PAMBUFFETTI

MONIA PAMBUFFETTI, Bianco, 2003

I segni modulari lasciano affiorare onde ritmiche che creano spazialità evocando un crescendo musicale, vera e propria traccia di meditativa spiritualità: la fasci-nazione è accresciuta da passaggi minutissimi, con l’uso quasi ascetico del bianco su fondo bianco permeato da minimi inclusi cromatici e da variazioni controllate del rilievo. L’artista dà così vita ad una musica dell’anima che aspira a misurarsi col silenzio.

MONIA PAMBUFFETTI, Bianco, 2003

I segni modulari lasciano affiorare onde ritmiche che creano spazialità evocando un crescendo musicale, vera e propria traccia di meditativa spiritualità: la fasci-nazione è accresciuta da passaggi minutissimi, con l’uso quasi ascetico del bianco su fondo bianco permeato da minimi inclusi cromatici e da variazioni controllate del rilievo. L’artista dà così vita ad una musica dell’anima che aspira a misurarsi col silenzio.

MANUELA BATTISTINI

MANUELA BATTISTINI, Senza titolo, 2003

Trovare l’unità formale e concettuale nella convivenza parallela di alcuni dei diversi linguaggi disponibili per esprimere creatività ed artisticità: questo l’obiettivo fon-damentale di un’opera che cattura non solo per i suoi valori intellettuali esplicitati in una pagina di densa teoria, ma per un’accurata qualità della composizione e dell’organizzazione segnica, arricchita dall’invito esplicito allo spettatore di lasciarsi direttamente coinvolgere nell’azione.

MANUELA BATTISTINI, Senza titolo, 2003

Trovare l’unità formale e concettuale nella convivenza parallela di alcuni dei diversi linguaggi disponibili per esprimere creatività ed artisticità: questo l’obiettivo fon-damentale di un’opera che cattura non solo per i suoi valori intellettuali esplicitati in una pagina di densa teoria, ma per un’accurata qualità della composizione e dell’organizzazione segnica, arricchita dall’invito esplicito allo spettatore di lasciarsi direttamente coinvolgere nell’azione.

CHIARA ARMELLINI

CHIARA ARMELLINI, Nero orizzontale, 2003

Tracce e illuminazioni simili ad una sorta di sismografo dell’interiorità, con momenti di climax affidati a segni bianchi che transitano entro paesaggi emotivi densi di ombra e di oscurità. Ed è proprio nei dialoghi intessuti tra luce e ombra, tra superficie e profondità, a manifestarsi un anelito alla pienezza vitale fuso alla difficoltà di individuare gli spazi e gli ancoraggi possibili.

CHIARA ARMELLINI, Nero orizzontale, 2003

Tracce e illuminazioni simili ad una sorta di sismografo dell’interiorità, con momenti di climax affidati a segni bianchi che transitano entro paesaggi emotivi densi di ombra e di oscurità. Ed è proprio nei dialoghi intessuti tra luce e ombra, tra superficie e profondità, a manifestarsi un anelito alla pienezza vitale fuso alla difficoltà di individuare gli spazi e gli ancoraggi possibili.

ROLANDO ZUCCHINI

ROLANDO ZUCCHINI, Pensiero C, 2003

L’artista cerca una sintonia con gli spazi siderali, simulando nel bianco nitore del fondo, una sorta di galassia simile alla Via Lattea con i suoi grumi di materia croma-tica – anch’essa bianca – e con le biglie di vetro in disordinata armonia come i corpi celesti: proprio grazie a queste ultime il mondo dei giochi infantili dialoga con la vertigine dell’Infinito.

ROLANDO ZUCCHINI, Pensiero C, 2003

L’artista cerca una sintonia con gli spazi siderali, simulando nel bianco nitore del fondo, una sorta di galassia simile alla Via Lattea con i suoi grumi di materia croma-tica – anch’essa bianca – e con le biglie di vetro in disordinata armonia come i corpi celesti: proprio grazie a queste ultime il mondo dei giochi infantili dialoga con la vertigine dell’Infinito.

JAMES LOPARO

JAMES LOPARO, Untitled, 2003

L’intrinseca difficoltà della persistenza, la sostanziale enigmaticità del passato e, del pari, il suo essere necessario al presente, la dialettica serrata tra ordine razionale e caos disgregante, sono i tanti possibili fulcri di questo lavoro: un’edizione inglese del primo ’900 de La vita nova di Dante, accuratamente smembrata e ricomposta, subisce l’occultamento parziale, drammaticamente espressivo, di parte del suo contenuto.

JAMES LOPARO, Untitled, 2003

L’intrinseca difficoltà della persistenza, la sostanziale enigmaticità del passato e, del pari, il suo essere necessario al presente, la dialettica serrata tra ordine razionale e caos disgregante, sono i tanti possibili fulcri di questo lavoro: un’edizione inglese del primo ’900 de La vita nova di Dante, accuratamente smembrata e ricomposta, subisce l’occultamento parziale, drammaticamente espressivo, di parte del suo contenuto.

A. PIO DEL BROCCO

PIO DEL BROCCO, Apparenze, 2003

Un polimaterismo giocato sulla compresenza di sottili pellicole di varia consistenza arricchite da interventi squisitamente pittorici: nascono così onde ritmiche capaci al tempo stesso di avvolgenti sinuosità e di precari equilibri del segno, in una ricerca centrata sul tema, antico e attuale, della relazione tra superficie e profondità, tra affioramento e nascondimento.

PIO DEL BROCCO, Apparenze, 2003

Un polimaterismo giocato sulla compresenza di sottili pellicole di varia consistenza arricchite da interventi squisitamente pittorici: nascono così onde ritmiche capaci al tempo stesso di avvolgenti sinuosità e di precari equilibri del segno, in una ricerca centrata sul tema, antico e attuale, della relazione tra superficie e profondità, tra affioramento e nascondimento.

GIOVANNI MENGONI

GIOVANNI MENGONI, Benvenuti a bordo, 2003

Quest’immagine descrive bene, con i modi propri dell’ironia, uno dei tanti incubi contemporanei: un litorale fascinoso in cui si specchia – si direbbe – un bel chiaro di luna, altro non è che il regno plumbeo di un impianto di trasformazione energetica, che proietta la sua sinistra luce sulla superficie marina. A noi, obbligati come siamo a “entrare a bordo” nei nostri consimili paesaggi quotidiani, non resta che un amaro sorriso.

GIOVANNI MENGONI, Benvenuti a bordo, 2003

Quest’immagine descrive bene, con i modi propri dell’ironia, uno dei tanti incubi contemporanei: un litorale fascinoso in cui si specchia – si direbbe – un bel chiaro di luna, altro non è che il regno plumbeo di un impianto di trasformazione energetica, che proietta la sua sinistra luce sulla superficie marina. A noi, obbligati come siamo a “entrare a bordo” nei nostri consimili paesaggi quotidiani, non resta che un amaro sorriso.

MARISA FACCHINETTI

MARISA FACCHINETTI, Senza titolo, 2003

Tanti tasselli pseudo-modulari propongono una sorta di danza dal sapore quasi autunnale – con quell’insistita dialettica tra toni rossi e gialli impreziositi dalla foglia d’oro – carica, viceversa, di primaverile vitalità grazie al ritmico dinamismo degli addensamenti di materia cromatica: proprio l’irriducibilità sostanziale ad una forma davvero modulare svela la verità implicitamente più autentica del Molteplice rispetto all’Uno.

MARISA FACCHINETTI, Senza titolo, 2003

Tanti tasselli pseudo-modulari propongono una sorta di danza dal sapore quasi autunnale – con quell’insistita dialettica tra toni rossi e gialli impreziositi dalla foglia d’oro – carica, viceversa, di primaverile vitalità grazie al ritmico dinamismo degli addensamenti di materia cromatica: proprio l’irriducibilità sostanziale ad una forma davvero modulare svela la verità implicitamente più autentica del Molteplice rispetto all’Uno.

MARJORE VAN DIKE

MARJORIE VAN DYKE, Sguardo, 2003

La materia cromatica è libera di fluttuare nello spazio, con accordi segnici caratterizzati sia dalla ricerca di armonia che dalla volontà di sottolineare le dissonanze; allo stesso modo si alternano densità e dissolvenza, tese anch’esse ad indicare le illimitate possibilità racchiuse nei colori e nelle loro valenze luministico-espressive, simili in questo ai nostri più intimi percorsi spirituali.

MARJORIE VAN DYKE, Sguardo, 2003

La materia cromatica è libera di fluttuare nello spazio, con accordi segnici caratterizzati sia dalla ricerca di armonia che dalla volontà di sottolineare le dissonanze; allo stesso modo si alternano densità e dissolvenza, tese anch’esse ad indicare le illimitate possibilità racchiuse nei colori e nelle loro valenze luministico-espressive, simili in questo ai nostri più intimi percorsi spirituali.

MAURO SALVI

MAURO SALVI, Le metamorfosi di un giovane sognatore, 2003

Alla traccia geometrica viva nelle sottili linee gialle di costruzione e nella composizione centrata su forme ortogonali si sovrappone una texture mobilissima di segni sovrapposti, con dominanti cromatiche in chiara relazione dialettica: ordine razionale e dinamismo mosso e vibratile concorrono così a formare una coppia segnica soggetta perennemente alla mutazione e alla trasformazione.

MAURO SALVI, Le metamorfosi di un giovane sognatore, 2003

Alla traccia geometrica viva nelle sottili linee gialle di costruzione e nella composizione centrata su forme ortogonali si sovrappone una texture mobilissima di segni sovrapposti, con dominanti cromatiche in chiara relazione dialettica: ordine razionale e dinamismo mosso e vibratile concorrono così a formare una coppia segnica soggetta perennemente alla mutazione e alla trasformazione.

ALESSANDRA BONOLI

ALESSANDRA BONOLI, Sorgente di principio, 2003

L’energia avvolgente di un moto rotatorio, non immemore del dinamismo futurista, si tramuta senza costrittive forzature in un archetipo atemporale di natura marca-tamente simbolica: un vitale interscambio tra aniconismo e icasticità, come testimonia l’intenzionale similitudine tra il vortice primordiale e la sagoma eidetica di un occhio pronto a rivelare le possibili profondità dello sguardo.

ALESSANDRA BONOLI, Sorgente di principio, 2003

L’energia avvolgente di un moto rotatorio, non immemore del dinamismo futurista, si tramuta senza costrittive forzature in un archetipo atemporale di natura marca-tamente simbolica: un vitale interscambio tra aniconismo e icasticità, come testimonia l’intenzionale similitudine tra il vortice primordiale e la sagoma eidetica di un occhio pronto a rivelare le possibili profondità dello sguardo.

PAOLO SORGI

PAOLO SORGI, Orme antigravitazione, 2003

Riplasmare la materia, recuperandola e riassemblandola, per dare vita a strutture plastico-architettoniche insieme solide e aeree: un inno alla trasformazione, alche-mico ed ancestrale, quasi a voler trascendere – senza negarla – la pesante fisicità delle cose. E in questo vibrante paesaggio dello spirito la texture gibbosa e quasi lunare dello sfondo dialoga parimenti col metallo e con la cera.

PAOLO SORGI, Orme antigravitazione, 2003

Riplasmare la materia, recuperandola e riassemblandola, per dare vita a strutture plastico-architettoniche insieme solide e aeree: un inno alla trasformazione, alche-mico ed ancestrale, quasi a voler trascendere – senza negarla – la pesante fisicità delle cose. E in questo vibrante paesaggio dello spirito la texture gibbosa e quasi lunare dello sfondo dialoga parimenti col metallo e con la cera.

LAURENCE URSULET

LAURENCE URSULET, Territori, 2003

Una mappa di luoghi solo in apparenza conosciuti, con ripetizioni e accostamenti volutamente arbitrari, tesi a rivelare la nostra sostanziale inconoscibilità del mondo che ci circonda e che – invano – racchiudiamo entro la tranquillizzante dimensione di una cartina: la pellicola coprente e trascolorante accompagna bene il senso di questa metafora.

LAURENCE URSULET, Territori, 2003

Una mappa di luoghi solo in apparenza conosciuti, con ripetizioni e accostamenti volutamente arbitrari, tesi a rivelare la nostra sostanziale inconoscibilità del mondo che ci circonda e che – invano – racchiudiamo entro la tranquillizzante dimensione di una cartina: la pellicola coprente e trascolorante accompagna bene il senso di questa metafora.

MARIA GRAZIA FIORUCCI

MARIA GRAZIA FIORUCCI, Petrodollars, 2003

Riflessione tra il caustico e il disincantato sulla mercificazione odierna dell’arte e della cultura, inevitabile esito del dominio sempre più pervasivo del capitalismo e del sistema socio-economico imposto e promosso dallo strapotere degli Stati Uniti: ma ad una lettura più profonda emerge anche una corrosiva sottolineatura di come la relazione arte/denaro sia stata viva da sempre.

MARIA GRAZIA FIORUCCI, Petrodollars, 2003

Riflessione tra il caustico e il disincantato sulla mercificazione odierna dell’arte e della cultura, inevitabile esito del dominio sempre più pervasivo del capitalismo e del sistema socio-economico imposto e promosso dallo strapotere degli Stati Uniti: ma ad una lettura più profonda emerge anche una corrosiva sottolineatura di come la relazione arte/denaro sia stata viva da sempre.

DAVID LESTER LEARN

DAVID LESTER LEARN, Untitled Weather, 2003

Nel polimaterismo dal trattamento inquieto, pervaso dalla chiara volontà di rendere palpabile la drammaticità delle forze pulsionali che irrompono nell’intimo della nostra coscienza e circondano, fuori di noi, il nostro orizzonte quotidiano, si fanno strada – con fatica pari alla tenacia – ancoraggi geometrico-razionali sentiti come lontana anche se possibile meta.

DAVID LESTER LEARN, Untitled Weather, 2003

Nel polimaterismo dal trattamento inquieto, pervaso dalla chiara volontà di rendere palpabile la drammaticità delle forze pulsionali che irrompono nell’intimo della nostra coscienza e circondano, fuori di noi, il nostro orizzonte quotidiano, si fanno strada – con fatica pari alla tenacia – ancoraggi geometrico-razionali sentiti come lontana anche se possibile meta.

SARA STEFANUCCI

SARA STEFANUCCI, Il muro di Sara, 2003

Un racconto denso e lieve sulla proiezione fantastica e sull’esigenza insopprimibile della libertà e della possibilità di fuga. Dal reticolo “imprigionante”, affidato ad una sia pur larga trama di stoffa, si libra, con un’energia dapprima trattenuta poi sempre più incondizionata, una sagoma simile a un uccello falcato, il cui ritmo ascen-dente tramuta il desiderio potenziale in percorso spiritualmente praticabile.

SARA STEFANUCCI, Il muro di Sara, 2003

Un racconto denso e lieve sulla proiezione fantastica e sull’esigenza insopprimibile della libertà e della possibilità di fuga. Dal reticolo “imprigionante”, affidato ad una sia pur larga trama di stoffa, si libra, con un’energia dapprima trattenuta poi sempre più incondizionata, una sagoma simile a un uccello falcato, il cui ritmo ascen-dente tramuta il desiderio potenziale in percorso spiritualmente praticabile.

ALDO BERTOLINI

ALDO BERTOLINI, Frammenti di un discorso amoroso, 2003

Metafore del nostro vivere quotidiano, questi elementi bidimensionali, in cui la geometria si arricchisce di sia pur controllate irregolarità, evocano intenzionalmente, con gli strumenti propri della sintesi astratta, l’inevitabile frammentarietà di ogni nostro gesto, di ogni nostro slancio: solo apparente, allora, la loro perentorietà cro-matica, contraddetta com’è dal gioco delle sporgenze e delle rientranze.

ALDO BERTOLINI, Frammenti di un discorso amoroso, 2003

Metafore del nostro vivere quotidiano, questi elementi bidimensionali, in cui la geometria si arricchisce di sia pur controllate irregolarità, evocano intenzionalmente, con gli strumenti propri della sintesi astratta, l’inevitabile frammentarietà di ogni nostro gesto, di ogni nostro slancio: solo apparente, allora, la loro perentorietà cro-matica, contraddetta com’è dal gioco delle sporgenze e delle rientranze.

NELLO TEODORI

ANTONELLA ZAZZERA

BRUNO ALLER

FRANCO TROIANI

MARCELLA FABBRI

MARCELLA FABBRI, 04 orizzontale, 2003

L’impronta segnica di una vitale inquietudine emotiva, affidata ad un intenso arco-ponte ricco di invenzione cromatica nel suo deciso affiorare dal bianco nitore del fondo. La densità della traccia si rivela nel depositarsi su di essa di sottili quanto tormentati grafemi bianchi, di natura intimamente gestuale, dagli andamenti zigzaganti e nervosamente irregolari, frammenti di vita interiore lasciati liberamente emergere.

MARCELLA FABBRI, 04 orizzontale, 2003

L’impronta segnica di una vitale inquietudine emotiva, affidata ad un intenso arco-ponte ricco di invenzione cromatica nel suo deciso affiorare dal bianco nitore del fondo. La densità della traccia si rivela nel depositarsi su di essa di sottili quanto tormentati grafemi bianchi, di natura intimamente gestuale, dagli andamenti zigzaganti e nervosamente irregolari, frammenti di vita interiore lasciati liberamente emergere.

MARIA TERESA ROMITELLI

MARIA TERESA ROMITELLI, Frammenti di cielo, 2003

L’esperienza delle cose del mondo si dà inevitabilmente all’Uomo sotto forma di frammento, di minutissima particella di un insieme che nessuno potrà mai ricompor-re: ed è per questo che in questi brani di terso cielo azzurro, all’apparenza così solari e gioiosi, si mescola un’agrodolce malinconia, resa parlante dalla foglia d’oro che ci richiama remotissimi e ormai inaccessibili orizzonti di vago sapore bizantino.

MARIA TERESA ROMITELLI, Frammenti di cielo, 2003

L’esperienza delle cose del mondo si dà inevitabilmente all’Uomo sotto forma di frammento, di minutissima particella di un insieme che nessuno potrà mai ricompor-re: ed è per questo che in questi brani di terso cielo azzurro, all’apparenza così solari e gioiosi, si mescola un’agrodolce malinconia, resa parlante dalla foglia d’oro che ci richiama remotissimi e ormai inaccessibili orizzonti di vago sapore bizantino.

MARINO FICOLA

MARINO FICOLA, La terra diventa cielo e il cielo diventa terra, 2003

Una sottile pellicola trasparente sigilla l’interscambio tra dimensioni diverse suggerito dal titolo: tema dominante è la luce che regala la sua vitale intensità sia alla terra che al cielo – evocati dal sussulto delle sovrapposizioni e degli addensamenti – e che ogni coscienza può rivivere mentalmente, magari nello spazio indistinto del sogno, dopo averne fatto diretta esperienza visiva.

MARINO FICOLA, La terra diventa cielo e il cielo diventa terra, 2003

Una sottile pellicola trasparente sigilla l’interscambio tra dimensioni diverse suggerito dal titolo: tema dominante è la luce che regala la sua vitale intensità sia alla terra che al cielo – evocati dal sussulto delle sovrapposizioni e degli addensamenti – e che ogni coscienza può rivivere mentalmente, magari nello spazio indistinto del sogno, dopo averne fatto diretta esperienza visiva.

GUALTIERO SAVELLI

GUALTIERO SAVELLI, Untitled, 2003

Affermare e negare la valenza ordinatrice della simmetria, presente nell’impaginazione generale ma, con ludica quanto pensosa ironia, ricacciata indietro dal sottile alternarsi cromatico e, soprattutto, dalla dialettica bidimensione/tridimensione espressa dai due elementi obliqui: è in questa ricercata contrapposizione che si cela il desiderio dell’artista di comporre in una superiore unità la sintesi degli opposti.

GUALTIERO SAVELLI, Untitled, 2003

Affermare e negare la valenza ordinatrice della simmetria, presente nell’impaginazione generale ma, con ludica quanto pensosa ironia, ricacciata indietro dal sottile alternarsi cromatico e, soprattutto, dalla dialettica bidimensione/tridimensione espressa dai due elementi obliqui: è in questa ricercata contrapposizione che si cela il desiderio dell’artista di comporre in una superiore unità la sintesi degli opposti.

MORENO BIZZARRI

MORENO BIZZARRI, Fondale, 2003

L’aspirazione a raggiungere la dimensione soprannaturale della luce, liberandosi per quanto possibile dall’intrico nervoso di ciò che ci àncora alla terra. Quasi ne-oplatonico nell’intento, con la sua ricerca di un iperuranio praticabile, questo intenso lavoro, vicino sia alla densità informale che alla rarefazione del naturalismo astratto, rivela nel contempo la sua parentela con le scenografiche “glorie” barocche.

MORENO BIZZARRI, Fondale, 2003

L’aspirazione a raggiungere la dimensione soprannaturale della luce, liberandosi per quanto possibile dall’intrico nervoso di ciò che ci àncora alla terra. Quasi ne-oplatonico nell’intento, con la sua ricerca di un iperuranio praticabile, questo intenso lavoro, vicino sia alla densità informale che alla rarefazione del naturalismo astratto, rivela nel contempo la sua parentela con le scenografiche “glorie” barocche.

SUSAN SQUIRE

SUSAN SQUIRES, Spoleto, 20/06/03, 2003

L’opera si propone di evocare con forza icastica la valenza universale del simbolo gnoseologico del triangolo inteso come esoterico, ma al tempo stesso avvicinabi-le, “terzo occhio”: è infatti quest’ultimo a poter cogliere la relazione – insieme semplice e arcana – tra lo spazio cosmico trapunto di stelle e l’ascesa piramidale verso di esso, esperibile da un qualsiasi punto della Terra.

SUSAN SQUIRES, Spoleto, 20/06/03, 2003

L’opera si propone di evocare con forza icastica la valenza universale del simbolo gnoseologico del triangolo inteso come esoterico, ma al tempo stesso avvicinabi-le, “terzo occhio”: è infatti quest’ultimo a poter cogliere la relazione – insieme semplice e arcana – tra lo spazio cosmico trapunto di stelle e l’ascesa piramidale verso di esso, esperibile da un qualsiasi punto della Terra.

TOMMASO BINGA

TOMASO BINGA, Urliamo solo pace, 2003

Un imperativo morale, un invito perentorio gettato con slancio al futuro da un presente in cui continuano a perdurare violenza e lacerazione: con gli strumenti propri della poesia visiva, qui arricchiti da una particolare felicità cromatica, l’artista propaga in ogni direzione il suo urlo dalle mille risonanze, mirando a trasformare il suo personale anelito nel coinvolgimento di ciascuno.

TOMASO BINGA, Urliamo solo pace, 2003

Un imperativo morale, un invito perentorio gettato con slancio al futuro da un presente in cui continuano a perdurare violenza e lacerazione: con gli strumenti propri della poesia visiva, qui arricchiti da una particolare felicità cromatica, l’artista propaga in ogni direzione il suo urlo dalle mille risonanze, mirando a trasformare il suo personale anelito nel coinvolgimento di ciascuno.

ROSETTA BERARDI

ROSETTA BERARDI, Arpa scordata, 2003

Gusto della sintesi segnica e ricerca di vibrante pathos emotivo costituiscono il perno di questo sensibile lavoro: un nobile strumento come l’arpa si rivela al nostro sguardo con pochi essenziali tratti da cui traspare l’inquieta memoria di una lacerazione, affidata al tormentato e prezioso linearismo delle corde e alla mobile gam-ma tonale dei rossi.

ROSETTA BERARDI, Arpa scordata, 2003

Gusto della sintesi segnica e ricerca di vibrante pathos emotivo costituiscono il perno di questo sensibile lavoro: un nobile strumento come l’arpa si rivela al nostro sguardo con pochi essenziali tratti da cui traspare l’inquieta memoria di una lacerazione, affidata al tormentato e prezioso linearismo delle corde e alla mobile gam-ma tonale dei rossi.

We open the doors to India

Spalanchiamo le porte sull’

India

LUIGI MANCIOCCO

LUIGI MANCIOCCO, Sensation, 2003

L’enigma dell’Essere, la propensione a rimanere – silenziosi – in ascolto di una traccia, anche minima, che riveli noi stessi a noi stessi e noi in rapporto a ciò che è altro da noi: l’artista affida tutto questo non solo al plastico aggetto dell’orecchio, ma soprattutto all’opacità enigmatica del Bianco, su cui accumula, con sommessa inquietudine, segni in rilievo simili a onde e piccoli e nervosi inclusi di materia vetrosa.

LUIGI MANCIOCCO, Sensation, 2003

L’enigma dell’Essere, la propensione a rimanere – silenziosi – in ascolto di una traccia, anche minima, che riveli noi stessi a noi stessi e noi in rapporto a ciò che è altro da noi: l’artista affida tutto questo non solo al plastico aggetto dell’orecchio, ma soprattutto all’opacità enigmatica del Bianco, su cui accumula, con sommessa inquietudine, segni in rilievo simili a onde e piccoli e nervosi inclusi di materia vetrosa.

BRUNO ALLER

BRUNO ALLER, …Come la / NotteLuna / Ti / Respiro, 2003

Un geometrismo dinamico, fatto di forme che negano la loro chiusura protendendosi le une verso le altre, cercando vicendevoli interrelazioni. Nel blu notturno e nel suo delicato fraseggio cromatico formato dalle mobili variazioni dei toni, l’artista esprime un universo poetico di intima quanto anelante compenetrazione fisica e spirituale.

BRUNO ALLER, …Come la / NotteLuna / Ti / Respiro, 2003

Un geometrismo dinamico, fatto di forme che negano la loro chiusura protendendosi le une verso le altre, cercando vicendevoli interrelazioni. Nel blu notturno e nel suo delicato fraseggio cromatico formato dalle mobili variazioni dei toni, l’artista esprime un universo poetico di intima quanto anelante compenetrazione fisica e spirituale.

LORI NOZICK

LORI NOZICK, Water and Air with Leaves, 2003

Gli inserti metallici trattati inseriti nella mossa campitura blu oltremare evocano con poetico slancio il connubio tra le arti e, soprattutto, la nostra natura di esseri in grado di cercare sintonie con le infinite lontananze celesti e con gli abissi più remoti, nella piena consapevolezza – chiamata quasi a far da contraltare – della nostra precarietà sostanzialmente invalicabile.

LORI NOZICK, Water and Air with Leaves, 2003

Gli inserti metallici trattati inseriti nella mossa campitura blu oltremare evocano con poetico slancio il connubio tra le arti e, soprattutto, la nostra natura di esseri in grado di cercare sintonie con le infinite lontananze celesti e con gli abissi più remoti, nella piena consapevolezza – chiamata quasi a far da contraltare – della nostra precarietà sostanzialmente invalicabile.

GIUSEPPE RELLINI

GIUSEPPE RELLINI, Moto, 2003 p., camera 708

Illuminazioni intermittenti, tracce attinte al mondo vegetale o ad altro consimile scenario dell’esistenza, rese quasi scarnificate dalla rilettura emotiva dell’artista: sono solcature dello spirito, percorsi di ricerca di un’identità ancora oscillante tra il trionfo della luce e il regno dell’oscurità, impronte vissute di un Sé impegnato a capire il senso ultimo del suo passaggio nel mondo.

GIUSEPPE RELLINI, Moto, 2003 p., camera 708

Illuminazioni intermittenti, tracce attinte al mondo vegetale o ad altro consimile scenario dell’esistenza, rese quasi scarnificate dalla rilettura emotiva dell’artista: sono solcature dello spirito, percorsi di ricerca di un’identità ancora oscillante tra il trionfo della luce e il regno dell’oscurità, impronte vissute di un Sé impegnato a capire il senso ultimo del suo passaggio nel mondo.

GIANFRANCO DI RUSSO

GIANFRANCO RUSSO, Spoleto n° 1, 2003

Gli infiniti percorsi aperti dal dripping pollockiano trovano nuova linfa nella proposta pittorica di questo artista, amante dell’energia del segno e del gesto, così come delle illuminazioni cromatiche ricche di addensamenti e rarefazioni: un coinvolgente quanto vitale groviglio pittorico carico di pathos visivo e spirituale.

GIANFRANCO RUSSO, Spoleto n° 1, 2003

Gli infiniti percorsi aperti dal dripping pollockiano trovano nuova linfa nella proposta pittorica di questo artista, amante dell’energia del segno e del gesto, così come delle illuminazioni cromatiche ricche di addensamenti e rarefazioni: un coinvolgente quanto vitale groviglio pittorico carico di pathos visivo e spirituale.

LUCILLA RAGNI

LUCILLA RAGNI, Tornare l’anima al corpo, 2003

Una disciplina dal rigore quasi ascetico ha guidato l’artista alla trascrizione icastica di un paesaggio interiore: sottilissimi rametti spezzati, rubati al grande libro della Natura, inseriti – quasi evocando il tormento di ripetute lacerazioni – entro un fondale rosso immaginato come territorio pulsante del proprio sentimento emotivo. Una sorta di metafora onirica, peraltro carica di energia liberatoria, espressa con un pregnante linguaggio di ascendenza poverista.

LUCILLA RAGNI, Tornare l’anima al corpo, 2003

Una disciplina dal rigore quasi ascetico ha guidato l’artista alla trascrizione icastica di un paesaggio interiore: sottilissimi rametti spezzati, rubati al grande libro della Natura, inseriti – quasi evocando il tormento di ripetute lacerazioni – entro un fondale rosso immaginato come territorio pulsante del proprio sentimento emotivo. Una sorta di metafora onirica, peraltro carica di energia liberatoria, espressa con un pregnante linguaggio di ascendenza poverista.

ADRIANO DI GIACOMO

ADRIANO DI GIACOMO, Oltre le barriere, 2003

L’artista genera forme e segni contenuti a fatica entro i limiti fisici del quadro, dando così corpo a un’antica aspirazione umana, il superamento della propria finitezza, o almeno il tentativo di evocare un possibile altrove: ne sono prova il mosso “mare” grigio in basso o quel “cielo” denso e pieno in alto, raccordati da un arco lirico-emotivo gettato come un ponte sospeso tra i frammenti di così immense vastità.

ADRIANO DI GIACOMO, Oltre le barriere, 2003

L’artista genera forme e segni contenuti a fatica entro i limiti fisici del quadro, dando così corpo a un’antica aspirazione umana, il superamento della propria finitezza, o almeno il tentativo di evocare un possibile altrove: ne sono prova il mosso “mare” grigio in basso o quel “cielo” denso e pieno in alto, raccordati da un arco lirico-emotivo gettato come un ponte sospeso tra i frammenti di così immense vastità.

JUSTIN THOMPSON “SERRA“ BOZZETTO 2008

ITARU MISHIKU “FORMA DEL RICORDO I“ 1990

“FORMA DEL RICORDO 2“ 1993

HALL Panoramica parte sinistra

HALL Overview of the left side

HALL Panoramica accesso piani e particolare dell’opera di Antonella Zazzera “B!£ - 27E”

ANTONELLA ZAZZERA “B13 -27E” 2003

(Gruppo Zeolite)

Antonella ZAZZERA, B°13 27E, 2003

L’uso della fotografia non conduce verso la resa mimetica della realtà, al contrario l’artista esalta volutamente il proprio intervento gestuale sul materiale fotografico, con incisioni e solcature che rivelano nuovi percorsi e nuove cromie: una relazione stringente con tutto ciò che è materia, dalle forme infinitesime alle vertigini dell’illimitato, entro una suggestione emotiva qui valorizzata dalla retroilluminazione.

HALL Overview of plans access and particularly the work ofAntonella Zazzera “B!£ - 27E”

SALE MEETING E CONGRESSI - Sala Bulgari (300px)Panoramica e particolare dell’imponnete affresco di Franco Troiani “GEA”.

FRANCO TROIANI

MEETING AND CONFERENCE SPACES - Bulgari Hall(300px)Overview and particularly impressive wall paintingFranco Troiani “GEA”.

SALA DEGLI SPECCHI Particolare dello specchi di base a forma umana. Ci sono 25 specchi con diverse decorazioni artistiche.

BREAKFART ROOM

HALL OF MIRRORSParticular of the human form basic mirror. There are 25 diffe-rent artistical decored mirrors

ARTE HOTEL PERUGIA - ITALIAImmagini

ARTE HOTEL PERUGIA - ITALYImages

ARTE HOTEL PERUGIA - ITALIAPresenta

IMAGES AND ART FROM INDIA Permanent Exposition in Europe

ARTE HOTEL PERUGIA - ITALYIntroduce

IMAGES AND ART FROM INDIA Permanent Exposition in Europe

ARTE HOTEL PERUGIA - ITALIAPresenta

THE PROJECT

Ora:85 Opere d’ArteAttualmente all’interno dell’albergo7 piani complessivi di cui2 piani dedicati all’Italia6 sale meetingHall e spazi comuniTODAY:85 Art Operas actualy in the hotel7 floors global number2 dedicated to Italian artists6 meeting roomsHall and common spaces

THE PROJECT

ARTE HOTEL PERUGIA - ITALYIntroduce

Entro Febbraio 2013:200 Opere d’ArtePresenti all’interno dell’albergo5 piani da dedicare a diversi paesi3 sale meeting per diversi artistiHall e spazi comuni disponibili per esposizioni WITHIN FEBRUARY 2013:200 Art Operas in the hotel5 floors dedicated to different countries3 meeting rooms dedicated to different artistisHall and common spaces available for art and design expositions

ONE FLOOR AND ONE MEETING ROOMDEDICATED TO INDIA ART

ARTE HOTEL PERUGIA

Strada Trasimeno Ovest n.159/z/1006132 Perugia (PG) ItalyTel: +39.075.517.92.47Fax: +39.075.517.89.47

e-mail: [email protected]

www.artehotelperugia.com