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Periodico trimestrale - Anno 2015 - N. 1/2015 - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 dcb Venezia 30125 Venezia, S. Polo 135 - 041 5224745 - C/C post. 18513309 - Reg. Trib. Venezia 26-5-1965 n. 382 Realizzazione: Editgraf, Venezia - info@editgraf.com Canaletto, San Giacomo di Rialto, 1725-30, Gemäldegalerie, Dresden SEDE PRESIDENZA UFFICI VISITA IL NOSTRO SITO: www.misericordiavenezia.org e-mail: info@misericordiavenezia.org TROVERAI NOTIZIE AGGIORNATE Lun/Sab 9-12 Un aiuto agli anziani Lun/Ven 9-12 - 16-18 Giovedì 15-16.30 SQUADRA PRIMO SOCCORSO AMBULATORIO per visite di medicina di base e specialistiche gratuite su prenotazione telefonica 3460473974 041 5224745 041 2410347 Lun/Sab 9-12 Un sorriso per i bambini SEZ. «ARCOBALENO» 041 5224745 041 2777362 IL NEWS MAGAZINE DELLA MISERICORDIA DI VENEZIA Buon 2015

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Periodico trimestrale - Anno 2015 - N. 1/2015 - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n°46) art. 1 comma 1 dcb Venezia

30125 Venezia, S. Polo 135 - � 041 5224745 - C/C post. 18513309 - Reg. Trib. Venezia 26-5-1965 n. 382

Realizzazione: Editgraf, Venezia - [email protected]

Canaletto, San Giacomo di Rialto,

1725-30, Gemäldegalerie, Dresden

SEDE PRESIDENZA UFFICI VISITA IL NOSTRO SITO:www.misericordiavenezia.org

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TROVERAI NOTIZIE AGGIORNATE

Lun/Sab 9-12

Un aiuto agli anziani

Lun/Ven 9-12 - 16-18

Giovedì 15-16.30

SQUADRA PRIMO SOCCORSO

AMBULATORIO per visite di medicina di base especialistiche gratuite su prenotazione telefonica

3460473974

041 5224745041 2410347

Lun/Sab 9-12Un sorriso per i bambiniSEZ. «ARCOBALENO»

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sommario n. 1-2015

NEWS SODALIZIO- SABATO 18 OTTOBRE 2014:

festeggiato il “MISERICORDIA DAY” – Festa del Volontariato pag. 4- SCAMBI CULTURALI: DAL 21 AL 26 OTTOBRE 2014 con dieci studenti

della “United World College of Maastricht” (Olanda) pag. 7- DOMENICA 14.12.2014: Consegna “PREMIO DELLA BONTA’

dall’U.N.C.I. alla Misericordia pag. 8- VENERDI’ 12 DICEMBRE 2014: Cerimonia di chiusura del 10° Corso di Primo Soccorso pag. 9- Finalmente assegnato il Correttore (Assistente Spirituale)

all’Arciconfraternita: DON DIEGO SARTORELLI pag. 16

NEWS SEZIONI INTERNE- Consuntivi 4° trimestre 2014 sezioni interne: “Filo d’Argento”, “Arcobaleno”,

“Ambulatorio” e “SQUADRA DI PRIMO SOCCORSO”. pag. 18

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IN QUESTO NUMERO:- Elezioni comunali a Venezia: inizia l’assalto alla diligenza di Maurizio Del Maschio pag. 26- 25 Novembre 2014:

Giornata Mondiale contro la violenza alle donne di Giuseppe Mazzariol pag. 28- Non avere paura! di M.Chiara Klinger Mazzarino pag. 30- Troppa scherma!! di A. Debora Turchetto pag. 32- Fiaba di Natale di Giampaolo Contemori pag. 33- L’angolo del geriatra di Giancarlo Bottecchia pag. 34- Giuseppe Mazzariol e Venezia,

città che non sogna più!!! A 25 anni dalla scomparsa di g.m. pag. 36- Parlare a vanver di Francesco Bergamo pag. 39- L’angolo dello spritz di Giampaolo Contemori pag. 40- Antonio Marinetti detto “Il Chiozzotto”

e S. Pietro Martire fondatore della più antica Confraternita sorta in Firenze nel 1244 di Giuseppe Mazzariol pag. 42

- Forse a Verona sorgeràil primo cimitero “verticale” d’Europa di Giuseppe Mazzariol pag. 44

- Andar per mostre e musei di M. Teresa Secondi pag. 45- Riflessioni di alcune Scuole Grandi-Arciconfraternite

di Venezia per le vicissitudini vissute dalla città nel 2014 pag. 48- Le ricette di Nonna Silvana di S. M. B. pag. 50- Proverbi e detti veneziani a cura di G.M. pag. 50

Direttore Responsabile: GIUSEPPE MAZZARIOLCollaboratori e grafici di redazione: ROBERTA FALCIER, MARINA MUSACCO

Direzione e redazione: Venezia – S. Polo, 135 – Tel. e fax 041.5224745 e-mail: [email protected]: www.misericordiavenezia.org

Gli articoli firmati riflettono soltanto l’opinione degli autori.

4 IL MESSAGGIO N. 1 -2015

NEWS sodalizio

SABATO 18 OTTOBRE 2014MISERICORDIA DAY – FESTA DEL VOLONTARIATOSabato 18 ottobre ha avuto luogo la Festa del Volontariato denominata “MISERI-CORDIA DAY”. Come da programma, la manifestazione è iniziata sin dal mattinocon l’apertura al pubblico dell’ambulatorio per la rilevazione gratuita dei parametrivitali, alla presenza dimedici, infermieri e soccor-ritori, tutti volontari. Nelpomeriggio sono seguitedelle esercitazioni simulatein strada, alcune delle qualiimprovvisate anche con lapartecipazione di comunipassanti. Alle 18 il “MISE-RICORDIA DAY” si èconcluso con una solenne liturgia eucaristica presieduta da Mons. Angelo Pagan.Vicario Generale della Diocesi di Venezia, concelebrata da don Vittorino Ghenda,Correttore delle Misericordie del Nord Est e dal Rettore di S. Giacometto Don AldoMarangoni, alla presenza di autorità civili e militari e del Presidente Nazionale dellaConfederazione Misericordie d’Italia, Roberto Trucchi.

IL MESSAGGIO N. 1 - 2015 5

NEWS sodalizio

6 IL MESSAGGIO N. 1 - 2015

NEWS sodalizio

IL MESSAGGIO N. 1 - 2015 7

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SCAMBI CULTURALI: DAL 21 AL 26 OTTOBRE 2014

DIECI STUDENTI della “United World College ofMaastricht” (Olanda), hanno partecipato dal 21 al 26 Ottobre2014 all’“International Project Week in Venice” in collabora-zione con la “Misericordia di Venezia.La Misericordia di Venezia ha aderito anche quest’anno, conentusiasmo, alla richiesta degli studenti della Scuola UWC

Maastricht di assisterli per alcuni giorni nelle attività di volontariato svolte dalle nostresezioni interne. Non si pensava comunque che questa esperienza, indubbiamente impor-tante per loro, potesse coinvolgere così tanto anche noi che li abbiamo seguiti passo passodurante tutto lo svolgimento del progetto. Sono ragazzigiovanissimi di 17/18 anni ma molto maturi, più della loroetà, che per essere stati ammessi alla Scuola UWC diMaastricht hanno dovuto affrontare una dura selezionenei loro Paesi. Scopo di questa Scuola è di educare i gio-vani all’unione dei popoli, delle nazioni e delle cultureper un futuro sostenibile per il nostro pianeta.Accompagnati dai nostri coordinatori di sezione hanno frequentato le corsie dellaPediatria e della Medicina dell’Ospedale Civile di Venezia, hanno avuto accesso alle casedi riposo cittadine e con la Squadra di Primo Soccorso hanno preso parte a delle eserci-tazioni pratiche.

8 IL MESSAGGIO N. 1 - 2015

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CONSEGNA “PREMIO DELLA BONTÀ”

DOMENICA 14 DICEMBRE 2014, alle ore 9.30, nella CHIESA DI S. ZULIAN diVenezia, è stata celebrata una S. Messa presieduta da Mons. Antonio Meneguolo,Assistente Spirituale U.N.C.I. alla presenza di autorità civili e militari, rappresentan-ti nazionali dell’U.N.C.I. e associazioni d’arma con i labari. Dopo la solenne liturgia, è stato conferito, presso la Sala Capitolare della ScuolaGrande di S. Teodoro, il “PREMIO BONTÀ U.N.C.I. Città di Venezia 2014”all’Arciconfraternita di S. Cristoforo e della Misericordia. Il premio, ritirato dalPresidente Giuseppe Mazzariol, consiste in una somma di denaro di mille euro perle opere di carità e di sostegno ai più deboli della nostra città.

IL MESSAGGIO N. 1 - 2015 9

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VENERDÌ 12 DICEMBRE 2014:CERIMONIA DI CHIUSURADEL 10° CORSO DI PRIMO SOCCORSO

Venerdì 12 dicembre, presso la Sala Capitolare della Scuola Grande di S. Teodoro, haavuto luogo la CERIMONIA DELLA CONSEGNA DEGLI ATTESTATI DIFREQUENZA AL CORSO DI PRIMO SOCCORSO (BLS) a 56 partecipanti eAL CORSO PEDIATRICO in numero di 13. Erano presenti le seguenti autoritàcivili, militari e religiose cittadine:

- il Prefetto di Venezia, Dr. Domenico Cuttaia,- il Delegato Patriarcale Mons. Dino Pistolato in rappresentanza

del Patriarca di Venezia,- il Ten. Col. Biagio Ciraldo, per il Presidio Militare “Cornoldi” dell’Esercito,- la Dr.ssa Lorena Sandonà, Direttore Medico dell’Ospedale Civile

di Venezia per l’ULSS 12 Veneziana;- il Magg. Luigi Mazzotta dell’Ufficio Comando dei Carabinieri di Venezia,- il Cap. Massimiliano Limpido della Guardia di Finanza,- la Dr.ssa Erika Veronica Di Francesco per la Questura di Venezia,- il Commissario Michele Padoan della Polizia Locale.

Anche questa decima edizione dei corsi ha riportato un grande successo sia per ilnumero degli iscritti che per la presenza dei giovani, provenienti quasi tutti da diver-si istituti scolastici cittadini. Dopo due mesi di lezioni, gli allievi sono stati sottopostia dei tests finali scritti, riportando lusinghieri risultati. Il Presidente dellaMisericordia di Venezia, Giuseppe Mazzariol, anche quest’anno ha espresso la suapiena soddisfazione, soprattutto per la massiccia adesione di giovani cui egli rivolgesempre una particolare attenzione. Nel suo immancabile intervento egli ha dedicatoproprio ai giovani un caloroso e affettuoso appello rifacendosi anche a quanto dettoda Papa Francesco quest’estate alla Giornata Mondiale della Gioventù a Rio deJaneiro, “Scommettete su ideali grandi, quegli ideali che allargano il cuore, quegliideali di servizio che renderanno fecondi i vostri talenti. Cari giovani, abbiate unanimo grande! Non abbiate paura di sognare cose grandi!”Al termine della suggestiva cerimonia è stato offerto a tutti i presenti (circa 150 per-sone) un gradito cocktail servito con raffinatezza dalla ditta Ermenegildo Rosa Salvasrl di Venezia.

10 IL MESSAGGIO N. 1 - 2015

NEWS sodalizio

Il Presidente Mazzariol mentre intrattiene, insieme al Vice Presidente Contemori, ilPrefetto di Venezia dr. Domenico Cuttaia.

Un momento dell’intervento del Presidente Mazzariol

IL MESSAGGIO N. 1 - 2015 11

NEWS sodalizio

Scorcio della Sala Capitolare della Scuola Grande S. Teodoro

Un momento dell’intervento del Coordinatore Sanitario del Corso, Dr. Franco Osti

12 IL MESSAGGIO N. 1 - 2015

NEWS sodalizio

L’intervento del Prefetto di Venezia, Dr. Domenico Cuttaia

L’intervento del Direttore Medico dell’Ospedale Civile S.S. Giovanni e Paolo di Venezia,Dr.ssa Lorena Sandonà, in rappresentanza della Direzione Generale dell’Azienda ULSS12 Veneziana

IL MESSAGGIO N. 1 - 2015 13

NEWS sodalizio

Il Direttore Medico, Dr.ssa Sandonà consegna l’attestato al docente Dr. FrancescoViolante

Il docente Dr. Lucio Santoro, già Primario dell’U.O. di Pediatria dell’Ospedale Civile diVenezia, consegna l’attestato di frequenza ad una studentessa che ha partecipato allelezioni di Pediatria.

14 IL MESSAGGIO N. 1 - 2015

NEWS sodalizio

Il Direttore Medico Dr.ssa Sandonà consegna l’attestato al docente Inf. Prof. del SUEM118, Dr. Andrea De Grandis.

Il Delegato Patriarcale Mons. Dino Pistolato consegna l’attestato ad una studentessa delCorso BLS.

IL MESSAGGIO N. 1 - 2015 15

NEWS sodalizio

Il Prefetto di Venezia consegna l’attestato ad un allievo del Corso BLS.

Il Prefetto di Venezia consegna l’attestato ad un allievo del Corso BLS.

16 IL MESSAGGIO N. 1 - 2015

NEWS sodalizio

CORSI BLS-D

La scrivente “MISERICORDIA” di Venezia organizza, presso lapropria sede, in accordo con il Centro di Formazionedell’Azienda ULSS 12 Veneziana

CORSI DI RIANIMAZIONE CARDIO-POLMONARE (BLS-D) per il perso-nale appartenente a varie categorie. Detti corsi hanno lo scopo di fornire le com-petenze e la capacità di portare soccorso efficace a persone colpite da arresto car-dio-respiratorio improvviso, contemplando l’uso del defibrillatore semiautomaticoe scongiurando quindi un sicuro decesso. L’invito è rivolto ad associazioni sportive,enti e istituti scolastici in quanto è importante la presenza di persone che abbianoquesto brevetto, nella considerazione che spesso vi possono essere circostanze incui chiunque, inconsapevolmente può trovarsi seriamente coinvolto. I corsi, delladurata di CINQUE ORE, sono diretti dal Dr. Lodovico Pietrosanti, già Direttoredel Servizio 118 SUEM di Venezia. Il costo di partecipazione è di € 100,00=(cento/00) a persona. Verrà rilasciato regolare certificato a norma di legge. Se sieteinteressati, si può contattare la Misericordia al seguente numero: 041.5224745, tuttii giorni dalle ore 9 alle ore 12 – e-mail: [email protected]

FINALMENTE ALL’ARCICONFRATERNITADELLA MISERICORDIA DI VENEZIA ÈSTATO ASSEGNATO IL SUO “CORRETTO-RE”: DON DIEGO SARTORELLI.

Dopo circa due anni di vacanza, finalmente il Patriarca ha affi-dato l’incarico di “Assistente Spirituale” per i Confratellidell’Arciconfraternita della Misericordia a DON DIEGO SAR-TORELLI. Lo statuto del Sodalizio prevede però che l’ente abbia un “Cappellano” per i con-fratelli ed un Rettore per celebrare le S.S. Messe nella chiesa di S. Giacometto di Rialto, con-cessa in uso perpetuo nel lontano 1932 dell’allora Patriarca Card. Pietro La Fontaine. Per il pas-sato le due figure venivano sempre assemblate in un’unica persona che svolgeva sia le funzionidi Cappellano che quelle di Rettore, come avvenne per l’ultimo Cappellano-Rettore, mons.Paolo Trevisan. Ma perché si parla di “Correttore” ? In numerose Misericordie (ed è previstonello Statuto Nazionale delle Misericordie) la figura dell’assistente spirituale viene chiamatacon l’appellativo di “CORRETTORE”. E’ questo un antico etimo che deriva dal verbo latino“corrigere”, ossia “condurre sulla retta via” e da qui “Correttore”. Poiché la figura del“Cappellano” richiederebbe il titolo di “Monsignore”, provvisoriamente, in deroga a quantoprevisto nel vigente statuto, il sacerdote designato coprirà soltanto l’incarico di ASSISTENTESPIRITUALE e non di Cappellano.

IL MESSAGGIO N. 1 - 2015 17

NEWS sodalizio

I MEDICI DELLA MISERICORDIA DI VENEZIAOFFRONO VISITE SPECIALISTICHE GRATUITEA PAZIENTI INDIGENTI O IN SERIE DIFFICOLTÀECONOMICHE ELIMINANDOTEMPI LUNGHISSIMI DI ATTESA.

E’ noto che la città di Venezia, pur essendo prevalentemente una città ricca per leattività turistiche e l’attività del terziario, presenta sacche di povertà che le istitu-zioni pubbliche e di volontariato stentano a controllare dal punto di vista sanitario.D’altra parte è elevato il numero di anziani con pensioni minime che non riesconoad accedere ai servizi sanitari specialistici per vari motivi, uno dei quali è principal-mente il tempo di attesa tra prenotazione ed esecuzione della visita. Pertanto, il grup-po di Medici Volontari dell’Ambulatorio di San Giacometto, costituito per lo più damedici specialisti o polispecialisti è disponibile ad offrire consulenze specialisticheper i casi di pazienti indigenti o in difficoltà economica.

L’aiuto offerto potrà, per il momento, essere dato per le seguenti specialità:• Medicina interna• Gastroenterologia• Cardiologia• Neurologia• Malattie infettive• Geriatria• Reumatologia• Otorinolaringoiatria• Ginecologia. • Pediatria.• Urologia

Il servizio di consulenza sarà organizzato come segue: le visite dovranno essere pre-notate telefonando alla segreteria della Misericordia e verranno eseguite nell’ambu-latorio sito a S. Giacometto concordando data ed ora. Casi di pazienti particolari,valutati caso per caso, potranno essere visitati nell’ambiente del paziente stesso.

NON È NECESSARIO PRESENTARE DICHIARAZIONE DEI REDDITI OALTRA DOCUMENTAZIONE COMPROVANTE CHE UNA PERSONA NONE’ RICCA !!! ORMAI “POVERI” SIAMO UN PO’ TUTTI !!!

18 IL MESSAGGIO N. 1 - 2015

NEWS sezioni interne

Sezione “ARCOBALENO” Consuntivo 4° trimestre 2014

A - DIVISIONE PEDIATRICA - OSPEDALE CIVILE DI VENEZIAAssistenza ai bambini in divisione pediatrica ore n. 150Assistenza notturna ore n. 086

B - CASA CIRCONDARIALE FEMMINILE - GIUDECCAIntrattenimento con i bambini delle detenute ore n. 070

C - CASA FAMIGLIA AURORA Assistenza ai bambini ore n. 070

D - ISTITUTO PROV. S.M. DELLA PIETÀ Assistenza ai bambini in comunità ore n. 060

Sezione “FILO D’ARGENTO” Consuntivo 4° trimestre 2014

A - PUNTO DI ASCOLTO presenze n. 1821. Richieste di informazioni, assistenza e compagnia n. 0552. Telefonate effettuate per comunicazioni e compagnia n. 250

B - SERVIZI EFFETTUATI1. Assistenza e compagnia a domicilio n. 532. Spese a domicilio n. 493. Accompagnamento a visite mediche n. 1044. Espletamento pratiche amministrative n. 17

C - ATTIVITÀ PRESSO STRUTTURE PUBBLICHE1. Ospedale Civile – vari reparti presenze n. 6042. Fatebenefratelli: R.S.A. presenze n. 0953. Fatebenefratelli: Hospice presenze n. 444. Case di Riposo presenze n. 367

AMBULATORIO Consuntivo 4° trimestre 2014

Visite ambulatoriali generiche: n. 20Richiesta visite specialistiche: n. 5Richiesta esami radiologici: n. 5Richiesta esami di laboratorio n. 10

SERVIZIO DI CONSULENZA PSICOLOGICA su appuntamentopresso l’AMBULATORIO, telefonando al mattino al 041.5224745.

IL MESSAGGIO N. 1 - 2015 19

NEWS sezioni interne

SQUADRA DI PRIMO SOCCORSOConsuntivo 4° Trimestre 2014

Presenze:

- Tutti i sabati dalle h. 21.00 alle 01.00 SAP –Squadra a piedi - zona Rialto-S. Polo, Campo S.Bortolo e dintorni

- tutte le domeniche dalle ore 10 alle ore 18 SAP– Squadra a piedi – zona Rialto – S. Polo, Campo S. Bortolo e dintorni

- Turnazione presso l’Ambulatorio Turistico di Piazza S. Marco dal 4 otto-bre dalle 10.00 alle 18.00

- 21.11.2014: Madonna della Salute.

“Chi salva una vita, salva il mondo intero” dal Talmud

20 IL MESSAGGIO N. 1 - 2015

NEWS sodalizio

CONSORELLE NUOVE ISCRITTE(dal 1° ottobre al 31 dicembre 2014)DUCA Antonietta – BELLO Luana -

CONFRATELLI NUOVI ISCRITTI(dal 1° ottobre al 31 dicembre 2014)COSTANTINI Mario -

NON SONO PIU’ CON NOI MA VIVONO NEL NOSTRO RICORDO(“Dona a loro, Signore, la pace della tua compagnia”)

CONFRATELLI DECEDUTI(dal 1° ottobre al 31 dicembre 2014)DA TOS Apollonio – BURONI Giuliano – VIO Otello – DONEGA Romano –VENUDA Giancarlo – VIDAL Angelo –

CONSORELLE DECEDUTE(dal 1° ottobre al 31 dicembre 2014)ZANUCCO Luisa – SENO Norina – BROCCA Giselda – BROZZU – Margherita –ZANE Teresina – BONAFINI Giovannina – MEMMO Maria – BELLOTTO Pierina– PARISE Maria –BALLARIN Clementina – PERENZIN Silvia -

CONFRATELLI ISCRITTI IN MORTE(dal 1° ottobre al 31 dicembre 2014)BURONI Giuliano – TAFFAREL Milena –

OFFERTE(dal 1° ottobre al 31 dicembre 2014)

ROSSI Ruggero – CORTESE Marino – TRABUCCO Mario – LAMON Alda – VARETTO Luigina –MORELLI Claris -

SI RICORDA CHE L’IMPORTO DELLA QUOTA ASSOCIATIVAPER IL 2015 RIMANE BLOCCATO A € 25,00

SI PREGANO LE PERSONE ISCRITTE CHE HANNO CAMBIATO INDIRIZZO DI COMUNICARLO IN SEGRETERIA

DELLA MISERICORDIA (tel. 041.5224745)

“È necessaria l'infelicità per capire la gioia, il dubbio per capire la verità... la morte per compren-

dere la vita. Perciò affronta e abbraccia la tristezza quando viene”

Madre Teresa di Calcutta

IL MESSAGGIO N. 1 - 2015 21

NEWS sodalizio

PROGRAMMA ESUMAZIONI SALME IN CAMPO “Q” – FILA 9

L’Arciconfraternita ha in programma di procedere alle esumazioni delle salme sepolte daoltre dieci anni nel CAMPO “Q” – FILA 9 - del cimitero di S. Michele in Isola ed i cuinominativi sono indicati nell’elenco qui sotto riportato.Si invitano i famigliari degli estinti a prendere contatto quanto prima con gli uffici delSodalizio per sottoscrivere la domanda di esumazione che dovrà essere presentata, anostra cura, all’Ufficio Concessioni Cimiteriali della VERITAS S.p.A. di Venezia.

FOSSA1234567891011121314151617181920

**21222324252627282930313233343536373839404142

COGNOMEAGNELLAVOLTOLINAZANETTIMASINEMERITOMARZITADDIOVIDALBERTOZZIVIANELLOBONIVENTOCANELLAGUZZARDIPENNACCHIOFOSSA SIMONATODE FILIPPIFULLINSGUARIOVIANELLOSTURAROROSAMANDICHCOSTASEGUSOHUTASTOSICALLEGARINIFILIPPITOFFANOFERIALDICARBONICHBORTOLATOFISSERRIZZIZEMELLOMOLINARIDEGRASSIMANZONISPIGARIOLMOLIN BERTON

NOMEGiuseppeGiuseppeNerinaEmmaIrmaRenatoMarcellaGiovannaElenaGiudittaLindaFerruccioEmidioGiovanniLIBERAPierinaAlfredoAntoniaArmandoInesDanielaMariaFilomenaVirgilioAngeloMargheritaMarioReginaCarloGildoIrmaIolandaElenaLuigiGuidoBenvenutoAlessandroAntonioFloraSantinaIdaPietro

DATA DI MORTE09/01/196520/11/199520/11/199523/11/199502/12/199517/07/197903/12/199506/12/199506/12/199506/08/199214/12/199518/12/199522/12/199524/12/1995

21/08/197924/12/199528/12/199505/09/197907/10/199427/12/196528/12/199501/01/199631/01/199611/02/199609/02/199622/02/199614/12/199624/02/199601/03/199602/03/199605/03/199608/03/199617/03/199608/11/197909/11/197914/03/199629/03/199626/03/199606/04/199613/04/199615/04/1996

22 IL MESSAGGIO N. 1 - 2015

NEWS sodalizio

FUNERALI A CURA DELLA MISERICORDIA

SOTTOSCRIZIONE DI UN CONTRATTO IN VITA PER I CONFRATELLI ISCRITTI.

L’Arciconfraternita si occupa, per tutti gli iscritti, previo contratto sot-toscritto negli uffici amministrativi della sede di Rialto, S. Polo N. 135,dei FUNERALI, una volta che viene a mancare un confratello. Daanni ormai, appoggiata ad un’impresa di pompe funebri cittadine, siprende cura dell’accompagnamento funebre, del funerale nella chiesa

parrocchiale o nella Cappella del cimitero di S. Michele, della cassa, dei fiori, delle epi-grafi, e a seconda della scelta se a terra o in manufatto, viene fatta poi la croce, la pie-tra tombale o le iscrizioni per chi ha già in concessione una nicchia, un ossario o un cine-rario. Possiamo inoltre assegnare un cinerario per chi desidera farsi cremare. Il contratto viene sottoscritto IN VITA e l’importo non subirà modificazioni fino aquando verrà a mancare il confratello o consorella. Per informazioni invitiamo gliiscritti interessati, ma soprattutto tutti coloro che sono soli e che non desiderano dareincombenze a parenti dopo il decesso, a contattare i nostri uffici dal lunedì al sabatodalle 9.00 alle 12.00. Tale contratto vale anche per gli iscritti che abitano fuori città e chedovranno essere trasportati nel camposanto di Venezia.

COMUNICATO PER GLI ISCRITTI IN CASO DI MORTERATORIO S. CRISTOFORO – CIMITERO

I PARENTI DEGLI ISCRITTI CHE DESIDERASSEROCELEBRARE IL FUNERALE NELL’ORATORIO DI SANCRISTOFORO IN CIMITERO, SONO PREGATI DI PREN-DERE CONTATTI CON GLI UFFICI DELL’ARCICONFRA-TERNITA APPENA AVVENUTO IL DECESSO DELLA PER-SONA ISCRITTA.

ORATORIO S. CRISTOFORO – CIMITEROSI AVVISA

CHE LA S. MESSA DOMENICALEVIENE CELEBRATA ALLE ORE 11.15.

IL MESSAGGIO N. 1 - 2015 23

NEWS sodalizio

OFFERTE ALL’ARCICONFRATERNITA

PER CHI VOLESSE SOSTENERE CON UN’OFFERTA LENOSTRE MOLTEPLICI ATTIVITÀ DI VOLONTARIATO, RICOR-DIAMO I NOSTRI C/C BANCARI E POSTALE:

VENETO BANCA IBAN: IT16Q0503502001084570176956BANCO S. MARCO IBAN: IT09W0518802070000000039153BANCA PROSSIMA IBAN: IT08G033590160010000069033POSTE ITALIANE c/c 18513309 - IBAN: IT35 V 07601 02000 000018513309Intestando le offerte all’ARCICONFRATERNITA DI S. CRISTOFORO E DELLAMISERICORDIA DI VENEZIA – S. POLO, 135 – 30125 VENEZIA

L’IMPORTANZA DI UN TESTAMENTO O LASCITOA FAVORE DELLA MISERICORDIA

Fare testamento o predisporre un lascito è sempre un atto di granderesponsabilità ed umanità. Non è incompatibile con la tutela deglieredi legittimi: ognuno di noi può lasciare una cifra modesta, unlocale, un magazzino, un alloggio che, “passando a miglior vita” nonverrebbe utilizzato da nessuno e andrebbe magari all’asta ! Per laMisericordia, potrebbe essere utile e determinante per la realizza-zione di un progetto sociale (alloggi per persone non abbienti osenza fissa dimora, mense per diseredati, ecc.). Lasciti e donazionidunque, anche se modesti, possono contribuire a portare a termine dei progetti e farprogredire le iniziative sociali in atto.

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con studio a Venezia, Giudecca n. 187Tel. 349.1277065

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AMMINISTRATOREDI SOSTEGNOL’attenzione alla persona

L’amministratore di sostegno è una figura istituita perquelle persone che, per effetto di un’infermità o di unamenomazione fisica o psichica, si trovano nell’impossibi-lità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propriinteressi. Gli anziani e i disabili, ma anche gli alcolisti, itossicodipendenti, le persone detenute, i malati terminalipossono ottenere, anche in previsione di una propria

eventuale futura incapacità, che il giudice tutelare nomini una persona che abbiacura della loro persona e del loro patrimonio. Per richiedere l’amministrazione disostegno si deve presentare un ricorso. Il ricorso può essere proposto:• dallo stesso soggetto beneficiario, anche se minore, interdetto o inabilitato• dal coniuge• dalla persona stabilmente convivente• dai parenti entro il quarto grado• dagli affini entro il secondo grado• dal tutore o curatore• dal pubblico ministeroNella scelta della persona da nominare amministratore di sostegno, il giudice tutela-re preferisce, se possibile:• il coniuge che non sia separato legalmente• la persona stabilmente convivente• il padre, la madre• il figlio• il fratello o la sorella• il parente entro il quarto grado• il soggetto designato dal genitore superstite con testamento, atto pubblico o scrit-

tura privata autenticata.Non possono ricoprire le funzioni di amministratore di sostegno gli operatori dei ser-vizi pubblici o privati che hanno in cura o in carico il beneficiario.

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IL MESSAGGIO N. 1 - 2015 25

26 IL MESSAGGIO N. 1 - 2015

ELEZIONI COMUNALI A VENEZIA:INIZIA L’ASSALTOALLA DILIGENZA di Maurizio Del Maschio

Dopo lo sconquasso provocato dalloscandalo del M.O.S.E. e del ConsorzioVenezia Nuova ora commissariato, con lesue conseguenze sul Comune della cittàesso pure commissariato, ci tocca assiste-re al penoso spettacolo delle proposte eauto-proposte alla guida della città per iprossimi cinque anni.Il baraccone della tradizionale politicaoffre un campionario esemplare della suainadeguatezza. Sul fronte della sinistra cisi illude di continuare il collaudato andaz-zo, di poter riprendere la gestione dellecittà di Venezia e di Mestre come se nullafosse accaduto, con le stesse forze politi-che che ne hanno determinato lo sfacelo econ uomini di collaudata fede, con leseconde file dell'apparato responsabile ditanto scempio. Bisogna che tutto cambiperché nulla cambi: cambiano le persone(non sempre) ma non i partiti, gli obietti-vi, i metodi, i riti, le clientele elettorali cherimangono immutati. Sarebbe la fine dientrambe le realtà, di laguna e di terrafer-ma. La prima subirebbe il verdetto finaledella sua scomparsa come città perchéprivata dell'elemento fondamentale chesono i suoi residenti e la seconda conti-nuerà ad essere una sorta di cenerentolanel contesto regionale, schiacciata daPadova e Treviso.Dall'altra parte, la candidatura emergen-te è quella di Mara Provoleri, in arteMara “Venier” (nome preso da una casa-ta illustre di famiglia patrizia veneta chediede alla Repubblica pure tre dogi) ven-tilata niente meno che da SilvioBerlusconi, il patron di Forza Italia. Chel'uomo sia sempre stato sensibile al fasci-

no della beltà femminile è notorio, maquesta volta ha passato il segno. Nonentro nel merito delle doti professionalidella signora Provoleri, delle sue capacitàdi conduttrice di trasmissioni televisive:lascio al pubblico che la segue esprimeregiudizi in tal senso. Tuttavia, mi permettodi osservare che tale signora non mostraalcuna dimestichezza con la vita politicacittadina, non mi sembra particolarmenteferrata in diritto amministrativo, nonconosce i problemi in cui si dibatte ilnostro territorio, non vive dall'interno leprocellose vicende lagunari. Nessunameraviglia che l'evergreen padre-padro-ne di Forza Italia abbia fatto balenare l'i-dea di candidare la signora Provoleri(perché con tale nome di famiglia dovreb-be presentarsi, qualora accettasse).Questa, dopo l'insistenza sulla candidatu-ra di Renato Brunetta, due volte presen-tatosi e due volte sconfitto nettamente, èla prova lampante che Forza Italia hadefinitivamente rinunciato a competere

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per strappare al trentennale dominiodella sinistra la città più bella del mondo(ma anche tra le più disgraziate). Temoinfatti, che una tale pretendente farebbevincere più potenziali avversari anchesenza che si scomodino a fare estenuanticampagne elettorali.L'ingorgo provocato dai ritardi dellaRegione Veneto in merito alla celebrazio-ne del referendum per lo sdoppiamentodel comune in due amministrazionidistinte e dall'avvicinarsi della scadenzaelettorale amministrativa aggiunge nuovecomplicazioni alla già intricata situazionein cui versa il Comune di Venezia. Mentretutti parlavano della delirante idea diobbligare i turisti all'utilizzo di trolleymuniti di ruote con camera d'aria, sembrache il nostro Commissario prefettizioabbia disposto l'alienazione di altriimmobili di proprietà del Comune per farfronte alle esigenze di pareggio di bilan-cio. Molti si sono illusi, ingenuamente, cheil Commissario avrebbe fatto luce sulledisfunzioni del Comune, le avrebbe resenote e avrebbe raccomandato ai nuoviorgani di governo locale che dovrannoessere eletti i provvedimenti più idonei arisanare l'indecente situazione. Invece,sembra che si stia semplicemente traghet-tando l'amministrazione senza nullamutare: quieta non movere.Credo che ci sia poco da stare allegri. Incampagna elettorale, i candidati sonopronti ad accogliere tutte le istanze pur diraggiungere l'obiettivo. Peraltro, è vanopensare che le promesse elettorali venga-no mantenute. Una volta eletto, il sindacopotrà trovare mille motivazioni per giusti-ficare l'impossibilità di realizzare quantoassicurato in campagna elettorale. In poli-tica l'ipocrisia sembra essere il connotatopiù diffuso.Se non si crea un movimento indipenden-te dai partiti, compatto e caratterizzato daun programma chiaro ed essenziale per

invertire il declino della realtà veneziana,se non ci si coagula attorno ad una perso-nalità di indiscussa capacità, amore per lasua terra e adamantina onestà e indipen-denza dai potentati politici, da questamaleodorante palude Venezia potrebbenon uscire mai più.Da circa sei mesi è calato il sipario sullosquallido teatrino della politica venezianacon lo scioglimento del Consiglio comu-nale e la nomina del Commissario prefet-tizio. Ma, dietro le quinte, coloro chehanno contribuito a vari livelli e condiverse funzioni allo sconquasso delComune e, soprattutto, delle due città diVenezia e Mestre, condannate a vivereinsieme da uno sciagurato decreto fasci-sta, tramano ancora per candidarsi disin-voltamente e spudoratamente al governodelle due città.Nuove sigle, nuovi movimenti che sidichiarano più o meno autonomistici,nuove liste-civetta si stanno profilandoall'orizzonte lagunare. L'obiettivo è rima-nere nel giro. Per raggiungerlo, sarannodisposti a proclami di rinnovamento, asposare nuove strategie per ridare dignitàa due realtà tanto avvilite dalla pessimaamministrazione di cui essi stessi hannofatto parte, chi più a lungo e chi meno,negli ultimi tre decenni.Nomi vecchi propongono ora scenarinuovi. I loro curricula sono emendatidalle passate esperienze politiche, nel ten-tativo di farsi una sorta di nuova vergi-nità. Tra essi vi sono anche alcuni (pochi)che, dopo aver ostacolato per anni la crea-zione di due amministrazioni distinte perla laguna e per la terraferma, sono puredisposti a ricredersi, a convertirsi allacreazione di due comuni pur di tentare dirimanere sulla ribalta politica locale. Lamaggior parte, invece, forse consapevoledei rischi che correrebbe se si sdoppiassel'amministrazione comunale, non transigesul mantenimento del comune unico,

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25 NOVEMBRE 2014:GIORNATA MONDIALE CONTROLA VIOLENZA ALLE DONNE:SCARPE ROSSE, FIOCCHI BIANCHI EMASCHERE BIANCHE, SIMBOLIDELLA LOTTA A QUESTOTIPO DI VIOLENZA. di Giuseppe Mazzariol

La violenza alle donne solo da pochi anniè diventata tema e motivo di dibattitipubblici anche se a mio avviso il proble-ma manifesta carenti politiche, carentiricerche e progetti di sensibilizzazione edi formazione.Le ricerche compiute negli ultimi diecianni dimostrano che la violenza sulledonne è endemica, sia nei Paesi industria-lizzati che in quelli in via di sviluppo.Le vittime e gli aggressori appartengonoa tutte le classi sociali e culturali e a tutti iceti economici. Secondo l’OrganizzazioneMondiale della Sanità (O.M.S.) almeno

una donna su cinque ha subito abusi fisicio sessuali da parte di un uomo nel corsodella sua vita. E il rischio maggiore, quasisempre, è rappresentato dai famigliari,

incurante degli aggravi di costo che i cit-tadini sono costretti a sopportare per ilmantenimento di strutture comunali ele-fantiache, di fatto raddoppiate e soventeutili solo al clientelismo partitico.Si profila un'occasione unica per aprire aVenezia e a Mestre la via dell'emancipa-zione. Una nuova opportunità si presentaloro. Lo Stato tirannico e accentratore, seè davvero ispirato da democratici princi-pi, non potrà negare ai cittadini la possibi-lità di aprire una nuova via per il progres-so dell'intera area.I cittadini veneziani e mestrini dovrannotenere gli occhi aperti. Quale che sia lavolontà che si spera possa essere espressa,

non si lascino ingannare. Si faccianoamministrare da persone non inquinate,non intossicate dalla vecchia politica par-titica, persone libere da interessati perso-nalismi, prestati a tempo determinato alservizio dei concittadini, persone cheamino la propria città ed abbiano i requi-siti di onestà, competenza e decisione perconsentire una vera inversione di tenden-za. Ce ne sono, eccome! Ma finora nonhanno voluto farsi stritolare dalle consor-terie di partito che hanno portato allarovina di Venezia e al mancato decollo diMestre. O ora o mai più. La speranza èche, il 2015, possa essere davvero un annodi riscatto per il nostro territorio.

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nella fattispecie i mariti ocompagni o fidanzati, daipadri, seguiti dai così detti“amici di famiglia”, daivicini di casa, da cono-scenti stretti, da colleghidi lavoro o studio.Secondo i dati fornitidall’ISTAT le donne vitti-me di violenza sono più disei milioni e una donna sutre ha subito maltratta-menti da un uomo. Le donne uccise da unuomo in Italia nel 2013 sono 179, pratica-mente una donna ogni due giorni e, soli-tamente, per mano del coniuge o del com-pagno o dell’ex compagno o fidanzato.Dal mese di gennaio 2014 a tutto novem-bre 2014 sono 88 le donne ammazzate daun uomo. Inoltre, un segnale preoccupan-te è che aumentano i femminicidi soprat-tutto nell’ambito famigliare; da 105 accer-tati nel 2012, nel 2013 passano a 122. Altrodato rilevanti è che circa dieci anni fa il50% dei femminicidi avveniva al Nord,mentre dal 2013 si è verificata un’inver-sione di tendenza sotto il profilo territo-riale, accertando nel Sud l’area a più altorischio. Le regioni Lazio e Campaniadetengono il “primato” per il maggiornumero di vittime donne, seguite dallaLombardia e dalla Puglia. A parte questesterili, ma significative cifre che a leggerlefanno rabbrividire, da qualche anno si ècercato, anche a livello mondiale, diaffrontare il problema.Come noto, l’uomo spesso ha bisogno diesprimere sulle donne, con la violenza psi-chica e fisica, il potere che lui non sente dipossedere dentro di sé con gli altri all’e-sterno. La donna, il più delle volte, sotto-messa e “spogliata” delle sue qualità,avverte il bisogno di uno “scossone” daparte dell’uomo per sentirsi viva. Generalmente però si arriva alla violenzagradatamente, finché la vessazione diven-

ta quotidiana. Esistendo, pertanto, questa“abitudine” alla violenza, difficilmente ladonna interrompe il rapporto con l’uomoche senz’altro ama, instaurando in talmodo un “adattamento alla violenza sulladonna”. Il problema “violenza sulladonna” è purtroppo gravissimo e inquie-tante e, soprattutto, di non facile risolu-zione in tempi brevi. Bisognerebbe, in pri-mis, rendere obbligatoria per i giovaniun’educazione ai sentimenti, iniziandodall’età scolare. Infatti, sin dalla gioventùè necessario insegnare, a chi si affacciaalla vita, ad amare se stessi. “SCARPEROSSE” e “FIOCCHI E MASCHEREBIANCHE”, simboli della lotta alla vio-lenza sulle donne, però non bastano!!! Unsegnale positivo è pervenuto proprionella giornata del 25 novembre 2014 inItalia dai nostri governanti che hannocomunicato che il “PIANO D’AZIONESTRAORDINARIO” previsto dallalegge 119 e invocato ormai da tempo, staper giungere al traguardo e così pure ifinanziamenti da erogare alle Regioniaffinché vengano poi distribuiti ai centriantiviolenza. Il Governo italiano si è per-tanto impegnato a finanziare la legge con-tro la violenza alle donne stanziando ben10 milioni per il 2015 e altrettanto per il2016 oltre sette milioni da destinare aicentri. Speriamo quindi che questi fondistanziati vengano realmente elargiti,anche perché attualmente quelli per far

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funzionare le strutture sono pochissimi einsufficienti. Una novità del Piano d’azio-ne consiste anche nel creare un “CODI-CE ROSA” in seno alle strutture ospeda-liere, in modo tale che una donna che sipresenti in un ospedale dopo aver subitouna violenza abbia una certa “preceden-za”, ma soprattutto venga sottoposta avisita da personale altamente qualificatoanche per quanto concerne il trauma psi-cologico. Oltre le “scarpe rosse” e i “fioc-chi e maschere bianche” molto significati-va è apparsa quest’anno la campagna

contro la violenza alle donne creata econdotta dalla “UNITED COLORS OFBENETTON”. Essa rappresenta unadonna vestita di arancio in mezzo ad uncerchio, attorno sei maschi di tutte lerazze; un avvoltoio solca il cielo e imaschi, uno dopo l’altro, alzano la manoper lapidarla…ma le pietre si trasforma-no in una pioggia di fiori. Con la “donnalapidata” il Gruppo Benetton ha sceltocosì di rovesciare il cliché del “neanchecon un fiore si deve sfiorare unadonna…”.

NON AVERE PAURA! di Maria Chiara Klinger Mazzarino

Inizio con una fine: la prosaica chiusuradi una lettera di più di mille anni fascritta da Papa Gregorio II … “Dataalle Idi di Maggio, nel terzo anno delnostro augusto signore Leone, da Dioincoronato imperatore (romano d’o-riente), nel terzo anno del suo consola-to, nella seconda indizione”. Primacuriosità: ecco da dove viene il nostrotermine ‘data’ e perché è necessaria-mente al femminile, ossia perché regi-strava il momento in cui una letteraveniva ‘affidata’ al messaggero che, sisperava, l’avrebbe portata a destinazio-ne. Secondo: salta immediatamenteall’occhio quanto si fosse lontani, a queltempo, da un sistema di datazione uni-versale. Si faceva certamente del pro-prio meglio per essere chiari, ma esiste-vano diverse scuole di pensiero e nes-sun criterio era universalmente condivi-so. Certo l’Impero d’Oriente, qui utiliz-zato come punto di riferimento, eraforse più stabile di tutti i regni europeimessi insieme, i quali, tra invasioni eguerre civili, cambiavano continuamen-te regnante; purtroppo, però, soprattut-to con il passare degli anni e dopo che la

lettera veniva archi-viata, un lettore dicultura media avreb-be potuto non ricor-dare chi fosse esatta-mente quell’ impera-tore lontano, néquando avesse presoil potere. Già nel VIsecolo un dotto monaco, Dionigi il pic-colo, aveva pazientemente ricostruito –seppur con un lieve errore – qualedovesse essere stato l’anno della nascitadi Cristo e l’aveva proposto come crite-rio di datazione universale; purtroppo,però, l’idea era rimasta lettera morta.Fu un grande storico anglico, Beda ilVenerabile, a riproporlo quasi due seco-li dopo; egli aggiunse il concetto dell’“avanti Cristo” e decise di escludere un‘anno zero’. Il criterio prese piede fino adiventare indiscusso per l’intera cristia-nità e poi per il mondo: dai tempi diBeda, ogni anno dell’era cristiana fu unAnno del Signore (Anno Domini). Così anche i posteri furono in grado dicapire, ad esempio, che la sopracitatalettera di Papa Gregorio era stata ‘data’

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il 15 maggio 719. Certo questo ci dicealmeno due cose: che Beda era un’auto-rità indiscussa in tutta Europa e la cul-tura anglosassone, che attraversavaallora la splendida fioritura del‘Rinascimento Nortumbrico’, era unfaro di civiltà; che per Beda si tratto, piùche altro, di una scelta pratica, dettatada un’esigenza di uniformità e di chia-rezza, sul cui significato simbolicomagari non stette a riflettere più ditanto. Per lui era scontato che la nascitadi Cristo fosse l’evento più rivoluziona-rio di tutti i tempi, immediatamentenoto a tutti. Per lui era normale farparte della Christianitas, luce di speran-za in un mondo in subbuglio. Per noi,magari, non lo è. Proprio nei paesianglosassoni, infatti, si sta oggi semprepiù facendo strada una terminologiadiversa. Il politically correct imperantesta trasformando il “before Christ”(b.C.) – ossia ‘avanti Cristo’ – in ‘BeforeCommon Era (BCE) e l’ “AnnoDomini” in ‘Common Era’. Pruritointollerante e moderno verso il nome diCristo? Anche, perchè se ne elimina il

nome, ma non solo. Nessuno può cmun-que negare l’importanza della nascitadel Gesù storico per tutta la civiltà occi-dentale, né la chiarezza di quel punto diriferimento; tant’è che (pare) non sisognano di cambiarlo, come invece sitentò di fare durante la rivoluzionefrancese. Si tratta piuttosto di fastidioverso una terminologia che conferisceal personaggio storico di Gesù titoli‘controversi’. Qui verte la diatriba: nontutti sono d’accordo che Gesù diNazareth, l’oscuro falegname che in treanni cambiò il mondo intero, sia l’Untodel Signore (Christos) e addirittura ilSignore in persona (Dominus). Lanuova terminologia, in voga negliambienti giudaici già a metà dell’Ottocento, è diventata di uso comune inanni recenti, fino a sostituire quella diBeda nelle scuole inglesi dal 2002. Danoi, per ora, la questione non è avverti-ta come un grosso problema e i terminitradizionali tengono ancora …: sonopolemica? Sarà mica che gli italiani per-cepiscano ‘Cristo’ come un cognome???Speriamo di no.

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La lunga, interminabile serie di donneassassinate da partner o aspiranti partnersessuali scorre nelle foto dei telegiornali.C’è la sedicenne “annegata” in 30 centi-metri d’acqua del lago Trasimeno, la gio-vane sposa assassinata con il suo bambinodal marito geloso e la quattordicenneYara, assassinata forse da un “buon padredi famiglia”. Di recente compare sulloschermo la foto di un signora ampiamen-te over 50 con il tipico aspetto di “Prof” .Raccontano che questa persona , che eraeffettivamente una professoressa diInglese alle scuole medie, è stata uccisa aPUGNI e CALCI da un vicino di casa ,del quale aveva rifiutato le pesanti e sgra-dite avances. Per dirla in chiaro comedescritto dai Carabinieri “la donna halottato per non essere violentata ma èstata picchiata a morte “ (“punita” a suondi botte). Con sgomento mi immagino lascena : “ Mi lasci, come si permette, macosa si è messo in testa, stia certo che ladenuncio” e quello che parte col primopugno e comincia a colpire e non si fermapiù. Povera Professoressa, povera civile ematura donna inerme! E qui mi direte: “

Ma Turchetto, lei nonlegge i rapporti ISTATitaliani, in cui la violen-za sessuale e fisica èampiamente riportateanche su donne sopra i70 anni?” Ma il mio stu-pore è motivato da unaingenuità personale,non da ignoranza pro-

fessionale della realtà relativa ai femmini-cidio e in generale alla violenza sulledonne. La reazione della Professoressa diInglese è quella che ho sempre immagi-nato di avere io in una situazione analoga,ma con un finale diverso. Perché, vedete,da giovane ero molto sportiva ed in parti-colare ho fatto molta scherma ,con tantoallenamento e incontri di fioretto durantela settimana. Per una ragazza dei mieitempi avevo una invidiabile forma fisicaed ero ,appunto, stata allenata a nontemere lo scontro fisico. In linea genera-le , forse per difendermi dalla paura, fan-tasticavo con baldanza sul fatto che avreisaputo vendere cara la pelle in un fron-teggiarsi uno a uno con un aggressore.Evitavo di pensare che gli assassini nongiocano secondo le regole, attaccano ingruppo, o portano il coltello, e ,ohimè,non chiamano la stoccata ricevuta segna-landola all’arbitro, ma colpiscono durocon i pugni in faccia . Violenza bruta allostato puro. Come ho potuto mai pensaredi salvarmi????Decisamente troppa Scherma!

TROPPA SCHERMA!!!! di Antonella Debora Turchetto

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Quando sentì le manine che lo liberavanodalla carta del gazzettino, Quinto LentuloRufus, si stiracchiò un attimo e. rimetten-do a posto la tunica sgualcita e il gladioche gli era scivolato dietro la schienaesclamò: “ A li mortacci …. Era ora!!” Daquando l’avevano portato via dalla vetrinadel negozio dei soldatini di piombo dovefaceva bella mostra di se con gli altri sol-dati della IX legione , quella, famosa, cheaveva menato Vercingetorige, passava ilresto dell’anno incartato, nascosto in unacassetta di legno di vini ormai bevuti, incompagnia di pastori odorosi di pecorino,vecchie lavandaie con la schiena rotta , unfalegname con una sega incollata in mano,tre re magi con i cammelli che sputacchia-vano in giro, qualche pecora e tante galli-ne. Il Bambino con mamma e papà, la stel-la cometa , il bue e l’asinello erano suun’altra scatola , di alluminio, più grande.Anche loro erano più grandi, e venivanomessi in prima fila. Lui invece, per rispet-tare la legge della prospettiva, veniva sem-pre cacciato in fondo, sopra una collina dicartapesta, vicino a quattro stelle d’argen-to sbiadito, a guardia di un confine inesi-stente e di un castelluccio tipo famigliaAdams. Così il giorno di Natale, eccolitutti a guardare il Bambino, a giocare conl’asinello, ad ammirare il falegname che simuoveva con la sua sega incollata, tutto

merito di un filo che usciva dal muro, glicorreva proprio sotto le gambe e si infila-va sul didietro dell’artigiano “ Lo credo,che quello si muove!! “ , sogghignavaLentulo Rufus, scuotendo i rossi capelli (la mamma era al seguito dell’esercito diCesare, impegnata in certi lavoretti, ilpapà un gallo di passaggio, talmente dipassaggio che non si era più visto : in com-penso gli aveva lasciato il pelo tuttofulvo). I capelli gli avevano salvato anchela vita durante una scaramuccia con quat-tro Senoni incavolati per una razzia dipolli. Aveva lasciato la corazza e il gladioper terra ed era scappato, nudo e rossocome gli inseguitori che l’avevano confusoper uno di loro. Al centurione che lo rim-proverava per aver “perso” la spada avevarisposto che le armi si ricostruiscono, men-tre di Lentuli ce n’era uno solo. La spirito-saggine gli era costata tre anni in Sicilia, aguardia delle miniere di sale di Trapani.Insomma , la faccenda che un veterano dimille battaglie come Lui che a momentiera affogato sul Rubicone, era la guardiadel corpo di Cesare alle Idi di Marzo , erascappato anche a Filippi, Lui insomma ,Quinto Lentulo Rufus, fosse relegato inultima fila nel più grande spettacolo delmondo, gli rompeva. Ma quella sera si,quella sera, improvvisamente, le manineche lo avevano scartato lo misero lì, pro-prio lì davanti alla grotta , lui piccolino, diguardia a quel bambinone spropositato ,col pannolone, le braccia larghe ad acco-gliere il mondo , in quel gesto immortaledi pace e di amicizia. Ecco finalmente, ilriconoscimento per tanti anni di scatolo-ne, di umiliazioni, di nodi in gola, e anchedi paura, si ,di paura, quando lassù, in alto,nella collina di cartapesta , si illuminavaimprovvisamente la cometa e un angelogli calava dietro le spalle. Adesso era lì , in

FIABA DI NATALE di Giampaolo Contemori

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prima fila. La notte di Natale: la meravi-gliosa notte di Natale . Il Bambino lo guar-dava e gli pareva che guardasse solo lui,l’unico Romano L’unico guerriero, stra-niero in terra straniera. Sentiva , Lentulo,, un desiderio, finalmente, di pace , dicomunione , e si vergogno’, quasi , dellasua divisa, delle armi assassine che lovestivano , si sentì avvolto da un meravi-

glioso calore, da un senso di unione con ilmondo intero.Al mattino il papà tolse dal presepe unmucchietto di piombo fuso, colorato dirosso. Giorgetto aveva combinato unadelle sue. Aveva messo il soldatino soprala lampadina che illuminava Gesù, va bè , tanto che ci fa un soldato in un pre-sepe!

L’idratazione nell’anziano.Sembra un argomento di scarsa utilitàperché la maggior parte della gente è con-vinta di bere acqua a sufficienza oppurenon considera l’importanza dell’idrata-zione rispetto all’alimentazione solida.Ma non è così e la realtà si presenta diver-samente. Vi è chi francamente esagera inmaniera maniacale tanto che assistiamofrequentemente al gesto poco elegantedel bere da una bottiglietta estratta dauna borsa per strada o a bordo dei mezzipubblici, e chi non beve nemmeno aipasti. Recentemente, per ragioni familia-ri, ho avuto modo di frequentare alcunireparti ospedalieri di diverse specialitàchirurgiche e mediche, constatando cheovunque prevalgono pazienti in età geria-trica, specchio demografico della città diVenezia, in gran parte chiaramente disi-dratati, tanto che nessuno viene privato diuna fleboclisi in modo quasi costante. Laragione principale per cui il vecchio è disi-dratato è riconducibile alla fisiologia per-ché è provato che egli ha notevolmenteridotto lo stimolo della sete, spiccatissimoinvece nei bambini. La quantità d’acquapresente nell’organismo umano ha valoripercentuali molto elevati, che varianoperò in rapporto al peso corporeo, alsesso e, in particolare, con l’età. Nel neo-

nato le percentualisono massime (da unminimo del 60% a unmassimo dell’86%), perpoi progressivamentediminuire durante ilperiodo dello sviluppo.Nell’uomo adulto la percentuale è del 60-70%, mentre nel sesso femminile i valorisono leggermente inferiori. L’acqua pre-sente nell’organismo si trova dentro lecellule, nella circolazione venosa, arterio-sa e capillare nonché negli interstizi cheesistono fra cellula e cellula.Rispettivamente rappresentano il 40-50%, il 7-8% e il 17-20% del peso corpo-reo. Nei fluidi organici sono sciolti i Saliminerali e gli elettroliti: potassio, magne-sio, fosforo, zolfo (prevalentemente intra-cellulari), sodio, cloro, bicarbonati (preva-lentemente extracellulari). L’organismo èsoggetto a un continuo rinnovamento delproprio contenuto idrico. L’acqua è il sol-vente delle sostanze di rifiuto che vengo-no eliminate per via renale e per via inte-stinale e interviene nel processo di termo-regolazione attraverso la cosiddetta per-dita obbligatoria che avviene con l’elimi-nazione per le diverse vie: urine (normal-mente 1000-1500 ml. Al giorno), feci(nella misura quotidiana di circa 150 ml.,

L’ANGOLO DEL GERIATRA di Giancarlo Bottecchia

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che rappresenta la quota di liquidi rias-sorbiti lungo il tratto intestinale), polmo-ni (nella misura di 500-700 ml.), cute, inparte per traspirazione di vapor acqueo ein parte con il sudore per un totale dicirca 200 ml. Al dì. Pertanto la quantitàeliminata ogni giorno in condizioni nor-mali si aggira complessivamente attornoai 1500-2500 ml. E deve venir rimpiazzataattraverso un adeguato apporto alimenta-re. Oltre alla su menzionata perdita obbli-gatoria, esiste anche una perdita facoltati-va variabile che può verificarsi in certecondizioni quali: la diarrea, il vomito, lasudorazione eccessiva (specialmente d’e-state). Comunque, in condizioni normali,l’assunzione quotidiana di un soggettosano con abitudini sedentarie deve varia-re dai 1500 ai 2200 ml. Quota alla quale vaaggiunta l’acqua proveniente dall’ossida-zione del cibo. La regolazione del bilancioidrico dell’organismo avviene attraversocentri all’uopo deputati e presenti nel cer-vello. Il deficit di acqua può instaurarsicome conseguenza di una diminuita intro-duzione e di una eccessiva eliminazione.L’eccesso di eliminazione può verificarsiattraverso uno o più dei quattro emunto-ri fondamentali: reni, intestino, polmoni,cute. Una diminuita introduzione d’acquapuò essere conseguenza, nel vecchio, diuna diminuita ingestione imputabileall’impossibilità o all’incapacità di deglu-tire, di una compromissione del sensodella sete o dell’impossibilità di comuni-care tale sensazione per l’ottundimentodella coscienza. L’eccessiva eliminazionepuò avvenire per episodi diarroici, esage-rata sudorazione per esposizione a tem-perature elevate, per ustioni, per piagheda decubito. L’anziano può anche disidra-tarsi per eccessiva eliminazione con l’uri-na per la presenza di iperglicemia o peruna dieta iperproteica. Il fenomenodiventa grave quando interessa l’acquaintracellulare e quella extracellulare rag-

giungendo una perdita totale che superail 6% del peso corporeo. I sintomi più evi-denti della sindrome da disidratazionesono caratterizzati dalla spiccata secchez-za della cute e delle mucose, dal calo delpeso corporeo e dalla ridotta eliminazio-ne di liquidi sempre più avvertibile per-ché diminuisce progressivamente la diu-resi. Nel vecchio, oltre a quanto già detto,la disidratazione può insorgere per unsenso d apatia che riduce sia lo stimolodella fame che quello della sete. A voltepuò essere indotta dalla preoccupazionedei disagi provocati a sé ed agli altri per lafrequente minzione o per il rischio del-l’incontinenza urinaria. In questi casi èpossibile che si verifichino o si ricerchinodrastiche restrizioni nell’assunzione diliquidi. Anche un regime dietetico inadat-to o decisamente restrittivo può facilitarel’instaurarsi della disidratazione. La per-dita eccessiva di liquidi e di elettroliti puòavvenire inoltre per alterazioni renalidovute a prolungati trattamenti diureticiusati, ad esempio, per la cura dell’iperten-sione arteriosa, ed è quindi, in questocaso, jatrogena. Da quanto esposto conse-gue che nei vecchi il pericolo dell’insor-genza di uno stato di disidratazione èabbastanza ricorrente ed ha varie causeper cui è una necessità assoluta preveniretale evenienza in primo luogo i motiviindipendenti dalle condizioni morbosevere e proprie e cioè gli atteggiamenti diliquidi è di proposito molto limitata. Perovviare tale rischio è necessario sommini-strare i liquidi con una certa sistematicità,anche se il vecchio non li richiede, secon-do indicazioni predisposte magari tra-scritte in tabelle esposte bene in vista conorari e quantità fissate. Per dare un’ideadi quali siano i gravi rischi che la perdited’acqua può determinare, segnalo un datodesunto dalla letteratura internazionale:in un uomo del peso di 60 kg. (che, comeabbiamo visto dovrebbe avere il 60& e

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cioè 35 litri d’acqua) il deficit mortale diacqua è inferiore di poco a 12 litri; il fab-bisogno minimo quotidiano è superioread un litro e mezzo. Con l’avanzare del-l’età il rapporto fra la quota idrica edextracellulare si modifica sempre piùriducendosi a spese della prima provo-cando così alterazioni sempre più gravi acarico delle cellule, con squilibri elettroli-tici. Questi fenomeni, inizialmente nonevidenti all’esterno, possono rappresenta-re uno dei più seri e subdoli pericoli per ilvecchio malato che viva in solitudine, spe-cialmente in certi periodi dell’anno, o chenon possa procurarsi o non è in grado diassumere da solo, le bevande. Pertanto èevidente che, per chi assiste i vecchi a casao nei luoghi di pubblica assistenza (ospe-dali e case di riposo) è un impegno nonindifferente mantenere un sufficiente

stato di idratazione, controllando contem-poraneamente l’entità della perdita gior-naliera di liquidi. Ma, come in ogni aspet-to della patologia gerontologica, la pre-venzione costituisce l’indicazione più cor-retta e logica per quanto concerne il pro-blema dell’equilibrio idrico. Quandoinvece lo stato morboso si è instaurato, esi deve tentare di rimuoverlo, moltoimportante è la scelta del tipo di liquidoda somministrare. Ma, a questo punto, siva la di fuori dell’obiettivo che mi eroproposto, volutamente limitato all’impor-tanza della idratazione nella vita del vec-chio in condizioni normali, cioè fisiologi-che e non patologiche. Spero di esserestato esaustivo e di non avere annoiatotroppo, nella convinzione di aver invecespaventato chi non dà importanza allacorretta assunzione di liquidi.

Perché ricordare questo Personaggio chetanto peso, soprattutto nella vita culturalecittadina ebbe nell’arco temporale daglianni cinquanta sino alla sua morte, avve-nuta a 67 anni di età, nel settembre 1989?Per cento e uno motivi, tutti validi, nonsolo come anzi detto, per il solco dell’arteda lui tracciato tramite la sua parola e lesue pubblicazioni, ma per il sogno che egliaveva disegnato per la sua tanto amatacittà e che per poche volte vide realizzar-si a seguito delle “bocciature” politiche. Inuna intervista rilasciata qualche tempoprima della sua scomparsa ad un quoti-diano di Padova, Giuseppe Mazzariolespresse non poca amarezza verso chinon aveva accettato neanche una soladelle sue numerose proposte avanzate

per Venezia, fiducioso però, nello stessotempo, che un giorno la sua amata cittàpotesse trovare qualcuno che credesse aquesto sogno e potesse interpretarlo.

GIUSEPPE MAZZARIOL E VENEZIA,CITTÀ CHE NON SOGNA PIÙ!!! A 25 ANNIDALLA SUA SCOMPARSA di G.M.

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“…Questa città l’ho vissuta per cin-quant’anni con grande amore, proponen-do, anche in un’ottica rivelatasi utopistica,numerosi progetti. Non ho visto una soladelle proposte da me avanzate, che siastata accettata, e non perché fossero sba-gliate o velleitarie. Forse non erano tem-pestive rispetto alle situazioni. Ma questonon mi ha portato in alcun modo a vede-re le cose in termini di sfiducia. Credo cheVenezia, nonostante tutto, possa garantir-si una lunga sopravvivenza ed esprimereancora moltissimo come soggetto storico,perché, al di là delle vicende della comu-nità che vi abita , è caratterizzata da unsogno così forte, così alto, così vitale, chetroverà sempre qualcuno disposto a inter-pretarlo”. Chi lo ricorda in questo mode-sto articoletto nutre però per lui non solola più profonda stima ed ossequio comeillustre critico, ma conserva un’immaginedell’”uomo” erudito e saggio, ma sempli-ce e affabile, più volte perfino umiliato daquella “politica” cui egli, peraltro, condivi-deva, ma limitatamente agli ideali origi-nari. Giuseppe Mazzariol a soli 22 anni silaureò all’Università Patavina con unatesi sull’architettura di S. Vitale diRavenna e, a 31 anni, conseguì il diplomadi perfezionamento in biblioteconomia

alla Scuola storico-filologica delleVenezie. Si dedicò agli studi di artemoderna e contemporanea e di architet-tura, coprendo il ruolo di assistentevolontario all’I.U.A.V. Nel 1951 gli venneaffidato l’incarico di vicedirettore dellaFondazione Querini Stampalia di Veneziae nel 1958 coprì il posto di direttore, finoal 1974, epoca in cui fu assunto come pro-fessore all’Università Ca’ Foscari diVenezia. Durante la sua permanenza allaQuerini Stampalia egli seppe interpretareil dettato testamentario del conteGiovanni Querini Stampalia, fondatoredella Fondazione omonima, facendoladiventare un luogo d’incontro, di dibattitoe di produzione culturale, aperto a tutta lacittadinanza. Nel 1961, a 39 anni di età,conseguì la libera docenza in “Storia del-l’arte moderna”, insegnando “Storia dellacritica d’arte” allo I.U.A.V., dapprimacome incaricato e dal 1972 come profes-sore aggregato. Nel 1973 venne chiamatoalla Facoltà di Lettere e Filosofiadell’Università di Ca’ Foscari come pro-fessore ordinario di “Storia dell’ArteContemporanea”. In questo Ateneoveneziano ricoprì, dal 1976/1977 al1981/1982 anche l’incarico di Presidedella suindicata Facoltà di Lettere e

Fioreria Popy

Cannaregio, 2665/A30121 Venezia

Tel. 041.72.07.00Fax 041 47.60.671

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Filosofia. Sempre in questo storicoAteneo Cafoscarino fu anche direttoredell’Istituto di Discipline Artistiche dal1974 al 1982 e fondatore e primo diretto-re del Dipartimento di Storia e Criticadelle Arti, sino al 1988. Come accennatoin premessa, Bepi Mazzariol – così lochiamavano tutti – fu anche “impegnato”,seppur all’acqua di rose, nella politicaveneziana, ottenendo però infine unaforte delusione, allorquando il suo nomeapparve su tutta la stampa cittadina, pro-posto dal P.S.I. come sindaco di Venezia,mentre all’ultimo momento venne accan-tonato e sostituito da altro candidatosenz’altro più “politico” di lui, ma di benaltro spessore culturale. “…Purtroppoquesta è la politica!...” mi fece notare ungiorno e lui, per fortuna, non era per nien-te un uomo fatto per la politica. Questadelusione però lo toccò profondamente eme la ricordò più volte, rammaricandosi.Al suo nome sono intitolati una sala e unacollezione di opere d’arte dellaFondazione Querini Stampalia e ilDipartimento di Storia e Critica delle Artidell’Università Ca’ Foscari. A distanza di25 anni dalla sua scomparsa, nel novem-bre 2014, si è voluto ricordare questoPersonaggio non solo come storico e criti-co d’arte, ma anche come promotore diuna nuova visione architettonica della suaamata città. Egli desiderò, infatti, trasfor-mare Venezia in un centro di riferimentoper l’architettura contemporanea e inter-nazionale. La sua personale amicizia con

il grande architetto francese, di famamondiale, Le Corbusier, indusse lo stessoa presentare al Comune di Venezia il notoprogetto per la realizzazione di un nuovoospedale per la città lagunare che avreb-be dovuto sorgere nell’area dell’ex macel-lo a Cannaregio, in località S. Giobbe,difronte alla laguna e alla Punta di S.Giuliano di Mestre. Purtroppo anchequella volta la “politica veneziana” diquell’epoca accantonò il progetto. Il pla-stico di questo progetto, che sarebbepotuto essere valido tutt’ora a distanza dicirca cinquant’anni, si trova esposto nellabiblioteca della già “Scuola Grande di S.Marco”, sede attuale dell’Ospedale Civiledei S.S. Giovanni e Paolo di Venezia.Pertanto, a 25 anni dalla scomparsa delProf. Giuseppe Mazzariol, si volle a fine2014 ricordarlo con due giornate: il 19novembre presso l’Ateneo Veneto, allapresenza di maggiorenti nel campo arti-stico e architettonico quali Mario Botta,Tonci Foscari, Luciano Semerani, GuidoZucconi, Giuseppe Barbieri e il 20novembre presso la Fondazione QueriniStampalia, alla presenza di FrancescoErle, Carlo Olmo, Antonio Papisca,Marco Vallora ed altri illustri, con il mira-to intervento dell’attuale Presidente dellaFondazione Marino Cortese. In questaseconda manifestazione è stato presenta-to il volume omonimo curato da GiorgioBusetto, dal titolo “ETICA, CREATIVI-TA’, CITTA’. GIUSEPPE MAZZA-RIOL E L’IDEA DI VENEZIA”.

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PARLARE A VANVERA di Francesco Bergamo

Spesso e volentierisentiamo persone cheparlano a vanvera.Insomma, parlanosenza un nesso logico.Questo è perlomeno

quanto si crede, ma esiste una secondaversione del parlare a vanvera, moltointeressante e forse illuminante. Ma par-tiamo specificando che cosa voglia dire ilvocabolo vanvera. Secondo il dizionarioitaliano Sabatini Coletti il vocabolo van-vera è usato solo nella locuzione a v., acasaccio, sconsideratamente, senza riflet-tere e deriva da fanfera (fanfarone) inuso nel XVI secolo. Tutto qui? No, perché la storia è vera-mente incredibile e particolarmentecuriosa. Tempo addietro andai alla cenanatalizia dei rugbisti e, ahimè, ex rugbistidel Lido di Venezia. Alcuni ex, per chinon lo sapesse, rientrano nella categoriadegli uomini che sanno raccontare le sto-rie più curiose dei tempi andati. Quellasera nel gruppo c'era un noto ex rugbistaveneziano che tra una portata e l'altra cispiegò la vera storia della parola vanve-ra. A questo punto consiglio i lettori dinon far leggere l'articolo ai minorenni!Bene, nell'antichità non c'erano serviziigienici adeguati, non c'era molta pulizia,ma in quanto a profumi strani si stavaattenti. Il problema del momento eraquello di non creare imbarazzo quandosi doveva emettere una flatulenza, invulgo: scoreggia! La puzza che ne deriva-va non era gradita e inoltre si temeva chesi propagassero malattie. Un bel proble-ma per la Venezia del Seicento. Fatto stache un autentico genio si è pensato diconfezionare la vanvera, poi perfeziona-ta in due tipologie distinte: una da pas-seggio e una da alcova. Nella logica del

geniale inventore, alla scoreggia non sicomanda e quando serve serve, tanto piùche bisogna anche stare attenti allemalattie. Il ragionamento non fa unagrinza e ragion per cui la complessitàdella vanvera raggiunse il suo massimolivello di funzionalità e profilassi consi-derati i tempi.La vanvera da passeggio era un pallonci-no di pelle, spesso disponibile in varicolori, che veniva legato al sedere.Durante la passeggiata, una piccola puz-zetta e nessuno se ne accorgeva. Arrivatia casa e nel luogo ritenuto più adeguato,si poteva svuotarla. Nel dettaglio, la van-vera era formata in quattro parti: laprima, era la parte più aderente alle nati-che ed era formata a semisfera in manie-ra da aderire bene bene. Veniva confezio-nata su misura; la seconda, era un collo:serviva da condotto dei gas; la terza, erauna vescica, la quale aveva il compito diincamerare le varie flatulenze; la quarta,invece, era lo sfiato, una protuberanzalegata con uno spago, che serviva a svuo-tare i gas al momento opportuno.Il veneziano del Seicento, sensibile ededucato, dunque, indossava la vanvera,copriva la parte con il lungo mantello, ocon la gonna se donna, e poteva magariandare a teatro senza disturbare nessu-no. Il rumore era attenuato e la puzza ele presunte malattie non potevano pro-pagarsi. Idea geniale, perché non c'èmassima soddisfazione nel potersi libe-rare quando non è proprio possibilefarlo. Un vero toccasana al fisico e allapsiche e perché no, anche all'umore. Nonè dato sapere chi sia stato il vero inven-tore della vanvera, ma sicuramente sisarà accaparrato un posto in paradiso senon altro per il bene che ha fatto.La versione da alcova, invece, era soprat-

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tutto rivolta agli sposini novelli che anco-ra non avevano abbastanza confidenza dicoppia. La vanvera in questione differivada quella da passeggio perché al postodella vescica era dotata di un lungo tubo(sempre in pelle) che era agganciatofuori dalla finestra. Un po' come i moder-ni condizionatori con le prese d'ariaesterne. Questo d'estate, naturalmente.D'inverno, il tubo veniva srotolato finoalla stanza accanto. Fantastico, perchéuno poteva mangiare anche male e averelo stomaco in disordine, ma non disturba-va l'armonia di coppia.

Col tempo questa usanza è andata viavia scomparendo, anche se sembrerebbe-ro esistere tracce di un certo uso fino al'900 in alcune parti d'Italia. E se anchel'usanza del prezioso strumento che sal-vava dalla malattie e dal cattivo umore èdel tutto scomparsa, lo sconosciutoinventore rimarrà comunque nella storiaper il modo di dire “parlare a vanvera”.Sicuramente nell'uso comune modernosi intende il ben noto significato di parla-re a sproposito, ma come tutti ben sannole tradizioni sono dure a morire: “parlarea vanvera” dunque è “parlare col c...”!

L’ANGOLO DELLO SPRITZ di Giampaolo Contemori

Spritz di sabato 15novembreTolkien lesse perla prima volta iltermine “middan-geard” in un fram-mento di ingleseantico“Eala earendel

engla beorhtast ofer middangeart mon-num sended”“Salve Earendel, Il più brillante degliangeli sopra la terra di mezzo inviatoagli uomini”

Nella sua meravigliosa fantasia lo scrittoreimmaginò questa terra come l’anticooikoumene greco (il mondo che sarà abita-to dagli uomini), di “ mezzo” , perché postaal centro di mari che la circondavano, tra ighiacci del nord e i fuochi del sud, il mondodegli Hobbitt (Wikipedia)Nella sua altrettanto meravigliosa fantasiaMassimo Carminati, detto “er cecato” defi-nisce il suo “ er mondo de mezzo”, unmondo tra i politici, sopra e la gente comu-ne, sotto.

Un mondo di delinquenti, arraffatori, portaborse inquinati, marioli di bassa tacca , infil-trati dei servizi segreti, camorristi , mafiosi,evasori fiscali, poliziotti corrotti, giudici dacomprare etc. Un mondo così capillare ecosì diffuso per cui, prima o poi, ci vieni acontatto. I politici, il mondo di sopra .cicammina invischiandosi , come melma ,confondendosi dentro, sporcandosi , appro-fittandone anche, e noi, gente comune,sotto, se vogliamo respirare, vedere cosasuccede, capire, lo dobbiamo attraversareannaspandoci , liberandosene a fatica, sen-tendone l’odore:il tuo, caro Carminati , non è un mondo di

“mezzo” ma un mondo di “mer..”

Spritz di martedì 2 dicembrePag XIX del Gazzettino (Riviera del bren-ta) A TUTTA PAGINA:“Dolo ci ha tolto 200 milioni!”Il sindaco di Fossò accusa la giuntaGottardo (Dolo) per i mancati introiti dell” Unione dei Comuni”Di solito è la “ mala del Brenta” che gesti-sce certe cifre, ma che anche i comuni del

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brenta avessero un’Unione con questobudget ! E che se lo portassero via fra diloro! Calma: è stato un rarissimo refuso del gior-nale , sono solo duecentomila euro!Ma sempre nello stesso giorno, la paginadopo, a Fiesso: “ perseguitò una donna.Patteggia 8 mesi”. Il 49novenne è accusatoanche di omissione di soccorso! Pare che ilnostro amico, dopo aver perseguitato l’ex ,l’abbia investita con l’auto, mentre era inmoto col marito per dopo ,ovviamente,allontanarsi. Secondo il giudice l’unico veroreato è stata l’omissione di soccorso! Ho deciso: Vado in giro con la pistola eammazzo il più antipatico: Mi condanne-ranno solo perché non ho il porto d’armi!

Spritz di martedì 9 dicembreSi avvicinano le elezioni : cominciano amuoversi i “grossi calibri”, il termine è cer-tamente una battuta, dato che per primo haparlato Brunetta : “ …serve una formulamultipartisan che unisca tutti coloro cheamano la città. Mara Venier candidata?Una grande intuizione di Berlusconi”… “Che cosa volesse dire il Nostro con il “multipartisan”, non lo capisco: forse cheuniti si ruba meglio che divisi? E’ un invitoa formare un’associazione a delinquere? Aparte l’equivoco mi è piaciuta la Maranazional- popolare che, ancor prima diessere eletta sindaco ,si dichiara favorevolealla separazione Venezia/ Mestre. In questocaso siamo all’assurdo. non sarebbe un sin-daco , ma un rottamatore. Nominare laMara sindaco è come dare un giocattolo amio nipote di due anni. Per prima cosa losmonta per vedere com’è fatto.Preciso: personalmente posso essere anchefavorevole alla creazione di due comuni,ma che lo dica il futuro sindaco , simbolodell’unità della città, mi pare almeno para-dossale. Credo che questa volta il Silvioabbia toppato.

Spritz di lunedì 15 dicembreIncontrando i genitori dei nostri adolescen-ti come andrologo, , il rimpianto,o meglio, ilrimorso che tutti ,dico tutti, mi manifestano, sta nell’incapacità di un colloquio con ifigli: se ne fanno una colpa, soffrono la loroindifferenza , si sentono non adatti al ruolo,vorrebbero essere d’esempio e di confiden-za, vengono invece sfuggiti. Oggi ho incontrato un signore: non lo cono-scevo, né , forse ,lo incontrerò più . Per queirari casi della vita ha raccontato, a me,estraneo, una sua confidenza. Nonno comeme, spesso è di corveè a casa della figlia,Guardian Grando del nipotino. La situazio-ne lo inorgoglisce, ma nello stesso tempo loumilia. Il nipotino infatti lo snobba. Luientra in casa e lo abbraccia, bacino sullaguancia, arruffata di capelli. Il bambino, treanni, lo lascia fare, si rassetta i capelli, vanella sua cameretta e si mette a giocare. Ilpoveretto ha tentato di intrufolarsi nei gio-chi : si è messo a costruire castelli di Lego,puzzle di Topolino, barchettine di carta cheil nipote, sistematicamente distrugge. Ormairassegnato, le ultime volte si è portato unlibro da casa, e, seduto in poltrona, legge diGaribaldi e Cicerone( ama la storia) mentre, di là, il suo grande amore gioca con la suafantasia. Oggi, nel raccontarlo gli si è rottaun po’ la voce, oggi, mentre leggeva diCatilina, si è sentito afferrare per un dito. Ilnipote lo ha trascinato in camera sua e gli haindicato, con la manina, la palla colorataincastrata dietro il radiatore, che non riusci-va a raggiungere. Il nonno l’ha presa egliel’ha data. Il nipotino si è allontanatopalleggiando. Al momento del commiato,solito abbraccio, ma il delinquente lo habaciato, improvvisamente, sulla guancia. Inostri figli, i nostri nipoti, non vogliono con-sigli, suggerimenti, presenze inopportune, civogliono vicini quando ne hanno bisogno.Vogliono “sentire” che ci siamo!Che bel Natale caro amico sconosciuto!

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ANTONIO MARINETTI DETTO“IL CHIOZZOTTO” E S. PIETRO MARTIREFONDATORE DELLA PIÙ ANTICACONFRATERNITA DI MISERICORDIA SORTAIN FIRENZE NEL 1214. di Giuseppe Mazzariol

Il pittore Antonio Marinetti, detto “IlChiozzotto”, nacque a Chioggia il 22 gen-naio 1719 e morì a Venezia, nella parroc-chia di S. Vio, a seguito “lenta febbre seni-le”, il 12 gennaio 1796. Egli si dedicò nellesue opere quasi esclusivamente al generesacro e devozionale, riu-scendo a conquistare unmercato alquanto ampioe uno spazio abbastanzaprestigioso per l’allorasocietà artistica. Verso lametà degli anni 1740 sitrasferì a Venezia perentrare nella “bottega”di Giovanni BattistaPiazzetta, lavorandoanche per le chiese diVenezia, Chioggia eTreviso. Oltre ad essereimpegnato in importan-tissime commissioni perpale d’altare e altreopere a tema sacro, il Marinetti vennecoinvolto anche nelle attivitàdell’Accademia: nel 1756 entrò nellanuova commissione di trentasei membri e,successivamente, fu più volte confermato“maestro”. Fu un pittore che negli annivenne innalzato o definito “mediocre”dalla critica. Dal 1762 sino a tuttol’Ottocento, la critica si espresse positiva-mente sul suo conto; nel secondo trenten-nio del ‘900 la sua pittura venne definitadal Pallucchini “una pedissequa e noiosa

ripresa dello stile del Piazzetta”. A fine‘900 il Marinetti venne riabilitato daDonatella Tomasini riconoscendogli unabuona capacità e uno stile certamente nonoriginale, ma in linea con il gusto del suotempo. Recentemente, Sandro Sponza, nel

1994 ha espresso unulteriore giudizio negati-vo su Marinetti definen-dolo un artista mediocreche “tende a involgarirele invenzioni diGiambattista Piazzetta,facendo spesso assume-re alle figure atteggia-menti ed espressionipopolaresche e dialetta-li, quando addiritturanon le faccia scadere nelbecero”. A parte le variee contrastanti critichesubite negli anni dalMarinetti, sta di fatto

che numerose chiese e conventi diVenezia, Chioggia e Terraferma limitrofaconservano delle opere che, a dir poco, col-locano l’autore sul podio dei “praeclari”della seconda metà del Settecento. Peròanche opere minori di Antonio Marinettisono disseminate in chiese e conventi delleVenezie. Nella chiesa parrocchiale di S.Martino a Marano Lagunare, in provinciadi Udine, ho potuto “scovare” una pala delMarinetti raffigurante “la Madonna delRosario” con in ginocchio i Santi

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Domenico e Pietro martire. E proprio que-st’ultimo santo martire mi ha incuriositoricordandomi il fondatore della più antica“Misericordia”, quella di Firenze, creataproprio da Fra’ Pietro da Verona nel lon-tano 1244. Questo frate dell’Ordine deiDomenicani, nacque a Verona alla fine delsecolo XII da genitori eretici manichei, magià da ragazzino si oppose ai suoi parentiper queste loro idee religiose. Frequentògli studi all’Università di Bologna dove poientrò nell’Ordine dei Domenicani. Notiziestoriche lo citano come grande partecipenella fondazione delle Società della Fede edelle Confraternite Mariane a Milano,Firenze e Perugia. Negli anni 1236/1245 losi può incontrare in tutte le città dell’Italiacentrosettentrionale, in veste di grandepredicatore contro l’eresia dualistica eMilano divenne il campo principale delsuo apostolato. Papa Innocenzo IV, nel1251, lo nominò “inquisitore” per le città diMilano e Como. A quel tempo l’eresia eramolto diffusa e nella domenica dellePalme, 24 marzo 1252, durante un’infuoca-ta omelia, Fra’ Pietro predisse la sua morteper mano degli eretici che tramavano con-tro di lui, assicurando che avrebbe combat-tuto più da morto che da vivo. Si avverròinfatti che le sette eretiche di Milano,Bergamo, Lodi e Pavia assunsero dei “kil-ler” nelle persone di Pietro da Balsamodetto Carino e Albertino Porro da Lentate,detto Migniffo che gli prepararono unagguato vicino a Meda ove Fra’ Pietro conaltri due domenicani si era fermato perfare colazione. All’ultimo momento sem-bra che, preso dal rimorso, Albertino Porrosi sia ricreduto abbandonando Carino che,da solo, armato di un “falcastro”, tagliò latesta a Pietro, immergendogli anche unlungo pugnale nel petto. Nella pala diAntonio Marinetti che si trova, come suaccennato, nella chiesa parrocchiale diMarano Lagunare, si può ammirare San

Pietro Martire inginocchiato davanti allaMadonna del Rosario, insieme a SanDomenico ed è raffigurato con un falcettoappoggiato al collo. Dopo l’efferato crimi-ne il corpo di Fra’ Pietro venne trasporta-to a Milano dove ebbe trionfali esequie evenne sepolto nel cimitero dei Martiri,vicino al convento di S. Eustorgio. Il vesco-vo eretico Daniele da Giussano, che avevamacchinato la morte di Fra’ Pietro e lostesso assassino Carino, pentiti, entraronosuccessivamente ambedue nell’OrdineDomenicano. Il clamore suscitato dall’uc-cisione di fra’ Pietro e i numerosi prodigiche seguirono in quel tempo fecero sì cheda tutte le parti si chiedesse un innalza-mento agli altari del martire Pietro. Undicimesi dopo Papa Innocenzo IV, nel marzo1253, nella piazza della chiesa domenicanadi Perugia lo canonizzò fissando la data al29 aprile. Il suo culto ebbe in breve grandeespansione: i domenicani eressero chiese ecappelle dedicate a San Pietro martire intutto il mondo. Artisti vari furono chiama-ti a realizzare opere d’arte in suo ricordo eparecchie città italiane lo elessero comeloro protettore. I pittori lo rappresentaro-no sempre con la tonaca domenicana,qualcuno con la palma dei martiri in mano,e sul collo una roncola che penetra nel cra-nio ed un pugnale infitto nel petto. La suadata di culto è il 6 aprile, mentre l’Ordinedomenicano lo ricorda il 4 giugno. Fra’Pietro da Verona, giunse a Firenze nel 1244per combattere l’eresia patarina che sistava affermando progressivamente in piùceti sociali. Gli appassionati sermoni delfrate diedero vita ad una serie di iniziative,fra le quali la fondazione di compagniedella fede con particolare devozione per laVergine Maria. In questo contesto ebbeorigine la Confraternita di Santa Mariadella Misericordia, a Firenze, votata adoperare verso chi aveva bisogno le operedi evangelica misericordia.

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FORSE A VERONA SORGERÀIL PRIMO CIMITERO “VERTICALE”D’EUROPA di Giuseppe Mazzariol

Si parla molto in questo fine 2014 delcimitero che il Sindaco di Verona Tosiintenderebbe far costruire in un grattacie-lo alto 110 metri, con 33 piani (alcuniaccennano a 34) di morte, costituiti da2676 cappelle, 21.412 loculi a “cinque stel-le”, 1.920 loculi “popolari” e 576 cinerari.Inoltre, all’ultimo piano, è prevista ancheuna chiesa con vista panoramica su que-sto mondo e “sull’altro”. Insomma questocompendio architettonico è una torre lacui verticalizzazione incarna l’idea diascendere al cielo! Nel progetto sono pre-viste, peraltro, anche sale commemorativesia per funerali di tutte le confessioni reli-giose, per non credenti e per agnostici,oltre a locali adibiti ad uffici amministra-tivi inerenti questo tipo di servizi.Sorgeranno anche alcune caffetterie pertirarsi su di morale dopo la cerimoniafunebre e addirittura alcuni bookshop percombattere la noia. Forse manca, ed è unagrave carenza, un centro benessere perrilassarsi dopo “il distacco”. E’ previstoinfine un Museum della Morte, di 15milametri quadrati che, a quanto si dice,dovrebbe apparire alquanto “vivacissi-mo”. A parte qualche particolare strava-gante ed eccentrico, pur essendo, se verràapprovato definitivamente, il primo cimi-tero di questo tipo in Europa, non batte-rebbe però il primato mondiale, poichéesistono già cimiteri simili. In Colombia,nella capitale Bogotà, esiste infatti ilPanteon Vertical Memorial Towers, divisoin 13 torri. Altro esempio lo si trova inIsraele, a Tel Aviv, costruito proprio perguadagnare spazi comprende 140milaloculi. Un terzo cimitero verticale sorge a

Santos, San Paolo in Brasile, ed è il cimi-tero attualmente più alto del mondo,denominato Memorial NecropoleEcumenica, costituito di 32 piani. IlFARO DELLA MORTE VERONESE”dovrebbe sorgere su un terreno di circa72.500 metri quadrati, di proprietà delComune scaligero, in località FondeFrugose, nella periferia est della città.Tempo addietro questo terreno era statomesso in vendita dal Comune ricevendoda un presunto acquirente un’offerta di750mila euro, contro l’attuale offertadella Società “Cielo infinito srl” di11milioni di euro. Certamente tale offertafa venire l’acquolina in bocca a Tosi cherisolverebbe l’assestamento di bilancio.Naturalmente, prima dell’aggiudicazionedefinitiva si dovrà arrivare alla specificavariante urbanistica che a sua volta dovràpassare per ben due volte in Consigliocomunale ove si è già costituita un’ampiaed agguerrita opposizione. “DICUNT”che l’opposizione di un certo numero diconsiglieri comunali, tra urla, insulti,minacce e ostruzionismo, abbia registrato

Il rendering del grattacielo per la sepoltu-ra dei defunti

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un “calore” così forte simile a quello diuna futura cremazione. Quindi NO al“Cimitero-Grattacielo”, NO allo “SCEM-PIO”!! Progetti similari, per il passato,erano sorti a Milano e Genova, ma inambedue le città vennero bocciati.Speriamo che leggendo questo articolettonon salti in mente a qualcuno di farne sor-gere uno anche a Venezia. No, è statarifiutata anche la “TORRE” di Cardin!!!,ma sembra che ci sia qualche ripensa-mento…

Certo è che il grande poeta Ugo Foscolosi rigirerebbe nel suo sepolcro..Altro che“All’ombra dei cipressi e dentro l’urneconfortate di pianto è forse il sonno dellamorte men duro?” Il sepolcro non dà né ridà la vita, ma dàl’illusione, per chi resta, che la persona dicui il sepolcro custodisce le spoglie, siamantenuta in vita dalla memoria ricono-scente e ammirata di coloro che restano.Non so quanto possa essere ammirataun’opera simile!

ANDAR PER MOSTRE E MUSEI di M.T.S.

DIALOGHI TRA OPERE D’ARTEANTICHE E CONTEMPORANEE

Lastra di vetro alla gelatina: Campo dellaSalute, 1910. Pellicole in celluloide: Puntadella Dogana ; Ponte del Piovan; Abbaziadella Misericordia; Rio dei Mendicanti,squero e casa del Tintoretto, Bacino diSan Marco e il Molo, tutte pellicole del1907 conservate nell’Archivio del MuseoFortuny.Nello Spazio Louis Vuitton l’appunta-mento è con la mostra “Mariano Fortunye Jirò Taniguchi Sguardi incrociati aVenezia” a cura di Adrian Goetz. Il luogoè molto lussuoso, vi si aggirano, discreti,alcuni assistenti. Le bacheche contengono

le fotografie scattate da Fortuny e restau-rate da Vuitton. Alle pareti i disegni di

Taniguchi. Vista avolo d’uccello soprala chiesa dei SantiGiovanni e Paolo;vista sul CanalGrande dal balconedi Palazzo Pisani;Salizada San Stae edintorni ; SanGiacomo di Rialto,una chiesa vicino almercato; Palazzo de

Mori e dintorni; il caffè Florian. Disegni eacquerelli eleganti, raffinati, dai tenuicolori. Un “travel book” su Venezia com-missionatogli da Vuitton. Ne è nato unracconto semplice, efficace sul genere de“L’uomo che cammina”. Attraverso quel-lo sguardo ecco Venezia e la sua magia.Daniela Ferretti, Direttore di PalazzoFortuny, scrive nell’elegante catalogo contesti in italiano e inglese: “Venezia è il pal-coscenico, Mariano Fortuny e JiròTaniguchi sono gli attori. Uno, spagnolodi nascita e veneziano per scelta; l’altrogiapponese. Appartengono a tempi e cul-

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ture diverse , ma oggi si incontrano ideal-mente e si ritrovano in un serrato dialogodi immagini”.(riproduzione riservata)

LE STANZE DEL VETRO

Vasi di vetro incamiciato a più strati dicolore con applicazione di foglia d’oro;manufatti originali di ispirazione storica,greca ed etrusca; uccelli e animali con lecorna, chiocciole, teste di cavallini e dicapra; coppe eleganti e raffinate, la“Coppa delle mani” fu presentata alla VTriennale di Milano nel 1933. Laguna,alga, alba, tramonto, sono i titoli di alcunivasi con i colori che Buzzi otteneva daisuoi studi ed esperimenti - 14 diversericette - per raggiungere quelle sfumaturespeciali che rendevano l’oggetto unico eirripetibile; circa 200 i disegni originali,catalogati nell’archivio Venini, progettiinediti conservati alla Scarzuola, aMontegabbione (Terni) in cui fu attivoBuzzi, selezionati per la mostra “TomasoBuzzi alla Venini”, a cura di MarinoBarovier, allestita ne “Le stanze delvetro”. Tra il 1932 e il 1933 l’architettomilanese collabora con la vetreria Veniniportando grandi innovazioni nella tradi-zione dell’arte vetraria di Murano. Lamostra è la terza dedicata alla storia dellavetreria Venini, un progetto che vede lacollaborazione della Fondazione Cini ePentagram Stiftung per lo studio e la

valorizzazione dell’arte vetraria. Accompagna la mostra un film documen-tario dal titolo “Tomaso Buzzi. Le memo-rie dell’Angelo Custode” film documen-tario del regista Gian Luigi Calderone,che illustra la figura dell’architetto attra-verso alcuni appunti inediti sui qualiBuzzi pensava di scrivere la sua autobio-grafia. La voce di Buzzi è di RobertoHertzliska. A corredo, un eleganteCatalogo (il primo catalogo ragionatodell’opera su vetro di Tomaso Buzzi Skiraper le Stanze del Vetro), a cura di MarinoBarovier e Carla Sonego.Rimane aperto ai visitatori anche il padi-glione temporaneo progettato dall’artistagiapponese Hiroshi Sugimoto “Glass TheHouse Mondrian”, rima opera architetto-nica dell’artista a Venezia.La mostra rimarrà aperta fino all’11 gen-naio 2015. Ingresso libero dalle 10 alle 19,chiuso il mercoledì (riproduzione riservata)

COLLEZIONE GUGGENHEIM ALLE RADICI DELL’ARTECONTEMPORANEA

Sei piccole stanzedense di opere.Alla Guggenheim. Nella prima sala ciaccoglie una cartatelata naturale,beige, con la scritta,recto: “Io sono unsanto” e verso “Io

sono una carogna”,1958, tagli e inchio-stro. E’l’enunciato del doppio “Concettospaziale” di Lucio Fontana. Seguonoopere di Piero Manzoni con i suoi quadri“incolori”, ed Enrico Castellani con i suoi“lavori automatici”, Alberto Burri,Robert Rauschenberg, Jasper Johns, JeanTinguely, Enzo Mari, Yves Klein,Agostino Bonalumi, Dada Maino, GianniColombo, Giovanni Anceschi, Davide

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Boriani, Manfredo Massironi, HeinzMack, Otto Piene (questi due ultimihanno pubblicato anche loro dal 1958 laRivista “Zero”) e altri.“AZIMUT/H Continuità e Nuovo”, acura di Luca Massimo Barbero, è lamostra che la Collezione Guggenheimdedica al secondo dopoguerra italiano eamericano con il contributo scientifico e ilsostegno della Fondazione EnricoCastellani e la Fondazione PieroManzoni. All’inaugurazione, dopo il salu-to del Direttore della CollezioneGuggenheim, Philip Rylands, il curatoreha illustrato la mostra e il perché della suanascita: un momento di grande attenzionesu questi artisti nel contesto del dopo-guerra, le nuove avanguardie. E’ il “feno-meno” Azimut/h Galleria e Rivista fonda-te a Milano da Enrico Castellani e PieroManzoni. Si tratta di un periodo breve,ma intenso, undici mesi dal settembre del1959, con l’uscita del primo numero dellaRivista , al luglio 1960 che vede la chiu-sura della Galleria. Milano allora era lacittà del “miracolo economico” e moltoaperta ai sodalizi degli artisti(Spazialismo che si conclude nel 1958 conil manifesto scritto per la Biennale diVenezia, Arte Nucleare). “Azimut/h è daintendersi come luogo primo e ricono-sciuto dell’eredità fontaniana e dellaMilano degli anni cinquanta, ponte di“continuità e nuovo” che assume in sé leistanze della generazione precedente perrilanciare l’arte verso il futuro”, ha rac-contato Barbero – che ha chiesto di guar-dare le opere con “occhi puliti. Sono gio-vanissimi”. La mostra e il volume che laaccompagna “intendono riunire e rilegge-re le esperienze di Azimut/h e le ricerchedei protagonisti che intorno ad essehanno operato, ma non solo…” partendodall’esposizione raccolta e filologicamen-te concentrata, non con finalità estetica

non didattica, che vuole di ogni opera“come fosse un ipertesto, amplificare irimandi e le connessioni” . Il Catalogo “Azimut/h continuità enuovo” (Marsilio), di grosso spessore, rac-coglie contributi scientifici di vari autoried è ricco di immagini ; il saggio diBarbero, che lo apre, spiega le ragioni e ilpercorso della mostra, il retroterra stori-co, teorico e poetico di Azimut/h, parolaaraba che significa “percorso”, titolo pro-posto dal grafico Cecco Re che disegnò lacopertina:“Azimut, è la verticale sopra unpunto qualsiasi della superficie terrestre”.Dopo l’incontro con i giornalisti, una sor-presa. Sulla terrazza della Guggenheim,da cui si gode una splendida veduta, unimportante appuntamento : l’artista tede-sco Heinz Mack – di cui vi sono due operein mostra “Rilievo luminoso”, 1959 e “Lagioia di Calvino” 1963 - felice di essere dinuovo a Venezia e rivedere le sue magni-fiche colonne dorate -, “un superstite” delperiodo al quale è dedicata la rassegna, haraccontato, generoso di battute e di episo-di personali, della sua amicizia conManzoni, della sua esperienza artistica.“La mia generazione ha vissuto in unmondo che era il deserto dell’arte. C’eraun vuoto spirituale, ma che è stato ancheun presupposto per riempire questovuoto con nuove idee e gli artisti aveva-no l’obbligo di farlo”. C’era il bisogno dicambiare il mondo. La pittura su tela noninteressava più. Mack ha fornito, con isuoi ricordi, un’importante testimonianzasu Fontana e sugli artisti dell’epoca. Hapoi parlato del concetto della luce chenelle sue opere si può ammirare, un feno-meno che “non si può spiegare” , che hauna dimensione metafisica, “cuore e mira-colo che rende misteriosa l’arte”, e diVenezia che “può capire” perché ne hatutte le dimensioni.(riproduzione riservata)

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L’imminenza del Natale sollecita leScuole/Arciconfraternite di Venezia adinterrogarsi sul proprio ruolo di frontealla crisi istituzionale che, quest’anno, hacolpito duramente l'operare di molti, ildecoro delle istituzioni, i tanti progettima, prima ancora, la reputazione dellacittà di Venezia.Ad uno stato d'animo diffuso di spaesa-mento e rassegnazione leScuole/Arciconfraternite incoraggiano areagire attingendo al deposito di valorimorali e di solidarietà sociale checostituisce la loro ragion d'essere. Perrispondere alle difficoltà dei confratelli edella Città esse infatti sono nate; pereducare e curare materialmente e spiri-tualmente, e non solo per esibire almeglio le loro nobili sedi. Dal servizio atale missione traggono beneficio tanto iloro membri, quanto i molti visitatoriche, in modo ormai pressoché ininter-rotto, giungono a visitarle.Le vicende recenti hanno ridefinito igestori delle opere più importanti perla protezione fisica della città: gestoricon i quali tante istituzioni pubbliche eprivate hanno dialogato e interagito, nelcorso degli ultimi anni, quand'anchesecondo canoni e procedure in parterivelatisi pesantemente inquinanti edinquinati. La Giustizia ha ed avrà il suocorso e degli esiti dei procedimenti leScuole prenderanno atto con le conse-guenze del caso.L'esigenza sin d'ora è peraltro quella di

fare, della crisi, un'occasione di ripresadel senso morale e della vigilanza daparte di tutti e, prima ancora, di una soli-darietà nella responsabilità per avertrascurato il peso che tante piccole emeno piccole devianze di comportamen-to, dal piano fiscale al malo uso di benicomuni, possono avere avuto sul degra-do della qualità della convivenza civile epolitica, oltre che sulla tenuta del sistemaeconomico.Si apre un periodo in cui viene naturaledunque, e urgente, raccoglierci innoi stessi per un bilancio, e la dimensio-ne delle Scuole è quella giusta per farlo.Alla portata delle Scuole è la possi-bilità di coltivare una speranza di cre-scita che proprio loro - queste anticheistituzioni fatte di bellezza, e impron-tate alla solidarietà - devono cercare divivere in prima persona e lasciar intrave-dere come possibile, come a portata dimano. Si tratta di una speranza offerta,ad esempio, dalla possibilità di condivi-dere saperi antichi, assicurata oggi- specie ai giovani - dalle tecnologieinformatiche ma, prima ancora, da quel-l'arte di vivere insieme (con-vivere) chevalorizza la relazione e la cooperazione,prendendosi cura degli altri. Nonmeno rilevante è del resto la costan-za nel servizio alla Scuola che la fedeltàdei suoi componenti permette, contri-buendo a renderla una realtà viva, daconoscere e riconoscere come elementoinsostituibile del patrimonio culturale di

MANIFESTO DI RIFLESSIONE REDATTOPER LA CITTADINANZA DALLE SCUOLE GRANDI

DI S. GIOVANNI EVANGELISTA, S. ROCCO, DALMATA DI S. GIORGIO E TRIFONE

E DELL’ARCICONFRATERNITA DI S. CRISTOFORO E DELLA MISERICORDIA, PER LE DIFFICOLTÀ

VISSUTE DA VENEZIA NEL CORSO DEL 2014.

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Venezia e del Veneto.Di ciò si ragiona da anni con par-ticolare attenzione alla valenza inter-nazionale ed europea di tale patrimonio,ma è giunto il momento di trasporre ilragionamento dal piano culturale aquello morale e delle buone pratichedi riscatto individuale e collettivo, prati-che che comprendano anche: gesti,magari simbolici, di fedeltà ai valori civi-li; il reciproco aiuto materiale e spiritua-le fra i confratelli e con i concittadini;la preghiera comune di richiesta di uncuore docile, per distinguere il benedal male, e del discernimento perascoltare le ragioni degli uni e degli altri,di fronte alle cadute della Città.Soprattutto, il modo delleScuole/Arciconfraternite di partecipareall’opera di ricostituzione e difesa dell’i-dentità cittadina è quello d’impegnarsiper la valorizzazione dell’eredità cultu-rale di Venezia e del Veneto a partiredall’eredità loro propria di saperi e tradizioni, ed ela-borando a tal fine iniziative e progetti dicondivisione con le nuove generazioni.In particolare, tanto vale per le arti, l’ar-tigianato, il lascito spirituale e musi-cale, ma anche archivistico, attorno alquale le Scuole si raccolgono: elementi

propri di una comunità di eredità chia-mati a far parte della rete costituitasi,con il ruolo decisivo dell’Ufficio diVenezia del Consiglio d’Europa e dellastessa Regione Veneto, con l’adozione,il 7 maggio.2014, della Carta di Venezia sul valoredel Patrimonio culturale per laComunità veneziana. E’ questo un modoper tradurre nell’oggi, segnato da dram-mi sociali come la disoccupazione gio-vanile anche intellettuale e l’immigra-zione, quell’impegno umanitario che,non meno di quello culturale in sensostretto, costituisce la missione delleScuole/Arciconfraternite di Venezia.Tra umiltà e fermezza le Scuole cer-cheranno il giusto registro perpretendere dai pubblici poteri, come giàdalle Magistrature della Serenissima, ladovuta attenzione e cura per i problemidella Città.

Scuola Grande Arciconfraternita di SanGiovanni EvangelistaScuola Grande Arciconfraternita di SanRoccoScuola Grande Dalmata dei SantiGiorgio e TrifoneArciconfraternita di San Cristoforo edella Misericordia

PANPEPATO

Ingredienti:

200 gr. farina

100 gr. mandorle sbucciate

100 gr. miele millefiori

100 gr. cacao amaro in polvere

100 gr. frutta candita mista

2 gr. cannella in polvere

2 gr. chiodi di garofano in polvere

100 gr. cioccolato fondente

sale fino

Esecuzione:tostate per cinque minuti in forno, la fruttacandita tagliata a dadini, il cacao, i chiodi digarofano pestati finissimi, la cannella in pol-vere ed un pizzico di sale fino. Impastare tuttigli elementi con acqua tiepida aiutandosi conle mani fino a ottenere un composto unifor-me e doso. Foderare una placca con carta daforno, ungerla leggermente con del burro edisporvi il panpepato dandogli la caratteristi-ca forma a cupola. Cuocere nel forno preri-scaldato a 170° per circa 80 minuti. Una voltacotto, toglierlo dal forno e lasciarlo raffred-dare. Sciogliere a bagnomaria il cioccolatofondente e versarlo uniformemente sul dolcefreddo, lasciando che si rapprenda e raffred-di. Servire tagliandolo a fettinesottili abbinandolo a unSagrantino Montefalco passito.

Le ricette di nonna Silvana di S.M.

COTTO, ASSAGGIATO E POI MANGIATO….

Amor de mare, amor de mato.

Ciaro te vedo e spesso me ricordo: morosoda lontan no val un corno

Bianco e nero, menime a casa

El bovolo xe un pasto fin: bon par el vecioche par el putin.

No tocar can che rosega, né zogador cheperde.

Chi vol star ben, toga le cose come le vien..

Nei mesi che ga l’erre, no sentarse su le piere.

Amore di mamma, amore pazzo.

Poco ti vedo e molto ti ricordo: fidanzato lon-tano non vale nulla.

Bianco e nero, bevuti insieme, ti ubriacano.

La chiocciolina è un pasto fine: buono sia per ivecchi che per i bambini.

Non disturbare il cane che rosica e il gioca-tore che perde.

Chi vuole star bene, accetti le cose come ven-gono.

Nei mesi con l’erre non sedersi sulle pietre.

PROVERBI E DETTI VENEZIANI a cura di G. M.

Dalla notte dei tempi.....Proverbi e detti veneziani

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- e-mail: [email protected] 5224745

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