IL PANE FATTO IN CASA - Benedetta Giustozzi...S e sei arrivato a questa dispensa probabilmente vuoi...
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CON LA PASTA MADRE
IL PANE FATTO IN CASA
Se sei arrivato a questa dispensa probabilmente vuoi iniziare a produrre il pane in casa, ma non sai bene dove cominciare o, come me, hai una vera passione
per la panificazione casalinga ma non sei sempre soddisfatto dei risultati. Non disperare, sei nel posto giusto!
Come già saprai, replicare l’arte bianca in casa non è sempre facile. Io ho iniziato quattro anni fa, dopo aver partecipato a diversi corsi di panificazione e aver letto tutto il possibile sulla pasta madre. Dopo mesi e mesi di delusioni, combinando pratica, dedizione e disciplina, sono finalmente riuscita a produrre il pane dei miei sogni e da quel giorno non ho mai smesso di panificare!
In questa dispensa troverai, oltre alla spiegazione della ricetta base, tutte le informazioni essenziali sulle componenti del pane fatto in casa. Scoprirai, e spero testerai con mano, che con un’adeguata conoscenza dei propri strumenti da lavoro, e imparando gestire l’impasto dosando tempo e temperatura, si possono raggiungere risultati davvero fenomenali, anche in casa!
Con affetto,
CIAO!
Benedetta
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04 | IL GRANO E LA FARINA
05 | IL GLUTINE E LA FORZA DELLE FARINE
06 | I LIEVITI PER LA PANIFICAZIONE
07 | LA CURA DELLA PASTA MADRE
08 | GLI ALTRI INGREDIENTI DEL PANE
09 | GLI UTENSILI DEL PANE
10 | ACCORGIMENTI SUL FORNO DI CASA
12 | LA MIA RICETTA DEL PANE INTEGRALE
13 | PASSO A PASSO
15 | I TEMPI DI LIEVITAZIONE
16 | DOMANDE FREQUENTI
© 2018 Pomarioblog.com di Benedetta Giustozzi
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INDICE
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L a scelta della farina è il punto di partenza per la produzione del pane. La farina
di grano comune si ottiene dalla macinazione del grano tenero (tricum vulgare). Il
singolo chicco è formato da crusca (esterna, ricca di fibre), endosperma (strato
intermedio, ricco di amidi) e germe (strato interno, ricco di grassi e vitamine).
La farina bianca, classificata per grado di raffinazione in “farina 00, 0, 1 e 2”, è il risultato
della macinazione dell’endosperma del grano, ricco in amidi. Questa farina passa per vari
processi di raffinazione, sbiancamento e, in alcune legislazioni, viene arricchita con ferro
e acido folico.
La farina integrale, quando autentica, è il risultato della macinazione del chicco di grano
intero: crusca, endosperma e germe. Non essendo sottoposta a processi di raffinazione,
conserva tutti i nutrienti, come fibre, vitamine e minerali.
Capita sempre più spesso di trovare in commercio farine integrali contraffatte, per
questo quando acquistati la farina integrale assicurati che nell’etichetta si menzioni: farina
integrale al 100%. Diffida dei prodotti che riportano la dicitura: farina di grano raffinata e
crusca di frumento. Non sono veri alimenti integrali!
IL GRANO E LA FARINA
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Ciascun tipo di farina contiene una percentuale di proteine che, mescolate con
l’acqua, formano il glutine. Il tenore di glutine determina la capacità di una
farina di aderire e formare una struttura coesa, detta “maglia glutinica”.
La capacità di una farina di sviluppare la maglia glutinica è comunemente denominata
“forza” della farina. Nelle farine professionali per panificazione la forza può esser espressa
dal simbolo W del pacchetto: fino a 170 per farine deboli, da 180 a 260 per farine medie,
da 280 a 350 per farine forti e sopra i 360 per farine molto forti.
Per le farine di uso comune, la percentuale di proteine indicate nella composizione
degli ingredienti è una buona approssimazione per determinare la quantità di glutine si
potrà formare.
Le farine “forti”, ideali per pane e prodotti fermentati, contengono circa 11-12% di
proteine o oltre, come del caso della “Manitoba”, che arriva al 13%. Queste farine sono
utilizzate esattamente per la loro grande capacità produrre un pane alveolato e altamente
lievitato. Le farine “deboli” impiegate per i prodotti di pasticceria, hanno all’incirca il 7,5%
di proteine.
Quanto più “forte” è la farina, quanta più acqua potrà assorbire (idratazione della
farina), tanto più forte e flessibile risulterà la maglia glutinica e, infine, maggiore sarà la
capacità di mantenere l’espansione dell’impasto. La maglia glutinica ha infatti la funzione
di trattiene i gas prodotti dalla fermentazione, aumentando il volume dell’impasto.
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IL GLUTINE E LA FORZA DELLE FARINE
Esistono due tipi di lieviti per la panificazione: il lievito biologico e la pasta
madre. Il lievito biologico, noto anche come lievito di birra, costituito da una
singola coltura denominata saccharomyces cerevisiae. È in commercio in tutti
i supermercati, secco o idrato (in cubetti). L’attivazione di questo lievito produce una
fermentazione alcolica, che riempie di anidride carbonica l’impasto. La fermentazione è
molto veloce e produce un pane dalla crosta sottile e dalla struttura finemente alveolata.
La pasta madre, o Levain, è il prodotto della fermentazione spontanea di aria, acqua
e farina ed è formata da varie colture di lieviti e lattobacilli. La fermentazione, sia alcolica
e che lattica, innescata da questi organismi si traduce in un pane più digeribile, con
maggiore valore nutritivo e con una crosta croccante ed alveoli ben strutturati.
L’acido lattico riduce anche l’indice glicemico del pane, mentre i lunghi tempi di
fermentazione, minimizzano la concentrazione dell’acido fitico, presente nella crusca
della farina integrale. Infine, l’acidità della pasta madre migliora la conservazione del pane,
impedendo la formazione di muffe e mantenendo la sua struttura morbida per più tempo.
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I LIEVITI PER LA PANIFICAZIONE
Essendo un vero e proprio essere vivente, la pasta madre ha bisogno di cure regolari e accorgimenti per preservarne la struttura:
Deve essere rinfrescata (nutrita) regolarmente, con acqua e farina. I rinfreschi dovrebbero esser fatti ogni 5 giorni o, al massimo, una volta alla settimana, che
si voglia o meno panificare. Si conserva nella parte meno fredda del frigo (6-10ºC) che rallenta la sua attività, in un
vasetto di vetro.
Seguono le indicazioni per il rinfresco della pasta madre nella sua forma classica e nella sua forma più liquida, chiamata anche Li.Co.Li (lievito in coltura liquida):
Nel caso della pasta madre, al momento del rinfresco settimanale, estrarremmo il barattolo dal frigo, lasciandolo acclimatare per qualche minuto, per poi rimuovere la pellicola superiore. Successivamente peseremo il lievito madre ed aggiungeremo la stessa quantità di farina e la metà di acqua.
Se la pasta madre è in salute, raddoppierà di volume nelle 4-6 ore successive dal rinfresco e si manterrà effervescente, con un colore chiaro e un sapore acidino, ma non pungente.
LA CURA DELLA PASTA MADRE
Lievito
Farina
Acqua
Rinfresco Pasta Madre
1 parte
1 parte
½ parte
Ativação do Li.Co.Li
1 parte
2 parti
2 parti
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I l sale sterilizza l’impasto, bloccando la formazione di muffe e batteri, esaltando
il sapore del pane. Rafforza anche la maglia glutinica, rendendola più resistente.
Il malto viene aggiunto per stimolare la fermentazione e migliorare l’aroma e la
doratura della crosta del pane.
Infine, l’olio è usato per lubrificare l’impasto, riducendo la quantità di acqua da utilizzare
e andrebbe sempre aggiunto alla fine della ricetta
GLI ALTRI INGREDIENTI DEL PANE
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ESSENZIALI
Bilancia da cucina, preferibilmente digitale, per misurare tutti gli ingredienti con
precisione.
Ciotola per mescolare gli ingredienti e impastare.
Telo di lievitazione in cotone o film in plastica, per coprire gli impasti.
Cestini di lievitazione o cestini di vimini comuni, per donare struttura e forma
all’impasto.
Pentola di ferro con un coperchio adatto al forno o pietra refrattaria di 2.5 cm di
spessore.
CONSIGLIATI
Tagliapasta per maneggiare l’impasto senza romperlo e per spezzarlo in sicurezza.
Farina di riso, preferibile per infarinare il piano di lavoro ed i cestini di lievitazione.
Lamette taglia impasto o comune lametta da barba, per incidere il pane prima di
infornarlo.
Griglia per il raffreddamento del pane, per facilitare la circolazione d’aria a fine cottura.
Mastello o contenitore di plastica dai bordi alti, per gestire gli impasti con più facilità al
momento delle pieghe e durante la prima fermentazione.
Termometro da forno, qualora nel tuo forno non fosse omologato.
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GLI UTENSILI DEL PANE
La cottura del pane con il forno domestico, che raggiunge temperature massime
di 250 C°, è sempre consigliata in funzione statica con resistenza accesa sopra
e sotto. Per ovviare ai limiti del forno domestico in termini di ritenzione di tem-
peratura, puoi percorrere due strade: cuocere il pane in una pentola di ferro o usare una
pietra refrattaria. Io uso una pentola di ferro smaltata col diametro di 24 cm che accomo-
da impasti di 500 gr fino ad un chilo.
Se il tuo forno non è munito di vaporizzatore ed usi la pietra refrattaria, ricrea questa
funzione appoggiando sulla base del forno un pentolino con dell’acqua prima di accen-
derlo. Il vapore generato nella pentola chiusa o attraverso l’aiuto del pentolino ritarda la
formazione della crosta, favorendone la crescita, il colore e l’aspetto finale.
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ACCORGIMENTI SUL FORNO DI CASA
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Se segui il mio blog, saprai che non uso mai farine altamente raffinate, preferendo
le varietà integrali e le farine di semola di grano duro. Entrambe queste farine
hanno infatti un indice glicemico inferiore rispetto alle farine raffinate. La farina
integrale è inoltre ricca di fibre e, nelle versioni più autentiche, conserva anche il germe
della farina.
Se però da una parte le fibre rendono il pane più nutriente, dall’altra indeboliscono la
sua maglia glutinica, pregiudicando la ritenzione dei gas di fermentazione. È per questo
motivo che il mio pane non risulterà mai altamente alveolato, ma sarà ugualmente buono
e ancor più nutriente. Ecco la ricetta:
LA MIA RICETTA DEL PANE INTEGRALE
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Farina integrale e semola
rimacinata di grano duro o
farina macinata a pietra
Acqua
Pasta madre rinfrescata
Malto (opzionale)
Sale
Olio di oliva
Totale
Per 1 kg di pane
250g + 250g = 500g
360g
150g
1 cucchiaino
1 un cucchiaino
q.b. per ungere
1,020kg
Proporzioni
a tua scelta
70% della farina
30% della farina
1% della farina
1% della farina
q.b. per ungere
N/A
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1 Rinfresco: togliere il lievito madre dal frigorifero e procedere al rinfresco, lasciandolo
fermentare fino al raddoppio.
2 Autolisi: in una ciotola, unire l’acqua e la farina della ricetta. Impastare brevemente
senza formare l’impasto e lasciar riposare per 30 minuti. Con questa operazione si avvia
la formazione del glutine ancor prima di aggiungere il fermento.
3 Impasto: unire il lievito madre all’impasto in autolisi ed impastare. Aggiungere il sale e
lavorare fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.
4 Prima Lievitazione: riporre l’impasto in un mastello oleato allargandolo delicatamente.
Coprire l’impasto e lasciarlo lievitare per 3-4 ore a temperatura ambiente o per tutta la
notte in frigorifero.
5 Pieghe: Piegare i lembi dell’impasto verso il centro, ottenendo una sfera liscia con
l’intento di distendere la maglia glutinica, senza mai sfaldarla o sgonfiarla. Ripetere
l’operazione per 3 volte ad intervalli di mezz’ora, durante la prima lievitazione.
6 Modellazione: passare l’impasto su una superficie infarinata e modellare delicatamente
il pane nella forma desiderata. Riporre in un cestino di fermentazione infarinato con la
chiusura del pane verso l’alto.
PASSO A PASSO
Ecco il passo a passo per preparare il pane con la pasta madre:
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PASSO A PASSO
7 Seconda Lievitazione: coprire il cestino di fermentazione e lasciar lievitare per 2 ore
o fino al raddoppio.
8 Cottura: preriscaldare il forno a 250 C° in funzione statica con resistenza accesa
sopra e sotto.
a. In pentola di ferro: Infornare la pentola vuota con il coperchio nel forno
preriscaldato per circa 20 minuti. Estrarre la pentola calda dal forno, cospargere il fondo
con della farina o riporvi un disco di carta forno per poi capovolgervi delicatamente
l’impasto. Praticare i tagli in superficie, coprire e infornare. Cuocere 20 minuti con
coperchio e i restanti 25 senza coperchio.
b. In teglia: preriscaldare la pietra refrattaria nel forno caldo per 20 minuti. Adagiare
il pane direttamene sulla pietra refrattaria con l’auto di una pala o collocarlo in una teglia
infarinata da mettere a contatto con la pietra. Cuocere per 50 minuti.
9 Raffreddamento: sfornare il pane, se pronto produrrà un suono sordo se battuto sulla
base, e adagiarlo sopra una griglia. La cottura del pane termina durante questa fase, per
questo è consigliabile aspettare il raffreddamento completo prima di consumarlo.
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Sotto nella tabella, troverai i vari passaggi della “tecnica a freddo” che ti permetterà di dividere le tappe del processo in due giorni, lasciando l’impasto a fermentare in frigorifero per una notte. L’uso del frigorifero rallenta, senza bloccare, l’attività del lievito madre, permettendo all’impasto di maturare.
Nella seconda colonna, troverai gli stessi passaggi, ma nell’arco di una sola giornata, con la fermentazione a temperatura ambiente. Ricordati che i tempi di lievitazione fuori dal frigorifero possono variare a seconda della temperatura dell’ambiente, che dovrebbe rimanere costante e non superare i 25 gradi.
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A Temperatura Ambiente
alle 7:00 di mattina
alle 9:00 di mattina
alle 9:30 di mattina
per 3-4 ore fino al raddoppio
durante le prime due ore di prima lievitazione
alle 13.30
2 ore fino al raddoppio
alle 15.30, per 50 minuti
almeno per un’ora
In Frigo
alla mattina del primo giorno
alla sera del primo giorno
alla sera del primo giorno
tutta la notte
alla sera del primo giorno
alla mattina del secondo giorno
2 ore fino al raddoppio
per 50 minuti
almeno per un’ora
1) Rinfresco
2) Autolisi
3) Impasto
4) Prima Lievitazione
5) Pieghe
7) Modellazione
9) Seconda Lievitazione
8) Cottura
9) Raffreddamento
Andiamo adesso ad analizzare i tempi di lievitazione.
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I TEMPI DI LIEVITAZIONE
Dove posso trovare la pasta madre? Presso amici, conoscenti o panifici. Oppure puoi trovare la pasta madre liofilizzata nei negozi specializzati o puoi farla anche in casa.
Ho trascurato la mia pasta madre, potrebbe essere morta? Se la tua pasta è diventata di colore grigio e ha un gusto molto acido, non buttarla via, è ancora in vita! Rimuovi la patina superficiale più scura e fai una serie di rinfreschi con acqua e farina fino a quando non tornerà chiara ed effervescente, vedi anche il paragrafo sulla cura della pasta madre.
Come si usa il Li.Co.Li. nelle ricette con la pasta madre?Se preferite mantenere la pasta madre nella versione liquida, Li.Co.Li., basterà diminuire la parte di acqua della ricetta di approssimatamene 15%.
Posso aggiungere semini e altre farine al mio pane? Sì, certamente! Molti semi hanno qualità igroscopiche, assorbono cioè l’acqua, e ti aiuteranno a formare un impasto ancora più compatto. Se vuoi fare sostituzioni con altre farine, come la segale, ti consiglio all’inizio di non sostituire più di 10-15% della farina della ricetta e di aggiungere l’acqua a poco a poco, fino a raggiungere la giusta idratazione.
Quali sono gli accorgimenti che devo prendere se voglio usare delle farine integrali o di grani antichi? Fai sempre l’autolisi e lavora l’impasto a mano, meno si lavora l’impasto meglio è, in quanto queste farine sviluppano una maglia glutinica più debole e delicata.
DOMANDE FREQUENTI
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SCRITTO CON AFFETTO NEL MAGGIO 2018 A RIO DE JANEIRO