Il paradosso del petrolio negativo - MPS Capital Services · Il paradosso del petrolio negativo 21...

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Il paradosso del petrolio negativo 21 aprile 2020 Contesto di mercato Petrolio negativo non si era mai visto Questo 2020 resterà sicuramente nella storia. Qualcosa che poteva sembrare inimmaginabile è accaduto proprio ieri: il petrolio, per la prima volta nella storia, ha chiuso ad un prezzo negativo. I prezzi del primo contratto (quello di maggio che scadrà oggi) sono infatti scesi fino a -40 $/b, a causa di fattori tecnici dettati dalla difficoltà nello stoccaggio di greggio negli USA (conseguente all’impennata delle scorte a causa del lockdown) e dalle vendite forzate per evitare la consegna fisica da parte di quegli operatori finanziari che erano rimasti dentro fino all’ultimo sperando in condizioni di vendita migliori. Nonostante ciò, sono continuati ad aumentare i flussi verso il principale ETF sul WTI negli USA (ticker USO) che, nella giornata di ieri ha visto l’afflusso record di oltre circa 560 mln$, portando il fondo a detenere il 24% dell’ open interest sul contratto future di giugno sul WTI. Questo movimento violento sul petrolio si è riverberato su tutte le altre variabili di mercato e, in particolare, su valute emergenti e mercati azionari che, anche stamattina, continuano ad evidenziare una certa debolezza. Tassi e congiuntura Gli acquisti tramite PEPP salgono sopra 70 Mld€ In Area euro, ieri si è registrato un rialzo dei tassi governativi che ha interessato soprattutto quelli italiani. Il tasso decennale si è infatti portato in prossimità del 2% con lo spread che si è spinto in area 245 pb. Il movimento è da attribuire principalmente all’annuncio del Tesoro di un’emissione in dual tranche, ovvero un BTP a 5 anni e la riapertura del BTP 30 anni con scadenza settembre 2050. La BCE ha reso noto gli acquisti effettuati la scorsa settimana, che vedono un aumento del PEPP di circa 20 Mld€, portando così il totale poco sopra i 70 Mld€. Nell’ambito dell’APP gli acquisti di bond governativi sono scesi di 2,2 Mld€ segno che le scadenze sono state superiori agli acquisti. Intanto continuano le discussioni in merito alla riunione del Consiglio UE di giovedì. Secondo quanto riportato da Il Sole24ore, il Consiglio non prenderà una decisione finale sul Recovery Fund, ma dovrebbero incaricare la Commissione di predisporre una proposta per un fondo per la ripresa basato sul bilancio comunitario (da valutare se finanziato con emissioni della Commissione europea o congiunte dei paesi membri). Lo schema dovrà essere presentato il 29 aprile per essere successivamente valutato nuovamente dai leader UE. Negli USA, l’amministrazione Trump ed il Congresso sono vicini ad un accordo su un pacchetto di aiuti da 450 Mld$ a sostegno delle piccole imprese e degli ospedali (compreso l’acquisto di nuovi test COVID-19). Il voto è atteso per oggi. Sul fronte credito, anche in Area euro l’effetto domino dei potenziali fallen angel inizia ad essere un elemento preoccupante, visto che oltre il 25% dei 200Mld€ di BBB- ha un outlook già negativo. Valute Oil currency in forte deprezzamento Ieri, l’onda lunga di quanto successo sul WTI, si è riverberata anche sul mercato valutario. A farne le spese, ovviamente, le oil currency, partendo da quelle emergenti guidate da rublo, real brasiliano e peso messicano con, a seguire, corona norvegese e dollaro canadese. Poco mosso l’eurodollaro che, torna a puntare l’importante supporto posto a 1,0785. Commodity Giornata storica per il WTI Il crollo di ieri del WTI non resterà probabilmente privo di conseguenze. Trump ha dichiarato che alla luce del basso prezzo, intende aumentare le scorte strategiche (SPR) di 75 mln barili e starebbe considerando di vietare le importazioni saudite. In Texas, oggi la commmissione che regola il settore petrolifero si riunirà per decidere se imporre un tetto alla produzione stile quello OPEC. Il contratto di giugno operativo da domani scambia poco sopra i 20$/b. Il crollo del WTI sta contagiando stamattina il prezzo del Brent e ha dato slancio ieri al gas naturale USA (oltre 9% di rialzo), poiché potrebbe comportare una riduzione dell’attività di drilling nel paese, con conseguente minore produzione sia di petrolio che di gas. Azionario Wall Street in rosso Il calo del greggio ha avuto ieri ripercussioni negative sui titoli del settore energetico, in particolare a Wall Street con la debolezza che ha poi contagiato tutti gli altri principali comparti dello S&P500, con ribassi importanti anche per utility ed immobiliare. In Europa, i principali listini avevano trovato la forza di recuperare nel finale chiudendo in positivo, ma ancora non si era “negativizzato” il petrolio. La debolezza di Wall Street, si è trasferita stamani ai listini asiatici e alll’apertura dei listini europei.

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Il paradosso del petrolio negativo 21 aprile 2020

Contesto di mercato Petrolio negativo non si era mai visto

Questo 2020 resterà sicuramente nella storia. Qualcosa che poteva sembrare inimmaginabile è accaduto proprio ieri: il

petrolio, per la prima volta nella storia, ha chiuso ad un prezzo negativo. I prezzi del primo contratto (quello di maggio

che scadrà oggi) sono infatti scesi fino a -40 $/b, a causa di fattori tecnici dettati dalla difficoltà nello stoccaggio di greggio

negli USA (conseguente all’impennata delle scorte a causa del lockdown) e dalle vendite forzate per evitare la consegna

fisica da parte di quegli operatori finanziari che erano rimasti dentro fino all’ultimo sperando in condizioni di vendita

migliori. Nonostante ciò, sono continuati ad aumentare i flussi verso il principale ETF sul WTI negli USA (ticker USO) che,

nella giornata di ieri ha visto l’afflusso record di oltre circa 560 mln$, portando il fondo a detenere il 24% dell’open interest

sul contratto future di giugno sul WTI. Questo movimento violento sul petrolio si è riverberato su tutte le altre variabili di

mercato e, in particolare, su valute emergenti e mercati azionari che, anche stamattina, continuano ad evidenziare una certa

debolezza.

Tassi e congiuntura Gli acquisti tramite PEPP salgono sopra 70 Mld€

In Area euro, ieri si è registrato un rialzo dei tassi governativi che ha interessato soprattutto quelli italiani. Il tasso

decennale si è infatti portato in prossimità del 2% con lo spread che si è spinto in area 245 pb. Il movimento è da attribuire

principalmente all’annuncio del Tesoro di un’emissione in dual tranche, ovvero un BTP a 5 anni e la riapertura del BTP 30

anni con scadenza settembre 2050. La BCE ha reso noto gli acquisti effettuati la scorsa settimana, che vedono un aumento

del PEPP di circa 20 Mld€, portando così il totale poco sopra i 70 Mld€. Nell’ambito dell’APP gli acquisti di bond

governativi sono scesi di 2,2 Mld€ segno che le scadenze sono state superiori agli acquisti. Intanto continuano le discussioni

in merito alla riunione del Consiglio UE di giovedì. Secondo quanto riportato da Il Sole24ore, il Consiglio non prenderà una

decisione finale sul Recovery Fund, ma dovrebbero incaricare la Commissione di predisporre una proposta per un fondo per

la ripresa basato sul bilancio comunitario (da valutare se finanziato con emissioni della Commissione europea o congiunte

dei paesi membri). Lo schema dovrà essere presentato il 29 aprile per essere successivamente valutato nuovamente dai

leader UE. Negli USA, l’amministrazione Trump ed il Congresso sono vicini ad un accordo su un pacchetto di aiuti da 450

Mld$ a sostegno delle piccole imprese e degli ospedali (compreso l’acquisto di nuovi test COVID-19). Il voto è atteso per

oggi. Sul fronte credito, anche in Area euro l’effetto domino dei potenziali fallen angel inizia ad essere un elemento

preoccupante, visto che oltre il 25% dei 200Mld€ di BBB- ha un outlook già negativo.

Valute Oil currency in forte deprezzamento

Ieri, l’onda lunga di quanto successo sul WTI, si è riverberata anche sul mercato valutario. A farne le spese, ovviamente, le

oil currency, partendo da quelle emergenti guidate da rublo, real brasiliano e peso messicano con, a seguire, corona

norvegese e dollaro canadese. Poco mosso l’eurodollaro che, torna a puntare l’importante supporto posto a 1,0785.

Commodity Giornata storica per il WTI

Il crollo di ieri del WTI non resterà probabilmente privo di conseguenze. Trump ha dichiarato che alla luce del basso

prezzo, intende aumentare le scorte strategiche (SPR) di 75 mln barili e starebbe considerando di vietare le importazioni

saudite. In Texas, oggi la commmissione che regola il settore petrolifero si riunirà per decidere se imporre un tetto alla

produzione stile quello OPEC. Il contratto di giugno operativo da domani scambia poco sopra i 20$/b. Il crollo del WTI sta

contagiando stamattina il prezzo del Brent e ha dato slancio ieri al gas naturale USA (oltre 9% di rialzo), poiché potrebbe

comportare una riduzione dell’attività di drilling nel paese, con conseguente minore produzione sia di petrolio che di gas.

Azionario Wall Street in rosso

Il calo del greggio ha avuto ieri ripercussioni negative sui titoli del settore energetico, in particolare a Wall Street con la

debolezza che ha poi contagiato tutti gli altri principali comparti dello S&P500, con ribassi importanti anche per utility ed

immobiliare. In Europa, i principali listini avevano trovato la forza di recuperare nel finale chiudendo in positivo, ma

ancora non si era “negativizzato” il petrolio. La debolezza di Wall Street, si è trasferita stamani ai listini asiatici e

alll’apertura dei listini europei.

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ANDAMENTO PRINCIPALI INDICI DI MERCATO

TASSI DI INTERESSE IERI PRECEDENTE FINE 2019 UN ANNO FA

EURIBOR 6M -0,19% -0,20% -0,32% -0,23%

EUR 5Y SWAP -0,22% -0,26% -0,11% 0,04%

EUR 30Y SWAP 0,06% 0,04% 0,62% 1,13%

ITA BOT 12M 0,57% 0,57% -0,18% 0,08%

ITA 2Y 1,03% 0,98% -0,05% 0,51%

ITA 10Y 1,94% 1,83% 1,41% 2,60%

GER 10Y -0,45% -0,47% -0,19% 0,03%

SPREAD ITALIA-GER 10Y(pb) 239 227 160 258

US 2Y 0,20% 0,20% 1,57% 2,56%

US 10Y 0,60% 0,64% 1,92% 2,56%

OBBLIGAZIONI A SPREAD VARIAZIONE 1 G. VARIAZIONE YTD SPREAD VS GOV (pb) YIELD TO WORST

Corporate IG EUR -0,14% -4,1% 201 1,46%

High Yield EUR -0,13% -10,1% 645 8,72%

Corporate IG USD -0,02% 1,2% 209 2,73%

High Yield USD -0,38% -7,9% 720 7,85%

Obbligazioni emergenti USD -0,59% -12,1% 6,05% 6,61%

TASSI DI CAMBIO IERI PRECEDENTE FINE 2019 UN ANNO FA

EUR/USD 1,0862 1,0875 1,121 1,126

EUR/JPY 116,9 117,0 121,8 126,0

EUR/GBP 0,873 0,869 0,846 0,867

MATERIE PRIME IERI VARIAZIONE DA INIZIO ANNO VARIAZ. 12M

Brent 25,6 -8,9% -61,5% -64,7%

Oro 1711 0,7% 11,9% 33,6%

Bloomberg Commodity Index 61,7 -0,2% -23,7% -24,4%

INDICI AZIONARI IERI VARIAZIONE DA INIZIO ANNO VARIAZ. 12M

MSCI World 1994 -1,2% -15,5% -7,7%

Eurostoxx50 2910 0,7% -22,3% -16,9%

Dax 10676 0,5% -19,4% -12,7%

FTSE MIB 17064 0,1% -27,4% -22,3%

Nasdaq 100 8727 -1,2% -0,1% 13,5%

S&P500 2823 -1,8% -12,6% -2,8%

Nikkei 225 19273 -2,0% -18,5% -13,2%

MSCI Emergenti 899 -0,2% -19,3% -17,7%

Azionario Cina (Shanghai composite) 2812 -1,4% -7,8% -14,0%

Fonte: Infoprovider

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EMISSIONI CREDITO IN EVIDENZA

TIP.EMIT. EMITTENTE MATURITY SIZE YIELD

IG NON FIN. JCDECAUX Apr-28 500Mln€ MS+275pb

IG NON FIN. JCDECAUX Oct-24 500Mln€ MS+235pb

IG NON FIN. SODEXO Apr-25 700Mln€ MS+100pb

IG NON FIN. SODEXO Apr-29 800Mln€ MS+120pb

TITOLI IN EVIDENZA

CAMPARI – I titoli della società ieri sono calati in borsa dopo l’avvio di una negoziazione in esclusiva con la francese Sarl

Ficoma per l’acquisto di alcune società del gruppo, tra le quali Sarl Champagne Lallier. (Fonte: Reuters)

IBM – I ricavi del primo trimestre sono calati del 3,4% a/a a 17,57Mld$, così come gli utili operativi per azione scesi a

1,84$ da 2,25$ dell’analogo periodo 2019. A causa dell’incertezza legata al Covid-19, il colosso tecnologico si allinea a

quanto fatto in precedenza da altre società, ritirando le guidance per il 2020. In after-hour le azioni hanno perduto il 3,1%.

(Fonte: Bloomberg)

UBI – Secondo il Messaggero, l’istituto francese Credit Agricole potrebbe valutare l’ipotesi di un’offerta sul gruppo

italiano, alternativa rispetto a quella di Intesa San Paolo annunciata a febbraio. (Fonte: Reuters)

ORA PAESE EVENTO CONS PREC

11:00 GER ZEW aspettative aprile -41,5 -49,5

16:00 USA Vendite case esistenti m/m marzo -6,9% 6,5%

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