Il Reporter Q2 - Marzo 2015

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Marzo 2015 www.ilreporter.it il giornale del tuo quartiere “prova primavera” per alberi e giardini Editoriale fari puntati sulla salute della natura Matteo Francini B entornata primavera. Il mese che segna l’arrivo “ufficiale” della bella stagione è l’occasione per testare lo stato di salute della natura in città, dai giardini agli alberi, croce e delizia – questi ultimi – del verde fiorentino. Da un lato il capoluogo toscano può vanta- re alcuni splendidi esemplari di “giganti verdi”, ovvero pian- te monumentali e secolari alla cui ombra la città si è trasfor- mata nel tempo. PAGINE 8-9 SEGUE A PAGINA 22 U n milione e ottocentomila euro per il verde pubblico. Palaz- zo Vecchio ha messo in campo una serie di progetti ad hoc, come la mappatura degli alberi a rischio e uno studio per sele- zionare le piante più adatte ai vari luoghi di Firenze. Dove non mancano nemmeno i “giganti verdi”, gli alberi ultracentenari che rendono speciali alcuni parchi cittadini. E a proposito di parchi, in vista della bella stagione ecco quali sono quelli migliori per dedi- carsi a questa o quella attività, dai pic-nic agli aperitivi. Serena Wiedenstritt PAGINE 10-11 PAGINA 12 la firenze dei migranti: giro del mondo in città Aumentano gli stranieri residen- ti: passeggiate “speciali” per sco- prire un capoluogo diverso. le donne fiorentine che hanno fatto storia Serra Yilm torna sul palco: “Questa è un po’ casa mia” PAGINA 18 PAGINA 16 viola, “caccia” al pek di domani D avid Pizarro (foto da www. violachannel.tv) è il perno attorno a cui ruota la Fiorentina. La carta d’identità dice però che ha quasi 36 anni. E allora si co- mincia a pensare a un sostituto. Calcio Distribuito da Formula Direct simply Le strade di Mr. Moskovitch Terza puntata Dove si scopre che la vita è sorprendente. Basta saper guardare PAG. 17 Periodico d’informazione locale. Anno IX n. 12 del 1 marzo 2015. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da NEXIVE S.p.A. Anno IX Ed. 12 Campo di Marte Coverciano Cure Firenze Quartiere 2 librerie, nuovi capitoli nel quartiere Riaperta quella dello Stensen, rinato l’antico esercizio di via Gioberti. Ma non solo Tra gli scaffali PAGINA 3 il “ritorno” del parco di villa il ventaglio Da luglio la parte alta del giardi- no è off limits: ora la situazione sembra vicina a sbloccarsi. PAGINA 2 e l’arte di strada sbarca alle cure PAGINA 7 La famiglia italiana della frutta

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"Il Reporter" il mensile del tuo quartiere

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Page 1: Il Reporter Q2 - Marzo 2015

Marzo2015

www.ilreporter.it il giornale del tuo quartiere

“prova primavera”per alberi e giardini

� Editoriale

fari puntatisulla salutedella natura

Matteo Francini

Bentornata primavera. Il mese che segna l’arrivo

“uffi ciale” della bella stagione è l’occasione per testare lo stato di salute della natura in città, dai giardini agli alberi, croce e delizia – questi ultimi – del verde fi orentino. Da un lato il capoluogo toscano può vanta-re alcuni splendidi esemplari di “giganti verdi”, ovvero pian-te monumentali e secolari alla cui ombra la città si è trasfor-mata nel tempo.

☛ paginE 8-9

☛ SEgUE a pagina 22

Un milione e ottocentomila euro per il verde pubblico. Palaz-zo Vecchio ha messo in campo una serie di progetti ad hoc,

come la mappatura degli alberi a rischio e uno studio per sele-zionare le piante più adatte ai vari luoghi di Firenze. Dove non mancano nemmeno i “giganti verdi”, gli alberi ultracentenari che rendono speciali alcuni parchi cittadini. E a proposito di parchi, in vista della bella stagione ecco quali sono quelli migliori per dedi-carsi a questa o quella attività, dai pic-nic agli aperitivi.

Serena Wiedenstritt

☛ paginE 10-11

☛ pagina 12

la firenze dei migranti:giro del mondo in cittàAumentano gli stranieri residen-ti: passeggiate “speciali” per sco-prire un capoluogo diverso.

le donne fiorentineche hanno fatto storia

Serra Yilm� torna

sul palco:“Questaè un po’

casa mia”☛ pagina 18 ☛ pagina 16

viola, “caccia”al pek di domaniDavid Pizarro (foto da www.

violachannel.tv) è il perno attorno a cui ruota la Fiorentina. La carta d’identità dice però che ha quasi 36 anni. E allora si co-mincia a pensare a un sostituto.

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Le stradedi Mr. MoskovitchTerza puntata

Dove si scopreche la vitaè sorprendente.Basta saperguardare

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Anno IX Ed. 12

Campo di MarteCovercianoCure

FirenzeQuartiere 2

librerie,nuovi capitolinel quartiereRiaperta quella dello Stensen, rinatol’antico esercizio di via Gioberti. Ma non solo

Tra gli scaffali

☛ pagina 3

il “ritorno” del parcodi villa il ventaglioDa luglio la parte alta del giardi-no è off limits: ora la situazione sembra vicina a sbloccarsi.

☛ pagina 2

e l’arte di stradasbarca alle cure

☛ pagina 7

La famiglia italiana della frutta

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La recinzione che divide la parte aperta del parco

da quella off limitsper i cittadini

La storia

il giardino? intuizionedell’architetto poggi

Le famiglie che contavano nella Firenze dei secoli

scorsi ci sono passate tutte. Nel XV secolo la villa apparteneva a Lippaccio e Giovanni Bran-cacci e serviva in origine come sosta per i pellegrini diretti a San Domenico di Fiesole par-tendo da Porta a Pinti, l’attuale piazzale Donatello. Passò poi ai Salvetti, ai Bardi e agli Usim-bardi, quindi ai Torrigiani fino alla prima metà del Settecento. Fu dei Sedri, dei Ceratti e dei Pecci, e nel 1824 venne vendu-ta al conte milanese Giuseppe Archinto, che incaricò l’archi-tetto Giuseppe Poggi (proprio quello che ridisegnò l’urbani-stica di Firenze capitale) di ri-strutturarla e ampliarla. Il par-co come appare ancora oggi fu una sua intuizione.

addio recinzionea villa il ventaglio:il parco “dimezzato”verso la riapertura

Lo spazio

Niente di meglio che passeggiare nella natura quando arri-va la primavera. Per

l’occasione, il quartiere potreb-be riabbracciare uno dei suoi parchi più belli ma forse meno conosciuti. Sembra più vicina la riapertura completa del parco di Villa Il Ventaglio, che dal 18 lu-glio scorso è tagliato a metà da una lunga recinzione che impe-disce l’accesso alla sua parte più alta, ai vialetti che attraversano il bosco lungo la collinetta. Motivi di sicurezza. Il provvedimento arrivò a pochi giorni dalla trage-dia delle Cascine del 27 giugno scorso, quando la caduta di un grosso ramo era costata la vita a una donna e alla sua nipotina. A Villa Il Ventaglio c’era da verifi-care lo stato di salute delle piante e mancavano i soldi per farlo. La Soprintendenza, che ha in con-segna il giardino ottocentesco di proprietà demaniale, se ne è occupata finché ha potuto, ma la riduzione dei finanziamenti mi-nisteriali – definita “progressiva e drastica” dalla Soprintendenza stessa – aveva di fatto interrotto le operazioni di messa in sicurez-za. Su certe cose non si scherza e per non correre rischi si è dovuti passare agli estremi rimedi: l’area del parco accessibile al pubblico è stata sensibilmente ridotta, limitandola alla sola zona del

Pratone del Lago. In pratica, è ri-masto aperto un terzo dei cinque ettari del giardino, e a dirla tutta nemmeno il più interessante dal punto di vista botanico, visto che le piante pregiate del parco all’in-glese stanno tutte al di là della recinzione: platani, un tasso, un albero di Giuda, il boschetto di lecci, diversi ippocastani, olmi, bagolari e cipressi. Querce, tigli, arbusti come alloro e pungitopo, tutti sistemati secondo preci-si schemi geometrici ai fianchi di un vialetto che si ripiega più volte su se stesso nel risalire fino alla villa, in cima alla collina. Da quasi otto mesi tocca guardare il tutto a distanza, seminascosto dietro la rete di plastica verde e i cartelli che rammentano il “pe-ricolo” e ammoniscono “vietato l’ingresso”. Inizialmente c’è chi aveva parlato di un mese di chiu-sura, poi tutto venne rimandato a settembre. Ma le risorse conti-nuavano a mancare, così il parco di Villa Il Ventaglio è rimasto chiuso anche in autunno e per l’intero inverno. La situazione, ora, sembra vicina a sbloccarsi. Sarebbe il più bel regalo di pri-mavera.

Andrea Tani

La fondazione

gli “angeli” delle aree verdi

Volontariato urbano per la cura e il decoro della città, dalla manutenzione delle aree verdi alla rimozione delle scritte sui

muri: gli Angeli del Bello sono una realtà nata a Firenze con l’o-biettivo di promuovere e coordinare progetti finalizzati a tutelare e valorizzare la bellezza della città, un’associazione fondata da Qua-drifoglio Spa e Associazione Partners Palazzo Strozzi nel 2010 che oggi conta 1.800 iscritti. La fondazione gestisce richieste di inter-vento su diversi fronti e sta diventando un esempio virtuoso sul ter-ritorio regionale e nazionale, ricevendo richieste di adesione e affi-liazioni anche da altri comuni, toscani e non. Sono molte anche le collaborazioni con enti e istituzioni del territorio: tra le più recenti c’è quella avviata con Acf Fiorentina che, da gennaio, partecipa con i ragazzi della Primavera alle attività di volontariato svolte dal grup-po. Un lunedì al mese le “promesse viola” si uniscono agli Angeli per contribuire alla cura delle bellezze fiorentine. Nel quartiere 2 gli Angeli del Bello operano in diverse aree e si occupano settimanal-mente di alcuni giardini: il lunedì pomeriggio dalle 14,30 alle 16,30 l’appuntamento è ad esempio ai giardini di Campo di Marte per la pulizia dell’area verde e delle zone limitrofe (questo mese le date fis-sate sono il 9 e il 23, ad aprile il 6 e il 20), mentre tutti i venerdì dalle 14,30 alle 17,30 un gruppo per la cura del verde costituito insieme all’associazione Holi Onlus si ritrova all’area Pettini Burresi di via Faentina. Per informazioni e adesioni si può consultare il sito www.angelidelbello.org oppure fare un salto a uno degli appuntamenti settimanali degli Angeli.

F.B.

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Da luglio è vietato l’accesso alla parte più alta per motivi di sicurezza. Ma adesso la situazione sembra vicina a sbloccarsi

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2 | Marzo 2015 Quartiere 2Campo di Marte . Coverciano . Cure

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23/1/2015l’inaugurazione di Alzaia, l’ultima libreria aperta nel quartiere

ecco “alzaia”,una libreriache è anchecinema e caffèNata a gennaio, è collegata con lo Stensen

Tra gli scaffali

Via Gioberti

Si chiama Alzaia, dal nome della fune con cui un tempo si trascinavano controcorrente le barche

lungo i fiumi, ed è gestita da tre fiorentini under 35. È la nuova libreria inaugurata a fine gen-naio nei locali della fondazione Stensen, in viale don Minzoni, al posto della libreria Parterre che aveva chiuso i battenti oltre un anno fa. “Ci sembrava il nome giusto per un’avventura nel mon-do culturale, in particolare quello dei libri, un settore attraversato da una forte crisi a cui abbiamo deciso di rispondere provando a ribaltare le tendenze di que-sto momento storico”, racconta Enrico Ricci, titolare dell’attività insieme ad Anna Maria Bondi e Giusy Muratore. La libreria offre settemila titoli di saggistica, ro-manzi, poesia, storia, attualità e novità letterarie, ha una nutrita sezione dedicata ai più piccoli, comunica direttamente con l’au-ditorium del cinema Stensen e resta aperta durante le proiezioni cinematografiche, con un orario che va dalle 10 del mattino alla

Fannì Beconcini

Ha riaperto i battenti lo scorso giugno, completamente rinnovata, la storica libreria di via Gioberti

�Web: alzaia.org Tel. 055.5000901 Mail: [email protected]

un volto nuovo per l’esercizio storico

Ha riaperto i battenti a giugno, dopo alcuni mesi di inattività, completamente rinnovata, l’antica libreria di via Gioberti che

fu dei Salesiani. Si tratta di un esercizio storico, aperto dal 1891 e sopravvissuto alle due guerre mondiali, all’alluvione e alla crisi del mercato editoriale fino al dicembre 2013, quando la libreria Don Bosco Elledici venne chiusa. Qualche mese dopo ha aperto i battenti la libreria Gioberti, grazie all’impegno di tre librai e alla loro esperienza nel settore: Angelo Rizzone, ex dipendente della li-breria Elledici, Alessandro Falciani, ultimo direttore della Edison, e Alessandro Aloigi, figlio del proprietario dell’ex libreria Parterre e oggi responsabile commerciale della Giorgi Libri, società che ha rilevato la storica attività. E la nuova libreria è già un punto di rife-rimento per grandi e piccini: trecento metri quadrati e un’offerta editoriale eterogenea, tra novità e classici, quotidiani, guide e testi scolastici, oltre a uno spazio polivalente in cui vengono organizza-ti incontri letterari e letture per i più piccoli.

stessa ora della sera. Il collega-mento diretto con l’auditorium – viene sottolineato – non è un mero fatto di contiguità fisica, ma una condizione fortemente voluta dalla Fondazione Stensen e dai titolari di Alzaia, che han-no ottenuto i permessi del caso riuscendo a creare un vero e pro-prio centro culturale a due passi dal cuore della città: l’obiettivo è quello di favorire la socialità e l’aggregazione attraverso una proposta culturale eterogenea e di qualità. L’offerta editoriale e quella cinematografica si coniu-gano grazie alla fornitura di titoli inerenti ai film in programma, nonché a presentazioni ed even-ti tematici che si svolgono nella caffetteria che si trova all’inter-no della libreria. Altra peculia-rità di Alzaia è proprio l’offerta gastronomica: tè, caffè e tisane, prodotti tradizionali da forno, cibi e bibite del commercio equo e solidale, prodotti a chilometri zero e biologici, frullati di frutta fresca e pasticceria americana con ampia selezione di cupcakes, muffins e cookies. Tra i principa-

li appuntamenti in programma ci sono l’Aperilibro, due volte a settimana, e il brunch della do-menica. La scommessa “contro-corrente” di Alzaia insieme alla Fondazione Stensen ha insom-ma consentito la creazione di uno spazio culturale polivalente unico nel suo genere: cinema-libreria-caffè, oggi questo è un luogo in cui poter nutrire il cor-po e lo spirito gustandosi film, libri e buon cibo. Manca solo la musica, ma Alzaia sta pensando anche a questo: è in via di defi-nizione un cartellone di eventi di musica dal vivo.

a caccia di volumi rarie prezzi d’occasione

La libreria Chiari ha sede in via fra’ Bartolommeo

dal luglio 2013, ma la famiglia Chiari è attiva nel mondo edi-toriale da circa 40 anni. Spe-cializzata nella vendita di libri per corrispondenza, gestisce un deposito a Reggello (cata-logo su www.firenzelibri.it). La libreria offre un’ampia selezio-ne di volumi ed è specializzata in libri rari e fuori catalogo, anche se non mancano le no-vità editoriali. “I nostri punti di forza sono il grande numero di titoli pronti, dal libro antico alla novità, e i prezzi d’occa-sione – spiega Massimiliano Chiari – così riusciamo a tene-re testa alla grande distribuzio-ne e ci siamo conquistati la fi-ducia di tanti lettori fiorentini”.

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Marzo 2015 | 3 Quartiere 2Campo di Marte . Coverciano . Cure

Page 4: Il Reporter Q2 - Marzo 2015

#Luoghi & persone

campo di marte, faripuntati sulla stazioneI cittadini evidenziano alcuni disagi,dal rumore al parcheggio selvaggio

“pochi autobusper villa bracci”

La stazione ferroviaria di Cam-po di Marte (e i suoi dintorni) al centro dell’attenzione. Da un po’ di tempo a questa par-

te alcuni residenti segnalano qualche problema per la zona. Uno di loro in particolare, Francesco Casalotti, che abita nella zona fra via Benedetto Var-chi e via Mannelli, lo scorso gennaio ha aperto il blog “lastazionecampodimar-te.altervista.org” per “...parlare della situazione della Stazione di Campo di Marte e per cercare di riuscire a cre-

are un gruppo di persone interessate all’argomento, per far pressione su chi ne ha il potere, per modificare lo stato di disagio che viviamo continuamen-te”. Casalotti segnala una situazione di abbandono dell’area compresa fra via Mannelli e viale Mazzini e sottolinea vari problemi: dal rumore dei treni al traffico lungo le strade, dal parcheg-gio selvaggio di automobili, motorini e biciclette alla spazzatura dissemina-ta per terra. “Menomale che quella di Campo di Marte doveva diventare una

zona verde... – afferma – io abito qui da sessant’anni e ho dovuto spendere una bella cifra in serrande e finestre inso-norizzate”. Nell’area intorno alla stazio-ne molti negozi hanno chiuso nel corso degli ultimi anni, anche se – sottolinea qualcuno – il flusso continuo di perso-ne ha permesso ad alcuni commercian-ti di andare avanti. C’è poi chi segnala che il traffico ferroviario è molto inten-so se paragonato alle dimensioni della stazione stessa e a quelle di via Mannel-li, e di certo non accenna a diminuire: sono molti i pendolari che scendono qua per venire a lavorare o studiare in città, così come i visitatori che possono raggiungere varie destinazioni da que-sto luogo. Casalotti – racconta lui stes-so – ha contattato più volte le istituzio-ni, “senza però ricevere alcuna risposta soddisfacente”. D’altra parte la stazione esiste dal 1896 e fornisce un grande servizio ai cittadini. “La stazione è un nodo fondamentale di collegamento per la città e porta sicuramente più be-nefici che disagi – spiega il presidente del Quartiere 2 Michele Pierguidi – il parcheggio selvaggio è in effetti un problema, ma ci siamo attivati, soprat-tutto per quanto riguarda le biciclette che a volte intralciano il passaggio dei disabili sulla rampa. Inoltre – conclude Pierguidi – riceviamo tutti i giorni de-legazioni dei negozi e dei centri com-merciali naturali per discutere con loro ogni questione interna al quartiere, an-che e soprattutto relativa alla presenza della stazione”.

Al centro sociale anziani di Villa Bracci, situato al numero 33 dello stradone di Rovezzano, vengono organizzate diverse attività, dai corsi di inglese a quelli

di ginnastica, ballo e computer. Ma – segnala qualcuno – il problema è che il cen-tro non è servito adeguatamente dai mezzi pubblici. Gli autobus che raggiungono questa zona, viene spiegato, “non sono molti e hanno fermate troppo distanti dallo stradone di Rovezzano”. La linea 20 ha il suo capolinea in via Domenico Compa-retti, nella zona dell’Esselunga del Gignoro, mentre l’autobus numero 4, che fino a qualche anno fa transitava in questa zona, ha cambiato completamente il suo percorso. Così, segnalano soprattutto le persone più anziane, non resta che acce-dere al centro con i mezzi propri oppure al costo di una (faticosa) camminata. C’è poi la linea 14, che transita in via Rocca Tedalda, dietro la stazione di Rovezzano. La distanza, però – viene sottolineato – per qualcuno resta eccessiva. All’Ataf e al Comune sono così state inoltrate alcune richieste perché venisse prolungato il percorso dell’autobus numero 20, almeno per alcune corse. Da Comune e Quar-tiere fanno sapere di aver aperto un tavolo di dialogo con Ataf affinché il capolinea del 20 venga spostato nel piazzale della stazione di Rovezzano, così da agevolare gli utenti, che potrebbero in questo modo contare su una fermata dell’autobus a duecento metri dalla struttura. “La politica attuale dei trasporti – spiega l’assessore Stefano Giorgetti – è figlia purtroppo dei tagli ai bilanci degli anni passati. Da quest’anno sono stati stanziati alcuni milioni di euro da reinvestire nella mobilità urbana e stiamo valutando le zone più bisognose. Se i cittadini segnalano che quel percorso è carente, lo porteremo in discussione”.

Niccolò Falchini

Segnalazioni/1 Segnalazioni/2

La stazione ferroviaria di Campo di Marte e i suoi dintorni sotto i riflettori: non mancano le segnalazioni da parte dei residenti della zona

L’ingresso del centro anziani Villa Bracci: per qualcuno nella zona servirebbero più autobus

4 | Marzo 2015 Quartiere 2Campo di Marte . Coverciano . Cure

Page 5: Il Reporter Q2 - Marzo 2015

Il Circolo Pensionati di Bellariva si trova nell’omonimo giardino vicino all’Arno ed è un Centro Anziani di promozione sociale fondato nel 1978 e aderente all’ANCeSCAO (l’associazione che raccoglie questo tipo di strutture) dal 2003.Inizialmente i soci giocavano solo a bocce utilizzando all’interno del giardino un pal-laio e un casotto per riporre il materiale. In seguito, con il trasferimento della bibliote-ca nei locali di Villa Arrivabene, fu concesso in uso un locale delle dimensioni attuali. La vecchia struttura fatiscente fu abbat-tuta e ricostruita con una aggiunta di 20 mq. negli anni 2010/2011. L’inaugurazione avvenne il 19 maggio 2011 alla presenza dell’allora Sindaco Matteo Renzi e dell’As-sessore alle Politiche Sociali Stefania Sac-cardi (la foto si riferisce proprio a questo evento ndr).Il Centro è composto da una grande sala (90 mq. circa), uno studio, una stanza TV/

biblioteca, una piccola cucina/dispensa e 3 bagni.

Che cosa facciamo? Lo scopo fondamentale per noi rimane quello di costruire forme di aggregazione e socialità per non lasciare l’anziano alle prese con la solitudine. Tante volte gli an-ziani provengono da storie personali di emarginazione precoce dal processo pro-duttivo e questo spesso determina una perdita di identità e anche di autostima. Un centro come questo diventa allora il luogo dove ritrovarsi, socializzare, scambiare due parole e sentirsi meno solo. Proprio per questo ogni mese organizziamo pranzi e cene sociali con intrattenimenti musicali e cabaret. Durante l’anno ci diamo da fare con animazioni e merende per i bambini frequentatori del giardino. Inoltre, insieme con l’Associazione BEA e grazie al supporto di alcuni psicologi, i nostri soci hanno l’op-

71° Anniversario delle fucilazioni di Campo di MarteIl 22 marzo di 71 anni fa, durante un rastrellamento, cinque ragazzi (Leandro Corona, Ottorino Quiti, Antonio Raddi, Adriano Santoni, Gui-do Targetti) furono catturati come renitenti alla leva dall’esercito della Repubblica Sociale, sommariamente processati e poi fucilati al Campo di Marte. Il prossimo 23 marzo, ore 10.30, avrà luogo la cerimonia com-memorativa con ritrovo all’Istituto dei Ciechi e successivo corteo � no al sacrario presso lo stadio. Oltre alle autorità e ai rappresentanti delle associazioni partigiane e antifasciste è prevista la partecipazione dei parenti delle vittime.

Sede del Quartiere 2Villa Arrivabene, piazza Alberti 1/aTel: 055-2767831 | Fax: 055-2767838E-mail: [email protected] .it

A cura del Consiglio di Quartiere 2

2CAMPO DI MARTE

puoi trovare queste notizie e molto altrosul sito del Quartiere 2: vai su www.comune.fi .it e nella sezione “Comune” clicca su “Quartieri”

Cerimonia allo stadio il 23 marzo

Centri Anziani a Bellariva

UN CIRCOLO CARICO DI CORDIALITÀPER SENTIRSI PIÙ VIVI E MENO SOLI

A Villa Arrivabene

UNA MOSTRA PER DISIMPARARE IL RAZZISMOUnicoop Firenze presenta la mostra interattiva “Di Razza Umana: strumenti per di-simparare il razzismo”. L’iniziativa si rivolge agli studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado, a quelli della scuola secondaria di secondo grado e a tutti i cittadini interessati.La mostra farà sperimentare in prima persona al visitatore le contraddizio-ni della globalizzazione, in un viaggio attraverso gli stereotipi e i pregiudizi che stanno alla base delle discriminazioni razziali e di ogni forma di esclusione. Lo scopo è quello di ri� ettere sulle diversità, sugli inganni della percezione, sulle tipo-logie migratorie e i meccanismi economici ad esse sottesi, stimolando la ri� essione e lo sviluppo di capacità critiche indispensabili per individuare le forme dissimulate di discriminazione e di razzismo presenti nella nostra vita quotidiana.

InformazioniLa mostra è allestita nei locali di Villa Arrivabene dal 25 febbraio al 28 marzo. Le mattine sono riservate alle visite delle classi prenotate. Per tutte le persone interessate è possibile organizzare le visite nei giorni di venerdì 13 marzo e mercoledì 18 marzo, dalle 16 alle 18. La partecipazione all’iniziativa è gratu-ita � no ad esaurimento posti, si richiede l’ iscrizione. La mattina, dal lunedì al venerdì, il Centro per le Proposte Educative di Firenze, al numero 055-4225621, sarà a disposi-zione degli utenti per informazioni e prenotazioni.

Informazioni Lungarno Aldo Moro 12 Tel. 055 662210 - 055 679549 Fax. [email protected]@comune.� .it

In viale MazziniUn giardino per i caduti e dispersi in RussiaIl 17 gennaio scorso, con una semplice e commovente cerimonia, il giardino posto tra viale Mazzini, via Bovio e via Nathan Cassuto, è stato intitolato ai caduti e dispersi in Russia, accogliendo la richiesta formu-lata dall’ Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia-Sezione Toscana. Con questo atto Firenze rende omaggio ad una delle più spavento-se tragedie della storia italiana che costò la vita ad oltre 100.000 uo-mini, nella stragrande maggioranza mai restituiti alle loro famiglie. Questo luogo servirà almeno a trasmettere a noi e alle future generazio-ni il ricordo del loro sacri� cio.

L’anagrafe del Parterre amplia l’orario di aper-tura e ora funziona anche il sabato mattina dalle 8.30 alle 13.30. Una iniziativa che intende

favorire in particolare i cittadini che durante la settimana lavorano e pertanto hanno di� coltà ad avvalersi del servizio o sono costretti a pren-

dere permesso. Per accedere al servizio occorre la prenotazione di un appuntamento che deve essere e� ettuata telefonando allo 055.055.

Anagrafe al Parterre anche il sabato Prenotazione obbligatoria con 055.055

VIDEO INTERVISTE SUL SITO WWW.ILREPORTER.ITInteressante novità nella comunicazione multimediale dei quartie-ri � orentini. A partire dal gennaio di quest’anno sul sito web de “Il Reporter”(www.ilreporter.it) e anche sulle pagine del quartiere in Rete Civica (http://q2.comune.� .it) troverete un’intervista mensile dedicata ad un argomento “caldo”, suggerito dall’attualità e dalla vita del territorio. I servizi sono realizzati in esterna, nel vivo delle situazioni descritte, e privilegiano un approccio diretto e fresco con le realtà locali come è nella vocazione dei quartieri stessi, nati per rappresentare la cel-lula istituzionale più prossima alle esigenze quotidiane dei cittadini.La prima videointervista è già visibile on line e vede protagonista il presidente Q.2, Michele Pierguidi, che presenta il progetto di risistemazione di piazza Al-berti, via Gioberti e piazza Nannotti.

Vita dei quartieri

Presentazione letteraria

UNA STORIA VERA RIPORTATA ALLA LUCEPresentato a Villa Arrivabene il libro “L’Errare, l’Errore, l’Orrore”, atto unico di una storia vera di Gabriella Del Bianco. Una cronaca cruda e asciutta di un grave e noto fatto di sangue, accaduto nel secolo scorso in una realtà contadina di miserie e di abbandono. Un’incredibile vicenda di riscatto e di perdono, per la prima volta resa nota nella sua cronologia e storica interezza. Erano presenti Adalberto Scarlino del Comitato � oren-tino per il Risorgimento, l’assessore alle politiche sociali Sara Funaro, il presidente del Consiglio di Quartiere 2 Michele Pierguidi, il presidente della Commissione servizi cul-turali Q.2 Caterina Nannelli, il giornalista di “Toscana Oggi” Riccardo Bigi e Pina Vicario (Edizioni Agemina). Proiezioni video di Daniele Caselli.

portunità di ‘tirare le � la’ della loro vita, tra-smettendo esperienze, elaborando i risul-tati raggiunti e gli errori commessi. Un’altra attività importante è la musicoterapia che stimola le emozioni e aiuta a rilassarsi, per-ché la musica fa bene a tutte le età e parla un linguaggio universale.Ci sono molti altri modi per sentirsi attivi e mantenere in esercizio la memoria e il pa-trimonio di conoscenze e di competenze di ciascuno di noi: il contatto e l’integra-zione con altre culture (facilitato dal fatto che alcuni frequentatori del centro sono cittadini extracomunitari e non solo nel ruolo di badanti), l’arricchimento culturale (attraverso visite ai musei, visioni di � lm e spettacoli teatrali, corsi di informatica etc.), il turismo sociale (gite, gemellaggi, sog-giorni che aiutano a conoscere usanze, costumi, specialità gastronomiche diverse dalle nostre).Per allenare la memoria pratichiamo quotidianamente dei giochi di so-cietà e ci teniamo in contatto con il mondo attraverso una Sala Tv e una piccola biblioteca/ sala di lettura.

Quanti siamo? Al 31 dicembre 2014 i soci sono 231 (136 donne e 95 uomini) e ben 72 soci hanno più di 80 anni (35 superano gli 85).

Dove e quando ci trovate? Siamo ai giardini di Bellariva e siamo aperti tutto l’anno con il seguente orario: 15.30 /18.30 (luglio, agosto e festivi, ore 16.00/19.00).Concludiamo ringraziando tutto il Consi-glio di Quartiere 2, con in testa il presiden-te Michele Pierguidi, per l’attenzione e il sostegno che ci ha sempre assicurato.

Il Presidente Silvano Vettori

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#Il quartiere in pillole

Le lavagne installate sulla barriera fonoassorbente contro il rumore del traffico alla scuola dell’infanzia “Fausto Dionisi” di via Cambray Digny

le lavagne? sono sullabarriera anti-rumoreUna “area verde silenziosa”alla scuola Fausto Dionisi

Infanzia Parterre

porte aperte all’anagrafeanche il sabato mattinaAll’anagrafe del Parterre si può ora andare anche il sabato mattina (ma solo su prenotazione). An-

cora una novità per gli uffici anagrafe cittadini, da qualche tempo alle prese con una riorga-nizzazione che ha comportato alcuni cambiamenti. L’ultimo, nel quartiere, riguarda lo sportello del Parterre, che ha ampliato il suo orario di accesso al pubblico, restano aperto anche il sabato mattina dalle 8,30 alle 13,30. Così, dallo scorso 14 febbraio, i cittadini che durante la settimana lavorano e non hanno quindi modo (né tempo) di recarsi all’anagrafe, possono ora usufruire dei suoi servizi anche il sabato mattina. Ma, attenzione, questo avviene solo su prenotazione, che può essere effettuata telefo-nando al numero 055.055.

La ricorrenza

ieri palasport, oggi mandelaforum: trent’anni per l’impiantoTrent’anni di Palasport. Lo scorso mese il consiglio comunale di Firenze ha ricordato il trentesimo

anniversario del Palasport cittadino che, dal 2004, ha cambiato il suo nome in Nelson Mande-la Forum. Un impianto polivalente, il più grande della Toscana, che oltre a eventi sportivi di varie discipline ospita anche appuntamenti culturali, formativi e d’impegno civile. Per l’occasione, è stato approvato all’unanimità un ordine del giorno firmato dai consiglieri del Partito Democratico Maria Federica Giuliani, Stefania Collesei e Angelo Bassi, che invita l’amministrazione comunale a svilup-pare iniziative per incrementare la consapevolezza culturale e il confronto sui grandi temi del mondo contemporaneo.

L’appuntamento

gare, società e premiazioni:festa per l’atletica toscanaL’atletica toscana fa festa in città. Lo scorso 10 febbraio il Nelson Mandela Forum ha ospitato la festa

dell’atletica toscana: nell’occasione ha preso il via anche la trentesima edizione di “Toscanaindoor”, con le gare di atletica leggera curate dal comitato regionale toscano della Fidal sulla pista smontabile all’interno della stessa struttura. Oltre al presidente della Fidal Toscana Alessio Piscini e ai vertici della Federazione italiana di atletica leggera, erano presenti anche l’assessore allo sport del Comune di Firenze Andrea Vannucci, la vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi, il presidente del Coni Toscana Salvatore Sanzo e il delegato provinciale del Coni fiorentino Eugenio Giani. “Una bella occasione di festa per l’atletica toscana e per il Mandela Forum – ha detto Vannucci – come ammini-strazione non possiamo che essere soddisfatti del ruolo e della gestione di una struttura che è arrivata a festeggiare trent’anni di attività”. Sono state sei le manifestazioni che hanno avuto come palcoscenico il palasport fiorentino per l’assegnazione dei titoli di campioni toscani indoor 2015. Oltre alla data del 10 febbraio, le gare si sono tenute anche sabato 14 (manifestazione settore promozionale al femminile, Ragazze e Cadette), lunedì 16, mercoledì 18 e venerdì 20, con altri tre eventi dedicati ai campionati toscani del settore agonistico, mentre sabato 21 febbraio si è svolta la seconda e ultima manifestazione dedicata al settore promozionale (in questo caso al maschile, per Ragazzi e Cadetti). Spazio anche alla festa e alle premiazioni per la stagione 2014 dell’atletica toscana: presenti e premiati i migliori atleti azzurri espressione dell’atletica toscana, tutte le eccellenze dell’atletica regionale, a livello individuale e societario, le società che si sono distinte a livello nazionale o vincitrici di titoli toscani, così come gli atleti protagonisti a livello internazionale o che hanno migliorato primati nazionali (o regionali) o vincitori di titoli tricolori.

In piscina

meno costi e consumi: nuoviteli isotermici alla costoliNuovi teli isotermici alla piscina Costoli, per rendere più efficiente l’impianto, risparmiare energia

e ridurre i costi di riscaldamento. Le nuove coperture sono state installate all’interno delle vasche coperte con un investimento di quarantamila euro e un taglio atteso dei consumi di almeno il 25 per cento. “Un intervento che si inserisce nel programma di efficientamento degli impianti sportivi che questa amministrazione sta portando avanti – ha spiegato l’assessore Vannucci – grazie a questo in-tervento potremo ridurre i consumi di riscaldamento della piscina Costoli di almeno il 25 per cento. Un segnale non solo simbolico, ma anche concreto della direzione nella quale vogliamo andare”. Dal punto di vista tecnico, i nuovi teli isotermici consentono di mantenere il calore accumulato nell’acqua in modo da garantire un risparmio energetico nel periodo invernale, con un sensibile calo dei costi di gestione: diminuisce l’uso dell’impianto di riscaldamento quando la vasca non è utilizzata e, bloccando l’evaporazione dell’acqua, viene ridotto notevolmente anche l’uso dei prodotti chimici, con i risparmi economici che ne conseguono. L’intervento, progettato e condotto dal personale interno alla direzione servizi tecnici del Comune, è stato realizzato nell’ambito di un appalto che comprendeva anche la nuo-va copertura pressostatica della porzione di vasca olimpionica non coperta. La ditta che ha eseguito i lavori ha fornito anche gli avvolgitori motorizzati per i tre palloni pressostatici a copertura della vasca tuffi e della vasca olimpica. I teli sono realizzati in schiuma multistrato trattata anti Uv, cloro e ozono, sono posati trasversalmente e hanno una lunghezza di venticinque metri.

Una “area verde silen-ziosa” con tanto di lavagne sulla barrie-ra fonoassorbente

contro il rumore del traffico cit-tadino. È quella nata alla scuola dell’infanzia “Fausto Dionisi” di via Cambray Digny, un “giardi-no pilota” contro il rumore del traffico stradale di via Aretina e via Bonomi. L’intervento, re-alizzato in tre mesi e concluso alla fine dello scorso dicembre per 137mila euro complessivi, è un modello pilota, sviluppato nell’ambito di un progetto euro-peo per la realizzazione di aree silenziose a scopo ludico-ricrea-tivo. L’area era già stata attrezzata con giochi, tavoli e panchine, per le pause ricreative dei bambini nell’orario scolastico quotidiano. La realizzazione della barriera – spiegano da Palazzo Vecchio – ha permesso di migliorar-

ne la fruibilità, consentendo ai bambini di avere la massima tranquillità durante le attività lu-diche. Ed è stato previsto anche l’inserimento di elementi gioco integrati con la barriera antiru-more, con l’installazione di dieci lavagne di varie dimensioni sul lato interno della barriera e nella zona maggiormente frequentata dai bambini, che è stata protetta visivamente.

Ivo Gagliardi

Senzaappuntamento

NUOVA APERTURA Piazza Ferrucci, 3 info 333.40.22.251via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info 327.28.97.058

Senzaappuntamento

NUOVA APERTURA Piazza Ferrucci, 3 info 333.40.22.251via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info 327.28.97.058

Senzaappuntamento

NUOVA APERTURA Via Gianpaolo Orsini, 78 info 333.40.22.251

via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info 327.28.97.058

6 | Marzo 2015 Quartiere 2Campo di Marte . Coverciano . Cure

Page 7: Il Reporter Q2 - Marzo 2015

#Zoom

alle cure arrivano gli artisti di stradaPer la prima volta assegnate a mimi, pittori & Co.postazioni anche al di fuori del centro storico

Vi siete mai chiesti perché i “madonna-ri” facciano tappa fissa in via Calimala,

o perché le statue viventi riman-gano ore e ore immobili nel piaz-zale degli Uffizi? Pensate che si-ano postazioni casuali? No, non lo sono. Siamo abituati a vederli all’opera nel centro storico, ci in-cantano con la loro musica, i loro sketch e i loro disegni, con le loro gesta che fotografiamo perché l’arte di strada ammalia non sol-tanto i turisti, ma anche chi a Fi-renze ci vive e ci lavora. Lo scor-so febbraio è scaduto il termine per l’invio delle domande per l’assegnazione delle postazioni per l’esercizio dell’arte di strada che, per la prima volta, inaugura due nuove “location”: piazza del-le Cure e piazza Bartali a Gavi-nana. Avvezzi a vedere questi ar-tisti al lavoro agli Uffizi, in piazza della Repubblica, in piazza San Marco o in via Martelli, piazza delle Cure rappresenta quindi una novità per molti inaspettata.

I bandi pubblici, messi a dispo-sizione per accaparrarsi un po-sto, erano quattro. Il primo era dedicato alle attività di espres-sioni artistiche di strada a carat-tere biennale rivolto a musicisti, mimi, burattinai, artisti di bolle di sapone, statue viventi e ma-donnari. L’area di massimo in-gombro, per ciascuna postazio-ne, è generalmente di due metri quadrati, e l’assegnazione degli spazi segue un meccanismo di rotazione settimanale. Il secon-do bando era rivolto alle attività di carattere temporaneo, diretto ad artisti nuovi, giovani o di pas-saggio in città, non già conces-sionari del suolo pubblico con copertura dell’intera settimana. I posti, in questo caso, potevano essere ceduti per un solo periodo al mese per la durata massima di sette giorni continui. Il terzo era dedicato ai mestieri artistici svolti come attività ordinarie e coinvolgeva pittori, ritrattisti, scultori, finger art, mosaicisti, incisori, artisti di collage e foto-

Valentina Veneziano

La novità

Previste due nuove location per gli artisti di strada in città, per la prima volta fuori dal centro storico: una è in piazza delle Cure e già da tempo

la “street art” è protagonistasotto la piazza

Se le postazioni per le attività artistiche di strada sbarca-

no anche in piazza delle Cure, in tanti sottolineano come in quest’area la “street art”, con i suoi colori e la sua vivacità, sia in realtà protagonista ormai da molto tempo. Non pro-priamente in piazza, ma sotto. Il sottopasso pedonale delle Cure, situato sotto i binari della ferrovia, è uno “scrigno” che racchiude alcune delle più belle opere di street art in città, con i loro messaggi spesso le-gati alle vicende attuali del no-stro paese e del mondo intero.

V.V.

Focus

grafi. L’ultimo bando era rivolto ai giovani esercenti per le stesse categorie di quello precedente. I candidati, in questo caso, do-vevano sostenere un esame che consisteva in una prova pratica della disciplina artistica che si intendeva ricoprire. Per quanto riguarda gli artisti “storici”, sono potuti rimanere nel posto d’ele-zione per un periodo non supe-riore ai tre giorni a settimana, un turno nel weekend compreso. In caso di più richieste per lo stesso posto è stata data priorità all’arti-sta più giovane. Agli abitanti del quartiere non resta dunque che attendere ancora un po’ per ca-pire dove saranno le postazioni e chi, attraverso il suo lavoro, al-lieterà le giornate in piazza delle Cure.

Marzo 2015 | 7 Quartiere 2Campo di Marte . Coverciano . Cure

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#L’inchiesta

Un milione e ottocentomila euro per il verde pubblico fi orentino. La stes-sa cifra del 2014, che era stata aumentata di 500mila euro rispetto al 2013. L’investimento dell’assessorato all’Ambiente del Comune di Firen-ze è uno dei pochi capitoli di spesa di Palazzo Vecchio a non calare,

nonostante i tagli che l’amministrazione è stata suo malgrado costretta a fare in tanti campi. “Ricognizione e programmazione sono le parole chiave che guidano il nostro impegno – spiega l’assessore Alessia Bettini – per questo abbiamo messo in campo progetti con importanti enti di ricerca perché gli interventi nel settore del verde pubblico ottengano il massimo risultato. Sempre a proposito di fi nan-ziamenti – aggiunge – altri 150mila euro verranno spesi nei prossimi cinque anni per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria nei giardini delle scuole comunali fi orentine”. Alcuni numeri: nel 2014 sono stati intensifi cati i controlli sulle alberature, passando da 13mila a 21mila su 74mila alberi presenti a Firenze. Delle piante monitorate, il 5% è risultato pericoloso e 450 verranno abbattute, mentre circa un migliaio sono gli alberi che verranno ripiantati nei prossimi mesi. Ai tagli per motivi di sicurezza vanno poi aggiunti gli alberi che sono caduti o che si sono danneggiati nella tempesta del 19 settembre scorso. Quanto alle ripiantumazioni, in alcuni casi si tratterà proprio di sostituzioni: dove non si potrà procedere con le sostituzioni – ad esempio dove sono stati tagliati platani malati e si devono atten-dere tre anni perché la nuova pianta non venga contagiata dal fungo – sono stati individuati nuovi spazi, come alle Cascine. Per l’aspetto della pianifi cazione, “stiamo collaborando con la facoltà di Scienze Forestali dell’ateneo fi orentino a un progetto che prevede la mappatura del rischio entro l’estate. Si tratta di un’analisi che prende in esame sia le condizioni delle piante, sia il contesto, vale a dire se sono in un par-co o in mezzo al traffi co, quanto vengono sollecitate le radici e così via. In questo modo, fermo restando un grado di imponderabilità legato al fatto che gli alberi sono organismi biologici come noi, è possibile prevedere cosa accadrà e intervenire in tempo”, continua Bettini, che conta molto anche su un altro progetto: “Con il Cnr stiamo studiando le piante più adatte a sostenere i cambiamenti climatici cui abbia-mo assistito negli ultimi anni e le condizioni di vita nella città. Il cuore del progetto è nel vivaio comunale di Ugnano, dove i ricercatori stanno selezionando le piante più adatte per i vari luoghi di Firenze”. Infi ne, per quanto riguarda i giardini, spiega l’assessore che “stiamo lavorando all’ampliamento e alla valorizzazione del giardi-no dell’Iris, che si allargherà fi no a comprendere parte del terreno sotto piazzale Michelangelo che prima ospitava il campeggio. Inoltre metteremo in sicurezza i camminamenti e vorremmo aprire il giardino tutto l’anno, ripristinando l’accessibi-lità anche dalle rampe”. I tempi? “Contiamo di fi nire l’intervento entro il prossimo settembre, per un costo di 150mila euro. Sarà un regalo a fi orentini e turisti”.

Serena Wiedenstritt

Uno dei percorsi “sospesi” del parco avventura “Il Gigante”, che si trova alle porte di Firenze

I “parchi avventura”

teleferiche e ponti sospesi, là dove si sfidano le vertigini

Piccoli e grandi sospesi fra un albero e l’altro. Assicurati con un cavo in acciaio legato all’im-

bracatura che garantisce la sicurezza ma pronti a sfi dare l’ebbrezza di destreggiarsi fra ponti tibeta-ni e altri “passaggi” avventurosi a quota cinque, otto o dieci metri da terra. I “parchi avventura” sono una delle ultime tendenze in fatto di gior-nate da trascorrere all’aria aperta, mangiando un panino immersi nel bosco e sfi dando le vertigini. Quello più grande della Toscana è “Il Gigante”. Si trova a Pratolino, per la precisione nel bosco di Poggio della Garena, di fronte a Villa Demidoff , e comprende dieci diversi percorsi adatti a tutte le età. È gestito dallo staff di “Alberovivo”, che si occupa di introdurre all’attività, fornire tutte le informazioni tecniche necessarie e seguire il per-corso di prova, oltre a essere presente per qualsi-asi esigenza. Il parco nasce nel 2009 dall’idea di una squadra di esperti arboricoltori tree-climber appassionati di progettazione di parchi avventu-ra, e off re percorsi avventurosi fatti di teleferiche, ponti e corde sospesi, passerelle a mezz’aria, salti nel vuoto e skateboard volanti. Con cinque per-corsi dai nomi suggestivi come Pitone, Cobra e Anaconda, un altro parco avventura fi orentino si trova nel bosco di Vincigliata, vicino Fiesole. Il “Tree Experience” vanta i percorsi più lunghi della Toscana e, per gli appassionati, off re anche la possibilità di un’esperienza di “soft air”, grazie all’area attrezzata.

S.W.

“mappa del rischio”,le piante sotto la lenteTronchi e rami osservati speciali per poter intervenire in tempo.Novità per il giardino dell’Iris

Bentornata primavera/1

8 | Marzo 2015

Page 9: Il Reporter Q2 - Marzo 2015

#L’inchiesta

a testa in su,per ammirarei “giganti verdi”A caccia degli alberipiù antichi (e alti)sparsi per la città

Bentornata primavera/2

Girare per giardini a testa in su. Passeg-giare nel verde come in un museo. Li chiamano “giganti verdi” e sono gli al-beri monumentali che, dall’alto della

loro esistenza secolare e delle loro imponenti di-mensioni, rendono speciali alcuni parchi fi orentini. Un monumentale cedro del Libano si trova a Villa Favard, è alto 24 metri per una circonferenza di quasi sei. Un altro esemplare, ancora più maesto-so, svetta davanti a Villa Fabbricotti: misura venti-quattro metri per 750 centimetri di circonferenza. A Mantignano è invece possibile incontrare una quercia, tecnicamente Quercus Robur, che arriva a

venti metri d’altezza, anche se la sua circonferenza è di “appena” 280 centimetri. La pianta è particolar-mente suggestiva grazie alla sua posizione isolata, per cui sembra davvero dominare il giardino su cui sorge. Un’altra quercia da non perdere si tro-va all’ippodromo delle Mulina, alle Cascine: è alta trenta metri per un tronco di 4,5 metri. Se comun-que querce e cedri sono piuttosto diff usi a Firenze, anche se nella maggior parte dei casi hanno dimen-sioni più ridotte, una vera eccezione nel panorama botanico cittadino è rappresentata dalla Jubaea Chilensis di quindici metri che si trova nel parco della Villa di Rusciano, in via Fortini. Infi ne non c’è

bisogno di addentrarsi in un’area verde per restare impressionati dalla grandezza della Gleditzia tria-canthos situata fra viale Righi e via Lungo l’Aff rico. Una vera forza della natura, alta 23 metri e con una circonferenza di quasi 5,5 metri che “domina” sul traffi co. Ma per i parchi si può passeggiare anche a testa in giù, con lo sguardo rivolto verso le targhette che individuano la varietà di questa o quella pianta. A questo proposito, Firenze può off rire lo spettaco-lo di uno degli orti botanici più antichi al mondo. Nasce nel 1545 il Giardino di piante medicinali, detto Giardino dei Semplici, oggi gestito dall’ate-neo fi orentino: momentaneamente chiuso, riaprirà

i battenti ad aprile dopo i danni subiti in occasione della tromba d’aria e della maxi-grandinata del 19 settembre scorso che ha infi erito anche su alberi e piante dell’orto botanico. Il giardino, cui si accede da via Micheli, è parte del museo di Storia Naturale e occupa oltre due ettari di terreno, di cui una parte consistente occupata da serre. Proprio nelle serre si trovano le collezioni più pregiate, piante tropicali e subtropicali come Cicadee, Ficus e Palme, oltre a un’antica selezione di agrumi. Non solo, anche l’orto botanico vanta la sua scelta di alberi monumentali: da non perdere quelli centenari come il tasso pian-tato nel 1720 e la sughera del 1805.

Serena Wiedenstritt

APERITIVO

1. Giardino dell’Orticoltura – posizione strategica, a due passi da piazza della Libertà, e tanti prati su cui buttare una coperta per sorseggiare una birra e spilluzzicare un pacchetto di patatine, anche portate da casa.

2. Giardino Caponnetto (lungar-no del Tempio) – perfetto per godere una vista spettacolare del tramonto sull’Arno, già dotato di chiosco per aperitivi non troppo elaborati.

3. San Niccolò – in attesa della riapertura della spiaggia sull’Arno, l’appuntamento nell’area verde di fronte alla porta di San Niccolò e sotto le rampe che portano al piaz-zale Michelangelo è un must per uno spritz in compagnia. Ma va bene anche un analco-lico in bottiglietta.

PANORAMA

1. Giardino delle Rose – è sinonimo di primavera, visto che fino a un po' di tempo fa apriva al pubblico solo per un breve periodo in questa sta-gione. Si trova sotto il piaz-zale Michelangelo e la sua spettacolare vista è ancora più gradevole se “consumata” passeggiando fra i roseti.

2. Giardino del Dragone – l’ac-cesso principale è da via Trento, dove si affaccia una spettacolare terrazza su Firenze, ma i più sportivi pos-sono anche “arrampicarsi” sulla ripida stradina che parte dall’inizio di via Bolognese.

3. Giardino di Villa Bardini – un passaggio al museo, una visita alle specie botaniche uniche ospitate nel parco e il panorama di Firenze ai vostri piedi. Potrebbe sembrare una meta prettamente turistica, ma non lo è.

PIC-NIC

1. Villa Il Ventaglio – prati verdi e ampi per stendere la co-perta e iniziare ad apparec-chiare: la posizione nascosta dietro viale Volta fa sì che sia facilmente raggiungibile ma protetto dal traffico. Anti-camente rappresentava un punto di sosta per i pellegrini diretti a San Domenico.

2. Parco dell’Anconella – il polmone verde di Firenze sud offre grandi spazi, giochi per bambini (per distrarli nell’at-tesa del momento dell’aper-tura del cesto) e una sugge-stiva posizione in riva all’Arno.

3. Giardino dei Cigni (Fortezza da Basso) – una soluzione centrale ma ottimale. I prati si trovano nella parte più interna dell'area, a ridosso della Fortezza e più riparati dal traffico.

CORRERE

1. Giardino del museo Stib-bert - si snoda fra tempietti, limonaia e scuderia il percor-so all’interno di questo parco. Indicato per una corsetta leggera intorno al laghetto, i più allenati possono permet-tersi anche la salita a Villa Fabbricotti.

2. Viale Giuseppe Poggi – in salita, consigliato per i più allenati, non sarà un vero e proprio giardino ma il verde non manca, ed è un must per i runner fiorentini. Perfet-to anche d’estate, grazie al percorso completamente ombreggiato.

3. Villa Strozzi al Boschetto – fra Soffiano e Bellosguardo, permette una corsetta piace-vole fra ampi vialetti. Si nota anche qui l’impronta lasciata dall’architetto Poggi.

FESTE CON BAMBINI

1. Villa Vogel – dal laghetto al parco giochi con la nave, è la location ideale anche in caso di situazioni meteo incerte, grazie alla stanza e al portica-to (che si può affittare).

2. Area Pettini Burresi – in zona Cure, quando il problema è la temperatura troppo alta, offre comodi pergolati per fe-steggiare all’ombra. È dotato anche di giochi per bambini.

3. Giardino di Borgo Allegri – dietro Santa Croce c’è tutto quello che serve per una festa coi fiocchi, compresi tri-cicli e biciclettine da prendere in prestito per far giocare i bambini e uno spazio per tenere in fresco il rinfresco.

I tre parchi top per...

Sono diversi i “giganti verdi” di Firenze, gli alberi monumentali

che svettano sulla città dall’alto della loro esistenza secolare

e delle loro imponenti dimensioni

Marzo 2015 | 9

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#Società

in via palazzuolo,dove i fiorentiniprovarono il kebab

Qui, per la prima volta, i fi orentini assaggiaro-

no kebab e falafel, da Amon. Qui in seguito sono sorti, uno dopo l’altro, molti negozi stra-nieri, da macellerie islamiche a supermercati indiani. E se Amon ha chiuso i battenti la scorsa estate, il kebab si può mangiare poco più avanti, da Adel. Via Palazzuolo è una del-le strade più multietniche della città: basta percorrerla in tutta la sua lunghezza per notare insegne di diverse nazionalità, accanto ad altre fi orentine doc. Un melting pot che la rende un “unicum” in tutta Firen-ze. Abdel, marocchino, da un paio di anni ha aperto il suo negozio all’inizio della stra-da, quasi in piazza Ottaviani, dopo aver lavorato al mercato di San Lorenzo. Più avanti si trova Hawa, che da più di un anno vende vestiti somali e non solo, poi un parrucchiere africano. C’è un centro servizi per immigrati che si occupa anche di stampa e distribuzio-ne di pubblicità, gestito da un giovane pakistano a cui mol-tissimi connazionali, spiega, si rivolgono per un aiuto a tro-vare occupazione. Tra le tante macellerie islamiche c’è quella di Abdul, che ha aperto da un paio di anni: “Qui – ammette – i clienti non mancano”. Sempre qui ha sede “Gli Anelli Man-canti”, associazione che si oc-cupa di integrazione e che of-fre assistenza a tutto tondo agli stranieri, da corsi di alfabetiz-zazione di italiano a consulen-za legale, oltre a organizzare mercatini multietnici e altre iniziative. In via Palazzuolo c’è anche un ristorante etiope-eritreo: Reshan lo ha aperto nel 2009, dopo aver lavorato per otto anni in vari locali, fa-cendo un po’ di tutto, dalla ca-meriera alla lavapiatti, per poi decidere, come racconta, di mettere a frutto la sua passione per la cucina. Odori, colori e sapori lontani si mescolano in un’atmosfera tutta particolare: siamo in un angolo di centro storico caratteristico ma anche delicato, in cui non sono man-cati negli ultimi anni problemi di sicurezza e degrado, come lamentano commercianti, italiani e stranieri, e residen-ti, alcuni dei quali segnalano, attraverso la pagina Facebook Palomar, le diffi cili situazioni che qui si verifi cano.

La strada

nella firenze che arriva da lontanoQuasi 60mila i residenti stranieri. “Il calore dopola tragedia di Mor e Modou si è un po’ consumato”

Rossi, Bianchi, Ferrari. No, curiosando tra i campanelli dei por-toni del quartiere 5 il

cognome più diff uso è un altro, Hu. E lo è ormai da tempo, a riprova del fatto che Firenze sta diventando sempre più una città multietnica. Sono circa 59mila i residenti stranieri in città (a gen-naio 2015), il 15,5% del totale: la comunità più rappresentata è quella romena con 8.607 perso-ne, segue la peruviana con 6.386, poi la albanese con 5.671 e la ci-nese con 5.625. Ed è proprio il quartiere 5 quello con il più alto tasso di popolazione straniera, 19.757 residenti al 31 dicembre 2014 contro i 14.506 del quartie-re 1. Seguono il quartiere 2 con 11.160, il 4 con 8.593 rappresen-tanti e, a chiudere, il 3 con 4.540. Se Firenze cresce, d’altronde, è proprio merito degli stranieri: a compensare il calo dei residenti italiani, -9.4 per cento, c’è il ver-tiginoso aumento di quelli stra-nieri, +164%. Fino al 2005 sono

stati i cinesi i residenti stranieri più numerosi, nel 2006 sono sta-ti superati dagli albanesi per poi assistere a una forte crescita degli abitanti di cittadinanza rumena: nel 2007, anno in cui il loro pae-se è entrato nell’Ue, diventano la comunità più ampia in città. Au-mento esponenziale anche dei cittadini provenienti dal Perù: tra il 2007 e il 2012 la loro pre-senza è cresciuta di oltre il 90%, come mai nessun’altra nazio-nalità. Le principali diffi coltà di questa comunità le spiega Lina Callupe, presidente dell’associa-zione Comunità peruviana: “Il lavoro è il principale problema, ma anche la casa e la burocrazia. Come associazione cerchiamo di indirizzare le persone verso i servizi off erti dal Comune e di favorire l’autonomia della per-sona, non l’assistenzialismo che non aiuta a integrarsi – spiega – i più sono impiegati al mercato ortofrutticolo, come operatori sociosanitari o ancora trovano opportunità nel lavoro domesti-

Sara Camaiora

La città multietnica/1

Firenze sta diventando una città sempre più multietnica: sono circa 59mila i residenti stranieri in città

co. Chiediamo controlli quando ci sono situazioni di illegalità, come il mercato clandestino del-le Cascine: non vogliamo buoni-smo, tutti i cittadini sono uguali anche nel dover rispettare le regole”. Una delle prime associa-zioni a formarsi a livello italiano e fi orentino è stata quella dei senegalesi: una comunità che, in città, è stata colpita al cuore dalla strage di piazza Dalmazia del 13 dicembre 2011. “Sono an-cora tanti i muri da abbattere e il clima generale non aiuta, ma piuttosto incrementa la diffi den-za verso gli stranieri. Il calore e la mobilitazione che ci sono stati dopo la tragedia di Mor e Modou si sono un po’ consumati”, am-mette Mamadou Sall, segretario dell’Associazione senegalesi, che conclude: “La burocrazia è anco-ra un ostacolo per gli immigrati, diffi cile la ricerca di lavoro: mi è capitato di recente di dover aiutare alcuni ragazzi vittime di truff e e fi nte assunzioni”.

Anci

immigrazione, la delegaal sindaco di prato biffoniCirca tre volte tanto. Sono

15.957 i residenti di ori-gine cinese – numero che non tiene conto di quelli irregolari – nella vicina Prato, contro i poco più di 5.600 di Firenze. Stiamo parlando di una delle “Chinatown” più estese d’Eu-ropa, la principale in Italia, fi nita purtroppo recentemen-te alla ribalta delle cronache nazionali per la tragica scom-parsa, nel dicembre 2013, di sette persone nel rogo di un’azienda tessile. Una città in cui è quindi necessario lavorare co-stantemente sui temi dell’immigrazione e dell’integrazione. E non è un caso che proprio al sindaco Matteo Biff oni sia stata affi data dal presidente dell’Anci Piero Fassino la delega a immigrazione e politiche per l’integrazione, un importante riconoscimento per il Comune toscano ma anche una possibilità, per la città, di diventare centro delle politiche nazionali in questo ambito. “Ringrazio il pre-sidente Fassino per la fi ducia che mi ha accordato assegnandomi una delega così importante per il nostro Paese, soprattutto in que-sto momento di profonda trasformazione sociale – ha dichiarato per l’occasione il sindaco Biff oni – questo incarico ha per me una doppia valenza: quella di fare un servizio all’Anci, dove potranno essere portate avanti politiche innovative su tematiche complesse, facendo tesoro della nostra esperienza pratese, ma è anche un’occa-sione per fare del bene alla nostra città, potendo portare con ancora maggior forza le esigenze di Prato all’attenzione nazionale e facendo diventare i nostri punti di eccellenza, come l’inclusione scolastica, un modello da seguire”.

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10 | Marzo 2015

Page 11: Il Reporter Q2 - Marzo 2015

#Società

il giro del mondo in un pugno di piazze“Passeggiate migranti” in riva all’Arno per scoprireuna faccia poco conosciuta del capoluogo toscano

È un giro del mondo in una manciata di piazze. Erii, nome nipponico a cui i genitori hanno

aggiunto una “i” in onore dell’I-talia, tra una tappa e l’altra spiega le tradizioni giapponesi. Jackli-ne, con le sue lunghe treccine, racconta di quando – arrivata dal Kenya – si trovò nei panni dell’aiuto vigile. E ancora, Zaka-ria, origini algerine, accompagna il gruppo dentro la “moschea” di Borgo Allegri. Haswell è un in-segnante missionario che viene dal Malawi, Nina e Guilherme una coppia di brasiliani trapian-tati all’ombra del David. È il loro sguardo a guidare i turisti urbani tra vicoli e stradine alla scoper-ta di una faccia poco conosciuta della città: due ore di passeggia-ta, tanti dettagli a chilometri zero che portano lontano. Il percorso si snoda intorno al melting pot in salsa fi orentina di via Palazzuolo, divisa tra botteghe tradizionali, macellerie islamiche e kebabba-ri, o nel cuore di Sant’Ambrogio,

nella sinagoga e nel centro di preghiera musulmano, nelle as-sociazioni e nei ristoranti esotici. Il progetto Mygrandtour (www.mygrantour.org) è nato nel 2010 a Torino grazie ai fondi europei e a un pool di associazioni fra cui Oxfam Italia e la cooperativa di turismo responsabile Viaggi solidali. Nel 2013 è poi arrivato a Firenze, Roma, Genova e Mi-lano. In pochi anni undicimila persone hanno partecipato alle “passeggiate migranti” nelle cin-que città. E oggi questa esperien-za si sta espandendo a macchia d’olio in Italia e in Europa. L’an-no scorso, in riva all’Arno, una ventina di immigrati di prima e seconda generazione hanno imparato l’abc dell’accompagna-tore interculturale. Alcuni sono fi orentini quasi dalla nascita, come Erii, che qui ha spento la prima candelina. Jackline è ar-rivata in Italia da due decenni. Altri hanno varcato il confi ne da una manciata di anni, por-tando con loro tradizioni, storie

Gianni Carpini

La città multietnica/2

Una delle “passeggiate migranti” svolte a Firenze, alla scoperta di una faccia poco conosciuta della città

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Non importa macinare mi-gliaia di chilometri per

portare a casa sapori insoliti o sfoggiare un look etnico. Per arrivare fi no in Russia c’è il gran bazar di via Ventisette aprile, in zona San Marco, fre-quentatissimo da chi è origi-nario dei paesi dell’ex Unione Sovietica per alimenti, dolci e cosmetici. I più gettonati? “Le aringhe in salamoia – rispon-dono dalla bottega, oggi gestita da ucraini – e lo zefi r, un dol-cetto con purè di frutta, albu-mi e gelatina”. Spostandosi ver-so il Medio Oriente, la prima macelleria halal di Firenze, che off re carne lavorata secondo i dettami dell’Islam, si trova dal 1997 dietro il Duomo, in via dell’Oriuolo. Qui un cliente su dieci è italiano. Spezie, hum-mus, salumi (ma non di ori-gine suina) e dolciumi sono il piatto forte del negozio kosher di via dei Pilastri, uno dei più conosciuti per i cibi adatti agli ebrei osservanti. L’Africa ha casa tra la zona di San Lorenzo (via Panicale è aff ollata di par-rucchieri afro, niente messa in piega ma un tripudio trecci-ne) e Santa Maria Novella. Al 60 rosso di via Palazzuolo ha aperto da un anno un piccolo negozio di vestiti. Arrivano da ogni parte del globo: Somalia, paesi arabi e perfi no Olanda. “Questa strada è il luogo ideale per un negozio di abiti mul-tietnico”, dice una delle due socie, Hawa, somala, cono-sciuta da tutti semplicemente come Sara. Il Giappone ha la sua libreria da dieci anni in via Romana, Italia Shobo Firenze: sugli scaff ali romanzi, saggi, manuali per origami e discipli-ne orientali. In fatto di capel-li, la Cina è ormai sempre più presente e alcuni cino-coiff eur sono diventati una sorta di isti-tuzione, come a Firenze sud il parrucchiere “Stella”, nome ita-liano ma staff al 90 per cento cinese. Infi ne, per restare in Europa, l’Olandese Volante dal 1999 in via San Gallo è un must per i cioccolatini ripieni (ne ha quaranta tipi diversi). La farmacia Münstermann di piazza Goldoni, nata dall’idea di un tedesco nel 1897, è stata la prima a portare l’omeopa-tia a Firenze, mentre Jullian è una bottega di cibo francese aperta l’anno scorso da due fratelli d’Oltralpe in via Roma-na: off re vini, formaggi e altre prelibatezze introvabili in riva all’Arno.

G.C.

Commercio

e speranze. “È un viaggio sulle tracce delle migrazioni di ieri e di oggi e su come queste abbia-no arricchito Firenze – racconta Stefania Carrara di Oxfam Italia, che segue il progetto – non è un esperto a parlare, sono racconti in prima persona. Abbiamo la-sciato da parte gli aspetti turistici e gastronomici per concentrarci sull’incontro di culture e religio-ni”. Tutti parlano l’italiano, c’è ad-dirittura chi ha una “c” aspirata da far impallidire gli autoctoni. “Per loro queste escursioni sono anche un’occasione di reddito – aggiunge Carrara – ci voglio-no preparazione e impegno per condurre le passeggiate”. Le vi-site sono aperte a tutti, grandi e piccini. Molte anche quelle dedi-cate alle scuole. Per partecipare basta prenotare il tour, che costa tra i cinque e i dieci euro: in al-cuni casi è prevista anche una degustazione. E presto arriverà un terzo itinerario nell’ombelico multietnico di Firenze, San Lo-renzo.

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Marzo 2015 | 11

Page 12: Il Reporter Q2 - Marzo 2015

#Focus

da beatrice alla hack, le “signore” di firenzeSono tante le personalità importantiche hanno fatto la storia della città

Il mese in rosa

Se la “festa della donna” è diventata nel tempo – come sostengono in molti – una ricorrenza

fi n troppo “commerciale”, tra il giallo delle mimose e i bigliettini di carta sui tavoli prenotati, non va però dimenticato il suo vero signifi cato, fatto di conquiste sociali e politiche e di battaglie contro frustranti discrimina-zioni. Nel corso degli anni si sono trasformati la fi sionomia della donna e il suo ruolo nella società, nella politica e nella fa-miglia. Alcune libertà sono state raggiunte, altre sono ancora da ottenere, ma aleggia, nell’aria primaverile di marzo, una con-sapevolezza che forse alcune donne del passato possedevano già. Firenze vanta importanti personalità femminili, alcune delle quali sono nate e cresciute sul territorio fi orentino mentre altre vi hanno “solo” soggior-nato, apportando cambiamenti radicali nelle arti e nelle scienze, nella storia della città o dell’inte-ro paese. Beatrice Portinari (Fi-renze, 1266) fu, secondo vari cri-tici letterari, la fi gura storica che ispirò il personaggio dantesco di Beatrice. Caterina de’ Medici (Firenze, 1519) rimase fedele alla lingua, al modo di vestire e di vi-vere della sua patria italiana pur soggiornando in ambiente fran-cese. Di lei si è scritto di tutto, eppure in pochi ricordano che fu la prima a distinguere le portate

Valentina Veneziano

Sono molte le personalità “in rosa” che il capoluogo toscano può vantare: tra loro c’è Margherita Hack, la “signora delle stelle”

salate da quelle dolci e che fu lei a introdurre le mutande nel ve-stiario delle dame di corte. Anna Maria Luisa de’ Medici (Firenze, 1667) fu l’ultima discendente della casata fi orentina e grande appassionata d’arte, colei che stipulò nel 1737 il famoso “Pat-to di famiglia”. Firenze deve a lei parte di quello che possiede. Anna Maria Enriques Agnoletti (Bologna, 1907), medaglia d’oro al valor militare, svolse attività politica e partigiana a Firenze. L’Archivio di Stato le ha dedi-cato una targa nel 2005. Mar-gherita Hack (Firenze, 1922) fu la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia, icona del pensiero libero e capace di spiegare la scienza con estrema semplicità. Firenze ricorda ancora, fra le altre cose, la sua indimenticabile lezione in piazza della Signoria nel 2008. Oriana Fallaci (Firenze, 1929) fu scrittore (come preferiva essere chiamata), giornalista, attivista, appassionata e passionale. Aveva un forte legame con il mondo e le sue vicende e un grande amo-re per i viaggi, che raff orzavano il suo spirito fi orentino. Diceva: “Sono nata a Firenze. Fioren-tino parlo, fi orentino penso, fi orentino sento. Fiorentina è la mia cultura e la mia educazione. All’estero, quando mi chiedono a quale paese appartengo, rispon-do: Firenze. Non Italia. Perché non è la stessa cosa”.

a spasso tra le (poche)vie intitolatealle donne

In Italia le donne sono più numerose degli uomini. Ma

se parliamo delle vie fi orentine intitolate alle rappresentanti del gentil sesso le cose cambia-no, perché Firenze ne possiede ben poche. Tra queste ci sono lungarno Anna Maria Luisa de’ Medici, ricordata per il “Patto di famiglia” con cui fece in modo che restassero assicu-rate in perpetuo a Firenze le collezioni d’arte, via Lucrezia Mazzanti, via Eleonora Fon-seca Pimentel e viale Floren-ce Nightingale, alle Cascine, la fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna. Da ricordare anche via Caterina Franceschi Ferrucci, che fu la prima donna a essere accolta nell’Accademia della Crusca.

V.V.

In strada

“Dietrofront”, la statua che si trova a Porta Romana, è una delle più “discusse” tra quelle presenti in città

Arte

quelle statue al femminile

Non sono molte le statue di donne presenti nella bella Firenze. Non almeno quanto quelle che raffi gurano uomini. Ci sono

la “misteriosa” testa di marmo della Berta, posta nel muro della chiesa di Santa Maria Maggiore, la statua dell’Elettrice Palatina di Ivo Barbaresi e le sei sculture, allineate lungo la parete, della Loggia dei Lanzi. La più discussa (e forse la meno amata) in città è però la statua di Michelangelo Pistoletto a Porta Romana. Impossibile non notarla: “Dietrofront” (1981-1984) è il suo nome, e si trova proprio al centro della rotatoria, di fronte alle vecchie mura di Fi-renze. “Dietrofront” fu presentata per la prima volta nella perso-nale dell’artista al Forte Belvedere e fu installata successivamente nel piazzale di Porta Romana. L’opera è composta da due fi gure femminili in marmo: la prima è in posizione verticale, rivolta verso via Senese, mentre la seconda è posta sopra la testa della prima, come se fosse in equilibrio, con lo sguardo verso le mura fi orentine. La scultura è bidirezionale e si spinge verso il mondo uscendo da Porta Romana per poi tornare a Firenze. È la modernità che ritorna verso il capoluogo toscano dopo il suo viaggio nel mondo perché, come spiegò Pistoletto, “è un continuo partire da Firenze, tornare a Firenze e ripartire da Firenze con una prospettiva che fa tesoro del passato”. “Dietrofront”, però, non sembra aver mai convinto troppo i fi orentini. C’è chi la chiama la statua con il mal di testa, chi vorrebbe sostituirla con dei fi ori, chi portarla in un magazzino e chi, addirit-tura, darebbe volentieri una mano a spostarla.

V.V.

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12 | Marzo 2015

Page 13: Il Reporter Q2 - Marzo 2015

gli animali avranno il loro cimitero

Lo spazio

A Firenze o a Scandic-ci. Cittadino o me-tropolitano. Sono le variabili in campo

per un progetto atteso da molti: la realizzazione di un cimitero per gli animali. Palazzo Vecchio aveva indicato un’area idonea a Ugnano, ma nella vicina Scan-dicci sono già stati adibiti a que-sta funzione sei ettari di terreno: così, data la vicinanza tra le due zone, ecco l’ipotesi di un unico cimitero “metropolitano” per gli amici dell’uomo. “Sono in corso valutazioni sull’ubicazione più adatta e quella di Scandicci, data la sua vastità, potrebbe essere suffi ciente per le esigenze dell’a-rea metropolitana, considerando che quella da noi in preceden-za individuata a Ugnano dista pochissimo”, spiega Elisabetta Meucci, assessore alle politiche del territorio del Comune di Fi-renze. Resta insomma da stabi-lire il luogo preciso, ma sembra ormai davvero esserci la volontà

Elisabetta Pini

In arrivo anche a Firenze (o alle sue porte) un cimitero per gli animali

da parte dell’amministrazione di concludere un “atto di civil-tà”, come l’ha defi nito Leonardo Bieber, consigliere comunale e presidente della Commissione urbanistica che, per primo, ha sollevato la questione in Palaz-zo Vecchio. Sua l’iniziativa della mozione “per la realizzazione di un cimitero d’animali d’aff ezione a Firenze”, che invita la giunta “a promuovere, nell’ambito del-la pianifi cazione urbanistica, la localizzazione di uno spazio per la realizzazione di un cimi-tero per animali d’aff ezione” e “a valutare e tener conto per l’in-dividuazione dell’area suddetta della eventuale realizzazione di servizi ed infrastrutture fun-zionali all’area cimiteriale (per esempio un forno crematorio)”, dopo essere stato promotore di una risoluzione per “consentire l’ingresso degli animali da com-pagnia nelle strutture sanitarie”. “È ormai sempre più riconosciu-ta l’importanza della relazione

aff ettiva con gli animali, la loro valenza sociale, è dimostrato scientifi camente anche il loro benefi cio sulla salute di persone malate – sostiene Bieber – circa un fi orentino su due possiede animali, è un’esigenza sacrosanta dare a queste persone un luogo adeguato per seppellirli, anche per evitare un problema sanita-rio. E dopo la nuova legge regio-nale in materia, anche per Firen-ze è giunto il momento di fare qualcosa”. La Toscana è una delle poche regioni italiane a essersi già dotata di una normativa che disciplina i cimiteri per animali d’aff ezione, snellendo le proce-dure burocratiche: ai Comuni la facoltà di individuare, nell’am-bito della pianifi cazione urba-nistica, le zone idonee alla loro localizzazione, agli enti pubblici o privati i compiti di realizzazio-ne e gestione, previa stipula di autorizzazioni e convenzioni. Il tutto nel rispetto delle esigenze ambientali e di salute pubblica.

Nel resto del mondo

rin tin tin riposa in francia, a new york c’è perfino un leone C’è perfi no un leone che riposa a Hartsdale, il cimitero per animali più antico d’America, sorto alla

fi ne dell’800 a New York. Ospita invece il pastore tedesco che recitò la parte di Rin Tin Tin nella celebre serie tv il “Cimetière des chiens”, il cimitero dei cani di Asnières-sur-Seine, nord-ovest di Parigi, inaugurato sempre nella fi ne dell’800. Altre spoglie di cani “eroi” si trovano al National War Dog Ce-metery, sull’isola di Guam: si tratta degli animali caduti in servizio con la marina militare Usa durante la seconda guerra mondiale. E ancora, a Londra sono almeno una decina i luoghi in cui è possibile piangere i propri amici a quattro zampe, mentre ha chiuso i battenti a inizio ‘900 il vittoriano cimitero di Hyde Park, dove sono presenti centinaia di tombe. Si possono però trovare cimiteri per animali d’af-fezione anche senza dover varcare i confi ni nazionali. A Roma ne esiste uno già dagli anni ’20, grazie all’iniziativa di un privato, mentre Genova e Milano si stanno attrezzando per avere il loro nel corso di quest’anno. Ma basta allontanarsi anche solo di qualche chilometro da Firenze per imbattersi in altri esempi, come a Prato, dove esiste una struttura apposita gestita dall’associazione “L’orma” in un’area di 2.500 metri quadrati immersa nel verde di San Giorgio a Colonica, a San Miniato o ancora nella cam-pagna grossetana, precisamente nel comune di Gavorrano, dove si trova un altro grande cimitero che si estende su ben quindicimila metri quadri di terreno.

E.P.

#Focus

Un progettomoltoatteso:da decideredovesorgerà

Marzo 2015 | 13

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Il bello nella città del bello per eccel-lenza. Questa l’intuizione del pro-fessor Vincenzo Del Gaudio, medi-co chirurgo specialista in chirurgia

estetica, plastica e ricostruttiva, che da tre anni porta nel capoluogo toscano il congresso nazionale di chirurgia este-tica. Nel 2015 il convegno dedicato alle novità del settore si tiene al Grand Hotel Baglioni dal 13 al 15 marzo: in program-ma l’intervento di ospiti internazionali e workshop su temi specifi ci. Al centro della tre giorni le novità e le ultime ten-denze in merito ai cosiddetti “ritocchi-ni”: con il professor Del Gaudio cerchia-mo allora di saperne qualcosa di più su questo settore, per capire chi, e che cosa, si “rifà” nella nostra regione.Professor Del Gaudio, cosa sta suc-cedendo nel mondo della chirurgia estetica? Si sta andando sempre più verso una volgarizzazione del settore, intesa in senso buono. La tecnologia in questo campo, come in tutti gli altri, progre-disce, e gli interventi diventano sempre meno invasivi e meno stressanti per il paziente. Ad esempio, recentemente si è molto perfezionata la tecnica di aneste-sia. In altre parole, la tendenza è a una chirurgia estetica “mordi e fuggi”, all’a-mericana.

Quali sono gli interventi più richiesti? Passano gli anni ma le clienti conti-nuano a chiedere aumento del seno e liposcultura, gli uomini puntano su li-poscultura, soprattutto dell’addome, e rinoplastica. Quanto si “rifà” la Toscana, rispetto alle altre regioni? In Toscana storicamente c’è un numero consistente di chirurghi estetici, anche se questi numeri da soli non sono signi-fi cativi. Grazie all’evoluzione della tecnologia i prezzi stanno scendendo? In parte sì, ma è sempre meglio stare attenti alle off erte troppo convenienti. Oltre all’intervento ci sono spese fi sse come la clinica, l’anestesista e altro. Con l’aumento della domanda si è assistito anche all’aumento dell’off erta, ma tal-volta di bassa qualità. Chi è il toscano tipo che decide di sot-toporsi a un intervento di chirurgia estetica? Non c’è un identikit defi nito, sicura-mente si tratta di una persona sicura di sé, aperta all’esterno e con una vita so-ciale attiva. I nostri clienti coprono tutte le fasce di età, ma lasciatemi sfatare il mito delle giovanissime che fanno la fi la per rifarsi il seno: io, nel mio studio, non ne ho mai viste.

“ritocchini”,chi (e che cosa)si rifà in toscanaReggonogli interventiclassici

I clienti?Di tuttele fasced’età

Chirurgia estetica

Serena Wiedenstritt

A Firenze il congresso nazionale di chirurgia estetica: ecco chi, e che cosa, si “rifà” nella nostra regione

Gli aspiranti medici fiorentini puntano a diventare soprattutto anestesisti e a specializzarsi in chirurgia generale

Gli aspiranti medici

anestesia la più richiesta, tossicologia fanalino di coda

Non solo chirurghi estetici. Gli aspiranti medici fi orentini puntano a diven-tare soprattutto anestesisti e a specializzarsi in chirurgia generale. Se i posti

messi a bando a Firenze nel 2012/13 – dall’anno accademico 2013/14 il bando per l’ammissione alle scuole di specializzazione di area sanitaria è nazionale e non per ateneo – per Anestesia erano quattordici, in cinquantasei avevano presentato domanda. Ancora più stretta la strada per diventare chirurghi: a fronte di sette posti si erano candidati in cinquanta. Ambita anche la specializzazione in malattie dell’apparato cardiovascolare: per otto posti erano arrivate 48 domande. Quarta classifi cata fra le specializzazioni più richieste dai dottori in medicina fi orentini la pediatria: 43 domande per dodici posti. Piuttosto quotata anche la cura degli an-ziani, con Geriatria che ha registrato 37 domande per sette posti, superata però da Medicina interna con 39 domande per nove posti. Fanalino di coda nel 2012/13 è stata Tossicologia, con appena otto domande per due posti. Con la sicurezza, però, che solo in sei sarebbero rimasti scontenti. Meno richieste anche le specializzazio-ni in Medicina nucleare e Medicina del lavoro, con dieci domande ciascuna, con la diff erenza che i posti per quest’ultima erano tre e solo due quelli per Medicina nucleare. Si piazzano a metà classifi ca Medicina di emergenza (24 domande per tre posti), Ginecologia e Ostetricia (21 domande per sette posti), Psichiatria (27 domande per sette posti) e Radiodiagnostica (33 domande per sette posti).

S.W.

#Tendenze14 | Marzo 2015

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#Cultura

Serra yilmaz, a Firenze come a casaDopo il successo de L’ultimo harem, l’attrice turca interpreta a Rifredi il nuovo spettacolo di Savelli

I l Reporter l’aveva intervista-ta giusto un anno fa, Serra Yilmaz, attrice turca icona del regista cinematografi co

Ferzan Ozpetek e da undici anni protagonista indiscussa del pal-coscenico del Teatro di Rifredi con L’ultimo harem, ispirato alle Mille e una notte. Proprio in occasione del decennale di que-sto spettacolo di successo Serra raccontò che le sarebbe piaciuto tornare sul palco fi orentino con uno spettacolo nuovo. Detto fat-to. Angelo Savelli – storico regi-sta teatrale che la dirige anche ne L’ultimo harem – ha appena dato vita a una rappresentazione che sembra cucita addosso all’attri-ce. La bastarda di Istanbul, così si intitola la nuova messinscena (dal 3 al 15 marzo), è ispira-ta all’omonimo romanzo della scrittrice turca Elif Shafak (che per la prima volta in assoluto ha concesso in esclusiva i diritti per la sua messa in scena). In occa-sione del centesimo anno dal ge-nocidio armeno – che ricorre il

24 aprile – La bastarda di Istan-bul accende un faro sul dramma vissuto da quella popolazione all’inizio del secolo scorso grazie al racconto di due donne. “È la storia del rapporto tra due Pae-si – spiega Savelli – la Turchia e l’Armenia, ma è anche la storia del rapporto tra un coro di voci femminili, due in particolare”. Otto attori sul palco, di cui set-te donne, una forte componente femminile che aff ronta con mae-stria e coraggio un tema ancora scottante: la rimozione di quegli eventi che cento anni fa aprirono l’annosa questione armena. An-gelo Savelli, grazie all’adesione dell’autrice e contando sull’inter-pretazione, al tempo stesso iro-nica e appassionata, di Serra Yil-maz, porta in scena questa saga inter-etnica, sperimentando una drammaturgia epica, dove i personaggi si raccontano in ter-za persona, realizzandola grazie alle video-scenografi e di Giusep-pe Ragazzini, già collaboratore di Fabio Fazio, Ornella Vanoni e

Ludovica V. Zarrilli

On stage

Serra Yilmaz sarà sul palco del Teatro di Rifredi fino al 15 marzo con “La bastarda di Istanbul”, spettacolo ispirato all’omonimo romanzo di Elif Shafak

�Webteatrodirifredi.itFb: teatrodirifredi

Avion Travel. “Grazie alle video-stazioni di Giuseppe – continua Savelli – attraversiamo tutto il mondo passando dall’Arizona alla Turchia, approfi ttando della vastità del palcoscenico per met-tere in scena una storia epica, molto forte”. Per prendere parte allo spettacolo, dopo L’ultimo harem (che ha visto l’ultima re-plica lo scorso 15 febbraio) Serra Yilmaz si è fermata a Firenze per quasi due mesi tra studio, prove, debutti e repliche. “Sono sempre felice di tornare, questa è un po’ una seconda casa per me”. Così il Teatro di Rifredi getta ponti tra Oriente e Occidente, raccon-tando storie, aff rontando tema-tiche mai banali e coinvolgendo il pubblico. “Già in passato su questo palco avevamo provato la mise en espace di diversi testi ambientati in Turchia e La ba-starda di Istanbul piacque subito tantissimo sia a noi che al pub-blico”. Lo spettacolo piacerà al-trettanto? Non resta che vederlo dal vivo. Che si alzi il sipario.

la primavera esplodein palazzetti e teatri:via a una stagionedi eventi e concerti

Primavera, profumi, fi o-ri e... spettacoli. Questo

marzo porta in città una vasta gamma di concerti ed eventi. Non mancano le opportunità per gli appassionati di teatro, dall’adattamento della pelli-cola omonima di Bergman, “Sinfonia d’autunno”, alla Per-gola tra il 10 e il 15 marzo, a “La bastarda di Istanbul” dal 3 al 15 marzo al teatro di Rifredi, passando per il Puccini, dove il 4, l’11 e il 18 va in scena “Non vorrei parlare d’amore”, perfor-mance diretta e interpretata da Riccardo Rombi, preceduta da una degustazione. Prose-gue la stagione concertistica dell’Ort il 12 marzo al teatro Verdi, con il direttore Jonathan Stockhammer e la pianista Lilya Zilberstein alle prese con Beethoven, Haydn e Bartok. Si balla sui ritmi balcanici di Goran Bregovic il 13 marzo all’Obihall, mentre tutt’altro tipo di sonorità è previsto la sera successiva al Viper Th e-atre grazie al trio indie-rock Blonde Redhead. Giunge alla sua ventesima edizione l’Ir-landa in Festa: per l’occasione il 17 marzo l’Obihall ospita gli “italoceltici” Whisky Trail e la band folk metal Dalriada. Si torna alla Pergola dal 17 al 22 con l’Enrico IV di Shakespe-are, mentre per i cinefi li l’ap-puntamento è all’Odeon dal 20 al 29 con il Korea Film Fest, la rassegna dedicata al cinema sudcoreano, 34 lungometraggi e 20 corti, la maggior parte dei quali in anteprima nazionale. Arriva poi alla Flog il 21 marzo il cantautore degli “anni zero”, ovvero Le luci della centrale elettrica (nella foto), progetto musicale dietro cui si cela il ferrarese Vasco Brondi. Dop-pietta il 23 e 24 marzo al Ver-di per una delle più note voci femminili italiane, Fiorella Mannoia, mentre il 25 al Man-dela Forum Francesco De Gre-gori presenta live Vivavoce, la sua ultima fatica discografi ca in cui riarrangia molti grandi successi. Per gli amanti della classica il 26 al Verdi c’è Salva-tore Accardo con musiche di Mozart, Spohr e Schonberg. Sabato 28 si può optare per il folk dei Modena City Ram-blers alla Flog o per un salto negli anni ’80 con gli Spandau Ballet al Mandela Forum.

Agenda

� Web

palazzostrozzi.orgTel. 055.2645155

A Palazzo Strozzi si inaugura la mostra “Potere e Pathos. Bronzi del mondo ellenistico” (14 marzo-21 giugno)

A Palazzo Strozzi

arrivano i bronzi ellenistici

Dopo un anno da record la strada era segnata. Sfi orate le 350mila presenze con le acclamate mostre “Pontormo e Rosso fi orenti-

no” e “Picasso e la modernità spagnola” nel 2014, la nuova stagione di Palazzo Strozzi si inaugura con un’altra esposizione di livello in-ternazionale, stavolta dal sapore classico. E replicare certi numeri è possibile. Arriva “Potere e Pathos. Bronzi del mondo ellenistico”, aperta dal 14 marzo al 21 giugno, prima tappa di una tournée che nell’estate passerà per Los Angeles e il prossimo inverno sarà a Wa-shington. Monumentali statue di divinità, atleti, eroi della mitologia e personaggi della storia popoleranno le sale della dimora rinasci-mentale in un percorso che si propone di contestualizzare ogni ope-ra, raccontandone le tecniche di produzione, fusione e fi nitura. Le statue sono affi ancate a ritratti di personaggi storici in un percorso che conduce il visitatore alla scoperta delle aff ascinanti storie dei ritrovamenti di questi capolavori, la maggior parte dei quali avve-nuti in mare, oppure attraverso scavi archeologici che pongono i reperti in relazione ad antichi contesti. A diff erenza di precedenti esposizioni, la mostra si propone di contestualizzare le sculture in-vestigando anche – come detto – il processo di produzione, quello di fusione e le tecniche di fi nitura. Arriveranno a Firenze alcuni dei maggiori capolavori del mondo antico, provenienti dai maggiori musei archeologici italiani e internazionali: il Moma di New York, il British Museum di Londra, il Prado di Madrid, il Louvre di Parigi, i Musei Vaticani e i Musei Capitolini di Roma, il Museo archeologico di Atene, quelli di Creta e Salonicco, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, gli Uffi zi e il Museo archeologico di Firenze. Il 2014, in-tanto, è stato l’anno dei 190mila visitatori per Picasso, tra i quali almeno ventimila studenti, e degli oltre 150mila per Pontormo e Rosso Fiorentino, mostra premiata con l’Apollo Award come mi-gliore esposizione dell’anno. Questo sarà invece l’anno dei bronzi el-lenistici e, da settembre, di “Bellezza divina – arte sacra da Gauguin a Fontana”. Due ottimi presupposti per confermare Palazzo Strozzi tra i grandi musei d’arte di livello internazionale.

A.T.

cinema ma non solo:il medio orientetorna protagonistaad aprile in città

Cinema, arte, musica, libri, dibattiti e cucina: ce n’è

per tutti i gusti nell’edizione numero sei del “Middle East Now”, in programma in città dall’8 al 13 aprile. Sarà il tema del viaggio il fi l rouge che unirà le quaranta proiezioni – quasi tutte anteprime italiane ed europee – in cartellone, tra lungometraggi, cortometrag-gi, documentari e fi lm (anche d’animazione) che tra il 2013 e il 2015 sono stati prodotti in Iran, Iraq, Kurdistan, Libano, Israele, Palestina, Egitto, Gior-dania, Emirati Arabi, Afgha-nistan, Siria, Bahrein, Algeria e Marocco. Presente anche l’artista Nasser Al Zayani, per realizzare la mostra “Finding the Middle East in Florence”. E spazio pure ai workshop educativi per bambini che, all’interno di “Middle East for Kids”, avranno l’opportunità di vestire i panni di cronisti per intervistare (a modo loro) gli ospiti del festival.

S.M.

undici candelineper il “lucca filmfestival”. nel segnodi David Cronenberg

Sarà il regista, sceneggiatore, produttore e scrittore cana-

dese David Cronenberg a spe-gnere l’undicesima candelina del “Lucca Film Festival”, l’ap-puntamento annuale che cele-bra la cultura cinematografi ca spaziando dal mainstream allo sperimentale (15-21 marzo). Non solo proiezioni, ma an-che mostre, convegni, incontri e performance nella rassegna che, da quest’anno e per le prossime tre stagioni, si uni-sce al “Festival Europa Cine-ma” di Viareggio. Il risultato è una doppia location di eventi e mostre, che rimarranno aper-te fi no al 3 maggio. Tra queste anche un’anteprima italia-na: “Evolution” (Fondazione Ragghianti-Lucca), creata dal Toronto International Film Festival, dedicata alla carriera dell’artista canadese e allestita con centinaia di oggetti e co-stumi di scena, disegni, schizzi, foto e fi lmati inediti. I biglietti del festival sono disponibili sul sito www.luccafi lmfestival.it.

S.M.

Cartellone/1 Cartellone/2

16 | Marzo 2015

Page 17: Il Reporter Q2 - Marzo 2015

#Cultura

“Abbraccia il Battistero”, i clienti diventano mecenati 2.0

L’iniziativa

Andrea Tani

Sarà un carrello della spesa a salvare il Batti-stero? Si direbbe di sì: è iniziata “Abbraccia il Battistero”, l’iniziativa nata dalla collabora-zione tra Unicoop Firenze e Opera di Santa

Maria del Fiore per sostenere l’intervento di restau-ro di uno dei monumenti simbolo della città. Molti l’avranno già notato: dal gennaio scorso all’ingresso dei supermercati sono comparsi alcuni banchetti informativi con una cassetta per raccogliere dona-zioni libere di almeno 5 euro, che possono essere eff ettuate anche alla cassa “scalando” i punti accu-mulati sulla carta socio. Tutto il ricavato andrà a so-stenere il maxi restauro diretto e fi nanziato dall’O-pera di Santa Maria del Fiore, un intervento da un milione e 800mila euro iniziato nel marzo scorso. Un progetto innovativo, oltre che utile, grazie al quale si potrebbe aprire una nuova strada per il fi -

nanziamento del patrimonio culturale. L’idea è nata nel momento in cui, all’inizio dell’anno, il sindaco Dario Nardella ha detto basta ai cartelloni pubbli-citari affi ssi intorno alle pareti del Battistero, usate come spazi commerciali da affi ttare. Così l’Opera si è dovuta mettere a studiare nuove soluzioni. La proposta di Unicoop ha convinto subito ed è nata la grande campagna di crowdfunding che trasforme-rà migliaia di consumatori in mecenati 2.0, al pun-to che, se lo vorranno, il loro nome resterà scritto sul registro dei benefattori conservato nell’Archivio dell’Opera, una delle più antiche e complete testi-monianze di secoli di storia della città. L’obiettivo è salvare il Battistero. Perché proprio di una questio-ne di salvezza si tratta: rimaste per settant’anni sen-za interventi sostanziosi (l’ultimo restauro generale fu quello eseguito dal 1938 al 1944), le otto facciate

Collaborazione tra Unicoop Firenzee Opera di Santa Maria del Fioreper il restauro del monumento

Le strade di Mr. Moskovitch | Terza puntata

Dove si scopre che la vita è sorprendente. Basta saper guardare

Camminando sul lungarno, prima, Helen aveva chiesto a Boogey: “Dove mi por-ti?”. “In uno dei posti dove la vita di Firenze pulsa con prepotenza”, era stata la sua risposta.

- Tu di cosa ti occupi?- Ho scritto, ma bisognerebbe prendere l’annuario degli scrittori del secolo scorso

per ricordarsi di me. I gomiti dei due, camminando, continuavano a sfregarsi più del necessario, in-

spiegabilmente. Ed Helen, a un certo punto, aveva preso anche una storta cascando dagli alti tacchi

che indossava. Si era aggrappata istintivamente a lui.- E tu cosa fai?- Non sei andato a cercarmi su Google, ieri?- No, ho pensato di farlo ma non l’ho fatto. Ho pensato che eri qui, ed era meglio.

* * *

Così, quasi a braccetto, erano arrivati in quel posto dove la vita pulsa in questa città, più che altrove: il parco delle Cascine, dove i pensionati ballano il pomeriggio tardi.

Helen si era tolta le scarpe e si era messa a ballare con loro quei balli sincronizzati, che so, la macarena, la scompigliada. Poi tanghi, valzer e mazurche.

Boogey se ne stava a guardare seduto al tavolino nel grande prato, cercando di indovinare cosa si sarebbero inventati Alvaro Cenci e la sua loop band per la canzone successiva.

La regina della scena, però, era lei, non Helen. Era Nella. Settanta anni e di una bel-lezza vitale. Fiera di quante storie e vite aveva attraversato, restando così, bellissima.

Boogey si riempiva lo sguardo di ambedue, che duettavano e ballavano complici, sapendo che ogni sguardo non poteva che essere per loro.

Occorre saper guardare, per sorprendersi, perché come si sa, la bellezza è negli occhi di chi guarda.

* * *

- Ferruccio, ma che lo sai con chi t’hai ballato?- Oh Nella, un sarà miha colpa mia se vo’ di moda. No, ‘un lo so chi l’è. Chi voi

che sia?

Nella avvicinò la bocca all’orecchio del marito sussurrandogli il nome di Helen e in quali film aveva recitato.

- Ma no, dai, venvia, ‘un ci credo... Allora sarebbe anche quella che la si vedeva nuda in... ma dai...

- Sì sì, l’è proprio lei, ti ricordi e’ si vide a casa di Gino qui’ firm?- Ma dai Nella, una così... Dai, ‘un ci credo. E se fosse lei, tanto so’ sihuro che la s’è rifatta

tutta...Nella si fece seria.- Ferruccio, vedi ‘un tu capisci nulla! Quella l’è topa di suo...- E allora quell’altro che sta seduto lì, chi è? I’ su’ produttore, la su’ guardia di’ corpo?- Venvia, Ferruccio, gli è i’ su ganzo. E ce ne fossero di ganzi così a giro...- Siiiieeee i’ su ganzo... e la porta a ballà co’ pensionati? Capisco i’ tracollo delle borse

internazionali, ma diobonino... o unn’era meglio Saint Tropez? Che gli s’ha a offrire una pizza alla casa di’ popolo o una birretta?

* * *

- Accettiamo volentieri, Ferruccio - aveva risposto decisa Helen arrotolando un po’ la erre, senza nemmeno interpellare Boogey. - Le presento Bernard Moskovitch... - ci pensò un attimo - il mio fidanzato. Come lo chiamate voi qui?

Helen guardò maliziosa Boogey. - Parli pure, tanto è canadese e non capisce.- Eh, signorina, noi si direbbe i’ su ganzo. Allora vada per domani? Che ne dice?- Certo, a domani... le segno il mio numero di telefono. Boogey, che in cuor suo era certo di non aver mai assistito a una scena di così potente

tenerezza, si frugò nelle tasche e porse a Helen un taccuino e una matita. Aveva un sorriso ebete stampato sul viso.

- Ah, Ferruccio, lo sa che sua moglie è bellissima?- Mi perdoni eh, signorina Heléne, ma lo so bene, e l’ho sposata per quello!Ferruccio strappò il foglietto dal taccuino e se lo mise in tasca. Arrivato vicino al tavolo

dove sedeva la sua signora, disse con voce troppo alta: “T’avevi ragione Nella, gli è i su’ ganzo”.

- Oh Ferruccio, che lo voi fa’ sape’ a mezzo mondo? Guarda che anche te t’eri bello alla su’ età, ma anche lui mi sa che va parecchio di moda...

* * *

Helen e Boogey sedevano tranquilli nel parco, respirando. Ambedue sorridevano. Un ciclista passò di lì cantando stonato “È primavera, svegliatevi bambine, alle Cascine...”. An-dava rapido. Le ultime strofe della canzone si persero nell’aria.

Boogey si accorse forse solo dopo una ventina di minuti che Helen aveva appoggiato la mano sulla sua.

Continua ☞

Nella puntata precedente i due protagonisti erano rimasti in attesa di qualcosa – o meglio, di qual-cuno – in un hotel del centro di Firenze. Ora, complice l’autore Domenico Luigi Cena, li ritroviamo alle Cascine. I loro destini si sono davvero incrociati. Cosa succederà adesso? Non resta che scoprirlo.

esterne e la copertura del monumento si presenta-no rovinate dalle incrostazioni nere e dai depositi di sostanze inquinanti, con gli elementi marmorei che, nel tempo, si sono degradati. L’operazione fa parte del più ampio progetto di riqualifi cazione dell’intera piazza del Duomo, nel quale rientrano la pulitura e il restauro delle pareti di tutti i monu-

menti per un totale di quarantamila metri quadrati di superfi ci marmoree su cui intervenire. Un’altra novità per i soci Unicoop Firenze: le visite guidate al Battistero con l’accesso ai matronei. Durano un’o-ra, costano dieci euro, sono organizzate in gruppi di quindici persone al massimo e la prenotazione è obbligatoria.

Il BattisteroCourtesy Opera di Santa Maria del FioreFoto Ghigo Roli

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#Sport

Il calendario

viola, cercasi l’erededi pek l’indispensabileIl perno della squadra ha un “problema”: la carta d’identità

David Pizarro

A ogni partita, dall’ago-sto del 2012, risuona-no come una profezia le parole pronunciate

da Montella sull’acquisto di Da-vid Pizarro: “Per noi sarà un va-lore aggiunto. Però potrà essere anche un limite, perché succe-derà che un giorno i compagni non potranno fare più a meno di lui”. E quel giorno è puntual-mente arrivato. Il regista cileno è il perno attorno a cui ruota la squadra viola. Attorno al Pek, suo ex compagno in giallorosso,

Vede la luce in fondo al tun-nel, ma non vuol correre

altri rischi. È per questo che Giuseppe Rossi evita di fi ssare una data precisa per il suo ri-torno in campo. Il terzo, di un ragazzo che non perde la forza di combattere, nonostante la sfortuna che perseguita il suo ginocchio destro. Il primo crack è datato agosto 2011: durante il match fra il suo Villarreal e il Real Madrid, Pepito si rompe il legamento crociato del gi-nocchio destro. Va subito sotto i ferri, ma le cose non vanno per il verso giusto. E nell’aprile 2012 ha una ricaduta che lo porta a una nuova operazione. Il resto è storia nota a Firenze: il fallo di Rinaudo a gennaio 2014 sullo stesso ginocchio martoriato e un sospetto aff aticamento mu-scolare, sempre lì al ginocchio destro, due giorni prima della prestigiosa amichevole contro il Real Madrid. L’artroscopia dia-gnostica negli States e un nuovo calvario per Pepito, che fi nal-mente dovrebbe essere arrivato all’epilogo. Proprio alla fi ne del

Irene Delfino

Montella ha costruito fi n dal pri-mo anno in riva all’Arno il gioco spumeggiante della sua Fiorenti-na. È il cervello in mezzo al cam-po, che permette di costruire le azioni off ensive lanciando in diagonale per far salire gli ester-ni o verticalizzando per la pun-ta che va in rete. Vedi gli assist millimetrici per il gol di Gomez contro la Roma o di Babacar al Sassuolo. Oppure, perché no, può trovare la soluzione perso-nale andando al tiro, quando è particolarmente ispirato. È un

giocatore indispensabile anche per tenere la palla fraseggiando con gli altri “tenori”. Il compa-gno a cui puoi passare il pallone perché diffi cilmente, se è in for-ma, lo perde, nonostante il pres-sing degli avversari. In quel caso, con mestiere, protegge la palla facendosi fare fallo. A seconda delle esigenze alza o abbassa la squadra. E risulta utile anche in fase di ripiegamento. Inoltre non ha pesato nel bilancio societario al suo arrivo e tuttora pesa poco nel monte ingaggi. Dov’è quindi

il problema? Nella carta d’iden-tità. Pizarro ha quasi 36 anni: può giocare almeno un’altra stagione ad alti livelli, certo, ma senza scendere in campo in ogni match. Perciò ha bisogno di un sostituto. Di un giocatore con le sue stesse caratteristiche, giova-ne e al tempo stesso già pronto. E sono in tanti a pensare che nella sessione estiva di mercato debba essere investito proprio in quel ruolo il “tesoretto” accumulato dalla cessione a gennaio di Cua-drado al Chelsea. Se, al contra-rio, la Fiorentina preferisse pun-tare su un’operazione low cost, potrebbe pensare di far tornare in viola l’ex Primavera Capezzi. Un ragazzo che sta ben impres-sionando al Varese in serie B e che è stato indicato proprio dal Pek come un suo possibile erede. Ma non c’è tempo da perdere – ricordano i tifosi – perché le stra-tegie di mercato per la prossima stagione si cominciano a imba-stire in questi mesi. Non a luglio o, peggio ancora, ad agosto.

mese il ct Antonio Conte radu-nerà gli Azzurri a Coverciano, in vista della gara di qualifi cazione a Euro 2016 contro la Bulgaria, in programma il 28 marzo. E dell’amichevole con l’Inghilterra che si disputerà tre giorni dopo allo Juventus Stadium. Forza Giuseppe, la Fiorentina e la Na-zionale ti aspettano.

I.D.

Mese decisivo per la corsa all’Europa, visti i tanti scontri diretti previsti in campionato: i tifosi sono pronti a fare la loro parte

Giuseppe Rossi vede una luce in fondo al tunnel:quella del suo ritorno in campo. Il terzo di un ragazzo che non perde la forza di combattere

una “calda” primavera

È primavera, svegliati... Fiorentina. Perché per la corsa all’Europa marzo sembra già essere il mese decisivo, visti i tanti scontri

diretti in programma in campionato. Un mese iniziato con la tra-sferta di Milano contro l’Inter. Una settimana dopo altro diffi cile impegno fuori casa, all’Olimpico di Roma contro la Lazio. A metà mese la prima partita casalinga di marzo, contro un’altra “big” (che ha vissuto però momenti migliori nel corso della sua storia), il Mi-lan. Partita, anche questa, da vincere, per continuare a rincorrere i traguardi europei. Marzo si conclude poi con l’insidiosa trasferta di Udine, contro la squadra di Stramaccioni, diffi cile da aff rontare soprattutto tra le mura amiche del Friuli. Un marzo che, più che tiepido, si prospetta insomma di fuoco. Dopo la sosta per le Nazio-nali, il campionato riprenderà quindi ad aprile, quando i viola sono attesi subito dalle due diffi cili sfi de contro Sampdoria e Napoli. Una primavera “caldissima”, insomma, per la squadra di Montella. Che dovrà farsi trovare sveglia. Sveglissima.

Lorenzo Mossani

Il ritorno

rossi, luce in fondo al tunnel

e la palla ovaleora vuol crescere

All’Aeroporto Firenze Rugbynon mancano gli obiettivi

Una disciplina dalle antiche origini an-glosassoni che, negli ultimi anni, sta

riscuotendo sempre più successo anche in Italia: è il rugby, sport che trova la sua mas-sima espressione in città (e non solo) nell’A-eroporto Firenze Rugby. La società, nata da un lungo percorso iniziato nel lontano 1931, dopo oltre ottant’anni di attività può vantare oggi uno dei settori giovanili più importanti d’Italia, superando quota 450 iscritti. E non è tutto, perché dallo scorso settembre il Firenze Rugby ha un asso nel-la manica: Marco De Rossi, classe 1973, ad oggi anche allenatore della Nazionale Seven Femminile. Cresciuto nella squadra di rug-by di Livorno e proveniente dalla panchina dell’Amatori Parma, De Rossi, con la sua lunga esperienza come giocatore e tecnico, ha l’importante compito di coordinare tutto lo staff della società, sia per quanto riguar-da la crescita professionale dei (già ottimi) tecnici che quella di tutti gli atleti e le atlete. L’obiettivo dichiarato è quello di crescere a livello tecnico, passo dopo passo, senza fret-

ta ma con costanza, per raggiungere risulta-ti “saldi”, investendo soprattutto sul settore giovanile. E su quello femminile, sempre più sorprendente: nata soltanto due anni fa, la squadra femminile dell’Aeroporto Fi-renze Rugby sta disputando un eccellente Coppa Italia Seven, supportata anche da un gran numero di tifosi che accorrono ogni volta per assistere alle partite. E l’investi-mento sul settore femminile non è casuale: in Italia la percentuale di squadre femminili nelle varie società è molto alta nel rugby, e le donne non si tirano certo indietro. Basti pensare ad esempio al successo riscosso re-centemente dal Mondiale di rugby femmi-nile. A sottolineare l’importanza del Firenze Rugby nel panorama internazionale, anche a livello femminile, venerdì 6 febbraio si è disputato, proprio sul terreno di gioco dello stadio Mario Lodigiani, il primo incontro del Sei Nazioni femminile, tra Italia e Ir-landa: un grande evento per la palla ovale fiorentina. E per quanto riguarda il settore maschile? Poco da invidiare alle “colleghe”:

la seconda squadra è al vertice della classi-fica in serie C, così come l’under 18. La se-rie A, invece, quest’anno, dopo aver sfiorato l’accesso al Pool Promozione, si ritrova a “lottare” per la salvezza. Lottare tra virgolet-te, perché in realtà la squadra ha disputato un ottimo primo girone, giocandosi il Pool Promozione fino all’ultima giornata, quan-do l’Accademia Francescato ha poi avuto la meglio. Un piccolo “incidente”, insomma, che non ha certo demoralizzato la società: se l’obiettivo è quello di una crescita seria e progressiva, certi errori non sono altro che un ulteriore passo per migliorarsi, sotto la guida attenta di De Rossi.

Carlo Marrone

�Web firenzerugby1931.it Tel. 055.5031672

La società

18 | Marzo 2015

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#Sport

E IN TOSCANA LO SPORT DIVENTA PIÙ SICURO La novità

In Toscana sarà più facile e più sicuro fare sport. Lo scorso mese il consiglio regionale ha dato il via libera alla legge sulla “Promozione della cultura e della pratica delle attività spor-

tive e ludico-motorie-ricreative e modalità di affi -damento degli impianti sportivi”: una nuova legge sullo sport che ha tra i suoi obiettivi il contrasto al doping, la valorizzazione del talento agonistico, la promozione dell’attività fi sica nelle scuole di ogni ordine e grado e la valorizzazione delle tradizioni sportive locali e del volontariato. La legge prevede inoltre nuove regole sulle modalità di affi damento degli impianti sportivi. “Per aprire o avere in ge-

stione una palestra o un campo sportivo – spiega la vicepresidente della Regione Stefania Saccardi – serviranno precisi requisiti dal punto di vista non solo tecnico, igienico-sanitario e di sicurezza degli impianti, ma anche di qualifi cazione profes-sionale di istruttori e allenatori e della qualità del servizio. È un modo per tutelare chi fa sport, in particolare i bambini e i ragazzi, le loro famiglie e anche le realtà sportive che operano in modo se-rio e rigoroso”. Secondo la nuova legge, la scelta del soggetto che gestisce un impianto dovrà tenere conto tra l’altro dell’esperienza nel settore, delle ta-riff e praticate e dei prezzi d’accesso, dell’affi dabilità

economica, dell’assenza di posizioni debitorie nei confronti dell’ente affi datario, della compatibilità dell’attività sportiva esercitata con quella praticabi-le nell’impianto e dell’eventuale organizzazione di attività a favore dei giovani, dei diversamente abili e degli anziani. “È stata rivista in modo radicale la disciplina precedente – dice il presidente della Commissione istruzione, cultura e sport del con-siglio regionale Gianluca Parrini – e, nel rispetto dell’autonomia regolamentare dei Comuni, che do-vranno stabilire i criteri di affi damento in gestione, sono stati individuati alcuni concetti per far sì che l’entità e la durata dell’affi damento siano commisu-

rati agli interventi di miglioramento degli impian-ti stessi, che gli affi datari si impegneranno a fare”. La nuova legge regionale sullo sport è il risultato della collaborazione di forze politiche diverse: è la sintesi di tre proposte di legge, presentate rispetti-vamente dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, da quello del Partito Democratico e dalla giunta regionale per revisionare e accorpare le leggi esi-stenti, vecchie rispettivamente di quindici e dieci anni. “È il risultato di un lavoro prezioso e a costo zero per i toscani: la nuova legge non graverà in alcun modo sul bilancio della Regione”, conclude la vicepresidente Saccardi.

Via libera alla legge regionale: tra gli obiettivi il contrastoal doping e la promozione dell’attività fi sica nelle scuole

Stefania Saccardialla premiazionedel Pegaso per lo sport 2015

La vicepresidente Saccardi:“Un modoper tutelare bambinie ragazzi,ma anchele realtà che operanoin modo serio”

Nuove regole anche per l'affi damento degli impianti

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Periodico d’informazione locale. Anno IX n. 12 del 1 marzo 2015. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da NEXIVE S.p.A.

Il Reporter del Q2 raggiunge le famiglie del quartiere 2 di Firenze.

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#Rubriche

Durante il periodo che precedeva la Pasqua, fi no ai primi del Novecento, avevano luogo a Firenze le prime fi ere dell’anno dette “quaresimali”, molto frequentate dai di-versi ceti sociali. Tutti partecipavano, grandi e piccini,

con grande gioia e divertimento. Vi erano i variopinti baracconi con le giostre, gli spettacoli dei saltimbanchi, detti anche “forzatori” e le spassose disturne, nelle quali i faceti “poeti” si scambiavano salaci motteggi in versi, provocando l’ilarità dei presenti che, sgranocchian-do nocciole, semi di zucca salati e brigidini, passavano allegramente pomeriggi e sere. La quinta domenica di Quaresima aveva luogo a Porta Romana la caratteristica Fiera dei Contratti, alla quale affl ui-va una copiosa e agreste quantità di persone da tutta la vicina cam-pagna. Per i fi orentini giostre, disturne, nocciole e brigidini erano soltanto pretesti per parteciparvi: infatti la vera e buona ragione era quella di vedere la grande quantità dei contadini che aspettavano ani-mosamente quel giorno, per combinare i “contratti” di matrimonio, volgarmente detti “pateracchi”. Questi accordi si eff ettuavano sotto l’oculata direzione del “cozzone”, cioè di un mediatore, intermediario fra le parti, che proponeva la trattazione della “dama” che il “damo” si era scelta, o meglio, che qualcuno aveva scelto per lui, ma anche per far conoscere candidate promesse spose ad altrettanti aspiranti ma-riti. C’è però da rilevare che, con il termine “cozzone”, erano chiamati in Toscana i sensali di cavalli, i quali svolgevano con competenza il patteggiamento fra venditori ed acquirenti degli equini. Spesso e vo-lentieri questi cozzoni erano gli stessi che, per la fi era, si occupavano con uguale tecnica del negoziare, anche di matrimoni del contado. Messi l’una di fi anco all’altro, ragazza e giovanotto, venivano innan-zitutto sottoposti all’esame delle rispettive famiglie; quindi i cozzoni facevano incamminare l’impacciata coppia per il Viale del Poggio

Ci sono cose che iniziano proprio a inquietarmi. La vendita dei dati personali è sicuramente una di queste. Giorni fa sono stato su uno di quei siti dove ti calcolano l’età pensionabile. Il

giorno dopo mi sono arrivate due email: la prima era di una badante, la seconda di un notaio per il testamento! Cosa fanno, anticipano le mie esigenze? Sarebbe come se un cliente entrasse in farmacia per comprare un sonnifero e il commesso gli vendesse anche una confe-zione di Viagra: “Le assuma contemporaneamente, così quando dor-me anche sua moglie ne avrà dei benefi ci!”. Per la cronaca riporto an-che la risposta sul calcolo dell’età pensionabile. Ho digitato precario da trent’anni, età pensionabile? Risposta: bella battuta! Internet è un mezzo di comunicazione magnifi co ma il prezzo da pagare è un con-trollo totale sulle nostre vite. Possibile che io su internet non possa cliccare su una bicicletta da corsa senza che il giorno dopo mi arrivi via email il catalogo delle borracce? Chi è che fa la spia? Ci dev’essere qualcuno che tutto il giorno sta sul sito delle biciclette da corsa e ap-pena io esco lo va a dire in giro a tutti: a quello delle borracce, a quello dei sellini, agli spacciatori (non si sa mai, volessi doparmi!). A questo signore mi sento di dirgli solo una cosa: pettegolo!

ANDREA MUZZIComico, attore, regista e cabarettista

�Webandreamuzzi.it

A zonzo per Firenze

Il Pungiglione

Imperiale. Questo fu realizzato nel 1622 durante i lavori di ampliamen-to dell’omonima villa, dall’architetto Giulio Parigi per volere di Maria Maddalena d’Austria, allo scopo di migliorare l’accesso prospettico alla villa stessa dalla Porta di San Pier Gattolino, poi nell’800 denominata Porta Romana. L’amena salita, tagliata tra due sponde di cipressi e lec-ci, era percorsa dai due “morosi” sotto il divertito sguardo degli ironici fi orentini, già presenti ed in trepidante attesa. Strada facendo il cozzone metteva in rilievo ai familiari i pregi dei due candidati, sottolineando ro-bustezza, andatura e tutto ciò che poteva servire a dimostrare l’idoneità fi sica dell’uomo al duro lavoro dei campi e le doti giunoniche della don-na riguardanti la prosperità del petto e la larghezza dei fi anchi quali doti di auspicate e numerose maternità. Infatti, si soleva dire che le ragazze da marito, per essere considerate belle, dovevano avere tre cose nere: ciglia, occhi e capelli; tre bianche: unghie, pelle e denti; tre voluminose: cosce, natiche e seni. Così come accadeva per il cozzone a conclusione della trattativa degli animali, a pateracchio concluso, avveniva la conse-gna del compenso anche al mediatore di matrimoni, che quasi sempre consisteva nel regalo di una camicia. Dono molto allusivo in quanto al mediatore, che aveva favorito l’unione, spettava una camicia mentre il futuro sposo avrebbe goduto tutto il resto... cioè quello che conteneva una camicia da notte! Naturalmente lo spasso dei cittadini intervenuti alla fi era era quello di osservare e dileggiare quei pittoreschi gruppi di coloni con l’indaff arato sensale, sparsi qua e là fuori porta, che contrat-tavano, guardavano, ammiccavano, questionavano come al mercato, con le ragazze appena aff acciate al “mondo Firenze” con il viso rosso dalla vergogna, anche per gli apprezzamenti saettati dai divertiti spettatori, intervenuti appositamente per godersi il curioso spettacolo.

LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI

�Web artusi.net

BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI

la fiera dei contratti

i pettegoli che fannola “spia” su internet

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Lettere

GIARDINI DELLA MONTAGNOLA, “IL MIO GRAZIE AGLI ANGELI DEL BELLO”Spett. Redazione,con riferimento all’argomento di cui all’oggetto ed alla lettera della Fondazione degli Angeli del Bello da Voi pubblicata su Reporter del mese di Gennaio 2015 voglio, con la presente, pubblicamente ringraziare la Fondazione di cui sopra per aver preso nella dovuta considerazione la mia lettera (Reporter ottobre 2014) e per l’interesse dimostrato per riportare i Giardini della Montagnola (Coverciano) al passato splendore e di sicuro riusciranno nel loro intento. Ritengo senza ombra di dubbio di poter aff ermare che la Fondazio-ne Angeli del Bello è un esempio di serietà e di amore per la nostra bella città! Una Fondazione che va forte-mente sostenuta da tutti coloro, compreso ovviamen-te il sottoscritto, che amano Firenze e le sue bellezze.Distinti saluti.

Claudio N.

“CHI DEVE OCCUPARSIDI PIAZZA SS. GERVASIOE PROTASIO?”Mi piacerebbe avere una risposta su quanto sto per scrivere. Ricevo il Vs. Reporter, molto gradevole e piacevole, grazie. Di chi è la piazza, per competenza, Ss. Gervasio e Protasio? Piazza di fronte alla chiesa. Non penso sia della Parrocchia, ma del Comune. È una vergogna: piante di lecci mai potate, aiuole mai vangate, aiuole piene di sporcizia. Fra l’altro quando piove le frasche battono nel collo dei passanti. Se è impossibile eseguire una potatura e manutenzione, perché fu realizzata quella struttura che se fosse rego-larmente pulita non sarebbe disdicevole!

Franca

VIA DELLA NAVE DI BROZZI, “SODDISFATTI PER I LAVORI”A nome di tutti i residenti che facendo sentire la pro-pria voce nel richiedere il risanamento di via della Nave di Brozzi, desideriamo esprimere la grande sod-disfazione nella constatazione del magnifi co lavoro eseguito, spingendosi oltre la fatidica “regola d’arte”. Vorremmo per questo, ringraziare pubblicamente, in primis il nostro sindaco Dario Nardella che non ha mancato di presenziare all’inizio dei lavori, ma non di

meno tutti i dirigenti che hanno lavorato impegnan-dosi, affi nché il progetto potesse arrivare a buon fi ne. Un grazie particolare, lo vogliamo esprimere nei ri-guardi dei progettisti, i quali superando se stessi sono riusci a creare un marciapiede agevole e ben protetto dove le persone anziane e le mamme con i passeggini possono transitare senza paura di essere investite da incauti automobilisti. Ancora un grazie, per le mae-stranze che si sono dimostrate altamente capaci nell’e-seguire i lavori affi dati, curando tutta la sede stradale fi n nei minimi particolari. Grazie di cuore a tutti.

Il comitato Via della Nave di Brozzi

“VIABILITÀ, UNA MODIFICA PER VIA MASACCIO”Vorrei far presente una modifi ca alla circolazione stradale di via Masaccio, che a costo zero, si rende-rebbe molto utile a snellire il traffi co. Tutti i veicoli che sono diretti al supermercato provenienti da sud, devono passare davanti allo stesso, arrivare al viale Don Minzoni, girare in via Luca Giordano e poi in via Frà Bartolommeo dove c’è l’entrata del supermer-cato. Dopo per tornare via devono rifare lo stesso giro e percorrere tutta la via Luca Giordano. Per ovviare a tutto ciò basterebbe togliere il cartello stradale che all’incrocio tra via Masaccio e via Frà Bartolommeo obbliga ad andare solo a sinistra o a dritto, in modo che potendo girare anche a destra si potrebbe subito accedere al posteggio del supermercato e uscendo si riprenderebbe subito la via Luca Giordano, evitando di fare ben due giri di un isolato di 200 o 300 metri, dove nei due lati di via Masaccio e viale Don Minzo-ni il traffi co risulta sempre intenso e regolato da un semaforo, che sarebbe così evitato. Anche altri punti di via Frà Bartolommeo è percorso nei due sensi con i posteggi su entrambi i lati e in special modo questo tratto resterebbe sempre solo a servizio dei residenti e di chi va a far la spesa.Ringraziando porgo cordiali saluti.

Carlo Antonio B.

“INDISCIPLINA, I CICLISTI GLI ULTIMI A POTER FARE CRITICHE”Sul numero di febbraio 2015 è pubblicata la lettera a fi rma ‘Daniela C.’ che commenta una precedente let-tera pubblicata sul numero di dicembre 2014 in cui

il Sig. A.B. criticava, giustamente, l’indisciplina e la maleducazione dei ciclisti. Nel condividere in pieno gli argomenti riportati dal sig. A.B. vorrei ricordare alla suddetta ‘Daniela C.’ che la stessa ne fa una que-stione di educazione e sulla maleducazione degli au-tomobilisti si possono riempire pagine ma i ciclisti sono gli ultimi utenti della strada che possono fare critiche e lamentarsi. I ciclisti diffi cilmente si fermano al rosso, tirano dritto sulle strisce pedonali, pedalano tranquillamente contromano, viaggiano in mezzo alla strada, ecc. E questa sarebbe soltanto indisciplina; ma la suddetta ‘Daniela C’ pensi all’automobilista, come me, che urta un ciclista passato col rosso o controma-no: a chi crede che la Polizia Municipale dia la col-pa? Chi crede che fi nisca in Tribunale? Quanti ciclisti sono assicurati? Oltre allo stato d’animo e al dispiace-re di aver fatto male ad una persona, anche se colpe-vole, pensi a quante grane va incontro l’automobilista. Dal lato economico c’è l’assicurazione Rca, eventual-mente, per l’automobilista, ma il ciclista come li paga i danni materiali e morali che un automobilista come me richiederebbe? Cordialmente,

Massimo P.

IL TAGLIO DEGLI ALBERIE LA LORO SOSTITUZIONEGentile Redattore,girando per la città, ho notato molti alberi tagliati (vedi: viali, Albereta, Cascine, giardini). Non sono contrario, di principio, al taglio delle piante, giusto se esiste un pericolo per le persone o si presentino nuove esigenze cittadine, ma perché non si provve-de velocemente a togliere i ceppi e ripiantare nuove piante, magari in numero maggiore? La città parreb-be meno triste e, in caso di nuovi tagli, gli arboscelli sarebbero cresciuti ed avremmo sempre un numero considerevole di alberi. Mi chiedo anche come mai, i vari comitati, invece di protestare contro questi tagli, quasi sempre necessari, non si mobilitino e control-lino affi nché nei quartieri vengano sostituite le pian-te in numero maggiore, anche se spostate di qualche metro. Certo la protesta susciterebbe minor clamore, ma, a mio parere, avrebbe maggiore utilità.Grazie per l’attenzione

Ezio

Fate sentire la vostra voce:inviate segnalazioni, problemi o propostea [email protected]

Editorialedalla primaDall’altro, però, la cronaca – an-che recente – riporta l’attenzione sulla necessità di costanti con-trolli su tronchi e rami, perché non si ripetano situazioni di pe-ricolo. Controlli che nell’ultimo anno non sono mancati, così come non mancano i progetti che vedono protagoniste proprio le piante cittadine. Quanto ai giardini, Firenze ne conta (for-tunatamente) diversi e di diverso tipo, dai grandi polmoni verdi alle piccole aree sotto casa. E vi-sto che in questo periodo, insie-me alle belle giornate, torna per molti fi orentini anche la voglia di trascorrere del tempo all’aria aperta, Il Reporter pubblica que-sto mese alcune “classifi che” dei parchi più adatti per dedicarsi ad attività “open air” come correre o organizzare pic-nic e feste per i bambini, ma anche per godersi, a stretto contatto con la natura, uno di quei panorami che solo Firenze sa off rire. Una sorta di “istruzioni per l’uso” per assapo-rare al meglio l’arrivo della bel-la stagione. Ma marzo è anche il mese di un’altra importante ricorrenza, la festa della don-na. Ricorrenza che – seppur nel tempo, secondo qualcuno, ha fi nito per assumere un sapore fi n troppo commerciale – ricor-da quelle che sono state (e che sono) le tante battaglie portate avanti, accendendo i rifl ettori anche su discriminazioni e vio-lenze che continuano ancora oggi troppo spesso a vedere le donne come vittime. Un appun-tamento, insomma, quanto mai attuale, che il nostro mensile ha voluto celebrare in “salsa fi oren-tina” rendendo omaggio a quelle fi gure femminili che hanno fatto la storia della città e non solo. E ancora, su Il Reporter trova poi spazio la presentazione di alcune passeggiate “speciali” che porta-no alla scoperta di una Firenze insolita. Un’occasione per cono-scere una faccia diversa della cit-tà. Ancor meglio se sotto il mite sole di primavera.

MATTEO FRANCINI

RACCOLTA DEI RIFIUTI,“I ‘DIFFERENZIATI’ CI SENTIAMO NOICHE FACCIAMO LE COSE PER BENE”Sono residente a Campo Marte, in via del Pratellino, dove fanno bella mostra i cassonetti della raccolta diff erenziata ma, osservando bene, vedi nell’organico gettare di tutto di più, e spesso quello che fa fatica in-fi lare in uno qualunque dei cassonetti.... scarpe, pezzi metallici, cartoni, plastiche etc, viene lasciato in terra o appoggiato su una moto che parcheggia fi ssa tra cassonetti e marciapiede.... ultimamente un residente “ha osato” mettere un cartello per invitare a gettare i rifi uti nel relativo cassonetto ma, da mattina a sera, è stato stracciato... è quindi diventato “normale” (come forse poteva essere prevedibile) non usare la chiavetta o essere “sconosciuto” al Quadrifoglio per non averla presa, forse per non pagare i rifi uti? I “diff erenziati” si sentono quelli che, con buona volontà e civiltà cercano di diff erenziare i rifi uti, che pagano la bolletta... anche per gli altri!! Forse ci vorrebbero dei controlli mirati, nell’interesse dei “diff erenziati”, del Quadrifoglio e di tutti.

Una residente

IL REPORTER RISPONDECara lettrice,forse troppo poco spesso viene sottolineata l’importanza della raccolta di� erenziata dei ri� uti. Capita anzi che di questo argomento si � nisca per parlare solo (o quasi) in situazioni di emergenza come quel-le che di tanto in tanto si veri� cano in alcune città italiane, che fanno balzare la questione dei ri� uti alla ribalta della cronaca nazionale. Situazioni “estreme” che a Firenze non si sono riscontrate e che non devono veri� carsi. Serve, però, anche l’impegno da parte dei cittadini. E in questo senso, se non tutti mostrano di avere senso civico e buona volontà – come purtroppo appare evidente dallo stato in cui versano certi cassonetti – alcuni controlli mirati possono certamente essere utili, per “incentivare” chi già non lo fa a gettare la spazzatura nel modo corretto. Così come utili sono i nuovi servizi e le nuo-ve modalità di raccolta che Quadrifoglio sta attivando in diverse zone di Firenze per dare ai cittadini la possibilità di di� erenziare di più, meglio e più facilmente. Perché – non va mai dimenticato – stiamo parlando di un tema fondamentale per l’ambiente, per la città e, di conseguenza, per la salute e la qualità della vita dei suoi abitanti.

MATTEO FRANCINI [email protected]

22 | Marzo 2015

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