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Il programma politico che abbiamo stilato e presentato per le elezioni comunali 2009 per la città di Foggia è composto da nove punti. Con tale programma, però, non abbiamo voluto sottovalutare ciò che è stato citato solo parzialmente - problemi di cui la città risente da diversi anni - ma abbiamo voluto solo indicare quali saranno i principali punti su cui interverremo una volta presenti in Comune. In queste pagine, oltre a riportare per intero il programma politico presentato con la documentazione elettorale, scriveremo anche gli altri punti, appena toccati dal documento, approfondendone i contenuti. Prima di proseguire nella lettura vogliamo specificare che il nostro modo di fare politico è sempre stato, e sempre rimarrà, rivoluzionario. Non intendiamo, quindi, trovare rimedi con rimpasti o accordi con altre presenze politiche, né ci interessano gli accomodamenti di interesse politico o personale. Noi intendiamo sovvertire il sistema politico nelle modalità di operazione, creando un sistema di meritocrazia che vada a sostituire quello degli imbrogli e delle conoscenze, delle spintarelle e delle buste. Nessuno può e deve far propria la cosa pubblica, né da questa deve poter trarre profitti personali. La nostra rivoluzione politica, pertanto, non sta nella lotta all'attuale sistema con l'uso delle armi o della violenza, ma con l'inserimento di una cultura diversa, che ripristini quella dignità che la politica ha cancellato con la presenza di persone senza scrupoli e dalla dubbia morale, che hanno collezionato avvisi di garanzia e condanne per reati compiuti nell'abuso della carica che detenevano. E' contro questa gente che il nostro movimento lotta, non contro lo Stato o contro i cittadini, ma contro i malfattori divenuti politici, contro i criminali che con arroganza, cinismo e spregio dell'intelligenza altrui tornano a candidarsi come se niente fosse successo,

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Il programma politico che abbiamo stilato e presentato per le elezioni comunali 2009 per la città di Foggia è composto da nove punti.

Con tale programma, però, non abbiamo voluto sottovalutare ciò che è stato citato solo parzialmente - problemi di cui la città risente da diversi anni - ma abbiamo voluto solo indicare quali saranno i principali punti su cui interverremo una volta presenti in Comune.

In queste pagine, oltre a riportare per intero il programma politico presentato con la documentazione elettorale, scriveremo anche gli altri punti, appena toccati dal documento, approfondendone i contenuti.

Prima di proseguire nella lettura vogliamo specificare che il nostro modo di fare politico è sempre stato, e sempre rimarrà, rivoluzionario. Non intendiamo, quindi, trovare rimedi con rimpasti o accordi con altre presenze politiche, né ci interessano gli accomodamenti di interesse politico o personale. Noi intendiamo sovvertire il sistema politico nelle modalità di operazione, creando un sistema di meritocrazia che vada a sostituire quello degli imbrogli e delle conoscenze, delle spintarelle e delle buste.

Nessuno può e deve far propria la cosa pubblica, né da questa deve poter trarre profitti personali. La nostra rivoluzione politica, pertanto, non sta nella lotta all'attuale sistema con l'uso delle armi o della violenza, ma con l'inserimento di una cultura diversa, che ripristini quella dignità che la politica ha cancellato con la presenza di persone senza scrupoli e dalla dubbia morale, che hanno collezionato avvisi di garanzia e condanne per reati compiuti nell'abuso della carica che detenevano.

E' contro questa gente che il nostro movimento lotta, non contro lo Stato o contro i cittadini, ma contro i malfattori divenuti politici, contro i criminali che con arroganza, cinismo e spregio dell'intelligenza altrui tornano a candidarsi come se niente fosse successo, noncuranti della loro fedina penale macchiata indegnamente e con le loro conoscenze losche e truffaldine.

Qui di seguito pubblichiamo il programma ufficiale: 

 

PROGRAMMA POLITICO

 

Il Nuovo Ordine Nazionale intende realizzare, attraverso la propria presenza, una svolta decisiva al modo di fare politica. Si tratta di apportare una serie di cambiamenti  radicali tali da stravolgere completamente il Sistema attuale.

Uno di questi metodi è quello che permette ai cittadini di avere, oltre alla completa informazione sull’attività politica attuata, la partecipazione alla vita stessa della politica.

La nostra volontà politica nasce da un dato di fatto incontrovertibile: il fallimento del sistema della “democrazia rappresentativa”.

Quelle che seguono sono le nostre prime proposte con le quali vogliamo creare le basi per costruire una politica sociale e civile completamente diversa e migliore da quella attuale.

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1)     Maggiore sicurezza per le strade, lotta alla criminalità comune ed organizzata, più controlli sulle attività illecite, (venditori abusivi, contraffazione, ricettazione). Regolamentazione della circolazione stradale.

Siamo pienamente coscienti del fatto che la lotta alla criminalità organizzata deve essere uno dei temi prioritari per la città di Foggia. Le diverse attività illecite gestite dalla mafia  hanno portato al degrado della città ed ad una profonda insicurezza nella vita dei cittadini.

Pertanto, riteniamo necessario attivare una serie di provvedimenti che sovvertano l’ordine, o meglio, il disordine visibile lungo quasi tutte le strade della nostra città.

Per ottenere una maggiore sicurezza occorre incrementare i controlli e fare in modo che questi siano più capillari, che la presenza delle forze dell’Ordine sia maggiore e più frequente.

Ma la questione non può essere certamente risolta con il semplice aumento degli effettivi. Occorre anche che sia dato maggiore potere alle forze di Polizia affinché l’applicazione delle leggi avvenga in maniera determinante ed efficace.

Succede spesso che gli agenti di pattuglia per le strade sono costretti a stare attenti non solo alla loro incolumità, ma persino a quella del rapinatore o dello scippatore preso in flagranza di reato. Non è la prima volta, infatti che carabinieri e poliziotti pagano in prima persona un attimo di disattenzione durante il quale l’arrestato si provoca lesioni personali per poi incolpare i tutori dell’ordine di maltrattamenti.

A livello locale possono essere eseguite una serie infinita di provvedimenti che il Comune può adottare d’autorità. Invece, per certe situazioni, purtroppo, impera la volontà di Stato che potrà essere cambiata solo con la presenza di un movimento come il nostro presso i Ministeri di Grazia e Giustizia e dell’Interno.

Ma, per il momento, intendiamo occuparci dei problemi locali. Per cui è opportuno prendere posizione sull’argomento e decretare alcune iniziative di ordine pubblico che

limitino la commissione e la reiterazione dei reati attraverso la presenza costante del maggior numero possibile di agenti.

Perché ciò sia attuabile è indispensabile che i tutori dell’ordine, Vigili Urbani compresi, stiano sulle strade, che pattuglino la città e che controllino costantemente non solo i luoghi ritenuti “sensibili” ma anche le periferie, i rioni più malfamati, le zone a maggior rischio di reato.

Gli uffici devono essere svuotati. Gli agenti devono prestare il loro servizio attivo sulle strade. Fatti salvi gli uffici dove è indispensabile la presenza delle forze dell’ordine, per quelli rimanenti possono essere assunti i cittadini che presentano le caratteristiche necessarie per i lavori da svolgere. In questo modo si creerebbero anche nuove assunzioni.

Data la delicatezza dei posti coperti, i cittadini assunti devono avere i requisiti necessari perché risultino adatti alle loro mansioni. Uno di questi requisiti deve essere l’estraneità familiare e/o di parentela con esponenti della criminalità organizzata.

Una maggiore visibilità delle forze di Polizia e una maggiore presenza di queste risultano utile anche per la lotta ai questuanti, lavavetri e abusivi. Per contrastare questi fenomeni possono essere prese in considerazione anche le decisioni prese dal Comune di Firenze e da quelli del Veneto che hanno bandito dalle strade ogni forma di accattonaggio.

La presenza costante delle forze dell’ordine, in questo caso dei Vigili Urbani, diventa anche un deterrente per chi non rispetta i limiti imposti dalla legge. Da quando l’attuale giunta si è insediata, non solo sono aumentati gli abusivi, la criminalità e l’illegalità in genere, ma sono state messe da parte anche le regole sulla circolazione stradale, congestionando il traffico ed aumentando le soste selvagge a discapito di tutta la cittadinanza.

Foggia ha bisogno di ordine anche in questo. Deve sparire la contro cultura delle auto posteggiate in doppia e persino terza fila che occupano le strade impendendo a passanti ed auto di camminare.  Auto posteggiate in maniera indisciplinata sui marciapiedi recano seri disagi ai pedoni che, spesso, sono costretti a camminare sulla strada, con grave rischio per la loro incolumità.

E’ indispensabile ampliare il numero dei parcheggi con la costruzione di “silos” sotterranei o all’aperto che diano più respiro alla città. Se vogliamo che Foggia diventi una città ordinata e altamente commerciale, bisogna dare spazio ai cittadini ed alle persone provenienti dall’esterno perché queste possano camminare senza pericolo e perché possano avvertire l’immagine di una città decorosa ed ordinata.

Per ottenere queste condizioni occorre, innanzi tutto, eliminare il numero maggiore possibile di auto posteggiate creando, appunto, gli spazi prima accennati, ma occorre anche ripristinare tutte quelle strade che sono state lasciate all’abbandono da questo comune al fine di snellire un traffico che continua ad essere sempre più caotico.

Inoltre, la presenza costante dei Vigili Urbani di pattuglia per le città di Foggia deve avere il preciso scopo di insegnare agli automobilisti il rispetto del codice della strada e di punire, in seguito, coloro che continuano a non rispettarlo.

Un comune che si rispetti non deve approfittare del mal costume o dell’indifferenza di alcune persone per incrementare gli incassi attraverso l’emissione di verbali e multe, ma deve, soprattutto, far capire che determinati comportamenti non possono essere tollerati.

Crediamo opportuno, quindi, portare avanti una campagna di prevenzione, con  pubblicità a livello locale, con la quale avvertire gli automobilisti dei pericoli a cui sono soggetti i cittadini quando il loro comportamento non rispetta le regole del codice della strada.

Allo stesso tempo, con la stessa campagna pubblicitaria di prevenzione, si trasmettono anche le sanzioni a cui andranno incontro i trasgressori dopo un determinato periodo di tempo stabilito dal Comune stesso e pubblicizzato con i vari mezzi d’informazione.

 

2)     Lotta all'immigrazione clandestina  

Il  Nuovo Ordine Nazionale è cosciente del fatto che l’immigrazione clandestina  è un fattore destabilizzante, apportatore di una delinquenza sempre più crescente e di una insicurezza sempre più sentita dalla cittadinanza.

Ma per debellare questa piaga bisogna partire da un concetto: se i clandestini rimangono i certi luoghi è perché il loro interesse è più forte rispetto ai rischi a cui vanno incontro. Vuol dire anche che esiste una sorta di protezione politica che spinge costoro a rimanere sul nostro territorio per essere, poi, sfruttati dal caporalato, il tutto sotto la protezione o il menefreghismo dei politici corrotti e collusi con la mafia.

Nel Sud Italia gli immigrati clandestini vengono spesso nel campo dell’agricoltura.

Il lavoro da essi svolto, malpagato ed al di fuori di ogni regola civile e legale, permette di mantenere bassi i costi della mano d’opera e, quindi, del prodotto agricolo che non può superare certi valori, pena l’invendibilità del prodotto.

Se valutassimo la situazione della presenza clandestina così come i nostri politici ci hanno abituati a fare, saremmo immediatamente tentati di addossare tutte le responsabilità della loro presenza ai proprietari terrieri e a qualche imprenditore. Mentre la situazione cose, se viste in un modo diverso, e più realista, ha risvolti più ampi.

Il problema che si è generato è stato causato a monte, ovvero dalle regole inumane ed aberranti  adottate dal liberal capitalismo.

La mano d’opera clandestina aiuta a tenere basso il prezzo finale del prodotto. Se ciò non avvenisse i raccolti rimarrebbero invenduti e rischierebbero di marcire, le perdite economiche diventerebbero colossali ed i costi per il cliente finale salirebbero oltre le sue possibilità d’acquisto.

I problemi da risolvere, quindi, sono il prezzo di vendita del bene, le spese di gestione, le tasse e tutto ciò che contribuisce a far lievitare i costi.

Per eliminare alla base il problema della moltitudine dei clandestini che si riversano nella nostra città, soprattutto in certi momenti dell’anno, occorre risolvere il problema dei costi della mano d’opera agricola.

Bisogna, poi, tener conto anche di un’altra situazione.

Contro la nostra agricoltura esiste una vera e propria guerra dichiarata dalla Comunità Europea. Alcuni proprietari vengono persino pagati affinché non lavorino le loro terre. Attuano questa “politica” il prodotto agricolo viene completamente controllato dal mercato gestito dai capitalisti, i quali possono intervenire sul prezzo senza correre il rischio di vedersi aumentare i raccolti, cosa che porterebbe ad una svalutazione del prodotto agricolo ed al conseguente abbassamento del prezzo.

Di fronte ai metodi speculativi messi in pratica dalla Comunità Europea riteniamo sia un preciso dovere della politica locale intervenire affinché si modifichi lo stato delle cose. 

Se la Comunità Europea risulta essere per la nostra nazione un ostacolo, se non peggio, un danno, l’intervento dello Stato diventa indispensabile.

Esso ha l’obbligo di intervenire con incentivi, sgravi e detrazioni, ha il dovere di permettere ai proprietari terrieri e agli imprenditori l’assunzione del personale in maniera regolare, senza eccessivi costi aggiuntivi.

Ma, affinché si possa chiamare il governo in causa è necessario creare sul luogo una serie di associazioni interessate, suddivise per  categorie rientranti nella questione qui descritta.

La presenza degli esponenti di tutte le categorie interessare deve servire a trovare una risoluzione che non danneggi nessuno e che, allo stesso tempo, eviti di prendere in considerazione la mano d’opera clandestina.

La politica, in questo caso, oltre a mediare gli incontri, deve essere pronta a far sua la decisione finale sancita dagli esponenti delle varie associazioni per poi sottoporla all’attenzione dei ministri competenti perché possa essere, poi, emendata nel più breve tempo possibile.

Con la messa in atto delle proposte scaturite dalle riunioni dei vari esponenti, ovvero delle varie classi interessate, il problema della clandestinità straniera potrebbe ridursi notevolmente a beneficio dell’intera collettività.

I clandestini che, per vivere compiono crimini ed illegalità varie, vanno espulsi con la ferma applicazione delle leggi e, prima ancora, con la prevenzione esercitata costantemente ed ininterrottamente dalle Forze dell’Ordine, vigili urbani compresi.

Quanto sopra specificato richiede tempi medio lunghi. Nell’attesa che si compiano i vari passi devono essere decretate nuove regole di ordine pubblico dirette al contenimento del problema.

A tutto questo non saremmo mai arrivati se avessimo avuto uno Stato presente, con Ministri, Onorevoli e Senatori capaci, competenti e seri.

 

3)     Modifiche di operatività delle forze di Polizia Municipale.

L’attuale stato in cui versa la Polizia Municipale non consente l’espletamento di tutte le funzioni che, diversamente, potrebbero essere portate a termine in numero maggiore e con migliori risultati.

Pertanto, intendiamo fare in modo che le suddette Forze siano messe in condizioni tali da poter espletare, sia i servizi ordinari, sia quelli straordinari.

A tale scopo riteniamo sia necessario munire le Forze di Polizia Municipale di armi, (pistole, sfollagente), e di manette al fine di esercitare il proprio servizio di tutela dei cittadini, (e di tutela personale), con la dovuta autorità che si addice ai rappresentanti dell’Ordine Costituito.

Nel contempo il personale di Polizia Municipale si dovrà sottoporre a test attitudinali ed a visite specialistiche preposte a dare, o meno, l’idoneità  per la detenzione e l’uso delle armi in dotazione.

Coloro che risulteranno abili potranno continuare ad effettuare il loro servizio ordinario per le strade cittadine con maggiore sicurezza e determinazione, migliorando, così i risultati ottenibili. Gli stessi, inoltre, espleteranno anche i servizi straordinari, come quello di supporto agli agenti della Polizia di Stato, ai Carabinieri ed alla Guardia di Finanza, con l’applicazione di tutte le funzioni che si dovessero rendere necessarie per la tutela e la protezione dei cittadini. Dette funzioni potranno essere messe in pratica di concerto con le autorità locali preposte.

Gli agenti che dovessero risultare non idonei all’uso e detenzione delle armi potranno svolgere mansioni impiegatizie negli uffici della Polizia Municipale  in numero adeguato alle esigenze lavorative.

Ciò che intendiamo creare è un corpo di polizia locale ben addestrato, preparato e capace di affrontare ogni tipo di problema e/o atto illecito che si dovesse verificare.

 

4) Tutela del commercio e dei commercianti, prevenzione e repressione di quello abusivo ed illegale.

Il commercio è una parte importantissima per l’economia di questa città, così come lo è per l’intera nazione. Immaginare di doversi confrontare ogni giorno con chi vende prodotti contraffatti o rubati, o con concorrenti che non seguono le regole e le leggi che, invece, i commercianti sono costretti ad osservare, è impensabile ed ingiusto.

Abusivi di ogni specie arrecano ai commercianti danni incalcolabili, tanto che molte attività commerciali, che si reggono grazie agli enormi sacrifici da parte dei titolari e delle loro famiglie,  sono costretti a chiudere i battenti.

Noi riteniamo che sia un dovere sacrosanto dell’amministrazione comunale garantire e salvaguardare le imprese commerciali.

Mantenendo alta la protezione nei confronti di chi rispetta le leggi sul commercio si garantisce anche un reddito più elevato per i titolari dei negozi che possono, di conseguenza, investire maggiormente sui prodotti e sulla stessa attività commerciale. In

questo modo è possibile ottenere anche una sensibile riduzione sui prezzi per i cittadini che, attualmente, vengono penalizzati economicamente dal mancato incasso dei negozianti.

La Guardia di Finanza e i Vigili Urbani devono mettere in atto una serie di controlli rivolti non solo nei confronti degli abusivi e dei ricettatori che vendono merce illecita ed illegale, ma anche verso i negozi gestiti da extracomunitari i quali, molto spesso, non rispettano orari di apertura e chiusura, né si preoccupano di evitare schiamazzi serali che infastidiscono gli abitanti di interi quartieri.

I commercianti italiani e stranieri devono, poi, attenersi alle regole di assunzione evitando, sia di prendere in nero commessi e lavoratori in genere, sia di pagarli con stipendi da fame. Anche questi atteggiamenti devono essere ritenuti illeciti e dannosi per l’economia della città.

Una buona retribuzione è sinonimo di serietà, professionalità e capacità imprenditoriale.

Il Comune, però, non può essere latitante. Deve creare incentivi che permettano l’apertura di attività commerciali ed artigianali in genere, prestano particolare attenzione a quelli a conduzione familiare. Per costoro può essere creato un fondo con il quale provvedere in parte, e per un periodo determinato, al pagamento delle tasse sui lavoratori dipendenti non facenti parte del nucleo familiare dell’azienda. In tal modo  si incentiverebbero le assunzioni e si incrementerebbe lo sviluppo economico della città.

 

5)     Lotta allo spreco del denaro pubblico.

Il denaro pubblico è un bene che non va sprecato ma deve essere gestito nel modo migliore a beneficio dei cittadini.

Il denaro pubblico è composto dalle tasse che i cittadini pagano al Comune e allo Stato. E’ denaro che proviene dal sacrifico, dal lavoro e dall’onestà dell’intera comunità.

Questo denaro deve servire al fabbisogno dei cittadini, alla loro istruzione, alla loro tranquillità  ed alla funzionalità di tutti gli enti comunali e statali.

Ma se il denaro pubblico viene speso male o, addirittura, sparisce dalle casse del Comune per finire nelle tasche di politici locali che si sono arricchiti illecitamente ogni oltre misura, in aggiunta alla perdita di somme consistenti si ha anche un maggiore impoverimento di tutta la  comunità.

Ad esempio, se lo stanziamento di una certa cifra che deve servire per l’acquisto di un macchinario salvavita da consegnare all’ospedale di Foggia si arena nelle tasche di un politico, o se per l’acquisto di detto macchinario si è obbligati a pagare pizzi e tangenti alle persone interessate alla compravendita del bene, oltre a non ottenere quanto necessita la struttura ospedaliera, oppure, oltre a pagare una somma ben superiore al dovuto, vengono a mancare i fondi necessari per l’acquisto di ulteriori macchinari, mettendo così in pericolo la salute dei cittadini foggiani e depauperando le casse del Comune a causa di una tesoreria incapace e corrotta che ha dilapidato i soldi appartenenti a tutta la popolazione onesta.

Debellare la corruzione e  denunciare i politici corrotti e coloro che da essi vengono spalleggiati e protetti, è un fattore importantissimo per la crescita economica e sociale della nostra città.

C’e’ da aggiungere che le casse del Comune non gestiscono solo i soldi provenienti dalle tasse dei cittadini, ma anche quelli derivanti dai fondi stanziati dallo Stato e dalla Comunità Europea. Milioni di euro che, spesso, svaniscono nel nulla.

Prendendo ad esempio sempre la questione sanitaria, al fine di garantire il giusto incanalamento dei soldi destinati alla struttura ospedaliera, riteniamo sia necessario creare una commissione pubblica composta dai rappresentanti dei beni ospedalieri, dai professionisti,( ovvero i medici che dovranno usare i macchinari), dall’associazione dei malati, e dal responsabile comunale, appositamente eletto in Giunta, che siano in grado di indirizzare, da una parte la spesa pubblica verso settori e macchinari che necessitano di particolare attenzione e/o ammodernamento, e dall’altra capace di trovare tutte quelle leggi ed emendamenti, sia a carattere nazionale che europeo, che diano la possibilità di richiedere i fondi previsti.

L’esempio sopra riportato è indicativo. La stessa regola va applicata anche alle altre strutture quali l’istruzione,  l’urbanizzazione, la sicurezza ecc..

La somma così ottenuta, composta dalle tasse dei cittadini e dai fondi nazionali ed europei, deve essere poi pubblicata a cadenza periodica in maniera che il singolo cittadino sappia dove sono finiti i suoi soldi e come sono stati spesi.

 

Le commissioni composte dai rappresentanti delle associazioni di tutte le categorie cittadine, oltre a consigliare soluzioni e miglioramenti da adottare in base al budget disponibile del Comune, garantiranno la diffusione delle suddette informazioni in modo tale che i cittadini, così informati, potranno, poi, esprimere il loro parere sulle operazioni compiute dando eventuali consigli migliorativi per le prossime spese da sostenere.

Capitolo a parte è quello relativo alla condizione delle strade. Esse devono essere risanate al più presto ed i soldi necessari devono arrivare proprio dal taglio degli sprechi. Il Comune di Foggia spende milioni di euro all’anno per consulenze esterne, spesso inutili e superflue. Ed è probabile che molte consulenze servano solo a fare dei favori agli amici degli amici, ma non certo per migliorare la condizione di vita dei cittadini. E allora bisogna evitare il più possibile tali consulenze chiedendole solo in caso di effettiva necessità. A tal proposito ci siamo sempre chiesti il perché della presenza di diversi impiegati e funzionari comunali in quei settori dove, poi, le relative consulenze e perizie vengono commissionate all’esterno.

La trasparenza politica ed economica è alla base di una nazione sana e incorruttibile, dove i cittadini non solo sanno come e perché sono stati spesi i loro soldi, ma ne decidono gli investimenti rendendosi attivamente partecipi alla vita della loro città.

 

6) Creazione di strutture in grado di aiutare i più deboli

La globalizzazione e il liberal capitalismo hanno creato un divario sempre più crescente fra ricchezza e povertà. Coloro che si sono arricchiti grazie all’entrata in vigore delle due forze economiche sono in numero enormemente minore rispetto a chi, sempre per la stessa causa, si è ritrovato tra i poveri.

In futuro la situazione non da segni di ripresa, anzi con tutta probabilità i poveri aumenteranno in maniera vertiginosa e intere famiglie si troveranno sul lastrico per colpa di un capitalismo sfrenato, senza regole, né limiti. Un capitalismo distruttivo portato avanti per decenni da banche, assicurazioni, multinazionali e grandi aziende che, con la complicità dei politici locali e nazionali, hanno dettato il bello ed il cattivo tempo sulla testa degli italiani. Ed ora che al posto del cattivo tempo è arrivato un vero e proprio uragano economico e finanziario, coloro che si sono ingrassati con i risparmi di anni di lavoro dei cittadini, nel migliore dei casi si nascondono e tacciono aspettando che passi il peggio, mentre gli altri, gli sciacalli, chiedono il finanziamento di stato per tenere in piedi le loro banche. Nel frattempo, gli istituti di credito, evitano di comunicare ai loro clienti, detentori di mutui e prestiti, l’abbassamento del costo del denaro e, quindi, il calo della percentuale degli interessi. Ma, quando il costo del denaro aumentava, la solerzia con la quale costoro comunicavano agli indebitati tale aumento, era fulminea.

L’America sta già pagando le conseguenze di questa politica economica assurda e fagocitatrice, immorale, impietosa e disumana. Tanto è vero che sono sempre di più le famiglie americane che stanno perdendo gli unici due beni che posseggono: il lavoro e la casa.

Le condizioni di instabilità economica si stanno vivendo da diversi anni anche in Italia. Una famiglia su tre non riesce ad arrivare a fine mese e gli interessi sui mutui, fino a poco tempo fa, continuavano ad aumentare creando serie conseguenze ad interi nuclei familiari.

Numerose famiglie, anni addietro, hanno acceso mutui che erano compatibili con i loro stipendi. Oggi, con gli stessi mutui, hanno interessi decuplicati  mentre gli  stipendi sono rimasti bloccati, non riescono più a far fronte alle rate.

Come se non bastasse, ai mutui con interessi alle stelle, le banche hanno attuato la politica del “monopolio degli stipendi” che è consistita nella creazione di una serie infinita di finanziarie che hanno promesso prestiti di 10 - 20 - 30 mila euro nel giro di poche ore e la restituzione della somma con pagamenti rateali di poche centinaia, se non addirittura di poche decine di euro al mese.

Ma, in aggiunta alla proposta allettante, le banche no hanno detto che  la somma finale da restituire rasenterà l’usura. E non hanno neanche detto che gli interessi applicati oggi sono infinitamente minori rispetto agli interessi che verranno applicati nel corso degli anni.

Se prima le persone si indebitavano per permettersi un lusso, un extra che non era consentito dal loro stipendio mensile, oggi, la popolazione si sta indebitando per sopravvivere, per pagare le rate del mutuo insieme alla spesa, alle tasse, alla benzina, alla luce, al telefono e a tutte le altre necessità di cui una famiglia normale ha bisogno.

Quindi, se ieri i deboli, cioè coloro che rientravano tra i disagiati, erano coloro che non lavoravano o che, per vari motivi, vivevano sotto ai margini della società, oggi, le categorie sono molto più numerose e comprendendo intere famiglie che, fino a ieri, vivevano

normalmente, senza eccessive pretese, intente a fare i conti tra le spese da sostenere mensilmente e lo stipendio entrante.

Davanti a questa crisi economica che rischia di far crollare l’economia di una intera Nazione lo Stato dovrebbe adottare misure tali da bloccare il vampirismo bancario  riducendo d’autorità, se non abolendo del tutto, gli interessi sulla prima casa e limitando gli istituti bancari e finanziari nella speculazione economica che stanno mettendo in atto a danno della popolazione. Invece succede il contrario. Vengono creati fondi finanziari a favore delle banche per evitare eventuali fallimenti e vengono dimenticati i piccoli e medi commercianti, ovvero la spina dorsale della vera economia e produttività nazionale.

Lo Stato, se fosse svincolato dai legami con l’alta finanza, proporrebbe leggi che tutelano i cittadini. Invece si creano leggi dove il cittadino si trova ad avere il “dovere” di farsi dissanguare dalle banche e dove le banche hanno il diritto di uccidere economicamente, e quindi civilmente, i cittadini.

Se poi andassimo ad analizzare le regole bancarie sui conti correnti ci accorgeremmo che siamo di fronte a delle vere e proprie rapine e truffe ai danni di privati e di coloro che detengono una qualsiasi attività commerciale o artigianale.

Il Nuovo Ordine Nazionale ritiene che queste  situazioni  siano inaccettabili ed inumane. Le banche, pur concedendo loro il diritto alla speculazione economica e finanziaria, (essendo esse nate principalmente per tali scopi), devono essere messe nella condizione di non poter compiere speculazioni tali da danneggiare irrimediabilmente  i cittadini.

I mutui per la prima casa, i conti correnti accesi dalle famiglie aventi uno o due stipendi, eventuali finanziamenti da concedere a chi ne ha bisogno e a chi ne possiede i diritti, devono essere tutelati da leggi atte a non permettere speculazioni bancarie tali da buttare sul lastrico i malcapitati che, inconsciamente o in buona fede, si rivolgono a queste vere e proprie associazioni speculativo – vampiresche.

Anche in questo caso, per capovolgere il Sistema bancario e per bloccare la speculazione che viene compiuta sui cittadini inermi i quali, spesso, non hanno neanche i mezzi per far valere i propri diritti infranti dalle banche, occorre adottare una politica locale che faccia chiaramente capire che qui, a Foggia, le cose stanno diversamente;

che prevale il senso della difesa del cittadino al di sopra di tutto e di tutti; che  i diritti della popolazione non possono e non devono essere calpestati da nessuna organizzazione pubblica e/o privata, tanto meno dagli istituti bancari e finanziari.

Per bloccare questo infame e indegno scenario economico gestito solo ed esclusivamente dal grande capitale che si annida nelle filiali delle varie banche disseminate lungo le vie della nostra città occorre esercitare il “diritto del popolo”.

Crediamo sia opportuno creare un comitato all’interno della quale vi siano i responsabili delle  varie associazioni dei settori commerciali, artigianali e quelli di tutte le altre categorie sociali interessate che contribuiscano, tutti insieme, a creare  la forza numerica necessaria per dare consistenza alla presentazione delle loro richieste alle banche presenti sul nostro territorio.Dette richieste devono essere intese ad ottenere i servizi bancari necessari a costi ed

interessi ragionevoli basati non sulle pretese degli istituti bancari nazionali, o europei o mondiali, ma sulla effettive possibilità economiche del luogo.

Il numero di coloro che faranno parte del suddetto comitato garantirà il buon esito delle richieste e delle eventuali contro offerte che potranno essere vagliate dagli istituti bancari.

Il pericolo maggiore, attuando questa coalizione di intenti, è ravvisabile in una drastica reazione da parte delle banche le quali potrebbero tentare di chiudere o bloccare ogni azione finanziaria e correntista nei confronti degli associati promotori delle richieste.

Ma se dovesse avvenire questo tentativo di forzatura da parte degli istituti di credito, il comitato avrebbe il potere e la forza di creare essa stessa una linea di credito indipendente dagli stessi  tassi che erano stati proposti alle banche. L’appoggio del Comune, in questo caso, nei confronti del comitato e dei cittadini, sarebbe immediato.

A questo punto la reazione bancaria di cui abbiamo accennato sopra, qualora dovesse persistere, risulterebbe dannosa per le stesse banche in quanto i correntisti potrebbero richiedere l’immediata chiusura dei loro conti correnti e la restituzione immediata del denaro li giacente.

Se si dovesse arrivare a tanto, crediamo che la contro reazione del comitato e dei cittadini non rimarrebbe isolata nella sola città di Foggia.

Le banche riceverebbero un duro colpo, se non economico, sicuramente di immagine.

Nessun istituto di credito vorrebbe essere il capro espiatorio di una situazione globale.

E’ probabile che la nostra azione possa avere una ripercussione regionale prima e nazionale in seguito. Altre associazioni si creerebbero ad immagine e somiglianza  della nostra applicando gli stessi criteri, o altri migliori e più diretti, per ottenere ciò che è giusto richiedere.

I cittadini di Foggia devono essere coscienti che è in atto una vera e propria guerra economica dove, da una parte ci sono i grandi capitali che vogliono decidere la vita e la morte di ogni singolo individuo e, dall’altra, ci sono i condannati a morte dal capitalismo, ovvero noi, che, però, hanno in mano la carta vincente.

Infatti il capitalismo non può continuare a vivere se non ottiene la linfa vitale. E la linfa vitale è rappresentata dagli stipendi, dai risparmi, dagli investimenti di ogni singolo cittadino. E se i cittadini non dovessero più riferirsi alle banche per i servizi suddetti e per le speculazioni finanziarie, il grande capitale non otterrebbe più la linfa vitale con la quale, oggi, è in grado di dettare leggi e condizioni di vita.

Un altro capitolo deve essere aperto sulle condizioni in cui versano molte persone, principalmente anziani, disabili  e i non ambienti, le quali non hanno grandi possibilità di vivere in maniera decente, né di lottare per cambiare le regole di questo nefasto sistema. 

Il Comune deve essere in grado di garantire un’assistenza sociale a tutti i bisognosi attraverso associazioni pubbliche e private che gestiscano gli aiuti necessari da poter dare a chi ne ha bisogno. 

Le associazioni pubbliche e private che percepiscono soldi da parte del Comune possono essere direttamente controllate da ispettori comunali.

In Italia, esiste un numero infinito di associazioni private, ed un numero altrettanto infinto delle cosiddette “Onlus”. Molte di queste associazioni si rivelano delle vere e proprie fonti di reddito per i fondatori i quali concedono solo una minima percentuale delle somme incassate per il fabbisogno di coloro per i quali l’associazione è stata fondata.

Sul territorio foggiano, le istituzioni private che prevedono aiuti ai disabili, ai pensionati ed ai meno ambienti, devono dimostrare i servizi da loro svolti e ed il loro fattivo intervento economico. In mancanza di queste dimostrazioni documentali il Comune deve avere il diritto di intervenire  approfondendo le indagini sugli incassi e sulle spese sostenute dall’associazione.

Il risultato, qualora dovesse destare perplessità legali, potrà essere sottoposto alle autorità competenti affinché accertino in modo definitivo la buona o cattiva gestione della Onlus o di qualsiasi altra associazione privata operante nei campi su indicati.

Dal canto suo, il Comune può creare e gestire delle infrastrutture dove vengono prese in esame le eventuali richieste di privati cittadini che intendono prestare la loro opera ai più bisognosi e dove pervengono anche le domande di coloro che necessitano di essere accuditi.

I relativi costi possono essere spartiti tra le associazioni nate per tali scopi, a cui viene dato l’onere maggiore, ed il bisognoso richiedente, che partecipa alla spesa con l’applicazione di una minima percentuale da apporre, a titolo di rimborso parziale, sulla sua pensione, o sulla sua indennità.

Le spese per coloro che, invece, dimostrano di non possedere reddito di alcun genere, devono essere sostenute interamente dalle associazioni preposte o, in mancanza di queste, dal Comune che avrà provveduto, nel frattempo, a organizzare in modo adeguato l’assistenza sociale.

 

7)Creazione, anche con l'ausilio di incentivi, di industrie adibite alla lavorazione dei nostri prodotti agricoli, (olive - pomodori - grano - ecc.) e dei prodotti italiani, con conseguente aumento dei posti di lavoro  e miglioramento economico sociale generale.

 La nostra città vive soprattutto dei proventi derivanti dall’agricoltura.

Essa,  in questi anni, ha quasi esaurito il suo ciclo attivo a causa della globalizzazione selvaggia, della scarsa protezione data al settore agricolo e dei capestri accordi europei che hanno peggiorato la situazione.

Il bene derivante dall’agricoltura, i frutti della nostra terra necessitano, davanti a leggi inique emanante dalle commissioni europee ed accettate supinamente dai nostri governanti, di maggiore protezione e di maggiori opportunità, sia  nel settore agricolo, sia in quella collegata all’industria conserviera.

Anche qui, il capitalismo ha affondato i suoi tentacoli. Ed anche qui sono state imposte regole assurde e improduttive che hanno danneggiato il nostro raccolto e la nostra autonomia alimentare.

La commissione europea è arrivata a pagare i proprietari terrieri affinché lasciassero i loro terreni incolti. Così facendo i capitalisti che si muovono nel settore agricolo hanno potuto controllare la produzione del raccolto dando, poi, il valore di acquisto e di vendita dei beni della terra da imporre alle altre nazioni.

La logica del capitalismo ha, inoltre, voluto l’importazione di prodotti agricoli scadenti rispetto a quelli che avremmo potuto produrre nelle nostre terre.

I pomodori importati dalla Cina, ad esempio, sono stati messi in concorrenza con la nostra produzione. La concorrenza, come era ovvio, non si è basata sulla qualità, ma sul costo. La qualità non è stata neanche presa in considerazione. E così ci siamo trovati sulla tavola prodotti scadenti a prezzi relativamente modici.

Sempre nell’ottica del capitalismo rapace e distruttivo  la comunità mondiale ha messo sotto pressione quella europea, ed in particolar modo quella italiana, affinché la canna da zucchero diventasse un prodotto agricolo di esclusiva produzione e lavorazione sud americana.

L’accettazione di questa assurda proposta ha messo in ginocchio le aziende italiane che producevano lo zucchero, con la conseguente chiusura degli stabilimenti locali e con la conseguente perdita di numerosissimi  posti di lavoro. Il danno economico, quindi, è stato triplo perché derivante dalla mancata produzione della canna da zucchero, dalla chiusura delle aziende nazionali di grandi proporzioni e dalla mancanza di autonomia del prodotto in campo nazionale.

Perché l’agricoltura sia in grado di riprendere le proprie funzioni e si dissoci da certi ingranaggi economici viziati e dannosi, occorre creare un comitato  che contempli le varie associazioni  interessate al tema: consumatori, produttori, commercianti, operai, braccianti agricoli e industriali.

IL comitato così composto deve creare i presupposti per i radicamento di nuove regole da far valere in campo agricolo.

Ma non solo. Sempre la medesima assemblea deve, poi, stabilire i prezzi con i quali garantire la giusta realizzazione economica del lavoratore e il giusto costo d’acquisto del prodotto lavorato per l’utente finale. Il tutto senza che venga compromessa la genuinità dell’alimento.

E’ necessario creare un cartello di vendita e di acquisto sotto il quale e sopra il quale non deve essere concesso nessun sforamento.

E troppo grave quello che è successo in questi anni, dove i nostro prodotti si sono trovati in concorrenza con prodotti importati di scarsa qualità.

Ciò ha portato l’inevitabile abbassamento dei costi a discapito della qualità stessa. In questo modo, seguendo le regole di mercato che hanno inserito merce scadente a prezzi

più bassi,  il prodotto nazionale ha subito un a caduta verticale delle vendite a discapito della qualità.

E per non andare oltre i costi stabiliti dai vampiri di turno, anche in Italia si è ricorso a metodi non sempre naturali cosa che, nel corso dei decenni, ha influito in maniera rilevante  sulla salute pubblica.

Ciò che abbiamo proposto è mirato a far terminare questo insulto alla nostra intelligenza e alle nostre capacità produttive. Quello che vogliamo è lo svincolo dai tentacoli del capitalismo che, giorno dopo giorno, ci stanno stritolando con leggi sempre più assurde, inique e dannose.

Noi tutti dobbiamo sentire il dovere, ed il diritto, di lottare affinché alla piovra del capitalismo vengano recisi i tentacoli. Dobbiamo farlo non solo per noi, ma anche, e soprattutto, per il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti.

Oggi possiamo intervenire ancora in maniera drastica e profonda perché apparteniamo a quella generazione che ha conosciuto direttamente, non solo le aberranti leggi di mercato attuali, ma anche quelle che ieri permettevano un sistema di vita più naturale, dove i pomodori, (per fare un esempio), costavano quanto quelli che oggi vengono importati dalla Cina, con la differenza che il prodotto era notevolmente migliore, creato dalla nostra terra, più saporito e maggiormente controllato durante tutto il suo ciclo di crescita.

Domani, i nostri figli, conosceranno solo il sapore dei pomodori cinesi e le regole stritolatrici del mercato odierno che li hanno importati. Non saranno in grado di fare differenze. Tutto sarà valutato solo come una questione di business, anche a discapito della salute pubblica per la quale nessun speculatore economico d’oltralpe spenderà una sola parola perché se lo facesse metterebbe a rischio la partita di pomodori cinesi che deve piazzare in Italia. 

E allora cominciamo da oggi, iniziamo a capire come , (il perché lo sappiamo tutti), poter uscire fuori da questi ingranaggi infernali che rovinano la nostra economia e la nostra salute.

Cominciamo, ad esempio a fare quattro semplici conti. Se un chilo di pomodori può essere venduto a 80 centesimi di euro dobbiamo creare regole tali che vietino di scendere sotto questo prezzo.

Dall’altra parte, invece, bisogna invogliare il consumatore ad acquistare i prodotti coltivati in Italia, anche se ciò può andare a discapito dei prodotti di importazione ed anche a costo di rompere i trattati internazionali i quali, è bene saperlo, sono stati siglati ed accettati solo per comodità ed interesse delle grandi multinazionali.

Le assemblee indette dai comitati a cui abbiamo accennato prima devono servire anche a questo scopo, a dare, cioè, un costo di produzione ed un prezzo d’acquisto per l’utente finale.

Il comitato deve creare i presupposti per entrare in concorrenza con i prodotti stranieri, soprattutto verso quelli la cui produzione è maggiore nel nostro Paese.

La nostra città, anche in questo campo, può essere d’esempio per tutta la nazione. Abbiamo la fortuna di avere una delle pianure più produttive di tutto il Paese.

Il Tavoliere delle Puglie può essere il nostro riscatto e la nostra liberazione da leggi nazionali ed internazionali inique e pericolose per la nostra economia e per il nostro avvenire.

Il comitato preposto, in concerto con il Comune, può studiare ed applicare una fase di sviluppo agricolo attraverso stanziamenti e fondi da concedere a chi garantisce una certa quantità di prodotto ad un determinato costo.

Il comune ed il comitato inoltre, devono creare i presupposti per lo sviluppo di un comparto industriale di supporto all’agricoltura, appoggiando le iniziative non con contributi a pioggia, (che spesso risultano essere inutili e dannosi o fagocitati dai  soliti noti accaparratori i cui legami si intrecciano con gli interessi della mafia locale), ma creando solide basi finanziarie attraverso l’intervento delle banche, le quali devono finanziare con tassi particolarmente agevolati i vari progetti creati dal comitato e dal Comune. Va da se che il discorso bancario, anche in questo caso, si riallaccia a quanto è stato scritto prima.

L’amministrazione comunale, inoltre, deve essere in grado di recepire i vari finanziamenti europei e nazionali da gestire con i rappresentanti del comitato affinché vengano tutelati i diritti, e vengano rispettati i doveri, di coloro che lavorano la terra e che non hanno il tempo di interessarsi, o non si intendono, di consulenza finanziaria.

A questo devono pensarci l’amministrazione comunale e i rappresentanti di settore il cui operato deve essere cristallino e trasparente come per gli enti pubblici di cui abbiamo trattato prima.

 

8)Agevolazione per i nuclei familiari numerosi e meno ambienti per quanto riguarda l'assegnazione delle case popolari.

Riteniamo che sia corretto, giusto e doveroso dare a tutti  la possibilità di acquistare una abitazione degna di questo nome.

A questo scopo bisogna rivedere, correggere e modificare alcune regole relative all’istituto delle case popolari.

Questo istituto, nato con nobili intenti, è diventato, con il passare del tempo, campo di ricatti morali nei confronti dei più deboli e fonte di incredibili concessioni a chi in realtà non ne ha mai avuto diritto.

Innanzi tutto bisogna che si cambi completamente il concetto di casa popolare.

Nel corso dei decenni si è arrivati a creare il connubio: case popolari = ghetto.

In pratica si è distorto moralmente e socialmente il concetto di edilizia popolare.

La colpa di questo assioma non è, però, da attribuire solo a coloro che discriminano certi luoghi popolari. Anche l’istituto delle case popolari ha una buona dose di colpa.

Essa, infatti, ha creato dei veri e propri assembramenti per i più disagiati, non curandosi né delle persone che vi sono entrare ad abitare, (spesso senza averne diritto), né l’immagine del luogo che, il più delle volte, è stato lasciato nel completo abbandono.

Le case popolari devono, invece, essere luogo di abitazione decorosa e dignitosa. L’istituto non deve avere solo il compito di costruire una “qualsiasi” abitazione, ma deve anche curarsi del fatto che tali abitazioni siano confortevoli ed abbiano tutto i servizi necessari funzionanti. Deve farsi carico della manutenzione interna ed esterna degli edifici e deve provvedere affinché siano rispettati i regolamenti ed i pagamenti.

L’istituto, inoltre, deve vagliare le richieste abitative provenienti prima di tutto da famiglie italiane da sempre residenti nella nostra nazione e, una volta sistemate queste, provvedere alla sistemazione delle famiglie comunitarie ed extracomunitarie.

Non solo. Sempre l’istituto deve creare al suo interno una gruppo di ispettori che vagli le concessioni già sancite e che controlli, sul luogo, che queste siano state assegnate a chi di dovere. Ad esempio, è ingiusto ed illegale che una concessione abitativa venga data ad una determinata famiglia e che poi non si riscontri la presenza di questa ma i componenti di una famiglia diversa.

L’istituto deve anche provvedere a segnalare alle autorità competenti eventuali presenze abusive, (indipendentemente dalla  nazionalità di costoro), dando, inizialmente, un termine limite entro il quale trovare una abitazione diversa da quella occupata e successivamente, scaduti i termini, richiedendo l’immediato intervento delle forze dell’ordine per l’allontanamento di chi ha occupato abusivamente gli appartenenti.

Il Comune deve essere in grado di controllare in qualsiasi momento il rispetto delle graduatorie e l’assegnazione dei luoghi abitativi. E deve spettare anche al Comune la possibilità di controllare il giusto operato dell’Istituto preposto per le case popolari. Deve, inoltre, avere la competenza per presentare eventuali segnalazioni per quei casi in cui si evidenziano probabili incongruenze o illiceità sull’operato dei funzionari dell’istituto delle case popolari.

Anche per quanto riguarda questa particolare ed importante questione il Comune deve poter ottenere dalle banche l’autorizzazione a concedere mutui più che agevolati a coloro che intendono riscattare l’abitazione in cui vivono.

L’acquisizione delle somme che la banca metterà a disposizione del Comune all’atto di vendita, potranno essere usate per la costruzione di altri edifici popolari per i quali i cittadini potranno richiedere il diritto all’abitazione.

 

9)Attività giovanili e lavoro giovanile. Piccole imprese,imprenditoria femminile.

I giovani sono il futuro della nostra società. Ad essi spetterà l’accettazione delle regole attuali, o le modifiche che vorranno apporre. Il domani appartiene a loro ed il nostro compito è quello di prepararli a saper affrontare le insidie ed i pericoli che troveranno lungo il loro cammino

Crediamo che ogni singolo individuo abbia almeno una dote naturale. C’e’ chi è portato per la matematica e chi per la letteratura. C’è chi è bravo nei lavori manuali, chi invece ama approfondire sui libri la propria conoscenza. E ancora, c’è chi è portato ad una specifica mansione lavorativa e chi è capace di organizzare le mansioni lavorative.

Insomma, c’è chi è portato ad utilizzare maggiormente le braccia e chi la mente. Qualunque siano le attitudini di ognuno di loro, tutti insieme, saranno i fautori dei cambiamenti di domani.

Ciò che conta, però, è che il cambiamento totale, o le modifiche delle regole esistenti, avvengano a favore di una vita migliore. 

Il Comune, in questo senso, può creare e dare ascolto ad un’assemblea delle associazioni dove vengano annoverati pediatri, insegnanti, genitori, professori, psicologi, e docenti universitari con i quali organizzare e gestire scuole pubbliche di diverso orientamento e dove è possibile accedervi in base ai cosiddetti “test attitudinali”.

La scuola a cui i giovani si possono iscrivere volontariamente non deve prevedere alcun costo se non quello dei libri.

Comune ed associazione devono garantire il corretto svolgimento delle lezioni ma, soprattutto, il corretto inserimento dei giovani per quel determinato campo lavorativo verso cui sono portati.

Per fare un esempio, se un giovane vuole conseguire un attestato o una preparazione specifica in materia di computer ma dai test attitudinali risulta essere completamente negato per quel tipo di attività, il compito del Comune e dell’associazione sarà quello di incanalare lo studente verso quella professione  per la quale il test ha dato esito favorevole.

Crediamo che occorra dare a tutti l’opportunità di poter migliorare qualitativamente nel campo lavorativo, ma crediamo anche che sia corretto assegnare i posti di preparazione o di approfondimento a chi è portato per determinate campi.

Ma, a parte la specializzazione verso cui indirizzare i giovani, noi pensiamo che i giovani debbano essere seguiti ed incanalati verso logiche che portino, poi, ad uno sviluppo personale e caratteriale ben diverso da quello che, purtroppo, si riscontra oggi in molti di loro.

La famiglia,cosi come oggi è concepita, non basta per salvaguardare il futuro dei giovani. Molte famiglie, infatti, vivono con seri problemi, sia economici che comportamentali.

E’ in particolare verso i giovani di queste famiglie che pensiamo sia necessario creare luoghi dove i giovani possano esprimere la loro vitalità e dare spazio alle loro iniziative.

L’amministrazione comunale deve creare strutture in grado di gestire il tempo libero dei giovani, garantendone la piena libertà di intenti.

Così i giovani maggiormente portati alle discipline sportive devono poter avere spazi e strutture in grado di assolvere alle loro esigenze. Stessa cosa dicasi per coloro che sono predisposti per il teatro, la musica, lo studio e la ricerca, Anch’essi devono trovare

nell’amministrazione comunale le dovute opportunità e la garanzia di poter seguire le loro scelte di studio.

Chi vuole lavorare deve aver modo di specializzarsi anche attraverso i corsi gestiti dal Comune. Ed il comune deve essere in grado, non solo di offrire la specializzazione ma anche di indirizzare il giovane verso le attività per le quali ha scelto di specializzarsi.

Insomma, il Comune e le associazioni preposte devono fare di tutto affinché i nostri figli non debbano più crescere per strada, affinché i genitori di costoro non debbano più ringraziare la fortuna quando essi tornano a casa senza danni.

La scuola, che il Comune e l’associazione devono creare, ha bisogno di basi diverse da quelle che si riscontrano nelle scuole pubbliche e private. 

In esse, infatti, difficilmente si curano i valori della famiglia e l’importanza del singolo individuo che, indubbiamente è capace di lavorare, di specializzarsi e di guadagnare, ma non è capace di recepire, nella maggior parte dei casi, l’importanza di costituire una famiglia, un futuro composto non dalla solitudine, o dal disprezzo, oppure dalla non conoscenza, di determinati valori fondamentali, ma dalla consapevolezza che un futuro privo della possibilità di donare alle persone care le proprie capacità ed i propri sacrifici è un futuro vissuto a metà ed i cui scopi sono, comunque e sempre, raggiunti al 50%.

Le scuole organizzate dal Comune devono avere questo principale scopo, dare un significato alla vita presente e futura dei giovani attraverso la cultura dei valori che si stanno perdendo nel corso degli eventi.

La riabilitazione dei principali valori, che sono la base di ogni nazione sana, aiuteranno i giovani a dare più importanza anche alle loro stesse vite, troppo spesso messe in pericolo da droga ed azioni criminali.

Tutto questo, però, data l’importanza di ciò che, anche moralmente, si intende insegnare, non deve essere prerogativa dei più fortunati, ma deve essere un diritto per tutti coloro che intendono migliorare la propria vita lavorativa e sociale, nel rispetto di quei principi che devono ritornare ad essere la pietra miliare della nostra vita civile.

Una volta formati nelle scuole, (pubbliche o private), e con l’ausilio di scuole di perfezionamento organizzate dal Comune, (come quelle qui accennate), i giovani devono avere l’opportunità di inserirsi nel campo del lavoro, non solo attraverso la ricerca di un lavoro dipendente ma anche nella costituzione di piccole imprese, con particolare attenzione all’imprenditoria femminile.

L’amministrazione comunale di Foggia deve essere in grado, quindi, di creare le strutture necessarie per dare più sicurezza ai giovani, ad esempio, mettendo a loro disposizione locali da adibire a piccole attività,commerciali, artigiane o intellettuali per i quali l’affitto, almeno per i primi anni, deve essere agevolato.

Inoltre, deve essere in grado di poter concedere i finanziamenti necessari per l’apertura delle nuove imprese basandosi su un principio completamente diverso da quello che le banche mettono in atto. Queste, infatti, concedono prestiti solo a chi può garantire materialmente la copertura della somma erogata. Il Comune, invece, attraverso una

apposita commissione che analizza le richieste di finanziamento, deve finanziare credendo nell’attività che le nuove leve intendono svolgere.

L’amministrazione comunale, nel concedere la possibilità di un prestito, deve partire dal principio secondo il quale deve poter dare l’opportunità di un futuro migliore ai giovani perché ciò  significa dare un futuro migliore a tutta la cittadinanza.

Per questo l’amministrazione comunale deve aiutare i più volenterosi e capaci, deve prodigarsi agevolando, nel minor tempo possibile, l’apertura di nuove iniziative commerciali ed artigianali, cercando di sfruttare, tramite gli uffici addetti, tutte le forme di finanziamento europeo e governativo esistenti.

Ma per sfruttare appieno ogni risorsa bisogna in realtà dare voce a tutti quelli che possono consigliare e che pongono domande.

E indispensabile, pertanto, creare un’associazioni di giovani imprenditori che comprenda anche quella femminile e di aspiranti tali perché possa essere data voce alle loro richieste e forma alle loro esigenze. 

All’interno di questa associazione deve essere presente sempre il confronto fra le varie categorie le quali devono saper incentivare l’apertura di nuove imprese. Queste ultime non devono esser viste come concorrenti, ma come ulteriore apertura verso il mondo imprenditoriale, come ulteriore ricchezza per la propria città e come possibilità di nuovi posti di lavoro per altre persone.

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Nuovo Ordine Nazionale – Sede: Piazza Chiaradia 9 – 20141 Milano

Sezione di Foggia: Via Gissi 1 (ang. Via Molfetta) – 71100 Foggia

 

 

Quanto è stato pubblicato è solo una bozza di ciò che potrà diventare definitivo quando parteciperà l'intera popolazione attraverso i suoi delegati.

Il programma che abbiamo sviluppato non può e non deve essere racchiuso tra la prima e l'ultima parola che è stata scritta. Così come l'ideale fascista, che non è mai fermo, stantio e definitivo, ma è in continua evoluzione e cambiamento, pur rimanendo ferme le basi ed i princìpi tipici del nostro ideale, così il programma politico per la città di Foggia è mutabile in base alle necessità ed esigenze della popolazione.

Un punto sul quale non siamo intervenuti prima, e che integriamo qui, per conoscenza diretta a tutti i cittadini, è la nostra valutazione politica e commerciale delle tre municipalizzate, AMICA, AMGAS e ATAF

Il Comune, in questi ultimi anni, ha dato il colpo di grazia alle tre società inserendo nei consigli di amministrazione i soliti raccomandati, ed i politici, o parenti di politici, che non hanno mai avuto le caratteristiche necessarie per occupare i posti su cui siedono.

Il prodotto dell'incompetenza dei consiglieri e della superficialità di coloro che li hanno raccomandati ha prodotto un debito comunale spaventoso. Basti pensare che solo all'AMICA il Comune deve qualcosa come 20 milioni di euro.

L'AMGAS non versa in migliori condizioni. Una società al collasso economico che non riesce ad avere utili nonostante gli incassi che ricava dalla vendita delle fonti energetiche acquistate ad una cifra inferiore rispetto a quella venduta. Incapacità gestionale? Incompetenza amministrativa? O vampiri succhia sangue che depredano ogni centesimo che perviene nelle casse della società? Qualunque siano i motivi, certo è che qualcosa non quadra.

l'ATAF non è da meno rispetto alle due municipalizzate. Con un conto in rosso i consiglieri d'amministrazione della società dei trasporti locali hanno ben pensato di scindere in due l'azienda con la creazione di un'altra società che erediterà la parte attiva dell'azienda, mentre la parte passiva, (parco mezzi, strutture e debiti) rimarrà tutta di proprietà di quella vecchia. Un affarone, insomma, per la nuova società. Una condanna a morte per la vecchia.

Dopo un incontro avuto con il sindacato UGL, abbiamo potuto avere una maggiore chiarezza della situazione. E ci siamo accorti che le condizioni in cui versano le tre municipalizzate sono peggiori di quanto già sapevamo ed immaginavamo.

L'intervento politico, a questo punto, deve rientrare nelle priorità che il movimento si è imposto.

Pertanto, interverremo, innanzitutto, sui consigli di amministrazione, dove verranno tolti dai loro incarichi tutti coloro che si sono dimostrati incapaci, negli anni passati, di amministrare le società predette. Non vi saranno differenze di valutazione tra consiglieri e presidenti d'amministrazione. Chiunque si sia dimostrato inetto, incapace, superficiale, disattento verrà tolto immediatamente dai posti che occupa e, per i casi più gravi si chiederà l'intervento della magistratura affinché faccia luce sugli ammanchi e sulle responsabilità della cattiva gestione delle amministrazioni.

Fatto ciò, si provvederà immediatamente a creare un solo consiglio di amministrazione per tutte e tre le municipalizzate, dove saranno presenti, a titolo di portavoce e di supervisione del lavori, un ristrettissimo numero di rappresentanti politici facenti capo alla Giunta o direttamente al Sindaco, oltre a manager e tecnici provenienti, possibilmente, dal territorio foggiano o, in mancanza, da altri luoghi da dove verranno reperiti.

Il nuovo consiglio d'amministrazione dovrà essere composto da persone che intendono davvero riportare alla normalità i conti e lo sviluppo delle tre aziende. Per questo si chiederà il dimezzamento degli stipendi ed il raddoppio dei tempi di lavoro.

Invece, per quanto riguarda il posto di lavoro di operai e dipendenti, non verrà applicato alcun licenziamento o cassa integrazione.

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Al fine di avere una corretta informazione sulla condizione della città e dei suoi abitanti, intendiamo creare dei comitati di ascolto dove il cittadino può recarsi per far presente una necessità collettiva. Tale punto non deve essere considerato come una specie di confessionale dove rivolgersi per risolvere i propri problemi, ma, al contrario, deve essere inteso come luogo popolare dove ogni cittadino può far presente un disagio che colpisce il territorio di cui i comitato di ascolto è competente. Potranno, quindi, recarsi nei predetti luoghi tutti coloro che intendo far presente un disagio stradale, (buche, scarsa viabilità, mancanza di semafori, parcheggio di auto che intralciano il traffico), un problema sociale, ( un numero eccessivo di questuanti, presenza di criminalità, mancanza di un centro di aggregazione per anziani, mancanza di strutture sportive) e via dicendo.

I detti comitati di ascolto, con lo svolgimento del proprio lavoro,  potranno creare  una mappa dettagliata delle situazioni esistenti su ogni singolo territorio. Abbiamo intenzione di creare 25 comitati, circa, di questo genere. In pratica uno ogni 5.000 abitanti il quale comporrà un territorio che verrà classificato per lettera o numero. Da questi comitati verranno spedite le informazioni ricevute alle varie circoscrizioni di competenza, le quali, a loro volta, faranno la stessa cosa verso il Comune, il quale supervisionerà le informazioni ricevute e prenderà atto delle valutazioni scritte dai comitati di ascolto e dai referenti delle circoscrizioni. Dopo di che il Comune stilerà un programma di interventi decidendone le priorità insieme ai presidenti delle tre circoscrizioni.

Ogni comitato dovrà avere un referente che verrà designato dalla Giunta comunale per il primo anno, mentre per i successivi verrà eletto da coloro che intenderanno far parte del comitato presente sul proprio territorio.