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Il petrolio a Piazza Duomo? Post aggiunto da Francesco Cuppone il 26 dicembre 2013 È esattamente da quando, appena laureato nel profondo Sud (Catania), andai a Torino a fare l'MBA che mi posi il problema: dove conviene andare a lavorare per ottenere successo? La risposta era ovvia e immediata: al Sud, a casa. Allora, ma confesso ancora adesso, mi frullava in testa una frase che avevo sentito da non ricordo chi: mica vorrai andare a cercare il petrolio a Piazza Duomo, a Milano....? Fu proprio questa idea, che poi nasconde un programma di vita, che mi portò, a metà degli anni 80, a tornare in Sicilia per provare "a cercare il petrolio". Ovviamente, non solo non trovai il petrolio, ma dovetti, dopo un lustro di facciate, fare macchina indietro e tornare in mezzo all'economia "normale". Da allora è successo ancora per ulteriori 3 volte. Chiamato dal visionario di turno, faccio armi a bagagli, torno giù armato dai proponimenti più decisi, consapevole che quella sarebbe stata la volta buona. Niente! E' sempre la stessa solfa: quel che è peggio che, ad ogni ondata, trovo il Sud peggio della volta precedente. Eppure, continuo ad essere assillato dal petrolio in Piazza Duomo... Continuo a pensare, ma non riesco a capire come fare a trovarlo, che il petrolio è al Sud. Giù vedo tutto quello che potrebbe servire per fare sbocciare sviluppo, occupazione, reddito, benessere (il "prodotto territorio", l'enogastronomia di qualità, l'assenza di concorrenza agguerrita, il clima, la natura (quella che è riuscita a sottrarsi allo scempio ambientale), la domanda potenziale, etc.). C'è tutto perché il Sud diventi l'opportunità per il Paese e per l'Europa, ne sono convinto. Però mi chiedo: perché non parte? cosa manca? chi dovrebbe provvedere? qual'è la ricetta giusta? A voi, amici, l'ardua sentenza: scatenatevi!!!! Allegati: IMG_0025.JPG , 2.7 MB Visualizzazioni: 740 - Risposte a questa discussione Risposto da adriano succi su 26 dicembre 2013 a 15:46 Temo che l' argomento andrebbe aggiornato, anche se l' hai inserito soltanto un paio d' ore fa. Pare che il petrolio si stia esaurendo anche in Piazza Duomo, Milano. Forse la differenza tra qui e giù è che qui c' è ancora qualche serbatoio non ancora prosciugato, ma chissà quanto durerà. Sarebbe stato meglio unificarci nel benessere che nelle difficoltà. Potenzialmente, il Sud ha grandi possibilità, per tutte quelle caratteristiche che elencavi, e allora perché non decolla? Mi viene in mente una discussione fatta poco tempo fa, con fans del centrodestra lombardo. Dicevano: tu cerchi di dire tutto il male possibile dei Formigoni e Maroni, ma loro hanno e stanno governando bene, tant' è che i servizi più importanti: sanità e istruzione Lombardi sono i migliori in Italia e tra i migliori, in senso assoluto, in Europa e nel Mondo. Io gli rispondevo che anche prima del duo F&M la Lombardia era all' avanguardia, e lo sarà anche dopo, quando governeranno altri. Perché? Perché la differenza la fanno i Lombardi, quelli nativi e quelli acquisiti che hanno fatto proprio lo spirito del costruire, che hanno imparato l' arte di alzarsi la mattina per fare del proprio meglio, sia individualmente che inseriti nella collettività. Se le sane abitudini diventano costume condiviso, dopo poco, tutti ne trarranno beneficio. Forse la differenza è li; al Sud c' è qualcuno di più che al Nord, che cerca scorciatoie, o che si aspetta che siano gli altri ad alzarsi presto la mattina, o che non è disposto a dividere con altri fatiche e opportunità.

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Il petrolio a Piazza Duomo? Post aggiunto da Francesco Cuppone il 26 dicembre 2013

È esattamente da quando, appena laureato nel profondo Sud (Catania), andai a Torino a fare l'MBA che mi posi il problema: dove conviene andare a lavorare per ottenere successo? La risposta era ovvia e immediata: al Sud, a casa. Allora, ma confesso ancora adesso, mi frullava in testa una frase che avevo sentito da non ricordo chi: mica vorrai andare a cercare il petrolio a Piazza Duomo, a Milano....? Fu proprio questa idea, che poi nasconde un programma di vita, che mi portò, a metà degli anni 80, a tornare in Sicilia per provare "a cercare il petrolio". Ovviamente, non solo non trovai il petrolio, ma dovetti, dopo un lustro di facciate, fare macchina indietro e tornare in mezzo all'economia "normale". Da allora è successo ancora per ulteriori 3 volte. Chiamato dal visionario di turno, faccio armi a bagagli, torno giù armato dai proponimenti più decisi, consapevole che quella sarebbe stata la volta buona. Niente! E' sempre la stessa solfa: quel che è peggio che, ad ogni ondata, trovo il Sud peggio della volta precedente. Eppure, continuo ad essere assillato dal petrolio in Piazza Duomo... Continuo a pensare, ma non riesco a capire come fare a trovarlo, che il petrolio è al Sud. Giù vedo tutto quello che potrebbe servire per fare sbocciare sviluppo, occupazione, reddito, benessere (il "prodotto territorio", l'enogastronomia di qualità, l'assenza di concorrenza agguerrita, il clima, la natura (quella che è riuscita a sottrarsi allo scempio ambientale), la domanda potenziale, etc.). C'è tutto perché il Sud diventi l'opportunità per il Paese e per l'Europa, ne sono convinto. Però mi chiedo: perché non parte? cosa manca? chi dovrebbe provvedere? qual'è la ricetta giusta? A voi, amici, l'ardua sentenza: scatenatevi!!!! Allegati:

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Risposto da adriano succi su 26 dicembre 2013 a 15:46 Temo che l' argomento andrebbe aggiornato, anche se l' hai inserito soltanto un paio d' ore fa. Pare che il petrolio si stia esaurendo anche in Piazza Duomo, Milano. Forse la differenza tra qui e giù è che qui c' è ancora qualche serbatoio non ancora prosciugato, ma chissà quanto durerà. Sarebbe stato meglio unificarci nel benessere che nelle difficoltà. Potenzialmente, il Sud ha grandi possibilità, per tutte quelle caratteristiche che elencavi, e allora perché non decolla? Mi viene in mente una discussione fatta poco tempo fa, con fans del centrodestra lombardo. Dicevano: tu cerchi di dire tutto il male possibile dei Formigoni e Maroni, ma loro hanno e stanno governando bene, tant' è che i servizi più importanti: sanità e istruzione Lombardi sono i migliori in Italia e tra i migliori, in senso assoluto, in Europa e nel Mondo. Io gli rispondevo che anche prima del duo F&M la Lombardia era all' avanguardia, e lo sarà anche dopo, quando governeranno altri. Perché? Perché la differenza la fanno i Lombardi, quelli nativi e quelli acquisiti che hanno fatto proprio lo spirito del costruire, che hanno imparato l' arte di alzarsi la mattina per fare del proprio meglio, sia individualmente che inseriti nella collettività. Se le sane abitudini diventano costume condiviso, dopo poco, tutti ne trarranno beneficio. Forse la differenza è li; al Sud c' è qualcuno di più che al Nord, che cerca scorciatoie, o che si aspetta che siano gli altri ad alzarsi presto la mattina, o che non è disposto a dividere con altri fatiche e opportunità.

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Risposto da Francesco Cuppone su 26 dicembre 2013 a 16:12 Bravo Adriano! Hai toccato uno dei nervi scoperti (uno, però..) Considera che per esempio qui in Sicilia si sono succeduti governi di vario colore, certo con prevalenza di destra, ma non è successo MAI niente di diverso. Per esempio, adesso c'è una sorta di "grande coalizione" che mette assieme PD, UDC e gruppi sparsi di ex seguaci del precedente governatore Lombardo. Lo squallore regna sovrano! Allora, mi chiedo, cosa deve succedere? Purtroppo, fino a quando questo Sud non decolla, resterà una palla al piede del resto del paese. Visto che da sola la politica locale non riesce a venirne a capo, esiste il modo di spezzare questa spirale perversa? Quanto ancora sarà disposto lo Stato a veder dilapidate ricchezze immense nel nome dell'autonomia regionale? Cosa aspetta la gente del Nord, la UE, a bloccare l'eurodotto che finisce dritto in bocca del malaffare? Ripeto: il Sud è una grande opportunità di crescita economica, di domanda, di risorse umane (spesso) di qualità, ma se il suo governo non cambia mano continuerà a rappresentare la zavorra del Paese e l'emorragia continua di risorse comunitarie che altrove potrebbe dare ben altri risultati. Io reclamo forte e chiaro l'escalation: il Sud deve diventare emergenza nazionale e continentale, ma affrontato con strumenti straordinari gestiti senza deleghe alla politica locale.

Risposto da adriano succi su 26 dicembre 2013 a 16:43 Francesco, probabilmente, a domanda, il 95% dei Siciliani risponderebbe di non avere alcuna fiducia nella propria classe dirigente; tutti si mostrerebbero indignati del fatto che stipendi dei burocrati siano inversamente proporzionali alla loro efficienza. Però, se qualcuno proponesse il commissariamento di OGNI attività pubblica, cominciando dalla Regione, sono sicuro che ci sarebbe una sollevazione generale, in nome della "Sicilianità". E allora, come la mettiamo? Vedo una sola possibilità. Lo Stato deve imporre tutta una serie di parametri su: spending rewiev, rapporto impiegati pubblici/Cittadini, stipendi pubblici, efficienze, qualità dei servizi, … parametrizzati sulle Regioni del Nord. Il messaggio deve essere: Eleggete chi volete voi, fate quello che volete, ma sappiate che, finchè non saranno raggiunti tali risultati, aiuti dallo Stato e dal' Europa = ZERO. Il Sud , prima di diventare emergenza per il resto d' Italia e per l' Europa, deve essere sentita come emergenza, da tutto il Sud. La rinascita deve iniziare da lì. PS Leggevo delle Sindachesse antimafia, pochi giorni fa, che più che essere AntiMafia, erano Anti qualcuna delle bande e pro qualcun'altra. Con quale credibilità quei territori potrebbero chiedere aiuti allo Stato?

Risposto da Francesco Cuppone su 26 dicembre 2013 a 17:03 Capisci che stiamo parlando di uno scenario apocalittico? Io sono molto preoccupato e non so suggerire una soluzione nell'alveo della legalità democratica... Temo che le uniche soluzioni possibili sono esterne ad essa.

Risposto da adriano succi su 26 dicembre 2013 a 17:30 Temo che sia vicino il momento in cui la scelta sarà o di tentare di salvare TUTTO il Paese, rischiando fortemente di affossare TUTTO , oppure puntare tutte le risorse in modo mirato soltanto dove può funzionare. Già tanto tempo fa dissi che se la crisi fosse arrivata anche al Nord, l' Italia si sarebbe spaccata.

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Poi è successo il catafascio della Lega che ha depotenziato quella possibilità, togliendo credibilità a quei personaggi, però i problemi sono rimasti, anzi aggravati, perciò non escluderei affatto che se dovesse peggiorare l' Economia anche al Nord, qualcosa di forte succederebbe. D'altronde, come ho detto più volte, se formi un convoglio ferroviario con carrozze che possono andare a 200 all' ora con altre max a 100, il risultato sarà che tutto il treno andrà a 100. Quando per arrivare a fine mese, sarà chiaro che bisogna per forza correre a 200 … Soluzioni? Intanto, tante speranze sono riposte nel nuovo PD, che dovrà muoversi con decisione mai conosciuta prima. Tanta aritmetica e fisica semplice semplice, del tipo 2 + 2 = 4, o come l' esempio del treno. Caro Francesco, io ho il difetto di essere pragmatico, ciò magari mi rende antipatico, però di solito ci azzecco.

Risposto da Fabio Colasanti su 26 dicembre 2013 a 17:55 Per Francesco e Adriano, per spiegare le differenze entrambi finite per ricorrere a fattori culturali che determinano la maniera di interagire delle persone. Purtroppo è difficile non identificarli come una delle ragioni principali delle divergenze tra il Sud ed il Nord (del nostro paese e dell'Europa). Ritengo che la migliore spiegazione sia quella fornita da Edward Banfield nel suo "Le basi morali di una società arretrata" Il Mulino. Il libro è del 1955, ma mantiene ancora oggi la sua validità. Riporto qui di seguito alcuni commenti sul libro. http://noisefromamerika.org/recensione/familismo-amorale-alcune-con... http://montegranorevolution.weebly.com/le-basi-morali-di-una-societ... http://unitipergodiasco.blogspot.be/2010/11/recensione-di-le-basi-m... A fronte dei risultati delle analisi di Banfield che lasciano poco spazio alla speranza si devono vedere le conclusioni di Robert Putman sull'alto grado di coscienza civica in altre regioni italiane (Robert D. Putman, Making Democracy Work: Civic Traditions in Modern Italy, 1993. La tradizione civica nelle regioni italiane, Arnoldo Mondadori, 1997).

Risposto da adriano succi su 26 dicembre 2013 a 18:29 Forse il titolo del libro di Banfield: "Le basi morali di una società arretrata" , andrebbe compendiato con "Le basi morali di una società contadina". La tendenza a rinchiudersi nel familismo, nel risultato a breve termine (meglio l' uovo oggi …) fa parte del culturale anche di altre parti d' Italia. Altrove, però, diverse situazioni storiche e soprattutto geografiche, hanno aiutato una evoluzione diversa. Però non si può non tener conto della realtà. Gli Storici, i Sociologi, gli Scienziati del' Umanità, possono fare legittimamente il loro mestiere, ma i Politici, soprattutto se il loro orizzonte di riferimento è l' intero Paese, sono costretti ad altre considerazioni.

Risposto da Fabio Colasanti su 26 dicembre 2013 a 19:27 Adriano, Edward Banfield raffronta la realtà del villaggio della Basilicata nel quale ha passato un anno con quella di altre società contadine in America e in altre parti d'Italia. Semplificando moltissimo, la sua analisi è che in una società molto povera e dove il rischio della morte improvvisa del capo famiglia è sempre presente e avrebbe conseguenze gravissime per tutta la famiglia, la cosa più importante è fare di tutto per garantire il futuro della propria famiglia in senso stretto (capofamiglia, moglie e figli; non il resto della famiglia: fratelli, genitori, cugini).

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Questo obiettivo diventa il punto di riferimento di ogni scala di valori, da qui l'espressione "familismo amorale"; aiutare la propria famiglia passa prima di ogni altra considerazione etica o morale. Visto che moltissimi agiscono in questa maniera, moltissimi - quasi tutti - danno per scontato che anche gli altri agiscano esattamente nella stessa maniera. Questo crea una sfiducia generalizzata che uccide ogni possibilità di collaborazione sociale. Ogni iniziativa - associativa, politica o di qualsiasi altro tipo - viene sempre bloccata dalla considerazione "se Tizio propone questo, deve essere perché ha un tornaconto personale" "Meglio diffidare e stare alla larga". "Chi sta in una posizione di potere, ne abusa per aiutare la propria famiglia; io farei lo stesso" La convinzione che tutti manchino di valori morali superiori all'ineresse della propria famiglia impedisce la partecipazione alla politica, l'associazionismo e perfino l'aiuto reciproco. Banfield contrasta la quantità di organizzazioni che ha conosciuto in un paesino dello Utah, anch'esso una società contadina, con l'assenza totale di associazioni a Montegrano - il nome fittizio che da al villaggio della Basilicata. A St. George, il paesino dello Utah ci sono mille organizzazioni che riuniscono persone per realizzare su base di lavoro volontario tanti compiti di interesse generale: scuola, giornalino locale, biblioteca, strade, eccetera. A Montegrano c'è un orfanotrofio gestito dalla monache. I bambini dell'orfanotrofio sono quasi tutti di Montegrano stesso. Ma ci sono alcune mura dell'orfanotrofio che sono crollate e latre parti dell'edificio che avrebbero bisogno di riparazioni urgenti. La maggior parte degli abitanti di Montegrano è in piazza la mattina presto sperando di essere ingaggiati come muratori o manovali. Più della metà di quelli che cercano un posto per la giornata non lo trovano. Ma non è possibile convincere un gruppo di persone con tutta la giornata di fronte a se a darsi da fare per riparare le mura dell'orfanotrofio. Da queste osservazioni spiega l'origine di tutta una serie di affermazioni - piuttosto anticiviche - che fanno parte della cultura locale. Ho trovato la lista - che occupa varie pagine - impressionante perché vi ho ritrovato la cultura dei ragazzini con cui andavo alle elementari e alle medie (Napoli e Velletri). Banfield non è un dilettante. Con l'aiuto di alcune persone effettua interviste e test che poi ripete in altri parti d'Italia. I risultati sono impressionanti. La parte però veramente triste della sua analisi è l'impotenza di fronte a questa situazione. Ha un capitolo su quello che si potrebbe fare, ma non identifica nulla di possibile o di realizzabile. L'unica speranza che esprime - ma lui stesso ci crede poco - è che si possa realizzare una forte immigrazione da altre parti del paese. Ti assicuro che il libro di Banfield vale veramente la pena di essere letto. E' stato scritto nel 1955, ma Il Mulino lo ha ripubblicato nel 2010 (Edward Banfield, le basi morali di una società arretrata, Il Mulino, 2010 12.00 Euro, 200 pagine) adriano succi ha detto: Forse il titolo del libro di Banfield: "Le basi morali di una società arretrata" , andrebbe compendiato con "Le basi morali di una società contadina". La tendenza a rinchiudersi nel familismo, nel risultato a breve termine (meglio l' uovo oggi …) fa parte del culturale anche di altre parti d' Italia. Altrove, però, diverse situazioni storiche e soprattutto geografiche, hanno aiutato una evoluzione diversa. Però non si può non tener conto della realtà. Gli Storici, i Sociologi, gli Scienziati del' Umanità, possono fare legittimamente il loro mestiere, ma i Politici, soprattutto se il loro orizzonte di riferimento è l' intero Paese, sono costretti ad altre considerazioni.

Risposto da adriano succi su 26 dicembre 2013 a 21:06 Non avevo, naturalmente, letto il libro, però credo di averne capito il senso. Quello che però hai detto, commentandolo, è stato molto forte. Più di quanto avessi immaginato. Però poi, prevale in me il mio modo di essere.

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Dò per scontato che una soluzione facile non c' è, allora quale potrebbe essere un "inizio" di soluzione realistica e fattibile? D' istinto mi viene da dire: devono imparare a cavarsela da soli! Anche le persone meno acculturate e che non leggono libri e giornali, guardano comunque la televisione e, tra un telefilm e l' altro, tra una partita e l' altra, dovranno pure accorgersi che "un altro mondo è possibile!" Inviterei Francesco, ma anche gli altri Amici del Circolo, sopratutto i Meridionali, a dire la loro. Vorrei che mi convincessero che sbaglio.

Risposto da Francesco Cuppone su 26 dicembre 2013 a 22:05 Adriano, Fabio, ero convinto di aver detto, fra le righe, qual è la mia soluzione. Da meridionale dico che una soluzione autoctona non esiste. Le forze c.d. progressiste, al Sud, o per lo meno in Sicilia, sono organiche con quella che io chiamo "kakistocrazia", il potere dei peggiori. Anche il PD, le forze del progresso, sono inquinate. E' una dura realtà, ma è la realtà. Tutto ciò che in Sicilia è compreso nel perimetro del potere è deteriore. Il perché deriva dalle regole che governano il potere: clientelismo, corporativismo, familismo, settarismo, scambio a tutti i livelli. Se uno ha ottenuto una posizione di potere è perché fa parte del contesto. I migliori sono quelli che sono andati via e hanno avuto successo senza praticare i mezzi di cui sopra. Ergo? l'unica soluzione potrà essere esterna, imposta. Bisogna emulare i meccanismi praticati dalla Germania Ovest verso la DDR all'indomani della caduta del muro. Andiamo a prendere il know how da loro, facciamoci spiegare come hanno fatto a trasformare un paese medioevale in una realtà allineata al mondo sviluppato, con tassi di sviluppo a 2 cifre percentuali. Guai a delegare agli indigeni, guai a farsi fregare dagli appelli all'autonomia. Lì si annida il malaffare e i fini inconfessabili. Fabio, i testi che tu citi offrono diagnosi. Siamo stanchi e avviliti di sentire diagnosi. Sappiamo quali sono le mille cause, storiche, culturali, economiche, antropologiche del ritardo. SERVONO SOLUZIONI, SE VOGLIAMO CHE TUTTO IL TRENO, per dirla con Adriano, VADA A 200 KM/H. Finora, nessuno nella nuova leadership PD, ha manifestato segni di vitalità su questo argomento. Magari qualcuno mi chiedesse consiglio!

Risposto da giorgio varaldo su 26 dicembre 2013 a 23:08 Francesco la ricostruzione della ex DDR e' stata fatta con i capitali e con i manager venuti da ovest. Ti va bene questa soluzione?

Risposto da adriano succi su 26 dicembre 2013 a 23:27 Ripeto quanto dicevo: … i Siciliani ... se qualcuno proponesse il commissariamento di OGNI attività pubblica, cominciando dalla Regione, sono sicuro che ci sarebbe una sollevazione generale, in nome della "Sicilianità".... Lo Stato dovrebbe imporre tutta una serie di parametri su: spending rewiev, rapporto impiegati pubblici/Cittadini, stipendi pubblici, … parametrizzati sulle Regioni del Nord. … , finchè non saranno raggiunti tali risultati, aiuti dallo Stato e dal' Europa = ZERO. * Tu confermi che "la soluzione deve essere esterna, imposta". Come e da chi??? Chi e come potrebbe riuscire a imporre qualcosa senza provocare una sollevazione popolare NON contro le loro corruzioni, ma contro il Nord, eterno sfruttatore del Sud???

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Quale soluzione esterna potrà mai essere accettata se non contempla massicce dosi di assistenzialismo che nessuno, ne al NordItalia, ne tantomeno in Europa è più disposto a elargire??? Te lo vedi un Formigoni qualsiasi, scendere a Palermo e dire: Cari ragazzi, da domani mattina cambia completamente la musica ...

Risposto da Francesco Cuppone su 26 dicembre 2013 a 23:39 @Giorgio, se leggi attentamente è proprio quello che suggerisco. Io penso che l'unica soluzione sarebbe un PIANO MARSHALL per il SUD, finanziato con denari pubblici e risorse imprenditoriali del nord, controllato dai carabinieri. Le linee di sviluppo del PIANO MARSHALL dovrebbero coniugare manifattura (food, sopratutto) , recupero del patrimonio monumentale e ambientale finalizzato alla messa a punto di un'offerta turistica di livello, valorizzazione dei centri storici delle città d'arte del sud sempre da inserire nell'offerta turistica, realizzazione di infrastrutture orientate sempre all'accoglienza e all'intrattenimento turistico (aeroporti, porti turistici, teatri, campi da golf, strade). giorgio varaldo ha detto: Francesco la ricostruzione della ex DDR e' stata fatta con i capitali e con i manager venuti da ovest. Ti va bene questa soluzione?

Risposto da Francesco Cuppone su 26 dicembre 2013 a 23:48 @Adriano, che alternative vedi? Continuare a mandare soldi quaggiù significa alimentare il malaffare, gettare i soldi nel fuoco di un conto esercizio improduttivo che serve solo a rendere perpetuo il clientelismo e a mantenere inalterato il potere delle élites compromesse con l'antistato. Per fermare l'emorragia le cose sono due: o abbandoni il sud al suo destino (e poi però metti il filo spinato con l'alta tensione lungo il confine. Altro che boat people dal nord Africa!), oppure decidi una cura da cavallo ultimativa gestita in modo autocratico dallo stato e dalla UE per estirpare la mala pianta e rivoltare il calzino. In alternativa c'è il rischio che la "linea della palma" arrivi fino a Milano, anzi, veramente c'è già arrivata.... adriano succi ha detto: Ripeto quanto dicevo: … i Siciliani ... se qualcuno proponesse il commissariamento di OGNI attività pubblica, cominciando dalla Regione, sono sicuro che ci sarebbe una sollevazione generale, in nome della "Sicilianità".... Lo Stato dovrebbe imporre tutta una serie di parametri su: spending rewiev, rapporto impiegati pubblici/Cittadini, stipendi pubblici, … parametrizzati sulle Regioni del Nord. … Eleggete chi volete voi, fate quello che volete, ma sappiate che, finchè non saranno raggiunti tali risultati, aiuti dallo Stato e dal' Europa = ZERO. * Tu confermi che "la soluzione deve essere esterna, imposta". Come e da chi??? Chi e come può riuscire a imporre qualcosa senza provocare una sollevazione popolare NON contro le loro corruzioni, ma contro il Nord, eterno sfruttatore del Sud??? Quale soluzione esterna potrà mai essere accettata se non contempla massicce dosi di assistenzialismo che nessuno, ne al NordItalia, ne tantomeno in Europa è più disposto a elargire??? Te lo vedi un Formigoni qualsiasi, scendere a Palermo e dire: Cari ragazzi, da domani mattina cambia completamente la musica ...

Risposto da adriano succi su 26 dicembre 2013 a 23:54 Il Piano Marshall consistette sopratutto nel' aiuto riguardo i generi indispensabili: cibo e medicine. Non ebbero un grande impatto sulle gerarchie Economiche e Politiche.

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Riguardo al nostro Sud, invece, è proprio da li che bisognerebbe partire ed è proprio li che non vedo possibilità di intaccare i potentati politici ed economici, perlomeno non in modo incruento. Francesco Cuppone ha detto: @Giorgio, se leggi attentamente è proprio quello che suggerisco. Io penso che l'unica soluzione sarebbe un PIANO MARSHALL per il SUD, finanziato con denari pubblici e risorse imprenditoriali del nord, controllato dai carabinieri. Le linee di sviluppo del PIANO MARSHALL dovrebbero coniugare manifattura (food, sopratutto) , recupero del patrimonio monumentale e ambientale finalizzato alla messa a punto di un'offerta turistica di livello, valorizzazione dei centri storici delle città d'arte del sud sempre da inserire nell'offerta turistica, realizzazione di infrastrutture orientate sempre all'accoglienza e all'intrattenimento turistico (aeroporti, porti turistici, teatri, campi da golf, strade). giorgio varaldo ha detto: Francesco la ricostruzione della ex DDR e' stata fatta con i capitali e con i manager venuti da ovest. Ti va bene questa soluzione?

Risposto da Francesco Cuppone su 27 dicembre 2013 a 0:08 Quando uso la metafora del Piano Marshall intendo dire un piano straordinario implementato, oltre che con le imprese del nord che guidano la rinascita economica, se serve, anche con l'esercito. Continui, caro Adriano, a girare attorno al problema. Mi pare di averlo detto chiaro: o si molla tutto, o si affronta il problema come la vera emergenza nazionale. Se poi vogliamo dire che va cancellata l'impresa dei Mille, Garibaldi, l'unità nazionale, liberi di farlo. Facciamo un referendum, ritorniamo alla situazione pre-unitaria e via. In questo caso, ripeto, conviene che i padani si armino di armi automatiche molto efficienti perché potrebbe succedere loro di rimpiangere le ondate di extracomunitari provenienti dall'Africa. Quaggiù c'è gente poco avvezza a cucirsi la bocca per protesta. Di solito preferiscono convogliare il loro tasso di violenza sugli avversari con risultati assai spiacevoli.

Risposto da adriano succi su 27 dicembre 2013 a 0:29 Non si tratta di girare attorno al problema. Se l' emergenza ovvero la necessità di cambiare accettando mentalità e modelli di vita rivoluzionari, non la sentono la maggior parte degli abitanti del Sud, è difficile che al NordItalia o in Europa accettino di buon grado impegni straordinari che i beneficiati, per primi, non vogliono! Come fai a guarire un Paziente che interpreta a modo suo la malattia e non accetta le indispensabili terapie? Non c' è dubbio che occorrerebbe una cura da cavallo, ma il fatto è che temo che NESSUNO riesca ad imporla. Dall' esterno sarebbe l' ideale, ma non si può, perché non sarebbe accettata dal 90% dei Siciliani. Cosa fai, mandi l' esercito? Composto da chi? Dall' interno occorrerebbe che , come per miracolo, quella parte politica e imprenditoriale sana che penso che ancora ci sia, anche se non so in quale misura, dimentichi le appartenenze partitiche e accetti un programma da lacrime e sangue. C' è però il rischio che un siffatto schieramento convogli tutto il resto, in un nuovo "Forza Sicilia" tipo quello che, qualche anno fa ha preso 61 Parlamentari su 61. Cosa succederebbe con un Parlamento Siciliano del genere, in grado di condizionare poi tutto il resto d' Italia? La terza, un pò malinconica possibilità, sarebbe che un nuovo Governo Nazionale forte a guida PD (però prima bisognerebbe riandare ad Elezioni E VINCERLE ALLA GRANDE), riuscisse, nel medio/lungo termine, a migliorare la situazione. PS Finora, per comodità, abbiamo parlato solo della Sicilia, ma Calabria, Campania, Sardegna, mica possiamo dimenticarli … PS2 Ho detto molte volte che se la Lega invece di essere guidata da quella manica di buzzurri avesse avuto un vero Leader serio oltre che carismatico (sembra assurdo ma Bossi lo era) adesso l' Italia sarebbe divisa da un bel pò.

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Risposto da Francesco Cuppone su 27 dicembre 2013 a 8:17 E' evidente che parlando di Sicilia ci riferiamo a tutto il Sud. Mi rifiuto di accettare la tua semplificazione (il 90% dei siciliani non accetterebbero la cura da cavallo). Pensare che il 90% dei siciliani siano delle bestie mi agita in testa sentori di razzismo, mentre preferisco pensare che i siciliani hanno solo bisogno di completare un'integrazione col resto del Paese che si interruppe nel post Risorgimento, anche perché fece comodo al governo unitario e alle forze egemoni del nuovo stato. In Sicilia non esiste il senso dello Stato, perché lo Stato non si è mai visto, se non con le vessazioni e nel girare la testa dall'altro lato davanti al manifestarsi prepotente e spocchioso della mafia. Mai come adesso c'è bisogno dello Stato! Di uno Stato che sia animato della stessa forza ideale dei Mille, che sia assieme mosso da senso solidale ma fermo, rigoroso, capace di comprendere che il degrado è anche sua responsabilità. E la responsabilità, attenzione, non è solo dello Stato, ma di tutta la politica. Guarda come è ridotto il PD al Sud! Il grande errore commesso, nell'800 e che si perpetua ancora oggi, è non aver inteso che la mafia avrebbe metabolizzato qualunque novità istituzionale, perfino la democrazia. Ed è quello che hanno fatto con una precisione millimetrica e una capacità istrionica. La mafia (o se preferisci, la Sicilia deteriore, che è la stessa cosa) ha colonizzato ogni angolo della società civile: le istituzioni regionali, comunali, provinciali, gli uffici periferici dello Stato, l'economia, la politica, i partiti, tutto! E lo Stato è rimasto a guardare, anzi, come sappiamo fino alla nausea, ha usato , anzi ha abusato, ampiamente delle contropartite che la mala Sicilia poteva offrire in cambio di ampi spazi di autonomia. Ecco qual è il problema: l'autonomia! La Sicilia non era affatto pronta per l'autonomia. Lo Stato nazionale doveva completare l'integrazione e invece ha preferito delegare potere. E a chi ha delegato il potere? Alla mafia, che ormai occupa ogni angolo della realtà visibile e invisibile. Che fare adesso? Adesso, ovviamente, tutto è complicato perché ogni rimedio si scontra con un apparato legislativo, statutario mortale, complicatissimo. Io vedo solo una via d'uscita. Lo Stato deve imporre le sue leggi, anche con la forza se serve. Del resto, ai mafiosi non chiede se per favore si accomodino in galera! Occorre preparare un Piano di Rinascita Meridionale, messo a punto tra Roma e Bruxelles, fatto di obiettivi, risorse, uomini e meccanismi di controllo dell'avanzamento rigorosi . Gli uomini andranno scelti uno per uno per competenza, onestà, leadership. Questo piano blocca e sostituisce tutti i trasferimenti nazionali e comunitari, visto che ogni euro dovrà essere finalizzato alla Rinascita e deve trovare motivazione nel Piano stesso. Infine, i tuoi accenni alla Lega mi fanno sorridere. Se pensi che la secessione potesse risolvere i problemi ti sbagli di grosso. Il Nord è infestato di malaffare ormai quanto il Sud. Avete i mostri dentro casa e non ve ne accorgete neppure! Bossi leader carismatico? Buono solo per parlare ruttando.

Risposto da Fabio Colasanti su 27 dicembre 2013 a 10:57 Francesco, la tua idea di un intervento straordinario per il Mezzogiorno cozza contro alcuni principi democratici che la popolazione del Mezzogiorno stesso non accetterà mai di abbandonare (anche per interessi personali). Tu stesso scrivi che il piano dovrebbe essere basato sulla scelta degli uomini migliori e più adatti per ricoprire certe responsabilità. Ma chi li sceglie? Il governo centrale? Chi può nominare i dirigenti della regione, dei comuni? Sempre il governo centrale? E poi dove li vai a trovare? Dove trovi poi le persone che abbiano le necessarie conoscenze tecniche e che non siano immerse in una serie di contatti personali locali che limiteranno la loro capacità di fare le scelte giuste? In un post precedente, tu hai invocato come esempio da seguire la ricostruzione dell'ex DDR. Ma la ricostruzione è stata fatta soprattuto da personale dell'Ovest. Le gestione di tantissimi enti è stata affidata a personale trasferito dall'Ovest. La direzione di tanti uffici comunali e regionali dei nuovi Bundesländer è stata affidata a funzionari di enti simili dell'Ovest. Come capo dell'ufficio, mettiamo, dell'anagrafe del comune di X all'est è stato nominato il vice-capo dello stesso ufficio del comune di Y all'ovest. Molti altri funzionari sono stati trasferiti in maniera provvisoria - per sei

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mesi, per un anno, per due anni. In questi casi ricevevano un'indennità supplementare che nel gergo era chiamata "Bushgeld" (soldi per essere andati nella savana). In altri casi sono stati richiamati dalla pensione dirigenti comunali e regionali dell'ovest e sono stati dati loro incarichi temporanei all'est. Ma il processo non si è limitato alla pubblica amministrazione, ha toccato perfino la politica, come ha già ricordato Giorgio. Responsabilità politiche di primo piano sono state assunte da personalità politiche dell'Ovest. Il caso più famoso è stato quello di Bernhard Vogel della CDU. Dal 1976 al 1988 è stato governatore della regione della Renania-Palatinato e nel 1992 è stato eletto governatore della Turingia, uno dei nuovi Länder, posto che ha occupato fino al 2003, vincendo altre due elezioni. Vedi tu gli elettori della Basilicata o della Sicilia eleggere governatore Vasco Errani, Vannino Chiti o un altro ex-governatore del centro-nord? Un altro esempio è quello di Kurt Biedenkopf, una personalità di rilievo della CDU di cui era stato segretario e vice-presidente ai tempi di Helmut Kohl (che ne era il presidente). Nonostante fosse della Renania, fu eletto governatore della Sassonia, uno dei nuovi Länder, e occupò il posto per dodici anni, vincendo anche lui altre due elezioni. Questa situazione fu accettata e voluta perché c'era stato un rigetto chiaro e completo del regime precedente. Non vedo nel nostro Mezzogiorno un rigetto analogo del "regime" attuale. E, anche ci fosse, non lo vedo arrivare fino al punto di accettare che incarichi pubblici e politici siano ricoperti da persone che vengono da altre parti d'Italia, privando quindi chi abita nel Mezzogiorno di prebende fortemente ambite.

Risposto da adriano succi su 27 dicembre 2013 a 12:12 Dici: "Mi rifiuto di accettare la tua semplificazione (il 90% dei siciliani non accetterebbero la cura da cavallo)". Mi piacerebbe che intervenissero anche gli altri Meridionali e Siciliani del Circolo, anche per chiarire meglio, non tanto il numero in se, quanto il clima. Io sono solito analizzare i fatti. I quali insegnano che la stragrande maggioranza della gente del Sud, si lamenta di essere abbandonata dallo Stato, ma se poi lo Stato si azzarda a forzare la mano ecco insorgere i mai sopiti nazionalismi e localismi. Dici che l' autonomia è uno dei suoi mali. Ti ricordo che , a parte l' Alto Adige, in nessun territorio Italiano è mai stata sentita la voglia di autonomia come in Sicilia, nemmeno nella Lombardia di Bossi. Però gli autonomisti del Nord sono sempre stati visti (spesso a ragione) come barbari analfabeti anche quando predicavano efficienza e buongoverno (ricordo che SPESSO i Leghisti hanno amministrato con efficenza e buongoverno), mentre i separatisti del Sud hanno avuta sempre dipinta una aureola di fieri indipendentisti, anche quando portavano mafie e malapolitica. Se un Varesotto dice "Padrone a casa mia" è un egoista , se lo dice un Trapanese è un rispettabile Patriota del Sud. Non c' è nemmeno un equivalente verbale a la "Sicilianità". .............. Invochi "cura da cavallo" ma torno a chiederti: Come la imponi la cura da cavallo? Come imponi che OGNI ente Pubblico arrivi a livelli di dipendenti secondo standard di Lombardia/Emilia/Toscana? Quanta gente pensi di poter licenziare? E la riduzione degli stipendi a livelli delle suddette Regioni. E l' imposizione di standard di efficienza a livelli norditaliani. E quanti Ospedali, Cliniche, Centri ASL andrebbero accorpati e magari chiusi? E, per rilanciare un turismo di tante piccole Aziende sul modello Emiliano/Romagnolo, quante casette abusive sui lungomare andrebbero abbattute, per essere sostituite da costruzioni atte a diventare piccoli/medi Hotel? ………. Caro Francesco, io la soluzione non ce l' ho. Quella lacrime e sangue stile Unificazione delle 2 Germanie, l' hanno fatta lassù senza bisogno nemmeno di un gendarme. Per imporre quello che dicevo sopra ci vorrebbero i Marines dei film di guerra. Secondo me prevarrà la soluzione all' Italiana, ovvero non fare niente di strutturale, dando qualche contentino ogni tanto. Più in tutta Italia crescerà la qualità della classe politica e più anche quella del Sud , sperabilmente, crescerà. Naturalmente, piano piano, senza fretta mi raccomando.

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Quella "Cura da cavallo" che dici, NESSUN Politico avrà mai il coraggio di proporla. ............... Non sono secessionista. Sarei per un Paese federato come gli Stati Uniti, la Germania, la Svizzera, la Gran Bretagna. Paesi che contemplano una forte identità nazionale con forte indipendenza Amministrativa. Quando un Paese è disomogeneo (e l' Italia lo è come nessun altro) pretendere le stesse leggi e regole da Trieste a Trapani produce solo quello che ha prodotto da noi.

Risposto da Francesco Cuppone su 27 dicembre 2013 a 12:49 @Fabio Ma davvero credi che i tedeschi dell'Est, all'indomani della caduta del muro, si siano seduti al tavolo con i tedeschi dell'Ovest per pianificare la loro mortificazione? E' stato un atto d'imperio dell'Ovest e così deve accadere per il Sud Italia. I meridionali vogliono i trasferimenti dello stato e della UE? Bene, le condizioni, ultimative sono quelle che LO STATO e LA UE impongono: si fa così! Punto e a capo. Lo capisci che l'alternativa è che si continua a finanziare il malaffare? Qui è tutto inquinato. Trovi difficile che qui si possa eleggere Vasco Errani (potevi scegliere un esempio migliore...) o Chiti? Perché, le candidature chi le fa? Il PD perché lascia candidare gentaglia come quella che oggi arriva alle elezioni? Un tempo, mi ricordo, il vecchio PCI commissariò la direzione regionale mandando un signore di nome Achille Occhetto. Perché non può fare altrettanto adesso? I Siciliani, se capiscono che in pericolo c'è il pane non hanno alcuna titubanza ad applaudire i nuovi padroni. Lo fanno da secoli. Purtroppo, lo so, tutto questo cozza con le regole della democrazia ma occorre prendere atto che qui la democrazia non c'è più, c'è solo la sua rappresentazione. Avete sentito cosa è successo con il tesseramento nel PD appena qualche settimana fa? E con le elezioni interne per coprire i posti di vertice? Insisto nel dire che al Nord, all'Europa, conviene ricorrere a mezzi estremi se non si vuole che la peste si propaghi. Mi pare che recentemente siano giunte notizie di sintomi di contagio grave a Milano, in Liguria, in Piemonte, persino in Germania. Il malaffare prospera dove non c'è lo Stato e il fatto che qui ogni tanto si svolgono regolari elezioni non vuol affatto dire che tutto fila liscio. Chiaro? Fabio Colasanti ha detto: Francesco, la tua idea di un intervento straordinario per il Mezzogiorno cozza contro alcuni principi democratici che la popolazione del Mezzogiorno stesso non accetterà mai di abbandonare (anche per interessi personali). Tu stesso scrivi che il piano dovrebbe essere basato sulla scelta degli uomini migliori e più adatti per ricoprire certe responsabilità. Ma chi li sceglie? Il governo centrale? Chi può nominare i dirigenti della regione, dei comuni? Sempre il governo centrale? E poi dove li vai a trovare? Dove trovi poi le persone che abbiano le necessarie conoscenze tecniche e che non siano immerse in una serie di contatti personali locali che limiteranno la loro capacità di fare le scelte giuste? In un post precedente, tu hai invocato come esempio da seguire la ricostruzione dell'ex DDR. Ma la ricostruzione è stata fatta soprattuto da personale dell'Ovest. Le gestione di tantissimi enti è stata affidata a personale trasferito dall'Ovest. La direzione di tanti uffici comunali e regionali dei nuovi Bundesländer è stata affidata a funzionari di enti simili dell'Ovest. Come capo dell'ufficio, mettiamo, dell'anagrafe del comune di X all'est è stato nominato il vice-capo dello stesso ufficio del comune di Y all'ovest. Molti altri funzionari sono stati trasferiti in maniera provvisoria - per sei mesi, per un anno, per due anni. In questi casi ricevevano un'indennità supplementare che nel gergo era chiamata "Bushgeld" (soldi per essere andati nella savana). In altri casi sono stati richiamati dalla pensione dirigenti comunali e regionali dell'ovest e sono stati dati loro incarichi temporanei all'est. Ma il processo non si è limitato alla pubblica amministrazione, ha toccato perfino la politica, come ha già ricordato Giorgio. Responsabilità politiche di primo piano sono state assunte da personalità politiche dell'Ovest. Il caso più famoso è stato quello di Bernhard Vogel della CDU. Dal 1976 al 1988 è stato governatore della regione della Renania-Palatinato e nel 1992 è stato eletto governatore della Turingia, uno dei nuovi Länder, posto che ha occupato fino al

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2003, vincendo altre due elezioni. Vedi tu gli elettori della Basilicata o della Sicilia eleggere governatore Vasco Errani, Vannino Chiti o un altro ex-governatore del centro-nord? Un altro esempio è quello di Kurt Biedenkopf, una personalità di rilievo della CDU di cui era stato segretario e vice-presidente ai tempi di Helmut Kohl (che ne era il presidente). Nonostante fosse della Renania, fu eletto governatore della Sassonia, uno dei nuovi Länder, e occupò il posto per dodici anni, vincendo anche lui altre due elezioni. Questa situazione fu accettata e voluta perché c'era stato un rigetto chiaro e completo del regime precedente. Non vedo nel nostro Mezzogiorno un rigetto analogo del "regime" attuale. E, anche ci fosse, non lo vedo arrivare fino al punto di accettare che incarichi pubblici e politici siano ricoperti da persone che vengono da altre parti d'Italia, privando quindi chi abita nel Mezzogiorno di prebende fortemente ambite.

Risposto da Francesco Cuppone su 27 dicembre 2013 a 13:02 @Adriano Forse non ti sei accorto che io la penso come te. Sono siciliano, si, ma di formazione sabauda. Quindi con me sfondi porte aperte. Il fatto che la gente del Sud possa trovar da ridire sui necessari metodi di rigore mi lascia indifferente. Non stiamo parlando di scegliere il colore dei calzini. Non sono argomenti sui quali è possibile sindacare. Le leggi si rispettano punto e basta. Ovviamente non intendo elaborare nessuna ricetta qui. Il mio fine è solo quello di segnalare la gravità della situazione quaggiù e che nessun sistema valido altrove qui può funzionare. Inoltre, i casini quaggiù sono facilmente propagabili al resto del paese e del continente. Forse conviene che fra le priorità ci sia la elaborazione di un piano d'intervento straordinario. Se vogliamo salvare il Paese, ovviamente. adriano succi ha detto: Dici: "Mi rifiuto di accettare la tua semplificazione (il 90% dei siciliani non accetterebbero la cura da cavallo)". Mi piacerebbe che intervenissero anche gli altri Meridionali e Siciliani del Circolo, anche per chiarire meglio, non tanto il numero in se, quanto il clima. Io sono solito analizzare i fatti. I quali insegnano che la stragrande maggioranza della gente del Sud, si lamenta di essere abbandonata dallo Stato, ma se poi lo Stato si azzarda a forzare la mano ecco insorgere i mai sopiti nazionalismi e localismi. Dici che l' autonomia è uno dei suoi mali. Ti ricordo che , a parte l' Alto Adige, in nessun territorio Italiano è mai stata sentita la voglia di autonomia come in Sicilia, nemmeno nella Lombardia di Bossi. Però gli autonomisti del Nord sono sempre stati visti (spesso a ragione) come barbari analfabeti anche quando predicavano efficienza e buongoverno (ricordo che SPESSO i Leghisti hanno amministrato con efficenza e buongoverno), mentre i separatisti del Sud hanno avuta sempre dipinta una aureola di fieri indipendentisti, anche quando portavano mafie e malapolitica. Se un Varesotto dice "Padrone a casa mia" è un egoista , se lo dice un Trapanese è un rispettabile Patriota del Sud. Non c' è nemmeno un equivalente verbale a la "Sicilianità". .............. Invochi "cura da cavallo" ma torno a chiederti: Come la imponi la cura da cavallo? Come imponi che OGNI ente Pubblico arrivi a livelli di dipendenti secondo standard di Lombardia/Emilia/Toscana? Quanta gente pensi di poter licenziare? E la riduzione degli stipendi a livelli delle suddette Regioni. E l' imposizione di standard di efficienza a livelli norditaliani. E quanti Ospedali, Cliniche, Centri ASL andrebbero accorpati e magari chiusi? E, per rilanciare un turismo di tante piccole Aziende sul modello Emiliano/Romagnolo, quante casette abusive sui lungomare andrebbero abbattute, per essere sostituite da costruzioni atte a diventare piccoli/medi Hotel? ………. Caro Francesco, io la soluzione non ce l' ho. Quella lacrime e sangue stile Unificazione delle 2 Germanie, l' hanno fatta lassù senza bisogno nemmeno di un gendarme. Per imporre quello che dicevo sopra ci vorrebbero i Marines dei film di guerra.

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Secondo me prevarrà la soluzione all' Italiana, ovvero non fare niente di strutturale, dando qualche contentino ogni tanto. Più in tutta Italia crescerà la qualità della classe politica e più anche quella del Sud , sperabilmente, crescerà. Naturalmente, piano piano, senza fretta mi raccomando. Quella "Cura da cavallo" che dici, NESSUN Politico avrà mai il coraggio di proporla. ............... Non sono secessionista. Sarei per un Paese federato come gli Stati Uniti, la Germania, la Svizzera, la Gran Bretagna. Paesi che contemplano una forte identità nazionale con forte indipendenza Amministrativa. Quando un Paese è disomogeneo (e l' Italia lo è come nessun altro) pretendere le stesse leggi e regole da Trieste a Trapani produce solo quello che ha prodotto da noi.

Risposto da Antonino Andaloro su 27 dicembre 2013 a 13:03 Francesco, bella questa discussione.Non posso che condividere i tuoi passaggi. Anch'io (per lavoro) avevo chiesto il trasferimento in Sicilia e fui accontentato nel 1985. Ti giuro, che allora pensai e provai le stesse cose che pensi tu, confidando nella voglia di cambiamento sopratutto della gente (non della politica). Ma questo non è ancora accaduto, perchè continuiamo a cercare le persone sbagliate per risolvere i problemi personali. Purtroppo il malaffare si regge non solo dove il denaro "gira", ma anche nei "favori" di poco conto e questo è un male difficile da estirpare.Forse ci riusciamo, se i nostri figli rivoluzionano la politica e la gestione del denaro a qualsiasi livello.

Risposto da Fabio Colasanti su 27 dicembre 2013 a 14:11 Francesco, le condizioni per la ricostruzione della DDR non sono state un atto d'imperio. Sono state un'offerta talmente generosa che la grossa maggioranza della popolazione l'ha accettata ben volentieri non ostante alcuni aspetti poco simpatici (per esempio, il ricorso massiccio a personale della Repubblica Federale). La differenza tra lo sfascio e la decadenza della Germania Est (ne ho avuta esperienza diretta nei tre viaggi in auto che ho fatto nel paese tra l'aprile del 1990 ed il dicembre dello stesso anno) e l'opulenza della Germania Ovest era ovvio a tutti e ogni cosa che poteva far sperare di passare dalle condizioni della prima a quelle della seconda esercitava un fascino irresistibile. In più c'è stata l'offerta incredibile del tasso di cambio "uno a uno" tra le due monete quando il tasso di cambio per i rapporti commerciali ufficiali era di 3.4 marchi est per un marco tedesco ed il cambio alla borsa nera era ancora più squilibrato. Di colpo tutti i diciotto milioni di abitanti della Germania Est si sono ritrovati con dei risparmi che valevano molto più di quanto avessero mai sperato (ma la contropartita è stata la morte di tantissime imprese dell'est). I dirigenti dell'ovest che ho citato - e tanti altri a livelli più bassi - sono stati eletti in libere elezioni, non sono stati nominati d'autorità. Non tutti però sono stati d'accordo e Die Linke, la nuova versione della SED, ha avuto molti voti da parte di chi non voleva la riunificazione o non vedeva di buon occhio le condizioni nelle quali si stava realizzando. Non credo che nel nostro mondo moderno atti d'imperio del tipo di quelli ai quali tu pensi siano possibili. Sono convinto che nessuno li farà mai. Purtroppo non vedo nemmeno il resto dell'Italia - e ancor meno l'Europa - offrire al nostro Mezzogiorno condizioni generose come quelle che furono offerte alla Germania Est. Il grosso problema è che la maggioranza della popolazione della Germania Est voleva vivere e comportarsi come quelli della Germania Ovest; per raggiungere questo obiettivo era pronta a riprendere tutte le regole esistenti all'ovest e ad accettare di vivere e lavorare secondo le modalità in vigore all'ovest.

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Non ho l'impressione che la maggioranza degli abitanti del Mezzogiorno voglia vivere nella maniera come vivono gli abitanti del centro-nord e secondo le regole e convenzioni di questi ultimi. Nella stessa maniera, quello che impedisce una solidarietà maggiore in Europa è che è chiaro che chi vive nei paesi del sud Europa non ha nessuna voglia di vivere secondo le regole e le convenzioni seguite nel resto d'Europa. La risposta classica del cittadino tedesco poco colto è "Perché io dovrei aiutare i Greci che vanno (andavano) in pensione a cinquanta anni, mentre io devo lavorare fino a 67?" La realtà è che poi li sta aiutando lo stesso, ma la risposta a questa domanda non è tanto facile da dare.

Risposto da adriano succi su 27 dicembre 2013 a 15:09 Francesco, Fabio ha già spiegato con la consueta competenza e chiarezza, la non possibile analogia con la riunificazione delle Germanie. Aggiungo che, se è possibile giuridicamente il commissariamento di una Regione, poi la sua applicazione concreta è MOLTO complicata, anche per le resistenze e i boicottaggi che ne seguirebbero. Siamo sempre al punto di partenza. La "rivoluzione" deve partire dal basso, dai Siciliani, dai Calabresi, dai Campani. I forconi Siciliani non devono andare a Roma (o a Torino a bordo di Jaguar), ma a Palermo, Palazzo dei Normanni.

Risposto da Francesco Cuppone su 27 dicembre 2013 a 16:24 Ricordo cos'era la guerra fredda tanto da venirmi il sorriso se penso alla riunificazione come ad "un'offerta disinteressata"! Dai, Fabio! Fu una meravigliosa opportunità offerta agli sventurati tedeschi orientali, che non credo avessero tante alternative. Comunque rimango veramente basito a sentire che secondo te (voi) i siciliani (o i meridionali in genere) "non vogliano vivere nella maniera come vivono gli abitanti del centro-nord e secondo le regole e convenzioni di questi ultimi". Questo, purtroppo, si chiama razzismo. Anche le popolazioni dell'Africa nera volevano continuare a vivere mezzi nudi nella foresta e spostarsi a mezzo di liane! Ma che discorsi sono????? Siamo un paese unito o no? Perché a Milano la gente può lavorare e vivere sapendo che la polizia gli garantisce la sicurezza e in Sicilia, Calabria, Campania questo diritto non è riconosciuto? Perché ci sono troppi conniventi? E allora lo stato aumenti proporzionalmente le forze di Polizia! Vada casa per casa a snidare i malfattori e i loro reggi coda! Allora è vero che lo stato ha rinunciato a vincere? E' vero che Falcone, Borsellino, Cassarà, Chinnici e migliaia di siciliani onesti sono morti senza motivo! Che sono morti a fare??? Tanto ai siciliani non interessa un cavolo (stavo per scrivere diversamente) di cambiare la loro vita, il loro modo di intendere l'economia, le istituzioni, il futuro. Quello che hai detto è molto grave e spero che sia stato un mero scivolone. Io aspetterò che a Roma, a Bruxelles arrivi qualcuno che capisca che il continente è uno, da Goteborg a Capo Passero e che i tanti morti in nome della legge, dell'idea di stato, del compimento del loro dovere (morti come un milanese di oggi, o un veneto non saprebbe forse morire) non sono morti invano. Il Sud ha chiesto allo Stato una cosa e lo Stato non l'ha saputa garantire: la LEGALITA'! Ai funerali di Borsellino, davanti alla cattedrale di Palermo c'erano tantissimi siciliani onesti, puliti, desiderosi di vivere onestamente, lavorando a casa propria, senza essere costretti ad emigrare per vivere, che urlarono la loro rabbia contro i rappresentanti dello stato che quel giorno erano lì a piangere l'ennesimo suo servitore annientato dalla violenza mafiosa, ma fino al giorno prima con la mafia faceva comunella e imbastiva strategie di potere e di schiavitù per il popolo. Quella è la Sicilia vera. Per quei cittadini credi non valga la pena far sentire la voce delle istituzioni, forte e chiara, che rassicuri sulla consapevolezza che con l'antistato non si fanno patti e che l'unica sicurezza è nella legge e nella democrazia? Fabio Colasanti ha detto: Francesco, le condizioni per la ricostruzione della DDR non sono state un atto d'imperio. Sono state un'offerta talmente generosa che la grossa maggioranza della popolazione l'ha accettata ben volentieri non ostante alcuni aspetti poco simpatici (per esempio, il ricorso massiccio a personale della Repubblica Federale).

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La differenza tra lo sfascio e la decadenza della Germania Est (ne ho avuta esperienza diretta nei tre viaggi in auto che ho fatto nel paese tra l'aprile del 1990 ed il dicembre dello stesso anno) e l'opulenza della Germania Ovest era ovvio a tutti e ogni cosa che poteva far sperare di passare dalle condizioni della prima a quelle della seconda esercitava un fascino irresistibile. In più c'è stata l'offerta incredibile del tasso di cambio "uno a uno" tra le due monete quando il tasso di cambio per i rapporti commerciali ufficiali era di 3.4 marchi est per un marco tedesco ed il cambio alla borsa nera era ancora più squilibrato. Di colpo tutti i diciotto milioni di abitanti della Germania Est si sono ritrovati con dei risparmi che valevano molto più di quanto avessero mai sperato (ma la contropartita è stata la morte di tantissime imprese dell'est). I dirigenti dell'ovest che ho citato - e tanti altri a livelli più bassi - sono stati eletti in libere elezioni, non sono stati nominati d'autorità. Non tutti però sono stati d'accordo e Die Linke, la nuova versione della SED, ha avuto molti voti da parte di chi non voleva la riunificazione o non vedeva di buon occhio le condizioni nelle quali si stava realizzando. Non credo che nel nostro mondo moderno atti d'imperio del tipo di quelli ai quali tu pensi siano possibili. Sono convinto che nessuno li farà mai. Purtroppo non vedo nemmeno il resto dell'Italia - e ancor meno l'Europa - offrire al nostro Mezzogionro condizioni generose come quelle che furono offerte alla Germania Est. Il grosso problema è che la maggioranza della popolazione della Germania Est voleva vivere e comportarsi come quelli della Germania Ovest; per raggiungere questo obiettivo era pronta a riprendere tutte le regole esistenti all'ovest e ad accettare di vivere e lavorare secondo le modalità in vigore all'ovest. Non ho l'impressione che la maggioranza degli abitanti del Mezzogiorno voglia vivere nella maniera come vivono gli abitanti del centro-nord e secondo le regole e convenzioni di questi ultimi. Nella stessa maniera, quello che impedisce una solidarietà maggiore in Europa è che è chiaro che chi vive nei paesi del sud Europa non ha nessuna voglia di vivere secondo le regole e le convenzioni seguite nel resto d'Europa. La risposta classica del cittadino tedesco poco colto è "Perché io dovrei aiutare i Greci che vanno (andavano) in pensione a cinquanta anni, mentre io devo lavorare fino a 67?" La realtà è che poi li sta aiutando lo stesso, ma la risposta a questa domanda non è tanto facile da dare.

Risposto da Fabio Colasanti su 27 dicembre 2013 a 16:26 Antonino, hai perfettamente ragione su questo punto. Quello che è difficile da far capire è che tra la mazzetta all'assessore perché cambi il piano regolatore e l'invito alla comunione del figlio dell'amico che all'ospedale ci ha fatto saltare la fila per un certo esame c'è una differenza di grado, ma non di natura del malcostume. Accelerare la pratica dell'amico, annullare la multa del cugino, falsificare la gara d'appolto per la fornitura al comune, non farsi fare la fattura dall'idraulico, dichiarare quattro euro di reddito nella dichiarazione dei redditi, passare con il rosso am semaforo, ecc. sono tutti esempi della stessa "forma mentis". In Svezia e in Danimarca i ministri non prendono le mazzette perché nessuno si sognerebbe mai di passare col rosso al semaforo o di trattare in maniera favorevole un parente in un contesto qualsiasi. La gente sceglie sempre le persone sbagliate perché sceglie persone che hanno lo stesso basso grado di etica che hanno loro stessi. Non è che gli elettori siano brava gente e i politici una massa di dannati che per un motivo misterioso diventerebbe amorale una volta eletta. Tutti si comportano nella maniera permessa dall'ambiente sociale. Riporto un esempio che ho fatto altre volte. Quando lavoravo in Italia (grossa società a participazione statale di Roma) era comune che i miei colleghi di lavoro ammettessero tranquillamente di "darsi malati". Mi è anche capitato di sentire amici che pianificavano gite e di sentirne alcuni dire tranquillamente che si, quel giorno erano di turno, ma che questo non sarebbe stato un problema perché si sarebbero "dati malati". A Bruxelles, alla Commissione europea dove ho lavorato tanti anni, ci sarà sicuramente gente che si "da malata", ma non ho mai e poi mai sentito nessuno dirlo apertamente. Chi affermasse una cosa del genere sarebbe visto molto male da tutti i suoi colleghi. Il contesto sociale è quindi molto diverso per quanto riguarda l'etica sul lavoro. Non ho elementi statistici per provarlo, ma penso che anche le statistiche sulle assenze per malattia devono riflettere questa differenza.

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Antonino Andaloro ha detto: ( ... ) Purtroppo il malaffare si regge non solo dove il denaro "gira", ma anche nei "favori" di poco conto e questo è un male difficile da estirpare. ( ... )

Risposto da Francesco Cuppone su 27 dicembre 2013 a 16:29 Intanto il tizio in Jaguar era un torinese e non un siciliano. Ma allora hanno ragioni gli indipendentisti? Lo Stato non esiste! La libertà di lavorare è messa ai voti? siccome in Sicilia Forza Italia vince 61 a 0 vuol dire che i siciliani sono tutti da condannare a vivere nella dittatura della mafia! Ma Berlusconi è milanese, Brunetta è veneto, Bondi toscano, la Biancofiore trentina. Ma cosa state dicendo??? Se il PD è ridotto a questo mi sa che ho sbagliato a prendere la tessera e che forse è il caso di guardare altrove! Il PD in Sicilia la smetta di dare responsabilità di partito a gente come Cracolici, Crisafulli, Lupo, Crocetta, Finocchiaro. Gente che appartiene all'establishment deteriore che fa comodo quando porta voti ma di cui nessuno si preoccupa di capire come raccoglie consenso e come lo amministra. LA SICILIA, IL SUD, HA BISOGNO DELLO STATO, VOLETE METTERVELO IN TESTA? adriano succi ha detto: Francesco, Fabio ha già spiegato con la consueta competenza e chiarezza, la non possibile analogia con la riunificazione delle Germanie. Aggiungo che, se è possibile giuridicamente il commissariamento di una Regione, poi la sua applicazione concreta è MOLTO complicata, anche per le resistenze e i boicottaggi che ne seguirebbero. Siamo sempre al punto di partenza. La "rivoluzione" deve partire dal basso, dai Siciliani, dai Calabresi, dai Campani. I forconi Siciliani non devono andare a Roma (o a Torino a bordo di Jaguar), ma a Palermo, Palazzo dei Normanni.

Risposto da Francesco Cuppone su 27 dicembre 2013 a 16:51 Fabio, i tuoi ex colleghi erano romani, non siciliani. Come la mettiamo? E poi, a chi compete insegnare l'educazione civica? Alla scuola, penso. Dove vengono messi assieme i programmi scolastici? Il modo peggiore per affrontare questi discorsi è quando parliamo di tratti antropologici tipici di una popolazione che sono come scolpite nella pietra: indelebili! Mi sorprendo moltissimo! Io sono siciliano eppure rispetto le file, non passo col rosso, non voto Forza Italia. Quindi? E' mostruoso ritenere che un popolo ha dei tratti nei comportamenti che sono indelebili. L'Unità di Italia era ispirata a principi altissimi, si ispira a idee di cultura comune, tradizioni, che hanno ispirato intere generazioni. Ma veramente pensate che i giovani Mille avrebbero dovuto porsi il problema della mentalità dei siciliani, dei calabresi, dei napoletani, prima di imbarcarsi a Quarto al seguito del Generale? E' quell'idea di Italia che bisogna rispolverare. Bisogna tornare a dare vigore a quella ispirazione e chiedersi perché non siamo riusciti a completare l'unità culturale, di convivenza civile cominciata nella seconda metà dell'800. Se non partiamo da lì non andiamo da nessuna parte. Fabio Colasanti ha detto: Antonino, hai perfettamente ragione su questo punto. Quello che è difficile da far capire è che tra la mazzetta all'assessore perché cambi il piano regolatore e l'invito alla comunione del figlio dell'amico che all'ospedale ci ha fatto saltare la fila per un certo esame c'è una differenza di grado, ma non di natura del malcostume. Accelerare la pratica dell'amico, annullare la multa del cugino, falsificare la gara d'appolto per la fornitura al comune, non farsi fare la fattura dall'idraulico, dichiarare quattro euro di reddito nella dichiarazione dei redditi, passare con il rosso am semaforo, ecc. sono tutti esempi della stessa "forma mentis". In Svezia e in Danimarca i ministri non

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prendono le mazzette perché nessuno si sognerebbe mai di passare col rosso al semaforo o di trattare in maniera favorevole un parente in un contesto qualsiasi. La gente sceglie sempre le persone sbagliate perché sceglie persone che hanno lo stesso basso grado di etica che hanno loro stessi. Non è che gli elettori siano brava gente e i politici una massa di dannati che per un motivo misterioso diventerebbe amorale una volta eletta. Tutti si comportano nella maniera permessa dall'ambiente sociale. Riporto un esempio che ho fatto altre volte. Quando lavoravo in Italia (grossa società a participazione statale di Roma) era comune che i miei colleghi di lavoro ammettessero tranquillamente di "darsi malati". Mi è anche capitato di sentire amici che pianificavano gite e di sentirne alcuni dire tranquillamente che si, quel giorno erano di turno, ma che questo non sarebbe stato un problema perché si sarebbero "dati malati". A Bruxelles, alla Commissione europea dove ho lavorato tanti anni, ci sarà sicuramente gente che si "da malata", ma non ho mai e poi mai sentito nessuno dirlo apertamente. Chi affermasse una cosa del genere sarebbe visto molto male da tutti i suoi colleghi. Il contesto sociale è quindi molto diverso per quanto riguarda l'etica sul lavoro. Non ho elementi statistici per provarlo, ma penso che anche le statistiche sulle assenze per malattia devono riflettere questa differenza. Antonino Andaloro ha detto: ( ... ) Purtroppo il malaffare si regge non solo dove il denaro "gira", ma anche nei "favori" di poco conto e questo è un male difficile da estirpare. ( ... )

Risposto da Fabio Colasanti su 27 dicembre 2013 a 17:12 Francesco, quello che scrivo sull'atteggiamento della gente nel Mezzogiorno e nel resto d'Italia vale anche per le differenze tra nord e sud d'Europa e spiega le enormi difficoltà che si incontrano ad uscire dalla crisi e ad ottenere una maggiore solidarietà. Ho scritto su questo tema varie volte; ho anche proposto una discussione ad hoc sulle differenze culturali tra nord e sud Europa; che secondo me stanno aumentando, non riducendosi. Ripropongo la differenza che vedo in termini nord Europa/sud Europa, cosa che si presta meno a sospetti di razzismo. Esagero un po' per rendere più chiaro il mio pensiero, ma quello che mi colpisce è che nel nord Europa la maggioranza della popolazione pensa che il progresso tecnico e scientifico sia una cosa positiva, che sia necessario studiare e soprattutto studiare materie tecnico scientifiche, che il mondo di oggi sia migliore del mondo di trenta o quaranta anni fa, che l'economia di mercato sia una cosa positiva, che la gobalizzazione, sia un'opportunità da sfruttare, che bisogna certo aiutare i più deboli, ma che è necessario ricompensare (entro certi limiti) che merita e differenziare tra chi si impegna sul lavoro e chi non lo fa. Questo atteggiamento va di pari passo con un forte impegno personale verso la comunità che porta alla fioritura di mille attività di volontariato e ad un buon grado di impegno etico. In tutti questi paesi ci si aspetta una gestione della cosa pubblica che non faccia favori e tutti questi paesi hanno disavanzi sotto controllo e bassi livelli di debito pubblico. In questi paesi la corruzione e l'evasione fiscale sono più basse che nel sud Europa e questi paesi se la cavano abbastanza bene dal punto di vista economico anche nel contesto economico attuale. Nel sud Europa (Portogallo, Spagna, Italia e Grecia) il progresso scientifico non appassiona la gente. Razionalmente si sa che esiste e che è una cosa positiva, ma pochi vanno all'università per studiare discipline scientifiche. Le scelte fatte dai politici di questi paesi ignorano la ricerca e i giovani che laureano in discipline scientifiche e vogliono fare ricerca sono spesso obbligati ad andare all'estero (in alcuni paesi del sud Europa, discipline come la bio-tecnologia sono scoraggiate e viste male). Molti credono che il mondo di trenta-quaranta anni fa fosse mgliore di quello attuale e che la globalizzazione sia una disgrazia; se potessero chiuderebbero il paese agli scambi mondiali. La maggioranza della popolazione non capisce come funziona l'economia di mercato e pensa che sempre più leggi sia la risposta a tutto e che, per esempio, il blocco degli sfratti sia la risposta giusta alle difficoltà sul mercato dell'affitto. Le scuole dei paesi del sud Europa, nostra compresa, fanno acqua (vedi i risultati dei test PISA), ma la cosa non preoccupa più di tanto. Lo "stato" viene visto come qualcosa di esterno ("lo stato è assente", "lo stato non fa nulla per noi") con il quale non ci si può identificare, l'impegno civico è limitato, il volontariato è più raro ed il grado di etica nella vita pubblica è basso. I cittadini considerano normale che lo stato faccia regali (si spera sempre di riceverne uno) e non

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hanno mai detto una parola contro gli alti disavanzi e l'accumulo di debito pubblico. Questi paesi strillano contro l'ordine economico dominante e si trovano in enormi dificoltà economiche. Evidentemente queste sono generalizzazioni. Anche nel nord Europa c'è gente che la pensa come nel sud e nel sud c'è tanta gente - ma non la maggioranza - che la pensa come nel nord Europa. Il problema è che la maggioranza nel sud Europa vorrebbe vivere meglio, ma senza comportarsi come nel nord Europa. Non vuole accettare le condizioni necessarie per vivere bene in un'economia di mercato, non vuole accettare che siano necessarie riforme strutturali come quelle che tutti gli osservatori suggeriscono, non vogliono accettare che sia inevitabile ridurre il disavanzo ed il debito pubblico, non vogliono accettare che sia necessario avere una scuola che insegna di più e meglio. Nel sud Europa, l'etica nella vita pubblica non è considerata come una cosa cruciale; quante volte sono stati rieletti, anche quando c'erano le preferenze, politici già condannati? Nel sud Europa la cosa pubblica è cosa di nessuno e i paesaggi sono spesso deturpati da brutture edilizie, incuria e sporcizia. Nel sud Europa ci si illude che la soluzione piova dal cielo. Per esempio, ci si illude che la soluzione venga da un cambio delle politiche europee che significherebbe che il nord Europa - che già aiuta il sud Europa in maniera considerevole - dovrebbe aprire ancora di più i cordoni della borsa e tassare di più i propri contribuenti per aiutare il sud Europa. Ma questo non succederà mai perché il sud Europa appare come una entità che non vuole aiutare se stessa, che ancora non ha capito cosa bisogna fare per stare al mondo. La settimana scorsa, su proposta della cancelliera Merkel, al Consiglio europeo si è discusso della possibilità di dare nuovi e ulteriori aiuti ai paesi del sud a condizione che facciano le necessarie riforme strutturali. L'idea non mi piace, ma ha una sua logica. C'è stato un muro. Tutti i paesi del nord hanno detto alla Merkel di non volerne nemmeno parlare per almeno un anno. I paesi del sud hanno invece espresso il timore che fare le riforme strutturali per rispondere ad una esigenza del "nord Europa" le renda ancora più impopolari. Ho l'impressione che tra sud e nord d'Italia ci siano delle differenze di questo tipo, anche se riguardano più l'etica, la corruzione e i rapporti interpersonali.

Risposto da adriano succi su 27 dicembre 2013 a 17:23 Boh, pare che il Sig. Calvani, quello della Jaguar, non sia ne Siciliano ne Piemontese. Sta a metà strada, a Latina. L' altro leader dei forconi, il Siciliano, è il Sig. Ferro, ex candidato PDL. Comunque, quello è solo folklore. A me pare che siamo tutti d'accordo sul' identificazione della malattia, saremmo pure d'accordo selle terapie. Ciò su cui non ci intendiamo è sul COME somministrare le medicine. Premettiamo pure che l' Europa sia meglio non considerarla nemmeno, dato che il massimo del suo contributo sarebbe: "Vi abbiamo dato i finanziamenti, usateli bene". Non ci intendiamo sul COSA potrebbe fare l' Italia, ovvero COME concretizzare il suo apporto. Lasciamo perdere la demagogia o i buoni propositi fatti di belle parole ma concretezza ZERO. Commissariare SICILIA, CALABRIA, CAMPANIA? Napolitano e Letta in seduta a Parlamento unificato, decidono che da domani le tre Regioni sono commissariate. Sospesi i Parlamenti e tutte le cariche pubbliche fuorché quelle essenziali: Polizie, servizi medici d' emergenza, poco altro. Gli stipendi di TUTTO il comparto pubblico sono congelati per 3 mesi, in attesa di essere parametrizzati a livello Lombardia. I contratti con qualsiasi Società esterna sono congelati, in attesa di verifica di opportunità e congruenza. L' esercito si posiziona alle entrate di tutti gli edifici pubblici controllando chi entra e chi esce e a che ora. Si affidano a Società private di controllo, verifiche a sorpresa in tutti gli Uffici Pubblici, del tipo di quello che è standard nelle Aziende Private del Nord. Perciò niente persecuzioni o boicottaggi, diciamo un avvicinamento forzato agli standard NordItaliani, ovvero Europei. Mi fermo qui. Si potrebbe fare? Io ci sto, i miei Concittadini approverebbero. Siciliani, Calabresi e Campani, … non so. E se non approvano, che si fa???

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PS Finora ci siamo riferiti alle Regioni, però, per fare le cose per bene, le stesse attenzioni andrebbero prestate anche a Province e Comuni. Francesco Cuppone ha detto: Intanto il tizio in Jaguar era un torinese e non un siciliano. Ma allora hanno ragioni gli indipendentisti? Lo Stato non esiste! La libertà di lavorare è messa ai voti? siccome in Sicilia Forza Italia vince 61 a 0 vuol dire che i siciliani sono tutti da condannare a vivere nella dittatura della mafia! Ma Berlusconi è milanese, Brunetta è veneto, Bondi toscano, la Biancofiore trentina. Ma cosa state dicendo??? Se il PD è ridotto a questo mi sa che ho sbagliato a prendere la tessera e che forse è il caso di guardare altrove! Il PD in Sicilia la smetta di dare responsabilità di partito a gente come Cracolici, Crisafulli, Lupo, Crocetta, Finocchiaro. Gente che appartiene all'establishment deteriore che fa comodo quando porta voti ma di cui nessuno si preoccupa di capire come raccoglie consenso e come lo amministra. LA SICILIA, IL SUD, HA BISOGNO DELLO STATO, VOLETE METTERVELO IN TESTA? adriano succi ha detto: Francesco, Fabio ha già spiegato con la consueta competenza e chiarezza, la non possibile analogia con la riunificazione delle Germanie. Aggiungo che, se è possibile giuridicamente il commissariamento di una Regione, poi la sua applicazione concreta è MOLTO complicata, anche per le resistenze e i boicottaggi che ne seguirebbero. Siamo sempre al punto di partenza. La "rivoluzione" deve partire dal basso, dai Siciliani, dai Calabresi, dai Campani. I forconi Siciliani non devono andare a Roma (o a Torino a bordo di Jaguar), ma a Palermo, Palazzo dei Normanni.

Risposto da giorgio varaldo su 27 dicembre 2013 a 17:57 Anni fa alla tenenza di castellaneta arriva il nuovo comandante . Riunisce il personale e fa a tutti un cazziatone con i fiocchi come e' possibile che a castellaneta si ignorino le piu' elementari norme del traffico? La pattuglia di turno viene immediatamente trasferita (si diceva a bressanone o giu di li) e se continua l'andazzo altri colleghi li avrebbero seguiti. Inutile dire che i giorni successivi a traffico la castellaneta del profondo sud faceva schiattar di invidia zurigo.

Risposto da Fabio Colasanti su 27 dicembre 2013 a 19:26 Laura, la lotta alla mafia e alla criminalità organizzata in tutte le sue forme è certo difficile e ci sono sicuramente legami politici. Ma questo non esime dal chiedere che si faccia tutto il possibile per ridurne l'efficacia. Non possiamo accettare che ci siano zone del paese dove la legalità è violata sistematicamente. Bisogna dare maggiori mezzi alle forze di polizia, rafforzarle in tutto il sud, resistere alle voci che si leveranno sul trattamento diverso - discriminatorio - che si fa al sud rispetto al nord. Ma la lotta alla criminalità organizzata passa anche attraverso la lotta ad ogni forma di attività al nero, dalle piccole frodi dell'IVA a quelle alle altre tasse.

Risposto da Antonino Andaloro su 27 dicembre 2013 a 19:53 Giuseppe, permettimi di farmi un autogol come siciliano. Quello che desidero rilevare è l'atteggiamento moralistico condotto in patria da parte di noi meridionali (special modo siciliani). Molte azioni di noi meridionali, hanno la caratteristica di essere spesso scoraggianti verso chi ha un'iniziativa a promuovere nel pubblico. Ad esempio,le associazioni che di solito promuovono attività di solidarietà rimangono

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spesso e volentieri isolate derise e non hanno vita facile. Al contrario l'interesse si accresce quando uno di noi va a chiedere nel privato qualsiasi cortesia, magari anche un passo carrabile dinanzi la propria abitazione. Quindi credo che si deve iniziare dalla educazione civica (come diceva qualcuno di voi) trasmettere alcuni valori fondanti della società nelle scuole è veramente indispensabile. Forse Salvatore potrà in questo senso, illuminarci dall'alto della sua sensibilità e competenza. C'è troppa gente che fà pesare il saper fare, c'è troppa gente che fà pesare la sua furbizia, e se non dimostri con i fatti che puoi arrivare più in alto di loro rimarrai un inutile uomo della strada. Francesco Cuppone ha detto: Fabio, i tuoi ex colleghi erano romani, non siciliani. Come la mettiamo? E poi, a chi compete insegnare l'educazione civica? Alla scuola, penso. Dove vengono messi assieme i programmi scolastici? Il modo peggiore per affrontare questi discorsi è quando parliamo di tratti antropologici tipici di una popolazione che sono come scolpite nella pietra: indelebili! Mi sorprendo moltissimo! Io sono siciliano eppure rispetto le file, non passo col rosso, non voto Forza Italia. Quindi? E' mostruoso ritenere che un popolo ha dei tratti nei comportamenti che sono indelebili. L'Unità di Italia era ispirata a principi altissimi, si ispira a idee di cultura comune, tradizioni, che hanno ispirato intere generazioni. Ma veramente pensate che i giovani Mille avrebbero dovuto porsi il problema della mentalità dei siciliani, dei calabresi, dei napoletani, prima di imbarcarsi a Quarto al seguito del Generale? E' quell'idea di Italia che bisogna rispolverare. Bisogna tornare a dare vigore a quella ispirazione e chiedersi perché non siamo riusciti a completare l'unità culturale, di convivenza civile cominciata nella seconda metà dell'800. Se non partiamo da lì non andiamo da nessuna parte. Fabio Colasanti ha detto: Antonino, hai perfettamente ragione su questo punto. Quello che è difficile da far capire è che tra la mazzetta all'assessore perché cambi il piano regolatore e l'invito alla comunione del figlio dell'amico che all'ospedale ci ha fatto saltare la fila per un certo esame c'è una differenza di grado, ma non di natura del malcostume. Accelerare la pratica dell'amico, annullare la multa del cugino, falsificare la gara d'appolto per la fornitura al comune, non farsi fare la fattura dall'idraulico, dichiarare quattro euro di reddito nella dichiarazione dei redditi, passare con il rosso am semaforo, ecc. sono tutti esempi della stessa "forma mentis". In Svezia e in Danimarca i ministri non prendono le mazzette perché nessuno si sognerebbe mai di passare col rosso al semaforo o di trattare in maniera favorevole un parente in un contesto qualsiasi. La gente sceglie sempre le persone sbagliate perché sceglie persone che hanno lo stesso basso grado di etica che hanno loro stessi. Non è che gli elettori siano brava gente e i politici una massa di dannati che per un motivo misterioso diventerebbe amorale una volta eletta. Tutti si comportano nella maniera permessa dall'ambiente sociale. Riporto un esempio che ho fatto altre volte. Quando lavoravo in Italia (grossa società a participazione statale di Roma) era comune che i miei colleghi di lavoro ammettessero tranquillamente di "darsi malati". Mi è anche capitato di sentire amici che pianificavano gite e di sentirne alcuni dire tranquillamente che si, quel giorno erano di turno, ma che questo non sarebbe stato un problema perché si sarebbero "dati malati". A Bruxelles, alla Commissione europea dove ho lavorato tanti anni, ci sarà sicuramente gente che si "da malata", ma non ho mai e poi mai sentito nessuno dirlo apertamente. Chi affermasse una cosa del genere sarebbe visto molto male da tutti i suoi colleghi. Il contesto sociale è quindi molto diverso per quanto riguarda l'etica sul lavoro. Non ho elementi statistici per provarlo, ma penso che anche le statistiche sulle assenze per malattia devono riflettere questa differenza. Antonino Andaloro ha detto: ( ... ) Purtroppo il malaffare si regge non solo dove il denaro "gira", ma anche nei "favori" di poco conto e questo è un male difficile da estirpare. ( ... )

Risposto da Francesco Cuppone su 27 dicembre 2013 a 23:44

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@Adriano Io non ho al momento la ricetta pronta da propinare. Facciamoci aiutare dai tedeschi. Loro lo hanno fatto e hanno le best practises. Io vorrei solo che il problema diventi problema nazionale partendo dalla consapevolezza che lasciarlo marcire propaga effetti deleteri a tutto il paese e che il Sud sarebbe una miniera capace di trainare lo sviluppo di tutto il paese, se lo capiamo e lo sappiamo orientare. Dobbiamo convincerci che il sud è un'opportunità. Tutto qui. Ok? adriano succi ha detto: Boh, pare che il Sig. Calvani, quello della Jaguar, non sia ne Siciliano ne Piemontese. Sta a metà strada, a Latina. L' altro leader dei forconi, il Siciliano, è il Sig. Ferro, ex candidato PDL. Comunque, quello è solo folklore. A me pare che siamo tutti d'accordo sul' identificazione della malattia, saremmo pure d'accordo selle terapie. Ciò su cui non ci intendiamo è sul COME somministrare le medicine. Premettiamo pure che l' Europa sia meglio non considerarla nemmeno, dato che il massimo del suo contributo sarebbe: "Vi abbiamo dato i finanziamenti, usateli bene". Non ci intendiamo sul COSA potrebbe fare l' Italia, ovvero COME concretizzare il suo apporto. Lasciamo perdere la demagogia o i buoni propositi fatti di belle parole ma concretezza ZERO. Commissariare SICILIA, CALABRIA, CAMPANIA? Napolitano e Letta in seduta a Parlamento unificato, decidono che da domani le tre Regioni sono commissariate. Sospesi i Parlamenti e tutte le cariche pubbliche fuorché quelle essenziali: Polizie, servizi medici d' emergenza, poco altro. Gli stipendi di TUTTO il comparto pubblico sono congelati per 3 mesi, in attesa di essere parametrizzati a livello Lombardia. I contratti con qualsiasi Società esterna sono congelati, in attesa di verifica di opportunità e congruenza. L' esercito si posiziona alle entrate di tutti gli edifici pubblici controllando chi entra e chi esce e a che ora. Si affidano a Società private di controllo, verifiche a sorpresa in tutti gli Uffici Pubblici, del tipo di quello che è standard nelle Aziende Private del Nord. Perciò niente persecuzioni o boicottaggi, diciamo un avvicinamento forzato agli standard NordItaliani, ovvero Europei. Mi fermo qui. Si potrebbe fare? Io ci sto, i miei Concittadini approverebbero. Siciliani, Calabresi e Campani, … non so. E se non approvano, che si fa??? PS Finora ci siamo riferiti alle Regioni, però, per fare le cose per bene, le stesse attenzioni andrebbero prestate anche a Province e Comuni. Francesco Cuppone ha detto: Intanto il tizio in Jaguar era un torinese e non un siciliano. Ma allora hanno ragioni gli indipendentisti? Lo Stato non esiste! La libertà di lavorare è messa ai voti? siccome in Sicilia Forza Italia vince 61 a 0 vuol dire che i siciliani sono tutti da condannare a vivere nella dittatura della mafia! Ma Berlusconi è milanese, Brunetta è veneto, Bondi toscano, la Biancofiore trentina. Ma cosa state dicendo??? Se il PD è ridotto a questo mi sa che ho sbagliato a prendere la tessera e che forse è il caso di guardare altrove! Il PD in Sicilia la smetta di dare responsabilità di partito a gente come Cracolici, Crisafulli, Lupo, Crocetta, Finocchiaro. Gente che appartiene all'establishment deteriore che fa comodo quando porta voti ma di cui nessuno si preoccupa di capire come raccoglie consenso e come lo amministra. LA SICILIA, IL SUD, HA BISOGNO DELLO STATO, VOLETE METTERVELO IN TESTA? adriano succi ha detto: Francesco, Fabio ha già spiegato con la consueta competenza e chiarezza, la non possibile analogia con la riunificazione delle Germanie. Aggiungo che, se è possibile giuridicamente il commissariamento di una Regione, poi la sua applicazione concreta è MOLTO complicata, anche per le resistenze e i boicottaggi che ne seguirebbero. Siamo sempre al punto di partenza. La "rivoluzione" deve partire dal basso, dai Siciliani, dai Calabresi, dai Campani. I forconi Siciliani non devono andare a Roma (o a Torino a bordo di Jaguar), ma a Palermo, Palazzo dei Normanni.

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Risposto da Francesco Cuppone su 28 dicembre 2013 a 0:10 Sento finalmente parole che mi piacciono. LO STATO NON PUO' AMMETTERE ZONE FRANCHE LASCIATE IN BALIA DEL MALAFFARE. Se è vero, come è vero, che il potere romano ha fatto comunella con la mafia, è giunto il momento di togliere l'acqua ai pesci. Cominci Roma a tagliare i ponti, a scatenare l'attacco finale, a pretendere il rispetto della legge in tutti i suoi territori (TUTTI!) senza eccezione alcuna. Quando questo succederà, io penso che il mondo cambierà, anche in Sicilia si rispetterà il semaforo rosso, la gente farà la fila, tutti pagheranno le tasse, nessuno butterà le immondizie in mezzo alla strada. Quale Stato può pretendere il rispetto della legge se il primo a non rispettarla è lui? Risposte a questa discussione

Risposto da adriano succi su 28 dicembre 2013 a 0:17 Francesco, non vorrei sembrare cinico nel mio essere disincantato. La cura ci sarebbe, in buona parte l' hai indicata tu, però non mi sembra praticabile. Il fatto che siamo tutti d'accordo che il Sud è, non "una delle", ma l' opportunità per l' Italia intera, non cambia le cose. Non sto a ripetere la lista delle cose da fare. Se qualcuno convince 20 milioni di Persone ad accettare quelle condizioni che elencavo, tutto potrebbe cambiare. Ma nessuno, temo, riuscirà a convincerle. Così come nessuno riuscirà a convincere 40 milioni di Cittadini del Centronord a finanziare ancora quel Sud. La ricetta che proporrebbero i Tedeschi credo che sarebbe quella che ho elencato nel messaggio precedente. Solo che il loro sarebbe soltanto un suggerimento. Di certo un Euro che è uno non lo tireranno fuori. Francesco Cuppone ha detto: @Adriano Io non ho al momento la ricetta pronta da propinare. Facciamoci aiutare dai tedeschi. Loro lo hanno fatto e hanno le best practises. Io vorrei solo che il problema diventi problema nazionale partendo dalla consapevolezza che lasciarlo marcire propaga effetti deleteri a tutto il paese e che il Sud sarebbe una miniera capace di trainare lo sviluppo di tutto il paese, se lo capiamo e lo sappiamo orientare. Dobbiamo convincerci che il sud è un'opportunità. Tutto qui. Ok?

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Risposto da giorgio varaldo su 28 dicembre 2013 a 0:31 Forse esiste la soluzione al gravissimo problema sollevato da francesco. La soluzione si chiama costo standard per ogni voce. Dal parlamento regionale sino alla siringa e non un centesimo in piu' senza nessuna possibilita' di ricorrere all'indebitamento. E per quelle regioni che non li rispettassero commissariamento . Ovvio per i trattamenti pensionistici dei vari satrapi ricalcolo secondo il sistema contributivo. In pratica il programma di renzi.

Risposto da adriano succi su 28 dicembre 2013 a 0:45 Va beh, della serie "meglio poco che niente". Comunque, il difficile non è indovinare le medicine, è farle prendere al paziente.

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E, dopo che non le ha volute prendere, che forza avrebbe lo Stato (Governo, Parlamento, Istituzioni) per obbligare il Paziente a prenderle oppure metterlo in castigo??? I Siciliani incazzati (e lo stesso farebbero i Calabresi e i Campani) mica marcerebbero su Palermo, Reggio Calabria e Napoli. Cercherebbero di assaltare Roma o magari Milano, mica quelli che li hanno fregati per 70anni.

Risposto da adriano succi su 28 dicembre 2013 a 0:54 Scusa la franchezza , ma la frase è contemporaneamente sacrosanta e ingenua. Cosa è lo Stato se non l' insieme dei Cittadini che lo compongono? In una Democrazia, sono i Cittadini elettori che determinano il "che tipo di Stato". Se i Cittadini di Calabria (tanto per non rimanere sempre sulla Sicilia) , decidono di affidare la loro Regione, Province, Città, Paesini, ad un certo tipo di personale politico, lo Stato (ammesso e non concesso che avesse ai vertici Uomini migliori), finchè non viene dimostrato un reato, NON PUO' intervenire! Può incarcerare qualcuno se delinque, ma non può nemmeno sostituire qualcuno che "NON AMMINISTRA BENE". Finchè non c'è un reato da reprimere, lo Stato è impotente! Perciò, torno a dire che è dal basso che deve arrivare il cambiamento. E' giusto immaginare di aiutare a crescere una Società migliore, però questi processi durano generazioni, mica può bastare un paio di bei discorsi di Napolitano o magari del Papa! Francesco Cuppone ha detto: Sento finalmente parole che mi piacciono. LO STATO NON PUO' AMMETTERE ZONE FRANCHE LASCIATE IN BALIA DEL MALAFFARE. Se è vero, come è vero, che il potere romano ha fatto comunella con la mafia, è giunto il momento di togliere l'acqua ai pesci. Cominci Roma a tagliare i ponti, a scatenare l'attacco finale, a pretendere il rispetto della legge in tutti i suoi territori (TUTTI!) senza eccezione alcuna. Quando questo succederà, io penso che il mondo cambierà, anche in Sicilia si rispetterà il semaforo rosso, la gente farà la fila, tutti pagheranno le tasse, nessuno butterà le immondizie in mezzo alla strada. Quale Stato può pretendere il rispetto della legge se il primo a non rispettarla è lui?

Risposto da Francesco Cuppone su 28 dicembre 2013 a 6:20 Grande Giorgio! Quella è una prima trave da mettere negli ingranaggi! Un'altra misura va organizzata con la piena partecipazione dei partiti nazionali. La selezione del personale politico va fatta con un rigore quasi militare! Ridare slancio al CV!!!! Nel senso che chi vuole accedere alle cariche elettive deve avere un fior di curriculum. Poi va imposto il principio che una carica elettiva può al massimo durare per due mandati. Poi va introdotto il principio che anche la benché minima iscrizione nel registro degli indagati coincide con la decadenza dalla carica. E laddove manca personale politico lo so comanda da fuori! Poi possiamo continuare fino a domani... giorgio varaldo ha detto: Forse esiste la soluzione al gravissimo problema sollevato da francesco. La soluzione si chiama costo standard per ogni voce. Dal parlamento regionale sino alla siringa e non un centesimo in piu' senza nessuna possibilita' di ricorrere all'indebitamento. E per quelle regioni che non li rispettassero commissariamento . Ovvio per i trattamenti pensionistici dei vari satrapi ricalcolo secondo il sistema contributivo. In pratica il programma di renzi.

Risposto da Francesco Cuppone su 28 dicembre 2013 a 10:00

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@Adriano Per fortuna il mondo è fatto da gente che la pensa diversamente da te. Il tuo non è cinismo, è tutto il contrario della politica. Si chiama atarassia, distacco, voler negare l'evidenza. Nel 1910 negli USA si decise di spalancare le porte del paese agli immigrati italiani, irlandesi, ebrei, per avere forza lavoro con la quale spingere il boom economico. Ne derivò la più grossa ondata di criminalità mai vista in quel paese, ma lo Stato forte e determinato, spense l'ondata e riuscì a far tornare l'ordine. In questo momento, mentre noi ci trastulliamo con le balle sul vicino che abita a 1000 km da noi, negli stessi USA, il presidente Obama, sta studiando il modo di legalizzare l'immigrazione di milioni di clandestini estremo-orientali, messicani, centro-americani perché si vuole, con questa forza lavoro, preparare il prossimo futuro boom economico che si annuncia alle porte. Noi siamo dei poveri provinciali che hanno paura che rubino i ravanelli nell'orto di casa e ignorano l'enorme opportunità che hanno a due passi da casa, rappresentata da 20 milioni di consumatori ai quali non devi chiedere alcun consenso, gli devi solo amministrare giustizia, offrire lavoro, benessere e buona gestione della cosa pubblica. Ma chi lo ha detto che devi convincere 20 milioni di meridionali? Ma dove sta scritto che lo Stato per far rispettare la legge deve chiedere il permesso a qualcuno? A Catania, Palermo, Napoli ci sono ghetti che la tua fantasia non può nemmeno immaginare. Ieri sera, il mio professore d'inglese, un simpatico signore americano che ha girato il mondo, mi ha detto che la situazione dei quartieri degradati di Catania è simile a quanto ha visto nelle favelas di Rio, nei sobborghi di Caracas, nelle bidonville di Mumbai. Tutto questo succede a due passi da casa tua, a 1 ora di aereo. Capisci? E mentre noi ci preoccupiamo per i centri di accoglienza per immigrati, permettiamo che tutto questo si tolleri dal 1861! Capisci? La miseria, il sottosviluppo, l'ignoranza, le malattie endemiche, la vita nei bassi infestati dai topi è tollerata dallo Stato unitario come se fosse un fenomeno inesistente e tutto questo succede sotto gli occhi di tutti! In questi quartieri si viola la legge ad ogni piè sospinto (case senza abitabilità, assenteismo scolastico nell'età dell'obbligo, sfruttamento minorile, violenza privata, reati contro il patrimonio) e ormai non si interviene più. Tutto è stato metabolizzato come fosse una componente dell'eco-sistema! Attenzione che quando parlo dello Stato intendo "tutto lo Stato", compresa la magistratura, l'amministrazione comunale, le forze di polizia. C'è un senso di resa che non è AMMISSIBILE! In queste condizioni di abbandono, ma cosa vogliamo pretendere????? E poi va compreso una volta per tutte. IL NORD O CAPISCE CHE DEVE RIMBOCCARSI LE MANICHE PER AIUTARE IL SUD A COLMARE IL GAP OPPURE SARA' INVASO DA UN'ORDA DI ASSATANATI IN CASA CHE GLI TOGLIERANNO IL SONNO PER QUALCHE GENERAZIONE A VENIRE. NON E' UN'OPZIONE, MA UNA NECESSITA'! I segnali sono evidenti: siete già infettati!

Risposto da giorgio varaldo su 28 dicembre 2013 a 11:34 Pausa baita. Adriano ha il timore che l'opinione pubblica rifiuti l'azione in quanto lesiva degli interessi propri. Mi permetto di disdentire le passate esperienze di b94 e monti poi indicano la voglia di aver al comando qualcuno che decida. Ovvio per avere una presenza dello stato efficace e capillare e' indispensabile fare le riforme (ed in questo caso quella della magistratura e' improrogabile) ma sono sicuro che chi abita allo zen o al paolo VI di taranto ed anche a quarto olgiaro sarebbe il primo a chiderla. Ed ora si riparte!

Risposto da adriano succi su 28 dicembre 2013 a 12:16 A me pare sempre la stessa storia. Si fa tutto un bel' elenco di cose che accumunano il Sud agli slum del quarto mondo e si finisce, praticamente, col dire: PERCHE' IL NORD NON INTERVIENE? PERCHE' L' EUROPA NON FA NIENTE? Per finire con la minaccia: Attenti che tra un pò arrivano con le lupare! Dunque, la totalità dei Politici che comandano al Sud sono Meridionali. Tutti i loro Magistrati, Poliziotti, Carabinieri sono Meridionali.

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Tutti i Burocrati, gli Uomini delle Istituzioni al Sud sono Meridionali. Francesco, non sarebbe ora che uscissi dalle retoriche e spiegassi COSA e COME CONCRETAMENTE il Nord possa interagire per cambiare il Sud??? Provi a spiegare come sia possibile obbligare una ASL qualsiasi di Crotone, a comprare una siringa a 0.27 € come a Milano, piuttosto che 3,18 come a Crotone??? CHI ha il potere, in Italia, al di fuori della Calabria di imporre un prezzo standardizzato alla Lombardia? E, se OGGI nessuno, fuori dalla Calabria ha questo potere, CHI potrebbe far si che tra una settimana, un mese, un anno, siano obbligati ad adeguarsi? Quando dici a Giorgio: "La selezione del personale politico va fatta con un rigore quasi militare! Ridare slancio al CV!!!! Nel senso che chi vuole accedere alle cariche elettive deve avere un fior di curriculum.", dovresti poi spiegare COME far si che, a Crotone, quando occorre un nuovo esperto di qualcosa lo assumano secondo competenza. Chi valuta i CV? Qualcuno chiamato da Bolzano? E chi decide che, in assenza di reato conclamato, le competenze di Crotone siano passate a Bolzano? Detto ciò, quella che chiami "atarassia, distacco che vuol negare l' evidenza" è, al contrario, lo scoramento di chi è stufo di decenni di parole e ormai, crede solo all' evidenza. L' evidenza è che solo il SUD può salvare il SUD. Il Nord può partecipare, ma soltanto SE e solo se, il Sud lo vuole.

Risposto da Francesco Cuppone su 28 dicembre 2013 a 12:18 Giorgio, la gente, anzi la ggente, vuole VEDERE le cose fatte! Vuole vedere una classe politica che non depreda, che non arraffa, che non fa politica unicamente per arrampicata sociale. Qualcuno dalla facile battuta dirà che questa classe politica è scelta dal popolo, quindi è il popolo che puzza. Ma che alternativa c'era? In politica ci scendono solo i farabutti, le persone perbene si tengono lontani dall'agone perché buona parte dei voti li amministra cosa nostra. Non è vero che le elezioni, da queste parti, sono espressione della democrazia. E' vero il contrario: sono la massima espressione del sistema mafioso di controllo del territorio. Capito? Ma davvero crediamo che la gente non amerebbe avere le città pulite, gli autobus che arrivano puntuali, gli ospedali puliti e organizzati come fossero quelli dei telefilm, i figli istruiti, capaci di trovare un lavoro diverso dallo spaccio, lo scippo, il furto con scasso? Ma davvero pensiamo che quaggiù la gente delinqua perché ce l'ha nel sangue? Magari pensiamo come Lombroso che hanno la fossetta occipitale? Ma siamo impazziti? Qui la parte miserrima della società è stata presa a calci in culo da tutti, allenata a delinquere perché se veniva arrestata, pagando il maresciallo, c'era modo di avere qualche comodo una volta finiti in galera. Gli esempi per queste bestiacce è stata una classe dirigente, trasversale, che abbraccia dalla destra alla sinistra fatta da malfattori, nessuno escluso! Il PD ha colpe incalcolabili sopratutto al Sud. Ma l'avete sentito il caso dell'ex sindaco di Catania e senatore della Repubblica (Stancanelli, che il diavolo se lo porti) che qualche giorno fa è stato affrontato a muso duro, durante una riunione di Forza Italia, da un galoppino che reclamava i 50 € per ogni voto che gli aveva fatto avere alle ultime elezioni? L'avete sentito? E Stancanelli è stato inserito nelle liste da Berlusconi che è brianzolo, mica di Agrigento? Di questa scena c'è piena la rete, hanno ripreso l'energumeno che prendeva a schiaffi pubblicamente il tirapiedi dell'ex sindaco. Dei rapporti della DC con la mafia sono piene biblioteche, del senatore Crisafulli del PD si parla negli spettacoli comici. La politica nazionali ci ha fatto la sua fortuna con la mafia. Sveglia! E questo fenomeno, ripeto, interessa TUTTA la classe dirigente meridionale che è fatta, TUTTA, da farabutti. Gli unici che si sono ribellati sono quelli ammazzati: magistrati, uomini delle forze dell'ordine, imprenditori, familiari di pentiti. E voi volete lasciare sola questa gente? Volete che il loro sacrificio venga vanificato? Io non voglio crederci, affatto!

Risposto da Francesco Cuppone su 28 dicembre 2013 a 12:28 La politica del Nord smetta di usare la mafia, ti basta? Le imprese del Nord la smettano di interrare i veleni nella terra dei fuochi, ti basta? Il Nord è infestato di mafia tanto quanto il Sud e non lo vedi.

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L'unica soluzione è la LEGGE, lo STATO, le IDEE CHE FECERO UNITA L'ITALIA 160 ANNI FA, portate da gente che era meglio di noi, molto meglio! adriano succi ha detto: A me pare sempre la stessa storia. Si fa tutto un bel' elenco di cose che accumunano il Sud agli slum del quarto mondo e si finisce, praticamente, col dire: PERCHE' IL NORD NON INTERVIENE? PERCHE' L' EUROPA NON FA NIENTE? Per finire con la minaccia: Attenti che tra un pò arrivano con le lupare! Dunque, la totalità dei Politici che comandano al Sud sono Meridionali. Tutti i loro Magistrati, Poliziotti, Carabinieri sono Meridionali. Tutti i Burocrati, gli Uomini delle Istituzioni al Sud sono Meridionali. Francesco, non sarebbe ora che uscissi dalle retoriche e spiegassi COSA e COME CONCRETAMENTE il Nord possa interagire per cambiare il Sud??? Provi a spiegare come sia possibile obbligare una ASL qualsiasi di Crotone, a comprare una siringa a 0.27 € come a Milano, piuttosto che 3,18 come a Crotone??? CHI ha il potere, in Italia, al di fuori della Calabria di imporre un prezzo standardizzato alla Lombardia? E, se OGGI nessuno, fuori dalla Calabria ha questo potere, CHI potrebbe far si che tra una settimana, un mese, un anno, siano obbligati ad adeguarsi? Quando dici a Giorgio: "La selezione del personale politico va fatta con un rigore quasi militare! Ridare slancio al CV!!!! Nel senso che chi vuole accedere alle cariche elettive deve avere un fior di curriculum.", dovresti poi spiegare COME far si che, a Crotone, quando occorre un nuovo esperto di qualcosa lo assumano secondo competenza. Chi valuta i CV? Qualcuno chiamato da Bolzano? E chi decide che, in assenza di reato conclamato, le competenze di Crotone siano passate a Bolzano? Detto ciò, quella che chiami "atarassia, distacco che vuol negare l' evidenza" è, al contrario, lo scoramento di chi è stufo di decenni di parole e ormai, crede solo all' evidenza. L' evidenza è che solo il SUD può salvare il SUD. Il Nord può partecipare, ma soltanto SE e solo se, il Sud lo vuole.

Risposto da mariella alois su 28 dicembre 2013 a 12:50 Cari amici Sto seguendo questa vostra discussione. Che dirvi? Tempo fa abbiamo discusso delĺ'importanza di ripartire dal Sud per lo sviluppo dell'Italia intera. partendo da un intervento di Romano Prodi sulla stampa, abbiamo condiviso il parere di rilanciare il settore del Turismo per ridare ossigeno e creare occupazione in queste regioni. Mi rendo conto ora che la situazione é ben piu' complessa, va completamente ribaltata e affronatata con spirito nuovo. La soluzione al problema risiedein un massiccio intervento congiunto Stato popolazioni, nord e Sud insieme, senza vecchi pregiudizi. Da qui deve partire la sfida della generazione dei quarantenni. Aggiungo a parte che sono nata in una ridente "cittadina situata in una vallata ai piedi del Monte Pollino" (iniziavo sempre cosi i temi a scuola). da bambina vedevo in TV le commedie di E. de Filippo, che mi han dato voglia di scappare.... Cosi é stato ,ma ci torno sempre volentieri, ritrovo le mie radici, la casa paterna, la madre anziana.. il calore della gente del posto é unico, ineguagliabile, vera fonte di ristoro.

Risposto da adriano succi su 28 dicembre 2013 a 12:55 Qualche mese fa, in Condominio, sorse la necessità di importanti lavori di ristrutturazione. L' Amministratore consultò una serie di imprese finchè arrivò a portare in Assemblea le 3 o 4 più interessanti. Dopo i preventivi cartacei, in tempi sfasati, vennero a presentare le proposte i Titolari delle varie imprese. Sia per il prezzi, sia per le competenze vantate (abbiamo fatto questo e questaltro) sembrava più interessante la proposta della ditta X. Dopo la presentazione, però, fu chiaro che non sarebbe stata scelta. Nessuno lo disse esplicitamente, però secondo me c' era una sola differenza rispetto alle altre ditte. Quella era una Ditta Calabrese.

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Come li chiamiamo? Antipatici preconcetti? Salutari anticorpi che si stanno creando? Francesco Cuppone ha detto: ........... Il Nord è infestato di mafia tanto quanto il Sud e non lo vedi. ...........

Risposto da Francesco Cuppone su 28 dicembre 2013 a 13:01 Grazie Mariella. mariella alois ha detto: Cari amici Sto seguendo questa vostra discussione.Che dirvi? Tempo fa abbiamo discusso delĺ'importanza di ripartire dal Sud per lo sviluppo dell'Italia intera. partendo da un intervento di Romano Prodi sulla stampa,abbiamo condiviso il parere di rilanciare il settore del Turismo per ridare ossigeno e creare occupazione in queste regioni. Mi rendo conto ora che la situazione é ben piu' complessa,va completamente ribaltata e affronatata con spirito nuovo.la soluzione al problema risiedein un massiccio intervento congiunto Stato popolazioni, nord e Sud insieme, senza vecchi pregiudizi. Da qui deve partire la sfida della generazione dei quarantenni. Aggiungo a parte che sono nata in una ridente" cittadina situata in una vallata ai piedi del Monte Pollino" (iniziavo sempre cosi i temi a scuola). da bambina vedevo in TV le commedie di E.De filippo, che mi han dato voglia di scappare....Cosi é stato ,ma ci torno sempre volentieri,ritrovo le mie radici, la casa paterna,la madre anziana..il calore della gente del posto é unico,ineguagliabile ,vera fonte di ristoro.

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Risposto da giorgio varaldo su 28 dicembre 2013 a 13:09 Francesco sui veleni interrati debbo correggerti. Le imprese consegnano i veleni con tanto di bolla di accompagnamento ad imprese certificate dalla regione di residenza. Quindi il tuo invito va riformulato diversamente magari facendo certificare le ditte campane calabresi ed anche lombarde da enti tedeschi.

Risposto da Fabio Colasanti su 28 dicembre 2013 a 13:14 Francesco, l'Italia è stata cosciente del problema del Sud per tanto tempo, alcuni sforzi sono stati fatti, ma oggi è più difficile che nel passato mobilizzare energie per risolvere il problema del sud. E ci sono forti analogie, come ho già scritto, con le differenze tra nord Europa e sud Europa. Il problema dell'arretratezza del Mezzogiorno è un problema conosciuto da tantissimo tempo. Una prima buona analisi ("Breve trattato delle cause che possono fare abbondare li regni d'oro e d'argento dove non son miniere") è stata fatta da Antonio Serra già nel 1613 ! Nel 1765 Antonio Genovesi, il primo titolare di una cattedra di economia, cercò di trovare un perché alla povertà del Regno di Napoli ("Lezioni di Commercio o sia di Economia Civile"). Matteo De Augustinis nel 1833 nel suo "Condizione economica del Regno di Napoli", esprime la speranza che il regno possa recuperare ed indica alcune tendenze incoraggianti. Ma la costatazione di partenza è sempre di un forte ritardo. Dal 1861, Pasquale Villari parla per primo di "questione meridionale" e indica alcune cause sulle quali bisogna intervenire (indica tra le prime la legalità). Subito dopo l'unificazione viene nominata una commissione di inchiesta parlamentare sul problema di Napoli. L'operazione viene ripetuta nel 1890. Dopo la seconda guerra mondiale c'è la Cassa per il

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Mezzogiorno e i tentativi - falliti - di industrializzazione del Mezzogiorno. Non c'è un problema di mancanza di presa di coscienza dell'esistenza di un problema del Mezzogiorno. Antonio Ghirelli, nella sua "Storia di Napoli", attribuisce a Pasquale Villari la minaccia "O voi riuscite a rendere noi civili, o noi riusciremo a rendere barbari voi" (pagina 285). Centocinquanta anni fa c'era già chi scriveva più o meno quello che scrivi tu oggi. Nonostante tutte queste analisi l'impegno per ridurre l'arretratezza del sud non è stato sufficiente e tanti errori sono stati fatti: dall'unificazione del regime doganale a quello del Piemonte nel 1861 (che determinò una forte riduzione del grado di protezione di cui godeva quel poco di industria che esisteva al Sud) ai tentativi velleitari di istallare al sud grandi complessi industriali nella speranza che contribuissero a creare un indotto e che lo sviluppo di una classe operaia portasse ad uno sviluppo del senso civico. Non c'è dubbio che ai tempi dell'unificazione del paese l'ignoranza abbia contribuito a determinare posizioni quasi razziste e che il rischio esista anche ai nostri giorni. Oggi la pur necessaria autonomia amministrativa introdotta con la creazione delle regioni ha spostato a livello locale tante decisioni. Purtroppo questo si è tradotto in maggiori sprechi e ingiustizie che hanno aggravato oggettivamente la situazione del Mezzogiorno, ma hanno soprattutto contribuito a dare corda a chi si opponeva ad una maggiore solidarietà: "Perché dare più risorse a chi le spreca in maniera cosi evidente?". Oggi l'Italia trasferisce al sud risorse ingentissime, ma questi trasferimenti non sono molto visibili e servono ad evitare che il livello di vita scenda ancora di più. I trasferimenti sono fatti attraverso il pagamento di stipendi pubblici, pensioni e altre indennità; in percentuale della popolazione nel Mezzogiorno ci sono molti più dipendenti pubblici, pensionati e beneficiari di altre prestazioni sociali che nel resto del paese. A fronte di questi trasferimenti le risorse fiscali generate al sud sono, per ragioni oggettive, scarse. Al Nord la Lega è cosciente dell'entità di questi trasferimenti, nel Mezzogiorno ho l'impressione che siano del tutto ignorati. Oggi la priorità delle priorità è il rilanciare l'economia e l'occupazione in tutto il paese attraverso un miglioramento delle condizioni in cui operano le aziende. Il sud ne trarrebbe un vantaggio tanto quanto il nord. In queste condizioni non vedo ne la possibilità economica, ne la volontà politica per un nuovo sforzo a favore del Mezzogiorno. L'unica possibilità che vedo - e che auspico fortemente - è il rafforzamento della lotta alla criminalità. Il problema dell'arretratezza del Mezzogiorno è una enorme sfida per la nostra società ed è una vergogna che non si sia riusciti a fare di più. Ma non dobbiamo cadere nella retorica: il Mezzogiorno non è una opportunità. Deve esser possibile creare una situazione dove la legalità sia ripristinata, dove i pensionati vogliano andare a vivere al sud per godersi il bel clima ed i bei paesaggi, si deve poter sviluppare il turismo e le attività terziarie. Ma il Mezzogiorno non diventerà mai un polo industriale, non è realistico pensare che il Mezzogiorno possa mai aver un reddito pro capite superiore a più o meno l'ottanta per cento di quello del Nord Italia; già questo sarebbe un bel risultato. Il ritardo del Mezzogiorno dipende anche da fattori geografici che non potranno mai essere rimossi. Il nord del Regno Unito è molto più povero del sud-est del paese; il nord della Spagna è molto più ricco del suo sud; la Germania est sarà sempre molto più povera della Germania Ovest. Queste differenze sono dovute a fattori oggettivi non bili. In tutti questi paesi c'è un dibattito interno sul costo dell'aiuto alle regioni arretrate. Ma in un paese civile queste differenze devono essere ridotte entro limiti accettabili e quasi te al livello dei servizi pubblici offerti PS: Le citazioni e i riferimenti sono tratti da una collezione di saggi: "L'arretratezza del Mezzogiorno" (a cura di Cosimo Perrotta e di Claudia Sunna, Bruno Mondadori, 2012, 22.00 euro) e da "Storia di Napoli" (Antonio Ghirelli, Einaudi, 1992, 14.50 euro).

Risposto da adriano succi su 28 dicembre 2013 a 13:17 Della serie: "Da dove ripartire?" Qualche giorno fa in TV ho visto un documentario sulle Chiese di Napoli. Pare che siano circa 500. Naturalmente, nessuno lo sa con precisione, un censimento non è mai stato fatto. Un pò appartengono alla Curia, un pò al Comune, un pò distribuite tra Enti vari. Di certo c'è che la maggior parte sono lasciate a se stesse, teoricamente inagibili, in realtà abitate dagli ultimi degli ultimi. Qualche volta sono depositi della Camorra.

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Alla discussione partecipavano l' immancabile Personaggio delle Istituzioni, l'immancabile Intellettuale, un Artista locale. C' è una cosa che non si può comunque fare: qualora una Chiesa fosse ridotta a rudere, abitata da topi e immondizia non la si può demolire. Garantito che qualcuno, che prima non se ne era mai interessato, insorgerebbe contro la distruzione del Sacro Cimelio. Qualcuno (poteva non esserci?) intervenne: "La cosa non può essere lasciata soltanto a Napoli, bisogna coinvolgere lo Stato, l'Europa!" Gli rispose mestamente uno dei partecipanti, un vecchio Attore/Cantante Partenopeo. "Ma che Italia o Europa, ma se provi soltanto a spostare una bancarella abusiva davanti al rudere, mezza Napoli ti fa la rivoluzione!"

Risposto da Fabio Colasanti su 28 dicembre 2013 a 14:06 Adriano, grazie per questo episodio che mi porta a sottolineare un aspetto che ha poco a che fare con il tema del Mezzogiorno di cui stiamo discutendo. Vedo l'affermazione che citi come una conferma di una cosa che ripeto da tanto tempo. In Italia abbiamo spesso una concezione assolutamente sbagliata di quello che deve fare l'Europa. Abbiamo una tale sfiducia nel nostro governo, nel nostro stato, che vorremmo che l'Europa facesse tutto quello che il nostro stato dovrebbe fare e non fa, o fa male. Ma l'Europa non farà mai quello che fanno gli stati nazionali. Anche un'Europa unita politicamente in un futuro molto lontano dovrà solo fare quello che non può essere fatto a livello nazionale. Sottolineo: quello che non può essere fatto a livello nazionale, non quello che non è fatto a livello nazionale. adriano succi ha detto: ( ... ) Qualcuno (poteva non esserci?) intervenne: "La cosa non può essere lasciata soltanto a Napoli, bisogna coinvolgere lo Stato, l'Europa!" ( ... )

Risposto da Francesco Cuppone su 28 dicembre 2013 a 14:30 Giorgio quello che so (sentito e letto) che sotto terra in Campania c'erano fusti con la chiara indicazione di provenienza LOMBARDIA. Non so come siano capitati laggiù ma due cose sono certe: non ce li ho portati io e sicuramente in Lombardia c'è qualcuno che non controlla tutta la filiera dello smaltimento in barba alle bolle di accompagnamento. Stop! giorgio varaldo ha detto: Francesco sui veleni interrati debbo correggerti. Le imprese consegnano i veleni con tanto di bolla di accompagnamento ad imprese certificate dalla regione di residenza. Quindi il tuo invito va riformulato diversamente magari facendo certificare le ditte campane calabresi ed anche lombarde da enti tedeschi.

Risposto da Francesco Cuppone su 28 dicembre 2013 a 14:45 Fabio io ho capito che sei una persona equilibrata e molto preparata.

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Per questo ti chiedo, per favore, di non scambiare le mie parole per retoriche. Due cose devo puntualizzare. Nessuno, né tanto meno io, ha mai parlato di industrie. Non esiste. Il sud ha un futuro possibile solo nel turismo nell'agricoltura e nella trasformazione dei suoi prodotti. L'insediamento di industrie non ha senso laddove non ci siano condizioni favorevoli e punti di forza. Qui non ce n'è. Pacifico. Invece in un programma di sviluppo economico fondato sul turismo e i beni agricoli (laddove non si è fatto scempio della terra) ci credo e lo vedo possibile, a condizione che si investa nel recupero dei guasti fatti sull'ambiente e sul patrimonio storico e culturale (lì c'è da investire e mi dicono che l'UE potrebbe credere a tali investimenti se gestiti da gente onesta, ovviamente). L'altra cosa te la dico a nome dei meridionali onesti. L'unica cosa che abbiamo da chiedere alla politica nazionale, e quindi al Nord, è di smettere di usare la mafia come galoppino elettorale. Chiediamo ai partiti politici nazionali di mandare in soffitta i comportamenti che per decenni sono stati messi in atto. Basta Andreotti, basta Berlusconi, basta Craxi, basta continuare a parlare con i peggiori meridionali pur di portare a casa voti, consensi e clientes. Detto questo, da uomo d'azienda, trovo difficile immagine che un mercato di oltre 30 milioni di individui non sia un mercato potenziale di interesse per le aziende del nord. Parlo di opportunità in questo senso. Se la gente del sud aumenta il suo tasso di benessere, aumenta la sua capacità di spesa, per l'economia nazionale ed europea ci può essere solo del bene. In questo senso parlo di opportunità. Non voglio investimenti a pioggia, non mi interessa l'elemosina ma certo sento il diritto di chiedere che non si continui ad avere relazioni con la peggiore classe dirigente. Ripeto: i partiti da decenni danno copertura a gente pazzesca. Smettessero! Fabio Colasanti ha detto: Francesco, l'Italia è stata cosciente del problema del Sud per tanto tempo, alcuni sforzi sono stati fatti, ma oggi è più difficile che nel passato mobilizzare energie per risolvere il problema del sud. E ci sono forti analogie, come ho già scritto, con le differenze tra nord Europa e sud Europa. Il problema dell'arretratezza del Mezzogiorno è un problema conosciuto da tantissimo tempo. Una prima buona analisi ("Breve trattato delle cause che possono fare abbondare li regni d'oro e d'argento dove non son miniere") è stata fatta da Antonio Serra già nel 1613 ! Nel 1765 Antonio Genovesi, il primo titolare di una cattedra di economia, cercò di trovare un perché alla povertà del Regno di Napoli ("Lezioni di Commercio o sia di Economia Civile"). Matteo De Augustinis nel 1833 nel suo "Condizione economica del Regno di Napoli", esprime la speranza che il regno possa recuperare ed indica alcune tendenze incoraggianti. Ma la costatazione di partenza è sempre di un forte ritardo. Dal 1861, Pasquale Villari parla per primo di "questione meridionale" e indica alcune cause sulle quali bisogna intervenire (indica tra le prime la legalità). Subito dopo l'unificazione viene nominata una commissione di inchiesta parlamentare sul problema di Napoli. L'operazione viene ripetuta nel 1890. Dopo la seconda guerra mondiale c'è la Cassa per il Mezzogiorno e i tentativi - falliti - di industrializzazione del Mezzogiorno. Non c'è un problema di mancanza di presa di coscienza dell'esistenza di un problema del Mezzogiorno. Antonio Ghirelli, nella sua "Storia di Napoli", attribuisce a Pasquale Villari la minaccia "O voi riuscite a rendere noi civili, o noi riusciremo a rendere barbari voi" (pagina 285). Centocinquanta anni fa c'era già chi scriveva più o meno quello che scrivi tu oggi. Nonostante tutte queste analisi l'impegno per ridurre l'arretratezza del sud non è stato sufficiente e tanti errori sono stati fatti: dall'unificazione del regime doganale a quello del Piemonte nel 1861 (che determinò una forte riduzione del grado di protezione di cui godeva quel poco di industria che esisteva al Sud) ai tentativi velleitari di istallare al sud grandi complessi industriali nella speranza che contribuissero a creare un indotto e che lo sviluppo di una classe operaia portasse ad uno sviluppo del senso civico. Non c'è dubbio che ai tempi dell'unificazione del paese l'ignoranza abbia contribuito a determinare posizioni quasi razziste e che il rischio esista anche ai nostri giorni. Oggi la pur necessaria autonomia amministrativa introdotta con la creazione delle regioni ha spostato a livello locale tante decisioni. Purtroppo questo si è tradotto in maggiori sprechi e ingiustizie che hanno aggravato oggettivamente la situazione del Mezzogiorno, ma hanno soprattutto contribuito a dare corda a chi si opponeva ad una maggiore solidarietà: "Perché dare più risorse a chi le spreca in maniera cosi evidente?". Oggi l'Italia trasferisce al sud risorse ingentissime, ma questi trasferimenti non sono molto visibili e servono ad evitare che il livello di vita scenda ancora di più. I trasferimenti sono fatti attraverso il pagamento di stipendi pubblici, pensioni e altre indennità; in percentuale della popolazione nel Mezzogiorno ci sono molti più dipendenti pubblici, pensionati e beneficiari di altre prestazioni sociali che nel resto del paese. A fronte di questi trasferimenti le risorse fiscali generate al sud sono, per ragioni oggettive, scarse. Al Nord la Lega è cosciente dell'entità di questi trasferimenti, nel Mezzogiorno ho l'impressione che siano del tutto ignorati.

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Oggi la priorità delle priorità è il rilanciare l'economia e l'occupazione in tutto il paese attraverso un miglioramento delle condizioni in cui operano le aziende. Il sud ne trarrebbe un vantaggio tanto quanto il nord. In queste condizioni non vedo ne la possibilità economica, ne la volontà politica per un nuovo sforzo a favore del Mezzogiorno. L'unica possibilità che vedo - e che auspico fortemente - è il rafforzamento della lotta alla criminalità. Il problema dell'arretratezza del Mezzogiorno è una enorme sfida per la nostra società ed è una vergogna che non si sia riusciti a fare di più. Ma non dobbiamo cadere nella retorica: il Mezzogiorno non è una opportunità. Deve esser possibile creare una situazione dove la legalità sia ripristinata, dove i pensionati vogliano andare a vivere al sud per godersi il bel clima ed i bei paesaggi, si deve poter sviluppare il turismo e le attività terziarie. Ma il Mezzogiorno non diventerà mai un polo industriale, non è realistico pensare che il Mezzogiorno possa mai aver un reddito pro capite superiore a più o meno l'ottanta per cento di quello del Nord Italia; già questo sarebbe un bel risultato. Il ritardo del Mezzogiorno dipende anche da fattori geografici che non potranno mai essere rimossi. Il nord del Regno Unito è molto più povero del sud-est del paese; il nord della Spagna è molto più ricco del suo sud; la Germania est sarà sempre molto più povera della Germania Ovest. Queste differenze sono dovute a fattori oggettivi non bili. In tutti questi paesi c'è un dibattito interno sul costo dell'aiuto alle regioni arretrate. Ma in un paese civile queste differenze devono essere ridotte entro limiti accettabili e quasi te al livello dei servizi pubblici offerti PS: Le citazioni e i riferimenti sono tratti da una collezione di saggi: "L'arretratezza del Mezzogiorno" (a cura di Cosimo Perrotta e di Claudia Sunna, Bruno Mondadori, 2012, 22.00 euro) e da "Storia di Napoli" (Antonio Ghirelli, Einaudi, 1992, 14.50 euro).

Risposto da adriano succi su 28 dicembre 2013 a 14:48 Francesco, immagina di essere il proprietario o l' Amministratore di una Azienda che consegna qualsiasi materiale, regolarmente ad un' altra, certificata ufficialmente da una Regione Italiana. Perché mai dovresti preoccuparti se "la filiera dello smaltimento" avviene in modo corretto? Non sei tenuto a controllare l' operato di una Azienza estranea! Se tu provassi a farlo, saresti accusato di interferenza indebita in qualcosa che non è di tua competenza, e magari pure sanzionato. Francesco Cuppone ha detto: Giorgio quello che so (sentito e letto) che sotto terra in Campania c'erano fusti con la chiara indicazione di provenienza LOMBARDIA. Non so come siano capitati laggiù ma due cose sono certe: non ce li ho portati io e sicuramente in Lombardia c'è qualcuno che non controlla tutta la filiera dello smaltimento in barba alle bolle di accompagnamento. Stop! giorgio varaldo ha detto: Francesco sui veleni interrati debbo correggerti. Le imprese consegnano i veleni con tanto di bolla di accompagnamento ad imprese certificate dalla regione di residenza. Quindi il tuo invito va riformulato diversamente magari facendo certificare le ditte campane calabresi ed anche lombarde da enti tedeschi.

Risposto da Antonino Andaloro su 28 dicembre 2013 a 14:49 Non è per piangere miseria, ma quello che posso testimoniare, tratta non del 1° caso e neanche dell'ultimo a riguardo di un ragazzo della provincia di Messina, laureato ingegneria civile, da diversi anni, e con famiglia e per poter sbarcare il lunario, in questo momento riesce a lavorare come cameriere per 2 o 3 servizi la settimana, per un guadagno netto che và dalle 150/200 euro la settimana, ben che vada in un mese potrebbe avere in tasca dalle 600 alle 800 euro.Come può affrontare la gestione della propria vita familiare ?

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Il nord lo attrae in continuazione,li gli sarebbe garantito uno stipendio nel settore della ristorazione e forse un'affitto da pagare.E' la stessa storia di migliaia di ragazzi che al meridione continuano a "galleggiare". Ma uno dei problemi di fondo e che ho rimarcato svariate volte, è la perdita di tempo e di occasioni che questi ragazzi, arrivando alla soglia dei trentanni accumulano.Le famiglie sperano sempre che mantenendo il proprio figlio anche all'università riesca un giorno ad avere un futuro, ma i fatti dimostrano che non è così. Allora cosa fare ? L'aiuto potrebbe venire da un cambio di mentalità e da un'innovazione nell'impostazione della scuola, dove non si può continuare a sfornare gente con diplomi senza un futuro.Ci si deve fare una ragione,che il tempo perso a scuola potrebbe essere utilizzato per fare vera formazione e per dare un futuro ai ragazzi.

Risposto da giorgio varaldo su 28 dicembre 2013 a 14:53 Francesco ho lavorato per oltre 40 anni nella siderurgia ed in particolare negli ultimi anni di lavoro nel settore specifico Siamo in presenza di una giurisprudenza italica complicata ed inefficace che porta alle conseguenze viste nella terra dei fuochi o come e' successo in questi giorni a trovare cromo esavalente in proporzioni migliaia di volte superiore al consentito nella massicciata di una strada bresciana. Mentre la legislazione tedesca prima ed europea poi responsabilizza chi produce rifiuti pericolosi per tutta la filiera sino alla loro neutralizzazione la legge italiana - scritta da quel genio del verde edo ronchi- prevede la consegna di tali rifiuti ad aziende certificate dalla regione di residenza. Potrai immaginare quante erano le aziende campane certificate dalla banda bassolino come idonee a trattare rifiuti pericolosi e presumo la tua fantasia ti aiuti a capire come mai grazie ad amministrazioni locali conniventi siano finite sottoterra nella terra dei fuochi e non solo li. Controlli?: ma se alla fine del 2013 il nostro paese non e' ancora in grado di tracciare i rifiuti pericolosi che razza di controlli vuoi fare? Basterebbe si fosse fatto copia-incolla della normativa tedesca...

Risposto da adriano succi su 28 dicembre 2013 a 15:03 Mi vengono in mente le polemiche di un anno fa, a proposito della Grecia e della perfida Germania (Merkel) che pretendeva ADDIRITTURA, che la Grecia onorasse i propri impegni. Alcuni tra di noi, sostenevano che, a parte le umane considerazioni e compassioni, le responsabilità fossero del Popolo Greco, che aveva creduto alle promesse dei LORO Politici incapaci e corrotti, li avevano eletti, illudendosi di poter vivere a livelli nordeuropei con produttività mediterranee, finchè tutto saltò … I proprietari dei debiti Greci, spesso piccoli risparmiatori Tedeschi e Francesi, pretendevano di essere rimborsati. Vedo, purtroppo, analogie con una parte d' Italia che non accetta di doversi riscattare direttamente, perfino quando gli errori compiuti sono stati in buona fede. Fabio Colasanti ha detto: Adriano, grazie per questo episodio che mi porta a sottolineare un aspetto che ha poco a che fare con il tema del Mezzogiorno di cui stiamo discutendo. Vedo l'affermazione che citi come una conferma di una cosa che ripeto da tanto tempo. In Italia abbiamo spesso una concezione assolutamente sbagliata di quello che deve fare l'Europa. Abbiamo una tale sfiducia nel nostro governo, nel nostro stato, che vorremmo che l'Europa facesse tutto quello che il nostro stato dovrebbe fare e non fa, o fa male. Ma l'Europa non farà mai quello che fanno gli stati nazionali. Anche un'Europa unita politicamente in un futuro molto lontano dovrà solo fare quello che non può essere fatto a livello nazionale. Sottolineo: quello che non può essere fatto a livello nazionale, non quello che non è fatto a livello nazionale. adriano succi ha detto: ( ... )

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Qualcuno (poteva non esserci?) intervenne: "La cosa non può essere lasciata soltanto a Napoli, bisogna coinvolgere lo Stato, l'Europa!" ( ... )

Risposto da Salvatore Venuleo su 28 dicembre 2013 a 15:25 Sicilia, Sud, Nord sono categorie da usare, ma da usare con prudenza. Il Paese in ogni sua parte si assomiglia sempre più. Magari in Sicilia la mafia è ( o era) più forte (e meno visibile) che nel resto del Sud. Allo stesso modo in Sicilia era ed è più intenso il No alla mafia, come testimoniato da tanto sangue. Ho lasciato la Sicilia più di 5 anni fa. Potrei dire che sono fuggito, andando via subito appena possibile pensionarmi. Nel lavoro la situazione era insostenibile, stomachevole. Le pressioni politiche ovvero clientelari e para-mafiose erano inarrestabili. Dapprima, anche all'avvento della classe politico-affaristica berlusconiana e cuffariana nell'Ente pararegionale in cui lavoravo, mi era consentito salvaguardare il gruppo che coordinavo quasi come una repubblica autonoma, con proprie regole di decoro e competenza. Un fiore all'occhiello. O una foglia di fico. Mi affiancavano giovani laureati e laureate che avevo aiutato a formarsi. Erano bravissimi ed entusiasti. E pagati pochissimo, quasi niente. Con nessuna garanzia rispetto agli stabilizzati del mio gruppo. Naturalmente nessuna protezione sindacale. Poi sempre più le risorse - anche europee (fse)- erano convogliate verso le clientele fameliche berlusconiane-cuffariane-aennine in pseudo contratti di consulenza. Fino a che non rimase più nulla per retribuire chi da precario lavorava davvero. Così sono andato via, sommerso dallo schifo. Oggi non ho più l'impressione che la Sicilia sia tanto peggio del resto d'Italia anche in questo. Solo non lavoro e non vedo da vicino quello che allora mi nauseava. E poi non saprei più dove andare. Cuba? Kenya? (continua: devo lasciare il computer). Risposte a questa discussione

Risposto da adriano succi su 28 dicembre 2013 a 16:04 Credo che questo Circolo abbia avuto il merito di metterci a contatto. Nord e Sud, non a caso con diverse concezioni del pianeta Italia. Non avevo mai sentito direttamente esperienze come quella di Salvatore. Ho conoscenti meridionali, anche qualche amico. Se gli chiedi: Perché sei venuto al nord, di solito le risposte sono vaghe, tuttalpiù dicono che giù non c' è niente da fare. Spesso è difficile capire. Io ho lavorato 40 anni, ma sembrerebbe su un altro pianeta. Chi lavorava meglio guadagnava di più, i minimi sindacali erano superati da quasi tutti. Mai sentito parlare di condizionamenti politici o di malaffare. Forse perché ero in grosse multinazionali. Però anche come imprenditore, potevo lamentare tuttalpiù una certa ridondante burocrazia, che però, data la mia attività (consulenza e formazione aziendale e informatica) non mi disturbava più di tanto. Può darsi che ciò mi porti a non vedere o non interpretare con troppe sottigliezze certe problematiche (di ciò mi spiace e mi scuso con i Francesco di turno), però faccio fatica a non arrivare a conclusione che il nostro futuro ce lo dobbiamo creare noi, senza troppo aspettare e sperare che arrivi la cavalleria Yankee a salvarci dagli Indiani. PS Io, peraltro, stavo dalla parte degli Indiani.

Risposto da giorgio varaldo su 28 dicembre 2013 a 16:21 Interessante e drammatica l'esperienza di salvatore uno scenario di una sicilia gattopardesca che pare senza speranze. Diversa e' la mia esperienza pugliese anche se svolta nell'ambito delle PPSS politicizzate. Forse perche' i risultati dovevano arrivare i "pacchi raccomandati" venivano sistemati in posizioni secondarie come PR quindi senza la possibilita' di far troppi danni. E chi era in produzione qualunque fosse il padrino doveva darsi da fare.

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Un giorno a taranto arriva un giovane ingegnere barese e come prassi viene mandato in laboratorio qualita' prendere i campioni .. E chi va a prenderli? prendi la carriola e vatteli a prendere cosi' impari la tecnica di campionamento ..ma io sono ingegnere...e che un ingegnere non sa guidare una carriola? Guarda che questa prassi la hanno seguita tutti i dirigenti. Risparmio il resto della settimana poi quella successiva non si presenta. Sgomento dell'ufficio personale: era nipote di un noto politico barese dalla frezza buanca.

Risposto da mariella alois su 28 dicembre 2013 a 16:21 Ecco si ,abbiamo iniziato a parlare della Sicilia, ma ho l'impressione che stiamo descrivendo i problemi delĺ'italia tutta intera. Uno di questi problemi, la criminalità, non é solo tipico del Sud, ma ormai é piu' evidente nel resto d'Italia. Non possiamo rassegnarci e lasciarlo insoluto. Se riparte il Sud riparte anche l'Italia. Un cambio generazionale é necessario anche nelle regioni del Sud. Abbiamo giovani preparati, intraprendenti, la maggior parte con titolo di studio e conoscenze di piu' di una lingua. Dimentichiamo i luoghi comuni, la storia, cerchiamo di affrontare la situazione con spirito nuovo. Le nuove tecnologie di comunicazione e internet dovrebbero aiutare in questa svolta. L'idea di un Piano Marshall non mi sembra sbagliata. Dotiamolo di risorse importanti e finalizzato a obiettivi ben precisi, da individuare. (Letta nel presentare le ultime misure ha fatto cenno a fondi Ue destinati al Meridione, cogliamo l'occasione per includerli in un piano piu' globale da realizzare in varie fasi).

Risposto da giorgio varaldo su 28 dicembre 2013 a 16:38 Mariella non esagerare e non far di tutta l' erba il classico fascio. Hai mai visto qualcosa lontanamente simile a cosa dice salvatore ad osoppo?

Risposto da mariella alois su 28 dicembre 2013 a 17:05 Giorgio, ma noi cerchiamo di uscire da questa atarassia e cominciamo a "togliere acqua ai pesci".

Risposto da Cristina Favati su 28 dicembre 2013 a 18:01 Esattamente quello che è successo a mio figlio, ma non in Sicilia....a Genova. Salvatore Venuleo ha detto: Sicilia, Sud, Nord sono categorie da usare, ma da usare con prudenza. Il Paese in ogni sua parte si assomiglia sempre più. Magari in Sicilia la mafia è ( o era) più forte (e meno visibile) che nel resto del Sud. Allo stesso modo in Sicilia era ed è più intenso il No alla mafia, come testimoniato da tanto sangue. Ho lasciato la Sicilia più di 5 anni fa. Potrei dire che sono fuggito, andando via subito appena possibile pensionarmi. Nel lavoro la situazione era insostenibile, stomachevole. Le pressioni politiche ovvero clientelari e para-mafiose erano inarrestabili. Dapprima, anche all'avvento della classe politico-affaristica berlusconiana e cuffariana nell'Ente pararegionale in cui lavoravo, mi era consentito salvaguardare il gruppo che coordinavo quasi come una repubblica autonoma, con proprie regole di decoro e competenza. Un fiore all'occhiello. O una foglia di fico. Mi affiancavano giovani laureati e laureate che avevo aiutato a formarsi. Erano bravissimi ed entusiasti. E pagati pochissimo, quasi niente. Con nessuna garanzia rispetto agli stabilizzati del mio gruppo. Naturalmente nessuna protezione sindacale. Poi sempre più le risorse - anche europee (fse)- erano convogliate verso le clientele fameliche berlusconiane-cuffariane-aennine in pseudo contratti di consulenza. Fino a che non rimase più nulla per retribuire chi da precario lavorava davvero. Così sono andato via,

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sommerso dallo schifo. Oggi non ho più l'impressione che la Sicilia sia tanto peggio del resto d'Italia anche in questo. Solo non lavoro e non vedo da vicino quello che allora mi nauseava. E poi non saprei più dove andare. Cuba? Kenya? (continua: devo lasciare il computer).

Risposto da Francesco Cuppone su 28 dicembre 2013 a 18:07 Adriano, non prendiamoci in giro! Lo smaltimento lombardo prevederà quale deve essere l'ultimo stadio dello smaltimento, o no? ebbene, a quello stadio qualcuno ha preferito smaltire la robaccia a Napoli. Io non ho detto che è stato l'imprenditore produttore dello scarto. Intendo invece parlare di chi è incaricato della fase finale dello smaltimento. Non sono così pollo come credi! adriano succi ha detto: Francesco, immagina di essere il proprietario o l' Amministratore di una Azienda che consegna qualsiasi materiale, regolarmente ad un' altra, certificata ufficialmente da una Regione Italiana. Perché mai dovresti preoccuparti se "la filiera dello smaltimento" avviene in modo corretto? Non sei tenuto a controllare l' operato di una Azienza estranea! Se tu provassi a farlo, saresti accusato di interferenza indebita in qualcosa che non è di tua competenza, e magari pure sanzionato. Francesco Cuppone ha detto: Giorgio quello che so (sentito e letto) che sotto terra in Campania c'erano fusti con la chiara indicazione di provenienza LOMBARDIA. Non so come siano capitati laggiù ma due cose sono certe: non ce li ho portati io e sicuramente in Lombardia c'è qualcuno che non controlla tutta la filiera dello smaltimento in barba alle bolle di accompagnamento. Stop!

Risposto da Salvatore Venuleo su 28 dicembre 2013 a 18:14 Il Sud è variegato forse più del resto del Paese. Da qualche giorno a Lecce - dove vivono un paio di figlie con annessi nipoti - osservavo il discreto decoro urbano, cornice al trionfo del barocco, il moltiplicarsi dei caffè/librerie, l'eleganza di donne e uomini (molte sopracciglia disegnate), le coppie gay serenamente a passeggio, le gradevoli luminarie natalizie, etc. Tutto ok. Tranne che uscendo, moglie e io, con nipoti affidateci e passeggini non sapevamo proprio come procedere. Molti spazi liberi fra quelli blu a pagamento. E si capisce...Gli automobilisti, piuttosto che pagare tariffe salatissime, preferiscono - IMPUNEMENTE - parcheggiare sulle strisce o negli scivoli dei marciapiedi riservati a carrozzine di invalidi e bambini. Mi sto rimettendo a stento dal mal di schiena conseguente a un pomeriggio impiegato a sollevare carrozzine. Lecce assai peggio in questo della mia Siracusa. Ovvero assai più numerosi gli scivoli ma tutti "teorici". E dire che mi ero abituato ad Ostia, almeno nel centro, paradiso dei pedoni e delle carrozzine. Con gradevoli vigilesse che multano senza sentire ragione chi crede di cavarsela con i lampeggianti per una sosta d'emergenza davanti al panificio. Infatti, 5 anni fa, stupidamente, il mio primo pensiero fu: "Accidenti, quanti invalidi e quanti bambini in carrozzina ad Ostia! Chissà perché?" Ma, tornando al tema centrale, ribadisco di non credere affatto alla irriformabilità del Sud (cui l'Italia somiglia sempre più). Credo che automobilisti disinvolti, clientele, favori e mafie possano essere stroncate in un colpo solo. La Sicilia vi è andata molto vicino con le prime sindacature di Bianco e Orlando. Allora poteva succedere il balzo definitivo. Oltre il muro. Invece di saltarlo si scivolò giù. La cosa meno stupida che mi viene in mente è questa: alla politica (alla classe politica con i suoi autonomi interessi) può convenire l'impegno solidale per dare la spinta definitiva a Catania e Palermo perché saltassero il muro? No, è molto meglio il mio uovo al tegamino, al costo di una foresta incendiata. Perciò la priorità è la "forma" della politica. Ovvero l'invenzione di meccanismi che premino chi ha sguardo lungo. E puniscano chi fa sì che io possa parcheggiare sulle strisce oppure avere una raccomandazione per mio figlio oppure un posto all'ospedale oppure ..... Io credo - per tornare alla Sicilia - che i siciliani promossero a Berlusconi 61/61 nel realismo pessimista di chi pensa di dover giocare la solita partita. Ma i siciliani sapevano e sanno che nessuno avrà insieme la multa condonata, il figlio occupato, il posto all'ospedale, etc. Se qualcuno credibilmente dicesse,

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imponendolo : "tutti giù le armi; proprio tutti, per risparmiare la mediazione costosissima di mafia e politica che impoverisce tutti in cambio di mance". Se qualcuno dicesse questo e mostrasse di saperlo imporre, i siciliani andrebbero a pagare in allegria le loro multe e a proporre come accorciare per tutti i tempi di attesa in ospedale. I siciliani dei 61/61 erano gli stessi che poi hanno applaudito Grillo nuotatore e addirittura hanno votato M5S.

Risposto da Antonino Andaloro su 28 dicembre 2013 a 18:14 Purtroppo, c'è ancora tanto da fare anche in questo settore: http://palermo.blogsicilia.it/confcommercio-ci-mette-la-faccia-al-v... Gli esercenti che non denunciano sono ancora tanti.

Risposto da Antonino Andaloro su 28 dicembre 2013 a 18:16 E l'acqua ai "pesci" non la può togliere il singolo cittadino.

Risposto da Salvatore Venuleo su 28 dicembre 2013 a 18:32 Credo che a non denunciare siano quasi tutti. L'ho già raccontato ma lo faccio ancora. Ricordo con nausea immutata il commerciante di preziosi che intervistavo per una campagna della mia sezione PCI. Gli chiedo del pizzo e lui risponde, con la prosopopea tipica di molti vigliacchi: "Il peggiore estorsore è lo Stato". Così troppi in Sicilia. La Sicilia di Libero Grassi e di "Addio Pizzo". Antonino Andaloro ha detto: Purtroppo, c'è ancora tanto da fare anche in questo settore: http://palermo.blogsicilia.it/confcommercio-ci-mette-la-faccia-al-v... Gli esercenti che non denunciano sono ancora tanti.

Risposto da adriano succi su 28 dicembre 2013 a 18:33 Francesco, non è (o almeno spero) una cosa personale tra di noi, però, come ha detto Giorgio: la legge italiana - scritta da quel genio del verde edo ronchi- prevede la consegna di tali rifiuti ad aziende certificate dalla regione di residenza. Se ne fai una questione morale o di etica, si può convenire che il produttore lombardo di rifiuti tossici sa o probabilmente immagina dove saranno smaltiti i rifiuti (tanto per dire che nemmeno io sono così pollo), però, se lui se ne frega di morale ed etica, altro non gli può essere addebitato, finchè la legge è quella che ha ricordato Giorgio. Chi prende in consegna rifiuti tossici, essendo certificato a farlo e li sotterra dove non dovrebbe, invece, commette reato. Se la morale è che sono entrambi figli di mignotta, sono d'accordo, però, fino a nuova legge, uno dei due è tecnicamente non-colpevole (dire innocente sembrerebbe troppo). Francesco Cuppone ha detto: Adriano, non prendiamoci in giro! Lo smaltimento lombardo prevederà quale deve essere l'ultimo stadio dello smaltimento, o no? ebbene, a quello stadio qualcuno ha preferito smaltire la robaccia a Napoli. Io non ho detto che è stato l'imprenditore produttore dello scarto. Intendo invece parlare di chi è incaricato della fase finale dello smaltimento. Non sono così pollo come credi!

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Risposto da Cristina Favati su 28 dicembre 2013 a 18:35 Questo è esattamente quello che è successo a mio figlio, ma non nel profondo sud...a Genova. Salvatore Venuleo ha detto: Sicilia, Sud, Nord sono categorie da usare, ma da usare con prudenza. Il Paese in ogni sua parte si assomiglia sempre più. Magari in Sicilia la mafia è ( o era) più forte (e meno visibile) che nel resto del Sud. Allo stesso modo in Sicilia era ed è più intenso il No alla mafia, come testimoniato da tanto sangue. Ho lasciato la Sicilia più di 5 anni fa. Potrei dire che sono fuggito, andando via subito appena possibile pensionarmi. Nel lavoro la situazione era insostenibile, stomachevole. Le pressioni politiche ovvero clientelari e para-mafiose erano inarrestabili. Dapprima, anche all'avvento della classe politico-affaristica berlusconiana e cuffariana nell'Ente pararegionale in cui lavoravo, mi era consentito salvaguardare il gruppo che coordinavo quasi come una repubblica autonoma, con proprie regole di decoro e competenza. Un fiore all'occhiello. O una foglia di fico. Mi affiancavano giovani laureati e laureate che avevo aiutato a formarsi. Erano bravissimi ed entusiasti. E pagati pochissimo, quasi niente. Con nessuna garanzia rispetto agli stabilizzati del mio gruppo. Naturalmente nessuna protezione sindacale. Poi sempre più le risorse - anche europee (fse)- erano convogliate verso le clientele fameliche berlusconiane-cuffariane-aennine in pseudo contratti di consulenza. Fino a che non rimase più nulla per retribuire chi da precario lavorava davvero. Così sono andato via, sommerso dallo schifo. Oggi non ho più l'impressione che la Sicilia sia tanto peggio del resto d'Italia anche in questo. Solo non lavoro e non vedo da vicino quello che allora mi nauseava. E poi non saprei più dove andare. Cuba? Kenya? (continua: devo lasciare il computer).

Risposto da adriano succi su 28 dicembre 2013 a 18:59 OK ma, CHI dovrebbe esprimere questo qualcuno (i Siciliani immagino), affinché sia credibile e appoggiato da un Popolo con un forte senso di appartenenza etnica? PS Che per esempio i Cittadini di tanti altre regioni e territori non sentono. PS2 A raggiungere il famigerato 61/61 non fu Berlusconi, ma Miccichè. Salvatore Venuleo ha detto: ... Se qualcuno credibilmente dicesse, imponendolo : "tutti giù le armi; proprio tutti, per risparmiare la mediazione costosissima di mafia e politica che impoverisce tutti in cambio di mance". Se qualcuno dicesse questo e mostrasse di saperlo imporre, i siciliani andrebbero a pagare in allegria le loro multe e a proporre come accorciare per tutti i tempi di attesa in ospedale. I siciliani dei 61/61 erano gli stessi che poi hanno applaudito Grillo nuotatore e addirittura hanno votato M5S.

Risposto da giorgio varaldo su 28 dicembre 2013 a 21:06 Francesco ed adriano forse non ci siamo capiti bene. Se a me direttore degli acquisti della acciaieria XY per lo smaltimento delle scorie arrivano l'offerta della ditta coppolazza di ottaviano a 5000 lire a tonnellata in possesso della autorizzazione rilasciata dalla regione campania e quella della ditta carugati di solbiate olona a 6000 lire a tonnellata in possesso della autorizxazione rilasciata dalla rwgione lombardia non e' che abbia molte possibilita' di manovra debbo emettere la richiesta a quella che a parita' di servizi mi propone il prezzo inferiore. Che la ditta coppolazza sia idonea a trattare le scorie della mia acciaieria me lo dice l'autorizzazione rilasciata dalla regione campania pertanto se dovessi fare l'ordine alla ditta carugatti mi troverei licenziato in tronco e con ragione. Quando il camion esce dal mio stabilimento con bolla di accompagnamento e ritirna con la bolla.timbrata dalla ditta coppolazza archivio le bolle e buonanotte. Se invece fossi il direttore acquisti della YX ag di duisburg manderei i miei tecnici a visionare gli impianti delle due aziende anzi solo quelli della ditta carugati in quanto in germania una.ditta coppolazza senza mpianti di trattamento.non.esisterebbe.

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Quindi caro francesco anche se trovano sepolti in discarica rifiuti prodotti dalla mia azienda continuerei a dormire sonni tranquilli. L'aspetto peggiore di questa situazione e' che senza riforme delle sgangherate leggi italiane in materia la bonifica della terra dei fuochi la faranno aziende come la coppolazza..

Risposto da adriano succi su 28 dicembre 2013 a 21:28 Beh, a quanto pare avevo capito bene. giorgio varaldo ha detto: Francesco ed adriano forse non ci siamo capiti bene. Se a me direttore degli acquisti della acciaieria XY per lo smaltimento delle scorie arrivano l'offerta della ditta coppolazza di ottaviano a 5000 lire a tonnellata in possesso della autorizzazione rilasciata dalla regione campania e quella della ditta carugati di solbiate olona a 6000 lire a tonnellata in possesso della autorizxazione rilasciata dalla rwgione lombardia non e' che abbia molte possibilita' di manovra debbo emettere la richiesta a quella che a parita' di servizi mi propone il prezzo inferiore. Che la ditta coppolazza sia idonea a trattare le scorie della mia acciaieria me lo dice l'autorizzazione rilasciata dalla regione campania pertanto se dovessi fare l'ordine alla ditta carugatti mi troverei licenziato in tronco e con ragione. Quando il camion esce dal mio stabilimento con bolla di accompagnamento e ritirna con la bolla.timbrata dalla ditta coppolazza archivio le bolle e buonanotte. Se invece fossi il direttore acquisti della YX ag di duisburg manderei i miei tecnici a visionare gli impianti delle due aziende anzi solo quelli della ditta carugati in quanto in germania una.ditta coppolazza senza mpianti di trattamento.non.esisterebbe. Quindi caro francesco anche se trovano sepolti in discarica rifiuti prodotti dalla mia azienda continuerei a dormire sonni tranquilli. L'aspetto peggiore di questa sutuazione e' che senza riforme delle sgangherate leggi italiane in materia la bonifica della terra dei fuochi la faranno aziende come la coppolazza..

Risposto da Francesco Cuppone su 28 dicembre 2013 a 21:31 Il problema è proprio quello! Se la regione Campania è retta da Nicola Cosentino (sodale dell'ex premier brianzolo) stai pur certo che la ditta coppolazza ha ottenuto le regolari autorizzazioni grazie a una filiera che comincia ad Arcore e finisce a Casal di Principe. Tutto è formalmente perfetto, peccato che nella sostanza non lo è. Vogliamo allora dire che il marcio è tutto concentrato alla fine della filiera? Diciamolo pure! La realtà è questa. La gentaglia al sud governa perché qualcuno a Roma (o ad Arcore) ha deciso che va bene così.

Risposto da giorgio varaldo su 28 dicembre 2013 a 21:54 No francesco non sono di sicuro io a difendere arcore ma se non erro edo ronchi era nel governo dell'ulivo ed il pecoraro scanio era ministro di prodi e non di berlusconi. Che poi a destra facciano pastetta in quanto collusi ed a sinistra in quanto idioti il risultato non cambia e nel 2013 il nostro paese grazie a governi di destra ed governi di sinistra NON e' ancora in grado di tracciare i rifiuti pericolosi.

Risposto da Antonino Andaloro su 28 dicembre 2013 a 21:58 Si ma dobbiamo fare in modo che a comandare siano le nuove generazioni. Si devono concedere ai giovani più spazi, altrimenti tutto quello che proponiamo è solo aria fritta. Mi dispiace ma è così.

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Risposto da adriano succi su 28 dicembre 2013 a 22:00 Beh, perlomeno ci siamo un pò allontanati dalla Sicilia, se nò sembrava che il problema fosse tutto lì. In Campania, da tre anni e mezzo governa Caldoro PDL, certamente sodale di Berlusconi, però (sorpresa) dal 1999 al 2012 durante tutto il ciclo contestato Impregilo-rifiuti-malapolitica-camorra, i Presidenti della Regione sono stati tale Losco (nomen omen) CentroSinistra e (pensa un pò) Bassolino che più Centrosinistra non si può. Per anni è rimasta leggendaria la coppia Bassolino-Jervolino, che non mi pare abbiano lasciato un grande segno. Cosentino è accusato, negli anni in cui era Governatore Bassolino, di avere contribuito all' assegnazione di appalti alla camorra. Mi sento imbarazzato a sembrare di fare il difensore d' ufficio del berlusca, però , almeno fin che si parla dei rifiuti in Campania, la filiera del malaffare è un' altra e direi tutta Made in Campania. PS Berlusconi non è Brianzolo, non è mio concittadino, è Milanese. Altra razza.

Risposto da giorgio varaldo su 28 dicembre 2013 a 22:01 Antonino benvenuto fra i rottamatori

Risposto da Francesco Cuppone su 28 dicembre 2013 a 22:54 Forse sono io che non riesco a farmi capire. Io non sto facendo un discorso fazioso, a difesa della sinistra contro la destra. Io sto dicendo che chi governa al Sud lo può fare perché qualcuno al vertici dei rispettivi partiti glielo ha consentito. In questo, destra e sinistra hanno le stesse colpe. In Campania, da Bassolino a Caldoro, hanno governato con sprezzo della legge e i due sono stati eletti dai loro cittadini perché qualcuno a Roma (per Bassolino) o ad Arcore (per Caldoro) li ha candidati. Io sto dicendo da ore che la classe politica nazionale fa finta di non sapere che i politici meridionali sono tutti fradici perché questo gli fa comodo: portano voti e se puzzano di escrementi chi se ne frega? La politica nazionale deve togliere legittimità ai farabutti tornando a praticare (se mai l'ha fatto) una selezione che non può essere basata sulla quantità di voti ogni politico si porta in dote. Non so se sono stato chiaro stavolta. giorgio varaldo ha detto: No francesco non sono di sicuro io a difendere arcore ma se non erro edo ronchi era nel governo dell'ulivo ed il pecoraro scanio era ministro di prodi e non di berlusconi. Che poi a destra facciano pastetta in quanto collusi ed a sinistra in quanto idioti il risultato non cambia e nel 2013 il nostro paese grazie a governi di destra ed governi di sinistra NON e' ancora in grado di tracciare i rifiuti pericolosi.

Risposto da Francesco Cuppone su 28 dicembre 2013 a 22:56 Antonio, però non possiamo fare l'errore per cui se uno ha 40 va bene e se ne 60 fa schifo. Dai! Il problema è di qualità e non di anagrafe. E che cavolo! Antonino Andaloro ha detto: Si ma dobbiamo fare in modo che a comandare siano le nuove generazioni. Si devono concedere ai giovani più spazi, altrimenti tutto quello che proponiamo è solo aria fritta. Mi dispiace ma è così.

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Risposto da Fabio Colasanti su 28 dicembre 2013 a 23:06 Francesco, siamo evidentemente d'accordo con la necessità di avere nel Mezzogiorno una classe politica migliore. Però noi nel PD abbiamo ben poco da dire su come Berlusconi e i suoi scelgono le persone con cui allearsi nel Mezzogiorno. Possiamo criticarlo quanto vogliamo, le nostre parole non avranno - come è anche giusto - nessuna influenza. Lo stesso vale per gli altri partiti, dal M5S al Nuovo centro democratico, passando per Scelta Civica. Possiamo solo discutere di come il PD potrebbe fare scelte migliori. Il PD, cercando di riformarsi, ha fatto la scelta delle primarie. Scelta molto democratica che significa che i dirigenti locali - i candidati per i posti di sindaco e per i posti di presidente delle regioni vengono scelti dai militanti del luogo, da chi partecipa alle primarie. Nel passato recente abbiamo anche visto che i candidati sostenuti dalla segreteria del partito sono stati spesso sonoramente battuti nelle primarie. Questo significa che il PD ha ben poche possibilità di scegliere da Roma chi saranno le sue personalità di spicco nel Mezzogiorno. Quando è emerso Crocetta, qui nel Circolo si sono rallegrati in tanti. Tu però ci indichi che anche Crocetta sarebbe una persona da evitare. E allora? Pongo a te e agli altri due domande precise. a) Che può fare la segreteria del PD per scegliere persone migliori come candidati (e si spera, come sindaci, presidenti e altro) nel Mezzogiorno? Dovrebbe abbandonare il sistema delle primarie? b) Che cosa possiamo chiedere come militanti del PD al di fuori dal Mezzogiorno?

Risposto da Francesco Cuppone su 28 dicembre 2013 a 23:43 Fabio, perché pensi che l'UDC, il partito di Cuffaro, nel momento in cui si allea con Crocetta, all'improvviso, diventa un partito di santi? Crocetta ha avviato il suo governo con: MS5 (uscito dalla coalizione dopo pochi mesi), UDC e pezzi dell'MPA, il partito di Lombardo. Solo chi crede nelle favole non sa qui in Sicilia chi c'è dietro UDC e MPA (anche se a pezzi). Poi: il capo di gabinetto di Crocetta è lo stesso di Lombardo. Poi: la figlia di Borsellino è l'assessore alla salute e durante il governo Lombardo era il braccio destro dell'assessore alla salute del tempo Russo. Poi: da quando Crocetta governa non è successo nulla, NULLA. Non solo non ci sono stati evidenti miglioramenti, ma non c'è alcun progetto, alcuna visione strategica per questo pezzo di Italia, NULLA. L'imbonitore, all'atto della nomina ha fatto due assessori di facciata: Battiato e Zichichi (il campione del bigottismo cattolico più retrivo). Spariti entrambi e dimessi. Zichichi disse addirittura che se dipendeva da lui avrebbe disseminato la Sicilia di centrali nucleari! Poi per finire ti racconto una cosa personale: fine 2012. Viene bandito il concorso per nominare i nuovi manager della sanità regionale. Partecipo al concorso (titoli e colloquio). Allo stesso tempo lo faccio in Emilia, Liguria, Lazio. Ebbene, risulto idoneo il Emilia, Liguria e Lazio e non idoneo in Sicilia, dove l'elenco risulta composto da 562 nominativi, mentre nelle altre regioni io sono insieme ad altri 100 nomi. La Sicilia ha ben 562 super manager , mentre le altre povere regioni si accontentano di appena 100. Lo stato della sanità in Sicilia, con tanto ben di Dio disponibile, dovrebbe essere a livello della miglior Germania! Nell'elenco siciliano ci sono tutti gli ex direttori generali del governo Lombardo, un paio addirittura inquisiti per varie malversazioni, uno addirittura agli arresti domiciliari. Ovviamente evito di riportare le cose che girano qui sull'imbonitore (viene chiamato Crocetto Laqualunque). Rischio la querela per diffamazione, non avendo ovviamente prove documentali in mano.

Risposto da Fabio Colasanti su 28 dicembre 2013 a 23:56 Francesco, non conosco Crocetta e so ben poco su come governa. Non ho un'opinione su Crocetta, ne positiva, ne negativa. Per quanto riguarda gli altri partiti, non abbiamo nessuna influenza su come scelgono i loro candidati.

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Il problema politico è quindi quello delle scelte del PD in Sicilia e nel Mezzogiorno in genere per quanto riguarda i candidati a posti importanti. Mi sembra che la segreteria del PD non abbia una grande influenza nella scelta dei candidati. Non credo nemmeno che possa mai averla. Quindi non si può dire che per il PD chi governa in Sicilia lo fa perché è stato scelto a Roma. La scelta dei candidati del PD dipende soprattutto dai militanti e dai simpatizzanti del PD sul posto. Francesco Cuppone ha detto: Fabio, perché pensi che l'UDC, il partito di Cuffaro, nel momento in cui si allea con Crocetta, all'improvviso, diventa un partito di santi? Crocetta ha avviato il suo governo con: MS5 (uscito dalla coalizione dopo pochi mesi), UDC e pezzi dell'MPA, il partito di Lombardo. Solo chi crede nelle favole non sa qui in Sicilia chi c'è dietro UDC e MPA (anche se a pezzi). Poi: il capo di gabinetto di Crocetta è lo stesso di Lombardo. Poi: la figlia di Borsellino è l'assessore alla salute e durante il governo Lombardo era il braccio destro dell'assessore alla salute del tempo Russo. Poi: da quando Crocetta governa non è successo nulla, NULLA. Non solo non ci sono stati evidenti miglioramenti, ma non c'è alcun progetto, alcuna visione strategica per questo pezzo di Italia, NULLA. L'imbonitore, all'atto della nomina ha fatto due assessori di facciata: Battiato e Zichichi (il campione del bigottismo cattolico più retrivo). Spariti entrambi e dimessi. Zichichi disse addirittura che se dipendeva da lui avrebbe disseminato la Sicilia di centrali nucleari! Poi per finire ti racconto una cosa personale: fine 2012. Viene bandito il concorso per nominare i nuovi manager della sanità regionale. Partecipo al concorso (titoli e colloquio). Allo stesso tempo lo faccio in Emilia, Liguria, Lazio. Ebbene, risulto idoneo il Emilia, Liguria e Lazio e non idoneo in Sicilia, dove l'elenco risulta composto da 562 nominativi, mentre nelle altre regioni io sono insieme ad altri 100 nomi. La Sicilia ha ben 562 super manager , mentre le altre povere regioni si accontentano di appena 100. Lo stato della sanità in Sicilia, con tanto ben di Dio disponibile, dovrebbe essere a livello della miglior Germania! Nell'elenco siciliano ci sono tutti gli ex direttori generali del governo Lombardo, un paio addirittura inquisiti per varie malversazioni, uno addirittura agli arresti domiciliari. Ovviamente evito di riportare le cose che girano qui sull'imbonitore (viene chiamato Crocetto Laqualunque). Rischio la querela per diffamazione, non avendo ovviamente prove documentali in mano.

Risposto da Francesco Cuppone su 29 dicembre 2013 a 0:19 E' vero che non possiamo avere influenza nella scelta dei candidati degli altri partiti ma non siamo obbligati a fare alleanze con chicchessia sopratutto con il partito di Cuffaro, che è in galera a scontare 7 anni per associazione a delinquere. Un dettaglio. Inoltre, salvo che io mi sbagli, Crocetta è stato designato senza primarie dal segreto del PD Lupo, celebre soprannumerario dell'Opus Dei. Poi, scommetto una cena che Lupo, prima di investire Crocetta, si è consultato con il segretario del tempo Bersani, se non altro perché Crocetta non era nemmeno militante del PD, bensì di Rifondazione. Fabio Colasanti ha detto: Francesco, non conosco Crocetta e so ben poco su come governa. Non ho un'opinione su Crocetta, ne positiva, ne negativa. Per quanto riguarda gli altri partiti, non abbiamo nessuna influenza su come scelgono i loro candidati. Il problema politico è quindi quello delle scelte del PD in Sicilia e nel Mezzogiorno in genere per quanto riguarda i candidati a posti importanti. Mi sembra che la segreteria del PD non abbia una grande influenza nella scelta dei candidati. Non credo nemmeno che possa mai averla. Quindi non si può dire che per il PD chi governa in Sicilia lo fa perché è stato scelto a Roma. La scelta dei candidati del PD dipende soprattutto dai militanti e dai simpatizzanti del PD sul posto.

Risposto da Antonino Andaloro su 29 dicembre 2013 a 0:21 D'accordo, infatti, non è l'età anagrafica a fare la differenza , ma l'essere svincolati dai compromessi. Spesso e volentieri i giovani sono vittima dei compromessi, quindi è da loro che dobbiamo ripartire.

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Francesco Cuppone ha detto: Antonio, però non possiamo fare l'errore per cui se uno ha 40 va bene e se ne 60 fa schifo. Dai! Il problema è di qualità e non di anagrafe. E che cavolo!

Risposto da mariella alois su 29 dicembre 2013 a 12:52 Intanto un criterio per scegliere persone migliori é procedere come nei concorsi pubblici, necessaria in primis l'incensurabilità; che il candidato risponda ai criteri fissati dalla Legge Severino. Si é già cercato nel passato di ovviare a questo problema e di infiltrati impresentabili ce ne sono già stati. Ci vuole piu' rigore da parte dei Dirigenti, piu' controllo sui territori e che aprano tutti gli occhi e orecchie due domande precise. a) Che può fare la segreteria del PD per scegliere persone migliori come candidati (e si spera, come sindaci, presidenti e altro) nel Mezzogiorno? Dovrebbe abbandonare il sistema delle primarie? b) Che cosa possiamo chiedere come militanti del PD al di fuori dal Mezzogiorno?

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Risposto da Francesco Cuppone su 29 dicembre 2013 a 13:38 E' un buon inizio. Poi ci vogliono primarie per tutte le cariche elettive: TUTTE!

Risposto da Cristina Favati su 29 dicembre 2013 a 13:39 Sono d'accordo. Francesco Cuppone ha detto: E' un buon inizio. Poi ci vogliono primarie per tutte le cariche elettive: TUTTE!

Risposto da Antonino Andaloro su 29 dicembre 2013 a 17:21 Un vero schiaffo morale agli italiani, special modo ai siciliani: http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/12/28/news/messina_i_dipl...

Risposto da Alberto Rotondi su 29 dicembre 2013 a 17:51 Avete detto molte cose importanti. Il tema è sicuramente difficile: le ragioni per le quali i singoli sono mediamente intelligenti (l’intelligenza è distribuita in modo più o meno uguale e tute le latitudini) e a volte la società o la comunità dove vivono (che dovrebbe essere la somma delle intelligenze) sembra irrazionale, a volte persino stupida, sono molte, complicate e oggetto di continui studi antropologici. Penso però che abbiate correttamente individuato i due punti chiave: 1) avere una cultura collettiva (frutto delle tradizioni e dell’accumulo del sapere) che porti al progresso; 2) avere una cultura individuale secondo la quale facendo il bene della società o della propria comunità si fa anche il bene proprio e della propria famiglia. Anzi, l’unico modo per fare il bene proprio è quello di fare innanzi tutto il bene della comunità, in termini di comportamenti virtuosi, solidali e di rispetto delle leggi.. Questi due punti sono essenziali, e perché le cose funzionino, devono verificarsi entrambi.

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Sul primo punto, sottolineo le cose importanti dette da Fabio: “ nel nord Europa la maggioranza della popolazione pensa che il progresso tecnico e scientifico sia una cosa positiva, che sia necessario… studiare materie tecnico scientifiche, che il mondo di oggi sia migliore del mondo di trenta o quaranta anni fa, che l'economia di mercato sia una cosa positiva, che la gobalizzazione, sia un'opportunità da sfruttare, che bisogna certo aiutare i più deboli, ma che è necessario ricompensare (entro certi limiti) che merita e differenziare tra chi si impegna sul lavoro e chi non lo fa. Questo atteggiamento va di pari passo con un forte impegno personale verso la comunità che porta alla fioritura di mille attività di volontariato e ad un buon grado di impegno etico. In tutti questi paesi ci si aspetta una gestione della cosa pubblica che non faccia favori e tutti questi paesi hanno disavanzi sotto controllo e bassi livelli di debito pubblico. In questi paesi la corruzione e l'evasione fiscale sono più basse che nel sud Europa e questi paesi se la cavano abbastanza bene dal punto di vista economico anche nel contesto economico attuale. Nel sud Europa (Portogallo, Spagna, Italia e Grecia) il progresso scientifico non appassiona la gente. Razionalmente si sa che esiste e che è una cosa positiva, ma pochi vanno all'università per studiare discipline scientifiche. Le scelte fatte dai politici di questi paesi ignorano la ricerca e i giovani che laureano in discipline scientifiche e vogliono fare ricerca sono spesso obbligati ad andare all'estero (in alcuni paesi del sud Europa, discipline come la bio-tecnologia sono scoraggiate e viste male). Molti credono che il mondo di trenta-quaranta anni fa fosse i di quello attuale e che la globalizzazione sia una disgrazia; se potessero chiuderebbero il paese agli scambi mondiali. La maggioranza della popolazione non capisce come funziona l'economia di mercato e pensa che sempre più leggi sia la risposta a tutto e che, per esempio, il blocco degli sfratti sia la risposta giusta alle difficoltà sul mercato dell'affitto. Le scuole dei paesi del sud Europa, nostra compresa, fanno acqua (vedi i risultati dei test PISA), ma la cosa non preoccupa più di tanto. Lo "stato" viene visto come qualcosa di esterno ("lo stato è assente", "lo stato non fa nulla per noi") con il quale non ci si può identificare, l'impegno civico è limitato, il volontariato è più raro ed il grado di etica nella vita pubblica è basso….” Ci sono molti segnali preoccupanti in Italia che mostrano questa pericolosa deriva della cultura collettiva: la proposta di legge sulla sperimentazione animale, il successo mediatico del metodo Vannoni, il continuo martellamento pubblicitario che ci dice che le cose naturali fanno bene (anche il virus del vaiolo, i funghi velenosi e le ere glaciali?), che il progresso spesso ci allontana dall’ordine naturale (!?) e che pertanto va visto con diffidenza (vedi gli OGM). In questa deriva catastrofica Nord e Sud non sono molto diversi, anche se nel nord, almeno in passato, le influenze mitteleuropeee hanno un po’ attenuato questa cultura. Il rischio è che si arrivi ad una cultura collettiva tipo quella africana, che ritiene un valore in sè positivo il mantenimento delle tradizioni e dell’ordine naturale delle cose. Questa cultura tribale è quella che sta impedendo da sempre all’Africa di progredire, è quella che rende la società statica, misera e povera, priva di inventiva e di immaginazione e che spesso fa scambiare le cause con gli effetti. Una di queste degenerazioni è ben nota agli antropologi, ed è chiamata cultura o culto del cargo (cargo-cult) http://it.wikipedia.org/wiki/Culto_del_cargo . Certo, assumere una cultura che mette l’intelligenza dell’uomo (che è un fatto naturale!) al centro della società e delle sue trasformazioni implica una grande responsabilità e senso etico. Bisogna guardare alla natura con cautela e rispetto, accostarsi alle leggi naturali con interesse e passione, ed avere, come comunità, dei principi etici, cioè decidere cosa si può fare, cosa non si può fare ed in nome di quale principio. Se questi principi sono adottati dalla comunità, allora diventa importante il secondo principio, cioè capire che fare il bene della comunità significa anche fare il proprio. Questo è il grande buco culturale italiano, che raggiunge purtroppo il suo apice in alcune zone del Sud. Questo è stato il tema al centro di alcuni interventi precedenti. Concordo con molte delle diagnosi fatte. Per le terapie, appoggio alcune cose basilari: a) smettere con la retorica: “ il Sud è una grande opportunità.. ecc. ecc”. Sono 60 anni che sento dire queste cose e niente cambia. Frasi di questo tipo sono ormai vuote e non dicono assolutamente niente. Piuttosto, cominciamo a dire: “al Sud si deve capire che appoggiando lo stato si fa il proprio interesse”. Affermazione rivoluzionaria, vero? Però così la pensavano, come ha ricordato Francesco, Falcone, Borsellino, Chinnici, Livatino, Scoppelliti e tanti altri. b) Rottamiamo i corrotti. Visto che la rottamazione funziona (vedi D’Alema) cominciamo a diffondere parole d’ordine come questa, premiamo sui partiti per questo. Bisogna cominciare a non candidare persone poco per bene o spregiudicate. Non dimentichiamoci che i corrotti prendono spesso un mare di voti. c) Campagna generalizzata di educazione civica e di convivenza, mobilitando le scuole e vari testimoni come attori, sportivi, cantanti, uomini di cultura. Avete mai visto una pubblicità progresso contro le scritte sui muri? Si deve cominciare anche da lì. d) Smettere di essere tolleranti con l’ignavia, il menefreghismo, il pressapochismo, la furbizia, tutte anticamere della corruzione.

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Tempo fa ho visto un servizio di Report che, se fosse vero, avrebbe dovuto provocare uno scompiglio. Invece non è successo niente. Si parlava di Calabria. Lì tutti sanno che tra qualche tempo ci sarà un terremoto di grado superiore al settimo Richter, di impatto devastante. Basta consultare le carte dell’Istituto geofisico http://mi.ingv.it/ . Case antisimiche, piani regolatori, controlli severi? Ma per carità, tutto abusivismo sanato, e ci sono pure singolari professioni, come il venditore di masselli campione regolametari di cemento. Chi fa una casa deve conservare per legge i campioni del cemento utilizzato. Ma siccome le visite in cantiere non si fanno, il costruttore si procura masselli regolari e va lui a depositarli. Il funzionario timbra ed è tutto a posto. La Calabria crollerà come un castello di carte e si griderà alla sciagura naturale (naturale?). Invece, saremo di fronte ad un caso emblematico di come persone individualmente intelligenti diventino collettivamente stupide.

Risposto da adriano succi su 29 dicembre 2013 a 18:42 Non so quale fosse la condizione del praticello dove è posto il monumento, prima del' intervento dei Russi, ma fatico a pensare che fosse in condizioni tali da giustificare simile messinscena. Raccogliere 8 sacchi di roba!!! su un pezzo di nemmeno 100m2 (vedere Google Earth) significa che, o si sono portati un pò di pattume da casa oppure hanno fatto scena. Come Italiano, la cosa mi ha scocciato parecchio. In un altro Paese quel console sarebbe già stato considerato indesiderato e rispedito in patria, a spazzare il marciapiede di casa sua. Va da se che se, invece, le cose fossero state davvero giustificate, a scopare ... il mare ci dovrebbe andare tutta la Giunta, Sindaco in testa. Antonino Andaloro ha detto: Un vero schiaffo morale agli italiani, special modo ai siciliani: http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/12/28/news/messina_i_dipl...

Risposto da Antonino Andaloro su 29 dicembre 2013 a 20:03 No Adriano, ci saranno forse gli estremi per una messa in scena, ma ti confermo che la città di Messina è messa malissimo, non per niente, è inserita tra le ultime posizioni nelle indagini per la qualità di vita che si conduce. adriano succi ha detto: Non so quale fosse la condizione del praticello dove è posto il monumento, prima del' intervento dei Russi, ma fatico a pensare che fosse in condizioni tali da giustificare simile messinscena. Raccogliere 8 sacchi di roba!!! su un pezzo di nemmeno 100m2 (vedere Google Earth) significa che, o si sono portati un pò di pattume da casa oppure hanno fatto scena. Come Italiano, la cosa mi ha scocciato parecchio. In un altro Paese quel console sarebbe già stato considerato indesiderato e rispedito in patria, a spazzare il marciapiede di casa sua. Va da se che se, invece, le cose fossero state davvero giustificate, a scopare ... il mare ci dovrebbe andare tutta la Giunta, Sindaco in testa. Antonino Andaloro ha detto: Un vero schiaffo morale agli italiani, special modo ai siciliani: http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/12/28/news/messina_i_dipl...

Risposto da Fabio Colasanti su 29 dicembre 2013 a 23:44 Adriano,

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ho paura anch'io, come Antonino, che il console non abbia esagerato. L'episodio mi ricorda la vergogna che ho provato nell'agosto del 2007 nei confronti di mia moglie che è tedesca. Mio padre morì ad agosto di quell'anno e sono evidentemente andato a Velletri (provincia di Roma), il mio paese d'origine, con mia moglie. Il funerale si teneva in una chiesa centrale. Per arrivare alla chiesa si doveva attraversare un giardinetto pubblico. Attraversandolo notammo che in angolo, tra un'aiuola e un muretto, si era formata una vera e propria discarica; c'era almeno un sacco nero di plastica squarciato e c'era perfino un materasso ! E l'impressione era che la mondezza fosse li da parecchio tempo. Dopo il funerale non fu possibile inumare la salma di mio padre perché al cimitero di Velletri avevano ritardi e mille altri problemi. La salma fu parcheggiata in uno stanzone con tante altre. L'inumazione fu fatta dopo oltre tre settimane. Vado spesso a Spoleto dove vive una sorella. Ci sono stato l'ultima volta a luglio scorso. Ho potuto ammirare il complesso di scale mobili e ascensori che permette ai visitatori di salire fino alla fortezza dell'Albornoz. Ho potuto vedere i distributori per le buste per raccogliere le feci dei cani. Ho potuto vedere i parcheggi sotterranei con scale e nastri mobili che permettono di arrivare quasi alla piazza principale. Ho potuto vedere la segnaletica in campagna sui sentieri per le passeggiate con le indicazioni delle distanze, della difficoltà e dei tempi di percorrenza stimati. Da Roma (esclusa) al Nord si è in un altro mondo. Come Alberto ci ha appena ricordato, l'intelligenza è distribuita in maniera uniforme a tutte le latitudini; non ci sono differenze genetiche. Ma ci sono abitudini consolidate che formano quello che si definisce la cultura predominante di una certa zona. Purtroppo da Roma (compresa) in giù la "cultura" civica è estremamente deteriorata. Sono stato com mia moglie a Palermo, a Napoli e sulla costiera amalfitana arrivando fino a Paestum. Ma da tantissimi anni abbiamo smesso di andare nel sud Italia, rinunciando a vedere tante altre cose che meriterebbero un viaggio. Sono stufo di dovermi arrabbiare per la mondezza e le cartacce onnipresenti; per il caos urbanistico, per il caos sulle strade e per la disorganizzazione generale di tutto quello che è pubblico. Io sono convinto che le cose possano cambiare. Ma perché cambino è necessario che almeno si riconosca che c'è qualcosa da cambiare. adriano succi ha detto: Non so quale fosse la condizione del praticello dove è posto il monumento, prima del' intervento dei Russi, ma fatico a pensare che fosse in condizioni tali da giustificare simile messinscena. Raccogliere 8 sacchi di roba!!! su un pezzo di nemmeno 100m2 (vedere Google Earth) significa che, o si sono portati un pò di pattume da casa oppure hanno fatto scena. Come Italiano, la cosa mi ha scocciato parecchio. In un altro Paese quel console sarebbe già stato considerato indesiderato e rispedito in patria, a spazzare il marciapiede di casa sua. Va da se che se, invece, le cose fossero state davvero giustificate, a scopare ... il mare ci dovrebbe andare tutta la Giunta, Sindaco in testa.

Risposto da adriano succi su 29 dicembre 2013 a 23:53 Antonino e Fabio, se qualcuno venisse ospite a casa vostra e con ostentazione si mettesse a scopare il pavimento, credo che fatichereste a giustificarlo e accettarlo. Il Console avrebbe potuto fare di gomito al Sindaco, al Prefetto, o al Vescovo e, signorilmente, distrarsi un pò sul panorama marino, una mezzoretta, giusto il tempo che il Sindaco e qualche Assessore spazzassero il necessario. Voglio sperare che , a quel punto, le "Autorità" si sarebbero rese conto della figura che rischiavano di fare.

Risposto da giorgio varaldo su 30 dicembre 2013 a 8:15 E' una questione di assuefazione. Quando da taranto ci siamo trasferiti a piombino una delle domande del baby allora di 10 anni e' stata: come mai che qui i motociclisti portano tutti il casco?

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Risposto da giorgio varaldo su 30 dicembre 2013 a 8:37 Adriano ma tu veramente pensi che all'assessore o al sindaco della ridente citta' in questione della pulizia del monumento glie ne fotta qualcosa?

Risposto da giorgio varaldo su 30 dicembre 2013 a 9:33 Apertura borsa MPS - 6%. Ennesimo brillante successo della fondazione (e di cosa rimane del PD a guida d'alema - bersani). Meno male che di senese ho solo il panpepato!

Risposto da Fabio Colasanti su 30 dicembre 2013 a 10:34 Adriano, hai ragione. Se al ristorante scopri una posata o un bicchiere sporchi puoi farlo notare sottovoce al cameriere o puoi alzarti in piedi e chiedere ad alta voce di parlare con il proprietario o il direttore. Non conosco la realtà del giardino attorno al monumento di Messina, ma penso che un diplomatico dovrebbe essere in grado di capire meglio di altri le reazioni ad un comportamento plateale e che abbia preso la decisione giusta. In ogni caso, non mi dispiace che abbia scelto la strada della "piazzata". Sono stufo delle discussioni con i miei amici "impegnati" di Roma - per tanti motivi, il grosso delle mie conoscenze sono alla sinistra del PD ed il resto nel PD stesso. Ogni volta che faccio notare lo sfacelo di Roma mi sento dire che i problemi sono altri, che qualche cartaccia e qualche scritta qui e la non hanno mai ucciso nessuno, che lo sporco esisterebbe in tutto il mondo e cose del genere. Qualche tempo fa i commercianti di via delle Coppelle (una strada centrale di Roma non lontana da piazza Navona) ne hanno avuto abbastanza della sporcizia nel centro storico con sindaci di destra o di sinistra. Hanno assunto una persona, gli hanno messo una giacca con la scritta "Associazione dei commercianti di via delle Coppelle" e lo hanno incaricato di pulire la strada durante la giornata e la sera. Nella stampa di sinistra locale sono apparsi articoli che hanno stabilito paralleli tra quello che hanno fatto questi commercianti e i membri dei fasci che andavano a pulire le strade durante gli scioperi dei netturbini nel 1919/1920 ! Siamo arrivati al punto che per alcuni insorgere contro la sporcizia ed il degrado urbano sarebbe una cosa di destra. Mia sorella e suo marito - entrambi con un passato di militanza "dura e pura" nel PCI e di delusi dalle successive svolte moderate; lui poi è di Reggio Calabria dove ritornano regolarmente più di una volta all'anno - dopo tre anni di viaggi all'estero fatti insieme sono ora convinti dell'esistenza di un problema culturale italiano (o meglio del Mezzogiorno); all'estero, dovunque siamo stati (è stato sempre in paesi dell'Unione europea o negli Stati Uniti), c'è molta più pulizia e molta più cura degli spazi urbani. adriano succi ha detto: Antonino e Fabio, se qualcuno venisse ospite a casa vostra e con ostentazione si mettesse a scopare il pavimento, credo che fatichereste a giustificarlo e accettarlo. Il Console avrebbe potuto fare di gomito al Sindaco, al Prefetto, o al Vescovo e, signorilmente, distrarsi un pò sul panorama marino, una mezzoretta, giusto il tempo che il Sindaco e qualche Assessore spazzassero il necessario. Voglio sperare che , a quel punto, le "Autorità" si sarebbero rese conto della figura che rischiavano di fare.

Risposto da adriano succi su 30 dicembre 2013 a 11:24

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Se anche non gli interessa niente come Politici, dato che sanno che poi saranno rivotati comunque, spererei che gli interessasse qualcosa come persone. Gli hanno dato dei pezzenti in Mondovisione, magari quello un pò gli brucia. Magari. giorgio varaldo ha detto: Adriano ma tu veramente pensi che all'assessore o al sindaco della ridente citta' in questione della pulizia del monumento glie ne fotta qualcosa?

Risposto da adriano succi su 30 dicembre 2013 a 11:57 Col passare del tempo, tendo a sfumare sempre più certe terminologie del tipo destra o sinistra, reazionario o progressista, in favore di utile o dannoso, intelligente o stupido. Sono sempre più insofferente alle belle parole, ai bei discorsi che non portano da nessuna parte. Le strade pulite non sono ne di destra ne di sinistra, ne progressiste, ne reazionarie. Sono soltanto uno dei desideri (miraggi?) dell'Italiano intelligente. Anche quello stupido dice di volere le strade pulite. Però se si trova qualcosa di superfluo in mano, lo butta per terra. Fabio Colasanti ha detto: Adriano, hai ragione. Se al ristorante scopri una posata o un bicchiere sporchi puoi farlo notare sottovoce al cameriere o puoi alzarti in piedi e chiedere ad alta voce di parlare con il proprietario o il direttore. Non conosco la realtà del giardino attorno al monumento di Messina, ma penso che un diplomatico dovrebbe essere in grado di capire meglio di altri le reazioni ad un comportamento plateale e che abbia preso la decisione giusta. In ogni caso, non mi dispiace che abbia scelto la strada della "piazzata". Sono stufo delle discussioni con i miei amici "impegnati" di Roma - per tanti motivi, il grosso delle mie conoscenze sono alla sinistra del PD ed il resto nel PD stesso. Ogni volta che faccio notare lo sfacelo di Roma mi sento dire che i problemi sono altri, che qualche cartaccia e qualche scritta qui e la non hanno mai ucciso nessuno, che lo sporco esisterebbe in tutto il mondo e cose del genere. Qualche tempo fa i commercianti di via delle Coppelle (una strada centrale di Roma non lontana da piazza Navona) ne hanno avuto abbastanza della sporcizia nel centro storico con sindaci di destra o di sinistra. Hanno assunto una persona, gli hanno messo una giacca con la scritta "Associazione dei commercianti di via delle Coppelle" e lo hanno incaricato di pulire la strada durante la giornata e la sera. Nella stampa di sinistra locale sono apparsi articoli che hanno stabilito paralleli tra quello che hanno fatto questi commercianti e i membri dei fasci che andavano a pulire le strade durante gli scioperi dei netturbini nel 1919/1920 ! Siamo arrivati al punto che per alcuni insorgere contro la sporcizia ed il degrado urbano sarebbe una cosa di destra. Mia sorella e suo marito - entrambi con un passato di militanza "dura e pura" nel PCI e di delusi dalle successive svolte moderate; lui poi è di Reggio Calabria dove ritornano regolarmente più di una volta all'anno - dopo tre anni di viaggi all'estero fatti insieme sono ora convinti dell'esistenza di un problema culturale italiano (o meglio del Mezzogiorno); all'estero, dovunque siamo stati (è stato sempre in paesi dell'Unione europea o negli Stati Uniti), c'è molta più pulizia e molta più cura degli spazi urbani. adriano succi ha detto: Antonino e Fabio, se qualcuno venisse ospite a casa vostra e con ostentazione si mettesse a scopare il pavimento, credo che fatichereste a giustificarlo e accettarlo. Il Console avrebbe potuto fare di gomito al Sindaco, al Prefetto, o al Vescovo e, signorilmente, distrarsi un pò sul panorama marino, una mezzoretta, giusto il tempo che il Sindaco e qualche Assessore spazzassero il necessario. Voglio sperare che , a quel punto, le "Autorità" si sarebbero rese conto della figura che rischiavano di fare.

Risposto da Antonino Andaloro su 30 dicembre 2013 a 12:41

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Originariamente la proposta di Rino Formica (nel 1987 ministro del lavoro) voleva dare a chi era disoccupato un senso alla propria esistenza attuando la legge sugli articolisti o lavoratori socialmente utili, i quali potevano essere impiegati dai comuni per tenere in ordine le strade, marciapiedi, aiuole e forse strutture come le scuole. Per le regioni Sicilia e Calabria l'esagerazione con le assunzioni facili ha fatto saltare il banco, infatti l'INPS registra una presenza di circa 125 mila unità in tutta Italia tra forestali e lsu. Ma erano tutti necessari questi operatori ? Evidentemente no, se il risultato che è sotto gli occhi di tutti, ha restituito i servizi di manutenzione comunale in un stato di abbandono totale, e i forestali sono rimasti in esubero.

Risposto da Fabio Colasanti su 31 dicembre 2013 a 12:22 Francesco, questa notizia va nel senso che auspichi tu. http://www.repubblica.it/politica/2013/12/30/news/sardegna_pd_barra... La segreteria del PD sarebbe intervenuta per chiedere alla candidata che ha vinto le primarie in Sardegna di ritirarsi viso che è sotto inchiesta per le spese fatte come consigliera regionale.

Risposto da Francesco Cuppone su 31 dicembre 2013 a 19:59 Questa è una grande notizia! Sopratutto perché in realtà io vivo tra Sicilia e Sardegna, dove ho casa e compagna, mentre il lavoro ce l'ho nella prima isola. Conosco assai bene la situazione delle due isole e posso dirti che il Partito in entrambi avrebbe bisogno di uno scrollone che penso che prestissimo arriverà grande al nostro nuovo segretario. Le due isole formano un'unica circoscrizione per le Elezioni del Parlamento Europeo.