Il Parco scientifico tecnologico diffuso...

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“Il Parco scientifico tecnologico diffuso NEST Network for Science and Technology” “Il Futuro dei Distretti”, Vicenza 04/06/99 Veneto Innovazione SPA Enzo Moi Matteo Ametis Massimo Guarnaccia Abstract 1 GENERALITÀ SUL PROGETTO NEST 1994................................2 1.1...............................GLI STUDI PRELIMINARI AL PROGETTO NEST 3 1.2.............................................LA STRUTTURA DEL NEST 4 1.3......................................IL RUOLO DI VENETO INNOVAZIONE 4 2 I POLI DEL NEST..................................................6 2.1...............IL POLO DI PADOVA - PARCO SCIENTIFICO TECNOLOGICO GALILEO 6 2.2.......................................IL POLO DI PADOVA - AGRIPOLIS 7 2.3 IL POLO DI VENEZIA - IL PARCO SCIENTIFICO E TECNOLOGICO DI VENEZIA “VEGA” 7 2.4....................IL POLO DI VERONA - IL PARCO SCIENTIFICO DI VERONA 8 3 TRAGUARDI PERSEGUITI E RISULTATI RAGGIUNTI.......................9 4 DOMANDA ED OFFERTA DI SERVIZI INNOVATIVI ALLE IMPRESE...........12 4.1. L'OFFERTA DI SERVIZI DA PARTE DI ORGANIZZAZIONI A PREVALENTE PARTECIPAZIONE PUBBLICA E ORGANIZZAZIONI IMPRENDITORIALI.................................14 4.2. . .I LABORATORI, SOCIETÀ DI SERVIZI, DI STUDIO E PROGETTAZIONE A CARATTERE PRIVATO.............................................................15 5 IL FUTURO DEL NEST – NEST 2000..................................15 5.1...............................PREMESSE ALLO SVILUPPO DELLA RETE NEST 15 5.2.................................SVILUPPO RETE NEST – FASE OPERATIVA 17 5.2.1 Obiettivi......................................................................................................................... 18 5.2.2 Attività della Rete NEST................................................................................................ 18 5.2.2.1.......................................................Soggetti 19 1

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Page 1: Il Parco scientifico tecnologico diffuso NESTstatic.gest.unipd.it/~gottardi/district/cdrom/moi.doc · Web view5.2.3 Sito Rete NEST 19 5.2.3.1 Obiettivi del sito Rete NEST 20 5.2.3.2

“Il Parco scientifico tecnologico diffuso NESTNetwork for Science and Technology”

“Il Futuro dei Distretti”, Vicenza 04/06/99

Veneto Innovazione SPAEnzo Moi

Matteo AmetisMassimo Guarnaccia

Abstract

1 GENERALITÀ SUL PROGETTO NEST 1994..............................................................................2

1.1 GLI STUDI PRELIMINARI AL PROGETTO NEST.................................................................................31.2 LA STRUTTURA DEL NEST..............................................................................................................41.3 IL RUOLO DI VENETO INNOVAZIONE...............................................................................................4

2 I POLI DEL NEST.............................................................................................................................6

2.1 IL POLO DI PADOVA - PARCO SCIENTIFICO TECNOLOGICO GALILEO..............................................62.2 IL POLO DI PADOVA - AGRIPOLIS....................................................................................................72.3 IL POLO DI VENEZIA - IL PARCO SCIENTIFICO E TECNOLOGICO DI VENEZIA “VEGA”..................72.4 IL POLO DI VERONA - IL PARCO SCIENTIFICO DI VERONA..............................................................8

3 TRAGUARDI PERSEGUITI E RISULTATI RAGGIUNTI........................................................9

4 DOMANDA ED OFFERTA DI SERVIZI INNOVATIVI ALLE IMPRESE............................12

4.1 L'OFFERTA DI SERVIZI DA PARTE DI ORGANIZZAZIONI A PREVALENTE PARTECIPAZIONE PUBBLICA E ORGANIZZAZIONI IMPRENDITORIALI.....................................................................................................14

4.2 I LABORATORI, SOCIETÀ DI SERVIZI, DI STUDIO E PROGETTAZIONE A CARATTERE PRIVATO........15

5 IL FUTURO DEL NEST – NEST 2000..........................................................................................15

5.1 PREMESSE ALLO SVILUPPO DELLA RETE NEST.............................................................................155.2 SVILUPPO RETE NEST – FASE OPERATIVA....................................................................................17

5.2.1 Obiettivi...............................................................................................................................185.2.2 Attività della Rete NEST......................................................................................................18

5.2.2.1 Soggetti...........................................................................................................................................195.2.2.2 Ripartizione delle attività................................................................................................................19

5.2.3 Sito Rete NEST.....................................................................................................................195.2.3.1 Obiettivi del sito Rete NEST..........................................................................................................205.2.3.2 Logiche funzionali..........................................................................................................................205.2.3.3 Aspetto delle Comunità virtuali......................................................................................................215.2.3.4 Servizi Reali ai soggetti e alle imprese...........................................................................................23

FigureFigura 1: Un esempio delle relazioni delle attività all’interno della Rete NEST........................................21Figura 2: I Soggetti della Rete NEST: attività di espansione......................................................................21Figura 3: La logica del Knowledge Management........................................................................................22Figura 4: La costituzione delle Comunità Virtuali e della Collaboratività - Il Knowledge Management

applicato alla Rete NEST...................................................................................................................23Figura 5: Un esempio di servizio.................................................................................................................23Figura 6: Struttura logica dei servizi del sito...............................................................................................24Figura 7: I servizi inquadrati in una logica generale...................................................................................25

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1 Generalità sul Progetto NEST 1994Nei sistemi economici avanzati è cresciuto enormemente e continua a crescere il peso

dell’innovazione come fattore di successo; la sfida, infatti, sta nell'investire in ricerca e sviluppo per nuove applicazioni nei processi e nei prodotti.

L'evoluzione dell’economia mondiale, infatti, offre segnali chiari sull’importanza crescente dell’innovazione. Non a caso l’OCSE ha coniato il termine di "Società della conoscenza e dell’informazione" per indicare l’assetto produttivo dei paesi più avanzati, in cui oltre il 50 % del prodotto interno lordo è composto di beni e servizi ad alta intensità di conoscenza incorporata.

Va rilevato che l’elemento della conoscenza incorporata è basato sia sul fenomeno della globalizzazione dei mercati, che offre ampi sbocchi e quindi prospettive di elevati guadagni ai prodotti innovativi, sia su uno straordinario processo di diffusione delle conoscenze che tende a generalizzare l’innovazione, da qualunque punto esso ha origine.

Attualmente quindi i governi sono interessati soprattutto a promuovere sia la ricerca, sia il trasferimento tecnologico, sia l’informazione e la formazione necessarie per alimentare e gestire il processo di innovazione incorporata.

Oltre al concetto di "sistema paese" nella concorrenza globale in cui la forza competitiva delle imprese dipende anche dai complessivi apparati produttivi e logistici dei rispettivi paesi, l’OCSE pone l'accento sul concetto di "sistema nazionale di innovazione" come insieme di relazioni tra attori, imprese, Università, istituti pubblici e privati di ricerca, laboratori e strutture consortili.

Quali programmi per la diffusione delle tecnologie innovative all’interno delle imprese, l’OCSE raccomanda non solo la diffusione della certificazione, della formazione, del controllo di qualità e di efficaci sistemi di valutazione dei risultati delle innovazioni, ma anche le misure che integrano, appunto, il sistema produttivo e il sistema nazionale di innovazione, attraverso ad esempio lo sviluppo di collaborazione, la messa in comune di informazione di "zoccolo" tecnologico, per settori e distretti industriali, e lo scambio di ricercatori industriali ed universitari.

C'è la necessità, condivisa a livello internazionale e nazionale, di continuare a puntare sull’innovazione favorendone la creazione e la diffusione.

Un simile approccio è pure confermato per il Veneto la cui struttura produttiva, basata sulle piccole medie imprese, è notoriamente un ostacolo all’investimento in ricerca e sviluppo. E’ tuttavia probabile che anche sul fronte dell’innovazione il Veneto si sia dato un assetto particolare attraverso l’acquisto di componenti, di semilavorati, di conoscenze e tecnologie all’esterno.

Anche la vitalità dei distretti industriali - il Veneto è stato definito un "sistema di sistemi produttivi" - è importante a questo riguardo, perché ne derivano economie di area territoriale nell’acquisizione delle innovazioni sia tecniche sia organizzative.

Nel contesto Veneto il parco scientifico e tecnologico - inteso come una concentrazione territoriale di attività di ricerca e di produzione innovativa - è uno degli strumenti più efficaci per favorire la ricerca applicata, ed in modo speciale il trasferimento della ricerca nell’industria.

L'iniziativa parte da un nucleo di interazione tra università ed industria, e si proietta verso dimensioni capaci di accogliere anche imprese produttive di un certo rilievo.

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Il Parco deve inoltre agevolare le iniziative imprenditoriali innovative tipiche dei giovani ricercatori, operando su aree disciplinari vaste e creando ambienti di lavoro e di vita comunitaria che esaltino l’incontro umano e professionale.

In particolare il Veneto va qualificato sotto due aspetti che hanno un importante rilievo ai fini operativi: La predominanza della piccola - media impresa; Il policentrismo degli insediamenti urbani e industriali.Infatti, il sistema produttivo Veneto gravita sulle grandi aree urbane di Verona e del Veneto Centrale (Vicenza - Padova - Venezia - Treviso) nonché sulla fascia pedemontana da Vicenza a Conegliano, caratterizzata da una storia di industrializzazione risalente già alla prima rivoluzione industriale.

In queste aree il “tappeto industriale” è vitale: esso è costituito da reti di piccole e medie imprese, spesso interconnesse tra loro da rapporti di subfornitura e committenza e fortemente collegate al sistema produttivo estero oltre che al mercato interno.

La montagna bellunese ed il Polesine hanno proprie specializzazioni, basate in parte sulla stagionalità turistica ed agricola, e in parte su un fitto tessuto di piccole e medie imprese, non privo di opportunità; basti pensare alle occhialerie del Cadore.

Il modello di policentrismo si è recentemente trasferito anche alle iniziative didattiche universitarie, favorendo una diffusione territoriale dai poli universitari di Padova, Venezia e Verona ai centri urbani di rango minore della Regione.

Negli anni ‘80 nelle città minori si sono sviluppate vere e proprie aree di insediamento. Si tratta di un modello organizzativo che esalta la flessibilità operativa della singola azienda e dell’intero apparato produttivo. E' un modello ancora molto vitale che deve essere rafforzato e non sostituito.

Il policentrismo e la competizione tra centri impongono il coinvolgimento delle varie realtà urbane e produttive della regione, per raccogliere le risorse e per esaltare i contributi dei diversi distretti industriali che rappresentano la parte più attiva dell’industria veneta.

Il “Parco Multipolare” è la formula migliore per risolvere questo problema.Si tratta di una rete di poli dislocati sul territorio della regione e diversamente

caratterizzati per rilievo e contenuto, ma tutti uniti da forti connessioni telematiche, tutti beneficiari di una medesima serie di servizi e tutti coordinati da una struttura di dimensione regionale (Veneto Innovazione S.p.A.).

Ognuno dei poli costituiti nelle aree dei grandi centri universitari di Venezia, Padova e Verona, gode di ampia autonomia; in tali poli si svolgono le attività di ricerca più impegnative e a largo spettro, in stretta connessione con gli Atenei. Nelle altre zone, invece, sono da prevedere attività di tipo settoriale, al fine di esaltare la connessione con la realtà produttiva locale, e allo stesso tempo, a confluire in un sistema di servizi a livello regionale.

1.1 Gli studi preliminari al progetto NESTIl Progetto di Parco Scientifico e Tecnologico Multipolare da realizzare nel Veneto

prende il nome specifico di Network Scientifico Tecnologico - NEST - e parte ufficialmente con un Documento Strategico approvato (luglio 1992) dal Consiglio di Amministrazione della società Veneto Innovazione S.p.A., l'agenzia della Regione Veneto creata per promuovere e sviluppare la ricerca applicata e l’innovazione di prodotto e processo all'interno del sistema produttivo veneto. In tale documento Veneto Innovazione si configura come Ente coordinatore del NEST.

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Il progetto NEST si basa su un censimento fatto presso le strutture di prova e certificazione esistenti nel Triveneto, sull'offerta di servizi alle imprese delle Associazioni di categoria e delle aziende speciali delle Camere di Commercio, sugli studi di fattibilità dei Parchi Scientifici di Padova (Galileo), Venezia (VEGA), e Verona (in via di costituzione), oltre che naturalmente le iniziative esistenti impegnate nella ricerca e nell’innovazione, già sviluppate o in via di sviluppo.

1.2 La struttura del NESTIl progetto NEST vede la sua attuazione nel coordinamento delle iniziative esistenti e

nella promozione dei Parchi Scientifici e Tecnologici nei “poli” di Padova, Venezia, Verona, nonché sulla realizzazione di altri centri di eccellenza, denominati “nodi” e “punti” della rete.

Il progetto di rete ha diverse dimensioni operative, sintetizzabili come segue. Una dimensione insediativa: che si materializza attraverso la costituzione dei poli, nodi e punti, sotto forma di centri per l’innovazione, destinati a raccogliere diverse iniziative nel campo della formazione, della consulenza, della certificazione, della nuova imprenditorialità, ecc. Una dimensione di tipo normativo: in quanto la Regione, direttamente e indirettamente (quale interlocutore della UE e dello Stato) può convogliare risorse ai progetti esistenti attraverso la presentazione di progetti nell’ambito di programmi comunitari, dei Fondi Strutturali (Obiettivi 2 e 5b), dei fondi nazionali, ecc.. Vi sono anche dirette competenze ed opportunità di azioni normative dirette della Regione in materia insediativa e di formazione, nonché di azioni delegate, attraverso Veneto Sviluppo e Veneto Innovazione. Una dimensione contrattuale e organizzativa: realizzata da Veneto Innovazione, che si sostanzia nel legare tutte le iniziative esistenti, ai vari livelli, al progetto NEST tramite contratti che regolano la collaborazione tra le parti, il collegamento alla rete telematica, l’offerta di servizi collocati all’esterno della regione e del paese, la cooperazione per progetti UE, ecc. Una dimensione telematica (Sviluppo Rete NEST): ogni polo, nodo e punto della rete è materialmente collegato da un sistema telematico che consente di veicolare grandi volumi di transazioni e informazioni, l’accesso a banche dati e servizi informatici a tutti gli utenti che vi si collegano.

In questo senso il progetto NEST ha costituito la base di partenza dell’azione legislativa regionale volta ad incentivare la nascita di strutture per l’innovazione nel territorio del Veneto, mentre le iniziative già esistenti possono diventare punti elementari della rete, attraverso un collegamento contrattuale e telematico.

1.3 Il ruolo di Veneto InnovazioneAllo scopo di dare realizzazione al disegno tracciato, Veneto Innovazione, ente

coordinatore del NEST, ha avuto compito di sviluppare le seguenti azioni.A) Proseguire le iniziative già nate nei poli di Padova e Venezia per l’avvio delle

iniziative organizzative - imprenditoriali.B) Avviare la fase operativa del polo di Verona, del modello SPRINT.C) Sviluppare un'attività promozionale e contrattuale di collegamento alla “rete” tra

tutte le iniziative associative, i consorzi, le imprese interessate all’interno e all’esterno della Regione Veneto.

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D) Promuovere l’organizzazione locale delle imprese, degli Enti Pubblici e delle strutture interessate alla realizzazione di strutture comuni nei nodi della rete.

E) Avviare una campagna di diffusione di immagine del NEST e realizzare forum, conferenze, convegni sul tema dell’innovazione.

F) Definire e gestire una legge regionale per l’incentivazione e la valorizzazione delle iniziative con vari strumenti tra cui:

- agevolazioni per l’urbanizzazione, la ristrutturazione, l’attrezzaggio delle aree;- fissazione dei termini degli accordi di programma locali (province e comuni);G) Promuovere iniziative di concerto con la Regione sul piano comunitario, con la

presentazione di un progetto alla Commissione.H) Promuovere la diffusione tra le PMI delle informazioni sullo sviluppo

tecnologico e sulle opportunità d’innovazione tramite la Tecno Info Rete Veneta, da attuare con la collaborazione delle organizzazioni regionali del mondo produttivo.

Per agevolare l'avvio del NEST Veneto Innovazione ha partecipato alla costituzione dei Parchi Scientifici e Tecnologici nei poli di Venezia (VEGA) e Padova (Galileo), deliberando anche la partecipazione al Parco Scientifico di Verona in attesa di costituzione. Nel polo di Venezia, Veneto Innovazione ha anche partecipato alla costituzione di PROMOMARGHERA, società per la reindustrializzazione di Porto Marghera e THETIS (polo per le tecnologie marine).

Veneto Innovazione ha inoltre proseguito nella sua azione di promozione e sviluppo di centri di innovazione operanti in alcuni nodi tra cui si ricordano: CERTOTTICA, centro di prova e certificazione dei prodotti dell'occhialeria a Longarone; CERT, laboratorio prove e certificazione per il legno di Oderzo; EUROBIC Dolomiti, centro europeo d'impresa e innovazione a servizio della montagna veneta. TECNOLOGIA & DESIGN di Montebelluna, per la fornitura di servizi di prototipazione rapida e di progettazione innovativa. BIC ADIGE PO a servizio delle aree del Veneto Meridionale comprese nell’obiettivo 2b.

Allo stesso modo la Regione Veneto ha dato il sostegno alla creazione del NEST attraverso la Legge Regionale n° 36/95 “Promozione e Sviluppo dei Parchi Scientifici e Tecnologici della Regione Veneto”. Tale legge permette di finanziare iniziative comprese nell'ambito del NEST e di cui Veneto Innovazione è attuatore. Per la prima attuazione della legge (1997) sono stati approvati 9 progetti da realizzare nei poli di Verona e Padova.

Per quanto riguarda i servizi alle imprese, nel periodo tra la fine del 1996 e il 1998, Veneto Innovazione ha promosso attraverso la Tecno Info Rete Veneta e validato circa 120 progetti di assistenza innovativa a piccole e medie imprese venete all’interno delle apposite misure di agevolazione dell’accesso a servizi di consulenza previste dai Documenti Unici di Programmazione per le aree di declino industriale, rurali e a forte dipendenza dal settore tessile. Le spese previste dai progetti ammontano a circa L. 10.400 milioni e i contributi assegnati (pari al 50% della spesa) a L. 5.200 milioni circa.

Nello stesso periodo la società ha accreditato attraverso procedure selettive oltre 200 consulenti ed esperti di innovazione che forniscono il supporto operativo ai progetti d’innovazione delle imprese.

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Veneto Innovazione, inoltre, è stata chiamata a fornire assistenza tecnica alla Regione Veneto nella valutazione dei progetti di avvio o potenziamento di laboratori di prova, per i quali l’art. 8 della legge n° 3/97 prevede apposite sovvenzioni

2 I POLI DEL NESTDefinizione di poloI punti cardine del NEST sono i poli che costituiscono veri e propri Parchi Scientifici,

caratterizzati dalla presenza delle sedi principali universitarie del Veneto e da grandi aree industriali, nonché dalla prossimità ai principali centri urbani della regione.

I poli del NEST sono: Padova, Venezia, VeronaI poli possono ospitare diversi tipi di attività di servizio alle imprese, di ricerca e

collegamento tra ricerca e industria, di certificazione, controllo di qualità, documentazione e informazione tecnico scientifica.

2.1 Il Polo di Padova - Parco Scientifico Tecnologico GalileoLa società è stata costituita a Padova il 30 luglio 1997 ed ha come soci: Camera di

Commercio di Padova, Provincia di Padova, Comune di Padova, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Veneto Innovazione S.p.A., Tormene S.p.A.

Galileo ha la sua sede presso il CNR - Area di Ricerca di Padova, ed ha come oggetto: promuovere una collaborazione attiva tra il mondo della ricerca ed il sistema produttivo per conseguire, attraverso l’innovazione, lo sviluppo tecnico, economico e sociale del territorio; realizzare le condizioni per lo sviluppo del Parco Scientifico e Tecnologico Galileo nelle provincie che ospitano sedi dell’Università degli Studi di Padova, attraverso la partecipazione di tutti i soggetti interessati; contribuire alla crescita socio economica del territorio, con particolare riferimento allo sviluppo dei rapporti tra Università, enti pubblici territoriali, enti di ricerca e impresa; contribuire all’offerta di didattica superiore raccordata al mondo della produzione; contribuire alla creazione di incubatori di imprese e laboratori ad alta tecnologia, di servizi di formazione, informazione ed assistenza per l’innovazione, in particolare nelle piccole e medie imprese; contribuire ad assicurare al Parco Scientifico Tecnologico Galileo le necessarie infrastrutture urbanistiche, immobiliari, tecnologiche, di trasporto e di servizio favorendo accordi di programma tra enti pubblici; favorendo ed attuando accordi consultivi per la realizzazione delle infrastrutture medesime, ovvero utilizzando per gli investimenti capitali propri; riconoscere e scegliere i progetti, le iniziative, le strutture e le attività facenti parte del parco, convalidandone finalità ed ambiti di competenza; favorire la promozione, la realizzazione e lo sviluppo delle singole iniziative, entro limiti e secondo priorità identificate in un progetto del Parco Galileo, approvato dalla società e periodicamente aggiornato, anche sulla base di verifiche dello stato di avanzamento degli specifici progetti; favorire la più opportuna ubicazione di ciascuna iniziativa allo scopo di conseguire il miglior sviluppo del parco in accordo con gli obiettivi espressi.

L’ambito territoriale del Parco Galileo, come si è detto, è quello inscritto nel sistema universitario padovano, e quindi nelle province di Padova, Treviso, Vicenza, Belluno e Rovigo.

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Gli obiettivi prioritari dell’azione del Parco sono: Il potenziamento di laboratori esistenti per renderli idonei a svolgere, accanto ad attività di ricerca, prove industriali per la qualificazione e la certificazione dei prodotti. In alcuni casi l’integrazione tra le due attività e la realizzazione delle specifiche condizioni richieste per la certificazione sono condizioni necessarie per rendere competitivi i costi delle prove ed acquisire un mercato sufficiente. Inserire i laboratori in un Sistema Integrato che possa usufruire di strutture amministrative e gestionali richieste per il riconoscimento europeo di idoneità alla certificazione. Sviluppare servizi idonei a creare sinergie tra mondo della ricerca e mondo produttivo.

In tale attività, la struttura del Parco opera autonomamente in relazione con le province interessate e gli Enti che già operano in rispettive aree di competenza nel campo della collaborazione tra università e imprese (Consorzio Padova Ricerche e Agripolis).

2.2 Il Polo di Padova - AgripolisUn secondo filone di intervento del Parco Scientifico Galileo nel settore agro

alimentare fa perno su Agripolis a Legnaro. La struttura comprende: l’Università di Padova per la didattica e la ricerca; Istituto

Zooprofilattico delle Venezia: uffici e laboratori; Veneto Agricoltura (ESAV): Centro Direzionale del Polo.

Grazie alla legge 36/95 è stato approvato il finanziamento di un laboratorio per la certificazione della qualità degli alimenti da collocare nell’area per opera dell’Università di Padova.

Agripolis, Agricenter Verona e Parco Scientifico di Verona, Istituto Lattiero Caseario di Thiene (oggi Veneto Agricoltura) costituiscono altrettanti poli di un sistema d’eccellenza del Veneto nel settore delle agro-biotecnologie e della trasformazione alimentare che costituisce un’importante opportunità per la trasformazione dell’industria agricola e zootecnica del Veneto.

2.3 Il Polo di Venezia - Il Parco Scientifico e Tecnologico di Venezia “VEGA”La Società Consortile a Responsabilità Limitata “Parco Scientifico e Tecnologico

di Venezia” è stata costituita in Venezia il 27 ottobre 1993. VEGA è situato nell'area industriale di Porto Marghera vicinissimo a Venezia, ed ha per finalità: lo sviluppo di Porto Marghera attraverso la creazione di centri, attività e servizi che promuovono l’innovazione tecnologica, gestionale e organizzativa delle imprese industriali e di servizi, anche con iniziative collocate nel territorio; la realizzazione di strutture di servizi informativi, di comunicazione e altri servizi la predisposizione di spazi attrezzati a favore dei soci consorziati per le attività di ricerca, di servizio e di assistenza alle nuove imprese; lo studio e l’attuazione di iniziative promozionali per sviluppare attività innovative nelle strutture realizzate nel territorio; il coordinamento dei soci consorziati nell’ambito delle strutture realizzate.

La società svolge attività di marketing e promozione e segue la progettazione e l’esecuzione degli stralci successivi degli insediamenti su un’area di oltre 20 ettari, complessivamente destinati al Parco Scientifico e Tecnologico dal Piano Direttore in fase di approvazione da parte del Comune di Venezia.

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All’interno della strategia generale di sviluppo del sito, un’area di dimensioni rilevanti nel terzo stralcio di 4 ettari sarà riservata a sviluppatori intenzionati a realizzare una struttura ad incubatore per la dislocazione di servizi rari per le piccole e medie imprese dell’area veneziana.

Le scelte strategiche alla base della costituzione del Parco sono: avvio del risanamento ambientale e della riconversione occupazionale dell’area industriale di Porto Marghera, che costituisce con 1.341 Ha, l’area industriale più vasta del Veneto; stimolo all’insediamento di attività terziarie e di servizio alla produzione ad elevata tecnologia, sia collegate all’Università che frutto di investimenti diretti da parte del sistema imprenditoriale veneto e internazionale; valorizzazione del richiamo internazionale di Venezia per la riconversione post industriale e la fertilizzazione imprenditoriale di un luogo storicamente degradato dell’area metropolitana di Venezia; valorizzazione della cultura popolare metropolitana di Venezia e terraferma, che rappresenta un sistema molto sensibile alla variazione delle mode e dei comportamenti giovanili, e può quindi costituire un sistema di riferimento per le imprese venete produttrici di beni di largo consumo nel quadro della globalizzazione competitiva.

Missione del Parco è quindi di operare come strumento di innovazione e riconversione delle esistenti specializzazioni e vocazioni territoriali. In particolare, le aree di maggiore impegno per le politiche del Parco VEGA risultano attualmente le seguenti: rafforzare l’insediamento di attività a contenuto scientifico e tecnologico nell’area circoscritta da VEGA e dal sito universitario di Mestre, attraverso l’acquisto da parte del Parco Scientifico VEGA di attrezzature scientifiche ora non disponibili all’interno dell’Università, allo scopo di assicurare l’erogazione di servizi al sistema produttivo accentuare la valorizzazione degli “attori” d’innovazione presenti nell’ambito del Parco: al Consorzio Venezia Ricerche è stato affidato il compito di sviluppare opportunità e contratti nel campo della ricerca applicata utilizzando le professionalità disponibili all’interno delle Università di Venezia, nei settori dell’ambiente, della portualità e servizi logistici, del turismo e telematica e sviluppare rapporti con imprese ed investitori nazionali ed internazionali disponibili a valorizzare le potenzialità economiche e culturali di Venezia.

2.4 Il Polo di Verona - Il Parco Scientifico di VeronaLa Società “Parco Scientifico di Verona” S.p.A. è in fase di costituzione per

iniziativa in particolare del Consorzio ZAI, del Comune, della Provincia, della Camera di Commercio di Verona, di Veneto Innovazione e dell’Università degli Studi di Verona.

Lo studio di fattibilità individua tre funzioni fondamentali per il Parco di Verona: a) la pianificazione territoriale e sviluppo immobiliare; b) lo sfruttamento dei risultati della ricerca e diffusione dell’innovazione; c) il marketing.

Rispetto ai modelli operativi possibili, viene preferita l’attribuzione al Consorzio ZAI delle funzioni sub a) e c) (quest'ultima in affiancamento con il management del parco), mentre la funzione sub b) viene riservata alla nuova società di gestione che il progetto suggerisce di costituire. La ripartizione delle funzioni tra i due soggetti così

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operata si fa preferire perché privilegia la specializzazione delle due entità e favorisce quindi una maggiore efficienza ed economicità di gestione (in ogni caso è da ritenere che le entrate da vendita di servizi difficilmente potranno coprire per intero i costi di gestione per cui è previsto l'intervento di contributi di terzi).

Come forma societaria per la società di gestione, come noto, è stata poi prescelta quella della SPA, al fine di garantire ulteriormente i soci riguardo all'autonomia gestionale e alla salvaguardia del capitale investito.

Stato dell'arte

Il primo nucleo programmato di laboratori è quello finanziato dalla l.r. 36/95.Tale nucleo di laboratori di ricerca sarà inserito a pieno titolo nella Rete Multipolare veneta del NEST. Sotto il profilo della “specializzazione territoriale”, l’avvio del Parco con iniziative nel campo della trasformazione agroalimentare costituisce una scelta strategica in quanto presso il Quadrante Europa sono già dislocati il Laboratorio Chimico Compartimentale delle Dogane e l’Ufficio del Veterinario di Confine e nell’area considerata del Quadrante Europa è in fase di realizzazione il Centro Agroalimentare di Verona, che si estenderà su un’area di 550.000 mq. con un investimento complessivo di 160 miliardi.

L’iniziativa nasce dall’esigenza di mettere a disposizione delle piccole e medie imprese locali e venete dei laboratori polifunzionali nel settore agroalimentare. Più nel dettaglio, i principali obiettivi che i laboratori di ricerca intendono realizzare spaziano nell’ambito di alcune delle filiere produttive più interessanti della provincia di Verona e cioè i “lievitati da forno” e "i processi fermentativi e le tecnologie per la produzione dei vini”, e sono orientate a costituire, insieme con l’Università di Verona, un punto di riferimento locale, scientifico ed applicativo, per tali industrie.

3 TRAGUARDI PERSEGUITI E RISULTATI RAGGIUNTIPer quanto riguarda i Poli, va subito evidenziato il sostanziale successo della

politica del NEST. Infatti, con la partecipazione e lo stimolo attivo di Veneto Innovazione, tutte le iniziative sono partite o sono nella fase immediatamente antecedente la partenza. Rispetto a quanto enunciato nel progetto di partenza, infatti, sono avvenuti una serie di eventi Il Polo di Venezia ha visto la costituzione, l’avvio e la realizzazione del Parco

Scientifico di Venezia VEGA, con investimenti prossimi ai 100 miliardi di lire. Come ogni progetto nella sua prima fase di vita richiede attenzione e forse alcune registrazioni determinanti riguardo alle possibilità di successo e di raggiungimento degli obiettivi di lungo periodo, ma appare importante sottolineare che il processo è stato avviato positivamente.

Il Polo di Padova ha leggermente tardato il proprio avvio, essenzialmente a causa delle maggiori dimensioni in gioco sotto il profilo della ricerca e del sistema imprenditoriale locale, più numeroso e meno concentrato che a Venezia. Oggi vi è una società con quasi 10 miliardi di capitale a disposizione, che può contare sull’appoggio delle associazioni imprenditoriali e dei principali enti pubblici, estendendo un'alleanza a vasta scala anche in altre province, quelle in cui è presente l’Università di Padova: Treviso, Vicenza, Rovigo, Belluno. Forse meno definito è il quadro sottostante da coordinare, che è molto ricco di iniziative, ma altrettanto flessibile e vitale: le aree di ricerca CNR e INFN, Agripolis e la sua

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concentrazione di facoltà universitarie ed enti pubblici, gli incubatori del Centro innovazione, le iniziative nel campo della telematica e dell’informatica.

Il Polo di Verona è alla sua fase di avvio con ampie progettualità già ben definite: la realizzazione dell’incubatore, la collocazione di tre laboratori finanziati dalla legge regionale 36/95 sui Parchi Scientifici, l’alleanza tra Consorzio ZAI, enti pubblici ed Università, l’individuazione di una vasta area di sviluppo fondiario fanno intravedere una rapida evoluzione ed adeguamento del Parco di Verona alle altre iniziative. Anche in questo caso, quasi 10 miliardi saranno investiti per la realizzazione del Polo.

Sviluppare un'attività promozionale e contrattuale di collegamento alla “rete” tra tutte le iniziative associative. La funzione di Veneto Innovazione si è concretizzata con lo sviluppo delle iniziative organizzative legate alla rete TIRV e con l’adempimento delle funzioni di gestione e validazione delle politiche regionali per la qualità e l’innovazione previste dalla l.r. 3/97, dai DOCUP 1994-1999 Ob. 2-5b, Misura 1.4, dai programmi RETEX, RENAVAL e PMI. In tale ambito, è stato sviluppato il rapporto con Associazioni Imprenditoriali e con i Centri di Competenza da esse organizzati per l’erogazione di servizi reali alle imprese. L’esperienza del 1997-1998 ha dimostrato il gradimento di tali politiche da parte delle imprese, che ha condotto alla fase di certificazione almeno 2.000 imprese venete ed alla realizzazione di numerosi interventi per l’informatica e l’innovazione, oltre a sette nuovi laboratori (Misura 1.3) per oltre 25 miliardi di contributi (oltre 50 miliardi di investimenti).Promuovere l’organizzazione locale delle imprese. Numerosi nodi della rete del NEST sono nati e si sono sviluppati con successo grazie alla costruzione di alleanze locali per lo sviluppo e il radicamento nella dimensione territoriale, cui ha contribuito anche Veneto Innovazione.

La partecipazione a Certottica S.c.ar.l., a Thetis e Promomarghera, all’iniziativa Eurobic Dolomiti S.c.ar.l., a Tecnologia e Design S.c.ar.l. e a CERT, mette in evidenza che laddove si sono create le condizioni per la realizzazione di iniziative locali con la partecipazione di Veneto Innovazione, il supporto non è mancato né in termini imprenditoriali né in termini operativi e programmatici. Veneto Innovazione è inoltre attiva e collabora, anche senza partecipare direttamente, a numerose altre iniziative come i Centri di Competenza delle Federazioni Regionali imprenditoriali SIAV, CRACA, Consorzio Equipe, i laboratori prova finanziati nell’ambito della Misura 1.3 DOCUP Ob. 5b, 1994-1999, tra cui il laboratorio prove per il settore del marmo promosso dalla Camera di Commercio di Verona.

Altre iniziative si sono nel frattempo consolidate nel territorio, soprattutto tramite le Camere di Commercio e le loro Aziende Speciali: i Centri innovazione di Padova e Montagnana, le iniziative di Treviso Tecnologia (Tecnologia & Design e CERT), Polesine innovazione, la Fondazione G. Rumor/Centro per la Produttività di Vicenza, i Consorzi per i laboratori del tessile (Ritex), dei laterizi (Certilater) e della compatibilità elettromagnetica in provincia di Vicenza, le iniziative dell’ACRIB nella Riviera del Brenta e della calzatura sportiva a Montebelluna.

Attualmente è all'esame del Consiglio Regionale la proposta, predisposta dalla Giunta Regionale, indicativa dei distretti industriali per la Regione Veneto, in applicazione della legge 317/91.

La dimensione e la consistenza numerica raggiunta dalle iniziative dei Nodi e Punti permette di affermare che è ormai in atto un processo di rapido adeguamento del sistema produttivo alle esigenze di innovazione: laboratori e strutture accreditate

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nascono ormai prevalentemente per risposta alla domanda del mercato, e gli interventi a sostegno della domanda previsti dalla l.r. 3/97 e dai DOCUP aiutano a rafforzare e consolidare le decisioni di investimento degli imprenditori privati, contribuendo così allo sviluppo di un'offerta di servizi qualificati.Campagna di diffusione di immagine del NEST. Sono stati realizzati forum, conferenze, dibattiti e convegni sul tema dell’innovazione.

Per quanto riguarda gli obiettivi che riguardano il NEST, è stata approvata ed è attualmente operativa la l.r. 36/95 finalizzata a promuovere progetti e attività di consolidamento dei parchi scientifici veneti. L’attuale situazione vede poi, a livello nazionale, la fase conclusiva di attuazione della delega Bassanini al Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica (MURST) per il riordino degli interventi in materia di incentivazione della ricerca e dello sviluppo.

La delega vede l’attribuzione alle Regioni di nuove competenze in materia, permanendo comunque l’accentramento a livello nazionale delle politiche fondamentali per la ricerca e l’innovazione.

Sui Parchi Scientifici e Tecnologici l’unico strumento di incentivazione nazionale rimane destinato al Mezzogiorno d’Italia e, anche in quel caso, limitatamente alla realizzazione di programmi di formazione, informazione e innovazione tecnologica, con l’esclusione della realizzazione di infrastrutture fisiche e immobiliari. Come conseguenza di tale limitazione introdotta dal CIPE, l’erogato da parte dello Stato ai 13 parchi presenti nelle aree del sud d’Italia è rimasto molto al di sotto delle aspettative.Promozione della diffusione tra le PMI delle informazioni sullo sviluppo tecnologico e sulle opportunità d’innovazione attraverso la Tecno Info Rete Veneta.

Il progetto Tecno Info Rete Veneta è stato attivato aprendo quattro sportelli nel Veneto e formando i relativi addetti. Dopo una prima fase in cui i servizi offerti hanno avuto natura sostanzialmente promozionale, Veneto Innovazione ha avviato una revisione del progetto, tesa a adeguare i servizi alla nuova domanda espressa dalle imprese, ad estendere la rete degli sportelli, a promuovere l’offerta del NEST.

Inoltre, Veneto Innovazione ha progettato e avviato, nel 1998, la realizzazione del progetto di rete informatica regionale per il collegamento di tutte le realtà di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico presenti nel sistema. Veneto Innovazione si fa promotrice di un progetto di interconnessione tra i poli e i nodi di NEST con modalità tali da garantire la continua interazione tra la comunità scientifica, i laboratori di ricerca, le strutture associative e consortili tra imprese, e tra queste e gli Enti pubblici. Il collegamento in rete telematica faciliterà lo sviluppo della domanda di formazione (permettendo anche sperimentazioni di teledidattica), informazione, consulenza e servizi avanzati.

Con il progetto NEST, Veneto Innovazione tenta di disegnare un “sistema innovativo regionale” e da il via ad un programma di modernizzazione e potenziamento della funzione forse più importante per la competitività delle imprese.

L'aggiornamento del progetto NEST consolida tra i suoi obiettivi la realizzazione degli elementi caratterizzanti una piattaforma informativa destinata a permettere la valutazione dell’attività di R&S regionale, quali il database sulle iniziative, e la messa in comune dell’esistente patrimonio informativo e di servizi. Il progetto è in fase iniziale e le attività da svolgere sono consistenti.

Tra le conclusioni sugli aspetti economici e finanziari e sulle previsioni quantitative per l’attuazione dello scenario considerato nel sistema socio - economico, il rapporto

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del 1994 ipotizzava nell’arco di dieci anni dal varo del Progetto NEST, la nascita diretta di almeno 1.400 imprese con 12.500 addetti, e la costituzione di una comunità scientifica di ricercatori e addetti a tempo pieno in attività di ricerca e sviluppo pari ad almeno 4.100 unità nel Veneto (al netto dei ricercatori universitari e degli enti pubblici).

Questo obiettivo è ancora valido? Quale percorso è stato fatto e quanto resta ancora da fare per raggiungere tale traguardo?

Certamente l’evoluzione della competitività delle imprese ha indotto la nascita di laboratori per outsourcing e soprattutto lo sviluppo di studi di progettazione specializzati, operanti per ristrette cerchie di clientela all’interno di specifiche filiere produttive (questo sembra essere il fenomeno emergente nel Veneto, con imprese che si specializzano nel produrre e studi professionali nel progettare).

Ma è ancora in gran parte da creare un sostanziale raccordo tra sistema della ricerca pubblica e sistema imprenditoriale. Questo ritardo non è dovuto esclusivamente a carenze della politica nazionale o regionale. E’ dovuto alle separazioni storiche in cui hanno da sempre operato i due mondi, l’uno - quello della ricerca pubblica - caratterizzato spesso da dedizione e professionalità, ma a volte vincolato da procedure amministrative che impediscono di offrire prestazioni e servizi ad un sistema produttivo abituato al risultato; l’altro - l’impresa - caratterizzato dalla piccola e piccolissima dimensione, ove non è facile trovare il tempo e il modo per dialogare apertamente con il ricercatore.

A questa esigenza è necessario trovare risposte che non possono svilupparsi in modo univoco, cioè solo aziendalistico o solo pubblicistico. Rimane un lungo percorso da fare, attraverso le Università, le Associazioni Imprenditoriali e i Parchi Scientifici, perché tali istanze possano trovare attuazione.

4 DOMANDA ED OFFERTA DI SERVIZI INNOVATIVI ALLE IMPRESEQuali sono le esigenze di innovazione delle imprese?Per rispondere a questa domanda Veneto Innovazione ha condotto nel 1997/98 una

ricerca di mercato per individuare: le principali fonti di approvvigionamento esterno di servizi reali per l’innovazione; i principali punti di riferimento cui le aziende si rivolgono per assumere decisioni di innovazione sia in termini di prodotto che di processo produttivo; gli elementi e i soggetti che nell’organizzazione maggiormente influiscono sullo stock informativo aziendale al momento delle decisioni.

Partendo da un campione di 500 imprese medie e medio - grandi sono pervenute 311 risposte (62,2%). I settori interessati dalle risposte riguardavano:Metalmeccanico 50,1%Chimico - alimentare - cartaceo 17,7%Edilizia - arredamento 17,4%Tessile - abbigliamento ed accessori 9,0%Elettronico - informatico 5,8%

Di queste il 42% apparteneva alla classe di fatturato tra 1 e 10 miliardi, mentre il 39,1% alla classe di fatturato compresa tra i 10 e 50 miliardi.

Dall'analisi dei questionari è risultato che il maggior stimolo che porta un imprenditore ad innovare viene dalla domanda del mercato (richieste 34% e

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concorrenza 28,8%), L'ambito aziendale più interessato all’innovazione è la produzione (processo e prodotto) (63,6%).

Più in dettaglio i bisogni specifici di innovazione riguardano in special modo: Nuovi processi produttivi, Nuove tecnologie, Nuove materie prime, Nuovo posizionamento, Nuova organizzazione dei processi.

Le principali fonti di informazione sull’innovazione le reperiscono principalmente:Fiere, mostre specializzate 30,0%Consulenti 20,5%Aziende (fornitori, progettisti) 18,5%Laboratori di prove 13,8%Pubblicazioni tecnico scientifiche 11,0%Università, centri ricerche 4,5%Altro 1,8%

Le fiere e le mostre di settore rappresentano l’elemento trainante per l’introduzione dell’innovazione in azienda, attraverso un processo che potremmo definire imitativo - competitivo nei confronti dei produttori di filiera, tipico del sistema produttivo regionale. Nell’ordine di importanza, consulenti per la progettazione e lo sviluppo e fornitori di beni strumentali costituiscono gli ulteriori principali fornitori di idee e presupposti per l’adozione di innovazioni tecnologiche in azienda.

Le Università ed i centri di ricerche, che rappresentano un sistema della ricerca ripetutamente richiamato all’attenzione delle imprese per il suo potenziale innovativo in termini di capacità di fornire servizi, occupano purtroppo ancora l’ultima posizione in termini di importanza nella scala delle fonti imprenditoriali.

Non solo le imprese ignorano il possibile rapporto con il sistema della ricerca pubblica, ma addirittura il ricorso alla consultazione di pubblicazioni scientifiche risulta molto basso (al quinto posto) e relativamente insignificante rispetto agli altri canali elencati. I servizi innovativi che le imprese intervistate intendono introdurre in azienda riguardano:Telematica Informatica 26,4%Laboratori 20,1%Consulenze specializzate / universitaria 15,1%Banche dati / informazioni / documentazioni 11,9%Certificazioni e prove 11,3%Normative 7,5%Altro 7,5%

Occorre sottolineare che a questo quesito ha risposto il 57% del campione delle aziende intervistate e ciò potrebbe contribuire a fornire letture in qualche modo parziali dei risultati.

È interessante notare che, al quesito su quali servizi innovativi si desidera introdurre, più di uno su quattro intervistati esprime il desiderio di migliorare il livello tecnologico connesso alle tecnologie informatiche e telematiche in azienda.

L’accesso a banche dati, informazioni e documentazioni tecniche non raggiunge il 12%, a conferma dello scarso ricorso a fonti documentali reperibili nel mondo della ricerca da parte delle aziende.

L’indagine sembra delineare nel campione, dunque, un profilo tipo medio dell’azienda del campione, che in prevalenza opera nel settore metalmeccanico o manifatturiero tradizionale, con un fatturato medio che si aggira attorno ai 21,5 miliardi di lire ed un numero di 72,3 dipendenti.

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Per quanto riguarda l’innovazione, tutti gli intervistati sono d’accordo sulla sua importanza come chiave strategica per il futuro.

Gli intervistati mettono in evidenza che la spinta all’innovazione deriva prevalentemente dalle richieste della committenza e della clientela. Se l’organigramma dell’azienda tipo è suddiviso nei tradizionali settori o ambiti, si scopre che l’innovazione avviene nella maggiore parte dei casi nel settore legato alla produzione.

Infatti, se si analizzano le leve commerciali per il successo dell’azienda, si può osservare che il prodotto risulta il nodo strategico per l’azienda.

Si può inoltre aggiungere che il profilo aziendale modale mostra come le fiere e le mostre specializzate sono la fonte per il reperimento dei servizi innovativi maggiormente utilizzato.

Inoltre l’intervistato tipo non risponde alla domanda sul servizio innovativo che si desidera introdurre in azienda e l’indagine mette in evidenza che, per lo più, chi risponde è particolarmente sensibile alle innovazioni più attuali, riguardanti l’introduzione di cambiamenti nel settore informatico e telematico attinente l’organizzazione aziendale, il processo produttivo e la logistica, secondo canoni che sono pienamente confermati dall’andamento degli investimenti in beni strumentali, nonché dall’esigenza delle imprese di ricercare sempre migliori fonti d'incremento della produttività a parità di fattori impiegati, ovvero di mantenimento della produttività pro-capite con una riduzione della forza lavoro - come accade da alcuni anni nel settore industriale.

Per rispondere ai bisogni d’innovazione dell'impresa e con la revisione del progetto NEST Veneto Innovazione ha censito le iniziative nel campo dell’innovazione tecnologica, della certificazione, della formazione e della ricerca al servizio delle imprese regionali. Tale censimento, di cui a seguire si elencano i risultati, è stato condotto dai dati disponibili su due piani: Iniziative (Centri, Consorzi, società consortili, società di servizi) a prevalente partecipazione pubblica e organizzazioni imprenditoriali; Laboratori, società di servizi, di studio e progettazione a carattere privato.

4.1 L'offerta di servizi da parte di organizzazioni a prevalente partecipazione pubblica e organizzazioni imprenditoriali

Belluno: Certottica, Centro Sperimentale Neve e Valanghe, EUROBIC Dolomiti, Museo dell'Occhiale, Ufficio Telerilevamento, CCIAA, Associazioni degli artigiani e industriali.

Rovigo: Eurobic Adige-Po, CENSER, Cons. Sviluppo Ec. e Soc. Polesine, COVNII (Navigazione Interegionale), Polesine innovazione, CCIAA di Rovigo, Associazioni degli artigiani e industriali.

Padova: ARPAV, Consorzio Padova Ricerche, Consorzio ZIP, CREIVEN, CSIM, PADOVA PROMOQUALITÀ, Tecnopadova, Zaico, CCIAA DI PADOVA, CERVED, Telerete Nordest, Veneto Agricoltura (ex ESAV), Istituto Zooprofilattico, Infocamere, Associazioni degli artigiani e industriali.

Treviso: CERT, Museo dello Scarpone, Osservatorio Malattie delle Piante, Tecnologia e Design, TREVISO TECNOLOGIA, CCIAA di Treviso, Associazioni degli artigiani e industriali, INFORMEST.

Venezia: Consorzio La Chimica per l'Ambiente, Consorzio Venezia Ricerche, Veneto Innovazione, AFCA, Centro Veneto Calzaturiero, UNESCO, ENEA

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Venezia, CENTRO ESTERO VENETO, Promomarghera S.p.A., STAZIONE SPER. VETRO, Thetis S.p.A., VENETO SVILUPPO S.p.A., Veneto Agricoltura (ex Azienda Regionale Foreste), CCIAA DI VENEZIA, UNIONCAMERE DEL VENETO, CRACA Coop.r.l., SIAV, Associazioni e Federazioni degli artigiani e industriali.

Verona: CUEIM, CONSORZIO ZAI, Istituto Salesiano San Zeno, CCIAA DI VERONA, Associazioni degli artigiani e industriali,

Vicenza: CUOA, FGR CENTRO PRODUTTIVITA' V.TO, Veneto Agricoltura (ex Istituto di Biotecnologie Agroalimentari di Thiene), Vicenza Qualità, API VICENZA, CCIAA DI VICENZA, Associazioni degli artigiani e industriali.

4.2 I laboratori, società di servizi, di studio e progettazione a carattere privatoPer quanto riguarda i laboratori Veneto Innovazione ha censito 295 strutture

esistenti nel Triveneto, di cui si è verificata l'attività. A tali enti è stato inviato un questionario informativo sulle loro offerte di servizi e sulle loro specializzazioni.

Di questi 231 (78,3%) è ubicato nel Veneto, 16 hanno ottenuto l'accreditamento SINAL, 14 l'accreditamento IMI, e solamente 2 l'accreditamento SIT. C'è da dire, però che la maggior parte ha in programma l'accreditamento, mentre per altri è in corso di ottenimento.

Dei laboratori veneti, infine 11 hanno dichiarato di essere notificati per il rilascio della dichiarazione di conformità di prodotto e norme obbligatorie (marcatura CE), mentre 24 eseguono prove di conformità per la certificazione di prodotto.

5 Il futuro del NEST – NEST 2000

5.1 Premesse allo sviluppo della Rete NESTL’innovativo schema a livello regionale, avviato con il documento di concertazione

del dicembre 1997, vede la Regione Veneto impegnata nella predisposizione ed approvazione di alcuni essenziali strumenti di intervento nel campo dei distretti industriali, del credito, delle procedure per l’attuazione della legge Bassanini, per le politiche dell’innovazione.

In particolare, per le politiche d’innovazione l’enfasi, dopo la positiva esperienza condotta con la l.r. 3/97 sulla qualità e l’innovazione, sarà posta prevedibilmente sul sostegno alla domanda di servizi innovativi nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e delle reti telematiche di collegamento tra le imprese a livello regionale e globale.

In questo campo sarà ripetuta l’innovativa iniziativa che ha visto il coordinamento della l.r. 3/97, del DOCUP 1994-1999 Ob. 2 e 5b, degli interventi RETEX, al fine di convogliare il massimo delle risorse sulla qualità e l’innovazione in azienda.

Per quanto riguarda i Parchi Scientifici e Tecnologici, la Regione integrerà gli interventi rivolti all’ampliamento e al completamento della seconda e terza fase del Parco Scientifico VEGA, mentre ulteriori finanziamenti saranno erogati sulla l.r. 36/95.

Ulteriori interventi sono attesi anche in materia di formazione (rafforzamento dei Centri Polo specializzati nel territorio, come il CUOA e l’Istituto Salesiano San Zeno di Verona) e di ricerca scientifica e tecnologica, compatibilmente con le competenze che saranno decentrate in relazione alla delega Bassanini sul riordino della ricerca scientifica.

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Il quadro complessivo delle politiche d’innovazione della Regione Veneto, tracciato con il Progetto NEST, cui Veneto Innovazione ha contribuito a dare attuazione nel corso degli ultimi cinque anni, ha visto maturare nella nostra Regione un rilevante sistema d’innovazione cui partecipano coerentemente Università, Enti di Ricerca, Associazioni imprenditoriali, Enti Locali, Camere di Commercio, Aziende Speciali, società miste e aziende industriali.

I Parchi, i Nodi, i centri di alta formazione generati dalle Università nel territorio, i laboratori e le iniziative avviate nell’ambito del NEST costituiscono punti focali di questa strategia di coordinamento e rappresentanza, specializzata al sistema dell’innovazione, ma ampia fino a comprendere un ruolo di promozione a livello europeo e globale.

Una strategia, dunque, che va potenziata secondo le seguenti principali linee direttrici: Rete informativa NEST – Sviluppo Rete NEST (l.r. 36/95) per il sistema regionale di innovazione: dare attuazione al progetto approvato dalla Giunta Regionale per la realizzazione di una rete informatica unitaria che raccolga su database e archivi informativi interattivi, tutte le attività e le iniziative della ricerca pubblica e privata del Veneto, mettendo a rete le informazioni sia per il livello nazionale che per quello globale (in lingua e modalità adeguate alla nuova dimensione europea e internazionale del Veneto), e collegando via via tutte le realtà che offrono ricerca, consulenza e servizi reali alle imprese (dalle associazioni imprenditoriali alle società di servizi, ai consorzi alle stesse imprese), realizzando un sistema unitario, accessibile, qualificato e validato di circolazione delle informazioni. Coordinamento del Sistema innovativo regionale: in questo quadro Veneto Innovazione rinnoverà gli sforzi per mettere a diretto contatto il sistema della ricerca pubblica e quello imprenditoriale, attraverso alleanze locali nei poli, nodi e punti del NEST. Il marchio NEST - Veneto Innovazione sarà utilizzato come marchio internazionale di promozione, e rilasciato per l’uso pubblicitario e commerciale a tutte quelle entità di ricerca e innovazione, pubbliche e private (Parchi Scientifici e Tecnologici, laboratori, Centri Servizi Specializzati, Enti di formazione e ricerca applicata, ecc.), che aderiranno volontariamente al programma di coordinamento e scambio di informazioni e servizi avviato da Veneto Innovazione a scala regionale, garantendo la rispondenza delle proprie attività a particolari standard di qualità e di “customer satisfaction”. Analogamente a quanto realizzato da numerose agenzie di promozione estere, un apposito programma pubblicitario e promozionale ed un'efficace politica di promozione nazionale ed internazionale costituiranno elementi motivanti le imprese e le entità a aderire al circuito. Nuova rete TIRV: sarà valutata e realizzata una Tecno Info Rete Veneta con caratteristiche innovative rispetto al passato. In particolare, Veneto Innovazione prevede di realizzare sportelli leggeri, essenzialmente attraverso contratti di distribuzione di servizi qualificati ed asseverati, prodotti da società ed organizzazioni imprenditoriali a favore delle proprie imprese associate, e valutati da un apposito Comitato Tecnico, che provvederà a validarne la qualità. La rete commercializzerà i servizi, i contratti saranno di durata annuale, sarà effettuata una valutazione budgetaria delle vendite di servizi reali - anche se incentivati - cui corrisponderà l’eventuale sospensione dei prodotti, in caso di comprovata obsolescenza. Raccordo con il sistema finanziario e bancario: l’emergere dei mercati di capitale come principali destinazioni di quote crescenti di risparmio mette all’ordine del giorno l’imminente evoluzione del sistema di finanziamento delle imprese. Accanto alla

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tradizionale quotazione in Borsa, saranno attivati nuovi strumenti quali i fondi chiusi, i fondi pensione, i prestiti partecipativi, le società finanziarie per l’innovazione, il Venture Capital. Veneto Innovazione, pur non avendo diretta competenza in campo finanziario, ritiene che il graduale consolidamento di strumenti di finanza innovativa costituisca uno dei fattori critici in vista del conseguimento nella nostra regione dell’obiettivo di accelerare lo sviluppo di progetti innovativi d’impresa. In tal senso ed in raccordo con la Regione e la Finanziaria Regionale saranno attivati costanti rapporti con gli istituti di credito italiani ed europei più dinamici nel ricercare opportunità di investimento in aziende innovative presentando in modo coordinato l’insieme delle attività e dei soggetti aderenti al NEST. Poli, Nodi e punti del NEST rappresenteranno momenti di focalizzazione e contatto con le piccole imprese innovative, e strumenti essenziali nella validazione del processo di investimento di rischio in iniziative imprenditoriali nuove in concorso con gli strumenti associativi di garanzia finanziaria. Relazioni esterne: l’avvento dell’Euro e la globalizzazione stanno mettendo sempre più in evidenza l’esistenza di un sistema competitivo a livello europeo e globale. A competere sono “sistemi regionali” urbani, di produzione, cultura, ricerca scientifica e innovazione. Veneto Innovazione si candida a rappresentare quest’ultimo fattore, l’innovazione, nei confronti dell’insieme di enti, istituzioni, autorità, parchi scientifici, università ed enti che rappresentano la ricerca e l’innovazione all’estero, ivi inclusa la UE, l’OCSE, il G-8. In tale ambito, numerose iniziative stanno prendendo piede, soprattutto in materia di trasferimento tecnologico tra PMI, di trasferimento di conoscenze tra sistemi didattici superiori, di libera circolazione degli scienziati e delle competenze professionali. Ogni scienziato costituisce un patrimonio inestimabile per il paese, e a maggior ragione per il Veneto, che sta correndo economicamente in competizione con le regioni più evolute sia sotto il profilo civile che tecnologico e scientifico. Veneto Innovazione potrebbe così svolgere il ruolo di ambasciatore del sistema Veneto, attuando una politica attiva di promozione, conoscenza e collegamento con le realtà regionali, dalle Università ai Parchi Scientifici ai nodi alle Camere di Commercio, alle Associazioni Imprenditoriali, al sistema produttivo. Osservatorio dell’innovazione e della ricerca del Veneto: dopo cinque anni, la revisione del progetto NEST suggerisce che, per portata e dimensioni del fenomeno dell’innovazione, sia opportuno un monitoraggio sullo stato di evoluzione del progetto e delle sue singole iniziative. La formalizzazione dei risultati del lavoro dell’Osservatorio avverranno con l’introduzione di tre premi: alla migliore innovazione imprenditoriale; alla migliore scoperta scientifica e al migliore progetto realizzato da giovani dottori di ricerca o laureati delle facoltà venete. L’Osservatorio dovrebbe realizzare, ogni anno, una manifestazione convegnistica e/o congressuale ed una mostra o esibizione di prodotti innovativi puntando a diventare un appuntamento costante nel panorama industriale e della ricerca nazionale e internazionale.

5.2 Sviluppo Rete NEST – fase operativaDal 1998 l’infrastruttura tecnologica di servizio a NEST è stata avviata da Veneto

Innovazione attraverso un articolato programma denominato Sviluppo Rete NEST il quale promuove, rende visibile e consolida la rete collaborativa fra i principali soggetti che costituiscono il riferimento del NEST (Parchi Scientifici e Tecnologici, laboratori, centri servizi, strutture associative e consortili, aziende speciali, ecc.).

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5.2.1 ObiettiviObiettivo generale del progetto "Sviluppo Rete NEST" è quello di costituire un

sistema informativo integrato che non solo colleghi stabilmente e metta in comune i patrimoni informativi dei soggetti dei Poli, Nodi e Punti del NEST ma che anche consenta l'interconnessione con il sistema informativo della Regione Veneto.

In dettaglio tutta una serie di attività in relazione agli obiettivi sono state già avviate: selezione di un primo nucleo (20/30 unità) di soggetti di riferimento per il NEST sufficientemente rappresentativi delle varie realtà di servizio all’innovazione presenti nel territorio regionale. La formazione di questa prima base avverrà in parte con proposta di Veneto Innovazione e in parte con adesione volontaria degli interessati; diffusione all’utenza esterna delle informazioni aggiornate e confrontabili sulle attività che questi soggetti sono in grado di sviluppare, sui servizi offerti, sulle risorse tecnologiche disponibili, sulle condizioni commerciali, sui programmi di sviluppo ecc.. Le informazioni saranno divulgate facendo uso sia dei nuovi strumenti di comunicazione elettronica sia degli strumenti più tradizionali; creazione tra i primi partecipanti (ed estensione successiva agli altri) di una rete Intranet di scambio di informazioni e di sviluppo di collaborazioni tali che siano stimolate tutte le attività cooperative tra i soggetti; svolgimento di attività di animazione e promozione della rete di servizi utilizzando il logo NEST come strumento per il riconoscimento delle strutture aderenti. Integrazione sistematica dei partner di progetto e delle informazioni disponibili.

A regime il programma permetterà la realizzazione di una rete informatica unitaria che conterrà, su database e archivi informativi interattivi, l’offerta pubblica e privata di Ricerca e competenze presenti nel Veneto.

Il livello informativo considerato si estenderà dapprima da quello regionale a quello nazionale e poi a quello internazionale.Le realtà che offrono opportunità di Ricerca, consulenza e servizi reali alle imprese concorrono a realizzare così un sistema unitario, accessibile, qualificato e validato di circolazione delle informazioni. In questo contesto la Logica di sviluppo coordinato del progetto NEST richiede agli operatori e a NEST di: Agire consultandosi vicendevolmente per la coordinazione degli obiettivi e delle

operazioni Formulare una strategia comune d’azione per la propria operatività Impegnarsi a collaborare per rafforzare la coesione, l’operatività e l’immagine

esterna

5.2.2 Attività della Rete NESTIn questo quadro Veneto Innovazione rinnoverà gli sforzi per mettere a diretto

contatto il sistema della ricerca pubblica e quello imprenditoriale attraverso alleanze locali nei Poli, Nodi e Punti del NEST.

Il marchio NEST sarà utilizzato come marchio internazionale di promozione, e rilasciato per l’uso pubblicitario e commerciale a tutte quelle entità di ricerca e innovazione, pubbliche e private, che aderiranno volontariamente al programma di coordinamento e scambio di informazioni e servizi avviato da Veneto Innovazione a scala regionale, garantendo la rispondenza delle proprie attività a quei particolari standard di qualità condivisi dalla Rete NEST.

Analogamente a quanto realizzato da numerose agenzie di promozione estere, un apposito programma di promozione ed animazione ed un'efficace politica di

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promozione nazionale ed internazionale costituiranno elementi che stimolano le imprese e le entità ad aderire alla Rete NEST.In generale le attività a regime della Rete NEST saranno: Azioni di animazione della rete (Web, Intranet, mailing list, ecc.) Azioni di comunicazione (effettuate all’esterno con pubblicazioni, ecc. indicanti i soggetti, i progetti, ecc.) Azioni di marketing (nei confronti dell’utente finale dei servizi)

5.2.2.1 Soggetti

I soggetti sono l’anima della Rete NEST. La loro collaborazione e le loro attività danno vita allo strumento tecnologico. Il protocollo di intesa che i soggetti devono approvare (nella fase iniziale) e poi condividere quando si fa richiesta di entrare nella Rete, individua le condizioni per l’accesso. A tal fine sono stati individuate come prioritarie alcune linee guida di condotta: è necessario l’impegno ad adottare un codice di autoregolamentazione comune predefinito caratteristiche del soggetto: fornitori di servizi di ricerca, formazione, prove e certificazioni, documentazione e consulenza avanzata strutture non essenzialmente privatistiche logica di sviluppo graduale dei SoggettiIn questo contesto è fin da subito chiaro che non esistendo una gerarchia che determini le priorità all’interno della Rete NEST è necessario non solo sviluppare un Protocollo d’Intesa comune tra i soggetti ma anche stabilire le ripartizioni delle attività tra le entità che partecipano alla Rete NEST.

5.2.2.2 Ripartizione delle attività

Identificate le linee guida e i profili degli operatori non resta che tentare di assegnare, secondo la logica del progetto, un ruolo preciso agli operatori (soggetti e Veneto Innovazione). Ad entrambi compete: il riconoscimento del progetto come riferimento per le decisioni strategiche una partecipazione attiva alle iniziative progettuali il riconoscimento del sito e della Rete come riferimento per la fornitura/acquisizione delle informazioniA Veneto Innovazione competono invece: la progettazione e la realizzazione dell’infrastruttura di supporto ai servizi della Rete NEST e il suo mantenimento secondo elevati standard di qualità ed efficienza la progettazione/attuazione con il supporto dei soggetti partecipanti delle azioni di animazione, comunicazione e marketing di rete le azioni di stimolo sulla domanda di servizi innovativiMentre ai Soggetti partecipanti è richiesto di: produrre le informazioni e la documentazione per la rete erogare i servizi all’utenza conformi al codice di autoregolamentazione

5.2.3 Sito Rete NESTIl sito della Rete NEST è uno degli strumenti operativi a disposizione. Le descrizioni delle attività da farsi e in corso d’opera coprono non solo gli aspetti tecnologici ma anche quelli organizzativi e di promozione.

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Il sito riassume i concetti sopra esposti per quanto concerne le attività che NEST deve sviluppare. Gli obiettivi del sito coincidono con quelli della Rete NEST e del progetto NEST ma in questa sede sono presi in considerazione solo gli elementi più tecnici e di dettaglio.

5.2.3.1 Obiettivi del sito Rete NEST

In sintesi gli obiettivi qui riportati danno le logiche alla base del concetto della Rete NEST. Tutte le attività sono intese non solo in senso tecnologico (esempio: la costituzione e la condivisione dello stesso protocollo di comunicazione) ma anche in senso funzionale come insieme di attività reali da concretizzarsi con i soliti strumenti d’azione (promozione diretta ed indiretta, attività seminariale, ecc.). In sintesi il sito tende a: Favorire la costituzione del Network (azioni, consenso, aggregazione, sensibilizzazione) Creare l’infrastruttura di supporto a NEST (inteso come Parco Multipolare Veneto) Creare un sito Web come parte di pubblico dominio Attivare l’organizzazione Intranet - Extranet sulle attività e sui programmi della comunità NEST

5.2.3.2 Logiche funzionali

Veneto Innovazione ha tratto dalle indicazioni del progetto NEST le caratteristiche salienti per la messa in opera dello strumento telematico. Il risultato dell’operazione è stato un documento (Specifiche Funzionali) che non solo riassume in dettaglio le funzionalità dell’intero sito ma che anche è uno degli strumenti con il quale vengono comunicate al fornitore software le esatte corrispondenze che il sistema deve avere. In linea generale fin d’ora è possibile dire che il sistema possiede: Tre livelli di utenza (Dominio dell’utente Pubblico, Dominio dell’utente Registrato, Dominio dell’utente Privato)Le aree di lavoro sono quindi identificate dalla tipologia di utente che vi accede. Il dominio pubblico corrisponde sostanzialmente all’area Internet alla quale la maggior parte dei servizi fa riferimento soprattutto nella parte iniziale. Il dominio Registrato fa parte della sfera degli utenti di riferimento allargato di NEST mentre il dominio Privato corrisponde esattamente ai Soggetti maggiormente coinvolti e attivi nella Rete NEST.Tecnicamente quindi abbiamo che i livelli di accesso possono essere Internet e Intranet ma a diversi livelli.Dal Punto di vista delle funzioni è ora possibile riassumere quelle macro tendenze che caratterizzano la tipologia dei servizi presentati dal sito. Esse sono: Quattro macro aree di lavoro

- Mailing mirati (Push Technology)- Ricerche su banche dati eterogenee (Metamotori)- Logica collaborativa (Costituzione di Community)- Erogazione dei servizi: attività tipiche dei soggetti; attività tra i soggetti e le

attività tra soggetti e utenti (e-commerce anche Business to Business)Più in dettaglio, se vogliamo, gli utilizzatori del sistema vengono fin da subito identificati nelle Specifiche Funzionali. Vi sono: Utenti e/o clienti Soggetti (i Centri Servizi) WebMaster e Veneto Innovazione

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Anche le attività e i profili degli utilizzatori sono precisamente identificate nelle Specifiche Funzionali.

Figura 1: Un esempio delle relazioni delle attività all’interno della Rete NEST

Il concetto di utilizzatori fatto proprio dalla Rete NEST è ovviamente un concetto dinamico. L’aspetto dell’interscambiabilità delle posizioni e dei profili è intrinseco nel concetto espresso dalle comunità virtuali e degli strumenti che gestiscono la conoscenza. Ecco allora che risulta palese, dal sistema progettato, intuire le linee di tendenza e di sviluppo della Rete NEST. Esse sono, per ovvia ragione di cose, in direzione di tutti quei soggetti potenzialemente aderenti alla Rete in primis, e poi, in direzione degli utenti potenzialente interessati a farne parte.

Figura 2: I Soggetti della Rete NEST: attività di espansione

5.2.3.3 Aspetto delle Comunità virtuali

La logica della Costituzione delle Community induce a pensare a tutti quegli strumenti di collaboratività che possono essere messi in opera attraverso uno strumento Web.

Lo scopo dello strumento Web risulta quindi essere quello di un agevolatore della complessità che nasce dalle caratteristiche delle personalità delle diverse comunità. La resa dello strumento è quindi valutata in termini di efficacia nel disimpegnare tutte le situazioni nascenti dalla gestione delle comunità, anche quelle più complesse.

L’utente in base alle proprie caratteristiche (appartenenza ad una comunità piuttosto che ad un’altra) indica quindi al sistema la personalizzazione del proprio profilo. Il sistema in questa maniera gli comunica solo le informazioni di suo interesse evitando inutili perdite di tempo in ricerche ed elaborazioni di informazioni non necessarie.

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I servizi così configurati sono quelli caratterizzanti la comunità come, ad esempio, una mailing list sull’argomento d’interesse della stessa, ecc.

Il Knowledge Mangement è il concetto su cui poggia la creazione delle comunità e della loro gestione. Con esso è possibile indicare quali sono le strutture funzionali e informatiche che devono esistere per supportare la gestione di comunità anche molto diverse tra loro.

Allo stato attuale delle cose Veneto Innovazione ha individuato, all’interno del concetto di Knowledge Management, quattro aree di interesse rilevanti per lo sviluppo delle comunità della Rete NEST.

Esse sono la Push Technology la quale ha per scopo il raggiungimento ottimale delle informazioni di rilievo alla comunità di riferimento; il concetto dei Metamotori ovvero una sorta di “ricerca intelligente” basata sulla complessa indicizzazione di oggetti anche estremamente diversi ad esempio dal solo file documento quali immagini, tabelle, poste elettroniche, forum di discussione, file audio e video, banche dati, ecc.

La gestione della documentazione è il terzo elemento che spicca e che si basa sulla constatazione dell’estrema difficoltà di razionalizzazione e di ricerca delle informazioni catalogate da un’entità fornitore di conoscenza.

Infine il concetto di e-commerce quale naturale evoluzione dei rapporti umani e di mercato all’interno delle trasmissioni elettroniche.

La complessità del sito è ben evidenziata dalla figura seguente. In questa figura gli elementi caratterizzanti la complessità delle relazioni della Rete NEST sono schematizzanti secondo precise linee guida.

Il grado di interazione nell’asse verticale individua la possibilità (via via sempre più profonda alle informazioni rilevanti) di accesso alle risorse del sistema.

Il grado di interazione orizzontalmente individua una precisa coordinata quando si specificano le diverse tipologie di accesso al sito (utente registrato o semplice utente Internet).

Infine la terza dimensione identifica la tipologia dell’informazione (aggregazione e caratterizzazione del dato) individuata in “pacchetti” dalle caratteristiche via via più specifiche (l’informazione di settore industriale ad esempio possiede generalità molto più eterogenee rispetto ad una porzione di esso).

Figura 3: La logica del Knowledge Management

Per semplificare i discorsi appena fatti è possibile riportare i concetti espressi alla pratica della realizzazione della Rete Nest ridisegnando le figura precedente in una nuova, aderente alla realtà da rappresentarsi.

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Figura 4: La costituzione delle Comunità Virtuali e della Collaboratività - Il Knowledge Management applicato alla Rete NEST

5.2.3.4 Servizi Reali ai soggetti e alle imprese

Scendendo dai concetti teorici a quelli pratici è possibile nel breve periodo identificare quali saranno i servizi che la Rete NEST andrà ad offrire non appena il software applicativo sarà completato (Dicembre 1999).

Stante le tipologie di utenti e soggetti definiti, è ora possibile dare un esempio di quello che la Rete potrà svolgere.

Il caso riportato nella figura che segue enfatizza il concetto di collaboratività (non espressamente informatica) all’interno della Rete NEST.

L’utente esterno vede il sistema come un tutto uno intorno al suo soggetto di riferimento mentre, all’interno della Rete, l’interscambio delle informazioni e dei servizi avviene in maniera chiara e precisa (basata sul protocollo di intesa).

Figura 5: Un esempio di servizio

Il disegno funzionale del sito ha inoltre predisposto delle procedure standard di fornitura dei servizi. In base alle ultime tendenze ed opportunità offerte dalla Rete Internet si è deciso di adottare quelle caratteristiche tecnologiche che più di tutte si aprono ai diversi sistemi di comunicazione e alle diverse piattaforme esistenti tra i quali:- Standard User Interface (interfaccia standard Intranet - Internet). Tutte le

applicazioni devono essere Browser compatibili ovvero i servizi saranno tutti fatti “girare” da un semplice browser.

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- Gestione senza programmazione (moduli e interfacce). Sia l’amministrazione sia la personalizzazione delle Comunità e la loro gestione sarà resa accessibile anche a chi non possiede nozioni di programmazione. Il sistema tecnologico si avvarrà sia dell’interoperabilità già espressa dei vari browser sia saranno forniti strumenti di Authoring e gestione ad hoc.

La figura seguente mostra il disegno globale delle specifiche funzionali. Sono stati individuati dei lay-out operativi del sito (barre dei menù, barre di anteprima, ecc.) ed ad essi associati dei servizi. Un primo “screaning” di tali servizi è visibile dalla seguente figura.

Figura 6: Struttura logica dei servizi del sito

L’insieme dei servizi è ora inquadrabile nelle logiche generali precedentemente esposte.Per semplicità di esposizione i servizi sono stati catalogati nelle tre macroaree di Creazione di Comunità, Metamotori e Push Technology.I diversi servizi sono collocati nelle aree di loro competenza secondo l’idea fino ad ora sviluppata da Veneto Innovazione e dai soggetti.In quest’ambito è importante rilevare le relazioni esistenti tra la profondità con la quale un utente si “addentra” nel sistema e il livello di complessità del servizio proposto.

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Figura 7: I servizi inquadrati in una logica generale

Come documento le Specifiche Funzionali identificano non solo gli aspetti logici di funzionamento del sistema ma anche gli aspetti informatici più stretti che distinguono le caratteristiche tecnologiche necessarie per la messa a punto del sistema nei confronti del fornitore del software della Rete NEST.Ai fini di questo documento e per la comprensione globale del progetto Sviluppo Rete NEST, si ritiene opportuno riportare alcune scelte tecnologiche effettuate.Innanzitutto la struttura di base dell’intero sistema software è stata disegnata per essere implementata a moduli. Il concetto del modulo informatico presuppone tra i suoi vantaggi la scalabilità del software e la sua indipendenza da precedenti moduli o versioni non più in uso o desuete.Tutte le tecnologie basate sul protocollo di trasmissione TCP/IP sono state ugualmente prese in considerazione. Ciò vuol dire che il sistema disegnato sarà in grado di accettare ed utilizzare tutte le evoluzioni delle nuove soluzioni proposte per la rete Internet – Intranet.Infine la presa in considerazione degli standard per l’automazione d’ufficio quali strumenti di produttività individuale condivisi delle informazioni. I pacchetti applicativi di uso comune presenti nella stragrande maggioranza delle piccole e medie imprese (ma anche nelle grandi), sono diventati non solo un unico strumento di produzione (si pensi alla possibilità di interazione degli applicativi attraverso “Wizard” o attraverso tecnologie di tipo OLE), ma anche uno standard de facto con il quale permettere, anche a grosse comunità, la condivisione della produzione delle informazioni per la pubblicazione su Internet o su Intranet.

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