Il suolo: una risorsa - Provincia di Torino · il suolo è parte integrante del paesaggio ......

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Il suolo: una risorsa FAI - Giardino della Kolymbetra, Valle dei Templi (AG) Foto S. Brancati Novembre 2012 A cura del FAI - Fondo Ambiente Italiano Ufficio ambiente e paesaggio Costanza Pratesi - Daria Ballarin Progetto finanziato nel quadro di Azione ProvincEgiovani - Iniziativa promossa dall’UPI e finanziata dal Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

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Il suolo:una risorsa

FAI - Giardino della Kolymbetra, Valle dei Templi (AG)

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Novembre 2012A cura del FAI - Fondo Ambiente Italiano

Ufficio ambiente e paesaggioCostanza Pratesi - Daria Ballarin

Progetto finanziato nel quadro di Azione ProvincEgiovani - Iniziativa promossa dall’UPI e finanziata dal Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Indice

1. Il suolo è una risorsa pag 4

2. Il suolo è un bene comune pag 6

3. Tutelare i suoli, custodire i territori pag 7

4. Consumo di suolo: i dati pag 9

5. Cosa si fa nel mondo… pag 10

6. Cosa vorremmo si facesse in Italia pag 12

7. Per chi vuole saperne di più: bibliografia e sitografia minima pag 14

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FAI - Parco Villa Gregoriana, Tivoli (Roma)

Introduzione

Il FAI, il cui obiettivo primario è la tutela e la salvaguardia del territorio, non può non cogliere la situazione di estrema gravità in cui si trova il nostro Paese che è vittima di un’emorragia continua di suolo. La perdita di terreni avanza infatti al ritmo di almeno 75 ettari al giorno e, se non si inverte la tendenza che vede nel consumo di suolo il volano di sviluppo del Paese, si arriverà all’impermeabilizzazione di 600.000 ettari di superficie nei prossimi 20 anni. Il FAI non ritiene questo processo irreversibile

e intende operare affinché il ritmo di distruzione di questa risorsa non riproducibile venga ridotto ed infine azzerato, obiettivo già auspicato dalla stessa Unione Europea.Dobbiamo imparare a dare valore al suolo e il FAI in questo può svolgere un ruolo da protagonista nel sensibilizzare gli amministratori, che con le scelte pianificatorie segnano il destino del loro territorio e la società tutta perché facciano proprio questo valore. Solo così potremo garantire un futuro sostenibile al nostro Paese.

FAI - Baia di Ieranto, Massa Lubrense (NA)

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dell’ecosistema e la frammentazione degli habitat. Una volta impermeabilizzato, il suolo non potrà infatti riacquistare le medesime caratteristiche e funzioni o perlomeno non nel breve-medio periodo.

n Calo della biodiversità: una diminuzione della varietà delle forme viventi e dei loro ecosistemi.

Tra le cause principali del consumo di questa risorsa vi è l’espansione urbana.L’Agenzia Ambientale Europea rileva tra il 1991 e il 2001 un incremento di territorio urbanizzato in Italia di 8.500 ettari all’anno, mentre l’ISTAT documenta - tra il 1990 e il 2005 - 3 milioni di ettari di territorio perso, un terzo del quale agricolo. Questa emorragia è determinata da una dispersione insediativa e dalla conseguente necessità di infrastrutture e collegamenti che ha visto in Italia la realizzazione di 200.000 km di rete viaria (ISTAT 2005).

1. IL SUOLO È UNA RISORSA

«Per “suolo” s’intende lo strato superiore della crosta terrestre, costituito da componenti minerali, organici, acqua, aria e organismi viventi. Rappresenta l’unione tra terra, aria e acqua e ospita gran parte della biosfera. Visti i tempi estremamente lunghi di formazione del suolo, si può ritenere che esso sia una risorsa sostanzialmente non rinnovabile»1.

Questa definizione dell’Unione Europea, sottolinea la non riproducibilità nel breve periodo di questa risorsa, la cui salvaguardia risulta essere particolarmente importante.Il suolo svolge infatti funzioni protettive, produttive ed ecologiche:

n Produzione di biomasse: il suolo racchiude acqua ed elementi nutritivi e costituisce il supporto fisico per la vegetazione, consente quindi di produrre alimenti, fibre tessili e materie prime.

n Serbatoio di carbonio: il suolo è il più importante serbatoio di carbonio dell’ecosistema ed è dunque fondamentale per la lotta ai cambiamenti climatici.

n Filtro biologico e di regolazione dei flussi idrici: il suolo rappresenta una barriera che riduce e ostacola il passaggio delle sostanze inquinanti nelle acque sotterranee. Ha inoltre una funzione di regolazione dei flussi idrologici per ridurre il rischio di inondazione.

n Riserva genetica: il suolo consente il passaggio di numerosi cicli biologici e costituisce un elemento fondamentale per gli ecosistemi.

n Supporto fisico alle attività umane: il suolo è la piattaforma su cui l’uomo si muove e vive.

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n Conservazione del patrimonio culturale: il suolo è parte integrante del paesaggio e come tale è lo specchio della storia e della cultura della nostra civiltà e dunque espressione del comune patrimonio culturale e naturale.

Queste funzioni possono essere gravemente compromesse laddove il suolo subisca delle modificazioni sostanziali nella sua struttura, con evidenti ripercussioni sull’ecosistema.I processi di degradazione, per lo più determinati o acuiti dall’azione dell’uomo, sono i seguenti:

n Erosione: in seguito alle precipitazioni meteoriche o all’azione del vento si perde lo strato più superficiale del terreno.

n Diminuzione della materia organica: la materia organica è fondamentale per la funzione di cattura del carbonio svolta dal suolo.

n Compattazione: si riduce la porosità del suolo e dunque si altera la funzione di regolazione dei flussi idrologici.

n Salinizzazione: si verifica un accumulo di sali solubili nel suolo (sodio, magnesio, calcio) con una conseguente riduzione della qualità fisica e biologica e una perdita di biodiversità e di fertilità del terreno.

n Smottamenti: frane causate da un utilizzo intensivo e non sostenibile del suolo.

n Contaminazione: è conseguente all’infiltrazione di sostanze inquinanti nel suolo determinata da diversi fattori come lo svolgimento di attività produttive, l’agricoltura, il traffico, etc.

n Impermeabilizzazione: si verifica quando il suolo viene ricoperto con materiali impermeabili che non ne consentono lo svolgimento delle funzioni vitali, con conseguenze importanti per l’infiltrazione delle acque, lo svolgimento delle dinamiche

Il suolo e la sua stratificazione

FAI - Mulino di Baresi, Roncobello (BG)

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2. IL SUOLO È UN BENE COMUNE

La Commissione Europea nella comunicazione denominata “Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse” ribadisce la duplice sfida che l’Europa dovrà affrontare: favorire la crescita necessaria per creare occupazione e benessere per i cittadini e nel contempo garantire che sia di qualità tale da assicurare un futuro sostenibile. La Commissione prevede che questo impegno sui due fronti potrà essere affrontato solo modificando profondamente molti settori dell’economia del nostro Paese: quello dell’energia, dell’industria, dell’agricoltura, della pesca e dei trasporti, ma anche intervenendo sul comportamento di produttori e consumatori. I dati parlano di un impiego dei combustibili fossili che, nel corso del XX secolo, è cresciuto di 12 volte, mentre l’estrazione di risorse materiali di 34 volte. Se il consumo delle risorse proseguirà al ritmo attuale, entro il 2050 avremo bisogno complessivamente dell’equivalente di due

pianeti per sostentarci1.Per queste ragioni l’Unione Europea ha elaborato una tabella di marcia che consente di fissare obiettivi di medio e lungo termine e i mezzi necessari per conseguirli. Tali obiettivi mirano alla gestione sostenibile delle risorse ambientali e all’innovazione e all’efficienza nel loro uso. Per quanto riguarda terra e suoli, gli obiettivi sul medio periodo sono:- ridurre l’erosione, - aumentare il contenuto di materia organica, - intraprendere azioni per ripristinare i siti contaminati.Obiettivo prioritario sul lungo periodo è invece quello di arrivare alla quota zero di consumo di suolo entro il 2050. L’Europa, per raggiungere questo ambizioso traguardo, dovrà ridurre l’occupazione di nuove terre entro il 2020 in media di 800 km² l’anno.

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3. TUTELARE I SUOLI, CUSTODIRE I TERRITORI

Come si tutela il paesaggio? Per capirlo possiamo partire dalla definizione che ne dà la Convenzione Europea del Paesaggio. Firmata nel 2000 a Firenze da 27 paesi dell’Unione Europea, la Convenzione ha tra i suoi obiettivi, prima di tutto, riconoscere giuridicamente il paesaggio in quanto componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni; all’articolo 1 la definizione recita: “Landscape” means an area, as perceived by people, whose character is the result of the action and interaction of natural and/or human factors1 .

Ma per parlare di attività di tutela dobbiamo fare un passo indietro al documento fondante della nostra Repubblica, la Costituzione, che all’articolo 9 afferma: la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

La trattazione vera e propria della materia è inserita nella seconda parte della Costituzione, Titolo V, che ha subìto una revisione nel 2001. All‘ art. 117, secondo comma, lettera s) la tutela dell’ambiente è inserita, con la tutela dell’ecosistema e dei beni culturali, tra le materie di legislazione esclusiva statale. Ci sono poi altri articoli - 32, 41, 42 - che sebbene non contengano un riferimento diretto alla tutela ambientale, sono di fondamentale importanza per stabilire la posizione sovraordinata della tutela dell’ambiente quale interesse pubblico primario. Infatti questi articoli consentono una limitazione alla libertà di iniziativa economica e alla proprietà privata in funzione di fini di utilità sociale e sono, dunque, alla base dello sviluppo della normativa in materia di tutela ambientale.

Nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 2004, n. 42 e s.m.) all’art. 131 si

1 Paesaggio significa un’area, come viene percepita dalle popolazioni, il cui carattere è il risultato dell’azione e dell’interazione di fattori naturali e/o umani.

definisce il paesaggio come il territorio espressivo di identità, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni; questo concetto “giuridico” convive, all’interno del Codice, con quello di Beni Paesaggistici che insieme ai Beni Culturali costituiscono il Patrimonio Culturale, di cui il Codice garantisce la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione. Questa duplicità terminologica consente al Codice di confermare il regime vincolistico di tutela, elencando i beni paesaggistici sottoposti alle disposizioni del Titolo I (Tutela e Valorizzazione) agli articoli 134 e 136.

Al paesaggio è dedicata la Parte Terza del Codice che disciplina appunto i Beni Paesaggistici e si apre con la definizione riportata sopra e con una specifica relativa all’attività di tutela del paesaggio: Il presente Codice tutela il paesaggio relativamente a quegli aspetti e caratteri che costituiscono rappresentazione materiale e visibile dell’identità nazionale, in quanto espressione di valori culturali; […] la tutela del paesaggio, ai fini del presente Codice, è volta a riconoscere, salvaguardare e, ove necessario, recuperare i valori culturali che esso esprime.

L’articolo 142 del Codice individua un elenco di aree che sono sottoposte comunque alla tutela del codice per il loro interesse paesaggistico: si tratta di aree su cui ricadono vincoli di portata generale in forza della legge Galasso (zone di pregio, quali territori costieri di mari e laghi, fiumi e relative sponde, ghiacciai, parchi, foreste, etc.). Il regime di tutela non è, tuttavia, indeterminato: spetterà ai piani paesaggistici determinare se dette aree e gli immobili debbano o meno continuare ad essere soggetti a tutela.

All’articolo 132 il Codice effettua un rimando diretto alla Convenzione europea sul paesaggio. Questo trattato ha determinato una rivoluzione nella percezione culturale del paesaggio e nella sua definizione, oltreché una spinta innovativa in ambito normativo che ha portato in Italia proprio all’inserimento dei beni paesaggistici nel concetto più globale di patrimonio culturale.

FAI - Bosco di San Francesco, Assisi

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La Convenzione affida agli Stati stessi il compito della sensibilizzazione della società civile, delle organizzazioni private e delle autorità pubbliche relativamente al loro ruolo nei confronti del paesaggio e al loro peso nell’ottica delle trasformazioni che inevitabilmente subisce. Le comunità che vivono il territorio devono dunque essere consapevoli delle scelte che ricadono sul proprio territorio in quanto ne sono i depositari e i diretti fruitori.Questo approccio partecipativo si radica profondamente nello sviluppo della normativa

di tutela ambientale dell’Unione Europea, a partire dalla Convenzione di Aarhus del 1998 che sancisce l’accesso alle informazioni di natura ambientale e il diritto alla partecipazione nei procedimenti che impattano sull’ambiente. La finalità riconosciuta è quella di tutelare il diritto di ogni persona, nelle generazioni presenti e future, a vivere in un ambiente atto ad assicurare la sua salute e il suo benessere. Contemporaneamente però si afferma il dovere di ogni cittadino di interessarsi a ciò che accade al proprio territorio e ad impegnarsi direttamente nella sua tutela.

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4. IL CONSUMO DI SUOLO: I DATI

FAI e WWF nel gennaio 2012 hanno presentato un Dossier dal titolo Terra Rubata – Viaggio nell’Italia che scompare in cui vengono illustrate le analisi e le proposte delle due associazioni in merito al fenomeno del consumo di suolo.Secondo il Dossier, nei prossimi 20 anni la superficie occupata dalle aree urbane crescerà di circa 600mila ettari, pari ad una conversione urbana di 75 ettari al giorno, raffigurabile come un quadrato di 6400 km2.

La stima emerge da un’indagine condotta dall’Università degli Studi dell’Aquila in collaborazione con il WWF Italia, l’Università Bocconi di Milano, l’Osservatorio per la Biodiversità, il Paesaggio Rurale e il Progetto sostenibile della Regione Umbria su 11 regioni italiane, corrispondenti al 44% della superficie totale. Secondo questa ricerca l’area urbana in Italia negli ultimi 50 anni si è moltiplicata, di 3,5 volte ed è aumentata, dagli anni ’50 ai primi anni del 2000, di quasi 600mila ettari - oltre 33 ettari al giorno e 366,65 m2 a persona con valori medi oltre il 300% e picchi di incremento fino al 1100% in alcune regioni - equivalenti all’intera regione del Friuli Venezia Giulia.E in 50 anni (1951 – 2011) persino quei comuni che si sono svuotati a causa dell’emigrazione sono cresciuti di oltre 800 m2 per ogni abitante perso. Resta da considerare la piaga dell’abusivismo edilizio, che dal 1948 a oggi ha ferito il territorio con 4,5 milioni di abusi edilizi, 75mila l’anno e 207 al giorno, e per il quale negli ultimi 16 anni ci sono stati 3 condoni (1985, 1994 e 2003). Poi ci sono le cave che nel solo 2006 hanno mutilato il territorio escavando 375 milioni di tonnellate di inerti e 320 milioni di tonnellate di argilla, calcare, gessi e pietre ornamentali. I progetti delle grandi infrastrutture, invece, mettono a rischio 84 aree protette, 192 Siti di Interesse Comunitario e 64 International Bird Area. Si registra poi in agricoltura, dal 2000 al 2010, una diminuzione della Superficie Aziendale Totale (SAT) dell’8% e della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) del 2,3%, mentre il numero delle aziende

agricole e zootecniche diminuisce nello stesso periodo del 32,2%. Il risultato è un territorio meno presidiato e più fragile: in Italia circa il 70% dei Comuni è interessato da frane che, tra il 1950 e il 2009, hanno provocato 6439 vittime tra morti, feriti e dispersi. Allarmante anche il rischio desertificazione: il 4,3% del territorio italiano è considerato “sensibile a fenomeni di desertificazione” e il 12,7% e classificato come “vulnerabile”.

ESpERIENzE vIRTUOSE/1L’osservatorio sulle trasformazioni territoriali e demografiche della Provincia di Torino

La Provincia di Torino, istituendo l’Osservatorio sulle trasformazioni territoriali e demografiche, si è proposta di conoscere il fenomeno del consumo di suolo ad un livello tale da consentire non solo la realizzazione di attività di sensibilizzazione delle amministrazioni locali ma di proporre veri e propri strumenti per tutelare le risorse naturali. Per stabilire un quadro quanto più completo possibile dei processi di antropizzazione, la Provincia si è infatti dotata di cartografie storiche tra le quali fosse possibile una comparazione. Ciò ha consentito di realizzare un’analisi diacronica di quasi due secoli che traccia la dinamica di espansione delle aree urbanizzate, l’evoluzione dei tracciati dei principali corsi d’acqua e dello sviluppo delle principali vie di comunicazione. Dai dati relativi alla copertura geografica dei suoli sono stati ricavati tre indicatori:- la misura del consumo: quanto suolo è stato

consumato,- la qualità del consumo: le tipologie di suolo

coinvolto,- la compatibilità del consumo: un confronto

tra il processo di consumo e le indicazioni degli strumenti urbanistici.

Sulla scorta di questa analisi la Provincia si è dotata di un nuovo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale che punta soprattutto alla riduzione del consumo di suolo e all’uso efficace ed efficiente delle infrastrutture per la mobilità.

FAI - Abbazia di San Fruttuoso, Camogli (GE)

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5. COSA SI FA NEL MONDO…

A livello internazionale la percezione dell’importanza della risorsa suolo può essere fatta risalire alla Conferenza di Rio de Janeiro del 1992 che, introducendo il concetto di sviluppo sostenibile, ha aperto la strada ad accordi e dichiarazioni estremamente importanti per la presa di coscienza della necessità di tutelare una risorsa finita qual è il suolo. In particolare, nel 1994, è stata sottoscritta dai paesi membri la Convenzione per le Nazioni Unite sulla lotta contro la desertificazione che ha messo in primo piano e definito giuridicamente alcuni principi per la tutela del suolo e per il recupero dei terreni degradati e in via di desertificazione. Il diritto internazionale ha aperto la strada alla definizione di normative che si propongono quale obiettivo prioritario il contenimento del fenomeno del consumo di suolo.

La Gran Bretagna, per il contenimento dell’espansione urbanistica e per imporre un uso efficiente ed efficace del suolo, ha utilizzato i Planning Policy Guidance, e i loro sostituti, i Planning Policy Statement, strumenti

predisposti dal governo, dopo una consultazione pubblica, per spiegare disposizioni di legge e fornire alle autorità locali un orientamento sulla programmazione politica e sul funzionamento del sistema di pianificazione. Due gli interventi più significativi: il primo è quello sulle Green Belts e il secondo riguarda l’Housing.Istituite nel 1955, le Green Belts sono delle cinture verdi che circondano i centri urbani costringendoli in confini non valicabili per l’espansione edilizia, al fine di prevenire il prosieguo dell’inurbamento, conservare i terreni aperti, impedire che si generi una continuità tra una città e un’altra, proteggere la campagna e le attività che vi si svolgono, conservare le caratteristiche specifiche delle città storiche e aiutare la rigenerazione urbana incoraggiando il riutilizzo di aree urbanizzate abbandonate.Caratteristica essenziale delle Green Belts è la loro permanenza (permanence). I loro confini sono infatti inseriti all’interno degli strumenti di pianificazione regionali e una volta approvati non possono più essere ridotti o alterati a meno di circostanze eccezionali e mai nei casi di abbandono dei terreni agricoli.Il Planning Policy Statement 3 sull’Housing intende invece promuovere gli obiettivi sociali,

economici e ambientali di sviluppo della società inglese, pianificando luoghi dove i cittadini possano vivere e lavorare in una situazione di sostenibilità sociale (sustainable community). Gli obiettivi generali di questo documento sono: garantire un’elevata qualità degli edifici; consentire l’accesso alle abitazioni al maggior numero possibile di cittadini; sviluppare piani abitativi che prevedano servizi e infrastrutture; utilizzare in modo responsabile il suolo, affinché il suo uso sia efficiente ed efficace, e prevedere il riutilizzo di aree già precedentemente sviluppate. Un obiettivo chiave del planning sull’Housing è infatti il riutilizzo dei suoli già impermeabilizzati: almeno il 60 % delle nuove abitazioni devono essere realizzate su suolo già urbanizzato.

La Francia alla fine degli anni ‘90 ha affrontato una rivoluzione dal punto di vista amministrativo, rivedendo gli strumenti di governo del territorio e rafforzando la pianificazione di vaste aree e la cooperazione intercomunale attraverso un impianto normativo che comprende tre norme: 1) la legge Voynet del giugno 1999 per l’assetto e lo sviluppo sostenibile del territorio, 2) la legge Chevénement del luglio 1999 per il Rafforzamento e la semplificazione della cooperazione intercomunale,

3) la legge Gayssot-Besson del dicembre 2000, conosciuta come SRU - Solidarietà e Rinnovamento Urbano.

La Germania è stata senza dubbio uno dei primi paesi che, compiutamente, si è occupata del consumo di suolo, inserendo il problema nella più generale politica per il perseguimento di uno sviluppo sostenibile. Già nel 1985 viene infatti introdotta dal governo tedesco una Strategia per la tutela dei suoli che vede una prima formulazione di principi seguita, nel 1987, dalle definizione delle azioni da intraprendere per rendere effettivi tali principi. Nel 2002 il Governo tedesco dà vita al Comitato dei Segretari di Stato per lo Sviluppo Sostenibile, composto da dieci ministri, all’interno del programma dell’Agenda 21. Il Comitato, che si occupa di formulare strategie a lungo termine e del monitoraggio delle azioni intraprese, stabilisce obiettivi quantitativi, tra cui “Ridurre il consumo giornaliero di suolo per uso residenziale e per le infrastrutture da 129 ettari al giorno del 2002 a 30 ettari al giorno entro il 2020”. Nel 2008 il Governo Federale decide di sviluppare ulteriormente la propria Strategia per la Sostenibilità e lo fa attraverso un Progress Report che, sulla base del documento del 2002, ne implementa i contenuti e gli obiettivi.

FAI - Mulino di Baresi, Roncobello (BG)

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6. COSA vORREMMO SI FACESSE IN ITALIA

Dal punto di vista della normativa, non esiste in Italia, a livello nazionale, alcun riferimento a norme in materia di contenimento del consumo di suolo; la materia urbanistica è infatti ferma ad una legge del 1942, la Legge Urbanistica Statale. Alla riforma del Titolo V della Costituzione che attribuisce alle Regioni potestà di legislazione concorrente in materia di governo del territorio, non è, infatti, seguita la conseguente definizione della normativa quadro entro cui il legislatore regionale avrebbe dovuto produrre la norma. Nell’ultimo biennio il Legislatore ha, invece, introdotto alcune disposizioni volte alla semplificazione delle procedure inerenti il

governo del territorio, guidato dal desiderio di un dubbio rilancio economico del Paese e tralasciando le esigenze di tutela del patrimonio culturale. Le disposizioni sono:

- il cosiddetto Piano Casa, che consente interventi di ampliamento e ricostruzione in deroga agli strumenti urbanistici ed edilizi;

- le norme sull’aggiornamento del catasto, finalizzate all’emersione delle “case fantasma” unicamente a fini fiscali senza prevedere meccanismi di contrasto all’abusivismo;

- la semplificazione in materia di Conferenza dei Servizi;

- l’introduzione della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività);

- la semplificazione in tema di rilascio del Permesso di Costruire;

- i reiterati tentativi di introduzione di un condono edilizio in Campania.

Nel Dossier sul consumo di suolo “Terra Rubata – Viaggio nell’Italia che scompare” FAI e WWF propongono una Road Map per fermare il consumo di suolo:

1. Introdurre contenuti innovativi nella nuova generazione dei piani paesistici ponendo limiti al nuovo edificato con estensione delle tutele alle aree di pregio naturalistico non tutelate e alle aree agricole.

2. Applicare la Valutazione Ambientale Strategica anche ai piani paesaggistici.

3. Procedere su scala locale a una moratoria del nuovo edificato in attesa della redazione della nuova pianificazione paesistica.

4. Migliorare la qualità degli interventi urbanistici, rivedendo gli standard dei servizi urbani, e integrando nella pianificazione urbanistica i piani per il verde pubblico e dei trasporti.

5. Dare priorità al riuso di suoli già compromessi e già utilizzati da trasformare nell’interesse, anche residenziale, della collettività in alternativa al consumo di nuovo suolo.

6. Debellare l’abusivismo attraverso la completa definizione di pratiche di abusivismo pregresse, la conseguente demolizione di immobili non suscettibili di condono, la definitiva rinuncia a ogni nuovo condono.

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7. pER CHI vUOLE SApERNE DI pIÙ

Bibliografia e sitografia minima

- Baldini, Ugo, Consumo di suolo in Emilia Romagna e nelle regioni padane, relazione al congresso La protezione del suolo, Bologna 2008

- Bundesministerium für Bildung und Forschung, Wege zum nachhaltigen Flächenmanagement – Themen des Projektes des Förderschwerpunkts REFINA, Deutsches Institut für Urbanistik, Berlin 2010

- Cederna, Antonio, Prefazione, in De Lucia, Vezio, Se questa è una città, Donzelli, Roma 2006

- Centro Studi PIM, Consumo di suolo. Atlante della Provincia di Milano, Provincia di Milano, Quaderni del Piano Territoriale n. 28, Milano 2009

- Deutsche Bundesregierung, Fortschrittsbericht zur nationalen Nachhaltigkeitsstrategie, Für ein nachhaltiges Deutschland, 2008

- Gibelli, Maria Cristina e Salzano, Edorado (a cura di), No Sprawl, Alinea, Firenze 2006

- Giudice M., Minucci F., Il consumo di suolo in Italia, Sistemi Editoriali, 2011

- Osservatorio Nazionale sui Consumi di Suolo (Diap-Politecnico di Milano, INU, Legambiente), Primo rapporto 2009, Maggioli Editore, Santarcangelo di Romagna 2009

- Pileri, Paolo, Prospettiva EttaroZero, “Territorio” n. 52, pp. 25-29

- Pileri, Paolo, Compensazione ecologica preventiva, Carocci, Roma 2007

- Pratesi, Costanza, Il quadro del dramma in cifre, atti del Convegno SOS Paesaggio, Assisi, novembre 2007

- Romano, Bernardino (a cura di), Le interferenze insediative, in Regione Umbria et al., Rete Ecologica Regionale dell’Umbria, Petruzzi Editore, Città di Castello 2009

- Società Geografica Italiana, I Paesaggi Italiani. Fra nostalgia e trasformazione, Rapporto annuale 2009

- Treu, Maria Cristina (a cura di), Limitare il consumo di suolo e costruire ambiente, in Atti del convegno omonimo, Politecnico di Milano, 7 novembre 2007

- Umweltbundesamt, Reduzierung der Flächeninansruchnahme durch Siedlung und Verkehr, Texte 90/03, Berlin 2003

- WWF Italia (a cura di), Il consumo di suolo e l’urbanizzazione, in 2009 L’anno del cemento, Dossier sul consumo di suolo, Roma 2009

- http://www.inu.it/attivita_inu/ONCS.html- www.unep.org/geo/geo4/report/03_Land.pdf- www.landusewatch.info/40555.html- www.stopalconsumodi territorio.it

Riferimenti normativi:

- Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato Economico e sociale Europeo e al Comitato delle Regioni: Strategia tematica per la protezione del suolo, EU COM (2006) 231

- Comunicazione della commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni: Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse, EU COM (2011) 571

- Jointe Research Center , European Environment Agency, Urban Sprawl in Europe. The Ignored Challenge, EEA Report, n. 10, 2006

FAI - Giardino della Kolymbetra, Valle dei Templi (AG)

ESpERIENzE vIRTUOSE/2Territorio maneggiare con cura

La Provincia di Torino, in partnership con la Provincia di Rieti, il FAI – Fondo Ambiente Italiano, il Museo Nazionale del Cinema – Fondazione Maria Adriana Prolo e il Festival CinemAmbiente, promuove il progetto “TERRITORIO: MANEGGIARE CON CURA” che si pone l’obiettivo di informare e sensibilizzare, da un lato, i giovani amministratori a compiere scelte pianificatorie coerenti con il contenimento del consumo di suolo, dall’altro i “giovani cittadini” affinché possano partecipare in modo informato alla vita pubblica.Il progetto prevede la produzione e la diffusione di tre audiovisivi di diverse durate e stili.Il progetto è stato sviluppato su più fasi: un bando per selezionare giovani registi sotto i 30 anni; un workshop dedicato ai giovani selezionati, per approfondire le tematiche del consumo di suolo e i metodi della produzione cinematografica nell’ottica dell’impatto zero; un periodo di story editing, ovvero di ideazione dei progetti; la selezione finale dei tre prodotti audiovisivi vincitori ed infine la produzione e diffusione al pubblico degli stessi.

My Terristory (www.myterristory.com) è una piattaforma multimediale che, attraverso le storie e le fotografie degli utenti, racconta il cambiamento subito dal paesaggio italiano in seguito alla cementificazione.

DDL in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo di suolo

Il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Mario Catania è l’artefice del pri-mo tentativo di norma per la limitazione del consumo di suolo. Il disegno di legge-quadro in materia di valorizzazione delle aree agrico-le e di contenimento del consumo di suolo è stato approvato in via preliminare dal Consi-glio dei Ministri nel settembre 2012.

Tre i punti di forza della norma: n la disposizione che pone un tetto alla “estensione massima di superficie agricola edificabile”; n l’abrogazione della disposizione che consente ai Comuni di coprire le spese correnti con gli introiti derivanti dal pagamento degli oneri di urbanizzazione; n il vincolo decennale di destinazione d’uso per i terreni agricoli che abbiano ricevuto aiuti comunitari e statali.

7. Autorizzare i Cambi di Destinazione d’Uso valutando gli effetti che questi comportano per la collettività in termini di trasporto, viabilità, incidenza sulla qualità ambientale e paesistica.

8. Introdurre adeguati meccanismi fiscali che da un lato introducano un più severo regime di tassazione sull’utilizzo di nuove risorse territoriali e, dall’altro, individuino agevolazioni sul riuso di territorio o suo riutilizzo mediante un minor consumo di suolo.

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