Impostazione e controllo del progetto di edifici...
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Corso di aggiornamento
Impostazione e controllo del progetto di edifici antisismici in cemento armato secondo le indicazioni
delle Norme Tecniche per le Costruzioni 2008
Corso organizzato da:Genio Civile di Catania
Prof. Ing. Aurelio Ghersi, Università di Catania
Aula Oliveri, Facoltà di Ingegneria di Catania17-18 settembre 2009
Corso di aggiornamento
Impostazione e controllo del progetto di edifici antisismici in cemento armato secondo le indicazioni
delle Norme Tecniche per le Costruzioni 2008
Sponsor:
Aula Oliveri, Facoltà di Ingegneria di Catania17-18 settembre 2009
Corso di aggiornamento
Impostazione e controllo del progetto di edifici antisismici in cemento armato secondo le indicazioni
delle Norme Tecniche per le Costruzioni 2008
Francesco Castelli
8. Giudizio motivato di accettazione dei risultati: Il terreno e gli elemento di fondazione
Aula Oliveri, Facoltà di Ingegneria di Catania17-18 settembre 2009
Parte I – Considerazioni generali1. Comportamento meccanico dei terreni sotto azioni statiche e dinamiche2. Principi di progettazione e metodologie di analisi3. Moti sismici di riferimento
Parte II - Analisi geotecnica del sito4. Pericolosità ed effetti del sito5. Risposta sismica locale6. Liquefazione7. Stabilità di pendii e dei fronti di scavo
Parte III – Opere geotecniche8. Fondazioni9. Fondazioni superficiali10. Fondazioni su pali11. Opere di sostegno a gravità12. Opere di sostegno flessibili13. Opere in terra rinforzata14. Costruzioni in sotterraneo e scavi a cielo aperto15. Costruzioni in terra
ASPETTI GEOTECNICI
Norma sismica: cosa cambia ?Apparenza e sostanza
Ieri: Norme molto carenti,non sufficientemente sicure
Oggi: Norme molto più dettagliatee precise
Ieri: Alle norme si affiancavano principi di buona progettazione che le rendevano più efficaci
Oggi: La complessità delle norme può portare a errori che annullanola loro maggior precisione
(DM 11/3/88 e 16/1/96)
(NTC08, OPCM 3274, OPCM 3431, EC7, EC8 - parte 5)
Norma sismica: cosa cambia ?Apparenza e sostanza
D.M. 14 Gennaio 2008Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC)
VERIFICHE
Le opere strutturali devono essere verificate:
a) per gli stati limite ultimi che possono presentarsi, in conseguenza alle diverse combinazioni delle azioni;
b) per gli stati limite di esercizio definiti in relazione alle prestazioni attese.
Sicurezza e prestazioni
STATO LIMITE ULTIMO (SLU)
STATO LIMITE DI ESERCIZIO (SLE)
Sicurezza e prestazioni STATO LIMITE ULTIMO
Sicurezza e prestazioni STATO LIMITE ULTIMO
Sicurezza e prestazioni STATO LIMITE DI ESERCIZIO
Sicurezza e prestazioni STATO LIMITE DI ESERCIZIO
STATO LIMITE DI ESERCIZIO
In molti casi tale accertamento (calcolo dei cedimenti) è una verifica ancora piùimportante di quella di stabilità e necessitaquindi di particolare attenzione.
Fasi del Progetto Geotecnico
GEOTECNICA, FONDAZIONI E OPERE DI SOSTEGNO6.1.2 PRESCRIZIONI GENERALI• Le scelte progettuali devono tener conto delle prestazioni attese
delle opere e dei caratteri geologici del sito.
• I risultati dello studio rivolto alla caratterizzazione e modellazione geologica, devono essere esposti in una specifica Relazione Geologica.
• Le analisi di progetto devono essere basate su modelli geotecnici dedotti da specifiche indagini e prove che il progettista deve definire in base alle scelte tipologiche dell’opera o dell’intervento.
• Le scelte progettuali, il programma e i risultati delle indagini, la caratterizzazione e la modellazione geotecnica, unitamente ai calcoli per il dimensionamento geotecnico delle opere e alla descrizione delle fasi e modalità costruttive, devono essere illustrati in una specifica Relazione Geotecnica.
D.M. 14 Gennaio 2008Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC)
D.M. 14 Gennaio 2008Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC)
- MODELLO GEOLOGICO
La caratterizzazione e la modellazione geologica del sito consiste nella ricostruzione dei caratteri litologici, stratigrafici, strutturali, idrogeologici, geomorfologici e, più in generale, di pericolosità geologica del territorio.
In funzione del tipo di opera o di intervento e della complessità del contesto geologico, specifiche indagini saranno finalizzate alla documentata ricostruzione del modello geologico.
Esso deve essere sviluppato in modo da costituire utile elemento di riferimento per il progettista per inquadrare i problemi geotecnici e per definire il programma delle indagini geotecniche.
Metodi e risultati delle indagini devono essere esaurientemente esposti e commentati in una relazione geologica.
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- MODELLO GEOTECNICO
Per modello geotecnico si intende uno schema rappresentativo delle condizioni stratigrafiche, del regime delle pressioni interstiziali e della caratterizzazione fisico-meccanica dei terreni e delle rocce comprese nel volume significativo, finalizzato all’analisi quantitativa di uno specifico problema geotecnico.
Le indagini geotecniche devono essere programmate in funzione del tipo di opera e/o di intervento e devono permettere la definizione dei modelli necessari alla progettazione.
I valori caratteristici delle grandezze fisiche e meccaniche da attribuire ai terreni devono essere ottenuti mediante specifiche prove di laboratorio su campioni di terreno e attraverso l’interpretazione dei risultati di prove e misure in sito.
Per valore caratteristico di un parametro geotecnico deve intendersi una stima ragionata e cautelativa del valore del parametro nello stato limite considerato.
È responsabilità del progettista la definizione del piano delle indagini, la caratterizzazio-ne e la modellazione geotecnica.
Le indagini e le prove devono essere eseguite e certificate dai laboratori facenti parte dell’elenco depositato presso il Servizio Tecnico Centrale del Ministero delle Infra-strutture.
Nel caso di costruzioni o di interventi di modesta rilevanza, che ricadano in zone ben conosciute dal punto di vista geotecnico, la progettazione può essere basata sulla esperienza e sulle conoscenze disponibili, ferma restando la piena responsabilità del progettista su ipotesi e scelte progettuali.
PROVE PENETROMETRICHE DINAMICHE (SPT)
Fasi del Progetto Geotecnico
INDAGINI GEOSISMICHE
VELOCITÀ DELLE ONDE DI TAGLIO DA PROVE IN SITU
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
0 100 200 300 400 500 600 700 800 900
VS [m/s]
H [m
]
Piana di Catania - CHTTavoliere - DHTVia Stellata - DHTPiazza Palestro - DHTSan Nicola alla Rena - DHT
INDAGINI GEOSISMICHE
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CATEGORIE DI SOTTOSUOLOLa RISPOSTA SISMICA LOCALE deve essere valutata mediante specifiche analisi, o alternativamente, mediante un approccio semplificato, che si basa sull’individuazione di CATEGORIE DI SOTTOSUOLO DI RIFERIMENTO.
Depositi di terreni suscettibili di liquefazione, di argille sensitive o qualsiasi altra categoria di sottosuolo non classificabile nei tipi precedenti.S2S2
Terreni di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m, posti sul substrato di riferimento (con Vs > 800 m/s).EEDepositi di terreni caratterizzati da valori di Vs,30 inferiori a 100 m/sec (ovvero 10 < cu,30 < 20 kPa), che includono uno strato di almeno 8 m di terreni a grana fina di bassa consistenza, oppure che includono almeno 3 m di torba o di argille altamente organiche.
S1S1
Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina scarsamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 < 180 m/s (ovvero NSPT,30 <15 nei terreni a grana grossa e cu,30 < 70 kPa nei terreni a grana fina).
DD
Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 180 m/sec e 360 m/sec (ovvero 15 < NSPT,30 < 50 nei terreni a grana grossa e 70 < cu,30 < 250 kPa nei terreni a grana fina).
CC
Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 360 m/sec e 800 m/sec (ovvero NSPT,30 > 50 nei terreni a grana grossa e cu,30 > 250 kPa nei terreni a grana fina).
BB
Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs,30 superiori a 800 m/sec,eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore massimo pari a 3 m.AA
AMPLIFICAZIONE SISMICA LOCALE
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PARAMETRI EQUIVALENTI:
pp
ppGγτ
=G = modulo di taglio
(G0 = rigidezza a basse deformazioni = ρ VS2)
τpp = tensione picco-picco
γpp = deformazione picco-picco
D = fattore di smorzamento (damping) S
D
WWDπ4
=
WS = energia elastica equivalente
WD = energia dissipata nel ciclo
RAPPRESENTAZIONE DEL COMPORTAMENTO MECCANICO
INDAGINI GEOSISMICHE
VERIFICHE GEOTECNICHE
Consiglio Superiore dei Lavori PubbliciNuova Circolare (02.02.2009 n. 617) delle Norme Tecniche per le Costruzioni
Allo Stato Limite UltimoStato Limite Ultimo (SLU)
In generale si deve verificare che:
con:
- Ed = Azione sollecitante di progetto;
- Rd = Resistenza di progetto.
dd RE ≤
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Sicurezza e prestazioni STATO LIMITE ULTIMO
⎭⎬⎫
⎩⎨⎧
= dM
krepFEd aXFEE ;;
γγγ
Verifiche allo stato limite ultimo (ULS)Verifiche allo stato limite ultimo (ULS)
Per ogni SLU si deve verificare, sulla base delle diverse CombinazioniCombinazioni e dei diversi Coefficienti ParzialiCoefficienti Parziali,
che l’Effetto delle azioni di progetto (Ed) sia non superiore alle Resistenze di progetto (Rd):
dd RE ≤
⎭⎬⎫
⎩⎨⎧
= dM
krepF
Rd aXFRR ;;1
γγ
γ
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con:
- E = azione dovuta al sisma;
- G = azione dovuta ai carichi permanenti;
- ψ Q = azione dovuta ai carichi accidentali.
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Ed = Azione sollecitante di progettoAzione sollecitante di progetto
E’ l’azione sollecitante di calcolo e deriva dalla combinazione delle sollecitazioni associate ai carichi elementari
kjijQjkiQiGGd QQGGEE ψγγγγ ++++= 2211
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Sicurezza e prestazioni STATO LIMITE ULTIMO
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RESISTENZA DI PROGETTO RRDD
VERIFICHE ALLO STATO LIMITE DI ESERCIZIO (SLE)
Approccio più rigoroso (adottato per opere più impegnative)
Analisi globale dell’interazione a tre componentielevazione – fondazione – sottosuolo
sottoposto ad un sistema di azioni esterne
La progettazione di una fondazione è un tema “di frontiera” a cavallo fra l’Ingegneria Strutturale
e l’Ingegneria Geotecnica
Approccio più diffuso(nella progettazione corrente)
L’analisi globale del sistema complessivoviene sostituita da analisi parziali di sottosistemi
fra loro comunicanti attraverso azioni mutue
Questo iter progettualeampiamente consolidato in campo statico
è spesso impiegato anche in campo dinamico(metodo delle sottostrutture)
Si introducono delle semplificazioni:suddivisione del problema di interazione a tre
componenti in problemi a due componenti.
FONDAZIONI SUPERFICIALI
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Sicurezza e prestazioni STATO LIMITE ULTIMO
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Coefficienti Parziali per le Azioni nelle Verifiche SLU
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Sicurezza e prestazioni STATO LIMITE ULTIMO
D.M. 14 Gennaio 2008Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC)
Sicurezza e prestazioni STATO LIMITE ESERCIZIO
FONDAZIONI SUPERFICIALI
D.M. 14 Gennaio 2008Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC)
Sicurezza e prestazioni STATO LIMITE ULTIMO
Consiglio Superiore dei Lavori PubbliciNuova Circolare (02.02.2009 n. 617) delle Norme Tecniche per le Costruzioni
APPROCCIOAPPROCCIO 11
Nelle verifiche agli STATI LIMITE ULTIMI per il dimensionamento geotecnico delle fondazioni (GEO), si considerano meccanismi di collasso determinati dal raggiungimento della resistenza del ter-reno interagente con le fondazioni.
L’analisi può essere condotta con la Combinazione 2 (A2+M2+R2) nella quale i parametri di resistenza del terreno sono ridotti tra-mite i coefficienti del gruppo M2 e la resistenza globale del siste-ma tramite i coefficienti γR del gruppo R2.
Nell’uso di questa combinazione, le azioni di progetto in fondazio-ne derivano da analisi strutturali svolte impiegando i coefficienti parziali del gruppo A2.
Consiglio Superiore dei Lavori PubbliciNuova Circolare (02.02.2009 n. 617) delle Norme Tecniche per le Costruzioni
APPROCCIOAPPROCCIO 22
Nelle verifiche effettuate seguendo l’approccio 2, le azioni di pro-getto in fondazione derivano da un’unica analisi strutturale con-dotta impiegando i coefficienti parziali del gruppo A1.
L’analisi può essere condotta con la Combinazione (A1+M1+R3), nella quale i coefficienti parziali sui parametri di resistenza del terreno (M1) sono unitari e la resistenza globale del sistema èridotta tramite i coefficienti γR del gruppo R3.
Tali coefficienti si applicano solo alla resistenza globale del terreno, che è costituita, dalla forza normale alla fondazione che produce il collasso per carico limite, o dalla forza parallela al piano di scorrimento che ne produce il collasso per scorrimento.
Verifica allo stato limite ultimo (ULS)
• Carico limite: volume di rottura
Collasso per rottura generaleDeve essere verificato che sotto le sollecitazioni di calcolo ilterreno sia stabile e non presenti deformazioni permanentiincompatibili con i requisiti di funzionalità della struttura.
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Sicurezza e prestazioni STATO LIMITE ULTIMO
qqlimlim
Carico Limite di Fondazioni Superficiali
Meccanismo di Rottura
Definizione Carico Limite
Valutazione Sperimentale del Carico Limite di Fondazioni Superficiali
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0 100 200 300 400 500
Carico q [kN/m2]
2.5
2
1.5
1
0.5
0
Ced
imen
to
w [
cm]Analisi del comportamento di
una fondazione sulla base della curva carico - cedimento
Cedimento e tensione mobilitata devono essere
analizzati contestualmente !
Performance-Based Design
D.M. 14 Gennaio 2008Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC)
D.M. 14 Gennaio 2008Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC)
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PROGETTAZIONE PER AZIONI SISMICHE
Stato Limite di Danno
In aggiunta all’analisi della sicurezza del complesso fondazione-terreno rispetto allo stato limite ultimo, devono essere condotte verifiche nei confronti dello stato limite di dannostato limite di danno. In particolare, devono essere valutati gli spostamenti permanentispostamenti permanenti indotti dal sisma, verificando che essi siano accettabili per la fondazione e sianocompatibili con la funzionalitfunzionalitàà delldell’’intera operaintera opera.
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PROGETTAZIONE PER AZIONI SISMICHE
PROGETTAZIONE PER AZIONI SISMICHE
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La valutazione delle azioni trasmesse dalla struttura in elevazio-ne alla fondazione deriva dall’analisi del comportamento della intera opera, in genere condotta esaminando la sola struttura in elevazione alla quale sono applicate le azioni statiche e sismiche.
Nella definizione dell’azione sismica sulla struttura in elevazione si può tenere conto della modifica del moto sismico indotta dall’ interazione cinematica fondazione-terreno.
L’azione del sisma si traduce in accelerazioni nel sottosuolo:
- effetto cinematico
e nella fondazione, per l’azione delle forze d’inerzia generate nella struttura in elevazione:
- effetto inerziale
Consiglio Superiore dei Lavori PubbliciNuova Circolare (02.02.2009 n. 617) delle Norme Tecniche per le Costruzioni
Interazione Inerziale:
Metodo delle sottostrutture
Decomposizione dello spostamento relativo elevazione – fondazione in 2 aliquote:
INERZIALE E CINEMATICA
Studio della struttura in elevazione connessa ad un sistema fondazione – terreno privo di massa
Azione sismica esterna: spostamenti cinematici determinati nella fase precedente (free-field)
Si determinano gli spostamenti inerziali e le sollecitazioni in fondazione ad essi connesse
Studio del sistema terreno – fondazioneconnesso ad una elevazione priva di massa
Azione sismica esterna al sistema: moto al bedrock
Si determinano gli spostamenti cinematici e le sollecitazioni in fondazione ad essi connesse
Le sollecitazioni complessive agentiin fondazione si ottengono sommando le
aliquote determinate nelle due fasi di analisi
Interazione Cinematica:
Valutazione dell’influenza dell’inerzia del terreno sulla capacità portante
• Richard et al. (1993)
• Paolucci & Pecker (1997)
• Kumar & Mohan Rao (2002)
• EC8 (2003)
Verifica a carico limite ultimoRichards et al. (1993)
Meccanismo di collasso semplificato
ϕργ gNNtgNNKK
N qcAqa
pq cot)1(;)1(; −=−==
Verifica a carico limite ultimoRichards et al. (1993)
Nell’analisi pseudo-statica, modellando l’azione sismica con la sola com-ponente orizzontale, tali effetti possono essere portati in conto mediante i coefficienti sismici Khi e Khk il primo definito dal rapporto tra le compo-nenti orizzontale e verticale dei carichi trasmessi in fondazione ed il se-condo funzione dell’accelerazione massima attesa al sito.
I valori Khk possono essere valutati facendo riferimento ai valori specificati per i pendii.
L’effetto inerziale produce variazioni di tutti i coefficienti di capacità por-tante del carico limite in funzione del coefficiente sismico Khi e viene portato in conto impiegando le formule comunemente adottate per i coef-ficienti correttivi del carico limite in funzione dell’inclinazione rispetto alla verticale del carico agente sul piano di posa.
L’effetto cinematico modifica il solo coefficiente Nγ in funzione del coeffi-ciente sismico Khk. Il fattore Nγ viene quindi moltiplicato per i coefficienti correttivi dell’effetto inerziale e dell’effetto cinematico.
Consiglio Superiore dei Lavori PubbliciNuova Circolare (02.02.2009 n. 617) delle Norme Tecniche per le Costruzioni
Verifica a carico limite ultimo Paolucci e Pecker (1997)
siehe qvvvq lim,lim, ⋅⋅⋅=
3
85.01 ⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛
⋅−=
NVvh 8.1
5.01 ⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛
⋅−=
Bev B
e
35.0
tan1 ⎟⎟
⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛−=
ϕh
ikv
Inerzia del terreno
Eccentricitàdel carico
Forza orizzontale
NkVk
Nlim
khW
(1±kvW)
INTERAZIONE TERRENO - STRUTTURA IN CAMPO PSEUDO-STATICO E DINAMICO
Approcci d’indagine:
• Approcci analitici(approssimati)
• Modelli di laboratorio
• Analisi numeriche
Test su tavola vibrante o in centrifuga
Uso di codici FEM, BEM, FDM, DEM
Metodi delle situazioni limite Metodi della rigidezza equivalente
Metodo delle impedenze
⎭⎬⎫
⎩⎨⎧
=⎭⎬⎫
⎩⎨⎧
⎥⎦
⎤⎢⎣
⎡+
⎭⎬⎫
⎩⎨⎧
⎥⎦
⎤⎢⎣
⎡+
⎭⎬⎫
⎩⎨⎧
⎥⎦
⎤⎢⎣
⎡ FuKuCuM dyn
...
κ = kdyn + i ω C
• k = impedenza dinamica;
• kdyn = rigidezza dinamica;
• C = smorzamento;
• ω = frequenza dell’azione sollecitante.
IL METODO DELLE IMPEDENZE GAZETAS (1991)
La rigidezza dinamica è data dal prodotto di un coefficiente di rigidezza dinamico k(ω) per la rigidezza statica k.
kdyn = k(ω) · k
Per determinare k(ω) e k occorre rifarsi ad opportune tabelle.
Lo smorzamento C è dato dalla somma di uno smorzamento di tipo radiativo e di uno smorzamento isteretico.
0
_2)()( βωKradiationCtotalC +=
IL METODO DELLE IMPEDENZE GAZETAS (1991)
IL METODO DELLE IMPEDENZE GAZETAS (1991)
Tipi di Cedimento
VERIFICHE ALLO STATO LIMITE DI ESERCIZIO (SLE)
Deve essere verificato che sotto le sollecitazioni di calcolo il terreno sia stabile e non presenti deformazioni permanenti incompatibili con i requisiti di funzionalità della struttura.
wcalc < wamm
wcalc = w0 + wcI + wcII
• w0 = cedimento immediato o distorsionale;
• wcI = cedimento di consolidazione primaria;
• wcII = cedimento di consolidazione secondaria.
I valori delle proprietà meccaniche da adoperare nell’analisi sono quelli caratteristici e i coefficienti parziali sulle azioni e sui parametri di resi-stenza sono sempre unitari.
VERIFICHE ALLO STATO LIMITE DI ESERCIZIO (SLE)
CEDIMENTI IN FONDAZIONE
VERIFICHE ALLO STATO LIMITE DI ESERCIZIO (SLE)
CEDIMENTI IN FONDAZIONE
Il coefficiente di influenza Iw risulta dipendente dal valore del rapporto H/B, dal coefficiente di Poisson ν,nonché dalla forma del carico applicato sul terreno. I valori di tale coefficiente possono essere ricavati dalle tabelle proposte da Giroud(1972).
Il valore del cedimento istantaneo worisulta condizionato dalla scelta delmodulo di elasticità E.
Valori di tale parametro possono essere ricavati da prove di laboratorio e/o attraverso i risultati di prove in situ (su piastra, geosismiche, ecc.).
CEDIMENTI IN FONDAZIONE
CEDIMENTI IN FONDAZIONE
Valori ammissibili dei cedimenti di fondazione
Le Norme Tecniche non forniscono precise indicazioni.
L’EC7 (2003) affronta il problema nell’Allegato H (Limiting values of structural deformation and foundation movement).
ρ = cedimento assoluto δρ = cedimento differenzialeθ = rotazioneα = deformazione angolare
ω = rotazione globale β = rotazione relativa∆ = inflessione∆/L = rapporto di inflessione
A’B’
Valori ammissibili dei cedimenti di fondazione
La trave continua su appoggi elastici
L
∆x
0 100 200 300 400 500
Carico q [kN/m2]
2.5
2
1.5
1
0.5
0
Ced
imen
to
w [
cm]
FONDAZIONI SU PALI
INTERAZIONE SOVRASTRUTTURA – FONDAZIONE - TERRENO
FONDAZIONI SU PALI
INTERAZIONE :
2. ELEMENTO DI COLLEGAMENTO
3. PALI
4. TERRENO
INTERAZIONE LIMITATA A
ELEMENTO DI COLLEGAMENTOPALI - TERRENO
1. SOVRASTRUTTURA
(Ulteriori Fenomeni di Interazione)
METODI DI ANALISI DELLE FONDAZIONI SU PALI
METODI DI CALCOLO SEMPLIFICATI
“Metodo del Palo Equivalente”(Poulos & Davis, 1980; Randolph, 1983;
Horikoshi & Randolph, 1999)
s
n
L DeqEeq
Eterreno
Piastra
Palo equivalente
Gruppo di Pali
D
Epalo
D
sB
B
AgAgAgDeq 13.124===
ππ
( )AgAtpEsEpEsEeq −+=
( )[ ]21 snAg −=
pLnsR= R < 2
METODI DI CALCOLO RIGOROSI
• “(BEM) Boundary Element Methods”(Butterfield & Banerjee, 1971; Kuwabara, 1989; Mendoca & Paiva, 2000).
• “Hybrid Method” (Hain & Lee, 1978; Frankeet al., 1994; Russo, 1996; Ta & Small, 1996; Russo & Viggiani, 1998).
• “Simplified 2D Finite Element and Differential Methods” (Mohamedzein et al., 1999; Horikoshi & Randolph, 1999; Prakoso& Kulhawy, 2001).
• “(FDM) 3D Finite Differential Methods”(Poulos, 2001).
• “3D-dimensional FEM” (Ottaviani, 1975; Chow & Teh, 1991; Katzenbach et al., 2000; De Sanctis, 2001).
Aspetti Generali(Butterfield & Banerjee, 1971)
METODI DI ANALISI DELLE FONDAZIONI SU PALI
METODI DI CALCOLO APPROSSIMATI
• “A strip on springs” (Poulos, 1991).
• “A plate on springs” (Burghignoli, 1983; Chow & The, 1991; Clancy & Randolph, 1993; Poulos, 1994; Russo & Viggiani, 1997; Kim et al., 2001; Gue et al., 2002).
• “Variational approach” (Shen et al., 1997; 2000).
METODI DI CALCOLO SEMPLIFICATI
• “Equivalent Pier Method” (Poulos & Davis, 1980; Randolph, 1983; Horikoshi & Randolph, 1999).
• “Stiffness Equivalent Method” (Randolph, 1994; Poulos, 2000; 2001; 2002).
METODI DI ANALISI DELLE FONDAZIONI SU PALI
Effetti di Interazione Struttura - Terreno(Katzenbach et al., 2000)
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FONDAZIONI SU PALIAZIONI E SITUAZIONI DI PROGETTO
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Sicurezza e prestazioni STATO LIMITE ULTIMO
D.M. 14 Gennaio 2008Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC)
Sicurezza e prestazioni STATO LIMITE ULTIMO
FONDAZIONI SU PALIAZIONI E SITUAZIONI DI PROGETTO
D.M. 14 Gennaio 2008Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC)
Sicurezza e prestazioni STATO LIMITE ULTIMO
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Sicurezza e prestazioni STATO LIMITE ESERCIZIO
La rigidezza della struttura (in particolare, dei pali)modifica l’azione sismica trasmessa all’edificio
Moto al bedrock
Moto
free-field
Interazione sismica terreno-fondazione-struttura
deformata free-field del terreno
deformata del palo
Moto trasmesso all’edificio
Per analizzare in maniera completa la risposta sismica di un sistema palo-terreno è necessario ricorrere a modelli che permettano di considerare:
- fenomeni non-lineari in vicinanza dei pali;
- effetti cinematici conseguenti al moto del
terreno indotto dall’azione sismica;
- frequenza e durata del sisma;
- spessore e proprietà geotecniche degli strati
di terreno attraversati;
- snellezza e condizioni di vincolo in testa;
- ……….
Interazione sismica terreno-struttura (SSSI)
Interazione sismica terreno-fondazione-struttura
Analisi globale dell’intero sistema a 3 componenti
- sovrastruttura; - fondazione;- sottosuolo.
Modelli Dinamici Completi
L
D
Le difficoltà di elaborazione di tali modelli conducono a metodi e approcci di tipo semplificato:
- pseudo-statico; - quasi-statico;- pseudo-dinamico, ecc...
= +
Sovrapposizione degli effetti⇓
Problema completo
Il metodo delle sottostrutture
aff
ar
onde P, S
onde R, L
free-field
ast
macin
Interazione inerziale
ar
onde P, S
onde R, L
ast
sovrastruttura priva di massa
Interazione cinematica
Interazione sismica terreno-fondazione-struttura
Palo e terreno rigido-plastici (Teoria di Broms)
Palo e terreno rigido-plastici (Teoria di Broms)
Moto al bedrock
Moto
free-field
Interazione inerziale terreno-fondazione-struttura
Moto trasmesso all’edificio
Nella struttura si generano azioni inerziali che sollecitano le fondazioni
deformata free-field del terreno
deformata del palo
MODELLAZIONE NUMERICA
Metodo delle curve “p-y”
Interazione inerziale terreno-fondazione
Un’ulteriore semplificazione nella simulazione dell’interazione sismica palo-terreno è possibile sostituendo agli elementi: - terreno- fondazione- struttura
una serie discreta di masse, molle e smorzatori.
INTERAZIONE SISMICA PALO - TERRENO
Onde di taglio Vs
c(z)
y(z)
Palo
Pi , Ei , vi , ßi
Pi , Ei , vi , ßi
k(z)
Terreno
uff(z)
La costante k della molla esprime la rigidezza e l’inerzia del terreno(componente reale), il coefficiente di smorzamento c riflette lo smorzamento geometrico e l’energia dissipata nel terreno per isteresi(componente immaginaria).
Nel momento in cui si vogliono portare in conto anche i fenomenidi non-linearità che avvengono in vicinanza dei pali è spesso necessario ricorrere a teorie approssimate.
Novak & Sheta (1982) El Naggar & Novak (1996)
KNL KL
cNL cL
Kpy
INTERAZIONE SISMICA PALO - TERRENO
Curve dinamiche pCurve dinamiche p--y semplificatey semplificate
(National Cooperative Highway Research Program. NCHRP, 2001)(National Cooperative Highway Research Program. NCHRP, 2001)
-- ppss(z) = (z) = pressione unitaria laterale mobilitata in condizioni statiche; pressione unitaria laterale mobilitata in condizioni statiche; -- ppdd(z)(z) = pressione unitaria laterale mobilitata in condizioni dinamich= pressione unitaria laterale mobilitata in condizioni dinamiche.e.
⎥⎥⎦
⎤
⎢⎢⎣
⎡⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛++=
n
0o
2osd r2
)z(yaa)z(p)z(p ωκβα
INTERAZIONE SISMICA PALO - TERRENO
0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
0,7
0,8
0,9
1
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10Spostamento y (cm)
H /
Hlim
Statico 1 Hz 2 Hz 3 Hz 4 Hz 5 Hz
Statico
1 Hz
2 Hz
3 Hz4Hz
5 Hz
In relazione all’input sismico ed alla natura del terreno, assegnando il valore delle costanti che le definiscono, è possibile generare le curve p-ydinamiche e valutare le sollecitazioni indotte sui pali al variare della frequenza di carico.
Interazione Inerziale
Free-Head Pile
-0.05 0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4 0.45 0.5
Bending Moment (MNm)
20
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
Dep
th (
m)
-0.05 0 0.05 0.1 0.15 0.2 0.25 0.3 0.35 0.4 0.45 0.5
p -y static
2 H z3 H z4 H z5 H z
1 H z1.5 H z
20
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0-1.6 -1.4 -1.2 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4
Bending Moment (MNm)
20
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
Dep
th (
m)
-1.6 -1.4 -1.2 -1 -0.8 -0.6 -0.4 -0.2 0 0.2 0.4
p -y static
2 H z3 H z4 H z5 H z
1 H z1.5 H z
20
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
Fixed-Head Pile
Distribuzione del momento flettente lungo il palo
Terremoto Loma Prieta (1989)
Terremoto Niigata (1964)
INTERAZIONE CINEMATICA
Interazione sismica terreno-fondazione-struttura
Possibili modi di collasso di fondazioni su pali soggette ad azione sismica
Possibili modi di collasso di fondazioni su pali soggette ad azione sismica
forze cinematiche derivanti dalla deformazione del terreno
circostante in seguito al passaggio delle onde sismiche
INTERAZIONE CINEMATICA
onde SH
Stratosoffice
Stratorigido
Le notevoli profondità in corrispondenza delle quali si sono
osservati danni nei pali di fondazione a seguito di azioni sismiche, portano ad escludere
l’effetto dell’interazione inerziale.
Momenti flettenti elevati si possono generare in corrispondenza di forti discontinuità meccaniche (contrasti
di rigidezza) dei terreni lungo il fusto del palo (anche in assenza di
sovrastruttura)
INTERAZIONE SISMICA TERRENO-STRUTTURA (SSSI)
Valutazione dell’interazione cinematica
ar
onde P, S
onde R, L
ast
sovrastruttura priva di massa
Interazione cinematica
Si determinano:
• Le modifiche dell’azione sismica al piano di fondazione (input fase successiva)
• L’aliquota cinematica delle sollecitazioni nei pali
Le NTC prescrivono che “è opportuno che i momenti flettenti
dovuti all’ interazione cinematica siano valutati…”
• per le costruzioni di classe d’uso III e IV
• per sottosuoli di tipo D o peggiori (S1, S2)
• in siti a sismicità media o alta (ag > 0.25g)
• in presenza di elevati contrasti di rigidezza fra strati contigui di terreno
Le NTC prescrivono che:
Nei casi in cui gli effetti dell’interazione cinematica terreno-struttura siano considerati rilevanti, sui pali deve essere assunta la condizione di sollecitazione più sfavorevole estesa a tutta la lunghezza del palo.
Metodi di analisi per lo studio dell’interazione cinematica
Metodi semplificati: il palo segue il moto di free-field del terreno. Solo per sottosuoli omogenei (Margason, 1977; NEHRP, 1997).
Modelli alla Winkler (BDWF): l’interazione palo-terreno èschematizzata con un sistema di molle (lineari oppure non lineari) e smorzatori distribuiti lungo il fusto del palo (Flores-Berrones & Whitman, 1982; Kavvadas & Gazetas, 1993; Dobry & O’Rourke, 1983; Nikolaou et al., 2001).
Approcci al continuo con tecniche FEM o BEM (Kimura e Zeng, 2000; Kimura et al., 2000; Zeng e Kimura 2002; Wu e Finn, 1997; Bentley & El Naggar, 2000; Finn e Fujita, 2002).
INTERAZIONE SISMICA TERRENO-STRUTTURA (SSSI)
Interazione cinematica
Norme NEHRP (1997)
Valida per sottosuolo omogeneo
2),(),(
spp V
tzaIEtzM =
discontinuità meccaniche → picco del momento flettente
PALO SOSPESO:
MMAX è dove c’è maggiore differenza di proprietà meccaniche del terreno
PALO VINCOLATO AL BEDROCK:
MMAX sembra sempre inferiore a quello osservato in testa in caso di terreno omogeneo
INTERAZIONE CINEMATICA
Onde di taglio Vs
c(z)
Y(z)
Uff(z)
Palo
Pi, Ei, vi, ßi
Pi, Ei, vi, ßi
k(z)
INTERAZIONE CINEMATICA
Terreno
Analisi Numeriche Dinamiche (BDWF)
ZONA I (agR=0.35g) - soil type DVs1=100 m/s; Vs2=400 m/s
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
0 200 400 600 800 1000M kin (KN*m)
z (m
)
A-AAL018
A-STU000
A-STU270
ATMZ000
ATMZ270
B-BCT000
B-BCT090
C-NCB000
C-NCB090
E-AAL108
E-NCB000
E-NCB090
J-BCT000
J-BCT090
R-NC2000
R-NC2090
R-NCB090
TRT000
Yielding moment
Nikolaou et al. 2001 (aff=0.35g*1.35)
Dobry&O'Rourke (aff=0.35g*1.35)
Dobry&O'Rourke * rd (aff=0.35g*1.35)
8 φ
16
12 φ
24
12 φ
30
Analisi Numeriche Dinamiche (BDWF)
)z(p|)z(y)z(y|
)z(E1
)]z(y)z(y[)z(p
lim
sp
si
sp
−+
−=
Relazione p-y alla “Kondner” (1963):
Esi = modulo di reazioneorizzontale iniziale;
plim = resistenza orizzontalelimite;
ys = spostamento palo;
yp = spostamento terreno.
INTERAZIONE CINEMATICA – PALO SINGOLO
Profilo degli spostamenti ottenuto dalla risposta di terreno libero
Interazione cinematica e inerziale
EFFETTI COMBINATI
a)forze inerziali, trasmesse dalla sovrastruttura.
b)forze cinematiche, derivanti dalla deformazione del terreno circostante in seguito al passaggio delle onde sismiche.
Maugeri M., Castelli F. (2007): “Seismic retrofitting of the piled foundation of a reinforced concrete building”.
Proceedings 2nd Greece-Japan Workshop on Seismic Design, Observation and Retrofit of Foundations, Shinjuku-ku, Tokyo, April 3-4, 2007, pp.320-334)
Ultima versione profondamente modificata rispetto a quella iniziale.
Definiti gli Approcci Progettuali.
Importante spazio alla Geotecnica.
Mantenuti i Coefficienti di Sicurezza Globale.
Progettazione Geotecnica in zona sismica: mantenuto il Metodo Pseudo-statico.
Formato sostanzialmente analogo a quello degli EUROCODICI (stessi criteri di verifica).
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE