il punto di vista degli industriali reggiani · vento dal titolo “Ingegneria e strategia con i...

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Vision il punto di vista degli industriali reggiani 63 SETTEMBRE 2017 Intervista a Yochai Benkler 34 Assemblea Federmeccanica 2017 38 Intervista a Vincenzo Boccia 52 Incontro con Manuel Agnelli 58 PUBBLICAZIONE TRIMESTRALE - N. 3/2017 • POSTE ITALIANE SPA • SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE -70% • REGGIO EMILIA REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI REGGIO EMILIA N. 1104 DEL 09/09/2003 L’INDUSTRIA METALMECCANICA ITALIANA IN ASSEMBLEA A REGGIO EMILIA

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2017

Intervista a Yochai Benkler

34AssembleaFedermeccanica 2017

38Intervista a Vincenzo Boccia

52Incontro conManuel Agnelli

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L’INDUSTRIA METALMECCANICA ITALIANA IN ASSEMBLEAA REGGIO EMILIA

n° 63SETTEMBRE 2017Rivista trimestrale di Unindustria Reggio Emilia

Direttore ResponsabileAlessandro Parma

RedazioneVia Toschi, 32 – 42121 Reggio Emilia

Progetto graficoHammer Communication srl

EditoreS.I.F.I.R. SpaVia Toschi, 32 – 42121 Reggio Emilia

Stampa Tecnograf srlStampato e diffuso in 6.000 copie

PubblicitàPubblì - Concessionaria Editoriale srlC.so Vittorio Emanuele 113 • ModenaTel. 059 212194

Unindustria Reggio Emilia

Via Toschi 30/A - 42121 Reggio Emilia

tel. 0522 409711• Fax 0522 409793

www.unindustriareggioemilia.it

Gli articoli presentati possono non rispecchiare le posizioni

di Unindustria Reggio Emilia

che comunque li ritiene un contributo

sul piano dell’informazione e dell’opinione.

05 L’OPINIONE

05 UN NUOVO POLITECNICO REGIONALE A REGGIO EMILIA

06 IMPRESE REGGIANE

22 QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

22 IL CETO MEDIO URBANO E MILANO • MANIFATTURA 4.0

24 ESAMI DI MATURITÀ 2017 • ROBOT, NUOVE TECNOLOGIE E LAVORO

26 10 ANNI DI IPHONE • IL PRODOTTO APPLE PIÙ VENDUTO, MA LE

QUOTE DI MERCATO SCENDONO

30 10 TECNOLOGIE CHE MIGLIORERANNO LA VITA DELLE PERSONE

34 LA RETE CI ABITUA A COOPERARE E IL MONDO DIVENTA MIGLIORE

38 ARTICOLO DI COPERTINA

fare insieme • imprese, lavoro e società nella quarta

rivoluzione industriale

40 ARTICOLO DI COPERTINA • APPROFONDIMENTI

40 FARE INSIEME NON È UNO SLOGAN

47 FEDERMECCANICA A REGGIO EMILIA

48 UNITI. LA CONDIVISIONE E LA COESIONE COME PILASTRI DEL FARE

ASSOCIATIVO DI FEDERMECCANICA

52 CONFINDUSTRIA

52 UNITI SULLE GRANDI PRIORITÀ

58 COSTRUIRE UNA NUOVA REALTÀ

58 LA CULTURA COME OCCASIONE DI BUSINESS

62 MANUEL AGNELLI CONTRO TUTTI “FATE QUELLO CHE VI PARE,

TANTO NON FUNZIONA NIENTE”

66 SENZA CULTURA NON SI MANGIA

70 VOLONTARIATO

74 UNINDUSTRIA NOTIZIE

Visionil punto di vista degli industriali reggiani

l’opinioneMauro SeveriPresidente Unindustria Reggio Emilia

UN NUOVO POLITECNICO REGIONALE A REGGIO EMILIA

Nel saluto rivolto agli industriali metalmeccanici italiani convenuti nel giugno scorso nel no-stro Capoluogo per la loro Assemblea avevo ricordato, rischiando consapevolmente di andarfuori tema, l’opportunità di dar vita a un “Politecnico” regionale per soddisfare la necessità ditecnici che il sistema industriale richiede e ancor più richiederà nel futuro. Nelle settimane suc-cessive il Presidente della Regione, Stefano Bonaccini, in una sua intervista aveva conferma-to questa mia proposta. É un fatto molto positivo che il Presidente della Regione abbia inseri-to la criticità dell’education, in particolare l’istruzione tecnica di ogni livello, all’interno di unragionamento dedicato al conseguimento di una maggiore autonomia finanziaria della Regio-ne o, come è stato detto, all’adozione di un “autonomismo soft”. Visione e risorse economicherappresentano, infatti, due questioni centrali per dare prospettiva all’ipotesi di un nuovo Poli-tecnico regionale. Pur non entrando nel merito delle possibili soluzioni organizzative, mi limi-to a evidenziare che un’iniziativa come questa dovrebbe nascere dall’impegno comune dei di-versi atenei regionali e, se possibile, con la collaborazione attiva del Politecnico milanese.

Reggio Emilia, non solo in forza del proprio sistema produttivo, ma anche e soprattutto dellapropria posizione, ha titolo per candidarsi a ospitare questo auspicabile nuovo ateneo. La pre-senza della stazione dell’Alta velocità, che non a caso si chiama “Mediopadana”, confermala nostra oggettiva centralità che si traduce in elevata raggiungibilità. Non era certo un casose il masterplan elaborato oltre dieci anni fa da Santiago Calatrava indicava già l’asse che cor-re parallelo all’autostrada, e che lega tra loro la Fiera e la nuova stazione, come luogo idea-le nel quale collocare i grandi e innovativi insediamenti che dovrebbero caratterizzare il fu-turo di Reggio Emilia e dell’area vasta che la circonda. Se l’area mediopadana ha bisogno diun Politecnico, l’area della Stazione Mediopadana rappresenta il luogo ideale nel quale co-struirlo. Accessibilità, potenzialità ricettiva per gli studenti, qualità della vita e dei servizi, pre-sa diretta con il distretto meccatronico della via Emilia, costituiscono i possibili punti fermi diun progetto sul quale è ormai indispensabile aprire un confronto a livello locale e regionale.Gli industriali reggiani sono pronti.

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Si invitano le Aziende Associate della provincia di

Reggio Emilia a segnalare notizie

e avvenimenti sulle loro attività all’Ufficio

Comunicazione di Unindustria Reggio Emilia,

tel. 0522 409760-409723, e-mail:

[email protected].

La scelta sarà poi compiuta dalla redazione di Vision.

GHEPI45 anni con uno sguardo al futuro: questo il messaggioche Ghepi, azienda che opera nel settore delle materie pla-stiche,ha voluto trasmettere in occasione dello storico an-niversario, organizzando al Tecnopolo di Reggio Emilia l’e-vento dal titolo “Ingegneria e strategia con i polimeri ad alteprestazioni”.Dopo il saluto di benvenuto dei vertici aziendali, il program-ma dei lavori ha visto infatti gli interventi tecnici di EnricoSpini, RadiciGroup Performance Plastics; Devid Mosca,Mito Polimeri; Ciro Piermatteo, Covestro AG; e Vittorio Bor-tolon, Plantura Italia Srl.Al termine del convegno i partecipanti hanno inoltre avu-to l’opportunità di confrontarsi direttamente con i relatoricon colloqui individuali e, successivamente, sono stati ac-

compagnati nello stabilimento aziendale per una visita allaproduzione e ai laboratori di ricerca.Ghepi ha sede a Cavriago ed è stata fondata nel 1972 daiconiugi Nemesio Gherpelli e Maria Gabriella Pinotti. Nelcorso degli anni è cresciuta occupandosi di sviluppo deiprogetti e gestione delle commesse nello stampaggio del-le materie plastiche, fino a raggiungere oggi un organicodi 45 dipendenti e un fatturato di 6,7 milioni di Euro.

APOGEOÈ stato inaugurato a maggio il progetto di accoglienza tu-ristica del Comune di Maranello denominato “Paesaggi d’au-tore. I luoghi di Enzo Ferrari”: un percorso che consenteai visitatori di ripercorrere la storia e la vita di Enzo Ferra-ri attraverso i luoghi del comune modenese, legati all’omo-nima azienda.Il punto di partenza del percorso turistico è il Museo Ferra-ri, luogo d’attrazione per eccellenza del territorio, che ogni annoaccoglie oltre 300 mila visitatori dall’Italia e dall’esterno.Da qui inizia un tour, a piedi o in bicicletta, attraverso un

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percorso nel quale la segnaletica prodotta da Apogeo gui-da i passanti in modo chiaro, elegante e funzionale.Sono stati realizzati ed installati totem, leggii e bandiere

in ferro zincato e verniciato in tinta ral.Sono stati quindi personalizzati grazie ad una grafica con stam-pa digitale, protetta anti UV e applicata ad una lamiera, cosìda renderla intercambiabile per aggiornamenti futuri.

MINI MOTORMini Motor, azienda reggiana leader nel settore dei moto-riduttori e motori brushless di alta qualità, ha presentatoa SPS Parma 2017 il nuovo modello DBS, prodotto inno-

vativo pensato per il mondo dell’automazione e del motioncontrol. Funzionalità, interconnessione, compattezza e pos-sibilità di personalizzazione: gli ingredienti ci sono tutti. Si tratta di un motore brushless con azionamento integra-

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to che supporta 6 differenti bus di campo, dotato di en-coder assoluto multigiro. Prodotto nato per l’Industria 4.0,DBS ha suscitato l’interesse di aziende non solo italianema, soprattutto, estere. “Da sempre puntiamo al mercatointernazionale – sottolinea Andrea Franceschini, generalmanager di Mini Motor – e, dopo Europa, Stati Uniti e In-dia, stiamo rafforzando la nostra presenza in Medio Orien-te, una piazza in fortissima crescita per quanto riguarda l’in-novazione e le nuove tecnologie”.

SABARTSi amplia l’offerta delle barre professionali leggere e har-vester di Oregon distribuite in esclusiva da Sabart, una del-le più importanti realtà italiane nella distribuzione di ricam-

bi e accessori per i settori forestale, giardinaggio, agrico-lo e antinfortunistica.Per il segmento delle barre professionali leggere per mo-tosega, accanto alla SpeedCutTM di recente introduzio-ne, entrano in gamma due nuovi modelli, la ControlCutTMe la VersaCutTM.Leggere e facili da maneggiare, si tratta di barre proget-tate per garantire tagli precisi con minor sforzo per l’ope-ratore e fornire prestazioni superiori. Sono barre molte ro-buste, con rigidità e controllo eccezionali, grazie alla nuo-va tecnologia aerospaziale di accoppiamento. La proget-tazione della punta e la scalanatura più robusta allunga-no la durata della vita del prodotto, mentre il sistema di lu-brificazione LubriTec garantisce una circolazione ottima-le dell’olio.

FAGIOLIDa sempre l’azienda Fagioli punta molto sui giovani e sul-le loro competenze, con lo scopo di farsi conoscere aglistudenti migliori per iniziare fin da subito un percorso di va-lorizzazione dei talenti.È per questo motivo che da 5 anni sostiene il concorso let-terario “We Write” organizzato con “Il Giornale di Reggio”e “Telereggio”. La competizione coinvolge gli studenti del-le scuole medie superiori di 28 Istituti della Provincia di Reg-gio Emilia, si svolge durante tutto l’anno scolastico e nel-

la fase finale prevede la scelta dei 6 studenti migliori perciascun Istituto che si confrontano su temi proposti dai varisponsor dell’iniziativa.Oltre a questo importante progetto, l’azienda ha ospitatocon piacere la visita delle due quinte di Meccatronica del-l’Istituto Superiore Statale D’Arzo di Montecchio, illustran-do loro, con l’aiuto di un ingegnere, del Capo Officina siala parte teorica che quella pratica inerente ai mezzi ed inparticolare agli SPMT, carrelli modulari autopropulsi per i

quali l’azienda possiede la più grande flotta al mondo conoltre 1.200 assi, che gli studenti hanno potuto vedere an-che in movimento.La Responsabile della Formazione invece ha illustrato loroi possibili sbocchi professionali all’interno dell’azienda conriferimento ai ruoli più affini al loro indirizzo di studi.

FORTLAN-DIBIFortlan-Dibi, azienda leader nel mercato dell’isolamento ter-mico ed acustico, nel settore delle costruzioni e nell’iso-lamento tecnico ed industriale, compie i suoi primi 50 annidi attività.Sebbene l’avventura sia iniziata con il nuovo marchio nel2010, ha origine dall’unione di due realtà storiche del no-

stro territorio: Fortlan (San Polo d’Enza – 1967) e Di-Bi (Bib-biano – 1971).L’idea della fusione nacque dalla lungimiranza dei soci perriuscire ad affrontare con sempre maggiore professiona-lità e competenza le sfide di un mercato in costante evo-luzione e ha permesso all’azienda di superare la lunga cri-si del settore in cui opera.Ciò che contraddistingue Fortlan-Dibi è il continuo aggior-namento verso soluzioni all’avanguardia capaci di garan-

tire una risposta immediata in linea con le diverse esigen-ze del mercato.Proprio per questo, nel corso degli anni, ha stretto impor-tanti collaborazioni commerciali con i più accreditati pro-duttori europei del settore.Queste partnership hanno permesso di poter proporre ec-cellenze produttive sul mercato italiano, con attenzione alcliente (qualità, consulenza tecnica, servizio logistico e cu-stomizzazione di prodotto).Nel 2016 il fatturato di Fortlan-Dibi ha superato i 22 mi-lioni di euro, con un +3,5% rispetto al 2015.

MAP MANAGING CONTROLDataSmart & Microsoft insieme per sviluppare progetti dicontrollo di gestione innovativi.Questa la novità di Map Managing Control, società che pro-getta e sviluppa sistemi di controllo aziendale grazie allapropria piattaforma digitale DataSmart.Grazie ad una collaborazione che, da quasi un anno, vedelavorare insieme consulenti aziendali, sviluppatori IT ed il teamCloud Azure – PowerBi di Microsoft, DataSmart è diven-tato l’unico strumento di controllo gestione aziendale in gra-do di gestire milioni di dati in tempo reale direttamente sul-la nuvola, integrando la semplicità e la capacità di analisiinterattiva della Business Intelligence di Microsoft.Indicatori, elaborazioni, ribaltamenti, riclassificazioni che pro-ducono marginalità, flussi di cassa, rendimenti e valutazio-

ni di performance consuntive e previsionali, operative e stra-tegiche, in una configurazione completamente automatiz-

zata e promossa dalla stessa Microsoft sulla propria piat-taforma Linkedin.

ISALIsal, azienda di Correggio, appartenente al gruppo indu-striale tedesco Kärcher, continua il rinnovamento della se-rie delle spazzatrici industriali. Durante la Fiera Pulire è stata presentata la nuova 110, unmodello che ha fatto la storia di Isal, che è stato rivisto inuna versione rinnovata, che è un concentrato di maneg-gevolezza, affidabilità ed efficienza.

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La spazzatrice meccanica, semplice da manutenere, dal-l’ottimo rapporto qualità prezzo, è perfetta per le pulizie inambito commerciale.

KAITI EXPANSIONPorta una firma reggiana il successo che sta salutando l’i-niziativa di promozione di mille località del territorio nazio-nale Borghi - Viaggio Italiano.Un’azione per la valorizzazione dell’enorme patrimonio sto-rico, artistico, culturale e di produzioni d’eccellenza dei bor-ghi italiani, che coinvolge 18 Regioni di cui è capofila l’E-

milia-Romagna, che ha puntato sulla collaborazione con Kai-ti expansion marketing & comunicazione per alcuni aspet-ti essenziali del progetto.Grazie a questa partnership ad esempio sono nati i con-tenuti grafici che sono stati alla base della mostra “Ai con-fini della Meraviglia”, che ha visto il sostegno del Mibact,e che ha portato a Roma i borghi e le tipicità delle 18 Re-gioni, riscuotendo un grandissimo successo (più di 10 milavisitatori dal 6 maggio al 9 giugno) suscitando interessea livello nazionale.Una mostra durata più di un mese, nelle splendide e sug-gestive sale del Museo nazionale delle Terme di Dioclezia-no, a Roma.Ora il progetto sta andando avanti con nuove azioni, a par-tire da PassaBorgo, un’app che dopo aver portato tantelocalità italiane in una vetrina di assoluto prestigio, puntaora a portare turisti e visitatori direttamente nei 200 pae-si che hanno aderito a questo progetto.È disponibile su App Store e Google Play, e sul sitowww.viaggio-italiano.it fino al 30 settembre: grazie aPassaBorgo è possibile viaggiare con un “passaporto” vir-tuale che consente di collezionare i “timbri” di oltre 200borghi e completare così un grande viaggio.La grafica dell’applicazione, così come quella della mostra,è stata realizzata da Kaiti expansion.

AZETA ZEO ASIOLI DIFFUSIONAzeta quest’anno celebra cinquant’anni, mezzo secolo disfide superate con successo da un’azienda unica nel pa-norama imprenditoriale reggiano. In primis per il mercatodi riferimento: una nicchia molto competitiva i cui playerssi trovano prevalentemente all’estero. Azeta progetta e pro-duce, dal 1967, minuteria di precisione per l’oleodinami-ca e la meccanica in genere. Negli anni Ottanta sono pro-gettate e richieste macchine ad alta produttività, customiz-zate per appositi prodotti. nei primi anni Novanta entranoi figli Andrea e Stefano che, insieme al padre, diventano

pionieri nell’investire in robot e domotica. La sede inaugu-rata nel 2005 vanta, infatti, un magazzino verticale auto-matizzato, progettato su misura. In piena crisi, Azeta siespande sul mercato statunitense e nel 2015 entra purenella storia della robotica industriale accogliendo il primorobot collaborativo a due bracci, per il montaggio di pic-coli pezzi. I numeri: 4 milioni di fatturato nel 2016, trentadipendenti, una grande famiglia, quella degli Asioli e quel-la aziendale, uniti in un clima di rispetto e collaborazione.A settembre si terranno un open day e una cena che ce-lebreranno le sfide raccolte, le tappe e i successi che cer-tamente l’azienda incontrerà sulla sua strada.

LOVEMARKLovemark srl, società di consulenza nell’ambito digital marke-ting di Reggio Emilia, da luglio 2017 è entrata a far partedella rete IAB Italia, charter italiano dell’Interactive Adver-tising Bureau.“Associarsi alla più importante realtà a livello mondiale nelcampo della pubblicità digitale è l’inizio di una grande epreziosa esperienza fatta di eventi, occasioni di formazio-ne e di confronto sulle tematiche digital. Continuiamo nel-la nostra mission vocata al portare sul mercato btob la con-sapevolezza del grande potenziale comunicativo degli stru-

menti di marketing on line – afferma Vanessa Biorci, ac-count manager presso Lovemark – Porteremo avanti il no-stro percorso con lo IAB in parallelo a quello già avviato

a Roma con Google: nel mese di maggio infatti il colos-so del web ci ha selezionato come una tra le migliori 40agenzie Partner in Italia che per competenze, fatturato eorganizzazione rispondono ai requisiti di partecipazione alGoogle Partners Elevator”. Lovemark propone una meto-dologia personalizzata, basata sull’analisi strategica per pro-porre soluzioni concrete e complete alle aziende: interna-zionalizzazione, direct marketing, web analyzer e formazio-ne. La società infatti, oltre a svolgere attività di docenze pres-so enti formativi, si occupa di formazione in azienda nel set-tore digital.

DALTER ALIMENTARIDopo le ottime performance fatte registrare negli anni scor-si, Dalter Group si conferma in crescita anche nel 2016:il fatturato consolidato è di 95 milioni di euro, con un in-cremento del 3,3% rispetto al 2015. Le direttrici di svilup-po sono state sostanzialmente due: una sempre maggio-re internazionalizzazione e l’ampliamento del portfolio

prodotti, sia nel segmento del retail che in quello dell’in-dustria alimentare e del foodservice. Particolarmente po-sitivo è stato il 2016 di Dalter Alimentari: l’azienda reggia-na, leader nel settore del confezionamento dei formaggigrattugiati e porzionati freschi per il segmento foodservi-ce e per l’industria alimentare, ha chiuso l’anno con un fat-turato di 41,6 milioni di euro, con una crescita a valore del9% rispetto al 2015. Ha sfiorato la doppia cifra (+9,9%)l’incremento a volume: le tonnellate di formaggio vendu-te sono infatti passate da 4.400 a 4.800. La quota exportincide ora per il 60% del fatturato e i Paesi serviti nel mon-do sono 41. Ottimi risultati sono stati registrati nei merca-ti da sempre strategici per Dalter Alimentari, come la Fran-cia (+47%), la Spagna (+30%) e il Regno Unito (+11,4%).Se si considera la geografia del business Extra UE, da sot-tolineare l’exploit sul mercato svizzero, cresciuto del 90%nel 2016.

COMETIl Gruppo Emak annuncia che la controllata Comet ha ef-fettuato il closing dell’acquisizione dell’83,1% del Grup-po Lavorwash con sede a Pegognaga (MN), attivo nellaprogettazione, produzione e commercializzazione di una va-sta gamma di macchine per uso sia hobbistico che pro-fessionale destinate al settore del cleaning, secondo i ter-mini economici già annunciati nel comunicato stampa del

10 maggio 2017 in occasione della firma del contratto.Emak ha pagato il prezzo provvisorio di 54,8 milioni di euro,che verrà corretto sulla base dei risultati conseguiti alla datadel 30 giugno 2017.L’offerta di Lavorwash costituisce un perfetto completamen-to alle attività del Gruppo Emak nel segmento pompe e highpressure water jetting. In particolare, con l’acquisizione diLavorwash, Emak arricchisce la propria gamma prodotti de-stinata al lavaggio, posizionandosi tra i primi operatori delsettore cleaning.

12 CIR FOODCIR food ha aderito alla Giornata Internazionale delle Coo-perative da Onu e Ica e che nei giorni scorsi ha presen-tato ai soci il proprio Bilancio di Sostenibilità 2016. In par-ticolare agisce su 4 dei 17 fronti Sustainable DevelopmentGoals fissati dall’ONU: oltre 65.000 ore di formazione ero-

gate, in costante crescita negli ultimi 3 anni; produzionedi energia da fonti rinnovabili che solo nel 2016 ha con-sentito un risparmio totale di 40 tonnellate di CO2; inve-stimenti in ricerca e sviluppo attraverso l’istituzione nel no-vembre 2016 di una Direzione aziendale dedicata. In lineacon il 41% di italiani che orienta la scelta di un prodottoprincipalmente sulla base dell’origine italiana CIR food ha,inoltre, preferito offrire pasta e carni bovine 100% italia-ni. CIR food si conferma anche attenta al recupero delleeccedenze alimentari e alla lotta allo spreco, un fenome-no considerato grave dal 91% degli italiani. Nel 2016, gra-zie alle partnership con Banco Alimentare, Last MinuteMarket e Caritas, CIR food ha devoluto in beneficenza ol-tre 2.400 kg di alimenti.

SINTHERAGrazie all’esperienza storica sulle architetture di datacen-ter, network e virtualizzazione, Sinthera, system integratorda decenni presente sul territorio Italiano, ha costruito ca-pabilities in ambito business operations optimization (dal-l’application monitoring al platform management, all’infra-structure as a code), Industry 4.0 (trasporto dedicato deidati in sicurezza e data management), workspace enable-ment & innovation (3d experience, collaboration, identity&ac-cess management), security enforcement (accompagna-to da risk reduction e compliance analysis&automation).Le forti competenze di consulenza, supporto operativo eformazione, permettono di affrontare progetti complessi,

muovendosi agilmente fra le soluzioni presenti sul merca-to IT, sapendo sempre trovare la convergenza fra le esigen-ze del cliente, salvaguardia degli investimenti e innovazio-ne tecnologica.Proprio in quest’ottica, Sinthera è da sempre impegnatain una forte e diffusa opera di formazione ed informazio-ne sul territorio, al fianco dei propri clienti.

La più recente esplicitazione di queste attività sono gli even-ti dedicati al Regolamento GDPR, assieme al partner Ci-sco, che continueranno anche nei prossimi mesi.

FIVE OTO Sabato 10 giugno si è rinnovato l’appuntamento con il Fi-ves Oto Day che, per la prima volta, ha varcato la sogliadella storica sede di Boretto per offrire la possibilità di vi-sitare lo stabilimento Ilta Inox, azienda del Gruppo Arve-di, leader di mercato nella produzione di tubi saldati in ac-ciaio inossidabile.Durante l’evento, i dipendenti e loro familiari hanno avuto

la possibilità di vedere funzionare una delle eccellenze azien-dali uniche al mondo, l’impianto OTO6096 Inox, assisten-do quindi alla realizzazione di un tubo partendo dal nastrodi lamiera, e di comprendere meglio cosa significhi lavo-

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rare per l’innovazione di prodotto e di processo, condivi-dendo l’orgoglio per il raggiungimento di risultati che sonoil nuovo punto di partenza e lo stimolo per raccogliere lesfide future.L’evento è poi proseguito all’Osteria La Vigna, dove tutti ipartecipanti hanno potuto concludere in allegria una gior-nata ricca di umanità e di contenuti che per molti resteràmolto più di un piacevole ricordo.

VIMI FASTENERS Vimi Fasteners taglia quest’anno il traguardo del 50° annodi attività nella progettazione e produzione di organimeccanici di fissaggio di alte prestazioni destinati ai mo-

tori e organi di trasmissione delle auto e dei veicoli indu-striali dei più prestigiosi costruttori del mondo.L’azienda nasce nel ‘67 a Reggio Emilia, conta 4 dipenden-ti, ma, rapidamente, si specializza nella fabbricazione di vitiprigioniere e viti di altissime prestazioni.La scelta si rivela da subito strategica e Vimi si guadagna lafiducia, e gli ordinativi, delle aziende motoristiche della attua-le Motor Valley che diventano il primo mercato di sbocco.Di pari passo vengono introdotti nuove tecnologie, mac-chinari, si assume personale e la gamma di produzione siallarga alla bulloneria speciale realizzata su disegno del-la clientela sia in termini di geometrie, varietà di materialiche di performance.Ormai lo spazio non è più sufficiente e, sul finire degli annisettanta, si trasferisce in una nuova sede a Novellara.

Nel 2001 viene acquisita totalmente dalle famiglie Stor-chi che ne curano il posizionamento sul mercato, le stra-tegie di crescita e di innovazione prodotto.Oggi Vimi Fasteners conta circa 250 dipendenti con unfatturato di oltre 40 milioni di euro di cui la grande mag-gioranza per il mercato estero.

ROVATTI A. & FIGLI POMPEResponsabilità sociale d’impresa, innovazione tecnologi-ca e sviluppo sostenibile: sono i tre principi chiave che dasempre contraddistinguono la filosofia imprenditorialedella Rovatti Pompe, specializzata da oltre 60 anni nellaprogettazione e costruzione di pompe centrifughe.

Rappresentando un già consolidato riferimento internazio-nale per quanto concerne prodotti destinati all’agricoltu-ra e ad applicazioni industriali e civili, l’azienda si è recen-

temente affermata come leader di settore per la for-nitura di pompe centrifughe utilizzate in moltepliciallevamenti ittici in vari paesi scandinavi.Un impegno costante in ricerca e sviluppo, affian-cato ad un sinergico rapporto di collaborazione conla clientela, definiscono il quadro di un gruppo in-dustriale che continua ad affermarsi come protago-nista capace di proporre soluzioni sempre più in-novative nel proprio settore.

ISI PLASTIsi Plast si rivolge al mondo del pet food propo-nendo una gamma completa di articoli particolar-

mente indicati per contenere mangimi ed integra-tori per piccoli animali da compagnia (uccelli, pe-sci e roditori).Differenti per dimensioni e capacità i contenitori del-la serie SO si caratterizzano per la peculiare formacilindrica.La struttura dell’imballo, lo spessore delle pareti eil materiale (polipropilene) di alta qualità utilizzatoconferiscono robustezza ai barattoli che risultanoessere particolarmente resistenti agli urti.La forma cilindrica, stretta ed alta, facilita la movi-mentazione del packaging sia manualmente che at-traverso i macchinari di riempimento automatici.Tutti gli articoli della serie SO sono muniti di pra-

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tico coperchio a pressione (polietilene) dotato di sigillo diinviolabilità al primo utilizzo.Questi contenitori sono facilmente personalizzabili trami-te l’applicazione di etichette adesive.

NETRIBE GROUPAllargare lo spettro dei servizi ai propri clienti e incremen-tare la capacità di supporto sulle nuove e continue sfideche l’innovazione e la trasformazione tecnologica richiedeper essere competitivi in un mercato ormai globalizzato, stan-no alla base di una importante operazione che NetribeGroup ha in questi giorni definito attraverso la acquisizio-ne di DAM Sistemi di Reggio Emilia che da anni opera nelsettore della system Integration fornendo ai propri clienti

consulenza e capacità specifiche nella realizzazione di pro-getti di sviluppo e gestione dei sistemi Informativi internisu diverse piattaforme tecnologiche.Oggi, anche alla luce della normativa europea GPDR (Ge-neral Data Protection Regulation – Regolamento UE2016/679) e della normative sulla privacy e sulla sicurez-za a cui ci si deve adeguare, le aziende hanno necessitàdi soluzioni efficaci e di un continuo supporto che Dam Si-stemi porta in dote, con le competenze professionali di altolivello che possiede, insieme ad un importante portafogliodi clienti che in questi anni ne hanno potuto misurare il li-vello di professionalità.

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CANOSSA EVENTSLa Modena Cento Ore è arrivata a Modena. La festa di fron-te alla Ghirlandina ha coinvolto la popolazione, i concor-renti, i meccanici che ci hanno amorevolmente seguito pertutti questi quattro giorni e il team dell’organizzazione.Questi i vincitori per categoria.Velocità: Competition, vettura numero 1, Jaguar E-Type del

1962 di Philip Nigel Walker e Howard Redhouse UK-UK,Competition GHI: vettura numero 41, Ferrari 308 GTBi Gr.4Michelotto del 1980 di François Xavier Entremont e Jac-ques Entremont FR-FR, Compensata: vettura numero 40Bmw 328 Roadster del 1939 di Albert Otten e Kai Bille-sfeld DE-DE.Regolarità: vettura numero 80, AC Shelby Cobra 427 del1965 di Philip Vlieghe e Filip Deplancke MC-BE.Coppa delle dame velocità: vettura numero 23, Alfa Ro-meo Giulia GTA del 1965 di Daniela Ellerbrock e JackieRohwer DE-DE.Durante la premiazione, avvenuta davanti alla Ghirlandina,sono state cosnegnate bottiglie di champagne, corone dialloro e, a tutti i concorrenti giunti al traguardo, la spilla Mo-dena Cento Ore.Prossima edizione fissata nella prima settimana di giugnodel 2018.

VOITH TURBOA fine maggio a Reggio Emilia Voith Turbo ha festeggia-to i 150 anni della casa madre, multinazionale tedesca dapiù di 4 miliardi di euro di fatturato e con 19.000 dipen-denti in 60 paesi del mondo, tuttora interamente nella pro-prietà della stessa famiglia.. Per i 150 anni dalla fondazio-

ne di Voith ha organizzato i festeggiamenti nella sede diReggio Emilia che dà lavoro a 50 dipendenti. In questa oc-casione sono state ospitate anche le altre filiali italiane at-tive in altri ambiti.La cerimonia si è tenuta nella sede aziendale reggiana invia Lambrakis, vi hanno preso parte i responsabili della casamadre, il Presidente di Unindustria Reggio Emilia MauroSeveri, l’assessore comunale Mirko Tutino e i principali clien-

ti locali in rappresentanza di Seta e Mafer. Dopo la visitaall’azienda da parte degli invitati, il direttore generale Vit-torio Bellentani ha fatto un discorso celebrativo e di ringra-ziamento a cui è seguita la consegna dell’assegno “150good causes” all’Associazione onlus “Il giardino di San Giu-seppe”. Voith casa madre ha infatti stanziato 150mila eurodestinati a 150 progetti locali da distribuire nelle varie fi-liali del mondo. A seguire si è tenuto un aperitivo che ren-de omaggio al territorio reggiano: davanti ai 130 parteci-panti è stata aperta una forma di Parmigiano Reggiano ri-serva speciale, spiegando come si produce questo pro-dotto genuino, che ci rappresenta in tutto il mondo. La fe-sta è proseguita con cena e musica a Villa d’Este, un mo-mento conviviale che ha coinvolto gli invitati nell’intonarela canzone “Hello tomorrow”, scritta appositamente per Voith.

ARGO TRACTORSGrande successo per l’Open Day tenutosi alla sede ArgoTractors di San Martino in Rio.Gli oltre 2.500 partecipanti (compresi i dipendenti con leproprie famiglie) hanno visitato lo stabilimento moderno especializzato, organizzato secondo i principi Kaizen e do-tato di un centro ricerca & sviluppo dedicato alle famigliedi trattori prodotte in loco: le serie di potenza medio-bas-sa, i cingolati e la gamma Valpadana.Lo staff aziendale ha accompagnato i gruppi lungo le lineedi assemblaggio e le aree preposte alle lavorazioni mec-caniche, cuore della tecnologia Argo Tractors.

Presenti all’evento anche diverse autorità: il presidente del-la Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, l’onorevo-le Antonella Incerti, l’assessore regionale alle attività pro-duttive Palma Costi, il sindaco di San Martino Paolo Fuc-cio, il presidente Unindustria Reggio Emilia Mauro Seve-ri e Fausto Nicolini, responsabile Santa Maria Nuova e sa-nità reggiana.Oltre alle visite guidate ad attirare i visitatori sono state le

numerose iniziative parallele: l’esposizione della gamma Lan-dini, McCormick e Valpadana, il raduno delle macchine delCampionato Italiano Tractor Pulling e quello dei trattori d’e-poca Landini e Valpadana, realizzato in collaborazione conil Gamae.Infine le due giornate sono state animate dalle esibizioniacrobatiche di Folco Team.

EMAKEmak, leader a livello europeo nella produzione e commer-cializzazione di macchine per il giardinaggio e per il set-tore forestale, presenta le nuove linee di motocoltivatori peruso intensivo di Bertolini e di Nibbi.Sono macchine potenti e affidabili, maneggevoli, reversi-bili e plurifunzionali: rappresentano la soluzione ideale perogni tipo di lavoro e in ogni stagione.Il sistema EHS garantisce facilità di utilizzo, riduzione de-gli sforzi e massima semplificazione per l’utilizzatore.Nei modelli 407 S e 413 S (Bertolini) e KAM 7 S e KAM13 S (Nibbi), i freni a comando indipendente e la rotazio-

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ne del piantone a manubrio agevolano le manovre sui ter-reni più difficili.In più, la leva differenziale e l’inversore sono facilmente rag-giungibili ed azionabili.Dotati di cambio a 6 velocità, i modelli 413 S di Bertolinie KAM 13 S di Nibbi sono equipaggiati di cofano moto-

re che assicura una migliore protezione dalle intemperie.Tra gli optional, l’attacco rapido QuickFit consente all’o-peratore di cambiare le attrezzature senza l’utilizzo di chia-vi. I principali accessori disponibili sono: fresa, aratro, spaz-zolone, turbina, trinciasarmenti, pala, barra falciante e ri-morchio.

INDUSTREEIndustree Communication Hub, gruppo di comunicazioneintegrata che possiede una divisione fortemente vertica-le specializzata nell’Internal Branding, e TBS Group, so-cietà di ingegneria applicata ai sistemi di informazione, han-no lanciato una survey su employer branding e recruitmentper indagare quali strategie, strumenti e canali siano uti-lizzati dalle imprese per attirare nuovi talenti.La survey illustra il punto di vista dei professionisti del set-tore HR e della comunicazione interna: il sondaggio è sta-to rivolto a 4.000 aziende di 3 Paesi (Italia, Francia e Bel-gio). Dai risultati dello studio emerge come 1 impresa su2 ha già attivato strategie o campagne di employer bran-ding, curate principalmente dalle funzioni Risorse Umane(89%) e Comunicazione (68%). “Ambiente di lavoro” (63%),“innovazione” (57%) e “work-life balance” (44%) sono gliattributi principali che rendono l’azienda attrattiva e credi-bile secondo il punto di vista degli intervistati, valori su cuil’azienda ha costruito la propria employer value proposi-tion. Di questi elementi, solo l’ambiente di lavoro viene per-

cepito come un fattore di forte appeal per i giovani talen-ti, che risultano maggiormente attratti dalla possibilità diaccedere a percorsi di carriera (anche internazionali) e daun’organizzazione del lavoro flessibile (smartworking).A conferma di questo dato vi è la tendenza attuale dellemaggiori aziende a sviluppare percorsi di development tra-

sparenti e condivisi e introdurre modalità di lavoro più smart,con l’obiettivo di soddisfare le esigenze dei candidati.

BOMBARDI RETTIFICHEL’azienda reggiana Bombardi Rettifiche dispone di sei in-novativi impianti di micro-rettifiche per piani. La scelta di dotarsi di queste innovative tecnologie è natadall’esigenza predominate di fornire un pezzo spazzolatoe pronto per essere portato in linea di montaggio, che si-gnifica accelerare una fase di processo e, grazie all’inse-rimento di un impianto automatico di spazzolatura deno-

minato mod. SP 300/1 PL, con ritorno progettato e rea-lizzato su misura.Bombardi Rettifiche è in grado di soddisfare queste esi-genze e di proporsi con maggiore competitività ai propri

settori di riferimento: oleodinamica, macchine mo-vimento terra e automotive.Questo impianto sarà il primo di una serie che Bom-bardi metterà in linea con le sue micro-rettifiche perpiani che stanno ottenendo ampio consenso dai pro-pri fidelizzati clienti.

ISB BEARINGS & COMPONENTSISB, azienda internazionale a “marchio verde”, haaperto le porte ai suoi migliori clienti presso la sedecentrale di Rubiera, cogliendo l’occasione per pre-sentare i nuovi investimenti del Gruppo.Nel corso del primo “ISB DAY”, a cui hanno pre-so parte il sindaco di Rubiera Emanuele Cavalla-ro, il Presidente di Unindustria Reggio EmiliaMauro Severi e quello della Camera di Commer-cio Stefano Landi è stato ufficialmente inaugura-to anche il magazzino automatico a scatole.Altro focus dell’evento ha riguardato il piano di in-vestimenti con l’acquisizione dello stabilimento pro-duttivo in Cina specializzato nella produzione di cu-

scinetti radiali rigidi a sfere per applicazioni a bas-sa rumorosità, e le successive acquisizioni di sta-bilimenti specializzati in cuscinetti a rulli conici, orien-tabili a rulli, snodi e cuscinetti a rullini, che saran-no concluse nel medio termine. L’obiettivo di ISBè quello di coprire l’80% del mercato del cuscinet-to a livello mondiale con produzione interna, indi-ce ben superiore ai più strutturati competitormondiali.In evidenza anche la crescita del Sales Networkmondiale, con le filiali dislocate in tutto il mondo,nello specifico Spagna, Brasile, Centro America,Russia, Cina e l’eccellenza tecnica del nuovoCentro Tecnologico che sarà dotato di strumenta-zioni all’avanguardia per garantire ai clienti un ser-vizio sempre più efficace.

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e L’iniziativa “Milano Manifattura 4.0”, lanciata ad apriledal sindaco Beppe Sala e dall’assessore Tajani, ha mol-te frecce al suo arco ed è lecito augurarsi che si rie-sca a scoccarne una discreta quantità. Sul versante

politico-sociale è, infatti, un progetto che tende ad allar-gare il perimetro di chi può incassare “il dividendo di Mi-lano” ovvero avvantaggiarsi della straordinaria stagione cheattraversa la città. Sul piano più strettamente economico-produttivo punta a rimettere in gioco quel ceto medio chequando è in salute garantisce coesione sociale e stabilitàpolitica. Tutto ciò avviene – almeno negli auspici – confron-tandosi con un punto alto della modernità, la tecnologia4.0, e non immaginando politiche di sussidio. Insomma ècome se la politica proponesse alla società uno scambio:voi vi mettete in gioco in termini di iniziativa e di dinamismo,noi assecondiamo i vostri sforzi con scelte adeguate. Qua-li? L’apertura di due spazi fisici consacrati alla manifattu-ra di nuova generazione, incentivi agli investimenti e for-mazione di qualità. I primi destinatari di questa propostasono i giovani che vogliono intraprendere un percorso im-prenditoriale e che quindi si candidano a riprodurre cetomedio nelle nuove condizioni dell’economia di oggi. Chese è molto più volatile di ieri ha però abbattuto alcune bar-riere all’ingresso (le risorse destinate all’investimento ini-ziale). I secondi destinatari sono gli artigiani che potrem-mo definire tradizionali, la cui presenza in città è messa indifficoltà da tutta una serie di discontinuità che rendonoil loro business incerto ma che invece accettano di scom-mettere sull’innovazione e non si fanno da parte. Quantopiù poi la contaminazione tra i due gruppi di destinatari saràvirtuosa tanto più si riuscirà a conciliare innovazione e mer-cato. Non bisogna dimenticare mai che sono i fattori a val-le – i clienti – che alla fine risultano decisivi e gli artigianitradizionali possono portarli come dote. Proprio perché ilmercato alla fine giudicherà la bontà del progetto il Comu-ne può anche pensare nel tempo di mettere in campo unaltro strumento. Mobilitare risorse legate ad alcuni proget-ti di interesse comune (ambiente, economia circolare, an-ziani) che, senza alterare le regole della concorrenza, rap-presentino comunque una bussola per le nuove impreseche iniziano la navigazione.

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IL CETO MEDIO URBANO E MILANOMANIFATTURA4.0 di Dario Di Vico

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Le macchine sostituiran-no gli uomini nel mondodel lavoro? Questa la

domanda attorno a cui ruotauno dei quesiti di maturitàscelto dal ministero dell’Istru-zione per l’ambito socio-economico. Si tratta di unaquestione con cui l’umanitàè costretta a fare i conti findalla rivoluzione industrialedell’800, e che, legata al

tema dell’intelligenza artifi-ciale, è tornata oggi di grandeattualità. Gli apocalittici non

hanno dubbi: man mano chel’intelligenza artificiale (Ai) pro-gredirà, meno persone avranno

accesso al mondo del lavoro. Ma

la questione non è così semplice. Se è pur veroche una rivoluzione è in atto, abbiamo tutti i mez-zi sin d’ora per compensare chi perderà il propriolavoro: una tassa sui robot, per esempio, non è un’i-dea così distante dalle prospettive future. I più ot-timisti sono persino convinti che saranno i robota salvare il mondo del lavoro, cosa che in parte stagià accadendo in alcuni paesi del Sol levante comeil Giappone, in cui le medie imprese hanno piani-ficato l’acquisizione di robot a tutto spiano per so-stituire gli operai che non trovano più. Il Giappo-ne – come l’Italia, la Corea del sud e tanti paesioccidentali – sta diventando una nazione semprepiù vecchia, in cui il numero di lavoratori è desti-nato, secondo i dati di un rapporto di Mc Kinsey,a diminuire sensibilmente entro il 2040. Di fron-te a questo scenario, l’entrata dei robot in azien-da è una soluzione tutt’altro che tragica.Certo, ci sono ancora alcune criticità da risolve-re. Ma la questione primaria, a questo punto, è farein modo che l’umanità tragga dall’intelligenza ar-tificiale i maggiori benefici possibili. Prima di tut-to, come ricorda Enrico Marro in un articolo pub-blicato sul Sole24ore riportato tra i documenti nel-la traccia di maturità, basterebbe seguire i consi-gli dell’Onu, che ha suggerito di abbracciare la ri-voluzione digitale a partire dai banchi di scuola:c’è bisogno di creare le competenze necessarieper lavorare con le nuove tecnologie. Della stes-sa idee erano già i 400 scienziati – tra cuiStephen Hawking – che nel 2015 firmarono un im-portante documento in cui venivano stillati puntoper punto i benefici che l’umanità potrebbe trar-re da queste tecnologie. Ed è innegabile come giàoggi i robot vengano utilizzati in condizioni di la-voro pericolose, per piccole pulizie domestiche ocome esoscheletri e dispositivi di riabilitazione. In-somma, l’intelligenza artificiale rappresenta una ri-sorsa e non un rischio.Un discorso più approfondito può e deve esse-re invece affrontato sulla questione del libero ar-bitrio. Le macchine oggi sono in grado di vede-re, sentire e leggere dando un senso a informa-zioni con un’efficienza che la maggior parte del-le volte un umano non potrebbe eguagliare: re-golare questo strumento per fare in modo che nonsi dimostri un’arma a doppio taglio, proprio riguar-do la loro libertà d’azione, è una delle vere sfidedel nostro tempo.

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e 10 ANNIDIIPHONE IL PRODOTTOAPPLE PIÙVENDUTO, MA LE QUOTEDI MERCATOSCENDONOLa fortuna di Apple ormai si fonda sullo smartphone

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Un iPod, un telefono e uno strumento per navigare ininternet. Avete capito? Non ci sono tre apparecchi diversi.Ce n’è uno solo Con queste parole, sei mesi prima, uno Steve Jobs in lu-petto nero e jeans d’ordinanza aveva presentato di fron-te alla platea del MacWorld, la fiera di Apple, la nuova crea-tura della società di elettronica: iPhone. Il 29 giugno di die-ci anni fa lo smartphone della Mela approdava in negozio:la febbre da iPhone contagiò presto gli Stati Uniti e in 74giorni ne andò a ruba un milione di esemplari. “Ci sono vo-luti due anni per raggiungere questo traguardo con iPod”,commenta Jobs. In due anni Apple vende 20,7 milioni di TIM COOK AMMINISTRATORE DELEGATO APPLE

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iPhone, ma iPod è ancora il prodotto di Cupertino che tiradi più: 54 milioni di esemplari. Tuttavia il lettore musicaleè il retaggio di un mondo in cui con il telefono si fanno chia-mate e spediscono messaggi, mentre le canzoni si ascol-tano su un dispositivo.Il mondo che lo smartphone sta spazzando via, con il suopacchetto tutto in unoE che Apple ha semplificato, togliendo la tastiera e abituan-do il consumatore al touchscreen. Basta guardare gli ul-timi dati finanziari di Apple per farsi un’idea della rivoluzio-ne cupertiniana che si consuma in due lustri. Dai documen-ti emerge che iPhone è il prodotto più venduto di casa Ap-ple, con 50,7 milioni di esemplari nel secondo trimestre fi-scale del 2017. A debita distanza arrivano gli 8,9 milionidi iPad, i computer e gli altri prodotti, un calderone in cuisi trovano i numeri di Apple tv, Apple Watch e dell’iPod.La fortuna di Apple ormai si fonda sullo smartphone: il 63%dei 216 miliardi di dollari del fatturato dello scorso annoè merito delle vendite di iPhone. Tuttavia il prodotto chenel 2007 aveva strappato espressioni di sorpresa e urladi eccitazione, e che per anni ha spinto migliaia di appas-sionati ad accamparsi fuori dagli Apple store per accapar-rarsi l’ultimo modello, non è più un unicorno.Sebbene Cupertino difenda il primato dei modelli più ama-ti sul mercato e i suoi iPhone 6 e 6 Plus — con 220 milio-ni di unità commercializzate — siano il terzo cellulare più ven-duto nella storia del settore, i concorrenti hanno saputo con-tendere quote di mercato ad Apple. La società statuniten-se di consulenza Gartner ha calcolato che nel primo trime-stre dell’anno nel mondo sono stati venduti 380 milioni dismartphone: di questi, solo il 13,7% aveva il simbolo del-la Mela. La quota maggiore di mercato — il 20,7% — è inmano a Samsung, che pure, come Apple, perde terrenodi fronte all’avanzata di cinesi come Huawei. Oppo e Vivo,

con la loro “strategia di co-struire oggetti del

desiderio a prezzi accessibili”, scrivono gli analisti diGartner.Le vendite di iPhone sono piatte e questo porta a unaperdita di quote di mercato anno dopo annoLo dice il direttore ricerche, Anshul Gupta: “Come Sam-sung, Apple sta sempre di più fronteggiando la concorren-za aggressiva di marchi cinesi come Oppo e Vivo, tra glialtri, e le sue performance in Cina sono sotto attacco”.D’altronde Tim Cook, che ha preso in mano le redini di Ap-ple dopo la morte di Jobs, ha escluso la produzione di uniPhone low cost per giocare ad armi pari con i telefoninimade in China e, al contrario, ha rafforzato la strategia ditenere in commercio solo i modelli di ultima generazionee di puntare su un’immagine di status symbol.L’App Store resterà il più redditizio per i prossimi cinque anniDato che Apple ha legato a doppio filo il sistema opera-tivo al suo dispositivo, iOS detiene il 13% del mercato: se-condo lo studio di analisi App Annie, nel 2021 sarà in gra-do di generare una spesa lorda di 60 miliardi di dollari suun totale di settore di 139. Da quest’anno, tuttavia, Goo-gle Play e i negozi terzi della galassia Android sorpasse-ranno Apple in termini di volume, per via del maggior nu-mero di dispositivi in circolazione: nel 2016 l’App Store haregistrato 29 miliardi di download contro i 108 miliardi diGoogle Play e terzi, ma mentre il primo ha incassato 34miliardi di dollari, gli altri hanno totalizzato solo 27 miliar-di. Di recente Apple ha dichiarato che dal lancio del suonegozio di app nel 2008, gli sviluppatori hanno guadagna-to 70 miliardi di dollari. I download dagli app store nelle pre-visioni di App AnnieNel frattempo Apple si prepara a lanciare il nuovo iPhone,il numero 8Sul prossimo modello si inseguono da mesi i rumor e le in-discrezioni di siti specializzati ed esperti del settore. Datoche arriva sul mercato a dieci anni dal primo modello, iPho-ne 8 ha un valore simbolico e sembra che Apple stia stu-diando una serie di innovazioni tecnologiche e specifichetecniche per renderlo un telefono iconico, degno di cele-

brare la ricorrenza. Si vocifera che potrebbe essereaccompagnato da una coppia di iPod in re-

galo, che potrebbe avere lo scher-mo curvo come il Sam-

sung e che potrebbenon avere più il tastohome. L’uscita è previ-

sta entro la fine dell’an-no e la data più accredita-

ta è metà settembre, per spin-gere le vendite sotto Natale.

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30 10 TECNOLOGIE CHE MIGLIORERANNO LA VITADELLE PERSONEDalle automobili volanti ai pagamenti con lo scanner facciale, passando per ecommerce ibrido e compiti manuali da svolgere in realtà aumentata: ecco 10 tendenze hi-tech su cui siamo pronti ascommettere

di Gianluca Dotti © Wired.it • www.wired.it

i sono tecnologie che cambiano la vita di tutti igiorni, in meglio. Strumenti che modificano il modo

di concepire la medicina, i traspor-ti, l’economia, gli acquisti e la cultura. In

alcuni casi si tratta di soluzioni e strumenti che sisono già affacciati sul mercato, mentre altre sono tecno-logie futuribili che entreranno nella nostra quotidianità en-tro qualche anno. Tutte però hanno un potere: rendere piùsemplici, piacevoli e sicurele nostre giornate. Prevede-re il futuro della tecnologia non è semplice, ma insiemeall’ecommerce SixthContinent abbiamo selezionato 10tecnologie su cui siamo pronti a scommettere.1. Automobili e fattorini volantiViaggiare senza il bisogno di strade, soprattutto verso areeremote o per le consegne urgenti, sta diventando semprepiù una realtà. Oltre alle grandi compagnie di ecommer-ce, si stanno muovendo nella stessa direzione anche azien-de e startup che lavorano per consegnare medicinali in zoneinaccessibili o per accelerare i tempi di distribuzione deigeneri alimentari. Una linea di ricerca più recente è quel-la che riguarda le automobili volanti. Dal punto di vista teo-rico non cambia granché, ma nella pratica per trasporta-re una persona occorre fare passi da gigante: i droni do-vrebbero essere più spaziosi e potenti, e ciò richiede unosviluppo di base a livello di materiali e batterie. Ma soprat-tutto un drone-taxi dovrà dare garanzie di affidabilità perla componente software, superando le attuali performan-ce di sicurezza raggiunte dal traffico aereo di elicotteri eaeromobili.

2. Pagare con lo scanner faccialeIn Cina è già realtà: per autorizzare un pagamento, ac-

cedere a luoghi protetti o individuare un crimi-nale sono stati messi a punto sistemi di

riconoscimento facciale chesfruttano le poten-

zialità dei software d’avanguardia. An-che se il riconoscimento facciale è unatecnologia che esiste da decenni, soloora ha raggiunto un livello di affidabi-lità tale da renderlo adatto alle tran-sazioni finanziarie, agli acquisti concarte prepagate o digital wallet e alleoperazioni bancarie del futuro. Insenso lato, la stessa tecnologia po-trebbe presto accompagnarci almomento di salire su un aereo,quando acquistiamo biglietti equando cerchiamo un taxi. Loscanner per volti ha già dimostra-to di essere più bravo di un umanonel riconoscere una persona, e presto

dalla Cina potrebbe essere esportato anchein Europa e Stati Uniti, portando con sé l’e-terno dibattito sicurezza-vs-privacy.3. Strategie di vendita hi-techIl modo di concepire il rapporto tra azienda ecliente sarà ulteriormente migliorato grazie a nuo-ve tecnologie che utilizzano e sfruttano al meglio il pote-re dei big data e degli algoritmi di analisi. Uno dei trendsarà l’adattamento del tono e dello stile dei messaggi diposta elettronica in base alla personalità del singolo uten-te, a cui si aggiungerà una sempre maggiore capacità pre-dittiva. Parallelamente, i sistemi di gestione dei call cen-ter diventeranno più efficaci, permettendo tempi più ridot-ti sia per le chiamate in entrata sia per quelle in uscita. Ese il mercato di gift card e carte fedeltà è in continua cre-scita e supera abbondantemente i 10 miliardi di euro an-nui, sempre più utenti affermano di voler sfruttare le tec-nologie che permettono a queste carte di essere salvatee utilizzate in formato virtuale anche tramite uno smartpho-ne, come nel caso di quelle acquistabili su SixthContinent.

4. Medicina computerizzata e terapie genicheIl periodo in cui la medicina si mescolava con

l’informatica solo per la gestione di archi-vi e database è finito. Giàda anni si parla di se-

quenziamento gene-tico e di me-

dicina personalizzata, ma c’è molto dipiù. Le protesi di nuova generazione,ad esempio, potranno essere coman-date direttamente con il pensiero, gra-zie alle nuove interfacce cervello-macchina. E allo stesso tempo lamole di dati clinici a disposizionee gli algoritmi di apprendimento au-tomatico permetteranno ai com-puter di arrivare direttamente alladiagnosi, soprattutto nel caso dimalattie rare che difficilmentepossono essere riconosciute daun medico in carne e ossa.

Gli scienziati negli ultimi anni sistanno dedicando con successo allo

studio dei problemi genetici alla base di rare pa-

tologie ereditarie, proponendo nuove pos-sibilità terapeutiche. Nel prossimo futuro sco-priremo se lo stesso tipo di approccio può

essere applicato anche a cancro, malattie car-diache e a tutte le altre malattie comuni. Al mo-

mento gli studi stanno già riguardando una cinquan-tina di patologie, ma lo sviluppo delle tecnologie alla basedell’analisi genetica resta ancora fondamentale per poterestendere questo tipo di terapie ai problemi di salute di mi-lioni di persone.5. Supercomputer tascabiliSi tratta di un’innovazione a cui abbiamo già assistito, mache non accenna ad arrestarsi. Se oggi tutti abbiamo intasca un dispositivo più potente di quello che vent’anni faveniva chiamato supercomputer, allo stesso modo un guer-riero Masai in Kenya ha a disposizione più informazioni diquante il presidente degli Stati Uniti avesse quindici annifa. Ed è un trend che continuerà, per cui nei prossimi annipossiamo attenderci di avere tra le mani dispositivi dota-ti di capacità di calcolo e memorizzazione che oggi sono

a disposizione solo dei grandi centri di calcolo.6. Compiti manuali in realtà aumentata

La realtà virtuale e aumentata è entrata dapoco nella nostra quotidianità, sdoganata prima di

tutto dai videogiochi di ultima generazione e simulatoridi varia natura. Ma molte delle potenzialità di questa tec-nologia non sono ancora state sfruttate: manipolare ogget-ti a distanza e incontrare virtualmente amici e colleghi inversione olografica sono solo due esempi di sviluppi futu-ri. A cui si aggiungono applicazioni come le riabilitazionein seguito a incidenti o i trattamenti per persone che vo-gliono combattere una loro fobia.7. I tir che si guidano da soliSi stima che in un periodo compreso tra 5 e 10 anni ini-zieranno a viaggiare sulle autostrade gli autocarri a guidaautonoma, senza persone al volante. In una prima fase ilconducente dovrà rimanere a bordo del veicolo, ma nonè così assurdo credere che con il consolidarsi della tec-nologia si arriverà a far viaggiare i tir in completa autono-mia. Se da una parte questo fenomeno obbliga a riconsi-derare per tempo la figura professionale del camionista,dall’altra significherà maggiore sicurezza e trasporti più ve-loci, dato che su gomma di potrà trasportare merce per tut-to l’arco delle ventiquattro ore.8. Ecommerce ibridoTra le tante novità per il commercio online – dall’interazio-ne con i chatbot alle applicazioni degli algoritmi di deeplearning – alcune riguardano il rapporto tra negozio fisicoe mondo virtuale. La boutique si sta digitalizzando e pre-

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sto avrà camerini smart e assistenti vocali,mentre ogni cliente potrà ricevere sul propriosmartphone offerte personalizzate sulla base delpunto della città in cui si trova, o anche in base allaposizione esatta all’interno del negozio. Sempre piùgettonata è anche l’idea di utilizzare i portafogli vir-tuali all’interno dei negozi fisici, sfruttando la loro dop-pia valenza di carta fedeltà e di metodo per il pa-gamento. Un’altra possibilità su cui molti sonopronti a scommettere è l’arrivo di procedure d’ac-quisto da completare direttamente sui social, ma-gari con la possibilità di personalizzare la taglia o le ca-ratteristiche del prodotto direttamente da mobile.9. La rete Internet delle coseLa Internet of things a livello tecnologico è già realtà, mala vera rivoluzione che si porta dietro è ancora tutta in di-venire. I dispositivi sempre connessi saranno in grado dauna parte di raccogliere una enorme quantità di informa-zioni, dall’altra apriranno a nuove potenzialità imprendito-riali e opportunità di fare impresa. E per i dati che saran-no di dominio pubblico, l’unico limite alle possibili applica-zioni è la fantasia umana.10. Nuovi modelli di educazione per uomini e computerLa possibilità di seguire lezioni e imparare anche da mo-bile è già una prassi consolidata, e già da anniabbiamo a disposizione, gratuitamente, unsapere enciclopedico direttamen-te online. Il prossimo passo nel-l’innovazione dell’educazioneè nella qualitàdei contenuti,e nell’idea che le lezioni dilivello universitario possa-no essere messe a dispo-sizione in Rete, sul model-lo di cui il MassachusettsInstitute of Technology èstato pioniere. A livello tec-nologico invece ci saràun progresso per quantoriguarda l’apprendimentodei computer, che saranno ingrado di sperimentare in auto-nomia e di imparare nozioni chenessun programmatore umano po-trebbe mai insegnare loro.

Andrew McAfee e Erik BrynjolfssonLA NUOVA RIVOLUZIONE DELLEMACCHINEFeltrinelli Editore

La prima rivoluzione industriale hadato luogo alla più rapida e ripidacrescita di popolazione, reddito eproduttività della storia. In due se-coli ha cambiato il volto del pia-neta e la vita degli uomini, por-tando ricchezza e nuove possi-

bilità, ma anche sfruttamento, inquinamento,impoverimento e distruzione di molti stili di vita tradizionali. In

uno dei libri più esplosivi del 2014, in cima a tutte le classifichedi vendita americane e adorato e discusso dai più importantiaccademici e imprenditori, i due economisti del Mit ErikBrynjolfsson e Andrew McAfee sostengono che è arrivato ilmomento di una nuova rivoluzione – questa volta non per mec-canizzare il lavoro manuale, ma quello mentale. Mentre le mac-chine di Google che si guidano da sole macinano migliaia dichilometri per le strade della California e in ogni tasca c’è quel-lo che dieci anni fa sarebbe stato un supercomputer, si comin-cia a intravedere dove porterà la convergenza digitale dihardware sempre più veloci e meno costosi e software sempre

più sofisticati e adattabili. Porterà a un mondo in cui,semplicemente, molti lavori di concetto non esiste-ranno più, perché saranno svolti dai computer; in

cui avremo accesso a un’abbondanza mai vistaprima di tecnologie che ci aiuteranno in ogniambito della nostra vita; in cui molto del nostromodello economico, e del nostro modo di vi-vere, sarà antico, superato, distrutto. Lavoran-do a partire da decenni di ricerca originale,Brynjolfsson e McAfee mostrano come siamoormai arrivati al punto di svolta, e ci propongo-no soluzioni su come affrontare questo cam-biamento epocale, senza rimanere schiacciatidalla sua velocità e ampiezza.Ora arriva la nuova rivoluzione delle macchine.I computer e gli altri strumenti digitali stannofacendo al lavoro della mente quello che ilmotore a vapore e i suoi discendenti hannofatto al lavoro delle braccia. E tutto cambierà, per le nostre vite, i nostri po-

sti di lavoro, i nostri figli.

il libro

ELON MUSK - FONDATORE DI TESLA, SPACEX ESOLARCITY

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La tecnologia, secondo Yochai Benkler, è come l’acqua.Può scorrere in mille direzioni e sovrastare ciò che in-contra, oppure infilarsi ordinata nei canali che abbia-mo progettato. Dipende (in parte) da noi. E Benkler, un

guru della Rete, professore di diritto e condirettore del Berk-man Center for Internet & Society all’Università di Harvard,un «piano» ce l’ha in mente. È un piano che mescola il coo-

perativismo caro all’Europa del passato con la tec-nologia del presente (Platform cooperativism). Un

esempio? «Pensiamo a Uber. Chi l’ha detto chenon può continuare a sfruttare le piattaformeche conosciamo trasformandosi però in unacooperativa in cui i proprietari sono, appunto,

gli autisti?». Un passo ulteriore nella teoria sul-la produzione sociale, o orizzontale (commons-

based peer production), su cui ha incentrato il suolibro La ricchezza della rete (ed. Università Bocconi,

2007) e che indica il lavoro di collaborazione «tra pari» cheavviene tramite la tecnologia per condividere informazioni,ad esempio con piattaforme come Wikipedia, in cui peròla quasi totalità degli autori è volontaria. «Come mantenersi in un’economia dominata dalla condi-visione di beni? Riorganizzando il sistema secondo un mo-dello cooperativo. È un fenomeno che sta emergendo e

Yochai Benkler parla di beni comuni: così si attiva un processo di democratizzazione

La Rete ci abitua a cooperaree il mondo diventa migliore

di Elisabetta Pagani © La Stampa • www.lastampa.it

La tecnologianon va subita: dipende, almeno in parte, da noi.

In ballo non c’è solo la nostraprivacy ma anche il controllo

dell’innovazione.

Intervista aYochai Benkler Professore di Studi giuridici imprenditoriali presso la Harvard Law School

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sarà interessante osservare come si evolverà. Nonè un sogno ma un programma sostenibile», sostie-ne Benkler, in questi giorni a Torino per discute-re di accesso ai beni comuni, ospite dell’Interna-tional University College e del suo coordinatore ac-cademico Ugo Mattei. Professor Benkler, la tecnologia dà nuova vita almodello cooperativo? «Sì, per superare la situazione attuale, in cui il con-trollo è in mano solo alle grandi aziende. È un pro-getto ambizioso che richiede uno sforzo anche da par-te di governi e cittadini. La trasformazione neoliberistaha creato tante oligarchie e minato la sicurezza econo-mica del ceto medio, da cui dipende la stabilità democra-tica». Molti entusiasti della Rete, tra cui il fondatore di Twitter,si sono detti pentiti perché «Internet non ha reso il mondomigliore». Lei rimane tra gli ottimisti? «Non è questione di ottimismo ma di realismo. Pensiamoalla diffusione di video tramite il telefono, strumento in manoa ciascuno di noi, durante la rivoluzione verde in Iran o ne-gli Usa, nei casi di poliziotti bianchi che hanno ucciso deineri. Ha messo in moto un processo di democratizzazio-ne non solo dei mezzi, ma anche di cosa bisogna cono-scere. Si è tradotto in una maggiore distribuzione del po-tere? In America sì: ora in alcuni Stati la polizia deve indos-sare telecamere. La partecipazione ha orientato il dibatti-to politico». Ma il «controllo» non si è soltanto spostato nelle mani di altri? «Internet ha significato un’enorme opportunità proprio per-ché ha permesso a una fetta della popolazione molto piùampia di partecipare. Negli ultimi 8-10 anni abbiamo as-sistito a un nuovo concentramento delle fonti di “potere”perché anche gli Stati hanno deciso di partecipare alla par-tita e perché gli attori principali sono veri e propri colos-si, come Google o Facebook, che raccolgono enormi quan-tità di dati personali in cambio di servizi. Gli utenti non pa-gano ma uno scambio c’è: non è gratis, ricordiamocelo,semplicemente non spendi soldi perché cedi i tuoi dati, latua privacy». Cosa pensa dell’informazione a pagamento su Internet? «Io preferisco pagare per un’informazione di qualità ma ave-re meno pubblicità. Internet non ha ucciso il giornalismo,come qualcuno temeva, anzi. Negli Stati Uniti è un perio-do d’oro del giornalismo investigativo, anche perché allaCasa Bianca c’è Trump». Lei è su Facebook o Twitter? «Su Facebook no, perché non voglio prendere parte a que-sto enorme processo di raccolta dati. Il meccanismo potreb-

be cambiare, ad esempio se fossimo disposti a pagare an-che solo un dollaro al mese senza dover cedere però i no-stri dati a chi poi li vende al mercato. Ma è immaginabile?». Lo è? «Andiamo verso un mondo sempre più connesso, in cui le

Yochai Benkler LA RICCHEZZA DELLA RETE.LA PRODUZIONE SOCIALETRASFORMA IL MERCATO E AUMENTA LE LIBERTÀUniversità Bocconi Editore

Questo saggio è una pietra miliaredel pensiero politico ed economi-co sulla Rete. Un miliardo di per-

sone oggi detiene il capitale neces-sario a produrre e comunicare online, partecipando

a conversazioni e dibattiti che arrichiscono l’informazione, la cul-tura e la conoscenza a disposizione di tutti. La crescita d’impor-tanza del software libero e dei sistemi operativi open source, ladiffusione sul web degli standard non proprietari e delle retipeer-to-peer mostrano che esiste un’alternativa economica alletransazioni di mercato e alle gerarchie manageriali delle aziende:la produzione sociale, orizzontale e basata sui beni comuni, cheavviene in grandi piattaforme collaborative. Se nell’economia di-gitale il costo marginale dell’informazione è zero, assicruare unprezzo positivo al proprietario del contenuto è un’inefficienzache può essere giustificata solo a titolo d’incentivo sull’innova-zione futura. Ma Benkler osserva che copyright, brevetti e altreforme di protezione delle prorpietà intellettuale non stimolanol’innovazione; al contrario, sono un potente freno alla creatività ealla diffuzione di nuove idee e procedure. Attingendo alla teoriamicroeconomica, alla teoria dei media, alla teoria della giustizia,agli studi sulla tipologia della Rete, Benkler dimostra che la pro-duzione orizzontale basata sui beni comuni offre numerosi van-taggi dal punto di vita della visione liberale del mondo: un’eco-nomia più aperta e dìinamica, una cultura meno gerarchica e piùcondivisa, una democrazia più aperta e partecipata, una societàglobale potenzialmente più equa e solidale. Ma si tratta di svilup-pi aspramente contrastati, come l’autore illustra nella parte con-clusiva dedicata all’ecologia istituzionale dell’ambiente digitale.Prevarranno i creative coomons e la libertà d’espressione, gli in-teressi dell’industria tecnologica e della ricerca scientifica, op-pure la recinzione proprietaria portata avanti da Hollywood e da-gli oligopoli dei media e sostenuta da parlamenti e tribunali? Ilfuturo non è scritto e dipende dalle decisioni e dai comporta-menti quotidiani di noi utenti e fautori della ricchezza della Rete.

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YOCHAI BENKLERperché il sistema cambi. La tecnologia non va subita: di-pende, almeno in parte, da noi. In ballo non c’è solo la no-stra privacy ma anche il controllo dell’innovazione». In che senso? «L’intelligenza artificiale sarà sempre più protagonista. Eallora facciamo un esempio pratico. Devo trovare un algo-ritmo per riorganizzare il traffico di Torino. Lo farà megliochi ha proposto l’algoritmo migliore o chi può combinar-ne uno meno sofisticato con un’enorme massa di dati ri-cavata da Maps su come si muovono i cittadini? Ecco per-ché non è solo una questione di privacy. Servono regoleprecise, e qualcosa in questo senso sta cambiando». C’è qualcuno in grado di imporle? «È troppo presto per dirlo. I cittadini, certo, devono fare laloro parte». Cosa pensa della maxi multa dell’Ue contro Google? «Che non ha alcun senso. È alta, certo, ma sta nei costiche un’azienda di quel tipo ipotizza per fare business. Nonsaranno le multe a far cambiare il modo di operare ai co-lossi del web, ma una regolamentazione seria. Certo è unprocesso più difficile, non credo accadrà presto».

applicazioni ci controllano lo stato di salute. Quando le per-sone inizieranno a dare valore ai propri dati – perché la veraminaccia di oggi è la concentrazione di tante informazio-ni in poche mani –, allora cominceranno a fare pressioni

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L’ASSEMBLEA GENERALE DI FEDERMECCANICA RIUNITA A REGGIO EMILIA

di Massimo Colombo e Ilenia Cordova

Il tema dell’incontro, «Fare Insieme. Impre-se, lavoro e società nella quarta rivoluzio-ne industriale», ha inteso sottolineare che

di fronte alla Grande Trasformazione che sta cam-biando il mondo, l’industria italiana, le imprese e il sin-dacato, hanno scelto – sottoscrivendo il primo Contrattounitario dopo anni – la via di un vero e proprio Rinnova-mento. Un innovativo accordo che definisce nuove rego-le e nuove prassi indispensabili per accompagnare le im-prese nella quarta rivoluzione industriale.Dopo i saluti di Mauro Severi (Presidente di UnindustriaReggio Emilia) e di Luca Vecchi, Sindaco di Reggio Emi-lia, il Direttore Generale di Federmeccanica, StefanoFranchi, ha dialogato con Marco Bentivogli, segretario Ge-

nerale Fim, Maurizio Landini, Segretario Generale Fiome Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm. Con-dotti da Andrea Cabrini, direttore dellla testata ClassCNBC, hanno dato vita a un confronto sul Contrat-to dei metalmeccanici. I temi assembleari sono sta-ti ulteriormente approfonditi dall’intervento di Car-lo Calenda, Ministro dello Sviluppo economico e,e dalle conclusioni svolte da Vincenzo Boccia, Pre-sidente di Confindustria. Nell’introdurre i lavori dell’Assemblea Generale2017, il Presidente uscente Fabio Storchi ha ri-cordato le iniziative promosse da Federmecca-nica in questi ultimi quattro anni: «Dalla Cartadelle Relazioni Industriali presentata oggicome sintesi del lavoro realizzato in questi anni.Secondo il Presidente Storchi il Contratto Na-zionale è stato certamente il risultato più im-portante dell’intero quadriennio: «La sfida èlanciata Adesso il senso del dovere e di re-sponsabilità richiede agli imprenditori, ai lorocollaboratori e ai sindacati di impegnarsi condeterminazione senza pregiudizi per realiz-zare ciò che è stato deciso di portare avan-

Lo scorso venerdì 23 giugno si è tenuta, presso il TeatroMunicipale di Reggio Emilia, l’Assemblea Generale2017 di Federmeccanica che ha eletto Alberto DalPoz Presidente della Federazione per ilquadriennio 2017-2021

ti. Il futuro si fonda, infatti, sulla collaborazio-ne a tutto campo, sulla condivisione degli

obiettivi, sul coinvolgimento, sulla responsa-bilità e sui legami di rete. Idee e soluzioni che la-

scio ad Alberto Dal Poz e a Federmeccanica affin-ché le promuovano nelle imprese, nel sistema Confindu-stria, nelle relazioni con i Sindacati, così come nelle poli-tiche territoriali e nazionali».Nel sue intervento di insediamento il neo-presidente Alber-to Dal Poz ha sottolineato che «Oggi non celebriamo soloil nuovo Contratto, quanto piuttosto gli elementi che han-no permesso di definirlo, così come i significati che por-ta con sé: il primo di questi è il superamento di quell’ideadi “conflitto sociale” che ha segnato l’intero Novecento; ilsecondo, è la ritrovata dimensione unitaria; il terzo, è la vo-lontà di elaborare una visione condivisa della quarta rivo-luzione industriale, per valutarne le minacce, le opportu-nità e i possibili percorsi; il quarto, è la consapevolezza cheil futuro della manifattura si fonda sia sulla digitalizzazio-ne, sia sulla centralità della Persona». «Il Contratto che ab-biamo sottoscritto – ha concluso il neo Presidente di Fe-dermeccanica – rappresenta solo la prima imbastitura diun progetto di lungo termine. Per crescere nel tempo devediventare “vivo”, deve nutrirsi di vera attenzione alla “per-sona”, di vera condivisione degli obiettivi, di autentico ri-conoscimento dei risultati, di concrete soluzioni formativee di welfare. Se fra due anni dovessimo prendere atto chequanto prefigurato non ha iniziato a realizzarsi ci trovere-mo di fronte a una grave sconfitta per l’intero Paese. Pos-so anticipare sin da ora che la prima iniziativa della mia pre-sidenza sarà un “viaggio” attraverso l’intera penisola nelcorso del quale incontreremo Gruppi territoriali, imprendi-tori, lavoratori e quadri sindacali. L’obiettivo è promuove-re e diffondere quella tensione ideale indispensabile percostruire, dal basso, le nuove relazioni industria-li del nostro Paese».

fare insiemeimprese, lavoro e società nella quarta rivoluzione industriale

fare insiemei segretaridi Fim, Fiom e Uilm

testimoni all’Assemblea Generale di

Federmeccanica

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NON E’ UNO SLOGANdi NG

Intervista aFabio Storchi Presidente Federmeccanica per il quadriennio 2013-2017

Presidente Storchi, perché è così importante l’industriameccanica in Italia? Perché ha un ruolo rilevante sia dal punto di vista quanti-tativo, in termini di occupazione, valore aggiunto e scam-bi internazionali, sia per ruolo strategico. Produce, infatti,la totalità delle macchine e delle attrezzature attraverso lequali trasmette l’innovazione tecnologica a tutti i rami del-l’industria e agli altri settori dell’economia. Lo sviluppo e ilmantenimento della competitività del comparto manifattu-riero dipendono in larga misura dalla capacità del settoremetalmeccanico di crescere attraverso l’innovazione. Quale è il posizionamento competitivo delle industriemeccaniche? Il Centro Studi Confindustria evidenzia che tra le impreseitaliane emerge un dualismo determinato da percorsi di-versi. Il primo, è quello nel quale sono trattenute molte im-prese oggi in “difficolta” perché non hanno ancora sapu-to o potuto adattarsi alle impressionanti novità tecnologi-che e geo-economiche consolidatesi nell’ultimo decennio.Il secondo gruppo è quello composto da imprese che han-no fatto leva su diverse componenti e funzioni aziendali perallontanarsi da una concorrenza basata solo sui costi e suivolumi. I cardini di questi percorsi sono l’internazionalizza-zione e la valorizzazione del know how aziendale usato comevero e proprio strumento di differenziazione. In altri termi-ni, una costante ricerca volta non tanto a essere i più ef-ficienti e produttivi, sullo stesso campo di gioco dei con-correnti, quanto a spostarsi su nuovi terreni. Nel nostro Pae-se queste imprese hanno un ruolo centrale non solo peril peso occupazionale e per la dimensione delle loro filie-re, ma anche perché sono il motore del riposizionamentocompetitivo del sistema produttivo nazionale. Come si è relazionata la “sua” Federmeccanica a questostato di cose?In questi ultimi anni la nostra Federazione ha avviato un rin-novamento fondato su una precisa visione: l’impresa devediventare – insieme ad altre funzioni sociali e senza alcu-na pretesa egemonica – promotrice di quelle innovazioniindispensabili per affrontare le discontinuità che abbiamodavanti. In questi anni abbiamo ascoltato gli imprenditori ditutta Italia e avviato un Piano operativo che ha dato risul-tati molto interessati: dal Manifesto delle Relazioni Industria-li, proposto nel 2014 a Bari, alla Carta delle Relazioni In-dustriali, presentata nel corso dell’Assemblea 2017 comesintesi del lavoro realizzato in questi anni e come piano dilavoro per il futuro. Dall’innovativo Monitor sul Lavoro (MOL),lanciato nel 2015 con il coinvolgimento di un campione rap-presentativo di lavoratori italiani, alla prima ricerca naziona-le dedicata a Industry 4.0. Dagli accordi per promuovere

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FABIO STORCHI PAST PRESIDENT FEDERMECCANICA

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nel Paese l’alternanza scuola-lavoro alle iniziative dedica-te all’Education, come, ad esempio, Eureka! Funziona! Dal-la selezione delle imprese “Champion”, per la diffusione dibuone pratiche di relazioni interne con i collaboratori, alnetwork Fabbrica 4D nato per valorizzare l’apporto e il ruo-lo delle donne nell’attività manifatturiera. Dall’impegnoverso l’Europa, attraverso CEEMET, la federazione dei me-talmeccanici europei, al Position paper sull’industria presen-tato nel 2015 al Parlamento Europeo. Dalla piattaforma per

il Rinnovamento contrattuale del 2015 alla lunga e inten-sa trattativa conclusasi con la sottoscrizione – unitaria – delContratto Nazionale. In questi anni ci siamo impegnati mol-to per il rilancio della partecipazione associativa attraver-so incontri nel territorio, visite nelle aziende e il coinvolgi-mento dei Gruppi territoriali, che hanno dato vita a una verae propria Community Federmeccanica. Infine, voglio ricor-dare la realizzazione del primo piano di comunicazione lo-cale e nazionale, della nostra Federazione.

Poco fa ha parlato del rinnovamento diFedermeccanica, quali sono state le linee guidadi tale percorso?Quella che viviamo è una rivoluzione culturale chechiede a ciascun attore economico, sociale, politi-co e amministrativo di impegnarsi nel proprio am-bito per diventare protagonista del cambiamen-to. Una volta, solo pochi anni fa, il lavoro coinci-deva con il sudore della fronte e la fatica che oggi

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Giuseppe Sabella RIVOLUZIONEMETALMECCANICA. DAL CASO FIAT AL RINNOVOUNITARIO DEL CONTRATTONAZIONALEGuerini e Associati

Il settore della metalmeccanica èquello più importante della no-stra industria e, anche, il più vi-

vace, come del resto in tutta Europa.Negli ultimi dieci anni è stato teatro di eventi che

stanno profondamente cambiando il sistema del lavoro e dellerelazioni industriali: prima il caso Fiat, ora il rinnovo unitario delcontratto nazionale. Quest’ultimo evento non solo ricomponeuna grande frattura, ma segna l’inizio di un processo condivisoche accompagna imprese e lavoratori verso Industry 4.0. Il si-stema della rappresentanza del lavoro sta dando così una gran-de lezione alla politica di cosa significa mediare e fare sintesiper guidare e non subire le grandi trasformazioni dell’era globa-le. «Non siamo mica metalmeccanici» ha affermato in tempi re-centi un deputato della Repubblica nell’aula del Parlamento. Imeccanici, invece, scrivono un’importante pagina di storia chesancisce l’inizio di una nuova filosofia dell’industria – basata sul-la partecipazione – e la fine del salario come variabile indipen-dente. E chi lavora per il bene comune di questo paese sa chequesta è una pagina importante.

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DA SINISTRA: ANDREA CABRINI, STEFANO FRANCHI, MAURIZIO LANDINI, MARCO BENTIVOGLI E ROCCO PALOMBELLA

FABIO STORCHI E LUCA VECCHI

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è stata sostituita dalle macchine. Al tempo di industria 4.0l’affermazione e la valorizzazione della persona rappresen-tano il grande elemento di novità. Nessuna macchina, nes-sun robot, infatti, può lavorare se non è istruito e guidatoda menti e mani esperte. Tutto ciò chiede che lavoro e im-prese realizzino una via italiana alla partecipazione. Una so-luzione che non deve imitare modelli di altri Paesi, per noi

improponibili, ma nascere all’interno di quel capitalismo mo-lecolare, familiare e di territorio che rappresenta il cuoredella manifattura italiana. In questi anni lei e il Direttore di Federmeccanica, StefanoFranchi, avete fatto spesso riferimento al “rinnovamentocontrattuale”, di che cosa si tratta?La nostra idea di “rinnovamento contrattuale” – così pre-

sente nel confronto con le Organizzazioni sindacali che neldicembre 2016 ha portato alla sottoscrizione del Contrat-to Nazionale – è nata dalle riflessioni, dai contenuti e dal-le proposte presentati nel 2014 nel Manifesto delle Rela-zioni Industriali di Federmeccanica. Un documento nel qua-le abbiamo evidenziato come la partecipazione si realizzigiorno per giorno attraverso la collaborazione e il coinvol-

Federmeccanica è la federazione sindacale dell’industriametalmeccanica italiana. Si occupa primariamente di tute-lare le imprese, rappresentandole nell’ambito delle relazio-ni industriali e nella contrattazione con le controparti sin-dacali, e sostenendone gli interessi di fronte alle istituzionipolitiche e amministrative. Federmeccanica è il soggettodeputato a stipulare il contratto collettivo nazionale di la-voro per la categoria, definendo tutti gli aspetti essenzialidel rapporto tra imprese e lavoratori, e assiste i 90 Gruppiterritoriali che ad essa afferiscono nelle relazioni con lerappresentanze dei lavoratori. Inoltre, tra i suoi compiti isti-tuzionali figurano la ricerca e l’analisi dell’andamento delcomparto, in termini economici e occupazionali, attraversola presentazione di studi periodici (come l’indagine con-giunturale che raccoglie i dati relativi agli ultimi tre mesi),la promozione e lo sviluppo della formazione tecnico-pro-fessionale e la valorizzazione dei rapporti con le altre as-sociazioni di settore. Federmeccanica è infatti membro delCouncil of EuropeanEmployers of The Metal Engineeringand Technology-basedindustries (CEEMET), organizzazio-ne non-profit con sede a Bruxelles che riunisce le federa-zioni nazionali europee. La federazione aderisce a Confin-dustria ed è costituita dai Gruppi di aziende metalmecca-niche organizzate nelle Associazioni Industriali Territoriali.

La squadra di Federmeccanica per il quadriennio 2017-2021Nel corso della parte privata dei lavori assembleari, tenutia Reggio Emilia, insieme al Presidente Dal Poz è stataeletta anche la squadra dei Vice Presidenti che lo affian-cheranno per il biennio 2017-2019: Diego Andreis, Mana-ging Director di Fluid-o-Tech Srl, Presidente Gruppo Mec-catronici di Assolombarda e Presidente CEEMET. FabioAstori, Presidente Luxor SpA, Brescia. Domenico Brac-cialarghe, Executive Vice President, Risorse Umane e Or-ganizzazione Leonardo SpA, Roma. Simona Capasso, Sa-les Manager Nuovo Mollificio Campano Srl e PresidenteSezione Industria Metalmeccanica dell’Unione Industrialedi Napoli. Carlo Cremona, Senior Vice President HumanResources and Industrial Relations Fincantieri SpA, Trie-ste. Fabio Tarozzi, Presidente e Amministratore DelegatoSITI-B&T GROUP SpA, Modena. Federico Visentin, Pre-sidente e Amministratore Delegato Mevis SpA, Vicenza.

ALBERTO DAL POZ PRESIDENTE FEDERMECCANICA VINCENZO BOCCIA PRESIDENTE CONFINDUSTRIA

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gimento. Due elementi, questi ultimi, indispensabili per por-re in relazione tra loro gli obiettivi dell’impresa e quelli in-dividuali del lavoratore. Avete insistito molto su questo aspetto, può precisarlomeglio?Sono e siamo convinti che il rapporto tra imprenditore elavoratore sia, prima di tutto, una relazione tra persone con-sapevoli che condividono gli obiettivi dell’azienda nella qua-le entrambi operano. Tutto ciò implica il rafforzamento del-le Relazioni Interne che Federmeccanica sostiene e per-segue. Le Relazioni sindacali diventano così una compo-nente della più ampia strategia aziendale fondata sul bi-nomio competitività e centralità della persona. Il futuro –non solo il nostro, ma quello di tutti – si fonda sulla colla-borazione a tutto campo, sulla condivisione degli obietti-vi, sul coinvolgimento, sulla responsabilità. In altri termini,affonda le sue radici nella capacità di condividere i rischi,condividere i risultati e creare valore in maniera condivisa.Per queste ragioni è indispensabile prendere atto che larelazione tra impresa e lavoro non può più essere centra-ta solo sulla distribuzione del reddito generato dall’azien-da. Deve riguardare, prima di tutto, i modi attraverso i qua-li contribuire e partecipare alla produzione di quellostesso reddito. Dunque, il salario variabile in funzio-ne della produttività e favorito da forme di detas-sazione, è una soluzione che può e devericonoscere il contributo dei la-voratori ai risultati aziendali.In una prospettiva comequella appena richiamatache valore ha il nuovoContratto Nazionale?I primi passi verso il com-plesso ma ineludibile cam-mino che ho appena indica-to sono stati fat-ti con il Con-tratto Nazio-nale sotto-scritto neldicem-

bre scorso dopo un anno d’intenso confronto. Un accor-do il cui significato va ben oltre i suoi contenuti. Impresee Sindacati dell’industria metalmeccanica, infatti, hanno com-piuto una grande svolta culturale, hanno recuperato la di-mensione unitaria del confronto e, soprattutto, hanno scel-to di affrontare un mondo che cambia. Quella che abbia-mo definito è una soluzione contrattuale a due livelli, fra lorocoordinati e complementari, che realizza un rapporto piùequilibrato tra parte fissa e parte variabile della retribuzio-ne. Una soluzione nella quale il Contratto nazionale restail cardine di riferimento – con funzioni di tutela e garanziasui diritti fondamentali – lasciando maggior spazio alla con-trattazione aziendale, che deve premiare il reale andamen-to dell’impresa e l’effettiva creazione di valore. Questo èlo scambio virtuoso produttività-salario tipico delle societàindustriali più avanzate che, privilegiano anche il welfarecontrattuale e aziendale, per assicurare “benessere” ai la-voratori a costi sostenibili per le imprese.Cosa significa tutto ciò?La risposta alla sua domanda coincide con lo slogan cheha dato il titolo alla nostra Assemblea Generale: Fare in-

sieme. Vale a dire dedicarsi con passione perrealizzare in fabbrica quello che abbiamo de-

ciso di fare insieme alle Organizzazioni sin-dacali. Un impegno che sarà al centro del-

l’azione della nuova presidenza di Fe-dermeccanica guidata da AlbertoDal Poz.

L ’Assemblea Generale 2017 di Federmeccanica ha ri-chiesto un grande impegno tanto alla struttura della Fe-derazione, quanto a Unindustria Reggio Emilia che, in-

sieme agli sponsor, ha reso possibile l’organizzazione diquesto grande evento annuale. Gli ultimi appuntamenti as-sembleari avevano dato vita a un vero e proprio “Gran Tour”ideale attraverso tutta l’Italia: dal Palazzo Ducale di Geno-va al “rinato” Teatro Petruzzelli di Bari; dalla Mole Vanvitel-liana di Ancona al Teatro Grande di Brescia, per giunge-re, infine, allo splendido Teatro Municipale di ReggioEmilia.Una scelta, quest’ultima, determinata non solo daldesiderio del Presidente di Federmeccanica, il reggianoFabio Storchi, ma anche dalla volontà di Mauro Severi, pre-sidente degli industriali reggiani. Concludere la propria pre-sidenza nella propria terra ha rappresentato una grande emo-zione per Fabio Storchi.Allo stesso tempo l’organizzazione di un grande appunta-mento nazionale ha offerto l’opportunità per promuoverel’immagine di Reggio Emilia come una delle capitali indu-striali del Paese. Un dato di fatto, quest’ultimo, che è sta-to ripreso nei rispettivi saluti istituzionali dal Sindaco LucaVecchi e dal Presidente Mauro severi.L’attenzione di Federmeccanica nei confronti del Capoluo-go reggiano ha permeato ogni momento dell’evento, cosìcome i diversi strumenti di comunicazione predisposti. L’im-magine del grande ponte di Calatrava ha efficacemente ri-chiamato non solo il più noto landmark reggiano, ma anchel’idea contenuta nel titolo dell’evento: “Fare Insieme”. Un pon-te, infatti, esprime lo slancio, la forza e la bellezza di due spon-de che si collegano pur mantenendo la propria identità. Un’i-dea forte evocativa del nuovo Contratto Nazionale dei me-talmeccanici che, per la prima volta dopo molti anni, è sta-to sottoscritto in maniera unitaria da tutte le organizzazio-ni. Allo stesso tempo l’idea di “fare Insieme” ha ispirato larealizzazione di un cortometraggio dedicato al cambiamen-to che le imprese stanno vivendo in questi anni. Una verae propria produzione cinematografica realizzata all’internodelle Ex Officine Reggiane che per oltre un secolo sono sta-te un simbolo tanto dell’industria e dell’intraprendenza quan-

to del movimento operaio. La Realizzazione di questo cor-tometraggio è stata affidata al reggiano Stefano Camurriche ha diretto in maniera emozionante l’attore protagoni-sta, Stefano Pesce. La disponibilità della STU Reggiane hareso possibile la realizzazione delle riprese che, tra le altrecose, hanno richiesto anche l’impiego di un drone.Per le centinaia di imprenditori italiani convenuti a ReggioEmilia per partecipare ai lavori assembleari è stata predi-sposta un breve guida della città introdotta da una notadi benvenuto del Sindaco Luca Vecchi. La promozione del-le eccellenze reggiani si è riproposta anche con la com-missione di un opera a un giovane artista, HuBe, che harealizzato per Federmeccanica un disegno – acrilico su car-ta – nel quale ha interpretato lo spirito dell’assemblea, valea dire il valore universale della collaborazione. L’opera ha il-lustrato la copertina dal volume, “Uniti. Quattro anni di Fe-dermeccanica”, che raccoglie le relazioni assembleari cheil Presidente Storchi ha svolto nel corso del suo mandato.Infine, vale la pena ricordare le visite ai principali centri di in-teresse storico e artistico della città, come: Il Duomo, la Salae il Museo del Tricolore, la Colle-zione Maramotti, la pinacote-ca del Credem e, natural-mente, il teatro municipaleche, oltre all’Assemblea Ge-nerale, ha ospitato la tradizio-nale cena di gala riservata agliimprenditori metalmeccanici.Un grande appuntamento che haconfermato, ancora una volta,il grande cuore industria-le e solidale di unacittà che impe-gnata non soloa produrre, maanche a imma-ginare e realiz-zare il propriofuturo.

FABIO STORCHI E ALBERTO DAL POZ

FEDERMECCANICAA REGGIO EMILIA

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MAURO SEVERI PRESIDENTE UNINDUSTRIA REGGIO EMILIA

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Icasi della vita non finiscono mai di stupire. Solo pochianni fa non avrei mai immaginato che la mia carriera al-l’interno di una tra le maggiori multinazionali del mondosi sarebbe interrotta in favore di quella che gli studiosidefiniscono “attività di rappresentanza degli interessi or-ganizzati”. Questo passo significativo della mia esperien-

za umana e professionale si è concretizzato all’improvviso,quando nel 2013 Fabio Storchi, da poco chiamato alla pre-sidenza di Federmeccanica, mi propose – dopo una sele-zione – di assumerne la Direzione Generale. Un’attività, que-st’ultima, che a ben vedere proponeva una sintesi tra le miecompetenze professionali, maturate nell’ambito delle Risor-se umane e del management, e l’esperienza acquisita al-l’interno del sistema confindustriale come rappresentantedella società nella quale ero impegnato e, successivamen-te, delle imprese metalmeccaniche del mio territorio.

In ogni caso, l’elemento scatenante di questa mia decisio-ne va ricercato, oltre che nell’interesse per l’universo del-le relazioni industriali, anche nella contagiosa passione as-sociativa di Fabio Storchi. Ha preso così l’avvio una rela-zione professionale e umana nel corso della quale, insie-me alla Presidenza, al Consiglio Generale, ai Gruppi ter-ritoriali e alla struttura di Federmeccanica, abbiamo svilup-pato sia le iniziative che hanno permesso di avviare il ripo-sizionamento strategico di quest’ultima, sia l’elaborazionedelle proposte per il “Rinnovamento” del modello contrat-tuale dei metalmeccanici. Un impegno che nel Novembre2016 ci ha portato, insieme a Fim, Fiom e Uilm, alla sot-toscrizione unitaria del Contratto Nazionale di Lavoro. Un cammino complesso scandito, nel corso del tempo, dal-le Relazioni che Fabio Storchi ha svolto nel corso delle cin-que Assemblee Generali alle quali ha partecipato, comePresidente designato, Presidente e, infine, come Presiden-te uscente. Raccolte oggi nel volume “Uniti.” rappresen-tano oggi una lettura interessante nella quale si coglie l’o-riginalità del pensiero elaborato dal-la nostra Federazione in questi anni.Una “piccola” produzione editoria-le che ben testimonia la volontà didocumentare un Contratto Nazio-nale destinato, con molta proba-bilità, a dare una nuovaprospettiva alle relazionitra le imprese e il lavoro inItalia. Allo stesso tempopermette di leggere in filigra-na un nuovo modo di fare evivere la rappresentanza pri-vilegiando non solo temicontingenti, ma anche quelli dipiù ampio respiro destinati cioè a influenzareil futuro delle nostre imprese e del nostro Paese. Mi rife-risco a una nuova Visione che ha i suoi cardini nella cen-tralità della persone e nell’impresa come bene comune.Sono molte le azioni che in questi anni abbiamo messe incampo: dall’education alle relazioni interne, dalla diversitya Industry 4.0, dall’Impegno in Europa fino all’impegno sul-la Comunicazione. Risultati raggiunti grazie sia alla sensibilità, alla determina-zione e alla coerenza di Fabio Storchi, sia a un bellissimolavoro di Squadra posto in atto da quella Comunità dei Me-talmeccanici che anche con il nuovo Presidente, AlbertoDal Poz, continuerà il cammino intrapreso quattro anni fa.

uniti.LA CONDIVISIONEE LA COESIONECOME PILASTRIDEL FAREASSOCIATIVO DIFEDERMECCANICAdi Stefano Franchi Direttore Generale Federmeccanica

FABBRICA E ARTE“UNITI” - ACRILICO SU CARTA, 2017 AUTORE - HUBE

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Dopo l’abrogazione con decorrenza 17 marzo 2017 della disci-plina del lavoro accessorio, gestito mediante l’acquisto di vou-cher, il legislatore ha deciso di reintrodurre nel nostro ordina-mento una regolamentazione delle prestazioni lavorative di na-tura occasionale.La nuova disciplina contenuta nella L. n. 96/2017, consente adatori di lavoro e persone fisiche di acquisire prestazioni di la-voro temporanee a carattere occasionale, sulla base di un si-stema di regole e tutele che, tuttavia, ne restringe notevolmen-te il campo di applicazione rispetto alla precedente normativa. Si definiscono prestazioni di lavoro occasionale le attività lavo-rative che danno luogo dal 1° gennaio al 31 dicembre di cia-scun anno, a compensi non superiori alle seguenti somme:• 5.000 euro per ciascun prestatore (lavoratore), con riferimen-

to alla totalità degli utilizzatori;• 5.000 euro per ciascun utilizzatore con riferimento alla tota-

lità dei prestatori;• 2.500 euro per prestazioni rese complessivamente da ogni

prestatore in favore dello stesso utilizzatore. È previsto, inoltre, un limite di durata delle prestazioni pari a280 ore nell’arco dell’anno.Possono fruire delle prestazioni di lavoro occasionale le se-guenti tipologie di utilizzatori:• persone fisiche, non nell’esercizio dell’attività professionale

o d’impresa, mediante il “Libretto Famiglia”. Le prestazionidevono essere rese nell’ambito dei piccoli lavori domestici,compresi giardinaggio, pulizia e manutenzione; assistenzadomiciliare ai bambini e alle persone anziane, ammalate ocon disabilità; insegnamento privato o supplementare;

• utilizzatori (professionisti, lavoratori autonomi, imprenditori,associazioni, fondazioni) che hanno alle proprie dipendenzenon più di 5 lavoratori a tempo indeterminato, stipulano me-diante modalità semplificate, un “Contratto di prestazione oc-casionale”.

Il periodo da prendere a riferimento per il calcolo della forzaaziendale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato è il se-mestre che va dall’ottavo al terzo mese antecedente lo svolgi-mento della prestazione. Ai fini del computo rilevano i lavorato-

ri di qualunque qualifica, considerando i part time in proporzio-ne dell’orario svolto. Non è possibile fare ricorso a prestazioni occasionali da partedi lavoratori con i quali l’utilizzatore abbia in corso un rapportodi lavoro subordinato o di collaborazione coordinata e conti-nuativa. Parimenti è vietato ricorrere a prestazioni occasionali, nel ca-so in cui nei sei mesi precedenti l’utilizzatore abbia impiegato illavoratore con un contratto di natura subordinata o mediantecollaborazione coordinata e continuativa. Per ciò che riguarda che riguarda il “Contratto di prestazioneoccasionale”, ne è vietato il ricorso da parte delle imprese del-l’edilizia e di settori affini, delle imprese esercenti l’attività diescavazione e lavorazione di materiale lapideo, delle impresedel settore delle miniere, cave e torbiere; nell’ambito dell’ese-cuzione di appalti di opere o servizi e in agricoltura, salvo alcu-ne tipologie di lavoratori specificamente individuate.La misura del compenso per il “Contratto di prestazione occa-sionale” è stabilito nella misura minima di 9 euro all’ora. L’importo del compenso giornaliero non può essere inferiorealla misura minima fissata per quattro ore lavorative, pari a 36euro, anche qualora la durata effettiva della prestazione gior-naliera fosse inferiore a quattro ore. I contributi Inps, interamente a carico dell’utilizzatore, sonopari al 33%, mentre i contributi Inail sono determinati nella mi-sura del 3,5%. Per ciò che riguarda il “Libretto Famiglia”, il valore nominaledei titoli di pagamento è pari a 10 euro che corrispondono aprestazioni di un’ora di lavoro, di cui 8 euro costituiscono ilcompenso a favore del prestatore e i restanti 2 euro vanno adalimentare contributi ed oneri di gestione.Il pagamento delle prestazioni viene effettuato direttamentedall’Inps, purché l’utilizzatore abbia preventivamente alimenta-to il proprio portafoglio telematico. In tutti i casi l’accesso alle prestazioni occasionali è subordi-nato alla registrazione all’interno della procedura telematicadell’Inps, nonché all’effettuazione della comunicazione pre-ventiva dell’inizio della prestazione lavorativa.

LA NUOVA DISCIPLINADEL LAVORO OCCASIONALE

Via E. Che Guevara 55 - 42123 Reggio Emilia • Tel. 0522/016501 • mail: [email protected] • Sito web: www.assoservizi.com

a cura di Assoservizi

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tria unitiSULLEGRANDIPRIORITA’di Anna Candeloro • www.limprenditore.com

Intervista aVincenzo Boccia Presidente Confindustria

Questione industriale, rilancio degli investimenti, at-tenzione al Mezzogiorno, impegno per la cultura,.L’Italia è chiamata a superare una volta per tuttegli ostacoli che le impediscono di crescere. Lo dob-biamo ai nostri giovani e al loro diritto di costruir-si un futuro.

Come riassumerebbe il primo anno alla guida diConfindustria?È stato un anno duro, non semplice, affrontato con deter-minazione e passione.Abbiamo tenuto la barra dritta e tutta l’associazione è sta-ta compatta sulle grandi priorità. Sono stato in tantissimeVINCENZO BOCCIA PRESIDENTE CONFINDUSTRIA

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delle nostre Assemblee incontrando i nostri associati, ascol-tando i nostri presidenti e vivendo momenti determinantiper la vita associativa e per condividere idee e progetti.Di che cosa si può dire soddisfatto?Sono particolarmente contento della mobilitazione di tut-to il sistema in aiuto delle zone del Centro Italia colpite dalsisma e dalle calamità degli ultimi mesi.Il fondo Fabbrica Solidale che abbiamo istituito servirà adaiutare la ripresa delle attività produttive e a sostenere isti-tuzioni culturali, scuole, università. E possiamo anche dir-ci soddisfatti della nostra visione di politica economica cheincorpora un’idea Paese che comincia ad essere condi-visa anche all’esterno del nostro mondo.

A che cosa si riferisce in particolare?Agli strumenti per la crescita dimensionale e finanziaria,per esempio. Abbiamo sempre pensato che la dimensio-ne piccola e piccolissima che caratterizza il nostro siste-ma produttivo andasse superata. Piccolo non è più bel-lo. La crisi ha reso ancora più urgente agire in questo sen-so. Credo nel progetto Elite dalla sua nascita e quest’an-no ne abbiamo massimizzato i risultati. Come pure abbia-mo lavorato sulle reti d’impresa e su strumenti finanzia-ri ad hoc per le pmi e stiamo puntando all’innovazione deiprocessi con le opportunità offerte da Industria 4.0 nelcontesto di una politica economica orientata ai fattori enon ai settori.

Un grande saldo di qualità nella nostra visione evolutiva delsistema di rappresentanza.Che cosa, invece, non le è riuscito ancora di fare?Se guardiamo a ciò che abbiamo fatto, abbiamo fatto tan-to. Se guardiamo in avanti, abbiamo tantissime idee e tan-tissimi progetti avendo chiari i tre pilastri della nostra azio-ne: identità, servizi e rappresentanza. Continueremo in que-sta direzione.L’Italia è sempre in crisi economica?Se identifichiamo la crisi con i tecnicismi della recessio-ne, possiamo dire che l’Italia e il mondo ne sono fuori. Macredo che un segno più davanti non sia sufficiente per direche siamo al sicuro. Non possiamo andare a raccontarefavole a chi – imprenditore, lavoratore, cittadino – vede chela propria situazione non è migliorata.Servono fiducia e ottimismo; serve anche e soprattutto unastagione di verità. In quasi un decennio di crisi mondialeil nostro paese ha perso il 25% della capacità produttiva,in alcuni settori il 40%, abbiamo perso quasi un milione diposti di lavoro. Inoltre, l’Italia è il paese europeo che cre-sce meno rispetto agli altri, per il 2017 prevediamo un Pilintorno all’1%. Gli investimenti sono crollati di 30 punti; c’èun’inversione di tendenza e nel 2016 abbiamo registratoun più 7,6% anche se non possiamo nascondere che la stra-da resta lunga e difficile. Ma il sistema industriale sta rea-gendo e l’export migliora. Il che significa che strumenti se-lettivi come iper ammortamenti, super ammortamenti, In-dustria 4.0 nonché il Jobs Act non potranno che consoli-dare l’interessante lettura del Trade Performance Index del2015, per il quale su sedici settori considerati l’Italia è pri-ma in tre, seconda in altri tre e terza in due.Come se ne esce?Il nostro Paese ha degli handicap che ci portiamo die-tro da 15 anni. Sono 15 anni che non cresciamo. Abbia-mo una produttività inferiore del 30% rispetto alla Ger-mania e paghiamo l’energia il 20% in più. Nonostantequesto siamo il secondo paese manifatturiero d’Europa,dopo la Germania. Questo da una parte ci riempie di or-goglio, dall’altra ci fa comprendere le potenzialità che ab-biamo perché pensiamo che senza questi handicap po-tremmo essere i primi al mondo. Nonostante tutto fareimpresa è nel dna degli italiani e questo ci salverà. Nonesistono ricette magiche. Quello che possiamo fare è cer-care di eliminare gli ostacoli, mettere le imprese nelle con-dizioni di correre.Anche noi imprenditori dobbiamo fare la nostra parte. Dob-biamo prendere coscienza che è finito il tempo dei“cahier de doleance”, degli aiutini e che dobbiamo alzareil livello della competizione: investire in ricerca e innova-

zione, andare in mercati di nicchia o non esplorati. Dob-biamo puntare sulla qualità e sulla materia grigia, i nostriasset, perché se pensiamo di competere al ribasso abbia-mo già perso. Abbiamo un 20% di imprese che nel loro set-tore sono leader nel mondo, un 20% che è stato travoltodalla crisi e difficilmente potrà salvarsi e il restante 60%in condizioni di difficoltà. Dobbiamo aiutare questo grup-po ad entrare a far parte della punta avanzata e il 20% del-la punta avanzata a fare di più.Quali sono i dossier più caldi del momento (giugno 2017)?È in discussione la cosiddetta manovrina e a ottobre, comeal solito, ci sarà la Legge di Bilancio. Comprendiamo checi sono vincoli su deficit e debito che non possiamo per-metterci di ignorare, ma avremmo voluto maggiore corag-gio. In questi anni sono stati adottati provvedimenti posi-tivi, che stanno dando risultati. Mi riferisco al Jobs Act, alsuper ammortamento, al rifinanziamento della nuova Sa-batini, al credito d’imposta per il Mezzogiorno. Strumentiche non vanno smantellati. Al contrario, vanno mantenutie, se necessario, potenziati.Ed è possibile?Vediamo un clima da campagna elettorale permanente ecrescente con l’avvicinarsi della tornata. È un film già vi-sto, ma ci auguriamo che non si entri nella fase delle man-cette e dalla distribuzione a pioggia, aumentando ancheindirettamente il carico fiscale sulle imprese. Una scelta diquesto tipo gelerebbe sul nascere i germogli di ripresa eil paese pagherebbe un prezzo molto caro.Il Consiglio Generale dello scorso 11 maggio ha varatol’aumento di capitale del Sole 24 Ore. Il peggio è allespalle?Il Sole24ore è un patrimonio per Confindustria in un Pae-se in cui solo il 30% dei cittadini sa che rappresentiamola seconda realtà industriale d’Europa. Ci siamo compor-tati nel rispetto dei ruoli e delle competenze e abbiamo la-vorato in silenzio. Perché a noi interessa una sola cosa: chela situazione aziendale sia messa in sicurezza. L’11 mag-gio abbiamo varato l’aumento di capitale e la nuova gover-nance a maggiore garanzia del buon funzionamento del pia-no industriale. In questa vicenda si consolida un nostro pen-siero: che ci sono due categorie di persone, quelle che di-cono le cose e quelle che le fanno. Noi l’11 maggio ab-biamo fatto cose.Che cosa chiede alla politica?La nostra Confindustria non chiede alla politica, siamo unattore della politica. In quanto rappresentanti di una par-te importante della società civile abbiamo il diritto e il do-vere di schierarci e assumere scelte che sono politicheper loro natura. Se dovessimo indicare quella che consi-

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deriamo una priorità, non per le imprese ma per il futurodi questo Paese, diremmo di puntare sui giovani. La di-soccupazione giovanile è la cosa che come cittadino, pa-dre e imprenditore mi preoccupa di più. Ci sono delle zone,specie al Sud, dove la metà dei giovani non ha un lavo-ro. Non ci possiamo permettere di perdere una genera-zione, non possiamo permetterci di rinunciare al futuro. Perquesto abbiamo proposto di realizzare un grande pianodi inclusione dei giovani nel mondo del lavoro, azzeran-do il cuneo fiscale per quelle imprese che li assumono adate condizioni.È una proposta che potrebbe sembrare non rientrare ne-gli interessi immediati delle imprese, ma crediamo e ri-petiamo che dobbiamo essere in grado di guardare ol-tre l’interesse meramente corporativo per svolgere beneil nostro ruolo di corpi intermedi, di ponte tra gli interes-si delle imprese e quelli della società. Una società aper-ta e inclusiva deve essere coerente e la crescita diven-ta uno strumento per combattere disuguaglianze e po-vertà, non un fine.Ai sindacati che messaggio manda?Quello che vale per noi vale anche per loro. Stiamo vi-vendo una stagione in cui si è cercato in tutti i modi diindebolire e screditare il valore e il senso della rappre-sentanza. Non senza qualche ragione, devo purtroppo ag-giungere.Pensiamo che la legittimazione a farsi riconoscere e rispet-tare come interlocutori debba essere conquistata e dife-sa tutti i giorni. Per questo abbiamo lanciato l’idea di unPatto della Fabbrica che ci aiuti a compiere le scelte giu-ste per le imprese e i lavoratori nella logica di uno scam-bio virtuoso per aumentare insieme produttività e salari. Uninvito responsabile alla collaborazione come già Guido Car-li, negli indimenticabili anni della sua presidenza in Con-findustria, invitava a fare per accrescere la competitività del-le aziende e del sistema e affrontare più forti le sfide di oggie di domani.Esiste ancora una questione meridionale?Esiste una questione industriale che riguarda tutto il pae-se e molto di più il Mezzogiorno, che è indietro in tutto. Noncrediamo però che il Sud abbia bisogno di politiche spe-ciali o di essere trattato come una riserva indiana. Ha bi-sogno di strumenti più forti e di investimenti. Anzi, aggiun-go anche che il Meridione, proprio perché ha più stradada recuperare, ha maggiori potenzialità, potrebbe diven-tare un’area emergente e di attrazione, un nuovo Eldora-do per gli investitori. Con il Governo stiamo lavorando inquesto senso con il potenziamento di strumenti come il cre-dito d’imposta e le fonti di finanziamento alternative al cre-

dito bancario come il private equity e il venture capital. Ne-gli ultimi quattro anni questi fondi hanno investito in Italiaoltre 10 miliardi di euro ma solo il 10% è stato destinatoad aziende meridionali.Per consentire al Mezzogiorno di emergere dobbiamo im-pegnarci in una duplice azione: formazione delle impresesui nuovi strumenti e informazione sul potenziamento del-le agevolazioni di natura fiscale. Significativo in tal sensoil beneficio per gli investimenti che arriva fino al 35%perle medie e fino al 45% per le piccole.Confindustria si sta impegnando molto in cultura: è unmotore di sviluppo?Il nostro Paese ha un patrimonio artistico e culturale uni-co, forse il più bello al mondo. Le nostre imprese e i no-stri prodotti ne sono il frutto. Il mondo reclama il made inItaly. L’anno scorso all’Assemblea ha preso la parola il mi-nistro Franceschini. È stata la prima volta, e da allora ab-biamo deciso di avviare delle iniziative e un percorso di col-laborazione tra pubblico e privato per lanciare il brand Ita-lia. Nel 2019 Matera sarà capitale europea della culturae stiamo lavorando per creare un progetto su quest’even-to.È preoccupato della deriva nazionalista e protezionistache sembra prevalere nel mondo?C’è molta disaffezione e sfiducia e si sta diffondendo l’i-dea che chiudersi in una nuova autarchia sia la soluzioneper salvarsi. I fondamentali stessi dell’Europa sono mes-si in discussione. Per quanto ci possa essere la necessitàdi una riflessione, di ripensare il modello, di mettere in di-scussione i Trattati, il protezionismo non è la soluzione. Perquesto ci siamo mobilitati molto con i nostri colleghi eu-ropei a partire da ottobre dello scorso anno a Bolzano epoi a Berlino all’inizio di questo per confrontarci con la Bdi,la Confindustria tedesca, su temi rilevantissimi come la ga-ranzia dei depositi bancari trovando una sintonia di vedu-te molto importante.Abbiamo ospitato in seguito a Roma incontro con Busi-nessEurope, la federazione delle Confindustrie Europeepresieduta da Emma Marcegaglia, e quindi a fine marzoil B7 che riunisce le organizzazioni industriali dei Paesidel G7. Qui è utile segnalare due risultati particolarmen-te interessanti: il primo è che il presidente dell’Associa-zione americana ha firmato con tutti noi un appello con-tro il protezionismo; il secondo è la condivisione di un’i-dea di Industria 4.0 per una Società 4.0. Il che significal’accettazione di quello che in Italia stiamo dicendo datempo e che vale la pena ripetere: considerare la cresci-ta non come fine, ma come precondizione per ridurre di-seguaglianze e povertà.

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“È giunto il momento di ricredersi: bisogna considerare lacultura come il motore trainante del nostro Paese”. È la ricetta che Manuel Agnelli ha fornito il 29 maggio scor-so nell’auditorium del Credem, di via Emilia San Pietro aReggio, affollato per l’occasione. Il leader della band italiana alternative rock Afterhours e giu-dice del talent musicale X Factor è stato infatti chiamato– nell’ambito del percorso “Costruire una nuova realtà. In-contri sul futuro” voluto da Unindustria Reggio Emilia – vi-sta la sua brillante carriera di musicista, scrittore, produt-tore discografico, promotore di giovani artisti e organizza-tore di festival musicali e intellettuali. L’incontro è stato un botta e risposta con il presidente diUnindustria Reggio Emilia, Mauro Severi, durante il qua-le si è cercato in particolare di indagare il settore dell’in-dustria creativa e culturale, cui Agnelli appartiene, setto-re risultato al terzo posto in Italia da un punto di vista oc-

cupazionale secondo un recente studio realizzato daErnst&Young.“Credo che i mondi imprenditoriali debbano comunicare inmodo ampio e trasversale, che si debbano trovare punti diincontro in grado di dare vita a rapporti stimolanti e fruttuo-si sia dal punto di vista dell’impresa che dal punto di vistasociale – ha affermato Mauro Severi – Reggio ha in animodi diventare un centro focale per gli eventi culturali e di in-trattenimento, grazie anche alla presenza della stazione Me-diopadana che dà l’opportunità unica di raggiungere la no-stra città in tempi incredibili rispetto al passato”. Le offerte che Reggio già dà in ambito culturale sono diver-se e sta progettando tra l’altro altri spazi per grandi eventi,come l’Arena del Campovolo e gli spazi delle ex Reggiane. “Per questo – ha proseguito Severi – credo sia molto uti-le ragionare sull’importanza dell’impresa della cultura e del-lo spettacolo per il nostro Paese e per il nostro territorio.

di Cristina Fabbri Giornalista

LA CULTURACOME OCCASIONEDI BUSINESSIl leader degli Afterhours e giudice di X-Factor ha parlato del mondo dellamusica e dello spettacolo in occasione del ciclo “Costruire una nuovarealtà. Incontri sul futuro”

UNINDUSTRIA REGGIO EMILIA HA INCONTRATO IL ROCKER MANUEL AGNELLI

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Non solo pensando all’esito finale dal punto di vista del frui-tore (cioè di rendere la vita più piacevole) ma pensandosoprattutto all’indotto lavorativo, con l’auspicio che si pos-sano creare nuove professionalità e nuovi posti di lavoro.Il mondo sta cambiando. Il settore della cultura e della crea-tività sarà una risorsa occupazionale per il futuro”. D’accordo con il presidente di Unindustria Manuel Agnel-li, che ha più volte ribadito durante la conferenza un con-cetto chiave: “Si è sempre detto che con la cultura non simangia ma, come dimostra anche lo studio sull’Italia crea-tiva le cose non stanno così”. E ha aggiunto: “È indispensabile però che il nostro Pae-se sappia distinguersi, proponga qualcosa di unico, spe-rimenti”. Tra gli argomenti affrontati c’è stato anche quello della cri-si che, per il cantante degli Afterhours, ha anche avuto uneffetto positivo: “Ha abbattuto un po’ certi equilibri che esi-stevano prima e ha dato nuove possibilità. Ha portato lepersone a ripensarsi, a tirare fuori il meglio”. Ha parlato dell’Emilia Romagna come un esempio virtuo-so: “È sempre stata all’avanguardia nel pensare la cultu-ra da un punto di vista economico. Rispetto ad altre regio-ni, ha sempre fatto della cultura un punto trainante”.

Ha evidenziato che anche altri settori trag-gono beneficio dalla cultura. “Non è

solo lo spettacolo in sé, il concer-

to, che produce economia diretta ma ci sono tante altrerealtà intorno che ne vengono toccate, dall’autostrada albar, all’albergo, al ristorante. Senza contare che sono coin-volte diverse personalità: tecnici, fonici, facchini, manager,organizzatori. Insomma, ogni volta che si organizza uno spet-tacolo, ci sono tante economie che vengono chiamate aintervenire e che ne traggono beneficio”. Ha rimarcato che la creatività va intesa, oggi più che mai,in senso ampio: “Anche l’innovazione tecnologica e la ri-cerca scientifica sono creatività. Non bisogna più ragiona-re a compartimenti stagni”. Durante l’intervista sono emersi non solo gli aspetti posi-tivi del settore cultura-creatività in Italia. Agnelli ha parlato della necessità di semplificare una “bu-rocrazia soffocante” tra permessi, autorizzazioni e scartof-fie continue e ha ricordato il problema contributivo per chifa musica. “La pensione non la percepirò mai, d’altronde ho voluto fareil rocker”. Infine, ha rimarcato agli imprenditori presenti in sala e nonsolo, la sua visione del futuro, un futuro neanche troppolontano. “Da un punto di vista economico ed identitario, l’Italia vapensata come il Paese della creatività – una creatività al-largata che contagia più settori – e che punta sulle idee

e sull’innovazione”.

MANUEL AGNELLIMAURO SEVERI

BEPPE CARLETTI

Manuel AgnelliManuel Agnelli è un musicista, scrittore e produttore disco-grafico italiano, fondatore e frontman del gruppo alternativerock Afterhours. Il 45 giri d’esordio, My Bit Boy, a cui segueil primo album All the Good Children Go to Hell, viene se-gnalato dalla rivista italiana Il Mucchio Selvaggio tra i diecimigliori dischi nazionali degli anni ‘80. Inizia così la lungacarriera del celebre gruppo italiano.Nel corso degli anni Agnelli collabora con Marco Parente,Mina, La Crus, Patty Pravo, Verdena, Pitch, Scisma, TwilightSingers, Pacifico, Damo Suzuki, Eugenio Finardi, Piero Pelùe in veste di produttore artistico con artisti indipendenti co-me Cristina Donà e Massimo Volume. Nel 1999 avviene ilsuo esordio nel mondo letterario: pubblica infatti il libro I rac-conti del tubetto, edito da Ultrasuoni, ristampato l’anno suc-cessivo da Mondadori. L’attenzione e l’impegno per la diffu-sione di una cultura musicale e la promozione di giovani arti-sti segna la carriera di Agnelli. È stato infatti ideatore e orga-nizzatore del Tora! Tora! Festival di Rimini, che in 5 edizioniha visto salire sul palco numerose band di livello, tra cui Mar-lene Kuntz e Subsonica, e del Festival culturale itineranteHai Paura del Buio? al quale hanno preso parte musicisti, at-tori di cinema e teatro, videoartisti, pittori, disegnatori e bal-lerini. Nel 2001 viene premiato in occasione degli Italian Mu-sic Awards, come “miglior produttore italiano” per l’albumSolo un grande sasso dei Verdena. Nel 2006 è nuovamentepremiato come “miglior produttore dell’anno” dal MEI (Mee-ting delle Etichette Indipendenti) per il progetto Il paese èreale, che ha riunito 19 tra i migliori artisti indipendenti e cheha portato all’attenzione del grande pubblico sanremese lascena indie italiana. Nel 2010 si aggiudica la terza edizionedel premio Poesia In Battaglia. Con Stefano Boeri è tra ipromotori di #Piùmusicalive, iniziativa che vede artisti e intel-lettuali impegnati per ottenere regole più semplici per aiutarei giovani artisti e gli organizzatori di eventi live. Nel febbraio2015 ottiene dalla SIAE l’impegno a ridisegnare in modo piùequo la partizione degli introiti del diritto d’autore, a non farpagare la quota di iscrizione agli under 30 e a scontare la ci-fra prevista sulle esibizioni. Nel 2016 partecipa nel ruolo digiudice al talent show televisivo X-Factor.

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ealtà MANUEL AGNELLI CONTRO TUTTI

“fate quello che vi pare, tanto non funziona niente”di Grazia Sambruna • www.linkiesta.it

Intervista aManuel Agnelli Musicista, scrittore e produttore discografico

“Ero un ragazzo molto introverso e timido, per questo fa-cevo fatica ad essere sincero. Fare musica mi ha liberatoperché il palco rappresenta una parte di me che io non pos-so esprimere socialmente”

A fine anni Novanta sui giovani d’oggi ci scatarrava su. Poigli è passato il raffreddore. Forse. Manuel Agnelli, classe

1966, è stato tra i protagonisti della prima edizione del Fe-stival di SkyArte a Napoli. Ospite d’onore per parlare di ciòche gli è più congeniale, la musica, il frontman degli Af-terhours si è dimostrato abilissimo anche in quello che èil suo secondo talento principale: non suscitare simpatianel prossimo. Del resto, non ne ha, e probabilmente nonne ha mai avuto, bisogno. Manuel Agnelli è esattamente

come lo si dipinge: l’equivalente del tizio che, nei film d’a-zione, cammina imperturbabile, come nulla fosse, mentredietro di lui è esploso un grattacielo. Ma Manuel Agnellinon è un cliché. Scrive e canta per fare male, sapendo chi-rurgicamente quali tessuti nervosi incidere per ottenere unareazione sincera, vera. Se di repulsione o accettazione, poi,è un problema di chi ascolta. Di chi ascolta dischi comel’ultimo degli Afterhours, Folfiri o Folfox, di una ferocia lu-cidissima nel descrivere il dolore. Non ama i Queen, ap-prezza Bowie – nonostante qualche taglio di capelli del tut-to sconsiderato, a suo parere –, depreca i Duran Duran.Forse tanto quanto disprezza la musica italiana che gira suivostri Spotify negli ultimi tempi. Se tornerà a X Factor, però,ancora non lo sa. O non può dire di saperlo.Andiamo con ordine, facciamo arrabbiare una fazione difan alla volta. Ti dico solo un nome: Freddie MercuryLe cose stanno così: i Queen non hanno cambiato la sto-ria della musica. Sono, anzi ormai erano, quattro talentistraordinari a livello musicale ma non avevano le stesse pos-sibilità di racconto di un Lou Reed, per quanto Lou Reedfosse sicuramente meno dotato a livello musicale. C’è unadifferenza tra chi ha qualcosa da dire e chi sa come dir-lo. Anche perché qualcosa da dire ce l’abbiamo tutti, nonè che sia una gran cosa, di per sé. David Bowie si è pre-sentato al mondo come messaggero degli alieni, aveva unprogetto, un’idea precisa, prima di averne ancora tante al-tre. In quel periodo storico, in cui a Londra era in atto unagrandissima rivoluzione culturale soprattutto dal punto divista delle libertà sessuali, il suo essere pansessuale rac-coglieva un’istanza che gli girava intorno, un’urgenza chela gente avvertiva senza però aver trovato una voce pre-cisa, chiara, per esprimerla pienamente. Ed ecco che ar-riva Bowie, l’alieno, il messaggero. Perfetto.Senti, vediamo di essere un po’ più pratici: vuoi dire che sea X Factor ti si presenta davanti uno che canta comeFreddie Mercury e uno che ti dice di essere un messaggerodegli alieni, tu punti tutto sul messaggero degli alieni?Sì, perché secondo me è molto più importante in questomomento storico rappresentare dei contenuti piuttosto diavere delle doti tecniche o fisiche precise. A meno che nonsi voglia diventare attori porno.Per valutare l’opzione ufo, però, dovresti essere a X Factor.Quindi ci torni?Non è assolutamente detto.Perché?Perché...sono solo fatti miei.Questa l’abbiamo già sentita. Dopo X Factor, punti allavittoria dell’Isola dei Famosi?Mi piacerebbe molto ma no, non me ne frega un c…..MANUEL AGNELLI MAURO SEVERI E MANUEL AGNELLI

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Torniamo sulle cose che ti interessano, allora, oltre aiQueen hai altri sassolini negli stivali per linciare qualchemito del panorama musicale mondiale? I Duran Duran. Uno dei gruppi che disprezzo di più sonoi Duran Duran. Quando ero ragazzo e volevo prendere ingiro qualcuno che suonava gli dicevo “Suoni come i Du-ran Duran”. Ora pare che siano tornati di moda, se ne par-la come se fossero stati un gruppo significativo. È incon-cepibile: stiamo parlando di un gruppetto di ragazzi chedavano più importanza al parrucchiere che ai contenuti. So-cialmente hanno rappresentato il vuoto degli anni Ottan-ta, questo sì, in modo perfetto. Sono diventati piuttosto famosi, però, se vogliamo propriostare a mettere quei proverbiali puntini sulle i...Diventare famoso è l’ultimo dei motivi per cui ho iniziatoa fare musica.E qual è stato il primo?Il primo era riuscire a trovare un linguaggio per esprime-re me stesso. Ero un ragazzo molto introverso e timido, perquesto facevo fatica ad essere sincero. Fare musica mi haliberato perché il palco rappresenta una parte di me cheio non posso esprimere socialmente. Una parte violenta,non per forza empatica, forse non del tutto bella in modocanonico. Una parte che però esiste ed è una grande for-tuna poterla liberare da qualche parte.A proposito, possiamo stare sereni sul futuro degliAfterhours?No. E non avete mai potuto esserlo.Ti andrebbe di argomentare?La band per struttura è un nucleo di individui giovani e allostesso tempo è un ambiente protettivo. Due o tre perso-ne che la pensano come te e diventi eroico, puoi fare qua-lunque cosa, andare in giro per il mondo, contro tutti. Peròquando diventi adulto si suppone che un punto di vista sul-la vita tu te lo sia costruito, se no sei un imbecille. O co-munque hai qualche mancanza. Le uniche band chestanno in piedi tuttora con membri ultraquarantenni sonoformate da gente che lo fa per potersi permettere sei o set-te piscine. A me le piscine non interessano. L’anagrafe tiimpone delle domande, prima o dopo. Io me le sto facen-do adesso.Questo discorso non suona molto beneSuonerà come ti pare ma non vuol dire niente. Vuol diresolo che da sempre e come sempre ci mettiamo in dub-bio e non abbiamo ancora finito di farlo. Non per niente sonocambiate venti formazioni nel corso degli anni.Una cosa che non cambiava quasi mai, quantomeno ad X Fac-tor, erano i tuoi spietati “no” a wannabe cantanti di belle spe-ranze. Anche solo per contrappasso, raccontami di quella vol-

ta in cui qualcuno ti ha detto di no, il no più grande...Il no più grande non lo dico perché non è una cosa pub-blica e non voglio mettere in imbarazzo nessuno, men chemeno me stesso.Almeno è stato doloroso?Sì, molto.Bene. Allora possiamo accontentarci anche del no che stasul secondo gradino del podio dei no...È proprio una cosa di cui non mi va di parlare. I no che hopreso sono stati tantissimi e mi hanno dato fastidio. Dal-la sofferenza, però, si impara sempre qualcosa.Proveremmo a trarre un insegnamento anche dal no che cistai dando adesso, allora. Non siamo i primi e di certo nonsaremo gli ultimi. Comunque sì, fa male. A proposito: cosane pensi della musica italiana che gira in questomomento? Mi fa c…....Potresti scrivere un manuale di eufemismi. Però la fazionepiù “indie”, se vogliamo ragionare per etichette, almomento sta avendo un ottimo riscontro...Sì, perché non è indie, è musica leggera italiana camuffa-ta da indie solo perché non è prodotta da una major. Quel-la roba lì, però, non è indie nei contenuti, non è indie nel-l’attitudine. Ed è un vero peccato che in Italia funzioni così.Com’è che funziona?Qui o sei un tamarro o sei intellettuale, non c’è una via dimezzo. Da noi i Rolling Stones non sarebbero mai nati. Lorosono molto ricercati musicalmente ma allo stesso tempodei completi debosciati. Per fare il rock’n’roll a certi livel-li bisogna essere un po’ ignoranti. In questo periodo di cri-si per il nostro Paese, poi, dovremmo tornare ad avere piùlibertà. Il mood ideale sarebbe: “Possiamo fare quello chevogliamo, tanto non funziona niente”. Invece la musica ita-liana finto “indie” che gira adesso è praticamente il peg-gior Venditti. Anzi, è il peggior Venditti fatto male perchélo fa gente che non sa cantare e non sa suonareStai pensando a qualcuno in particolare?Sì.Nomi?Tutti. Non c’è nessuno che si salvi veramente.Quindi non possiamo immaginare Manuel Agnelli in casa,con le cuffie, che si ascolta Calcutta o TommasoParadiso?No, non potete immaginare una cosa del genere.C’è qualcosa che ti piace?Questa intervista.E il sarcasmo. Ho letto sul Corriere che da piccolo pensaviche non saresti mai stato felice. Ti sbagliavi?No.

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Con la cultura non si mangia?Oggi è più corretto dire: “Sen-za cultura non si mangia”. Sì per-

ché, stando a un recente studio dedicatoall’Italia Creativa, realizzato da Ernst&Young,l’industria creativa e culturale figura al ter-

zo posto in Italia da un punto di vista oc-cupazionale, dopo il settore edi-

le e quello della ristorazio-ne e alberghiero. Leggendo i dati,consultabili sul

sito www.italiacreati-va.eu, emerge infatti che

l’industria della cultura e del-la creatività in Italia ha registra-

to nel 2015 un valore economi-co complessivo pari a 47,9 miliar-

di di euro, per l’86% rappresenta-to dai ricavi derivanti da attività lega-

te direttamente alla filiera creativa (laconcezione, la produzione e la distribuzio-ne di opere e servizi culturali e creativi);

per il 14% legato alle attività collaterali o sussidiarie. Se si guardano i numeri relativi all’occupazione, emergepoi che il comparto rappresenta quasi il 4,6% della forzalavoro italiana visto che la filiera creativa ha occupato nel2015 oltre un milione di persone. Ciò ha una ricaduta notevole sull’economia nazionale: que-sto settore vale, a livello complessivo, il 2,96% del Pil (2,55%considerando i soli effetti diretti). Nel 2015 i ricavi del settore sono cresciuti rispetto all’an-no precedente più del Pil: sono aumentati del 2,4% i rica-vi diretti (+ 951 milioni di euro) del comparto culturale ecreativo, a fronte di una crescita dell’1,5% del Pil italiano. Un’ulteriore conferma dell’importanza crescente di questosettore arriva dal settimo rapporto “Io sono cultura”, stila-to da Fondazione Symbola e Unioncamere e consultabi-le su www.symbola.net. Mette in luce che il sistema produttivo culturale e creati-vo italiano (considerando le industrie culturali, le industriecreative, il patrimonio storico artistico, le performing artse arti visive, le produzioni creative-driven) aumenta di annoin anno il suo peso nell’ambito della composizione del Pilnazionale. Nel 2016 è cresciuto dell’1,8% rispetto all’anno preceden-te e ha rappresentato il 6% della ricchezza produttiva inItalia, pari a quasi 89,9 miliardi di euro con una ricadutapositiva sugli altri settori. Gli 89,9 miliardi ne hanno stimolati altri 160,per arrivare a quei 250 miliardi prodotti dal-l’intera filiera culturale, il 16,7% del valoreaggiunto nazionale, col turismo comeprincipale beneficiario di questo ef-

fetto volano.

EY (ex Ernst & Young) è una multinazionale che si occu-pa di servizi professionali con sede a Londra nel RegnoUnito. È una delle più grandi aziende di servizi del mon-do ed è una delle “Big Four” società di contabilità. Ope-ra come una rete di aziende – con entità giuridiche distin-

te – presenti nei singoli paesi. Ha 231.000 dipenden-ti in oltre 700 uffici presenti in 150 paesi. Le origini diEY risalgono al 1849 con la fondazione di Harding& Pullein in Inghilterra. L’attuale società è nata dallafusione tra Ernst & Whinney e Arthur Young & Co.Nel 2017, la rivista Fortune ha clasificato EYcome la 29 delle 100 migliori aziende a cui lavo-rare. Nel 2016 EY è risultata l’undicesima orga-nizzazione privata attiva negli Stati Uniti.

Senza culturanon

si mangiaIl settore in Italia ha registrato nel2015 un valore economico

complessivo pari a 47,9 miliardi di euro

I RISULTATI DELL’INDAGINE DI ERNST&YOUNG E DEL RAPPORTO DI FONDAZIONE SYMBOLA E UNIONCAMERE

Da tempo le imprese, i sistemi locali e le comunità vivonoun grande paradosso: più apprendono, più cercano di or-ganizzarsi, più si attrezzano per gestire la complessità epiù si afferma in loro un senso d’inadeguatezza. Oggi, ciòche serve è un nuovo modo di pensare e interpretare ilmondo. Un esercizio, allo stesso tempo individuale e so-ciale, fondato sulla consapevolezza di un futuro non pre-vedibile e sulla necessità di forti discontinuità. I tempi im-pongono di apprendere a coabitare con l’incertezza e conla complessità. Non si tratta solo di sopravvivere, ma diimpegnarsi per costruire una nuova realtà capace di co-gliere le nuove opportunità. Nella consapevolezza di ciòUnindustria Reggio Emilia ha predisposto il percorso plu-riennale Costruire una nuova realtà. Un “contenitore” in-terdisciplinare dedicato alla Grande Trasformazione incorso e ai trend che stanno cambiando il mondo. Gli in-contri, rivolti agli imprenditori e alla comunità reggiana,concorrono a formare un percorso ideale lungo il quale siavvicendano testimoni che rappresentano nei loro rispetti-vi ambiti dei punti di riferimento internazionali.

MAURO SEVERI

di Cristina Fabbri

GIAN LORENZO BERNINIZEUS, FONTANA DEI QUATTRO FIUMIPIAZZA NAVONA, ROME

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Intervista all’Area Manager Paolo VacondioLe proposte BPER Banca “a misura” di PMI

Secondo i principali esperti economici le piccole e medie im-prese rappresentano in Italia la spina dorsale dell’economiadel Paese. Qual è la proposta di BPER Banca nei confronti diquesta tipologia di aziende?A sostegno del capitale circolante BPER Banca propone finan-ziamenti a breve termine a condizioni interessanti (anche graziea Fondi messi a disposizione dalla Banca Centrale Europea), chepossono essere soggetti a un piano di rimborso o venire estintiin un’unica soluzione (aperture di credito e anticipazioni).A sostegno degli investimenti in capitale fisso BPER Bancapuò strutturare finanziamenti a medio-lungo termine con unpiano di rimborso ad ammortamento.Vorrei sottolineare che, a fronte di una situazione di mercatofortemente competitiva, sono sempre più frequenti i casi di im-prese che devono affrontare operazioni straordinarie, che ri-chiedono modalità di finanziamento non standardizzate,volte a rispondere ad esigenze particolari, e quindida strutturate su misura. In questo ambito BPER of-fre servizi di consulenza, analisi industriale e stru-menti finanziari evoluti per le Imprese, accompa-gnandole nelle scelte strategiche e finanziarie piùcomplesse, instaurando un rapporto di collaborazio-ne con l’imprenditore basato su serietà, fiducia reci-proca e riservatezza. Aziende che vogliono fare innovazione tecnologicao che hanno la necessità di reperire fondiper realizzare progetti di ricerca esviluppo: sono due tipologie di PMIche spesso faticano a trovare fi-nanziamenti.In questo caso BPER Banca è at-tenta ai progetti più interessanti.L’istituto ha infatti recentemen-te messo a punto, grazie allacollaborazione con le Istituzio-

ni finanziarie Europee, un particolare tipo di finanziamento che,tramite la garanzia fornita dal Fondo Europeo degli Investimen-ti (FEI), permette di offrire alle imprese finanziamenti anche dilunga durata a condizioni di favore. Il target è proprio quello diPmi coinvolte nella produzione e nello sviluppo di beni, proces-si o servizi innovativi, caratterizzate da un’intensa attività di ri-cerca, sviluppo e innovazione.Molti autorevoli commentatori economici affermano che solouna decisiva crescita delle esportazioni può creare una robustaripartenza del PIL nazionale. Qual è l’offerta di BPER Banca inquesto settore a favore delle imprese che esportano gran partedel proprio fatturato o che si vogliono internazionalizzare?Il nostro istituto ha messo a punto un’interessante piattaformainformatica – BPERestero.it – che permette di ampliare e mi-gliorare i percorsi di internazionalizzazione delle imprese for-

nendo direttamente online le informazioni utili per ren-dere più efficace e strutturata l’azione all’estero. Il

portale BPERestero.it offre, con grande chiarezzae immediatezza, informazioni di dettaglio sui flussiinternazionali delle commodities e delle merci,per l’approvvigionamento e per l’espansione suimercati esteri.Oltre ai tradizionali servizi bancari, schieriamo a

fianco delle imprese un team di specialisti estero,dislocati sul territorio, in grado di supportare

le aziende nei percorsi di crescita fuoridall’Italia. Ci avvaliamo, inoltre, dellacollaborazione di advisor interni e diun solido network di consulenti cheintegrano l’offerta bancaria con di-versi servizi professionali tra i quali,ad esempio: analisi di mercato, ri-cerca delle controparti estere, ser-vizi connessi all’acquisizione e allacostituzione di società, joint venture.

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DORA - EMPORIO SOLIDALE DI REGGIO EMILIA Un negozio con cibi e prodotti per la famiglia, forniti gra-tuitamente alle possibili vittime della crisi grazie all’aiuto divolontari e imprese. Sta viaggiando a pieno ritmo verso isuoi primi sei mesi di vita Dora, l’Emporio Solidale di Reg-gio Emilia ospitato in viale Trento Trieste 11, nell’ex sedeTil a fianco della stazione ferroviaria di Santo Stefano, nelquartiere Gardenia. È coordinato da DarVoce, il centro diservizio per il volontariato di Reggio Emilia.Dora è il primo emporio solidale cittadino e il secondo inprovincia, e funziona come un minimarket speciale, aper-to due volte a settimana in orari prestabiliti. Perché il nome Dora? Per due ragioni, entrambe antichee significative. Da un lato, Dora deriva dalla parola greca antica doron, chevuol dire ‘dono’ e che al plurale suona appunto dora, cioè “doni”. Dall’altro lato si parte dal dialetto reggiano e da una del-le parole più usate, la rezDora, la padrona della casa. “LaDora era una brava donna e una brava ‘rez-Dora’”, si leg-ge infatti sul sito dell’Emporio. E “straDora” lo dicevano le nonne quando abbracciavanoe vezzeggiavano i loro nipotini.I commessi sono volontari e la merce è gratuita per i clien-ti: cinquanta famiglie scelte dai servizi sociali insieme ai Cen-tri Caritas. Sono persone che hanno perso il lavoro e ri-schiano di scivolare nella povertà, ma che hanno compe-tenze e capacità per tornare ad essere autonome e rimet-tersi in piedi e che a Dora verranno sostenute per un pe-riodo che va dai sei ai dodici mesi. La scelta è ben precisa, quella di aiutare persone in for-te difficoltà, che hanno pagato questi durissimi anni di re-cessione socio-economica ma che possono essere “recu-perate” prima di superare la soglia della povertà.L'emporio non si sostituisce alle mense, alla distribuzionedei pacchi o delle borse alimentari: lavora al loro fianco,perché aiuta altre famiglie. Per chi rischia di diventare un “nuovo povero”, andare al-l’emporio significa salvaguardare la propria dignità, fare an-cora la spesa con i figli scegliendo insieme i prodotti da-gli scaffali, e usufruire di servizi dedicati.Il paniere di Dora comprende cibi a lunga conservazione,prodotti per l’igiene, articoli per l’infanzia e la scuola, quel-li indispensabili per le famiglie. I servizi integrativi, come i corsi di formazione e orientamen-to al lavoro, al credito e al consumo, vengono attivati di vol-ta in volta sulla base dei bisogni degli utenti.

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All’emporio, le persone in difficoltà possono fare la spe-sa gratis, ma non solo. Dora curerà corsi di formazione eorientamento al lavoro, al credito e al consumo, per usci-re dalla crisi e rimettersi in piedi. Anche fare la spesa è par-te della “formazione”.Ogni nucleo ha una tessera mensile con un tetto massi-mo di punti che non può superare. I prodotti presenti hanno un punteggio che varia dalla ti-pologia e chi fa la spesa deve quindi organizzarsi per ave-re scorte equilibrate per un mese, così da gestirsi le esi-genze domestiche e la dispensa.I “dipendenti” sono tutti volontari che si occupano di ogniaspetto della vita di un negozio. Una squadra di oltre 60 persone che sta crescendo manmano e che rappresenta un bello specchio reggiano, da-gli studenti universitari ai professionisti e ai pensionati.Dora è coordinato da DarVoce ed è la concretizzazione di unpercorso che il centro di servizio per il volontariato ha fattoassieme a Comune, Fondazione Manodori, Caritas e molteassociazioni reggiane. E assieme a moltissimi realtà impren-ditoriali, partner di Dora dal principio, dalla fase di allestimen-to e di arredo sino a quella attuale della raccolta di beni. Oltre ad aziende e negozi che hanno garantito la coper-tura di alcuni prodotti, vi sono poi delle forniture straordi-narie e delle campagne di raccolta speciali, promosse dasingole realtà. Questi percorsi sono racchiusi nella campagna “Dora inpoi” e sono aperti a privati e imprese. Ogni persona che aderisce riceve una tessera, con la qua-le si impegna ad acquistare per un anno un prodotto ne-cessario all’Emporio, nella quantità che liberamente sce-glie di donare. Tutti i donatori tesserati, periodicamente depositano i pro-dotti in uno dei punti di raccolta “Dora in poi” nelle azien-de, nei negozi, nelle palestre, dove i volontari dell’empo-rio effettuano il ritiro per la distribuzione alle famiglie.Per quanto riguarda il mondo economico reggiano, la ri-sposta è stata molto intensa. Sono già una ventina le azien-de private e pubbliche che si sono rese disponibili ad aiu-tare e conferire prodotti: principalmente generi alimenta-ri o per la cura personale. Un’esperienza come Dora rap-presenta anche un modo innovativo per le imprese per rap-portarsi al tessuto sociale in cui operano, secondo l’otti-ca della responsabilità di impresa. “Molte aziende associate sono da anni attive nel campodella solidarietà, non per fini mediatici, molte di loro adesempio lo fanno senza darne notizia o alcuni imprendi-tori lo fanno in forma rigorosamente privata. Sicuramen-te l’Emporio per l’attività che svolge è un’opportunità dacogliere per le imprese che intendono donare materialeo fondi con la certezza dello scopo per cui vengono uti-lizzate e per testimoniare la loro vicinanza al territorio”, sot-

tolinea il presidente di Unindustria Reggio Emilia MauroSeveri in una chiacchierata con i referenti di Dora. Interessante anche il parere di uno dei principali partner delprogetto, l’Agenzia Generali di Reggio Emilia. “Dora nonè una semplice donazione, anzi, è un progetto che ti met-te in gioco e ti chiama ad essere attivo per un problemadella tua città. Questo ci ha convinto, e crediamo che il nomeGenerali possa dare una mano anche in questo senso”,racconta Filippo Morlini, uno dei referenti di Generali. “Dora non è un’operazione di pura elargizione da parte diun’impresa, è molto di più, è un progetto ben preciso e benidentificato che riguarda purtroppo persone della nostra città.Persone che si trovano in queste condizioni di in disagiodovute alle contingenze economiche” – sottolinea.Informazioni: www.emporiodora.it e www.facebook.com/do-raemporiosolidale.

AIMA REGGIO EMILIA, ASSOCIAZIONE PER LA MALATTIA DI ALZHEIMERAnche nel 2017 il mese di settembre è speciale per AIMAReggio Emilia, l’associazione per la malattia di Alzheimer.Come negli anni precedenti la realtà reggiana invita tuttial cinema in occasione del Mese Mondiale Alzheimer percapire meglio la malattia e conoscere le risorse socio-sa-nitarie attualmente disponibili in provincia di Reggio Emi-lia, attraverso una serie di proiezioni nel territorio provin-ciale. I vari eventi sono affiancati da momenti divulgativiSettembre è appunto il mese mondiale dell’Alzheimer e il21 settembre è la giornata celebrativa istituita nel 1994dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Alzheimer’sDisease International per creare una coscienza pubblicasugli enormi problemi provocati da questa malattia e riu-nire in tutto il mondo le persone malate, i familiari e le as-sociazioni. Si stima che oggi le persone malate di demen-za nel mondo siano circa 46 milioni. Di fronte a questa emergenza sanitaria, i medici, i ricercato-ri, le associazioni e le istituzioni socio-sanitarie sono chiama-te ad agire insieme per dare risposte concrete ai bisogni del-le persone malate e dei loro familiari, per non lasciarli soli adaffrontare il lungo e difficile percorso della malattia.Il 20 settembre appuntamento alla Multisala 900 di Cavria-go, il 21 al Cinema Oratorio di Campagnola, mercoledì 27al Cinema Rosebud di Reggio per “Ti ho incontrata doma-ni”, un incontro spettacolo con il neurologo FerdinandoSchiavo, il regista Marco Toscani e l’attore Mario Peretti. La conclusione è in programma il 28 settembre al Cine-ma Boiardo di Scandiano.Ogni proiezione sarà preceduta da un intervento informa-tivo e divulgativo con la partecipazione di un volontario ofamiliare di AIMA, il responsabile dell'Ufficio di piano di ri-ferimento e il responsabile del Centro Disturbi Cognitivi diriferimento, che presenteranno brevemente le attività e i ser-vizi offerti.

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NUOVA “STRETTA SULL’IVA” PER LE IMPRESEIl Presidente di Unindustria Reggio Emilia Mauro Severi èintervenuto pubblicamente sulla stampa locale su questotema, dichiarando: “Il Governo ha emanato a fine aprile undecreto che dovrebbe consentire una correzione deiconti pubblici pari a circa 3,4 miliardi di euro e che con-tiene novità fiscali che impattano pesantemente sulle im-prese soprattutto su quelle piccole e medie.Alcune delle misure introdotte – seppur con il condivisi-bile intento di contrastare le frodi sul mancato versamen-to dell’IVA sulle forniture nei confronti soprattutto degli entipubblici – tolgono liquidità alle imprese e incrementano laformazione di crediti verso l’erario che vengono poi rimbor-sati in tempi molto lunghi.La situazione è aggravata dal limitatissimo lasso di tempoprevisto dalla norma (pubblicata il 24 aprile) per ottempe-rare alla stessa (dal 1° luglio).La manovra correttiva in esame riduce inoltre sensibilmen-te l’arco temporale entro cui può essere spesata l’IVA pa-gata sull’acquisto di beni e servizi.Le modifiche previste, esigendo l’aggiornamento dei siste-mi gestionali e contabili, comportano, fra l’altro, elevati co-sti di adeguamento.Come abbiamo più volte dichiarato l’obiettivo di contrasta-re in modo efficace l’evasione fiscale incontra il nostro pie-no apprezzamento perché essa – penalizzando l’equità, di-storcendo la concorrenza, violando il patto sociale, peg-giorando il rapporto tra cittadini e Stato e riducendo la so-lidarietà – ostacola lo sviluppo economico e civile. Non pos-siamo tuttavia ignorare la circostanza che gli obblighi in-trodotti comportano adempimenti complessi ed eccessi-vamente costosi per le imprese”.

MONITORAGGIO TRIBUTI LOCALI 2015/’16 Per l’undicesimo anno Unindustria Reggio Emilia ha mo-nitorato l’imposizione fiscale a carico delle imprese delle42 Amministrazioni Comunali della nostra provincia, perquanto di loro competenza.L’anno 2016 è stato caratterizzato dal blocco, introdottodalla legge di stabilità 2016, della possibilità da parte deiComuni di deliberare aumenti di aliquote e tariffe rispet-to all’anno precedente e prevedere nuovi tributi.“Per le nostre imprese l’iniziativa del Governo è positiva –commenta il Presidente di Unindustria Mauro Severi – madobbiamo constatare che nessun Comune, nonostante gliappelli che attraverso questo monitoraggio rinnoviamo ognianno, ha ridotto le aliquote o le tariffe, se non in casi deltutto residuali, consolidando così una tassazione su livel-li molto elevati”.

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Imu e TasiUnindustria rileva infatti che molti Comuni negli anni passa-ti avevano già deliberato aliquote IMU sui fabbricati produt-tivi vicino alla soglia massima fissata al 10,6 ‰, indotti pre-sumibilmente dall’obbligo di devolvere allo Stato una quo-ta corrispondente del 7,6 ‰. Per la TASI sono confermateanche quest’anno le criticità legate alla tassazione degli im-mobili invenduti delle imprese edili, una forma di imposizio-ne che va a colpire il “magazzino” di questa tipologia di im-prese e non, come deve essere, il suo reddito o il suo pa-

trimonio. La nota favorevole secondo gli Industriali è che nes-sun Comune della provincia applica la TASI agli uffici.“A nostro avviso è sempre più urgente una riforma com-plessiva della tassazione locale che preveda l’unificazio-ne di IMU e TASI e l’istituzione di un unico tributo in so-stituzione delle imposte minori e dei canoni esistenti – af-ferma Severi – Tale riforma dovrebbe avere come suo ar-chitrave la devoluzione ai Comuni dell’intero gettito dell’I-MU sui fabbricati industriali e come obiettivi la riduzionedell’imposizione e la semplificazione del sistema”.TariPer quanto riguarda la TARI molti Comuni hanno continua-to ad applicare la tassa sulle superfici degli stabilimenti pro-duttivi utilizzando criteri che non tengono conto dell’effet-

tiva produzione dei rifiuti. Tuttavia, un segnale in controten-denza è arrivato, nei primi mesi del 2017, da parte del Co-mune di Reggio Emilia che, con una modifica del regola-mento di gestione della TARI, ha escluso dalla tassa i lo-cali di produzione di rifiuti speciali che non possono es-sere conferiti al servizio pubblico.“Il provvedimento del Comune di Reggio Emilia, così comel’esempio della Lombardia, dove il Ministero delle Finan-ze e della Commissione Tributaria Regionale ha rafforza-to la disposizione di legge che esclude dalla tassazione lesuperfici dove si producono rifiuti speciali, sono delle ri-sposte importanti per il mondo imprenditoriale. Ci sono peròanche comuni che, senza ragioni valide, hanno incremen-tato oltre i limiti di legge i coefficienti utilizzati per deter-minare le tariffe. Auspichiamo che altre amministrazioni lo-cali possano seguire l’esempio di Reggio e – ricorda Se-veri – rinnoviamo la disponibilità dell’Associazione ad av-viare un percorso che porti progressivamente alla deter-minazione puntuale dei rifiuti prodotti”.Previsioni 2017Anche per il 2017 varrà il blocco degli aumenti tariffari di-sposto dalla legge di bilancio, ma da una prima analisi del-le delibere adottate dai Comuni per l’anno in corso secon-do Unindustria emerge, a livello generale, una conferma dellivello di imposizione del 2016.“Le aziende non sono nelle condizioni di sopportare gli ul-teriori incrementi tariffari, in particolare per la TARI, esclu-sa dalla moratoria degli aumenti – conclude Il Presidentedi Unindustria – Anzi, è quanto mai necessaria la messaa punto, da parte degli enti locali, di una strategia che por-ti negli anni ad una progressiva riduzione dell’imposizionesulle imprese. Dobbiamo anche ricordare che il tempo ele risorse spese per adempiere alla gestione della fisca-lità locale rappresentano un onere occulto che si sommaa quello dei tributi in senso stretto. Quello che chiediamooggi a gran voce è dunque un rapporto tra enti locali e con-tribuenti sempre più chiaro e trasparente e un sistema perl’assolvimento dei tributi più equo e semplice possibile”.

LATUAIDEADIMPRESA 2017Il progetto “innovative fashion, a new brand”, elaborato da-gli studenti della classe terza T dell’istituto superiore Nobilidi Reggio Emilia si è aggiudicato il premio speciale “circu-lar economy, innovazione sistemica”, assegnato da Intesa San-paolo nell’ambito del concorso Latuaideadimpresa 2017.L’idea realizzata dagli studenti reggiani consente di darenuova vita a capi d’abbigliamento di qualità “aggiornando-li” secondo le indicazioni della moda del momento.Un riutilizzo che combatte gli sprechi e mantiene elevata

la produzione di qualità made in Italy. “Siamo orgogliosi delrisultato raggiunto dagli studenti reggiani alla fase nazio-nale del concorso Latuaideadimpresa – spiega Claudio Lodi,Vicepresidente Unindustria con delega all’Education e Rap-porti con la Scuola, presente alla premiazione – È un gran-de onore aver portato nella nostra città il premio specia-le per l’economia circolare. Il merito è dei ragazzi che, sa-pientemente guidati dai loro docenti, hanno colto l’essen-za del concorso con competenza, determinazione, passio-ne, energia ed entusiasmo. L’Associazione continuerà a sti-

molare l’auto-imprenditorialità e ad arricchire l’offerta for-mativa scolastica dei valori tipici della cultura d’impresa”.La competizione ha coinvolto quasi 2.500 studenti dellescuole superiori in oltre 30 province italiane che hanno ela-borato nuove idee d’impresa. Centinaia di imprenditori ita-liani hanno votato i progetti che sono stati illustrati onlinetramite un breve video ed un business plan, che sono di-sponibili sul sito www.latuaideadimpresa.it.App, green economy, sicurezza e attenzione al sociale: que-sti i principali settori nei quali si sono concentrate le 22 ideed’impresa finaliste proposte dai ragazzi degli istituti supe-riori che hanno partecipato alla settima edizione di “Latuai-deadimpresa”, il concorso nazionale di Sistemi FormativiConfindustria e Giovani Imprenditori, con il patrocinio delMinistero di Istruzione, Università e Ricerca, che ha l’obiet-tivo di diffondere la cultura d’impresa e dell’innovazione nel-le scuole italiane.Il concorso prevedeva due step: una fase provinciale e, suc-cessivamente, quella nazionale che si è conclusa nei gior-ni scorsi con la premiazione tenutasi a Roma presso la sededi Luiss Enlabs: un contesto vivace, attraente e stimolan-te, in cui gli studenti si sono confrontati e dal quale han-no assorbito energia propulsiva per proseguire gli studi oil loro sogno di startup.

CREI-AMO L’IMPRESA!Hanno davvero stupito la giuria del concorso regionale Crei-amo l’impresa gli studenti della classe IV del Liceo delleScienze Umane Tommaso D’Aquino di Correggio, coordi-

nati dalla professoressa Elisabetta Genovese, con il pro-getto The Beetles, dedicato alla realizzazione di un risto-rante di Novel Food (cioè i nuovi alimenti o i nuovi ingre-dienti alimentari) a base di insetti.I ragazzi, con la supervisione dei giovani imprenditori Ales-sandro Annovi (Nutriplus) e Raffaele Palazzolo (Gi Group)nel ruolo di business angel, si sono così aggiudicati nei gior-ni scorsi a Bologna il premio speciale regionale originalità.Un’innovazione che presenta diversi vantaggi: la maggioresostenibilità nel lungo periodo, dato che le risorse per gli al-levamenti tradizionali sono in esaurimento e un elevato con-tenuto proteico rispetto alla carne di bovino o di suino.Da ultimo, ma non certamente per importanza, gli insetti sonoappetitosi, croccanti e, dopo la sensibilizzazione sul temanel corso di Expo, molti italiani sono ora pronti e curiosi disperimentare questi piatti già presenti nei ristoranti di ten-denza di tutto il mondo, da New York, a Londra, a Tokyo aParigi, e tema di discussione di blasonati food blogger.La tredicesima edizione del concorso – promossa da Gio-vani Imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna, incollaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale ed Alma-

Laurea – ha visto la partecipazione dei Giovani Imprendi-tori di Unindustria Reggio Emilia."Come ogni anno abbiamo partecipato con entusiasmo aquesto progetto che, con altrettanto entusiasmo è statoaccolto da oltre 160 studenti di sette istituti superiori del-la nostra regione – ha affermato il Presidente del GruppoGiovani Imprenditori di Unindustria Reggio Emilia EnricoGiuliani – in quanto il dialogo con le giovani generazioniarricchisce e completa le visioni di chi già da qualche annoopera in azienda e porta con sé quell’energia e quel rin-novamento indispensabili per affrontare le sfide di ogni gior-no. Per noi è una priorità divulgare la cultura d’impresa edell’autoimprenditorialità, valori di base di quel capitale uma-no che noi stessi ricerchiamo per le nostre aziende”.

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78 L’iniziativa consiste nell’ideazione di progetti imprendito-riali giovani ed innovativi, capaci di valorizzare le attitudi-ni culturali e professionali degli studenti, le conoscenze ma-turate nel ciclo scolastico, nonché le vocazioni economi-che e le opportunità presenti sul territorio. Il progetto hapreso il via con una visita guidata presso l'azienda Nutri-plus di Reggio Emilia, per illustrare agli studenti l’organiz-zazione dell’impresa, le varie aree aziendali e le figure pro-fessionali chiave. I ragazzi sono stati inoltre nella sede diImpact Hub dove si sono relazionati con nuovi modi di fareimpresa ed hanno incontrato giovani startupper come Vit-torio Guarini, co-fondatore di Fazland, in cui il gruppo Me-diaset ha investito 4,5 milioni di euro. La visita è stata l’oc-casione per stimolare tra i ragazzi la riflessione e il confron-to sul settore o prodotto del business plan da progetta-re. Da quest'anno il progetto ‒ che nelle passate edizioniha coinvolto complessivamente oltre 1.800 studenti ‒ sisvolge nell'ambito dell'alternanza scuola-lavoro, in quan-to il tempo impiegato per la realizzazione del progetto po-trà essere valutato come alternanza, sulla base delle de-cisioni di ogni Istituto. Il progetto, coordinato dalla Vice Presidente regionale deiGiovani industriali Licia Angeli, è inserito nel protocollo d’in-tesa tra MIUR-Ministero Istruzione, Università e Ricerca eConfindustria.

EUREKA! FUNZIONA!La classe V della scuola primaria di Regnano (Istituto Com-prensivo “G.B. Toschi) con il progetto “Gioco So e Zo” siè aggiudicata la fase provinciale del concorso nazionale“Eureka! Funziona!” di Federmeccanica.Gli alunni Edoardo Fantuzzi, Benedetta Veronesi, Sara No-tari, Martina Masoni, Martina Lusenti e Lorenzo Baccoli-ni, guidati dall’insegnante Giovanna Navelli, hanno stupi-

to la giuria riproducendo l’importante fenomeno geologi-co del territorio in cui vivono, i vulcanetti.I bimbi di Regnano hanno poi rappresentato la nostra pro-vincia alla giornata nazionale del concorso tenutasi nei gior-

ni scorsi a Milano, dove hanno potuto presentare il propriolavoro e confrontarsi con altri studenti provenienti da tut-ta Italia.Federmeccanica, l’Associazione nazionale di Confindustriache raggruppa le imprese metalmeccaniche, infatti ha riu-nito tutti i vincitori provinciali regalando ai bambini che sisono distinti per impegno, creatività, passione e dedizio-ne, un momento speciale, al quale hanno preso parte conentusiasmo anche diversi genitori, oltre agli insegnanti ac-compagnatori e tutor di progetto.L’iniziativa a livello nazionale ha coinvolto oltre 14 mila bam-bini delle scuole primarie, coordinati dalle Associazioni In-dustriali di 41 province italiane, con il patrocinio del Mini-stero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca.Anche nella nostra provincia Unindustria Reggio Emilia halanciato la sfida di “costruire un giocattolo in grado di muo-versi” secondo un principio della fisica - che quest’annoriguardava la pneumatica - arruolando più di 30 classi, perun totale di oltre 600 bambini frequentanti.Queste le scuole coinvolte nel nostro territorio: Istituto Com-prensivo “Gattatico-Campegine”, “Don Borghi” Istituto Com-prensivo “Carpineti Casina”, “Santa Dorotea” di Montecchio,“Don Milani” Istituto Comprensivo “Novellara”, “San Giovan-ni di Querciola” e Regnano dell’Istituto Comprensivo “Toschi”,“Cavola” Istituto Comprensivo “Foscolo” di Toano, “Ramise-to” e scuola primaria “Collagna” Istituto Comprensivo “Ariosto”di Busana, “San Tommaso d’Aquino” di Correggio, Castella-rano, San Bartolomeo Istituto Comprensivo “Don Borghi”.Il progetto, ispirato ad un format finlandese, stimola l'ingegnoe sviluppa le competenze interdisciplinari dei bambini delleelementari che, nel corso dell’anno scolastico, hanno ricevu-to un kit con vari oggetti quali legnetti, fili di metallo, dischidi cartone, con cui hanno ideato e realizzato un giocattolo.Fondamentale per l'invenzione e la costruzione del giocat-tolo è stato il lavoro di gruppo.Ognuno nel team ha avuto un compito specifico: chi ha as-semblato i materiali, chi ha tenuto il diario di bordo descri-vendo le varie fasi del lavoro e chi ha ideato uno spot pub-blicitario del giocattolo.Dopo settimane di lavoro i progetti finalisti sono stati va-lutati e premiati da una giuria composta da imprenditori eda rappresentanti dell'Associazione, secondo una grigliadi valutazione che teneva in considerazione l'inventiva, lesoluzioni tecniche adottate, la presenza di un diario di bor-do e la gestione del processo di marketing.

D-DAY MASTER ACCREDITATI ASFORSi è tenuto anche a Reggio Emilia presso la sede di Cisil D-Day Master Accreditati Asfor: un evento reale e insie-

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me virtuale nella rete, organizzato dall’Associazione Italia-na per la Formazione Manageriale, realizzato in forma in-novativa e in modo articolato sul territorio.Il D-Day è un’iniziativa nella quale i 37 master accreditatiAsfor, tra cui Cis, scuola per la gestione d’impresa di Unin-dustria Reggio Emilia, con le 21 rispettive istituzioni si pre-sentano insieme, ognuno con proprie attività, ma nella co-mune cornice delle istituzioni che hanno raggiunto il tra-guardo dell'accreditamento Asfor. Il programma reggianoaveva come oggetto un incontro dal titolo: “Trend occu-pazionali e internazionalizzazione: quale futuro?” In colle-gamento streaming sono intervenuti Vlasdimir Nanut, pre-sidente Asfor e Manuela Brusoni, presidente commissio-ne di accreditamento master.Sono seguiti gli interventi sul tema dei trend occupaziona-li di Alberto Seligardi, responsabile Area Ufficio Studi edEducation Unindustria Reggio Emilia, dell’internazionalizza-zione 4.0 e i nuovi paradigmi a cura di Enrico Perego, se-nior partner Octagona. Successivamente Claudio Galli, di-rettore risorse umane di Emea Kohler Engines, ha portatola propria testimonianza aziendale. Le conclusioni sono sta-te affidate al Presidente di Cis Claudio Lodi e vicepresiden-te Unindustria delegato all’education e ai rapporti con la scuo-la, che nell’occasione ha consegnato anche i diplomi ai par-tecipanti alla XX edizione master international managenent.

INGLESE: 80 STUDENTI CERTIFICATI TRINITY AL CISSi è tenuta presso Cis, scuola per la gestione d’impresadi Unindustria Reggio Emilia, la consegna annuale dei Cer-tificati Trinity, attestati che ufficializzano a livello europeola competenza nell’espressione e nella comprensione ora-le dell’inglese generale o specifico del mondo del lavoro.Sono state 80 le persone provenienti da aziende associa-te, istituti superiori, ma anche studenti privati, che si sono

preparati con il coordinamento del direttore didattico di CisKris Edwards ed hanno sostenuto l’esame presso la sededi via Aristotele 109 a Reggio con l’examiner heater Young.Cis da oltre 20 anni è sede di esame Trinity ed anche nel2017 ha visto esiti altissimi in termini di votazioni: oltre lametà degli esaminati ha infatti ottenuto il massimo risulta-

to riconosciuto con enorme gratificazione per il lavoro svol-to dai loro insegnanti.Da settembre ripartirà una gamma di corsi Cis finalizzatial conseguimento della Certificazione.

TRASFORMAZIONE DIGITALE DEI PROCESSI MANIFATTURIERILa digitalizzazione della manifattura è stata al centro dell'in-contro che si è tenuto a Reggio Emilia, presso la sede di Unin-dustria, nell'ambito del Piano “Verso Industria 4.0” per ac-compagnare le imprese nei processi di innovazione e svi-luppo. L’iniziativa, organizzata da Confindustria Emilia-Roma-gna in collaborazione con Unindustria Reggio Emilia, ha pro-mosso un modello di fare impresa che assicuri alle aziendenuove prospettive di crescita e maggiore competitività.Il nuovo approccio smart comprende azioni per sensibiliz-zare le aziende alla trasformazione digitale ed informarlesui percorsi e sulle strategie da intraprendere per esplo-rare e sfruttare i nuovi meccanismi di creazione del valo-re che derivano da essa quali nuovi modelli di business,investimenti nella formazione delle persone, capacità di ge-stione ed interpretazione dei dati.Esperti e docenti universitari hanno illustrato gli sviluppi piùrecenti a livello europeo e nazionale sul tema della Fabbri-ca intelligente e le principali tecnologie guida di Industria4.0 tra cui internet of things, advanced automation, addi-tive manufacturing ed advanced human machine interface.Dopo l'apertura dei lavori da parte del Vice Presidente diUnindustria Reggio Emilia Giannicola Albarelli, Maurizio So-brero, professore dell’Università di Bologna e Bologna Bu-siness School, ha presentato le competenze necessarieper Industry 4.0 e Alessandro Garibbo di Leonardo ha il-lustrato le principali tecnologie abilitanti e il modello di va-lue chain all’interno di un’organizzazione aziendale. È se-guita la tavola rotonda coordinata dal Founder&CEO di Ar-cadia Orazio Stangherlin, in cui sono stati presentati cin-que casi concreti di imprese reggiane: Christian Fallini diEmmeti, Marco Righi di Kaitek, Stefano Morlini di Rcf, Ste-fano Asioli di Azeta e Bernhard Konzet di Blulink.Il seminario è stato anche l’occasione per presentare il pro-getto Smarti-Er 4.0, promosso dal sistema regionaleConfindustria e finanziato dall'Unione europea-FSE edalla Regione Emilia-Romagna nell'ambito del Piano "Ver-so Industria 4.0”, che offre alle imprese la possibilità di par-tecipare gratuitamente a seminari di informazione, corsi diformazione specialistica e di accompagnamento in azien-da sui temi della digitalizzazione.

WORKSHOP INNOVARE IL BUSINESSClub Digitale di Unindustria Reggio Emilia e Club Mecca-

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tronica hanno organizzato nella sede associativa di via To-schi il convegno dal titolo: “Innovare il business grazie allatrasformazione digitale”, a cura e in partnership con gli Os-servatori Digital/IT del Politecnico di Milano.Non si è trattato di un convegno tradizionale, ma di un veroe proprio workshop innovativo, che ha visto la creazione dimicro-tavole rotonde composte da imprese associate del set-tore IT e del mondo della produzione, che hanno animato ildibattito e il dialogo con la platea sui temi del 4.0 e sulla sim-biosi fra produttori e utilizzatori di tecnologia digitale.“L’elemento nuovo della mattinata è aver messo sul tavo-lo in modo interattivo idee, proposte, perplessità, casi azien-

dali, saltando cioè a piè pari gli ostacoli tipici dei convegnicome la distanza fra relatori e addetti ai lavori o l’assenzadi confronto e discussione sui contenuti proposti” – ha com-mentato il Presidente del Club Digitale Isabella Bovero.Il Presidente del Club Meccatronica Maurizio Brevini, cheha aperto e concluso i lavori della mattinata insieme a Bo-vero, ha aggiunto: “Oggi abbiamo messo un ulteriore tas-sello verso la comprensione di Industry 4.0., sottolinean-do la simbiosi tecnica, ma ancor prima culturale che devecaratterizzare l’impresa IT e l’impresa di produzione”.“Spetta alla Confindustria del territorio - hanno conclusocongiuntamente Brevini e Bovero - proporre al mondo im-prenditoriale un modello e un orientamento unitario su que-sto tema, cosa che i nostri due club hanno iniziato a farecon un proprio specifico progetto denominato “Essere 4.0”,avviato da alcuni mesi con visite in aziende, incontri e pro-getti concreti di trasformazione che porteremo avanti an-che nei prossimi mesi”.

IMPRESE ALLA SCOPERTA DEL CAMERUNIl Gruppo Alimentare e l’Area Internazionalizzazione di Unin-

dustria Reggio Emilia hanno organizzato un focus sul Ca-merun, ospitando Edwige Nkolo Lekoua, Console Onora-rio del Camerun a Milano, Vittorio Ghinassi e Simon Pier-re Ntomb, rispettivamente presidente e segretario diA.S.I.C.A. (Associazione per gli scambi Italia-Camerun). Questa Repubblica ha una posizione strategica, quasi dihub sull’africa del nord e Africa subsahariana. Il suo por-to rappresenta l’accesso ad un mercato limitrofo di sei pae-si, fra cui la popolosa Nigeria, che raggruppa più 300 mi-lioni di persone. È una realtà stabile, che vanta un nume-ro altissimo di laureati e garantisce massima sicurezza achi voglia fare impresa, per la quale ha attuato un pacchet-

to di riforme eccezionali: per aprire un’azienda bastano tregiorni, senza alcun costo o tributo al fisco per cinque annie lo stato dona il terreno su cui costruire il capannone.Ricchezza senza know-how per sfruttarla: questa potreb-be essere la sintesi del paese africano.Il Camerun ha giacimenti di alluminio, ferro e bauxite, manon sa come trasformarle. Qui sono garantiti quattro raccolti agricoli all’anno, ma iltessuto economico locale ha necessità di meccanizzare eorganizzare la filiera agricola. Vengono generate grandi ec-cedenze di frutta e verdura, senza disporre di industria con-serviera. Il settore fotovoltaico è stato liberalizzato: si puòquindi avviare un’impresa che poi rivenda l’energia allo Sta-to affinché la immetta nel servizio pubblico.“Il Camerun è un paese incredibile per la potenzialità cherappresenta - commenta Stefano Cometto, presidente delgruppo Alimentare di Unindustria - è anche l’unica freezone presente in tutta l’Africa, dove produrre con libertàdi esportare ovunque, senza obbligo di rivendere sul mer-cato locale.In questo incontro abbiamo dato agli imprenditori associa-ti un numero sufficiente di informazioni perché possano av-viare le prime valutazioni commerciali e di export.I contatti politici e con gli esperti locali del mercato came-runense conosciuti oggi, costituiscono solo il primo stepdell’assistenza che il gruppo, ma soprattutto gli speciali-sti dell’area Estero di Unindustria, possono garantire alleaziende interessate”.