IL TEVERE E ROMA STORIE, ECONOMIE, PAESAGGI DEL...

6
IL TEVERE E ROMA STORIE, ECONOMIE, PAESAGGI DEL FIUME NEL TEMPO LUNGO , Anna Laura Palazzo

Transcript of IL TEVERE E ROMA STORIE, ECONOMIE, PAESAGGI DEL...

IL TEVERE E ROMA STORIE, ECONOMIE, PAESAGGI DEL FIUME NEL TEMPO LUNGO

,    Anna Laura Palazzo

TEMATICHE IL TEVERE E ROMA • Il trasporto fluviale di derrate alimentari avveniva storicamente tra Ponte Felice (Civita Castellana), estremo superiore della navigabilità del Tevere, e il Porto di Ripetta, dove erano convogliate le merci prima di essere distribuite sui mercati cittadini. VIVERI E MERCI, NAVIGABILITA’, APPROVVIGIONAMENTO URBANO • I servizi di traino delle barche a mezzo di buoi facevano spola con la Capitale da un vasto entroterra organizzato come suo “contado lineare” provvisto di approdi sul fiume per il carico di generi di prima necessità (legna da ardere, grano, derrate alimentari), ma anche di vino e di olio proveniente dalla Sabina. PAESAGGI DI IERI, PAESAGGI DI OGGI. IL CIBO E’ TERRITORIO • Lo studio di paesaggi, culture materiali ed economie legate a particolari produzioni nel tempo lungo si concentra in particolare sui territori della Sabina, in riva sinistra del Tevere, dove si conservano pattern agrari di grande stabilità e pregio, tradizionalmente vocati all’olivicoltura. Questa coltivazione, attività di eccellenza nel Lazio documentata con continuità dall'epoca romana, riveste un ruolo di importanza primaria (F. Braudel, E. Sereni) per la sua tradizionale identificazione con il paesaggio collinare, ieri in coltura promiscua ed oggi in coltura specializzata, e per il radicamento a un comune sentire e a valori riconosciuti imprescindibili: si pensi alla dieta mediterranea, prima pratica alimentare al mondo ad essere iscritta nella prestigiosa lista del patrimonio immateriale dell’umanità. Una identificazione, questa tra cibo e territorio, che persiste pur nella grande varietà di cultivar, di tipologie di impianto e di assetto, e nella caratterizzazione delle filiere produttive e degli sbocchi sul mercato.

LUOGHI. IL “CONTADO LINEARE”

LE CONNESSIONI DEI TERRITORI FORNITORI DI MERCI CON IL «CONTADO LINEARE»

Il trasporto di legna, fascine, carbone, vino, grano e biada, calce, legname da costruzione, qualifica il territorio interessato come una sorta di corridoio a servizio esclusivo della Capitale, alimentato da un “contado lineare”, entroterra più o meno immediato dei diversi scali e approdi, e da due vie commerciali di lunga percorrenza, la Flaminia e la Salaria. Le specializzazioni degli approdi (1827) Fiano, Ponzano e Gavignano convogliano il grano da alcuni centri di produzione agricola della Sabina e della Comarca. Il grano “per via di fiume” proviene anche dalle lontane province della Marca imbarcandosi a Ponte Felice. BIBLIOGRAFIA: O. Aristone, A.L. Palazzo, Roma e il suo contado lineare. L’approvvigionamento urbano attraverso il Tevere nel primo trentennio dell’Ottocento, in G. Alfani, M. Di Tullio, L. Mocarelli (a cura di), Storia economia e ambiente italiano (ca. 1400-1850), Milano, Franco Angeli, pp. 346-362.

PAESAGGI DI IERI, PAESAGGI DI OGGI

• Laddove in un arco plurisecolare diverse storie e geografie hanno ridisegnato le modalità di impianto e coltivazione dell’olivo affidate a sintassi sempre nuove, i portati della meccanizzazione e il dettato della produttività tendono oggi a omologare sia i modelli comportamentali degli agricoltori professionisti che dei coltivatori della domenica. In effetti, nelle aree a produzione intensiva si assiste alla rarefazione degli elementi del paesaggio rurale tradizionale e a una semplificazione degli ordinamenti colturali. Nelle aree più a ridosso della Capitale, l’ombra lunga della espansione mette a repentaglio le attività agricole meno redditizie, e determina i frazionamenti proprietari tipici degli ‘ex-urbia’ con frammistioni tra usi del suolo e incorporazioni nei nuovi ‘giardini’ e spazi del loisir degli olivi come piante ornamentali.

CRITICITA’ • Nonostante l’elevata qualità del prodotto, la penetrazione sui mercati nazionali ed esteri rimane difficoltosa e scarsamente praticabile, in relazione ad alcune criticità strutturali, prima tra tutte la concorrenza di produttori provenienti da altre nazioni. • Su un piano eminentemente territoriale, questa marginalità, enfatizzata dalla scarsa elasticità di risposta sul mercato tipica delle coltivazioni legnose, costituisce un orizzonte problematico e rimarca la questione di una costanza di presidio umano come essenziale fattore di tenuta dei paesaggi nella lunga durata. • Da diversi anni, programmi di iniziativa comunitaria come ad esempio il PIC Leader + Sabina, hanno teso ad affrontare il problema di innalzare al contempo qualità e redditività dell’olio, a fronte di una forte frammentazione proprietaria, di un generale invecchiamento dei conduttori, di un certo dilettantismo nella pratica di coltivazione. Il nuovo PSR affronta questa serie di criticità - questioni di accorpamento fondiario, di ricambio generazionale, di forme cooperative di conduzione, di accesso al credito, di sbocchi sul mercato, di multifunzionalità – in una logica di filiera in grado di accompagnare percorsi di sviluppo. PROSPETTIVE • Compito delle politiche territoriali è affiancare questo strumento di settore con programmi volti a garantire il contenimento del consumo di suolo, preservando il valore ambientale, culturale ed economico degli ambiti rurali, indagando più a fondo le razionalità delle nuove forme dell’abitare periurbano non solamente ed esclusivamente in termini di produzione agricola, ma anche di fruizione di servizi rurali e di spazi per la residenza, soprattutto nelle aree a maggiore pressione antropica.

CATASTO GREGORIANO, MAPPA 126, COMARCA DI ROMA, GOVERNO DI NAZZANO, COMUNE DI S. ORESTE, SEZ. IV DI S. ORESTE, 1819.

S in da l Set tecento sono documenta t i provvedimenti che incentivano la piantumazione a scopi produttivi, in particolare dell’ulivo, che affiancano le norme relative alla tenuta dei manti boschivi. Nell’ambito delle polit iche di liberalizzazione sulla circolazione interna delle merci ed esenzione dai dazi all’interno dello Stato, sulla libertà di estrazione senza pagamento del dazio, “parve […] anche a Pio VI che la libertà del commercio avrebbe incoraggita l’industria, e favorita la moltiplicazione di questi generi, tanto più che per accrescere gli oliveti si era già stabilita una gratificazione a coloro che ne avessero ne’ propri terreni fatta di nuovo la coltivazione di un paolo per ogni pianta, per cui si incoraggirono gli Agricoltori con tal premio essendo giunti fino al numero di 200 mila”. Un Motu-proprio di Pio VII dell’11 Marzo 1801, accorda su tutto lo Stato Pontificio una “gratificazione a chiunque farà una piantagione di olivi”, e un Motu-proprio del 15 settembre 1802, introduce un premio di un mezzo paolo “per la piantagione nei Latifondi di tutti quegli altri alberi, come Olmi, Pioppi, Querce, Oppj, e simili, atti a sostenere le viti”. Questa politica prosegue il suo corso con Pio VIII, che nel 1830 promette il premio di un paolo, pari al salario giornaliero di un bracciante, a chi impianta e coltiva per 18 mesi una pianta di olivo. Bibliografia: N.M. Nicolai 1803, Memorie, leggi e osservazioni sulla Campagna e sull’Annona di Roma, Stamperia Paglierini, Roma.

 

GEOGRAFIE ED ECONOMIE. PAESAGGI DI IERI PAESAGGI DI OGGI

Catasto Gregoriano, mappa 89, sez. prima, Comarca di Roma, Governo di Nazzano, Comunità di Ponzano, 1819, con indicato il porto  

PAESAGGI DI IERI

Il Tevere presso Ponzano oggi, e il paesaggio delle colture specialistiche

PAESAGGI DI OGGI