IL SISTEMA DEI FARMACI GENERICI IN ITALIA · produzione nel 2015, in crescita del 14% rispetto al...
Transcript of IL SISTEMA DEI FARMACI GENERICI IN ITALIA · produzione nel 2015, in crescita del 14% rispetto al...
IL SISTEMA DEI FARMACI GENERICI IN ITALIA
La filiera manifatturiera: competitività,
impatto e prospettive
TERZO RAPPORTO NOMISMA
EXECUTIVE SUMMARY
2017
Il sistema dei farmaci generici in Italia - La filiera manifatturiera: competitività, impatto e prospettive
EXECUTIVE SUMMARY 2
IL SISTEMA DEI FARMACI GENERICI IN ITALIA
La filiera manifatturiera: competitività, impatto e prospettive
TERZO RAPPORTO NOMISMA 2017
Redazione a cura di
NOMISMA - SOCIETÀ DI STUDI ECONOMICI S.p.A.
Strada Maggiore, 44 - 40125 Bologna
tel. +39 (051) 6483111
fax +39 (051) 232209
www.nomisma.it
Commissionato da
ASSOGENERICI – ASSOCIAZIONE NAZIONALE INDUSTRIE FARMACI GENERICI E BIOSIMILARI
Gruppo di lavoro
Federico Fontolan
Johnny Marzialetti
Lucio Poma
Cristina Bernini
Concluso nel mese di Novembre 2017
Si desidera ringraziare la prof.ssa Bernini per il supporto sulle stime delle tavole input/output e il team di Assogenerici
responsabile dello Screening presso le imprese (Adriano Pietrosanto, Stefano Ilacqua e Angela D’Avino)
La versione integrale dello studio è disponibile sul sito web Assogenerici, all’indirizzo:
http://www.assogenerici.it/it/studi-e-analisi/osservatorio-nomisma.htm
Il sistema dei farmaci generici in Italia - La filiera manifatturiera: competitività, impatto e prospettive
EXECUTIVE SUMMARY 3
Il sistema dei farmaci generici in Italia: la filiera manifatturiera
Per la terza volta in tre anni, Nomisma ha l’occasione di analizzare gli scenari di sviluppo del
sistema dei farmaci generici in Italia. Lo fa con uno sguardo più ampio rispetto alle precedenti
analisi, rivolto alla ricerca dei fattori di competitività e di crescita di tutto il comparto farmaceutico
italiano, con particolare attenzione alle dinamiche produttive e manifatturiere.
È proprio il comparto manifatturiero a rappresentare l’ideale spina dorsale del sistema economico
nazionale, ed è continuando a scommettere sulle sue prospettive che è possibile costruire delle
politiche industriali coerenti con uno scenario di crescita strutturale.
Per questo motivo, il terzo Rapporto Nomisma sul sistema dei farmaci generici in Italia entra nel
dettaglio del settore farmaceutico nazionale, analizzando le tendenze recenti e strutturali del
comparto (capitolo 1), approfondendo le performance del cuore produttivo farmaceutico italiano
(capitolo 2), individuando alcune specificità di chi produce farmaci generici in Italia (capitolo 3) e
prospettando alcune direttive di policy che appaiono particolarmente urgenti per continuare a
garantire elevati livelli di competitività alle imprese che operano e producono in Italia (capitolo 4).
Le principali evidenze che emergono dal report sono sintetizzate in questo executive summary,
che, partendo da alcune riflessioni strategiche fondamentali sulle prospettive della manifattura e
della farmaceutica globale, arriva a tracciare alcune precise direzioni verso quale orientare le
politiche pubbliche.
L’industria farmaceutica in Italia: un settore in forma eccellente
L’analisi dell’industria farmaceutica italiana è stata condotta su tre livelli.
Il primo livello è quello dei dati settoriali forniti da Istat sul settore ATECO 21 “Fabbricazione di
prodotti farmaceutici” (446 imprese), per avere uno sguardo complessivo sul settore e le sue
evoluzioni recenti, anche a confronto con il resto della manifattura italiana.
Il secondo livello è un’analisi di un gruppo più ristretto di imprese (le Officine Medicinali
Autorizzate dall’Agenzia Italiana del Farmaco) che rappresentano il core produttivo dell’industria
farmaceutica nazionale, per avanzare qualche riflessione sullo stato di salute della filiera
produttiva più propriamente definita.
Il terzo livello riguarda un gruppo ancora più ristretto di imprese, composto da 21 imprese
produttrici di farmaci generici, rispetto al quale è stato possibile riflettere su una serie di dati
originali raccolti attraverso uno screening durato oltre un anno presso i diversi siti produttivi delle
imprese stesse, che ha permesso tra l’altro di descrivere meglio cosa significhi produrre farmaci
generici oggi in Italia.
Il sistema dei farmaci generici in Italia - La filiera manifatturiera: competitività, impatto e prospettive
EXECUTIVE SUMMARY 4
Figura 1 – Schema dei livelli di analisi
I dati sul settore produttivo farmaceutico in Italia descrivono un comparto che negli ultimi anni si
trova in uno stato di salute eccellente e che presenta delle peculiarità strutturali che lo rendono
particolarmente solido.
A livello puramente produttivo, il comparto farmaceutico in Italia supera i 24 miliardi di euro di
produzione nel 2015, in crescita del 14% rispetto al 2009, in controtendenza rispetto alla
produzione complessiva nazionale di tutti i settori economici nello stesso periodo, che è diminuita
del 2,2%. In particolare, tra i settori manifatturieri solo la produzione di macchinari e di mezzi di
trasporto sono cresciuti in maniera più intensa nello stesso periodo.
Figura 2 – Produzione settore fabbricazione di prodotti farmaceutici (milioni di euro) e quota su totale produzione
manifatturiera italiana – Anni 2009-2015
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Il sistema dei farmaci generici in Italia - La filiera manifatturiera: competitività, impatto e prospettive
EXECUTIVE SUMMARY 5
Uno dei fattori che hanno guidato la crescita del comparto farmaceutico, è senza dubbio l’elevata
produttività che le imprese sono in grado di raggiungere: nel 2016 il settore farmaceutico
registrava un valore aggiunto per occupato superiore a 150.000 euro, più del doppio della media
manifatturiera e di gran lunga il valore più elevato tra tutti i settori produttivi italiani.
L’elemento che forse più di ogni altro sta alla base di questa elevata produttività è legato alla
struttura produttiva di questo settore, molto diversa da quella del resto del manifatturiero
italiano. Nel manifatturiero l’82,9% delle imprese è rappresentato da aziende con meno di 10
addetti, mentre nel settore farmaceutico le imprese di così piccola dimensione rappresentano solo
il 35% del totale delle imprese. Hanno invece una rilevanza evidente le medio-grandi imprese
(oltre i 50 dipendenti) che nel settore farmaceutico rappresentano il 41,3% del totale delle
imprese, mentre nel complesso della manifattura sono solo il 2,4%.
Figura 3 – Struttura delle imprese: distribuzione imprese per numero di dipendenti
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Si tratta di un divario strutturale molto significativo, in grado da solo di spiegare molte delle
peculiarità positive di questo settore, che più degli altri è in grado di operare a un livello globale e
a cogliere la domanda laddove questa si manifesta, senza rimanere per forza legato alle dinamiche
della domanda nazionale.
Non è un caso, dunque, che tra 2009 e 2015 il settore farmaceutico ha incrementato
costantemente le proprie esportazioni, passando da poco più di 12 miliardi di euro esportati nel
2009 a oltre 21 miliardi di euro nel 2015. In sostanza questo settore è passato dall’esportare il
55% della produzione nazionale all’80% nell’arco di sette anni.
Il sistema dei farmaci generici in Italia - La filiera manifatturiera: competitività, impatto e prospettive
EXECUTIVE SUMMARY 6
Figura 4 – Peso delle esportazioni su totale della produzione: industria manifatturiera e farmaceutica (%) – Anni
2009-2015
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Il settore farmaceutico nazionale, in particolare, ha espanso le proprie vendite a livello
internazionale in misura superiore alla media italiana, tanto da essere di fatto l’unico settore a
non avere perso quote di mercato a livello internazionale tra 2007 e 2016, periodo durante il
quale la competizione estera, soprattutto da parte di produttori cinesi, è stata rilevantissima.
In conseguenza di questa espansione, l’orizzonte geografico delle esportazioni italiane di farmaci
non è più solo quello europeo, che pure continua a rappresentare il mercato di sbocco principale
(63% delle esportazioni sono dirette verso paesi dell’Unione Europea e 12% verso paesi europei
non UE). Nel 2016 un quarto delle esportazioni farmaceutiche è diretto verso paesi extra-
europei, con un peso rilevante dell’America settentrionale (10%) e dell’Asia orientale (8%).
Le dinamiche più positive rispetto agli altri settori si riflettono anche in un impatto occupazionale
migliore della media. Il settore farmaceutico ha agganciato la ripresa occupazionale prima di molti
altri settori: tra 2015 e 2016, infatti, gli occupati nel settore farmaceutico sono aumentati
dell’1,3%, a fronte di una media del manifatturiero pari a + 0,8%.
Anche dal punto di vista degli investimenti gli anni di maggiore crisi nazionale sono stati comunque
meno impattanti rispetto a molti altri settori produttivi italiani, rimanendo sempre al di sopra dei
due miliardi di euro l’anno investiti dalle imprese di questo settore. Complessivamente, tra 2008 e
2014 gli investimenti fissi lordi delle imprese di produzione farmaceutica sono passati dal
rappresentare il 3,6% degli investimenti complessivi del comparto manifatturiero al 4,5%,
mostrando una tendenza a investire maggiore rispetto al resto della manifattura.
Le officine medicinali autorizzate: il core produttivo italiano
I numeri complessivi sul settore farmaceutico delineano un quadro molto positivo. Produzione,
export, valore aggiunto, investimenti ed occupati sono in crescita e lo sono ad un ritmo superiore
alla media della manifattura italiana.
Il sistema dei farmaci generici in Italia - La filiera manifatturiera: competitività, impatto e prospettive
EXECUTIVE SUMMARY 7
Ma come si comportando le 165 imprese che sono puramente specializzate nella vera e propria
realizzazione del farmaco e che rappresentano il core produttivo dell’industria farmaceutica
italiana?
Per struttura, questo gruppo di imprese si avvicina molto alla media settoriale. Si tratta per la
maggior parte di imprese di medio-grandi dimensioni e strutturate: il 74% ha più di 50 dipendenti.
Quasi il 30% delle imprese sono state costituite dopo il 2000, ma le imprese attive da più tempo
(prima degli anni ’60), pur rappresentando solo il 18% del totale delle aziende di questo gruppo,
producono un terzo di tutti i ricavi.
Figura 5 –Identikit delle 165 imprese: numero dipendenti e anno di costituzione
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Aida Bureau-Van Dijk
Il “blocco produttivo” farmaceutico appare oggi non discostarsi sostanzialmente dalle dinamiche
più generali che hanno interessato il settore farmaceutico nel suo complesso. Al contrario, alcune
caratteristiche appaiono ulteriormente accentuate. Innanzitutto le performance di queste imprese
è stata anche più positiva della media settoriale, con una crescita dei ricavi particolarmente
marcata negli ultimi anni.
Figura 6 – Andamento di alcuni indicatori economici dei produttori farmaceutici (milioni di euro) – Anni 2010-2015
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Aida Bureau-Van Dijk
Il sistema dei farmaci generici in Italia - La filiera manifatturiera: competitività, impatto e prospettive
EXECUTIVE SUMMARY 8
In secondo luogo, in relazione alla struttura delle imprese, si riscontrano imprese mediamente più
grandi e più strutturate, quindi anche più attrezzate ad affrontare nuove sfide (di mercato e di
processo).
Terzo, c’è un elevato livello di competizione, con l’ingresso di diverse nuove aziende negli ultimi
anni, ma anche un livello di redditività che alimenta il processo di crescita e di attrattività del
comparto.
E le imprese produttrici di farmaci generici?
Il terzo livello di analisi del report va a scavare ancora maggiormente in profondità all’interno del
comparto produttivo dei farmaci in Italia, valorizzando un set di dati (“Screening”) raccolto da
Assogenerici nel corso di oltre un anno di visite ai principali siti produttivi di farmaci generici in
Italia, con lo scopo di descrivere cosa significhi oggi produrre farmaci generici in Italia, sia in
termini di fattori di qualità che caratterizzano questi produttori che di sfide e criticità operative.
Le imprese core della filiera produttiva dei farmaci generici confermano una dinamica di crescita
dei principali indicatori economici: ricavi e costi di produzione sono aumentati entrambi
sensibilmente tra 2010 e 2015 (+56% e +63% rispettivamente). Una parziale differenza si riscontra
invece nella dinamica della marginalità e degli investimenti. Negli ultimi due anni, infatti, si registra
un trend di contrazione della marginalità (aumentata nel periodo solo del 17%) a fronte di un
raddoppio degli investimenti (+105%). Le due tendenze non sono, naturalmente, scollegate: gli
investimenti necessari a mantenere un’elevata competitività uniti a quelli resi obbligatori
dall’adeguamento ad alcune norme, come spiegato anche dalle aziende nel corso di alcune
interviste, hanno avuto l’effetto di contrarre le marginalità delle imprese stesse.
Figura 7 – Trend dei principali indicatori economici delle 21 imprese analizzate (2010=100) – Anni 2010-2015
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Aida Bureau-Van Dijk
Tutto questo è avvenuto poi in un contesto in cui le imprese non hanno strategie di riduzione dei
costi percorribili. Come si vede, anzi, i costi sono aumentati più dei ricavi tra 2010 e 2015. In
particolare, è risultato impossibile ridurre il costo delle materie prime, una delle leve principali
utilizzabili a livello manifatturiero per favorire il contenimento dei costi.
Il sistema dei farmaci generici in Italia - La filiera manifatturiera: competitività, impatto e prospettive
EXECUTIVE SUMMARY 9
CONTROLLI SUI PRODOTTI 837.208 ANALISI CQ
TOTALI (BULK PRODOTTO FINITO-MATERIE PRIME-MATERIALI DI CONFEZIONAMENTO)
= 13 analisi controlli qualità per lotto prodotto
CONTROLLI SUI PROCESSI 1.739 IQ-OQ-PQ + 1.174 PROCESS VALIDATION + 229 CLEANING VALIDATION
= 3.142 convalide
Tra 2010 e 2015, infatti, il peso delle materie prime sul totale dei costi di produzione delle
imprese produttrici generici è passato dal 40% al 47%,.
Figura 8 – Struttura dei costi delle 21 imprese analizzate (%) – Confronto 2010 e 2015
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Aida Bureau-Van Dijk
Lo scenario, dunque, è quello di un micro-comparto dinamico dal punto di vista della crescita
economica, ma sottoposto a sfide di carattere sia strutturale che congiunturale, che diventano
evidenti guardando ad alcuni numeri sui processi produttivi. Ma come operano queste imprese?
Innanzitutto, questo è un comparto di elevatissima qualità produttiva: tra 2015 e 2016 le 21
imprese analizzate hanno condotto oltre 830.000 analisi di controllo qualità sul prodotto, per una
media di 13 analisi per ogni lotto prodotto, nonché 3.142 convalide ovvero controlli sulla corretta
funzionalità dei processi produttivi. Produrre farmaci generici in Italia significa quindi in primo
luogo un’attenzione elevatissima ai processi di controllo della qualità, sia sul prodotto che sul
processo.
Figura 9 – Controlli qualità sui prodotti e sui processi – Anni 2015 e 2016
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Screening Imprese Assogenerici
Il sistema dei farmaci generici in Italia - La filiera manifatturiera: competitività, impatto e prospettive
EXECUTIVE SUMMARY 10
Questo livello di efficacia e di controllo è reso possibile anche da un continuo investimento in
personale addetto alla qualità. Se nel 2006 la percentuale di personale addetto alla qualità era
già elevata (16,5%), questa è andata aumentando negli anni, fino a raggiungere nel 2015 il 22%
del totale del personale.
Figura 10 – Incidenza personale addetto alla qualità (QA+QC) su totale dipendenti – Anni 2006, 2010 e 2015
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Screening Imprese Assogenerici
Un ulteriore elemento di qualità produttiva emerge dai dati sui produttori che forniscono i principi
attivi alle imprese. Le imprese italiane produttrici di generici si riforniscono principalmente
presso produttori dell’Unione Europea, che rappresentano il 67% dei fornitori utilizzati. Fornitori
che peraltro, sono fortemente controllati: tra 2015 e 2016 le imprese produttrici di generici in
Italia hanno condotto 808 audit presso i loro fornitori.
A fronte di questo livello particolarmente elevato della qualità e dei controlli che stanno alla base
dei siti produttivi italiani, lo Screening restituisce anche alcune delle criticità che queste imprese
affrontano nella loro operatività.
La prima di queste criticità è certamente legata ad alcune incertezze regolatorie. Un esempio è
quanto succede in caso di ispezioni da parte di AIFA e di necessità di intervenire per apportare
alcune modifiche all’interno dei propri siti produttivi (CAPA, Corrective Action Preventive Action).
A seguito della realizzazione di questi CAPA e della presentazione della relativa documentazione
ad AIFA, quest’ultima procede a rilasciare il decreto di autorizzazione alla produzione, che
permette al sito produttivo di produrre.
Tuttavia, come si vede dal grafico seguente, che riporta alcune casistiche reali avvenute tra 2015 e
2016, non esiste un’uniformità di tempi compatibile con una programmazione aziendale: in alcuni
casi il decreto autorizzativo è arrivato dopo un paio di settimane dall’invio dell’ultimo CAPA (quello
definitivo che recepisce adeguatamente tutte le richieste AIFA), in altri dopo un mese, in altri dopo
2,3 e persino 6 mesi, con conseguenti difficoltà di programmazione.
Il sistema dei farmaci generici in Italia - La filiera manifatturiera: competitività, impatto e prospettive
EXECUTIVE SUMMARY 11
Figura 11 – Tempi di ottenimento del decreto produttivo AIFA: numero giorni tra ultimo CAPA e rilascio del decreto
– Anno 2015
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Screening Imprese Assogenerici
In aggiunta alle incertezze burocratico-amministrative, le imprese produttrici si trovano a dover
sostenere costi aggiuntivi imposti da adeguamenti normativi.
Due esempi che stanno interessando le imprese proprio in questi anni sono le procedure per
garantire una corretta “Data Integrity”1 e quelle legate alla “Direttiva Anticontraffazione”2. In
merito alla prima, le aziende si trovano obbligate ad aggiornare i propri sistemi di raccolta e
conservazione dei dati legati a tutta la filiera aziendale per aderire a nuove linee guida più
stringenti e far fronte a nuovi approcci ispettivi da parte delle autorità competenti. In merito alla
seconda, le imprese si trovano obbligate a installare nuovi macchinari e/o ad aggiornare
macchinari esistenti nella propria linea produttiva in grado, in fase di confezionamento, di
assegnare un identificativo univoco e di creare un sistema di prevenzione delle manomissioni.
In entrambi i casi, si tratta di un costo per le imprese e non di un investimento: se pur vero che tali
modifiche sono volte a garantire l’integrità dei dati generati e l’anticontraffazione, è altrettanto
vero che non si tratta di qualcosa che le imprese scelgono di fare per migliorare la propria
produttività o la qualità dei prodotti/processi, ma di un adeguamento obbligatorio che non
porterà a una crescita di mercato o di redditività.
È stato possibile, dunque, stimare quanto questi due adeguamenti costeranno alle imprese,
attraverso i dati dello Screening. Si tratta complessivamente di un costo che supererà i 43 milioni
di euro. Per dare un’idea, questa cifra è pari al 7% dei ricavi annuali di queste imprese e al 97% del
Margine Operativo Lordo. Se tutte le imprese si adeguassero nel corso dell’anno seguente, le
marginalità sarebbero ridotte a zero. 1 MHRA GxP Data Integrity Definitions and Guidance for Industry
2 Direttiva 2011/62/EU
Il sistema dei farmaci generici in Italia - La filiera manifatturiera: competitività, impatto e prospettive
EXECUTIVE SUMMARY 12
Esempio 1: DATA INTEGRITY
Costo stimato per l’adeguamento dei laboratori: € 6.300.000
Esempio 2: DIRETTIVA ANTICONTRAFFAZIONE
Costo stimato per l’adeguamento delle linee di produzione: € 37.520.000
6% dei RICAVI
83% del MOL
1% dei RICAVI
14% del MOL
Figura 12 – Peso degli adeguamenti normativi: costi attesi per il prossimo anno e incidenza potenziale sul Margine
Operativo delle imprese nell’ambito della Data Integrity e della Direttiva Anticontraffazione
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Screening Imprese Assogenerici
È chiaro che in un tale contesto è importante evitare che un eccessivo carico amministrativo e
regolatorio ricada sulle imprese riducendone la possibilità di continuare con gli investimenti
necessari a incrementare la competitività.
Uno sguardo al futuro: campanelli di allarme e prospettive di policy
A fronte sia dell’impatto positivo che delle sfide che queste imprese si trovano ad affrontare, quali
sono le prospettive di questo settore per i prossimi anni?
Innanzitutto, vanno tenute presenti le sfide di livello globale. Il settore farmaceutico sta
attraversando una fase di ristrutturazione epocale, che incrocia la necessità di trovare nuovi
modelli di business per mantenere elevati livelli di redditività, con una riorganizzazione dei
processi produttivi per incrementare l’efficienza complessiva e incorporare i benefici che
l’innovazione digitale (big data, industria 4.0, ecc.…) rende possibili.
La capacità di leggere questi cambiamenti e di adattare le proprie strategie produttive e
commerciali di conseguenza diventa essenziale. Ad esempio, se da un lato la crescita del valore
delle esportazioni italiane è stata inarrestabile, crescendo del 75% tra 2009 e 2015, dall’altro lato
la necessità di importare materie prime e alcuni farmaci innovativi, che proprio negli ultimi due
anni sono cresciuti notevolmente di valore, ha comportato un saldo negativo tra import ed export
pari a 1,5 miliardi di euro nel 2016.
Il sistema dei farmaci generici in Italia - La filiera manifatturiera: competitività, impatto e prospettive
EXECUTIVE SUMMARY 13
Figura 13 – Saldi import-export settore farmaceutico per aree geografiche – Anno 2016
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat-ICE
In particolare, sono i saldi con Unione Europea, Svizzera e Stati uniti a pesare sul bilancio finale
(-3,9 miliardi di euro), mentre è aumentata la competitività nei territori geograficamente più
distanti come Asia, America centro-meridionale, Africa e Oceania (+ 2,3 miliardi di euro).
Recuperare terreno in questo ambito nei confronti dei principali produttori mondiali non sarà
facile, ma diventa una sfida centrale nella direzione di accrescere sempre più il valore aggiunto
delle produzioni italiane. In questo senso, ad esempio, la sfida di cogliere con rapidità ed efficacia
le opportunità che si aprono con lo sviluppo dei biosimilari appare ancora più centrale.
Non bisogna dimenticare, inoltre, che lo scenario competitivo è di altissimo livello in Europa. Oltre
all’Italia, forti comparti farmaceutici sono presenti in diversi altri paesi europei sia appartenenti
all’Unione Europea (Francia, Germania, Irlanda, Belgio, Danimarca, Spagna) sia al di fuori di essa
(Svizzera, a breve Regno Unito). All’interno di questo scenario, l’Italia mantiene una quota
produttiva molto significativa (poco meno del 10% del valore della produzione dell’UE), ma tra
2011 e 2015 questa quota è diminuita di circa 2 punti percentuali, mentre altri paesi come Francia,
Irlanda, Belgio e Danimarca hanno accresciuto nello stesso periodo la loro quota produttiva.
Figura 14 – Quota produzione farmaceutica italiana su totale produzione UE28 – Quota 2015 (%) e differenza con
quota 2011 (punti percentuali)
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat
Il sistema dei farmaci generici in Italia - La filiera manifatturiera: competitività, impatto e prospettive
EXECUTIVE SUMMARY 14
Agli elementi di policy si aggiungono fattori più puntuali che le imprese segnalano come criticità
che ne rallentano il percorso di crescita. Una survey svolta da Nomisma presso le imprese
produttrici di farmaci generici restituisce una sintesi piuttosto evidente delle difficoltà e delle sfide
da superare per favorire la crescita manifatturiera di questo comparto.
In primo luogo, è evidente come, oltre ai fattori di policy, siano rilevanti anche fattori di
competizione e di mercato. In particolare, il principale fattore di difficoltà per le imprese di
generici continua ad essere una particolare pressione al ribasso sui prezzi che porta l’Italia ad
essere uno dei paesi europei con i prezzi di vendita più contenuti.
A questo fattore, si aggiunge una forte competizione dei produttori extra-europei, che iniziano ad
essere percepiti come una minaccia nel momento in cui raggiungono un livello qualitativo tale da
consentire di subentrare sia come possibili fornitori nei casi dei terzisti sia come distributori di
prodotti propri. Il rischio è che un ingresso troppo invasivo possa mettere fuori mercato alcuni
produttori nazionali, che verrebbero sostituiti da produttori operanti al di fuori dei confini europei
e che utilizzerebbero l’Italia più come hub distributivo che produttivo.
C’è inoltre una questione sempre aperta che ha a che fare con la facilità di fare business in Italia,
che è trasversale a molti settori ma non per questo meno rilevante. La numerosità delle procedure
amministrative da soddisfare, la poca tempestività nelle risposte da parte della PA, i cavilli
burocratici che rallentano o addirittura rendono inefficaci alcuni strumenti rimangono fattori
debilitanti per le imprese, e lo sono ancora di più per aziende che operano in un settore altamente
controllato e regolato come quello farmaceutico.
Figura 15 – Fattori di difficoltà per le imprese di generici
Fonte: Questionario Nomisma 2017 alle imprese produttrici di farmaci generici
Per ridurre l’impatto negativo di questi fattori, sarà importante nei prossimi anni intervenire verso
alcune direzioni che le imprese stesse indicano e a partire dalle quali è possibile costruire o
migliorare specifici strumenti di policy.
Il sistema dei farmaci generici in Italia - La filiera manifatturiera: competitività, impatto e prospettive
EXECUTIVE SUMMARY 15
In primo luogo, sarà importante agire dal lato fiscale. L’Italia dispone di un patrimonio di
competenze, di imprenditorialità e di ampiezza di mercato tale da essere attrattiva per definizione
per le imprese di settore. Tuttavia, questi elementi di base rischiano di passare in secondo piano a
fronte di pacchetti fiscali molto più competitivi in altri paesi europei. Anche in vista della nuova
rilevanza che assumeranno i farmaci biosimilari appare necessario sin da subito avvicinare gli
strumenti di agevolazione fiscale a quelli più competitivi a livello europeo, se si vuole puntare a
una rinnovata crescita di questo settore. Questo vale sia per le attività di R&S, che per
l’agevolazione all’acquisto di macchinari, che va inoltre ad alimentare in gran parte anche la
crescita del settore della metalmeccanica italiano.
In secondo luogo, un intervento ad ampio spettro di semplificazione e digitalizzazione della PA è
sempre più necessario, soprattutto per sottrarre le imprese dagli elementi di incertezza che sono
tra i fattori più deleteri per una programmazione aziendale efficace.
Infine, allargando lo spettro d’azione a livello europeo, sarà utile insistere sulla definitiva
approvazione e applicazione di uno strumento quale il SPC Manufacturing Waiver, che
consentirebbe alle imprese europee di produrre un bene ancora coperto da SPC per esportarlo
verso i paesi con differenti coperture brevettuali.
Naturalmente, sono necessarie alcune scelte a monte da parte del decisore pubblico per orientare
efficacemente questo tipo di interventi. La stima dell’impatto economico ed occupazionale
generato attualmente dalle imprese produttrici di farmaci in Italia (gruppo di 165 imprese
considerate come il core produttivo dell’industria farmaceutica italiana)3 può aiutare a capire la
rilevanza del settore.
Utilizzando questo strumento, è stato possibile individuare quanto il comparto produttivo
farmaceutico attivi di produzione aggiuntiva in Italia nei diversi settori economici.
Nel caso delle imprese produttrici di farmaci, l’effetto complessivo è molto rilevante. A fronte di
un effetto diretto pari a 20,9 miliardi di euro, l’effetto indiretto è di 20,4 miliardi di euro e quello
indotto di 19,4 miliardi di euro. Nel complesso il settore della produzione farmaceutica attiva
oltre 48 miliardi di euro “aggiuntivi” oltre al fabbisogno diretto necessario a generare la propria
produzione annuale.
In termini occupazionali, l’effetto indiretto e quello indotto generano oltre 100.000 occupati, che
si aggiungono ai 47.900 dipendenti diretti delle imprese produttrici di farmaci. Questo significa che
le imprese della filiera produttiva farmaceutica in Italia generano più di 148.000 posti di lavoro
grazie alla loro presenza nel Paese.
3 La stima è stata costruita a partire dalle tavole intersettoriali input-output messe a disposizione da Istat, le quali
permettono di calcolare le ricadute in termini di impatto indiretto e indotto della presenza di un determinato livello di produzione in un determinato settore. Si veda il report completo per una descrizione più dettagliata della metodologia e dei risultati
Il sistema dei farmaci generici in Italia - La filiera manifatturiera: competitività, impatto e prospettive
EXECUTIVE SUMMARY 16
Figura 16 – Impatto dei produttori di farmaci in Italia (165 imprese) – Produzione (milioni di €) – Anno 2015
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat e Aida Bureau-Van Dijk
L’analisi di impatto conferma, se ve ne fosse stato bisogno, che l’industria farmaceutica oggi è per
l’Italia un pilastro importante della sua industria manifatturiera, e non solo perché, in
controtendenza rispetto a molti altri settori, è riuscita a crescere in maniera costante negli ultimi
anni, ma anche perché genera un impatto economico ed occupazionale particolarmente elevato e
legato alla natura più innovativa di questo settore, che richiede macchinari, processi, competenze
di alto livello.
I dati sin qui illustrati, hanno dato evidenza di quanto il sistema produttivo dei farmaci in Italia
abbia saputo affrontare gli anni di complessiva contrazione industriale con un’efficace spinta alla
ricerca di altri mercati, anche grazie a una struttura dimensionale di impresa più solida rispetto al
resto della manifattura italiana.
Questa crescita, come abbiamo visto nel caso delle imprese produttrici di generici, è avvenuta
anche sulla spinta di un’elevata attenzione al livello qualitativo, basata su crescenti investimenti in
personale addetto alla qualità e su accurati controlli di filiera.
Contestualmente però, l’industria farmaceutica si trova ad affrontare oggi sfide anche più grandi
rispetto alla contrazione della domanda interna avvenuta a partire dal 2009. La complessiva
ristrutturazione a livello globale dell’industria ha effetti anche su un paese a bassa produzione di
farmaci innovativi come l’Italia, che per restare un hub produttivo di rilevanza mondiale deve da
un lato poter continuare a contare su fattori competitivi che le sono propri, ma dall’altro anche
rivedere le strategie di impresa per collocarsi lungo le filiere che saranno maggiormente redditizie
nel prossimo decennio.
Rispetto ai fattori competitivi, le imprese hanno già utilizzato tutte le leve possibili per ridurre i
costi e mantenere inalterate le redditività. Tuttavia oggi il mercato non consente più alle imprese
di comprimere ulteriormente i costi. Un esempio chiave è quello delle materie prime, che
rappresentano per l’industria quasi la metà dei costi di produzione e la cui incidenza sul totale dei
Il sistema dei farmaci generici in Italia - La filiera manifatturiera: competitività, impatto e prospettive
EXECUTIVE SUMMARY 17
costi è addirittura in aumento negli ultimi anni. D’altra parte, il mantenimento di un livello
qualitativo elevato e gli obblighi normativi e regolatori (come, ad esempio, la Direttiva
Anticontraffazione, che obbliga le imprese a dotarsi di un sistema di Datamatrix presso gli impianti
produttivi) comportano un progressivo sgretolamento delle marginalità di impresa, con il
conseguente rischio di riduzione della base produttiva.
Appare quindi urgente intervenire sui fattori competitivi in maniera sistemica, attraverso
interventi di policy mirati che consentano la crescita sostenibile di un comparto ad alto impatto
produttivo e occupazionale come quello farmaceutico.
Alcune direzioni e priorità sono evidenti dalle esigenze descritte dalle stesse imprese, e possono
essere sintetizzate in una serie di prospettive ben precise e ad ampio spettro:
1. Prospettive legate all’ampliamento dei mercati di riferimento. In questo ambito ci sono
due direzioni da intraprendere. Da un lato, proseguire strada in corso con il SPC
manufacturing waiver, che darebbe la possibilità ai produttori europei di produrre in
Europa anche in vigenza di brevetto con lo scopo di esportare verso i paesi a diversa
scadenza brevettuale. Questa possibilità consoliderebbe il tessuto produttivo europeo
consentendo alle industrie dell’UE di competere con le aziende extra-europee nei mercati a
diversa protezione brevettuale. In aggiunta a questa misura, le imprese devono essere
pronte a cogliere lo sviluppo delle nuove filiere che si stanno aprendo. Ad esempio, il
decisore pubblico italiano ha la possibilità, in questo momento, di spingere verso la
creazione di un hub italiano dei farmaci biosimilari, stimolando la creazione di imprese in
questo settore che sarà cruciale per l’industria nei prossimi decenni.
2. Prospettive di regolamentazione fiscale mirata. In questo ambito appare urgente una
focalizzazione maggiore degli strumenti a disposizione delle imprese. In particolare, sarà
importante rendere competitivo rispetto ai competitor europei il pacchetto di misure che
regolano il patent box, avvicinando la tassazione complessiva ai livelli dei paesi più
competitivi. Allo stesso modo, il credito di imposta per la R&S può essere liberato di alcune
limitazioni che ne rendono meno interessante l’uso, come l’ambito di utilizzo alla solo
ricerca incrementale e il tetto massimo di spesa. In aggiunta a queste misure, può essere
utile immaginare un piano di defiscalizzazione o di incentivi alle imprese per l’acquisto di
macchinari, soprattutto per le imprese di piccole-medie dimensioni che vedono azzerarsi le
marginalità a fronte di adeguamenti normativi per loro onerosi, quali la Direttiva
Anticontraffazione.
3. Prospettive di promozione congiunta sui mercati più promettenti. In questo ambito è
possibile immaginare un’azione di sistema del Made in Italy farmaceutico. Sarebbe
possibile, anche per gruppi di imprese genericiste, sfruttare l’associazione di riferimento
per promuovere un “marchio di qualità produttiva” congiunto, da veicolare nei mercati
esteri più promettenti a supporto delle strategie commerciali già esistenti.
Il sistema dei farmaci generici in Italia - La filiera manifatturiera: competitività, impatto e prospettive
EXECUTIVE SUMMARY 18
4. Prospettive di innovazione dei processi industriali. In questo ambito si concentrano tutte
le iniziative che possono contribuire all’ulteriore miglioramento dell’efficienza produttiva
delle imprese. L’industria farmaceutica, che già oggi è la più produttiva in Italia in termini di
valore aggiunto per addetto, può beneficiare in maniera sostanziale delle opportunità
offerte da industria 4.0 e dai big data. Per farlo, però, è necessario potenziare i programmi
ora a disposizione, aumentando e facilitando le possibilità per le imprese di accedere a
fondi dedicati allo sviluppo di questo strumento. Sulla stessa linea d’azione, è possibile
promuovere una carta dei rapporti con l’università allo scopo di incentivare l’innovazione
di processo e l’utilizzo del digitale e delle nuove tecnologie all’interno delle imprese.
5. Prospettive di ristrutturazione aziendale. Le indicazioni derivanti dall’analisi strutturale
dell’industria farmaceutica e delle sue dinamiche a livello globale, emerge chiaramente che
la dimensione di impresa sta assumendo sempre più rilevanza per affrontare i grandi
cambiamenti in atto. In questo senso, appare cruciale affrontare la questione dimensionale
anche a livello nazionale, spingendo le imprese a riflettere sugli assetti organizzativi e
dimensionali più adatti, anche attraverso un sistema di incentivazione all’aggregazione.
Le leve e i piani su cui agire sono molteplici e si collocano su più livelli: il legislatore europeo,
quello nazionale, le singole imprese e le loro associazioni, gli enti regolatori. Su ognuno di questi
livelli è possibile agire in maniera diversa, non sempre con esiti definibili. Quello che è certo è che
la trasformazione in atto nel settore richiederà di adottare anche una visione d’impresa sempre
più globale e strategica.
Dal lato delle imprese sarà infatti fondamentale non leggere questa fase di crescita sostenuta
come un punto d’arrivo, ma interpretarlo come l’ultima parte di una fase dell’industria
farmaceutica che va a chiudersi e che apre opportunità nuove per le imprese più dinamiche.
Dal lato di chi governa le policy di settore la prospettiva che ci si augura è quella che ha
contraddistinto l’analisi di Nomisma sin dal primo report sul sistema dei farmaci generici: i policy-
maker hanno infatti il ruolo cruciale di rendere possibile per le imprese attrezzarsi per il
cambiamento. Ogni intervento di policy deve quindi essere pensato per essere tempestivo rispetto
a cambiamenti che sono sempre più rapidi e strutturali e soprattutto devono tenere conto della
rilevanza che ricopre il tessuto manifatturiero nel favorire la crescita di un Paese. Favorirne la
continua innovazione deve essere il faro-guida di qualsiasi azione di policy.
Il sistema dei farmaci generici in Italia - La filiera manifatturiera: competitività, impatto e prospettive
EXECUTIVE SUMMARY 19
Il sistema dei farmaci generici in Italia - La filiera manifatturiera: competitività, impatto e prospettive
EXECUTIVE SUMMARY 20
Nomisma – Società di Studi Economici S.p.A.
Strada Maggiore, 44 - 40125 Bologna T (+39) 051 64 83 111
www.nomisma.it