Il Piccolo Segno Luglio-Agosto 2010

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Incominciando col gustare un po’ di libertà, si finisce per volerla tutta. Errico Malatesta (1853-1932) PICCOLO Anno IX, n. 7-8 - Luglio-Agosto 2010 Periodico mensile dell’Associazione Culturale Terre Sommerse Castelli il Segno “Esiste un nesso tra esposizione alle onde e tumori e leucemie” mia vita. Dopo aver imboccato allegra- mente la terza parte, quella che comincia a 60 anni, mi sono im- battuto in uno di questi politici molto preso dal suo ruolo che, come pochi altri, non tollera cri- tiche e posizioni diverse dalle sue, e che, forse infastidito per le cose da me scritte su questo gior- nale, mi ha definito, in privato, con un “aggettivo forte”. Quando i politici sono intolleranti SEGUE A PAGINA 17 di Sergio Rasetti Ho avuto rapporti più o meno stretti e confidenziali con Sindaci e po- litici di ogni li- vello nelle prime due parti della A pagina 10 A pagina 17 Parcheggio Parco Ascensore trappola A pagina 7 Via libera anche al secondo PUA Il futuro del Vivaro è fatto di cemento A pagina 8 Boschi ai privati Patrimonio di tutti Quartiere Vigne Proteste per la rotonda BAR GELATERIA PASTICCERIA KEBAB FAST-FOOD FRIGGITORIA e tanto altro.... Piazza Garibaldi, 21-22 Rocca di Papa (Rm) Tel. 06-94288299 e-mail: [email protected] Di antenne si muore Alle pagine 12 e 13 Lo ha dimostrato una perizia richiesta dal Tribunale di Roma per chiarire le responsabilità di Radio Vaticana su 137 decessi

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Il Piccolo Segno Luglio-Agosto 2010

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”Incominciandocol gustareun po’ di

libertà, si finisceper volerla tutta.ErricoMalatesta(1853-1932)

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Anno IX, n. 7-8 - Luglio-Agosto 2010Periodico mensiledell’Associazione CulturaleTerre Sommerse Castelli

il Segno“Esiste unnesso tra esposizione alle onde e tumori e leucemie”

mia vita.Dopo aver imboccato allegra-mente la terza parte, quella checomincia a 60 anni, mi sono im-battuto in uno di questi politicimolto preso dal suo ruolo che,come pochi altri, non tollera cri-tiche e posizioni diverse dallesue, e che, forse infastidito per lecose da me scritte su questo gior-nale, mi ha definito, in privato,con un “aggettivo forte”.

Quando ipolitici sonointolleranti

SEGUEAPAGINA 17

di Sergio RasettiHo avuto rapportipiù o meno strettie confidenzialicon Sindaci e po-litici di ogni li-vello nelle primedue parti della

Apagina 10

A pagina 17

ParcheggioParcoAscensoretrappola

Apagina 7

Via libera anche al secondoPUAIl futurodelVivaroè fattodi cemento

Apagina 8

Boschi ai privatiPatrimoniodi tutti

QuartiereVigneProtesteperlarotonda

BAR GELATERIAPASTICCERIA

KEBABFAST-FOOD

FRIGGITORIAe tanto altro....

Piazza Garibaldi, 21-22Rocca di Papa (Rm)Tel. 06-94288299

e-mail: [email protected]

Di antennesi muore

Alle pagine 12 e 13

Lo ha dimostrato una periziarichiesta dal Tribunale di Romaper chiarire le responsabilitàdi Radio Vaticana su 137 decessi

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ATTUALITA’2 il Segno - Luglio-Agosto 2010

Gli ultimi scandali confermano ilmarcio dell’Italia di oggi

Inattesacheigiudicidecidanosulruologiocatoda“Cesare”

di DanielaDi RosaIn questa tor-rida estate,l’ometto diArcore (che aforza di lif-ting, al posto

mini del presidente” hannopensato a lui, anche tutta l’op-posizione pur tacendo, ha pen-sato a lui, anch’io ho pensatoa lui e sfido a trovare qualcunoche non pensasse a lui. PersinoLui ha pensato a sè.Eppure il Pm ha spiegato intutta fretta che “Lui” non c’en-tra, non è indagato, nè per lastrage, nè per contatti con laMafia... però sempre a Lui civiene da pensare, chissà per-chè? Quasi tutti i collaboratoridi cui si circonda sono indagatio condannati, ma Lui no, entranei loro processi ma si salvasempre per il rotto della cuffia.Tutti questi uomini che cor-rompono, rubano, arraffano (asua insaputa per Lui), come i“quattro sfigati” che avevanocreato la nuova loggia segretaP3 per favorirlo. Non c’è scan-dalo grande o piccolo in cuinon centri “Cesare”, comepare venga chiamato Berlu-sconi nelle intercettazioni tele-foniche. Eppure Fini gli haricordato la fine che fece Ce-sare, pugnalato dai suoi... saràun messaggio? Ora sul Cava-liere è in corso un’altra inda-gine (di cui nessuno parla) perviolenza e minaccia a Corpodello Stato e concussione,

degli occhi ha due fessure ed èsempre più simile a Mao),deve vedersela invece che coisoliti comunisti menzogneri,con gli ex fascisti di An, inprimis con Fini, che forse gra-zie alla nuova e giovane com-pagna, ha un rigurgito didemocrazia. Ormai stanchi ditutti i ladri che il Cavaliere siporta appresso, sono prossimialla rottura col Pdl. Per pas-sare a Fabio Granata, finianoin commissione antimafia,che apertamente si schieracon gli “odiati” giudici e am-mette che, per quanto riguardale stragi del 92-93, uominidello Stato tradirono e feceroaccordi con la Mafia.Ma ciò che più turba il Cava-liere è la frase attribuita al PmSergio Lavi in cui, pressap-poco, dice che sulla strage divia D’Amelio si è a un passodalla verità e qualcuno al go-verno non la sopporterà.Chissà perchè “tutti gli uo-

Il ministro dell’Interno Ro-berto Maroni ha firmato unadirettiva sui controlli antima-fia indirizzata ai prefetti. Ildocumento riguarda i con-trolli sulle attività imprendito-riali soggette ad appaltopubblico legate alle cave,ossia gli impianti di estra-zione, alla gestione del ciclodel calcestruzzo e degli inerti,trasporto terra, smaltimento indiscarica dei residui di lavo-razione e dei rifiuti, servizi diguardiania e cottimi.Si tratta di attività, ha spie-gato il ministro, «a valle dellafase di aggiudicazione» maparticolarmente esposte al ri-schio di infiltrazione da partedelle cosche locali che, so-prattutto in determinate zone,esercitano di fatto una speciedi monopolio, in ciò condi-zionando tutti gli aspettidell’approvvigionamento deimateriali.La direttiva si muove sul ter-reno della prevenzione e pro-prio per questo consentirà«un’azione precisa e forte perla formazione delle cosiddettewhite list», già impiegate pergli appalti legati alla ricostru-zione dopo il terremoto inAbruzzo e all’Expo 2015 aMilano.Fondamentale per l’indivi-duazione di imprese affidabiliè, secondo Maroni, la colla-borazione tra Ministero del-l’Interno, prefetture eassociazioni di imprese attra-verso il sistema pattizio deiprotocolli, che la direttivapunta a valorizzare.L’impianto della direttiva siaggiunge al complesso distrumenti messi in campo dalPiano straordinario contro lemafie approvato dalla Cameradei Deputati nel maggioscorso.Questi i risultati della strate-gia al 31 maggio: beni seque-strati per un totale di circa 12miliardi; 2 miliardi in titoligià confluiti nel Fondo unicogiustizia, a disposizione delleForze dell’ordine per il con-trasto al crimine organizzato.

Silvio Cajonello

Antimafia,direttivaai Prefettisugli appalti

il Segnoorgano mensile

dell’associazione culturale“Terre Sommerse Castelli”Registrazione Tribunale

di Velletri n. 5/02del 19/02/2002

DIREZIONEViadeiMonti, 24 -RoccadiPapa

DIRETTORERESPONSABILEAndrea Sebastianelli

PIC

CO

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Gatta, Sandro Guidi, MarziaMancini, Loredana Massaro,Marcello Morrone, Noga(Gabriele Novelli), AndreaRasetti, Sergio Rasetti,

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Stampato in proprio

tutto merito di un giornale, ilFatto Quotidiano, che ha rive-lato che grazie alle benedetteintercettazioni, Berlusconi or-dinava all’Autorità Garanteper le Comunicazioni di farchiudere Annozero, pro-gramma da Lui odiato per leverità che dice, e tacitare gior-nalisti come Travaglio. Il soloprogramma di politica, e nondi gossip, che aumenta loshare e fa incassi con la pub-blicità da capogiro.I giudici dovranno decidere seha o no commesso un reato,per me l’ha commesso: èabuso di potere. Anche il restodel panorama politico lo sa, ecosì il cittadino comune. Masapete come finirà? Sarà as-solto perchè il suo era solo unbenevolo consiglio, a Lui San-toro non piace, metà degli ita-liani l’ha votato e non piaceràneanche a loro. E Lui è cosìbuono da accontentarli!

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ATTUALITA’ 3il Segno - Luglio-Agosto 2010

Venerdì 9 Luglio alle ore9.30, La Sovrintendenzaper il Lazio Meridionale,nella persona del dottorFrancesco Di Mario, re-sponsabile di zona, ha orga-nizzato un’apertura guidatadella cittadella portuale diCastrum Inui per i non ve-denti. E’ questa la primavolta che un sito archeolo-gico si apre ai diversamenteabili, proponendo loroquella esperienza tattile chedi solito avviene nello spe-cifico all’interno dei musei.Castrum Inui è stato il luogodell’approdo di Enea sul li-torale romano. Pensate chead Ancona esiste l’unicomuseo tattile italiano intito-lato al grande poeta cieco,

Omero. A Castrum Inuiche si snoda parallelamentealla via Severiana sono tor-nate ala luce ampie e pro-fonde cisterne, laterizi con iloro bolli, muri in opera“spiccata” riproduzioni divasi ed una serie di piccoleterrecotte romane, per nonparlare dei magazzini por-tuali, luogo di scambio eraccolta merci.I circa venti non vedentisono stati accompagnatilungo questo storico sito la-sciando in disparte solo i ri-trovati templi di Esculapio edi Minerva Medica, inquanto troppo scoscesi peressere percorsi; in com-penso saranno accessibili at-traverso modellini in scala

creati apposta per le visitetattili guidate. Questi ventigiovani non vedenti, conl’ausilio dei collaboratoridel dottor Di Mario po-tranno toccare le vere strut-ture murali e rendersi contodella differenza fra un coc-cio pesto ed un marmo, unblocco tufaceo ed un mo-saico. A condurre questopubblico speciale per manolungo le forme, le curve ed isegreti degli antichi vasai la-tini, ci ha pensato un arti-giano che ha realizzatoperfette riproduzioni delleceramiche più preziose ri-trovate fra le antiche rovinee le recenti, invadenti, pa-lazzine balneari.

Marcello Morrone

CastrumInui svelato ai nonvedenti

che è facile prevedere resteranno in caricaalmeno per un anno o due (giusto il tempoper sistemare i nuovi vertici delleAsl, dovestanno i soldi veri). Tutti i meccanismi de-mocratici che garantiscono partecipazionee trasparenza saranno accantonati, ma nonbasta. Il dato più “fastidioso”, per così dire,è che ricalcando un copione purtroppo piut-tosto logoro e di stretta osservanza corren-tizia, è assai probabile che i commissaristraordinari saranno scovati nelle quarte filedei partiti, fra trombati e amici di cordata.Quindi i requisiti in genere saranno più l’ap-partenenza che la competenza. Se poi lecose nei parchi non funzioneranno benis-simo, se ci sarà qualche piccolo spreco,qualche lentezza burocratica, qualche inef-

ficienza, sappiamo perché.Agendo così la nostra presidente corre il ri-schio di scambiare la cosa pubblica con séstessa, la politica con il potere, il governocon il dominio. Ma siamo o no un Paeseprovvisorio fondato sulla deroga?Le segreterie dei partiti saranno certamentegaranti degli equilibri e dell’andamento delsistema. Un sistema che però girerà per darespazio a chi lo guida in questo modo, nonper offrire un servizio ai cittadini né tanto-meno per tutelare l’ambiente. Pazienza se cisarà un altro piccolo abbassamento della so-glia della dignità collettiva. Dopotutto sitratta di delitti non penali, ma civili. Delitti diindecenza, di sciatteria, di volgarità politica.

picchioverde.blogspot.com

LaRegioneLazio per il commissariamento dei Parchi

Una scelta che sadi vecchiapolitica

I parchi del Lazio saranno commissariati.Che significa? Che la politica regionale nonrispetterà la legge che lei stessa si è data. In-vece di insediare i vertici dei parchi attra-verso procedure che prevedono ilcoinvolgimento del Consiglio Regionale,dell’assemblea eletta dai cittadini, le inve-stiture saranno fatte direttamente dalla pre-sidente Polverini. E amen.Una sindacalista prestata alla politica chesembrava avesse una sua schiettezza; par-lava chiaro; disprezzava i politici di profes-sione; non aveva rubato: unamarziana?Allaluce dei fatti costruiva un percorso di con-senso seguendo i consigli di qualche pallidospin doctor, che le aveva ingiunto di smar-carsi dalla politica, prima delle elezioni.Dopo, la mistica del potere si è sciolta nel-l’egemonia sottoculturale dettata dalle se-greterie dei partiti (e organizzatadall’apposito assessore-notaio, che in questocaso di nome fa Mattei). È sì, perché non èche può fare tutto lei: aumentare Irap e Ipef(regionali); segare ospedali e posti letto;mandare a casa tutti i vertici delle Asl; au-mentare presidenti e commissioni regionali;presenziare due Consigli regionali in quattromesi. Insomma che volete?Il senso civico sarà sostituito dal senso ci-nico e nessuno si potrà scandalizzare troppose l’Italia è ormai uno dei paesi più corrottid’Europa. Nell’ultima classifica di Transpa-rency International siamo scesi di altre ottoposizioni e ora Roma è sottoAnkara, anchese per adesso è ancora sopraAtene!In pratica per i parchi saranno nominati deiCommissari Straordinari, così straordinari

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Il Parco dei Castelli Romani

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ATTUALITA’4 il Segno - Luglio-Agosto 2010

Conclusi i corsi formativi dellaUilcemdiRoma e del Lazio

Piùattenzioneal sapereper il futuro dei giovani

di Bruna BenelliIl 23 giugno è stata celebrata suinternet da centinaia di siti eblog, la giornata mondialedell’orgoglio pedofilo, per ri-vendicare la libertà di amare ibambini e per esprimere la “so-lidarietà” ai pedofili attualmentein carcere. Mi ribolle il sanguenelle vene…La psicologia ci insegna a nongiudicare le persone per quelloche fanno perché dietro ogniatto, ci sono dei motivi inconsciche lo hanno causato e probabil-mente delle grandi sofferenze;ci insegna che si possono libe-ramente amare persone del pro-prio e dell’altrui sesso, ma chesiano adulti consenzienti, e ingrado di capire e di volerequell’amore, ma non un bam-bino di pochi anni che ancoranon è in grado di distinguere ciòche è giusto da ciò che non lo è!E’ quindi responsabilità degliadulti che lo educano, fornirgliprotezione e amore sano, cor-retto ed equilibrato. Non si puòlegittimare “un amore” (cheamore non è) che arreca dannifisici, morali e psichici per tuttala vita di un individuo. L’orga-nizzazione “Terres des hom-mes” che lotta contro gli abusiall’infanzia, e che si schiera conforza contro i pedofili, ha pro-mosso la Campagna “MondialiSudafrica 2010” allo scopo disensibilizzare e informare ilmondo sulla grande vulnerabi-lità deiminori africani vittime difenomeni come sfruttamentosessuale, abusi e pedofilia.Terres des Hommes ha segna-lato che in questi ultimi mesi ilmovimento di minori non ac-compagnati lungo le frontieredei Paesi che confinano con ilSudafrica, è aumentato a causadelle reti dei trafficanti. Moltibambini finiscono vittime diabusi o nel mercato degli or-gani. Invito tutti a combattere lapedofilia, denunciando i mal-trattamenti ai minori.Ricordiamoci che prima di es-sere adulti siamo stati bambinie che è sempre valida la mas-sima “non fare al prossimo tuociò che non vorresti venissefatto a te… o ai tuoi figli!”.

di Venere Balla*e Catia Sergianni**Prosegue il percorso formativodella Uilcem di Roma e delLazio che con le date 6 e 7 lu-glio ha dato lo start up a pro-getti che porteranno per la finedi settembre alla formazione di70 delegati e delegate.Gli argomenti trattati nel corsodelle giornate formative hannoriguardato la comunicazionesindacale, la contrattazione e lagestione del negoziato, se-guendo il consolidato modelloformativo Uilcem che prevedediscussioni in plenaria integrateda attività pratiche.Per due moduli formativi si èsvolta una mattinata dedicatainteramente alle problematichedi Genere ed alle Leggi controogni forma di discriminazionenei luoghi di lavoro.Il corso ha visto l’impegnodello staff della formazione

della Uilcem Nazionale coor-dinato dal Segretario Organiz-zativo Marco Lupi, che si èavvalso della collaborazionedei tutor presenti nel territorio,reduci dal corso di aggiorna-mento per formatori svoltosinel mese di maggio a Grottafer-rata. L’impegno e l’attenzionedella Uilcem di Roma e delLazio verso i temi della forma-zione sono testimoniati dalle ri-sorse di bilancio che, comesegreteria, destiniamo per taleattività donando un’importanteopportunità di crescita.Oltre al consueto appuntamentoche ogni anno organizziamoper gli attivisti del nostro terri-torio, partecipiamo in manieramassiccia agli appuntamentiche vengono realizzati anche alivello nazionale, consentendoad un numero cospicuo diiscritti di crescere in questa di-rezione e approfondire i temi

caldi della vita sindacale, poli-tica e sociale che sono alla basedel nostro agire quotidiano.L’obiettivo che come SegreteriaUilcem di Roma e del Lazio ciprefiggiamo con l’organizzaoadi fornire ai nostri attivisti piùgiovani ma non solo, gli stru-menti adeguati per rappresen-tare al meglio le istanze deilavoratori. Il mutare della so-cietà, sempre più incentrata sulsapere, sulla necessità di comu-nicare attraverso nuove forme,le politiche giovanili in attonella nostra Organizzazione,necessitano di un adeguato sup-porto formativo ed è per questoche il nostro impegno in questadirezione, nel futuro continueràad essere massiccio e costante.

*Segretaria ProvincialeUilcem Roma

**Segretaria CoordinamentoRegionale Uilcem

pereroe, con quei muscoli e lo sguardo da duro. Infondoquando si è piccoli si ha bisognoanchedi figuredi riferimento che ti diano sicurezza.Andrea incute timore, quando con due parole quasimormorateproibisceaqualchescavezzacollodi tuffarsiin piscina rischiando di farsi male.Andrea lo si cono-sceva più loquace. Chi non lo vede da molto lo trovaforse più tranquillo, giusto una punta piùmalinconico.Sicuramente più taciturno. Sorride più spesso, ha unsorriso diverso. Carico. Non ipocrita. Andrea sembrasempre lo stesso, a sguardi e parole chepassanovelocie lisci, comel’acquaperschizzare fugacementeabordovasca, è lostessoper lepersonechevanno insuperficiee solo dove si tocca. Per chi ha voglia di nuotare più inlà,Andrea non è più come prima. In un sei aprile lon-tano per i tgma non per chi c’era, adAndrea è crollataaddossounapartedicasa inaffittoesicuramentemoltecertezzeeconvinzioni sullavita.Andreaeraall’Aquila.Quella sera lamorteavevadecisochenella stradadoveabitava lui, avevaraccoltoabbastanzaanimeescossoni

Beneficiodd’’ inventario

Andrea ci sa fare con i bimbi, inse-gna loro a nuotare. A quei cucciolidella scuola nuoto sembra un su-

di Ettore Zanca

I fantasmidell’anima

di terra, si è fermata, ha sbuffato e ha attraversato il mar-ciapiede andando a fare strage da qualche altra parte, la-sciandolo illeso. Nel fisico almeno. Già perché Andreaha perso molto ma non la sua vita. Era lì per lavoro, lasua vera casa era da un’altra parte, lontana dal buio tre-mante e collassato. Andrea ha perso amici e si sente incolpa, non ha perso casa e si sente in colpa, non ha ungraffio e si sente in colpa. Come capita spesso a chi siè salvato verso chi non ce l’ha fatta. La sorte, Dio, una entità sadica, qualcuno che sta alpiano di sopra o di sotto, dice che non tocca a te e tu seicontento, ma non ce la fai a gioire, perché ti sembra difarlo sulla carcasse altrui. Ti senti un avvoltoio. Andreavorrebbe essere felice per la sua incolumità, ma non ciriesce, perché è costata qualcosa a qualcun altro. Chenemmeno conosceva. Andrea a volte piange per quelloche avrebbe voluto fare per gli altri quella notte, magarise ha un battibecco con qualcuno non litiga fino infondo, anzi, cerca di conciliare perché capisce che lavita è breve e fugace e non vale la pena sprecarla inputtanate. Gli affanni squallidi suonano le loro trombeinutili più lontani. In fondo Andrea è sempre lo stesso,forte sicuro e cordiale. Però se non siete in grado diguardare i fantasmi negli occhi, non chiedetegli di le-varsi gli occhiali da sole. Specchiatevi sulle lenti, date-gli il vostro saluto e il biglietto per un lettino a bordovasca e prendete comodamente il sole in piscina. Nes-suno avrà nulla da ridire. Magari se tenderete megliol’orecchio sentirete un piccolo sussulto. È la sua animache trema, spesso, da quel sei aprile, trema perché nongli hanno esaudito un grande desiderio. Andrea avrebbevoluto essere abbastanza forte da abbracciare tutti, maproprio tutti, quella notte e portarli lontano. Senza casa, senza beni materiali, ma vivi. Tutti.

Orgoglio pedofilo, giù le mani dai bambini

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ATTUALITA’il Segno - Luglio-Agosto 2010 5

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fenomeni sociali, i fenomeniculturali e i fenomeni politici; ildolore deve essere la radice ma-teriale di quel principio e spe-ranza di cui parlava Ernst Bloch,che noi dobbiamo ricollocaresulla scena pubblica e nel di-scorso politico per poter dire conla forza, l’allegria e le inquietudini, soprattutto dei piùgiovani, che sì!: c’è un’Italia mi-gliore e noi la faremo vincere!”. Al termine della “Festa delleFabbriche” ci si ritrova ghermitida un senso di disorientamento:ci si sente giovani e responsabilial contempo, con una forte con-sapevolezza di essere una gene-razione saltata, sfruttata dallaprecarietà. Alla stessa maniera,tuttavia, se ne esce vittoriosi,consci di aver strappato, per laprima volta, quel velo nero da-vanti agli occhi regalandoci unanuova speranza.

*La Fabbrica di Nichi Rocca di Papa

di Lorenzo Ofantino*Il 16-17-18 luglio presso labaia San Giorgio di Bari si èsvolto l’“Eyjafjallajökull: Eru-zioni di buona politica”; ilnome, oramai noto, è quello delvulcano islandese che nel mesedi marzo ha distribuito caos inmezza Europa. Alla stessa ma-niera del vulcano, ma con in-tenti ben più benefici, le“Fabbriche di Nichi” invadonola scena pubblica creando unfestival della buona politica. LeFabbriche sono ormai sparse intutta Italia, nel mondo anzi, erappresentano un modo di farepolitica “anomalo” in quantoesterno alle logiche di partito. Per meglio spiegare tale con-cetto, partiamo dalla defini-zione che danno di sé: “Lafabbrica di Nichi è un’espe-rienza plurale, aperta e collabo-rativa. Non è un nuovo partito,ma un laboratorio che vuolerinnovare il linguaggio e le pra-tiche della politica, aprendospazi pubblici, reali e virtuali,per incontrarsi e condividereidee, esperienze e progetti perun’Italia migliore”. In questitre giorni si è discusso per ore,sotto un sole cocente, mante-nendo tuttavia grande sobrietàed entusiasmo, a dimostrazionedi quanta passione possanoavere centinaia di ragazzi e ra-gazze nei confronti della poli-tica. Vi erano seminari condocenti e ricercatori universi-

tari che vertevano su vari temiquali l’economia (con gli au-tori del libro “Tremonti, istru-zioni per il disuso” G.Zannella e A. Moro), il Lavoroe nuove schiavitù (con V. Ba-varo, docente di Diritto del La-voro e C. Tajani, ricercatrice inScienze del Lavoro), i Mi-granti, la Mafia, la Ricerca, lacondizione Femminile e moltoaltro.Oltre ai seminari – tutti rigoro-samente attivi, quindi senzaspettatori ma con un pubblicointerlocutore – vi erano i Fab-bricamp, vale a dire quattrospazi per sviscerare “Idee,Progetti, Racconti per un’Italiamigliore”. Il sistema si è mo-strato innovativo e nei giorniprecedenti il festival si sonoproposte delle aree di discus-sione, prima votate e poi sceltedagli utenti mediante l’utilizzodella rete. Il giorno 17 ci si èconfrontati sui vari argomenti,fra i quali: le Fabbriche (es.Progetti ed esperienze), il La-voro (es. Nuovi mondi, nuovimercati, nuove crisi, nuovi la-vori: bisogno di nuovi diritti),l’Apprendimento (es. LaScuola, primo luogo dellabuona politica), il Territorio(es. Resistant [he]art!: L’arte alcuore della città), Buon Go-verno (es. le buone prassi isti-tuzionali), e ancora Cultura,Nuovi Media, Innovazione eWelfare.

A Bari anche La Fabbrica di Nichidi Rocca di Papa

hanno segnato la vittoria dellapolitica come curiosità, dellacondivisione delle conoscenzereciproche, della voce di unagenerazione inascoltata esfruttata da forme di lavoromalate.

A Bari con “La Fabbrica di Nichi di Rocca di

Eruzioni di buona politicon le Fabbriche di Vend

Alla vibrante ker-messe era presenteanche La Fabbricadi Nichi di Roccadi Papa, da pocoistituita ma giàpiena di idee eprogetti, che cer-cherà di portare laforza e la poesiadei fatti anche al-l’interno del no-stro territorio.Questi tre giorni

Contro una politica che offu-sca la speranza, oggi sappiamoche c’è un’Italia migliorepronta a caricarsi il peso di unaricostruzione culturale, primache politica, come ben descri-vono le parole di Nichi Ven-dola a conclusione del festival:“Noi non dobbiamo anestetiz-zare il nostro dolore, ma lodobbiamo usare per capire dipiù. Il dolore che proviamo devediventare una lente di ingran-dimento per vedere meglio i

Papa”

caola

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PAGINA APERTA6 il Segno - Luglio-Agosto 2010

di AnnaritaRossiIl sole riscal-dava piace-volmente ilsuo viso e,quella leggerabrezza, ren-

L’arte di volare fermatadalla catastrofe petrolifera

esseri perfetti e creati per volarecon qualsiasi condizione atmo-sferica, capaci di suoni melo-diosi, non hanno mai avuto peròvita facile. Oltre ad essere sele-zionati in natura dai loro preda-tori, sono stati e continuano adessere cacciati per sport. A ciò siaggiungono le catastrofi am-bientali dagli esiti nefasti neltempo. La petroliera nel Golfo del Mes-sico, sta purtroppo sterminandomigliaia di specie di animali, trale quali tanti volatili destinati ad

una lunga agonia. Inzuppati dipetrolio e da questo avvelenatiper averlo ingerito, diventati pe-santi, è come se gli fossero statetarpate le ali in quanto non pos-sono più volare. Insomma, un altro terribile inci-dente… Eppure, si possono pre-venire catastrofi del genere,impegnandosi consapevolmentead un modo di vivere più sanoed ecologico. Un maggior ri-spetto per la natura, sicuramentesalvaguarderebbe tante specie,non da ultima, anche la nostra.

tore, dei diamantini ed una cop-pia di rapaci. Al bambino sem-brava non mancare nulla, se nonfosse stato per quella maledettagiornata nella quale qualchetempo prima, durante una bat-tuta di caccia tenutasi dalla suafamiglia, veniva colpito acci-dentalmente, lasciando le suegambe immobilizzate. Un terri-bile incidente per il quale ilpadre, logorato dal senso dicolpa, promise al figlio di noncacciare mai più, esortandoquante più persone conosceva afare lo stesso. Tutto ciò che lo circondavaquindi, da quel brutto giorno, luilo contemplava soltanto da se-duto. Poi un pomeriggio, facen-dosi aiutare da alcuni amici, aprìla voliera e mentre vedeva que-gli uccelli librarsi in volo, fu talel’emozione di vederli final-mente liberi che si sentì lassù,insieme a loro. Per lui che nonpoteva più camminare, quelloera stato indubbiamente il

deva ancora più gradevole queltepore. Il bambino stava con gliocchi chiusi che apriva di tantoin tanto quando udiva deglistormi di uccelli cinguettare. Livedeva lassù, volteggiare nelcielo terso e talvolta gli sem-brava che danzassero tra loro,distanti dagli aerei che gli somi-gliavano così tanto. Era bello starsene là in quelgiardino a veder tornare alcunespecie viste l’anno prima e a di-stinguerle con l’aiuto di qualchelibro. Il piccolo laghetto con unacoppia di cigni e qualche ger-mano reale, stava lì ad incorni-ciare un luogo molto bello.Sotto una quercia secolare, inuna voliera, vivevano delle tor-

giorno più bellodella sua vita.Chi di noi non hamai desiderato divolare proprio comefanno gli uccelli?Quelle creature, giàpresenti nella mito-logia, imitate dagliinventori di velivoli,hanno persino facili-tato i nostri sposta-menti. I pennuti,

Nella scuola dei tagli aumentanosoltanto gli insegnanti di religione

elementari e medie non avranno sup-plenti, o che avranno figli ammassati inaule come negli anni 50, faranno molta fa-tica a comprendere ed accettare. Mentre iprecari, lasciati definitivamente a casadopo anni di sacrifici e inutili attese di as-sunzione si ritroveranno a pensare di aversbagliato tutto perché se avessero sceltol’insegnamento della religione, oggiavrebbero avuto qualche possibilità di la-

vorare; naturalmente con il consenso delVescovo. Francesca Puglisi, responsabileScuola per la segreteria del Pd ha detto:“Si tratta di un dato anomalo, non me loaspettavo. C’è qualcosa che non quadra”.E’ quello che penseranno anche i genitoridi Rocca di Papa che non vedranno accoltii loro figli nel modo dovuto nelle localiscuole pubbliche.

il-sognatore.blogspot.com

Hanno presentato drastici tagli di inse-gnanti a tempo indeterminato e di miliardidi euro come la riforma della scuola. De-cine di migliaia di insegnanti precari chehanno permesso il funzionamento dellascuola pubblica per decenni, una vita daveri e propri emigranti per supplenze diqualche giorno o settimana con compensisotto i limiti della sussistenza, messi allaporta dopo un vero e proprio sfruttamentolegalizzato. Lo stesso Ministero ha certificato i numeridella tabella a lato, osservando la qualepossiamo dedurre chein percentuale le differenze sono: Docenti a tempo indeterminato: –3,8;Supplenti: – 0,6; Docenti di sostegno: –0,3; Insegnanti di religione: +1,5;Personale Ata: –5,8; Classi: –1,1; Scuole: –0,2; Alunni: +0,5. La religione, che è una materia facolta-tiva, ottiene nella riforma più attenzione.I genitori dei bambini che resteranno fuoridelle graduatorie degli ammessi a fre-quentare scuole materne, quelli che nelle

docenti a tempo indeterminato 704.891 docenti a tempo indeterminato 678.369supplenti 130.835 supplenti 116.973docenti di sostegno 87.190 docenti di sostegno 86.889insegnanti di religione 25.931 insegnanti di religione 26.326personale ATA 245.275 personale ATA 231.118N. di classi 374.946 N. di classi 370.711Scuole 41.994 Scuole 41.902

Alunni 7.768.071 Alunni 7.804.711

Anno scolastico 2008-2009 Anno scolastico 2009-2010

Page 7: Il Piccolo Segno Luglio-Agosto 2010

7il Segno - Luglio-Agosto 2010

Intrappolata per oltre un’ora nell’ascensore del parcheggio di piazza Claudio Villa

Dopo aver posteggiato l’automobileinizia l’incubo in attesa dei soccorsi

Il parcheggio interrato di fronte alla sede del Parco

RROOCCCCAA DDII PPAAPPAAnotizie, informazione, attualità

Al 31 maggio 2010 i residenti censiti nel Comune di Rocca diPapa erano 15.885 (maschi 7.901; femmine 7.984).*

*dati forniti dall’Ufficio d’Anagrafe

NUMERI UTILIFarmacia Comunale: 06-9499986Clinica San Raffaele: 06-9428601

Comando Carabinieri: 06-94749007Polizia Municipale: 06-94286134Centralino Municipio: 06-942861

TAXI Mario: 339-1669282

INDOVINA QUANTI SIAMO?

doccia per togliersi di dossoquell’odore sgradevole delquale si era impregnata. Natu-ralmente ha preteso che i VigiliUrbani facessero una relazionedell’accaduto che poi è statatrasmessa anche alla locale

Stazione dei Carabinieri, perquanto di loro competenza.Il fatto ha riportato l’attenzionesui problemi relativi alla sicu-rezza della struttura, dei qualiil nostro giornale aveva giàparlato, e sono tanti i cittadini

che chiedono di definire me-glio le modalità di utilizza-zione di questo utilissimoparcheggio che è ormai impe-gnato, nelle ore di punta, sem-pre al massimo delle suepossibilità.

di Sergio RasettiLunedì 5 Luglio ore 9. Dopoaver lasciato la macchina insosta nel parcheggio interratodi Piazza Claudio Villa, è en-trata nell’ascensore per salirea livello stradale. Entrare,spingere il pulsante e avver-tire quell’odore nauseabondoche emanava la cabina è statol’insieme di azioni e sensa-zioni di un attimo. Troppotardi per tirarsi indietro. Leporte si sono chiuse mal’ascensore non è partito.Qualche tentativo di sbloc-carlo spingendo tutti i pul-santi disponibili. Niente dafare: porte chiuse e ascensoreimmobile.Al citofono di servizio ri-sponde un operatore che assi-cura un interventotempestivo. Alla richiesta diessere più preciso, risponde:“Il più presto possibile”.Comincia una rassegnata at-tesa. Il cellulare è fuori uso:non c’è campo.Dopo circa 30 minuti, unpoco stordita da quel terribileodore, richiama con il cito-fono. “Stanno arrivando” ri-spondono, ma non sanno diretra quanti minuti saranno sulposto.A questo punto comincia abattere sulle pareti per richia-mare l’attenzione di qual-cuno. La sentono; arrivano ivigili urbani dopo pochi mi-nuti, ma non sono in grado diaprire le porte, chiamano al-cuni dipendenti dell’anti-stante Parco Regionale checon degli attrezzi fanno levaaprendole e la fanno uscire.E’ passata un’ora circa. Del-l’intervento tempestivo assi-curato, non c’è traccia. Anchenei 10-15 minuti successivialla liberazione non è arrivatonessun addetto al servizio disoccorso. Non sappiamo sepoi è arrivato qualcuno o si èperso completamente nel

nulla.E’ questa la disavven-tura mattutina di unanostra concittadinache, come tanti altri,utilizza con fiducia ilparcheggio interrato.Chi può mai pensareche in una strutturapubblica la sicurezzanon sia assicurata almassimo delle possi-bilità e la rapidità diintervento non sia ga-rantita nel giro di unamanciata di minuti?L’interessata, per for-tuna in ottimo stato disalute, non ha dovutofar altro che cam-biarsi d’abito dopoaver fatto una bella

L’Amministrazione di Rocca di Papa in collabo-razione con la Provincia di Roma ha presentato,a stampa e organizzazioni presenti sul territorio,il nuovo Servizio di Raccolta Differenziata Portaa Porta per il Centro Storico e la zona bassa delpaese che entrerà in funzione dal prossimo 2 Ago-sto 2010. Per i Campi d’Annibale e il Vivaro siprocederà con il sistema attuale riordinato.Il Sindaco Boccia, l’Assessore Provinciale Mi-chele Civita, quello comunale Alberto Cardinalihanno spiegato le fasi e le modalità del cambia-mento che sarà comunicato in modo capillare conincontri pubblici e materiale informativo vario atutti i cittadini interessati nelle prossime setti-mane.Semplificando possiamo dire che si tratta di sepa-rare carta, vetro, plastica, materiali non riciclabili,rifiuti umidi e potature; conferendo poi il tutto neigiorni indicati.L’aspetto sul quale tutti hanno posto l’accento èquello della comunicazione, affidata ad un

esperto che la curerà nei dettagli fino al raggiun-gimento dei risultati previsti.Da tutti gli intervenuti è stato sottolineato che ilruolo degli operatori addetti al servizio, per ilquale sono previste alcune nuove assunzioni, è daconsiderarsi fondamentale perché con le giusteindicazioni che essi potranno dare agli utenti, intempi brevi, tutto potrà funzionare regolarmente.E’ questa un’occasione per fare dell’ambiente cit-tadino il cardine fondamentale di un paese pulitoe ordinato; liberato da quelle piccole discaricheche si formano attorno ai cassonetti ogni giorno.Ma il ruolo decisivo lo avranno i cittadini che senon collaboreranno, rispettando al 100% le indi-cazioni date, non consentiranno il raggiungi-mento degli obiettivi previsti, facendo scattareinoltre sanzioni previste da regolamenti nazionalie europei che farebbero lievitare i costi oltre a noncontribuire, per quanto possibile, a combattere in-quinamento e a perseguire l’obiettivo del rispar-mio energetico. (S.R.)

Parte il 2 agosto la raccolta differenziata “porta a porta”

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ROCCA DI PAPA il Segno - Luglio-Agosto 20108

Hai perso qualche numero del Segno? Vuoi ritrovare un articolo che avevi letto? Da oggi puoi consultare tutti i numeri del nostro mensile

collegandoti al sito internet: www.issuu.com/ilpiccolosegno. Buona lettura!

www.issuu.com/ilpiccolosegno

PIC

CO

LO

Anno IX, n. 6 - Giugno 2010Periodico mensiledell’Associazione CulturaleTerre Sommerse Castelli

il SegnoComunediRoccadiPapa, votata l’edificazionedi 1.200metri cubi

E’partitol’assaltoal Vivaro

volte a migliorare la situazionescolastica: due nuovi edifici sonostati inaugurati il mese scorso,nella zona delle Vigne e ai Campid’Annibale, con grande soddisfa-zione da parte di tutti. Purtroppo aqueste lodevoli iniziative del-l’Amministrazione Comunalenon fa riscontro la politica scola-stica nazionale. I tagli al personaledocente e i provvedimenti tesi so-prattutto al risparmio non rendonoagevole una programmazione fu-tura della scolarità cittadina.

Scuola, dopoi tagli nientepiù classi

SEGUEAPAGINA 13

di Rita GattaRecentemente aRocca di Papa,come tutti sap-piamo, sono stateportate avanti ini-ziative politiche

Picchioverde a pagina 11

Di Rosa a pagina 15

CommerciantiParla ItaliaVerdinelliAndrea Rasetti a pagina 8

Incendiate 3 automobili in pieno centro

Paura e terroreper le alte fiamme

Apagina 9Gestione boschiSi continuaadiscutere

Lettera al SindacoMobbing oche cosa?

Sebastianelli a pagina 7

Via Roma, 11 - ROCCA DI PAPA (RM) - Tel. 06-94749080Orario no-stop 8,30-19,00 (no appuntamenti)

PARRUCCHIERAfuori di testa

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orario continuato

NO ALLA LEGGE BAVAGLIO

L’amministrazione comunale di Rocca diPapastarebbeperaffidare lagestionedeisuoiboschiasocietàeaziendeprivate.Macheneè stato del progetto presentato nel 1999 dal-l’allora Sindaco Ponzo finalizzato a creareuna filiera pubblica del legno, che avrebbedatovitaapostidi lavoroeadunanuovapo-litica ambientale? Dopo dieci anni quellepromessesonostatedimenticateedora ipri-vatipotrebberogestire l’unicarisorsadicui ilnostro paese è dotato.Quest’ultimasceltaapparecomel’ennesimodisfacimentoambientalecondottoconrego-laritànegliultimianni,cominciatoconlosfa-celo dell’antica Via Sacra, proseguito conl’abbandono degli Arcioni, e che potrebbeaverenell’edificazionedelVivaro lasuacon-clusione.

1.500 ettari di boscopubblico sarannodati in gestione ai privati

Boschiinvendita

”Sicuramente ipiù coraggiosisono coloro chehanno la visione

più chiara di ciò cheli aspetta, così dellagioia come del peri-colo, e tuttavia l’af-frontano.

Tucidide

PIC

CO

LO

Anno IX, n. 5 - Maggio 2010Periodico mensiledell’Associazione CulturaleTerre Sommerse Castelli

il Segno

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Centro Estivo Luglio-Agosto

alla guida del nostro paese in oc-casione del rinnovo del Consi-glio Comunale previsto per ilprossimo anno.Non siamo stanchi di vederenelle liste i soliti nomi o quelli dipersone poco motivate o compe-tenti, che all’ultimo momento sifanno avanti come portatorid’acqua al mulino di qualcunoche non ha nemmeno illustratochiaramente idee e progetti damettere nel piatto?

In vista delleelezionicomunali

SEGUEAPAGINA 16

di Sergio RasettiVorremmo ve-dere fin dalleprossime setti-mane, impegnatiin campo aperto,coloro che vor-ranno candidarsi

Paola Gatta a pagina 10

Sebastianelli a pagina 19

CentroStoricoDomenicaapasseggio

Rasetti a pagina 8

Ripetitori radio-tv diMonteCavo

Il fallimentodiunaclassepolitica

Alle pagine 12 e 15Bollette e codePolemicheperl’acqua

Scavi aM.teCavoLericerchedel1929

Sebastianelli a pagina 7

di Andrea Sebastianelli“E’ partito l’assalto al Vivaro”.Con questo titolo messo inprima pagina sul numeroscorso, il Segno ha voluto lan-ciare l’allarme cementifica-zione della frazione verde diRocca di Papa, argomento sucui l’amministrazione guidatada Boccia sembra andareavanti spedita. Oltre al PUA(Piano di Utilizzazione Agri-cola) della “Società AgricolaPolentone”, nella stessa sedutaconsiliare (la n. 4 del 24 feb-braio 2010) la maggioranza Pdha dato il via libera a un altroPUA presentato dall’AziendaAgricola “Le Ginestre”.Rispetto all’altro progetto,quest’ultimo appare anche piùinvasivo dal punto di vista am-bientale e paesaggistico. In-fatti, il progetto de “LeGinestre” prevede la “costru-zione di spazi aperti da desti-nare alla sosta dicampeggiatori, la realizzazionedei servizi igienico-sanitari,del barbecue e la sistemazionedei locali esistenti per attivitàricreative e deposito/venditadei prodotti ortofrutticoli”. E ancora una volta l’approva-zione è avvenuta in deroga alPiano Regolatore vigente(quello del 1976), alla LeggeRegionale n. 2/1984, e allaLegge Regionale n. 10/2003(“per quanto concerne il tran-sito dei veicoli a motore suaree agricole”).

L’assalto al Vivaro prosegue con un altro Piano di Utilizzazione Agricola

Con il secondo PUA il Comune avvia la trasformazione della frazione verde

torni (che ha fatto conoscereil nostro paese in tutto ilmondo) ma anche e soprat-tutto un territorio da sfruttareper attività commerciali di at-trazione turistica. Facendo di-ventare il Vivaro un paesinocon strutture ricettive, negozi,ecc. ecc. come ce ne sono adecine intorno a noi, facendo-gli perdere quell’alone di fa-scino ambientale che abbiamoimparato ad amare fino adoggi. E soprattutto, con questescelte azzardate, il centro sto-rico di Rocca di Papa perderàil suo unico salvagente, ap-punto la frazione Vivaro. Pen-sate se ai numerosiappassionati di cavalli chefrequentano il Vivaro venis-sero garantite corse rapide dicollegamento Rocca di Papa-Vivaro-Rocca di Papa, così daportarli negli alberghi citta-dini facendo conoscere loroanche le bellezze del centroroccheggiano. Sarebbe la cosapiù semplice per far rinascerel’antico quartiere di Rocca diPapa, oggi ridotto peggio diuna borgata romana. Invece, approvando PUA echissà cos’altro, la frazionesarà sempre più distaccata dalsuo paese. Ancora compli-menti al Sindaco Boccia chein pochi anni sta disgregandoil vasto patrimonio ambien-tale che i nostri nonni cihanno lasciato in eredità.

Facciamo nostre le parole delConsigliere Comunale di Sini-stra e Libertà, Aldo Morana,che in quella seduta ha dichia-rato che “quello che stiamoesaminando è un agriturismobello e buono, non ha nulla ache vedere con un’aziendaagricola e l’attuazione di que-sto progetto si concretizzerà inuna devastazione di quel-l’area”. Fatto sta che, oltre alvoto contrario di Morana, cisono stati 11 voti favorevoli(sui 13 consiglieri presenti) eun astenuto, Alberto Cardinali,Ass.re all’Ambiente del Co-mune (che invece aveva votatosì al PUA della “Società Agri-cola Polentone”), segno che gliequilibri politici in seno alla

maggioranza sono molto deli-cati al di là dei facili annuncidi amore e fratellanza tra colle-ghi di partito. Oltre alla mag-gioranza, hanno espresso votofavorevole anche i Consiglieridi minoranza Enrico Fondi eLuigi De Santis (tutti gli altriConsiglieri di centro-destraerano assenti così comel’esponente di Rifondazione,Croce). Con questi due PUA (ma nonè escluso che sulla loro scia nearriveranno altri) il Comune diRocca di Papa ha avviato unaprofonda rivisitazione del“ruolo” della frazione Vivaro,non più un’area verde riservataalle attività del Centro Eque-stre Federale del Coni e din-

Alcuni paesaggi del Vivaro oggi

Page 9: Il Piccolo Segno Luglio-Agosto 2010

ROCCA DI PAPA 9il Segno - Luglio-Agosto 2010

di Sergio RasettiA scuole chiuse, nelle ore dipunta, il traffico è lievementediminuito ma non è difficile tro-vare una lunga fila di auto cheprocede a passo d’uomo su ViaFrascati rallentato da due sema-fori e dalla rotonda di Squarcia-relli. Su Via delle Barozze stessasituazione all’incrocio con ViaDei Laghi dove, con l’aperturadi Via delle Calcare e numerosimezzi pesanti in transito, c’è daaspettarsi soltanto un aumentosostanzioso dei tempi di percor-renza.Nel prossimo futuro, l’aperturadi un supermercato che si affac-cia su Via Frascati nei pressi delsemaforo all’angolo con PiazzaAlcide De Gasperi, creerà sicu-ramente seri problemi.Qualcuno pensa di sostituire ilsemaforo con una rotatoria. Pro-

getto difficile da realizzare inuno spazio angusto dove già siconcentrano troppe uscite a rasoe ora si aggiunge quella del su-permercato in costruzione. Pec-cato, un’altra leggerezza checomporterà difficoltà ulterioriper i cittadini. Cogliamo l’occa-sione per chiedere di studiaresoluzioni meno penalizzanti pertutti, magari chiedendo qualchesacrificio in più al costruendocomplesso edilizio Giardinodegli Ulivi. Sarebbe anche nel-l’interesse dei futuri acquirentie clienti di questo Complessodel quale nessuno riesce ancoraad immaginarne il reale impattoambientale sull’intero quartiere. Altro discorso urgente riguardail percorso viario che occorreper arrivare a Rocca di Papa nonappena sarà ultimata la nuovastrada Villa Senni – Via delle

Il paese cresce e le strade scoppiano per l’eccessivo traffico

I nodi irrisolti della viabilità stanno arrivando al pettine

La stretta Via Cavour

Barozze. Il tragitto naturale nonpotrà che essere Via del Troio –Via Palazzolo. Percorso diffi-cile già adesso. Decidere per ilsenso unico sarà obbligato e al-lora ci troveremo a pensare tuttii giorni a quelli che hanno fattocostruire su ogni metro qua-drato di Via Cavour ma nonhanno realizzato una strada percollegarla con Via delle Ba-rozze. Altro regalo del quale, icittadini tutti, ringraziano.Adesso comunque è il caso dimettere mano subito a tutta laviabilità secondaria possibileper dare ai cittadini alternativeda utilizzare. Allargare peresempio: Via dei Castelli Ro-mani tra Via Frascati e Marino;Via delle Mimose e Via Roccadi Papa; Via dei Ciclamini eVia Carta Brutta; Via dei Colli;Via Vicinale della Macchia; ViaS. Lorenzo ed altre ancora.Non attivarsi in questa dire-zione, ricercando nel contempoi relativi accordi con i comuniconfinanti che dovranno fare laloro parte, significherebbe ab-bandonare definitivamente icittadini automobilisti al caosdel traffico con i relativi costieconomici, di tempo e di saluteche penalizzano sempre di piùsu una viabilità comunale chesarebbe un eufemismo indicarecome carente.Tra le emergenze comunali diRocca di Papa, crediamo chequella del traffico occupi sicu-ramente uno dei primi postidella lista.

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Anche quest’anno, a ridossodel Solstizio d’Estate, l’Asso-ciazione Tuscolana di Astrono-mia (ATA) ha organizzato la“Festa dell’Osservatorio” perfesteggiare il decennale del-l’Osservatorio Astronomico“Fuligni” del Vivaro (foto inalto). Il programma è stato ca-ratterizzato da una conferenzadel professor Paolo De Bernar-dis, uno dei più noti cosmologial mondo, sul tema “Osservarel’Universo: oltre le stelle, finoal Big Bang”. L’associazione, attiva nell'areadei Castelli Romani, Roma Sude Provincia di Latina, intendel'astronomia, con il suo caricodi storia millenaria e di fascinouniversale, lo strumento idealeper veicolare, valorizzare e ac-crescere la cultura e la passioneper la scienza, ancora troppopoco diffusa nel nostro paese.L’evento ha fornito anche l’oc-casione per inaugurare la nuovaconvenzione di gestione del-l’Osservatorio, uno dei princi-pali centri di attività osservativadi proprietà del Comune diRocca di Papa, che da que-st’anno è affidata all’ATA.

L’Ass.ne diAstronomiafesteggia il decennale

L’Osservatorio del Vivaro

Page 10: Il Piccolo Segno Luglio-Agosto 2010

ROCCA DI PAPA il Segno - Luglio-Agosto 201010

Il blog di “Picchioverde” continua a porre domande su un progetto sbagliato

Ecco perchè il Comune non dovrebbeaffidare i boschi pubblici a ditte private

dotto legato alle esigenze del mercato, nonsolo locale; che sia capace di intessererapporti e dialogare con le associazioninazionali e non di categoria; che impongale linee della qualità di prodotto e anchedel prezzo, perché con 1.500 ettari il mer-cato lo determini con le scelte che fai; cheusi un marchio europeo di qualità del pro-dotto locale, ecc. Pensiamo ad una situa-zione nella quale il taglio viene gestitodirettamente, come dicevamo, senza gareo aste, quindi con un notevole flessibilità,mettendo a reddito anche i derivati dellalavorazione del bosco che possono esseretrasformate in “compost” e “pellet” e ri-vendute (vedi l’esperienza di “Torre Perna- Decima Malafede).

Insomma quello che volevamo sottoli-neare nel nostro articolo e che vogliamoancora sostenere è che i Comuni devono“governare” cioè amministrare il paese.Troppo comodo delegare tutto all’esterno;al contrario le ricchezze vanno gestite, èper questo che la gente vota, per fare inmodo che gli impegni vengano gestiti almeglio, nell’interesse di tutti la colletti-vità. È su questo metro che si giudica la qualitàdi una gestione politica comunale ed è perquesto che il nostro giudizio su questaAmministrazione Comunale, se l’atteg-giamento e le soluzioni che propone sonoqueste non può che essere negativo.

picchioverde.blogspot.com

Contro il Cinipede del castagno deve essere introdotto un insetto

Boschi di castagno da proteggere

L’ufficio stampa del Comune di Rocca diPapa ha inteso rispondere al nostro arti-colo sulla questione dei boschi di Roccadi Papa. Attraverso un comunicato stampail Comune rigetta le accuse e rimanda alladelibera di Giunta comunale dello scorso13 aprile. Ringraziamo comunque l’ufficio stampadel Comune per la cortese risposta; tutta-via ci sembra che i contenuti del comuni-cato non facciano che confermare le nostreperplessità.Innanzitutto nessuno ha mai sostenuto che“ci sarà una vendita del patrimonio fore-stale” come dichiarato nel comunicatostampa, ci mancherebbe altro che per farcassa si vendesse una tale ricchezza, pe-raltro dopo averla acquistata soltanto diecianni fa. I nostri rilievi (e quelli del “Pic-colo Segno”) sono stati posti sul fatto cheil Comune intende, come dice la delibera,“quantificare le entrate che deriverebberoal Comune dalla vendita dei tagli di fineturno e dei diradi, contemplati nei piani digestione e assestamento forestali… per ilprossimo decennio…” alfine di “…asse-gnare in vendita tagli pluriennali del so-prassuolo boschivo che garantiscano…un’entrata nelle casse comunali con paga-menti a cadenza fissa”, tradotto significa:rinunciare alla gestione diretta, per garan-tirsi entrate certe. Si può affermare che ilComune ha sempre fatto così, cioè ha ven-duto alle ditte boschive tramite asta pub-blica i tagli giunti a fine turno. Con questadelibera il Comune prevede l’assegna-

Il trasporto del legname eseguito alla maniera antica

zione di più tagli per piùanni; in sostanza si fa ge-stire il patrimonio boschivodai privati, come abbiamoaffermato noi.Un Comune normale chepossiede 1.500 ettari di bo-schi che valgono, per ilsolo taglio, tra un milione eun milione e mezzo di eurol’anno, dovrebbe gestire untale patrimonio per farlorendere al massimo. Peresempio creandoun’azienda municipalizzatache curi direttamente anchei tagli, il cui guadagno (al-meno in parte) sia legato airisultati; che crei un pro-

un antagonista in natura,quindi si tratterebbe soltanto diimmetterlo nei nostri boschiattendendo i risultati che, co-munque, arriverebbero dopoqualche anno. Ma il problema,come al solito, sono i soldi ne-cessari per attuare questo pro-getto. Il Comune roccheggiano nondovrebbe avere problemi vistoche ogni qual volta viene ese-guito un taglio boschivo deve,obbligatoriamente, accanto-nare delle risorse per le cosid-dette migliorie boschive. Nonsappiamo a quanto ammontinoad oggi i soldi accantonati dal-l’amministrazione ma la cifra

dovrebbe essere considere-vole. A meno che non sia statautilizzata per svolgere altri in-terventi. Alcuni dati confor-tanti arrivano per esempio dalPiemonte, dove la presenza delCinipede, attestata fin dal2001, non ha ad oggi portatoalla morte di alcuna pianta.Certo, l’inserimento in naturadell’insetto antagonista deveavvenire rapidamente poichèanche la bellezza, il frutto (lebuonissime castagne) e la sa-lute degli alberi sono una ric-chezza da salvaguardare. Strano è che su un tema tantodelicato e importante l’Asso-ciazione Nazionale Città del

Castagno (di cui Rocca diPapa è stato uno dei paesi fon-datori) non si sia sentita. Comemai? E perchè i cittadini nonsono stati resi partecipi di que-sta vicenda? La ComunitàMontana dei Monti Lepini haorganizzato incontri con citta-dini e coltivatori a CarpinetoRomano (8 maggio), Montela-nico (14 maggio) e Segni (10maggio), paesi la cui econo-mia ruota intorno al castagno.Da noi i cittadini hanno dovutoaspettare articoli di giornaleper venire a conoscenza diquesto problema. Modi diversidi intendere partecipazione einformazione.

di Andrea RasettiLa guerra all’insetto killer deicastagni (Dryocosmus Kuni-phius, chiamato comunementeCinipede) continua. Anche ilComune di Rocca di Papa èsceso in prima linea per trovaresoluzioni al problema, essendoproprietario di 1.500 ettari dibosco di castagno. La buonanotizia è che quest’insetto ha

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ROCCA DI PAPA 11il Segno - Luglio-Agosto 2010

di Sergio RasettiI lavori di restauro dell’albergoEuropa, destinato a nuova sededel Comune di Rocca di Papa,sono fermi da molti mesi.Si ha l’impressione di rivivereil tempo dell’antico albergoRighi, situato a poche decinedi metri, che restò a deperiregiorno dopo giorno, divenendoun rudere che per 30 anni ac-colse male i visitatori e feceuna compagnia non desiderataai roccheggiani che andavanoa prendere il fresco nel giar-dino antistante.Speriamo che anche questo ri-spettabile edificio d’epoca nonsia destinato ad accompagnarciper tre lustri nelle condizioniattuali.All’apertura del cantiere i la-vori procedevano normal-mente. Si notava un sostenutomovimento di uomini, mezzi emateriali, poi sono rallentati.Per alcune settimane ci hannolavorato quattro o cinque ope-

Il restauro, fermo ormai da mesi, non si sa quando finirà

Ripartiranno i lavoriall’exalbergoEuropa?

Tanti i successi per l’atleta roccheggianoMarco Zitelli, la passione per il “lancio del disco”

L’ex albergo Europa

ditta, che aveva l’appalto ancheper la costruzione della scuolamaterna dei Campi d’Annibale,al completamento della scuolaperché, naturalmente, si era de-ciso di dargli la precedenza. Di conseguenza i tempi previstiper l’esecuzione dell’opera sonosaltati e le difficoltà della fi-nanza pubblica sopraggiuntenon lasciano intravedere, nulla

di positivo.Resta il fatto che la piazza prin-cipale del paese, quella del benvenuto al visitatore, si presentamolto male con un cantiere ab-bandonato. Costretti da un’occasione im-portante, la festa del patronocon eventi che si sarebberosvolti proprio sulla piazza, qual-cuno si è reso conto che quella

rai, suc-cessiva-mente ilc o m -p l e t ofermo diogni at-tività. In Co-m u n eh a n n ospiegatola cosacon lanecessitàdi impe-gnare la

situazione non era proprio piùtollerabile e ha disposto la ri-mozione di materiali con lasuccessiva messa in opera diun telone per fare da schermo,in qualche modo, all’abban-dono di un cantiere molto im-portante per il paese. Masarebbe opportuno procederead una sistemazione più deco-rosa in attesa della ripresa deilavori, soprattutto se i tempi,come temiamo, saranno an-cora lunghi. Cominciare aconsiderare l’immagine che sida del paese uno dei cardinifondamentali per essere degnidi far parte di un circuito turi-stico e ambientale, l’unica ri-sorsa ancora disponibile per ilfuturo, dovrebbe essere l’im-pegno principale di ogni am-ministratore. A proposito dell’opera di re-stauro, non sappiamo se fupresentato al pubblico il pro-getto con le nuove disposi-zioni interne. Per i non addettiai lavori non è facile poterneprendere visione. Noi comunque ci auguriamoche siano stai previsti spaziadeguati da mettere a disposi-zione delle numerose attivitàculturali, artistiche e socialipresenti così numerose nelpaese. Necessità che l’edificioin questione, per le sue carat-teristiche, potrebbe facilmentesoddisfare.

di Andrea RasettiRocca di Papa da alcuni anni sta diven-tando una fucina di sportivi bravi e vin-centi, ragazzi impegnati nello sport conpassione e grandi sacrifici (anche da partedelle famiglie che li sostengono con ener-gia). E’ il caso di Marco Zitelli, atleta roc-cheggiano di lancio del disco in forza alCentro Sportivo Aeronautica Militare, chein questa prima parte del 2010 ha colle-zionato importanti partecipazioni otte-

Campionati Italiani assoluti di Grosseto.Un medagliere niente male per Marco chesi è distinto in una delle discipline più dif-ficili dell’atletica, indossando anche lamaglia azzurra. “In Francia e in Norvegia-ci racconta con particolare emozione- ga-reggiavo per la nazionale”. Ottimo ancheil suo personale assoluto di lancio deldisco (61,61) che è anche la 12° presta-zione di sempre in Italia. Ragazzi come Marco Zitelli devono es-

sere presi ad esempio per il loro modo dipraticare sport in modo pulito senza doverfare uso di sostanze dopanti ma potendocontare soltanto sulla costanza degli alle-namenti e su quell’innata capacità di met-tere in sintonia corpo e mente. Bravo Marco!

nendo ottimi risultati. Ecco il suo ricco tabellino: 2° aiCampionati Italiani invernalilanci a San Benedetto delTronto; 12° alla Coppa Europainvernale lanci svoltasi ad Arles(Francia); 1° alla Coppa Italia diFirenze; 9° al famoso GoldenGala di Roma; 10° ai Campio-nati Europei per Nazioni di Ber-gen (Norvegia); ancora 2° ai

Marco Zitelli durante una gara di lancio del disco

L’atleta roccheggiano Marco Zitelli

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prattutto per la sua intransi-genza, professionalità e com-petenza. Oltre al dottorMicheli, la perizia ha visto lapartecipazione attiva di altrimedici ed esperti, tra cuiPaolo Baili, Elisabetta Mene-ghini, Franco Berrino, Ar-duino Verdecchia e MarcoBaldini. Due sono state le perizie ri-chieste dal Tribunale. Laprima ha riguardato i 137 de-cessi che hanno colpito la po-polazione dal 1997 al 2003; laseconda ha preso in esame141 decessi. Le loro conclu-sioni sono sconvolgentiavendo individuato “un’asso-

APPROFONDIMENTO

ilSegno-Luglio-Agosto2010

delle onde emesse; ed infinemetterei a disposizione dei mieiconcittadini un ufficio legaleaffinchè chi abbia subito de-cessi in famiglia o chi abbiacontratto una grave patologiatumorale e leucemica legataall’elettrosmog possa comin-ciare a chiedere giustizia. Macome al solito non accadrà

nulla di tutto questo perchè lapolitica locale, prima di ergersia paladina dei diritti dei citta-dini, dovrebbe fare piena lucesu ciò che è accaduto a MonteCavo fin dal 1976. E la politica non lo farà maiperchè emergerebbero respon-sabilità vere su questa fenome-nologia tutta roccheggiana.

Ondemaledette

di AndreaSebastianelliLa notizia è di quelleche ti fanno saltaredalla poltrona! Dopoanni (oltre trenta) incui tutti (istituzioni etecnici) hanno dettoche scientificamentenon è provato che leonde elettromagneti-che provochino dannialla salute, una veritàdiversa comincia atrapelare grazie allavicenda che ha coin-volto Radio Vaticanadi Cesano. Una peri-zia, richiesta dal Tri-bunale di Roma, hastabilito un nesso tral’insorgenza di tumorie leucemie e l’esposi-zione alle ondeemesse dagli impiantidi trasmissione radio-televisiva. Per i roccheggian que-sta non è solo una no-tizia di cronaca ma èuna vera e propriabomba che apre gliocchi di fronte ai nu-merosi casi di tumori,leucemie ed altre pa-tologie minori che damolti anni stanno pro-vocando a Rocca diPapa decessi e malaticronici. La valenza el’autorevolezza diquesta perizia non è indiscussione visto chelo studio è stato con-dotto dal dottor An-drea Michelidell’Istituto Nazionaledei Tumori di Milano,un’istituzione nota so-

Una perizia scientifica accusa Radio Vaticana: “Esiste un nesso tra l’esposizione alle onde elettromagnetiche e l’insorgenza di tumori e leucemie”.Rocca di Papa, ora, ha paura... mentre il Comune tace.

Un gruppo di antenne di Monte Cavo

ciazione importante, coerente esignificativa tra esposizione re-sidenziale all’emittente ed ec-cesso di rischio di morte perleucemia”. Ancora più dram-matica un’altra affermazionesecondo cui “l’esposizione alleantenne di Radio Vaticana, perimportanti tempi di vita deibambini sino ai 14 anni d’età,sia associata a un eccesso di in-cidenza di leucemie e linfomi”.Nel leggere i passi delle periziesubito la mente corre non soloalla vetta di Monte Cavo, dovesono installati una sessantina diimpianti fra radio e televisioni,ma anche al Santuario dellaMadonna del Tufo che da al-cuni anni ospita diverse an-tenne radiofoniche, tra cuiRadio Maria. Oppure alla località Costarelle,sopra il centro storico di Roccadi Papa e a poche decine dimetri dalla piazza dei Campid’Annibale, dove oltre ai ponti-radio (che emettono onde diminore intensità) in passatoavevamo segnalato la presenzadi un’antenna radiofonica maismentita nè dall’amministra-zione comunale nè dai proprie-tari dell’area. I timori e le paure aumentano ei risultati delle perizie sono im-portanti perchè rivestono “unprimario e assoluto interesse

concittadini circamalattie e decessisospetti riguar-danti parenti edamici; istituirei su-bito una commis-sione tecnica perverificare lo statoattuale dell’esposi-zione alle ondeelettromagneticheda parte dei citta-dini; darei avvio aun controllo quoti-diano attraversouna centralina indi-pendente con ilcompito di misu-rare in ogni mo-mento dellagiornata l’intensità

Ripetitori radio-tv a Monte Cavo vetta

per le persone coinvolte e per lagiustizia”.Se io fossi il Sindaco di Roccadi Papa non perderei un minutoin più ed istituirei subito un uf-ficio comunale per raccogliereprove e testimonianze dei miei

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di ROMA e PROVINCIA

suppl.to al n. 7-8 - Luglio-Agosto 2010 de “il Segno”ilSegnoil

Segno n.7-8

CARLO ALBERTODALLA CHIESA

Cuore diCactus

In VII pagina

In VII pagina

In II e III pagina

ECOMAFIE 2010Nel Lazio crescel’allarme per i reati ambientali

La nostra recensione è dedi-cata al libro di Antonio Ca-labrò, “Cuore di cactus”, unvero e proprio viaggio nellevicende che tra Palermo eMilano hanno caratterizzatola sua vita di giornalista,scrittore e manager. Un libro che ci fa guardarealcune vicende italianesotto una luce nuova.

News daMafiopoli

In ultima paginaIn VII pagina

Contro il clanCasamonicala Provincia è parte civile

In V pagina

Zoomafie,smascherati i reati controgli animali

In VI pagina

Chiude lo sportelloantiusuradei Castelli?

In VI pagina

Legambiente ha pre-sentato il “Rapporto2010 (riferito al2009)” in cui il datopiù eclatante riguardala Regione Lazio cheha conquistato il se-condo posto nella clas-sifica dei reati control’ambiente (nel 2008era in quinta posi-zione). Quasi 3.500 leinfrazioni accertate.

Ritratti d’autoreIl libro del mese L’Italia e lamafiosità

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ilSegnoilSegno

luglio-agosto 2010 - n. 7-8

di EttoreZancaOggi il solescalda lapelle. Mipiace. Alloraavverto fortela nostalgia di

Vita e morte del

II

Palermo e cerco il cielo con latonalità giusta, del tutto simileal blu della mia infanzia. Tuffarsi nel passato con que-sto caldo è refrigerante. Maiindulgere ai ricordi col mal-tempo. La pioggia stinge l’ot-timismo e ci trasforma inaspiranti Baudelaire. Mairaccontare un fatto di cro-naca con coinvolgimento per-sonale, specie se è difficilespiegare cosa potrebbe col-legarmi a Carlo AlbertoDalla Chiesa. Nulla che siacomprovabile oggettiva-mente. Di sicuro. La cronacaracconta di una vittima sacri-ficale. Anzi tre. L’altare sceltoper immolarli fu una via diPalermo, mai stata così fa-mosa come da allora. Inca-strata tra il Teatro Politeamae Via Libertà. Via Isidoro Ca-rini. Molti palermitani sep-pero i dati anagrafici diquella strada in quel 3 set-tembre 1982 e per sempreassociarono il Prefetto deicento giorni a Palermo conquella data e quella via. Unacantilena ripetitiva. Treset-tembreottantadueviaCarini-DallaChiesa.

verno tardava a concedere.Nel frattempo i migliori killervenivano precettati perl’azione. Quell’uomo non po-teva e doveva nuocere comenella lotta al terrorismo. Laleggenda narra di un di-scorso ai Cantieri Navali. IlGenerale parlò di legalità esenso dello Stato. Un operaiogli chiese: “Eccellenza, mavuole fare la rivoluzione?“,“No, voglio far funzionare loStato a Palermo“. “E questasecondo lei non è rivolu-zione?“. Urgeva un’azioneesemplare, anche a costo diviolare la regola sacra di nontoccare le donne, anche acosto di uccidere la numero-sissima scorta, composta daun uomo solo, che viaggiavanell’altra macchina. DomenicoRusso. Io ricordo. La mia me-moria storica scivola comeuna essenza nel fiume dellamia vita. Il primo omicidio diMafia che ricordo nitida-mente con immagini familiari.Rivedo mio padre tornare acasa di corsa, furibondo. Nelviso l’espressione di chi aveva

IL PRIMO RICORDODI MAFIAIo ero tra quelli. Uccidere ilgenerale Dalla Chiesa fu laprova che la Mafia sapevacolpire preventivamente. Pra-ticamente le cosche spara-rono a un leoneaddormentato, per paura delsuo risveglio e delle sueazioni post-letargo. In questocaso la prevenzione fu age-volata. Dalla Chiesa chiedevada tempo poteri che il go-

UN INCONTROE UN RICORDO

subito una mutilazione frescadella propria speranza di le-galità. Amareggiato, avevasprecato la sua rabbia per-ché non trovava la casa degliamici da cui doveva andarea cena, adesso la rivolevatutta per riversarla su quellastrada insanguinata. Era ira-condo. Mio padre non si ar-rabbiava mai, al massimoironizzava disilluso e con cita-zioni colte da professorequale era.

“Il primo omicidio di mafia che ricordonitidamente con immagini familiari.

Rivedo mio padre tornare a casa dicorsa, furibondo. Nel viso l’espressionedi chi aveva subito una mutilazione fre-sca della propria speranza di legalità”

3 settembre 1982, l’attentato a Carlo Alberto Dalla Chiesa

per poco, non fai in tempo afotografarlo che subito scom-pare. Puoi solo raccontarlo,sperando che ti credano.Qualche anno dopo frequen-tavo il liceo classico “Meli” diPalermo. Avevo come dirim-pettai di corridoio molti figlidi magistrati, Grasso, Guar-notta, Borsellino. Mi ero gua-dagnato un soprannome cheera un tatuaggio: il nipotedel preside. Una etichettache creava problemi, più checon i miei compagni, con miozio che per non dare adito afavoritismi mi trattava peg-gio degli altri. Adesso lo rin-grazio, prima un po’ meno. Lamia timidezza e il mio amoreper greco e storia dell’arte,

Ritratti d’autore,DALLA CHIESA

“Prefetto dei cento giorni”

Cos’è una leggenda? Un bel-lissimo fiore acquatico cheviene a galla raramente e

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ilSegnoilSegno

luglio-agosto 2010 - n. 7-8

rendeva completo il ritratto del perfettoimbranato. In una estate persa nel tempoero a Roma con mio padre e mia madre.Quel giorno a pranzo in un ristorante vi-cino al Pantheon magnificavo a miamadre che non era venuta con noi, lebellezze dei Musei Vaticani, percorsi tuttid’un fiato con mio padre stremato dietrodi me. Raccontavo l’avidità con cui avevodivorato il patrimonio artistico. Guardoa quel momento come si guarda un ri-tratto a olio e china di un raro momentodi serenità e unità familiare. Si alzò unuomo dal tavolo vicino. Aria da nobi-luomo, modi e posture idem: “Permet-tete? Siciliani?”.“Palermitani!”- rispondiamo noi, non spe-cificando ma puntualizzando, in una pro-tervia dei confini propria ai baschi e aisiciliani, mai regionalizzare con noi. “Vo-levo complimentarmi con voi, ho involon-tariamente ascoltato i vostri discorsiavete un figlio che mi ha ridato fiducianella vostra terra, mi ero ripromesso dinon parlare mai più con un siciliano, miavete portato via delle persone care.Oggi faccio pace volentieri con voi.Complimenti. Permettete? Setti-Carraro“.

III

CRONACA...NON LEGGENDASegue baciamano discreto a mia madre.Setti-Carraro, come Emanuela, mogliedel Generale Dalla Chiesa. Ricordo imiei in estasi, in particolare mio padrefelice come un bimbo davanti al giocat-tolo a lungo ambito. I sentimenti estremiin lui erano sempre più rari, li diluiva fre-quentemente nella malinconia, che pianpiano lo avrebbe portato via e che glirendeva gli occhi sempre più liquidi e tri-sti. Io a volte sono assalito dai dubbi, chequell’uomo fosse un mitomane o un mil-lantatore, oppure che tutto questo nonfosse successo come lo ricordo io. A pre-scindere, ci restituiva una dignità che cimeritavamo, noi che vivevamo in quellaterra martoriata eravamo i primi a vo-lerla amata dal prossimo come da noistessi. In ogni caso è una leggenda, chepersonalizza fino all’estremo un fatto dicronaca che più di altri mi ricordo. Maifarsi coinvolgere personalmente daquello che si scrive. Mettere sempre unabarriera emotiva. Attenersi ai fatti. Maipiazzare un campanello proprio vicinoal posto dove dormono alcuni ricordi.Prima o poi qualcuno lo suonerà e tuttosi risveglierà. Cronaca e foto di famigliain un ristorante. Tresettembreottantadue-viaCariniDallaChiesa.

Il generale dei Carabi-nieri, Carlo Alberto DallaChiesa, è stato Prefettodi Palermo nel 1982, no-minato dall’allora Mini-stro degli Interni VirginioRognoni. Era già statonel capoluogo negli anni66-73, al comando dellalegione Carabinieri e trai primi aveva lanciatol’allarme sui cambi diequilibri che si stavanodelineando all’internodella Mafia. Credevanella profonda collabo-razione tra le forze del-l’ordine. Proprio grazie all’aiuto diBoris Giuliano, investiga-tore della Polizia poi uc-ciso dalla Mafia,indagherà sulla scom-parsa di Mauro DeMauro, giornalista de“L’Ora”. Utilizzò infiltratiper penetrare nelle ma-glie delle cosche ma-fiose, tanto da riuscire acompilare un dossier dei114, un memoriale in cuisi tracciavano i nuoviequilibri di Cosa Nostra.Negli anni successivi sidistingue nella lotta alterrorismo, come coman-dante della regione mili-tare del nord-ovest,nell’arco di tutti gli anni

Il Gen. Dalla Chiesa e la moglieEmanuela Setti-Carraro

mandante Generaledell’arma. Grado mas-simo per i Carabinieri.Parte per Palermo, nellasperanza di riuscire adare uno scossone allalotta alla Mafia, comePrefetto. Denuncerà su-bito la mancanza dimezzi e di uomini nel suolavoro, oltre che di poteri(ironizzerà amaramentedi essere venuto a Pa-lermo con i poteri del Pre-fetto di Forlì). Tuttavia pur in carenza disupporto istituzionalecompie arresti impor-tanti, tra cui dieci bosscorleonesi e aggiorna lamappa mafiosa con ilrapporto dei 162. I suoi

buoni rapporti con leforze dell’ordine glifanno comunque avan-zare alcune indagini. Inparticolare quelle con-dotte con la Guardia diFinanza, sui proventi e itraffici illeciti. Ma anchesui legami politici. Inevi-tabile che la pericolositàdel simbolo e dell’uomocrei timori nella crimina-lità. Ma non solo. Il 3 set-tembre del 1982 alle21:15, un commando uc-cise il Generale, La se-conda moglie EmanuelaSetti-Carraro di soli 32anni, l’agente di scortaDomenico Russo. Man-danti furono i vertici diCosa Nostra.

70 compievari arresti edi fatto in-fligge duricolpi alle Br,ma sono anniin cui perdela prima mo-glie per un in-farto. Il suodolore lo por-terà ancora dipiù a buttarsisolo sul la-voro. Nel1982 è nomi-nato Vice Co-

Una breve biografia Dalla lotta al terrorismo rosso alla “scoperta” della Mafia

ANNOTAZIONI PER COMPRENDEREL’OMICIDIO DEL GEN. DALLA CHIESA

Ritratti d’autore,DALLA CHIESA

Le istituzioni furono fischiate ai funerali, ful’inizio dell’insofferenza dei palermitani one-sti, sfociata anche in atteggiamenti ben piùbellicosi con il crescere esponenziale dellemorti di chi contrastava la Mafia e restavasolo. Il giorno dopo sul luogo dell’omicidioun cartello anonimo recava la scritta “qui èmorta la speranza dei palermitani onesti”.Durante i funerali il Cardinale di PalermoSalvatore Pappalardo pronunziò una ome-lia imbarazzante per i politici intervenuti, pa-rafrasando un passo di Tito Livio disse:“Mentre a Roma si pensa sul da fare, lacittà di Sagunto viene espugnata dai nemici[..] e questa volta non è Sagunto ma Pa-

lermo“. L’omicidio venne compiuto in ma-niera nuova rispetto ai codici criminali, fuuccisa una donna, vennero utilizzate le mi-tragliette russe Kalashnikov, a conferma dipredilezione di quest’arma per le guerre diMafia che imperavano. Immediatamente dopo l’omicidio, sparironodei documenti importanti dalla residenzadel Generale. Pratica ripetuta altre volte, inaltri omicidi, con successo, Giuseppe Ayalanel suo libro “Chi ha paura muore ognigiorno” parla di “una agenzia funebre paral-lela, che agisce, facendo sparire tutto men-tre di fatto si compie l’assassinio”. Èmedaglia d’oro al valor civile.

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IVdi AndreaSebastianelli“Lavanderiadel mattone”.Con questadicitura vieneindicato il

questo il primo aspetto chesalta agli occhi leggendo lostudio sulle ecomafie italiane.In più la città di Roma conqui-sta il primo posto assolutonella classifica nazionale.Dati allarmanti su cui soprat-tutto la politica regionale do-vrebbe cominciare adinterrogarsi sulle cose dafare per arginare il feno-meno. Il cemento, come detto, rap-presenta il settore più ambito

RREETTEE

AANNTTII

MMAAFFIIEE

dalla criminalità organizzatache mira principalmente a in-filtrarsi nelle amministrazionicomunali per ottenere variantiai Piani Regolatori esistenticon lo scopo di rendere edifi-cabili terreni che in prece-denza non lo erano.Infiltrazioni dietro le qualispesso si nascondono ricatti etangenti che creano un pattodi ferro tra politica, imprendi-tori e lobby criminali. Un pattoche non può più essere scioltoa meno di subire ritorsioni, mi-nacce e attentati. Una situa-zione questa che penalizza

anche l’imprenditoria locale(a volte ditte a conduzione fa-miliare o semplici artigiani)che, spesso, trovandosi in dif-ficoltà economiche accetta dicooperare con società di dub-bia provenienza per poi tro-varsi, a distanza di pocotempo, ad essere estromessedefinitivamente dalla retedegli appalti con un gravedanno sia per l’economiasana sia per l’occupazione re-golare.Nel 2009 i casi più eclatantisono stati il sequestro a Sa-baudia (Lt) di 285 villini e a

Pomezia (Rm) di 421 unità im-mobiliari; lo scandalo legatoai mondiali di nuoto di Romache ha portato a scrivere sulregistro degli indagati ben 33persone; lo scandalo a Rietiper i lavori di adeguamentodella Via Salaria. Ma si po-trebbe continuare all’infinito.Un lungo elenco che dimostracome ormai siamo di frontead una vera emergenza chepuò essere combattuta sol-tanto attraverso un controlloefficace degli appalti pub-blici. Nessun luogo della Re-gione può considersi immune

La lobby criminaledel cemento fa conquistare al Lazio il 2° posto

Lazio quale regionescelta dalle mafieper riciclare, attra-verso il cosiddettociclo del cemento, iproventi derivanti daattività illecite. Nelmirino criminale fino-scono così grandiopere, parcheggi, su-permercati e strutturealberghiere con ilcompito di rimetterein circolazione i soldisporchi. Una vera epropria specializza-zione per la nostraregione che semprepiù spesso apparecome meta predilettasoprattutto da‘Ndrangheta e Ca-morra che trovanonella criminalità lo-cale un terreno fertilesu cui piantare nuovealleanze criminali. A dirlo è il RapportoLegambiente 2010(riferito ai dati del2009) che si sof-ferma sui diversi ille-citi ambientali neiquali il Lazio è se-condo solo alla Cam-pania con 3.469infrazioni accertatecontro le 4.874 dellaCampania, le 2.898della Calabria e le2.520 della Sicilia.Nel rapporto prece-dente il Lazio era alquinto posto e, a di-stanza di un anno, èarrivato a toccare lavetta. Ed è proprio

RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE di ROMA e PROVINCIA

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luglio-agosto 2010 - n. 7-8

Il Rapporto di Legambientesulle ecomafie descrive una regione diventatala “lavanderia del mattone” per riciclare denaro sporco. In aumento anche i reati faunistici e ambientali scoperti dalla Polizia Provinciale.

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V

RREETTEE

AANNTTII

MMAAFFIIEE

dal fenomeno.Molto interessanti sonoanche i dati relativi alle cin-que province laziali. Romae provincia, da sole, hannoraggiunto il 7,6% delle in-frazioni riscontrate sul to-tale dell’Italia (2.163),seguite da Latina (con 680),Rieti (261), Frosinone (216)e Viterbo (149), per un to-tale appunto di 3.469 (cioèun balzo in avanti di 1.383infrazioni accertate in piùrispetto al 2008). C’è da dire che il Lazio(Roma e Provincia in parti-colare) è stato caratteriz-zato anche da un forteaumento dei controlli messiin campo dalla Polizia Pro-vinciale oltre a quelli solitidi Carabinieri, Polizia, Fo-restale e Finanza. Reati am-

bientali commessi soprat-tutto nel settore faunisticocon 1.411 infrazioni. Tutte insieme le province la-ziali raggiungono la rag-guardevole cifra del12,1% delle illegalità am-bientali commesse in Italia.Una bella fetta di illegalitàdietro la quale si nascon-dono ottimi affari per le at-tività criminali che daquesta traggono i loro pro-venti. Un altro settore in cui la Ca-pitale primeggia è quellodell’Archeomafia, con i furtidi opere e oggetti d’arteche hanno toccato quota227 (nel 2008 erano stati158), cioè il 20,8% sul to-tale dei furti commessi sul-l’intero territorio nazionale.Il dato positivo che può in

Rapporto Ecomafie 2010

Il Lazio conquista il 2° posto

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di Fabio Di Chio*La Provincia di Roma contro il clandei Casamonica. Si è costituita partecivile nella prima udienza del pro-cesso cominciato l’altro ieri (12 luglio2010, n.d.d.) contro Consiglio Di Gu-glielmi, 58 anni - detto l’“ottavo redi Roma” - Raffaele Casamonica ela moglie Loredana Licheri, entrambidi 50, arrestati a febbraio dai Cara-binieri di Frascati.Per vent’anni i tre hanno preteso soldia tassi usurai da un povero imprendi-tore edile di Ciampino: ha chiestopoche migliaia di euro e ne ha ver-sati oltre 400 mila. Un incubo cheagli aguzzini ha fruttato un patrimo-nio.E infatti, a febbraio, insieme con lemanette ai tre sono scattati pure i se-questri: una villa a Ciampino, 36unità immobiliari, due appartamentie cinque terreni a Roma, una villa conterreno a Zagarolo, altri fondi conscheletro in cemento armato a Brac-ciano, un fabbricato a Castel San-t’Elia (Viterbo), cinque autovetture dilusso, conti correnti bancari e postali.

Il caso dell’imprenditore finì all’at-tenzione dello Sportello intercomu-nale antiusura di Frascati, consorziotra Caritas, trenta Comuni dell’hinter-land e la Provincia. E ora che l’inchie-sta si è chiusa e si è aperto ilprocesso ai Casamonica, la Provinciadi Roma ha chiesto al giudice di ac-cogliere la richiesta per la costitu-zione di parte civile. “E’ la secondavolta che accade - spiega l’assessoreprovinciale alla Tutela dei consuma-tori e lotta all’usura, Serena Visentin- la prima è stata ad Anzio, in unaltro procedimento in cui la vittima èun commerciante. Roma è la primaProvincia in Italia ad essere scesa incampo contro l’usura con questimezzi, con questa determinazione. Ilfenomeno è assai diffuso. Lo spor-tello aiuta economicamente chi è vit-tima degli aguzzini. Ma fa ancheprevenzione -sottolinea l’Assessore -intervenendo prima che la situazionedegeneri, aiutando le persone a su-perare il momento di difficoltà, evi-tando che ricorrano all’usuraio”.Durante il processo le posizioni dei

CONTRO I CASAMONICA LA PROVINCIA DI ROMA SI COSTITUISCE PARTE CIVILE

i giornalisti antimafie hanno scritto...

tre si sono diversificate. Gli avvocatidifensori hanno avanzato richiestedifferenti che in prospettiva equival-gono a pene diverse, con o senzasconti. Infatti, i legali di Raffaele Ca-samonica e la moglie Loredana Li-cheri hanno avanzato richiesta per ilrito abbreviato (un terzo della penain meno). Mentre i difensori di Consi-glio Di Guglielmi, l’“ottavo re diRoma”, preferiscono la strada delprocesso ordinario.

* apparso sul quotidiano “IlTempo” (cronaca di Roma)

del 14 luglio 2010 a pag. 37

Provincia Infrazioni accertate

Percentualesul tot. naz.

Posizione inclassifica naz.

ROMA 2.163 7,6% 1°

LATINA 680 2,4% 8°

RIETI 261 0,9% 34°

FROSINONE 216 0,8% 40°

VITERBO 149 0,5% 59°

Totali 3.469 12,1% /

REATI AMBIENTALI PROVINCE DEL LAZIO

parte tranquillizzare i citta-dini laziali è il ruolo svoltodalle forze dell’ordine che,malgrado le difficoltà do-vute alla carenza degli or-ganici e ai tagli ricorrenti

dei loro bilanci di anno inanno, riescono comunque agarantire un adeguato edefficiente controllo del ter-ritorio.

Andrea Sebastianelli

La sede della Provincia di Roma

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di Daniela Di RosaUn giro d’affari stimato dallaLAV (Lega Anti Vivisezione) incirca 3 miliardi di euro: questala cifra che emerge dal “Rap-porto Zoomafia 2010”, cheanalizza lo sfruttamento ille-gale di animali ad opera dellacriminalità organizzata nel2009. Lo scorso anno abbiamo assi-stito a un calo degli interventidi contrasto contro le corseclandestine di cavalli e le infil-trazioni criminali nel settoredell’ippica, anche se si tratta dicampi in cui la criminalità orga-nizzata sembra concentraresempre più il suo interesse: un“settore”, quello delle corse,che da solo produce un businessstimato in circa 1 miliardo dieuro. Appena 5, infatti, le corsebloccate e una sola inchiesta,che ha portato al sequestro di56 cavalli e alla denuncia di 88

persone di cui 10 arrestate.Però il calo delle azioni di con-trasto non corrisponde ad unadiminuzione del fenomeno, anzivalutazioni che prendono inesame altri indici, come dati in-formali o segnalazioni, confer-mano in modo preoccupante lasua pericolosità. Sono aumentati, invece, gli in-terventi e le operazioni di con-trasto contro l’importazioneillegale di cuccioli dai paesidell’Est: in 15 mesi, solo in basealle notizie di stampa, sonostati sequestrati 886 cuccioli,centinaia di microchips-traspon-ditori e libretti sanitari, farmaci,dispositivi medici, e sono statedenunciate 41 persone, tra tra-sportatori, allevatori e commer-cianti. Stabile il business legato allagestione di canili “illegali”(strutture spesso sovraffollate einadeguate sotto l’aspetto igie-

“Zoomafia 2010”, la LAVscoperchia gli interessi criminali

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luglio-agosto 2010 - n. 7-8

Potrebbe chiude i battenti dopo 11 anniil numero verde antiusura della Provinciadi Roma, gestito dall´Associazione Co-dici, che solo nel 2009 aveva ricevutooltre 100 telefonate alcune delle quali,superiore al 30%, provenivano proprio

VI

CHIUDE LO SPORTELLO ANTIUSURA DELLA PROVINCIA?

cali per la gestione dei canili.Solo nel 2009 i Carabinieri perla Tutela della Salute hannosvolto 1.649 controlli nei canili,che hanno portato a 565 de-nunce, all’accertamento di1.312 violazioni amministrativee al sequestro di 5.900 animali.A questi vanno sommati gli in-terventi e i sequestri fatti dalCorpo Forestale dello Stato edagli altri organi di polizia. Grande preoccupazione destail fenomeno della cosiddetta

“Cupola del bestiame” e deireati ad essa connessi, chevanno dalle truffe ai dannidell’Erario, dell’UE e delloStato, al traffico illegale di me-dicinali, dal furto di animali daallevamento, alla falsificazionedi documenti sanitari, fino allacommercializzazione di carni ederivati, provenienti da animalimalati. Un business con un fattu-rato annuo di almeno 400 mi-lioni di euro.

www.lav.it

nico sanitario estrutturale) cosìcome il business suirandagi, che ga-rantisce agli sfrut-tatori di questianimali introiti sti-mati intorno ai 500milioni di eurol’anno, grazie aconvenzioni con leamministrazioni lo-

aprile così si era espresso il segretariogenerale della Cgil di Roma e del Lazio,Claudio Di Berardino, a proposito delservizio di numero verde anti-usura:Sono certamente apprezzabili l'impegnoprofuso dalla Provincia di Roma sul temadell'usura e le iniziative attuate per con-trastare alla base questo dilagante fe-nomeno”. Dichiarazione che, a leggerladopo circa due mesi, lascia l’amaro inbocca. Eppure i dati statistici forniti dalpresidente della Provincia Zingaretti edal Sindaco Alemanno solo poco tempofa hanno evidenziano lo stato di disagioeconomico e sociale che stanno attraver-sando gran parte dei lavoratori, deipensionati, ma anche piccoli imprenditorie moltissimi artigiani proprio a causadell’usura. Se ai problemi dei salari,delle pensioni insufficienti a fronteggiareil caro vita, della carenza endemica deiservizi sociali essenziali (sanità, trasporti,scuola, asili nido) si aggiungono le rica-dute negative della crisi sui lavoratori esulle imprese, appare chiaro come in as-senza di un’opportuna politica del cre-dito, sempre più persone si troverannoesposte a pratiche usuraie e illegali. Speriamo che la Provincia torni sui suoipassi garantendo ai suoi cittadini uno deiservizi più utili e importanti per contra-stare la criminalità organizzata.

Andrea Rasetti

tando in ogni campo le necessitàdell´utente. Un provvedimento, dunque,che lascerebbe incerti sullo smantella-mento di una prestazione che da oltreun decennio aveva dimostrato di esserevalida e gradita. Solo lo scorso 29

dai Castelli Ro-mani. Saracinescaper dipendenti eutenti. A provocare lachiusura dell’utileservizio, stando aquanto dichiaratodall’ente provin-ciale, sarebbe lamancanza di fondi.Un servizio, quelloofferto da Codici,che non si limitavaa ricevere le se-gnalazioni, ma of-friva, oltre allaconsulenza e assi-stenza legale,anche quella psi-cologica, suppor-

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di Daniela Di RosaMilano e Palermo. E’ intorno aqueste due grandi città italianeche ruotano i ricordi e le rifles-sioni di Antonio Calabrò, gior-nalista, scrittore e manager

il libro del mese

lui un’altra vita acculando altro succo pre-zioso che si mescolerà con quello raccoltoa Palermo. “Cuore di cactus” è un libro da leggeresenza interruzioni, alla fine del quale siavrà la sensazione di aver visto scorreredavanti ai propri occhi frammenti impor-tanti di storie italiane che ci sembrerà as-surdo non averli notati in precedenza. Unlibro che ci farà anche indignare per al-cune vicende narrate e per l’incapacità diuna parte d’Italia di trovare il coraggio direagire di fronte all’inganno mafioso.

Una vita di storieche raccontano l’Italia

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luglio-agosto 2010 - n. 7-8

cano che cosa sia successo?Ma da che cosa deriva tuttoquesto? Fin dal Medioevo si hatraccia di come l’appartenenzaa determinati gruppi potessedare una forma di impunità e distrapotere. Fin dai tempi dellasocietà feudale si possono rico-noscere gli embrioni di questamentalità. È facile affermare chela mafia sia nata in Sicilia du-rante il risorgimento ma questonon riuscirebbe a spiegare comesi sia diffusa e come abbia at-tecchito in una società “sana”.Andando indietro nel tempo ve-diamo come già durante il Me-dioevo la nobiltà abbia svolto unruolo fondamentale nello svi-luppo di questa mentalità: ogniqual volta un potente era coin-volto in un processo, il potereesercitato dalla famiglia, dallacasata, faceva sì che rimanesseimpunito. È famoso l’episodio in cui Leo-nardo da Vinci fu coinvolto inuna storia di pedofilia insiemead un gruppo di nobili, fra cui ungiovane Bonaccorti, e furono tuttiprosciolti, appunto, per la pre-senza del nobile stesso fra ilgruppo dei rei. Questa modalitàripetuta miliardi di volte nelcorso dei secoli ha portato alla

radicazione del concetto se-condo cui è possibile entrare inun gruppo di “impuniti” i qualipossono compiere ogni tipo diazione e non. Dall’altra parte c’èla popolazione normale, vessatadalle angherie degli impuniti dauna parte e delle varie forme digoverno dall’altra. L’aspirazionea migliorare la società è prece-duta dall’ammirazione per chigabba la legge e nell’aspira-zione ad appartenere a questacerchia di persone. Tale cerchiain passato era composta daicortigiani e adesso è rappresen-tata dalla casta politica. Le varie riforme che hanno vistoun radicale cambiamento delleleggi processuali in Italia nonhanno mai sradicato fino infondo i diffusi privilegi e hannosempre lasciato aperta unaporta per le scappatoie, e que-sto perchè le riforme essendofatte da chi detiene il poteresono volte anche a mantenere lostesso nelle proprie mani il più alungo possibile. A tutt’oggi an-cora non possiamo affermareche la legge è uguale per tutti inItalia e, purtroppo, per la stra-grande maggioranza dei nostriconnazionali questo non è unmale ma un’ipotetica via di fuga.

Mentalitàmafiosa... e l’Italia

A chi non è capitato di indignarsiquando all’estero ci etichettanocome “italiani mafiosi”? Quantevolte abbiamo cercato di difen-derci e di difendere l’Italia tuttaapportando argomenti, esempied infine concludendo che sì, lamafia c’è ma non è diffusa lamentalità mafiosa in tutta la pe-nisola. Ma poi, ripensandocibene, pensando alle cose di tuttii giorni, a ministri che si trovano lecase pagate da altri senza sa-pere da chi e perchè, pensandoa “operatori di emergenza” chehanno mangiato a piene manisulle disgrazie di cittadini terre-motati e, sopratutto, vedendo chela reazione popolare che non èdi indignazione ma solo di fasti-dio, dobbiamo ammettere a noistessi che veramente in Italia per-siste una mentalità “mafiosa”.Anche se mi da fastidio ammet-terlo, devo riconoscere che de-terminati atteggiamenti altro nonsono che il substrato su cui è nata

e si è radicata la mafia.In qualsiasi altra parte delmondo una persona che riescead eludere la legge, per esem-pio non pagando le tasse, è bia-simata da tutti e non rappresentauna persona “in gamba”. In altrenazioni qualora si scoprisse cheun politico o amministratore fossecorrotto, non solo non verrebberieletto ma perderebbe comple-tamente la credibilità pubblica.Purtroppo qui da noi non è così enon solo al sud: quanti esempipotremmo citare sui tanti ammi-nistratori locali coinvolti in appaltipoco chiari, oppure sulla ge-stione dei soldi pubblici non lim-pida… eppure sono sempre lì,con le persone che continuano adar loro fiducia eleggendoli. Alle ultime regionali alcuni figuri(seppure in odor di corruzione)sono stati eletti lo stesso. Nonbasta più nemmeno la gognamediatica. Perché? Veramentetutti sono così ingenui e dimenti-

VII

diNOEMIBEVILACQUA

(gruppo Pirelli), autore del libro “Cuore dicactus” (Sellerio, 143 pagine). Due città che Calabrò conosce molto benee che hanno segnato, nel bene e nel male,la sua vita di giornalista sempre in primalinea nelle vicende drammatiche che hannointeressato le organizzazioni criminali ita-liane. E stà proprio in questo il suo segreto,aver conservato nel tempo ricordi nitididella sua vita così da far rivivere anche ailettori i momenti più difficili di un’esistenzadestinata a non essere banale ma a testi-moniare il valore della memoria. Propriocome il cactus, una pianta particolare che,malgrado l’ambiente ostile, riesce a con-servare nella sua carne il succo della vitasfamandosene nel momento del bisogno.

Un succo prezioso cominciato ad accumu-larsi fin dalle prime esperienze come cro-nista de “L’Ora”, il quotidiano antimafiaper eccellenza che segnò la carriera ditanti giornalisti che ancora oggi sono sulfronte a combattare la guerra infinita con-tro il male. Pagine di grande intensità quelle costruiteda Calabrò ma anche di profonda filoso-fia sociale in cui si mescolano i colori e gliodori ancestrali della Palermo degli anniSessanta, con il suo fermento culturale e lasua voglia di essere città senza confini, finoalla Palermo delle violenze mafiose che lafaranno precipitare nel limbo delle cittàcontrollate da uno Stato altro che detta re-gole e condizioni. Ed è proprio a causa di uno degli omicididi Mafia di quegli anni, dell’amico fra-terno il commissario Ninni Cassarà, che Ca-labrò lascerà la sua città per approdarenella Milano capitale del successo, del la-voro e della moralità, in cui comincerà per

Gli italianie la mentalitàmafiosa

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25 giugno, Velletri-NemiSEI ARRESTI PER GIRODI PROSTITUZIONE AI CASTELLII Carabinieri della Compagnia di Nemi,supportati da altri della Compagnia diVelletri, hanno sgominato una banda cri-minale che controllava il vasto giro diprostituzione in diverse zone dei CastelliRomani. Quattro uomini e due donnesono stati arrestati mentre sette giovanidonne sono state liberate dai militi.L’operazione, denominata “Escort”, ha in-teressato un giro criminale esistente fraVelletri, Aprilia e Roma portando allaluce il ruolo di diverse organizzazioni cri-minali che si contendono il mercato dellaprostituzione. A capo della banda c’eraun tunisino di 52 anni.

4 luglio, RomaASSASSINATO “O LUONGO”BOSS DELLA CAMORRAIl 4 luglio scorso nel quartiere romano diMontespaccato è stato assassinato Car-mine Gallo, 52 anni, conosciuto negli am-bienti criminali con il nome di “Oluongo”. La vittima, legata ad alcunigruppi camorristici di Torre Annunziata,è stato ucciso con 4 colpi di pistola dadue sicari a volto scoperto, davanti aipassanti, mentre cercava di fuggire al-l’agguato. Gallo aveva precedenti peromicidio, traffico di droga e associa-zione a delinquere di stampo mafioso.Negli anni Novanta era anche stato col-laboratore di giustizia, fino al 2000.Due anni fa la stessa sorte toccò al fra-tello considerato un boss della droga.

13 luglio, Anzio-Nettuno‘NDRANGHETA, ARRESTATOVINCENZO GALLACEIl Capo della ‘Ndrina calabrese Gal-lace-Novella è stato arrestato durantel’operazione congiunta della Dda (Dire-zione Distrettuale Antimafia) di Milano equella di Reggio Calabria. Oltre al boss,Vincenzo Gallace (che dagli anno ‘70 èpresente nei Comuni di Anzio e Nettuno),le manette sono scattate per altri 304presunti affiliati alla cosca. Per Gallacel’accusa è di aver commissionato l’assas-sinio di Carmelo Novella, capo dell’omo-nima cosca, ucciso nel 2008 nei pressi diMilano. Nel 2004 Gallace e Novella fi-nirono in manette per associazione ma-fiosa e traffico di cocaina.

13 luglio, RomaDUE ROMANI IN MANETTE,FALSIFICAVANO DOCUMENTIDue romani di 53 e 54 anni sono statiarrestati dai Carabinieri che, al quar-tiere Eur, li hanno fermati per un controllodi routine scoprendo in realtà che i dueerano dei veri e propri geni della truffa.Prendevano auto a noleggio, le vende-vano in Romania e durante il viaggiotruccavano il sistema di rilevamento sa-tellitare della vettura così da far per-dere ogni traccia al noleggiatore. Perattuare la truffa avevano anche pro-dotto documenti di identità falsi, utiliz-zando un particolare software. Nelleloro abitazioni i militari hanno seque-strato ottanta carte di credito e bennove oggeti da guerra elettronica, i jam-

mer, in grado di emettere segnali di di-sturbo per i sistemi Gps.

14 luglio, RomaSGOMINATA L’“ANONIMA”DEGLI STROZZINILa Squadra Mobile di Roma, Commissa-riato Prati, ha portato alla luce un vastogiro di usura gestito da un gruppo crimi-nale composto da 5 persone, tutte con pre-cedenti penali. Il clan è finito in manettedopo aver tentato di rapire un imprendi-tore alla fermata di un autobus, che avevagià versato oltre 200 mila euro per unprestito di 5-10 mila euro. Nelle loro abi-tazioni i poliziotti hanno sequestrato docu-menti, agende e cambiali che confermanoun giro di strozzinaggio di alto livello.

16 luglio, Latina-RomaDROGA E APPALTI, ACCORDO CRIMINALEUn patto fra Camorra e ‘Ndrangheta percontrollare gli appalti pubblici, un vastogiro di usura e racket nel sud pontino e lospaccio di droga lungo il litorale romano.A scoprire il patto di ferro è stata l’opera-zione “Coast to coast” coordinata dallaDda di Napoli e dalla Questura di Latina.In arresto sono finite 23 persone, compresoil capo dell’organizzazione, Gennaro Ca-valiere, di 39 anni, esponente di spicco deiBeneduce-Longobardi, ora rinchiuso nelcarcere di Pozzuoli. Le indagini sono scat-tate dopo le rivelazioni di una vittimad’usura. Nel traffico di droga sono inveceemersi legami con il clan Gallace.

(A cura di Andrea Rasetti)

suppl.to al n.7-8 (lug-ago 2010)del mensile indipendente

il Segnoorgano dell’associazione culturale“Terre Sommerse Castelli”Registrazione Tribunale di

Velletri n. 5/02 del 19/02/2002

DIREZIONEVia dei Monti, 24 - Rocca di Papa

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RETE di GIORNALISTI e SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIAilSegno

NNEEWWSS daMAFIOPOLI

Hai perso qualche numero del Segno? Vuoi leggere i supplementi della“Rete Antimafie di Roma e Provincia”? Da oggi puoi consultare tutti i numeri

del nostro mensile collegandoti al sito: www.issuu.com/ilpiccolosegno.

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RETE diGIORNALISTIe SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIAdi ANDREASEBASTIANELLINelle prime oredell’alba del 18febbraio scorso èscattata a Roma e inalcuni centri dei Ca-

stelli Romani, tra cui Rocca di Papa,un’operazione anticrimine tesa asmantellare una fitta rete di racket,usura e riciclaggio di denarosporco. A coordinare l’operazione“Franky”, che ha visto il coinvolgi-mento della Guardia di Finanza delComando Provinciale di Roma, deiCarabinieri del Nucleo Investigativodi Viterbo e della Polizia Munici-pale VIII Gruppo di Roma, è stato ilProcuratore Aggiunto Leonardo Fri-sani della Direzione Distrettuale An-timafia della Procura di Roma.Alla fine dell’operazione sono statedenunciate 11 persone (di cui duedonne) e sequestrati beni per circa5 milioni di euro, tra cui conti cor-renti, automobili di lusso e quattrosocietà operanti nel settore del-l’edilizia e della ristorazione (unadi queste gestiva fino ad alcunimesi fa il complesso alberghiero divia Frascati a Rocca di Papa, “LaRegina del Bosco”, prima che lastruttura venisse ceduta agli attualigestori che da questa vicendahanno avuto soltanto danni d’im-magine).

supplemento al n. 3,Marzo 2010 de “il Segno”

ilSegnoilSegno n.3

Le attività illecitenei nostri Comuni

212 omicidi in due anninella Palermo dimenticataETTORE ZANCA RIPERCORRE PER NOILE TAPPE PIU’ SIGNIFICATIVE DEI DELITTIDI MAFIA CHE IMPERVERSARONO APALERMO TRA GLI ANNI SETTANTAE OTTANTA. MEMORIE RIAFFIORATE CHERAPPRESENTANO UN MONITO PERCIO’ CHE E’ ACCADUTO E PER CIO’CHE ANCORA POTREBBE ACCADERE.PERCHE’ PERDERE LA MEMORIAEQUIVALE A PERDERE UN PO’ DINOI STESSI E DELLA NOSTRA STORIA.

Ettore Zanca in II e III pagina

Continua in IV pagina

RIEPILOGO DEI DATI DEL 2007E DEL 2008 SUI REATI COMMESSINEI COMUNI DELLA PROVINCIADI ROMA. ROCCA DI PAPA E SEGNILE PIU’ VIRTUOSE MENTRE IN ALTRICENTRI, COME ARTENA, CIAMPINO,COLLEFERRO, VALMONTONEE VELLETRI, I REATI IN UN SOLO ANNOSONO AUMENTATI DI MOLTO.

Tabella riepilogativa in VI pagina

Lo scorso 18 febbraio l’operazione“Franky” ha smascherato un vasto giro diusura e riciclaggio, mettendo in luce il ruolodel clan dei Casamonica, che conta oltre400 affiliati tra Roma e Provincia, e cheora ha esteso il suo controllo sull’interaregione. Sullo sfondo un “accordo inedito”stipulato con la ‘ndrangheta.

Un territoriopreda deglistrozzini

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di ROMA e PROVINCIAdi AndreaSebastianelliSul numero scorso delSegno ci siamo occu-pati delle infiltra-zioni criminali aRoma e nella Provin-Non si puònon sapere,non si puònon dirlo

cia. Quanto emerso ci ha fatto com-prendere come le mafie non sianoqualcosa distante da noi, riguar-dante solo le regioni meridionali (Si-cilia, Calabria, Puglia e Campania),ma come ormai siano una presenzaconsistente del nostro territorio. La vi-cenda di “Villa Vecchia”, l’hoteldella ‘Ndrangheta sequestrato nellavicina Monte Porzio poche settimanefa, rappresenta non un allarme mauna certezza che deve far rifletteretutti, cittadini e politici, amministra-zioni pubbliche e aziende private.Ma anche noi che scriviamo sui pe-riodici a diffusione locale.Ogni lotta alle mafie ha sempre vistoanche l’impegno, di pari passo conquello delle forze dell’ordine e dellamagistratura, di giornalisti e scrittorilocali, che più da vicino riescono adannusare dove c’è puzza di infiltra-zione criminale. Contro queste infil-trazioni le amministrazioni comunalidevono iniziare a contrapporre lapolitica della legalità, soprattuttonell’espletamento delle gare d’ap-palto delle grandi opere che, comeha dimostrato l’Osservatorio regio-nale sulla criminalità e la sicurezza,sono uno degli ingressi degli interessimafiosi nei nostri Comuni.

supplemento al n. 1 -Gennaio 2010 de “il Segno”

ilSegnoilSegno n.1

Il18/02aColleferro siparla diCosaNostra

DaGioia Tauro ai Castelli Romanipassando per SanMarinoL’INCHIESTA DI ANDREA RASETTI HAPRESO AVVIO DAL SEQUESTRO DEL LUS-SUOSO ALBERGO DI MONTE PORZIO,“HOTEL VILLA VECCHIA”, SOTTOPOSTOA SEQUESTRO DAI CARABINIERI DEL ROSPERCHE’ APPARTENENTE A UN POTENTECLAN DELLA ‘NDRANGHETA, QUELLOFACENTE CAPO AL BOSS ROCCOMOLE’. UN’INCHIESTA CHE FA EMERGEREI DIFFUSI INTRECCI ESISTENTI TRA LACRIMINALITA’ E I CASTELLI ROMANI.

Andrea Rasetti all’interno

Continua in IV

L’omicidio del Boss Rocco Molè

IL LIBRO DI JOHN DICKIE, “COSANOSTRA”, SARA’ MOTIVO DI APPRO-FONDIMENTO PER CONOSCERE GLIAVVENIMENTI E GLI UOMINI CHE SISONO AVVICINATI ALLE VERITA’ PIU’SCOTTANTI. A PRESENTARE QUESTOLIBRO PUBBLICATO NEL 2006 SARA’ETTORE ZANCA, COLLABORATOREDEL MENSILE “IL SEGNO”.UN APPUNTAMENTO LETTERARIODA NON PERDERE.

In IV pagina

Falcone e Borsellino

RETE diGIORNALISTIe SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIAdi ANDREASEBASTIANELLIIl 22 dicembre scorsol’«Operazione Mae-stro», avviata dallaDda (Direzione Di-strettuale Antimafia)

di Reggio Calabria, irrompe nei Ca-stelli Romani e precisamente a MontePorzio Catone dove viene posto sottosequestro l’hotel di lusso “Villa Vec-chia” (che ora ha ripreso le sue atti-vità sotto la guida di unCommissario), ritenuto base della‘ndrina dei temutissimi Molè. Lamega struttura alberghiera alleporte di Roma, secondo gli inquirenti,serviva a riciclare il denaro derivatodalle attività illecite condotte nelporto di Gioia Tauro.Nell’operazione sono state arrestate26 persone, tra cui Cosimo Virgiglio,considerato il principale referenteamministrativo della cosca Molè,nonché amministratore di una societàdi import-export con la Cina ope-rante proprio nel porto di GioiaTauro. Lo stesso Virgiglio che, perconto della cosca, seguì le trattativeper acquisire “Villa Vecchia”.Infatti, l’acquisizione del complessoalberghiero, da parte della ‘ndran-gheta, avvenne nel 2007 attraversointimidazioni e minacce nei confrontidi un’imprenditrice di Sabaudia che,pur avendo un contratto di gestionedella durata di dieci anni, fu co-stretta a lasciare la struttura.

supplemento al n. 4 - Aprile 2010 de “il Segno”

ilSegnoilSegno n.4

ROCCO CHINNICIElemosineeminori

In VII pagina

Continua in IV

Chi era Rocco Chinnici, il giudice assas-sinato a Palermo il 29 luglio 1983?Scopritelo in questo “ritratto d’autore”.

ETTORE ZANCA in II e III pagina

L’hotel Villa Vecchia a Monte Porzio

‘Ndrangheta aiCastelli, il pentitoche fa pauraancheallapolitica

Rocco Molè

Nel Lazio il fenomeno del-l’accattonaggio passa at-traverso lo sfruttamento dicentinaia di minori. A rive-larlo è il rapporto presen-tato dall’OsservatorioRegionale sulla Legalità ela Sicurezza. Un quadroche fa luce su molti aspettiinquietanti, a cominciaredall’acquisto dei bambini.

AllarmeExpo 2015

In VII pagina

In un libro due giornalistisvelano il “mistero” delleinfiltrazioni criminali nellacapitale morale d’Italia,Milano. Cosa Nostra,‘Ndrangheta e Camorrasono già pronte ad en-trare nel gioco degli ap-palti per spartirsi i 20miliardi di euro stanziatiper l’Expo del 2015.

Aziendecriminali

In VI pagina

Sequestrate 15 aziende equote riferite a ben 21 so-cietà, 170 conti correnti,automobili di lusso, oltre aville ed appartamenti.Questi sono i numeri di unavasta operazione che hascoperchiato il filo di col-legamento fra la ‘ndran-gheta e il clan deiCasamonica a Roma enella provincia.

RETE diGIORNALISTIe SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIAdi ANDREASEBASTIANELLI«Io non sono uno chefarfuglia. Non doopinioni. Dico chequella storia non è fi-nita perché lo so.

I furbetti della‘Maglianella’,il ritorno?

Basta andare a cercare chi ne èuscito alla grande quindici anni fa».Con queste parole l’ex componentedella Banda della Magliana, Anto-nio Mancini (chiamato negli ambienticriminali romani “Nino l’accattone”),ha lasciato intendere che quellabanda non ha mai smesso di operarema è tutt’ora attiva. «La Banda dellaMagliana ha usato e continua adusare i soldi di chi è morto e di chi èfinito in galera. E non ha più bisognodi sparare. O almeno, di spararetroppo spesso».Queste dichiarazioni Antonio Mancinile ha rilasciate al giornalista di Re-pubblica Carlo Bonini che lo scorso 4febbraio ha presentato un’inchiestaesclusiva basata, oltre che sulle di-chiarazioni di “Nino l’accattone”, suiconvincimenti di Lucia Lotti, il magi-strato che per 15 anni si è occupatodelle vicende della Banda della Ma-gliana arrestando il presunto bossNicoletti, e sulle indagini del Coman-dante del Nucleo Provinciale dei Ca-rabinieri di Roma, Vittorio Tomasone.In realtà dichiarazioni di questo tipoAntonio Mancini le rilasciò anche nel2008.

supplemento al n. 2 - Febbraio 2010 de “il Segno”

ilSegnoilSegno n.2

IlTrenodelRisveglio,unviaggio criminale

135MILIARDI DI EUROPER LAMAFIA SPAIL XII RAPPORTO DI “SOS IMPRESA”HA SCOPERCHIATO GLI INTERESSIDIFFUSI DELLE MAFIE IN ITALIA, CHEREALIZZANO OGNI ANNO AFFARIPER 135 MILIARDI DI EURO, LA PIU’GRANDE AZIENDA DEL PAESE. DROGA,RACKET, ESTORSIONI, INVESTIMENTIFINANZIARI E CONTROLLO DEGLIAPPALTI PUBBLICI. ECCO I SETTORI INCUI LE MAFIE SONO PADRONE. E NELLAZIO NON C’E’ DA STARE ALLEGRI.

Andrea Rasetti in IV e V pagina

Continua in VII pagina

PARTE DA VILLAROSA IL NOSTROTRENO SEGUENDO LA SCIA DELLACRIMINALITA’ ORGANIZZATA CHEPERCORRE IN LUNGO E IN LARGOL’INTERA PENISOLA ITALIANA,DANDOCI L’IDEA CHE “L’ITALIA E’ UNAREPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATASULLE ILLEGALITA’ DIFFUSE”.UN VIAGGIO INASPETTATO CHECOINVOLGE TUTTI. NESSUNOPUO’ RITENERSI ESCLUSO.

Ettore Zanca in II e III pagina

Le dichiarazioni di“Nino l’accattone”

riaccendono iriflettori sulla Banda

della Magliana.Ma oggi la Bandaesiste ancora o sitratta di altro?

RETE diGIORNALISTIe SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIAdi AndreaSebastianelliPedofilia e sfruttamentodei minori sono duetemi scottanti… anchenella nostra regione.Temi importanti che

però rimangono troppo spesso ai marginidelle discussioni. Ad aprire la riflessionesu questi aspetti sono due recenti ricerchedal titolo “Il fenomeno dello sfruttamentodei minori nell’accattonaggio nel Lazio”e “Il minore come vittima del reato: un’in-dagine sociale nelle realtà del Lazio”,promossi dall’Anci (Ass.ne Nazionale Co-muni Italiani) e dall’Osservatorio TecnicoScientifico per la Sicurezza e la Legalitàdella Regione Lazio presieduto dal prof.Enzo Ciconte.I dati emersi dalle ricerche mettono anudo una realtà dai tratti sconcertanti.Nel Lazio la forma di vittimizzazione mi-norile più evidente è il maltrattamentoche quasi sempre avviene in ambito fa-miliare. Sono quasi 500, ogni anno, i mi-nori laziali che subiscono violenzeaccertate e denunciate da parte diadulti, a cominciare dall’abuso fisico. Ilmaggior numero di casi si riscontra pro-prio nella provincia di Roma (soprattuttoper lamaggiore popolazione residente),mentre l’intensità del fenomeno è mag-giore nel sud della nostra regione, in par-ticolare nella provincia di Latina.Ciò che differenzia il Lazio dalle altre re-gioni italiane, anche qui a dirlo sono i datiemersi, è una maggiore propensioneverso gli abusi di tipo sessuale, l’accatto-naggio e la delinquenza minorile.

supplemento al n. 5 -Maggio 2010 de “il Segno”

ilSegnoilSegno n.5

NINNI CASSARA’Sos Impresae l’usura

In V pagina

Continua in IV

Mafia cominciò a scoperchiare gli intreccicon alcuni apparati della politica e delleistituzioni.

ETTORE ZANCA in II e III pagina

Minori a rischionel Lazio, dallapedofilia allaprostiuzione

Il Presidente di “Sos Im-presa”, Lino Busà, ascol-tato dalla CommissioneParlamentare Antimafia,ha chiesto una maggioreefficacia della legge con-tro l’usura, proponendo lacostituzione di un Consor-zio Nazionale a sostegnodelle imprese italiane se-questrate alle mafie.

Lettera aiCastelli

In III pagina

L’Associazione “AntoninoCaponnetto” della RegioneLazio ha scritto una letteraaperta ai cittadini dei Ca-stelli Romani, chiedendo unimpegno concreto di tutticontro le infiltrazioni crimi-nali che stanno diventandouna piaga sempre più dif-fusa in tutta la provincia diRoma.

AlessandroMancuso

In VI pagina

Abbiamo incontrato il can-tautore palermitano Ales-sandro Mancuso,impegnato con i suoi testia diffondere il senso dellalegalità a cominciaredalle giovani generazioni.Ne esce un ritratto inco-raggiante del mondo arti-stico italiano rispetto aifenommeni illegali diven-tati tanto diffusi.

Ettore Zancapresenta unaltro dei suoi“Ritratti d’au-tore”. Questavolta dedica ilsuo articoloalla figura diNinni Cassarà,che con le sueindagini sulla

RETE diGIORNALISTIe SCRITTORI ANTIMAFIE

di ROMA e PROVINCIA

di AndreaSebastianelliQuello che si sta per ap-provare è un decretolegge a tutto vantaggiodella criminalità organiz-zata. Le recenti parole di

Alberto Cisterna, Sostituto Procuratorepresso la Direzione Nazionale Antimafiadi Reggio Calabria (cioè in una delle zonepiù difficili e pericolose d’Italia), sono pe-santi come un macigno: “Il testo sulle inter-cettazioni approvato al Senato intaccal’efficienza delle indagini” poiché non sipuò “ignorare che la nozione di criminalitàorganizzata il disegno di legge l’ha sem-plicemente cancellata”.Risultato: diventeremo un Paese a bassotasso di criminalità poiché la criminalità or-ganizzata verrà semplicemente abolita...per legge. I criminali diventeranno di colpotrasparenti pur continuando a delinquere.Quello che troverete al centro di questoperiodico è il disegno di legge così comeè stato approvato dal Senato della Re-pubblica. Leggendolo vi renderete contoche l’intento palese non è quello di rego-lamentare le intercettazioni telefoniche eambientali ma semplicemente quello divietare. La parola “vietato” campeggia sumolti articoli. Vietare, vietare, semplice-mente e solo vietare così da rendere pra-ticamente impossibile garantire il dirittodei cittadini ad essere informati e il do-

supplemento al n. 6 -Giugno 2010 de “il Segno”

ilSegnoilSegno n.6

ABOLIREle intercettazioniper SALVARElacriminalitàorganizzata

NOALLA LEGGE CHE VORREBBE IMBAVAGLIARE I GIORNALISTI

vere di noi giornalisti ad informare.Alla base di questo disegno vi è un’incre-dibile falsità, secondo cui in Italia sareb-bero milioni (addirittura 7) i cittadini messisotto controllo telefonico e informatico. Unafalsità che, ripetuta mille volte, ha finitoper diventare verità agli occhi di molti.Ecco che cosa ha scritto un altro magistratoantimafia, Nicola Gratteri, ProcuratoreAggiunto di Reggio Calabria, a propositodel tentativo di abolire le intercettazioni:“Si sta eliminando uno dei sistemi più ga-rantisti e meno costosi per l’acquisizionedella prova. E lo si sta facendo in modostrumentale, citando statistiche che nonstanno nè in cielo nè in terra. Ho appenafinito di indagare 50 persone coinvolte inun traffico di droga. Per seguirle -scriveancora Gratteri- ho dovuto mettere sottocontrollo 10 mila schede telefoniche. Se chianalizza i risultati dell’indagine è onesto,dirà che sono state intercettate 50 per-sone, se è disonesto dirà che Gratteri haintercettato 10 mila persone. La realtà èche i trafficanti di droga cambiano unascheda ogni 48 ore, ma gli indagati, nono-stante il numero esorbitante, restano sem-pre 50”. Più chiaro di così!Il testo approvato al Senato stabilisce cheper intercettare un indagato sono neces-sari “gravi indizi di colpevolezza”. Un pa-radosso senza precedenti, poichè sesussistono gravi indizi di colpevolezza l’in-dagato può subito essere arrestato senza

bisogno di intercettarlo. Infatti sono pro-prio i “gravi indizi di colpevolezza” chedanno al pubblico ministero la possibilitàdi chiederne l’arresto.Il Ddl vorrebbe indicare anche i luoghidove è possibile intercettare, cioè soltantodove sta avvenendo l’attività criminosa. In-fatti ai magistrati sarà fornita una palladi vetro in cui vedere in anticipo doveverrà perpetrata l’azione delinquenziale.Ci sarebbe da ridere se non fosse per l’ar-gomento che stiamo affrontando. Altroaspetto: quello del “budget prefissato”. LeProcure dovranno stabilire preventiva-mente i fondi da destinare alle intercetta-zioni telefoniche e ambientali. Finiti i soldi,finite le intercettazioni.Infine c’è un altro articolo che merita un’at-tenta riflessione, quello secondo cui il Pre-sidente del Consiglio deve essere informato(entro 5 giorni) dell’avvio delle operazionidi intercettazione se queste riguardanomembri dei servizi segreti. E se un Presi-dente del Consiglio entrasse in combuttacon i servizi per sovvertire lo Stato? Chi sco-perchierebbe il piano criminale?“Contro i clandestini vengono impiegatiesercito, flotta e ronde -ha scritto ancoraGratteri-, contro i mafiosi viene smantel-lato uno dei pochi strumenti investigativiancora in mano ai magistrati”.Uno strumento che costa anche poco: perintercettare una persona 24 ore al giornosi spendono 11 euro più Iva.

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APPROFONDIMENTO

ilSegno-Luglio-A

gosto2010

L’elettrosensibilità esiste ed è dimostrata

Tante promesse ma nessun risultato. E’questa la sintesi delle antenne radio-tv diMonte Cavo che da oltre trent’anni (esat-tamente 34) condizionano non solo losviluppo turistico di una delle aree piùbelle del centr’Italia, ma anche la salva-guardia ambientale e la salute dei citta-dini. Se la perizia riguardante RadioVaticana venisse eseguita anche ai casi diRocca di Papa che cosa uscirebbe fuori?In 34 anni di soprusi e illegalità diffusequanti cittadini roccheggiani sono dece-duti per colpa delle antenne? E quanti sisono ammalati subendo il bombarda-

mento silenzioso delle onde? Potrebberoemergere risultati sconvolgenti e clamo-rosi, forse inimmaginabili.Crediamo davvero che i cittadini debbanoda soli prendere coscienza del problema-antenne senza farsi più abbindolare daitanti politici di destra e di sinistra che intutti questi anni si sono limitati a promet-tere smantellamenti mai eseguiti e spo-stamenti mai portati a termine. Ogni voltasi è dovuto assistere al solito scaricabariletra istituzioni (Comune, Regione, Go-verno, ecc.) senza mai arrivare a qualcosadi concreto. Ed è questa la vergogna più

grande, cioè di essere arrivati al punto dinon potersi fidare più nemmeno dei poli-tici roccheggiani che dopo fiumi di parolerestano a bocca asciutta per tanti mesifino a quando arrivano le elezioni e dinuovo tirano in ballo le antenne di MonteCavo. Diamo atto al Comitato di Quar-tiere dei Campi d’Annibale di essere statoil solo (oltre al nostro giornale) ad averposto anche la questione del Santuariodel Tufo. Anche in questo caso i politicihanno preferito mettere la testa sotto lasabbia e far finta di niente.

Luigi Serafini

E la politica preferisce far finta di niente

Anche uno studio dello svedese Johansson dimostra che una percentuale consistente dicittadini subisce i danni dell’elettrosmog

sarsi su fattori biologici, nonsolo sugli effetti del surriscal-damento. Una posizione sot-tolineata anche da unrapporto dello scorso 23 Feb-braio” racconta Johansson.Un segnale che qualcosa sista muovendo? Forse, vistoche anche Canada, USA,Regno Unito e Svizzerastanno valutando l’ipotesi diriconoscere l’elettrosensibi-lità come una malattia. Noncosì in Italia dove la que-stione è al centro di un fortedibattito. Protagonisti delladiatriba sono da una partel’Associazione Italiana Elet-trosensibili e quella per leMalattie da IntossicazioneCronica e/o Ambientale(MCS) - che lottano per il ri-conoscimento della patologia- dall’altra le istituzioni e e laSocietà Italiana di Elettroma-gnetismo che appoggia la po-sizione dell’OMS secondocui l’elettrosensibilità sa-rebbe solo una suggestionepsicologica. “Mancano dati

di laboratorio precisi” diceGuglielmo D’Inzeo, ordina-rio di Interazione bioelettro-magnetica presso LaSapienza di Roma. A queste critiche risponde in-vece Angelo Levis, ex ordi-nario di Mutagenesiambientale a Padova e fonda-tore di Apple (Associazioneper la Prevenzione e la Lottaall’Elettrosmog), secondo cuiil mancato riconoscimentodella malattia è dovuto sem-plicemente alla commistionetra chi fa ricerca, chi fa ser-vizi di telefonia mobile e larealtà istituzionale internazio-nale. “Questa situazione - af-ferma Levis - provocherà neiprossimi anni, gli stessi danniche il tabacco ha fatto al ‘900,e la sua effettività è dimo-strata da studi epidemiolo-gici, geografici e dal lavoro diJohansson, che ha aperto unospiraglio di luce per tutti imalati”. Tratto da: www.terranauta.it

e da: www.gevam.it

L’elettrosensibilità è una ma-lattia. Ad affermarlo, control’opinione di istituzioni emultinazionali del telefonino,è il professor Olle Johanssonche, da oltre 20 anni, studia ilfenomeno.La Svezia ha risposto all’al-larme del professore, altripaesi stanno valutando se ri-conoscerne il lavoro e pren-dere provvedimenti. L’Italia,ancora una volta, sembraferma al palo. Allergico al telefono, al cel-lulare, alla televisione e alforno a microonde. No, non èuna rivolta sociale di chi ri-fiuta la modernità e l'esserereperibili sempre e a qualun-que costo, si tratta di una verae propria malattia. Lo dicel’OMS che stima in una cifracompresa tra l’1% e il 3%della popolazione mondialele persone affette da elettro-sensibilità. I sintomi della malattia sonodiversi: cefalea, vertigini,rossore, tachicardia. “Unachiamata al telefonino ungiorno mi ha portato alle con-vulsioni” racconta SergioCrippa, membro dell’Asso-ciazione Italiana Elettrosensi-bili e coordinatore dei malatiin Lombardia. L'intensitàvaria, ovviamente, da per-sona a persona, quello chenon varia e sembra non va-rierà con semplicità è lo sta-tus della patologia che ancoraoggi non è considerata unamalattia a tutti gli effetti innessun paese del pianeta. A

dire il vero un’eccezione c’èed è la solita Svezia, checome spesso accade è al-l’avanguardia nella tutela dimolti diritti civili. Il ricono-scimento da parte di questopaese è il risultato di anni dipressione sulle istituzioni deldottor Olle Johanson, vero eproprio pioniere degli studisull’elettrosensibilità che, daoltre 20 anni, studia la mate-ria diventando, nel corso deltempo, una sorta di portavocedi chi nel mondo si dichiaraelettrosensibile.Secondo Johansson chi si di-chiara tale soffre di una verae propria allergia. Il nostro si-stema immunitario -spiega ilprofessore svedese- si è svi-luppato in sintonia con ne-mici riconosciuti e non èpronto a fronteggiare gli “al-lergeni” elettromagneticicontenuti in segnali tv, onderadio e via dicendo. L’inten-sità del disturbo varia ovvia-mente a seconda dei casi eJohanson è riuscito nel corsodegli anni ad analizzare e ri-conoscerne le diverse tipolo-gie. Questa ricerca lo harafforzato nella convinzioneche la percentuale di elettro-sensibili sia decisamente piùalta (fra il 3% e il 10%) ri-spetto alle stime dell’OMS.Vere e proprie cure ovvia-mente non ce ne sono, l’unicasperanza al momento è chepolitici e amministrazioni fis-sino nuovi limiti di sicurezzanello sviluppo delle nuovetecnologie.

“In una ri-soluzioneUE del 4Settembre2008, ilP a r l a -mento Eu-ropeo har i c o n o -sciuto chel’esposi-zione ai li-velli diradiazionedeve ba-

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ROCCA DI PAPA il Segno - Luglio-Agosto 201014

di Barbara FrittellaLa stagione politica che siè aperta con le elezioni re-gionali del marzo scorsoha visto in campo unanuova formazione poli-tica: Sinistra Ecologia e

2 – I Campi d’Annibale, dove il verde, lanatura, la simbiosi di essi con l'attivitàantropica dovrebbe essere la motrice diun diverso sviluppo, cede il passo ed in-dietreggia di fronte all’avanzata delleleggi del Far West che depredano e de-pauperano il territorio.3 - La parte bassa del paese, dove l'on-data di cementificazione autorizzataversa sul territorio disuguaglianze maiappianate, stravolge l'identità culturale epone le basi per la realizzazione di un in-sediamento umano che niente ha in co-mune con Rocca di Papa, alla quale èlegato solo da un rapporto istituzionaledi certificazioni anagrafiche.Riteniamo sia giunto il momento dicambiare rotta a questa nave alla deriva,di tornare a navigare guardando la stellapolare scevri da qualsiasi inquinamentoluminoso, sordi ai tanti canti delle si-rene.È giunto il momento di disegnare unosviluppo sostenibile ed ecocompatibileanche nel nostro paese, per dare valore edignità al lavoro e mettere al centrol’ambiente. Collocati nel baricentro diuna crisi economica a livello mondiale,che investe tutti i settori del mondo pro-duttivo, che si accanisce contro i gio-vani, che certamente non risparmiaRocca di Papa, siamo consapevoli che èsolo nella scommessa di saper coniugarelavoro e ambiente che si può progettareun futuro di lavoro e crescita per Roccadi Papa ed i suoi giovani. Occorre credere nel Parco Regionale deiCastelli Romani per essere in grado dicogliere le molteplici opportunità di la-voro capace di offrire nell’attuazione diun modello di economia sostenibile e dirisposta alla disoccupazione giovanile,e, contemporaneamente, sfruttare la pe-culiarità tutta nostra di esserne il cuore.Partendo dal 5% ottenuto alle ultime ele-zioni regionali, risultato tutt'altro che ir-rilevante per una formazione nuova sullascena politica, intendiamo confrontarcicon i cittadini, le associazioni, i comitatidi quartiere, i partiti, per illustrare le no-stre idee, ricevere suggerimenti e co-struire il paese normale che tuttivorremmo. Sinistra Ecologia e Libertà è pronta a“mettere la propria faccia” e scommet-tere sul futuro di Rocca di Papa.

*Sinistra Ecologia e LibertàRocca di Papa

Da Sinistra Ecologia e Libertà riceviamo e pubblichiamo

“Per il futuro di Roccapronti ad impegnarci”

Libertà, nata dalla spontanea aggrega-zione di donne e uomini che vengonodalle esperienze del socialismo europeo,del comunismo italiano, dell’ambientali-smo, del femminismo, dei movimentid’impegno civile e sociale. Qualcuno si è avvicinato per la primavolta alla politica attiva, altri sono ritor-nati dopo anni di disillusione, tutti unitida un unico comune denominatore: laconvinzione che sia giunto il momento dimettere insieme le storie di tutti e avan-zare una nuova proposta politica per que-sto tempo e per questo paese. Unaproposta politica che dia consistenza alsogno che è dentro ognuno di noi, per vi-vere, parafrasando Vasco, nel “mondoche vorrei”.Anche a Rocca di Papa esperienze di-verse, seppur con basi comuni, hannodato vita al circolo di Sinistra Ecologia eLibertà, che intende rimettere al centrodella vita politica e cittadina valori eidentità proprie di quella grande cultura etradizione che è la sinistra. Valori e iden-tità che nel nostro paese sembrano es-sersi persi in labirinti epocali, nonostanteun'amministrazione di centro-sinistra in-teramente PD. Vogliamo tendere il filo per uscire daquesto ipotetico labirinto, vogliamo darevita, anche a Rocca di Papa a quella sini-stra ambiziosa aperta a nuove culture cri-tiche, capace di conservare memoria delpassato e con lo sguardo rivolto al futuro,una sinistra per la quale le idee valganoanzitutto come comportamenti, una sini-stra che non si limiti a enunciare principinuovi, ma anche un nuovo modo di vi-verli. Una sinistra presente nel tessuto sociale,a stretto contatto con i cittadini, perchè èsolo attraverso una politica partecipatache si riescono a focalizzare i problemidel paese progettando poi le miglioristrategie per risolverli, è solo attraverso ilrapporto diretto con i cittadini che la po-litica cessa di essere vista come qualcosadi oscuro e lontano, ridotta a mero stru-mento di uso e consumo per il raggiungi-mento di propri interessi personali o peril semplice personalismo da vetrina insaldo.La realtà di un paese come il nostro, a ri-dosso di una grande metropoli, trasfor-mato da politiche edilizie

espansionistiche in un paese dormitorio,si configura come la palestra migliore permettere in campo, vivendoli, i principifondativi di SEL che stanno nel cuore ditutti. Principi validi su scala nazionale cosìcome sulla realtà locale, principi che par-lano di diritti da tutelare come la difesadell’acqua bene comune pubblico, che ciha visto presenti in piazza a raccoglierele firme a sostegno del referendum, prin-cipi che parlano di lavoro e diritti, e la vi-cenda di Pomigliano e della FIOM ci havisti attivi a fianco di quei lavoratori ri-cattati, costretti a scegliere fra diritti e la-voro, per i quali la “Città della fraternità”non ha speso una parola.Anche a Rocca di Papa è giunto il mo-mento di riappropriarsi della qualità dellavita attraverso il governo del territorioanche tramite un mutamento radicale delrapporto con la natura e le sue risorse, cu-rando la formazione dei cittadini in que-sto senso. Rocca di Papa merita una migliore ge-stione della cosa pubblica, merita pro-grammi ed azioni che sappiano volare inalto, capaci di guardare oltre il mondo il-lusorio di vetrine e celluloide, oltre lasemplice e vuota esibizione. Programmi ed azioni di più alto respiro,che sappiano dare il giusto peso ed unaadeguata valorizzazione ad un territorioostaggio di una politica basata sulla ce-mentificazione come unica possibile viadi sviluppo. Scelta politica iniqua scelle-rata nefasta “antistorica”, che ha prodottouna netta divisione del paese in tre zoneben distinte:1 - Il centro storico, svuotato di ogniforma di convivenza sociale, negozichiusi o in procinto di chiudere per di-ventare monolocali-dormitori a prezzi ac-cessibili a quelli ancor meno fortunati;vicoli solitari, silenziosi e degradati conappartamenti chiusi e disabitati; stradecentrali avvolte da un velo di apatia e ab-bandono.

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ROCCA DI PAPA 15il Segno - Luglio-Agosto 2010

Ancora proteste per il fosso di acque scure di Via Frascati

“Per la puzza costretti astare con le finestre chiuse”

Rivivere il centro storico attra-verso la cultura della memoria.E’ questo il risultato ottenutoda Piero Botti e dal “suogruppo” artistico (capeggiatoda Silvio Querini e con la par-tecipazione straordinaria delmaestro Carfagna) che ha ri-svegliato per una sera ilDuomo dell’Assunta graziealla recitazione di poesie e allarivisitazione di vicende chehanno interessato Rocca diPapa direttamente. Il momento più commovente siè avuto con la narrazione delbombardamento che nel 1944danneggiò molte abitazioni ci-vili del paese provocandomorti e feriti. Un dialogo tra lavittima più anziana e quella piùgiovane (un neonato di pochigiorni) costruito con maestrìada Gianfranco Botti, in gradodi far provare al pubblico pre-sente, emozioni contrastantiutilizzando un linguaggio avolte ironico altre volte dai toniforti e drammatici. Un silenzioassoluto ha accompagnato que-sto dialogo, ben rappresentatodallo stesso Piero (nella partedel neonato) e con la sorpresadi Simone Pizziconi, Ass.realla Cultura del Comune, cheha saputo interpretare in ma-niera esemplare la parte del-l’anziana vittima. Un testo euna recitazione che dovrebberoentrare nei programmi scola-stici di Rocca di Papa perchè laguerra ha sempre portato viacon sè vite innocenti lasciandosolo macerie e morte. Iniziative così andrebbero ripe-tute, riscoprendo di volta involta vicende e personaggitroppo spesso dimenticati.

di Paola GattaCon il caldo torrido di questigiorni il fosso che attraversaVia Frascati (la strada più im-portante di Rocca di Papa)torna a far parlare di sè. Sottoaccusa è il canalone che tra-sporta ogni tipo di rifiuti, oltread acqua putrida e piovana,

morti ed altro. “Più volte abbiamo segnalatoquesto problema al Comunema evidentemente non è di suacompetenza, o almeno questoci viene ripetuto ogni volta”continua a sfogarsi il signorEttore, “però noi non ce la fac-ciamo più”. “Ci sono anche bambini quiintorno -aggiunge unamamma, la signora Lucia- eogni volta dobbiamo preoccu-parci di malattie che potreb-bero insorgere nei nostri figliche giocano a ridosso delfosso”. Non sappiamo al momento dichi sia la competenza per risol-vere il problema, oppure se ilproblema sia soltanto di naturaeconomica, per cui il Comunenon ha soldi per eseguireopere di messa in sicurezza.Fatto stà che questa situazioneaccade a poche decine di metridalla piazza principale delpaese. Un biglietto da visita nientemale!

Recital di Piero Botti

Amoree poesia

Il fosso che attraversa Via Frascati

di Vincenzo De Angelis“Andiamo a donare prima di partire per le ferie”:è l’appello che la Sezione Comunale Avis diRocca di Papa rivolge a tutti i cittadini donatoridi sangue, ma soprattutto ai non donatori che,con l’occasione, potrebbero diventarlo. Come ogni anno, durante il periodo estivo la ne-cessità di sangue e di plasma per gli ospedali eper le case di cura diventa un problema, aggra-vato - purtroppo - dall’aumento degli incidentistradali. La richiesta aumenta proprio quandocalano le donazioni a causa delle ferie, che puremeritiamo e tanto aspettiamo. Questo appelloviene dal profondo del cuore. Vorremmo davvero poter soddisfare tutte le ri-chieste di sangue che ogni giorno pervengono alnostro centro trasfusionale. Con un semplicegesto di nobiltà e civismo, avremmo la possibi-lità di aiutare molte persone meno fortunate chesi trovano improvvisamente a fronteggiare inter-venti chirurgici, spesso con la necessità di tantesacche di sangue molto difficili da reperire inquesto particolare periodo.Chi ne ha la possibilità ed è in buona salute nonpuò ignorare l’importanza assoluta di effettuarela donazione per consentire agli ammalati di tro-vare puntualmente il sangue e i suoi componenti.Oggi più che mai, ogni donazione è fondamen-tale per evitare che l’estate divenga troppo

Prima di partire per le ferie passa all’AvisIl dott. Mario Silvi, Direttore Sanitario dell’Avis

“calda” anche da questo punto di vista.Lo staff medico e i collaboratori della sezioneAvis di Rocca di Papa si sono impegnati a rad-doppiare le giornate dedicate alla donazione,con una cadenza di due donazioni mensili. Conquesto impegno abbiamo voluto venire incon-tro alle esigenze dei donatori, eliminando le at-tese lunghe e noiose. In questo periodo poi, permigliorare ancora il servizio, stiamo sperimen-tando anche la donazione su appuntamento: unprogetto che abbiamo chiamato “Prelievo Pro-grammato”. Per le informazioni e le date colle-garsi al sito internet: www.avisroccadipapa.it .In conclusione, vogliamo ringraziarvi per i ri-sultati che stiamo ottenendo. Giunti a metà del 2010 possiamo confermareche l’incremento medio riscontrato nei primisei mesi ci porterà anche quest’anno ad unbuon risultato. Buone vacanze!

nico-sanitaria. Infatti si trattadi un fosso aperto, non inter-rato, che si può facilmente mi-rare fermandosi, scendendo daRocca di Papa, poco prima delnegozio di abbigliamento Ut-gard. L’acqua scura arriva daiCampi e spesso trasporta consè anche carcasse di animali

che non fa passaregiornate tranquillea chi abita in que-sto particolarepunto, dovendo su-bire un odore nau-seabondo quasiinsopportabile. “Siamo costretti astare con le finestrechiuse -ci raccontaun residente- ed’inverno avvienela stessa cosa con ilfosso che si riem-pie di acqua e dischiuma di un co-lore grigio topo”.Una situazione, in-somma, al limitedella decenza igie-

Piero Botti

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ROCCA DI PAPA il Segno - Luglio-Agosto 201016

PAESANA - La realtà paesana è fatta di millecose, piccole e grosse, amareggianti e conso-lanti. Tra la fascia di quelle piccole-soddisfa-centi mi piace segnalare una laurea: quella inBiologia di Annalucia Panaccia, figlia di Ri-naldo, titolare della barberia storica di PiazzaGaribaldi (foto a lato). Come episodio di unavanzamento sociale, che solo allargandosi, daindividuale può farsi complessivo. “Studiodella diffusione ospedaliera di ceppi di pseudo-monas aeruginosa multi-resistenti agli antibio-tici prelevati da pazienti con infezioni acuteassociati a una condizione d’impermutabilità,ossia ceppi con un’elevata frequenza di muta-zione dovuta a in attivazione del sistema di ri-parazione del DNA”. Questa la tesi svolta conla guida del prof. Luciano Paolozzi, di Micro-biologia. Potevo risparmiarmi l’enunciazione?Potevo. Vale però riportarla intera per sottoli-neare quale scarto corra tra situazioni diversed’apprendimento, in tempi in cui ognuno tendea livellare la propria pochezza e a misconoscerela qualificazione altrui. E il pensiero va ai ge-nitori di Annalucia, decisamente meritevolidella soddisfazione. E ai nonni paterni, Cioli eLalletta, onesti e con timor di Dio, comparte-cipi di quel segmento di sana, vivace umanità,rappresentato fino agli anni ‘60 dal tratto alto eancora in piano di Via San Francesco d’Assisi,prima di scendere in picchiata su Piazza dellaRepubblica. Compiacendomi, esprimo allaneo-dottoressa vive congratulazioni. Insiemeagli auguri –miei personali e del giornale-d’una soddisfacente professione.

NAZIONALE - Nella serata di giovedì 3 giu-gno Bersani e Tremonti si sono affrontati daSantoro ad Annozero. Scrivo “affrontati” soloperché s’usa così. In verità, si sono scazzeg-giati, hanno fatto ammuina. Per come sono an-date le cose in Italia, dopo De Gasperi, tutti

di Gianfranco Botti

Bersani, potrebbero riabilitarsi solo se, ritro-vandosi, cantassero : “Domani alla Cameraproporrò il dimezzamento dei deputati e dei se-natori”. “Io domani al Senato proporrò il di-mezzamento del loro stipendio”. “Io domaniproporrò l’abolizione delle province”. “Io do-mani proporrò l’abolizione delle comunitàmontane”. “Io proporrò che ogni votazione suqueste proposte venga effettuata per alzata dimano”. “Io proporrò che ogni votazione per al-zata di mano venga ripresa una per una dalla te-lecamera su ogni singolo votante”. “Che nedici se le tue proposte le sottoscrivo pure io?”.“E tu che ne dici se le tue proposte le sotto-scrivo pure io?”.

SFORBICIANTE - La presentazione dellibro di Rita Gatta “Svrìnculi svrànculi”,dei quali posso dire che una pianta sbandierain Viale Silvio Spaventa n. 28, è stata annun-ciata con un manifesto comunale, del qualesarebbe stato consigliabile impossessarsid’una copia. Come avvenuto nei francobollicol Gronchi-rosa, quel manifesto è prezioso.Per rarità. E’ a firma unica. Dopo diversi ma-nifesti a tre firme, qualcuno a quattro, erauna norma il tipo a due firme. Del Sindaco edell’Assessore di competenza. Forse, a causadella crisi, sono cominciati i tagli.

PREOCCUPATA - Con la riunione del Con-siglio dei Ministri del 30 giugno scorso il go-verno ha dato una spinta forte al federalismofiscale. E non è certo un caso che, in assenza diBerlusconi impegnato in Brasile, a presiederei lavori sia stato Umberto Bossi. E’ la risolu-tezza della Padania a spingere decisamenteverso il federalismo, è la Lega la titolare dellariforma. Fermarsi però ad analizzare in chiaveesclusivamente politicista la novità sarebbe unerrore. Da tener presente, infatti, che dietro la

riunione e la relazione di Tremonti, c’è un annodi duro lavoro di una commissione tecnica lacui indagine ha affrontato per la prima volta se-riamente la palude della finanza pubblica, ve-rificando che i documenti di bilancio delle 15Regioni a statuto ordinario vengono redatti concriteri diversi uno dall’altro. E in qualche casoc’è il legittimo sospetto che questa singolarecontabilità alla “fai da te” serva in realtà a na-scondere tecniche non proprio cristalline.La relazione Tremonti blocca l’andazzo sinqui seguito e stabilisce dei costi standard, ov-vero quanto ogni amministrazione dovràspendere per pagare la stessa prestazione oper acquistare lo stesso bene. Gli enti localisono chiamati a definire un percorso condi-viso che alla fine dovrà produrre risparmi dispesa, cancellando le anomalie più scanda-lose, per le quali uno stesso servizio da unaparte costa tot, da un’altra il triplo. In questomodo la regola per gli amministratori diventache solo se spendi di più (dello standard) saraicostretto, a tuo rischio e pericolo, ad aumen-tare le tasse. Aspetto che già ha cominciato apesarci per la miserabile situazione del Lazio.Al contrario, se spendi di meno dello stan-dard, potrai addirittura ridurle.Di fronte a cambiamenti così radicali delmodo d’amministrare e di produrre consensola legittima domanda di chiunque voglia se-guire le cose suona così: abbiamo una classepolitica locale disposta a rimettersi totalmentein gioco, a far segnare una tanto forte discon-tinuità nel modo di gestire la cosa pubblica? Eancora: i partiti sono in grado di selezionareuna tipologia nuova di protagonisti? Sono do-mande logiche, automatiche per i sensibiliz-zati al pubblico interesse. Domande cheniente hanno di carica polemica, di aggressi-vità personalistica. Con tutta la maligna vo-lontà, non se ne scorgono motivi.

hanno torto, tutti sono stati e sono inadeguati.Nel rimpallarsi le responsabilità, ognuno ha ra-gione nel muover rimproveri agli altri, contem-poraneamente hanno tutti torto quando la partesi rovescia, l’accusato diventa accusatore.Nella circostanza pesci in faccia a entrambi.Pesci pasto per l’antipolitica, per la disaffe-zione, lo sdegno della gente. Che, toltasi il pa-raocchi dell’ideologia, prende sempre di più ledistanze da una politica di intrallazzi e di con-seguenti intrallazzatori, e schifata ripiega nel-l’astensionismo. Ma, facendosi indietro, lasciatutto lo spazio ai furbi, che –oh, nooo!- proprioquesto perseguono. Tornando a Tremonti e a

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ROCCA DI PAPA 17il Segno - Luglio-Agosto 2010

Giorgio Maria Coppola, espo-nente Pdl di Rocca di Papa, cheha già avviato una raccolta difirme tra i cittadini che hannorisposto con grande partecipa-zione e sensibilità. “Le carte di-

mostrano che è un’opera inutilee dannosa perchè non va a ri-solvere nulla ma invece va acomplicare la già precaria via-bilità”. Da parte nostra ci ado-pereremo affinchè questa

rotonda non venga messa inopera. Prima bisognerà ben va-lutare gli effetti (non solo diviabilità) che avrà sull’interoterritorio il mega-progetto del“Giardino degli Ulivi”.

Polemiche per la rotonda prevista in piazza De Gasperi

Pini da abbattere per un’opera inutiledi Luigi SerafiniIl Comune di Rocca di Papasembra seriamente intenzionatoa realizzare una rotonda all’al-tezza del semaforo di Via Fra-scati, prima di accedere inpiazza De Gasperi. Un’operache, a prima vista, appare inu-tile vista la ristrettezza dell’areae anche considerando che difronte alla piazza ci sono un bare un altro supermercato che,con la rotonda e la conseguenteeliminazione del semaforo, nonsi sa come si potranno raggiun-gere a piedi dall’altra partedella strada. Inoltre, la nuovaopera prevederà l’abbattimentodei due pini che oggi si possono

Interessato e attento, poco alla coreografia emolto ai fatti, ho descritto nel modo sem-plice dell’uomo della strada il pensiero dialtri uomini e donne fuori della corte che so-stiene il potere, perché non sono disposti asottacerne i difetti per parlare soltanto deipregi che tutti i potenti credono di possederein percentuali che sfiorano il 100%.Nei miei semplici articoli, ho chiesto di nonlasciare i politici “in carriera” a fare le cosesenza controlli della base politica e della so-cietà civile quando ho constatato che le de-cisioni vengono prese nella solitudine deipalazzi. Ho chiesto come mai un intero Comitato diQuartiere, da poco eletto con delle elezioniche sembravano quelle per Deputati e Sena-tori, si è dimesso al completo dopo pochimesi e senza alcuna spiegazione. Ho mani-festato la mia contrarietà alla costruzione diun mega-parcheggio in compartecipazionecon imprese private che lo gestiranno per 30anni, chiedendo che se ne faccia uno di di-mensioni ridotte con i fondi pubblici giàstanziati in modo che sia completamente adisposizione dei cittadini. Ho chiesto di pubblicare sul giornale uffi-ciale del Comune notizie sui lavori del Con-siglio Comunale con il dibattito e le delibereapprovate; mentre la pubblicazione abbondadi articoli che riguardano: Città della frater-nità, cerimonie di beatificazione, acco-glienza a Vescovi, servizi su cliniche privatee altri argomenti simili. Ho chiesto che il di-rettivo del Partito Democratico locale sia li-berato dalle “manette politiche”praticamente imposte da troppi membri che

contemporaneamente sono anche Consi-glieri Comunali. Una condizione che nonconsente una reale libertà di discussione po-litica sulle cose comunali. Con il BilancioComunale, ho suggerito una riduzione deicompensi di Sindaco e Assessori per dare unsegnale al paese in crisi economica e avviareun recupero di credibilità della politica, la-sciando così anche qualche centinaio di euroin più nelle casse comunali. Ho indicato la necessità di votare soltantopersone che abbiano scritto e spiegato per-sonalmente, punto per punto, il loro pro-gramma e verificare, giorno dopo giorno, lacoerenza degli atti concreti che seguiranno. Ho chiesto di studiare attentamente le ra-gioni della perdita di 1.000 consensi per ilcandidato locale al Consiglio Regionalenelle ultime elezioni, fatto che potrebbe in-fluenzare decisamente i risultati delle ele-zioni comunali del prossimo anno. Ho sottolineato l’esigenza di mettere in sicu-rezza il parcheggio interrato di Piazza Clau-dio Villa, che tanti interrogativi ha suscitatotra la pubblica opinione per le sue “caratte-ristiche” negative. Sul commercio ho chiesto più attenzioneperché la politica del paletto non giova allasua salute; così come quella di rifare lavoristradali nel centro storico perché duranopoco. Sulla Funicolare ho indicato il rischio chealla fine della storia, tutto si risolva con unabella edificazione lungo la strada che biso-gna costruire da via Frascati alla stazione avalle, zona ora completamente boscata. Sul nuovo Piano Regolatore, presentato

come “ad opzione zero”, ho chiesto comeconciliare le centinaia di osservazioni appro-vate dal Consiglio Comunale in una sedutadove il dibattito è risultato carente perchè iConsiglieri, perfino sulla regola principaledel Comune, non hanno sentito la necessitàdi intervenire personalmente, uno ad uno,motivando punto per punto un sì che decideil futuro del paese dei prossimi trent’anni eche con tutte quelle modifiche non corri-sponde più alla fantomatica, e premiata dallafondazione Merli, “Opzione Zero”.Ho scritto di altre cose per il giornale chepossono contenere qualche inesattezza mar-ginale non voluta, ma trattano questionisotto gli occhi di tutti, sulle quali è estrema-mente facile stabilirne il grado di veridicità. Quell’aggettivo “forte”, utilizzato nei mieiconfronti, indica tutto il dramma di un paese,l’Italia, che anche nelle sue realtà locali siaffida a persone che aborriscono la libertà diopinione diversa, e definiscono pubblica-mente “falsità” le opinioni di chi non accettala tavola imbandita di chiacchiere per i piùfedeli adulatori.Rimettere le cose sul giusto binario, do-vrebbe essere il principale obiettivo di chinon vuole arrendersi agli uomini che met-tono in crisi la credibilità della politica, por-tando con sé lo sfascio della giustizia,dell’economia, dell’intera società.L’attesa di centinaia di lettori, dell’uscitamensile del “piccolo Segno”, premia l’im-pegno dei suoi collaboratori ed è la provatangibile che i grandi affabulatori nazionalio locali non hanno affatto campo libero.

Sergio Rasetti

Quando i politici sono intollerantiSEGUE DALLA PRIMA PAGINA

a m m i -rare intutta laloro bel-lezza.Contro ilprovve-dimentodell’am-ministra-zione sista bat-t e n d o

I due pini che saranno abbattuti per far posto alla rotonda

Giorgio Coppola e la sua protesta

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il Segno - Luglio-Agosto 201018

di Rita GattaA Rocca di Papa, tra i molteplici prepara-tivi che impegnano una coppia di futurisposi e delle loro mamme, oltre agli abiti,i confetti e le bomboniere, non possonomancare ‘e ciammelle. Una tradizione chepareva caduta in disuso qualche anno fa,come le serenate sotto la finestra dellasposa e che invece ha ripreso piede allagrande. Una delle ciammellare più cono-sciute di Rocca è Piella, Pia Gentilini, laquale insieme alla figlia Anna Maria,porta avanti una tradizione di famiglia cherisale a due secoli fa. Infatti Piella, classe1929, vanta una lunga esperienza comeciambellaia, iniziata quando aveva soloquindici anni con l’allora futura suocera,Adele Meconi in Gabrielli, madre del fi-danzato Ottorino. Adele, a sua volta avevaereditato questa tradizione dalla madreMaria Paolina Toietti, sorella del nostrofamoso concittadino Domenico Toietti,artista autore delle tele conservate nelDuomo, il “San Carlo Borromeo che co-munica un’appestata a Milano” e l’imma-gine di “Maria Ss.ma Assunta in Cielo”.Per onore della cronaca, si ricorda che lafamiglia Toietti rivestiva un ruolo rile-vante nella comunità rocchegiana: nellaseconda metà del ‘700 tutelava gli interessi legali dei cittadini diRocca di Papa nello sfruttamento del ter-ritorio circostante (jus legnandi e carbo-nandi). Ai tempi di Maria Paolina, questafamiglia di ciambellaie lavorava in casa,appoggiandosi ad un piccolo laboratoriovicino la loro abitazione in Via Ortagia,dove attualmente risiede Piella, la qualericorda che la suocera era un po’ autorita-ria, a volte strillava, soprattutto con l’altranuora Cesira, ma con lei andava d’ac-cordo. Quando Adele si è ritirata, Piellaha portato avanti il suo lavoro dapprimaaiutata da un’amica, poi dalla figlia AnnaMaria che oggi sostituisce egregiamentela madre, anche se chi commissiona ciam-belle vuole la presenza di Piella che è unagaranzia di qualità. Il lavoro delle ciammellare era a condu-zione familiare, con l’impegno dellamadre, figlie, sorelle, nuore e coadiuvatedal parentado femminile degli sposi, tutteimpegnate a impastare gli ingredienti neimassatori di legno: zucchero, uova, fa-rina, liquore, scorza di limone, olio extra-vergine di oliva e lievito per dolci. Unavolta preparato l’impasto, si suddividevain piccole pagnottelle, dalle quali poi si ri-cavavano le ciambelle; questi dolci tradi-zionali venivano messi nelle teglie (i sòli),spennellate di chiara d’uovo, decorate conzucchero a granelli e poi portati al forno

per la cottura. Questo veniva scelto dalleparenti degli sposi: più quotati eranoquelli di “Baffetto”, “Pinetta”, “Sara”… emolti altri. L’abilità del fornaio era impe-gnata in una cottura ottimale che impedisse ai dolci di bruciare (130°-140°per 15/20 minuti). Confida Piella che oracon i forni elettrici la cottura è facilitata,anche se nel forno a legna le ciambellevengono più buone. Oggi la lavorazionedell’impasto, ovviamente, si svolge diret-tamente nel laboratorio del forno pre-scelto dalle madri degli sposi, le qualiprovvedono direttamente ad acquistare gliingredienti: per 1000 ciambelle occorrono circa 400 uova. Ilforno va prenotato qualche mese prima edi giorni più indicati per la preparazionedelle ciambelle escludono il venerdì, il sa-bato (giornate di lavoro più impegnative)e la domenica. Nel giorno stabilito ci si dàappuntamento il mattino presto verso le 7o le 8 e si lavora ininterrottamente finoalle 12 o alle 14 a seconda della quantitàdelle ciambelle. Se anche le parenti deglisposi devono dare una mano, la sposa nonpuò e non deve farlo, perché secondo tra-dizione non porta bene (proprio comequando una sarta cuce da sola il proprioabito nuziale); una sposa che lo ha fatto,ha visto poi sfumare il matrimonio; tutta-via Piella confida sorridendo che lei stessaha aiutato a preparare le ciambelle per ilsuo matrimonio con Ottorino e questaunione si è poi rivelata felice.

Una volta cotte le ciambelle ( e qualchepasticcino decorato con canditi o ciocco-lato da offrire agli invitati che porterannoil regalo agli sposi), i parenti provvedonoa ritirarle direttamente dal forno e succes-sivamente ad imbustarle, per accompa-gnare i sacchetti di confetti e lebomboniere destinate agli invitati. La distribuzione segue unaregola condivisa: sei ciambelle per gliamici e il vicinato (coloro, cioè che nonsono invitati); otto per gli invitati e i cu-gini; dodici per gli zii e i nonni, ventiquat-tro p’a commare de battesimu. Nel casoche la comare sia anche zia, si sommanole quantità stabilite e in una busta potreb-bero arrivare con i confetti, ben trentaseiciambelle! a distribuzione è affidata a ‘nriazzu o ‘na riazza, generalmente nipotinidegli sposi, accompagnati da un adulto:sono ben felici quando vengono prescelti,in quanto riceveranno per ogni consegnauna piccola mancia in denaro. Ai parentiche abitano lontano provvederanno glisposi stessi.La tradizione delle ciambelle a Rocca diPapa testimonia un’usanza antica e benau-gurale che affonda le radici nel passato,frutto di arcaiche tradizioni; ottime e croc-canti, sia asciutte che bagnate nel vino,fanno sì che chi le assapora di cuore àu-guri agli sposi un futuro solido (comesono croccanti le ciambelle di Rocca),dolce e piacevole come la loro degusta-zione.

Cultura eLLee ““cciiaammbbeellllee

ddeeggllii ssppoossii””

... dintorni

Adele Meconi in Gabrielli

Pia Gentilini, Piella

Maria Paolina Tojetti

Alla scoperta di un’antica tradizione di Rocca di Papa che ancora oggi è una caratteristica dei matrimoni nostrani

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CULTURAil Segno - Luglio-Agosto 2010 19

di Lina Furfaro“Quelli che mi la-sciano proprio senzafiato sono i libri chequando li hai finiti dileggere e tutto quelche segue vorresti chel'autore fosse un tuoamico per la pelle epoterlo chiamare al te-lefono tutte le volteche ti gira”. Così scrive J. D. Salin-ger ne “Il giovaneHolden”: da amica, hoquesta fortuna di poterchiamare l’autrice,Rita Gatta, ogni volta

Presentato il libro di Rita Gatta “Svrìnguli Svrànguli”

Nei versi e nei sonettila memoria del passato

che voglio, non soltanto per chiedere spiega-zioni sul ricco e colto dialetto rocchegiano,ma anche per commentare i simpaticissimianeddoti che l’autrice ha riportato sotto-forma di sonetti, nel volume “SvrìnguliSvrànguli” pubblicato da Controluce Edi-zioni e rivelato possiamo proprio dirlo, allapopolazione di Rocca di Papa, giovedì 24agosto nell’Aula Consiliare del Comune. Presentato in modo sobrio ed elegante nelcontempo, come di sua consuetudine, dallascrittrice Maria Pia Santangeli, che ha mi-nuziosamente toccato punti profondi di“Svrìnguli Svrànguli”, il libro è fornito di uncd-audio nel quale sono interpretati i versidialettali dalla voce di Alfredo Piacentiniche ha anche allietato la presentazione con lalettura di alcuni sonetti, commuovendo erallegrando l’atmosfera della sala più chemai gremita. Proprio con la lettura di duebrani da lui interpretati, Alfredo ha letteral-mente invaso la folla.La raccolta di brani e versi in italiano ma so-prattutto sonetti in dialetto, ha detto MariaPia Santangeli, riflette l’affetto dell’autriceper il proprio paese ed evidenzia le sue ec-cezionali capacità di canzonare in sintesifatti accaduti in un passato più o meno re-cente: Rita è una poetessa sensoriale, i suoiversi sprigionano profumi, sapori, melo-die… ma anche straordinaria tendenza cri-tica, di osservazione e riflessione. Descrivecon intelligenza fatti e curiosità, compresiinconvenienti vissuti che sdrammatizza confare ludico. Questo e quant’altro è emersodal libro di Rita Gatta, insegnante, mamma,moglie, prima di ogni altra cosa; ancorascrittrice che intinge nel vissuto più vario,sempre con fare raffinato, come ha ricordatoil Sindaco Pasquale Boccia che ha patroci-nato e contribuito alla pubblicazione e allariuscita dell’iniziativa. Il libro, primo che ri-porta tanti sonetti (80) dialettali rocchegiani,rimarrà come documento storico appunto

trepassare, è questo che ha fatto Rita Gattanel trasformare in versi quanto ha osservatonel corso delle sue esperienze più o menopiacevoli e che, riposte di tanto in tanto cimostrano quanto, anche nella bonaccia, èimportante non dimenticare, ma soffermarsisulla tempesta vissuta. Maria Pia Santangeli ha continuato aggiun-gendo che l’autrice nei sonetti si diverte,gioca; passato e presente si mescolano e glianeddoti verranno ricordati per la loro sono-rità: il libro resterà nel tempo, in un mo-mento in cui il dialetto rischia di scompariree un freddo vocabolario non può bastare perfarlo rivivere. Coordinata dalla splendida eprecisa Maria Rita Panci, la piacevole serataprima della conclusione, ha visto l’autricedi Svrìnguli Svrànguli, ringraziare e leggere“Il quartiere bavarese”, versi che esprimonoil suo amore per il paese, commuovendo an-cora una volta molti presenti. Immagini, soprattutto del centro storico diRocca, scorrevano sulla parete della sala,con un sottofondo di “La Regina dei Ca-stelli”.

sona dall’autrice,vi è un insegna-mento frutto diuna situazionequotidiana che vaoltre, tocca gli af-fetti e immergenel sentimento.Riflettere sullecircostanze signi-fica appunto ol-

per la sua tipologia. Anche Armando Guidoni, editore di Con-troluce, ha voluto mettere in evidenza le no-stalgie affettuose che Rita Gatta sa trasferirenei suoi scritti. I punti da sottolineare nellibro sarebbero diversi quindi: ironia, usi ecostumi del paese e valorizzazione del dia-letto, amore per Rocca di Papa. L’ironia, piùvolte messa in gran risalto dalla voce del fi-glio di Rita, artista a tutti gli effetti per l’oc-casione: Alfredo ha saputo trasmettereall’uditorio quanto la capacità di vederchiaro, la gaiezza della riflessione e la gioiadella saggezza possano rendere; è questoche erudiscono gli aneddoti del prezioso vo-lumetto, aneddoti che costruiscono in uncerto senso alcuni aspetti caratteristici del-l’ambiente rocchegiano del passato recente;usi e costumi del proprio paese: nel singolofatto ascoltato, visto, vissuto in prima per-

Alfredo Piacentini

La sala gremita

Rita Gatta

di Chiara Caldarelli*E’ arrivata l’estate… comemigliorare la propria alimen-tazione per sentirsi in forma?Come ogni anno con l’arrivodella stagione più calda ciaccorgiamo di avere qualche“chiletto” di troppo e quindidi non essere realmentepronti per l’odiata/amataprova costume. Spesso perquesto si ricorre a rimedi nu-trizionali e/o artificiali (comepasticche “brucia grassi”),che ci aiutano in poco tempoa perdere peso per sentirsi aproprio agio in spiaggia congli amici: quindi si inizia aseguire la dieta priva di car-

boidrati (si passa a toglierepane e pasta) oppure la dietadello yogurt o del cocomero,insomma si arriva ad un’ali-mentazione totalmente squi-librata, poco saziante e pocosoddisfacente.Questi rimedi ci aiutano sì aperdere peso velocemente,ma comportano una volta in-terrotti un semplice e rapidorecupero dei chili persi, in-crementando ulteriormente ilsenso di insoddisfazione.Oggi infatti la percezione co-mune di come dovrebbe es-sere una dieta dimagrante èquella di un regime alimen-tare temporaneo, poco sapo-

rito e comunque insoddisfa-cente e poco saziante. Cer-chiamo invece di seguireun’alimentazione equili-brata; inutile quindi elimi-nare alcuni elementi.Carboidrati, proteine e grassivanno comunque assuntianche se in piccole dosi. In-somma porzioni modeste ecalibrate, soprattutto a cena.Il segreto quindi è impararea gestire le quantità di assun-zione dei cibi preferiti permassimizzare il piaceresenza eccedere nel consumoper esserne soddisfatti.

* [email protected]

E’ arrivata l’estate, che cosa mangiare?

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di Loredana MassaroQuesto breve saggio “Abbi il coraggiodi conoscere” di Rita Levi Montalcini,Rizzoli (2004), non ha la pretesa di es-sere un saggio scientifico ma è un librodestinato ad un vasto pubblico. Non hoconoscenze specifiche di medicina, dineurologia o di neuroscienze, cionono-stante mi ritengo appassionata moltodi filosofia, psicologia e un po’ di psi-chiatria… pertanto con molta curiositàmi sono accostata alla lettura di “Abbiil coraggio di conoscere” e non con-tenta di tenermi per me le informazioniacquisite, mi sono presa la licenza diandare a disturbare i lettori de “Il pic-colo segno” che probabilmente se nestavano tranquilli a pensare ai fatti

ci propone di pensare la mente, ossia l'“organo che pensa” dell’homo sapiense non è un gioco di parole ma mu-tuando il linguaggio dai vecchi studisull’antropologia culturale, potremmochiamarlo metapensiero dell’ homo sa-piens. Questo viene definito attraversoi suoi attributi, per esempio, comesconfinato.“Non ha colonne d’Ercole il pensiero.(…) Il mondo è da creare.” Recitano iversi inediti della nota poetessa italianaMaria Luisa Spaziani, a inizio libro.Dopo aver esplorato tutto il globo ter-restre e le sue infinite forme animate einanimate, l’uomo guardò se stesso eper la sua inestinguibile sete di cono-scenza volle esplorare il suo cervello enon solo nel suo contesto di organo fi-sico, ancora per molti versi scono-sciuto, ma soprattutto per la suafunzione principale quella del “poteredella ragione” che sempre deve ac-compagnarsi alla tensione etica e al-l'impegno civile, in modo da poterorientare al meglio le nostre scelte e ilnostro agire. Analizzando le questioniambientali, la clonazione e l'eutanasia,il razzismo, la difficoltà dell'esseredonne, la povertà dei Paesi in via disviluppo, Rita Levi Montalcini si im-merge in maniera eccellente nelmondo in cui viviamo ma senza pessi-mismo e senza resa anzi con l'estremocoraggio di una visione dell'uomo an-cora integra e fiduciosa. Un saggio imperdibile.

Invito alla letturaAbbi

il coraggio di conoscere

LL’’aannggoolloo ddeellllaa ssttoorriiaa

di VincenzoRufiniUna delle pa-gine più im-portanti dellastoria dell’Oc-cidente cri-stiano è stata

scritta nel 1517 a Wittenberg, interritorio tedesco da un oscuromonaco agostiniano, MartinLutero. Egli espone sul portaled’ingresso della locale chiesa, il31 ottobre 1517, le sue 95 tesitendenti a riformare il Cristia-nesimo. Il frate, nel 1510, aveva viag-giato sino a Roma e qui nellacapitale cristiana si era trovatodi fronte ad una situazione com-pletamente diversa da comeaveva immaginato. Il papato eraimmerso fino al collo nella cor-ruzione e nella simonia (il com-mercio di beni spirituali), in piùprosperava la vendita delle in-dulgenze, per cui bastava pa-gare una somma di denaro e siveniva mondati da qualsiasi ob-brobrio commesso. Era in auge a quel tempo l’isti-tuto del “Cardinal Nepote”, isti-tuito nel primo Rinascimento,onde per cui un nipote del pon-tefice eletto, molto spesso sitrattava di un suo figlio illegit-timo, veniva ad essere un termi-nale su cui veniva versata ognisorta di ricchezza pecuniaria edi beni immobili. Poi la vita dis-soluta condotta da alti dignitaridella chiesa, l’ignoranza delclero secolare, fecero il resto nelcolpire il sentimento religiosodel riformatore “in pectore”.Tornato in patria Lutero comin-ciò a ripensare l’intera impalca-tura teologica della religionecristiana; elaborò le 95 tesi e co-minciò a tradurre la Bibbia dallatino al tedesco, infliggendo unprimo e duro colpo alla lingualatina, da sempre la lingua uffi-ciale della chiesa. Il monaco riformatore traducela Scrittura nella lingua tedescain modo che ogni cittadino suocompatriota potesse compren-dere il significato della liturgia,partendo dal fermo propositoche la fede deve essere com-presa, sia nella sua forma dog-matica e teologica, sia nella sua

di indulgenze più o meno ri-messe.L’opera letteraria di tradu-zione della Bibbia fu unavera e propria rivoluzione;dopo molti secoli dalla tra-duzione di San Girolamo dalgreco al latino e che fu detta:“Vulgata”. In questa titanicaimpresa molto aiuto fu for-nito a Lutero dalla inven-zione della stampa a caratterimobili, realizzata da Guten-berg qualche decennio primae che permise la diffusionesu vasta scala della Bibbiatradotta.La ferma presa di posizionedi Martin Lutero e dei suoidiscepoli indusse la chiesa aprendere una posizione fortee pregnante che desse unascossa in positivo allo statusquo esistente. Il papa Paolo III, al secoloAlessandro Farnese , il qualein gioventù fu accusato diaver ucciso un uomo in unduello, indisse un concilioaffinchè rimuovesse le vetu-ste fondamenta della chiesa.Il concilio si tenne a Trento,città a metà strada tra il SacroRomano Impero e la SantaSede, la sua durata fu di di-ciotto anni, dal 1545 al 1663,e fu gestito da tre papi (PaoloIII, Giulio III e Pio IV).La riforma protestante (cosìdetta da un documento dellaDieta, il Parlamento, dellacittà di Worms che iniziavacon la parola “Protesta-mus”), fu un elemento di rot-tura definitiva all’interno del

cristianesimo e dette originead una religione autonoma;la conseguente riforma catto-lica partorita al concilio diTrento e definita Controri-forma dette impulso ad unacerta moralizzazione all’in-terno della chiesa, accompa-gnato però da unirrigidimento del rispetto peri dogmi. In ciò la chiesa assunse uncarattere sempre più risolutoche portò ad un irrigidimentodella dottrina e dando al ten-tativo di rinnovamento uncarattere autoritario ed inti-midatorio, sia nella formache nella sostanza. Espres-sione conforme del nuovostile ecclesiastico fu la formaartistica del Barocco, con lasua ampollosità, con il suomessaggio autoritario, con ilsuo splendore.Il lascito di questa diatribateologica tra la nuova eresiarappresentata dalla Riformae dalla conseguente presa diposizione della Controri-forma fu una serie di guerredi religione che misero aferro e fuoco la vecchia Eu-ropa e che nel secolo succes-sivo ebbero il loro epilogonella guerra dei trent’anni. La Riforma ebbe il merito didischiudere le porte dellamodernità avanzante; laControriforma arroccò lachiesa in una posizione ri-gida e statica che non le per-mise di gestire in modoproprio il cambiamento mo-derno della società.

accezione litur-gica.Uno dei puntibasilari di quellache in seguitosarà chiamata“La Riforma Lu-terana” era costi-tuito dalconcetto di sal-vezza dell’indi-viduo: per lanuova teologialuterana la sal-vezza verrà soloed esclusiva-mente dalla fedee non per opera

Riforma e...Controriforma

CULTURA20 il Segno - Luglio-Agosto 2010

Martin Luteroloro. Ed eccociquindi a noi, pre-mio Nobel per lamedicina nel1986 per le sco-perte sul fattoredi crescita dellecellule nervose,la scienziata RitaLevi Montalciniè senatrice a vitadal 2001. Il libro

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21il Segno - Luglio-Agosto 2010 STORIE

nsomma le mieAM-lire dove eranofinite? In quel pe-

pore mentre la divisa cominciava ad asciugarsi.Infine spalancò all’improvviso gli occhi e liroteò rapidamente tentando di alzarsi ma rica-dendo di schianto a sedere. Il calore del fuococominciava a produrre i suoi effetti... Quandosi riebbe abbastanza bofonchiò parole dal si-gnificato impossibile e infilandosi una mano intasca ne tirò fuori un corposo rotolo di AM-lireche gettò senza scampo nel fuoco. Nonna Gio-vanna, sempre all’erta, non si lasciò scapparequella occasione e si gettò velocemente sullebanconote. Però le fiamme già le avevano di-vorate in gran parte. Ne salvò alcune che, serammento bene, avevano stampigliato il nu-mero cinquanta su un fondo di un vago coloreverde.

I

anche in quelli dei miei genitori, cosa che nonera andata tanto a genio a mia madre.La quale, poverina, preoccupata per il mio statod’ansia ormai evidente, un giorno mi trascinòin salotto, mi fece sedere sulla poltrona grandee amorevolmente mi disse: “Senti, amore mio,le AM-lire le hai irrimediabilmente smarrite edè ormai tempo di metterci una pietra sopra! Tiricordi quel giorno quando la tua povera nonnale salvò dal fuoco? I tuoi amici sarebbero con-tenti sentirne il racconto!”.E gli amici giunsero a casa nel tardo pome-riggio di una domenica tetra e piovosa.“Allora – disse Nanni – vuoi raccontarci lastoria di quelle AM-lire?”.“Le ho perdute – risposi - chissà quando edove. Ma posso raccontarvi come, al mio ri-sveglio, una bella mattina me le ritrovai paripari sul comodino”.“Sapete cosa sono le AM-lire?” chiesi su-bito dopo.“Noo!”, risposero tutti in coro. Ed io, conti-nuando: “Sono le monete di occupazione fattecircolare dagli alleati durante la guerra”. Dopo questa striminzita spiegazione iniziai araccontare: “Era uno dei più freddi inverni dadiversi anni e il gelo era dappertutto. Le truppeamericane accampatesi, con alcune unità, nellecampagne che attorniavano il paese, circolavanoliberamente per vicoli e vicoletti a bordo delleloro jeep con le quali si intrufolavano per ognidove. Una sera, alcuni compaesani, mentre per-correvano il vicolo, sdraiato nella neve e in parteappoggiato al gradino di ingresso della nostraabitazione, incapparono in un negro gigantescoe all’aspetto completamente ubriaco. Il ghiacciosi stava scongelando e un vapore lattiginoso silevava da esso a contatto con il corpaccionebollente di quel gigante. Preoccupati si interro-garono fra loro: “E se morisse assiderato?”.Ma questo non era possibile: la neve avrebbedovuto cadere ininterrottamente per una interasettimana per congelarlo a dovere. Tanto eragrande e grosso quel nero. Il quale bofonchiavadi continuo frasi indecifrabili. E come se non ba-stasse puzzava terribilmente di alcool!Infine si decisero e bussarono al portoncinodi casa. Nonna Giovanna, avvoltasi nel suoscialle di lana, si affacciò alla finestra chie-dendo cosa stesse accadendo.“Sentite Giovanna qui c’è un negro che sista congelando! Fatelo salire in casa per ri-scaldarsi un poco!”.

a mattina del giorno dopo sveglian-domi ritrovai le AM-lire belle di-stese sul comodino. La nonna mi

disse che potevo tenermele: erano le mie!Le rigirai tra le mani a lungo ed oggi credoche in quel momento mi lanciai con la fan-tasia verso l’America e chissà forse ancheverso l’Africa!Le riposi fra le pagine del mio libro illu-strato preferito: l’Isola del Tesoro. Pensaiche forse, Capitan Flint, ne sarebbe statocertamente orgoglioso!Alcuni giorni dopo, a bordo della solita jeepcompletamente infangata, si presentò il negroche avevamo trovato alcuni giorni prima com-pletamente ciucco! Sembrava un ufficiale:aveva diecimila medaglie e stellette dapper-tutto. L’autista ad un suo cenno scaricò unaquantità infinita di scatole e scatolette. Il negroci consegnò personalmente quel ben di dio sa-lutandoci subito dopo con le sue manone bian-che e nere: ...roba da matti a ripensarci! Sichiamava guarda caso Tom! Poi svirgolandolungo la curva che chiudeva il vicolo riparti-rono a tutto gas verso... già verso dove? Natu-ralmente non lo abbiamo più rivisto. Spero chesia tornato a casa sano e salvo. Almeno lui! Enon come le mie AM-lire perdute di sicuro peri troppi spostamenti e trasferimenti fatti dopo lafine della Guerra”.

A

I L R A C C O N T O D E L M E S E

Il negro, Nannie le AM-lire

di Noga

riodo questo interroga-tivo, improvvisamente edopo anni, mi frullò intesta per molto tempo.Sfogliai tutti i libri chepossedevo, rovistai in tuttii cassetti e cassettini,

L a legna secca nel focolare sprigionavadelle fiammate altissime e fischianti chesi avventavano su per il camino.

Ma, si chiesero, una volta riavutosi comeavrebbe reagito? Avrebbe compreso che sta-vano facendo di tutto per riscaldarlo? Oavrebbe creduto che volevamo trattenerloper chissà quale scopo?Piazzato davanti al focolare prese a emettere va-

L

vevo terminato il mio racconto. Imiei amici ci rimasero malissimo.Nanni, che era il più grande, conge-

dandosi con un tono molto serio mi disse:“Ma allora è tutto qui? Io durante la guerraho visto morire molti soldati. Mio padrenon è più ritornato dalla Russia. Nessunomi ha regalato le... come le chiami? LeAM-lire!”. Così dicendo se ne andò vialentamente seguito dagli altri: tutti in silen-zio. Già: la guerra! Era passata di sicuronelle loro case e chissà quante storieognuno di loro avrebbe potuto raccontarmisicuramente più interessanti. In fondo leAM-lire non interessavano più a nessuno!

Aprile 2010

Carissimo Amico, era un giorno bellissimo,un giorno che mai avreidimenticato. Il ristorante era delizioso come deliziosa fu lacena e non dimentico il vino, hum , meravigliosoodore di legno e di frutti di bosco nascosti nellabottiglia che mesceva generosa il nettare di co-lore rosso rubino. Tutto era perfetto, anche latappezzeria faceva la sua parte intonandosi per-fettamente con il mio abito, come la candela,color porpora, mimetizzava la mia timidezza. Non ti ho detto quanto tempo ho impiegatoquella sera, prima di incontrare Lui, a vestirmi?Tutto sembrava sciatto, insignificante e dozzi-nale.. volevo e dovevo essere la unica e soladonna al mondo, almeno quella sera. La passeg-giata per le vie di Roma, a ridere per... credo peril nulla assoluto e la mano mascolina che mi te-neva stretta la vita aumentavano la falsa sofistica-zione di donna che ero. Ubriaca di bacco e dello sviscerale bisognod’amore ho lasciato che a condurre il gioco dellaserata fosse il mio cavaliere. Tu sai che cosa siprova ad essere un attimo la principessa delmondo e subito dopo il conto da saldare per ilcibo e la passeggiata e le risate? Un tuffo nellefogne di questa città sarebbe stato meno schi-foso!!! (tralascio i particolari, fiduciosa della tuacomprensione).Mentre salivo le scale che mi conducevano allamia piccola mansarda, mi spogliavo degli indu-menti insozzati dalle ingiurie lanciatemi per averlasciato a bocca asciutta quello, che solo pocheore prima, era travestito da gentiluomo. Caro, in pochi secondi ho raggiunto la mia ca-mera e, in men che non si dica, ho sprofondatoil capo sotto le coperte piangendo, truffata dallasperanza di incontrare l’Amore. Non riuscivo aprender sonno ed ho acceso la televisione. Il te-legiornale era fuori orario, una edizione straor-dinaria… chiusi gli occhi, mi sarebbe bastatopoco per raggiungere Morfeo, quando riconobbila tua voce… Lo so, ho continuato a tenere latesta sotto le coperte, ho cercato di non sentirele tue parole ma il tuo rumore, sì, quella sera erarumore, mi ridestò. Era solo una foto fissa sulloschermo e capii che cosa ti stava succedendo.Perdonami amico mio se per molti anni ho evi-tato di incontrarti, perdonami se per troppi anniho pensato fossi come gli altri... perdonami sequando ho pensato fossi diverso dagli altri, non tiho permesso di venire da me…Insomma, quella notte mi hai dato la giusta le-zione. Sei entrato con forza nel mio cuore, haispazzato via tutte le offese e lo hai riempito di in-spiegabile dolore. Eravamo così distanti io e teda chiedermi: per quale motivo la tua morte midava tanta sofferenza, perché eri il Papa? No! Per-ché sei arrivato dritto come una spada dalla dolcelama ed hai aperto la mia anima. Ho dormito ab-bracciata a te pregando te di pregare per me... Caro amico mio, perdonami per averti persoprima di averti trovato, Caro amico mio, grazie per averti trovato quandoti ho perso... Caro Amico Carol,ciao.

di Stefania Colasanti

Frammentidi Scrittura

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SIPARIO APERTO il Segno - Luglio-Agosto 201022

CAPO DEAN GEORGE:Amici miei, quando dispe-ratamente abbiamo bisognodi essere amati e di amare.Quando Cristo disse chel’uomo non vive di solopane, parlava di una fame.Questa fame non era quelladel corpo. Non era la famedi pane. Parlava di una fameche ha origine nel profondodel nostro essere. Parlava diun bisogno necessario comel'aria che respiriamo parlavadel bisogno d’amore.L’amore è qualcosa che tued io dobbiamo avere. Dob-biamo averlo perché il no-stro spirito si nutre di esso.Noi dobbiamo averlo perchésenza di esso noi perdiamole nostre forze e ci indebo-liamo. Senza amore la no-stra autostima viene meno.Senza di esso il nostro co-raggio viene a mancare.Senza amore non sappiamoaffrontare con sicurezza ilmondo.Ci ripieghiamo su noi stessie cominciamo a trovare nu-trimento nelle nostre stessepersonalità.E così, poco a poco, ci di-struggiamo. Grazie ad essosiamo creativi. Grazie adesso procediamo infaticabil-mente. Grazie ad esso, e so-lamente grazie ad esso,siamo capaci di sacrificarciper gli altri.

Tratto dal libro: “Il grande spirito parla alnostro cuore”, Ed. Red

a cura di Francesco Signorello

Indianid’America

di Marzia ManciniIntervistare Al-berto Querini,direttore arti-stico del teatrocivico di Rocca

Alberto Querini: “Il TeatroCivico è un bene prezioso”

Il nostro spirito si nutred’amore

di Papa da gennaio del 2009,mi ha fatto conoscere un uomoappassionato, colto e soprat-tutto determinato a far indos-sare ad ognuno di noi la“corona” dell’arte, affinché lenostre anime ne vengano arric-chite attraverso la conoscenzadi nuove ed emozionanti re-altà, rendendo anche il nostropaese un sito di comunica-zione e cultura. Propongo qui di seguito, le do-mande rivolte al direttore Que-rini, alle quali ha rispostocercando di descrivere l’anda-mento e lo sviluppo del “no-stro” teatro.Quanti spettatori afflui-scono al teatro di Rocca diPapa?“Inizialmente il pubblico tea-trale era ridotto ad un piccolonumero, ma successivamentegrazie alla pubblicità ed allaqualità delle nostre commediesi è incrementato fino ad arri-vare ad una media di 70 spetta-tori per rappresentazione”.Inoltre, afferma soddisfattoche l’affluenza è provenutaanche da paesi limitrofi, an-dando così a completare il fe-dele pubblico roccheggiano.Quanti spettacoli sono statirealizzati? Ha notato prefe-renze tra i gusti del pub-blico?“Sono state realizzate diverserappresentazioni teatrali dallesvariate tematiche, commediebrillanti e moderne come “Ra-dice di 2” per la quale il teatroha avuto l’onore di accoglierepersonaggi illustri come Mi-chele La Ginestra e Edy Ange-lillo. Ancora divertimento con“La badante cubana” dellacompagnia di Piero Botti e“Marescià…quando ci vò… civò! de La Strana Compagnia”.Queste sono state in assoluto lecommedie più apprezzate, alpubblico piace ridere e ricono-scersi in personaggi che inter-pretano ironicamente “leproblematiche” di tutti i giorni. Hanno avuto successo anche i

gialli come “48 ore per ucci-dere”, meno interesse è statoriscontrato per commediedrammatiche e storiche come“I digiuni di Caterina daSiena” di Dacia Maraini”.Ma niente può scoraggiare ildirettore, sempre più convintodi promuovere e farci incon-trare con ogni aspetto di que-sto affascinante mondo che èil teatro!In merito a questo ha maipensato di portare in scenaun’operetta lirica?“La lirica è un’arte spettaco-lare e grandiosa, ma spessocredo non venga compresacome dovrebbe. Le personehanno paura di annoiarsi difronte a spettacoli lunghi, do-vrebbero invece andare più inprofondità per scoprire i ro-manzi e le trame avvincentialla base di queste opere clas-siche. E’ proprio quello che mipiacerebbe fare un giorno,portando a teatro una versionein prosa de “Il barbiere di Si-viglia”.Riassumendo, quali sono isuoi principali obbiettivi?Progetti per il futuro?“Il mio desiderio sarebbequello di evolvere il paese nel-l’arte, di creare, attraverso lapubblicità, un coinvolgimentoglobale in direzione di unaprestigiosa crescita culturale emorale in grado di unire e

mettere in comunicazioneogni tipo di persona.“Insieme dobbiamo avere ilcoraggio di lottare contro la“pigrizia” che spesso intaccala nostra società impedendocidi conoscere tante realtànuove e diverse, di fare espe-rienze indimenticabili, che ilteatro potrebbe donarci ogniqual volta. Se riuscissimo a“bere” dalla fontana dell’artesaremmo un popolo più posi-tivo, infatti nell’arte e nellacultura c’è la speranza del do-mani!!! E’ proprio per questo,che per il futuro, vorrei edu-care anche i più giovani a que-sta filosofia di vita, facendodiventare il teatro di Rocca diPapa, un punto centrale e d’in-contro per le scuole dei Ca-stelli Romani. Sempre per iragazzi sono inoltre in prepa-razione dei laboratori di canto,invece, per quanto riguardanuovi spettacoli, è ancora tuttoin fase di allestimento, ma ciaspettano sicuramente entu-siasmanti avventure”.Concludendo inviterei tutti aspendere un po’ del lorotempo e una minima parte delloro denaro, per immergersi inquesto strabiliante mondo, diriceverne colori, emozioni edinsegnamenti che vale la penadi vivere, e ricordate che an-dare a teatro fa bene alla salutee all’anima.

Il 27 maggio scorso il nostro Franco Carfagna, l’artistache tutti i giornali castellani ci invidiano, è diventatononno per l’ennesima volta. La figlia Monia e il generoCarlo Meconi hanno messo al mondo il piccolo Si-mone. A Franco, alla moglie, a Monia e a Carlo vanno inostri migliori auguri. E a Simone diciamo: benvenuto tra noi!

Diamo il benvenuto a Simone!

L’attore e registaAlberto Querini,Direttore Artisticodel Teatro Civico di Rocca di Papa

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RIFLETTORI 23il Segno - Luglio-Agosto 2010

Amore criminale su RaitreSeilsognod’amorediventa un incubo

Certe volte anche guardare unbel programma equivale afarsi del male. E’ il caso diAmore criminale (di CamillaRaznovich), il martedì sera suRaitre. Ogni settimana mi ri-propongo di non vederlo mapoi le storie di queste donnemaltrattate, offese, violentatee il più delle volte uccise, nonmi lascia via di scampo e confatica e dolore (ma per rispettoverso queste disgraziate) micostringo a guardarlo. Lo guardo non per sconvol-germi ma per capire. Come èpossibile che il “femminici-dio”, così è stato chiamato ilreato, sia in costante aumentoe perchè nonostante la leggesullo stolking voluta dalla

Carfagna non si riesce ad argi-nare il crimine? Ma la cosache mi sconvolge di più è per-chè ancora nel 2010 le donnesubiscano in silenzio, e pro-prio su al nord, dove la donnadovrebbe essere più emanci-pata. Forse l’uomo, in fondo al-l’anima, è rimasto un caverni-colo e quello che non accettaè proprio l’emancipazione diun suo sottoposto, non tolleral’abbandono. Infatti ad ucci-dere sono sempre gli ex, exmariti o fidanzati o convi-venti. Di solito la vittima peranni subisce, non denuncia,minaccia solo di farlo, poid’un tratto scappa, chiedeaiuto alle forze dell’ordine e

di Daniela Di Rosa

infine lo lascia. E qui di solitoiniziano le persecuzioni dell’exma nessuno è in grado di aiu-tarla e alla fine lui l’uccide.Storie semplici, terrificanti equasi sempre uguali. Lui glieloaveva giurato e semplicementelo ha fatto. La legge sullo stolking fun-ziona per i deficienti maniaci altelefono, invece per gli ex èpressochè inutile. Dopo leprime minacce forse la solu-zione sarebbe qualche mese digalera... chissa!? In sintesi,anche se fa male, consiglio atutte di guardarlo questo pro-gramma perchè in molte casesi annida un violento, magariqualcuna si riconoscerà in unastoria, e forse al prossimo in-nocente schiaffo del partner siricorderà di quella ragazzamaltratta e uccisa... e fuggirà.O almeno prenderà coscienzadel problema. Alzare le mani è sempre unatto sbagliato ma non tutti gliuomini aggressivi diventanoassassini, in America esistonocliniche per questo problema.Sarà il caso di farne qualcunada noi e mandarci i nostri uo-mini?

Camilla Raznovich

ilTocco

Terzani, una lezionedi giornalismo

Gentile Dottoressa,mi chiamo M. ho terminatoil quarto anno delle supe-riori, sono sempre stata unastudentessa modello, i mieisono sempre stati esigenti.Intorno a me però è pieno diragazze che si divertono, iole considero stupide. Parlano solo di shopping, ditv, di ragazzi… Solo che ungiorno, mia zia mi ha fattoriflettere, mi ha chiesto seun po’ le invidiassi, e misono accorta che è così. Pia-cerebbe anche a me avere ilragazzo e non ho ancoraavuto una storia.

Ciao M. comprendo come tisenti, ma non ti preoccuparenon sei l’unica alla tua età anon aver ancora avuto un ra-gazzo. Tua zia, con la sua domanda,ti ha invitato a guardare me-glio dentro te stessa, e a fartiscoprire che non ci sono solodoveri nella vita, ma anchepiaceri. Io ti invito a fare lastessa cosa, e ad allentare unpo’ le pressioni interne, equelle dei tuoi genitori, tu seigiovane, c’è altro oltre lo stu-dio, e hai diritto anche tu a di-vertirti come le ragazze dellatua età. Capisco che a volte possanosembrarti superficiali, ma tiassicuro che se tu provassi aparlare con loro, ti insegne-rebbero tante cose che nonsono scritte sui libri e che tumagari non conosci. Prova adaprirti di più, lasciati un po’andare, sentirai un senso dileggerezza che ti riempirà lavita, specialmente adesso cheè estate. Crescendo ho impa-rato anche io, che la cono-scenza non si apprende solosui libri, ma anche parlandocon la gente. Un caro saluto.

Per scrivere alla Dott.ssa Benelli: [email protected]

Risponde la Dott.ssa Bruna Benelli

LL’’aannggoolloo ddeellllaa ppssiiccoollooggiiaa

diErmannoGatta

“Ho fatto questo mio mestiere proprio come una missione re-ligiosa, se vuoi, non cedendo a trappole facili. La più facile,te ne volevo parlare da tempo, è il Potere. Perché il poterecorrompe, il potere ti fagocita, il potere ti tira dentro di sé!Capisci? Se ti metti accanto a un candidato alla presidenza in una cam-pagna elettorale, se vai a cena con lui e parli con lui diventiun suo scagnozzo, no? Un suo operatore. Non mi è mai pia-ciuto. Il mio istinto è sempre stato di starne lontano. Propriostarne lontano, mentre oggi vedo tanti giovani che godono,che fioriscono all’dea di essere vicini al Potere, di dare del“tu” al Potere, di andarci aletto con il Potere, di andarcia cena con il Potere, per trarnelustro, gloria, informazionimagari. Io questo non lo homai fatto. Lo puoi chiamare anche unaforma di moralità. Ho sempreavuto questo senso di orgoglioche io al potere gli stavo difaccia, lo guardavo, e lo man-davo a fanculo. Aprivo la porta, ci mettevo ilpiede, entravo dentro, maquando ero nella stanza, in-vece di compiacerlo control-lavo che cosa non andava,facevo le domande.Questo è il giornalismo”.

Tiziano Terzani, 2006a cura de:

il-sognatore.bolgspot.com

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il Segno - Luglio-Agosto 2010 Ultima pagina

LLeetttteerree,, PPrrooppoossttee,, PPrrootteessttee ee [email protected]

Le lettere non superiori alle 13 righe devono presentare in modo chiaro nome, cognome, mail o numero telefonico

UN SINCERO GRAZIEALL’ASS.RE PIZZICONIDesidero elogiare e ringraziarel’ingegner Simone Pizziconiche mettendo a disposizionedue pullman ha permesso acento cittadini di stare tra quei580 mila che hanno visto lamostra mondiale di Caravag-gio. Queste sono iniziative po-sitive perché favorisconodavvero la cultura. Spero chesi ripetano anche se chi parte-cipa dovesse pagare qualchecosa. Grazie.

Amelia Santini

MULTE AI PADRONI DEI

CANI CHE SPORCANOSalve a tutti, io sono un bam-bino di dieci anni e voglio pro-testare! A Rocca di Papa èun’indecenza per chi ha deicani e li porta a fare i loro biso-gni in giro. Signor Sindaco, èpregato di mettere dei manife-sti perchè chi ha i cani e lifanno uscire, devono portaresempre a portata di mano bustae guanto per raccogliere gliescrementi. E per chi non liraccoglie ci deve essere unabella multa! Le persone ven-gono da fuori, non devono ve-dere questa sporcizia. Io ho uncane però noi rispettiamo

l’ambiente perchè il mio papàraccoglie sempre gli escre-menti, come lo fanno altre per-sone. Grazie e saluti.

Luca Sebastianelli

CHI HA SCELTO I VASI E LE PANCHINE ROSSE?Sono rimasto sconcertatonell’aver visto il nuovo arredoinstallato sul sagrato delDuomo e lungo via del Duomonel centro storico. Panchine evasi rosso fuoco che ci azzec-cano con il nostro quartiere?Vorrei proprio conoscere ilnome di chi ha avuto l’idea diquest’obbrobrio. E il delegato

all’arredo urbano chi è? Esi-ste? E che cosa fa? Ho sentitodecine di miei concittadini la-mentarsi per questo schifo. Edire che i lavori della pavimen-tazione e della scalinata mierano sembrati subito un ot-timo lavoro. Ma poi quando hovisto le panchine mi sono ve-ramente arrabbiato. Ho visto anche che voi delSegno non avete detto nientesu questo. Come mai? Comun-que attendiamo che il Comunerimetta in quel luogo panchinee vasi più idonei alla nostrastoria.

Amedeo De Angelis

Le “curve”della RoccaFare delle passeggiate fa bene alla salutee, mentre leggiamo questo racconto, fac-ciamo una camminata partendo da piazzaMargherita e prendendo via Frascati. Su-bito incontriamo “la curva della Mola”con i palazzi costruiti di recente; poco piùgiù c’è “la curva della Focicchia” e, an-cora più avanti, “la curva dell’Ortagia”dove oggi ci sono dei grandi garage cheuna volta erano cantine in cui si faceva delbuon vino! Infatti le abitazioni poste sopraqueste cantine, furono realizzate succes-sivamente. Proseguendo c’è “la curva deifienili” dove una sessantina d’anni fa esi-stevano le rimesse per il fieno. Altri 200 metri e incontriamo la reginadelle curve, “la curva di Riccardino”. Ilnome deriva da un personaggio che vi-veva a ridosso di questa curva, sicura-mente la più importante di Rocca di Papa(poi spiegheremo il perchè). Scendendo,verso destra, vi è “la curva de Carmela”,nome di una donna casalinga e operaiache qui viveva. Ancora 100 metri e arriva“la curva da Guardia Reggia”, chiamatacosì dai vecchi roccheggiani perchè lì vi-cino viveva un omone che aveva svolto ilservizio di guardia del Re. Scendiamo an-cora e notiamo “la curva dei cecinari”,perchè qui si era stabilita una famigliaproveniente da Cecina. Altri 100 metri e asinistra c’è “la curva del vallone” e poi,subito a destra, “la curva di Lisetta”. La passeggiata si conclude con “la curvadu cillieggiu” per la presenza, poco piùavanti, di un grande albero di ciliege, unavera opera d’arte. Poi inizia un tratto distrada denominata “la sergiata” che arrivafino a via delle Barozze, dove ancora in-contriamo, prima di Squarciarelli, “lacurva de’ rottell’acqua”. Dicevamo che la

il Segnodei tempinei disegni del Maestro Franco Carfagna

curva più famosa è sicuramente quella “diRiccardino” e la nostra mente viaggia nelpassato ricordando l’epoca della corsa au-tomobilistica Vermicino-Rocca di Papa.Nelle prime ore del mattino si scendevaper scegliere il posto migliore (di solitosopra un albero) per vedere la corsa. Gliultimi dovevano mettersi sopra “i petto-roni” (una sorta di aree scoscese). Gli ap-plausi accoglievano le Ferrari rosse, leBugatti, l’Alfa, le Balilla, le Topolino, leAprilia, le Aurelia, la Flaminia, ecc. gui-date dagli idoli dell’epoca: Francisci conla 500, Borzacchini, Lunari, Venturi e, ov-viamente, Nuvolari.

Un anno fu davvero indimenticabile per-chè tra i partecipanti c’era un nostro pae-sano, “Genio”, con la sua Lambretta125.D modificata. Sfrecciò veloce tra gliapplausi del pubblico arrivando tra i primiposti. Ultime si piazzarono le motociclettecon i sidecars (che i roccheggiani chiama-vano “e connulette”). Il maestro Carfagna ha voluto ricordare letante “curve di Rocca di Papa” con la suafamosa corsa che ha dato tanto lustro alnostro paese. Un ringraziamento va alCentro Anziani dove un gruppetto di no-stalgici ci ha elencato i vari nomi dellecurve di via Frascati.