Il reporter-Reggello-settembre-2010

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SETTEMBRE 2010 N el numero pre- cedente ho parlato di un ani- male che viene ab- bandonato prima delle vacanze: il cane. In questo numero parlerò di un animale che troviamo al ritorno: la zanzara! È bello sapere che a casa c’è sempre qualcuno che ci aspetta. Come apriamo la porta, vediamo la zanzara seduta sul divano, con l’aria impaziente: “Quanto ci hai messo a tornare? Fatti dare un bel pizzicot- to!”. C’è chi la zanzara la trova anche al mare, magari è la stessa. Io, per esempio, da un po’ di tempo faccio sempre le ferie con la zanzara: alme- no in due si divide il conto dell’al- bergo! Mi ha succhiato così tanto sangue che l’hanno fatta socia ono- raria dell’Avis! Ci avete fatto caso? Ogni anno le zanzare sono sempre di più! Gli altri animali sono tutti in via di estinzione, la zanzara invece rima- ne indifferente all’inquinamento, ai cambiamenti climatici. Anzi, più il mondo peggiora più lei si riproduce. Cade il governo? Un milione in più di zanzare! Crisi economica? Altro milione. L’ape operaia si sta estin- guendo perché con la disoccupa- zione di oggi trovare un posto fisso è un miraggio. La zanzara invece è come noi: precaria. Lavora dai primi caldi ai primi freddi. Dopo non viene riconfermata! Perché non salviamo gli animali in via di estinzione ac- coppiandoli con la zanzara? Dopo la zanzara tigre, avremo la zanzara pan- da, l’unico insetto che ha un occhio nero e pesa più di una tonnellata. *Comico Andrea Muzzi* La zanzara, precaria come noi Ecco gli impegni della Fiorentina e tutto quello che c’è da sapere sul “campionato spezzatino” SPORT GUIDA ALLA STAGIONE PAG.37 Il tram sette mesi dopo I fiorentini, si sa, sono proverbialmen- te diffidenti. Se c’è aria di novità, prima di accettarla, vogliono annu- sarla per bene. E cosi è andata con la tramvia. All’inizio ha suscitato ondate di polemiche e perplessità a quinta- li, adesso a quanto pare è sbocciato l’amore. Anzi, l’Amore. A giudicare, almeno, dai dati sull’utenza, che rac- contano di una media di circa 25mila viaggiatori al giorno. Ovvero un baci- no di circa diecimila persone che quo- tidianamente salgono a bordo. Non solo. Di questi viaggiatori c’è anche un identikit, una fotografia scattata dal- la Regione, che dipinge un’utenza in rosa. Sono soprattutto le donne, infatti, a utilizzarla, con una fascia d’età domi- nante che va dai 36 ai 60 anni, e con un titolo di studio medio-alto. E intanto, sempre in tema di viabilità e trasporti, si fa chiarezza anche su un altro fronte, l’Autopalio: il temuto pedaggio non verrà introdotto. PAGG.10-11 di Salusest-Biancalani Dalla mostra dedicata a Masaccio agli scatti di Gardin e al teatro Garibaldi: la stagione (culturale) che verrà FIGLINE AUTUNNO, SBOCCIA L’ARTE PAG.4 Dopo l’esclusione dalla Prima Divisione, si riparte dall’Eccellenza. Con squadra e società nuove ANCORA GIALLOBLU PAG.41 Caccia, il Comune si mobilita per alzare le soglie di abbattimento degli ungulati. Ed è subito polemica RIGNANO PAG.5 PAGG.2-3 Nella giungla della sosta. E delle multe PRIMO PIANO Progetti in lista d’attesa. E di fondi I ncisa PAG.6 Periodico d’informazione locale. Anno IV n.75 del 6 settembre 2010. N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10 Figline, Incisa, Reggello, Rignano Il Giornale nel tuo Comune EDIZIONE DEL V ALDARNO F. NO • 18.509 COPIE DISTRIBUITE DA Segnali di ripresa per gli artigiani del legno. Che, contro la crisi, hanno deciso di fare squadra REGGELLO PAG.7 1117864 1117867

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Il reporter-Reggello-settembre-2010

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SETTEMBRE 2010

Nel numero pre-cedente ho

parlato di un ani-male che viene ab-bandonato prima delle vacanze: il cane. In questo numero parlerò di un animale che troviamo al ritorno: la zanzara! È bello sapere che a casa c’è sempre qualcuno che ci aspetta. Come apriamo la porta, vediamo la zanzara seduta sul divano, con l’aria impaziente: “Quanto ci hai messo a tornare? Fatti dare un bel pizzicot-to!”. C’è chi la zanzara la trova anche al mare, magari è la stessa. Io, per esempio, da un po’ di tempo faccio sempre le ferie con la zanzara: alme-no in due si divide il conto dell’al-bergo! Mi ha succhiato così tanto sangue che l’hanno fatta socia ono-raria dell’Avis! Ci avete fatto caso? Ogni anno le zanzare sono sempre di più! Gli altri animali sono tutti in via di estinzione, la zanzara invece rima-ne indifferente all’inquinamento, ai cambiamenti climatici. Anzi, più il mondo peggiora più lei si riproduce. Cade il governo? Un milione in più di zanzare! Crisi economica? Altro milione. L’ape operaia si sta estin-guendo perché con la disoccupa-zione di oggi trovare un posto fisso è un miraggio. La zanzara invece è come noi: precaria. Lavora dai primi caldi ai primi freddi. Dopo non viene riconfermata! Perché non salviamo gli animali in via di estinzione ac-coppiandoli con la zanzara? Dopo la zanzara tigre, avremo la zanzara pan-da, l’unico insetto che ha un occhio nero e pesa più di una tonnellata.

*Comico

Andrea Muzzi*

La zanzara, precaria come noi

Ecco come fare (e quali sono le spese)

per iscrivere i propri fi gli a una delle

scuole-calcio presenti in città

Pallone

caMPioni si DiVenta

PAG.30

Ecco gli impegni della Fiorentina

e tutto quello che c’è da sapere sul

“campionato spezzatino”

SPorT

GuiDa alla staGione

PAG.37

La chiesa va sul webe il prete si fa blogger

tempi moderni

PAG.12

Il tram sette mesi dopo

I fiorentini, si sa, sono proverbialmen-te diffidenti. Se c’è aria di novità,

prima di accettarla, vogliono annu-sarla per bene. E cosi è andata con la tramvia. All’inizio ha suscitato ondate di polemiche e perplessità a quinta-li, adesso a quanto pare è sbocciato l’amore. Anzi, l’Amore. A giudicare, almeno, dai dati sull’utenza, che rac-contano di una media di circa 25mila viaggiatori al giorno. Ovvero un baci-no di circa diecimila persone che quo-

tidianamente salgono a bordo. Non solo. Di questi viaggiatori c’è anche un identikit, una fotografia scattata dal-la Regione, che dipinge un’utenza in rosa. Sono soprattutto le donne, infatti, a utilizzarla, con una fascia d’età domi-nante che va dai 36 ai 60 anni, e con un titolo di studio medio-alto. E intanto, sempre in tema di viabilità e trasporti, si fa chiarezza anche su un altro fronte, l’Autopalio: il temuto pedaggio non verrà introdotto. PAGG.10-11

di Salusest-Biancalani

Dalla mostra dedicata a Masaccio

agli scatti di Gardin e al teatro Garibaldi:

la stagione (culturale) che verrà

figline

autunno, sboccia l’arte

PAG.4

Dopo l’esclusione dalla Prima Divisione,

si riparte dall’Eccellenza. Con squadra

e società nuove

ancora gialloblu

PAG.41

Caccia, il Comune si mobilita per alzare

le soglie di abbattimento degli ungulati.

Ed è subito polemica

rignano

PAG.5PAGG.2-3

Nella giungla della sosta. E delle multe

PriMo Piano

Progetti in listad’attesa. E di fondi

Incisa

PAG.6

Periodico d’informazione locale. Anno IV n.75 del 6 settembre 2010.N° reg 5579 del 17/05/2007 tribunale di firenze. Iscrizione al Roc 8551. Spedizione in a.p. - 45% legge 662/96 art. 2 comma 20/b. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10

Figline, Incisa, Reggello, RignanoIl Giornale nel tuo Comune

EdizionE dEl Valdarno F.no • 18.509 copiE distribuitE da

Segnali di ripresa per gli artigiani

del legno. Che, contro la crisi,

hanno deciso di fare squadra

reggello

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I più multati del Valdarno? Sono a Figline. E’ qui che si concentra il maggior numero di sgraditi foglietti sul parabrezza. Ma non c’è da stupirsi, visto che è sempre qui che si trova il maggior numero di parcheggi a pa-

gamento, circa 300 contro la trentina di Rignano, i 45 di In-cisa e un’altra quarantina di Reggello. Da gennaio alla fine di agosto sono 6mila circa i verbali staccati dalla polizia municipale associata di Figline, Incisa e Rignano - parola del comandante Roberto Panasci - di cui circa il 60% rela-tivi alla sosta, mentre nel territorio di Reggello sono state registrate oltre 800 infrazioni di questo tipo. E’ sempre Fi-gline ad assorbire la maggior parte del tempo e delle forze del servizio di polizia municipale associato, una squadra

composta da venti agenti operativi più il comandante. “Il 90% delle sanzioni riguarda questo comune – spiega Pa-nasci – ma d’altra parte Figline ha caratteri più simili alla città. Qui abbiamo un vero e proprio centro commerciale, quello di piazza Marsilio Ficino, che da solo conta più posti auto a pagamento di tutti gli altri comuni messi insieme”. Complessivamente sono circa 1500 i parcheggi nell’area entro le mura. “Ma i controlli – sottolinea il comandante – sono programmati sistematicamente in tutti e tre i comuni, ogni giorno. Soprattutto nei giorni in cui si tiene il mercato settimanale”. Occhio ai verbali, dunque, il martedì a Figli-ne, il giovedì a Rignano e il venerdì a Incisa. E in tutti gli altri giorni della settimana.

l’inchiesta. Quando parcheggiare diventa un’impresa

Classifica dei multati,Figline batte tutti

Francesca Puliti

Parcheggi e pendolari, ecco la combinazione che manda in tilt il sistema della sosta a Figli-

ne. Cinquecento posti a malapena, quelli del par-king della stazione, così che alle 7.30 del mattino già si registra il tutto esaurito, complice anche la vicinanza dell’Istituto Vasari, con la sua dote di motorini. Il disagio non riguarda solo i pendolari figlinesi, ma anche quelli che provengono da fuo-ri comune, principalmente da Reggello e Incisa. Le associazioni dei pendolari hanno più volte chiesto, in varie sedi, un sollecito ampliamento del parcheggio, almeno a 700 posti. “E’ stata an-che avanzata la proposta di chiedere un cofinan-ziamento alla Regione, che in certi casi arriva a coprire fino al 60% della spesa”, spiega Maurizio Da Re, portavoce del Comitato Pendolari Valdar-no Direttissima, che di questo argomento ne ha fatto una battaglia. L’amministrazione di Figline, dal canto suo, ha più volte ripetuto che non si ac-collerà, da sola, l’onere economico di un’opera che serve anche altri comuni. Querelle stazione a parte, il territorio figlinese non soffre di grandi insufficienze. Nel centro storico, in conseguenza alle recenti modifiche della viabilità che interessa la piazza Marsilio Ficino, sono stati ottenuti posti auto in più, proprio nella zona più centrale del pa-ese, che sono andati ad aggiungersi ai parcheggi già presenti tutt’intorno al centro. La sosta è quin-

di abbastanza agevole “in paese” e, se si riscontra qualche difficoltà, questo succede solo nei giorni in cui l’affluenza di persone è eccezionale, come nel caso del mercato settimanale o in occasione di eventi e manifestazioni nel centro storico. Regge per adesso, con qualche difficoltà, anche il par-cheggio in piazza Salvo D’acquisto, che registra solo a volte il tutto esaurito anche a causa dell’im-mediata vicinanza dell’ufficio postale. Problemi maggiori si registrano nella zona nord di Figline, soprattutto nelle vicinanze del supermercato, dove la consistente affluenza delle autovetture, e la qua-si continua saturazione del parcheggio, in partico-lare quello di superficie, provocano, nelle ore di punta, lunghe code e congestionamenti della via-bilità. Tornando al punto dolente della stazione, recentemente qualcosa sembra essersi mosso a livello provinciale: una mozione votata all’unani-mità dall’ente locale, nel luglio scorso, impegna presidente e giunta ad “attivare un’intesa” con i comuni interessati per conseguire il risultato tanto atteso: l’ampliamento del parcheggio. Una solu-zione strategica anche in vista della costruzione del secondo ponte sull’Arno a Figline, per la costruzione del quale, questa volta sì, sono stati presi impegni concreti dalle due amministrazioni comunali interessate: quella di Figline Valdarno e quella di Reggello.

FiGline. Solo 500 posti alla stazione. E niente fondi

Tutto esaurito a colazione Pendolari sul piede di guerra

Nel periodo estivo le città si svuotano ed il traffico quotidiano lascia spazio nei

mesi del solleone a metri quadri di asfalto in ebollizione, i parcheggi sembrano essere più che sufficienti e chi non ha il privilegio di godersi le ferie si può però gustare, magra consolazione, un paese in cui posteggiare per fare le classiche commissioni giornaliere non diventa un dramma. Un sollievo pallia-tivo purtroppo. Settembre riporta la situa-zione alla normalità, quasi tutti riprendono a lavorare, aprono le scuole e gli universitari affollano le stazioni ferroviarie per trasfor-marsi in pendolari. Parcheggiare il proprio mezzo di trasporto per svolgere una di que-ste attività diventa davvero un problema ed il disagio si amplifica poiché tutti hanno fretta e la poca pazienza rende intollerante il giro supplementare per la ricerca del po-sto auto. Non fa eccezione Incisa Valdar-no dove le auto si affollano in ogni spazio disponibile e le multe per divieto di sosta specie in Viale XX Settembre ed in piazza Capanni vanno per la maggiore. A detta dei cittadini però i vigili urbani sono piuttosto indulgenti con chi infrange le regole e non hanno il così detto blocchetto facile anzi, i più diligenti tra gli automobilisti reclamano

maggiore attenzione poiché capita, talvolta che cittadini irrispettosi posteggino senza regolare cartellino esposto nei posti riservati agli invalidi e restino impuniti. I parking a pagamento poi non sono così cari poiché un euro all’ora è per lo più la tariffa applicata in tutto il territorio comunale in linea con le cittadine limitrofe. Il problema principa-le e più sentito dalla cittadinanza incisana è piuttosto la mancanza di parcheggi nei pressi del centro storico. Non che la configurazione del territorio urbano sia favorevole a creare spazi adeguati, ma anche gli interventi che l’amministrazione comunale ha fatto per al-leviare le sorti degli automobilisti non sono risultati poi così efficaci. I parcheggi sono per lo più situati nella zona dei giardini, in Piazza Mazzanti troppo pochi in rapporto al numero della popolazione, ma anche la zona di sosta creata dal comune situata proprio so-pra al municipio non è servita ad agevolare i cittadini a raggiungere le loro mete, non tan-to per la carenza di numero di posteggi messi a disposizione, quanto per la poca praticità del posto scelto poiché per poter andare in giro a fare spese in tranquillità occorre fare il così detto “giro pesca” per lasciare il mezzo di trasporto.

incisa. La zona ricavata sopra il municipio non basta

Mission impossible: lasciareil mezzo vicino al centro

/S.D.R./P.T.

È soprattutto un comune ad assorbire le forze della municipale,

ma i controlli sono sistematici ovunque. Soprattutto alcuni giorni

Anno IV n.75 del 6 settembre 2010

Il Reporter del Valdarno F.no raggiunge 18.509 famiglie nei Comuni di Figline, Incisa, Reggello, Rignano.

2 Settembre 2010 il giornale nel tuo comune

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Parcheggiare a Rignano? Un problema che si ripropone ciclicamente e coinvolge in

modi diversi il capoluogo. Chi abita vicino ai luoghi di maggiore frequentazione si lamenta da sempre dell’eccessiva presenza di auto. Par-tiamo dalla situazione attuale. Per i pendolari esiste il parcheggio della stazione ferroviaria, ampio ma non abbastanza per la domanda che cresce sempre più tanto che spesso alle 8 è già

stracolmo e si devono cercare soluzioni al-ternative. Non sempre semplici. Innanzitutto perché le zone vicine alla stazione sono den-samente abitate, in secondo luogo perché nelle vie centrali del paese parcheggiare costa. Un euro l’ora, improponibile per chi deve passare la giornata fuori, ma comoda invece per chi deve fare veloci servizi e commissioni. Piazza XXV Aprile è tutta a strisce blu: “Fanno pure

le multe! Il sabato mattina spesso passano i vigili a controllare”, ci ricorda una signora. A onor del vero è proprio nei dintorni della piazza che si trova qualche parcheggio libero, tra Piazza dei Martiri – dove non mancano le proteste per i numerosi automobilisti che par-cheggiano fuori dalle strisce - e via Indipen-denza. La sorpresa arriva però addentrandosi nelle vie prettamente residenziali. I vigili, al contrario che in piazza, qui invece sono de-siderati dai cittadini. Un giovane ci fa notare come “in via della Businga il divieto di sosta sia la regola. I controlli sono rari, passano due volte all’anno e siamo arrivati al punto che spesso si deve dare la precedenza per evita-re le auto messe ovunque”. In questa area le segnalazioni sono numerose: c’è chi indica “uno stop inutile” (quello tra via Indipenden-

za e via Giovanni XXIII, ndr), chi la presenza di “un camion davanti alle case”, chi quella di “tanti camper parcheggiati in paese come se si fosse in un campeggio”. In altre vie le lamentele sono simili, perfino nelle più recen-ti zone residenziali dove ci ferma Mario, 60 anni, “rignanese da sempre”. “Più che la man-canza di parcheggi, c’è un’abbondanza di ma-leducazione”, ci dice indicando quattro auto in divieto di sosta quando pochi metri prima ci sono alcuni posti liberi. Idem di fronte a uno dei 3 bancomat cittadini: un’auto sul marcia-piede ci illumina con le quattro frecce. La situazione non migliora nelle frazioni. A San Donato in tanti segnalano la cattiva abitudi-ne di parcheggiare lungo la strada principale con i conseguenti rallentamenti. Mal comune, mezzo gaudio?

riGnano. Un viaggio nelle zone residenziali, “regno” della doppia fila e delle quattro frecce

Laddove i vigili sono invocati. Per far le multeSe i foglietti rosa fioriscono spesso sui parabrezza

in piazza XXV Aprile e in altre vie del centro, poco

più in là le irregolarità abbondano. E sembrano

passare inosservate. Tranne che a chi ci abita

In misura e per motivi diversi, la man-canza cronica di parcheggi è un pro-

blema che affligge tutti i comuni del Val-darno fiorentino. Reggello rappresenta in questo una felice eccezione: qui i par-cheggi ci sono, sono adeguati al numero di macchine e in larghissima parte gratuiti. Raggiungendo la cittadina si riesce a po-steggiare senza troppa difficoltà lungo le due principali vie d’accesso al centro sto-rico, via Dante Alighieri e via Antonio Gramsci. Poco distante altri spazi sono disponibili in piazza Aldo Moro. Chi in-vece arriva dalla Setteponti può usufruire dell’ampia zona di sosta di Ponte nuovo, a due passi dal municipio in piazza Roo-svelt. Ci sono posti auto sufficienti ad as-sorbire tutto il movimento in direzione del

centro cittadino. Una situazione positiva di certo favorita dall’assenza dei classici luoghi di “parcheggio selvaggio”, come grandi centri commerciali o zone di inter-scambio per il pendolarismo – su tutti la mancanza di una stazione ferroviaria che gli altri comuni del Valdarno possiedono invece nel cuore dei loro centri storici. A ben vedere, però, qualche criticità esiste: al mattino le operazioni di carico e scarico merci sono a volte causa di rallentamen-ti, soste in doppia fila o in zone vietate in prossimità degli esercizi commerciali del centro. Se poi dal capoluogo ci si sposta verso Tosi, Pietrapiana o le altre frazioni montane, posteggiare la macchina può esser più complicato. Difficoltà dovute però in larga parte alla morfologia stessa

delle piccole località inerpicate sul fianco dell’Appennino, dove la strada scorre a ri-dosso delle case e lo spazio che resta per la sosta è poco. Dove invece è più ampio, a Vallombrosa ad esempio, i posti auto ba-

stano pure nei periodi di massimo affol-lamento come quello estivo. Si parcheggia senza troppi problemi anche nelle frazioni più a valle, al Matassino e a Leccio. Un’ul-teriore nota di merito sta nel fatto che la sosta è gratuita. Fatta eccezione per i po-steggi nella centrale piazza Potente e nella vicina piazza IV novembre – per un totale di non oltre 40 parcheggi – non viene mai richiesto nessun pedaggio. A completare il quadro presto si andranno ad aggiungere nuovi posteggi in via del Casentino. “L’in-tervento è già programmato – annuncia l’assessore ai lavori pubblici Fabio Tirin-nanzi –. Ne ricaveremo circa 70-80 posti auto ulteriori, che risolveranno a lungo ter-mine il problema della regolazione della sosta”.

reGGello. L’intervento, già in programma, risolverà a lungo il problema della regolamentazione della sosta

Via del Casentino, c’è spazio per altre 80 autoIl territorio reggelleseè diventato una sortadi riserva indiananel Valdarno, all’internodella quale i parchimetrisi affacciano solo in piazza Potentee in piazza IV Novembre

/V.L.

/A.T.

3FIGLINE • INCISA • REGGELLO • RIGNANO

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La collezione autunno-inverno che Figline si appresta a indossare sarà all’insegna della cultura,

dell’arte, delle tradizioni. La citta-dina valdarnese sarà infatti teatro, nei prossimi mesi, di una serie di iniziative, segnalabili come im-portanza anche a livello nazionale, in grado di mettere in moto senza dubbio molti interessi e curiosità. Nel prossimo mese di ottobre, il 16, sarà inaugurata la mostra “Arte a Figline – Dal Maestro della Mad-dalena a Masaccio”, quarta della fortunata collana “La città degli Uffizi”. La serie, ideata dal diret-tore della più prestigiosa Galleria fiorentina, ha come obiettivo la presentazione delle opere maggio-ri, realizzate fra il ‘200 e la prima metà del ‘400, presenti nel terri-torio di Figline e nelle immediate vicinanze. Una superba testimo-nianza di questa produzione sarà rappresentata, in mostra, dal Trit-tico di San Giovenale da Cascia, capolavoro giovanile del genio valdarnese Masaccio. Un dipinto che “apre” la rivoluzione pittorica masaccesca e che tutti i visitatori della mostra avranno la possibili-tà di ammirare. La mostra, di gran lustro per il comune di Figline, sarà allestita a Palazzo Pretorio e sarà aperta al pubblico fino al 16 gennaio 2011. Sempre in tema di arte, e sempre in ottobre, si segna-la la serie di incontri “Conoscenza e gusto” ed il ciclo di conferenze “Il Medioevo per immagini”, en-trambe in programma al ridotto del Teatro Garibaldi. A questo propo-sito, c’è grande attesa tra i figlinesi anche per la ripresa delle stagioni

concertistica e di prosa del Garibal-di. Ma anche per Autumnia 2010, dodicesima edizione dell’ormai celebre appuntamento con agri-coltura, ambiente e alimentazione, evento diventato popolare ben oltre i confini del comune e della stes-sa regione Toscana. La fiera è in programma dal 12 al 14 novembre. Scorrendo le pagine del calenda-rio, poi, si arriva a un altro appun-tamento degno di nota per la sua

unicità a livello nazionale: a marzo 2011 Figline ospiterà una mostra del più celebre fotografo europeo vivente, Gianni Berengo Gardin. L’esposizione raccoglierà gli scatti che l’artista 80enne ha realizzato proprio a Figline nel corso di due sessioni di lavoro effettuate duran-te lo scorso inverno e a primavera. L’artista ha ritratto architetture e paesaggi figlinesi, ma anche scuo-le, sedi di associazioni ed aziende, personaggi rappresentativi dell’im-preditoria e della vita figlinese. Il progetto è nato dal Comune, ed è stato realizzato in collaborazione con il Circolo Fotografico Arno, che proprio nel 2011 festeggia il suo trentennale. Gli scatti saranno in seguito racchiusi in un libro.

Tante novità e anche tanti alunni in più, per il nuovo anno scolasti-

co. A Figline, infatti, si è conferma-to anche stavolta il trend di aumento delle iscrizioni alle scuole pubbliche, in particolare per quanto riguarda le medie inferiori: all’Istituto Leonardo Da Vinci, che comprende il plesso di via Garibaldi e quello del Matassino, i 451 ragazzi dello scorso anno sono diventati 482, con un incremento di 31 alunni. Questo aumento ha com-portato l’istituzione di una nuova se-zione rispetto al 2009, nel plesso del centro urbano. In quello della frazio-ne matassinese sono rimaste invariate le sezioni (tre per anno di corso), ma gli alunni sono comunque passati da 219 a 227. Soddisfatti, naturalmente, gli amministratori: l’assessore Patri-zia Campanelli ha ringraziato tutti i lavoratori della scuola, in particolare gli insegnanti che “grazie alla loro professionalità e competenza, hanno permesso alle nostre scuole di ottene-re finanziamenti ministeriali e di far parte di progetti promossi dal Gover-no che danno lustro alla nostra città e gettano le basi per il futuro di Fi-gline”. Alla scuola si è lavorato tutta l’estate anche sotto il profilo “struttu-rale”: il Comune infatti, grazie a un finanziamento di 650mila euro, ha potuto ristrutturare gli edifici delle scuole medie, soprattutto sotto il pro-filo della sicurezza e delle barriere ar-chitettoniche. Inoltre c’è da segnalare, sempre per quanto riguarda la scuola media, la probabile ripresa, a genna-io, del progetto di recupero e sostegno scolastico a vantaggio di alunni in dif-ficoltà. Si tratta di un “supplemento” di lezioni, soprattutto in italiano ed in matematica, tenute da un gruppo di 13 docenti in pensione, che prestano la loro opera gratuitamente e in ma-niera anonima. Le lezioni si svolgono

due volte alla settimana, con la col-laborazione del Centro Sociale “Il Giardino”. Lo scorso anno ne hanno usufruito 36 ragazzi, di cui 24 italia-ni e 12 stranieri, che frequentavano la prima media. Ma le novità positi-ve hanno riguardato in questo inizio anno anche le scuole elementari: una di queste particolarmente gradita, da insegnanti e genitori: gli alunni han-no infatti trovato, al rientro in classe, i libri di testo già pronti sul banco. Grazie all’accordo con una libreria il Comune ha provveduto stavolta non solo all’acquisto dei libri, ma anche alla distribuzione direttamente alle

scuole. L’intera operazione ha com-portato un risparmio sui testi pari a circa 1400 euro. Soldi che saranno investiti per finanziare progetti ed attività scolastiche collaterali ai pro-grammi didattici.

FiGline. La stagione autunno/inverno si preannuncia densa di iniziative, dall’arte alla tradizione

Torna a casa, Masaccio. E anche Gardin

Paola Tozzi

Scuola, è boom di iscrizionisui banchi. Tutte le novità del nuovo anno

Dalla mostra dedicata al genio valdarnese agli scatti del più celebre

fotografo vivente. In mezzo, Autumnia e i concerti al Garibaldi

/P.T.

Le opere di Masaccio saranno esposte a Palazzo Pretorioda ottobre a gennaio

Riprenderanno a gennaio le ripetizioni a curadegli ex insegnanti

Palazzo Pretorio (foto di Silvano Monchi)

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4 Settembre 2010 il giornale nel tuo comune

Page 5: Il reporter-Reggello-settembre-2010

Il mese prossimo aprirà la “Botteghina del Commercio Equo e Solidale” a Ri-gnano. Dopo l’esperienza maturata in anni di mercatini vari e vendite nel perio-

do natalizio, il gruppo del Commercio Equo della “Formica Onlus” ha finalmente trovato l’occasione per aprire un punto vendita dove distribuire regolarmente i prodotti del cosid-detto commercio equo e solidale anche nel ca-poluogo rignanese. A gestire il coordinamento dell’attività sei giovani ragazze. Ci spiega Ca-terina Migno, una delle protagoniste, come è nato il progetto. “Tutto è nato da mia sorella, Eleonora, che nel 2000 ha preso i primi con-tatti con delle associazioni che si occupano di commercio equo. E’ stata lei che, prima con i maglioni fatti da donne boliviane poi con gli altri prodotti del commercio, ci ha fatto cono-scere questa realtà ed iniziare ad occuparcene. Oggi a gestire il tutto, oltre alla sottoscritta e mia sorella, ci sono anche Patrizia, Enrica,

Laura ed Antonella. Ovviamente il tutto a seconda degli impegni di lavoro di ognuna”. L’iniziativa è cresciuta nel tempo. “E’ vero, ora ci occupiamo di commercio equo e solidale all’interno della Formica: dopo le prime espe-rienze abbiamo preso contatto con il Villaggio dei Popoli ed Equoland che ci hanno aiutato ad organizzare i primi banchini delle fiere e delle feste. Così è nato tutto, poi un sempre maggior numero di persone di Rignano ha cominciato ad avvicinarsi a questo tipo di acquisto tanto che adesso abbiamo sentito la necessità di farlo diventare una cosa stabile”. Caterina ci illustra, per chi ancora non lo sapesse, anche il signifi-cato del commercio equo e solidale. “Con que-sta definizione, o semplicemente con quella di commercio equo (fair trade in inglese, ndr), si intende quella forma di attività commerciale nella quale l’obiettivo primario non è soltanto la massimizzazione del profitto, ma anche la lotta allo sfruttamento e alla povertà legate a

cause economiche, politiche o sociali. L’idea del negozio nasce anche in questa prospettiva, ossia poter far avvicinare le persone e i giovani soprattutto a questo modo di vivere”. Tra i ti-pici prodotti del commercio equo che saranno disponibili nel punto vendita che aprirà nella

centrale via del Bombone ci sono il caffè, il thé, lo zucchero di canna, il cacao e vari pro-dotti artigianali. Per informazioni è attivo sia il sito internet www.laformicaonlus.it sia il pro-filo su Facebook dedicato ad “Equo Solidale Rignano”.

Dopo tanti mercatini di beneficenza, l’associazione

La Formica Onlus inaugura uno spazio dove

organizzare la vendita stabile di prodotti del Sudamerica

A gestire il punto vendita sono cinque ragazze di Rignano

Caffè, zucchero e solidarietà da vendere

Andrea Trapani

riGnano. Apre il mese prossimo, in via del Bombone, la Botteghina del Commercio Equo

“La grossa fauna ungulata ha assunto negli ultimi anni densità eccessive e non più sostenibili dalla nostra

area di competenza in ragione del forte impatto di queste specie sull’ambiente, sulle altre specie di fauna selvatica e soprattutto sull’attività antropica presente sul territorio. Vi è stato un sensibile incremento dei danni alle produzioni agricole e ai boschi nonché una crescita notevole degli in-cidenti stradali dovuti all’impatto con questi animali”. Ini-zia così la lettera che il Comune di Rignano ha inviato alla Provincia di Firenze per contenere la crescita del numero di cinghiali e caprioli nel proprio territorio. Una presa di posizione forte per un problema molto sentito: l’obiettivo è quello di gestire le popolazioni ungulate in modo rin-novato con gli strumenti oggi disponibili. Poiché il Piano

Faunistico Venatorio vigente stabilisce che il capriolo “co-stituisce una risorsa faunistica autoctona e la sua gestione deve essere effettuata per tempi e modalità con il metodo della caccia di selezione” e considerati i vari motivi di di-sagio emersi l’assessore alla caccia, Tommaso Cipro, ed il presidente della III commissione consiliare Tiziano Renzi, in accordo con ArciCaccia e Federcaccia, valutano come elemento indispensabile ed imprescindibile il rispetto ed il funzionale controllo dell’attuazione dei piani di censimen-to e contenimento nei tempi previsti al fine di raggiungere completamente gli obiettivi prefissati. In tal senso emerge anche l’invito per le altre amministrazioni comunali limi-trofe “ad intervenire assieme per rispondere in maniera coesa ed univoca ad una criticità che coinvolge tutti noi e

che crea problematiche alle quali è necessario rispondere unitariamente in modo chiaro e preciso”. Una situazione di difficoltà che trova conferma anche nelle parole di Piero Bartolini, presidente dell’ATC 5, che coordina oltre 16mila iscritti: “La densità degli ungulati è eccessiva nel territorio che gestiamo (23 Comuni, ndr), ma con l’attività venatoria ordinaria si potrebbe limitarla maggiormente”. La solu-zione, dice Bartolini, potrebbe essere quella di “arrivare a contenere i numeri di cinghiali e caprioli con gli interven-ti programmati senza aspettare che sia tardi”. In tal senso quest’anno nel territorio dell’ATC 5 l’attività venatoria prevede l’abbattimento di 1800 caprioli e 3400 cinghiali. Numeri forse che andrebbero rivisti al rialzo come ci con-fermano altri cacciatori.

Caccia al cinghiale, “servono limiti di abbattimento più alti”l’interVento. Sempre più danni all’agricoltura, in aumento anche gli incidenti stradali. La presa di posizione del Comune

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Page 6: Il reporter-Reggello-settembre-2010

I progetti non mancano, i sol-di sì. A più di un anno di distanza dall’obiettivo di-chiarato di riqualificazione

dell’urbanistica cittadina, ecco a che punto siamo. Nel 2009 que-ste erano le ambizioni: sviluppare l’urbanistica in una logica di tu-tela e valorizzazione dei caratteri ambientali, storici e paesaggistici del territorio, attuare quanto av-viato nella passata legislatura in

Piazza Repubblica, finanziamenti cercasiincisa. Piano strutturale e regolamento urbanistico, ecco a che punto sono gli annunci dell’amministrazione

Silvia Del RiccioIl progetto per la riqualificazione è pronto, 120mila euro

per il maquillage completo della zona, compresa la strada

che porta al castello. Ma mancano i fondi per realizzarlo.

E l’assessore ai lavori pubblici fa appello ai commercianti

termini di recupero, valorizzazio-ne e sviluppo, lavorare sul nuovo piano strutturale, sul nuovo Re-golamento Urbanistico e il nuovo Regolamento Edilizio, strumenti utili a definire la “visione futura” del paese. Gli strumenti urbani-stici avrebbero dovuto disegnare la nuova Incisa attraverso un am-pio intervento che doveva riguar-dare la riqualificazione dell’area ferroviaria, del vecchio stadio co-munale e la riqualificazione delle aree fluviali, restituendole alla vi-vibilità e inserendoli nel tessuto urbano. Particolare attenzione do-veva essere posta alla riorganiz-zazione urbanistica di piazza S. Lucia e piazza della Repubblica quali elementi essenziali per ele-vare la qualità del centro urbano. A che punto siamo? L’assessore Mazzotta non ha peli sulla lingua e colto in un punto dolente non esita ad esclamare che mancano i soldi. “Abbiamo progetti sia per quanto riguarda piazza Lucia che piazza della Repubblica - spiega l’assessore - per quanto riguarda il primo, ormai in valutazione da diverso tempo, si stima una spe-sa di 200mila euro che dovrebbe comprendere la ripavimentazione e la separazione del traffico dalla zona pedonale, da collegare con i lungarni”. La fase di valutazione si è allungata perché quest’in-tervento cancellerebbe un certo numero di posti auto e il comune incisano è, a detta della popola-zione, evidentemente carente di posti auto. E anche l’ammini-strazione se ne rende conto. Per quanto riguarda piazza della Re-pubblica un nuovo progetto, già approvato dalla commissione ur-banistica, sembrerebbe avere più possibilità di attuazione. “Il costo è stimato intorno ai 120mila euro. E vorrei precisare – sottolinea Mazzotta - che questi sono soldi delle casse comunali, non quelli che ci passa il Governo, perché quelli non possiamo spenderli”. Il piano sembra ambizioso e, ol-tre ai classici lavori di “maquilla-ge” che donerebbero un migliore aspetto alla zona, già a partire da questo mese dovrebbe essere ri-sistemato il percorso che porta al castello, disponibilità economi-che permettendo. Mazzotta però non si perde d’animo e spiega che è già in corso la ricerca di finanziamenti da parte dei privati commercianti del centro naturale commerciale.

Qualcuno se la ricorda la corsa dei ciuchi? Molto

probabilmente sì. Quello che stupisce è ripescarla online, sul social network più utilizzato da giovani e meno giovani, il tanto chiacchierato Facebook. A promuoverla è un gruppo intitolato proprio alle vecchie tradizioni di Incisa, che online raccoglie una ventina di soste-nitori. Ma non è mica l’unico. Pur essendo il più piccolo tra i valdarnesi il comune di Inci-sa si difende bene sul campo virtuale. Certo è pur vero che la pagina dedicata al concerto dei Sonohra dello scorso 24 lu-glio è 20 volte più apprezzata di quella ufficiale del comune, ma sono più di una ventina i gruppi messi su dagli incisa-ni. E spesso e volentieri non si tratta di pagine nate per soste-nere una squadra o una causa particolare, ma proprio per ri-trovarsi e far due chiacchiere. Tra il “forum” nato semplice-mente “Per chi abita a Incisa” (anzi “per ki”) e quello dei Pio-nieri della Croce Rossa, spun-tano i fan della scuola di canto Carmen Campori. Il più attivo è senz’altro il gruppo fonda-to dal Comitato dei Pendolari Valdarno Direttissima, zeppo di commenti e di botta e rispo-sta. Quasi 300 i “pendolari vir-tuali” che si scambiano le (di-sastrose) esperienze vissute in carrozza lungo il tragitto casa-lavoro e ritorno. E poi c’è il no-stalgico-burlone “Sei valdarne-se se…” ed è lui il gruppo che rastrella più partecipanti (oltre 840). Perché di fronte alle die-ci domande sottoposte (del tipo “Sei valdarnese se dici sempre icché, indo, unnè…” oppure “Se per te andare a Incisa è an-dare all’Incisa”) in pochi sanno resistere. E al richiamo delle natie terre e dei cari vecchi ac-centi l’iscrizione scatta quasi in automatico.

Incisani “virtuali”

Le tradizionirinascono online

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6 Settembre 2010 il giornale nel tuo comune

Page 7: Il reporter-Reggello-settembre-2010

La crisi? “Una selezione naturale”reGGello. Segnali di ripresa per gli artigiani del legno, che hanno deciso di fare squadra

Andrea Tani“Alla difficile congiuntura

economica resisteranno

solo i più capaci, che poi

raccoglieranno i frutti”.

Lo afferma Piero Morandi,

presidente dell’associazione

dei mobilieri. Nel frattempo

la Mostra di Vallombrosa

ha attirato un gran numero

di visitatori

Alcuni manufatti in legno

È passato di mano in mano, destinato ogni volta a fun-

zioni diverse. Ha superato lun-ghi periodi di chiusura totale, l’ultimo dei quali va avanti da un paio di anni. Nonostante tut-to è riuscito a resistere all’av-vento del Vhs prima, del digi-tale poi, alla crisi economica, ai tagli alla cultura e ai profondi cambiamenti sociali degli ulti-mi decenni. Adesso, con i suoi 54 anni di età, il cinema-teatro Excelsior di Reggello è pronto per la sua ennesima incarnazio-ne. Riaprirà a metà settembre, dopo un lavoro di restauro che lo ha trasformato in una struttu-ra adatta alle più diverse esigen-ze. Non solo cinema e teatro, dunque: l’Excelsior punta ad essere un vero e proprio polo culturale. Qui troveranno spa-zio la musica, le arti visuali, il teatro di posa, incontri, dibattiti, momenti di riflessione ed aggre-gazione. Tra le prime iniziative in programma, una rassegna di cabaret che da ottobre a genna-io, con cadenza bisettimanale, porterà in Valdarno alcuni dei più affermati comici italiani, molti dei quali già passati per

trasmissioni televisive di suc-cesso. Sul resto del cartellone vige il massimo riserbo. Certo è che la rinascita del teatro non può che far bene alla vita cultu-rale di Reggello e di tutto il ter-ritorio valdarnese. L’assenza di uno spazio simile in un comune tanto esteso, che conta oltre 15 mila abitanti, era in effetti pre-occupante. Tutto – o quasi – è pronto ormai, e presto la nuova insegna luminosa posta sopra all’ingresso di via Dante Ali-ghieri tornerà ad accendere le serate reggellesi.

La storica sala riapre. Né solo cinema, né solo teatro

L’Excelsior riparte dal cabaret

RITORNI

Ordini che scarseggiano, poco lavoro e prospettive in chiaroscuro. È la crisi, e in pochi negli ultimi anni ne sono rimasti fuori. L’artigianato è una delle categorie che ha accusato maggiormente il colpo.

Per superare la contingenza negativa si è allora deciso di unire le forze: l’associazione Artigiani del legno di Reggello porta avanti una tradizione che da queste parti ha radici antichissime. “Non sono tempi brillanti, da un po’ sopravviviamo anche se il lavoro non abbonda. Cominciano però ad arrivare segnali incoraggianti per una ripresa”. A dirlo è Piero Morandi, presi-dente dell’associazione, che dal 10 luglio al 29 agosto è stato impegnato nei locali dell’ex-segheria forestale di Vallombrosa. Qui è stata allestita la Mostra del mobile e dell’artigianato del legno, giunta quest’anno al pregevole traguardo delle 51 edi-zioni. “Oggi le botteghe non possono permettersi più di due o tre lavoratori. I giovani che vogliono imparare il mestiere sono pochi e spesso lasciano appena possibile per un lavoro più si-curo”. Così, il numero di artigiani continua a scendere. “Dob-biamo fare in modo che questa diminuzione non sia necessa-riamente un male”, sostiene Morandi. “Alla crisi resisteranno soltanto i più capaci, che tra qualche anno potranno raccogliere i frutti della loro tenacia e della loro bravura”. Puntare dunque sull’eccellenza, far emergere la qualità superiore del prodotto artigianale, il pregio ed il gusto del mobile lavorato a mano rispetto a quello destinato alla grande distribuzione. “Non dob-biamo aver paura della concorrenza”, dice Morandi. “Si parla molto di innovazione. Noi lavoriamo entro canoni classici, nel solco di una lunga tradizione. Ma non per questo innovare è meno importante. Il nostro punto di forza è il vero rapporto diretto col cliente, che può venire alla bottega, fare le sue ri-chieste, domandare soluzioni su misura, proporre e seguire il suo oggetto prendere vita passo passo”. Così come successo a Vallombrosa, dove in molti hanno fatto visita ai 12 espositori presenti. “Abbiamo dimostrato che l’associazione è nata, cre-sciuta – anche grazie al sostegno di istituzioni ed enti di credito – e ha acquistato prestigio a livello provinciale e regionale”. I risultati stanno arrivando, l’unione delle forze premia.

/A.T.

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Page 8: Il reporter-Reggello-settembre-2010

FIGLINEScatta l’operazione pedoni in sicurezza su via Gramsci. Nel frattempo proseguono i lavori per la messa in sicurezza del torrente Gagliana. Ancora cantieri su via Petrarca. Ma per chi torna dalle ferie la novità maggiore sarà lungo l’Arno, anzi sull’Arno.

VIA GRAMSCI, PEDONI IN SICUREZZASono cominciati il 1° settembre i lavori per la messa in sicurezza di cinque attraversamenti pedonali su via Gramsci, tratto di strada nevralgico sul quale l’amministrazione comunale ha avviato da circa due mesi una serie di interventi sia per garantire ai pedoni la massima sicurezza, sia per agevolare il transito dei veicoli. I cinque attraversamenti (due di fronte all’ex vetreria, uno davanti a via Bianca Pampaloni e due in corrispondenza degli accessi ai parcheggi di piazza Salvo D’Acquisto) saranno protetti con isole rialzate poste nel mezzo della carreggiata; le strisce pedonali saranno invece realizzate con tecniche specifiche per essere utilizzate dai non vedenti. La viabilità nel tratto di via Gramsci rimarrà inalterata, quindi le auto provenienti da Incisa potranno proseguire sulla stessa via Gramsci o svoltare a destra in via XXIV Maggio, ma non potranno svoltare a sinistra verso viale

Pampaloni: per raggiungere questa strada si dovrà usufruire della rotonda posta dopo 50 metri e percorrere via Gramsci verso Incisa per poi svoltare a destra. Chi invece proviene da San Giovanni potrà proseguire su via Gramsci verso Incisa o svoltare a destra in viale Pampaloni, ma non potrà svoltare a sinistra in via XXIV Maggio: per accedere a questa strada sarà necessario svoltare in via Pampaloni, proseguire per via Locchi, al semaforo svoltare a sinistra su via Gramsci e dopo 50 metri svoltare a destra in via XXIV Maggio. I lavori dureranno una ventina di giorni:.VIA FIORENTINAProseguono i lavori per la messa in sicurezza del torrente Gagliana all’ingresso di via Fiorentina. ET VOILà LA PASSERELLAE’ stata aperta ufficialmente il 31 luglio la passerella pedonale sul ponte sull’Arno, opera tanto attesa dalla cittadinanza e venuta a costare complessivamente oltre 368mila

euro, interamente finanziati dalla Provincia. Prossimamente su questo schermo dovrebbero arrivare anche le piste ciclabili. VIA PETRARCAPermane il cantiere su via Petrarca per regolare la svolta a sinistra su via XXIV maggio per le auto che provengono da San Giovanni.INCISAProseguono i cantieri alla rete idrica, mentre volge al termine l’intervento alla Massa. RETE IDRICAContinuano i lavori della rete idrica all’ingresso sud del paese. Problemi soprattutto in termini di posti auto.MASSAManca solo la sistemazione finale del verde pubblico per scrivere la parola fine all’intervento di riqualificazione in frazione La Massa. Conclusione che corrisponderà a un nuovo inizio per l’area, con il ritorno del mercato.

AUTUMNIAISCRIZIONI APERTEFINO AL 30 SETTEMBREUn weekend dal gusto tradizionale. Si terrà dal 12 al 14 novembre prossimi la dodicesima edizione di Autumnia, la fiera promozionale dedicata ad agricoltura, ambiente e alimenta-zione. Per tre giorni gli stand di prodotti tipici invaderanno il centro della cittadina, portando con sé sapori e colori della tradizione. Le iscri-zioni per l’assegnazione dei posti sono aperte fino al 30 settembre. Quarantaquattro gli spazi da assegnare, di cui 22 riservati agli operatori autorizzati al commercio su area pubblica, uno agli operatori portatori di handicap, 13 per gli operatori non esercenti il commercio su area pubblica e 8 per i produttori agricoli. L’asse-gnazione avverrà attraverso la compilazione di 4 graduatorie che, come specificato nel bando disponibile anche sul sito del Comune, ter-ranno conto del numero di presenze alla fiera a partire dal 2000, del tipo di prodotto vendu-to dando precedenza a quelli tipici toscani di origine Dop, Docg e Igp e infine dell’ordine cronologico di presentazione della domanda. Le quote di partecipazione vanno dai 600 ai 125 euro a seconda del tipo di spazio richiesto. “I nostri dipendenti sono impegnati ormai da mesi nell’organizzazione dell’edizione 2010 – ha spiegato l’assessore alle Attività produttive e al Commercio, Caterina Cardi - in cui si punte-rà ancora una volta sui prodotti di qualità pro-venienti da tutta Italia, valorizzando gli opera-tori locali e i prodotti certificati. Inoltre, tengo a sottolineare che l’amministrazione ha deciso di mantenere inalterate le tariffe per il terzo anno consecutivo, soprattutto in considerazione del-la crisi economica attraversata da molti settori”.

PENDOLARISE ANCHE I TRENI VANNO IN FERIEPiù che un viaggio, una piccola avventura. Così Maurizio Da Re, portavoce del Comitato Pen-dolari Valdarno Direttissima, definisce il tragit-to dei pendolari valdarnesi nel mese di agosto, quando “anche i treni vanno in ferie”. “Ai pendolari del Valdarno – continua in una nota - rimangono solo carrozze vecchie che, inve-ce di circolare, dovrebbero essere rottamate o messe in mostra in un museo ferroviario”. Non si tratta solo di una questione di comodità, Da Re avanza il dubbio che possano esserci anche problemi di sicurezza. E torna alla ribalta la questione della galleria del S. Donato, dove le vecchie carrozze incrociano i Frecciarossa.

FiglineVERDEAGENTI IN BORGHESE CONTRO I PADRONI MALEDUCATIScatta l’operazione “anti-ricordini di cane” nei giardini pubblici e sulle strade di Incisa, Figline e Rignano. Contro i padroni indisci-plinati scendono in campo, anzi in giardino, agenti della polizia municipale in borghese. Pronti a richiedere stavolta non patente e li-bretto, ma paletta e sacchetto. Coloro che ver-ranno trovati, guinzaglio alla mano, sprovvi-sti dell’occorrente per fare piazza pulita delle deiezioni canine, incorreranno inevitabilmen-te in una multa. Non è possibile, infatti, co-gliere in “flagranza di reato” cane e padrone, tranne qualche rara eccezione. Ma le ordinan-ze comunali parlano chiaro: chiunque esca a portare fuori il fido amico deve essere munito di adeguata attrezzatura per non lasciare trac-ce al passaggio. Pena salate sanzioni. “Non bisognerebbe arrivare a tanto – commenta il sindaco di Incisa, Fabrizio Giovannoni, riferendosi ai controlli straordinari messi in agenda dalla polizia municipale – basterebbe un po’ di senso civico e soprattutto un po’ di educazione e rispetto verso il prossimo”. Ma spesso non basta. Ed ecco che i telefoni degli uffici comunali cominciano a squillare per le lamentele dei cittadini stessi che “inciampa-no” nel problema ogni volta che escono di casa. L’operazione anti-slalom sui marcia-piedi è già cominciata e le sanzioni saranno ancor più alte nel caso in cui il cane venga trovato negli spazi in cui il divieto d’accesso è ben specificato in appositi cartelli.

PIANO STRUTTURALECALA IL SIPARIO SUL CAMPUS VIOLALa “love story” tra Incisa e la Fiorentina è fi-nita ancor prima di cominciare. Il consiglio comunale ha calato definitivamente il sipario sul Campus Viola che la società gigliata aveva annunciato di voler costruire nell’area della fattoria dell’Entrata, offuscato dalla Cittadel-la di futura (?) realizzazione in zona Castello, a Firenze. Era tutto pronto, l’iter burocratico per i permessi era già stato portato a termine da parte dell’amministrazione di Incisa. Man-cava solo il progetto definitivo da parte della società gigliata. Incartamento che non è mai arrivato. A scrivere la parola fine alla questio-ne è stata l’adozione della Variante al Piano strutturale Tracolle-Bifolcheria-Entrata. I ter-reni dell’Entrata rimangono comunque desti-nati a impianti sportivi.

IncisaSCUOLA NESSUNA LISTA D’ATTESA PER IL NIDOAzzerata la lista d’attesa per l’inserimento dei piccoli all’asilo nido, a Reggello. Tutti i bam-bini hanno trovato posto nelle strutture del Comune, che risulta da questo punto di vista uno dei più virtuosi della Toscana. Sono 123 i piccoli che andranno a riempire i quattro nidi presenti nel territorio comunale, di cui 83 nuo-vi iscritti (tra cui anche due non residenti) e 40 riconfermati. “Aver annullato le liste d’attesa del servizio di nido è un importante risultato politico - afferma l’assessore alla Pubblica Istruzione, Cristiano Benucci - siamo soddi-sfatti di aver dato una risposta positiva a tutte le richieste. Il servizio di nido è fondamentale per le giovani famiglie, che negli ultimi anni nel nostro comune sono molto aumentate. Ed è per questo che come amministrazione ci sia-mo impegnati per avere sia strutture pubbli-che sia strutture private convenzionate”. Dei quattro nidi presenti sul territorio, due sono completamente pubblici (quelli di Pietrapiana e Prulli) e due privati in convenzione (a Don-nini e a Cascia). Il nido di Pietrapiana ospita piccoli da 6 a 36 mesi, mentre gli altri ospitano bimbi da 12 a 36 mesi. “Vista l’assenza di una lista d’attesa - conclude Benucci - l’ammini-strazione si impegna a riaprire i bandi per nuo-ve iscrizioni entro la fine dell’anno”.

SICUREZZA STRADALEIL CANTIERE è ABBANDONATO, LA STRADA NOLa strada è ad alta intensità di percorrenza, la carreggiata è abbandonata a se stessa, così come le opere di messa in sicurezza comin-ciate nel lontano 2008. La provinciale 86 Reggello-Donnini-Tosi finisce in consiglio provinciale, al centro di un’interrogazione mossa dai consiglieri Calò e Verdi del grup-po Prc, Pdci, Spc. “Il cantiere incautamente interrotto – dichiarano i due consiglieri - ha di fatto peggiorato la situazione preesistente del tratto interessato”. Circa 600 metri durante i quali l’attuale carreggiata è diventata ancor più stretta e pericolosa, anche perché la parte sterrata confinante con quella asfaltata al mo-mento non è percorribile a causa di sassi e bu-che. Tutto ciò nonostante i numerosi solleciti dell’amministrazione comunale nei confronti della Provincia, a cui spetta la manutenzio-ne della strada. “E’ necessario accertare le responsabilità” concludono i consiglieri. E soprattutto mettere in sicurezza il maledetto tratto.

ReggelloVITA DA MAMMAUN VOUCHER PER CHI SI RIVOLGE AI PRIVATIAsili nido, rivolgersi ai privati non è più un sacrificio. Economico, s’intende. Le mamme che rimanessero in lista d’attesa possono fare richiesta al Comune di Rignano per ottenere un voucher da utilizzare presso i servizi edu-cativi privati. Il bando per l’anno scolastico 2010/2011 scade il 24 settembre alle 13. En-tro tale data le domande devono pervenire agli uffici comunali. L’agevolazione si rivolge alle donne con figli di età compresa tra 3 e 36 mesi ed è possibile grazie al decreto di giunta regio-nale del 27 luglio scorso. Possono far richiesta del voucher le madri i cui figli, inseriti nella graduatoria dei nidi di Rignano sull’Arno, ab-biano trovato posto in un’altra struttura privata accreditata, oppure siano stati affidati alle cure di una baby sitter iscritta all’albo comunale degli educatori e regolarmente assunta per il periodo 1° settembre 2010 -31 luglio 2011. Il voucher, naturalmente, può essere richiesto ad un solo Comune, nel caso il bambino sia iscritto a più liste d’attesa, e verrà concesso solo nel caso in cui la richiedente non risulti beneficiaria di buoni servizi comunali o altra tipologia di contributo per la fruizione dei servizi alla prima infanzia per il periodo inte-ressato. Per ulteriori chiarimenti rivolgersi allo 055 8347833-820.

ARTEL’AURA DI RIGNANO IN MOSTRAA FIRENZESi concluderà il 20 settembre la mostra dedica-ta a Dino Migliorini, in corso presso la Limo-naia di Palazzo Medici Riccardi. L’esposizio-ne, intitolata “Aura - Valdarno: l’armonia del colore” raccoglie 26 dipinti ad opera dell’arti-sta scomparso nel 2005. Nato nel 1907 a San Donato in Collina, nel Comune di Rignano, Migliorini trasse dalla campagna incontami-nata una inesauribile fonte di ispirazione per le sue opere. Il percorso espositivo propone una selezione di dipinti dedicati alla rappresenta-zione naturalistica del paesaggio della campa-gna toscana, partendo da una interpretazione verista, secondo gli schemi accademici del paesaggismo fiorentino degli anni Trenta, che si evolve attraverso una ricerca coloristica, in una raffigurazione fantasiosa ed onirica, con la realizzazione di opere che ritraggono le campagne del Valdarno con un’aria di poetica contemplazione, velate di solitarie malinconie e pervase da solari luminosità.

Rignano

8 Settembre 2010 il giornale nel tuo comune

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È una storia di amore e odio, quella che lega i fiorentini e la tramvia. Una storia tormentata: una travagliata fase di cono-scenza, le rituali diffidenze iniziali, ac-

centuate dallo spirito polemico innato nei fioren-tini: chi la voleva con un tracciato più lungo, chi con uno più breve; chi la voleva più vicina a casa, per futura comodità, e chi il più lontano possibile, per sfuggire al caos dei lavori; chi la voleva così com’era stata progettata, chi non la voleva proprio, punto e basta. I lunghi anni di cantieri, con gli im-mancabili disagi per la popolazione, hanno acuito i contrasti tra fautori e detrattori del “treno sfer-ragliante” (copyright del portavoce di Berlusconi Paolo Bonaiuti). Poi, con ritardi imbarazzanti, la tramvia ha cominciato a prendere forma: i binari, le stazioni, finanche l’erbetta hanno cominciato a divenire familiari. Sino a quando, il 14 febbraio scorso, giorno di San Valentino, il tram si è mosso. E la storia di amore è sbocciata. Le prime settima-ne di euforia – all’inizio è tutto più emozionante – con un’affluenza giornaliera sui vagoni degna di un Fiorentina–Juventus: quasi 30mila utenti ogni giorno fanno conoscenza con l’amato-odiato

tram. Poi – e del resto in ogni storia d’amore è sempre così – il rapporto si stabilizza: l’emozio-ne lascia spazio alla consuetudine, alla normalità. Diminuiscono gli utenti occasionali, si consolida un parco viaggiatori fedele e fidato. A sette mesi dalla prima mossa del tram i dati, ancora ufficiosi (quelli ufficiali sul primo semestre si avranno in-torno alla metà di ottobre), parlano di una media di circa 25mila viaggiatori al giorno, costituiti in gran parte da circa 10mila persone che gravitano – per residenza o lavoro – intorno alla linea Firenze-Scandicci. Ma chi è l’utente-tipo della tramvia? Secondo un’indagine condotta dalla Regione a luglio, si tratta di una viaggiatrice (il 53,8 per cen-to dei passeggeri intervistati sono donne), con età compresa tra i 36 e i 60 anni (con una percentuale

del 44,1 per cento, contro il 19,9 per cento degli over 60 e il 19,1 per cento degli under 24. Ostile al tram la fascia di età 25-34 anni). La viaggiatrice-tipo ha un titolo di studio medio-alto (25 per cento laurea, 40 per cento diploma superiore) e svolge un lavoro dipendente (una percentuale che si atte-sta al 48 per cento, contro un 10 per cento di lavo-ratori autonomi. 17,4 per cento gli studenti e 16,5 per cento i pensionati, mentre pochissime sono le casalinghe e i disoccupati). Infine siamo di fronte a una utilizzatrice abituale, che prende il tram preva-lentemente (41 per cento) per raggiungere il luogo di lavoro o di studio, o in alternativa (32,5 per cen-to) per motivi di svago e di relazioni personali. Es-sendo utilizzatrice abituale (lavoratrice o studen-te), ne consegue che l’utente-tipo salga sul tram due volte al giorno per cinque giorni la settimana, e preferisce i vagoni agli autobus per la velocità e i tempi certi. Questo il ritratto dei primi amanti del tram. Chissà che con il passare del tempo – e l’integrazione della rete – il treno sferragliante non trovi altre e diverse persone con cui stringere amicizia. Persone che possano poi dire, in stile Fa-cebook: Tram, mi piace questo elemento.

MobilitÀ/1. Uno studio della Regione fotografa il viaggiatore-tipo del “treno sferragliante”

Tramvia, un successo vestito di rosa

Lorenzo Salusest

Dopo le diffi denze iniziali sembra che i fi orentini abbiano sciolto le riserve su Sirio:

dati uffi ciosi parlano di 25mila utenti al giorno. Per la maggior parte sono donne

tra i 36 e i 60 anni, con un titolo di studio medio-alto e un lavoro da dipendenti

IL DATO

Forse, ancor più dei fiorentini, a godere della tramvia è l’aria di Firenze. Secondo l’indagine della Regione Toscana, il 23 per

cento degli attuali utilizzatori della linea 1 del tram sino al febbraio scorso si muoveva con mezzi privati, auto (15,3 per cento) o scoo-ter (7,4 per cento) che fossero. Un paio di rapidi calcoli ed il conto è presto fatto: ogni giorno, grazie al nuovo mezzo pubblico, 1.900 macchine e 800 motorini sono rimasti in garage o sotto casa, con-tribuendo all’abbassamento dell’inquinamento atmosferico. 165 chilogrammi in meno di PM10 all’anno nell’aria fiorentina, con dati ancora migliori nel quartiere 4. Un parziale risarcimento ai

cittadini che più sono stati coinvolti negativamente dai disagi do-vuti ai cantieri della tramvia. Certo è che una maggiore integrazio-ne della rete tranviaria, e quindi la realizzazione delle linee 2 e 3, renderebbe più attraente l’uso del mezzo anche per quella parte di fiorentini (la stragrande maggioranza) che raramente – se non mai – viaggia sulla tratta servita dalla linea 1. Maggiore utenza, minor inquinamento: questa l’equazione. Ma c’è sempre un ma: le linee 2 (Peretola – Stazione) e 3 (Careggi – Stazione) sono ancora ben lontane dall’essere realizzate. I progetti della linea 2 – compreso la stralcio del tratto di attraversamento del Duomo – sono stati

approvati, e i lavori nell’area prossima all’aeroporto dovrebbero partire in queste settimane, mentre per quanto riguarda la linea 3 è stato approvato solo il primo lotto. Progetti che saranno soggetti con ogni probabilità a variazioni ed estensioni dei tracciati, col fine di garantire una copertura del servizio per la maggior parte della popolazione fiorentina e dell’hinterland. Con la speranza che i lavori di realizzazione non vedano i ritardi e gli aggravi di costi che hanno contraddistinto i cantieri della linea 1. Solo allora il progetto di trasporto ferrotranviario avrà un respiro completo. E i fiorentini potranno tirare un definitivo sospiro di sollievo.

Il 23 per cento di chi si è convertito ai binari, fino a febbraio scorso si muoveva abitualmente con mezzi privati

Qualche auto e motorino in meno e la città comincia a respirare meglio

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Chi la usa lo fa soprattutto per raggiungere il luogo di lavoro o studio, meno per motivi di svago

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Page 11: Il reporter-Reggello-settembre-2010

Autopalio atto terzo. Il Consiglio di Stato ha bocciato l’aumento dei pedaggi sulle au-tostrade e sui raccordi di gestione Anas in-trodotto dal governo il 1° luglio. La Firen-

ze-Siena era tra le superstrade su cui era stato previsto il pedaggio, da pagare come maggiorazione del ticket autostradale all’ingresso del casello Firenze-Certosa. A inizio settembre la IV sezione del Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del governo e dell’Anas che chiede-va il ripristino degli aumenti, già sospesi in precedenza dal Tar. Il pronunciamento ha riguardato i raccordi e le autostrade delle Provincie di Roma, Pescara e Rieti, e ora anche quella di Firenze attende di conoscere l’esito del proprio ricorso per la Fi-Si. E siccome si tratterà di una richiesta uguale in tutto e per tutto a quella fatta da Roma, Pescara e Rieti, sembra scontato che anche il pe-daggio sulla Firenze-Siena sarà bocciato. La lotta con-tro l’introduzione della “gabella”, come è stata subito ribattezzata, è cominciata a inizio luglio con un presidio effettuato a Certosa dai sindaci del Chianti fiorentino e senese insieme ai rappresentanti delle due Province. Poi la notizia della sospensiva al decreto decisa del Tar del Lazio, accolta con grande entusiasmo ma seguita da una doccia fredda: un nuovo decreto del governo che non

cancellava gli aumenti ma semplicemente li rinviava. E la Provincia di Firenze, insieme alla Regione Toscana, aveva subito proposto ricorso, perché “con il decreto legge del 4 agosto, quello adottato dopo l’ordinanza del Tar del Lazio, il governo non ha abrogato o modifica-to la norma sull’aumento dei pedaggi autostradali, ma soltanto rinviato la sua applicazione al 30 aprile 2011”. “Apprendiamo con rammarico – avevano commentano il presidente e la vicepresidente della Provincia di Firen-ze, Andrea Barducci e Laura Cantini – che all’ordinan-za del Tar Lazio sia seguita la decisione di mantenere ferma l’attuazione della nuova tariffazione dei pedaggi, rinviandola soltanto al prossimo anno. Una normativa che, nel nostro caso, colpisce in particolar modo i pen-dolari fiorentini, che usano l’autostrada come raccordo per brevi tratti”. Da qui l’invito all’esecutivo: “Invitiamo i rappresentanti del governo – avevano suggerito Bar-ducci e Cantini – a percorrere l’Autopalio, per rendersi conto del cattivo stato in cui versa l’arteria che semmai, come più volte richiesto, necessita di investimenti so-stanziali, quali ad esempio la realizzazione della corsia di emergenza”. Già, perché l’Autopalio resta tra l’altro una strada da riqualificare. Ma per ora ci si dovrà accon-tentare di non pagare alcun pedaggio.

Il consiglio di Stato boccia la decisione del governo di far diventare

a pagamento le superstrade di gestione Anas. Il provvedimento

dell’esecutivo coinvolgeva anche la Fi-Si, che ora tornerà gratis

MobilitÀ/2. La sentenza su Roma, Pescara e Rieti spiana la strada al ricorso di Firenze e Siena

“Via il pedaggio”. Anche sull’Autopalio

Ilaria Biancalani

LA cLASSIFIcA

Cosa resterà delle aree pedonali allo scadere della Ztl notturna estiva? A quasi un anno dall’operazione Duomo senz’auto (né

autobus), Firenze mantiene saldamente il quinto posto come numero di aree a traffico limitato e il settimo per isole pedonali, nella classifi-ca nazionale stilata da Legambiente. Oltre 11 i metri quadrati di stra-de a traffico limitato per abitante, e non ce n’è da stupirsi, visto che all’epoca dell’istituzione dei primi “cancelli” al centro storico Gra-ziano Cioni si vantava di aver dato vita alla Ztl più grande d’Italia. Per quanto riguarda invece le aree completamente pedonali si scende a 0,87 metri quadrati a fiorentino. Sempre di più rispetto alla media

italiana, che si attesta su 0,34, e più di ogni altro capoluogo di pro-vincia toscano, ma ancora lontano dalla vetta della classifica (esclusa per incomparabilità di termini Venezia, Verbania ne fornisce più di 2 a ogni cittadino). La più clamorosa, chiacchierata e applaudita isola pedonale resta quella di piazza Duomo, per la pavimentazione del-la quale (compresa via Martelli) l’amministrazione ha annunciato ingenti (e ancora una volta chiacchierati) investimenti. Si parla di 2 milioni per “lucidare” il salotto fiorentino. Ma per rendersi conto che non si tratta esattamente del regno incontrastato del pedone basta far-ci una passeggiata in una qualsiasi mattina di un qualsiasi giorno la-

vorativo. Di auto, furgoncini e simili se ne vedono transitare diversi, anche se probabilmente le cose cambieranno con la generale rasset-tata messa in agenda. Anche per quanto riguarda piazza Signoria, la cui pedonalizzazione è stata decretata poco dopo quella del Duomo (galeotto fu l’incrocio del sindaco con il taxi che accompagnava il suo vice a Palazzo), le auto sembrano essere arretrate solo di qualche metro. Ma l’onda-pedonalizzante non si è esaurita dentro le “mura”. Provvedimenti simili, anche se di minor impatto, sono stati presi in piazza Nannotti e a San Salvi. Tali, probabilmente, da far salire a Firenze un gradino nella classifica dell’anno che verrà.

Cosa resterà allo scadere della Ztl estiva? Più di 11 metri quadrati a traffico limitato per ogni cittadino

Non solo piazza Duomo: Firenze settima in Italia per le isole pedonali

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Page 12: Il reporter-Reggello-settembre-2010

Dopo l’avvento del rosa-rio elettronico, con la sua voce multilingue che guida i fedeli nella reci-

ta della preghiera, comunicare con un parroco via email non deve più sorprendere. Accantonate – da poco – le messe in latino, ecco spuntare le chiese “internaute” che si affaccia-no nella galassia del web. Il primo passo? Aprire il proprio sito inter-net. Pian piano il numero cresce. Dall’Isolotto a Campo di Marte, pas-sando per il centro storico, di chiese 2.0 made in Florence pullula il web. Alcune hanno la loro “vetrina” spar-tana, essenziale e non sempre ag-giornata. Altre invece siti ricchi di contenuti e strumenti interattivi. La parrocchia di Santo Stefano in Pane (www.pieverifredi.it), a Rifredi, non si ferma all’orario della messa. Offre pagine aggiornate e vari contenuti. Dalle informazioni sulle celebrazio-ni e sull’attività della parrocchia alla sua storia, dallo spazio per i giovani al collegamento alle pagine degli Scout Agesci. Fino ai contatti, con le email dei sacerdoti. E’ online anche la parrocchia B.V.M. Madre della Divina Provvidenza, zona Campo di Marte (www.divinaprovvidenza.net). Calendario parrocchiale, testi di conferenze, eventi e uno spazio dedicato ai giovanissimi. All’avan-guardia in fatto di digitale è la par-rocchia B.V.M. Madre delle Grazie, all’Isolotto (www.madredellegra-zie.it). Oltre alle informazioni su

Alcune hanno semplici siti web, come

Santo Stefano in Pane a Rifredi e altre

chiese a campo di Marte e all’Isolotto,

altre ancora hanno anche gruppi sul

popolare social network. E c’è anche

chi, come Don Floriano di via Faentina,

è diventato un vero e proprio blogger

societÀ. Anche i religiosi si sono attrezzati per rinnovare i canali di contatto con i fedeli

Quando la parrocchia apre su Facebook

Annalisa Cecionesi eventi e liturgie, i fedeli trovano in rete tanti documenti formato pdf da scaricare, foto e un servizio di newsletter. Le parrocchie 2.0 sono duttili. Possono essere strumenti di lavoro per catechisti, oltre che vie alternative per l’evangelizzazione del terzo millennio. E luoghi d’in-contro. Virtuale, s’intende. Come Iabbok (www.iabbok.it), la commu-nity dell’Arcidiocesi di Firenze (che naturalmente ha anche il proprio sito istituzionale). Un forum ricchissimo di post, un’agorà virtuale per i 400 utenti registrati che finora hanno pubblicato oltre 9mila messaggi scambiandosi idee, paure, interro-gativi sugli argomenti più disparati, dai commenti al Vangelo della do-menica fino ai dubbi sul binomio sessualità e cattolicesimo. Ce n’è davvero per tutti i gusti in rete, per-fino siti dove scaricare musica sacra o canti liturgici, file per karaoke o pastorali. E non possono certo man-care i social network. Sant’Ambro-gio, San Gervasio e Protasio, Madre delle Grazie, San Marco Vecchio sono solo alcune delle chiese fio-rentine ad avere un gruppo dedicato su Facebook. E in via Faentina c’è anche un parroco blogger, Don Flo-riano, in rete con un sito personale creato per i giovani della parrocchia (http://donfloriano.blogspot.com) e un profilo sul social network più diffuso d’Italia. Una vera e propria galassia spirituale sparpagliata per il web, che spalanca le porte a un pub-blico difficile da conquistare, quello dei giovani. In fondo, si sa, le vie del Signore sono infinite.

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Page 14: Il reporter-Reggello-settembre-2010

Siamo tra le regioni con il tasso di natalità più basso d’Italia, ma in quanto ad adozioni ci sappiamo di-

fendere bene. La Toscana è infatti al terzo posto per richieste d’adozione internazionale dopo Lombardia e Veneto. A rivelarlo è il rapporto cu-rato dalla commissione per le Ado-zioni Internazionali, in collabora-

Toscana, terra di bimbi venuti da lontanoFaMiGlia/1. La nostra regione è terza in Italia per numero di richieste di adozioni internazionali

Annalisa Cecionesi

società

Le coppie che nel 2009 hanno richiesto l’autorizzazione

per l’ingresso in Italia di minori stranieri sono state 299,

pari al 9 per cento del totale. Si tratta soprattutto di uomini

e donne intorno ai 40 anni e con un ottimo livello di istruzione

zione con l’Istituto degli Innocenti, aggiornato al 31 dicembre 2009. Le coppie toscane che nel 2009 hanno richiesto l’autorizzazione all’ingres-so in Italia di minori stranieri sono state 299, pari al 9 per cento delle richieste totali. Niente male nean-che la provincia di Firenze, dove si è concentrato il maggior numero di domande. Il capoluogo toscano viene subito dopo Milano, Roma e Napoli. E se guardiamo alle autoriz-zazioni rilasciate per l’ingresso in Italia dei minori, la nostra regione si mantiene altrettanto attiva. Nel 2009 in Toscana sono state concesse 362 autorizzazioni, il maggior numero in Italia dopo Lombardia, Vene-to e Lazio. Piccoli ma confortanti segnali in linea con l’andamento nazionale. L’Italia è infatti seconda soltanto agli Stati Uniti sul piano delle adozioni internazionali. Negli ultimi anni, però, anche in Toscana stiamo assistendo a una diminuzione nelle richieste d’adozione nazionali e internazionali, passando dalle 883 del 2006 alle 655 del 2008. A com-pensare il calo è però l’incremento del successo adottivo. Il numero di bambini adottati è infatti in lento ma costante aumento. Dopo l’ano-malo boom del 2001, le adozioni passano dalle 241 del 2002 alle 343 del 2007. In Toscana, più di venti associazioni autorizzate dalla com-missione per le Adozioni Interna-zionali possono aiutare coloro che decidono di intraprendere questo percorso. Ma qual è l’identikit del genitore adottivo? Secondo il rap-porto curato da Regione Toscana e Istituto degli Innocenti, aggiornato al 2007, sono in prevalenza impie-gati. Svolgono questa professione il 29 per cento dei mariti e il 40 per cento delle mogli. Seguono a ruota gli operai e le casalinghe. Chi decide di intraprendere il percorso adottivo ha inoltre un titolo di studio più alto rispetto al resto della popolazione toscana. Basti pensare che il 31 per cento degli aspiranti padri adottivi e il 40 per cento delle madri possiedo-no un diploma universitario. Quelli adottivi sono inoltre genitori sempre più “stagionati”. Si alza infatti l’età media delle coppie alle domande d’adozione, che è 41 anni per il ma-rito e 39 per la moglie, in linea con l’innalzamento dell’età matrimonia-le. Da dove arrivano invece i bambi-ni in cerca di famiglia? In Toscana, nove bambini adottati su dieci sono stranieri. La maggior parte, il 24 per cento del totale, viene dalla Russia, seguita da Etiopia e Ucraina. Escono invece di scena Romania e Bulgaria, anni addietro paesi “serbatoio” di bambini in cerca d’adozione.

La maggior parte viene da Russia, Etiopia e Ucraina

È possibile diventare genitori “a tempo determinato”? In

un certo senso sì, come forma di sostegno all’infanzia. E’ l’af-fidamento familiare. Talvolta confuso con l’adozione, con-siste nell’accogliere bambini o ragazzi che vivono tempo-raneamente in un contesto disagiato. Cosa lo differenzia dall’adozione? L’affido, che può essere a tempo pieno o part-time, è temporaneo, dura al massimo due anni, richiede la compresenza genitoriale tra gli affidatari e il nucleo d’ori-gine ed è finalizzato al rientro nella famiglia biologica. La paura del distacco è un falso problema. “Il tempo burocrati-co finisce, ma non quello affet-tivo – assicura Tommaso Eredi, psicologo al Centro Affidi di Firenze – solitamente le due fa-miglie mantengono i contatti”. Dai dati del Centro Affidi del Comune di Firenze, aggiornati al 31 dicembre 2009, ci sono 113 nuclei familiari disponibi-li, di cui 17 single e 96 coppie. Attualmente gli affidi a tempo pieno sono 50, quelli part-ti-me 16. Il numero di italiani e stranieri si equivale e l’età più “gettonata” va dai 6 ai 10 anni. Ma come si diventa genitori affidatari? Gli interessati, an-che conviventi o single, posso-no contattare il Centro Affidi ([email protected], 055/2616433/37). “L’iter parte con un primo colloquio infor-mativo – spiega il dottor Eredi – per proseguire con un corso di formazione e una fase di colloqui conoscitivi. Superan-do tutto il percorso si approda nella banca dati delle famiglie disponibili all’affido. “La nuo-va amministrazione comunale – spiega Mariella Giunti, assi-stente sociale al Centro Affidi di Firenze - sta intensificando la campagna di sensibilizzazio-ne, che riparte questo mese con una serie di incontri nelle realtà associative, religiose e culturali del territorio”.

Dura al massimo due anni

L’affi do familiare, un’altra soluzione

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14 Settembre 2010

Page 15: Il reporter-Reggello-settembre-2010

società

Èun cammino lungo, tortuo-so, impegnativo. Chi deci-de di adottare un bambino e opta per l’adozione inter-

nazionale sa che deve affrontare un lungo iter prima di poter stringere tra le braccia il bambino. Diciamo che quando la cicogna si mette in volo da molto lontano ci mette di più ad arrivare, anche perchè inciampa di continuo in lungaggini burocra-tiche. I tempo variano, in base al paese di provenienza del bambino, ma capita che si debbano aspettare molti anni. Ma vediamo, passo dopo passo, come funziona. Innanzitutto, punto di riferimento per tutti i pas-saggi, e serbatoio di informazioni aggiornate in tempo reale, è il sito ministeriale www.commissionea-dozioni.it. La prima tappa è recarsi nel tribunale per i minorenni com-petente e presentare all’ufficio di cancelleria civile una “dichiarazio-ne di disponibilità” all’adozione e un’altra serie di documenti in carta semplice (l’elenco è sul sito). Fatto

questo, il giudice spedisce la do-cumentazione ai servizi degli enti locali e nel giro di 4 mesi i servizi sociali avviano una “indagine cono-scitiva” per valutare l’idoneità del-la coppia. Colloqui, insomma. La relazione stilata dai servizi sociali arriva poi in Tribunale, al vaglio del giudice che può decidere, o meno, di rilasciare il sospirato decreto di idoneità. Ottenuto questo prezio-so attestato, comincia la ricerca. Il viaggio per incontrare il bambino o la bambina destinato ad entrare in famiglia. Passaggio fondamentale, a questo punto, è rivolgersi ad uno degli enti autorizzati dalla Commis-sione per le adozioni internazionali (la lista è sul sito). Questo mediatore è imprenscindibile e la coppia deve iniziare entro un anno dal rilascio del decreto di idoneità la procedura di adozione internazionale, passan-do proprio attraverso l’ente. Compi-to di questo “intermediario” è quello di informare le coppie e prepararle nel modo migliore, e di prendersi in

carico la procedura di adozione nel paese scelto. Tocca proprio all’ente tenere i contatti con il paese stra-niero e informare i genitori appena riceve una proposta di incontro con il bambino da adottare. Ed è quello il momento in cui finalmente i fu-turi genitori fanno le valigie carichi d’emozione e partono. Una volta in-contrato il piccolo, se l’autorità del-

la nazione straniera dà il suo parere positivo, l’ente mediatore trasmette tutti gli atti alla Commissione per le adozioni internazionali. Può suc-cedere però che sia lo stesso ente a non accogliere una proposta di ado-zione avanzata dal paese straniero e in questo caso i genitori si possono appellare alla Commissione per le adozioni internazionali, che può an-

dar contro alla scelta e nominarne un altro a cui affidare la procedura. Se invece tutto fila liscio, una volta che l’ente riceve la documentazione sull’avvenuto incontro, la Commis-sione – fatte tutte le verifiche del caso - autorizza l’ingresso del pic-colo in Italia, che in questo modo si prepara ad entrare a tutti gli effetti in famiglia.

Benedetta Strappi

La pazienza non è l’unico requi-sito necessario per le coppie

che vogliono adottare un bambino. Perché ce ne sono altri, di requisiti, imprescindibili per chiunque voglia intraprendere questo cammino. Il pri-mo è quello dell’età. O, per meglio dire, della differenza di età (minima e massima) che deve esserci per leg-ge tra figli e genitori adottivi: tra il bambino e i “nuovi” papà e mamma non possono esserci meno di 18 anni di differenza e non più di 45. Tra-dotto, chi ha più di 45 anni non può adottare un neonato. Ma fino a pochi anni fa, per l’esattezza fino al 2001, quando la legge è stata modificata, questo limite era ancora più strin-gente, perchè la differenza di età non poteva superare i 40 anni. “Ci sono comunque anche delle eccezioni, dei casi in cui questa differenza può es-sere maggiore – spiega Raffaella Pre-gliasco, ricercatrice dell’Istituto degli Innocenti – per esempio quando una famiglia ha già accolto un fratello o una sorella maggiore del bimbo per cui fa richiesta, o quando in casa c’è già un minorenne, o ancora quando si vuole accogliere un bambino con particolari problemi psicofisici”. Poi c’è il vincolo matrimoniale: in Ita-lia, per poter adottare, bisogna esse-re sposati. E anche in questo caso il

tempo ha la sua importanza: si deve infatti dimostrare che il rapporto, tra i genitori adottivi, sia in vita da alme-no tre anni. Attenzione: non è più ne-cessario - come prima - essere sposati da tre anni, l’importante è dimostrare che, per almeno questo lasso di tem-po, vi sia stata una convivenza stabile (“coronata” poi dal matrimonio, ma il fatidico sì può anche essere stato pro-nunciato poco prima della richiesta di adozione). Come si può dimostra-re una convivenza? “Per esempio con un mutuo cointestato, o anche con le bollette”, suggerisce Pregliasco. Poi, in caso di adozione internazionale, ci sono i requisiti richiesti dal Paese di origine del bambino, che possono variare da nazione e nazione. Infine c’è il capitolo dei costi. “Se l’ado-zione nazionale è pressoché gratuita – spiega la ricercatrice – per quelle internazionali serve l’intervento di Enti, rigorosamente autorizzati, che portano avanti le pratiche necessarie e fanno assistenza durante il perio-do di convivenza all’estero, che può durare anche più di un mese. E tutto questo ha un costo”. Quale? “Dipen-de dal Paese d’origine e dall’Ente cui ci si rivolge – conclude Pregliasco – in media si spendono 15-20mila euro. Ma queste cifre possono varia-re molto”.

Ecco tutti i requisiti necessaricosa serVe. Dai limiti di età a un rapporto duraturo

FaMiGlia/2. Spesso, purtroppo, per completare l’iter i tempi sono molto dilatati

Ma quant’è lungo il volo della cicogna

Punto di riferimento per chi vuole

intraprendere questo cammino

è il sito internet della commissione

per le adozioni internazionali

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Page 16: Il reporter-Reggello-settembre-2010

consiGli. La fine delle vacanze coincide per molte persone con un periodo di malumore e acciacchi

Quanto male fa rientrare in cittàIl disagio che in questi

giorni attanaglia

un italiano su dieci si

chiama, tecnicamente,

“post vacation blues”.

Ecco un vademecum

per uscirne a testa alta.

E il più in fretta possibile

Il copione è, più o meno, identico per chiunque. Testa pesante, umore sotto ter-ra, sbadigli che sembrano disegnati con il compasso. È la sindrome delle vacanze

finite, lo stress da rientro, l’uggia da routine che ricomincia. Chiamiamola un po’ come vogliamo, ridiamoci sopra o prendiamola sul serio, ma la conosciamo un po’ tutti. Rimet-tersi in carreggiata, dopo la parentesi in odor di Eden delle ferie, è una dura faccenda. Qual-cuno ci riesce agevolmente, qualcun altro an-naspa e resta imbrigliato nel disagio da “è ar-rivato settembre”. In medicina, gli americani, chiamano tutto questo “post vacation blues” (“blues” in questo caso vuol dire, eloquente-mente, depressione) e chi se ne intende dice che, in questi giorni, riguarda un italiano su dieci. Ma, come per ogni acciacco che chiama in ballo corpo e spirito in un colpo solo, c’è un vademecum. Regolette stilate dai medici che possono aiutare a uscire dal gorgo. Ad esem-pio curando l’alimentazione: via gli insaccati (e alzi la mano chi in vacanza non ne ha abu-sato), via i caffè di troppo, via i cibi piccanti e tutto quanto può affaticare l’intestino, tra le vittime principali del “post vacation blues”. Meglio consumare pasti piccoli, semplici, e spalmarli nell’intero arco della giornata. Me-glio mangiare verdura cotta e frutta lontano dai pasti. E, se l’intestino continua a far bizze da rientro, si può ricorrere ai fermenti lattici. Ma, sopratutto, occorre prendersi cura del-la testa. Dello spirito, della mente. Un buon

trucco per non affaticarla troppo è tornare in città qualche giorno prima del rientro al lavoro (o a scuola, o all’università). In questo modo l’organismo ha modo di attutire lo stress, di ri-ambientarsi gradualmente (anche se, in questo modo, qualche giorno di vacanza finisce per essere immolato sull’altare del buonsenso). Ancora: l’attività fisica – anche una salutare e poco pretenziosa passeggiata – come sem-pre, non guasta. Parola dei medici, che da più parti negli scorsi giorni si sono pronunciati sul tema. Altra accortezza, questa più sottilmente psicologica, è quella di circondarsi di perso-ne e situazioni che ci mettano a proprio agio, evitando le circostanze ansiogene (ma è poi

così semplice?) che possono turbare equilibri già precari. Fatte tutte queste cosine, qualche beneficio si potrebbe sentire. Ma il segreto, in fondo, è un altro. Parola di psicologa. “Biso-gnerebbe, in un certo senso, fare della vita una vacanza - spiega la dottoressa Paola Pompei - pochi giorni di vacanza non compensano lo stress di un anno. Occorre quindi ritagliarsi e coltivare nella quotidianità degli spazi pia-cevoli propri, anche se fatti di cose semplici. Se è vero che che le cose che non ci piacciono spesso non si possono cambiare nella sostan-za (come il lavoro, ad esempio), è vero anche che si può cambiare il modo di affrontarle e in senso lato il modo stesso di prendere la vita”.

Benedetta Strappi

star bene

Per chi in piena estate è rimasto a boc-cheggiare in città, la vacanza settem-

brina è una impareggiabile gratificazio-ne: le autostrade si svuotano, i voli aerei e gli alberghi costano meno e in spiaggia non bisogna fare a gomitate per stendere il telo da mare. E’ questa la ragione per cui, sempre più spesso, molti fiorentini decidono di posticipare i propri viaggi, così da trascorrere le ferie in completo relax e proprio mentre tutti gli altri tor-nano a lavoro. Quest’anno, le mete più gettonate sono quasi esclusivamente eu-ropee, molte italianissime: ad esempio, si possono percorrere pochi chilometri e optare per le coste nostrane con viaggi in Sardegna e Sicilia; o magari puntare drit-ti verso la montagna, in direzione Valle D’Aosta, meta preferita delle famiglie in cerca di quiete. Un’altra alternativa da non sottovalutare è la visita al lago di Como, con annesso il tour degli splen-didi paesini che lo circondano. Ma, ap-profittando dei pacchetti di viaggio last minute e dei prezzi più abbordabili tipici della bassa stagione, in tanti sceglieran-no destinazioni più lontane ed esotiche. In questo caso, non perdono mai il loro fascino i paradisi naturalistici tra Ocea-no Atlantico e mar Mediterraneo, dalle Canarie al Marocco, spesso scelti per la possibilità di cimentarsi con il surf, lo snorkeling o con tranquille immersioni subacquee. Infine, tralasciando le intra-montabili trasferte nelle capitali d’Eu-ropa, quest’anno sono tornate di moda anche le città dell’Est, dove ancora per poco si può approfittare di temperature miti. Tra queste, la più ambita è senza dubbio Budapest, famosa per le splendi-de terme e i percorsi benessere. Insom-ma, l’unica condizione da rispettare è il riposo, che sia al mare o in montagna, dall’altro capo del mondo o perfino a po-chi passi da casa.

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16 Settembre 2010

Page 17: Il reporter-Reggello-settembre-2010

La salute passa anche dal Festivall‘aPPuntaMento. Dal 21 al 26 di questo mese torna la kermesse dedicata al mondo della sanità

Barbara Biondi

Torna puntuale anche quest’anno l’appunta-mento toscano con il Festival della Salute, sei giorni di dibattiti, convegni e aggiornamenti riguardanti il mondo della sanità, dal 21 al 26

settembre a Viareggio, Lido di Camaiore, Pietrasanta e Seravezza. 50 convegni, 300 relatori, 200 attività col-laterali, sono questi i numeri che fanno del festival, ar-rivato quest’anno alla terza edizione, l’unica kermesse italiana dedicata interamente alla salute nelle sue varie sfaccettature. L’appuntamento, che coinvolge luminari del mondo della medicina, ma anche personaggi presi in prestito dall’universo dell’educazione, delle nuove tecnologie e dello spettacolo, quest’anno è dedicato a “La salute. Un equilibrio tra mente e corpo”, titolo che preannuncia un’attenzione particolare a temi di grande interesse come le malattie rare di natura fisica e psicofisica, le evoluzioni della chirurgia nel futuro prossimo o il benessere psicofisico nell’orientamento sessuale. Molte le novità di quest’anno, in primis la delocalizzazione, ovvero lo svolgimento del festival in altre sedi come Pietrasanta e Camaiore, oltre al “corpo centrale” della manifestazione che si svolgerà come di consueto a Viareggio. Un’altra iniziativa incorporata nel programma del festival, “La voce dell’artista”, si estenderà anche a Forte dei Marmi e Torre del Lago. E ancora, nel pacchetto delle cose nuove ci sono i talk show condotti da Fabrizio Diolaiuti e Patrizio Roversi sulla follia e il suo contrario. Come di consueto si ter-ranno gli screening gratuiti, i convegni specialistici, gli incontri. Due workshop, uno sui test genetici e l’altro

sull’alimentazione. Un convegno internazionale sul di-sagio mentale al quale interverrà un noto psichiatra un-gherese che ha vissuto sulla propria pelle la coercizio-ne in un ospedale psichiatrico, Gabor Gombos. E poi ci sarà una tombola della salute condotta da Patrizio Roversi coadiuvato da due medici. Il programma dei convegni verterà su tre filoni: scientifico, istituzionale e divulgativo. Tantissimi gli appuntamenti per parlare di prevenzione, alimentazione, medicina, stili di vita e invecchiamento, del rapporto tra energia, ambiente e salute, ma anche di politica, delle emergenze del nostro sistema sanitario, di economia e federalismo e delle tematiche etiche. Il festival si rivolge in primo luogo ai cittadini che possono avere un contatto diretto con

le amministrazioni locali, con le associazioni mediche onlus e con le aziende del settore, ma è ricco anche di occasioni dedicate ai più piccoli: si va dalle “Tavole per la salute” ai laboratori, dalle “rilevazioni” scientifiche all’analisi del mondo in cui viviamo, dall’espressività declinata in tutte le sue diverse sfaccettature e modalità al gioco che si può sviluppare in uno spazio costruito appositamente dal festival.

Un momento della scorsa edizione del Festival

Arriva in Versilia la terza edizione della manifestazione:

cinquanta convegni e trecento relatori per una sei giorni

all’insegna dell’informazione e dell’innovazione

star bene

Dibattiti e confronti ma anche momenti ludici dedicati ai più piccoli e corsi per gli adulti

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Page 18: Il reporter-Reggello-settembre-2010

e assistenza al cliente. Chi invece è stufo di stare a sedere tutto il giorno davanti a una scatola illuminata, ma rifugge altrettanto di corsa le classi-che sessioni di Step, Gag e altre sigle da palestra, non ha che da guardarsi intorno. E magari cimentarsi con l’arrampicata sulla parete attrezzata della Stone Monkey, presso la scuo-la elementare “Anna Frank” in via Baldovinetti (zona Soffiano). I corsi per adulti, compresi quelli agonistici, sono appena ricominciati. In alter-nativa si può optare per le numerose scuole di ballo. Latinoamericano per i più convinti, hip hop per i più giovani, zumba e danze africane per chi non ha più paura di niente, neanche di ve-dersi nello specchio mentre zompet-ta a ritmo tribale. Ma settembre può rappresentare anche un’occasione di formazione professionale, finestra su future opportunità di lavoro. In questo caso l’impegno potrebbe es-sere più prolungato nel tempo. Come per i corsi di agopuntura, massaggi orientali o riflessologia plantare or-ganizzati dalla Scuola di Agopuntura di Firenze: per diplomarsi occorrono dai due ai quattro anni a seconda del-la specializzazione. In molto meno tempo, invece, è possibile ottenere il titolo di “maestro di frantoio”, nuova figura professionale esperta di produ-zione e vendita dell’olio. Basta una settimana di full immersion tra le col-line fiorentine, a stretto contatto con i migliori specialisti del settore. E se non si diventa maestri, si può sempre ripiegare sulla battitura delle olive.

nersi in movimento e cerca le novità in palestra, chi, desideroso di ritocca-re le foto dell’ultimo viaggio, decide finalmente di mettersi a tu per tu con il computer, e chi invece vuol tornare il prossimo anno in Spagna potendosi permettere di ordinare la cena senza scegliere a casaccio. Ma il menu dei corsi in partenza è in grado di accon-tentare voglie e capricci più vari. Il conto del banchetto, poi, si può adatta-re a tasche di taglia diversa. Le lezioni a prezzi più modici, in linea generale, sono quelle imbandite dai quartieri. E tra i cinque rioni fiorentini quello di Campo di Marte offre la scelta più vasta. Si va dalle lingue straniere (dal livello base modello “the cat is under the table” fino al business english) a teatro e regia, passando per scrittura creativa, pittura e lezioni di violon-cello. Senza far lievitare più di tanto il conto ci si può rivolgere anche al-trove. Mummuacademy, per esempio, offre corsi low cost praticamente di ogni genere e tipo. Con prezzi modici ci si può impratichire di informatica, comprese le applicazioni più avanza-te, o assimilare strategie di vendita

Settembre, è ora di tornare sui banchi. E ce n’è per tutti, grandi, piccoli e fuori quo-ta. Ma che avevate pensato?

Non stiamo parlando di scuola, o al-meno non di tradizionali elementari e medie, ma di tutti i corsi possibili e immaginabili pronti si blocchi per la stagione 2010/2011. C’è chi torna dalle vacanze con la voglia di mante-

Arrampicata e balli caraibici per mantenere in allenamento il corpo, musica

e teatro per la mente. Ma settembre è anche il momento giusto per investire

sulla formazione professionale. E c’è chi organizza full immersion tra gli ulivi

corsi e ricorsi. Dalle lingue straniere all’informatica, tutte le novità per chi vuol tornare sui “banchi”

Per ogni passione la sua lezione

hobby

Francesca Puliti

È al rientro delle ferie che le palestre registrano uno dei

picchi di iscrizioni (l’altro, manco a dirlo, è dopo le abbuffate natali-zie). Ma c’è chi ha un’altra conce-zione dello sport, come esercizio puramente mentale, e non ha vo-glia di alzare un dito. O al massi-mo, ecco, giusto quello. Il luogo prediletto, allora, può diventare il circolo Sms di Peretola, dove si allenano per tutto l’anno gli scac-chisti fiorentini. I corsi, per bam-bini, ragazzi e adulti, cominciano a ottobre, ma le iscrizioni sono già aperte. “I tesserati sono in tut-to una quarantina – spiega Luca Barni dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Scacchi Firenze – per la maggioranza adulti, anche se abbiamo una dozzina di ragaz-zi tra gli 8 e i 18 anni”. E per la maggioranza uomini. Le uniche due coraggiose giocatrici sono due bambine di 11 e 12 anni, pronte a sfidare le menti allenate dei più esperti in tornei di pochi giorni, ma anche in quello che viene chiamato torneo permanen-te, gara allargata che va avanti per l’intero anno. Sempre in tema di sport a basso livello di dispendio calorico, ma alto tasso di competi-tività, c’è l’ASD Subbuteo Firen-ze. La storia del club affonda nei gloriosi anni ’70, epoca in cui i subbuteisti fiorentini “hanno vinto tutto quel che c’era da vincere”, racconta Luca Pini, vicepresidente dell’associazione. Da allora molto è cambiato, fino alla costituzione di una federazione internazionale, europea e italiana del “calcio da tavolo”. Ma i nostalgici quaran-tenni, quelli che hanno cominciato a giocare a 12-13 anni e non han-no più smesso, tengono ancora alta la bandiera. E qualche figlio di giocatore partecipa ai campio-nati under 15, 13 e 12. I “viola da tavolo” quest’anno disputeranno il campionato di Serie C, “dopo un’amara retrocessione”. Altre glorie, invece, quelle del Calcio-balilla Toscana, campioni d’Italia 2008/2009. Ma, gli amanti del biliardino lo sanno, qui è richiesto ben altro tipo di impegno fisico.

Scacchi ma non solo

Quando lo sport è servito in tavola

FOcuS

18 Settembre 2010

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Page 20: Il reporter-Reggello-settembre-2010

A poco più di un anno dall’insediamento di Renzi, la mappa del Salone dei Duecento potrebbe già aver bisogno

di qualche correzione. Mentre si inseguono le voci sull’ingresso di Spini a fi anco del gruppo Pd, sul fronte

opposizione Galli minaccia di mettersi in proprio. E Sarra, tutto solo, vorrebbe seguire le orme di Gianfranco Fini

politica

Renzi bastona i vertici del Pd, Galli minaccia di riprendersi gli eletti nella propria lista e staccarsi dal Pdl, Sarra rivendica le origini fi-

niane e Spini apre alla maggioranza. Chi si era immaginato un’estate tranquilla, con i politici in vacanza a debita distanza da Pa-lazzo, si è dovuto ricredere. E al rientro dalle ferie potrebbe essere necessario apportare diverse correzioni sulla mappa del consiglio comunale. A partire dai banchi del Pd, tra cui potrebbe accomodarsi nientemeno che un candidato sindaco finora all’opposizio-ne. Ma andiamo per ordine. In principio fu la “campagna acquisti” dipietrista in campo democratico. All’inizio di agosto Giovan-ni Fittante lascia il gruppo Pd per passare all’Idv, scatenando una ridda di polemiche all’interno della maggioranza. “Nessun tor-naconto personale – dichiarò il consigliere al momento del cambio di casacca – ma la necessità di acquisire una maggiore libertà di movimento per portare avanti le mie bat-taglie politiche”. Ma i ringraziamenti a sin-daco e capogruppo non vengono comunque accolti a braccia aperte. E mentre si rincor-rono i nomi dei consiglieri che potrebbero seguire la strada aperta da Fittante, il Pd co-mincia a corteggiare Valdo Spini. “O vie-ne anche Tommaso Grassi o non se ne fa di niente – replica il politico di lungo corso, ri-ferendosi all’altro eletto nella sua lista - sono disponibile a incontrare il capogruppo Fran-cesco Bonifazi, così come altri esponenti politici e istituzionali del Pd, e di farlo con spirito costruttivo – aggiunge – ma non esi-ste per contro una ‘richiesta’ del mio gruppo, né tantomeno mia personale, ad ‘entrare in maggioranza’, richiesta verso la quale taluno si dovrebbe incaricare di porre delle condi-zioni”. Le chiarisce Grassi, queste condi-zioni. “Nel caso ci venisse formulata una

proposta, che, ribadisco, ancora non c’è sta-ta – sottolinea il consigliere – chiederemmo una svolta programmatica, dall’urbanistica, al bilancio, alla cultura”. E non si può fare a meno di ricordare lo scontro avvenuto nel Salone dei Duecento sulla richiesta di una nuova Valutazione di Impatto Ambientale per la Stazione Foster. Una svolta anche sul-la Tav? “Il problema sarebbe prima di tutto capire quale sia la posizione della maggio-ranza di Renzi sull’Alta velocità”. Ma non si tratta certo dell’unico problema. Le ultime dichiarazioni del primo cittadino a proposito del Nuovo Ulivo (“uno sbadiglio ci seppelli-rà”) non hanno certo appianato le divergenze nel dialogo sul possibile allargamento a si-nistra. Non va meglio a destra, dove le scis-sioni minacciate sono addirittura un paio. Irritato dalle continue divergenze (una per tutte, ancora una volta, quella sul sotto attra-versamento Tav) e dai mancati chiarimenti con i vertici, Giovanni Galli starebbe pen-sando di ricostruire il proprio gruppo, quello della Lista Galli per intendersi, separato dal Pdl. Ipotesi contro la quale si sono subito schierati i big del partito, fino all’ultimatum di Gabriele Toccafondi. “Chi si mette in pro-prio è automaticamente fuori dal partito”. Poco male, visto che Galli in quel partito non c’è mai veramente stato e la tessera non l’ha ancora intascata. E che i due vivano ormai da separati in casa è evidente anche dal fatto che l’ex portierone viola non è stato neanche invitato all’ultimo convegno pidiellino tenu-tosi a Cecina alla corte di Matteoli. In attesa di ufficializzare il divorzio anche Riccardo Sarra, da qualche mese subentrato al posto di Donzelli. Se Giani non avesse fatto valere fermamente il regolamento, che impone al-meno due membri per la costituzione di un nuovo gruppo, Sarra si sarebbe già defilato dal Pdl per seguire le orme di Fini. Ma prima di ricomporre i pezzi del puzzle fiorentino bisognerà attendere i prossimi sviluppi a li-vello nazionale.

Francesca Puliti

PalaZZo Vecchio. Dalla maggioranza all’opposizione, tra scissioni annunciate e cambi di casacca

Comune, si riparte. Ed è toto-consiglio

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20 Settembre 2010

Page 21: Il reporter-Reggello-settembre-2010

politica

Kebabbari, internet point, minimarket: entro la fine di settembre l’apertura di esercizi commerciali di origine straniera sarà regolamentata da una precisa nor-

mativa. Era settembre dell’anno scorso quando per la prima volta il vicesindaco Dario Nardella annun-ciò un simile provvedimento, cominciando con il farsi inviare da Lucca una discussa ordinanza. Par-liamo dell’intervento con il quale il Comune cacciò fuori dalle mura gli esercizi commerciali etnici, o meglio, mise fuori gioco le nuove aperture di si-mili attività nel centro storico della città. Il prov-vedimento fiorentino però ha in realtà ben poco a che spartire con l’ordinanza lucchese. Almeno così pare, visto che ancora, a circa un anno dall’annun-cio, non è ancora stato posto in essere. “Le norme del commercio in questo caso non bastano – spie-ga il vicesindaco, nonché assessore allo Sviluppo economico – per questo ci sono voluti alcuni mesi in più di lavoro”. Ma adesso dovrebbe trattarsi di giorni, al massimo settimane. “L’obiettivo è quello di inserire questo capitolo all’interno delle norme urbanistiche entro la fine del mese”. Norme volte a garantire uno sviluppo economico equilibrato nel centro storico, senza ledere il principio di libera concorrenza, “ma neanche il patrimonio storico fio-rentino”. Sì perché “gli esercizi commerciali storici hanno un valore culturale e di quel patrimonio fan-no parte”. Si tratta dunque di assicurarne la soprav-vivenza di fronte ai nuovi venuti. Non solo di kebab

si parla, ma anche di internet point, minimarket, ne-gozi etnici che negli ultimi anni si sono moltiplicati per le vie del centro, contribuendo a determinare quella che Nardella non teme di chiamare “una mutazione e un impoverimento sociale”. Secondo un recente censimento della Cna, solo i kebabba-ri sarebbero una cinquantina (la metà compresi tra Santa Maria Novella e San Lorenzo) ma la cata-logazione è problematica, anche perché si tratta, spesso e volentieri, di attività di breve durata, che

nascono e muoiono nel giro di pochi mesi. E ven-gono rimpiazzati da altri negozi simili. Nell’ultimo periodo, infatti, la vita media di questo genere di attività si è accorciata molto, passando da tre anni a 18-22 mesi. Ad aprire le porte a questi tipi di attivi-tà fu la legge Bersani sulle liberalizzazioni. Grazie a una specifica normativa rimasta un po’ ambigua, i kebabbari, ma anche le pizzerie a taglio e coloro che vendono cibo per strada, possono aprire senza rispondere ad una serie di obblighi a cui invece de-vono sottoporsi bar e ristoranti. Con il regolamento in arrivo, in ogni caso, Palazzo Vecchio non ha in-tenzione di sbarrare l’accesso al centro alle attività gestite da stranieri, ma di porre loro dei limiti. “Ne-gli ultimi anni – sottolinea Nardella - questo tipo di negozi sono aumentati in maniera del tutto spropor-zionata rispetto agli altri. Si tratta perciò di stabili-re delle soglie di equilibrio, in modo da assicurare uno sviluppo coerente”. Altre limitazioni, invece, potrebbero andare a colpire i minimarket aperti 24 ore su 24, sui quali il vicesindaco si è già più volte espresso. Nel frattempo, anche per loro, sono stati imposti specifici divieti di vendita di alcolici dopo le 2 di notte. Una decisione che strizza l’occhio a un’altra battaglia, quella contro l’abuso di bevande alcoliche tra i giovani.

Dario Nardella

I kebbabari del centro storico? “Io li chiuderei tutti”. Non va per il sottile

Marco Cordone, consigliere provincia-le della Lega Nord, che si infiamma all’idea di un’identità fiorentina trascu-rata dai fiorentini stessi e chiama in cau-sa anche Oriana Fallaci per sostenere il diritto a difendere quella identità da ciò che chiama senza mezzi termini “colo-nizzazione straniera”. Entrato a Palazzo Medici Riccardi l’anno scorso grazie a uno exploit della Lega da oltre 17mila voti, Cordone ha fatto la storia del Car-roccio in quel di Firenze, legando il proprio nome a mille e una battaglia. Ultima della serie, la raccolta di firme contro la realizzazione di una moschea a Greve in Chianti. Parla di limitare le nuove aperture o proprio di chiudere i kebabbari?Lo dico senza problemi, quelli in centro io li chiuderei tutti. Non si tratta di fare muro contro muro, non ne faccio una

questione di etnia, ma di salvaguardia dei nostri centri storici. Il proliferare dei kebab avvenuto negli ultimi anni sta attentando alla nostra identità. Le faccio solo un esempio: in via Cavour, a pochi metri dalla sede della Provincia, è sorto un kebabbaro proprio laddove un tempo si trovava il Caffè Michelangelo, quel-lo dove è nata la corrente pittorica dei Macchiaioli, per intendersi. Non si tratta di lanciare slogan, ci vorrebbe più atten-zione per questi aspetti.E come si potrebbe fare per chiuder-li?Grazie ai decreti Maroni i sindaci han-no molto potere in questo campo. Ci vorrebbero più controlli sulle licenze, sul rispetto delle norme igieniche, sul-le autorizzazioni. Non è possibile, per

esempio, che una bottega a conduzione familiare resti aperta 24 ore su 24. Da tempo ho avanzato a Renzi la proposta di emanare un’ordinanza per impedire l’apertura di nuove attività del genere all’interno del centro storico, sul mo-dello di quelle emesse dai sindaci di Lucca e Prato, ma esistono anche altri strumenti, al di là delle ordinanze.Per esempio?Basterebbe una programmazione più attenta dello sviluppo cittadino. C’è un Piano regolatore, un regolamento urba-nistico, strumenti che potrebbero essere utilizzati per prevenire l’insorgenza di queste situazioni. E non mi riferisco solo ai kebab.Si riferisce ad altri negozi etnici?E non solo. Ci vorrebbe più cura an-che per quanto riguarda gli esercizi commerciali italiani, in particolare i supermercati sorti nel centro storico o le tante brutte pizzerie a taglio. Una volta esisteva una commissione estetica, che fine ha fatto?A Prato si è parlato anche di un esa-me di lingua italiana propedeutico all’apertura di un’attività commer-ciale. Che ne pensa?Sono d’accordo, è una strada da per-correre. Ripeto, non ne faccio una que-stione di razzismo: un conto è l’acco-glienza, un conto è l’occupazione e la colonizzazione.

Marco Cordone

Paola Ferri

Negozi etnici, cambiano le regoleFissate le soglie per il centro storico

Kebab/1. Norme urbanistiche per limitare internet point & Co.

“Chiuderli tutti, per salvare la fi orentinità”

/F.P.

Kebab/2. Marco Cordone, Lega Nord

Sono una cinquantina i kebabbari aperti in città negli ultimi anni, la metà tra la stazione e S. Lorenzo

Ne è sorto uno proprio laddove un tempo si trovava il Caffè Michelangelo

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Page 22: Il reporter-Reggello-settembre-2010

Sostiene l’Istat che in Italia, fatti salvi i delitti a sfondo criminale, la più alta percentuale di

omicidi sia dovuta a liti fami-liari e di vicinato. Senza biso-gno di arrivare alla tentazione di far fuori il rivale, a Firenze, dallo scorso giugno, una solu-zione per contese e dissidi c’è. Anzi, cinque soluzioni. Una per quartiere. Sono gli sportelli di mediazione sociale, uffici che si occupano della risoluzione dei microconflitti sociali che possono nascere in città, dispute che, senza avere una rilevanza penale, abbassino comunque la qualità della vita delle persone coinvolte. Tradotto: litigi e dis-sapori condominiali, familiari, di lavoro o interculturali. Spor-telli che non sono del tutto una novità a Firenze. Nati nel 2007 nei quartieri 1 e 3, dallo scorso 1° giugno sono diventati cinque (grazie a una convenzione tra il Comune, l’ufficio Città sicura e l’associazione L’altro diritto), appunto uno per quartiere: nel Q1 la sede è in via delle Carra 4, al centro anziani San Jacopi-no (apertura il giovedì dalle 9 alle 12,30), nel Q2 in via della Luna (venerdì 14,30-17,30), nel Q3 al centro polivalente Il Porto in piazza Elia Dalla Costa 3 (venerdì 9,30-13), nel Q4 a Villa Vogel (martedì 9-12,30) e nel Q5 in via Lambruschini 33 (lunedì 14-17,30), anche se in quest’ultimo caso si tratta di una sede provvisoria. Ma come fun-zionano questi sportelli, e chi ci si può rivolgere? È presto detto. “Chiunque si trovi ad affronta-re una situazione che non abbia rilevanza penale, ovvero quan-do ancora non c’è stata querela – spiega Giuseppe Maglione,

mediatore dell’associazione L’altro diritto e responsabile dello sportello del quartiere 3 – e voglia risolverla prima che de-generi. La persona viene da noi a esporre il suo problema, poi convochiamo la controparte. Se anche questa decide di venire, si cerca di trovare una soluzione consensuale. Spesso, la cosa più importante è stabilire una via di comunicazione tra le parti”. Un servizio che, inoltre, è del tutto gratuito e confidenziale. E che sembra funzionare e attirare sempre più persone. “Negli anni abbiamo registrato una doman-da crescente, avuto un buon ri-scontro: insomma, del servizio sembra esserci bisogno – assi-cura Maglione – circa 6-7 volte su dieci la controparte accetta di venire a parlare da noi, e quando i due contendenti siedono l’uno di fronte all’altro la percentuale di risoluzione positiva dei casi è molto alta, superiore al 90%”. Ma quali sono i casi per cui i cittadini si rivolgono più spes-so agli sportelli di mediazione sociale? “Le più frequenti sono le liti condominiali e di vicina-to – risponde Maglione – pic-coli conflitti che, se non presi per tempo, tendono a degene-rare velocemente. Poi ci sono i dissidi familiari, come quelli tra genitori e figli, o tra fratelli quando in ballo c’è la cura dei genitori anziani. Ma non man-cano nemmeno le dispute tra ex coniugi o quelle tra italiani e stranieri, dovute alle diverse abitudini di vita”. Tutti diverbi che, se affrontati alla radice, possono risolversi con un pizzi-co di buona volontà e una stretta di mano. E, soprattutto, senza rischiare di infoltire le già trop-po folte statistiche dell’Istat.

zoom

il serViZio. Da giugno, in ogni quartiere, è aperto uno sportello di mediazione sociale

L’uffi cio che fa fare la pace ai cittadiniIvo Gagliardi

Liti familiari, contese condominiali,

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e la palla passi nelle mani degli avvocati

una soluzione c’è. Si tratta di strutture

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accordo è più facile di quanto sembri

Riscoprire il piacere di muoversi a piedi o in bicicletta, lungo itinerari tra cultura

e natura a Firenze. È quanto sarà possibi-le fare grazie a “Firenze si gira”, iniziativa promossa dalle Sezioni Soci Coop di Fi-renze in collaborazione con l’Associazione Città Ciclabile Onlus e con il patrocinio del Comune e dell’Azienda Sanitaria 10 di Firenze. Gli itinerari sono curati e realizza-ti da una guida professionista (e ciclista): dopo una pedalata tenutasi alle Cascine il 5 settembre scorso e la prima passeggiata culturale il 12, il programma prosegue il 19 settembre con la passeggiata intitolata “Firenze dall’alto”, con ritrovo in piazza Demidoff alle 9.30, e si concluderà il 26 set-tembre con una pedalata all’Albereta, con ritrovo in lungarno Colombo angolo Ponte da Verrazzano. Attività fisica protagonista, dunque: al di là di della valenza cultura-le e della riscoperta di alcuni angoli della bellissima Firenze, l’iniziativa rappresenta infatti anche un invito a usare maggiormen-te le proprie gambe per la mobilità di ogni giorno in città, con tutti i benefici che questo può comportare per la salute e l’ambiente. E proprio sul tema “Mobilità e salute” sarà in-centrata anche la partecipazione dell’Asso-ciazione Città Ciclabile alla “Bussola della Salute”, in programma dal 25 settembre al 2 ottobre al Centro Commerciale di Gavi-nana, quando saranno richiesti ai cittadini suggerimenti per rendere più sicuro questo tipo di mobilità “quotidiana”, da segnalare poi all’amministrazione comunale. Sempre nell’ambito della “Bussola della Salute” sa-ranno proposte numerose attività nella gal-leria del centro commerciale: dai semplici punti informativi, con la presenza di Asl, Misericordia di Badia a Ripoli e Medici per l’Ambiente, a test e misurazioni varie (dalla pressione alla massa grassa), che possano essere uno stimolo in più a dedicare mag-giore attenzione a temi fondamentali per la propria salute e qualità della vita.

Prosegue “Firenze si gira”

Se salute e culturavanno a braccetto

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22 Settembre 2010

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Mercato Ortofrutticolo di Novoli. La storia di questo mercato, costruito con difficoltà e aperto tra mille pole-miche, appartiene alla vita di Firenze e del quartiere. Le origini del Merca-to Ortofrutticolo di Novoli risalgono agli anni Venti, quando l’ammini-strazione comunale si rende conto

della carenza degli spazi del vecchio mercato di Sant’Ambrogio. Solo nel 1937, però, si decide di costruire la nuova struttura nell’area periferi-ca di Novoli, annessa al comune di Firenze solo pochi anni prima e ben servita sia dalla ferrovia che dall’al-lora nuovissima autostrada Firenze-Mare. I lavori iniziano nella prima-vera del 1939, ma sono rallentati dall’ingresso dell’Italia nella secon-da guerra mondiale e definitivamen-te sospesi nel 1944. Durante la guer-ra e nel periodo post-bellico i pochi edifici realizzati vengono occupati dagli sfollati, ma passata l’emergen-za il Comune riprende la costruzio-ne della struttura, nel 1956, con un nuovo progetto più ampio del prece-dente. Il Mercato Ortofrutticolo di Novoli viene così inaugurato il 18 settembre 1960 dall’allora ministro dell’interno Amintore Fanfani, dopo una serie di polemiche e rallenta-menti. L’inaugurazione, infatti, slitta più volte, perché il complesso, che sorge in un’area all’epoca sostan-zialmente deserta, è privo di molte infrastrutture – strade di accesso, allacciamenti elettrici, raccordi fer-

Ricorre questo mese il cin-quantenario di un’inau-gurazione di cui i fioren-tini sanno probabilmente

poco: il 18 settembre di cinquant’an-ni fa apriva i battenti il nuovo merca-to all’ingrosso dell’ortofrutta fioren-tino, oggi meglio conosciuto come

l’anniVersario. Il 18 settembre 1960 veniva inaugurata la struttura di Novoli

I cinquant’anni del Mercato Ortofrutticolo

Fannì Beconcini

Una foto d’epoca del mercato

La storia della sua nascita è stata lunga e costellata

da difficoltà e polemiche. La sua apertura fu un segno dei tempi

che cambiavano. E oggi appartiene alla vita della città

roviari – e soprattutto dei magazzini, 22 dei 115 previsti. Tuttavia, nono-stante le lamentele dei commercianti che chiedono un rinvio dell’apertu-ra, le autorità decidono di procedere all’inaugurazione dell’edificio. Le finalità propagandistiche dell’aper-tura oggi sono abbastanza chiare: pochi mesi dopo ci sarebbero state le elezioni amministrative dopo tre anni di commissariamento del Co-mune, e l’apertura di Novoli diventa anche una vetrina elettorale. Tutta-via, scopi strategici a parte, il tra-sferimento del mercato all’ingrosso dell’ortofrutta fiorentino è un segno dei tempi: si tratta di un mercato di

solide e antiche origini ma con esi-genze quanto mai moderne, dalla necessità di infrastrutture efficienti a quella di una ristrutturazione delle modalità di lavoro. Non a caso, allo sviluppo del mercato si intrecciano le prime lotte sindacali dei facchi-ni e le nuove dinamiche produttive del settore. Oggi l’antico mercato è un “centro alimentare polivalente”, realtà strutturata che si occupa del-la vendita all’ingrosso di prodotti alimentari di vario genere nonché di trasporto, lavorazione e distribu-zione. Ma volgere un pensiero alle origini fa sempre bene e, soprattutto, è utile al futuro.

L’ingresso della struttura

ieri & oggi24 Settembre 2010

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ieri & oggisant’orsola. Presentato il progetto per il recupero del vecchio convento. San Lorenzo attende

Il risveglio del “gigante addormentato”

Molte le novità previste dal piano, a cominciare dalla costruzione

di una piscina pubblica, una palestra e un grande auditorium.

I cantieri dovrebbero partire a ottobre, mentre per il ripristino

completo della struttura la data di riferimento è il 2015

C’è chi ancora non ci crede, nel recupero di Sant’Orsola. Il popolo di San Lorenzo, scottato da decenni di promesse andate a vuoto, prima di gioire per la rinascita

dell’ex convento aspetta con le dita incrociate. Il pro-getto presentato dal presidente della Provincia Andrea Barducci, ad ogni modo, è tra gli argomenti che più ap-passionano gli abitanti della zona. Sono molte le novità del piano, prime tra tutte la costruzione di una piscina pubblica, di una palestra (nel seminterrato) e persino di un grande auditorium da 150 posti. Una manna che molti, nel quartiere, giudicano come una sorta di risarcimento morale, la restituzione un po’ tardiva di un pezzo di vita della San Lorenzo che fu. In attesa del bando di gara per l’assegnazione dei lavori, già si conoscono a grandi li-nee le scadenze del progetto: i primi cantieri dovrebbero partire a ottobre, mentre per il ripristino completo della struttura la data di riferimento è il 2015. La svolta, a meno di imprevisti, sembra dunque vicina. Ma riuscirà il vec-chio gigante addormentato a risvegliarsi in tempo? Sarà capace di ospitare un’autentica vita di quartiere? “Sono tutti scappati in questi anni - si lamenta un anziano abi-tante mentre sorseggia un caffè in un bar all’angolo tra via Guelfa e via Panicale – forse una Sant’Orsola messa a nuovo cambierebbe le cose, in zona non ci sono spazi per gli anziani e soprattutto per le famiglie con bambini”. Lo stesso presidente del quartiere 1, Stefano Marmugi, durante la presentazione del progetto non ha nascosto l’ambizione di rilanciare il tessuto popolare del rione. “L’idea è quella di mettere a disposizione della collettivi-tà un contenitore multiforme - ha spiegato - un centro che possa andare incontro alle necessità dei residenti grazie a un’ampia offerta di servizi. Finalmente siamo vicini al traguardo - ha concluso - dai laboratori imprenditoriali alle iniziative per le fasce più deboli, la nuova Sant’Or-sola avrà mille facce e mille opportunità”. Sono molte, in

effetti, le sorprese che saltano fuori dal piano di recupero dell’ex convento. Prima tra tutte, il ricorso ai cantieri mo-bili, alla scelta, cioè, di concentrare i lavori su un obiettivo alla volta. In questo modo i tecnici pensano di poter aprire alcuni locali ben prima della scadenza ultima fissata nel progetto, nel 2015. Altra curiosità è senz’altro la piazzetta che dovrebbe sorgere al piano terreno. Mille e duecento metri quadrati con tanto di caffetteria, raggiungibili sia da via Panicale che da via Guelfa. Nei piani sotterranei è invece previsto un parcheggio, mentre in quelli superiori troveranno spazio gli uffici della Provincia e il liceo arti-stico. Quanto al capitolo costi, sono 25 i milioni di euro stanziati per il completo ripristino. Il destino di quella che un tempo era stata anche la manifattura tabacchi di Firen-ze sembra dunque ad una svolta. Il rione, però, continua comunque a vivere un periodo travagliato. Quasi all’im-

provviso, decine di attività commerciali sono passate di mano. Imprenditori cinesi si aggirano per le strade offren-do il doppio, e in contanti, per rilevare negozi o comprare appartamenti. La stessa fondazione Caponnetto ha segna-lato nell’ultimo rapporto alcuni passaggi di proprietà che farebbero pensare al riciclaggio di denaro. Il rischio è che la speculazione svuoti il rione, disseminandolo di attività commerciali di facciata. Una realtà lontana da quella tipi-camente sanlorenzina, dove criminali, principi, lavoratori e borghesi hanno sempre convissuto in uno strano equi-librio, come seduti sull’identica livella. Magari davanti a un panino al lampredotto.

Luca Serranò

Il rendering del progetto

“Ci stiamo facendo coloniz-zare. Mi auguro che la po-

litica se ne accorga e intervenga al più presto”. Lo storico priore di San Lorenzo, l’ultranovantenne don An-gelo Livi, si mostra molto preoccu-pato per le sorti del rione, e rilancia l’appello alle istituzioni per arginare “l’invasione straniera” degli ultimi anni. “Mi preoccupano soprattutto i cinesi - rincara la dose - come ho già detto anche in passato, una cosa è l’accoglienza e un’altra l’occupa-zione. Ormai gli orientali si stanno comprando mezzo quartiere e delle vecchie tradizioni rimane poco o nulla”. Sono più di trent’anni che don Livi dice messa e confessa le anime più o meno devote di San Lo-renzo. Un periodo in cui la zona ha cambiato pelle, con le conseguenze che ogni trasformazione sociale si porta dietro, nel bene e nel male. L’ultimo balzo in avanti, da più par-ti dipinto come un salto nel buio, riguarda proprio l’insediamento sempre più vistoso della comunità cinese tra le strade intorno al mer-cato centrale. “Non vorrei ci com-portassimo con loro come gli arabi fecero con gli ebrei - dice ancora a bruciapelo - dobbiamo evitare, cioè, di vendere la nostra terra in cambio di denaro”. Anche ai fiorentini, dun-que, il priore rivolge un invito a re-stare aggrappati al proprio mondo, a quel pezzo di storia che fece grande la città. “Penso a Sant’Orsola – pro-segue - una macchia indelebile sulla gestione della cosa pubblica negli

ultimi trent’anni. Speriamo almeno che diventi un punto di riferimento per gli abitanti della zona”. Sull’ar-gomento, don Livi tiene anche a ri-cordare un particolare sconosciuto ai più: “Ho le carte, la Gioconda di Le-onardo da Vinci ha vissuto gli ultimi anni di vita proprio nell’ex convento, dove poi venne sotterrata. Il suo vero nome – precisa - era Francesca del Giocondo”. Un’altra ospite illustre, dunque, arricchirebbe il già popo-lato pantheon dei san lorenzini. “E’ un luogo come ce ne sono pochi al mondo - conclude il religioso no-vantenne - e solo un’autentica vita di quartiere può fare da anticorpo al degrado e all’abbandono”. Circa tre mesi fa, d’altra parte, un esperimento in questa direzione era stato provato

da molti commercianti e residenti della zona. Le varie anime del rione s’erano infatti ritrovate a cena davan-ti alla basilica, con tanto di premia-zione per i cittadini che più si erano distinti nel recente passato. Vincitore della prima edizione, manco a dirlo, proprio don Angelo Livi, che aveva ricevuto dalle mani del sindaco Ren-zi una riproduzione della graticola conservata nella chiesa.

“Delle vecchie tradizioniora resta poco o nulla”

l’oPinione. La preoccupazione di don Angelo Livi

/L.S.

Ma la zona continua a vivere un periodo travagliato. Moltele attività passate di mano

Lo storicopriore del rionerilancia un appelloalle istituzioni

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Succede, e succede spesso, che alzarsi per andare a lavorare diventi un’in-combenza pesante. È il “mal d’azien-da”, malumore che vive di conflitti con

i colleghi, frustrazioni e non detti. Per qualcu-no diventa una vera e propria malattia, e anche quando non arriva a tanto è capace di lasciare grandi ferite. Per qualcuno invece la voglia di migliorarsi sul piano personale e professionale spinge alla ricerca di spazi in cui riflettere su di sé e sul proprio modo di vivere e svolgere il proprio ruolo. Per questo, negli anni, sono nate organizzazioni che hanno come missione proprio quella di occuparsi di queste tematiche. Una, a Firenze, è “Human Relations - Istituto per il Benessere Relazionale nelle Organiz-zazioni”. Si tratta di un polo di consulenza, formazione e informazione che lavora proprio per la divulgazione culturale dell’efficacia la-vorativa unita al benessere organizzativo e delle persone. Professionisti provenienti dal mondo aziendale, della ricerca universitaria, delle scienze sociali che, con strumenti diversi, affiancano le organizzazioni lavorative per pro-muovere riflessioni “sul benessere relazionale”. Lo spiega meglio la dottoressa Ilaria Buccioni, presidente di “Human Relations”, che insieme alle colleghe Anna Maria Palma e Isabella Venturi dirige l’Istituto.Investire nelle relazioni, che cosa significa precisamente?Tutte le organizzazioni vivono di sistemi di re-lazioni. Sul lavoro spesso le persone stanno a contatto diretto per anni, e non sempre si ca-piscono. Spesso si generano malesseri che sfo-ciano in atteggiamenti di insofferenza. Questo accumulo di incomprensioni, genera, natural-

societàFocus. Intervista alla dottoressa Ilaria Buccioni, presidente dell’istituto Human Relations

Quel mal d’azienda che rovina i rapportiBenedetta Strappi

capita spesso che sul posto di lavoro si creino malumori e tensioni che, a lungo andare,

possono lasciare molte ferite e rovinare la qualità della vita. Per questo può servire l’aiuto

di professionisti esterni, specializzati proprio nella cultura del “benessere relazionale”

mente, stress, talvolta disaffezione professionale, sicuramente sofferen-za. In alcuni casi perfino malattie anche gravi sono causate da disagi sul lavoro. Il nostro invito è quello di “coltivare”, a tutti i livelli organiz-zativi, i rapporti, di interrogarci sul “come” stiamo e cosa potremmo fare per stare meglio creando così nuova pensabilità; premessa per alimentare un percorso verso il “ben vivere”, e di conseguenza porre le basi per il “buon lavorare”. E da dove si comincia per farlo? Occorre partire reimmaginando il sistema. Anche cambiamenti minimi rappresentano, in questo senso, un buon punto di partenza: talvolta ba-stano semplici accortezze. La filoso-fia alla base di questo pensiero è che in qualsiasi organizzazione e sistema occorre rinnovarsi per vivere al me-glio. È questo quello che intendiamo per “nuova pensabilità” ed equivale, a conti fatti, a prendersi cura di sé per stare e far star bene. E quali sono, concretamente, gli strumenti per arrivare a questo?Grazie anche ad una stretta sinergia con l’Università di Siena – Master in counseling e formazione relazionale, diretto dal Prof. Enrico Cheli – il no-stro istituto propone percorsi presso

la propria sede, ma anche interventi specifici costruiti insieme ad enti ed aziende presso le loro sedi, oltre a consulenze individuali personalizza-te.Che cosa differenzia le vostre pro-poste?Organizziamo giornate di studio, convegni, prodotti editoriali e semi-nari esperienziali dove competenza-pensiero-progetto, insieme a cuore-entusiasmo-passione sono i “nostri” ingredienti per rendere funzionale l’apprendimento. Accompagniamo i nostri clienti attraverso riflessioni che tengono sempre presenti tre livelli: quello individuale, quello relaziona-le, quello organizzativo. Nelle nostre proposte si intrecciano così continua-mente temi come autostima, stile pro-fessionale, stress ed emozioni, potere, relazioni e conflitto, ma anche orga-nizzazione del lavoro e dei processi comunicativi, avendo sempre come priorità la salute dell’organizzazione, il benessere individuale e l’efficacia lavorativa. Il nostro stile si avvale di un insieme integrato di approcci che coinvolgono aspetti cognitivi, emoti-vi, corporei, relazionali ed organizza-tivi, che potranno essere sperimentati nella sede dell’Istituto a Le Bagnese (Fi), giovedì 30 settembre alle ore 18.

La dottoressa Ilaria Buccioni

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tempo libero

Da uno a tre euro per una partita a bingo, ancora meno per la tombola. Ma c’è molto di più.

Bastano una trentina di euro per iscriversi ai più disparati corsi, mentre pagando una cifra

più consistente ci si assicura un museo diverso a settimana. E ballare è quasi sempre gratis

il costo Del DiVertiMento/1. Per chi ha più primavere sulle spalle lo svago è low cost

Cultura, risate e valzerper un pugno di centesimi

Una partita a carte al circolo, un ballo il sabato o la domenica pomeriggio, una partita a bocce. Per tutto il resto c’è da spendere. Ma non molto. Sì perché

se i giovani sborsano come minimo una ventina di euro per andare a ballare (a patto di rimanere parchi con le bevute) e almeno una dozzina per una sola partita a bowling, superata una certa so-glia di età il prezzo del divertimento cala. Fatti i conti con la pensione, il tempo libero lo si può ingannare in compagnia a costo quasi zero. Anzi, i più fortunati possono anche trovare il modo di farlo fruttare. Ovvio che qui il gioco d’azzardo o il pokerino online c’entrano poco o nulla. Al massimo si parla di Bingo, quello sì, anche se gli habitué fiorentini sono rimasti a digiuno per tutto l’anno scorso. L’unica sala sopravvissuta, quella del Circolo Vie Nuove di viale Giannot-

ti, ha infatti chiuso i battenti a settembre 2009, causa fallimento della società che l’aveva pre-sa in gestione. Il mese prossimo, però, i giochi dovrebbero riaprirsi. Una cartella si compra con uno, due o tre euro al massimo. Facendo appello alla buona sorte il piccolo investimento può por-tare dai 30 ai 300 euro. Ma non è tanto la posta in palio a far gola, quanto la possibilità di passare un pomeriggio in compagnia. “Nel weekend ar-rivano oltre un centinaio di persone”, raccontano gli aficionados di Vie Nuove. Ancora più econo-mica la buona vecchia tombolata. All’Andrea del Sarto, in via Manara, una cartella costa 15 o 20 centesimi e il premio è in buoni spesa. Sulla stes-sa linea il “prezzo” di un pomeriggio passato a giocare a carte, come testimonia Rossano Righi, presidente del Centro culturale dell’età libera su Lungarno Ferrucci. Che preannuncia tornei di Burraco per questo inverno. “L’ingresso al Cen-tro è aperto a tutti – afferma – ma la partecipazio-ne al torneo sarà riservata agli associati”. Il che

non dovrebbe rappresentare un grosso proble-ma, visto che la quota associativa equivale a 80 centesimi al mese. E permette poi di accedere a una serie di iniziative distribuite durante l’intero anno: gite fuoriporta a costo zero, visite guidate ai musei e perfino pasti in compagnia a prezzi popolari. Passando dal tavolo al tappeto verde, la spesa sale un po’: dai cinque agli otto euro per una partita a biliardo. Per le serie non si finisce mai d’imparare, invece, gli over 65 che volesse-ro investire il proprio tempo in crescita cultura-le non hanno che da scegliere. I corsi per l’età libera, spesso e volentieri liberi anche dai costi, sono moltissimi. E poi ci sono quelli organizzati dai Quartieri, a partire da 30 euro per una decina di lezioni. Chi si può permettere un investimento più elevato può rivolgersi inoltre agli Amici dei Musei: con una settantina di euro ci si assicura una visita diversa a settimana. E nel weekend, gratis o quasi, si scende in pista in circoli e dan-cing sparsi per la città.

Paola Ferri

iTalinaPensionata, 86 anni

“Un tempo andavo spesso a ballare, ma adesso il mio ginoc-chio malconcio non me lo permette più. Però con il gruppo della Misericordia andiamo spesso a fare delle gite o dei brevi viaggi. Tragitto in pullman, mete non troppo lonta-ne, come Austria, Lourdes, Montecarlo e spesa contenuta, a portata di pensione”

“Viaggiarein comitivacosta poco”

nanÌPensionato, 71 anni

“Non amo frequentare circoli o bar, né tantomeno giocare a carte. Nel tempo libero mi dedico alla lettura, compro due o tre giornali al giorno, il che significa spendere 2 o 3 euro al dì. Una o due volte a settimana io e mia moglie andiamo a cena fuori e spesso portiamo anche i nostri figli. Spendiamo circa 30 euro a persona”

“Due o treeuro al dìin giornali”

aleSSanDroImprenditore, 60 anni

“Non viaggio molto, ma tra weekend al mare e gite e fuori-porta con la famiglia spendo un centinaio di euro al mese. D’estate, poi, andiamo spesso a cena fuori, il che vuol dire mettere in conto altri 300 euro mensili. E durante tutto l’an-no c’è la spesa per i giornali, come minimo 2 euro al giorno, e per i libri, altri 10 euro circa al mese”

“Le cenefanno salireil conto”

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28 Settembre 2010

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tempo libero

Quanto costa stare dentro il tunnel del di-vertimento? Per fare i “conti in tasca” alla movida fiorentina occorre valutare le tan-te alternative di prezzi e locali che offre

Firenze by night. Ci sono occasioni per chi ha soldi da spendere, ma anche per coloro che hanno budget sera-le limitato. Per chi desidera divertirsi in modo “easy” e magari all’aperto, tappa irrinunciabile sono i locali in piazza: da Santo Spirito a Sant’Ambrogio, dove i cocktail “low cost” sono d’obbligo: con 4 euro – a Las Palmas di Piazza Ghiberti – si prende una bevuta e si mangia a buffet. Facendo attenzione però all’orario: dopo le 21.30 i prezzi aumentano. Quindi non è insoli-to vedere – prima che faccia buio – tavolini traboccanti di bicchieri di mojito e vodka lemon, perché dopo le 21.30 i cocktail costano 7 euro. Ci sono anche locali che offrono la possibilità “dell’apericena”: con 8 euro – al Kitsch The Pub – prendi una bevuta e riempi lo stomaco, grazie al buffet molto ampio che viene offer-to dalle 18.30 alle 21.30. Per chi ama seguire la moda sono diventati irrinunciabili gli aperitivi in terrazza: un nuovo modo per godersi la città dall’alto, grazie alla visuale insolita su Firenze. Ci sono alberghi dove è possibile cenare in terrazza (come l’Hotel Baglio-ni), hotel dove si può bere un aperitivo con panorama

mozzafiato come sulla Terrazza Bardini (con aperitivo a 10 euro), all’Hotel Minerva (ingresso con incluso il primo drink e buffet, 17 euro), a Villa La Vedetta, e sulla Terrazza Stendhal (circa 15 euro). Ma c’è anche chi è alla ricerca di bevute “free”, in questo caso l’ap-puntamento è ogni lunedì alle Murate (il nuovo spazio dell’ex carcere, in piazza Madonna della Neve) con aperitivi gratuiti, performances, video proiezioni e concerti jazz. E poi c’è tutto il corollario di locali in via dei Renai: zona ormai storica per consumare un aperitivo (aspettando la cena). Chi invece con dieci euro vuole anche cenare, può approfittare degli ab-bondanti buffet messi a disposizione da locali, sempre affollatissimi, come il Rifrullo in San Niccolò o l’Oibò in Santa Croce. Insomma, sono tanti gli spaccati del mondo del divertimento fiorentino. C’è chi preferisce gli ambienti già conosciuti, chi posti diversi per diffe-renziare le scelte e cercare di costruire nuovi rapporti. L’elemento che – indistintamente – balza agli occhi, tra le vie della movida, è il flusso dei gruppi che emi-grano – di locale in locale – a seconda degli stati emo-zionali (e confusionali) che vivono. E quando il tempo e lo spazio vengono riempiti con il proprio desiderio di evasione e di avventura, poco importa quanti soldi si hanno da spendere. L’unica prerogativa è divertir-si. Dentro o fuori dal tunnel. E la serata diventa così crocevia di partenze, transiti e approdi. Che la mattina dopo, spesso, rimangono solo un ricordo.

Giuditta Boeti

raffaeleStudente, 21 anni

“In generale spendo una settantina di euro al mese, tra usci-te serali e passatempi vari. D’estate, uscendo praticamente tutte le sere la cifra sale un po’, ma dipende dai posti in cui si va. Ad esempio ci sono discoteche con consumazione obbligatoria, altre che ti fanno pagare solo l’ingresso. Co-munque in media per andare a ballare sono circa 20 euro”

“Minimo20 europer ballare”

SiMoneStudente, 21 anni

“Spendo come minimo 5 euro a sera, il prezzo di una birra. In un weekend posso arrivare a spenderne 25, fino a 40 se vado a cena fuori con gli amici. Ma per rispar-miare si può anche organizzare una cenetta old style a casa, utilizzando quel che c’è nel frigo, praticamente a costo zero”

“5 euroa sera peruna birra”

caMillaStudentessa, 13 anni

“Per divertirsi si spende parecchio, qualsiasi cosa uno fac-cia. Tra cinema, shopping e qualche pizza fuori in un mese posso arrivare a una cinquantina di euro. La sera non esco spesso, ma anche passare il pomeriggio fuori, prendendo qualcosa da bere con un’amica, significa “perdere” come minimo 5 euro al giorno”

“Si finiscesempre perspendere”

il costo Del DiVertiMento/2. Più “salato” uscire la sera per i giovani amanti della movida

Portafoglio aperto dal tramonto all’alba

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Una piazza come campo, linee immaginarie, giubbotti o zaini come pali delle porte, nes-sun numero sulle maglie, nessun arbitro. E un pallone, simbolo del divertimento e del

potere di chi lo portava: bastava un torto subito, vero o presunto, e la partita terminava immediatamente con il più classico dei “il pallone è mio”. Ricordi di un tempo lontano, quando le scuole calcio per gli aspiranti cam-pioncini erano i piazzali e i giardini. Almeno sino ai dieci anni, età minima per iscriversi ai Nagc. Poi la rivo-luzione del calcio moderno ha investito anche il settore giovanile. Una rivoluzione che ha strutturato il percorso di avviamento all’attività calcistica. Oggi la prima divisa si può indossare già a cinque anni compiuti, età minima per diventare “piccoli amici”. Dopo tre anni il salto nella categoria “pulcini”. Altri due anni e i pulcini diventano “esordienti”, ponte verso il calcio a 11 (sino ad allora le partite sono, progressivamente, tra squadre di cinque, sette o nove giocatori). Un percorso di crescita che nella provincia di Firenze si realizza nelle 92 strutture (di cui 25 in città) in possesso del “bollino” rilasciato dal Set-tore giovanile e scolastico della Federcalcio: 51 scuo-le di calcio riconosciute (16 nel capoluogo) e 41 centri calcistici di base (nove a Firenze). Una differenziazione – più qualificate le prime, meno le seconde – operata sulla base dei requisiti in possesso delle società sportive, dal rapporto tra il numero dei bambini e degli istruttori alla qualifica di questi ultimi. Una differenziazione che ovviamente si riflette anche sul costo sostenuto dalle fa-miglie per mandare i propri figli – o figlie, perché l’atti-

vità è aperta sia ai maschi che alle femmine – a scuola di calcio. Un costo che tende a spaziare tra i 200 ed i 300 euro a stagione, cui vanno ad aggiungersi, limitatamen-te alla prima iscrizione, le spese per l’equipaggiamento (borsa, tuta, divise da allenamento e da gara, k-way), solitamente intorno ai 100 euro. Ultimo esborso, i pa-rastinchi e, soprattutto, le scarpette da calcio: momento magico per i bambini, un po’ meno per i genitori alle prese con prezzi spesso esorbitanti. Ma con un po’ di pazienza e tanta perseveranza è possibile portare a casa entrambi i sospirati articoli ad una cifra inferiore ai 50 euro. A conti fatti mandare il proprio figlio a scuola cal-

cio può avere un costo per il primo anno che va dai 350 ai 450 euro, meno di cinquanta euro al mese. Una cena al ristorante in meno in cambio dell’opportunità di far crescere, maturare, e divertire il proprio figlio. Un sacri-ficio più che accettabile. Purché lo si faccia con lo spirito giusto, senza caricare il bambino delle proprie illusioni. E se son rose fioriranno. Comunque ed ovunque. Del resto nel passato le rose più belle del calcio hanno co-minciato a sbocciare sull’asfalto e sulla terra dei vicoli e delle piazze.

Quanto costa diventare campionicalcio. Per una stagione di allenamenti, il primo anno, ci vogliono circa cinquanta euro al mese

Lorenzo Salusest

La prima divisa si può indossare già a cinque anni, poi il salto nella

categoria “pulcini”, seguita dagli “esordienti”. La spesa maggiore

è all’inizio, quando va comprato l’equipaggiamento necessario

Non è mai troppo presto per iniziare a giocare a cal-

cio. O quasi. Se il primo calcio al pallone solitamente avviene quando ancora l’equilibrio del bambino è precario, per il primo corso bisogna attendere i cinque anni compiuti. L’avventura può iniziare in qualsiasi momento dell’anno, da settembre a giugno, dopo aver adempiuto ad alcuni semplici impegni. Primo passo: la scelta della scuola calcio, da individuare in base alla como-dità (vicinanza da casa o dal la-voro) e/o alla qualità. Secondo passo: munirsi di due fototessere del bambino, il certificato conte-stuale firmato dai genitori, il cer-tificato medico per l’attività non agonistica (sufficiente quello del pediatra sino ai 12 anni. Dopo il compimento del dodicesimo anno, anche se a stagione cal-cistica in corso, è necessario il certificato rilasciato dagli istituti di medicina dello sport). Quindi il pagamento della quota d’iscri-zione ed il gioco è fatto, anzi sta per iniziare. Un’esperienza edu-cativa e formativa resa possibile da molte società calcistiche sotto la supervisione del settore giova-

nile e scolastico della Federcal-cio, guidato in Toscana da Paolo Mangini: “Il nostro obiettivo pri-mario è far sì che i bambini si di-vertano ed imparino a giocare, il risultato è secondario. Del resto i tanto decantati modelli stranieri di formazione dei giovani cal-ciatori sono analoghi a quanto da anni la Federcalcio suggerisce di fare: grande attenzione alla di-dattica, numero dei giocatori per squadra e dimensioni del campo in funzione dell’età dei giovani calciatori”. Al centro della scuo-la calcio, in sintesi, c’è il bam-bino, il suo divertimento, la sua crescita. Per il risultato agonisti-co c’è tempo.

Ci si può iscrivere in qualsiasi momento dell’anno

Ecco la lista dell’occorrente

/L.S.

ISTRuZIONI PER L’uSO

giovani

Tra città e provincia ci sono 92 strutture in possesso del “bollino” giovanile della Federcalcio

Dopo il polverone, un’appa-rente calma piatta. Fa ancora

parlare di sé lo scandalo dei baby calciatori scoppiato in Toscana tre mesi fa. Sulla vicenda, che ha scosso dalle fondamenta il calcio dilettantistico nostrano, pendono infatti ancora tanti interrogativi e domande senza risposta. Non bastano le condanne sportive per le 11 società coinvolte e per sette loro tesserati: nelle stanze della questura di Firenze si continua a indagare per far luce sulle molte zone d’ombra ancora da chiarire. L’inchiesta era partita dalla pro-cura federale della Federcalcio, che da tempo aveva cominciato a lavorare sul caso in seguito a numerose testimonianze di gio-vani. Al centro dello scandalo il sistema messo in piedi da alcuni faccendieri del pallone per far arrivare in Toscana calciatori in erba provenienti da società del sud Italia. Secondo l’accusa, era Antonio Improta, talent scout, a ingannare le famiglie dei ragaz-zi. L’uomo le convinceva pro-mettendo un trattamento di tutto rispetto per i loro figli, assicuran-do scuola, vitto e alloggio gratis.

Oltre, ovviamente, a un futuro sui migliori campi di calcio del-la Toscana. La realtà ricostruita dalla procura federale era però un’altra, con i giovani costretti a mangiare poco e male in luo-ghi fatiscenti. Gli investigatori si erano anche imbattuti in alcu-ni casi di abbandono scolastico. Tutti gli adolescenti militavano in squadre dilettantistiche: San Donato Tavarnelle, Audace Gal-luzzo, Lastrigiana, Dopolavo-

ro ferroviario Firenze, Vicchio, Sansovino, Virtus Poggibonsi, Certaldo, Montelupo e Malise-ti. Le società sono state ritenute colpevoli dalla giustizia sportiva per irregolarità nei tesseramenti e per “avere omesso ogni cau-tela, controllo e vigilanza” sulla reale sistemazione dei calciatori minorenni.

Sullo scandalo “baby-calciatori” ancora domande senza risposte

il Fatto. In Questura si continua a indagare

/Lu.Ser.

Condanne sportive per 11 società e per sette loro tesserati

L’unica donna che non ti fa aspettare

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30 Settembre 2010

Page 31: Il reporter-Reggello-settembre-2010

LE ORIGINI

Si allenano minimo due volte a settima-na. Due ore e mezzo di attività fisica ogni volta: 10-15 minuti di corsa lenta, altri 15 per sciogliere le articolazioni,

un bel po’ di riscaldamento e potenziamento dei muscoli, esercizi di equilibrio. E poi si inizia. A giocare a calcio? A fare danza? No, questo non è uno sport. Si chiama parkour e a chi lo pratica piace definirlo “l’arte dello spostamen-to”: vivere la città superando gli ostacoli che si incontrano – un muretto, una sbarra, per non parlare delle barriere architettoniche. Loro lo dicono così: è la disciplina di spostarsi da un punto ad un altro nel modo più fluido, veloce e sicuro possibile. Ma è proprio sulla sicurezza che sono nate le polemiche che hanno portato il parkour all’attenzione di giornali e tv. Ci sono stati incidenti, uno in Italia, in cui sono morti dei ragazzi. Saltando da un tetto a un altro, op-pure salendo sopra a uno pericolante. “Questo succede perché un ragazzino pensa che sia un gioco e dice ‘mi butto’. Ma non è così, il par-kour richiede tanto allenamento e piena consa-pevolezza dei propri limiti”, spiegano Giulio,

Alessio, Leonardo e Paolo di Parkour Firenze, un’associazione dilettantesca nata nel settembre 2009. “Quello che si vede nei filmati su internet a volte è fuorviante: chi fa salti difficili arriva a farli dopo 10 anni di allenamento e non lascia nulla al caso”. Loro hanno iniziato qualche anno fa e poi hanno deciso di costituirsi in associa-zione, cosa insolita nel mondo del parkour, pro-prio perché “più il gruppo cresceva e più c’era la necessità di organizzarci e di scoraggiare chi pensa di avvicinarsi a questa disciplina come se fosse una cosa semplice e leggera”. Hanno tra i 17 e 35 anni, nella vita di tutti i giorni studiano o lavorano e raccontano che, da quando fanno parkour, vedono “in modo diverso, migliore, Fi-renze: perché la viviamo di più e non ci passia-mo solo per andare in un pub la sera”. Si allena-no in piazza Leopoldo e fanno percorsi anche in piazza Alberti. Qui, una volta, hanno chiamato i carabinieri: “Abbiamo visto dei ragazzini che facevano danni e abbiamo telefonato al 112. Il vandalismo e il degrado non piacciono a nessu-no”. E infatti si mettono anche a raccogliere i cocci delle bottiglie rotte che trovano per terra.

“A chi vuole provare il parkour diciamo: rivol-getevi a chi lo fa già. Se non volete provare con noi, almeno contattateci per avere qualche con-siglio”. Un messaggio che va anche ai genitori e ai nonni: “Conosciamoci. E magari provate voi

stessi: il parkour si può fare anche a 60 anni, non è una disciplina estrema né competitiva”. Il sito internet, dove si trovano anche i contatti te-lefonici, è www.parkour-firenze.blogspot.com, l’email [email protected].

corrono, saltano, superano muretti e ringhiere:

è la nuova disciplina di strada che si sta diffondendo

in Europa. A Firenze è nata un’associazione

Il parkour (foto Luca Hosseini)

Il parkour nasce alla fine degli anni ‘80 nelle periferie di Pa-rigi. La parola deriva dal francese “parcours” e più precisa-

mente dall’espressione “parcours du combattant”, il percorso del combattente utilizzato nell’addestramento militare. L’idea del nome venne a quello che è considerato il fondatore del par-kour, l’atleta e stuntman David Belle, e al suo amico attore Hu-bert Koundé (“L’odio” di Mathieu Kassowitz e “The Costant Gardener” sono i suoi film più famosi). I due sostituirono la “c” con la “k” per rendere più forte la parola e, si dice, tolsero la “s” – che non si pronuncia – perché incoerente con l’idea di utilità

ed efficienza che il parkour deve dare. Belle, 37 anni, è cresciuto in una famiglia abituata per lavoro al movimento fisico e alle situazioni pericolose: il nonno è stato un vigile del fuoco, così come il padre, che si è addestrato seguendo il metodo elabora-to da George Hébert. E proprio quest’ultimo può essere consi-derato il “nonno” del parkour: nato nel 1875, fu ufficiale della Marina durante la I Guerra Mondiale, ma prima ancora fu man-dato nella colonia francese della Martinica. Qui, nel 1902, si verificò una terribile eruzione vulcanica e Hébert partecipò alle operazioni di salvataggio della popolazione. Questa esperienza,

unita alla conoscenza dei popoli africani e della loro prestanza atletica che fece durante altri suoi viaggi, lo portò a riflettere sul modo di sviluppare e usare le capacità fisico-atletiche. Tornato in Francia, diventò insegnante di educazione fisica e sistematiz-zò un suo metodo di allenamento: il Metodo Naturale che, come l’ha descritto lui stesso, “consiste di esercizi all’aperto – un per-corso, lungo da qualche centinaio di metri a qualche chilometro, durante il quale si cammina, si corre, si salta, si avanza a quattro zampe, ci si arrampica, si cammina in equilibrio instabile, si porta, si lancia, si combatte e si nuota”.

Il fondatore di questa “arte”, sbocciata nelle periferie parigine, è considerato l’atleta e stuntman David Belle

Una parola francese (storpiata) e due principi: effi cienza e utilità

Parkour, lo “sport” di vivere la città

Paolo Ceccarelli

tenDenZe. Nei mesi scorsi polemiche sugli incidenti, anche mortali, accaduti ad alcuni ragazzi

/P.C.

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Demolizioni, sfratti e pulizia. Ma il giardino sul lungarno della Zecca Vecchia, che fino a pochi mesi fa era occupato dal contestatissimo

mercatino multietnico, aveva ripreso a vivere in sordina, spopolato e cristallizzato nella sua nuova veste fino a quando, in agosto, è com-parso il Chiosco della Zecca, bar con tavolini all’aperto che offre, a chi ha voglia di frescheg-giare un po’, un luogo sicuro, tranquillo (e non costoso) dove passare del tempo all’aperto. “La caratteristica principale del nostro chio-sco - spiega Pierdomenico, che gestisce il bar insieme a Marcello, Federica, Lucia e con la collaborazione di Federico e Ivan - è che questo è il primo chiosco in città a servire solo anal-colici. Per esempio abbiamo la birra e il mojito analcolici e il messaggio che vogliamo trasmet-tere è chiaro: non ci si deve per forza ‘sballare’ con l’alcol, basta fare quattro chiacchiere con gli amici per divertirsi insieme”. Il bar, che è aperto 7 giorni su 7, dalle 9 del mattino alle 9 di sera, è una sfida per i gestori e un’occa-sione di rinascita per un luogo che fino a poco tempo fa era sinonimo di degrado e spaccio di droga. “Da quando ci siamo noi non ho mai visto nessun comportamento sospetto - spiega Pierdomenico - e poi c’è una pattuglia dei cara-binieri che spesso viene a controllare che tutto sia a posto”. Il primo passo è stato fatto, sia nei confronti della cittadinanza, che ha un nuovo luogo dove ritrovarsi, sia nei confronti dei tanti turisti che ogni giorno si ritrovano sul lungarno (dove sostano i pullman in arrivo dalle località più disparate) e che fino a qualche tempo fa non avevano neanche una toilette a portata di mano. “Oltre ai bagni che c’erano già - continua il ge-store del chiosco - abbiamo fatto installare due toilette chimiche che vengono pulite costante-mente. Spesso dai pullman scendono persone anziane e abbiamo pensato che un servizio del genere fosse indispensabile. Il costo per uti-lizzarla è di 50 centesimi”. I prossimi obietti-

Come svagarsi in città a settembre? Fino al 19 di questo mese possiamo scegliere tra:

Lazzaretto, dove si svolge la 23esima Sagra della pizza, per poter gustare golosissime pizze, piatti della cucina tradizionale accompagnati da musica e balli; il Girone, frazione di Fiesole, te-atro della 26ma Sagra del tartufo, con menù tut-to a base di tartufi e spettacoli musicali. La fina-lità dell’evento è il finanziamento delle attività di volontariato della locale sezione della Croce Azzurra. Ancora, c’è la fiera “Pomarium”, pres-so il Parco Vivai Belfiore, a Lastra a Signa, tra le più rilevanti a livello nazionale e che promuove la cultura del biologico, dedicata alla diffusione della conoscenza delle piante da frutto antiche. La manifestazione riunisce, nella bella cornice del Parco Vivaio, numerosi espositori che pre-sentano prodotti dei più vari, tutti collegati alle piante da frutto, quali libri e stampe antiche e moderne sulla frutta, riviste specializzate, con-cimi naturali e vari preparati per la difesa bio-logica della frutta, moltissimi prodotti derivati

dalla frutta, cesti artigianali, ceramiche e frut-tiere da tavola, vasi per la coltivazione in terraz-zo delle piante da frutto, frutta fresca scomparsa dai banchi di mercato. Sabato18 e domenica 19 settembre sarà la volta della fiera Fortezza Anti-quaria (che torna nella sede originaria, i giardini della Fortezza del Basso a Firenze) e raccoglie 120 operatori, tra collezionisti e antiquari, pro-venienti da tutta Italia. A Certaldo, domenica 19 settembre, si terrà il mercatino di antiquariato e artigianato, in piazza Boccaccio, dove saranno presenti numerosi espositori di mobili e ogget-tistica di antiquariato e banchetti di artigiani locali. Domenica 26 settembre sarà la volta dell’84esima Festa dell’Uva a Impruneta. Saba-to 2 e domenica 3 ottobre, infine, a Firenze, ci sarà la Fiera internazionale della ceramica, arri-vata alla XI edizione, in piazza Santissima An-nunziata. Saranno esposte le opere di circa 60 ceramisti italiani ed europei, che offriranno un quadro significativo della creazione ceramica contemporanea.

L’estate si chiude nel segno delle sagreManGia&beVi. Fino alla fine del mese eventi per tutti i gusti a Firenze e dintorni

Il Chiosco della Zecca all’interno del giardino

Ludovica V. Zarrilli

Il degrado si combatte a suon di analcoliciil caso. Dopo lo sgombero del mercatino multietnico, l’area prova ora a rinascere

/V.G.

vi sono dei giochi per bambini “perchè questo giardino potrebbe diventare luogo di ritrovo per le mamme” e un punto informazioni che i ragazzi vorrebbero allestire proprio accanto al chiosco, per fare in modo che, insieme a un pa-nino, una bibita e un po’ di fresco, i turisti di passaggio possano avvalersi anche dei consigli di chi Firenze la conosce bene ed è pronto a dar loro il benvenuto. La chiusura è prevista per il 30 novembre, ma “se tutto ve bene, il contratto col Comune dovrebbe essere rinnovato”.

focus

Sul lungarno della Zecca Vecchia si servono succo

di pomodoro, birra e mojito rigorosamente alcol free.

Per offrire a Firenze un nuovo luogo da vivere

32 Settembre 2010

Page 33: Il reporter-Reggello-settembre-2010

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Page 34: Il reporter-Reggello-settembre-2010

Rivoluzione al Teatro del Maggio Mu-sicale Fiorentino: dal 2011 la stagione non comincerà, come di consueto, in autunno ma per assistere ad opere, bal-

letti e concerti si dovrà aspettare l’inizio dell’an-no solare. Dal prossimo anno la programmazione inizierà a gennaio, coprirà tutto l’anno solare e avrà al suo interno il fiore all’occhiello del Fe-stival del Maggio. Una scelta per far coincidere programmazioni artistiche e bilanci, come già avviene per molti altri Teatri in Italia, da Roma a Venezia, da Bologna a Palemo, e un’occasione per lanciare con grande anticipo il Festival fioren-tino nel panorama internazionale. Nessun timore, questo non significa che da settembre a dicembre il sipario del Comunale rimarrà abbassato, al con-trario, è già pronto il programma per i prossimi 3 mesi, che inizierà il 21 di settembre per concluder-si a fine anno. E’ una Stagione-ponte che prelude a quella nuova, lunga dodici mesi. Nessuna ridu-zione di produttività, invariata rispetto al 2009, e di offerta artistica, ma piuttosto una necessaria rivisitazione dei modelli di programmazione e produzione, alla luce dei nuovi scenari finanziari e normativi. Gli operisti nazionali spopolano in tutto il cartellone autunnale, spaziando da Verdi a Puccini, da Mozart all’italiano d’adozione Hans Werner Henze, fino a una serata dedicata a Ros-sini. Dopo Salome, arriva Pollicino, titolo amatis-simo di Hans Werner Henze. E ancora, è entrato stabilmente nel repertorio del teatro fiorentino il fortunato allestimento de Le nozze di Figaro (dal 2 novembre) firmato dal regista inglese Jonathan Miller, le cui messe in scena brillanti, ironiche e accurate sono sempre state accolte con molto favore dal pubblico. Novembre e dicembre sono consacrati a Zubin Mehta: il direttore del Mag-gio sigla ben due titoli consecutivi, La forza del destino (dal 23 novembre) e Tosca (dal 7 dicem-bre). Ma Mehta dirige anche tre diversi concerti: uno tutto mozartiano (27 novembre), con il Re-quiem che manca al Comunale dal 1988; quindi un programma russo con Shéhérazade di Rimskij-Korsakov e Sacre du Printemps di Stravinskij (11 dicembre), ed uno con il Concerto per orchestra

di Bartok e il famoso “Rach 3” interpretato dal formidabile pianista russo Denis Matsuev (15 di-cembre), per la prima volta al Comunale. Un ulte-riore concerto nel 2011 vedrà sul podio il maestro indiano per il centenario della morte di Gustav Mahler con la sua Quinta Sinfonia. MaggioDanza sarà impegnata durante l’autunno con due produ-zioni assai diverse fra loro: Trois histoires, trittico monografico che apre la Stagione del balletto (dal 13 ottobre al Teatro Goldoni) firmato da Fabrizio

Monteverde, Era Eterna, Poltronadamore, dal racconto di Alberto Savinio, e Bolero. Per Natale torna invece Coppelia (dal 22 dicembre al Comu-nale), per rinnovare la tradizione di assistere al balletto con la famiglia durante le feste, con la co-reografia di Evgheni Polyakov e il coloratissimo allestimento surreale firmato dal pittore spagnolo Sigfrido Martin-Begué, che si ispira fin dal primo impatto ai mille “occhi di smalto” della fanciulla del racconto “L’uomo della sabbia” di Hoffmann.

Una scena di Salome

Barbara Biondi

a teatro/1. Dal 21 settembre si rialza il sipario del Comunale. Tra classici eterni e tante sorprese

Maggio: una stagione lunga 12 mesiLa fi ne del 2010 segna una svolta: il 21 settembre prende il via un calendario-ponte

che terminerà a dicembre, appena prima dell’inizio della stagione uffi ciale,

che comincerà a gennaio (dal 2011 sarà sempre così), andrà avanti per tutto

l’anno solare e avrà come fi ore all’occhiello il Festival del mese delle rose Nonostante i problemi e nonostante l’abolizione dell’Ente Teatrale Italia-no (sostituito nelle responsabilità dal ministero per i beni culturali), a partire dal 21 novembre il teatro della Pergola, rinnova la sua promessa agli spettato-ri, proponendo 21 spettacoli nel nuovo cartellone, un viaggio nell’universo dei classici arricchito da spunti curiosi, tal-volta divertenti talvolta innovativi. È un anno nel segno di Molière e Shakespe-are, che saranno trattati da importanti nomi della scena. Sarà Il malato imma-ginario di Gabriele Lavia ad aprire la stagione, mentre Luigi De Filippo offri-rà una versione partenopea dell’Avaro. Shakespeare sarà il cavallo di battaglia della coppia Gravina-Siravo, con la loro Bisbetica domata trasposta da Pugliese nell’Italia anni Sessanta, e di Umberto Orsini con la Tempesta. La rubrica dei grandi autori prosegue con due Goldo-ni, La bottega del caffè del Carcano e La locandiera riletta da Elena Bucci e Marco Sgrosso. Non poteva mancare Luigi Pirandello, in accezione però di-versa dalle solite proposte. Tato Russo rilegge le pagine de Il Fu Mattia Pa-scal; Giancarlo Cauteruccio aggiunge una tappa importante al proprio lavoro di ricerca informando delle sue visioni Uno nessuno e centomila, interpretato dal fratello Fulvio. Grandi prove d’at-tore sono quelle di Franco Branciaroli impegnato nei panni di Don Chisciotte e di Luca Zingaretti con la sua Sirena. C’è Maurizio Scaparro, che nell’ambito della sua riflessione sui centocinquan-ta anni dell’Unità d’Italia propone Lo sbarco dei Mille, cronaca garibaldina estratta dai diari di un osservatore diret-to e famosissimo, lo scrittore Alexan-dre Dumas; c’è Giorgio Albertazzi, e il nuovo duetto Caprioglio-Tedeschi; e poi Le signorine di Wilko diretto dal regista lettone Alvis Hermanis e Un ispettore in casa Birling, recitato da Paolo Ferrari e Andrea Giordana. Quattro particolari sottolineature chiudono il cerchio della stagione. Il principe della gioventù, I pugni in tasca (dal celebre esordio cine-matografico di Marco Bellocchio), Per non morire di mafia e infine Processo a Gesù, che debuttò nel 1955 al Piccolo con la regia di Orazio Costa, altro nome che lega strettamente questo testo al Te-atro della Pergola.

a teatro/2

Alla Pergola insieme a Shakespeare e Molière

Il teatro della Pergola

È l’ex miss Italia Martina Colombari la nuova testimonial di Corri la Vita, la gara benefica che domenica 26 torna ad animare le strade fiorentine e che ha

raccolto nel tempo un seguito sempre maggiore, sia di partecipanti che di sponsor e testimoni illustri del mondo dello spettacolo, del cinema e della musica quali Luca Argentero, Aldo, Giovanni e Giacomo, Cristian De Sica, Hugh Grant, Chri-stine Scott Thomas, Jovanotti, Laura Pausini, Zubin Mehta, Vittoria Puccini, Eros Ramazzotti, Valentino Rossi, Simona Ventura. L’iscrizione costa 10 euro e tutti i partecipanti riceveranno la maglietta ufficiale realizzata dalla maison fiorenti-na Salvatore Ferragamo e il pettorale personalizzato da La Perla. I partecipanti potranno scegliere se iscriversi alla maratona competitiva di 12 km oppure alla passeggiata di 5,7 km che si snoda tra il centro storico e l’Oltrarno, con soste per visitare giardini, chiese, palazzi e musei aperti per questa speciale occasione. Alla passeggiata sono abbinate anche delle mete culturali eccezionalmente aperte per questa occasione. Si potranno visitare, tra le altre, la Chiesa e la cripta di Santo Stefano al Ponte, la Tribuna di Galileo del Museo della Specola, il Museo di Storia Naturale “Palazzo non Finito”, attraversare il Giardino di Boboli. Le iscrizioni

alla corsa competitiva e alla passeggiata si possono fare alla nuova sede LILT di Viale Giannotti 23 - tel. 055 576939; alla Firenze Marathon Viale Fanti, 2, tel. 055 5522957; a L’Isolotto dello Sport di Via dell’Argingrosso, 69 A/B e Universo Sport di Piazza Duomo. Mentre solo per la passeggiata a Universo Sport di via Sandro Pertini, 36/Viale Guidoni oppure, novità di quest’anno, online sul sito www.boxol.it e nei punti vendita accreditati del circuito box Office che si trovano sul loro sito. I fondi raccolti nel 2010 saranno devoluti a quattro importanti progetti, preven-tivamente analizzati da un comitato scientifico: sostenere l’attività del Ce.Ri.On, Centro di riabilitazione Oncologica per le donne operate di tumore al seno presso Villa delle Rose, una dei centri italiani più all’avanguardia per le cure psico-fisiche; contribuire all’acquisto di un mammografo digitale per l’Ospedale di Careggi pre-disposto con uno speciale software per la tomosintesi digitale del seno, collabora-re al progetto FILE “Oltre il Ponte”, per una continuità di cura fra Day Hospital Oncologico e Cure Palliative/Leniterapia, ed infine sostenere “The Vito Distante Project in Breast Cancer Clinical Research”, un progetto dedicato alla formazione di giovani medici per favorire un maggior impegno in senologia.

La Colombari testimonial di Corri la Vita l’iniZiatiVa. Il 26 appuntamento con la gara podistica che raccoglie fondi per la ricerca

/B.B.

/B.B.

Page 35: Il reporter-Reggello-settembre-2010

Quale luogo migliore per organizzare un festival dedicato interamente ai beni culturali e ambientali? La cul-la del Rinascimento, patria di ogni

forma d’arte e madre di tanti artisti, quest’anno accoglierà la prima edizione di Florens, manife-stazione che dal 12 al 20 novembre accoglierà a Firenze il best of del settore. L’iniziativa è pro-mossa da un comitato costituito da Confindustria Firenze, CNA-Firenze, Intesa Sanpaolo e Cassa di risparmio di Firenze. E’ stata realizzata una part-nership con la National Geographic Society che, in occasione dell’evento, presenterà alcuni filmati e mostre in anteprima mondiale. Partendo da Fi-renze, città simbolo della rinascita umanistica, la manifestazione ambisce a promuovere il ruolo del patrimonio artistico e culturale quale volano di sviluppo economico e sociale di portata interna-zionale. Firenze, la Toscana e l’Italia sono, infatti, la sede ideale di un laboratorio esportabile a livel-lo internazionale capace di sintetizzare pensieri e azioni volti a valorizzare, in chiave innovativa, i beni culturali, paesaggistici e ambientali. “Flo-rens 2010 è un’iniziativa di politica industriale che unisce economia e cultura – afferma Giovan-ni Gentile, presidente del Comitato organizzatore e di Confindustria Firenze -. La crisi ha imposto il profondo ripensamento dei modelli imprendito-

riali e di consumo, e un riposizionamento di tutti i sistemi produttivi. È ormai acquisito il ruolo della green economy nel cambiamento dei sistemi pro-duttivi verso un minore consumo di risorse am-bientali. Firenze lancia al mondo un’idea ambi-ziosa: l’economia dei beni culturali può essere un nuovo paradigma produttivo vincente e un nuovo motore dello sviluppo industriale. Il Forum Inter-nazionale dei Beni Culturali e Ambientali, desti-

nato ai principali decision maker e operatori inter-nazionali del settore, sarà l’evento principale della settimana e si terrà a Palazzo Vecchio da giovedì 18 a sabato 20 novembre 2010. Sarà un’occasione di confronto tra attori e professionisti del settore per trovare soluzioni innovative. Per Firenze sarà inoltre un momento di grande prestigio per pro-muovere e valorizzare il patrimonio locale e per riconfermarsi nell’ambito delle arti e della cultura quale modello di riferimento su scala globale. In

occasione del forum saranno presentati i risulta-ti di uno studio strategico - avviato a dicembre 2009, curato e realizzato da The European House-Ambrosetti - sul tema “La ridefinizione dell’eco-nomia dei beni culturali e ambientali”. Tale studio

affronta temi relativi al futuro dei beni culturali in Italia e nel mondo, alle principali esperienze mon-diali di successo, all’evoluzione economica delle città d’arte, al mix di arte, patrimonio e nuove tec-nologie per costruire innovazione.

Beni culturali, il festival è a “Florens”Caterina Gentileschi

la noVitÀ. È fissata per novembre la prima edizione della kermesse dedicata all’universo della cultura

Un libro in cui riconoscersi, ripensare sé stessi e la città in cui si vive. L’eterna lotta tra l’amor proprio e l’amo-re che si vorrebbe trovare, donare, vivere. O, se prefe-rite, un libro per scoprire un mondo diverso, fatto di

una quotidianità che appartiene a tanti, nell’epoca delle chat e dei social network. Un libro (anche) su Firenze. Non quella stereoti-pata dei bus turistici, ma quella dei fiorentini. Pippo Russo ci sor-prende ancora, proponendoci una storia diversa. “La memoria dei pesci” (Edizioni Cult Firenze, pag. 320, euro 12), terzo romanzo del professore di sociologia e giornalista agrigentino (oramai pie-namente fiorentino), è un viaggio breve ma profondo nelle sfere della vita – reale e virtuale - che si intrecciano, si disperdono, si sovrappongono per poi, alla fine, ristabilire il primato della realtà e della responsabilità dell’individuo verso se stessi e gli altri. I fatti

si svolgono a Firenze nel 2011 di Brando Ferraris, giovane talen-tuoso che, con due amici ha fondato la Self, società che fornisce servizi biografici multimediali. Ma il successo dell’impresa, poco a poco, finisce per interferire con la stabilità di Brando che, quasi all’improvviso, si ritrova a dover districare complicate matasse: dal rapporto con i soci a quello senza sbocchi con la sua don-na, con l’aggravante della contemporanea separazione dei suoi genitori. Proprio in questo quadro, dal recente passato, attraverso “l’altra vita” del suo avatar in rete, riemergono presenze femminili semi-dimenticate o del tutto rimosse dalla memoria. Così, come il viandante che ha perso qualcosa, Brando è costretto a tornare sui propri passi, anche per ritrovare il futuro. “E’ un romanzo sociale, un tentativo di fotografare la contemporaneità - dice Russo - Le vicende di Brando sono un pretesto per riflettere sul modo in cui

è cambiato il nostro modo di costruire le relazioni sociali, di collo-carle dentro una prospettiva di medio periodo, di dare importanza agli affetti”. “Brando è un personaggio che ha perso l’amore – continua lo scrittore - nel senso più ampio del termine: l’amore per le persone che lo amano, per le cose a lui immediate, per il suo lavoro, forse pure per se stesso. Vive schiacciato nell’istantaneo, manipolando le vite degli altri per mestiere ma ormai incapace di fare una corretta manutenzione della propria”. “In fondo - ag-giunge Russo - somiglia a ciascuno di noi molto più di quanto siamo disposti ad ammettere. Come pure il tema degli amori che nascono in rete: un’esperienza, anch’essa, più diffusa di quanto si sia disposti a confessare. Secondo me, sono il frutto di un bisogno di socialità che prima della diffusione dei nuovi mezzi di comuni-cazione istantanea rimaneva inespresso”.

La città di Russo, vista con gli occhi della retela recensione. È nelle librerie “La memoria dei pesci”, il terzo romanzo del giornalista siciliano ma “gigliato” d’adozione

/Ciro Becchimanzi

cultura

Otto giorni per parlare del settore come volano di sviluppo per il Paese

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Page 36: Il reporter-Reggello-settembre-2010

Sinisa, il duro che vuol cambiare i violail PersonaGGio. Tosto in panchina come lo era in campo, le critiche non lo turbano: ecco chi è Mihajlovic

Sinisa Mihajlovic

La Fiorentina ricomincia da Sinisa Mihajlovic. Ricomin-cia da un allenatore giudicato (criticato o amato) già pri-ma dell’inizio della stagione. Quasi un record. Lui che da piccolo stava fino a tredici ore a calciare da 30 metri le

punizioni per colpire un cerchio grande quanto un pallone, e che non si è scomposto davanti alle critiche a priori. Per gli uomini di calcio parla il campo. È andato avanti per la sua strada, cambiando modulo alla Fiorentina, chiedendo ai suoi giocatori più cattiveria. Si è dimostrato anche un fine psicologo con Babacar: bastone a inizio stagione per spronarlo (“Non ho ancora avuto modo di con-frontarmi con lui perché non si è allenato in gruppo per qualche problema fisico. Non so se andrà via in prestito, dipende da lui, se continua a lavorare come ha fatto fino ad oggi è inutile che resti qua, se capisce lo spirito con cui deve lavorare e impegnarsi allora

può farci comodo. La società la pensa come me, poi non so se vorrà cercare sul mercato un vice-Gilardino, io comunque spero che Babacar, se sta bene a questo alluce, possa far vedere buone cose”, aveva detto prima dell’amichevole col Valencia), seguito poi dalla carota (ovvero gli elogi): “Sta lavorando bene, la qualità non gli manca...”. Sul giovane talento i risultati si sono visti, per quanto riguarda tutta la squadra è presto per dare giudizi. Se il serbo sarà più bravo del “Mago di Orz” si vedrà solo a fine campionato, ma intanto la Fiorentina sembra cambiata nel carattere. Nelle prime uscite di Sinisa Mihajlovic, la squadra ha tirato fuori gli attribu-ti nei momenti di difficoltà. Serbo docet. Determinazione, cuore, grinta e cattiveria: questa è la miscela giusta. Altra differenza ri-spetto al passato, l’ex allenatore del Catania non ha pianto troppo nemmeno quando si è infortunata la stellina Jo-Jo: “Abbiamo per-so un punto di forza - dichiarò il mister - Stevan è un bravissimo ragazzo, tornerà presto, adesso però non serve piangersi addosso, dobbiamo pensare comunque positivo. In rosa abbiamo calciatori

di qualità che sapranno sostituirlo. Per adesso sono molto soddi-sfatto di Ljajic. Sicuramente Adem è il candidato numero uno, poi vedremo. Sono simili ma diversi al tempo stesso: Adem come mezza punta si muove meglio di tutti, Stevan è più fisico”. Dopo queste dichiarazioni è arrivato Cerci, una “corvinata” che ha dato subito buoni frutti. Mihajlovic, che in campo era un duro, sta tra-smettendo il suo carattere alla Fiorentina. Da non dimenticare, poi, che a questa squadra manca ancora Adrian Mutu, un Fenomeno in campo. Senza il rumeno, come è successo l’anno scorso, molti piazzamenti in Champions si sarebbero dissolti in campionati ano-nimi. Basti ricordare il pareggio contro il Genoa, con una tripletta del numero dieci negli ultimi minuti. Non è facile passare da 0-3 a 3-3 giocando bene: ci vuole un fuoriclasse per arrivare in alto. Qualcuno sostiene che con Sinisa potrebbe avere dei problemi, ma normalmente le “prime donne” prima si odiano e poi si amano. La speranza dei tifosi è che, da metà ottobre, la Fiorentina si ritroverà con due fenomeni. Uno dentro e uno fuori dal campo.

Lorenzo Mossani

Determinazione, cuore, grinta e cattiveria: questi gli ingredienti con cui l’ex tecnico del catania, che da piccolo

trascorreva ore ad allenarsi sulle punizioni, intende riportare in alto la Fiorentina. Diventando anche “psicologo”

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Page 37: Il reporter-Reggello-settembre-2010

Mai come quest’anno sarà campionato-spez-zatino. Nella scorsa stagione (vi ricordate,

tanto per fare un esempio, Fiorentina-Atalanta giocata alle 13?), infatti,

lo spezzettare la singola giornata di campionato era stato solo un anti-pasto di quello che succederà nella stagione 2010/11, da poco partita. Quest’anno lo spezzatino sarà pane quotidiano per i calciofili. Soprattut-to per il tifoso da poltrona. Il singolo turno di campionato verrà diviso in quattro giorni. Dal venerdì (per le

squadre che chiederanno di anticipa-re le proprie partite causa impegni eu-ropei) al lunedì (saranno almeno 6-7 i posticipi nel corso del campionato). Detto questo, vediamo quali sono gli impegni che aspettano i viola. Per la Fiorentina, dopo la prima partita gio-cata in casa con il Napoli (l’esordio non era certo dei più facili, soprattut-to per una squadra che si presentava ai blocchi di partenza con un nuovo allenatore), il primo vero ostacolo sarà fuori casa, contro la Sampdoria di Pazzini e Cassano, il prossimo 17 ottobre. Gara che si giocherà dopo la sosta per la Nazionale. Poi tre partite sulla carta abbordabili (contro Bari e Chievo in casa e Catania - quest’ul-tima si giocherà di sabato alle 20.30 - in trasferta) prima del big match del 10 novembre contro la Roma all’Olimpico (l’ultima vittoria dei viola in casa giallorossa risale alla stagione ‘91-’92). Quella contro il Catania potrebbe essere la prima di Adrian Mutu, visto che la squalifica per subutramina lo terrà fermo fino al 29 ottobre. Novembre riserverà altre due trasferte a prova di fuoco per la Fiorentina. In sette giorni, infatti, i viola se la vedranno con Milan e Ju-ventus. L’ultima prima della sosta na-talizia sarà al Franchi contro l’Inter. Si riprenderà ad anno nuovo, giovedì 6 gennaio con il Bologna al Dall’Ara; poi, il 9, in casa contro il Brescia, si chiuderà il girone di andata. Quindi subito trasferta a Napoli, dove i viola cercheranno di dimenticare il torto ar-bitrare subito in occasione della parti-

Cristina Guerri

A novembre doppia trasferta con Milan

e Juventus. Mutu può tornare a catania.

Il 26 ottobre esordio in coppa Italia

Quest’anno il campionato si fa spezzatinoGuiDa alla staGione. Ecco gli impegni che attendono la squadra gigliata fino al prossimo maggiosport

ta di andata. Di trasferte off limits, nel girone di ritorno, ce ne saranno molte meno. Anche se quelle con Lazio (30 gennaio) e Palermo (13 febbraio) non dovranno essere prese sottogamba. Per non parlare della penultima del-la stagione (8 maggio) contro l’Inter.

Il campionato si chiuderà poi il 22, giorno di Brescia-Fiorentina. Senza impegni europei, oltre al campionato, la Fiorentina sarà impegnata solo in Coppa Italia (Tim Cup). Il primo im-pegno è fissato il 26 ottobre al Fran-chi contro l’Empoli.

Quest’anno la Fiorentina avrà qualcosa in comune

con il Barcellona, uno dei club più forti e titolati del mondo. Il motivo è lo sponsor sulla ma-glia. Anzi, il messaggio solida-le che la Fiorentina ha scelto di “sposare” e portare in giro per l’Italia. Se gli spagnoli portano avanti la campagna dell’Unicef, la Fiorentina ha deciso di aiuta-re i bambini, mettendo sulla pro-pria maglia il logo di “Save The Children”, la nota associazione umanitaria che fa capo alla “In-ternational Save the Children Alliance”. Sul legame con “Save The Children” Andrea Della Valle si è così espresso: “Sono molto orgoglioso di intrapren-dere questa nuova iniziativa. Privarsi di una sponsorizzazio-ne che porti ingenti somme pur di portare messaggi importanti è una cosa che ci inorgoglisce.

Prima ancora che scadesse l’ac-cordo con Toyota pensavo pro-prio a una collaborazione come quella di ‘Save The Children’. A suo tempo – continua ADV - ne parlai anche con presidente del Barcellona, Laporta. Per noi è una svolta molto importante. Il nostro obiettivo, adesso, è quello di raggiungere l’Europa insieme a loro”. “La nostra è la più grande organizzazione che segue i diritti dei bambini - spie-ga Tesauro, il presidente di Save The Children Italia - siamo nati 90 anni fa, e quel che ci piace ricordare è che il nostro simbo-lo (che sarà anche sulla maglia viola, ndr) è ispirato a un bambi-no ricoverato a Firenze. Questo è un momento importante per noi, perché il nostro è un lavoro difficile. Sapere che c’è chi ci sostiene, come la Fiorentina, per noi è fondamentale”.

Sulle maglie il logo di “Save The Children”

Verso l’Europa. Con i bambini

/C.G.

L’INIZIATIVA

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Ha il cuore a Figline una delle realtà più importanti a livello mondiale nel panorama degli sbandieratori. Una storia affascinante, infatti,

collega il passato al presente con l’attività degli “Sbandieratori dei Borghi e Sestieri fiorentini”. A raccontarcela con pathos e tra-sporto è colui che oggi guida l’associazione, il Presidente Stefano Torricelli. Le origini del gruppo risalgono agli anni ’60, quando alcuni insegnanti del locale Liceo Classico “Marsilio Ficino” diedero vita all’esperienza tuttora in essere. “I soci fondatori – dice il presidente – sono quattro, Giuliano Mini, Pa-dre Zurlo, Baldo Baldi e Bruno Burchi. Con loro ebbe inizio l’attività con i primi ragazzi che cominciarono ad allenarsi”. Poi “venne scelto il nome del gruppo dopo aver studiato la storia del nostro territorio: Figline, Incisa e Reggello erano Borghi di Firenze. Incisa e Figline, inoltre, appartenevano al Sesto di San Pietro a Scheraggio e al Sesto di Bor-go, in seguito Quartiere di Santa Croce”. Da qui il nome di “Borghi e Sestieri Fiorentini”. Un’attività che porta il gruppo subito in con-tatto con il Calcio Storico Fiorentino. “Esat-to, entrammo a farne parte come “Bandierai degli Uffizi”, ma dopo alcuni anni l’attuale associazione sentì il bisogno di uscirne”, ci spiega Stefano Torricelli. “Proprio dall’an-no di quella scelta, il 1973, grazie all’allora Presidente Nannoni, il gruppo ha dei propri costumi ed un proprio statuto”. Le esibizioni intanto diventano sempre più numerose come gli sbandieratori: nel 1974 sono protagoni-sti nella cerimonia inaugurale dei Mondiali

Quelli che tengono alta la bandieraFiGline. Sono circa 80 gli Sbandieratori dei Borghi e Sestieri fiorentini. E fanno scuola

Andrea Trapani

di Calcio in scena nella Germania Ovest di allora. Le occasioni internazionali non man-cano come gli impegni sul territorio: anche quest’anno, ad esempio, il “Palio di San Roc-co” ha visto gli “Sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini” sfilare in processione as-sieme alle contrade storiche. Da Figline a tut-to il mondo, sventola così sempre più spesso lo stendardo del gruppo che adesso è costitu-ito da un leone rampante color oro, simbolo cittadino, con mezzo giglio rosso in campo bianco e gli stemmi di alcune potenti fami-glie valdarnesi (Castellani, Franzesi, Fabbri-ni e Serristori) ai quattro lati. Tanti anche i partecipanti. “Il nostro gruppo – continua il presidente – attualmente è costituito da un organico di circa ottanta elementi e da una scuola di bandiera che oltre ad assicurarci un continuo ricambio consente al gruppo di ri-manere fedele a quelle tradizioni che videro sorgere lo sbandieramento quale arte fiera e militare, scevra da ogni arzigogolato ed ap-pariscente gioco da saltimbanchi”. Il gruppo, infatti, è molto attento a rimanere legato alla tradizione, sia come modo di sbandierare sia nelle attrezzature: tanto è vero che è uno dei pochi, “se non l’unico” come sottolinea Torricelli, a utilizzare aste di legno lavorate e piombate artigianalmente e drappi rigorosa-mente ricamati. “Tanta fatica, ma anche tan-tissima soddisfazione”, conclude sorridendo il Presidente.

Sono passati oltre 40 anni da quando alcuni professori del Marsilio Ficino

fondarono il gruppo. E da allora le apparizioni pubbliche e i partecipanti

si sono moltiplicati. Rimanendo sempre fedeli alla tradizione

Un momento dello spettacolo in piazza

sport nel Valdarno

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38 Settembre 2010

Page 39: Il reporter-Reggello-settembre-2010

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É nata una squadra, forse meglio chiamarla ‘la squadra’ di riferimento della pallavolo del Valdarno e non solo. Un progetto am-bizioso, quello del Valdarno Volley, perso-

ne preparate e voglia di essere protagonisti. Niente obiettivi prefissati sulla stagione in corso, ma la sensazione, parlando con la dirigenza, di provare il salto nel grande volley in pochi anni. Naturalmente le basi sono state fatte rinforzando la squadra con “mele green” e il settore giovanile. Dopo solamente due anni di vita il Valdarno ha una squadra che può competere per la Serie A e lo sta dimostrando par-tendo dal manico con l’acquisto dell’allenatrice Bar-bara Biagi, una delle migliori allenatrici in Toscana, e l’alzatrice dalle “mani dorate”, Ilaria Ranieri. Tra i tanti arrivi, sicuramente spicca l’acquisto della schiacciatrice Basciano che approda a Figline dopo importanti esperienze che l’hanno vista protagonista anche nel campionato volley A2 e del libero Giorgi proveniente da Reggio Emilia. Cosa chiedere di più? Altri arrivi per completare una rosa che promette di essere protagonista. La ragione di un salto di qualità così importante è semplice. Nel Valdarno hanno vo-luto, opportunamente, seguire il motto “L’unione fa la forza” con la fusione fra il Volley Club Figline con l’Apv di Incisa. E’ così nata una squadra che dopo un avvio stentato nella scorsa stagione 2008/09 ha compiuto un girone di ritorno da incorniciare con una salvezza raggiunta su Narni a una giornata d’an-ticipo fra lo stupore generale degli scettici. A livello societario, il presidente Giuseppe Guaglio è affian-cato dai soci fondatori Paolo Peri, Tiberio Caselli, Giuseppe Caprella e Alfiero Tani. Naturalmente una citazione di merito va anche a Sara Simoni, Costanza Tani e Claudia Felladi cresciute pallavo-listicamente proprio nel Valdarno e rimaste per la

“Con queste mani vi porto in Serie A”Lorenzo Mossani

PallaVolo/1. Valdarno Volley, arriva l’alzatrice Ilaria Ranieri. Datele solo un 2 sulla maglia…

Prima del 23 agosto è arrivata a disposizione di Barbara Biagi un’altra stella. L’ultimo

colpo di un ricco mercato per la compagine di Guaglio & Co. è infatti Chiara Puccini che vestirà la maglia del Valdarno Volley. Dopo Ilaria Ranieri, Irene Gomiero, Francesca Villa-ni, Scilla Basciano e Rossella Giorgi è arrivata anche la giovane schiacciatrice dal Santa Cro-ce (A2): più che una promessa una certezza. Il Valdarno Volley, si presenterà, dunque, ai na-stri di partenza della B1 con una formazione all’altezza per puntare quantomeno ai play-off. Raggiunto il primo obiettivo, tutto è possibile. Intanto sono stati resi noti i calendari del pros-

simo campionato 2010/2011, un campionato sulla carta non impossibile che inizierà il 16 ottobre. Difficilmente ci sarà la corrazzata che distruggerà il torneo, ma nemmeno una com-pagine che regalerà tre punti facili. Tra i team che dovrebbero puntare alla promozione diretta Cittaducale rimane favorita con le “cugine” del Bisonte San Casciano un gradino sotto insieme a San Mariano. Attenzione anche all’Edilcost Ancona che da sempre trova energie inspiega-bili davanti al proprio pubblico. L’atteso derby Figline-San Casciano è atteso alla decima gior-nata prima della pausa natalizia: vietato, in quel caso, fare regali…

Alla decima giornata il derby col San CascianoPallaVolo/2. Campionato al via il 16 ottobre. Nel frattempo ecco un’altra stella

/L.M.

probabile lotta alla Serie A. Nel giovanile, come preannunciato, tanti i rinforzi, per citarne alcuni: Targioni e Beconi, ex Etruria, che si occuperanno di alcune squadre del giovanile e mini-volley, coppia sportiva da sempre maestra in questo settore. Alla vigilia del campionato è uno dei simboli più importanti della pallavolo dell’hinterland fiorentino e non solo, Ilaria Ranieri, a darci maggiori delucidazioni sul progetto.Con quale spirito sei venuta nel Valdarno Volley?Con grande entusiasmo. Da sempre per me è importante giocare e rappresentare un po’ le squadre che sento vicine, quando ho provato ad uscire da questo contesto non ho mai reso come avrei voluto.Conoscevi le tue compagne?No, ma non importa. Già dai primi allenamenti si capisce che l’intento è quello di fare bene, abbiamo un anno per conoscerci e per costruire qualcosa, spero, d’importante.Cosa ti è piaciuto di questa società?La schiettezza. Sono dirigenti, ma soprattutto persone, che vanno subito sul concreto, pochi giri di parole e tanta concretezza. A me va bene e piace così.Cosa volere di più?Il numero due sulla maglia: è una lunga storia, ma per me è importante…

sport nel Valdarno

Ilaria Ranieri

Chiara Puccini

40 Settembre 2010

Page 41: Il reporter-Reggello-settembre-2010

Il calcio valdarnese si colora di biancoverde. La Rignanese, in-

fatti, è riuscita a raggiungere l’ap-prodo in Eccellenza nonostante le delusioni della scorsa regular season e della contestata finale play-off. Un traguardo prestigioso che inserisce la squadra di Rigna-no in una categoria, dove oltre ai gialloblu di Figline, sono presenti tante squadre dal nobile passato: Massese e Pistoiese spiccano nel Girone A, Pontassieve e Sansovi-no nel B. Una soddisfazione che traspare anche dalle parole del vicepresidente, Fabio Bettucci: “Siamo orgogliosi di questo tra-guardo, il presidente e la società volevano arrivare in Eccellenza entro tre anni e ci siamo riusciti in due. E’ stato fantastico e non è il solo obiettivo che abbiamo rag-giunto”. La squadra rignanese, in-fatti, può vantarsi di aver azzerato il proprio debito. “Questa è stata un’altra grande soddisfazione per noi – continua Bettucci – visto che non solo abbiamo una situazione economica sanissima, ma stiamo portando avanti il nostro progetto con gli stessi costi che avevamo in passato nelle categorie inferiore. E’ un investimento importante che sommiamo a quello che stiamo

facendo per i giovani e sulle strut-ture, tra cui in primis quella sul campo sussidiario e una nuova pa-lestra”. Non manca all’appello il nuovo pulmino che porta i ragazzi dalla zona sud di Firenze fino a Rignano: “Un servizio molto ap-prezzato dalle famiglie dei nostri 150 giovani atleti”. Gli obiettivi? “Quest’anno – chiude il vicepre-sidente – puntiamo a una salvezza tranquilla, anche se non ci dispia-cerebbe essere la ‘mina vagante’ del girone”. La parola al confermato Coppi, il tecnico e i suoi diranno sul campo dove potrà arrivare questa Rigna-nese.

riGnanese. Zero debiti e tante ambizioni

“Saremo una mina vagante”

/A.Tr.

La Rignanese (foto da CalcioToscano.it)

La stagione si era chiusa nel migliore dei modi, alme-no come risultati sportivi. Il Figline aveva salutato il

suo primo campionato in Prima Di-visione con un settimo posto di tutto rispetto, grandi novità erano in pon-te, ma contemporaneamente stava vivendo la sua più grande crisi degli ultimi anni. Parallelamente ai succes-si sul campo arrivava, in pieno luglio, la doccia fredda dalla Lega Pro con la laconica dichiarazione del presiden-te Macalli: “Ventuno squadre sono uscite dal sistema. È un tributo di sangue”. Una strage di squadre non ammesse che vedeva in lista la stes-sa compagine gialloblu. Sono giorni frenetici quelli del ricorso per cerca-re una nuova strada per l’iscrizione. Niente da fare. Viene confermata l’esclusione del Figline dai prossimi campionati di calcio professionistici disposta, il 16 luglio, dal Consiglio federale della Figc, dopo il parere del-la Covisoc e l’esame dei ricorsi pro-posti; il successivo 22 luglio la Corte di giustizia sportiva del Coni, infatti, aveva confermato i provvedimenti decisi dalla Federazione e la defini-tiva parola fine arrivava comunque dal Tar del Lazio che il 3 agosto ha respinto o dichiarato improcedibili i ricorsi proposti per contestare i vari provvedimenti di esclusione disposti dagli organi sportivi. Una nuova luce, due giorni dopo l’ultimo atto del Tri-bunale Amministrativo, illumina la

speranza di un nuovo futuro per il calcio figlinese: il 5 agosto viene pre-sentata la A.S.D. Giallo-Blu Figline, la nuova società di calcio della città il cui atto costitutivo è stato subito depositato presso uno studio nota-rile, con successiva affiliazione alla Figc-Lega Nazionale Dilettanti. Ad assumere gli incarichi pro-tempore di Presidente e Vice Presidente sono stati rispettivamente il Sindaco Ric-cardo Nocentini e l’Assessore allo Sport, Caterina Cardi. “Mi sono de-dicato alla costituzione della A.S.D. Giallo-Blu Figline – spiega il Sinda-co - con grande impegno per salvare

il calcio della nostra città. Per il Co-mune di Figline è stato un impegno prioritario: l’ho fatto per i tanti ragaz-zi che praticano questo sport nella nostra città, per le loro famiglie e per tutti coloro che, come noi, vogliono continuare a promuovere lo sport come fondamentale valore sociale”. Intanto la nuova stagione sta per ri-partire, la Giallo-Blu Figline inizia la sua nuova avventura dal Girone B di Eccellenza. Proprio da quella serie dove è partita la strepitosa ca-valcata degli anni scorsi culminata con l’esordio tra i professionisti. Un segno del destino?

FiGline. Società e squadra nuova, dopo l’esclusione dalla Prima Divisione

Gialloblu, punto e a capo. In EccellenzaValerio Longhi

Il sindaco Nocentini e i soci fondatori al momento della “rinascita” dei Gialloblu

BASKETAPERTE LE ISCRIZIONI ALLA DON BOSCOLa nuova stagione sta per iniziare anche per la pallacanestro. In tal senso la società figlinese “Don Bosco Basket” informa che, dallo scorso lunedì 30 agosto, sono aperte le iscrizioni per tutti i giovani interessati a fare attività cestistica: la se-greteria è disponibile dalle ore 16.30 alle 19.30. Per infor-mazioni è possibile contattare la sede telefonicamente allo 055.95.44.471 oppure scrivendo un’email all’indirizzo [email protected].

CALCIOIDEAL CLUB INCISA NEL CAMPIONATO REGIONALE ALLIEVICon la pubblicazione dei gironi del campionato Allievi Re-gionali 2010/2011 è arrivata anche la notizia del ripescaggio tra i regionali dell’Ideal Club Incisa. La società valdarnese, da tempo in attesa di una risposta sulla possibilità di prende-re parte al campionato regionale, è stata inserita in organico dopo la mancata iscrizione della Colligiana. L’allenatore dei giovani classe 1994 sarà Massimo Merciai.

CALCIO A 5UN NUOVO IMPIANTO AI CILIEGII nuovi finanziamenti regionali permettono il proseguimento della ristrutturazione di alcuni impianti sportivi nel territorio di Reggello. Dopo quelli di Matassino e Tosi questa volta gli interventi riguardano gli impianti della frazione dei Ciliegi dove verrà realizzato un campo di calcetto con erba sintetica.

PODISMOSUCCESSO PER LA REGGELLO – VALLOMBROSAOltre 400 partecipanti per la 34° edizione della “Reggello – Vallombrosa” che lo scorso 11 luglio ha riempito le strade di tanti appassionati podisti nella più classiche delle gare estive di tutta la Toscana. Organizzata come di consueto dall’as-sociazione “Podisti Resco” la manifestazione ha visto con-solidarsi il proprio successo di pubblico ed apprezzamento: quest’anno il vincitore è stato Filippo Occhiolini che ha bat-tuto tutti, in 49 minuti e 55 secondi, nei 13 km previsti dal percorso.

pillole

sport nel Valdarno

CENTRO SOCIALE SORGANE - CIRCOLO ARCI

TUTTI I LUNEDI’ Balli di gruppo - folkloristici dalle ore 21

Per informazioni sulle attivita’ sopraelencate telefonare nel pomeriggio

dalle ore 15.00 alle ore 18.00 al n. Tel. 055.6820200INIZIATIVE RIVOLTE ESCLUSIVAMENTE AI SOCI ARCI

si organizzano pranzi e cene a tema per eventiparticolari, compleanni, battesimi, comunioni...

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SERVIZIO RISTORAZIONE• dal lun al ven dalle 12 alle 14.00

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TUTTI I GIOVEDI’ “TANGO ARGENTINO”

Via Tagliamento, 2 - 50126 FIRENZE (CAPOLINEA BUS 23a)

BALLO LISCIO tutti i venerdi - ingresso libero e gratuitocon i seguenti interpreti: 3/9 Berry - 10/9 Nuove emozioni

17/9 Luly e Zelo - 24/9 La scuola degli amanti

SABATO 18 SETTEMBRE “SORGANE A TAVOLA” - CENA IN P.ZZA ISTRIA - IN COLLABORAZIONE CON IL Q3

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Ristorante - Pizzeria • ven sab dom dalle 19.30 in poi

TOMBOLA - Tutti i martedi’ dalle ore 9 alle 24

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Page 42: Il reporter-Reggello-settembre-2010

“niente di anomalo”, Reporter vorrebbe assicurare i cittadini almeno sulle condi-zioni richieste dall’art. 186, ma tace anche qui sul fatto che manca un progetto pre-ventivamente definito e approvato dalla amministrazione comunale per l’im-piego delle terre di risulta in funzione di un piazzale/deposito ferroviario. Che manca la compatibilità con gli strumenti urbanistici, denunciata anche dall’ARPAT, avendo gli scarichi coperto 5.000 mq. di area vincolata a verde pubblico e 7.000 mq. di “area ferroviaria a raso” senza va-rianti al PRG. Che manca la conformità analitica delle terre di scavo in rapporto alla destinazione di via Piemonte e alle matrici dei terreni censiti ad uso agrico-lo. Il responso dell’ARPAT è che tutte le terre scaricate si caratterizzano in Col. B, incompatibili quindi con la parte a verde pubblico e utilizzabili solo in siti di na-tura commerciale/industriale, ma l’area ferroviaria, come la stessa ARPAT ebbe a rilevare, non è destinata nel PRG “ad “im-pianti” ferroviari. Perché allora affermare che tutto va bene, quando la Cassazione penale ha stabilito che “… in mancanza, anche di una sola delle condizioni pre-viste dalla norma, va senz’altro applicata la disciplina sui rifiuti”?. Manca perfino la relazione finale ex art. 186 sulla gestione delle terre di scavo da parte di RFI spa, a più di dieci mesi dalla conclusione del terrapieno, e ben oltre il termine di un anno fissato per il loro utilizzo, scaduto il quale le terre di scavo sono per legge da considerare rifiuti. E tuttavia nessuna ordinanza di sgombero è stata presa dal Comune... Potremmo fermarci qui, sopra una discarica di rifiuti infatti non si può costruire né progettare alcunchè. Ma le ultime vicende hanno aggravato lo sconcerto e la rabbia degli abitanti, più di 400 famiglie che vivono nei sei gran-di caseggiati che si affacciano intorno. A dicembre fu avanzata al Comune la proposta di invitare RFI spa a presentare un piano dettagliato di sondaggi e pre-lievi esteso all’intera area di via Piemonte, condiviso naturalmente dall’ARPAT. Ma il Comune preferì commissionare una analisi delle terre (esclusi quindi i fanghi e i materiali da demolizioni edili e stra-dali ai quali non è applicabile l’art. 186) allo stesso laboratorio di fiducia di chi ha gestito l’operazione di via Piemonte, disattendendo un elementare principio di imparzialità e terzietà nell’esercizio di una funzione di controllo. Con alcu-ni prelievi da un fazzoletto di terra pari al 4% di tutta la superficie del terrapie-no, tale laboratorio ha annunciato che nell’area a verde le terre di scavo sono in Col. A. Un risultato, come si è detto, completamente opposto a quello con-segnato un anno fa al Comune dall’AR-PAT, l’Agenzia deputata per eccellenza alla protezione ambientale, per la quale tutte le terre scaricate in via Piemonte rientrano invece in Col. B. Come la met-tiamo? Dopo mesi di silenzio, il 21 aprile, i cittadini hanno mostrato in audizione alle Commissioni ambiente e qualità ur-bana del Comune la realtà di via Piemon-te: le immagini di come era, cosa è stato scaricato, come è oggi. La Commissione ambiente approvò un odg di sospensi-va del cantiere, senonchè una settimana prima la Giunta comunale aveva già dato il via ai lavori con una sostanziale “sana-toria”, senza attestare cioè la conformità dei materiali scaricati e del cantiere alle disposizioni di legge. Una specie di con-

dono “fatto in casa”. Su questo vuoto, di garanzie e adempimenti, peraltro non sanabili, viene deliberato (a posteriori) il completamento dell’operazione come variante al Progetto di “Adeguamento idraulico del torrente Mugnone”, coin-volgendo Regione e Provincia, che quel Progetto sottoscrissero, nella costruzio-ne di un deposito ferroviario che nulla ha da vedere con la messa in sicurezza del Mugnone, che le direttive europee proibiscono di costruire in presenza di abitati, causa le ben note vicende, e che comunque appartiene ad autonome scelte infrastrutturali di RFI spa. Il “piano gestione terre”, contenente una ipote-si del genere, fu infatti approvato solo da RFI spa, non si è mai tradotto in un progetto approvato a livello locale. Di più. Con il benestare del Comune, l’area destinata a piazzale/deposito ferroviario viene in questi giorni delimitata dall’area a verde con un imponente muro di ce-mento (quasi 10 metri di altezza con il terrapieno), che attraverserà tutto il fronte stradale della discarica (oltre 250 metri), utilizzando pari pari le barriere di viale Redi (graffiti compresi), senza nep-pure i trattamenti di decontaminazione prescritti ai fini del reimpiego. Un im-patto paesaggistico devastante e inso-stenibile, perfino offensivo, che chiude alla vista ogni orizzonte e altera sfaccia-tamente, in modo irreversibile, la natura ma anche la vita di un’area di pregio e di un quartiere, porta di accesso di Peretola alle Cascine. A questa deriva ambienta-le, allo scempio di ogni decoro (ma in che mani siamo?), si aggiunga che non si tiene conto neanche del conseguente aggravamento dei rischi idrogeologici già evidenziati e denunciati, causa il di-slivello e la mancanza di ogni opera di regimazione delle acque piovane. Sono bastati gli ultimi temporali per vedere il terrapieno smottare verso le strade e i caseggiati, con fanghi e detriti conta-minati e inquinanti. Oltre al persistente acquitrino. Un disastro annunciato, sen-za alcuna tutela per la salute pubblica. Anche se la calura ferragostana non si presta a fastidiosi interrogativi, ci sia con-sentita un’ultima domanda. Ma le 35mila tonnellate di rifiuti speciali che hanno seppellito l’area a verde pubblico ai fini del costruendo piazzale/deposito fer-roviario, e che adesso non servono più, perché il Comune le lascia lì, magari con la promessa di qualche alberino dintor-no (se attecchisce), quando la legge im-pone che le terre di scavo non utilizzate devono essere rapidamente trasferite in discariche controllate?Con molti saluti.

Il Comitato dei cittadini di via Piemonte

L’articolo pubblicato su Il Reporter di agosto non aveva certo l’obiettivo di “convincere o confortare” nessuno, ma soltanto quello di informare i lettori sulle novità in arrivo nell’area. Precisato que-sto, come sempre siamo pronti a dare spazio a chiunque voglia dire la sua sugli argomenti che trattiamo, a dare voce a tutte le parti in causa. E la pubblicazione di questa lunga lettera ne è un’ulteriore conferma.

M.F.

TABERNACOLI E LOGGE,IL “TESORO” DI CASTELLOVi ringrazio molto per la vostra pregevo-

le iniziativa che mi permette di segnalare il grande patrimonio che è presente nel-la zona di Castello e del Sodo delle Par-rocchie di San Michele a Castello e Santa Maria a Quarto. Cinque anni fa i signori Rinaldi che abitano appunto al Sodo mi fecero un grande regalo. Era soltanto un anno che ero stata eletta consigliere comunale e durante le loro abituali pas-seggiate il signor Rinaldi e sua moglie avevano fotografato e documentato con molta cura tutti i tabernacoli e le logge esistenti nella zona (circa 35). Mi donarono la cartella completa perché ne facessi buon uso e mi affrettai ad inoltrarla all’allora assessore alla cultura che recepì questo bel lavoro e lo trasmi-se immediatamente al responsabile dei beni culturali. Ovviamente mi fu risposto che non c’erano i finanziamenti necessa-ri per il restauro delle strutture più dan-neggiate, ma non mi sono ancora data per vinta e confido, anche perché alcune presenze sono in ottime condizioni, di realizzare prima o poi una piccola gui-da che abbia come titolo per esempio: Riflessioni nelle vie di Castello e dintorni alla scoperta di Tabernacoli. Tutta Firenze è costellata di queste presenze, non solo Castello, ma qui fra Madonne con il Bam-bino, Natività, Annunciazioni si trovano, in mezzo alle ville Medicee, tabernacoli e affreschi notevoli che non ci sono in re-altà più. Pontormo dipinse l’affresco per il tabernacolo di via del Boldrone, le cui sinopie di Cristo in Croce con i dolenti e Santo sulla sinistra sono ancora visibi-li, ma adesso l’affresco si può ammirare soltanto agli Uffizi ma il pittore lo dipinse in quel tabernacolo “Vicino al moonaste-rio di Boldrone, in sulla strada che va di lì a Castello, ed in sul canto d’un’altra che saglie al poggio che va a Cercina”, cioè via dell’Osservatorio. Nella chiesa parroc-chiale di San Pio X al Sodo si possono in-vece apprezzare gli affreschi e le sinopie dell’Annunciazione con Angeli e Santi di Paolo Schiavo tolti dalla loggia ubicata in via Reginaldo Giuliani nei pressi del Viottolone, ora fatiscente. Da segnala-re che non sono stati adeguatamente rimpiazzati, come d’obbligo, con copie adeguate.Grazie per l’attenzione.

Anna Soldaniex capogruppo Sinistra Democratica

Consiglio Comunale di Firenze

AUTOBUS, POSTE,RIFIUTI E FORTE BELVEDERE:“LE MIE QUATTRO LAMENTELE”Spettabile redazione:Comincio con le vivissime congratulazio-ni al vostro giornale, che sta diventando una lettura più interessante dei quotidia-ni abituali. La due cose che mi interessa-no di più sono:- le lettere di protesta dei cittadini a “Dico la mia”, cui date voce e spazio molto più che altri giornali. Se un auspicio posso fare, è che gli vengano dedicate anco-ra più pagine e attenzione, magari ap-profondendo alcuni temi con inchieste, sempre nei limiti delle vostre possibilità.- Le preziose notizie su iniziative sponta-nee di singoli cittadini o gruppi di citta-dini nei vari campi (per esempio quella di rivitalizzare le fioriere pubbliche ab-bandonate).Entrambe questi generi di notizie apro-no il cuore perché mostrano che esiste ancora fra i fiorentini una riserva di spirito civico ancora non vanificato dalla verti-

Inviaci le tue lettere [email protected] e segnalazioni:tutto su www.ilreporter.itLettere, segnalazioni, proposte, ma anche veri e propri articoli scritti dai lettori. Tutto questo ed altro ancora sul portale www.ilreporter.it. Tutte le lettere che non trovano spazio in queste pagine saranno pubblicate sul sito. E poi spazio ai commenti e alle vostre opinioni

lettere

VIA PIEMONTE,IL COMITATO DICE LA SUASpettabile Redazione, l’ultimo numero di Reporter sulla disca-rica di via Piemonte sembra rivolto più a convincere o confortare se stessi che altri. Affermare però che quanto sta ac-cadendo non è un’opera d’arte, ma nep-pure niente di pericoloso, che senso ha? Una discarica di rifiuti non è un’opinione, nasce a fronte di un sistema normati-vo certo. L’utilizzo delle terre di scavo è possibile solo in “regime di deroga” alla generale disciplina sui rifiuti, subordina-to alle prescrizioni del D.lgs. 152/2006 e D.lgs. 4/2008, pena l’esclusione dalla deroga stessa. Condizione imprescindi-bile è che non siano frammiste a rifiuti speciali, come i fanghi e i materiali da demolizioni edili e stradali, non ammes-si a deroga e da smaltire direttamente in discariche controllate. Ebbene, dal febbraio al settembre 2009 sono state scaricate in via Piemonte più di 80 mila tonnellate di terre del Mugnone miste a cumuli di fanghi e materiali edili e stra-dali (blocchi di cemento, pezzi di asfalto, ceramiche e mattoni, materiali ferrosi, ecc.), documentati giorno dopo giorno da immagini e filmati acquisiti dalla au-torità giudiziaria, che hanno sommerso un’area di oltre 12.000 mq., alzando di tre metri e mezzo il livello dei terreni. La stessa ARPAT, campionando dei cumuli scaricati di circa 300 tonnellate, denun-ciò alle autorità competenti la presenza di materiali edili, cui fece seguito lo smal-timento (certificato da appositi formu-lari) di 78,5 tonnellate di rifiuti speciali, pari nientemeno al 26%. Un dato certo indicativo, ma dà la misura e la natura della “roba” che ha determinato l’esclu-sione dal “regime di deroga”, trasforman-do in discarica abusiva un’intera area in riva d’Arno. Non competono a questo Comitato giudizi conclusivi, ma le sen-tenze confermano un indirizzo costante: l’esclusione delle terre di scavo dal “re-gime di deroga” comporta automatica-mente l’inapplicabilità dell’art. 186 del D.lgs. 152/2006 per il loro utilizzo. Que-sto hanno denunciato i cittadini al Co-mune fin dal luglio 2009, rimasto senza risposta, e oggetto di inchiesta da parte della Procura fiorentina. All’insegna del

42 Settembre 2010

Page 43: Il reporter-Reggello-settembre-2010

ginosa decadenza etica e culturale del paese. Da quando ho scoperto la rubrica “Dico la mia” mi rimprovero per non riu-scire a trovare il tempo di dare un con-tributo personale. Finalmente oggi l’ho trovato, e vorrei sottoporre 4 lamentele, che riguardano questa o quella delle isti-tuzioni pubbliche o semipubbliche della città.1) Trascorro due ore al giorno in autobus perché abito fra lo stadio e Coverciano e insegno al polo universitario di Novo-li. Vorrei profittare di questi tempi morti per correggere tesi o almeno per legge-re testi che mi aggiornano nelle mie di-scipline. Ma l’ATAF da decenni risparmia (e devolve ad altri fini che non indago per carità di patria) la manutenzione delle sospensioni. Pertanto scrivere qual-cosa su un foglio è impensabile, perché

verrebbe fuori una sequenza di sgorbi che il laureando interpreterebbe come scoppi d’ira. Ma è difficile anche leggere, perché il testo ti sobbalza sotto gli occhi, l’occhio perde il segno e ogni volta devi ricominciare da capo. Due osservazioni e un suggerimento:a) la mancanza cronica di manutenzione delle sospensioni non è una semplice congettura: mi è stata più volte confer-mata, magari a mezza bocca, da autisti in vena di sincerità. Alcuni hanno spon-taneamente aggiunto che non si fa nes-sun genere di manutenzione. Per questo sempre più spesso gli autobus si ferma-no per rotture e ti lasciano in mezzo alla strada. Spero che ora l’ATAF non sotto-porrà a torture i suoi autisti per scoprire le gole profonde e licenziarle in tronco, come simpatica abitudine nazionale.

invia la tua segnalazionealla nostra redazione

[email protected]

Caro signor Giulio,cantieri e lavori stradali stanno diventando un tema sempre più al centro del di-battito nella nostra città. E lo stanno diventando perché, soprattutto da un po’ di tempo a questa parte, ci si è accorti di quanto sia importante riuscire a trovare una soluzione in grado di conciliare nel migliore dei modi gli interventi sulle strade, in molti casi urgenti e necessari, e la delicata viabilità cittadina. Ad esempio, negli ulti-mi mesi hanno esordito anche a Firenze i lavori notturni, effettuati quando in città il traffico è minore e la circolazione riesce a risentirne meno. E questo, a mio avviso, è già un buon punto di partenza, per evitare che i cantieri (e in particolar modo quelli aperti lungo i viali e le strade più strategiche per la viabilità fiorentina) diventino la causa di perenni ingorghi. Questo, però, da solo non basta. Come anche da lei richiesto, servono controlli seri e rigorosi. Controlli sulla qualità dei lavori effettua-ti, ma anche controlli sull’effettivo rispetto dei tempi. I primi per evitare che, poco tempo dopo la conclusione dell’intervento, sia necessario “ritoccare” il lavoro fatto (con doppie spese e disagi per i cittadini), i secondi perché – anche in questo caso per evitare un prolungamento di costi e difficoltà – la conclusione dei cantieri nei tempi previsti diventi la regola, e non più l’eccezione. Anche su queste questioni (a cominciare dal rispetto dei tempi) sembra essersi accesa un’attenzione crescente, e questo non può che essere positivo per la città. Perché non venga più ripetuta l’esperienza fatta con la prima linea della tramvia, quando l’allungamento dei tem-pi dei cantieri ha creato non pochi disagi. Oltre a questo, deve essere anche evitato, come troppo spesso accaduto e come anche dai lei segnalato, che i cantieri lascino indesiderate (e inaccettabili) tracce del loro passaggio. E molto, su questo punto, può essere fatto grazie agli occhi dei cittadini. Continuate a segnalarci episodi di questo genere, noi continueremo a darvi spazio. Per cercare di mettere la parola fine a questi piccoli-grandi esempi di incuria urbana.

Matteo Francini

VIA NARDI E LE “TRACCE” DEI CANTIERI Cara redazione,sono un residente del Q2, e desidero segnalare (ci vorrebbe un lavoro a tempo pie-no) in che modo viene curata l’immagine della nostra povera città, e soprattutto il fatto che vi si possa lavorare impunemente con scarsa (?) serietà e spendendo buoni soldi del contribuente. Veniamo allo specifico: in via Jacopo Nardi, tratto via Masaccio-via Mannelli, si sono sovrapposti ultimamente vari cantieri di lavoro sia per interesse pubblico che privato, con circolazione congestionata (più del solito), semafori posticci, difficoltà di parcheggio prolungatesi inutilmente perché i lavori non venivano eseguiti alle date dichiarate, ecc. Ma c’è di più: per sacrosanti motivi di sicurezza, a causa di uno di questi cantieri ingombrante il marciapiede, sono state poste delle orribili strisce pedonali gialle in... diagonale! Sono rimaste lì un bel po’, ma ci rincuoravamo perché avevano assicurato che erano provvisorie: sarebbe-ro state tolte alla fine dei lavori, e così è stato... solo che adesso sull’asfalto si vedono al loro posto delle ancor più orribili strisce nere (come quando dopo il fascismo si scalpellavano le vecchie scritte per farle sparire...) e questa volta non si prevede che vengano tolte. Così rimarranno decenni ad abbellire la nostra strada già massacrata da toppe e avvallamenti dovuti ad eccessivo carico di mezzi pesanti che scorraz-zano indisturbati sull’asfalto. Per chiudere, dico solo una cosa: ma c’è un’autorità comunale che controlla che i lavori appaltati siano svolti “a regola d’arte” prima di pagarli? E se c’è, chi la controlla?Grazie per l’attenzione,

Giulio

lettere

b) Ho 69 anni e, dato che viaggio molto e non amo guidare, sono ricco di esperien-ze con gli autobus di decine di città ita-liane. Non ho mai trovato autobus che ballano come quelli fiorentini. Persino le rare volte che mi è capitato di prendere autobus in città del terzo mondo non ho trovato nulla di paragonabile ai sobbalzi fiorentini. Abbiamo un record mondiale.c) Immagino che i dirigenti dell’ATAF viaggino in auto blu con autista paga-to dal contribuente, o magari in cocchi trainati da cigni. Non sarebbe male che qualche volta prendessero i loro auto-bus. La storia è piena di imperatori, so-vrani e persino papi che di notte si tra-vestivano e giravano per le strade per constatare lo stato dell’ordine pubblico e del degrado nei vari quartieri delle loro capitali. Almeno il nostro sindaco deci-sionista potrebbe prendere ispirazione da questi sommi. Immagino che all’ATAF la sua voce sarebbe più ascoltata di quel-la di un tapino qualunque come me.2) Ho letto in uno degli ultimi numeri di un anziano che si lamentava perché nel suo quartiere nella parte occidentale della città l’ufficio postale addetto al re-capito pacchi e raccomandate era stato trasferito in capo al mondo, mettendo in grave difficoltà tutti gli utenti non auto-muniti. La stessa identica cosa è successa nel quartiere 2. Anni fa l’ufficio addetto al recapito pacchi e raccomandate era vicino al Ponte di Pino. Quasi tutti i re-sidenti nel quartiere passavano di lì per andare in centro, alla stazione e in molti altri quartieri. Bastava prendere il 10, l’11, il 17 o il 20, scendere, fare 10 passi, poi la coda, poi altri 10 passi e riprendere l’autobus. Abito nel quartiere da 38 anni: finché l’ufficio è stato lì non ho mai per-so più di mezz’ora in tutto. Ora è stato trasferito in Via del Mezzetta: chi non ha macchina ci si può avvicinare con 20, ma farà spesso un bel tratto a piedi per arrivare al 20. La stessa cosa al ritorno. Il tempo che spreco in media per ritirare un pacco o una raccomandata è passa-to da 20 minuti a circa 2 ore, con punte di 3 ore. Nei primi anni dopo lo sposta-mento mi dicevo: nello spazio liberato vorranno costruire un grande parcheg-gio sopraelevato o un supermercato, o altra struttura di utilità pubblica. Invece da tempo immemorabile chi passa con-templa il vecchio e caro edificio in preda all’abbandono. Altro che parcheggio so-praelevato… Per questo glorioso risulta-to i dirigenti delle poste, o chi per loro ha preso la decisione, hanno quadruplicato il tempo medio che la grande maggio-ranza dei cittadini del Q2 deve sprecare per ritirare una raccomandata. Grazie a Lorsignori.3) Sono un antemarcia della raccolta del-la carta, e un fanatico della raccolta diffe-renziata in genere. Ho notato che in tut-to il centro i cassonetti gialli per la carta e quelli marroni per l’umido brillano per totale assenza, e quelli blu per l’indiffe-renziato sono piuttosto rari. Come mi spiego il fenomeno? Semplice: i camion che raccolgono i rifiuti trovano difficile manovrare nelle strette vie del centro. E io trovo difficile darmi un’altra spiega-zione. Tanto più che ho l’eccezione che conferma la regola. Sui bordi della via di scorrimento veloce che attraversa Piazza Indipendenza fa bella mostra di sé una fila di almeno dieci cassonetti blu. Reste-ranno sempre semivuoti, perché sono tantissimi e perché relativamente pochi

pedoni hanno occasione di traversare Piazza Indipendenza a piedi. In com-penso gli autisti del Quadrifoglio stanno molto comodi quando scaricano i cas-sonetti nei loro camion. E possono fare anche meno corse perché i cassonetti ci mettono mesi a riempirsi. E’ un caso classico di eterogenesi dei fini: è il fine precipuo della raccolta (avere una gran massa di rifiuti differenziati) resta lettera morta perché si rende difficile l’atto del conferimento dei cittadini mettendo i cassonetti quanto più lontano possibile a dove abitano e lavorano; lo strumento (agevolare le corse dei camion che vuo-tano i cassonetti) diventa l’unico vero fine, che ingoia il fine dichiarato.4) L’altro giorno ho accompagnati dei colleghi scandinavi a vedere il Forte Bel-vedere - la cosa più bella della città. Fatta tutta la Costa San Giorgio con le lingue di fuori abbiamo scoperto che era tutto chiuso per quella ragazza che nel buio è cascata di sotto e si è ammazzata. A parte il commento sull’episodio in sé (avevo notato anch’io la pericolosità di quell’assenza di parapetto: non ci vole-va Cassandra per prevedere disgrazie) faccio notare che la struttura è chiusa da almeno un anno, e - a quanto si capisce - sine die. Se dipende dalla sorte della causa, per un paio di secoli. E così Firen-ze sacrifica all’irresponsabilità e all’inerzia dei burokrati la sua cosa più bella.Non mi illudo che queste mie proteste servano a qualcosa. Ma è già una soddi-sfazione passare dal mugugno passivo alla protesta aperta e argomentata.Cordiali saluti.

Alberto Marradi

“IL MIO SOGNO (IMPOSSIBILE)DI DIVENTARE ARTIGIANO”Gentile redazione de Il Reporter,lavoro in una cooperativa sociale e paral-lelamente faccio l’artigiano e sto tentan-do invano di regolarizzarmi come tale, cercando un fondo da adibire a labora-torio, per poi aprire regolare partita Iva. A parole è molto semplice, mentre nei fatti è praticamente impossibile. Da mesi sto cercando un piccolo fondo, di una venti-na di metri quadrati, accatastato C1 (ne-gozio) o C3 (laboratorio), ad un prezzo “decoroso”. I prezzi lievitano e per trovare qualcosa di apprezzabile bisogna uscire dalla città. Mi chiedo: come può un gio-vane anche solo pensare di mettersi in proprio, con uno stipendio da mille euro, un affitto da pagare per avere un tetto sulla testa e pensare di crescere? La scel-ta sembra chiara: o casa o laboratorio. Scelgo casa, ma che frustrazione.

PIAZZA S. JACOPINO,QUALI I TEMPI DEI LAVORI?Gentile redazione,vi scrivo per avere notizie riguardo i lavori che devono iniziare in piazza S. Jacopino. Il giorno 20 marzo ore 21 nella sala della Parrocchia con la presenza del presiden-te del Quartiere 1 e di tante persone, fu detto che i lavori sarebbero iniziati entro breve tempo, i soldi per tale opera pron-ti. Ancora una volta sono stati utilizzati per altre piazze come è già avvenuto? Vi prego di dare notizia nella prossima edi-zione, se possibile, e tante grazie per lo spazio che ci date.Distintamente,

Mario

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Figline

ballo senza sballo. con cornacchionee bandao17-18 settembre

Piazza Marsilio FicinoGiovani e meno giovani in piazza venerdì 17 e sabato 18 settembre. E’ Festivaldar-no 2010, la manifestazione che riunisce le associazioni di volontariato, cultura-li e i gruppi giovanili. E che quest’anno lancia un messaggio preciso ai ragazzi figlinesi: ci si può divertire senza sballo. Tra gli appun-tamenti clou di questa terza edizione ci sono gli spettacoli musicali di venerdì 17, che vedranno la partecipazio-ne dei “Ragazzi scimmia” (ore 20), dei “De’Canters” accompagnati dalla per-formance acrobatica dei “Need four funk” (ore 21) e dall’orchestra di percussioni “Bandão” (ore 22). Sabato 18 invece l’appuntamento serale (ore 21.15) sarà con il comico Antonio Cornacchione ed il suo spettacolo “Silvio c’è?” (ingresso gratuito). In entrambe le giornate saranno in piazza Ficino gli stand della ludoteca “La Bottega dei ragazzi di Figline” (il pomeriggio di venerdì e tutta la giornata del sabato), della Biblioteca comunale con il Punto Paas (navigazione in internet sicura), del Centro Documentazione Donna con il concorso fotografico “Obiettivo Donna”, del Centro per l’impiego, del Centro commerciale naturale “Il Granaio”, delle associazioni Anelli Mancanti Figline e comunità araba Valdarno, dell’associazione Libera, de Il Tango delle civiltà, Falum Dafa e Ireos.

Incisa

torna la Festa del perdonoDal 17 al 21 settembrecentro storico

Come ogni terzo finesettimana di settembre, torna anche quest’anno la Festa del perdono. Tanti golosi stand invaderanno il centro della cittadina, seguiti da giostre e giochi per la gioia dei più piccoli. L’atteso appuntamento con le sfide tra i rioni, il corteo storico medievale e il tiro alla fune e il Palio di San Rocco si concentreranno nel weekend.

Rignano

suoni e colori della toscanaFino al 16 settembreluoghi vari

Con la fine dell’estate torna, puntualmente, l’appuntamento con il Festival Suoni e Colori in Toscana. La manifestazione, in corso dal 26 agosto fino al 16 settembre nella località valdarnese, giunge quest’anno alla sua ventunesima edizione. “Suoni e Colori 2010” propone 9 appuntamenti serali (tutti con partenza alle ore 21.15) proseguendo nella proposta di eventi che esaltino i temi da sempre al centro della manifestazione: tradizione e contemporaneità della musica “colta”, ma anche attenzione alle diverse anime del presente di qualità. Quest’anno la manifestazione prevede anche tre concerti dedicati alle migrazioni, sia quella in uscita dei nostri “nonni” verso le Americhe del secolo scorso, sia quella odierna, che vede l’Italia ospitare rifugiati da Africa ed Asia. Gli appuntamenti si articolano tra piazza XXV aprile e alcuni luoghi di

particolare interesse, come l’Antico Spedale del Bigallo e il Castello di Torre al Monte. Ingresso: intero € 10 – ridotto € 7,50 – Abbonamenti: intero € 55,00 – ridotto € 40,00. Informazioni tel. 0558347833-820 – Mail: [email protected]

Concerti

Gigi d’alessio Questo sono io tour25 settembrenelson Mandela Forum

Torna a Firenze Gigi d’Alessio, che l’8 giugno ha cominciato a distribuire il nuovo album “Semplicemente sei”, ad un anno di distanza dal prece-dente “6 come sei”. Il disco è stato anticipato dal singolo “Vita”.

Eventi

noisia al Mix’d up1 ottobreViper theatre - Firenze

Dopo le numerose anteprime di luglio al Parco di San Salvi arriva finalmente la tanto attesa seconda edizione di MIX’D UP. L’evento, firmato Switch – creative social

network & Gold – brand streetwear, viene proposto in occasione del 7° compleanno del marchio d’abbigliamento e avrà l’onore di ospitare quest’anno il dj set dei NOISIA, una delle crew più attive nel panorama drum ‘n’ bass internazionale. L’identità della manifestazione, che fin dall’inizio si misurava con il trip hop e l’elettronica, subi-sce un alterazione e accoglie in se elementi breackbeat e breackcore.La schiera di artisti che influenzano la musica dei NOISIA è abbastanza conside-revole, si va dai Prodigy a James Brown, da Miles Davis a Konflict, le loro produzioni tuttavia risentono com’è abbastanza ovvio di una marcata impronta dancefloor facilmente intuibile fin dal primo ascolto. Nel corso degli ultimi anni sono molti i riconoscimenti che sono stati tributati al trio olandese composto da Nik Roos, Thijs de Vlieger and Martijn van Sonderen;

Luoghi

tè con le farfalleFino al 25 settembreserra del giardino dell’orticoltura - Firenze

Va avanti fino alla fine del mese l’apertura ecceziona-le della serra del giardino dell’Orticoltura - fino a poco tempo fa chiusa e inutiliz-zata - all’interno della quale continua a fare bella mostra di sè l’esposizione di farfalle provenienti da tutto il mondo. Colori sgargianti e la possi-bilità di sorseggiare un drink tra un battito d’ali e l’altro rendono il luogo ancora più magico.

Le mostre

i grandi bronzi del battistero. rustici e leonardo Dal 10 settembre al 10 gennaio 2011Museo nazionale del bargello

Punto focale della mostra è il capolavoro del Rustici, la Predica del Battista, gruppo scultoreo di tre grandiose figure in bronzo alla cui progettazione e realizzazione partecipò Leonardo da Vinci e che fu innalzato sopra la Porta Nord del Battistero fiorentino nel 1511. L’opera è stata sottoposta ad un impegnativo restauro (portato a compi-mento nel 2008), che ne ha restituito lo splendore di ma-teria e concezione: impresa questa sostenuta dall’Opera del Duomo di Firenze e dal generoso contributo dei “Friends of Florence”.La presenza in mostra del monumentale gruppo sculto-reo offre una duplice, imman-cabile opportunità: da un lato, di dimostrare il contributo di Leonardo alla sua creazione attraverso il confronto con autografi leonardeschi e dall’altro, di ricostruire per la prima volta la personalità artistica del Rustici, messa in luce dagli ultimi studi.

Vinum nostrum, arte scienza e miti del vino nella civiltà del Mediterraneo anticoFino al 15 maggio 2011 Museo degli argenti di Palazzo Pitti

Seguendo un andamento cro-nologico, la mostra illusterà l’origine della vinicoltura nel Vicino Oriente, la sua piena affermazione con relativi significati religiosi e cultirali nel mondo ellenico, fino alla

produzione e diffusione del vino su ampia scala operata dai Romani. In virtù della felice situazione archeologica delle città vesuviane sarà il-lustrato il caso particolare dei vigneti di Pompei, mentre un altro spazio della mostra sarà dedicato allo straordinario contributo da Fenici e struschi i quali giocarono un ruolo essenziale nella diffusione della coltivazione della vitis vionifera nel Mediterraneo.

Firenze e gli antichi Paesi bassi. Dialoghi artistici, 1430-1530Fino al 26 ottobreGalleria Palatina

La mostra si propone di offrire una panoramica delle opere olandesi presenti a Firenze nel periodo 1430-1530, at-travesro una scelta mirata di capolavori dei grandi maestri, da Jan van Eyck a Luca di Leida, commissionati e acqui-stati dai banchieri e mercanti fiorentini impegnati per i loro affari a Bruges. Quelle opere spesso di piccolo formato, soggetti sacri o ritratti legati a formare dittici e trittici dipinti anche sul verso divennero modelli di tecnica pittorica e di soluzioni iconografiche per la produzione dei maestri fio-rentini e delle loro botteghe.

Sagre

sagra della Val d’arbiaDal 18 al 26 settembrebuonconvento - siena

L’appuntamento, che nasce sulle ceneri dell’antica fiera del bestiame è una serie di giornate all’insegna della degustazione di prodotti tipici accompagnata da spettacoli e incontri sportivi che mettono allegria e salutano così la bella stagione che se ne va.

segnalazioni a [email protected]

Dodici musei, tre grandi artisti e nu-merosi capolavori, anche per mano

di ignoti artigiani. Fino al 31 ottobre sono in mostra le opere meno note dei grandi maestri. Masaccio, Andrea del Verrocchio, Spinello Aretino: l’idea di fondo è quella di puntare i riflettori sul-le opere senza spostarle dal loro habitat naturale, dal luogo in cui sono state con-cepite dagli artisti e collocate fin da su-bito. L’esposizione, intitolata “Le forme dell’arte”, si snoda tra il Chianti e il Val-darno fiorentino, attraverso musei più o meno grandi e più o meno conosciuti. Da quelli di arte sacra di Incisa, Reggello (Vallombrosa e Cascia) e Figline, alla Raccolta di antiche scagliole dalla colle-zione Bianco Bianchi, a Castiglionchio,

nel Comune di Rignano sull’Arno, pas-sando per San Casciano Val di Pesa, Ta-varnelle, Greve e Impruneta. Le opere in mostra vanno dalle pale d’altare destinate alle chiese di campagna ai cicli narrativi affrescati alle pareti, dal cuscino fine-mente decorato fino all’opera in scaglio-la. Per visitare tutti i musei del percorso basta una sola card. Con cinque euro (3 il prezzo ridotto) si ha accesso a tutte le esposizioni per l’intero periodo della mostra. La tessera è disponibile presso i singoli musei, orari e informazioni varie sulle sedi della mostra, invece, si posso-no ottenere presso l’ufficio informazioni turistiche dell’Apt di Firenze, tel. 055 290832 – 055 290833; e-mail: [email protected].

la Mostra

Le forme meno notedell’arte dei più grandi

/F.P.

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Page 46: Il reporter-Reggello-settembre-2010

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CAMPO DI MARTE In bel palazzo al secondopiano senza ascensore ampio appartamento lu-minoso in interno molto silenzioso compostoda grande soggiorno, cucina abitable, 2 camerematrimoniali, una singola,2 bagni con finestra.Soffitti alti soppalcabili. Cantina. Termosingolo.440.000 trattabili € 440.000,00 trattabili

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COVERCIANO appartamento al piano primo110 mq. Composto da sala 3 camere cucinaripostiglio 2 bagni 2 terrazze ascensore€ 450.000 ☎055 676246

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TAVARNUZZE Piano secondo e ultimo, ven-desi appartamento di totali 120 mq, compostoda sala doppia con camino funzionante, cucinaabitabile con ripostiglio, due matrimoniali, duebagni. Due terrazze lunge e un posto auto co-perto e custodito. Bell’oggetto. € 369.000,00

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MUGELLO

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PONTASSIEVE (villini), ottime finiture, perfettopiano terra rialzato di oltre 100 mq.: soggiorno,cucina in muratura, 3 camere matrimoniali,doppi servizi e ampi balconi oltre a garage.informazioni in agenzia. RIF.R1/99

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REGGELLO Loc Rio di Luco, direttamente dalcostruttore, in complesso residenziale, appar-tamento 5 vani con giardino esclusivo postoauto e piscina, ristrutturato con materiali di qua-lità e rifiniture di pregio, € 300.000,00

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OLTRE 5 VANI

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CAVOUR in palazzo signorile doppia esposi-zione in ottimo stato composto da slone dop-pio due camere matrimoniale cucina abitabiledoppi servizi oltre a soppalchi uso ripostigliodue balconi conclude la proprieta’ cantina.€ 649.000 ☎055 0515231

COVERCIANO appartamento di recente costru-zione immersa nel verde strada privata compo-sto da mpio ingresso sala tre camere cucinaabitabile doppi servizi ripostiglio due terrazziottime rifiniture aria condizionata allarme can-celletti a scomparsa conclude la proprietà ga-rage doppio € 545.000 trattabili

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PIAZZA OBERDAN in palazzo d’epoca pic-colo condominio al piano terreno rialzatoapp.to di mq. 160, 7 vani doppi servizi conterrazzo abitabile di mq.60 risc.singolo "ottimoanche uso ufficio-abitazione" ☎347 6143007

ROBBIA in bellissima palazzina signorile pianoalto con ascensore composto da ingresso saladoppia quattro camere cucina abitabile doppiservizi ripostiglio terrazzo conclude la pro-prieta’ garage per info in agenzia.

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SAN IACOPINO appartamento ultimo pianocon ascensore di nuova costruzione, compostoda ingresso, tre camere da letto con balconi,ampio soggiorno e cottura indipendente conaccesso a terrazza panoramica mq.50, box ecantina. Accessoriato, materiali di alta qualità.Rif. La624 € 600.000,00 ☎055 413177

SCANDICCI POGGIO VALICAIA Via dellecroci, porzione di colonica, bellissimo appar-tamento perfettamente ristrutturato: ingresso,soggiorno, cucina, due camere, studio, sop-palco attrezzato, due servizi, accessori, terrenoprivato 900 mq. Ca. Travi a vista, finiture di pre-gio, bellissimo contesto.g610 € 520.000,00 trat-tabili ☎340 1398519 - 393 9597165

46 Settembre 2010

Page 47: Il reporter-Reggello-settembre-2010

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TAVARNUZZE MONTEBUONI Terratetto pano-ramico: piano terreno garage e la lavanderia, alprimo piano cucina abitabile, sala con caminoe bagno con finestra. Al secondo livello la ca-mera matrimoniale due camerette e bagno fi-nestrato. Giardino e una terrazza. Www.mar-zoccoimmobiliare.it [email protected] € 519.000,00trattabili ☎055 2022237 - 335 1711961

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VILLE E VILLETTE

FIRENZE

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BAGNO A RIPOLI, collinare, splendida villa sudue livelli ottima esposizione circondata daparco; composta da grande salone con ca-mino, sala pranzo, cucina abitabile, 3 camere,2 bagni. Grande taverna con cucina, sala ca-mino, 4a camera e 3ºbagno.

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BAGNO A RIPOLI ambiente esclusivo in villasettecentesca appartamento signorile e pano-ramico composto da 8 vani oltre servizi cantinasottotetto abitabile terrazza grande parco con-dominiale vendesi trattativa riservata

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BAGNO A RIPOLI collinare, Villamagna, villalibera su 4 lati di 300 mq divisa in 2 apparta-menti di 150 mq ciascuno oltre giardino, ga-rage/taverna, terrazza di 90 mq. Panoramica vi-sta firenze. Ideale per 2 o 3 nuclei familiari

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CALDINE collinare, in posizione molto panora-mica, porzione terratetto di villa del 1.300,composta da cucina, dispensa, salone con ca-mino, 2 camere, 2 bagni oltre cantina,lavanderiae posti auto ☎335 7678437 - 331 8532086

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FIESOLE/S.DOMENICO meravigliosa villa ’800,libera su 4 lati attualmente divisa in 3 unità perun totale di 450 mq. Completano la proprietàpiscina, depandance, garage e 2.300 mq digiardino. Oggetto di grande pregio. Trattativariservata ☎335 7678437 - 331 8532086

FIRENZE SUD 10 MINUTI Sieci,,nel verde, stu-penda villetta terratetto libera su 3 lati con belgiardino di 800 mq; composta da cucina, salapranzo sala con camino, 3 camere, 2 bagni,cantina, lavanderia e garage. Perfetta e superaccessoriata ☎335 7678437 - 331 8532086

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MONTELORO splendida porzione di villa, li-bera su tre lati, in posizione dominante e pa-noramica. P.t: sala di rappresentanza, altra sala,cucina abitabile, vari accessori.p.1.: 2 camerematrimoniali accessoriate, camera singola,stu-dio, terrazza loggiata 50 mq. Giardino e piscinacondominiali,tre posti auto.

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PIAN DEL MUGNONE (fiesole) porzione di vil-letta bifamiliare con ingresso indipendente 115mq. Composta da 5 vani oltre bagno ripostiglioterrazze cantina garage e giardino di 800 mq.€ 700.000 ☎055 676246

S.DONATO immersa nel verde, bellissima po-sizione (no autostrada), splendida villa di circa400 mq circondata da 3000 mq di parco e 150mq di balconi e logge. Possibilità di fraziona-mento € 1.300.000,00 trattabili

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VILLAMAGNA in villetta a schiera bifamiliareappartamento di 170 mq disposto su 2 livellicon 2 ingressi volendo divisibile per 2 nucleifamiliari oltre giardino e terreno con ulivi epiante da frutto per 1.330 mq. € 450.000,00

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MUGELLO

BARBERINO DI MUGELLO In contesto residen-ziale villetta centrale con giardino di 300 mqcirca,composta da: ingresso soggiorno, cucinae servizio al piano terra. Al piano primo cameramatrimoniale, cameretta,bagno e 2 terrazza alpiano interrato garage, taverna con camino elavanderia.rv/9 € 285.000

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GALLIANO In zona residenziale villetta capo-schiera con giardino composta da al piano terraingresso,ampio salone con balcone,cucina conaccesso sul giardino e servizio. Al piano primo2 camere matrimoniali,1 cameretta e bagno ol-tre garage taverna e lavanderia al piano semin-terrato.rif.rgv1 € 330.000 ☎055 8416555

VALDISIEVE

RUFINA piacevolissima villetta indipendente inperfette condizioni: taverna con grande cucinain muratura e caminetto, 2 camere, doppi ser-vizi, guardaroba, dispensa, studio oltre a bal-coni e splendido giardino attrezzato. RIF.R2/22€ 500.000 ☎055 8386386

SIECI Meravigliosa villa indipendente libera su4 lati circondata da giardino composta da cu-cina abitabile con sala pranzo, salone, 3 ca-mere, 3 bagni, oltre studio e 4a camera in man-sarda. Completano la proprietà cantina,lavanderia, garage/taverna e bellissima terrazzaa tasca. Oggetto di grande fascino perfette con-dizioni.possibilità di divisione € 790.000,00

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VALDARNO

REGGELLO pressi costruttore vende diretta-mente villetta bifamiliare in pietra, con ingressoindipendente, cucina, soggiorno con cami-netto, studio, bagno e loggiato al piano terreno,2 camere ciascuna con bagno e terrazza alpiano primo, taverna, lavanderia e palestra alpiano seminterrato, zona barbecue, posti mac-china coperti e 3 ettari di terreno. Rifiniture dialtissima qualità e impiantistica all’avanguardia

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COLONICHE E TERRENI

FIRENZE

A GRASSINA bellissima porzione di colonicalibera su 3 lati perfettamente ristrutturata, com-posta da grande cucina con camino, 2 sale dicui una con grandi vetrate , 3 camere, 2 bagni,soffitta. Meraviglioso parco pianeggiante di ol-tre 6.000 mq con 2 annessi. € 730.000,00

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BAGNO A RIPOLI 15 MINUTI stupendo fienileindipendente di mq.260 finemente ristrutturato,diviso in due unità indipendenti oltre giardino,terreno e due garage. Da amatori.€ 850.000,00 Ag. Imm. Bianchi e Grappolini

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BAGNO A RIPOLI collinare, 7 km dalla piazzain direzione villamagna, bellissima porzione dicolonica vista firenze completamente ristruttu-rata composta da cucina abitabile, sala pranzo,sala con camino, 3 bagni 3 camere oltre studio,lavanderia e giardino ☎335 7678437

BIVIGLIANO Meravigliosa colonica di 400 mqcircondata da 5000 mq, superbamente ristrut-turata.internamente divisa in 3 unità ideale perpiù nuclei familiari

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OLMO, di Fiesole, spettacolare villa in pietra,circa 350 mq libera su 4 lati con ampi saloni,camini originali già divisa in 2 unità, oltre an-nesso di 80 mq.circondata da terreno di circa15.000 mq, possibilità di frazionarla in più unitào adatta per agriturismo . € 1.400.000,00

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PONTASSIEVE PRESSI in posizione dominantee panoramica, splendida colonica in pietra confienile indipendente di mq.400 circa di cuimq.170 finemente ristrutturati. Completa la pro-prietà un terreno agricolo di circa un ettaro inparte olivato. Sorgente d’acqua di proprietà.€ 950.000,00 Ag. Imm. Bianchi e Grappolini

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MUGELLO

SCARPERIA PRESSI Panoramica nel verde. Por-zione di colonica su due livelli di mq 200 circa,in ristrutturazione. Terreno di 16.900mq. Ac-quedotto, utenze, 500mt di strada bianca,www.immobiliaredallai.com € 230.000 tratta-bili ☎055 8431039 - 339 2780392

VALDISIEVE

4 KM DA ROSANO , collinare e panoramica,antica colonica in pietra, libera su 4 lati, ottimecondizioni; composta da : cucina, sala pranzocon camino, salone con camino, 3 camere, 3bagni, taverna con angolo cottura,( possibilità4a camera), giardino, terreno con ulivi e pi-scina.possibilità di acquisto di depandance giàcivile abitazione ☎335 7678437 - 331 8532086

DICOMANO A pochi minuti immerso nel verdeporzione di casa in pietra con ottime rifinituresu 2 livelli con ingresso indipendente: cucina,2 camere, doppi servizi e resede oltre a pic-colo annesso e giardinetto. Libero subito.€ 165.000 RIF.R3/86 ☎055 8386386

DICOMANO adiacenze in posizione domi-nante bellissima antica porzione di colonica li-bera su tre lati: salone doppio, cucina, 3 ca-mere, doppi servizi, ripostiglio, cantine, loggiacon forno, posti auto coperti oltre a terreno conannesso. RIF.R3/10 € 520.000 ☎055 8386386

DICOMANO in comoda posizione panora-mica, antico ambiente finemente restaurato, li-bero su 4 lati: salotto con camino cucinottoattrezzato, camera, bagno, ripostiglio e bellis-simo giardino. € 200.000 RIF.R3/62

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DICOMANO pressi in antico borgo, porzionedi colonica su due livelli, piacevolissima, ottimorestauro conservativo: cucina con dispensa, sa-lotto, camera, cameretta, doppi servizi, affaccinel verde. € 130.000 RIF.R3/77 ☎055 8386386

FIRENZE SUD direzione Rosano, porzione dicolonica su tre livelli e libera su tre lati, com-posta da sala con camino, cucina abitabile, 3camere, 3 servizi oltre taverna, garage, giardinoe terreno. € 590.000,00 trattabili

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Page 48: Il reporter-Reggello-settembre-2010

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