Il mondo d'oltremare

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di Roger Bastide - traduzione di Fernanda Reborati

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  • INTRODUZIONE_____________________________________________________________5

    CAPITOLO I - PRESENTAZIONE DEL CANDOMBL ________________________9

    I - Il sacrificio. ___________________________________________________________10

    II - Lofferta. _____________________________________________________________10

    III - Il pad di Esh ___________________________________________________11

    IV - Il richiamo musicale ________________________________________________11

    V - Le danze preliminari _________________________________________________12

    VI - La danza degli dei __________________________________________________13

    VII - I riti di uscita e comunione _______________________________________14 1- Cerimonia del Lavaggio _______________________________________________15 2 Il bori. _____________________________________________________________15 3 - Liniziazione _________________________________________________________17

    CAPITOLO II - LO SPAZIO E IL TEMPO SACRO___________________________31

    CAPITOLO III - LA STRUTTURA DEL MONDO_____________________________52

    I - I Babalao______________________________________________________________53

    II - Il Babalosaim________________________________________________________59

    III - La Societ degli Egun ______________________________________________64

    IV - I Quattro Scompartimenti del Cosmo _____________________________69 Schema di Corrispondenze e Classificazioni ______________________________76

    CAPITOLO IV - ESHU'______________________________________________________79

    CAPITOLO V - LA STRUTTURA DELLESTASI _____________________________94 Famiglia dei vodoun della terra:_________________________________________100 Famiglia dei vodoun del fulmine:________________________________________100 Famiglia degli antenati dei re dAbomey: ________________________________100

    Dei giovani ________________________________________________________________101

    Dei vecchi _________________________________________________________________102

    CAPITOLO VI - LUOMO RIFLESSO DEGLI DEI __________________________111

    - I - ______________________________________________________________________111

    - II - _____________________________________________________________________115

    - III - ____________________________________________________________________118

    CONCLUSIONE - METAFISICA E SOCIOLOGIA __________________________126 NOTA - _________________________________________________________________129

    SAGGIO DI UNA EPISTEMOLOGIA AFRICANA (YORUBA) ____________131

    EPISTEMOLOGIA AFRICANA E SOCIOLOGIA DELLA CONOSCENZA __137

    GLOSSARIO _______________________________________________________________139

  • INTRODUZIONE

    Fintantoch I Negri Africani sono stati schiavi, luomo bianco si interessato a loro unicamente come mano dopera, come indispensabile strumento per uneconomia basata sulle piantagioni. Alla fine del XIX secolo, tuttavia, il lavoro servile era stato abolito. Bisognava quindi integrare i negri nella comunit nazionale ma, prima di tutto, bisognava conoscerli. I primi studi sulle religioni africane sopravvissute datano dal 1896, in forma di articoli pubblicati sulla Revista Brasilera; erano il frutto del lavoro di un giovane medico di Bahia, Nina Rodriguez. Da allora e fino alla sua morte nel 1906, la Rodriguez si dedic completamente allanalisi o descrizione di quanto rimaneva di dette religioni. Lei stessa pubblic, in francese, Lanimismo feticista dei negri di Bahia (1900); Homero Pires raccolse, dopo la sua morte, i suoi articoli dispersi nelle numerose pubblicazioni, sotto il titolo: Gli Africani del Brasile.

    Senza dubbio queste opere risentono dellepoca in cui sono state scritte, e dei pregiudizi razziali che ne guastano le pagine migliori. Nina Rodriguez credeva nellinferiorit dei negri e nella loro incapacit ad integrarsi nella civilt occidentale. Come medico legale e psichiatra, nelle trans mistiche e nelle crisi di possessione che caratterizzano il culto pubblico degli Africani Brasiliani, non ha visto altro che manifestazioni disterismo. Infine, la sua stessa interpretazione etnografica della religione fatta secondo i dettami della scienza dei suoi tempi. La fine del XIX secolo aveva visto radicarsi in Brasile il positivismo, dove, come si sa, giocher un ruolo politico di primo piano. Da li viene il titolo del suo primo libro: lanimismo feticista. Malgrado tutte le inesattezze, le opere di Nina Rodriguez rimangono le migliori che siano state pubblicate, prima di tutto perch le sue fonti dinformazione provenivano dal Candombl pi tradizionale, il pi puramente africano della sua epoca: quello di Gantois, e poi perch le sue descrizioni dei culti, delle gerarchie sacerdotali e delle rappresentazioni collettive del gruppo negro sono sempre fedeli e attendibili. Naturalmente sono libri incompleti ma, secondo quanto si dice, dei libri sicuri.

    Qualche tempo dopo, tra il 1916 e il 1922, un uomo di colore, Manuel Querino, scrisse lui pure, un certo numero di studi sui negri di Bahia. Il suo punto di vista era totalmente opposto a quello di Nina Rodriguez che, a quanto pare, lui non aveva laria di conoscere. Querino voleva soprattutto dimostrare limportanza del contributo africano alla civilt del Brasile ed esaltarne il valore. Forse a lui si pu rimproverare una mancanza di cultura etnografica. Ma il suo colore gli permetteva di sapere ci che era stato occultato a Nina Rodriguez, il suo amore per i suoi fratelli di razza gli permetteva, daltro canto, di comprendere meglio certi aspetti di un culto dove i bianchi cercavano soprattutto il lato pittoresco ed esotico; per queste ragioni il contributo di Querino mi sembrato tuttaltro che trascurabile. E, in tutti i casi, superiore a quello del Padre Etienne Ignace Brezil nel suo lavoro su "Il feticismo dei Negri del Brasile pubblicato, in un primo tempo, in francese nella rivista Anthropos del 1908 e poi in portoghese. Il Padre Brezil non aggiunge, in effetti, nulla di nuovo a quanto scritto da Nina Rodriguez poco tempo prima, salvo alcuni errori di grafia. Non sembra poi che egli abbia avuto dei contatti intimi con i fedeli del Candombl, altrimenti non avrebbe trattato la religione di quei fedeli come una forma didolatria, poich non sufficiente descrivere dei rituali o citare i nomi delle divinit per fare delletnografia ma bisogna comprendere il significato dei miti e dei riti. Un errore di psicologia rischia di corrompere gravemente il valore dei fatti che si riportano ed proprio questo che successo con il lavoro del Padre Brezil.

    Per questa ragione lopera di Arthur Ramos riveste grande importanza. Costui si pu considerare il successore di Nina Rodriguez; a partire dal 1932, egli incomincer a pubblicare una serie di articoli o dei libri sulle sopravvivenze africane in Brasile. Senza dubbio, stando al materiale raccolto, questi articoli e libri non portano poi cos tanti elementi nuovi in rapporto a quanto gi divulgato intorno al Candombl di Bahia. Il merito di questi scritti risiede soprattutto nel suo metodo. Ramos libero da ogni pregiudizio sia razziale che religioso, egli ha insegnato agli africani brasiliani loggettivit scientifica. Certamente lui pure interpreta le sopravvivenze africane secondo le teorie della psicanalisi, ma separa radicalmente e accuratamente la descrizione dei fatti dallinterpretazione che lui ne da in seguito e separatamente. In questo modo egli riuscito a risvegliare nei giovani linteresse per la ricerca ed ha, per lo meno durante il periodo che va dal 1933 al 1940 circa, reso di moda gli studi

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  • sulle sopravvivenze africane nella civilt brasiliana; egli ha segnalato la necessit di non separare quegli studi dalle scoperte fatte dagli etnografi, sia in Africa che in altre parti dellAmerica, e delle teorie generali sullantropologia culturale nord americana. I suoi discepoli, fra i quali al primo posto metteremo Edison Carneiro, sono stati stimolati a continuare la ricerca sul territorio e a portare nuove informazioni che potessero completare limmagine della vita degli addetti al Candombl.

    Frattanto, nel 1942, Melville J. Herskovits, nel suo piano di inchieste generali su gli africani del nuovo mondo, giungeva in Brasile e si stabiliva a Bahia. Bench egli non avesse ancora pubblicato che una parte di materiale raccolto, quel suo viaggio fu, per i problemi di cui noi ci occupiamo, duna importanza capitale. Egli infatti ripose la vita religiosa nellinsieme della vita sociale o della quotidianit dei negri brasiliani, e linterpret, a sua volta, secondo la sua teoria della "acculturazione" e di una concezione funzionale della "cultura". Il rinnovamento della concezione africanista che egli introdusse si pu notare nelle opere di Octavio da Costa Eduardo, che studi i Negri di Maranhao e in quelle del Dottor Ren Ribeiro che studi gli Shang di Recife.

    Non neghiamo linteresse che rivestono tutti questi studi. La nostra principale tesi consacrata al problema delle trasformazioni, delle interpretazioni e delle metamorfosi delle civilt che vengono in contatto. Ma per quanto la natura delle "culture" africane abbia subito delle trasformazioni, resta pur sempre il fatto che il Candombl costituisce un sistema armonioso e coerente di rappresentazioni collettive e di gesti rituali. Anche se la religione africana sussiste perch risponde a certe funzioni o bisogni, ci non toglie che il Candombl abbia una struttura e che questa struttura meriti uno studio paziente e speciale. Non ci preoccuperemo quindi pi, in questo lavoro, di ricercare o no lorigine africana o non africana di questo o quellaspetto della religione , il possibile sincretismo di questi aspetti con quelli della civilt luso-brasiliana, rimandando il lettore alla nostra tesi principale. Studieremo il Candombl in quanto realt autonoma, senza riferimenti alla storia o al trasferimento delle culture da una parte allaltra del mondo. Non ci preoccuperemo pi di inquadrare le nostre descrizioni in sistemi di concetti improntati alletnografia tradizionale o allantropologia culturale, non che le disprezziamo, ma perch ci sembra pi importante aprire dei nuovi orizzonti che seguire sentieri gi battuti.

    Nel 1944 abbiamo preso contatto con il mondo del Candombl per la prima volta e, nel reportage compilato, abbiamo scritto: "La filosofia del Candombl non una filosofia barbara, ma un pensiero sottile non ancora decifrato". (Imagens do Nordeste mistico, p.134) ed proprio a questo "pensiero sottile" di cui vogliamo parlare qui. E sempre difficile disfarsi dei pregiudizi e degli etnocentrismi. Persino i Neri brasiliani che studiano le religioni africane del proprio paese accettano i punti di vista dei Bianchi e cio la superiorit della civilt occidentale. Con il pretesto che i fedeli di quelle religioni appartengono, in generale, agli strati pi bassi della popolazione, domestici, lavandaie, proletari, si ha, incoscientemente, la tendenza a credere che il Candombl non possa fornire o postulare una filosofia delluniverso e una concezione delluomo, differenti certamente dalle nostre ma altrettanto ricche e pure complesse. Studiosi come Ren Ribeiro in Brasile e Louis Mars ad Haiti hanno, senza dubbio, reso un gran servizio a coloro i quali denigrano i culti cosiddetti popolari specificando come questi siano utili allequilibrio mentale e alladattamento allambiente circostante. Tuttavia ancora necessario dimostrare che questi culti non sono semplicemente materia di superstizione ma che, al contrario, sottintendono una cosmologia, una psicologia e un certo pensiero teologico. Diciamo che il pensiero africano un pensiero sapiente.

    Nel 1944, allepoca del nostro primo viaggio a Bahia, non conoscevamo affatto il lavoro di M. Marcel Griaule, solo allindomani della guerra ne siamo venuti a conoscenza. Per noi sono stati un prezioso incoraggiamento perch hanno fortificato le nostre prime convinzioni. Purtroppo non abbiamo potuto andare molto pi in la di quanto ha fatto lui negli studi di questo pensiero africano poich il mondo del Candombl un mondo segreto nel quale non si entra che poco a poco e il tentativo che ne offriamo ai futuri ricercatori non che un abbozzo pi che una sintesi definitiva. Ce ne rendiamo perfettamente conto. Ma era necessario reagire subito contro un pregiudizio peggiorativo che rischiava di snaturare la descrizione dei fatti etnografici, che

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  • impediva in effetti di comprendere il vero significato delle cerimonie o dei gesti e che tendeva piuttosto a presentarli in forma caricaturale o degenerativa.

    Due sono stati gli ostacoli principali che abbiamo incontrato in questi nostri tentativi: il primo viene dagli informatori. Esiste una legge di segretezza. Ma i capi del culto, che spesso hanno dovuto subire delle persecuzioni da parte della polizia, esitano nel definire i limiti di questa segretezza. Noi ben comprendiamo la loro riluttanza a svelare certe sequenze del rito diniziazione o il loro rifiuto a far entrare nelle societ segrete come quelle degli Eguns. Non capiamo per perch ci nascondano il mondo dei miti. Se alcuni si rifiutano di divulgarli perch sono stati talmente ingannati che temono sempre che una sola parola troppo confidenziale possa ritorcersi contro di loro.

    Tuttavia c un modo per superare questo primo ostacolo: la religione africana, in quanto africana, non solamente una religione di Negri, non solo vi appartengono dei mulatti ma pure dei Bianchi, vedi ad esempio degli stranieri. Bisogna dissociare completamente la religione dal colore della pelle. Si pu essere africani senza essere Negri. Lingresso nel mondo del Candombl si fa per mezzo di tutta una serie di iniziazioni progressive, di cerimonie speciali aperte a coloro che sono chiamati dagli dei, a prescindere dalla loro origine etnica ed a mano a mano che si penetra nellinterno del santuario che si apprendono i misteri. Sono soprattutto i sacerdoti che hanno il senso del valore del tempo, il tempo che matura la conoscenza delle cose. Sono gli occidentali che vogliono sapere tutto subito ed perch, in fondo in fondo, non capiscono niente. Come mi diceva uno dei miei informatori: "Vi spiegher poco a poco, ogni settimana, ogni mese, una cosa nuova". Cos poco a poco, a forza di pazienza e di reciproca amicizia, la filosofia africana si rivela, passo a passo. Se ancora non si riesce a comprendere abbastanza perch ci si fissa unicamente sullaspetto esteriore dei culti, e che i pregiudizi inconsapevoli circa linferiorit mentale dei Negri ha deviato i ricercatori su un mondo mentale e su lepistemologia afro americana.

    Il secondo ostacolo la tendenza a reinterpretare i dati raccolti secondo la mentalit occidentale. Il Pre Tempels non lo ha evitato con lAfrica; ha ben compreso che i Bantus possedevano una filosofia, ma invece di presentarla in tutta la sua originalit la ha ripensata dal punto di vista del tomismo. Dobbiamo stare sempre molto attenti. Il merito del lavoro di Lvy-Bruhl lordine metodologico che ci ha insegnato giustamente una costante attenzione e obbiettivit. Lunico tentativo che, fino ad ora, si avvicina di pi al nostro larticolo che Pre Frikel ha scritto in una rivista francese sul concetto che i Negri di Bahia hanno circa limmortalit e il destino delle anime dei morti. Sfortunatamente quellarticolo port a delle conclusioni sbagliate perch lautore ha mal interpretato una parola del suo informatore, Manoel. Costui parlando della divinazione dIfa che si fa con 21 conchiglie, ha definito questo procedimento con il nome di Oka lelogun (Oka in yoruba indica il numero 21) e Frikel ha capito Oba Mlgum (Oba significa Re ed Egum morti); cos si messo a tessere tutta una filosofia su Ifa come Re dei morti, il che non ha assolutamente niente a che vedere con lautentico pensiero degli africani, ma risulta essere, al contrario, una re interpretazione secondo un pensiero filosofico occidentale, il panteismo.

    Noi abbiamo sempre preferito offrire delle conclusioni modeste ma vere, piuttosto che dei tentativi ambiziosi senza per dei fondamenti sicuri. Ci resta ancora qualcosa da dire circa lortografia dei nomi africani che, secondo noi, si deve adottare. Se il nostro scopo fosse stato quello delletnografo che cerca di scoprire le fonti certe di tutti gli africanismi di Bahia, crediamo che sarebbe stato indispensabile seguire le regole dettate dallIstituto Internazionale delle Lingue e delle Civilt Africane, per permetterci un confronto pi sicuro. Ma siccome consideriamo il Candombl in quanto realt autonoma che pu includere elementi di origine differente e che pur tuttavia si conforma in modo coerente in termini che appartengono a una realt brasiliana, abbiamo pensato di dover seguire, nel modo pi conforme al nostro progetto, lortografia fonetica degli autori di quel paese:

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  • U si deve leggere OU

    NH si deve leggere GN

    X si deve leggere CH o SCH

    si deve leggere AN

    e si deve leggere

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  • CAPITOLO I - PRESENTAZIONE DEL CANDOMBL

    Lungo tutto il litorale Atlantico, dalle foreste dellAmazzonia, fino alla frontiera stessa con lUruguay, si possono scoprire delle usanze religiose africane sopravvissute. Ma Bahia rimane la citt santa, con i suoi Candombl dove, nelle tiepide notti tropicali, le figlie degli dei danzano al suono sordo e martellante dei tamburi. Quei Candombl appartengono alle nazioni pi diverse e, di conseguenza, perpetuano delle tradizioni differenti: Angola, Congo, Gges (cio Ewe), Nagos (termine attribuito dai Francesi a tutti i Negri della Costa degli Schiavi che parlavano lo Yoruba), Quto (o Ketu), Ijshas (o Ijesha). E possibile distinguere queste nazioni luna dallaltra dal modo in cui vengono suonati i tamburi (con le mani oppure usando delle bacchette), dalla musica, dal linguaggio dei canti, dalle vesti liturgiche, a volte dai nomi delle divinit e, per ultimo, da certe modalit dei rituali. Sebbene linfluenza degli Yoruba domini senza dubbio tutto linsieme delle sette africane, imponendo i loro dei, la struttura delle cerimonie e la loro metafisica attribuibile ai Dahomene e ai Bantous. Tuttavia chiaro che i Candombl Nag, Queto e Ijshas sono i pi puri di tutti e sono i soli che tratteremo in questo nostro lavoro.

    Daltro lato si trovano delle nazioni yoruba in altre regioni del Brasile: a S. Luiz do Marahho, a Rcife, a Rio Grande du Sud. Il gruppo di S. Luiz, assai isolato, ha subito linfluenza della Casa das Mina, dahomene, che il gruppo dominante della citt, per cui lo lasceremo completamente da parte. Per contro, nella misura in cui le informazioni di Rcife e del Rio Grande du Sud completino o confermino le osservazioni di Bahia, ci potr capitare di fare riferimento ad argomenti tratti dagli Shang di Recife o delle nazioni Nag e Oyo (dal nome della citt Yoruba) di Porto Alegre. A Rio de Janeiro le nazioni si sono fuse le une dentro le altre, permettendo inoltre di essere profondamente penetrate da influenze straniere, amerindie, cattoliche, spiritistiche, per dar luogo a una religione essenzialmente sincretica, la macumba. Ma fino a qualche anno fa, allinizio del XX secolo, esisteva una religione nag autonoma, di cui abbiamo qualche descrizione, sfortunatamente molto sommaria. Oggigiorno questi documenti hanno solamente un interesse storico, ma, non per questo, li trascureremo. Si intende per che i nostri studi, anche se a volte tengono conto degli argomenti raccolti da noi o da altri ricercatori in altre citt, incentrato sul solo Candombl nag, quto o Ijshas di Bahia.

    Un tempo esistevano dei Candombl in pieno centro della citt. La chiesa della Barroquinha situata nellesatto sito dove, alla fine del XIX secolo si trovava un santuario africano. Di questi santuari ne esistono ancora alla periferia dellabitato nel quartiere della Libertade, proletario, in mezzo a case di operai, in un intrico di muri, stradine e rigagnoli maleodoranti. In generale, per si raggruppano lontano dal centro della citt, in vallette ombrose al fianco di colline o tra le dune di mare, nascosti tra gli alberi, tra i ciuffi dei banani, protetti dallombra delle piante di cocco. Lungo il fiume Rio Vermelho, a Matta Escura, Sa Caetano, Cidade de Palha, Lingua de Vacca, Pedreiras, Fazenda Grande do Retiro, Fazenda Garcia. Circondano la citt come una corona mistica, senzaltra soluzione di continuit che la mobile facciata dellOceano. Il viaggiatore che vaghi da quelle parti, di sera, in quei sobborghi dove le case a poco a poco si sgretolano cedendo il posto alla foresta, ode spesso provenire da quelle tenebrose profondit vegetali il rullio sordo dei tamburi sacri, mentre dei razzi sono lanciati verso il cielo a disegnare nuove stelle. Ogni razzo il segno che un dio venuto dallAfrica per possedere sulla terra dellesilio uno dei suoi figli; ogni stella che brilli sopra le fronde delle piante indica al passeggero che una divinit montata a cavallo lo ha fatto girare e tuffarsi nella notte dellestasi intorno al palo centrale. Poich gli dei africani non possono vivere che incarnandosi nel corpo dei loro fedeli.

    Ed per questo che il momento centrale del culto pubblico la crisi della possessione. E il momento pi drammatico e non strano che, in queste condizioni, lattenzione dei ricercatori si sia soprattutto concentrata su questo aspetto del Candombl, anche perch la maggior parte di questi africanisti erano, al medesimo tempo, dei medici. Vedremo per che, in effetti, la festa pubblica non costituisca che una piccola parte della vita del Candombl, che la religione africana influenza e controlla tutta lesistenza dei suoi adepti, che il rituale privato pi importante della cerimonia pubblica e, in quanto i Neri sono Africani, appartengono ad unaltra

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  • sfera mentale. E quel mondo di rappresentazioni collettive che noi vogliamo descrivere. La religione non ha potuto sussistere se non grazie allesistenza delle confraternite dei figli o figlie (le figlie infinitamente in numero maggiore dei figli) degli dei (filhos de Santo) e che la funzione di questi figli e figlie quella di potersi reincarnare, durante le grandi feste pubbliche, negli Orish dei loro antenati. Incominceremo dunque la nostra presentazione del Candombl descrivendo questa cerimonia centrale.

    Ognuna di queste feste era dedicata a una divinit speciale, bench tutti gli Orish si manifestassero per mezzo di crisi estatiche con i loro tratti particolari. Lasciamo, per il momento, questi elementi varianti perch non pregiudicano lunit delle sequenze rituali. Le arricchiscono unicamente; ricamano su di un medesimo canovaccio la diversit dei miti africani. Specificheremo dunque, partendo dal mattino presto, quando la festa comincia, i seguenti momenti.

    I - Il sacrificio.

    Questa parte del rituale non , a dire il vero, propriamente segreta, ma ha comunque luogo, generalmente, davanti a poche persone, tutti membri della setta. Si crede senza dubbio che la vista del sangue aumenti nei non iniziati lo stereotipo comune a proposito della barbarie o del carattere superstizioso della religione africana. Il sacrificio compiuto dal ashgun a cui spetta la funzione nella gerarchia sacerdotale, in sostituzione di questo, dal babalorish, sacerdote supremo, quando il candombl non abbia la persone specializzata nel sacrificio. Loggetto del sacrificio che sempre un animale, cambia secondo a quale dio dedicato, animale a due zampe o a quattro zampe, secondo la terminologia tradizionale, pollo, piccione, capro, montone... ecc. Il sesso della bestia da uccidere deve essere lo stesso della divinit che riceve il sangue sparso. Il modo in cui lanimale viene ucciso varia secondo i casi: strappo della testa, smembramento, sanguinamento della carotide, colpo alla nuca, tutto come lo strumento di cui ci si serve e che deve essere, a volte, un coltello vergine. In realt non si dovrebbe parlare di uno solo ma di due sacrifici perch, qualunque sia il dio adorato, Esh il primo che deve essere servito, per delle ragioni che vedremo pi avanti. Si ha dunque un primo sacrificio di un animale a due zampe per Esh e poi di uno a quattro zampe, generalmente quando le finanze della casa lo permettono, per la divinit a cui dedicata la festa.

    II - Lofferta.

    Lanimale sacrificato passa dalle mani del achgun a quelle della cuoca che preparer il cibo per il dio. Il midollo, il fegato, il cuore, i piedi, le ali, la testa e, ben inteso, il sangue appartengono per diritto agli dei, ma il resto dellanimale non viene buttato via ma cucinato e una parte della preparazione sar posta su delle scodelle o piccoli piatti davanti alle pietre o pezzi di ferro delle divinit. Se sono stati uccisi due polli, uno dovr obbligatoriamente essere bollito e laltro arrostito. Ma la cuoca, chiamata iya-bass o abass, non deve naturalmente avere al momento il suo ciclo mestruale, ne limitarsi a preparare lanimale sacrificato ma far anche dei piatti per degli dei che verranno nominati nel corso della cerimonia, lamal di Shang, il pollo al shinshin di Oshum, il riso senza sale di Oshal, ecc. Successivamente lei dar da mangiare alle diverse pietre sacre. Quello che resta sar consumato, alla fine della cerimonia, dai fedeli come pure dai semplici visitatori. Sono questi discendenti di Africani che hanno in tal modo mantenuto attraverso i tempi la cucina religiosa africana, che poi passata dai santuari alla sala da pranzo dei borghesi, che si introdotta nella cucina profana e che rappresenta una delle glorie di Bahia. Anche adesso non raro che, come fa notare A. Ramos, quando una donna negra vi offre una di queste prelibatezze dove il fuoco del peperoncino si sposa cos armoniosamente con la dolcezza dellolio di palma ella vi dica: Mangia, meu santo.

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  • III - Il pad di Esh

    Il sacrificio si effettua al mattino; i preparativi culinari e le offerte occupano il pomeriggio; la cerimonia pubblica propriamente detta incomincia al tramonto e dura fino a notte inoltrata. Per prima cosa obbligatorio preparare il pad di Esh, di cui, talvolta e soprattutto nel Candombl Bantous, si da una falsa interpretazione: Esh il diavolo, se non gli si rendesse omaggio egli potrebbe disturbare la cerimonia, egli stesso, daltra parte, lo aveva reclamato davanti agli altri dei. E necessario quindi pregarlo di andarsene, perch non succedano delle risse o non intervenga la polizia (come accadrebbe in caso di persecuzioni). Il termine despacho che a volte si usa invece di pad significa in portoghese, dal verbo despachar mandare via qualcuno. Esh , in realt, il Mercurio africano, lintermediario necessario tra luomo e il soprannaturale, linterprete che conosce sia la lingua dei mortali che quella degli Orish. E quindi a lui che si da lincarico, e la pad non ha altre finalit, di far pervenire agli dei dellAfrica lappello dei loro figli del Brasile. Questo pad celebrato da due delle pi vecchie filhas de santo della setta, la dag e la sidag, accompagnate da canti in lingua africana eseguiti sotto la direzione della iya tbsh e sotto il controllo del babalorish, davanti ad un bicchiere dacqua o un piatto contenente il nutrimento di Esh. Il bicchiere e il piatto saranno quindi portati fuori dalla stanza dove si svolge tutta la cerimonia, generalmente allincrocio di due strade, luogo favorito da Esh. La festa propriamente detta pu dunque incominciare. Bench la pad sia offerta prima di tutto a Esh, il rituale vuole che si faccia obbligatoriamente una preghiera per i morti o per gli antenati del Candombl dei quali alcuni designati per i loro titoli sacerdotali.

    IV - Il richiamo musicale

    Esh non per il solo intermediario fra gli uomini e gli dei, anche i tre tamburi del Candombl lo sono: il rum il pi grande, il rumpi di una taglia mediana e il l che il pi piccolo. Non si tratta di tamburi normali o, come dicono laggi, dei tamburi pagani; essi sono stati battezzati in presenza di un loro padrino e di una madrina, aspersi dacqua benedetta presa in chiesa, hanno ricevuto un nome, e il cero acceso davanti a loro deve consumarsi del tutto. Soprattutto essi hanno mangiato e mangiano ogni anno il sangue di un pollo (mai viene a loro offerto un animale a quattro zampe) a cui il babalorish ha staccato la testa sul corpo inclinato dello strumento, versato dellolio di palma, del miele e dellacqua benedetta. In seguito la testa, gli intestini, le ali e le zampe sono fatte cuocere nellolio di palma, insieme a dei gamberetti e delle cipolle ma senza sale. Questo piatto posto, insieme a degli altri alimenti, davanti ai tamburi, dove rimarr per tutta la giornata perch i tamburi abbiano il tempo sufficiente per mangiarseli. E chiaro che anche questi strumenti hanno qualche cosa di divino, non si possono vendere ne prestarli senza prima sottoporli a delle speciali cerimonie di desacralizzazione o per renderli nuovamente sacri e, come a noi interessa soprattutto sapere, che siano adatti con il solo suono della loro musica a far discendere gli dei nella carne dei loro fedeli. E per questo che la cerimonia, una volta terminato il pad di Esh, continua con il suono dei tamburi che, senza accompagnamento di canti o danze, parlano agli Orish e domandano loro di venire dallAfrica in Brasile. Gli etnografi, generalmente, non hanno mai prestato sufficiente attenzione a questo dialogo preliminare dei tamburi e delle divinit. Credo che i loro studi rivelerebbero lesistenza a Bahia di fenomeni analoghi a quelli che Fernando Ortiz ha cos ben analizzato a Cuba, dove la religione , come si sa, la stessa che a Bahia e cio la religione Yoruba.

    Non solamente i tre tamburi per hanno la forza di evocare la venuta degli Orish, anche gli agidavi, ossia le bacchette per suonarli che, prima di essere utilizzate, hanno dormito ai piedi degli dei nel santuario dove si sono impregnate di forza sacra, o, pi precisamente, dove sono entrate in contatto con gli Orish. Lagg (corruzione della parola akk, il tempo o lora in lingua yoruba) semplice campanella o, pi sovente, doppio o singolo pezzo di metallo,

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  • percosso con un altro pezzo di metallo, ha un ruolo molto importante nel Candombl. Allorch le possessioni tardano a prodursi, il sacerdote o la sacerdotessa scuotono lagg vicino alle orecchie delle ragazze che ballano e non raro allora che, spinta da tale suono assordante, la divinit si decida finalmente a montare sul suo cavallo. Purtroppo non sappiamo se questultimo strumento musicale sottoposto a una preparazione religiosa analoga a quella dei tamburi o dei semplici agidavi prima di essere impiegato.

    V - Le danze preliminari

    Ora gli dei sono chiamati seguendo un certo ordine che varia da Candombl a Candombl ma che sempre lo stesso in un determinato santuario. Questordine conosciuto con il nome di shir, incomincia, come dobbligo, da Esh per terminare con Oshal che il Maestro dei cieli, il pi importante degli Orish; ma se escludiamo il primo e lultimo nominativo dello shir, regna una grandissima variet di nominativi intermedi; diciamo che si potrebbe cominciare a elencare le divinit pi giovani o le pi violente come Ogun, per poi arrivare progressivamente alle pi vecchie o le pi calme nelle loro manifestazioni. Ogni divinit riceve, come minimo tre cantiche; io mi ricordo ancora delle proteste dei fedeli una sera in cui, non so per quale ragione, un dio non ne ha ricevute che due invece delle regolamentari tre. Ma il numero tre non rappresenta che un minimo, perch si pu arrivare a che se ne cantino molte di pi. Se nel Candombl bantous le parole sono pi spesso portoghesi, nel Candombl yoruba o dahomens le cantiche sono il lingua, cio, in africano; la lingua varia naturalmente secondo lorigine etnica della nazione, egba, fon ecc. Esse costituiscono, insieme ai ritmi sonori dei tamburi che le accompagnano, altrettanti leit-motif, per usare unespressione wagneriana, destinati a fare arrivare gli Orish. Questi motivi non sono solamente cantati ma sono anche danzati, perch non sono altro che levocazione di certi episodi relativi alle storie degli dei, sono frammenti di mito e il mito deve essere rappresentato oltre che cantato, per fornire tutta la sua potenzialit evocativa. Il gesto accompagna la parola, la forza dellimitazione mimetica ha lincantesimo della parola, gli Orish non tardano a montare sui loro cavalli a mano a mano che sono chiamati. Pu accadere che la cerimonia prosegua per lungo tempo senza che si effettuino delle possessioni. In questo caso i tamburi fanno sentire il toque adarrum suono che non accompagnato da canti, perch in quel momento non si tratta pi di richiamare un solo dio, ma tutte le divinit insieme e quindi il ritmo pi e pi rapido e assordante finisce per allentare i muscoli, aprire le viscere e la testa alla penetrazione del dio cos a lungo atteso. Quando avviene la crisi della possessione, gli ekedy che sono addetti a proteggere i figli e le figlie degli dei, tolgono loro le vesti, se si tratta di uomini, il foulard che potrebbe strangolarli in caso di convulsioni, se si tratta di donne, vengono loro tolte prima di tutto le scarpe. Il gesto altamente simbolico: si tratta di spogliare lindividuo della sua personalit brasiliana per farlo ritornare alla condizione di Africano. Le scarpe hanno unimportanza capitale nella vita dei Negri americani. Sono state il segno della loro liberazione: quando uno schiavo otteneva la sua libert, il suo primo pensiero era quello di comprarsi un paio di scarpe per essere uguale ai Bianchi, anche se poi non le indossava mai poich con i suoi piedi abituati ad andare nudi non riusciva a sopportarle. Le portava pero appese con una cordicella al collo, oppure alla mano mentre, a casa sua, le metteva, in bella mostra, su di un mobile. La discesa dellOrish lo restituisce alla sua condizione di Africano, alla vita tribale dei suoi padri, camminer ormai con i suoi piedi nudi la terra che anchessa una dea.

    La violenza della crisi di possessione varia secondo le circostanze, il temperamento dellindividuo e la natura del dio che lo sta possedendo. In caso di svenimenti, questa crisi pu avere il significato di un castigo, se troppo violenta, il sacerdote o la sacerdotessa che dirige il culto, babalorish o jalorish, mette la mano sulla nuca del cavallo per calmarlo, gli soffia nellorecchio. Gli ekedy aiutano lindividuo tremante sotto leffetto divino a uscire dalla sala delle danze per andare o in un pegi, o dove sono le pietre degli Orish oppure in una stanza vicina; se crollato per terra lo sollevano e lo portano come un cadavere, tutto ancora agitato da movimenti spasmodici. Lestasi prender una forma pi calma senza per questo interrompere la possessione divina e non si compir che per mezzo degli ultimi canti. Si faranno indossare ai fedeli delle vesti liturgiche proprie della sua divinit e gli si metteranno tra

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  • le mani degli oggetti simbolici del suo nuovo status: la spada di Ogun, lo scudo di Oshossi, la shashara (coda di bue) di Omol, labeb (ventaglio) di Oshum, il pashoro (fusto di ferro) di Oshal

    Ciascun membro della confraternita non pu ricevere altro dio di quello a cui stato legato con i riti delliniziazione. Alcuni casi eccezionali possono tuttavia accadere e qui vorremmo spendere una parola. Ci sono degli Orish che non discendono mai come Shang Dada, per esempio, oppure Orunmila; in questo caso la persona che, a uno di loro, consacrata, riceve una divinit della stessa famiglia. Questo lunico caso in cui la possessione avviene da parte di una divinit che non quella a cui si appartiene di diritto. Pu succedere anche, ma assai raramente (e io non ho mai assistito a un tale fatto), che un Orish turbolento o geloso monti su un altro cavallo che non sia il suo. Il sacerdote deve allora mandarlo via immediatamente (despachar). Esh non sincarna mai, bench a volte abbia dei figli; noi ne abbiamo conosciuto per lo meno uno e ci ha fatto anche i nomi di altri ma la possessione da parte di Esh differente da quella degli altri Orish per la sua frenesia, il suo carattere patologico, anormale di una violenza distruttiva; un po la differenza, se lo si vuole vedere da un punto di vista simbolico, con cui i cattolici distinguono lestasi divina dalla possessione demoniaca. E quindi necessario, se Esh che attacca un fedele, mandarlo immediatamente via. Eccetto per alcuni casi aberranti che, ancora una volta, sono estremamente rari, la funzione di quella parte di rituale che stiamo per descrivere ha per scopo la possessione degli uomini da parte dei loro dei.

    Tuttavia, non tutti gli iniziati sono posseduti. Per non parlare delle donne che stanno avendo il loro ciclo mestruale e che non devono neppure assistere alla festa, perch le divinit hanno orrore del sangue mestruale; se qualcuna di loro osasse intervenire, i tamburi la riconoscerebbero immediata-mente perch la loro semplice presenza turberebbe il suono musicale. Le donne incinte o con le doglie possono presenziare ai riti ma non verranno mai cavalcate dal loro Orish. Nelle cerimonie tradizionali dei grandi Candombl si presentano molti membri di altri terreiros o di altre sette per assistervi o semplicemente per curiosit. Non buona educazione se queste persone che vengono da fuori cadano in trance, ci sarebbe mal visto. Lestasi non permessa se non dentro lambito del santuario o dove stata fatta liniziazione. Pu accadere, tuttavia, che certe donne visitatrici sentano il richiamo insistente del dio dentro di se e che chiedano allora dei grandi bicchieri di acqua fresca che hanno il potere di impedire che si produca la possessione. Possiamo aggiungere un ultimo caso e cio quello di una persona non iniziata, venuta per vedere le danze e per il solo piacere dello spettacolo e che, improvvisamente, sia presa anchessa da una crisi di possessione. In questo caso si dice che la persona stata attaccata da un santo selvaggio (santo bruto), il che significa semplicemente che la crisi non stata controllata o orientata dalla collettivit. Questa persona quindi fatta entrare allinterno del santuario per fare la sua iniziazione e diventare cos figlia degli dei. Lo scopo delliniziazione soprattutto quello di socializzare la crisi affinch sia ormai conforme ai patroni Africani.

    VI - La danza degli dei

    Dopo un intervallo in cui a volte si serve agli invitati uno spuntino, le figlie o i figli di dio rientrano nel salone delle danze. E non sono pi solamente figlie e figli di dio ma gli stessi dei che essi incarnano, e che scendono a mescolarsi per un momento con i loro adepti del Brasile. Il ritmo della cerimonia non varia, sono le stesse invocazioni degli Orish, secondo un determinato ordine e sempre con le tre minime cantiche consuete per ogni dio, gli stessi leit-motiv Wagneriani, davanti a un pubblico raccolto e compunto, ma i gesti hanno una bellezza diversa, i passi della danza svelano una strana poesia. Ormai non si tratta pi di semplici sartine a giornata, di cuoche o lavandaie che volteggiano al suono dei tamburi nelle notti di Bahia, ma Omol ricoperto di paglia, Shang rosso e bianco, Yemanji che si pettina i capelli scuri. I volti sono divenuti maschere, come per metamorfosi, le rughe della fatica quotidiana scomparse, le stimmate della vita di tutti i giorni con le sue preoccupazioni e miserie svanite; Ogun il guerriero scintilla nel fuoco della collera, Oshum non altro che carne

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  • voluttuosa. In un attimo lAfrica e il Brasile si sono fusi; lOceano sparito, i tempi della schiavit cancellati. Gli Orish sono l presenti che salutano i tamburi e fanno ika o dobale davanti ai sacerdoti supremi e, danzando, a volte, svelano il futuro o danno dei consigli. Le frontiere tra il naturale e il soprannaturale non esistono pi, lestasi ha prodotto la desiderata comunione.

    VII - I riti di uscita e comunione

    Questa estasi terminer solo quando tutti i canti dellunl saranno stati eseguiti e il cui scopo giustamente quello di rimandare gli Orish. Questi canti sono eseguiti nellordine inverso a quello dellinvocazione per la discesa degli dei, incominciando da quelli chiamati per ultimo per finire con quelli invocati per primi. A mano a mano che si srotola la litania dei nomi, le palpebre chiuse si aprono, i volti perdono la loro maschera divina e riappare la personalit normale. Lultimo canto ha luogo nel pegi, come se si volesse che la forza mistica che esplosa ritorni nelle pietre bagnate di sangue o sui pezzi di ferro che stanno mangiando le offerte alimentari. Questo ultimo canto, al contrario dei precedenti, segue lordine dello shir:

    atu ec di bom je Esh vai unl di bom je Atu ec di bom je

    Ogum vai unl ......... Oshum Emanj Shang Orishal

    Prima di separarsi tuttavia, un pasto comune permetter di unire le divinit ai membri della confraternita e agli spettatori che sono rimasti. Le ragazze portano dei piatti ognuno con un diverso colore secondo il loro Orish: bianco per Oshal, azzurro per Yemanji, violetto per Nana E cos pure un po del cibo rimasto di quello che era stato posto nel pegi. Esse si siedono in circolo intorno a un telo steso per terra e sul quale hanno messo il cibo sacro. Ognuno si serve dal piatto corrispondente al suo dio con le due mani a conchetta e poi inghiotte con un movimento della bocca che va dal polso alla punta delle dita. Poi offre un po di cibo di questo piatto ai figli degli altri Orish, in tal modo saldando lunione del gruppo per mezzo della spartizione del cibo. Il rimanente offerto agli spettatori che siedono intorno dietro alle donne sedute per terra, su foglie di banano come fossero dei piatti vegetali, dove i vari cibi sacri degli dei sono mescolati in segno fraterno. E obbligatorio mangiare con le mani. Mai si deve confondere questo pasto, che una comunione, con gli spuntini serviti, a volte, negli intervalli tra le danze di richiamo e quelle degli dei, agli invitati di rispetto. Questo pasto ben altra cosa una triplice solidariet che si realizza, prima di rientrare nel mondo profano, tra il divino e lumano, tra i membri della confraternita che, a volte, appartengono a divinit diverse e persino rivali e, per finire tra la confraternita e i non iniziati, affinch un pezzetto di Africa perduto e ritrovato sia passato pure a loro.

    Il gruppo dei fedeli oltrepassa il numero dei figli e delle figlie degli dei e lentrata in un Candombl avviene progressivamente, per gradi di incorporamento. Il grado pi basso simbolizzato dal lavaggio di una collana.

    Ciascun membro della setta ha una collana particolare le cui perle sono del colore della divinit a cui si appartiene: bianche per Oshal, bianche e rosse alternativamente per Shang, verdi per Oshossi, gialle per Oshum Queste collane non hanno valore per se stesse e devono essere state sottoposte a un ben determinato procedimento, cio devono essere state lavate. Lindividuo che desidera partecipare alla vita del Candombl deve, prima di tutto, consultare un babala o indovino, che getter per lui la collana dIfa o le conchiglie, per sapere il nome dellOrish che il maestro della sua testa. La persona non dovr quindi fare altro che farsi montare la collana corrispondente al suo Orish , oppure acquistarla al mercato municipale e

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  • portarla dal babalorish o dalla Ialorish del terreiro a cui si vuole appartenere e loro la laveranno. Manuel Querino ci ha lasciato una descrizione della cerimonia: immersione della collana in un recipiente pieno dacqua, triturazione di foglie legate alla divinit in questione (ogni dio ha, come vedremo, delle foglie speciali), lavaggio delle perle con del sapone della Cte, si intende della Costa Africana (sapone nero e molle), consegna della collana alla persona che deve indossarla con le rispettive raccomandazioni sui suoi futuri obblighi e, infine una festa con canti e rinfreschi. Questa descrizione , pur tuttavia, incompleta poich manca lessenziale: affinch la collana abbia un valore necessario che: 1) debba rimanere tutta una notte sopra la pietra del dio suo proprio e che il sangue di un uccello ucciso in sacrificio abbia lavato, insieme alle erbe, sia la pietra che la collana, si realizza cos lunione del dio e della collana. Ma non basta ancora: bisogna che 2) a questa prima unione se ne aggiunga unaltra tra la pietra, la collana e le testa dellindividuo che celebra il rito. Dico testa e non individuo perch la testa che considerata il trono dellOrish. Sar quindi lavata anche la testa, come pure sovente anche tutto il corpo, con lacqua e le erbe che sono servite per lavare la collana e la pietra. I tre membri della triade: dio, luomo e la collana sono quindi entrati in contatto, permettendo il passaggio di una corrente mistica tra il primo e il secondo per mezzo del terzo. E per questo che la collana ha valore solo per il suo possessore. Se questa viene perduta e qualcuno lindossi, essa non avr alcun potere per questultima persona perch la collana non sar stata messa a contatto diretto o indiretto con la sua testa.

    1- Cerimonia del Lavaggio

    La cerimonia del lavaggio non ha nulla, a ben vedere, di drammatico o di pittoresco. Facciamo, tuttavia, ben attenzione. Per lindividuo che ci si sommette di unimportanza capitale, poich lo lega ormai ad un altro mondo. Egli ormai non ha pi la libert di cui godeva prima, ma legato a tutta una serie di obblighi, negativi o positivi, di incarichi e doveri. Non potr pi mangiare certi cibi, quelli che sono eho tab per il suo dio; egli non potr pi avere delle relazioni sessuali nei giorni della settimana dedicati alla sua divinit e, infine, egli si impegna a partecipare al ciclo di spese del Candombl. Si prodotta cos una prima frattura: luomo si gi staccato dalla civilt profana, brasiliana, per integrarsi in quella africana. Gli Orish sono inflessibili: se egli viola i tab, se non compie i suoi nuovi doveri, il dio che gi dentro la sua testa lo pu punire con tutta una serie di castighi, dalle malattie alle disgrazie famigliari che andranno accumulandosi se lui non terr conto dei primi avvisi. Con landar del tempo, la collana pu perdere la sua forza e, in questo caso, bisogna procedere a un nuovo lavaggio delle perle. Date fisse non ci sono, lesaurimento delle virt delle perle varia secondo le circostanze.

    2 Il bori.

    Questa cerimonia stata pi o meno minuziosamente descritta da Manuel Querino e da P. Verger per Bahia e da Ren Ribeiro per Rcife e se ne trover pure qualche dettaglio nel reportage di Clouzot, il che ci permette di non perderci nei dettagli ma di andare subito allessenziale.

    Il nome popolare che si da a questa cerimonia ne dice bene la funzione e il significato centrale: dare da mangiare alla testa. La persona li descritta seduta su una stuoia ricoperta da un telo bianco, a dorso nudo con una semplice salvietta sulle spalle. Lofficiante, anche lui vestito di bianco per la circostanza, consulta per prima cosa gli oubis per conoscere la volont degli dei. Se costoro accettano la cerimonia, egli incomincia pronunciando le formule consacrate in lingua, per chiedere la benedizione degli Orish e quella delle anime degli antenati: tritura fra i denti delle noci di oubi e soffia, per tre volte, sulla faccia del paziente il contenuto della sua bocca. Nel frattempo coloro che assistono eseguono dei canti stabiliti e preparano diversi alimenti, di cui una parte sar offerta allOrish padrone della testa,

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  • unaltra ai morti , una sar messa sulla testa di colui che fa il bori e unultima sar cucinata per il pasto finale. Ci che pi importante che verr sacrificato un gallo; il suo sangue sar versato sulla pietra sacra del dio, sulla testa, il petto, i piedi e le mani del fedele e, siccome il gallo ucciso staccandogli la testa con violenza, si avvicina il collo della bestia, ancora scosso da movimenti spasmodici, da cui sgorga il sangue alla bocca del paziente che, con la lingua lo leccher per tre volte. La cerimonia termina dopo aver consultato ancora una volta gli oubis per sapere se gli dei sono soddisfatti e se vogliono accettare il rito celebrato cos come lassunzione di una parte delle offerte che sono state cucinate. Il fedele deve rimanere tutta la notte nella casa, con il pacchetto di cibo sulla testa, per dare il tempo al suo Orish di mangiarlo, mentre la sua faccia, le mani e i piedi sono ancora sporchi di sangue coagulato sulla sua pelle.

    Il bori (contrazione di obori) pu corrispondere a due fini diversi. Secondo Manuel Querino ha per obiettivo di ottenere la salute, e Ren Ribeiro, dopo aver definito lori come il vero spirito delluomo, aggiunge: La sua fragilit oggetto delle pi grandi preoccupazioni cos come quello di dare da mangiare alla testa si trovano periodicamente necessarie perch lindividuo non si indebolisca per via delle ripetute possessioni e possa offrire ancora resistenza allazione delle influenze magiche o delle entit malvagie. I due testi si completano, poich la malattia a cui si riferisce M. Querino, non che il segno dellindebolimento dellori il risultato delle influenze magiche o delle entit malefiche. Ma questo stesso autore, parlando in seguito dei rituali delliniziazione, fa questa riflessione, per noi importante: Ci sono delle persone che, per quanto appartengano alla setta, non vogliono danzare o cantare in pubblico, allorquando il Santo si presenti in forma inattesa. In quel caso non si fa la manifestazione, non si porta a termine il lavoro, si accorcia il cerimoniale sopprimendo la tonsura della testa e il pettinarla con leffun. Si vuole cos specificare che in fondo liniziazione di quegli adepti si riduce al bori e alleducazione religiosa. Lofferta alimentare alla testa, in quanto fortifica lori pu ben avere una virt profilattica o curativa; in quanto, per contro, lega per mezzo del sangue, la pietra dellOrish e lindividuo, cos come, per mezzo del nutrimento sacro, si legano dio, i morti, i membri presenti del Candombl e la persona che fa il bori, collegando ancora pi fortemente del semplice lavaggio della collana il fedele alla civilt africana. Si tratta infine dellinglobamento di coloro che saranno i servitori della setta, senza mai manifestare dei fenomeni di possessione.

    Il lavaggio della collana pu ridursi semplicemente a un bagno derbe sacre, senza spargimento di sangue; il bori ha bisogno del sacrificio di un animale a due zampe, il legame tra la pietra divina e lindividuo , di conseguenza, pi stretto. Il sangue di un animale a due zampe ha per meno forza di quello di un animale a quattro zampe il che fa si che la partecipazione resti meno pressante di quella che si verificher nel rituale delliniziazione dei figli degli dei. Nel bori il sangue che coler sulle pietra, sulla collana (se si fa il lavaggio della collana allo stesso tempo del mangiare sulla testa, come dalla descrizione del Verger) sar lo stesso di quello che leccato dal collo delluccello sacrificato, per cui la partecipazione avverr simultaneamente. Il lavaggio della collana, invece, si pu fare al di fuori della presenza di colui che la indosser (che non merita ancora di conoscere i segreti della setta) e il lavaggio della testa, o del corpo, si effettuer uno o due giorni dopo. Questa differenza di tempi vuol significare un legame inferiore della persona nei confronti della realt soprannaturale. Cos come lindividuo che da da mangiare alla sua testa non fa che succhiare il sangue tirando fuori la lingua dalla bocca, liniziato, come vedremo, infila il collo della bestia nella sua gola per inghiottire il sangue dellanimale a due zampe e in pi ricever quello degli animali a quattro zampe attraverso lorifizio praticato sopra il loro cranio. Tutto ci dimostra in definitiva che il bori occupa sicuramente una posizione intermediaria nel sistema dellunione degli uomini con le divinit, tra il lavaggio della collana e liniziazione propriamente detta.

    Non bisogna comunque dimenticare che, quando si tratta di religione afro-brasiliana cos ricca in rituali complessi, il bori potr o no includere questo o quellelemento proprio allo scopo a cui tende, e cio se si tratta unicamente di fortificare lo spirito in questione o, fortificando lo spirito, fare entrare la persona in pi stretto contatto con il mondo del Candombl. In ogni modo il sociale non fa altro che includere, nel dominio delle relazioni interpersonali, le leggi della vita mistica. I vari gradi di partecipazione al gruppo non fanno che seguire quelli della

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  • partecipazione delluomo con i suoi Orish. Le variazioni della solidariet sociale infine non sono che il riflesso e la conseguenza delle variazioni della solidariet che si stabilisce tra le persona e il mondo degli dei. E per questo che lo statuto del fedele nella setta cambia con la forza del legame che lo unisce a questo mondo. Ci che spiega, tra parentesi, perch lunione per mezzo del sangue di un animale a due zampe sia pi forte, che si esige che lo spirito del soggetto sia innanzi tutto fortificato per sopportare impunemente questa unione (ecco perch si hanno i due aspetti complementari del bori). In breve, la coerenza della societ religiosa, le forme e i processi delle relazioni tra i membri di questa societ, la loro partecipazione pi o meno importante al tesoro delle rappresentazioni collettive, i tipi di cooperazione, dipendono, in ultima analisi, dai prestabiliti legami religiosi tra i candidati alla vita del Candombl e le loro divinit. Non la morfologia sociale che comanda o spiega la religione, come diceva Durkheim, ma al contrario la mistica che comanda il sociale.

    3 - Liniziazione

    Il lavaggio della collana e il bori sono la parte obbligatoria delliniziazione, poich la partecipazione pi completa alla vita del Candombl ha forzatamente bisogno anzitutto del passaggio attraverso i gradi intermediari. Per cui la ragazza che si far iniziare indosser sempre la sua collana e per questo le dovr essere approntata. I riti delliniziazione sono, d'altronde, estremamente drammatici e non mancano, suscitando forze potenti e misteriose, di procurare danni allindividuo che vi si sottoporr e questa la ragione per cui necessario fortificare la sua testa perch questultima possa sopportare impunemente lo scatenamento delle forze. Pertanto il bori, in quanto rito profilattico e non semplicemente dincorporazione assolutamente necessario. Se, dunque, il lavaggio della collana e il mangiare della testa fanno parte della sequenza del cerimoniale delliniziazione, questultimo (il mangiare della testa), infinitamente pi ricco, pi complesso, poich lincorporazione al Candombl ne risulter ancora pi stretta.

    Clouzot da limpressione di pensare che liniziazione abbia per scopo il raggiungimento dellestasi. Se la possessione, scrive, non altro che una crisi isterica, perch a Bahia e solamente a Bahia c una tale proporzione di malati? La parte centrale delliniziazione consisterebbe dunque nel drogare i candidati con le erbe speciali, nel ridurli allo stato di automi, per tenerli cos in una specie di dominio ipnotico e fissare nel loro spirito mentre sono in quello stato di disgregazione mentale sotto leffetto di certe musiche e la transe, unassociazione assai pi forte dellopera di una suggestione e che la suggestione continui a funzionare anche quando lindividuo sia passato dallo stato ipnotico a quello di veglia. La sua conclusione un po confusa, poich tiene conto anzitutto del fatto che certi candidati sono stati posseduti da un santo selvaggio senza prima essere stati sottoposti alle prove preparatorie: Io penso che le prove a cui si sottomettono i iaos costituiscono il trattamento di certe nevrosi, ma un trattamento speciale poich, eliminando le fasi acute, esso contiene queste nevrosi e fissa le loro manifestazioni sotto determinate forme. Esempio: lepilettica entrata a seguito delle nostre figlie nella camarinha. Le sue crisi si erano immediatamente diradate per scomparire entro quindici giorni... Invece di abbandonarsi alle sue convulsioni lei si sollevava (o si riprendeva) ponendosi in stato di santit. Clouzot qui riconosce gi che liniziazione, lungi dal cercare di distruggere lindividuo per renderlo suggestionabile e soggetto a delle crisi di possessione, ha ben altro scopo e cio quello di controllare le sue crisi. Ma questo controllo egli lo vede ancora con locchio del medico psichiatra. Bisognerebbe quindi che, e il nostro autore sembrava allinizio respingere lipotesi, si facessero, delle centinaia di figli e di figlie degli dei che vivono a Bahia, degli epilettici, degli isterici o dei paranoici, in una parola dei nevrotici? Che la spiegazione data da Clouzot valga in certi casi noi non lo negheremo; ma la transe della possessione ha un carattere pi sociologico che patologico, come ben nota Herskovits, non bisogna dimenticare che queste transe sono un fenomeno normale per certe civilt, come quelle dellAfrica Nera, imposte dallambiente, e sono una forma di adattamento sociale a certi ideali collettivi. A noi spetta di studiare il cerimoniale delliniziazione senza etnocentrismo, senza scegliere tra gli elementi che lo costituiscono quelli che, secondo noi, sono pi importanti o pi chiarificanti, ma, al contrario, non trascurando

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  • nessuno degli aspetti della questione: il controllo della vita mistica, lassociazione dellindividuo con il suo Orish, lincorporazione di un nuovo membro nella confraternita religiosa, la morte e la resurrezione del candidato.

    Tutti coloro i quali hanno descritto liniziazione a Bahia hanno fatto iniziare la cerimonia con lentrata dei figli o delle figlie nel santuario dove questi o queste vivranno per parecchi mesi. Da tre a dodici, secondo i Candombl. Seul Verger, riferendosi allAfrica, vi introduce il cerimoniale della morte e resurrezione dellindividuo. La persona che stata posseduta da un dio selvaggio e si rotola al suolo, deve essere trasportata nella camera dove il babalorish uccider il dio, far cio ritornare il paziente al suo stato normale. Il rotolamento al suolo corrisponde allantica personalit e il rito delluccisione del dio corrisponde alla resurrezione; resta inteso che la persona che rinasce non pi quella di prima ma un nuovo io ormai divinizzato. Tuttavia , qualunque sia la volont dellOrish di montare luna o laltra persona come un cavallo, si manifesta spesso in quella patetica maniera (ne abbiamo dato prima degli esempi), si pu diventare figli o figlie del santo senza passare, a Bahia, attraverso la condizione preliminare del santo bruto. Se si scopre, ad esempio, una pietra dalle forme strane e in cui si crede di riconoscere il richiamo ancora misterioso di una divinit, come fu il caso di una certa Olympia, di cui Nina Rodriguez racconta la storia. Anche la malattia pu essere un segnale come il caso di un figlio di Omol che lo diventato dopo essersi preso il vaiolo. Alcune ragazze sono destinate dai loro genitori stessi, a far parte, fin dalla pi giovane et, della confraternita, senza che esse abbiano manifestato, con il loro comportamento, una qualsivoglia tendenza a cadere in stato di transe. Il che fa si che sia la morte che la resurrezione non avranno luogo che dopo lentrata nel santuario e sotto forma di una verifica, una specie di test, per sapere se lOrish daccordo che si proceda con la cerimonia.

    Nel lavaggio della collana e nel bori, la testa messa, per mezzo del bagno con le erbe o il sangue, in comunicazione con la pietra della divinit, ma quella pietra sar una pietra del pegi, ossia gi fatta. Nelliniziazione, al contrario, sar necessario preparare unaltra pietra, la pietra personale delliniziato, quella di cui si dovr prendere cura per tutto il resto della vita e alla quale si dovr dare da mangiare. Una frase di Nina Rodriguez dice: La fabbricazione del santo comprende due operazioni distinte ma che si completano, la preparazione del feticcio e liniziazione o la consacrazione del suo possessore. Infatti si pu separare i due rituali per semplificarne la descrizione, pur essendo essi pi che complementari ma intrinsecabilmente legati. Lincorporazione dellindividuo alla vita del Candombl infatti, come abbiamo detto, la conseguenza del suo legame con lOrish e che la forza dellOrish nella pietra. Tutto quello che possiamo dire che questa preparazione e questa partecipazione del feticcio, come lo chiama Nina Rodriguez per la testa e ha luogo allinizio stesso del cerimoniale delliniziazione. Nel corso delle prime tappe.

    Si incomincia naturalmente, e questa la funzione del babala, con la consultazione delle conchiglie divinatorie per sapere qual la divinit che richiede liniziazione della candidata. Quando si conosce il nome dellOrish, allora si procede con lentrata nel santuario. Nelloscurit, spesso luminosa ai Tropici, della notte, la candidata fa un bagno in una sorgente sacra, si toglie i vecchi abiti prima di entrare nellacqua e ne indosser dei nuovi quando uscir dal bagno. E cos simbolizzato, con il bagno lustrale e il cambio di vestiti, il passaggio dalla vita profana a quella mistica. Al suo rientro nel santuario la ragazza solennemente ricevuta dai dignitari della setta e viene fatta sedere su una panca o sedia mai usati prima. Lo si pu quasi chiamare un tipo di rito di incoronazione.

    Si prepara la pietra. La preparazione o lavaggio della pietra una cosa assai complicata in cui il Pre du terriero mette tutta la sua scienza e tutta la sua abilit: la pietra del fulmine di Shang, per esempio, deve essere immersa in un bagno di olio di palma e d erbe sacre: quella di Yemanj nel miele, farina di mais, ecc. La pietra sar quindi messa in contatto con lindividuo e la collana che egli indosser. Prima di inoltrarsi ancora nel dedalo dei rituali, si celebra un bori per fortificare la testa, renderla capace di sostenere senza danni le crisi ripetute e prolungate che seguiranno. D'altronde, se necessario, degli altri rituali del mangiare sulla testa avranno luogo in seguito. Il bori allo stesso tempo che rende la persona adatta a continuare senza danni liniziazione, riunisce ancor pi strettamente, e lo abbiamo

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  • dimostrato, la pietra, la divinit, il candidato e il gruppo sociale che forma il Candombl. Bisogna aggiungere che questa pietra non sar subito dimenticata, le si offrir una parte degli alimenti, degli animali sacrificati, del sangue versato di modo che la fabbricazione della pietra, o come si dice la fissazione dellOrish dentro di essa segua passo a passo tutte le tappe della parallela fissazione dellOrish nella testa delliniziato. Per quanto si possa affermarlo trattandosi di cerimonie interdette ai profani, i due movimenti sono simultanei, la pietra entra nel pegi allo stesso tempo che lindividuo entra nella setta; le due incorporazioni coesistono e traducono la stessa partecipazione, quella delloggetto e del suo proprietario, in una identica realt soprannaturale.

    Il babala pu, a volte, sbagliarsi nella consultazione della scelta (del dio), ma ci accade raramente ed io so solo di un caso controverso: quello di una figlia di Esh, ma era lei che era scontenta della scelta del suo santo e si professava figlia di Ogun. Il babalorish insisteva invece che S era proprio una figlia di Esh. Ad ogni modo non si pu mai essere certi, al primo colpo, che il babala non si sia sbagliato, se cos fosse, lerrore sarebbe molto grave perch il vero Orish del cavallo non mancherebbe di manifestare il suo malcontento vedendo che i sacrifici e gli alimenti vadano ad un altro invece che a lui, egli, per vendetta scaglierebbe una malattia o la maledizione sul cavallo in questione e fu ben per questo che S era malata e si giudicava mal fatta. Per evitare questi casi di falso riconoscimento che obbligherebbero lindividuo a praticare delle operazioni costose e difficili si fa loperazione del togliere il santo dalla testa e subito metterne un altro; questa operazione va fatta nei primi stadi delliniziazione, per evitare tutta una serie di rituali di conferme. E Edison Carneiro che, per primo, ha attirato lattenzione degli studiosi su questa parte delliniziazione, ma sembra che alcune sequenze del rituale che erano state descritte prima di lui non siano altro che dei tests di verifica di cui gli autori ignoravano la vera funzione. I candidati sono fatti davvero danzare al suono dei tamburi sacri e, allorquando si ode il leit motif del suo Orish, il suo cavallo deve anchesso cadere in transe. Se non avviene la transe si ricomincia con il cantico 7, 14 e fino al 21 in tutto e, se la candidata non ha ancora ricevuto il suo dio al ventunesimo cantico si pu dedurre che vi sia stato un errore. Ben inteso questo un rito preliminare perch se il dio si fosse gi inserito nella testa, non ci sarebbe pi niente da fare. Questa verifica non va confusa con la prova del fuoco che una prova finale e che consiste nel mettere le mani tra le fiamme o inghiottire un carbone ardente; questo rito che non sembra obbligatorio, ma che, tuttavia, di sovente praticato (si pu verificare pure durante le cerimonie pubbliche oltre che nell iniziazione) ha per scopo di rendersi conto della veridicit della transe e a smascherare i possibili casi di simulazione. E chiaro che, dal momento che le figlie degli dei non devono sapere quello che si sta producendo su di esse nel corso delliniziazione, ma che devono aver dimenticato tutto al momento del loro ritorno alla vita profana, necessario e utile verificare che siano nellincoscienza pi completa prima di procedere con tutte le ultime cerimonie. Ma, come si vede, si tratta allora di verificare lautenticit di uno stato psichico e non della personalit o dellidentit del vero dio.

    La penetrazione dellOrish nella testa di suo figlio avviene lentamente, passo a passo, a cominciare dallentrata nel santuario fino allo sprofondare nelle tenebre che ne segna la fine. Il carattere progressivo di queste tappe si manifesta attraverso un insieme di simboli: i capelli sono dapprima tagliati con le forbici e poi rasati. Il cranio quindi irrorato con il sangue delle bestie a due zampe e poi di quelle a quattro; la pelle prima tatuata e poi incisa, ecc. Durante tutti questi passaggi, la candidata vive in una piccola stanza detta camarinha, in portoghese, aliach in africano, e di lei si prende cura la sacerdotessa di secondo grado detta la piccola madre. Inoltre non pu comunicare con i visitatori del Candombl se non battendo le palme delle mani le une contro le altre, il che si chiama il pa e non pu parlare con loro. Porta, a volte, legato al collo del piede un braccialetto fatto di sassolini (simili ai granelli della grandine) detto il shar.

    Ognuno di questi passaggi inizia con un sacrificio a Esh, poich lui lintermediario obbligatorio fra gli uomini e gli Orish; un altro sacrificio si fa agli Eguns, vale a dire non a tutti i morti in generale, ma ai soli antenati della candidata. Nel corso di tutta la prima cerimonia i capelli sono tagliati solo con le forbici, per facilitare la discesa del dio, la testa irrorata con il sangue degli uccelli e, preferibilmente, con un infuso di erbe del suo dio, la ragazza cade allora

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  • in stato di transe. E durante questa prima cerimonia che si effettua subito il bagno, quindi il cambio degli indumenti e lincoronazione (letteralmente la seduta sul trono) di cui abbiamo gi parlato; il tutto di solito allo stesso tempo del lavaggio della collana: il bori, per questa prima incorporazione della divinit, operazione che, come si vede, ancora un leggero preambolo, dato che la conferma del babalao non ancora avvenuta.

    Tra questo primo incorporamento (della divinit) e lultimo, passeranno diversi mesi in cui ci saranno i rituali di passaggio per usare lespressione di Van Gennep, prima di arrivare alla conferma di cui si diceva prima. E durante questo periodo di passaggio intermediario che si procede alleducazione della sposa dellOrish, come ormai viene chiamata la ragazza: ya oppure yau. La candidata conosce gi i canti e le danze, poich fin dalla pi tenera et ha vissuto allombra del Candombl, ha assistito alle feste e conosce bene i procedimenti ma deve approfondire la sue conoscenze e passare dal sapere empirico a quello organizzato. Deve imparare delle parole nag, i miti che spiegano la religione e familiarizzarsi con i doveri e gli obblighi del suo futuro incarico. E la scuola della foresta trapiantata dallAfrica a Bahia in Brasile. Il termine esatto: uno dei miei informatori confronta il periodo che liniziata trascorre nellaliach con la scuola primaria e dice che linsegnamento dura per tutta la vita. Se si vuole poi raggiungere gradi pi elevati nella gerarchia si deve frequentare una scuola secondaria Durante questo periodo il corpo della yau , come del resto lungo tutte le tappe di questo passaggio in cui una personalit morta senza essere rimpiazzata da una nuova, in un tale stato di vulnerabilit che ha bisogno di tutta una serie di eho (tab) di cui alcuni dovranno essere rispettati per tutta la sua vita come, ad esempio, certi cibi proibiti del suo Orish; altri tab non dovranno pi essere osservati passato un certo periodo. Si tratta di interdizioni di ordine alimentare, ma soprattutto sessuale. Durante tutta liniziazione si deve rimanere puri di corpo cio non avere alcuna relazione con uomini. Ancora una volta, tra parentesi, si sfata la leggenda ancora presente presso i bianchi secondo la quale laliach la stanza delle orge e il babalorish, approfittando dello stato di sottomissione e incoscienza di quelle ragazze, abusi di loro. Se dei fatti simili sono accaduti, ed possibile che si, si trattato forse di terriero in disfacimento e non di certo di quelli tradizionali. Lo stesso babalorish avrebbe troppa paura, violando un tab, di attirarsi la collera divina per cui la punizione sarebbe immediata. Le giornate si susseguono: al mattino, alle prime luci dellalba, la yau accompagnata dalla piccola madre si avvia a prendere il suo bagno alla fonte sacra, in modo da evitare incontri spiacevoli. L si sveste completamente mentre la piccola madre la friziona con il sapone della Costa. Finite le abluzioni rientra nel santuario per apprendere i segreti del Candombl. Il termine segreto non poi la parola cos esatta perch non si tratta di insegnamenti esoterici, le si insegna unicamente quello che il suo futuro stato di figlia di santo vorr dire. La ragazza partecipa alla confezione delle vesti liturgiche che indosser al momento della cerimonia di uscita, abiti che sono custoditi nel terreiro. A volte la monotonia delle giornate interrotta da cerimonie come quella della conferma del nome dellOrish padrone della sua testa.

    Tutta questa parte delliniziazione, cos come quella che seguir subito dopo posta sotto il segno di Oshal, poich si tratta di un rituale di creazione, di modellare una nuova personalit e Oshal giustamente il dio della creazione, a lui che stato dato il compito di fare la terra e il mare dalla divinit suprema Olorun; Oshal per non riuscito a compiere del tutto la sua opera avendo bevuto troppo vino di palma durante il suo viaggio e non ne uscito che con laiuto di Ododua, uno dei creatori del mondo, ma in tutti casi lui solo che ha fatto luomo che lo abita, che ha formato la prima coppia: Okikischi e Iffe ed dunque Oshal che presieder a tutta la parte delliniziazione che segue i riti preliminari dellentrata nel Candombl e la sua importanza simboleggiata dal fatto che la ragazza indossa vestiti bianchi, e il bianco il colore di Oshal.

    Terminato il periodo di tirocinio, confermato lOrish, non resta che fissare pi saldamente e definitivamente il dio alla testa. Si incomincia, come nella prima parte, a offrire sacrifici a Esh e agli Eguns; il cranio della ragazza quindi completamente rasato con un coltello vergine, sovente la depilazione completa; non solo i capelli ma le ascelle, il pube e tutte quelle parti del corpo che possano permettere al dio di entrare attraverso qualsiasi orifizio. Cos affermano alcuni abitanti di Bahia, ma io penso che sia pi logico dire che, cos riportata a una condizione infantile, la ragazza diventi simile a una creatura pronta per nascere a nuova vita. Questo

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  • pensiero mi venuto dal fatto che ho visto delle ragazze nella camarinha, nel preciso momento delliniziazione, sdraiate per terra, avvolte in un velo bianco che, stranamente, assomigliavano a delle larve in attesa del momento della loro metamorfosi e cio nel diventare farfalle. Dopo la depilazione si procede al lavaggio della testa con infusi di erbe; altre erbe sono infilate nella bocca della ragazza per essere inghiottite. Il lavaggio molto importante perch quello che determina la possessione. La preparazione degli infusi gelosamente custodita come un segreto. Manuel Querino afferma che nella preparazione ci sia la maconha (o liamb), pu darsi. Molte volte ho visto anche del succo di jurema che avevano dei sacerdoti (che per erano di etnia Bant). Sia luna che laltra pianta hanno effetti tossici e agiscono sul sistema nervoso. Non basta per che la yau sia posseduta, bisogna che lo sia anche il padrone della sua testa. E per questo che linfuso cambia sovente il dio, ogni dio ha le sue foglie speciali. Questa precauzione non ancora ritenuta sufficiente: sul cranio liscio viene disegnato con lefum (polvere bianca sciolta in acqua) un disegno simbolico della divinit. E questa la ragione dellimportanza, giudicata primaria dai sacerdoti, dell efum. Il rito, in qualche modo, individualizza la forza divina che si scatena nel corpo della paziente. Nina Rodriguez ci da una buona descrizione di questo disegno: il disegno vuole rappresentare un elmo con raggi divergenti che partono da un primo cerchio tracciato sulla parte superiore del cranio e che vanno verso lesterno, concentrici nel primo cerchio, altri di diametro gradatamente pi grande si susseguono a breve distanza fino al limite massimo della circonferenza della testa. Bisogna specificare che il cerchio superiore delimita il punto attraverso il quale passer il dio per prendere definitivamente possesso del suo cavallo. Altri disegni vengono tracciati, come io stesso ho visto, ad esempio, la doppia ascia di Shang o larco e le frecce di Oshossi. Si uccidono poi degli animali a due zampe il cui sangue sar sparso sul capo e le spalle della ragazza e, quando si sar coagulato, cosparso con le piume delluccello. La yau , in quel momento, in uno stato tale di incoscienza cha si pu impunemente incidere sulla sua pelle, con la lama di un rasoio vergine, dei tatuaggi della nazione a cui appartiene il Candombl. Le figlie di Geg hanno sulle braccia una croce e sette barre verticali. Quelle di Quetu una croce e tre barre verticali. E in questo momento che avviene la prima uscita pubblica, solo le persone gi iniziate vi possono assistere.

    Ci permetteremo di riportare la descrizione di questa prima uscita prendendola dal racconto che ne fa Nina Rodriguez, poich noi non abbiamo mai avuto lopportunit di assistervi: Lorchestra, composta da cinque tamburi e quattro calabasse (zucche) Linvocazione al dio cominciava nella sala dove mi trovavo. A un segnale, o ordine, del direttore dellorchestra i tamburi furono riuniti al centro della sala e, a lato fu posto un piatto di obi (noce di cola) e delle monetine, cos pure un vaso contenente lacqua del dio presa dal santuario. Il direttore si alz fece un piccolo inchino piegando il ginocchio sinistro e si concentr come se pregasse. Poi prese il vaso lanciando un po dacqua su ogni lato dei tamburi, prese poi una manciata di obi e se la mise in bocca, la mastic e poi rivolt i tamburi e sput su ognuno di essi dellobi masticato. Fece un processo analogo con le zucche e poi fece girare il piatto con lobi tra tutti i musicisti che , presa anche loro una manciata di noci, se la misero in bocca e la masticarono. Musica e canti incominciarono quindi a invocare e chiamare il dio. La candidata, sotto leffetto di quel richiamo musicale, ricade nello stato della possessione da cui era uscita un po prima solo per entrare nello stato detto di er (di cui parleremo pi a lungo in seguito). La crisi pu essere pi o meno violenta ma meglio che non lo sia troppo a quel punto del cerimoniale. Se fosse troppo drammatica vorrebbe dire che il lavaggio della testa stato troppo forte, in quel caso, come mi diceva un informatore, bisogner modificare la composizione (dellinfuso) e aggiungere delle foglie che stemperino la potenza delle prime. In tutti i casi, il babalorish se vede che la transe troppo pronunciata, manda via il dio immergendo le mani nellacqua fredda (come abbiamo gi accennato gli Orish aborrono lacqua fredda) e tocca la testa, i seni, la nuca e i piedi della yau. Latto di mandare via il dio un momento pericoloso, si deve vigilare, affinch una persona malintenzionata non approfitti delloccasione per dare un piatto o una bibita contrarie alla divinit della candidata, altrimenti questa perder luso della parola, non avrebbe pi controllo sulla sua testa e si darebbe allabuso di bevande alcoliche.

    La seconda uscita ha luogo nove giorni dopo seguendo sempre lo stesso rituale, con la sola differenza che, questa volta, lefun si fa con della polvere blu e rossa invece della creta bianca.

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  • La terza uscita che si far il diciannovesimo giorno dopo preceduta dal gran bagno di sangue, il sundid degli Africani e, questa volta, come noi abbiamo visto, non si tratter pi di sangue duccello ma di quello di bestie a quattro zampe. I tamburi suonano fuori dellaliach, tutte le porte sono chiuse, non si pu assolutamente vedere quello che succede dentro. Alla yau viene versato sul dorso nudo il sangue di una capra o montone che schizza dalle teste tagliate. Le si fa sulla sommit del capo, un piccolo buco con un coltello vergine, esattamente dentro il cerchio che le era stato disegnato prima. Tutto ci avviene, ben inteso, nella completa incoscienza della ragazza. Questa la discesa nelle tenebre pi spesse, nella notte totale dello spirito. Il corpo poi dipinto con polvere bianca dalla punta della testa al pube, braccia e avambracci compresi, ma questa volta lefun disegnato in piccoli cerchietti rossi in forma di pallini. A che cosa si deve questo cambio di disegno? Se mi si permette una supposizione: i pallini bianchi sono in Africa una delle caratteristiche di Oshum e Oshum la dea dellamore, non sar forse che questo sia il mezzo per manifestare simbolicamente che la fabbricazione della nuova personalit da parte di Oshal terminata e che il momento del suo poter procreare arrivato? Forse una semplice supposizione la mia che non mi mai stata confermata, ma se Oshum la dea dellamore voluttuoso e le donne sterili la pregano per avere figli, questa potrebbe essere la spiegazione del rito.

    Questultima uscita che segue il bagno di sangue e lapertura del buco sul cranio che indica il cammino attraverso il quale passer lOrish, ogni volta che vorr manifestarsi, si chiama il dono del nome. Il dio della persona stato infatti spedito in Africa per cercare il nome della nuova personalit che sta per nascere. Si sa che ogni cambiamento di personalit si traduce in un cambio di nome. La babala o il babalorish verificano se il nome portato dal continente nero adeguato, bisogna che ci sia identit tra la risposta dIfa e lintuizione della yau in stato di transe. Questo nome comporta sempre tre parole, ad esempio:

    Shang Atara Mozambi

    Il primo nome quello generico del dio, ma la divinit assume delle forme multiple per cui bisogna scoprire di quale Shang si tratta e questa la funzione del secondo appellativo. Il terzo determina la regione di provenienza e, nellesempio che riportiamo qui, inaspettatamente, questa regione niente di meno che il Mozambico!

    La cerimonia del dono del nome o, in africano: runk pubblica e di una grande bellezza: ecco lentrata rituale della novella iniziata avvolta da un grande velo bianco, ala che forma su di lei come una cupola trionfale. La folla assiepata in torno e getta fiori sul corpo della giovane ancora tutta tremante e scossa da convulsioni divine. Il corpo della yau piegato ad angolo retto, le braccia penzolanti con le mani che quasi sfiorano la terra, esattamente come un bimbo appena nato e che non ha ancora la forza di assumere la posizione eretta. Due ekedy sostengono i suoi passi malfermi, luno a destra e laltro a sinistra e asciugano con un lino bianco il sudore che cola dal suo viso. Le yau appena iniziate fanno tre apparizioni successive quella stessa sera e queste tre apparizioni condensano e riassumono simbolicamente linsieme del cerimoniale delliniziazione. Durante la prima indossano il vestito di tutti i giorni e questo vuole ricordare il passato che esse stanno lasciando andare, nella seconda giornata sono vestite di bianco e questo simbolizza la loro nuova creazione appena conclusa, come si detto, sotto il segno di Oshal. Nellultima apparizione invece, indossano ognuna il costume liturgico proprio del loro Orish, affermando con questo che esse incarnano ormai quel dio dentro la loro testa. E durante questultima entrata nel salone del ballo che il babalorish, oppure la piccola madre le prendono una dopo laltra per farle girare su se stesse. Allora, improvvisamente, i corpi si raddrizzano, il cavallo fa salti alti nellaria e, tra gli ok, gli applausi e il rullio festoso dei tamburi, ognuna grida alla folla il suo nuovo nome di sposa della divinit.

    E ovvio che, dopo uno sposalizio cos mistico, non possibile ritornare bruscamente al mondo profano. Durante liniziazione la vecchia personalit stata spezzata, distrutta e annichilita per essere rimpiazzata da una nuova. Questo nuovo io non sa nulla del mondo in cui, da adesso in poi, dovr vivere. Si tratta ora di impararlo, daltra parte, questa nuova personalit appartiene a colui che la ha fabbricata, il babalorish o la Ialorish, ma bisogner pure essere reintegrati nella societ ordinaria e rientrare nella famiglia dorigine. In ultimo, liniziazione

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  • costa cara, diverse decine di migliaia di franchi ci saranno da pagare. Si procede allora alla cerimonia del panan che ha luogo la domenica pi vicina e che risponde a questa triplice finalit: riappropriamento della vita quotidiana, passaggio dalla societ religiosa alla societ domestica, una vendita di oggetti e un contributo della collettivit alle spese e al prezzo del rituale. Questa nuova cerimonia che conclude il ritmo delliniziazione ci fa passare, in qualche modo, dalla tragedia alla commedia. Bench sia una cosa seria (la transizione da una realt ad unaltra certamente qualcosa di serio che va fatta secondo le regole per essere effettiva) questa cerimonia permette alle yau di manifestare in pubblico quel delizioso senso dellumorismo africano che non ancora stato studiato a fondo.

    In questa cerimonia del panan si possono distinguere tutta una serie di rituali; per primo, re introducendo le figlie degli dei nel mondo, bisogner far loro comprendere, innanzi tutto, che esse non smetteranno di appartenere per questo al Candombl e che i sacerdoti, non tanto perch sacerdoti, ma come rappresentanti della divinit, devono essere sempre rispettati e obbediti. E il rituale della fustigazione. Cos i diversi dignitari del terriero frustano, simbolicamente, la yau. Il riappropriarsi delle attivit quotidiane avviene in quel primo momento: la yau lo fa con laiuto di qualche gesto rappresentativo come: cucinare un piatto, lavare un panno sporco, fare il mercato, dedicarsi alla toilette personale, simulare latto sessuale, il dormire, cullare un bambino, passeggiare in citt con suo marito, spazzolare gli abiti al rientro a casa, fumare persino una sigaretta, ascoltare la radio o andare alla messa cattolica. La terza parte del panan lacquisto della ragazza da parte della famiglia. Herskovits descrive questa cerimonia come una specie di caccia al padre, il marito o un ogan del terriero soprannominato: lo schiavo di Ogun senza dubbio per manifestare il carattere guerriero del rituale che una specie di persecuzione o razzia. Ma il padre o il marito , prendendo cos possesso della yau, devono prima di tutto riscattarla, donando una somma, convenuta in anticipo, al sacerdote capo del Candombl. Questo acquisto pu avere cos una forma di offerta fittizia. Qui di seguito, nella descrizione che ne fa Manuel Querino, c il momento in cui, mescolandosi alla gente del mercato, i o il parente della ragazza fa la raccolta di fondi per il riscatto: "Si allestisce un negozio ben assortito di frutta, carni, pesci, legumi, utensili di uso domestico come, ad esempio, ferri da stiro, gavette, legna o carbone ecc..". Inoltre sono esposti oggetti fabbricati dalla yau stessa durante il suo periodo di reclusione; acquistando questi oggetti, al medesimo tempo si acquista la ragazza, o meglio, se la vendita fatta a parte, questa serve a pagare una parte delle spese delliniziazione. Naturalmente questo riscatto della nuova figlia degli dei lo possono fare soltanto il padre o il marito (se la ragazza sposata), o il fidanzato se le nozze sono vicine. Solo nel caso che la ragazza sia orfana o troppo giovane per prendere marito, unaltra persona potrebbe pagare il prezzo ed acquistare cos il diritto di prenderla. In questultimo caso, chi lacquista deve essere una persona gi conosciuta ed autorizzata dal babalorish sia per la sua moralit che per la sua situazione finanziaria.

    C un altro aspetto del panan che ben caratterizza il suo ruolo di rito di transizione e che a me sembra, tutto sommato, essenziale; mentre nelle altre cerimonie pubbliche di iniziazione la ragazza in stato di transe, qui lei sembra in uno stato detto di r, che una specie di estasi calma e infantile. Lr qui considerato come una forma intermediaria tra la possessione da parte dell Orish e lo stato normale. Questo dimostrerebbe che la divinit in via di lasciare il suo cavallo progressivamente. Quando la cerimonia sar terminata, la ragazza sar pure lei ritornata alla sua piena coscienza, ma passer ancora una notte nel Candombl. In seguito, e con gran pompa, la si accompagner da colui che la ha acquistata.

    Comunque per un anno intero lei rester un essere marginale, appartenendo sia a chi la ha acquistata, ci vuol dire alla sua famiglia legale, sia al sacerdote che la ha fatta. Questa sottomissione al babalorish simbolicamente rappresentata da una collana speciale detta kl che la ragazza deve indossare, questa collana volgarmente chiamata cravatta dellOrish. Dopo un anno, o in certi terreiros pi tolleranti solamente dopo tre mesi, la ragazza va a deporre la collana ai piedi della pietra del suo dio, nel corso di una cerimonia che pu anche essere pubblica. Ci non significa che lei cessi dobbedire ai sacerdoti del Candombl, ma questa obbedienza si restringe al solo cerchio delle obblighi religiosi, perch lei adesso completamente libera nella sua vita civile. Infatti, come abbiamo visto prima,

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  • durante il suo soggiorno nellaliach, la ragazza non apparteneva pi a se stessa e il rumore che faceva lo shar legato alla sua caviglia era il suono sonoro del fatto che la sua sottomissione era completa sia fisicamente che spiritualmente a colui il quale laveva fatta. Questa sottomissione era troppo forte perch potesse cessare dun sol colpo e, cos come da uno stato di transe la ragazza passa a quello di r prima di ritornare al suo stato normale, cos lappartenenza al suo creatore si dilegua poco a poco. Labbandono del kl non che lultima tappa di questa progressiva liberazione.

    Tutti i Candombl hanno una loro riserva di figli e di figlie, che possono un giorno farsi iniziare oppure occupare delle funzioni importanti dentro della setta, senza necessit di ricevere il loro dio e costoro sono chiamati abi. Gli abi fanno parte del Candombl, hanno praticato i riti del lavaggio della collana e del bori. Li classificheremo quindi in un gradino pi basso della gerarchia sacerdotale.

    Quando la cerimonia delliniziazione compiuta, o si yau o sposa di dio. Quindi un gradino superiore certamente ma non lultimo. Nel corso della sua vita questa yau attraverser effettivamente tutta una serie di metamorfosi, delle quali ognuna segner una pi ampia conoscenza dei segreti della setta. Dopo sette anni lei diventer vodum e questa promozione sar resa pubblica per il fatto che lei indosser una collana speciale : la rungf fatta di perle rosse e grani di corallo intrecciati se lei appartiene alla setta gg (dahomenne), oppure ebmin se fa parte della nazione nag.

    Solamente a quel punto e cio quando la ragazza diventata ebmin, potr essere scelta per occupare una funzione ben specializzata dentro del santuario, pi importante del ricevere il dio, che le conferir unautorit superiore a quella della semplice yau. Pu diventare dag o, se di grado pi giovane, sidag, specializzata nella preparazione del pad di Esh; pu aiutare i sacerdoti durante il servizio religioso come iy mr, pu essere inviata alla cucina per preparare degli alimenti speciali delle diverse divinit e diventare cos iy bass. Se poi ha una bella voce e buona memoria, potr diventare iy tbsh e prendere liniziativa di scegliere i canti e lanciarli ai musicisti e ai danzatori, sia nelle feste pubbliche che in quella private. La iyalash ha, secondo me, unimportanza ancora maggiore, poich, cos come indica il suo nome, lei che ha cura dell ash, cio delle pietre sacre del pegi, degli alimenti che vengono loro offerti (alimenti che restano li una settimana prima di essere sostituiti) e della pulizia del santuar