Impero bizantino

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Giustiniano e il progetto di rinascita imperiale

Giustiniano salì al trono nel 527, alla morte di Giustino, e subito cominciò ad attuare il suo progetto di rinascita dell'Impero.

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L’apogeo dell’Impero Romano d’Oriente

Giustiniano avviò imponenti lavori edilizi, per dare corpo alla prossima e rinata grandezza della Nuova Roma (come era chiamata Costantinopoli): emblematica fu la costruzione della gigantesca basilica di Santa Sofia, sintesi dell'ideologia di Giustiniano, che la volle per testimoniare la grandiosità romana e il carattere cattolico dell'Impero.

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Santa Sofìa di Costantinopoli, veduta assonometrica e pianta:

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1. atrio distrutto2. nartece

esterno3. nartece

interno4. area centrale a

pianta ovale5. navata6. abside7. battistero8. esedra.

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Due vedute dell'interno di Santa Sofia. Per ricostruire la basilica, sulla precedente fondata da Costantino, Giustiniano sostenne spese colossali affinché fossero scelti in tutti i paesi dell'Impero i materiali migliori.

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RESTAVRATIO IMPERII

La politica estera di Giustiniano si rivolse su più fronti con azioni di guerra:– contro i Persiani (531-533) per difendere il confine

dell'Eufrate;– contro i Vandali (533-535) a seguito di cui, grazie

ai successi del generale greco Belisario, annesse l'Africa romana a Costantinopoli

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Prolegomeni della Guerra greco-gotica

L’impresa di Belisario fu agevolata in modo determinante da Amalasunta, la quale mutò l'indirizzo politico degli ultimi anni del

regno di Teodorico restituendo potere alla classe dirigente latina.Giustiniano aveva opportunamente alimentato l’aspettativa di Amalasunta di costituire un regno ostrogoto riconosciuto dall’Impero. Sfruttando dunque il fatto che Amalasunta era invisa alle schiere estremiste ostrogote, la fece uccidere da un agente da Costantinopoli e fece ricadere la colpa sul partito estremista ostrogoto.Denunciò addirittura il fatto come la prova che gli Ostrogoti, eliminando la loro principessa

filoimperiale, rinnegavano l'Impero e meritavano dunque la guerra.

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La prima fase della Guerra greco-gotica

Belisario sbarcò in Sicilia nel 535 e, avanzando alla testa delle truppe imperiali, conquistò nel 536 Napoli, nel 539 Roma e nel 540 Ravenna catturando re Vitige succeduto a Teodato, ucciso dagli stessi goti.L’audace condottiero Baduila, detto Totila (l’immortale), divenuto re, ricostituì l'esercito facendo arruolando gli schiavi a cui promise la libertà: in migliaia gli risposero. Totila così lanciò una travolgente controffensiva: tra il 541 e il 546 sconfisse ripetutamente Belisario e riconquistò praticamente l’intera penisola.

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La seconda fase della Guerra greco-gotica

Con uno sforzo finanziario senza precedenti, Giustiniano preparò un enorme esercito, che affidò al comando del greco Narsete, il quale, per via di terra, raggiunse l'Italia nel 551.Nella decisiva battaglia di Gualdo Tadino, in Umbria (552), Totila fu sopraffatto e ucciso da un esercito ottimamente armato, che contava il doppio dei suoi uomini. Annientate le ultime resistenze, nel 553 la guerra si concluse con l'estinzione degli Ostrogoti e la piena riconquista dell'Italia a Costantinopoli.

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Le conseguenze della guerre 1/2

Il costo di questo ciclo di guerre contro i Vandali e gli Ostrogoti (oltre a quella contro i Visigoti in Ispania, affidata al generale Liberio) fu enorme e dissanguò l'erario di Costantinopoli. Perciò Giustiniano emanò nel 555 un editto, la cosiddetta «Prammatica Sanzione» (cioè disposizioni esecutive che dovevano regolare le situazioni pratiche) valida per l’Italia.Con essa furono annullati tutti gli atti che erano stati stipulati sotto il governo di Totila (definito «nefandissimo» in quanto liberatore degli schiavi), e furono introdotti pesantissimi tributi fiscali a carico di una popolazione ormai stremata dalla guerra e decimata dalle epidemie di peste.

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Le conseguenze della guerre 2/2

La sognata restaurazione imperiale di Giustiniano si venne così a svuotare di ogni significato reale.L'Italia, la Spagna e l'Africa settentrionale si ridussero a regioni spopolate e prive di commerci, tanto da essere, alla fine, più un peso che un vantaggio per il potere imperiale di Costantinopoli: questo doveva infatti accollarsi i costi dei presìdi militari che mantenevano quelle regioni sotto il suo controllo. Inoltre, con il passare del tempo, le crescenti difficoltà finanziarie di Costantinopoli costrinsero a ridurre al minimo le forze militari insediate nei territori dell'Occidente. Tali territori, appena conquistati erano già pronti per essere perduti nuovamente.

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L’impero bizantino prima di Giustiniano

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L’impero bizantino alla morte di Giustiniano

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POSIZIONE GEOGRAFICA MARGINALE RISPETTO AI FLUSSI MIGRATORI DEL NORD EUROPA

ESERCITO SOGGETTO ALL’AUTORITÀ IMPERIALE POTERE ASSOLUTO E

CENTRALIZZATO DELL’IMPERATORE

LIMITAZIONE DELLE SPESE MILITARI DESTINATE ALLA PROTEZIONE DALL’ESTERNO

PROSPERITÀ DLLE ATTIVITÀ ECONOMICHE CITTADINE, RURALI E

DEI COMMERCIENORMI DISPONIBILITÀ FINANZIARIE

NELLE CASSE DELLO STATO

NOTEVOLI VOLUMI DI SCAMBI CON L’ESTERO

VICINANZA CON L’ORIENTEOMOGENEITÀ CULTURALE E TERRITORIALE

STRATEGIA DI CONTENIMENTO DELLE INVASIONI BASATA SU

TRIBUTI E RISCATTI

CESAROPAPISMO

CHIESA SOGGETTA ALL’AUTORITÀ IMPERIALE

INVASIONI BARBARICHE DI ENTITÀ MODESTA

L’IMPERO ROMANO DI COSTANTINOPOLI NEL VI SECOLO

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Corpus iuris civilis (533-534) 1/3

Nella cultura dell'epoca «restaurare l'Impero» significava restaurare la «legge», cioè lo ius civilis, nel quale l'Impero consisteva. Sennonché, nel corso dei secoli, sì erano andati sovrapponendo gli editti imperiali, i pareri dei giuristi e altre opere della giurisprudenza concepite in epoche storiche diverse, con disposizioni contraddittorie e sovente non più attuali. Giustiniano, allora, insediò un collegio presieduto da Triboniano, il più famoso dei giuristi, con il compito di riordinare l'intero sistema dello ius civilis, al fine di renderlo coerente e applicabile nella sua interezza.

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Corpus iuris civilis (533-534) 2/3

– Digesto (dal verbo digèrere «compilare»):cinquanta libri ordinati per materia (matrimonio, proprietà, contratti ecc.) e cinque secoli di pareri dei giuristi, selezionati in base alla loro utilizzabilità e conformità alle regole del diritto allora vigente

– Istituzioni: un manuale di quattro libri da usare nelle scuole per l'insegnamento del diritto.

– Codice: dodici libri in cui erano raccolti tutti gli editti degli imperatori che dovevano ritenersi ancora in vigore

– Novelle o «nuove Costituzioni», vale a dire la raccolta delle Costituzioni emanate da Giustiniano dopo il 534

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Corpus iuris civilis (533-534) 3/3

Il Corpus iuris civilis ha dato al diritto romano una completezza e una sistematicità tale da farlo diventare nel corso dei secoli il punto di riferimento costante della cultura giuridica.Nell'Europa medioevale il riferimento al Corpus iuris civilis servì agli imperatori della casa di Svevia per legittimare un accentramento del potere politico che superasse la dispersione delle immunità feudali.Nell'Europa moderna la borghesia in ascesa trovò nel Corpus iuris civilis una nozione di proprietà, intesa come diritto esclusivo di qualsiasi uso del bene posseduto, più rispondente ai suoi interessi di quella medioevale. Per questo motivo tutti i moderni codici civili, a cominciare dal Codice di Napoleone del 1803, si basano su nozioni giuridiche derivate dalla codificazione giustinianea.