Il Tempo e la nostra storia

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NUMERO SPECIALE - Supplemento del Giornale IL PONTE, della Parrocchia “Madonna Stella Maris”, Arbatax

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IL SALUTO DEL VESCOVOMons. Antioco Piseddupagina 55

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Don Giorgio Piero Cabras

“IN PUNTA DI PIEDI”del Direttore Maurizio Melis

pagina 34

Amo scorrere l’archivio parrocchiale e immerger-mi tra carte e documenti e restare affascinato dalle storie che incontro, dai nomi, dagli eventi.

L’attenzione viene sempre catturata da qualcosa di nuo-vo e spesso - lo confido - quando ai nomi si associano i volti, scaturisce anche la preghiera.E’ in una di queste incursioni di archivio che mi sono im-battuto su un foglio singolo ingiallito dal tempo, carico di timbri e ricco di firme. L’Incipit è ufficiale: Presiden-za della Repubblica Italiana, firmato: Giovanni Leone, Presidente della Repubblica e On. Rumor, Ministro degli Interni e altre firme. Sono sorpreso: mi trovo davanti al documento originale della dichiarazione di riconosci-mento pubblico della Parrocchia Madonna Stella Maris da parte del Ministero degli Interni della Repubblica Italiana. In questo documento firmato 31 marzo 1972 è riportata anche una altra data, per noi importantis-sima, perché segnala l’Istituzione ufficiale da parte del

Vescovo Mons. Basoli della nostra Parrocchia: 1 ot-tobre 1966, festa di Santa Teresina del Bambin Gesù. Una data ricorda sempre il tempo che passa, il senso della storia e il ruolo della memoria. Faccio allora un calcolo veloce e considero che sono passati ormai 40 anni dal giorno in cui Mons. Lorenzo Basoli firmava il decreto di Istituzione della Parrocchia dando an-che il nome “Madonna Stella Maris”.La nuova realtà ecclesiale prendeva così il nome dal-la Chiesa che da circa 20 anni prima aveva incomin-ciato ad accogliere fedeli e vedeva amministrare i primi sacramenti.La Chiesa di Stella Maris, infatti, prendeva forma nei primi anni dopoguerra e nel giro di qualche anno poteva essere inaugurata. Si pre-sentava più accogliente e ampia rispetto all’ antica chiesetta della “Vergine di Adamo” che fino a quel momento rappresentava l’unico luogo sacro adatto per le celebrazioni.

NUMERO SPECIALE - Supplemento del Giornale IL PONTE, della Parrocchia “Madonna Stella Maris”, Arbatax. ANNO XIII - Aprile 2008Via Sulki, 1/A 08041 ARBATAX (OG) ∙ Tel. 0782 667651 - 0782 667233 - Fax 0782 664408 - Cell. 335 6305261 - [email protected]

Page 2: Il Tempo e la nostra storia

La Chiesa di Stella Maris, infatti, prendeva forma nei primi anni dopoguerra e nel giro di qualche anno po-teva essere inaugurata. Si presentava più accogliente e ampia rispetto all’ antica chiesetta della “Vergine di Adamo” che fino a quel momento rappresentava l’unico luogo sacro adatto per le celebrazioni. La piccola comu axina poteva finalmente contare su un dignitoso edificio di culto. Il campanile in pietra granito iniziava a diven-tare un segno inconfondibile della Chiesa e anche un aiuto importante per l’orientamento e la preghiera dei pescatori. «Non si prende il largo senza una preghiera alla Madonna Stella del Mare. Non si rientra in porto a conclusione del duro lavoro senza un saluto alla Mamma del cielo» mi confidava un vecchio pesca-tore! Ma gli anni passano e la piccola comunità diventa sempre più grande. Nuove e numerose famiglie bussano alla porta di questo meraviglioso territorio; il paese si anima di bambini e adulti, si costruiscono fabbriche, case, scuole,

servizi, strade. La comunità parrocchiale viene affi-data, dopo l’esperienza entusiastica e straordinaria del primo “infaticabile” Parroco don Paolo Loi, ai religiosi francescani “minori conventuali” per de-cisione di Mons. Salvatore Delogu.Anche i frati francescani lasceranno in questa terra un ricordo indelebile e la popolazione sarà loro grata per sempre. (All’interno del giornale

apportiamo anche l’elenco esatto dei parroci e dei coadiutori). Fervono le attività di catechesi, liturgia e

carità. La parrocchia continua a crescere e ad acqui-sire una fisionomia sempre più viva e bella. Passano gli anni, si avvicendano i parroci, la popolazione cresce sempre di più. Si rende presto urgente la costruzione di una nuova Chiesa. I parroci e i fedeli iniziano a “muo-versi”: si rende necessario individuare un terreno adat-to alla costruzione e cercare i finanziamenti necessari. Il percorso è lungo e ricco di ostacoli. I contatti tra la comunità francescana e il Vescovo, tra la popolazione e i sindaci si infittiscono. Passano gli anni e alla fine viene trovata, con la soddisfazione di tutti, la soluzione.Si iniziano i lavori di progettazione e raccolta di fondi e finanziamenti. L’architetto Massimo Pisu, incaricato dello studio del progetto, vede approvato dal Vescovo e dalle autorità competenti il suo lavoro. A questo pun-to è possibile prepararsi con una solenne cerimonia alla posa della prima pietra: è il 2 luglio 1994. Il luogo scelto è denominato “Is Covargius” ed è ubicato in zona centrale rispetto all’ampio territorio della Parroc-chia. Il Vescovo Mons. Antioco Piseddu - subentrato a Mons. Delogu nel 1981 - attorniato da vari sacerdoti

e numerosi fedeli pone “la prima pietra” dell’erigendo complesso parrocchiale in una caratteristica e sentita cerimonia.Passeranno due anni fitti di cantiere e di lavoro. Si ar-riva al momento tanto atteso della Inaugurazione: è l’8 giugno 1997. Davanti alle autorità civili e militari e ad una folla enorme di fedeli il Vescovo Mons. Piseddu dopo aver consegnato le chiavi della nuova Chiesa al parroco Don Giorgio Cabras, può inaugurare il nuovo complesso parrocchiale con la solenne Benedizione e la Celebrazione Eucaristica. La nuova chiesa intitolata a

“San Giorgio Vescovo di Suelli” già Pa-trono secondario della Diocesi di Ogli-astra inizia così ad essere Tempio vivo. Ma è necessario procedere anche alla Consacrazione della Chiesa! Si pensa di farla all’interno dell’anno Pastorale spe-ciale dedicato alla Liturgia. Fervono al-lora i preparativi: il 23 maggio del 2005 - in una suggestiva e indimenticabile cerimonia - la Chiesa viene consacrata!

All’interno dell’altare il Vescovo colloca le reliquie di tre santi! E’ il rito di consacrazione che lo chiede: le reliquie di Sant’Ignazio da Laconi, di San Luigi Gon-zaga, di San Giovanni Bosco vengono inserite con gesti solenni. La fede e la preghiera scaturiscono nel canto di lode e di ringraziamento.La gioia di poter avere un edificio di culto ampio che richiama al senso della bellezza e dell’accoglienza è grande. La vita della parrocchia e di questo popolo di Dio che è in Arbatax continua.Il resto è cronaca di questi giorni. Sono così passati 10 anni dall’Inaugurazione della Chiesa di San Giorgio, 40 anni dall’Istituzione della Parrocchia e 60 anni dalla costruzione della Chiesa di Stella Maris. Non si voleva far passare questo speciale “Anniversario” senza far nascere una iniziativa di Memoria e ricordo della vita e delle persone. Il Giornale che avete tra le mani nasce da questa esigenza e si propone con modestia e umiltà. E’ un piccolo segno, spero gradito, creato dall’impegno e dalla fantasia di ragazzi e giovani figli di questa chiesa, allo scopo di rivivere insieme il cammino fatto. Auspichi-amo che la sua lettura faccia crescere la lode a Dio per i doni ricevuti e la gratitudine per avere incontrato in questi anni sacerdoti e fedeli compagni di viaggio che hanno condiviso con noi la gioia di essere cris-tiani e la fatica di testimoniarlo. Un piccolo mezzo, questo giornale, che può aiutarci a crescere anche come fami-glia e comunità. Ringrazio quanti hanno incoraggiato questa iniziativa contribuendo con consigli e sponsor alla sua realizzazione.

DON GIORGIO CABRAS - PARROCO

« Cresce l’affezione per questa Comunità e questa terra »

Un Giornale nato dalla fantasia e dall’impegno dei giovani

Don Renzo Matta, originariodella Diocesi di Ales,ospite della Diocesi di Lanusei,Capellano della Cartieracelebra nella chiesa diStella Maris

in alto, Padre Clemente Simula2° parroco ad Arbatax

da destra: Don Paolo Loicelebra la S. Messa pressola Chiesetta del Villaggio della Cartiera (1973).

Padre Arcangelo Atzei, 1° parroco della Comunità dei Frati Minori. (Festa di 1° Comunione, chiesetta Villaggio 1975)

l’Editoriale continua dalla Prima Pagina

« Non si prende il largo senza una preghieraalla Madonna Stella del Mare»

2 3

È bello raccogliere

il passato, fissarlo in alcuni

avvenimenti e consegnarlo

ai più giovani. Ricordare è un dovere. Siamo come dei

viandanti che fanno un lungo cammino e finalmente

stanchi, si fermano sul ciglio della strada

e pensano al cammino percorso.

LA CONSACRAZIONE

all’interno dell’Altareil Vescovo colloca

le Reliquie di tre Santi Sant’ Ignazio da Laconi

San Luigi GonzagaSan Giovanni Bosco

Page 3: Il Tempo e la nostra storia

La Parrocchia

La Parrocchia è la Comunità eucaristica e il cuore della vita liturgica delle famiglie cristiane; è un luogo privilegiato della Catechesi dei figli e dei genitori.

“Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2226“

in alto: il coro di Stella Maris

insieme a Padre Mariano Asunis

Lidia Lenzi Maddalena Fara Consolata Longoni

la S.ra Adelina Aversano

la S.ra Silvia Aversano

L e sorelle Silvia e Adelina Aversano, rispettivamente nate nel 1916 e

1924, ricordano i primi momenti della storia della Chiesa e della Fes-

ta. Arrivarono da Ponza nel 1932 quando avevano, la prima, 16 e la

seconda 8 anni. Dai loro ricordi emerge che le Chiesa dedicate alla Madonna

venivano solitamente edificate dove la Madonna faceva miracoli. Così, ci as-

sicurano, anche ad Arbatax si ricorda un fatto eccezionale: la guarigione di

una bambino cieco. Infatti, durante una processione in onore della Madonna,

un bambino riacquistò la vista. Da allora si decise di costruire la Chiesa da

dedicare alla Madonna e, con essa, realizzare una festa in suo onore.

La festa inizialmente si svolgeva a Giugno. «Veniva organizzata dai pescatori

che dedicavano una intera giornata di pesca per il finanziamento.

Era una cosa nuova per il piccolo paese, durava una intera giornata e si

svolgeva negli spazi del porto. Dall’inizio si è fatta la “processione in mare”

e in queste prime occasione iniziò anche la tradizione delle sagre di pesce.

Il paese per l’occasione si trasformava: fiori, lampadine, archi ornati a festa

rendevano bene l’eccezionalità dell’avvenimento. E tutto in onore della Ma-

donna! Nelle famiglie in quel giorno si mangiavano gli gnocchi di patate e il

pescato del giorno prima». «Era una festa sincera» dicono le due anziane

signore e «per l’occasione giungevano persone da tutta l’Ogliastra».

Alla fine della giornata, ricordano, venivano assegnate le coppe ai pescatori

che avevano partecipato alla realizzazione della Festa.

Prima di salutarci le due simpatiche signore ci mostrano alcune foto dei primi

anni della festa e noi ringraziamo per la loro disponibilità e per essere riuscite

a farci “sperimentare” – con i loro ricordi - le emozioni dei primi anni della

festa della Madonna Stella Maris.

Sig. Girolamo Silverio Calisi,

tra i più anziani di Arbatax,

originario di Ponza.

Una vita dedicata alla

famiglia e al lavoro e a fare

tanto del bene alla gente.

« S ono nata nel 1927 a Sassari, e a 16 anni

sono arrivata ad Arbatax.

Allora aveva 700 abitanti. Qualche anno dopo iniziarono

i lavori per costruire la Chiesa di Stella Maris, nel 1947.

I lavori erano diretti dalla Ditta Vigna e terminarono tre anni

dopo nel 1950.Alla costruzione della Chiesa parteciparono

come scalpellini alcuni uomini di Arbatax, tra cui mio padre

Giuseppe Fara, Domenico Murru, il signor Cireddu, Domenico

Misiano (della Maddalena) e il continentale Signor Del Chiappo.

Le pietre utilizzate per la realizzazione della Chiesa venivano

tagliate dagli scalpellini in Batteria e in Cava. La Chiesa e il

campanile furono costruite contemporaneamente e il primo

campanaro fu Giovanni Cau. Il fondatore della Festa fu

il sacerdote Padre Melis e il primo anno fu festeggiata a San

Gemiliano con il carrettino trainato da un asinello. Fin dall’inizio

la Festa prevedeva la processione in mare che veniva chiamata

“sampa” e alla Festa partecipavano persone provenienti da gran

parte dell’Ogliastra ».

La Testimonianza della S.ra Maddalena Fara

il Miracolodel bambino cieco

I primi anni di vitadella Chiesa di Stella Maris

Dai ricordi di Silvia e Adelina Aversano

Le origini della Festa di Stella Maris

la Stella del MareMARIA DI NAZARETH

2 3

A CURA DIALESSANDRA VITIELLO, GIUSEPPE CAPPAI, GABRIELE PISU

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Breve Biografia di Mons. Basoli

N acque ad Ozieri il 10 dicembre 1895.Studiò nei seminari di Ozieri e di Sassari dove conseguì la laurea in teologia. Ordinato sacer-

dote il 15 agosto 1918, fu assistente diocesano dell’Azione Cattolica e parroco a Padru e a Ozieri.Fu consacrato vescovo il 27 dicembre 1936, e prese pos-sesso della diocesi il 21 marzo 1937. Esplicò una grande attività sia sotto l’aspetto della formazione spirituale delle anime che della promozione umana.Tra le sue molte realizzazioni ricordiamo l’Istituto Ma-gistrale “Maria Immacolata” legalmente ricono sciuto con annesso convitto; l’orfanotrofio maschile “San Gi-useppe”, attualmente la casa ristrutturata è gestita come cen tro di spiritualità e assistenza agli anziani dalle Suore di Cristo Re; la colonia “Madonna di Ogliastra” di Arbatax; l’avvio delle at- tività formative giovanili nel centro di Bau Mela ot- tenuto dalla S.E.S.; la fondazione, con Agos- tina Demuro, dell’Istituto secolare di diritto dioc- esano “Opera Cuore Im-macolato di Maria”; la casa di accoglienza per anziani ed hand- icappati di Barisardo; il completa- mento del seminario di

Lanusei inaugurato il 1954, durante le cele-

barzioni del Con-gresso Eucaristico

Mariano.

Mons. Lorenzo BasoliVESCOVO D’OGLIASTRA

(1937 - 1970)

La Parrocchia è istituita con Decreto vescovile il 1 Ottobre 1966 e ha come 1° amministratore (pochi mesi)Don Italo Murru e i sacerdoti della Parrocchia di Sant’Andrea in Tortolì. Dai primi mesi del 1967 amministra la parrocchia Don Mario Mereu sino all’ottobre del 1972.Dal 1 ottobre 1972 al 10 Ottobre 1974: il primo parroco con nomina è Don Paolo Loi,del clero diocesano. Poi la Parrocchia fu affidataai Frati Minori, dopo la convenzione tra Diocesi di Ogliastrae il Ministro Provinciale dei Frati Minori della Sardegna,Padre Dario Pili firmata il 2 febbraio 1975.

a destra: L’ elenco dei parroci che si sono succeduti alla guidadella Parrcchia dal 12 febbraio 1975 fino al 1 ottobre 1995:

I Parroci di Stella Maris e loro Collaboratori

in alto: la lettera con la richiesta ufficiale al Comune di Tortolì da parte del Vescovo Mons. Piseddu

per la cessione di un terreno adatto per la costruzione della Nuova Chiesa e i locali parrocchiali(13 settembre 1985).

Il testo del Decreto di Istituzionedella Nuova Parrocchia di Stella Maris

- Don Paolo Loi: 1 Ottobre 1972 - 10 Ottobre 1974

- Padre Arcangelo Atzei: 12 Ottobre 1974 - 26 Agosto 1978 Padre Pier Battista Deiana- Padre Ireneo Baldino: 30 Agosto 1978 - 23 Settembre 1979 Padre Clemente Simula- Padre P. Battista Deiana: 6 Ottobre 1979 - 22 Luglio 1981 Padre Marco Angioni- Padre Pasquale Dettori: 2 Settembre 1981 - Luglio 1988 Padre Paolo Ciarloni- Padre Marco Angioni: Luglio 1988 - Ottobre 1993 Padre Mariano Asunis- Padre Silvestro Ollano: Ottobre 1993 - Ottobre 1995 Padre Fausto Mascia

- Don Giorgio Piero Cabras: 1 Ottobre 1995 ...

i Documenti ufficiali della Parrocchia

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« La Parrocchia è una determinata

comunità di fedeli che viene costituita

stabilmente nell’ambito di una Chiesa particolare e

la cui pastorale è affidata ad un parroco,

quale suo pastore. C.C.C. 2179 »

« La Parrocchia è una determinata

comunità di fedeli che viene costituita

stabilmente nell’ambito di una Chiesa particolare e

la cui pastorale è affidata ad un parroco,

quale suo pastore. C.C.C. 2179 »

Page 5: Il Tempo e la nostra storia

Stella Maris

La Lettera con la quale Mons. Delogu

informa i sacerdoti della Diocesi sull’arrivo

della Comunità dei Frati Minori

nella Parrocchia di Arbatax.

12 - 09 - 1974

Il Documento della Prefettura di Nuoroche dichiara il Riconoscimento civile della nuova Parrocchia “Madonna Stella del Mare”8 settembre 1972

a sinistra: il Decreto del Presidente della Repubblica che riconosce sugli effetti civili l’ Istituzione della nuova Parrocchia di Stella Maris

a destra: alcune immagini diMonsignor Salvatore Delogu

durante la cerimonia delle Cresimenella Chiesetta del Villaggio

sopra: il Porto di Arbatax nei primi anni 50,Lavori di ristrutturazione e ampliamento.

a sinistra: festeggiamenti in onoredi Stella Maris, anni 60

“ I Frati stabiliranno la loro Dimora ad Arbatax...saranno un grande aiuto per l’Evangelizzazione. “

La Chiesa e il Campanile di Stella Maris:foto fine anni 50

a destra: la targa in bronzo dedicata alle vittimedel bombardamentoad Arbatax durantela II° guerra mondialeil 23 aprile 1943.(Monumentoai Caduti)

4 5

Page 6: Il Tempo e la nostra storia

Il 1° documento è una letteradi Padre Pier Battista al sindaco di Tortolì.

Il documento è del 10 febbraio 1981

Ill.mo Signor Sindaco di Tortolì

Le sarei particolarmente grato - insieme alla co-

munità parrocchiale e ai frati miei collaboratori

- se volesse prendere nella migliore considera-

zione possibile quanto mi permetto di esporle.

Lei si è reso certamente conto della ristrettezza in

cui si muove la nostra comunità cristiana di Arbatax

quanto all’esercizio del culto e alla attività di promozi-

one umana e cristiana, a motivo della ristrettezza

della chiesa parrocchiale, nonché della sua colloca-

zione periferica a confronto della dislocazione della

popolazione (Arbatax, villaggio cartiera, Is Cogottis)

e per totale mancanza di un minimo sufficiente di

strutture pastorali. Se la sua amministrazione vo-

lesse mettere a disposizione della nostra comunità

una porzione di terreno sufficiente a costruirvi la

chiesa parrocchiale e le strutture pastorali necessa-

rie il vantaggio sarebbe grande e tutto per la cresci-

ta umana della popolazione, i cui problemi sociali,

religiosi morali crescono, come lei ben sa di giorno

in giorno. In particolare intendo far rivelare come

manchino strutture culturali e sociali che vengano

incontro soprattutto alle esigenze dei giovani il cui

Alcune fasi dei Lavoridella Chiesa di San Giorgiotra il 1994 e il 1997

Un momento della posa della prima pietra: Rosinetta Catte presentaal Vescovo, durante la Cerimonia, il plastico della nuova Chiesa.

a destra: un momentodei lavori della nuova Chiesa.

La Comunità parrocchialeha bisogno di una nuova Chiesa

Cenni storici: dalle radici ai giorni nostri

Riscoprire le proprie radici, sentirsi parte di una storia più grande è sempreuna esperienza importante. Nell’archivio parrocchiale abbiamo cercato e trovato documenti

che testimoniano i primi interessamenti e decisioni per avere una nuova chiesa parrocchiale

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“Gesù sì, Chiesa no”.Questo Gesù individualisticoscelto da alcuni è unGesù di fantasia.Non possiamo avere Gesùsenza la realtà che egliha creato e nella qualesi comunica: la Chiesa (Sua Santità Benedetto XVI )

Page 7: Il Tempo e la nostra storia

foto dal satellite: la Parrocchia di Stella Maris con le tre Chiese

La Parrocchia

La nuovissima statua di Santa Chiara d’ Assisiall’interno della Chiesa di S. Giorgio,nella navata di destra, opera dello scultoreG. V. Mussner (di Ortisei - BZ)

in alto:Suor Giulia Matzuzi e

Suor M. Bonaria Cocco

Padre Marco Angioni, in una Cerimonia di 1° Comunione nella Chiesa di Stella Maris

sopra: Padre Pier Battista Deiana (Festa di 1° Comunione)

sopra:la statua della Madonna

Maria di Nazareth,opera dello scultore

G. V. Mussner

sopra:Don Paolo Ciarloni,sacerdote nella Parrocchia Stella Marisdal 1981 al 1988

disorientamento si dimostra sempre più drammatico

con conseguente distorsioni dei valori fondamentali

del vivere che li portano ad essere assorbiti dai

mali più gravi del momento: penso in particolare

alla droga di cui si hanno già nella nostra comunità

sintomi allarmanti. Pensi anche agli anziani per i quali

non abbiamo nulla da offrire a confronto della loro dig-

nitosa vecchiaia. Pertanto abbiamo assoluto e urgente

bisogno di uno spazio di terreno di 6-7000 mq. dove

costruire chiesa e strutture. Chiedo il terreno denominato

“Is Covargius”. Veda Signor Sindaco, insieme ai suoi col-

laboratori di considerare la mia presente richiesta con quel-

la generosità e sollecitudine che la nostra disagiata situ-

azione ecclesiale e sociale richiede. In attesa di un cortese

riscontro la prego di voler gradire i miei più cordiali ossequi.

PADRE PIER BATTISTA DEIANA

6 7

Page 8: Il Tempo e la nostra storia

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iorgi

o « Il Signore ci dà la gioia di inaugurare

la Chiesa e le strutture della Parrocchia

“Stella Maris” che abbiamo a lungo at-

teso. Lo ringraziamo. E’ un prezioso dono di cui

bisogna essere degni.

La Chiesa è un luogo dove Dio più chiaramente

si manifesta agli uomini, luogo di preghiera, di

salvezza e quindi di speranza. In essa gli uomi-

ni incontrano Dio come Padre, accanto al fratello

maggiore Gesù e si incontrano tra di loro.

In essa lo Spirito li fa sentire fratelli, donando loro

la gioia della concordia e della pace, la gioia di

amarsi nella disponibilità all’aiuto reciproco e al

servizio, per rendere la società intera migliore.

Già da ora mettiamo nelle mani di Maria, madre

della Chiesa, tutte le preghiere che nel tempo vi

saranno elevate, certi che il Signore, per la sua

intercessione, le esaudirà.

Tutti di cuore benedico».

« Il desiderio di avere una “casa acco-

gliente” per tutti si è finalmente real-

izzato. Abbiamo costruito un tempio

materiale in cui siamo chiamati a formare “una

cosa sola in Cristo”.

Manteniamo e rendiamo visibile questa unità.

La Parrocchia diventi sempre più vera e auten-

tica comunità nella quale nessuno possa sen-

tirsi estraneo. Auguriamoci che sia e diventi

sempre più luogo dove possiamo dire: “E’ bello

per noi restare qui” (Luca 9,33).

« A Tortolì operano tre parrocchie, vitali

e fondamentali cellule di solidarietà e

fraternità; tre importanti Chiese, dislo-

cate nel nostro territorio, diverse nel loro stile

architettonico, ma unificate da un medesimo

spirito di coesione sociale. Saluto con gioia il

nuovo edificio di culto come segno di un’unica

comunità tortoliese e come vigoroso strumento

di aggregazione».

il parroco Don Giorgio Cabras prende la parola e saluta i presenti.

L’esterno della chiesa visto dalla via Sulki

Il presbiterio con la scultura in pietra trachite,opera dello scultore Tonino Loi di Belvì

Momento iniziale della Cerimonia diInaugurazione - il Vescovo, accompagnatodal parroco di S. Andrea Mons. Mario Mereu, arriva sul Sagrato della nuova Chiesatra un’ala di folla.

Il Messaggio del VescovoMons. Antioco Piseddu

Il Messaggio del SindacoFranco Ladu

Il Messaggio del ParrocoDon Giorgio Cabras

Una data da ricordareINAUGURAZIONE DELLA CHIESA NUOVA

Domenica, 8 Giugno 1997

Siamo in Festa!

10 Anni della Chiesa di San Giorgio

«È bello per Noi Restare Qui»

LA CHIESA

La chiesa dedicataa San Giorgio di Suelli

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Page 9: Il Tempo e la nostra storia

San Giorgio

Quando ero bambino, guardando al-

cune vecchie foto che ritraevano mio

padre con degli operai sul tetto del

Tempio Don Bosco a Lanusei, avevo scoperto

con orgoglio che mio padre aveva partecipato

alla realizzazione di una grande Chiesa.

Non avevo dubbi, mi sembrava il lavoro più im-

portante che avesse fatto, ne ero fiero.

Ho avuto poi io la possibilità – addirittura - di

progettare e realizzare questa Chiesa.

Di questo devo ringraziare principalmente Sua

Eccellenza il Vescovo. Progettare una Chiesa:

impegno grande: tema complesso, affasci-

nante, veramente importante per un architetto

di cui dicono “fa case che sembrano chiese”.

Ma sono convinto: “Cosa c’è di più che fare una

Chiesa?”. Ho voluto che non sembrasse una

casa, ma soprattutto che non sembrasse una

cosa, ma che a tutti sembrasse una Chiesa.

Ecco il perché delle scelte decise:

- la cupola che aumenta lo spazio sull’altare;

- l’abside o “su palas de cresia” – come dice-

vamo da bambini – la parte curva alle spalle

della zona dell’altare;

- la navata centrale e i ritmi delle navate laterali

scanditi da vere colonne di granito vero; - il tet-

to curvo per ricordare la struttura in legno delle

barche, richiamo al mare essendo la chiesa nu-

ovo complesso parrocchia di “Stella Maris”. Con

l’infuriare del modernismo e del funzionalismo

si è perso negli anni passati il gusto ai progetti

formali, composti, credendo che bastasse solo

garantire la funzione, il funzionamento, che

tutto il resto fosse inutile, superfluo. Come se

si potesse scindere forma-sostanza.

Non ci ho mai creduto, anzi ho sempre pensato

che il nostro lavoro debba essere svolto con pu-

dore e rispetto per chi tutti i giorni, passandoci

davanti, vede le nostre opere.

Di questo devo ringraziare sua Ecc. Mons. Pised-

du per avermene dato l’opportunità. Dandomi

fiducia si è comportato con me come un vero

padre, sostenendomi, aiutandomi nei dubbi,

stimolandomi e anche criticandomi.

Ha partecipato con me al travaglio delle scelte,

nelle mie indecisioni e nei miei dubbi. Alla fine

posso dire che è stata una grande fatica,

un lavoro difficile, laborio-

so, ha comportato continui

dubbi.

Tra l’altro, credetemi, non

capita spesso progettare

chiese).Per questo oggi vor-

rei principalmente ringraziare

chi ha collaborato con me alla

realizzazione di questa opera.

Sua Ecc.Za il Vescovo, il vero

“motore spirituale” (altro che)

di questa progetto. Un ringrazia-

mento a tutti gli operai, in parti-

colare vorrei citare il capo cantiere

Pasquale e il responsabile Angelo

Stochino, oltre che per le loro capacità indub-

bie, anche per aver sopportato le mie sfuriate e

le mie “lune storte”.

Ringrazio mio fratello Fulvio che da Ingegnere

mi ha affiancato e ha supportato tutte le scelte

tecniche ed amministrative, non solo per le

sue capacità tecniche indubbie, ma per avermi

sempre difeso con tutti e sostenuto tutte le mie

scelte progettuali.

Vorrei anche ringraziare di cuore chi si è prodi-

gato per la riuscita di questa giornata e mi ha

dato quindi la possibilità di parlare.

Ringrazio pubblicamente Don Giorgio, il comi-

tato di Arbatax che ho conosciuto in una serata

che è stata per me divertente e indimentica-

bile. Tutti i volontari che hanno lavorato sodo e

gratis, quanti in queste ultime settimane hanno

faticato per rendere possibile questa giornata.Il momento della consegna delle chiavi da parte di S. E. Mons. AntiocoPiseddu al parroco Don Giorgio Cabras. E’ presente anche Mons. Mario Mereu

dal Discorso dell’architetto Massimo Pisu (noto Mimmo)

il giorno della Benedizione e Inaugurazionedella chiesa di San Giorgio Vescovo

« E’ bello toccare con mano la gioia e la gratitudine degli abitanti di un quartiereche entrano per la prima volta nella loro nuova Chiesa ». (Benedetto XVI)

10 Anni della Chiesa di San Giorgio 8 Giugno 1997

« Cosa c’è di più che fare una Chiesa?»

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Page 10: Il Tempo e la nostra storia

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o

Statua di San Giorgio,opera dello scultore

MUSSNER

Tanto tempo fa...intorno all’anno mille, vi-veva a Cagliari un uomo di nome Lucifero che con sua moglie Vivenzia era a servizio

di una ricca Signora di nome Greca. Lucifero e Vi-venzia avevano sempre condotto una vita buona, pregando e lavorando assiduamente.

Uno strano sogno.I due coniugi avevano sempre desiderato avere dei figli, ma ormai data l’età avanzata, non spe-ravano più nella nasciata di una bimbo. Ma Dio, con il suo intervento straordinario, aveva voluto accontentare Lucifero e Vivenzia. Così una notte mentre tutti dormivano, e il slilenzio era calato sulla città, la nobildonna Greca, presso la quale lavoravano Lucifero e Vivenzia, fece un sogno: le apparve un angelo bellissimo circondato da vivi-da luce. L’angelo parlò: «Greca, sappi che la tua serva Vivenzia sta per avere un figlio. Il suo nome sarà Giorgio, sarà un uomo santo, e per mezzo suo il Signore vuole compiere grandi cose per questa gente. Abbi perciò cura di Vivenzia».Il giorno dopo Greca, ricordandosi della visione, proibì a Vivenzia qualsiasi lavoro dicendole di riti-rarsi in camera sua e di non affaticarsi. Vi-venzia concepì e giutno il tempo del parto didede alla luce un bellissimo bambino, che fu battezzato con il nome di Gior-gio. Certamente Dio voleva fare grandi cose con Giorgio: infatti mandò un an-gelo ad annunciarne la sua nascita come accadde per Gesù e per altri personaggi della storia della salvezza.

Un bambino come tanti, ma...Giorgio cresceva come gli altri bambini del suo tempo. Giocava con i suoi alici del rione, era uno di loro, eppure in qualche cosa e r a diverso:si distingueva per la sua bontà e per la sua in-telligenza. I genitori e an-che la nobile Greca gli voleva-no molto bene e lo trattavano con ogni cura. Rag-giunta l’età della fanciullezza de-cisero di avviarlo allo studio del latino e del greco, lingue nelle quali il ragazzo

divenne in breve tempo esperto.

Sacerdote e Vescovo esemplare.Giorgio era diventato un giovane cheamava la preghiera e che aveva una solida cultura. Così secondo la volontà di Dio, fu avviato al sac-erdozio, e come tale si dedicò con grande zelo alla cura delle anime e al servizio dei poveri, vivendo e predicando il Vangelo. Nel servire la Chiesa la sua santità cresceva di giorno in giorno, e cosa assai rara, a soli 22 anni di età fu eletto Vescovo della Diocesi di “Barbaria”.Era questa una diocesi appena fondata, di cui egli era il primo vescovo. La sede era a Suelli, che il giudice Torchitorio aveva donato a Giorgio. La missione affidatagli era tutt’altro che semplice: si dovevano percorrere lunghe distanze, camminare per i monti, attraversare le valli, recarsi anche nei più piccoli villaggi. E così, Giorgio, come un pio-niere, si mise ad “esplorare” l’Ogliastra, portando il Vangelo alla sua gente e compiendo spesso dei

miracoli, con i quali sanava i corpi e le anime. Si

dedicava specialmente ai poveri.

Appena consacrato Vescovo, dispose che i

suoi collaboratori facessero l’elenco di

tutti i poveri della Dio cesi e tutti ai-u t a v a . Un giorno mentre era

in Visita a Lotzo-rai, gli venne in-contro un uomo che piangeva; gli era morto

un figlio : «Pa-dre mio, diceva,

rivolgendosi al Vescovo, perché non siete arrivato prima?

Breve biografia del Santo VescovoUn Santo di tutti

10 11

« Contribuite a stabilire e sviluppare la vostra parrocchia

e la vostra chiesa, la vostra comunità cristiana,

nel tempo e nel mondo. »

Paolo VI - 1964

sotto: il dipinto di San Giorgio diSuelli, opera di Luigi Taccus (1988)presente nella sagrestia della Chiesa

« Giorgio era diventato un giovaneche amava la Preghiera e avevauna solida cultura. »

Page 11: Il Tempo e la nostra storia

San Giorgio

O gni anno nella nostra parrocchia si celebra la festa in onore di San Giorgio.I festeggiamenti durano tre giorni e in questo periodo si compiono tre proces-

sioni (una al giorno) che caratterizzano la festa stessa, coinvolgendo così le tre di-verse zone pastorali della parrocchia. La prima processione ha luogo il primo giorno della festa. Il Venerdì si parte dalla Chiesa di San Giorgio e si raggiunge la Chiesetta del Sacro Cuore in zona Gescal. All’arrivo viene celebrata la Santa Messa, seguita da un rinfresco offerto dal comitato. La seconda processione, sempre con il simulacro del Santo, parte - il sabato sera - dalla Chiesa del Sacro Cuore e raggiunge la Chiesa di Stella Maris. La Madonna è la Regina di tutti i santi. La Domenica mattina poi si parte dalla Chiesa di Stella Maris per raggiungere la chiesa di San Giorgio.Questa processione viene guidata dallo sfilare dei cavalli, seguiti dai gruppi folk (soli-tamente è presente quello di Tortolì vestito con il tipico abito sardo) la Banda Musi-cale, le Associazioni, i Comitati, la statua di San Giorgio posta su un carro a buoi e infine i parrocchiani.Il tragitto che essa percorre viene addobbato con coccarde e la strada è ricoperta da un tappeto di fiori colorati. All’arrivo in Chiesa viene data la Benedizione ai cavalli e cavalieri (a cui va anche consegnata una medaglia ricordo) e si celebra la Solenne Santa Messa. Oltre alle processioni e alle celebrazioni eucaristiche la sera si festeg-gia con balli e musica a cui partecipa tutto il paese. Ci si può divertire anche nei vari giochi presenti nella piazza o fare un giro negli specialissimi stands gastronomici.La festa di San Giorgio è un evento da non perdere, io stessa fin da quando ero piccola aspettavo con ansia questo avvenimento. Mi piaceva partecipare alla processione e la sera divertirmi nei giochi. Di solito la festa inizia alle 20:00 e prosegue per tutta la notte. È un’esperienza imperdibile che avviene solo una volta all’anno.

i Fedeli attendono sul sagrato l’arrivo in processione di San Giorgio

MARCO PACINI E PIERLUIGI CONGIU

Avrebbe potuto salvare mio figlio! Ora è morto». San Giorgio vedendo l’uomo in pena, si avvicinò presso il bimbo morto, e dopo aver pregato su di lui gli ridiede la vita.

Buono con tutti.San Giorgio amava gli uomini e trattava bene gli animali. Durante uno dei suoi viaggi, in una giorna-ta assolata, decise di fermarsi in una campo a ripo-sare. Guardando gli uccellini si accorse che erano assetati. Mosso a compassione picchiò il bastone contro una roccia e fece scaturire una sorgente d’acqua, dissetando così quelle povere creature.

Il miracolo dell’acquaLa santità del Vescovo Giorgio era evidente anche grazie ai miracoli che compiva. Una volta, l’intrepido Vescovo era in viaggio con il suo seguito. Il cam-mino era lungo, il sole fortissimo. Da troppo tempo camminavano. Decisero dunque di fermarsi in un piccolo tratto per riposarsi e dis-

settarsi. Cercavano qualche sorgente, ma non c’era traccia d’acqua. La sete era tanta, il cam-mino ancora lungo. Allora San Giorgio, vedendo i suoi amici quasi disperati per la sete, colpì con un bastone la roccia, come fece Mosè, e ne fece sgorgare una fresca sorgente. Tutti si dissettrano e ripresero lieti il cammino.

Raggiunse Gesù in cielo, dove prega per la sua Diocesi.San Giorgio aveva fatto tanto del bene: aveva guari-to ciechi, malati, rianimato morti; si era mostrato benevolo con tutti. Era però giunto il tempo di rice-vere in dono da Gesù il premio delle sue fatiche. Sentendo che la morte gli era vicina, San Giorgio chiamò a se i sacerdoti, e dopo averli benedetti, raggiunse il suo Signore, per godere della gloria dei santi, e per continuare in cielo, come era stato in terra, a fare del bene per la sua diocesi di Ogli-astra, che continua ad invocarlo come prottettore.

LA FESTA DI SAN GIORGIO

10 11

LISA CASULA

Alcuneimmaginidella processionein occasionedella festa diSan Giorgio

« Una Parrocchia che vibra di spirito

missionario è anche una comunità

fervorosa e dinamica »

Page 12: Il Tempo e la nostra storia

I l 25 maggio del 2003 abbiamo avuto il dono di essere testimoni di un evento

storico: la consacrazione della Chiesa di San Giorgio Vescovo!Nell’ambito dell’anno pastorale dedica-to alla Liturgia il Vescovo e tutta la co-munità parrocchiale hanno valorizzato questa straordinaria opportunità per crescere nel senso della Chiesa e affi-darsi in maniera sempre più consape-vole nelle mani di Colui che “ha voluto porre la sua dimora in mezzo a noi” e che ha dichiarato di voler restare con noi sempre “sino alla fine del mondo”. Il nuovo complesso par-rocchiale dedicato a San Giorgio Vescovo era stato benedetto so-lennemente l’8 giugno del 1997 ma era necessario procedere ancora alla sua Consacrazione. La parrocchia si è così pre-parata per questo evento con grande intensità, nella cate-chesi e nella preghiera, sicura

dell’importanza del momento e grata a Dio per un dono così grande. Il giorno del solenne rito l’Assemblea formatisi era delle grandi occasioni: in-sieme al Vescovo erano presenti diversi sacerdoti, le autorità civili (il sindaco di Tortolì Dott. Mauro Pili, il Sindaco di Suelli Prof. Toti Cordeddu) e le autorità militari oltre, naturalmente, i numerosissimi fedeli tutti. La consacrazione della Chiesa e dell’Altare ha fatto così di questo nuovo edificio, voluto e desid-erato da anni, il luogo in cui la nostra comunità si riunisce - tutta insieme - per ascoltare la Parola di Dio, per offrirgli intercessione e lode, per celebrare i santi misteri, nonché il luogo in cui è conserva-to il Santissimo Sacramento dell’Eucaristia. Siamo cresciuti nella certezza che quando viene consacra-to un tempio al Dio vivente, si entra nel mistero della Pasqua di Cristo. Cristo stesso, infatti, crocifisso e risorto, è la pietra angolare: “In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Si-gnore; in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito” (Ef 2, 21-22).

Nel bellissimo e suggestivo Rito della Con-sacrazione si insiste sul grande mistero che si celebra: il mistero della presenza di Dio in

mezzo a noi. E’ qualcosa di incredibilmente grande! Questa terra dove posano i piedi dell’uomo, posano anche i piedi di Dio; fra le case dove abitano gli uo-mini, abita anche Dio stesso. E tutta la solennità del rito significa la santità di questo luogo dove posano i piedi del Signore. La Chiesa consacrata diventa così il segno del vero tempio: il corpo di Gesù nel quale abita la pienezza della misericordia del Padre. Ci insegna S. Paolo che Dio non è solo presente fra noi: ma che viene ad abitare in mezzo a noi. “Non

sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” Il Verbo si fa carne ed attraverso la comunione al suo corpo, lo Spirito Santo viene ad abitare in noi. Nel segno della chiesa consacrata è raffigurata ogni persona umana, chiamata ad essere il vero ed eterno tempio di Dio, il luogo della sua di-mora. La liturgia ha dichiarato energicamente la si-gnoria di Cristo attraverso tre riti che hanno seguito la grande preghiera dedicatoria: l’unzione dell’altare e delle pareti della chiesa, col crisma, segno di Cristo, unzione che dice forza, armonia, bellezza. Con questa preghiera si è espressa l’intenzione di dedicare in perpetuo l’altare stesso a Dio e la sua benedizione. Dopo l’unzione c’è stata l’incensazione dell’altare e della chiesa: questo gesto ha voluto sig-nificare che il sacrificio a Cristo del quale la comu-nità cristiana fa memoria nell’Eucaristia, sale gradito a Dio come profumo soave, e così le preghiere dei fedeli si innalzano accette e gradite fino al Padre ce-leste. Dopo L’incensazione l’altare è stato rivestito con la tovaglia e ornato con fiori, per esprimere che esso, oltre a essere il luogo del Sacrificio, è anche mensa imbandita per la nostra fame e la nostra sete nella festa del Signore. E infine l’illuminazione (sono state accese le candele e altre luci); come nella veg-lia pasquale questo gesto è stato simbolo della luce di Cristo trasmessa al mondo attraverso la Chiesa. Nella solenne preghiera di dedicazione si sono allora proclamate le meraviglie che Dio ha compiuto lungo la storia per la salvezza degli uomini, e che ancora oggi compie nei segni sacramentali.

La la solenne Liturgia ha previsto anche un momento particolarissimo: la deposizione - nel cuore dell’altare - delle reliquie di al-

cuni Santi. Il Vescovo, con gesti solenni e semplici allo stesso tempo, dopo aver chiesto l’intercessione della Madonna Stella Maris, ha inserito nello spazio apposito ricavato nell’altare, un prezioso cofanetto contenente le reliquie di Sant’Ignazio Da Laconi,di San Luigi Gonzaga e di San Giovanni Bosco.Con l’aiuto di un giovane muratore, membro del Co-mitato di S. Giorgio (presieduto dal sig. Mario Nappi) ha poi sigillato il tutto.

Non riusciamo a trovare le parole più ad-eguate per ringraziare il Signore Dio del dono ricevuto nel Tempio consacrato. Si-

amo però consapevoli che la gratitudine migliore potrà essere manifestata solo con una vita cristiana sempre più autentica e forte, carica di testimonianza e gioia nella condivisione della fede e nell’accoglienza di coloro che cercano il Signore con cuore sincero.

Mons. Piseddu depone nel cuore dell’altare le reliquie dei tre Santi(Sant’Ignazio da Laconi, San Luigi Gonzaga, San Giovanni Bosco)

in basso: il Testo sulla Lapide posta all’ingresso della Chiesa,

Benedetta dal Vescovo, alla conclusione della Solenne Liturgia

LE CATECHISTE

La Consacrazionedella Chiesa di San Giorgio Vescovo

12 13

«La Parrocchia...insegna la dottrina salvifica di Cristo,

pratica la carità del Signore

in opere buone e fraterne

C.C.C. 2179/123»

Page 13: Il Tempo e la nostra storia

San Giovanni Bosco Sant’ Ignazio da Laconi San Luigi Gonzaga

San Giorgio

Le foto di queste paginesono del fotografoArmando Barca

VESC.: Ti lodiamo e ti benediciamo, Padre Santo, perché il Cristo tuo Figlio nel disegno mirabile del tuo amore ha dato compimento alle molteplici figure antiche nell’unico mistero dell’altare.Noè, patriarca della stirpe umana scampata dal diluvio, eresse a te un altare e ti offrì un sacrificio; e tu lo gra-disti, o Dio, rinnovando con gli uomini la tua alleanza. Abramo, nostro padre nella fede, in piena obbedienza alla tua parola, edificò un altare, pronto ad immolarvi, per piacere a te, Isacco, suo diletto figlio.Anche Mosè, mediatore della legge antica, costruì un al-tare, che asperso con il sangue dell’agnello, fu annunzio profetico dell’altare della croce.Infine il Cristo nel mistero della sua Pasqua compì tutti i segni antichi; salendo sull’albero della croce, sacerdote e vittima, si offrì a te, o Padre, in oblazione pura per dis-truggere i peccati del mondo e stabilire con te l’alleanza nuova ed eterna.E ORA TI PREGHIAMO UMILMENTE, SIGNO-RE, AVVOLGI DELLA TUA SANTITÀ QUESTO ALTARE ERETTO NELLA CASA DELLA TUA CHIESA, PERCHÉ SIA DEDICATO A TE PER SEMPRE COME ARA DEL SACRIFICIO DI CRISTO E MENSA DEL SUO CONVITO, CHE REDIME E NUTRE IL TUO POPOLO.

Questa pietra preziosa ed eletta sia per noi il segno di Cristo dal cui fianco squarciato scaturirono l’acqua e il sangue fonte dei sacramenti della Chiesa.Sia la mensa del convito festivo a cui accorrano lieti i commensali di Cristo e sollevati dal peso degli affanni quotidiani attingano rinnovato vigore per il loro cam-mino. Sia luogo di intima unione con te, Padre, nella gioia e nella pace, perché quanti si nutrono del corpo e del sangue del tuo Figlio, animati dallo Spirito Santo, crescano nel tuo amore.Sia fonte di unità per la Chiesa e rafforzi nei fratelli, riuniti nella comune preghiera, il vincolo di carità e di concordia. Sia il centro della nostra lode e del comune rendimento di grazie, finché nella patria eterna ti offri-remo esultanti il sacrificio della lode perenne con Cristo, pontefice sommo e altare vivente.Egli è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoliAMEN.

Le Autorità religiose, civili e militari presenti, posano alla fine della Cerimonia della Consacrazione della nuova Chiesa.

a destra:un altro momentosuggestivo dellaCerimonia dellaConsacrazione.

in alto: Il momento delle firme ufficiali.

sopra e sotto: numerosi fedeli partecipano con attenzione alla Cerimonia

della nuova Chiesa, formulata dal Vescovo nel cuore della Cerimonia

12 13

« Nella Preghiera in Chiesa c’è l’unisono degli spiriti,

l’accordo delle anime, il legame della carità,

la Preghiera dei sacerdoti. »

C.C.C. 2179/123

Page 14: Il Tempo e la nostra storia

zona ind.le Baccasara - TORTOLÌ

Tel./Fax 0782 623475

Non è semplice riassumere in poche

righe tutto ciò che sta dietro la pa-

rola ‘Grest’. Si potrebbe definire

sbrigativamente ‘oratorio estivo’, ma non bas-

terebbe a spiegare l’aspettativa dei ragazzi

che puntualmente da maggio (o prima?) at-

taccano col fatidico: “Don Giò, quando in-

izia il Grest?”, ad annunciare che, ancora

per un’altra estate, il Grest non mancherà.

Non è semplice raccontare ciò che sta dietro

anche perché, dopo tutti questi anni, si di-

rebbe che nella nostra parrocchia il Grest ha

acquisito una vera e propria ‘storia’ e quasi

delle ‘tradizioni’ (non è forse una tradizione

la gita degli animatori a conclusione del

Grest? O l’immancabile gioco della canoa?).

Proviamo però a partire dal nome. ‘Grest’ è

una sigla che sta ad indicare ‘GRuppo ESTi-

vo’, oppure ‘GRande ESTate’, e simili: nessuna

definizione precisa, spazio alla creatività (so-

prattutto del don). Punto fisso: due volte alla

settimana c’è uno spazio in cui i ragazzi posso-

no stare insieme e giocare, alternativa al mare

nei lunghi tre mesi di vacanza dalla scuola, e

anche al computer, TV, playstation, messanger

etc., uno spazio all’aperto per giochi di gruppo,

che si cerca di vivere nel cosiddetto Fair Play:

giocare onestamente, fare tutti partecipi senza

escludere nessuno, spirito di squadra, apertura

all’altro... regole a volte esplicite, a volte meno,

perché si apprendono solo sperimentandole,

anche senza saperlo, nel gioco, nello stare in-

sieme, nella vita quindi più che a parole.

Questo il concetto, che a metterlo giù sulla carta

si inaridisce un po’; vedere un po’ di foto di tutti

questi anni di Grest rende meglio l’idea, e toglie

anche ogni idealizzazione: centinaia di ragazzi

(e il numero non è esagerato: nell’ultima ed-

izione gli iscritti erano 250!) urlanti e instanca-

bili, ‘immagliettati’ a gruppi di diverso colore,

ciurme di bambini di varia età, qualcuno più

grande che sarebbe un ‘animatore’, bandiere,

bocce, palloni, secchi d’acqua... Il primo giorno

è solitamente di ambientamento e iscrizione,

divisione in gruppi (dai 4 del primo anno, per

il numero sempre crescente dei partecipanti, i

gruppi sono diventati 8), poi si parte: la volta

successiva ogni gruppo sceglie il proprio nome

ed un inno (con annesso solitamente l’ urlo’,

cioè uno ‘slogan’ identificativo della squadra,

composto anche da una sola vocale, o verso

animale, secondo i gusti).

Nella storia del Grest si ricordano gruppi dai

nomi gastronomico - fumettistico-anglo-ani-

maleschi (dagli “Hamburger” ai “Simpson”, dai

“Sun” agli “Angels”, distinti nella stessa edizione

dagli “Angels Pacific”, dai “Tigers” alle “Foche”,

fino ai “Gamberetti”, e alle... “Ligestre”, per

citarne solo alcuni). Fa eccezione l’anno della

pittura del Mondo davanti al sagrato della chie-

sa: quell’anno i gruppi erano: “America”, “Eu-

ropa”, “Africa”, “Asia”, “Oceania”.

in alto: Don Oscar, sacerdote venezuelano (ospite della nostra Comunità)assiste i ragazzi durante il GREST.sotto: un Team gioisce a conclusione di una “performance” vittoriosa.

Storia e Tradizioni del “Grest”

Don Bernard Tondè, sacerdote della Costa d’Avorio,insegna un Bans africano ai bambini del Grest

Gli Animatori dell’Oratorio guidano i bambinialla simpaticissima danza del “goto - goto”.

GREST: l’analisi attenta deipunteggi finali delle gare.

« IL GRESTmi ha fattocrescere »

14 15

DI CLAUDIA MELIS

« Non con le percosse, ma con la mansuetudine e la carità

dovrai guadagnareil cuore dei giovani!. »

(San Giovanni Bosco)

Page 15: Il Tempo e la nostra storia

DIVERTIMENTO, COLLABORAZIONE, SPIRITO DI SQUADRA,RISPETTO DELLE REGOLE DEL GIOCO, FAIR PLAY, ANIMAZIONE

San Giorgio

Dopo la preghiera insieme in chiesa per affidare

al Padre la giornata, si inizia: le squadre acquis-

teranno dei punti a seconda dell’esito dei giochi e

alla ‘condotta’ dei giocatori, fino alla premiazione

del gruppo vincitore la serata conclusiva del Grest,

in cui tutto è possibile e la classifica può capovo-lgersi, grazie anche alle performance dei genitori

dei ragazzi di ogni squadra.

Scenette e canzoni, terrore degli animatori, che

devono spremere le meningi e allo stesso tempo

mantenere unito il gruppo, sono tra i giochi più

belli e memorabili, come tutti quelli che non ne-

cessitano di niente oltre la fantasia. Si potrebbero

poi citare alla rinfusa piccoli dettagli della storia

del Grest: per un anno (o due anni?) un giorno

alla settimana è stato no-stop: dalla mattina al

pomeriggio, al parco della Sughereta; l’Aquadream

è ormai la meta ambita della gita degli animatori,

ma un anno abbiamo fatto una bellissima escur-

sione a Cala Goloritzé, e per diversi anni c’è stata

anche la gita di tutto il Grest! Poi ancora: la gi-

uria internazionale, le coreografie danzanti come

il “Goto-Goto”, la ricerca dei giochi, la ricerca...

dei bambini, la ricerca... degli zaini.

Non è semplice per me raccontare in due parole

la storia del Grest, anche perché in parte è la mia

storia: guardando indietro, con pochi intervalli, le

estati sono state scandite dai Grest... e forse pro-

prio per il caldo, la stanchezza a fine giornata, la

pazienza che perdi più di una volta o lo scorag-

giamento quando, apparentemente, sembra che

ciò che fai non è poi così utile... per tutte queste

cose il Grest mi ha fatto crescere, per me è stato

un allenamento a non stancarsi mai di mettersi a

servizio, a ricordarsi sempre che “tutto quello che

avete fatto ai miei fratelli più piccoli...”, a ricomin-

ciare sempre, con quell’amore infaticabile che ogni

anno fa ricominciare un nuovo Grest...

Storia e Tradizioni del “Grest”

Gli Animatori dell’ Oratorio, in notturnastudiano la realizzazione del murales dei Continenti

14 15

Via Sulcis, 53/B - Tortolì - Tel. 0782 625101

[email protected]

Page 16: Il Tempo e la nostra storia

U na delle attività più belle della nostra par-

rocchia è il grest. Ogni estate per tutto il

mese di luglio e agosto, bambini e raga-

zzi si incontrano due volte alla settimana nel piazza-

le della chiesa di San Giorgio. Dal primo giorno tutti

vengono divisi in squadre omogenee, nelle squadre

vengono assegnati bambini di ogni età (dai 6 anni in

su) e alcuni ragazzi dai 14 anni in su chiamati “ani-

matori” che aiutano e controllano i più piccoli.

Ciascuna squadra deve avere un nome e un colo-

re proprio. La composizione delle squadre rimane

invariato per tutta la durata del grest. Tutti i par-

tecipanti vengono messi alla prova con varie sfide

di abilità, di ballo, di canto, di originalità ecc., alle

quali, prima o poi, partecipano tutti; certe gare sono

dedicate solo ai bambini mentre altre agli animatori.

La cosa bella di questa attività è che

unisce bambini e ragazzi, che

nella vita reale difficilmente

si ritrovano a compiere

qualcosa insieme.

Con noi c’è sempre

don Giorgio che ci

segue e ci aiuta e

con i più grandi

prepara i vari

giochi. Sono già

nove le edizioni

fatte del grest,

gran parte svol-

tesi nel parco “la

Sughereta”, mentre

le ultime si sono svolte

nel piazzale della chiesa.

Negli ultimi due anni, sono

state montate delle tende, una per

ogni squadra, dove i ragazzi possono riposare,

mettere i propri oggetti personali e ripararsi dal

sole.

Oltre ai ragazzi, ai bambini e a Don Giorgio c’è an-

che una giuria, formata da ragazzi che ormai hanno

finito le superiori e da alcuni sacerdoti stranieri che

stanno da noi per qualche tempo. Per ogni sfida la

giuria assegna punteggi diversi alle varie squadre;

alla fine, la squadra che ha raggiunto il punteggio

più elevato, viene dichiarata la vincitrice. Nei vari

anni si è imparato a non darsi mai per sconfitti (se si

sta perdendo) e a non dormire sugli allori (quando si

sta vincendo); infatti abbiamo sempre avuto la pro-

va che vince la squadra che da il meglio di se stessa

sempre: dall’inizio alla fine. Ogni anno vengono in-

ventati sempre nuovi giochi, senza dimenticarsi del-

le classiche sfide fatte ogni anno come la “canoa” o

la “carriola”, delle quali nono si può fare a meno. Il

numero di bambini da anno in anno sta sempre au-

mentando, il grest sta richiamando sempre più per-

sone, non solo bambini. Infatti, nell’ultimo giorno di

questa attività, sono proprio i genitori a giocare e ad

aiutare la squadra del proprio figlio. È bello vedere

in queste occasioni la comunità così attiva e unita.

Sinceramente non ho mai sentito una persona, né

bambino, né ragazzo, né adulto, che si sia lamen-

tato di questa attività. La persona che dobbiamo più

ringraziare è Don Giorgio che ci da queste opportu-

nità, con proprie spese e sacrifici; senza dimenticare

la grande (ma dico GRANDE) pazienza che ha. È di

tradizione per gli animatori, ad ogni fine del grest,

di svolgere una piccola gita all’Acquadream; senza

contare alcuni anni in cui tutti (ragazzi e bambini)

hanno fatto un pic-nic al bosco di Lanusei. Le esper-

ienze fatte sono indimenticabili... I balli sotto il sole,

con coreografie impresse negli anni. E cosa che mi

fa più sorridere sono i vari nomi strampalati che

sono stati dati alle squadre in questi anni, come: i

simpson, gli zunami, gli angels pacifich, le ligestre,

i cinciullà, i dream; per non parlare dei nomi di ani-

mali: le foche, i tiger, i gamberetti ecc. Ed ora mi

viene solo una cosa da dire:

GRAZIE DON GIÒ 6 IL MIGLIORE DA PARTE DI TUT-

TI NOI RAGAZZI!!!!!!!!!!!!!!

sopra: all’interno del Grest un gruppo di Animatori dell’ Oratorio fotografati durante un’ escursione nel Supramonte di Baunei (alla Grotta Su Meraculu).

sotto: vari momenti di attività dell’ Oratorio estivo.

16 17

Page 17: Il Tempo e la nostra storia

San Giorgio

Nel gruppo: gli Animatoridel Seminario vescovile,Don Piero Crobeddu eDon Michele Loi,in visita al Grest

Nel gruppo: gli Animatoridel Seminario vescovile,Don Piero Crobeddu eDon Michele Loi,in visita al Grest

Ormai il Grest esiste da ben nove anni,

ossia dal 1998 e non sembra che sia

passato tutto questo tempo, possia-

mo accorgercene solo riguardando le vecchie

foto di gruppo e i vecchi animatori che ormai

sono cresciuti e quasi non riconosciamo più.

Il Grest è l’ Oratorio estivo dove i bimbi più

piccoli, ma anche i ragazzi si possono divertire

e stare in compagnia durante l’estate facendo

giochi ed escursioni.

Durante questi anni il Grest ha ospitato sempre

più bambini e ragazzi arrivando anche a 250

persone, ma don Giorgio e i suoi fedeli anima-

tori non si sono scoraggiati e ogni anno proget-

tano sistemazioni nuove e giochi speciali.

Alcuni anni del Grest sono stati trascorsi al par-

co “la sughereta” dove ci si divertiva facendo le

cacce al tesoro e spruzzandosi acqua. Inoltre

questi ultimi anni don Giorgio ha fatto realizzare

delle splendide magliette con cui i partecipanti

potevano contraddistinguere la loro squadra e

la domenica durante la messa i bimbi andavano

con la loro “divisa” fiammante rendendo il mo-

mento molto più allegro e divertente.

Durante il Grest 2005 è stato realizzato sul piaz-

zale della Chiesa un grandissimo disegno dove

sono rappresentati tutti i continenti, ognuno di

diverso colore. Questo bellissimo disegno si può

ancora vedere ed è ammirato da molti turisti e

non solo. Esso è stato realizzato perché, du-

rante quel Grest, i ragazzi erano tanti e quindi

si è deciso di dividerli in più squadre ed ognuna

di esse rappresentava un continente. Infatti lo

slogan dell’anno era:”Amici per la pelle”. Nel

Grest del 2006 abbiamo fatto invece un labora-

torio con la ceramica.

Inoltre ogni anno veniva organizzata qualche

escursione, come alle cale della costa di Bau-

nei, a Lanusei a vedere gli archivi storici dioc-

esani del vescovo e il Museo Diocesano, nei

parchi acquatici, nelle grotte, ecc.

Insomma durante tutti questi anni ci siamo

divertiti in compagnia diventando sempre più

numerosi e più organizzati, infatti se nei primi

anni disegnavamo noi i loghi sui capellini ora

abbiamo a disposizione bandiere e magliette

tutte stampate con i nostri slogan e il nome

della nostra squadra.

SLOGAN del 2005

Un motivo per stare insieme

16 17

GIORGIA MARCIALIS

« Ricordatevi che l’educazione è

cosa del cuore e che Dio solo ne è il padrone

e noi non potremmo riuscire a cosa alcuna se Dio non ce

ne insegna l’arte, e non ce ne mette

in mano le chiavi. »

(San Giovanni Bosco)

Page 18: Il Tempo e la nostra storia

in alto: Padre Melis sulla barca piccola insieme ai pescatori.

in alto: un momento della Cerimonia sulla banchinaprima della Processione in mare.

La Festa di Stella Marisha compiuto 50 anni ma non li dimostra

Come vuole ormai la Tradizione la Festa si celebra nel mese di Luglio e - da alcuni anni ormai – segna il suo culmine sempre nella

terza domenica del mese. Si celebra da 50 anni anche se non abbiamo riferimenti precisi scritti a riguardo.Abbiamo intervistato allora diversi anziani che – asso-

ciando altre date importanti della loro vita ai primi ricordi della festa – sono certi di quanto affer-

mano. Ma ciò che importa è che la Festa è attesa da tutti per tutto l’anno.E’ davvero coinvolgente e grande nella sua

unicità. Sono coinvolti non solo i paesani e i par-rocchiani ma anche numerosi turisti e pellegrini provenienti da tutta l’Ogliastra.

L’apice della Festa si raggiunge nel pomeriggio della Domenica

quando una solenne Processione parte dalla chiesa, con il simulacro della Madonna, e pas-

sando per le vie del paese “debitamente preparate

con addobbi floreali” per accogliere il passaggio della Madonna, raggiunge le banchine del Porto dove viene celebrata la Santa Messa.Una grande barca viene all-estita apposta per consentire la celebrazione eucaristica – spesso presieduta dal Vescovo diocesano – con l’altare e il necessario spazio per i celebranti, i ministranti e gli stendardi delle associazioni e dei comitati. La proces-sione è molto bella. Non mancano le associazioni, altri c omi ta t i , i gruppi folk e la banda m u s i - cale. In questi u l - timi anni an- che i

bam-

18 19

Page 19: Il Tempo e la nostra storia

Nelle foto vari momenti della Processione durante la Festa di Stella Maris

in alto:il coro di Stella Maris anima la celebrazione eucaristica, presieduta dal Vescovo diocesano, della festa patronale. a sinistra: alla processione della Festa di Stella Maris par-tecipano anche le Confraternite dei paesi vicini, nella foto quella di Lotzorai.

La Parrocchiaa sinistra: il primo Coro della chiesa di S. Marisdiretto dalla Maestra Rosetta Balzano

bini che hanno fatto la prima comunione partecipano con il loro abitino bianco. La folla si accalca attorno alla barca, il coro anima la S.Messa mentre in porto via via va organizzandosi la Processione in mare. E’ questo il terzo momento speciale della Festa. Alla con-clusione della Eucaristia infatti la statua della Madon-na Stella Maris viene “sistemata” con molta cura su un peschereccio messo a disposizione e scelto e preparato per l’occasione. Attorno al peschereccio si raccolgono ogni tipo di imbarcazione, piccole e grandi, nuove o vecchie, colme di fedeli e curiosi.Nessuno vuole mancare a questo caratteristico momento. La processione si avvia, con in testa la barca che porta la statua della Madonna, per fare i tradizionali “tre giri” nel porto. Non mancano i lanci di bengala, fumogeni e le trombe acustiche dei natanti. I fedeli e pellegrini rimasti in banchina seguono con devozione e rispetto nella preghiera. C’ è chi conta anche le barche a seguito della processione per fare i confronti con gli altri anni. Sono di più o sono di meno? Nel frattempo la Banda Musicale in banchina accompagna con le sue “ormai tradizionali melodie” questi momenti speciali.Si arriva quasi al tramonto, ma c’ è la luce necessa-ria per poter assistere anche al “Lancio della Corona di Fiori” in ricordo delle vittime del mare. Il paese ricorda infatti tra i propri figli coloro che hanno perso la vita durante il lavoro - o altro - proprio in mare.Per molti anni era stato l’elicottero a svolgere questa fun-zione. Poi la tradizione si era fermata, ma quest’anno 2007, nel 50° della festa si è riusciti a riproporla grazie al lavoro intenso del Comitato. Alla fine della Proces-sione in mare si rientra compostamente in chiesa dove il parroco e gli altri sacerdoti amministrano la bened-izione conclusiva.Da quel momento in poi il paese tutto continua ad essere pacificamente invaso da migliaia di presenze che si ac-calcano tra le bancarelle e il bellissimo parco giochi.Tutti attendono a questo punto la conclusione in bellez-za della festa: uno straordinario spettacolo pirotecnico saluta i presenti e lascia l’ invito a non mancare alla festa del prossimo anno. Tutto questo in onore della Ma-donna nostra patrona. I giorni precedenti alla domenica si erano svolte le sagre tradizionali che attirano migliaia di cu-riosi e buongustai. Negli spazi attorno alla “Cala Genovesi” e al “Centro Pesca” vengono allestite “cucine attrezzate” per poter friggere il pesce e preparare le cozze. I profumi del “pesce fritto” e delle “cozze” invadono le strade e la gente fa la fila per poter assaggiare. Non manca la buona musica che allieta questi momenti.Siamo convinte: la festa della Madonna Stella Maris è un grande momento religioso ma anche sociale per vie delle nu-merose opportunità che la gente ha di incontrarsi e di stare insieme. Anche le numerosissime bancarelle - nelle quali si trova davvero di tutto – e il ricco parco giochi attirano le persone per giorni indimenticabili. Se poi fosse mancato l’ impegno straordinario dei volontari del comitato tutto questo non sarebbe stato assolutamente possibile.A noi arbataxini rimane la gioia di avere come patrona da venerare e pregare la Madonna Stella Maris e di poter preparare e offrire agli ogliastrini tutti e non solo momenti di vera fede e di festa.

GIULIA MORGANTE E ROBERTA MARCIALIS

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aC’è un giorno ad Arbatax dove tutto si ferma.E’ la festa del Santo papa Silverio, protettore di Ponza e dei pescatori. Nel pomeriggio del 20 gi-ugno una solenne processione con il simulacro del papa – appositamente “alloggiato” su una barca

– prende il via dalla Chiesa Stella Maris e passando per le vie del paese raggiunge la grande piazza del Centro Pesca. I gruppi folk e la banda mu-sicale segnalano anche con la loro presenza la straordi-narietà del giorno. Ma sono incalcolabili le preghiere che salgono a Dio, chieden-do l’intercessione di San Silverio, in particolare dai pescatori e da chi può van-tare le origini ponzesi.Alla fine della Santa mes-sa prende l’avvio anche la Processione in mare “di un solo giro” e la Benedizione dei pescatori, delle barche e del mare. Alla fine si rien-tra in chiesa.La Festa si chi-ude poi con intrattenimenti musicali e gastronomici in piazza.

Oriundo di Frosinone, salì al soglio pontificio nel gi-ugno 536. Il suo pontificato fu breve e molto trava-gliato; venne coinvolto suo malgrado, nelle lotte politiche e religiose che in quegli anni turbarono l’Italia e la Chiesa, infatti era in corso la guerra tra i Bizantini e gli Ostrogoti per il possesso della pen-isola. Nel dicembre 536 giunse alle porte di Roma, il generale Belisario dei Goti con le sue milizie e Sil-verio insieme al Senato, si adoperò perché la città fosse occupata senza combattimenti. Tre mesi dopo, nel febbraio 537 fu la volta del nuovo re degli Ostrogoti, Vitige a cingere d’assedio Roma con il suo esercito, con vari attacchi per ritornarne in possesso, distruggendo i dintorni compreso i cim-iteri cristiani e le chiese. E fu durante l’assedio degli Ostrogoti che cominciò la tragedia di Silverio; era giunto da Costantinopoli il diacono Vigilio con lettere dell’imperatrice Teodora, perché venisse favorita la sua elezione alla catte-dra di s. Pietro. Il diacono era già stato designato dal papa Bonifacio II (530-532) a suo successore, incontrando però l’opposizione del clero a questa novità, cioè la designazione invece che un’elezione, quindi non aveva potuto entrare in carica. Alla morte di s. Agapito I, egli fu di nuovo designato dall’impero bizantino alla carica di pontefice, ma trovando già eletto Silverio, per la seconda volta egli veniva es-cluso. Durante l’assedio degli Ostrogoti, che durò quasi un anno, fu messa in circolazione una presunta lettera di Papa Silverio al re Vitige, nella quale prometteva di aprirgli la porta Asinara presso il Laterano, per consegnargli Roma; il generale Belisario convocò

il papa al suo quartiere generale contestandogli l’accusa che Silverio facilmente smontò, anzi per evitare ulteriori sospetti, lasciò il palazzo del Lat-erano spostandosi presso la Basilica di S. Sabina. Ma il 18-19 marzo ci fu un furioso attacco e Silverio fu di nuovo chiamato da Belisario, che spalleggiato da sua moglie Antonina e da Vigilio, mosse altre ac-cuse a Silverio, quindi fu spogliato degli abiti pontifi-cali e vestito di un abito monastico; ai chierici che l’accompagnavano restati in altra stanza, fu detto che non era più papa e si era fatto monaco. Al suo posto subentrava Vigilio (537-555), mentre Silverio fu deportato a Patara nella Licia; il vescovo di Patara si recò a Costantinopoli a protestare pres-so l’imperatore Giustiniano, dicendo che nel mondo vi erano molti re ed un solo papa e questi era stato scacciato dalla sua sede.Giustiniano, vincendo le resistenze di Teodora, rimandò a Roma Silverio, con l’ordine che si riesa-minassero le presunte lettere e l’intera questione e se fosse risultato innocente, reintegrato come papa; Vigilio impaurito dall’inaspettato ritorno, convinse Belisario di deportarlo nell’isola Palmaria a Ponza. Nell’isola papa Silverio, per porre fine allo scisma che si era creato, abdicò l’11 novembre 537 e con-sunto dagli stenti e dalla fame, morì martire il 2 dicembre successivo. Il suo corpo, contrariamente a quelli di altri papi morti in esilio, non fu trasferito a Roma, rimanendo nell’isola; il suo sepolcro divenne centro di guari-gioni e miracoli e quindi meta di pellegrinaggi. Notizie del culto tributatogli a Roma sono documen-tate solo qualche secolo più tardi a partire dall’XI.

San Silverio Papa:una Devozione Speciale

La Festadel 20 Giugno

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a destra:istantanee della Festadi San Silverio

Page 21: Il Tempo e la nostra storia

La Parrocchia

Dal rito della BENEDIZIONE DEL MARE“Noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie, Dio di provvidenza infinita, per i grandi segni del tuo amore profusi nel corso dei secoli sulle generazioni umane cha hanno solcato le vie del mare. Per tua grazia, Signore, i nostri padri che ci trasmisero i segreti del navigare, ci hanno insegnato a vedere nell’immensità delle acque le orme della tua pre-senza; e con gli strumenti di questa difficile arte ci hanno insegnato la bussola delle fede e il timone della speranza. Nei giorni di bonaccia e di tempesta tu hai confortato la solitudine degli uomini del mare, hai sostenuto il loro sforzo laborioso e tenace e li hai

guidati ad un approdo sicuro. Noi ti preghiamo, Dio

onnipotente ed eterno: Infondi in tutte le coscienze il tuo santo timore, perchè sia preservato da ogni inquinamento questo scenario di bellezza e questa sorgente di energia e di vita. Sii tu,o Padre, la guida sicura che traccia la nostra rotta in mezzo ai flutti dell’esistenza terrena. Veglia sulle famiglie dei mari-nai e dei portuali; copri con la tua protezione gli scafi che galleggiano sulle acque e le dimore della terra-ferma. Ogni imbarcazione che attraversa i mari e gli oceani, porti al mondo un messaggio di civiltà e di fratellanza per un avvenire di giustizia e di pace. In-tercedano per noi la Vergine Maria, stella del mare, San Silverio, San Giorgio e tutti i testimoni del Van-gelo i cui nomi sono nel libro della vita. Risplenda il tuo volto, o Padre, su coloro che sono morti in mare; la tua benedizione ci accompagni tutti nell’itinerario del tempo verso il porto dell’eterna quiete.”Per Cristo nostro Signore. Amen

“Invitto e glorioso Martire San Silverio, Voi, supremo pastore della Chiesa

e Vicario di Cristo veniste relegato in quest’isola per difendere la vera Fede

Cristiana e per deporvi le Vostre spoglie, glorificate dai numerevoli mira-

coli. Noi Vi veneriamo, quale eroe della Chiesa militante e principe della

trionfante. Come vostri figli devoti, uniamo le nostre umile preghiere alle

lodi degli Angeli che ammirano la vostra costanza e fermezza nella Fede e

benediciamo incessantemente il Signore che ci fece dono del vostro patro-

cinio. Voi, nostro amato protettore, liberateci da ogni disgrazia nella vita

presente e da ogni assalto infernale nel punto estremo della nostra morte,

affinché con viva fede, ferma speranza ed amore ardente, possiamo venire

a godere con Voi le delizie che ci sono preparate nel cielo, per tutti i secoli

SUPPLICA A SAN SILVERIO

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Page 22: Il Tempo e la nostra storia

Consacrazione della Chiesa: il Vescovo benedice il nuovo Altare.

Don Mario Mereu,amministratoredella Parrocchiadal 1967 al 1972celebra le PrimeComunionipresso la chiesettadel Villaggio.(1971)

Consacrazione della Chiesa: il Saluto delle Autorità

L a celebrazione del 40.mo anniversario dell’erezione della nostra parrocchia ci aiuta a prendere coscienza più profon-

da di una dimensione essenziale della nostra fede. Come insegna il Concilio Vaticano II “è piaciuto a Dio di santificare e salvare gli uomini non separatamente e senza alcun legame fra di loro, ma ha voluto costituirli in un popolo che lo riconoscesse nella verità e lo servisse nella santità” [Cost. dogm. Lumen Gentium 9,1; EV 1/308].L’occasione dell’Anniversario ci aiuta a prende-re coscienza di appartenere sempre più ad un popolo – il popolo di Dio – che in questo luogo vive come visibile unità da diversi anni. Ap-parteniamo ad una storia che narra non solo giorni e opere di uomini, ma anche le grandi opere di Dio. Siamo i partners di un’alleanza il cui contraente è Dio stesso: “voi siete il mio popolo” dice il Signore “ed io sono il vostro Dio”.È da questa misteriosa e mirabile appartenenza reciproca che la storia del popolo di Dio in Stella Maris in questo primo scorcio di tempo della sua vita è stata generata. Sappiamo che lo scorrere del tempo non è un divenire senza senso, ma è la storia di un popolo, sostenuto e guidato da Cristo e dal suo Spirito verso la pienezza della beatitudine eterna. Di questo popolo noi fac-ciamo parte da quaranta anni come comunità parrocchiale! Tutto acquista allora significato e niente può ritenersi banale.Nella Chiesa, nella nostra comunità continua a risuonare la voce del Signore. Come ricorda il Concilio Vaticano II, Cristo è sempre presente nella sua Chiesa: “È presente nella sua parola, giacché è lui che parla quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura” [Cost. Sacrosanctum Concilium 7,1; EV 1/9]. È mediante la predi-cazione della Parola di Dio fatta dai parroci (aiutati dalle

catechiste) in questi anni che si costituisce, vive e cresce il popolo di Dio. Si accende la fede nel cuore dei non credenti e si nutre nel cuore dei fedeli. È dalla celebrazione dei divini Misteri che nasce ed è plasmata la Chiesa.“Ciò che abbia-mo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato lo diremo alla generazione futura: le lodi del Signore, la sua potenza, e le meraviglie che ha compiuto”. Dio ci aiuta a capire quale è la dimensione umana della storia e della conti-nuità del popolo di Dio. Come ogni popolo, an-che il popolo di Dio che siamo noi si costituisce nel rapporto fra le generazioni. E questo rap-porto ha un nome: educazione. E’ la questione vitale per eccellenza nella storia di un popolo. Il rapporto educativo si istituisce mediante un racconto, una narrazione. Racconto, narrazione di che cosa? Delle meraviglie e delle opere che il Signore ha compiuto.La tradizione che lega una generazione all’altra non è fondamentalmente una trasmissione di valori o di regole astratte, ma è una testimo-nianza, quasi come un benefico contagio attra-verso cui l’adulto, che sta già sperimentando la pertinenza alla vita della fede cristiana, la trasmette alle nuove persone che stanno en-trando nella vita: “perché ripongano in Dio la loro fiducia e non dimentichino le opere di Dio ma osservino i suoi comandi”.Questo piccolo strumento che avete tra le mani è fatto di carta ma composto con il “cuore” colmo di gratitudine a Dio e a quanti hanno contribuito con la loro vita alla costruzione di questa comunità. Vuole essere anche un segno da lasciare - tramandare - alla nuove genera-zioni perché “mantengano memoria viva” e si adoperino a continuarla nel solco lasciato dai loro padri e reso vitale dalla presenza di Dio

DON GIORGIO CABRAS

Lo scorrere del tempo e la storia di un popolo

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Page 23: Il Tempo e la nostra storia

La Parrocchiaa sinistra: Cresime del 2005 sotto: Venerdì Santo 2006, inizia nella chiesa di Stella Maris il pio esercizio della Via Crucis

Attestato di Prima Comunione3 Giugno 1953, giorno della Benedizione della Chiesa di Stella Maris

dal “Libro Cronico” della Parrocchia di Sant’ Andrea Tortolì

Padre Pasquale Dettori

LE TABELLE A SINISTRASONO FRUTTODI RICERCAD’ARCHIVIOREALIZZATE DA:

GIUSEPPE CAPPAI,

FRANCESCO JESU,

MICHELA SERDINO,

ALICE CARBONI,

STEFANO VACCA,

DENISE MASELLA

La statua di San Giuseppenella chiesa di S. Giorgio,opera dello scultore Mussner

1953 - 200855 Anni della Benedizione

della Chiesadi Stella Maris

Benedizione della Chiesadi Stella Maris 3 giugno 1953

«Il giorno tre del mese di giugno del 1953 S. Ecc. Ill.ma e Rev.ma Mons. Lorenzo Basoli Vescovo d’ Ogliastra, coadiuvato dal Parroco locale e dai parroco di Lotzorai e Girasole e dal Vice Parroco di Tortolì benedisse la nuova chiesetta di Arbatax costruita per iniziativa del Parroco Canonico Celestino Melis. Egli, nell’alluvione del 1940, che aveva danneggiato fortemente la chiesetta della Ver-ine di Adamo, di proprietà privata, fece insistenza presso il Provveditore delle Opere Pubbliche Onorevole Luigi Carboni, perché fosse costruita una chiesetta nuova sufficiente per esercitare le funzioni religiose in quella frazione.Il Provveditore annuì e diede l’incarico all’Ingegner Calvisi, ora defunto, d’elaborare il progetto che fu approvato e l’esecuzione dei lavori appaltata dall’Impresa Vigna di Nuoro. Venne il bombardamento e non si parlò più della costruzione già approvata.Il Parroco si adoperò di nuovo a rintracciare il progetto e con l’aiuto dello stesso signor Carboni riuscì a consegnaredi nuovo i lavori all’impresa Ansoldi, il quale portò a termine il lavoro di costruzione generale della Chiesetta.Finalmente dopo alcuni anni della costruzione si riuscì ad avere il permesso di Benedirla e di funzionarla. »Can Celestino Melis, Parroco

1966: 281967: 271968: 251969: 321970: 261971: 251972: 211973: 241974: 221975: 291976: 211977: 211978: 251979: 211980: 261981: 351982: 341983: 411984: 381985: 301986: 49

1987: 461988: 391989: 401990: 421991: 451992: 341993: 421994: 361995: 221996: 341997: 311998: 341999: 242000: 442001: 502002: 412003: 402004: 382005: 562006: 482007: 60

I Battesimi nella Parrocchiadi Stella Maris dal 1966 al 2007

1972: 21973: 51974: 51975: 61976: 91977: 71978: 81979: 21980: 101981: 111982: 151983: 151984: 211985: 171986: 211987: 251988: 14

1989: 141990: 221991: 211992: 201993: 251994: 161995: 161996: 211997: 101998: 161999: 222000: 222001: 222003: 252004: 142005: 202006: 222007: 22

1968: 361969: 11972: 191973: 351975: 351976/77 : 551978: 11979: 381980: 31981: 1101982: 651983: 311984: 691985: 491986: 591987: 601988: 77

1989: 411990: 471991: 821992: 571993: 291995: 401996: 411997: 171998: 411999: 322000: 402001: 382002: 512003: 312004: 322005: 362006: 432007: 44

Le Cresime nella Parrocchiadi Stella Maris dal 1968 al 2007

I Matrimoni nella Parrocchiadi Stella Maris dal 1972 al 2007

BA

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« La Parrocchia raccoglie nell’unità persone le più diverse

tra loro per età, estrazione sociale, mentalità

ed esperienza spirituale. »

Page 24: Il Tempo e la nostra storia

Gior

gio

San

a lato:I Fedeli sul sagrato accolgono

la statua di San Giorgioalla fine della Processione.

IL VENERDI’dalla chiesa di San Giorgioalla Chiesetta del Sacro Cuore.IL SABATOdalla Chiesetta del Sacro Cuorealla Chiesa di Sella Maris.LA DOMENICAdalla chiesa di Stella Marisalla Chiesa di San Giorgio

dal 1998la 1° Festa delle”tre Processioni”

sotto: La Processioneincomincia il suo percorsoa partire dalla Chiesa di Stella Marissotto a destra: un momento dellaprocessione aperta dalla sfilatadei cavalieri (v.le Europa)

La Processione in occasione della festa si apre con la sfilata dei cavalli e cavalieri dal piazzale delle “Rocce Rosse” fino a raggiungere il Sagrato della Chiesa: nel 2007 sono presenti 40 cavalieri di Tortolì - Arbatax e circondario.

Il Gruppo Folkdi Tortolì

partecipa allaProcessione per

la Festa.Nella foto

lo stendardodel Comitato

di Stella Maris

I Ministranti dellaParrocchia aprono

“il Cammino”dei Fedeli.

U na volta benedetta la Chiesa di San Giorgio (8 gi-ugno 1997) si è incominciato a pensare alla Festa

da celebrare in onore del Santo Vescovo. Il primo comitato – cui spettava il gravoso compito di iniziare una nuova tradizione – dopo molti incontri e accesi dibattiti ha pro-posto alla comunità e al Consiglio Pastorale una “traccia” possibile per i festeggiamenti. Si era innanzitutto pensato alla necessità di “coinvolgere” non solo idealmente le tre zone pastorali della parrocchia; si decisero pertanto tre giorni di festa con tre processioni colleganti le tre chiese del territorio parrocchiale. La Processione più grande (è più bella) è quella della Do-menica mattina. Si svolge partendo dalla Chiesa di Stella Maris per raggiungere la Chiesa di San Giorgio. Con i numerosi parrocchiani presenti partecipano anche gruppi folk, la banda musicale, i suonatori di launeddas e cavalli e cavalieri. La processione della Domenica si chiude con la benedizione, nel sagrato della chiesa, proprio dei cavalli e dei cavalieri. Si decise di “insistere” sul “cammino” e sulle processioni proprio perché San Giorgio di Suelli fu il primo evangelizzatore dell’Ogliastra e la attraversò tutta “dai monti al mare” a piedi o a cavallo. In questa pagina le foto richiamano vari momenti delle processioni.

Alcuni dati relativi ai primi Festeggiamenti in onore del Santo Vescovo Giorgio

“La festa in cui si cammina molto”24 25

Page 25: Il Tempo e la nostra storia

San GiorgioSan Giorgio

sopra, un momento colorato con i palloncinia sinistra: il Pane Benedetto sotto l’altarea destra: la raccolta delle armi giocattolo

Le posie raccolte dai bambini il giorno della festa.

il Falò, momento culminante e vivo dei festeggiamenti di S. Antonio.

É uno dei momenti più caratteristici della vita della nostra parrocchia: la Festa di Sant’Antonio Abate. I bambini e i ragazzi l’attendono con gioia e curi-

osità; gli adulti e gli anziani rivivono le memorie i ricordi dell’infanzia. E’ una ricorrenza davvero speciale: ha una di-mensione così caratteristica che “lascia il segno” nel cuore di tutti. Nella giornata di sabato più vicina al 17 gennaio si celebra la festa del Santo con un momento “parrocchiale” vivissimo.La preparazione inizia subito dopo la festa dell’Epifania, portando in un punto preciso della piazza della Chiesa San Giorgio la legna che verrà poi usata per il Falò.In una settimana circa si forma una grande catasta pronta ad essere bruciata.

MOMENTI DIVERSI E CARATTERISTICI Il pomeriggio della festa la piazza si anima in modo vera-mente unico per la “benedizione degli animali”.In questi anni non solo sono stati portati cani e gatti, ca-narini e tartarughe, ma anche cavalli, maiali e maialini, pap-pagalli e caproni, criceti e topolini, conigli e caprette tibet-ane, cocorite e pesciolini... Una piccola e simpatica Arca di Noè. Il momento della benedizione è anche “catechistico”: imparare a rispettare la natura intera – flora e fauna – creata da Dio è compito di tutti!Un secondo momento caratterizza la festa: la raccolta delle “armi giocattolo”!L’opera catechistica si attiva ormai da anni in questa iniz-iativa finalizzata ad una sensibilizzazione sempre più forte contro le armi e la violenza. Si raccolgono pertanto le “armi giocattolo” presenti tra le mani dei bambini e si sostituiscono “a sorpresa” con altri giocattoli. Dopo la Benedizione del Falò queste armi verranno poi “buttate e bruciate” al fuoco. Un gesto così vale molto più di mille parole.La Santa Messa Vespertina – con il panegirico del Santo e la Benedizione del Pane di Sant’Antonio - è il momento cen-trale della festa. In piazza il pane viene distribuito ai presenti e si prepara anche per essere consegnato agli ammalati.Poi si benedice il fuoco e si chiedono grazie per intercessione del santo. La festa prosegue con il “lancio dei Palloncini” e i messaggi della pace scritte dai bambini.Circa trecento palloncini si alzano così in cielo portando gli aneliti di pace e serenità dei bimbi. I loro pensieri e le loro riflessioni sono però letti dai presenti in un grande pannello posto nel sagrato della chiesa: il concorso “poesie e disegni di pace” attira infatti l’impegno dei numerosi ragazzi della catechesi.Insieme ai colori dei palloncini e alle grida di gioia dei bam-bini e alla musica si diffonde sulla piazza anche il profumo della polenta e della salsiccia arrosto, del pop corn e delle castagne. E’ una convinzione di tutti:Sant’Antonio riesce ogni anno a fare un piccolo grande mira-colo: far incontrare una comunità e un popolo in cammino!

Grazie Sant’Antonio!

S ant’ Antonio Abate è uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa. Nato a Coma, nel cuore dell’Egitto, intorno al 250, a vent’anni

abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una pla-ga deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ul-tracentenario nel 356. Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di tutto l’Oriente. Anche Costantino e i suoi figli ne cer-carono il consiglio. La sua vicenda è raccontata da un discepolo, Sant’Atanasio, che contribuì a farne conos-cere l’esempio in tutta la Chiesa. Per due volte lasciò il suo romitaggio. La prima per confortare i cristiani di Alessandria perseguitati da Massimino Daia. La sec-onda, su invito di Atanasio, per esortarli alla fedeltà verso il Concilio di Nicea.

BREVE BIOGRAFIA DEL SANTO

Ogni anno un piccolo grande miracolo: fa incontrare una comunità e un popolo in cammino!

IL SIGNIFICATO DI UNA FESTA IMPRESSA NEL CUORE DI TUTTI

Sant’ Antonio Abate: la forza della Testimonianza24 25

Page 26: Il Tempo e la nostra storia

O M A R I A , Vergine Madre di Dio emadre nostra, ci rivolgiamo a Te e ti invochiamo come stella del mare,

rifugio e speranza dei peccatori.Tu Immacolata, sei stata preservata da ognimacchia di peccato e splendi di sovrumanabellezza; aiutaci a conservare ed accrescere la grazia del battesimo che ci fa partecipi della vita stessa di Dio. Tu, pellegrina nella fede, hai camminato per le tortuose vie del mondo con lo sguardo rivolto a Dio e hai fatto sempre la sua volontà: aiutaci a crescere nella fede, nella speranza, nella carità e a spendere la nostra vita al servizio di Dio e dei fratelli. Tu hai partecipato alla passionedi Gesù e lo hai seguito sino alla croce:fa che possiamo accettare ogni sofferenza,offrendola in riparazione dei peccati nostri,delle nostre famiglie, della nostra società. Tu con materne cure hai assistito la Chiesanascente, sgorgata dal cuore di Cristo Crocifissoe Risorto e santificata dallo Spirito Santo:assisti la nostra comunità; fa che possiamosperimentare la gioia di essere Chiesa terrena,anelanti alla Chiesa celeste. Risplendi Tu, come luce di sicura speranza,nel nostro pellegrinare tra le tempestoseonde della vita e guidaci al porto sicuro,nella famiglia dei Santi.Amen”

PREGHIERAALLA MADONNA STELLA MARIS,nostra Patrona

Un Gruppo di Parrocchiani in visita a Roma durante l’ultima udienza tenuta da Giovanni Paolo II

Fuochi d’artificioFesta di Stella Maris 2006Foto di Giuseppe Benaglio

“ Sono molto contento di essere qui, in questa parrocchia che si chiama Stella Maris. Voi sa-pete che cosa vuol dire Stella Maris? È vero,

è un nome marino e infatti il mare sta qui vicino. Specialmente per quanti devono girare attraverso i mari ci vuole una stella per mostrare la giusta di-rezione. Stella Maris: questo titolo è attribuito a Ma-ria, Madre di Cristo. Maria è Stella Maris perché ci mostra il giusto indirizzo per non perdere la strada, specialmente nella notte, nella tempesta.È bello il nome che ha la vostra parrocchia ed è anche molto indicativo.Dice che voi avete bisogno di una Stella Maris, di una stella che indica la giusta strada nella vita, special-mente nei giorni difficili, per arrivare al porto, per non sbagliare, per non perdersi. È un nome molto ben scelto per una parrocchia così vicina al mare. Perché qui siamo vicino al mare, vero? Come si chia-ma questo mare? Mare Tirreno, bravi! E voi qualche volta andate sulle spiagge? Ma adesso no, ci andate in estate!Vi auguro di crescere con questa Stella Maris, di crescere nei vostri anni giovanili, prima da bambi-ni, poi da ragazzi e da giovani, e di non sbagliare la strada per arrivare al porto. Qual è il porto? Il porto di Roma si chiamava una volta Ostia. Ma c’è un’analogia. Arrivare al porto, infatti, vuol dire ar-rivare al porto di tutta la vita, della vita eterna.Vi auguro che voi tutti parrocchiani della parrocchia Stella Maris, specialmente i più piccoli e i più giovani, manteniate sempre la giusta direzione e arriviate a questo porto verso il quale ci dirige la Stella Maris,

Maria Madre di Cristo.Avete capito? Infine saluto anche i vostri genitori, i vostri catechisti. Grazie per i fiori e la vostra buona accoglienza e speriamo che questa visita ci farà più amici. Avete detto all’inizio che conoscete il Papa at-traverso la televisione. Oggi non c’è bisogno della televisione perché avete il Papa in natura, di persona. Ma anche la televisione è molto utile. Si può girare tutto il mondo con l’aiuto della televisione. Auguro a tutti buona domenica e buona Quaresima.Dopo la Santa Messa, Giovanni Paolo II ha incontrato un gruppo di laici impegnati nella vita della comunità parrocchiale. Ecco le sue parole:La Stella Maris è molto importante, specialmente nella notte quando si può perdere il giusto indirizzo. Guardando questa stella si può ritrovare sempre l’indirizzo.È molto significativo il titolo della vostra parrocchia. Fa pensare. Sono diverse le notti che l’uomo deve affrontare, deve passare, e ciascuno di noi ha bisogno di questa stella che lo guida. Voi siete impegnati nella vita della parrocchia, nella catechesi, nella liturgia, nel Consiglio pastorale, nell’apostolato dei giovani.Vi auguro di seguire sempre questa Stella Maris in diverse situazioni: di seguire e anche di far seguire gli altri che hanno bisogno di un giusto indirizzo. Questo auguro alla vostra parrocchia, al vostro par-roco, ai suoi collaboratori e a voi tutti impegnati in questa parrocchia nell’apostolato dei laici: catechisti, famiglie, Consiglio pastorale, giovani.”

GIOVANNI PAOLO II

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Page 27: Il Tempo e la nostra storia

UNA GIORNATA INDIMENTICABILE

L’ Assemblea composta da parrocchiani di Arbatax e Suelli partecipaattenta e numerosa alla Liturgia Eucaristica

Alla conclusione della Messa il parroco di Suelli benedice la pianta dell’Ulivo donata dall’amministrazione comunale. Accanto il sindaco di Suelli, Dott. Aru

Le Autorità civili e militari presenti alla celebrazione, il Comandante delPorto, il Commissario di Polizia, il Tenente della Finanza, il Maresciallo C.C.

La Targa ricordo del Dono dell’Ulivo dell’Amicizia e della Pacedonata dall’ amministrazione comunale di Suelli

Il momento della piantumazione dell’Ulivo davantialla Chiesa di S. Giorgio di Suelli

Altri momenti della Cerimonia e della Festa, che ha coinvolto tutti,anche i bambini e i giovani.

La Parrocchia

A lle 10 e 15 della Domenica 4 dicembre 2005 molte macchine e diversi Bus Gt provenien-ti da Suelli si fermarono nel piazzale della

Chiesa di San Giorgio. L’accoglienza della comunità parrocchiale fu molto calorosa. Molte persone si erano già radunate nel sagrato della chiesa incuri-osite dalla novità e dal desiderio di fare una pronta e squisita accoglienza. L’incontro tra le due comunità, accomunate in maniera speciale dall’ avere entram-be San Giorgio Vescovo come patrono, si fece subito preghiera. La Santa Messa, presieduta dal nostro parroco don Giorgio e concelebrata dal parroco di Suelli Don Guido Marrosu, è stata per tutti un mo-mento davvero indimenticabile.Presenti all’evento anche il Sindaco di Suelli Prof. Ro-berto Aru e diversi Assessori e Consiglieri comunali di Suelli, al Capitano dei Carabinieri, Al Comandante della Tenenza di Arbatax e al Comandante del Por-to, Ten. Ernesto Cataldi. Alla fine della celebrazione eucaristica abbiamo vissuto un altro momento spe-ciale: la comunità di Suelli, per interessamento del Comune stesso e della parrocchia, ha voluto donare alla comunità di Arbatax un segno della loro ami-cizia: un ulivo centenario in ricordo di questa gior-

nata e in onore di San Giorgio. La pianta resterà poi per sempre un segno di amicizia e di pace! Abbiamo assistito tutti al momento del “trapianto” dell’Ulivo con trepidazione e gioia grande. Alla fine un grande applauso si è levato dalla folla contagiando tutti.La benedizione alla pianta da parte del Parroco di Suelli e il discorso ufficiale del Sindaco di Suelli hanno ufficializzato il momento. Alla fine ci siamo trasferiti nei locali della Colonia Diocesana per un pranzo coi fiocchi. Anche il Vescovo d’Ogliastra Mons. Piseddu, impegnato fino al quel momento in un’altra parroc-chia per la celebrazione delle Cresime, non è voluto mancare all’incontro manifestando il suo plauso per l’iniziativa e per questa amicizia.Dopo il pranzo abbiamo vissuto un altro incontro im-portante: il parroco di Buddusò Don Nino Vacca e il suo Coro ci hanno regalato un concerto bellissimo!Lo scambio di doni e la dichiarazione reciproca di amicizia ha chiuso un giorno indimenticabile.E’ difficile poi raccontare quanto vissuto in modo così emozionante in un giorno intenso che resterà nella storia di questa comunità.Nelle fotografie di questa pagina cerchiamo allora di regalarvi quelle emozioni e quei ricordi.

UN SEGNO DI AMICIZIA: IL DONO DI UN ULIVO CENTENARIO

DI MARCO PACINI E PIERLUIGI CONGIU

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Don Paolo Loi all’inizio della sua Missione pastorale(1 Ottobre 1972 - 10 Ottobre 1974)

Notizie in breveDon Paolo Loi nasce a Jerzu da Loi Vittorio e Carboni Luigina il 25 Gennaio del 1940. E’ iscritto , fina dall’età di 7 anni all’Azione Cattolica, sezione “Fanciulli”. A 11 anni, primo tra tutti i vari ragazzi delle undici diocesi sarde, vince a Roma, il 16.07.1951, il “Premio Araldo del Papa”, e riceve la medaglia dalle stesse mani del Sommo Pontefice Pio XII°. Sarà un ricordo indelebile per tutta la sua vita. Frequenta le scuole medie inferiori e superiori nel Semi-nario Vescovile di Lanusei dal 1952 al 1957. Frequenta il Liceo, il Corso Filosofico e Teologico nel Seminario Regio-nale di Cuglieri dall’Ottobre 1957 al lulgio 1965, consegu-endo la Licenza in Sacra Teologia. Fu ordinato sacerdote ,

a Jerzu, dal Vescovo Mons. Lorenzo Basoli il 03.07.1965.

PRIME MANSIONI:Sono stato nominato Vice Assistente della Gioventù

femminile e loro Animatore nei vari campeggi a BauMe-

la. Dal 1965 al 1972 sono Professore di Latino, Greco,

Musica, Storia e Geografia nel Seminario Vescovile di

Lanusei.. E’ Professore di Religione nel Liceo Classico e

nelle Scuole Medie di Lanusei. Professore di Religione

nelle Scuole Medie di Arzana. Dal 1966 al 1967 Vice Par-

roco nella Cattedrale di Lanusei. Dal 1966 al 1972 Pro-

fessore di Musica e Canto Corale alle Scuole Magistrali di

Lanusei, dove ebbi come brave alunne, le signore Carla

Balzano e Vanna Pagano provenienti da Arbatax. Sono

stato anche Padre Spirituale nel Seminario di Lanusei.

Sono stato poi nominato 1° Parroco di Arbatax, dal Vesco-

vo Mons. Salvatore Delogu, il 1 Ottobre 1972 (Festa di

Santa Teresina). Ho fatto l’ingresso la sera del 22 Ot-

tobre 1972 presentato ai fedeli dal Canonico Gavino Lai.

Resterò in Parrocchia fino al 22 Settembre 1974.

RICORDI E RIFLESSIONI.Vi arrivai sulla mia auto Mini Minor, con nessun altro a

bordo. La piazza della Chiesa era gremita di fedeli, spe-

cialmente di ragazzi e di giovani. Dopo la sobria cerimo-

nia d’insediamento, risposi con brevi parole per ringrazi-

are tutti e, al termine, diedi la Benedizione Eucaristica.

Ricordo che dissi: «Sono abituato a parlare poco e ad

ascoltare molto, ma mi sentirete negli anni che resterò

in mezzo a voi. Mi direte anche “Basta!” Non potevo im-

maginare che sarei rimasto solo due anni in questa bella

e allora piccola Parrocchia: 800 abitanti. Ricordo che poi

ci fu un piccolo rinfresco.

LA CHIESETTA PARROCCHIALE “STELLA MARIS”Fui colpito subito dalla numerosa presenza di giovani

e di ragazzi: era il mio campo preferito! Quanti di quei

ragazzi sarebbero diventati i miei primi chierichetti! La

Chiesa era piccola ma bella, pulita, accogliente e calda

come una vera famiglia. Anche la casa parrocchialeera

piccola: due camere da letto (una per me e una per mia

sorella), la cucina, un piccolo bagno e una sala più ampia

a pian terreno adibita poi per riunioni, sala da proiezione

e per giocare a biliardino. Il davanzale che dava sulla pic-

cola pizza era privo di ringhiera. Essendo pericoloso, mio

padre e mio zio Antonio Patteri misero un giro di mattoni

per evitare che il parroco, affamandosi, cadesse giù! La

prima notte, nelle poche ore che riuscii a dormire pensai

tra me: “Chiesetta chiesetta mia, per piccola che tu sia,

tu mi sembri un’abbadia”. E per la casa pensai : “Parva,

sed ... apta mihi” (Piccola, ma... adatta a me).

LA CHIESETTA DEL VILLAGGIO CARTIERAEra un piccolo e lindo fabbricato in legno ma l’altare era

così alto che d’estate sentivo il sole picchiare... in testa!

Durante la Messa domenicale il sudore mi scendeva a

rivoli sulla schiena: arrivato a casa era d’obbligo una bel-

la doccia! Ricordo bene gli artistici addobbi floreali curati

dalla mani d’oro della signora Taccus e i tanti ragazzi,

giovani e adulti che, la domenica pomeriggio, facevano

ressa per vedere i films: unica attrattiva per allora!

LA MIA PRIMA PREOCCUPAZIONE:Avevo molti ragazzi e giovani ma non l’Oratorio. E’stato

sempre il mio assillo ad Arbatax, Escalaplano e Cardedu.

Soltanto ad Arbatax non riuscii a costruirlo. La Signora

Gigina Mazzella promose che mi avrebbe dato una mano:

lo avremmo dedicato a sua figlio Pierpaolo morti pochi

anni prima in un incidente stradale. Ero d’accordissimo!

Purtroppo restò un sogno per allora non realizzato: restai

ad Arbatax soltanto un anno e undici mesi! Dissi: “spet-

terà ad altri”.

I CHIERICHETTIDa subito scelsi un bel gruppo di bravissimi bambini: era

uno migliore dell’altro. E’ difficile ricordarli tutti: Sergetto

Vacca, Gianni Mannai, Mario Perdisci, Geppino e Aldo Bal-

zano, Maurizio Ghiani, Lucio Fara, Stefano Tugulu, Rober-

tino Murru, i fratelli Romano Giuseppe e Raffaele, Silverio

Vitello, Maurizio Murino, Segio Bovi, Gianni Careddu ecc.,

ma soprattutto l’indimenticabile Pier Paolo Murino che,

oltre essere stato il miglior chierichetto che abbia mai

avuto in tutta la mia vita di parroco, era un lettore serio,

attentissimo e dalla pronuncia chiarissima che la farebbe

in barba, oggi, a tanti lettori ordinati. Nessuno mancava

alla Messa del mattino, ed era difficile, per me, fare i tur-

ni: bisticciavano ogni mattina per servirla! In estate dopo

la Messa, fatta una frettolosa colazione nelle lor case, a

gruppi di quattro, ogni mattina tutti nella mia barchetta a

fare il bagno all’isolotto d’Ogliastra o all’Aguglia! Pranzo?

Due panini imbottiti e una bottiglietta d’acqua e ... allegri

come paque! Rientro alla sera per il Rosario! A Casa?

Dopo il Rosario: nessuno voleva tornare a casa! Nell’anno

1973 vinsero il 1° premio come miglior gruppo Ministranti

d’Ogliastra. E guai chi toccasse la loro bandiera! “Siam er

mejo de tutti” si dicevano l’un l’altro per tutto l’anno!

LE ZELATRICI DEL SEMINARIO

Tra le iscritte alle donne di Azione Cattolica, ne scelsi al-cune tra le più sensibili al problema delle Vocazioni. Oltre alla preghiera quotidiana, proposi (e fu subito accettato) l’impegno di acquistare, ogni anno, la merendina serale per i seminaristi. Mi consta che tale impegno fu mante-nuto per sempre. Adesso che in seminario a Lanusei non ci sono ragazzi, tale impegno lo si può rimandare a ... tempi migliori! Le prime zelatrici (che ricordo) furono Le signore Rosinetta e Bianca Catte, Nomei Vacca, Franca Musella e la Signorina Concetta Soddu.

Don Paolo Loi:1° Parrocco della parrocchiadi Stella Maris

Documento:Atto di Nomina del ParrocoDon Paolo Loi

Un contributo alla memoria

L’ esperienza del Primo Parroco:Emozioni, Ricordi, Rimpianti

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« La Parrocchia manifesta a tutti che gli sforzi

intesi a realizzare la fraternità universale

non sono vani »(G.S. 38)

Page 29: Il Tempo e la nostra storia

Stella Maris

DON PAOLO LOI(Jerzu 04.11.2007)

IL CANTOEssendo stato professore di Musica e Canto Corale alle

scuole magistrali di Lanusei, il canto mi è sempre piaciuto

nella liturgia. Insegnai subito la Novena del Santo Natale,

i canti di Natale, di Pasqua e quelli per le Messe domeni-

cali. In mia assenza, suonava con maestria L’armonium

(a pedale) la signora Rosetta Balzano, diplomata in mu-

sica. La figlioletta Luisella era sempre pronta accanto

alla mamma: e forse fu proprio guradando e ascoltando

la mamma che Luisella Balzano si innamorò della mu-

sica. Sono contento che oggi sia proprio lei a dirigere con

rara maestria il bellissimo Coro di Arbatax, che a volte

invitai anche a Cardedu.

I CAMPEGGI E LE GITENel 1973 portai, per 15 giorni, 40 tra ragazzi e ragazzine

della Parrocchia e del Villaggio Cartiera ad un bellissimo

campeggio nei boschi secolari del Perda Liana. La Messa

domenicale era celebrata al campo, fra le tende e sotto

le querce. La vita in tenda, le escursioni sui “tacchi” le

paure sui sentieri bui del peradaliana e la salita alla vet-

ta del Gennargentu resteranno sempre impresse nella

mente di questi vispi ragazzi!

I GIOVANI GRANDI non dimenticheranno mai la gita al

Gennargentu, nell’estate del 1974, fatta a piedi dalla

cantoniera di Piraonni fin sulla punta La Marmora e la

discesa fino al Monte Spada, dove ci attendeva il pul-

mann. Le ragazze, alcune con il tacco a spillo, altre con le

“giapponsesine” a infradito, si erano trovate al termine a

piedi... nudi o avvolti con i fazzoletti! Qulacono di questi

“turisti per caso”, incontrandomi dopo anni, mi apos-

trofano con ironia e nostalgia dicendomi

“Assassino..................! Ma... quando ci

riporta? Non ho mai fatto gita più

faticosa ma anche più bella

della salita

al gennargen-

tu!!!”

LE SCUOLE: Materne ed Elementari

Per me era un relax trascorrere qualche mezz’oretta tra i bambini della scuola materna ed elementare. La scuola materna era tenuta dalla Suore Domenicane di Lanusei: ricordo bene Suor Agnese che era la più allegra. Che belli quei bambocetti sempre vispi e con gli abitini sem-pre puliti! Sembravo una chioccia tra i suoi pulcini! Oltre le giovani catechiste, le Suore erano le più valide col-laboratrici per la Catechesi parrocchiale. Nelle visite alle scuole elementari del Villaggio Cartiera ho ancora im-pressa la serietà dei bambini, i grembiuli sempre puliti e la serietà delle insegnanti che riuscivano a tenere la dis-ciplina senza urlare: tra le tante ricordo ancora la signora Careddu con i suoi tre figli: Gabriella, Gianni e Nicoletta, un angioletta co i capelli biondissimi. Quando parti per Escalaplano, una mamma mi disse triste: “Quanto avrei voluto che fosse stato lei a seguire le mie due bambine!” Ricordo ancora il nome di questa mamma!

LE FESTESuggestiva, più di ogni altra, all’inizio dell’estate, la festa della Madonna “Stella Maris”, con la bella processione a mare. Provo ancora rammarico: la potei celebrare solo per due anni! Mi colpi lo spirito di sacrificio del Comitato permanente per abbellire in tempo le strade con i bellis-simi luminari. Posso poi forse dimenticare la festa del 20 giugno per San Silverio? Un pescatore ponzese mi disse un giorno: “Ci spostino la Festa del Corpus Domini, ma non quella di San Silverio!”. Conservo ancora mi pare una traccia di omelia che feci per questo grande santo di Ponza e di Arbatax.

RICORDIQuante ore, al pomeriggio, trascorse per confessare o in porticciolo a parlare e scherzare con i pescatori mentre riassettavano le reti dopo la pesca. Quanta stima conser-vo ancora per l’allora presidente della Cooperativa pes-

catori signor Fara, e non potrò mai ringraziarlo abbastan- za per aver messo a mia

disposizione il furgone della Cooperativa

Pescatori in oc-casione del mio

trasfer imento ad Escala-

plano.

La Scalata del Gennargentu”

“Fui colpito subito dalla numerosapresenza di giovani e di ragazzi”

Le foto di queste pagine sono state gentilmente messe a disposizioneda Don Paolo Loi per il nostro Giornale e raccontano alcune escursioni e campi scuola organizzati dalla Parrocchia di Arbatax in quegli anni.

“ Le Ragazze, alcune con il tacco a spillo, altre con le giapponesine a infradito ”

in alto: alla fine della salita sul Gennargentu si posa soddisfattiaccanto alla Croce di Punta La Marmora.

in alto: il meritato riposo alla fine dell’escursione. La fatica è tanta ma lasoddisfazione di aver raggiunto la cima non ha confronti.

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« Cristo è qui: la parrocchia attua la sua Presenza in mezzo

ai fedeli, e in tal modo il Popolo cristiano diventa

sacramento - segno sacro - della presenza

del Signore. »

Page 30: Il Tempo e la nostra storia

Un Ringraziamento specialeda tutta la Comunità

và all’ amministrazioneprovinciale per aver

contribuito generosamente “per fini umanitari ”

all’invio del Containerper la Costa d’Avorio,

con un finanziamento di € 4.000

« il Paese africanoè stato diviso per più di cinque anni »

ABIDJAN, lunedì, 28 maggio 2007 ( ZENIT.org).E’ senza precedenti l’abbraccio di pace che si sono scam-biati, nella cattedrale di Abidjan, il Presidente della Costa d’Avorio Laurent Gbagbo e il suo Primo Ministro Guil-laume Soro – ex leader della ribellione del Paese – in presenza del Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, inviato su espressa richiesta del Papa. Il Cardinale Renato Martino ha percorso, dal 15 al 20 maggio, 800 chilometri nel Paese africano. “E’ stato un viaggio che ho compiuto su richiesta del Papa stesso, che mi ha raccomandato di visitare la Costa d’Avorio proprio in questo momento di pacificazione”, ha spiegato il porporato al suo ritorno ai microfoni della “Radio Vaticana”. Invitato anche dalla Conferenza Epis-copale locale, il Cardinal Martino ha presentato il Com-pendio della Dottrina Sociale della Chiesa (come sta facendo nei cinque continenti dalla pubblicazione del vol-ume, avvenuta nell’ottobre 2004) e si è fermato in varie città – soprattutto Bouaké, bastione dei ribelli – della Costa d’Avorio, che si sforza di uscire dal tentativo di colpo di Stato del 2002. Come ha ricordato il porporato all’emittente pontificia, il Paese africano è stato diviso per più di cinque anni; dopo l’accordo di Ouagadougou, in Burkina Faso, favorito dalla comunità internazionale, il Presidente ha nominato Primo Ministro il capo dei ribelli.Questo passo ha permesso la soppressione di barriere, soprattutto nella zona di sicurezza, larga 30 chilometri. “Ho visitato sia il Presidente sia il Primo Ministro; poi li ho invitati a venire alla Messa solenne di domenica” [20 maggio, nella capitale Abidjan]; “al momento dello scambio della pace, li ho invitati a ricevere la pace da me e poi a scambiarsi il segno della pace tra di loro: lo hanno fatto”, ha raccontato il Cardinal Martino. “Nello scambi-arsi la pace hanno detto: ‘Questo durerà’.Si può immaginare che impatto abbia avuto tale gesto sia sui presenti – la Cattedrale era gremitissima – e sia su tutto il Paese, perché la cerimonia è stata ripresa in

diretta dalla televisione nazionale”, ha aggiunto.Secondo il porporato, i Vescovi della Costa d’Avorio “hanno definito questo abbraccio ‘di portata storica’. Non era mai successo”. Secondo il Cardinale, Gbagbo e Soro hanno dato al Paese un esempio di pacificazione: “E ciò servirà a tutta il popolo, perché come si sono riappacifi-cati loro, così anche la gente del Nord si riappacificherà con quella del Sud”. Da parte sua, il porporato ha indi-cato la necessità di non dimenticare mai questo giorno, nel caso in cui sorgessero ombre in futuro.Nella solenne Eucaristia, il Cardinal Martino ha incorag-giato il popolo ivoriense a proseguire sulla via della pace e a promuovere la riconciliazione nazionale e la parteci-pazione di tutte le forze del Paese, senza alcuna eccezi-one per ragioni politiche, religiose, culturali o etniche.Il porporato è stato inoltre testimone diretto di abban-dono e distruzione in questo Paese che sta lavorando alla sua ricostruzione, soprattutto nel campo sanitario ed educativo. E’ questo il contesto in cui svolge la sua missione la Chiesa cattolica, che nel territorio “non è la maggioranza”, ma rappresenta “una buona, consistente minoranza, rispettata da tutti, anche dai musulmani”, ha constatato il Cardinale.“L’episcopato, le comunità cattoliche e tutte le organiz-zazioni della società civile, che esistono nell’ambito cat-tolico, saranno e sono già impegnati nella ricostruzione”, ha confermato. Il Presidente del Dicastero ha sintetiz-zato in questo modo la sua “esperienza molto bella” di questa visita: “Ho visto realizzate le finalità del Pontifi-cio Consiglio della Giustizia e della Pace, cioè quelle di promuovere appunto la pace”. La Congregazione vati-cana per l’Evangelizzazione dei Popoli, attraverso la sua agenzia “Fides”, ha sottolineato l’espressione della vici-nanza spirituale e della solidarietà del Papa per la Costa d’Avorio. A nome di Benedetto XVI, il porporato ha inol-tre portato aiuti economici per far fronte alle necessità principali dei più bisognosi.

IL CARDINAL MARTINO,INVIATO DAL PAPA NEL PAESE AFRICANO

Storico abbraccio di riconciliazione politicain Costa d’Avorio davanti a un rappresentante vaticano

sopra:Gruppo delle Autorità alla fine dell’incontro con il Cardinale Agrè

che si è tenuto il 28 Maggio del 2005 nella nostra Comunità.

a destra:Don Bernardo Tondè e Andrea Corrias con alcuni militari

governativi nel sud della Costa d’Avorio.

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Alcune immagini che testimoniano la realtà della guerra in Costa d’ Avorio,in alto: Don Isidoro insieme ai bambini del villaggio “Baobab“,un villaggio ai confini del Burkina Faso, in piena Savana.

a sinistra: la zona di interpo-

sizione dei Caschi Blu dell’ O.N.U.

che segna il confinetra la zona Nord dellaC. d’Avorio in mano ai

Ribelli, e la zona Sudgestita dalle Truppe

governative.

a lato: il posto di Blocco

è fortementemilitarizzato.

Si nota un mezzo blindato dell’ONU.

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35S iamo arrivati, senza molto clamore, ma con le idee molto chiare e precise. Creare un gior-

nale giovane e fresco, un diario mediatico dove rac-contarci nel nostro tempo, per poter scrivere la nostra storia di comunità in cammino, in cammino verso gli uo-mini e verso Dio. Un giornale presente nel territorio, che strizza l’occhio a chi ha voglia di comunicare per condivi-dere, un grande contenitore di tante voci e di tanti cuori, un immenso libro delle firme dove, chi lo desidera, può lasciare la propria in maniera indelebile in questo nostro passag-gio di tempo. In bocca al lupo, caro “Il tempo e la nostra storia”, in bocca al lupo a tutti i collaboratori e simpatiz-zanti che hanno reso possibile la nascita di questo nuovo strumento di comunicazione. A voi, potenziali lettori, grazie per la vostra compagnia.

MAURIZIO MELIS

Direttore Responsabile

Page 35: Il Tempo e la nostra storia

Stella Maris

I l Cardinale Bernard Agré, Arcivescovo di Abi-djan (Costa d’Avorio) , è nato il 2 marzo 1926 a Monga, nell’Arcidiocesi di Abidjan, da Jean Manda

e da Jeanne Yomin. È stato battezzato il 2 settembre 1932 a Memni, sua parrocchia d’origine. Ha compiuto gli studi d’ istruzione primaria nella scuola della Missione cattolica di Memni dal 1936 al 1941.Dal 1941 al 1947 ha compiuto gli studi liceali nel Seminario Minore di Bingerville. Ha poi intrapreso gli studi di filosofia nel Seminario Maggiore di Bingerville (1947-1948). È stato quindi accolto nel Seminario Maggiore di Qui-dah, nel Dahomey (attuale Benin), dal 1948 al 1953, per compiere gli studi teo-logici. Ordinato sacerdote il 20 luglio 1953 nel Seminario Minore di Bingerville, è stato nominato Vicario a Dabou dove è rimasto dal 1953 al 1956 e dove ha esercitato la funzione di istitutore e di Rettore di scuola.Dal 1956 al 1957 ha ricoperto l’ incarico di Rettore della scuola dei Chierici Minori (Preseminario Minore) di Bingerville. In-viato a Roma nel 1957, presso la Pontificia Università Ur-baniana ha conseguito «summa cum laude», nel 1960, la laurea in teologia, con l’ indirizzo in diritto canonico.Rientrato in Costa d’Avorio, dopo aver esercitato per due anni la funzione di parroco dell’ importante parrocchia Notre Dame di Treichville, è divenuto Vicario generale della Diocesi di Abidjan, incaricato a titolo personale dell’ istruzione privata e dei Seminari. Nominato Vescovo di Man l’8 giugno 1968, è stato ordinato ad Abidjan il 3

ottobre successivo e si è insediato come Vescovo di Man l’8 ottobre dello stesso anno. Ha svolto questo incarico fino al marzo del 1992.Il 25 marzo 1992 è stato nominato Vescovo della nuova Diocesi di Yamoussoukro della quale ha preso ufficialmente possesso il 17 maggio 1992. Due anni e mezzo dopo, il 19 dicembre 1994, è stato nominato Arcivescovo di Abidjan, incarico di cui ha preso possesso il 26 febbraio 1995. È

Presidente della Commis-sione Episcopale delle Azio-ni sociali e caritative della Costa d’Avorio. Sul piano internazionale, dal 1972 al 1996, ha svolto l’ incarico di Presidente della Commis-sione Episcopale dei Mezzi di Comunicazione Sociale della Conferenza Episcopale Regio-nale dell’Africa Occidentale (CERAO).Dal 1985 al 1991, è stato Pres-idente della Conferenza Epis-copale Regionale dell’Africa Occidentale(CERAO).Nel

1993 è stato nominato Presidente del Comitato Episcopale Panafricano delle Comunicazioni Sociali (CEPACS), in-carico che ha svolto fino al 2000. È stato Membro del Co-mitato del Grande Giubileo dell’Anno 2000 Da Giovanni Paolo II creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001, del Titolo di San Giovanni Crisostomo a Monte Sacro Alto. Presidente Delegato per la 10a Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2001).È Membro: della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli; dei Pontifici Consigli: delle Comunicazioni Sociali; della Giustizia e della Pace; per la Famiglia.

La Visita del Cardinale B. Agrèalla nostra Parrocchia(24 - 30 Maggio 2005)

Il viaggio in Costa D’Avorio (Africa Occidentale) è nato nel contesto della stima e dell’amicizia stabilita con diversi sacerdoti che hanno operato ad Arbatax, in modo particolare con don Bernard Tondè. Durante il viaggio (non privo di pericoli anche per il fatto che si era in piena guerra civile) il nostro accompagnatore ci ha comunicato che il Cardinale della Costa D’Avorio S. Eminenza Card. Agrè era disponibile ad incontrarci. Quei giorni sono indimenticabili. I mo-menti passati con i bambini delle scuole e di alcuni villaggi e con i sacerdoti e i catechisti delle parrocchie resteranno nella memoria per sempre. Siamo passati dal caldo tropicale della giungla equato-riale del sud al caldo torrido della savana al nord. Abbiamo varcato (con preoccupazione) la “zona di nessuno” presidiata dai soldati

dell’ONU che divideva in due la Costa d’Avorio: al Nord i ribelli e al Sud le “forze governative”. Siamo arrivati al Nord nella città di Bondoukù (centro Diocesi) dopo un lungo e travagliato viaggio. Abbiamo incontrato il Vescovo Felix Q. che ci ha ringraziato per il primo concreto aiuto che abbiamo inviato loro in denaro. Il viaggio di rientro poi è stato una sorpresa dopo l’altra: alle città si alterna-vano piccoli villaggi fino ad arrivare ad Yamoussoukro la capitale della Nazione. Qui negli ambienti della bellissima Basilica dedicata alla “Madonna della Pace” abbiamo avuto il caloroso incontro col Cardinale. Ci siamo poi permessi alla fine di porgergli il nostro invito per ricambiare la visita presso la nostra comunità ad Arbatax. Così è stato.

35Alcune notizie sull’ Illustre Ospite

ll Cardinale ha passato una settimana ospite della nostra comunità. Ha avuto così la possi-bilità di riposarsi (arriva da noi convalescente a causa di una operazione chirurgica) e di con-oscere la parrocchia e il centro Diocesi. Im-portantissimo l’incontro - testimonianza che si è tenuto in chiesa davanti ad una assemblea attenta e curiosa a cui non è voluto mancare Mons. Antioco Piseddu.Un gruppo di amici ha poi organizzato una escursione in barca che il Cardinale ha gradito tantissimo. La Domenica poi ha celebrato la Santa Messa tenendo l’Omelia in un perfetto italiano e alla conclusione ha lasciato un ricor-do ai bambini che la Domenica prima avevano celebrato la loro Prima Comunione.Ripartendo per la Costa D’Avorio ci ha salu-tato dandoci la sua Benedizione, augurando a tutti una vita santa e ancora ringraziandoci della solidarietà manifestata in questi anni per la sua gente.

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Varie immagini della Costa d’Avorioin alto: Don Bernard Abbè Tondè nel Sagrato della Chiesa di S. Giorgio.a sinistra: un momento dell’incontro tra Don Giorgio,Don Bernard e il Vescovo di Bondoukoù Mons. Felix Qouaggiu.

1. Cosa ti ha portato a diventare sacerdote?L’amore per Gesù Cristo e la sua missione di salvezza per ogni uomo.

2. Qual è la storia della tua vocazione?Provengo da famiglia cristiana: papa è cat-echista per vocazione e la mamma casalinga. Molto presto mi hanno trasmesso la fede e cominciai ad andare anche da solo alle Messe delle ore 6 della mattina, prima della scuola elementare. Poi, diventato chierichetto sono stato sempre assiduo. Da bambino dunque, in una di queste mattine, mentre i sacerdoti e le suore facevano la preghiere delle Lodi in chiesa, arrivarono al cantico di Zaccaria “E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade” (Lc 1, 68-79). Ho sentito bruciare il cuore; guardai intorno a me, ero l’unico bambi-no in chiesa. Questo versetto l’ho accolto quel giorno come una chiamata di Dio ad essere sac-erdote di Cristo Gesù, il Risorto, il Signore.E cosi fu: dopo 6 anni all’elementare e 4 al li-ceo, mi ritrovai per 3 anni al seminario medio, prima della maturità e dell’esame di ammissio-ne al seminario maggiore dove ho trascorso 6 anni prima di essere ordinato sacerdote 15 anni fa.

3. Che servizio ricopri all’interno della tua chiesadiocesana?Sono stato responsabile della gioventù, della cate-chesi dei giovani, della pastorale della famiglia, delle piccole comunità di base e del giornale diocesano. Adesso insegno Teologia morale e bioetica nel semi-nario maggiore nazionale di teologia.

4. Com’è la situazione politica e sociale nel tuo Paese?La situazione politica e sociale è ancora molto sen-sibile: dopo quasi 5 anni di guerra, siamo arrivati alla Pasqua 2007 finalmente alla pace con un nuovo governo che è riuscito a unire di nuovo le due parti del territorio che diviso. Le forze armate dell’ONU ci aiutano ancora. Nella popolazione, molti sono mor-ti, ammalati; c’è tanta poverta. Molti hanno perso tutto: casa, famigliari,... intossicato molti. Adesso si

spera di uscirne in maniera decisa.

5. Che percentuale di cattolici è presente nel tuo Paese?I Cattolici sono il 15% della popolazione, mentre gli Animisti raggiungono il 60%, i Musulmani il 25%.

6. Qual è la cosa che ti ha colpito di più durante la presenza nella nostra parrocchia?La presenza di molte persone al rosario, la frequenza alla confessione, all’Eucaristia. Poi ci sono le attività dell’oratorio che sono molto seguite.

7. La situazione del tuo Paese ti ha portato a ripensare alla scelta che hai fatto (di diventare sacerdote)?No. Mi ha piuttosto chiamato ad essere ancora più attento a Cristo sofferente nei piccoli e nei bisognosi.

8. Ti hanno mai minacciato per il ruolo che ricopri? No.

9. C’ è qualcuno che ti ha aiutato in qualche situazionedifficile?Don Giorgio e la Parrocchia nel periodo di malattia e di cura.

10. Quali sono i momenti più emozionanti che hai tras-corso nella nostra parrocchia?La Novena del Natale, Il Triduo Pasquale, La festa di Stella Maris e di San Giorgio, i Grest, il Festival della Solidarietà,...

11. Cambieresti la tua diocesi se te ne venisse offerta una meno povera?Non penso proprio. Perché bisogna piuttosto aiutare quella più bisognosa ad uscire dalla povertà. Fare la propria volontà, cambiare per il meglio non sarebbe più la Missione di Cristo. Mi ricordo questa parola del Maestro: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Giov 15, 16).Nell’ubbidienza al discernimento del proprio vescovo che manda in missione, anche nel caso di un gemel-laggio con una diocesi meno povera, è possibile: ma deve sempre essere un mandato dal vescovo.

Un gruppo di alunni festanti alla conclusione delle lezioni.

in alto: Studenti ivoriani.

in alto: Foto ricordo con i capi del Villaggio “Baobab”.

Breve intervista all’amico Abbè Bernard Tondè,sacerdote della Costa d’Avorio

MONICA PIU, GIULIA LAI, CLAUDIO FANNI,MAURO CRISTO E GIULIA CONTU

L’ amore per CristoL’ amore per Cristo

36 37

« È necessaria una pastorale missionaria che annunci

nuovamente il Vangelo, ne sostenga la trasmissione

di generazione in generazione,

vada incontro agli uomini

e alle donne

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La Parrocchia

"La situazione politica e socialeè ancora molto sensibile"

COSTA D’ AVORIO

Don Abbè B. Tondè

"Ho vissuto attorno alla parrocchia sin da quandoero piccolo"

Don Damiano

Come ti chiami?

Randrianandrianina Celeste Damien.

Da dove vieni?

Dal Madagascar; più specificatamente da Ambanja in provincia Diego Suarez (Antsiranana in malgascio), fondatore della provincia.

Ti hanno battezzato da piccolo o è stata una tua scelta?

Sono stato battezzato a un mese e mezzo dalla mia nascita.

Come mai sei stato mandato proprio in questo Paese?

Prima di tutto per studiare. Sono arrivato a Roma il 17 Dicembre 1987 presso un Istituto religioso.Mi ha mandato il mio vescovo per intraprendere gli studi di Teologia. Da lì ho avuto anche un’altra vocazione: quella di diventare religioso e quindi ho chiesto di entrare a far parte dell’ordine degli Scolopi dove sono rimasto per circa 6 anni. Ma ho capito che non era la mia strada e quindi ho ripreso i miei studi di Teologia. Un mio compaesano, attualmente parroco di Santa Maria a Villaputzu ha parlato con il vescovo Antioco e ho fatto domanda per entrare in questa diocesi; sono arrivato nel 2005 dapprima in seminario a Lanusei, poi nel 2006 a Cagliari e dal Luglio di quell’anno sono qui a San Giorgio.

Perché hai scelto di diventare prete?

Ho vissuto attorno alla parrocchia fin da quando ero piccolo. Anche i miei amici credevano in Dio; infatti avevo due “categorie” di amici: una composta da

seminaristi e l’altra dai miei compagni di squadra (pallacanestro e pallamano) e da alcuni seminar-isti. Dopo la maturità dovevo scegliere se continu-are gli studi o entrare in seminario e io ho scelto quest’ultima strada.Dopo l’ Anno Propedeutico, che ti prepara al semi-nario Maggiore (ovvero quello che segue la ma-turità), il mio vescovo a deciso di mandarmi a Roma, in Laterano, per continuare gli studi. Tra i tanti seminaristi ce n’era uno in particolare molto speciale che sapeva parlare tante lingue, su-onare... Io l’ho preso come esempio e la sua testimonianza ha maturato e consolidato in me la scelta che avevo fatto a 14 anni.Gli ho chiesto un consiglio perché era ed è un mio grande amico, come un fratello maggiore, ma lui mi ha risposto: “Questo dipende da te!”.E così ho deciso di entrare in seminario.I miei genitori non sapevano niente fino alla setti-mana prima che vi entrassi.. Ho fatto tutto da solo!

Come ti trovi in questa parrocchia?

Molto impegnato ma mi trovo bene e mi piace.

Qual è il momento più emozionante che hai vissuto nella nostra parrocchia?

Quando sono stato ordinato diacono. Ho vissuto in prima persona tutti i momenti della preparazione. Mi sento figlio di questa parrocchia anche se mi sarebbe piaciuto arrivare prima.

Che cosa ti piace della cucina sarda?

In occasione dell’ordinazione di Don Ernest, parroco di Villaputzu, sono venuto in a Tortolì e il giorno dopo eravamo invitati a pranzo proprio a Villaputzu.Don Piero Crobeddu, rettore del seminario e allora sacerdote, ha preparato da mangiare cibi tipica-mente sardi. Dopo mangiato hanno passato forma-ggi (sardi D.O.C. ovviamente..) come il quaglio e su casu marzu che mi ha lasciato un po’ disgustato alla vista dei vermi e quindi non l’ho assaggiato.Invece ho provato il quaglio che a dire il vero non mi ha del tutto soddisfatto.Tornato a Tortolì però l’ho di nuovo assaggiato: era squisito e da allora non resisto più al suo sapore!!

Don Damiano è stato ordinato Diaconoil 29 ottobre 2006 e consacrato Sacerdotenella nostra Parrocchia il 16 Settembre 2007.nella pag. successiva l’ articolosull’ Ordinazione sacerdotale

GIULIA LAI & GIULIA CONTU

L’ intervista a Don Damiano alcuni mesi pr ima del la sua Ordinazione

da Ambanja ad Arbatax

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... del nostro tempo testimoniando

che anche oggi è possibile, bello ,

buono e giusto vivere l’esistenza umana

conformemente al Vangelo, contribuire

a rendere nuova l’intera società. »

(CEI 2004)

Page 38: Il Tempo e la nostra storia

qui P

arro

cchi

a

“il vero protagonistadel Ministero

sacerdotale è lo Spirito“

È il g rande g ior no. Si respi ra l’a r ia del le g ran-d i a t t ese. Si fa strada una serena sensazione di evento e piacevole agitazione . La piazza davanti la chiesa di San

Giorgio ad Arbatax nel primo e caldo pomeriggio incomincia ad animarsi: gli ultimi preparativi per la festa e per l’accoglienza ven-gono portati a compimento. Le campane iniziano la loro distesa a festa: un giovane diacono diocesano - ma originario del Madagascar in Africa - don Damiano Celeste Randrianadrianina verrà ordinato sacerdote.Il Vescovo Mons. Piseddu è atteso per le ore 18,00 e i sacerdoti si preparano all’interno del salone parrocchiale adibito per l’occasione a sacrestia. Da una rapida occhiata ai fedeli in arrivo e ai sacerdoti presenti una certezza: sono rappresentate le diverse foranie della diocesi! Non può che essere così: una ordinazione sacerdotale è un evento di chiesa diocesana straordinaria.Arriva anche l’ordinando Don Damiano Celeste Randrianandriani-na visibilmente emozionato. La sua famiglia d’origine non è invece potuta arrivare in tempo per questo giorno di grazia. Sarà la Chiesa parrocchiale e diocesana a rappresentarla. Il servizio liturgico - ani-

mato dai seminaristi diocesani e dai ministranti della par-rocchia - affida gli incarichi e ripassa i compiti . Tutto è pronto. E la preparazione, l’attesa, l’accoglienza diventa finalmente preghiera. La solenne processione di ingresso

segna l’inizio della cerimonia.Il coro accompagna con il bellissimo e solenne canto

“Celebra il Signore terra tutta, servite il Signore in esultanza, ed entrate dinanzi a lui con lieti canti” e il profumo d’incenso riempie la chiesa. Non manca il saluto di accoglienza e gratitudine del parroco al Vescovo, ai celebranti e ai fedeli tutti.

La celebrazione si snoda solennemente nei vari mo-menti. La liturgia della Parola è così seguita dal rito

dell’ordinazione con la presentazione e l’elezione, in cui il Vesco-vo interroga don Damiano davanti all’assemblea per verificarne l’idoneità e l’intenzione. Viene dichiarata la scelta e la decisione di consacrarlo sacerdote. La preghiera diventa allora manifestazione di Gratitudine a Dio.

UN “ECCOMI” DENSO DI PROMESSE, FIDUCIA E IMPEGNOL’ Eccomi che don Damiano a voce alta proclama come risposta a Dio che lo chiama e alla Chiesa risuona denso di promesse e di im-pegni. In quell’Eccomi deciso ci sono le gioie della scoperta di Dio e del suo amore, la sorpresa dell’essere chiamato e la decisione di seguirlo per tutta la vita come suo ministro.L’omelia del Vescovo invita ad aprirsi alla meraviglia di Dio Padre che per portare a compimento la sua provvidenza di amore e salvezza chiama uomini a diventare suoi sacerdoti e testimoni del suo amore.L’invocazione e l’intercessione dei Santi nella lunga preghiera delle litanie ricorda poi a tutti che la chiesa è militante e celeste e che il sacerdote può sempre contare sull’aiuto dei santi. Don Damiano da parte sua aveva espresso davanti al Vescovo e a tutti i fedeli la volontà di esercitare il ministero secondo l’intenzione di Cristo e della Chiesa, sotto la guida pastorale del Vescovo.Dopo gli impegni dell’ordinando e le litanie del Santi, il Vescovo impone le mani e conferisce, con la preghiera di ordinazione, il dono dello Spirito Santo. Anche gli altri sacerdoti hanno imposto le mani su Damiano. Dopo la vestizione con gli abiti sacerdotali (stola e ca-sula), l’unzione delle mani con il sacro crisma, la consegna del pane e del vino, la cerimonia è culminata con l’abbraccio, quale sigillo di benedizione e di consacrazione, del Vescovo a don Damiano. La commozione tocca il cuore di tutti. E mentre il Coro canta “lo Spirito del Signore è su di te, ti ha consacrato per annunziare al mondo il lieto messaggio di salvezza” don Damiano abbracciato tutti i sacer-doti presenti.Ma cosa succede quando, nella solennità dell’evento il Vescovo im-pone le mani sul capo di un diacono? Cosa significa quell’abbraccio che, pochi minuti dopo, si scambiano il neo-ordinato e lo stesso Vescovo? E l’abbraccio con gli altri sacerdoti? Ogni volta che si partecipa ad un’ordinazione sacerdotale questi mo-menti colpiscono. Perché? Nell’uno la vita del neo sacerdote viene totalmente consacrata al Signore per un servizio di annuncio, testi-monianza e guida alla comunità, l’altro è segno gioioso di pace e di comunione con il Vescovo e con tutto il presbiterio di cui si entra a far parte.

La celebrazione eucaristica è poi continuata con una intensità al-tissima.

LA FORZA DELLA PREGHIERAE’ vero quanto pronunciava l’Apostolo Giacomo: «Ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall’alto e discende dal Padre della luce» (Gc 1,17). Quanto abbiamo pregato, e ancora continueremo a farlo, per il “dono” di numerose e sante vocazioni sacerdotali! La speranza che non delude (cfr. Rm 1,5) è stata premiata. Cresce sempre più - aiutati dalla riflessione del Vescovo - che un dono è oggi nelle nostre mani: un grande dono fatto non soltanto alla Chiesa diocesana di Ogliastra, ma anche a don Damiano. L’amore di Dio è stato riversato nel suo cuore per mezzo dello Spirito Santo e sarà sacerdote in eterno Pastore con il cuore di Cristo. La Benedizione del Vescovo alla conclusione del rito ha chiuso so-lennemente la celebrazione con la convinzione di aver partecipato ad un momento indimenticabile di presenza dello Spirito. In ogni ordin-azione sacerdotale si adempiono - come abbiamo ricordato - le stesse parole pronunciate da Gesù nella sinagoga: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato e mandato ad annunciare il lieto messaggio» (Lc 4,18). Tanto la consacrazione a Cristo, quanto la missione di annunciare la sua Parola, è opera dello Spirito Santo. Ne deriva che il vero protagonista del ministero sacerdotale è pro-prio lo Spirito. Soltanto per mezzo di Lui, quindi, nella più intima comunione spirituale, diventa santa ed efficace la vita del Pastore. Ogni sacerdote dovrebbe poter dire come San Paolo: «Per me vivere è Cristo» (Fil 1,21). La santità sacerdotale, indispensabile per ogni efficace ministero, richiede, infatti, un’unione stretta ed intima con Cristo. Nell’ultima ordinazione presbiterale Benedetto XVI ebbe a dire ai candidati: «Si può essere pastore del gregge di Gesù Cristo soltanto per mezzo di Lui e nella più intima comunione con Lui. È proprio questo che si esprime nel Sacramento dell’Ordinazione: il sacerdote, mediante il Sacramento, viene totalmente inserito in Cris-to affinché, partendo da Lui e agendo in vista di Lui, egli svolga in comunione con Lui il servizio dell’unico Pastore Gesù...» (7 maggio 2006). LA FESTA IN PIAZZAAlla conclusione del rito il sagrato della chiesa ha raccolto i numer-osi fedeli attorno a don Damiano per formulare gli auguri più belli e sinceri. La parrocchia “Stella Maris” che ha accolto e accompagnato il nuovo sacerdote fino all’ordinazione ha poi preparato un bellissimo e ricco rinfresco per tutti. Una possibilità in più offerta per continuare nell’amicizia la gioia di essere chiesa amata da Dio. Un saluto in francese Don Damiano è di madrelingua francese. Alla fine della cel-ebrazione suonano familiari le espressioni del santo Curato d’Ars che ricordiamo in questa circostanza speciale:«Après Dieu le prêtre c’est tout; dopo Dio il prete è tutto»; e ancora: «Si je rencontrais un prêtre et un ange, je saluerais le prêtre avant de saluer l’ange. Celui-ci est l’ami de Dieu, mais le prêtre tient sa place; Se incontrassi un prete e un angelo saluterei prima il prete e poi l’angelo. Questi è l’amico di Dio, ma il prete lo rappresenta ». DON GIORGIO PIERO CABRAS

« Se incontrassi un Prete e un Angelo

saluterei primail Prete e poi l’Angelo.

Questi è l’amico di Dio, ma il Prete

lo rappresenta ».

Tutta la Chiesa ogliastrina ha festeggiato ad Arbatax Domenica 16 Settembre l’Ordinazione sacerdotale di Don Damiano Celeste Randrianandrianina

L’ Ordinando ascoltacon attenzione

l’omelia del Vescovo celebrante

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Page 39: Il Tempo e la nostra storia

Don Damiano in compagnia di Don Luis Kike e Don Oscar

del Venezuela n vestedi giuria internazionale

del Grest 2006

Don Damiano presiede la Celebrazione eucaristica presso la Chiesettadel Sacro Cuore, nei giorni successivi alla sua Ordinazione.

La Parrocchia

il Madagascar

« Il nostro augurio per te lotraggo dalle parole del Rituale »:

«Sii consapevole di quanto farai, sii imitatore di ciò che compirai e ispira la tua vita al mistero della croce del Signore». In queste frasi è espres-sa sinteticamente quell’esigenza d’interiorizzazione che comporta spazi di silenzio, momenti di riflessione, cli-ma di raccoglimento, la devota celebra-zione quotidiana e l’uso appropriato dei

mezzi offerti dalla tradizione spirituale della Chiesa e il coraggio e la costanza di attuarli. Ti accompagni in questo cammino la

Vergine Maria, Madre dell’Eterno Sac-erdote, la Stella Maris.A Lei sappi ricorrere sempre, con fil-

iale devozione, in ogni difficoltà,In Lei troverai sempre aiuto, conforto

e rinnovato slancio apostolico,e San Giorgio Vescovo, compatrono della nostra diocesi.»

Il saluto al nuovo Sacerdote dal Parroco Don Giorgio e dalla parrocchia Madonna Stella Maris

D alla dovuta obbedienza a me comunicata, vi lascio il saluto sincero e un filiale arrivederci nella speranza di poter ritornare spesso in

mezzo a voi. Certo! Mi allontano da qui ma sapiate che il mio cuore è sempre con voi.Qui mi sento a casa e a casa, perché mi avete accolto come uno di voi, anzi come un figlio, e un figlio non può dimenticare la sua casa e la mia casa è qui, oltre la Dio-cesi che mi accolto. Qui sono diventato Diacono e soprat-tutto qui ho ricevuto la mia Ordinazione Sacerdotale. Di Tradizione, un candidato al Sacerdozio viene ordinata a Casa sua, e in questa comunità sono diventato sacerdote. Perciò posso dire che la mia casa è anche qui. Quindi voi siete i miei fratelli, le mie sorelle, i miei genitori, insomma voi siete la mia famiglia.Mi avete sostenuto, incoraggiato e ho imparato molto da voi. Non dimentico anche la pazienza fraterna e la comp-rensione paterna del vostro parroco che chiamo sempre “il mio parroco” don Giò. E’ un fratello maggiore per me e una guida fidabile. Mi ha insegnato e addestrato come poteva e con cuiroe mi ha indicato la starrda per essere un buon sacerdote con la sua mitezza e la sua calma invidia-

bile. Grazie don Giò per tutto e di tutto quello che ha fatto per me. Il Signore le ricompensi abbondantemente con la sua Grazia e la sua benedizione.Alle suore che sono state sempre gentili, generose, os-pitali, schiette e semplici. E’ sempre un immenso piacere incontrale e fare compagnia a loro ogni qualvolta che vado. Al coro pregiatissimo, che non si lascia intimidire facilmente, perché canta con cuore e conosce il frutto del lungo sacrificio fatto con amore, pazienza e generosità. Al Comitato di San Giorgio, sempre disponibilissimo, prati-co, ferversoso e dedito all’impegno preso con decisione fraterna e comune. Vi ringrazio di cuore di tutto quello che avete a me. Non sono in grado di contraccambiere tutto e non lo sarò mai, ma quel poco con posso è non dimenticarvi mai e di portarvi, di ricordarvi nelle mie preghiere. Grazie ancora a tutti!Il Signore vi benedica, vi protegga daogni male e vi diala sua Pace, ora e sempre.Vi auguro ogni bene.

DON DAMIANORANDRIANANDRIANINA

Don Damiano ha ricevuto dal Vescovo la nominaa ViceRettore del Seminario e ci scrive per salutarci...

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in alto: Don Louis (Kike) saluta la sua nuova Comunità parrocchiale diCanaguà in Venezuela nel giorno del suo ingresso come parroco. Si nota sullo sfondo Don Giorgio che porta i saluti della comunità di Arbatax.

in alto: un’ immagine della popolosa e povera periferia di Caracas.

sotto: a 2000 mt. di altezza, sulla Cordigliera delle Ande, la piazzae la Chiesa di Canaguà (3000 abitanti)

ROMA, martedì, 13 novembre 2007 (ZENIT.org).- In un’intervista concessa a ZENIT, monsignor Baltazar Porras, già presidente della Conferenza Episcopale Venezuelana e attualmente primo vicepresidente del CELAM (Consiglio Episcopale Latinoameri-cano), lancia un allarme sulle minacce per la democrazia da parte di quella che ha chia-mato ideologia socialista-bolivariana.Monsignor Porras, Arcivescovo di Merida, capitale dello Stato omonimo – nel nord-ovest del Venezuela, a 1600 m. di altitudine –, si trova attualmente in Italia. L’intervista è stata curata da Giorgio Salina, presidente dell’Associazione per la Fondazione Europa.

Il Presidente venezuelano ha proposto una riforma costituzionale in 30 articoli, ai quali l’Assemblea Nazi-onale ne ha aggiunti altri 30; tutto questo sarà oggetto di un referendum che suscita forti reazioni. Di che cosa si tratta e perché tante preoccupazioni? Mons. Porras: Possiamo dire che ciò che sarà sottoposto a referendum non è una revisione della Costituzione, bensì una nuova Costi-tuzione che di fatto conferisce praticamente tutti i pieni poteri al Presidente e al Governo, espropriando, nonostante le apparenze, gli spazi di partecipazione del popolo.Inoltre le proposte possono essere accet-tate o respinte solo in blocco e non selet-tivamente, impedendo così qualsiasi oppor-tuno discernimento tra i vari articoli. Abbiamo appreso di un recente documento della CEV (Conferenza Episcopale Venezu-elana) molto preoccupato e severo circa la proposta di riforma, al punto da definirla

“moralmente inaccettabile”. Possiamo chie-derle un commento?Mons. Porras: I recenti pronunciamenti della Chiesa, sia della Gerarchia che delle Comu-nità religiose e laicali, sono ben accolti e gra-diti dal popolo che li percepisce in difesa dei diritti di tutti, e non solo di chi ha il potere e agisce con la forza. I Vescovi in particolare hanno definito “moralmente inaccettabile” questa proposta per quattro ragioni:- è ben più che una riforma, come detto prima;- di fatto affievolisce la tutela dei diritti umani, aumentando la discrezionalità incon-trastata del Governo;- votare 60 articoli raggruppati in due bloc-chi impedisce ogni scelta selettiva limitando di fatto la libertà di espressione della volo-ntà popolare. ente manipolata prevedendo possibilità troppo diverse di informazione tra propa-ganda governativa ed opposizioni e società civile.

L’AFP (Agence France-Presse) pochi giorni fa ha dato notizia di una manifestazione definita di massa a favore del Governo. Cosa può dirci in merito?

Mons. Porras: Occorre considerare che la partecipazione alle manifestazioni promosse dal Governo è obbligatoria per tutti i dipen-denti pubblici, ai quali assicurano la dis-ponibilità dei mezzi di trasporto, provveden-do inoltre alla distribuzione di cestini pasto, e riconoscendo ai partecipanti un “inden-nizzo” economico! Tutto ciò perché quello che preme al Governo è l’effetto mediatico, perseguito attraverso i principale mezzi

Viaggio missionario in Venezuela - Settembre 2006: Monsignor Porras nel suo studio di Merida accoglie il signor Benvenuto Corda e Don Giorgio

Mons. Baldazar Porras (Presidente della Conferenza EpiscopaleVenezuelana e Segretario della Conferenza dei Vescovi latino-americani)è stato ospite della nostra comunità parrocchiale nell’ottobre del 2005insieme al direttore del Collegio Venezuelano di Roma Mons. Pedro.

Intervista a Monsignor Baltazar Porras, vicepresidente del CELAMIn Venezuela la democrazia è in pericolo40 41

Page 41: Il Tempo e la nostra storia

sopra: Don Giorgio insieme a due bambini del Paramo venezuelano,altipiano a 3000 mt. di altezza della Cordigliera andina.sotto: la Piazza della Chiesa di Canaguà

sotto: un tipico villaggio andino con la sua chiesa.

La Parrocchia

il Venezuela

d’informazione. Le condizioni per le oppo-sizioni sono ben diverse; devono affrontare difficoltà logistiche di ogni genere, ed inoltre le possibilità d’informazione sono molto più limitate. Inoltre tutto il mondo ha visto alla televisione, dopo qualche ora, le diserzioni massicce, e si è potuto ascoltare la chiara eco di un evidente disagio e scontento. L’AP (Associated Press) riferisce di una mani-festazione pacifica per chiedere al Tribunale supremo di prorogare i tempi a disposizione per l’informazione sul testo e la diffusione dei motivi di contrasto.

La manifestazione si è svolta pacificamente, però nel campus universitario è stata oggetto di gravi attacchi di persone, studenti ed altri, armati e sostenuti da el-ementi vicini al Governo. Quali sono le Sue considera-zioni?

Mons. Porras: È vero, ed è esattamente ciò che è successo a San Cristóbal, a Maraca-ibo e ancora a Caracas. Oggi in Venezuela molti sono armati e la polizia assicura loro l’immunità, e questo aumenta l’insicurezza e la paura. La violenza suscitata da infil-trati nel campus universitario giustifica l’intervento del Governo contro l’autonomia dell’Università. Due espressioni del lancio di agenzia della AP sono pre-occupanti: la prima afferma che l’esito positivo del ref-erendum indebolirebbe le libertà civili; la seconda par-la del rischio di trascinare il Venezuela nell’avventura che nessuno si augura. Ci aiuta a decifrale?

Mons. Porras: Certo; indebolisce i diritti civili, perché limita le libertà ed aumenta la discrezionalità del potere: chi non è social-ista-bolivariano non è un buon venezuela-no, e quindi può essere perseguito. Inoltre l’esperienza comunista castrista è estranea alla nostra cultura, per questo nessuno si augura avventure di questo genere; le po-sizioni che si richiamano a Che Guevara sono percepite come violenza e ingiustizia.

Se il referendum avesse esito positivo vorrebbe dire che

la maggioranza del popolo è con Chavez e condivide le sue proposte, quindi si dovrebbe comunque accettare una scelta democratica. Condivide questa affermazione?

Mons. Porras: No, non sarebbe comunque una scelta democratica. Basti pensare ad un solo dato: l’80% del tempo in radio e tele-visione è gestito dal potere attuale, men-tre solo il 20% del tempo, ovviamente negli orari di minor ascolto, è lasciato alle oppo-sizioni. Inoltre un altro grave problema ri-guarda il monitoraggio serio ed indipendente della vicenda elettorale; insostituibile funzi-one di controllo a garanzia della democra-zia, che dobbiamo riconoscere in Venezuela manca. Certo, occorre riconoscere anche che l’opposizione è divisa e non è in grado di avanzare una proposta unitaria; le alterna-tive proposte vanno dall’astensione alla par-tecipazione con voto contrario, ma questo crea incertezza.Devo dire che per il nostro Paese purtroppo non vedo un futuro di pacificazione ma di contrasti, un futuro conflittuale. Il comunis-mo castrista non fa parte del panorama che il popolo venezuelano si augura.

La situazione che Lei ci ha descritto ha influenza sulla vita della Chiesa e delle comunità cristiane del Paese? Quali?

Mons. Porras: Il risultato imprevedibile di questa situazione è un forte senso di unità all’interno della Chiesa, e tra la Chiesa cattolica e le altre confes-sioni. Speravano di dividere la Chiesa al suo interno, ed invece, a parte pochi preti che fanno molto ru-more in radio e televisione, Vescovi, sacerdoti e laici sono molto uniti e solidali. E ciò anche se usano ed abusano di simboli cristiani, e se tutto il Governo si dichiara cattolico. È una tattica che finora è fallita. Mentre una esigua minoranza di cristiani parteggia per il Governo, sulle posizioni di difesa della libertà, dei diritti umani, del-la pace interna ed esterna si realizza una grande compattezza, suggellata da un aumento di vocazioni e conversioni. Tutto questo mentre si contano circa 200 morti assassinati ogni settimana, senza contare la cattura di ostaggi, intimidazioni, eccetera, nella connivente indifferenza del potere.

Mons. Baldazar Porras (Presidente della Conferenza EpiscopaleVenezuelana e Segretario della Conferenza dei Vescovi latino-americani)è stato ospite della nostra comunità parrocchiale nell’ottobre del 2005insieme al direttore del Collegio Venezuelano di Roma Mons. Pedro.

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Page 42: Il Tempo e la nostra storia

Cosa ti ha portato a diventare sacerdote?Quale è la storia della tua vocazione?

Per iniziare, vorrei dire che provengo da un am-biente familiare molto religioso. La mia fami-glia è cattolica. Mio padre era catechista nella parrocchia in cui ero nato e abitavamo. Era sempre stato molto vicino ai missionari italiani Cappuccini che in quel tempo erano nella mia diocesi. Mio padre sapeva parlare bene l’inglese e un’altra lingua locale. Con i missionari italiani andava da un posto all’altro predicando e cat-echizzando le persone. IO osservavo mio padre quando lavorava per l’espansione della chiesa. Mia madre era poi sempre d’aiuto a mio padre. Andavamo in chiesa tutti le mattine per la santa Messa. Poi ogni sera a casa non mancavamo di recitare il Rosario.Anche quando noi dormivamo mio padre si ingin-occhiava e pregava. Io lo vedevo continuamente devoto a Gesù Cristo e alla sua missione. Per l’eccellente lavoro svolto a favore della chiesa fu chiamato a Rom nel 1975 da Papa Paolo VI. In secondo luogo i missionari che entrarono nella mia diocesi erano i cappuccini della provincia di Bologna. Essi veramente furono persone di grande impegno. Io li osservavo mentre lavora-vano. Anche loro mi diedero una grande ispira-zione. Coltivai il desiderio di diventare prete dai giorni della mia infanzia. Partecipavo alla santa Messa tutti i giorni. Col tempo sentì che Gesù stava chiamando me per essere suo pastore ed entrai in Seminario nel 1980. Divenni sacerdote nel 1992.

Che servizio ricopri all’interno della Chiesa Diocesana?

Il 26 aprile del 1992 fui inviato presso la scuola di Sant’Antonio gestita dalla Dicoesi. Gli studen-ti erano circa 1500 ma solo 12 erano cattolici, gli altri appartenevano ad altre confessioni religi-ose: indi, mussulmani. Anche gli insegnanti era-no per la maggior parte Indi o mussulmani ad eccezione di alcuni cattolici. E’ bello lavorare con la gente di un’altra fede; abbiamo la possibilità di parlare di Cristo. Durante i 15 anni del mio lavoro come prete feci anche da assistente nella Chiesa Cattedrale. Contiene circa 5000 persone. Dopo lavorai in una piccola parrocchia di una vil-laggio molto distante. Lavoravo anche in una scuola di 2000 studenti. Non c’era l’elettricità; la vita era abbastanza dura. Il centro Diocesi e la casa del Vescovo distava dalla Missione sette ore di Jeep, Per me qusto periodo è stata vera-mente molto difficile.Attualmente ho ricevuto un altro incarico: sono stato nominato Direttore del Centro Pastorale della Diocesi in cui si svolgono moltissime attiv-ità. Ogni mese abbiamo molte attività e si svol-gono diversi programmi. Abbiamo anche una

scuola per i bambini cechi: sono circa 100. Nella Scuola ci sono anche 120 sordo muti. Abbiamo anche una scuola per bambini poveri, le case per gli orfani, per le persone malate di lebbra, etc.

Com’è la situazione politica e sociale nel tuo paese?

La situazione politica nel mio paese non molto tranquilla. Il 75 % della popolazione è Indi, il resto mussulmani. Una minima parte siamo cat-tolici. La convivenza non è sempre pacifica. Nel mio paese ci sono solo 15 famiglie cattoliche. Noi siamo minoranza e come risultato non ab-biamo diritto a niente.La vita a volte diventa dura. Gli Indi sono anche buoni e tolleranti. Ma a loro non piace la con-versione. Spesso sono sospettosi nei confronti del nostro movimento e la nostra religione. Il governo è Indi e quindo sono in maggioranza però tollerano la cristianità. Con i mussulmani e i sikk è più difficile.

Che percentuale di cattolici è presente nel tuo paese?

Come dicevo siamo solo una esigua minoranza. Potrei dire che in tutta l’India siamo il 2.5% di tutta la popolazione del mio paese.

Quale è la cosa che ti ha colpito di più durantela presenza nella nostra Parrocchia?

Questo anno durante la pasqua sono stato da voi. Ho partecipato anche alla Benedizione delle Case e delle famiglie.Durante il periodo trascorso ho saputo che molte persone anche se battezzate non sono cristiani praticanti. Alcuni di loro neanche gradiscono che la loro casa venga benedetta. Questo fatto mi è dispiaciuto.

Da una nostra intervista a Don Paul Given, sacerdote dell’IndiaL’ esperienza vissuta nella vostra comunità mi

ha fatto crescere nella fede”

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Page 43: Il Tempo e la nostra storia

Don Paul Givencon alcune sorelle e bambini

La Parrocchia

La situazione del tuo paese ti ha portato a ripensare alla scelta che hai fatto di diventare sacerdote?Dio mia ha chiamato per farmi diventare prete e lavorare per la sua gente. Ho detto si alla sua chiamata. Per cui la situazione del mio paese, la mia casa, il mio ambiente difficilmente incidono sulla mia decisione. So di aver preso una deci-sione giusta e Dio mi ha aiutato a diventare suo degno prete e sono felice di questo. Non penso a nient’altro.

C’è qualcuno che ti ha aiutato nelle situazioni difficili?

Si. Ma ogni volta che arrivavano le difficoltà con-fidavo prima di tutto nel Signore; sapevo che Egli è l’unico che piò risolvere i miei problemi. Dio stesso poi provvede a mandarmi persone per aiutarmi. Quando ero in missione nei villaggi e nelle scuole avevo molti problemi.Una difficoltà grave che metteva a rischio il nostro impegno per l’educazione nelle scuole era la mancanza di elettricità. Raccontai ques-ta situazione a don Giorgio, il vostro parroco e lui volenterosamente si è offerte per aiutarci. Il Festival della Solidarietà fatto nella vostra par-rocchia ci ha permesso di avere una “genera-tore di corrente – gruppo elettrogeno”. Ora la gente della parrocchia e gli studenti della scuo-la grazie all’aiuto della vostra Parrocchia hanno l’elettricità. Sto sempre ringraziando il Signore per avermi mandato persone come don Giorgio e i suoi parrocchiani. Sarò sempre grato a Dio per il vostro aiuto.

Quali sono i momenti più emozionanti che hai trascorso nella nostra parrocchia?

Mi ha molto commosso la forza della fede di molte persone. Ho visto la gente piangere du-rante le confessioni. E’ stato un momento di gra-zia anche per me. Anche io mi sono rinforzato nella fede. Le persone incontrate da voi sono molto religiose e praticano la loro fede.Mi ha commosso tanto la via crucis del venerdì santo per le strade del paese. Le feramte della croce che abbiamo fatto nella notte. Mi sono arricchito veramente molto con una indimen-ticabile esperienza che ho accumulato durante questo tempo.

Se ti dovessero chiamare da Roma per chiedertidi diventare Vescovo?

Non ho mai mirato così in alto in tutta la mia vita. Vorrei rimanere un semplice prete che serve alle persone come Dio vuole. Per questo qualsiasi cosa che Dio mi chiede e progetta per me, dirò sempre sì alla sua volontà.Un grande saluto e un abbraccio a tutti.Ancora Grazie di cuore!

L’ India

GIULIA LAI, MONICA PIU, GIULIA CONTU

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sopra: ragazzi durante l’inaugurazione dell’anno

scolastico presso il College diretto daDon Paul Given

a lato:una classe dello stesso College

Page 44: Il Tempo e la nostra storia

D. ANTONIO LUIGI FANNI

Don Antonio Luigi Fanni Don Ernest Byrobì

Un grande evento è accaduto il 6 luglio 2003 nel sagrato della chiesa di S. Giorgio vesco-vo: di fronte ad una straordinaria assemblea

riunita intorno al Vescovo e a molti sacerdoti prove-nienti dalla nostra Diocesi e da molte parti dell’Italia e del Mondo, lo Spirito Santo ha consacrato don Er-nest e me, sacerdoti della sua Chiesa.La diversità delle persone (diverse per provenienza, formazione, cultura, etnia, età, ruolo...) convenute a comporre quell’assemblea era l’immagine pro-pria della Chiesa universale e in qualche modo ben rappresentava l’immagine della Parrocchia di Stella Maris rendendo esplicita la sua vocazione ad essere luogo di incontro delle differenze e straordinaria op-portunità per fare tesoro delle diversità presenti al suo interno.Don Giorgio mi ha ricordato che quell’ordinazione sacerdotale è stata la prima di tutta la storia della Parrocchia e questo è stato un motivo in più per ringraziare il Signore del dono del sacerdozio ricevuto in quella splendida giornata di luglio, e un’occasione per rileggere e rivedere l’intervento del Signore in molti momenti della mia storia personale.

Ho ripensato al cammino percorso fino a quel mo-mento: all’evoluzione della vocazione, una storia in-terrotta a 15 anni e ripresa a 42; alle mie resistenze ad aderire al progetto di vita che il Signore mi in-vitava ad accogliere; alla scoperta della vicinanza della Comunità parrocchiale che mi ha sostenuto in molti modi nel cammino di preparazione al sacer-dozio; alla scoperta della fedeltà del Signore e alla debolezza della mia risposta alla sua chiamata; alla gioia di scoprire che la felicità è legata all’adesione alla Sua volontà. Dopo quella prima ordinazione il Signore ha continuato a chiamare altri a seguirlo nella strada della vita consacrata e del sacerdozio e continuerà a farlo; per questo la Comunità insisterà nella preghiera e convergerà ogni giorno di più verso l’unità in Cristo Gesù.Bisogna però affinare l’udito, per poter riconoscere la sua voce, per scoprire che cosa il Signore vuole che noi facciamo e chiedere che ci dia un cuore grande che sappia rispondere con entusiasmo alla sua voce, sapendo che è nel corrispondere alla sua volontà che potremo trovare la nostra felicità.

La Parrocchia di Stella Maris:Luogo di Incontro delle differenze e delle diversità

a lato:il Sagrato della Chiesa di S. Giorgio durante

la Celebrazionedi Ordinazione

sacerdotalepresieduta

da S. E. Mons.Piseddu

di Don Antonio Fanni e Don Ernest Byrobì

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Page 45: Il Tempo e la nostra storia

Marco Congiucon un gruppo di ministranti

Stella Maris

Per dono sorprendente di Dio la nostra ComunitàParrocchiale ha la fortuna di aver visto nascere,

crescere e maturare una vocazione di specialeconsacrazione alla vita monacale.Un suo figlio da due anni ha intrapreso questastrada presso il Monastero Benedettinodi San Pietro di Sorres (Borutta) in Sardegna.La scelta e la decisione per un vita affascinantema difficile è sempre frutto di un lungodiscernimento e preghiera;come comunità parrocchiale abbiamo alloradue impegni: il primo è quello di ringraziareil Signore per aver chiamato un figlio di questacomunità per la vita monastica;il secondo pregare per Andrea, perché nongli manchi mai la fiducia e il coraggioper la perseveranza nel cammino.

« Incontrare Gesù, accogliere in Lui la Parola vivente del Padre, costituisce il cuore della vo-cazione del monaco. Lui è la sorgente da cui

fluisce la vita, il centro che la coordina nei suoi pri-mati e la unifica nei suoi obiettivi.Diventare monaco significa anzitutto percorrere un cammino di ricerca del Signore e di conversione che conduce alla riunificazione interiore seguendo e imi-tando Gesù. Significa vivere un rapporto personale con il Padre uniti a Gesù e inseriti nella carità che feconda la fraternità.La comunità monastica, piccolo riflesso della santa chiesa, trasmette esperienza di vita e sapienza spiri-tuale. Vi si è introdotti con un processo di discerni-

La Vocazione Monastica: Straordinaria scelta di Andrea Mulas

La Vita del Monaco: il segreto del fascino che emana

mento e di crescita che ha le caratteristiche di una iniziazione attraverso l’esperienza trasmessa da una generazione all’altra e verificata sull’Evangelo.Ognuno è chiamato dal Signore a rispondere in prima persona con l’obbedienza della fede in una libertà cres-cente che ha nell’amore indiviso a Dio e ai fratelli la sua ragione d’essere e la sua misura.La scelta del celibato per il Regno, vissuto nella co-munione dei fratelli, è il simbolo più significativo dell’orientamento radicale dell’ intera esistenza verso il Signore. Lo schema classico della tradizione benedet-tina dell’ “Ora et Labora” (preghiera e lavoro), orienta i giorni del monaco, scandisce gli orari e determina gli spazi logistici della comunità.»

S ono passati ormai tre mesi da quando il 13 settembre ho fatto l’ingresso ufficiale al Pontificio Seminario Regionale Sardo

del “Sacro Cuore di Gesù” a Cagliari. Soprattutto nei primi giorni è stato difficile abituarsi ai ritmi del Seminario e a quelli della Facoltà Teologica ma col passare del tempo sono diventati un’abitudine. La classe in cui mi trovo, dopo un primo momento di incertezza e di studio reciproco, si è fatta molto unita anche grazie all’esperienza degli “Esercizi Spirituali” d’inizio anno seminaristico e alle necessità relative all’inizio delle lezioni in Facoltà. Tre mesi sono forse pochi per dare un giudizio, ma posso fare le prime considerazioni. Grazie all’appoggio dei miei compagni, delle preghiere dei miei cari ed ai colloqui con il Padre Spirituale la mia scelta si va intensificando. Tutto ciò mi da la forza di affron-tare i problemi quotidiani e di andare avanti ali-mentando giorno dopo giorno la mia vocazione.

Devo ringraziare per aver potuto intraprendere quest’esperienza e per avere l’appoggio spirituale e materiale per poter proseguire innanzitutto la mia famiglia, i miei cari parrocchiani, le zelatrici del seminario, Mons. Celestino Porcu, Don Piero Crobeddu (Il Rettore del Seminario Vescovile di Lanusei), don Damiano e il nostro caro parroco don Giorgio Cabras.Grato al Signore per avermi circondato di persone che mi amano eche si prendono cura di me, vi chiedo di continuare ad accompagnarmi con le vostre preghiere attraverso il lungo e arduo cammino che,a Dio piacendo, mi porterà al Sacerdozio.Vi affido alle cure materne di Maria Stella del mare e vi assicuroil ricordo nelle preghiere. Per concludere voglio nuovamenteringraziarvi per tutto il bene che mi avete fatto.

MARCO CONGIU

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Page 46: Il Tempo e la nostra storia

Una ParrocchiaCHE CERCA DI ESSERE MISSIONARIAIL FESTIVAL DELLA SOLIDARIETÀ:IL PERCHÉ DI UNA ESPERIENZA

L’ Iniziativa parrocchiale denominata dal suo sorg-ere “Festival della Solidarietà” nasce dentro l’ambito di un sincero contesto di amicizia con diversi sacer-doti stranieri ospiti e missionari nella nostra parroc-chia.Da circa 10 anni abbiamo infatti visto agire e “ser-vire” presso la nostra chiesa presbiteri provenienti da altri contesti culturali ed ecclesiali. Per brevi o lunghi periodi hanno portato e rappresentato nelle nostre celebrazioni la freschezza e l’universalità del-la chiesa. Non abbiamo più vissuto un Natale o una Pasqua senza la loro significativa presenza. Anche quest’anno per le celebrazioni pasquali sono stati con noi contemporaneamente due sacerdoti prove-nienti dalla Costa D’Avorio e dall’India. L’esperienza fatta dice che i periodo liturgicamente più forti dell’anno hanno una intensità nuova e speciale con la loro presenza. I LORO NOMI

E’ difficile ricordare tutti i loro nomi ma non dimen-tichiamo il primo che ha aperto questa esperienza e queste amicizie: l’abbè Simon Mayunga proveni-ente dalla Zaire e l’altissimo Fr. Gareth Byrne irlan-dese nel 1997. Per due settimane (1998) sono stati con noi anche Darryl S’ouza del Kuwait e don Lu-bomir della Cecoslovacchia. Dall’africa nera (Tanza-nia) l’indimenticabile e simpatico Abbè Alfred a cui piaceva, durante una delle prime Feste di San Gior-gio, giocare con i bambini: l’autoscontro rappresen-tava per lui una attrazione incredibile. Per due feste di Natal è stato con noi anche il “grande e grosso” Abbè Celestin dello Zaire e il simpaticissimo Abbè Tobasci della Repubblica Centraficana. Non dimen-tichiamo neppure un sacerdote sudafricano in esilio (sotto persecuzione) con il racconto della sua trage-dia personale e le prime amicizia con i sudamericani nel 2002 e 2003. Due sacerdoti colombiani ci hanno portato la ricchezza e la vitalità religiosa della Co-lombia mentre con i Venezuelani dal 2004 è nato un rapporto ancora più profondo. Sono di casa nella nos-tra comunità parrocchiale don Luis Enrique Rocas (conosciuto come don Kike), don Oscar Alvarez e don Josè Amado Jaimez di Caracas. Abbiamo avuto anche la gioia di essere presenti in Venezuela al loro insediamento come parroci durante un re-cente viaggio missionario. Tra gli amici Venezuelani ricordiamo anche Don Marcos. L’amicizia con il Venezuela è stata sancita ufficialmente con la visita graditissima di Mons. Balthasar Porras, Vescovo di Merida e Presidente della Conferenza Episcopale

Venezuelana (attualmente anche uno dei Segretari del CELAM – Conferenza dei Vescovi Latino-Ameri-cani) e del Rettore del Collegio Venezuelano a Roma Mons. Pedro. Dal 2004 ci pregiamo poi di aver con-osciuto anche l’Abbè Bernard Tondè proveniente dalla Costa D’Avorio. E’ stato accolto nella nostra comunità per un anno intero per consentirgli anche di portare avanti delle delicate cure mediche. An-che la sua conoscenza ci ha portato a fare un viag-gio missionario in Costa D’Avorio. In Africa abbiamo trovato una realtà decisamente diversa dalla nostra dal punto di vista sociale e politico (siamo arrivati in piena guerra civile) e vivacissima per l’aspetto ecclesiale e religioso. L’incontro ad Abidjan con il Cardinale Bernard Agrè ci ha dato la possibilità di conoscere più approfonditamente la realtà eccleiale non solo della Costa d’Avorio ma di tutta l’Africa Oc-cidentale. Superando le nostre attese il Cardinale aveva poi dichiarato la sua disponibilità a ricambi-are la visita in Sardegna. Così è stato. Nel maggio del 2005 abbiamo vissuto un incontro bellissimo di festa e di testimonianza indimenticabile. Il Cardinale ha avuto così la possibilità ringraziarci per l’aiuto che nel 2004 abbiamo riservato per la Diocesi di Bound-okou. Per loro avremo poi attivato anche altre due edizione del Festival della Solidarietà. Dalla Costa D’Avorio sono venuti a trovarci e a passare alcuni giorni con noi anche altri tre Vescovi: Mons. Mariè Daniel Dadiè Arcivescovo di Korhogò, Mons. Jean Salomon Lezoutiè, Vescovo di Odiennè e Mons. Paulin Kouabenan N’Gname. La loro presenza in parrocchia è sempre significativa, porta gioia e fa crescere nella fede e nella vita della chiesa.Non possiamo dimenticare anche un’altra amicizia molto significativa: dall’India per diversi anni è sta-to con noi, prestando il suo servizio sacerdotale in parrocchia per Natale o per Pasqua fr. Paul Given. Anche per lui la parrocchia ha organizzato un Fes-tival della Solidarietà. Siamo riusciti ad acquistare un grande Generatore di Corrente Elettrica per la scuola di cui è direttore, con 1500 studenti.Siamo certi che l’amicizia è concreta e reciproca. Lo scambio di aiuto ha caratterizzato questa sto-ria e la fa crescere. Non vorremo mai che il nostro “impegno missionario” si limiti all’aiuto del ricco che dà al povero. Queste iniziative “mettono in gioco” le persone e la loro vita non le cose che possono dare. Il dono del superfluo non è “traccia di Dio” ma solo ciò che avanza e che non si usa. La reciprocità fa crescere e il dono di sé e della preghiera lascia tracce indelebili nella vita della comunità.L’iniziativa concreta dei Festival per questo è sem-pre unita alla preghiera e alla conoscenza delle re-altà d’origine dei sacerdoti.

Dall’amicizia con sacerdoti stranieril’avvio di iniziative a carattere solidaleDall’amicizia con sacerdoti stranieril’avvio di iniziative a carattere solidale

in alto:l’allegria e il sorriso

dei bambini della Costa d’ Avorio

a lato:la folla davanti al palco

si gode lo spettacolomusicale del Festival

della Solidarietà

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TORTOLI’ Via M. Virgilio, 43

Page 47: Il Tempo e la nostra storia

Carissimi parrocchiani di Stella Maris,

Appena ritornato a Roma dopo qualche ora passata nella vostra bellissima comunità, scrivo a voi questa lettera per salutarvi e rendervi grazie per l’accoglienza e l’amicizia che mi avete dato. Ho avuto per questi due giorni une grande gioia di essere con voi tutti: genito-ri, giovani, bambini e con Lei soprattutto, don Giorgio, ed i suoi due parrocchiani e amici che si sono messi al mio servizio con molte simpatia dall’aeroporto di Ol-bia a Arbatax. In voi ho trovato questa nostra Chiesa, unica e universale in cui siamo tutti fratelli.Aspetto con grande desiderio di poter accogliere al-cuni di voi un giorno a San Pedro che è anche la vos-tra comunità. Prima di lasciare la vostra parrocchia, don Giorgio a nome di voi tutti, mi ha consegnato il vostro dono, compreso un computer. Ringrazio i cari donatori e assicuro loro che questo sarà uno stru-mento molto utile per il lavoro della Curia Diocesana di San Pedro. Condividerò con i miei diocesani la gioia

che ho ricevuto da voi e con loro rimarremo sempre in unione di preghiera con voi. Affido soprattutto alle vostre preghiere la mia nuova missione come Vesco-vo di questa diocesi di San Pedro. Vi auguro un santo tempo di Avvento e un felice Natale.

+ MONSIGNORE PAULIN KOUABENAN

Stella Maris

Maggio 2004: “Progetto Korigjò” - “Solidarietà” per la Costa D’Avorio: Abbiamo donato alla Diocesi di Boundokou (Confine Burkina Faso) 10.000,00 Euro in contanti per sostenere micro progetti di svilup-po nel campo sanitario, scolastico, e di autofinanziamento (in collaborazione stretta con il Comitato San Giorgio).

Estate 2005: “Progetto INDIA - KHERI”: abbiamo permesso con l’invio di Euro 5.000,00 l’acquisto di 1 Generatore di Corrente Elettrica per una scuola di 1500 studenti.

Estate 2006: “Un Container per Abidjan” - COSTA D’AVORIO: Siamo riusciti ad inviare un Container di 12 metri colmo di beni di prima necessità (Alimenti - medicinali - attrezzature varie “anche informatiche” - indumenti) per un valore complessivo di Euro 15.000,00 sostenendo anche uno studentato di 200 studenti (Seminario Maggiore di Abidjan) e numerosi villaggi, parrocchie, centri sanitari e Diocesi.

Natale 2006: Sostegno al VENEZUELA: Piccolo contributo a due centri per L’infanzia nella città di ME-RIDA di Euro 500,00

ESTATE 2007 - 29/ 30 giugno e 1 luglio: Concreto aiuto per Abidjan e DIOCESI di BOUNDUKOU COSTA D’AVORIO: l’invio di un secondo Container.

ELENCO DELLE ATTIVITA’ E INIZIATIVE CONCRETE

in questi anni così abbiamo operato:

Si chiama Festival della Solidarietà perché nascee si anima in un contesto di Festa e Gioia.

All’ interno si vive una attesa e partecipataRASSEGNA MUSICALE CON “GARA CANORA” che richiama cantanti da tutta la Sardegna.Il Festival musicale canoro prevede una giuriache valuta le performance dei cantanti,procede alle selezioni nelle prime due serateper assegnare poi i premi ai vincitoridelle due categorie “ junior e senior” nell’ultima serata.

IN QUESTI ANNI IL FESTIVAL CANORO HA ASSUNTO UNA DIMENSIONE REGIONALE:L’albo d’oro dei vincitori ha visto coinvolti queste per-sone provenienti da questi paesi:

Vincitori sezione Giovani:

MANUELA MAMELI (anno 2004, Triei);MICHELA FLORE (anno 2005, Olbia);MICHELA BRUNDU (anno 2006, Oliena) CLAUDIA IACONO (Anno 2007, Arbatax);

Vincitori sezione Junior:

NICOLETTA CORRIAS (anno 2004, Arbatax); EMANUELE DEROSAS (anno 2005, Orosei);EDOARDO MEZZORANI (anno 2006, Quartu S.E.)EMANUELE DEROSAS (anno 2007, Orosei);Durante le tre serate sono previste anche delle sagrema nell’ambito del Festival è inseritala “FIERA SOLIDALE”: Tanti stands allestiti dai gruppi dell’Oratorioe dalle associazioni. L’obbiettivo è ricavaredalla vendita il necessario per consentirel’ invio del Container e l’acquisto dei beni richiesti.

LA LETTERA DI MONS. PAULIN DELLA COSTA D’AVORIO ALLA NOSTRA COMUNITA’

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nelle foto alcuni protagonistidelle passate edizioni

del Festival della Solidarietà

Page 48: Il Tempo e la nostra storia

i ContainerNelle tabelle qui di fianco vi mostriamo nei dettagli ciò che è stato raccoltonegli anni 2006 e 2007 da parte della nostra comunità in collaborazionecon il Festival della Solidarietà, destinato ai paesi della Costa d’Avorio e dell’India.

...contano

sopra: Gruppo Elettrogeno, come quello della fotoè stato donato alla Comunità di Kheri in Indiaa Don Paul Given nel 2005 grazie al Festivaldella Solidarietà (importo € 5.000)a lato: il Manifesto del Festival della Solidarietà 2007in favore della Costa d’Avorio.

PASTA 168, 35 KG

RISO 441,25 KG

FAGIOLI - TONNO 27,65 KG

ZUCCHERO 1003 KG

POMODORI PELATI 1062, 45 Kg

OLIO 627 LT

LATTE 750 LT

DETERSIVI SAPONI 484 KG

MEDICINALI 8 Kg

LENZUOLA 43,75 KG

COPERTE 16 KG

INDUMENTI SPORTIVI 107 KG

MICROONDE - ASPIRAPOLVERE 2

MACCHINA DA CAFFE’ 1

MACCHINA CALCOLATRICE 1

MACCHINA DA CUCIRE 1

MACCHINA DA SCRIVERE 1

SCATOLA GRANDEarticoli scuola

1

MONITOR TB / VIDEO - TELEVISORI 3

SCATOLE PALLONI DA CALCIO/BASKET 4

SCATOLE SCARPE CALCIO NUOVE 6

SCATOLE TONER FOTOCOPIATRICE 2

SCATOLE OCCHIALI DA SOLE 1

SCATOLE PENTOLE CUCINA - CASSERUOLE 7

SCATOLE TOVAGLIATO 2

SCATOLE SCARPE NUOVE 12

SCATOLE VESTITI NUOVI 80

SCATOLE DI PIATTI 14

OCCHIALI DA VISTA 1

BILANCIA CARRELLO 2

BICICLETTE 3

PORTE - MANTEAU 2

SEDIE A ROTELLE PER AMMALATI 5

FERRO DA STIRO 1

SCATOLE GIOCHI VARI BIMBI 10

FOTOCOPIATORE - STAMPANTI 7

COMPUTER 8

FRIGORIFERO 1

TENDE DA CAMPING (140 posti) 10

INDUMENTI 314 SCATOLE(150 Nuovi - 164 Usati)

Biancheria per la casa 26 SCATOLE

Materassi singoli 7

Reti singole 7

Rete matrimoniale 1

Materasso matrimoniale 1

Lettini singoli 2

Mobili Cucine componibili base + alto 2

Pannelli multistrato 2

Giocattoli + Attrezzatura ludica varia 25 SCATOLE

COPPE E TROFEI + medaglie 4 SCATOLE

Pannolini e assorbent 2 scatole

Cancelleria – Materiale scolastico:penne – quaderni – matite - colori

12 SCATOLE

Rasoi e Creme da Barba 7 SCATOLE

Stoviglie Cucina + piatti 38 SCATOLE

ZAINI e BORSE 4 SCATOLE

Seggiolini bimbo 2

Occhiali da sole - Montature 2 SCATOLE

Macchine per caffè 2

Tavolini da bar + vassoi 2

Sedie da bar esterno 10

Seggiolini bimbo auto 2

Grucce per abiti 1 SCATOLA

Forni a microonde 5

Macchine per cucire 2

Porta Cd 1

Radio 3

Macchina friggitrice 1

Ferri da stiro 4

Stufa elettrica 4

Deumidificatore 1

Condizionatore 1

Telefonino 1

Lampadari 2

Ventilatore 1

Bistecchiere elettriche 2

Biciclette grandi/adulto 15

Biciclette bimbo 5

Cavallo a dondolo - gioco 1

Culla + Materassino 1

Letto x fisioterapia +attrezzatura pesi per ginnastica

1

Passeggino per bambino 1

Specchiere per bagno 1

Bidet bagno 4

Lavandini + colonne 5

Water + sciacquoni 5

Rubinetteria bagni wc 1 SCATOLA

Portoncini in legno + finestre doppie(per esterni con annessa doppie porte in vetro)

6

Piastrelle pavim. interni abitazione 5 SCATOLE

Quadri grandi - puzzle arredo chiesa(soggetto liturgico)

7

VALIGIA ARREDI SACRI 1

Borsoni Attrezzatura sportiva bimbi(tute da ginnastica nuove)

2

Aspirapolvere 2

Olio d’oliva extravergine 200 litri

PASTA - vari tipi 350 Kg

Pomodori pelati 150 Kg

ZUCCHERO 60 Kg

Passata Pomodoro 130 Kg

Biscotti 70 Kg

Tonno + Fagioli + Piselli 70 Kg

4 Tende da Campeggio 50 posti 4 borsoni

Motorini 2

Water + sciacquoni 5

Sopra: si prepara il Container da destinare alla Costa d’Avorio...

Don Carlos sacerdotedella Colombia (Sud America)

Don Celestino dello Zaire (Africa)

ABIDJAN, Seminario Maggiore- in primo piano - L’ abbè Salomon diventatopoi Vescovo di Odiennein Costa d’ Avorio.(E’ stato ospite dellanostra Comunità parrocchialenel settembre del 2005)

Novembre 2007.Monsignor Paulin, Vescovo diS. Pedro in C. d’ Avorio in visitaalla nostra comunità parrocchiale, ringrazia per l ’aiuto concreto inviato in questi anni alle comunità ivoriane tramite i Festival della Solidarietà. Mons. Paulin è morto nelle prime ore del Venerdì Santo 2008 nel suo paese.

La Comunità parrocchialeha donato alla Diocesi di Boundukou anche il containera conclusione dell’ operazionedi Solidarietà 2007.

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Page 49: Il Tempo e la nostra storia

Alcune foto che ricordano le varie edizioni del Festival musicale dell’ Epifania.

sopra:Spettacolo 1971-72

Chiesetta Villaggio

Cartiera

Stella Maris

D a 8 anni l’Oratorio parrocchiale organizza l’atteso “Festival canoro dell’Epifany” con i bambini e i ragazzi. Il 6 gennaio, giorno

dell’Epifania in cui si celebra anche la Giornata Mon-diale dell’Infanzia Missionaria, si svolge questo tene-rissimo e gioioso appuntamento.Circa una quarantina bambini - o poco più - si pre-parano durante l’Avvento per “regalare” a tutta la comunità un momento di festa, di incontro e di rifles-sione con la musica e il canto facendo rivivere – con le loro parole e con struggenti melodie – gli eventi natalizi appena celebrati. Gesù non solo diceva ai contrariati apostoli “lasciate che i bambini vengano a me” ma li presentava anche come modello: “Se non diventerete come bambini non entrerete nel Regno dei Cieli”. Lasciarsi guidare allora da loro nel pen-siero e nelle emozioni è una esperienza indimentica-bile. L’Epifania poi è la festa dei bambini cristiani che vivono con gioia il dono della fede e pregano perché la luce di Gesù arrivi a tutti i fanciulli del mondo. Per questo anche la proposta dei canti ha sempre tenuto conto della dimensione missionaria e dell’educazione alla mondialità e alla pace.Nel 2005 anche S. Ecc.za il Vescovo ha voluto par-tecipare a questa iniziativa complimentandosi con il gruppo degli animatori. Ogni anno alla conclusione della Festa si premiano poi i migliori presepi del Concorso “Presepissimo” e si lascia un dono a tutti i bambini e ragazzi partecipanti. Un simpatico rinfres-co (spesso a base di caldarroste) chiude un origina-lissimo e quanto mai atteso “evento musicale”.Nelle foto alcune immagini che ripercorrono alcune edizione del Festival.

In margine ai festeggiamenti della Solennità dell’EpifaniaINDUMENTI 314 SCATOLE

(150 Nuovi - 164 Usati)

Biancheria per la casa 26 SCATOLE

Materassi singoli 7

Reti singole 7

Rete matrimoniale 1

Materasso matrimoniale 1

Lettini singoli 2

Mobili Cucine componibili base + alto 2

Pannelli multistrato 2

Giocattoli + Attrezzatura ludica varia 25 SCATOLE

COPPE E TROFEI + medaglie 4 SCATOLE

Pannolini e assorbent 2 scatole

Cancelleria – Materiale scolastico:penne – quaderni – matite - colori

12 SCATOLE

Rasoi e Creme da Barba 7 SCATOLE

Stoviglie Cucina + piatti 38 SCATOLE

ZAINI e BORSE 4 SCATOLE

Seggiolini bimbo 2

Occhiali da sole - Montature 2 SCATOLE

Macchine per caffè 2

Tavolini da bar + vassoi 2

Sedie da bar esterno 10

Seggiolini bimbo auto 2

Grucce per abiti 1 SCATOLA

Forni a microonde 5

Macchine per cucire 2

Porta Cd 1

Radio 3

Macchina friggitrice 1

Ferri da stiro 4

Stufa elettrica 4

Deumidificatore 1

Condizionatore 1

Telefonino 1

Lampadari 2

Ventilatore 1

Bistecchiere elettriche 2

Biciclette grandi/adulto 15

Biciclette bimbo 5

Cavallo a dondolo - gioco 1

Culla + Materassino 1

Letto x fisioterapia +attrezzatura pesi per ginnastica

1

Passeggino per bambino 1

Specchiere per bagno 1

Bidet bagno 4

Lavandini + colonne 5

Water + sciacquoni 5

Rubinetteria bagni wc 1 SCATOLA

Portoncini in legno + finestre doppie(per esterni con annessa doppie porte in vetro)

6

Piastrelle pavim. interni abitazione 5 SCATOLE

Quadri grandi - puzzle arredo chiesa(soggetto liturgico)

7

VALIGIA ARREDI SACRI 1

Borsoni Attrezzatura sportiva bimbi(tute da ginnastica nuove)

2

Aspirapolvere 2

Olio d’oliva extravergine 200 litri

PASTA - vari tipi 350 Kg

Pomodori pelati 150 Kg

ZUCCHERO 60 Kg

Passata Pomodoro 130 Kg

Biscotti 70 Kg

Tonno + Fagioli + Piselli 70 Kg

4 Tende da Campeggio 50 posti 4 borsoni

Motorini 2

Water + sciacquoni 5

48 49

Page 50: Il Tempo e la nostra storia

Il piccolo coro della Parrocchia di Stella Marische ha preso parte all’incisione del CD di Maurizio Melis,per l’occasione formato da:Sara Corda, Nicoletta Corrias, Alice Cucca, Matteo Cucca, Carlotta Catte, Luca Fiera,Matteo Criscio, Giulia Mele, Daniele Deiana, Erika Barca, Simone Schirru,Susanna Usai, Elena Usala, Emanuela Pisanu, Giovanni Porrà, Carla CongiuClaudio Rocca, Veronica Rocca, Simone Orrù, Beatrice Melis, Veronica Murru,Claudia Orrù, Daniele Lettieri, Cristiana Deiana, Massimo Vitiellodiretto da Rosanna Cogotti.

BALLATA PER S. GIORGIO

«Il carisma che il Signore ti ha dato è sicuramente

singolare rispetto a tanti altri: cantare il Suo

nome, cantare e Sue opere, la Sua gloria, lodarLo

e RingraziarLo. Tu, Maurizio, sei partito cantando i brani

dei cantautori che hanno segnato un’epoca nella musica

leggera italiana ed hanno accompagnato l’adolescenza

e la prima giovinezza di tanti di noi. Forse ispirandoti a

qualcuno di loro, hai composto nel Marzo ‘88 il tuo primo

brano che inizialmente hai tenuto un tantino nascosto.

Ti sei poi reso conto che avevi qualcosa di personale da

dire, avevi da raccontare l’Esperienza che di Dio avevi

fatto; a questo punto, un brano era insufficiente a nar-

rare le vicende personali che si erano venute a concretiz-

zare tra te e il Signore e, quindi hai composto altre storie

musicate che hanno portato nel 1999 alla realizzazione

del primo album (di prossima pubblicazione). Essere can-

tautore di Dio è, nel tuo caso, rappresentare la Sardegna

nell’associazione “Il mio Dio canta giovane”; comporta un

ulteriore onere (o meglio onore) che consiste nel pren-

dere parte agli incontri del suddetto sodalizio ».

Tratto dalla Biografiadi Maurizio Melis

sul sito interneta cura di Silvio Cherchi

giornalistacattolico.

a sinistra: in occasione del Natale 2005 il Coro - a conclusione della celebrazione della S. Messa - porge gli auguri di Natale con l’accompagnamento musicale dei giovani. A destra un altro momento della celebrazione

50 51

Page 51: Il Tempo e la nostra storia

Stella MarisAlcune immagini della chiesa di Stella Maris

in alto il rosone della Chiesa di S. Marisa lato , la statua di San Francescopresente all’ interno.

Sopra: il presepio all’interno della chiesa di San Giorgio

Momenti della Via Crucis,sopra : IL SEPOLCRO, realizzato ad altezza naturale(P.za Colombo - Arbatax)in alto a destra: il Coro maschile anima i canti,un momento della Via Crucis

sopra: i Fedeli nella banchinadel porto di Arbatax assistonoalla partenza della processionein mare (Luglio 2007)

a destra: S.E. Mons. Piseddu e l’ArcivescovoMarie Daniel Dadiè partecipano alla processionein barca durante la festa di Stella Maris.

L’ Arcivescovo di Korogò nella Costa d’Avorioguida la Processione di Stella Marisnel luglio del 2007a sinistra: in occasione del Natale 2005 il Coro - a conclusione della celebrazione della S. Messa -

porge gli auguri di Natale con l’accompagnamento musicale dei giovani. A destra un altro momento della celebrazione

50 51

Page 52: Il Tempo e la nostra storia

52 53

Page 53: Il Tempo e la nostra storia

San Giorgio

ESTATE + INCONTRO + PREGHIERA +

GIOCHI + TORNEI + GITE + AMICIZIA +

GRUPPO + BANS + CANTO + BANDIERE +

COLORI + BANDANE + MAGIE + DON GIO’ +

ANIMATORI + ACQUA FRESCA + QUIZ +

ESCURSIONI + GELATI + SERATA FESTA

CONCLUSIVA + PREMIAZIONI +

ALLEGRIA + AQUADREAM + MEDAGLIE

+ FESTA + TE = GREST

52 53

Page 54: Il Tempo e la nostra storia

54

Page 55: Il Tempo e la nostra storia

Carissimi, Sono vicino a voi in questi momenti di festa, nel ricordo delle importanti date della vostra storia. Saluto il vostro parroco, il carissimo Don Giorgio Cabras, i suoi collaboratori, le catechiste, i responsabili della varie attività, le associazioni, i gruppi, le famiglie, i singoli fedeli. Ma saluto anche le altre realtà del territorio, i responsabili della comunità civile, gli amministra-tori, gli imprenditori, gli operatori culturali e sociali, della comunicazione, gli uomini del mare... tutti In particolare saluto i giovani, parte così importante della parrocchia e protagonisti di molte delle sua attività e i sofferenti. Ringrazio con voi il Signore per i doni che ha fatto a voi e in voi all’intera diocesi di Ogliastra, con l’opera dei miei predecessori Vescovi: Mons. Lorenzo Basoli e Salvatore Delogu, dei vari parroci e sacerdoti che hanno guidato la parrocchia, sia diocesani che religiosi. Il loro ricordo è in benedizione.Giustamente li ricordate con affetto e gratitudine anche nella pagine di questo giornale. Offro al Signore il vostro impegno di bene. Ricordo con gioia il periodo della costruzione della nuova chiesa e la nuova organizzazione della parrocchia. Abbiamo toccato con mano la presenza del Signore Buon Pastore. Continuiamo a guardare a lui. E’ lui che ci interessa. Ma noi pure siamo importanti per Lui; ha dato la sua vita per noi. Ci segue come un amico nel nostro cammino. Bi-sogna che anche Lui sia importante per noi. La parrocchia è il luogo dell’ esperienza del mistero. Dio Padre ci rende famiglia, attorno a Gesù.Lo Spirito Santo ci vuole rendere famiglia di santi. Il segreto è l’amore, che è la vita stessa di Dio. Vi ripeto le parole di Gesù: “Amatevi l’un l’altro come io vi ho amato”. Nella parrocchia non escludete dal vostro amore nessuno. Tutti si devono sentire accolti, come fratelli. Anche i fratelli che sono lontani, in Africa, in India... dovunque. La pace, la gioia, la serenità, saranno segno della presenza di Cristo, fratello, amico, salvatore. Dove è carità e amore lì c’è Dio: Affido il presente e il futuro della parrocchia ai vostri patroni: la Madonna Stella del Mare e San Giorgio Vesco-vo, agli altri santi che venerate. E in loro nome invoco dal Signore la più larga e affettuosa benedizione.

Stella Maris55

Page 56: Il Tempo e la nostra storia

la Benedizione degli Animaliil rito del Pane Benedetto

i pallonciniIL FALÓ

gli stands gastronomici

56

Page 57: Il Tempo e la nostra storia

accanto il manifestodell’ ultima edizione

57

Page 58: Il Tempo e la nostra storia

qui P

arro

cchi

a ...che ci unisce

a destraFrontespiziodel Giornale Il Pontesulla Home Pagedel Sito Internetdella Parrocchia,webmasterl’amico e compiantoAlessandro Fumagalli.

Le foto del sito sono diNino Schilirò,Pietro Basoccu eGiuseppe Benaglio

H a 11 anni di vita! E’ arrivato al numero 560 (mentre si scrive questo breve articolo).La prima uscita era di 200 copie mentre

oggi se ne stampano settimanalmente 500. Stru-mento indispensabile di collegamento di notizie e avvisi.Ha scandito il Tempo e i giorni di famiglie e di sin-goli, ha segnato le tappe più importanti della nostra parrocchia come le più ordinarie. Ha fatto sentire con la sua discreta “presenza” la Chiesa nelle nostre case. Mezzo indispensabile di annuncio e catechesi, veicolo necessario finalizzato ad unire le tre zone pastorali diverse e distanti del territorio parrocchiale e tutte le persone.Un Ponte, appunto, che unisce un arcipelago di isole e famiglie. Stiamo parlando del giornalino della par-rocchia. E’ stampato, meglio “fotocopiato”, negli uf-fici parrocchiali da volontari. “Il Ponte” è il suo nome.Nato da una esigenza reale del territorio si è via via creato uno spazio importante e decisivo all’interno delle nostre famiglie. Nel 1 numero assoluto – datato 4 febbraio 1996 – dal titolo in prima pagina “COME IN UNA FAMIGLIA” vengono riportate all’interno di un riquadro le motivazione che hanno dato vita a questa iniziativa. Il titolo della scheda è: “Perché un giornale” e le motivazione addotte sono:• Per crescere sempre più come famiglia mettendo in circolo” le notizie.• Per far partecipi tutti della vita dell’intera parrocchia.• Perché insieme si gioisca, si sof-fra, si lotti.• Perché si preghi per i medesimi scopi.

• Perché vengano annullate le distanze e costruiti nuovi “ponti” di comunione, amicizia, collaborazione.• Perché crollino barriere e steccati.• Perché nessuno si senta estraneo o esclusoSi concludeva sempre all’interno del riquadrocon un augurio:«Il Ponte vuole essere solo uno strumento e un seg-no di comunione e di unità. Ci auguriamo che possa svolgere in pieno il suo servizio e che possa diventare veramente “Il PONTE” non solo tra le zone pastorali della nostra Parrocchia, ma tra tutte le persone di buona volontà che si riconoscono in una parrocchia che vuole essere Chiesa aperta e accogliente. Con Gesù Cristo».Possiamo dire dopo 11 anni che “Il PONTE” ha as-solto nel miglior modo possibile il suo compito.Un ringraziamento va a chi in questi anni ha collabo-rato in vario modo (con articoli, nelle fotocopie, con contributi anche economici) a realizzarlo e fare in modo che tutte le domeniche sia ospite nelle nostre famiglie.

DON GIORGIO CABRAS

“come

in una famiglia”

Il Giornalino Parrocchiale, un “Foglio di Collegamento” settimanale della nostra Comunità

Le motivazioni che hanno fatto nascere questo prezioso strumento

“il Ponte”è il suo nome!

58 59

Page 59: Il Tempo e la nostra storia

a sinistra: Anziane di Arbatax,

Zia Noemi Vacca e Zia Peppina Cristo.

Nella foto sotto: Virgilio Nonnis, scrittore e storicodi Tortolì-Arbatax.Tra le sue opere:- “ Storia e Storie di Tortolì ”;- “Arbatax”;- “Città d’ Ogliastra”;- “Alla scoperta di noi stessi”;- “Spaziando”;- “Tortolì e dintorni”.

La Parrocchia

il Primo numero...non si scorda mai! (Domenica 4 Febbraio 1996)

Le motivazioni che hanno fatto nascere questo prezioso strumento

58 59AlcuneEdizionidella RivistaIL PONTE Il Giornale “IL PONTE”non ha mai interrottola sua pubblicazione,da 13 anni accompagnala vita parrocchialearbatxina,scandendo il tempo,segnando appuntamenti,dando notizie.É arrivato al n° 607.É necessario ricordareche questo straordinarioe semplice mezzo dicomunicazione è possibilerealizzarlo grazie allagenerosità e al contributodi molti parrocchiani.La sua edizione settimanaleè possibile trovarla on-lineall’indirizzowww.parrocchiastellamaris.it

Page 60: Il Tempo e la nostra storia

Comune di Tortolì

60 61

É con gran piacere che ho accolto a nome del Comune di Tortolì-Arbatax la gentile ospi-talità di Don Giorgio e di tutta la comunità di

Arbatax all’interno di questo spazio giornalistico. In qualità di Assessore alle Politiche Giovanili di questo Comune ho il piacere di constatare come questa stessa pubblicazione sia il frutto di un ot-tima politica che vede i giovani come protagonisti della comunità, nel caso specifico come redattori del “Tempo”. Rendere i ragazzi protagonisti della loro crescita e del loro futuro costituisce per le politiche di questo assessorato, il fondamento e l’anello di giunzione di tutti i progetti e le iniziative che hanno i giovani come destinatari.E’ facile constatare, come nei ricordi di quasi tutti noi la parrocchia sia spesso stata un primo riferi-mento per tutti i bambini, probabilmente la prima forma di aggregazione extrascolastica, oggi potrei dire, costituendo una forma di programmazione di politiche giovanili. L’esperienza di Don Giorgio con i suoi ragazzi è una iniziativa importante di politica destinata ai ragazzi e in quanto tale è tenuta in grande considerazione dal Comune che vuole at-tingere dal territorio nuove idee ed esperienze per arricchire le proprie e dare un concreto supporto per tutti i giovani. In quest’ottica le politiche che

il Comune di Tortolì-Arbatax adotta, sono mirate prevalentemente a:valorizzare e investire sulla formazione dei giovani e supportarli nello sviluppo delle loro competenze;promuovere e incoraggiare la creatività; favorire l’integrazione e la socializzazione dei ragazzi;favorire la creazione di occasioni per le attività cul-turali e ricreative in genere avvicinare i giovani alla vita politica del paese; coinvolgere i giovani in iniz-iative ad essi rivolte rendendoli protagonisti;attivare sinergie nel territorio coinvolgendo Enti, Istituzioni e Associazioni; promuovere la parte-cipazione attiva dei giovani: assicurare la con-sultazione dei giovani nelle decisioni che li riguar-dano, stimolare la loro entrata nella vita sociale; promuovere l’utilizzo di internet soprattutto nei confronti delle categorie più svantaggiate per fa-vorire l’accesso alla cultura, al mercato del lavoro e all’informazione; Il Comune di Tortolì, per concretizzare i suoi pro-getti ha dato vita ad una pubblicazione, un “Giorn-alino on-line”, curato direttamente dal “Gruppo Giovani”, che predispone ogni giorno lo spazio web www.faicrikka.it, con idee e proposte. Proprio nel giornale on line, i ragazzi redigono articoli di vario genere sulle tematiche che ruotano attorno

alla vita sociale, a quella privata, alla scuola e al lavoro. Per l’assessorato alle politiche giovanili, an-che esso giovane perchè di recente formazione, questo gruppo di ragazzi è il punto di partenza ed anche il vero motore di tutte le iniziative (“Carta giovani”, sito web www.faicrikka.it), nell’auspicio di ampliarlo a nuovi membri e articolarlo in modo che diventi una consulta di “ragazzi”, una sorta di “Commissione” che si renda promotrice delle politiche giovanili del Comune di Tortolì-Arbatax.L’obiettivo generale del progetto mira a respon-sabilizzare e coinvolgere i giovani che diventano parte attiva della crescita dei sistemi locali e di tutti gli attori che nel terri-torio possono dare un con-tributo al progetto. Bisogna valorizzare la risor-sa costituita dalla gioventù, perché possa meglio rispon-dere alle sfide della società e contribuire al successo delle politiche che li riguardano, per poi diventare in fu-turo la generazione dirigente del territorio.

Valerio PorcuAss.re Politiche Giovanili Comune di Tortolì

Riferimenti utili

Ufficio dei Servizi Sociali del Comune di TortolìVia Garibaldi 1 – 08048 Tortolì (OG)Tel. 0782 [email protected]@comuneditortoli.itwww.comuneditortoli.itwww.faicrikka.it

a lato alcune immagini della presentazione

davanti ai ragazzi delle scuole dell’iniziativa FAICRIKKA

presso l’aula magna dell’ITI il 7 dicembre 2007,

nello specifico è stato presentato

il sito web www.faicrikka.it e la Carta Giovani

Page 61: Il Tempo e la nostra storia

Comune di Tortolì

101 Candeline di Festa per un Vecchio BambinoUNA VITA DI SEMPLICITA’ E MITEZZA

I festeggiamenti in onore di Ziu Giuannicu Corrias

60 61Chi siamo: i ragazzi di “faicrikka.it” presentano il loro

progetto ai lettori e chiamano a raccolta altri giovani.

“Stiamo costruendo una importante iniziativa”. Prima

di presentarvi il nostro lavoro, frutto della nostra coo-

perazione, vorremmo farvi capire chi siamo, come si è

formato il nostro gruppo e qual è il nostro scopo.

Tutto è iniziato un giorno normalissimo di scuola, nel

quale però era stata stabilita una presentazione il cui

scopo era quello di formare un gruppo di giovani a Tortolì.

L’illustrazione del progetto era stata organizzata dal co-

mune della nostra Città, in particolare dall’Assessorato

alle Politiche Giovanili. Gli operatori sociali illustrarono

gli obiettivi, gli scopi che si volevano raggiungere con

la formazione di un gruppo di giovani che lavorasse a

vari progetti in collaborazione con l’Amministrazione

comunale.

Marzia e Simona ci illustrarono, in un bel discorso,

l’iniziativa e i principi, in un modo così interessante

da attirare decine e decine di iscrizioni. Peccato che

nel frattempo qualcuno si sia perso per strada, in ogni

caso, noi oggi siamo qui e lavoriamo per creare una

vera e propria redazione giornalistica, creare dibattiti

su temi per noi importanti, condividere e organizzare

manifestazioni musicali e.... chi più ne ha più ne met-

ta.

La crikka dice:

Elisabetta: Tutti si lamentano sul fatto che a Tortolì non

si fa niente al di fuori della solita routine e che nessuno

fa niente per cambiare le cose “Spero che questo grup-

po di giovani possa stimolare la popolazione giovanile.

Riccardo: Spero che il gruppo possa rilevare e met-

tere in luce le esigenze e i bisogni dei ragazzi. Io sono

convinto che a Tortolì sia necessario creare più punti di

ritrovo con più centri di intrattenimento (come il centro

di aggregazione giovanile) non solo bar e discoteche.

Mohamed e Zouher: Il gruppo giovani deve conoscere e

far conoscere i vari punti di vista. Bisogna sensibilizzare

le persone al rispetto delle diversità culturali. Attraverso

il gruppo vorremmo approfondire la conoscenza della

storia della civiltà sarda. Vorremo anche che ci fossero

più corsi di lingua italiana per i ragazzi extra-comunitari.

Marco: il gruppo rappresenta “una palestra di opinioni”

Claudio:rappresenta un mezzo per arrivare a comuni-

care e interagire con persone di un altro livello, ossia

quelle che possono veramente risolvere i problemi.

Luca: è uno strumento per far sentire le nostre opinioni.

Veronica: Il giornalino è uno strumento importante per

far sentire a tutti che cosa ne pensiamo. È fondamen-

tale la comunicazione tra il mondo degli adulti e quello

giovanile.

Irene e Roberta: ci sono altre parti del mondo in cui i

ragazzi partecipano maggiormente alla vita sociale e

culturale della Città. Noi vorremmo che ci fosse più in-

teressamento da parte dei giovani alle problematiche

che ci riguardano. Quindi il gruppo deve essere uno

stimolo per smuovere noi ragazzi dalle solite abitudini.

Il progetto prevede:

la costituzione di un gruppo promotore che collabori

con l’Amministrazione Comunale per ideare e proget-

tare iniziative che interessino i giovani;

la costituzione di una redazione giornalistica;

la creazione di un sito web.

PRINCIPI DEL GRUPPO

Il nostro gruppo si fonda su alcuni principi:

rispettare le idee degli altri; essere leali, sinceri, onesti,

tolleranti; avere delle regole comuni; essere costanti;

avere libertà di pensiero.

OBIETTIVI DEL GRUPPO

Come obiettivi ci siamo prefis-

sati di: creare occasioni per

promuovere le nostre iniziative

e realizzare i nostri progetti; dar

voce alle nostre idee e interagire

con altre persone che abbiano

voglia di confrontarsi su tematiche

riguardanti noi giovani; Creare

nuovi interessi; Avere uno spazio

nostro; Conoscere e far conoscere

i vari punti di vista; Creare una as-

sociazione di promozione sociale e

culturale.

LE NOSTRE ATTIVITA’

Le nostre attività riguardano:la gestione della redazi-

one giornalistica; il giornalino on line; l’organizzazione

di manifestazioni musicali; l’organizzazione di feste;

l’organizzazione di scambi culturali con altri gruppi di

giovani.

A CHI E’ RIVOLTO?

Il progetto è rivolto a tutti i ragazzi che abbiano voglia

di condividere con noi idee, interessi e proporre delle

novità alle abitudini dei ragazzi della nostra età.

Chi meglio di noi coetanei può comprendere le limi-

tazioni che vi sono nel nostro territorio?

E allora, visto che l’Amministrazione Comunale ci sta

sostenendo, facciamoci sentire e non solo lamentan-

doci ma cercando in prima persona di proporre soluzi-

oni per apportare dei cambiamenti.

PARTECIPA ANCHE TU! ISCRIVERSI E’ SEMPLICEEntra nel nostro sito e registrati gratuitamente!

Potrai accedere a numerosi servizi tra cui la chat e

il forum, attraverso i quali potrai condividere espe-

rienze ed idee. Inoltre, con il nostro servizio “Chiedi

all’Esperto” avrai la possibilità di ricevere consigli utili

e risposte alle tue curiosità o problemi. In più, nel sito

potrai trovare informazioni riguardo gli avvenimenti più

importanti che avvengono nel nostro territorio

t i p o date, concerti,

manifestazioni,

iniziative e tutto

ciò che può in-

teressare noi

giovani!

Sabato 8 marzo 2008 uno stuolo di parenti e amici hanno festeggiato le 101 candeline di Zio Giovanni. Una festa in piena regola, con la

celebrazione della Santa Messa, gli auguri e i regali, la torta e le tante fotografie. Nessuno disposto a perder-si l’espressione commossa e dolce del festeggiato che, incuriosito da tanta attenzione e premura, con fatica cercava di nascondere la sua emozione. Tanta gente attorno “tutta per lui” pareva metterlo in imbarazzo! Non poteva essere che così: ha vissuto sempre nella semplicità, svolgendo onestamente il suo lavoro, senza fronzoli e artefici. Amante della vita e delle cose belle, ricco di sentimenti di gratitudine e servizio, mai tiran-dosi indietro per aiutare con dignità la famiglia che sempre lo ama.Ziu Giuannicu, come affettuosamente viene chiama-to da tutti, nasce a Villagrande l’8 marzo del lontano 1907. Inizia la scuola elementare che ben presto do-vrà però abbandonare per aiutare la famiglia. Sono gli

anni della prima guerra mondiale e del dopoguerra e la vita è difficile per tutti. Inizia a fare il servo pasto-re e a lavorare per diverse famiglie. Durante i lunghi tempi della custodia del gregge imparerà, aiutato da alcuni parenti e amici, a leggere e a scrivere. Ricorda sempre con piacere quei tempi e non dimentica (ha una memoria di ferro) di essere stato anche un ottimo “lan-ciatore di pietre” con una mira formidabile – che per un pastore era importante - riuscendo così a dirigere e custodire al meglio il suo gregge. Ma i lunghi silen-zi della montagna li arricchiva anche della sua musi-ca suonata su un rudimentale flauto di canna: la sua maestria musicale era riconosciuta da tutti. Dal lavoro come pastore dovrà poi passare anche a fare il conta-dino, distinguendosi anche in questo nuovo campo di attività come un vero esperto.Chi lo conosce non può non rilevare in lui il suo squi-sito carattere mite e pacato, mai alterato o irato. Può giustamente vantarsi di non aver mai preso una “con-

travvenzione” o multa. In verità l’unica “multa” che ha dovuto pagare è stata la “Tassa Celibe” di musso-liniana memoria. Preferiva pagare questa tassa che convolare a nozze con una donna che non amava. Il matrimonio di pura convenienza non lo attraeva! Tra i ricordi per lui indelebili l’unica volta che è “uscito dalla Sardegna”: dopo i 90 anni una breve gita in barca verso Cala Sisine.A ziu Giuannico il grazie della sua famiglia e di tutta l’intera comunità parrocchiale.

Page 62: Il Tempo e la nostra storia

a destra: un’edizione speciale del giornale diocesano ”L’ Ogliastra” che riporta

la dichiarazione della Sacra Congregazione per i Sacramenti e il Culto divino

sulla conferma di San Giorgio di Suelli, patrono secondario dell’ Ogliastra

Nella compilazione del Modello 730 o UNICO edel Modello CUD

Riportare il codice fiscale dellaFondazione San Giorgio Vescovo:92154 890922

L a Fondazione San Giorgio Vescovo nasce

dall’iniziativa di un gruppo di intellettuali

della provincia di Cagliari e Ogliastra am-

miratori e devoti al Santo che hanno deciso di

dedicarsi stabilmente allo studio ed alla divul-

gazione della sua personalità ed alla promozione

del territorio in cui il Santo ha vissuto e operato.

Tale fondazione nasce principalmente, quindi,

con lo scopo di approfondire la conoscenza della

vita e dell’opera del Santo e diffonderne e divul-

garne le virtù in modo da raccogliere e trasmet-

tere il messaggio che Egli ci ha voluto lasciare in

particolare attraverso i fatti prodigiosi compiuti.

La Fondazione intende, inoltre, realizzare una

serie di attività culturali incentrate sulla figura

di S. Giorgio Vescovo, sia allo scopo di favorire

momenti di preghiera e di pellegrinaggio presso

il Santuario, dove la tradizione vuole siano cus-

todite le spoglie del Santo, sia più in generale

promuovendo una serie di attività culturali tese

alla promozione del territorio.

Intorno all’anno mille, Giorgio fu ordinato, all’età

di soli 22 anni, primo vescovo della diocesi di

Barbaria (territorio corrispondente all’attuale

Ogliastra ed esteso a nord fino a Orgosolo)

ricevendo la missione di evangelizzare un ter-

ritorio a quel tempo pagano. Volendo parafra-

sare Padre Vincenzo Mario Cannas (già direttore

dell’archivio arcivescovile di Cagliari e autore di

approfonditi studi sul Santo), San Giorgio Vesco-

vo appare come un raggio di luce che squarcia

il buio in cui è avvolta la vicenda storica della

nostra isola all’alba del primo millennio.

Un periodo storico che ci appare avvolto da tante

ombre a causa delle vicende che seguirono, nei

secoli successivi, fatte di dominazioni straniere

che talvolta parevano voler cancellare la stessa

memoria storica dei sardi, popolo che proprio

nel medioevo dette prova di sapersi dare ordi-

namenti di grande valore civile con l’istituzione

dei Giudicati. Riprendendo la metafora di Padre

Cannas ci sembra che approfondire la conoscen-

za intorno alla figura di S. Giorgio Vescovo sig-

nifichi fare luce sulla vicenda storica della Sar-

degna (almeno di una sua parte) di quel tempo.

Questo per il ruolo che il Santo ebbe durante la

sua missione nel giudicato di Cagliari, ruolo di

primaria importanza durante tutto il periodo di

esistenza della diocesi, soppressa nel 1420, e

che si mantenne anche con i suoi successori,

quando, in periodo storico successivo, la diocesi

ebbe rapporti di certa rilevanza con Pisa.

Ma prima ancora San Giorgio Vescovo si distinse

per l’amore per le genti della sua diocesi, che

ancora oggi a distanza di oltre un millennio lo

venerano e lo invocano da Urzulei a San Vito da

Tortolì a Osini da Suelli a Cagliari.

Come ha ben ricordato l’attuale Vescovo di Ogli-

astra Mons. Antioco Piseddu il Santo assolse la

missione affidatagli ponendosi sempre come

fine: “... quello di aiutare i sofferenti, specie i

malati e i poveri. I suoi miracoli, prosegue Mons.

Piseddu, ce lo presentano paladino della giustiz-

ia, che non esita ad affrontare un crudele pa-

drone che sta torturando il suo servo ... .”

“Altri ce lo presentano impegnato in prima per-

sona per la promozione sociale del suo popolo:

è ansioso di conoscere i poveri di cui fa fare

l’elenco e che aiuta secondo le sue possibilità... .”

“E’ sensibile al problema dell’isolamento dovuto

alla situazione della viabilità, tanto che spacca la

montagna, per rettificare una strada eccessiva-

mente tortuosa e lunga.”

La Fondazione intende raccogliere e rilanciare

tale messaggio al fine di onorare l’esempio che

il Santo ha voluto lasciare nella prospettiva di un

riscatto civile e sociale del suo popolo che San

Giorgio Vescovo aveva posto al centro della sua

primaria opera di pastore e benefattore.

DOTT. MARIO ANTONIO CORDEDDUPRES. FONDAZIONE S. GIORGIO V.

FONDAZIONE S. GIORGIO VESCOVOdi partecipazione ONLUSSede sociale pressoParrocchia di S. Pietro - SuelliE-mail: [email protected] tel. 346.8552821

62

Page 63: Il Tempo e la nostra storia

Nella compilazione del Modello 730 o UNICO edel Modello CUD

Riportare il codice fiscale dellaFondazione San Giorgio Vescovo:92154 890922

U no dei problemi più sentiti dei centri di re-cente urbanizzazione è quello delle radici: sin-goli individui o anche interi nuclei familiari che

provengono da varie realtà territoriali e, quindi, da varie esperienze e da varie culture, si trovano a convivere, cioè a condividere esperienze di vita. Il rischio è quello della frantumazione delle precedenti appartenenze e della mancanza di nuove. La parrocchia vuole essere il luogo in cui, attraverso la comune identità del credere, tutti possono trovare identità ed appartenenza.Questi decenni di vita parrocchiale crediamo siano prevalentemente serviti a questo: a farci crescere non solo come Popolo di Dio, ma anche come comunità di uomini e donne che vivono in uno stesso territorio un’esperienza di vita comune.Per rafforzare il processo di identificazione di questa comunità abbiamo anche pensato di pubblicare un libro che potesse dare a questo grande impegno un forte senso di appartenenza, nel tentativo di farne scoprire le radici. Così è nato, in questi mesi, un volume su Arbatax che la parrocchia intende offrire a tutti come segno di una comunità che nasce e cresce.Il volume, curato da Tonino Loddo, noto e apprezzato pubblicista, studioso di storia ogliastrina, è stato scritto

a più mani, da studiosi in larga misura locali, esperti nei vari settori di ricerca. È anche arricchito da splen-dide fotografie interamente realizzate da fotografi lo-cali o cortesemente messe a disposizione da diverse persone della nostra comunità parrocchiale.Tra i temi trattati ricordiamo il territorio (M. Marca-to), l’antico porto (C. Zedda) il porto in età moderna (A. Murroni), la cartiera (A. Murroni), l’Intermare (S. Carta), il turismo (S. Cabras), la pesca (M. Nappi e M. Mammato), la chiesa e le chiese del territorio (G. Cabras e T. Loddo), san Giorgio di Suelli (R. Pinna e C. Zedda), le feste (L. Benaglio e A. Zanet), le torri costiere (M. Cannas e R. Monagheddu), il faro (B. Moi) e diversi altri, per un totale di oltre 350 pagine.Ne è prevista la pubblicazione, a cura dell’Editore Del-fino di Sassari, a partire dal prossimo mese di marzo, in fascicoli settimanali che saranno messi a disposizione di tutti nelle edicole.Pensiamo di aver fatto una cosa utile e di incontrare il favore di tutti. È stata, comunque, per tutti noi che abbiamo collaborato alla sua redazione, un’esperienza di confronto e di crescita comune che ci ha arricchito e che ci sprona ad andare avanti.

TONINO LODDO

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Silvia Balzano, Gianni Brandas, Giuseppe Cappai, Lisa Casula, Pier Luigi Congiu,Giulia Contu, Mauro Cristo, Clarissa Fois, Francesco Jesu, Giulia Lai, Giorgia Marcialis, Roberta Marcialis, Denise Masella, Claudia Melis, Claudio Milia,Giulia Morgante, Matteo Morgante, Marco Pacini, Giovanni Pani, Manuel Peddiu,Gabriele Pisu, Monica Piu, Michela Serdino, Claudio Vacca, Stefano Vacca,Alessandra Vitiello, Alice Carboni, Roberto Lovicario

Un Ringraziamento và a tutti loro per aver contribuito con gli articoli,le interviste e le idee alla realizzazione di questo Giornale.

Una Sfida per entrambi...una Sfida per il Tempo L’ ideazione e la creazione di questo giornale si deve a Don Giorgio, parrocco di questa comunità insieme ai ragazzi, diventati poigli autori di tanti articoli che avete letto. Quando D. Giorgio mi parlò di questa idea, rimasi entusiasta, si trattava di creare e impaginare non un semplice giornalino, ma un GIORNALE... “una cosa grossa” dissi. E’ una sfida e lo sarà per entrambi! La mia es-perienza di grafico mi aveva portato finora ad impaginare opus-coli, guide e a collaborare con piccole riviste. L’ idea di creare un prodotto nuovo come un giornale di questa importanza è stata una bella sfida dal punto di vista professionale. Un paio di giorni dopo aver ricevuto l’ incarico mi presentai in parrocchia e incont-rando i ragazzi abbiamo discusso sulla scelta del logo e il nome da riportare nella testata...Un nome legato al concetto del tempo, un nome lungo ma pieno di significati. Diverse erano le proposte ,

tra cui : “Il Tempo Antico e moderno“ , “Millennium“ e via dicendo.Alla fine la scelta si è orientata su IL TEMPO E LA NOSTRA STORIA, il logo ha subito delle piccole modifiche nel corso della creazione del giornale stesso con la scelta dell’orologio a scandire il tempo e un quadrante diviso in spicchi a ricordare 3 importanti anniversari nel corso del 2007: i 60 anni di Stella Maris, i 40 anni dell’ istituzi-one della Parrocchia e i 10 anni di San Giorgio.Ho scelto di dividere il giornale in 3 sezioni cromatiche, l’azzurro per Stella Maris, il verde per la Parrocchia e il giallo per San Gior-gio, 3 colori per 3 importanti anniversari di questa comunità, dando molto spazio alle foto e i colori, sacrificando a volte lo stile dell’ impaginazione. Ringrazio ancora Don Giorgio che mi ha dato l’ opportunità di realizzare questo giornale.

GIOVANNI MONNI

FOTOGRAFI PROFESSIONISTIMaurizio Ghiani, Lara Depau, Armando Barca,

FOTOGRAFI AMATORIAlessandro Fumagalli, Pietro Basoccu, Nino Schilirò, Giuseppe Benaglio

Ringraziamenti a coloro che hanno fornito foto private per questo giornale:in particolare si ringrazia: Rosanna Cardia, Aurelia Demurtas, Giovanna Mucelli, Rosinetta Catte

FOTOGRAFIE

Un Libro e un Giornale per sentirci Comunità

Direttore Responsabile: Maurizio MelisDirettore di Redazione: Don Giorgio CabrasProgetto Grafico e Impaginazione: Giovanni Monni - Studio Imbentu TortolìStampa: Grafiche Pilia, Industrie Grafiche - loc. Baccasara z.i.le - TortolìRegistrazione - Tribunale di Lanusei n° 1139 del 28 - 04 - 2008

La Redazione Giovane del Giornale

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