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Cinema PINDEMONTE VERONA - Via Sabotino 2/B Tel. 045 913591 www.cinemapindemonte.it Cinema KAPPADUE VERONA - Via A. Rosmini, 1B Tel. 045 8005895 www.cinemakappadue.it Cinema FIUME VERONA - Vicolo Cere, 16 Tel. 045 8002050 www.cinemafiume.it Cinema DIAMANTE VERONA - Via P. Zecchinato, 5 Tel. 045 509911 www.cinemadiamante.it SCHEDA INFORMATIVA N. 6 Stampa: Intergrafica Verona s.r.l. CINEFORUM: ingresso riservato agli abbonati muniti della tessera 2015/2016 IL LABIRINTO DEL SILENZIO FILM N. 21 Regia: Giulio Ricciarelli (Germania 2015) Interpreti: Friederike Becht, Peter Cielinski, Josephine Ehlert. Genere: Drammatico. Durata: 124' Il regista: Giulio Ricciarelli (Mi- lano, 1965) è un regista, attore e sceneggiatore italiano che ha svolto la sua intera carriera, dal- l’esordio a 25 anni nella TV tede- sca, in Germania. Alternandosi tra produzioni televisive e teatra- li, con “Labirinto del silenzio” esordisce con il lungometraggio cinematografico che lo porta ad essere selezionato dalla Germa- nia per rappresentarla al premio Oscar. Germania, 1958. Il giovane pub- blico ministero Johann Radmann (l’Alexander Fehling di “Home- land”) scopre quasi per caso che nessuno vuole far luce sui tra- scorsi nazisti di un pacifico mae- stro elementare sospettato di es- sere stato tra i guardiani di Au- schwitz. Anzi nessuno, nemmeno il giovane magistrato, ha un’idea precisa di cosa significhi quel no- me, Auschwitz. Possibile, si dirà oggi? Altroché! Alla fine degli anni 50 la Germa- nia era in piena era Adenauer, l’e- conomia tirava, la Guerra fredda faceva del Paese l’estremo ba- I FILM VISTI FINORA Giovani si diventa di Noah Baumbach (USA 2014) Everest di Baltasar Kormakur (USA 2015) Marguerite di Xavier Giannoli (Francia 2015) La regola del gioco (Kill the messenger) di Michael Cuesta (USA 2015) La bella gente di Ivano De Matteo (Italia 2009) La vita è facile ad occhi chiusi di David Trueba (Spagna 2014) The program di Stefen Frears (G.B./Francia 2015) Woman in gold di Simon Curtis (USA 2015) Mustang di Deniz Gamze Ergüven (Francia 2015) Sopravvissuto - The Martian di Ridley Scott (USA 2015) Tutto può accadere a Broadway “She’s funny that way” di Peter Bogdanovich (USA 2014) Lo stagista inaspettato di Nancy Meyers (USA 2015) La isla minima di Alberto Rodriguez (Spagna 2015) Mr. Holmes - Il mistero del caso irrisolto di Bill Condon (USA/G.B. 2015) Mon Roi - Il mio re di Maiwenn (Francia 2015) Il ponte delle spie di Steven Spielberg (USA 2015) La grande scommessa di Adam McKay (USA 2015) Carol di Todd Haynes (USA 2015) Remember di Atom Egoyan (Canada/Germania 2015) Joy di David O. Russell (USA 2015) Cinema PINDEMONTE Martedì 15 marzo 2016 (16,00 - 18,30 - 21,00) Mercoledì 16 marzo (16,30 - 19,00 - 21,30) Giovedì 17 marzo (15,30 - 18,00 - 21,15) Venerdì 18 marzo (18,00 - 21,15) Sabato 19 marzo (10,00 mattino) Cinema KAPPADUE Lunedì 21 marzo 2016 (16,00 - 18,30 - 21,00) Cinema FIUME Martedì 22 marzo 2016 (15,30 - 18,00 - 21,00) Mercoledì 23 marzo (16,00) Giovedì 24 marzo (15,30 - 18,00 - 20,30) Cinema DIAMANTE Lunedì 4 aprile 2016 (18,30 - 21,00) Martedì 5 aprile (16,00 - 18,30 - 21,00) Mercoledì 6 aprile (15,30 - 18,00 - 21,00) Giovedì 7 aprile (16,30 - 19,00 - 21,30)

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Cinema PINDEMONTE

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SCHEDA INFORMATIVA N. 6Stampa: Intergrafica Verona s.r.l.

CINEFORUM: ingresso riservato agli abbonati muniti della tessera 2015/2016

IL LABIRINTO DEL SILENZIOFILM N. 21

Regia: Giulio Ricciarelli(Germania 2015)Interpreti: Friederike Becht,Peter Cielinski,Josephine Ehlert.Genere: Drammatico.Durata: 124'

Il regista: Giulio Ricciarelli (Mi-lano, 1965) è un regista, attore esceneggiatore italiano che hasvolto la sua intera carriera, dal-l’esordio a 25 anni nella TV tede-sca, in Germania. Alternandositra produzioni televisive e teatra-li, con “Labirinto del silenzio”esordisce con il lungometraggiocinematografico che lo porta adessere selezionato dalla Germa-nia per rappresentarla al premioOscar.

Germania, 1958. Il giovane pub-blico ministero Johann Radmann(l’Alexander Fehling di “Home-land”) scopre quasi per caso chenessuno vuole far luce sui tra-scorsi nazisti di un pacifico mae-stro elementare sospettato di es-

sere stato tra i guardiani di Au-schwitz. Anzi nessuno, nemmenoil giovane magistrato, ha un’ideaprecisa di cosa significhi quel no-me, Auschwitz.

Possibile, si dirà oggi? Altroché!Alla fine degli anni 50 la Germa-nia era in piena era Adenauer, l’e-conomia tirava, la Guerra freddafaceva del Paese l’estremo ba-

I FILM VISTI FINORA

Giovani si diventadi Noah Baumbach (USA 2014)

Everestdi Baltasar Kormakur (USA 2015)

Margueritedi Xavier Giannoli (Francia 2015)

La regola del gioco (Kill the messenger)di Michael Cuesta (USA 2015)

La bella gentedi Ivano De Matteo (Italia 2009)

La vita è facile ad occhi chiusidi David Trueba (Spagna 2014)

The programdi Stefen Frears (G.B./Francia 2015)

Woman in golddi Simon Curtis (USA 2015)

Mustangdi Deniz Gamze Ergüven (Francia 2015)

Sopravvissuto - The Martiandi Ridley Scott (USA 2015)Tutto può accadere a Broadway“She’s funny that way”di Peter Bogdanovich (USA 2014)

Lo stagista inaspettatodi Nancy Meyers (USA 2015)

La isla minimadi Alberto Rodriguez (Spagna 2015)

Mr. Holmes - Il mistero del caso irrisoltodi Bill Condon (USA/G.B. 2015)

Mon Roi - Il mio redi Maiwenn (Francia 2015)

Il ponte delle spiedi Steven Spielberg (USA 2015)

La grande scommessadi Adam McKay (USA 2015)

Caroldi Todd Haynes (USA 2015)

Rememberdi Atom Egoyan(Canada/Germania 2015)

Joydi David O. Russell (USA 2015)

Cinema PINDEMONTE

Martedì 15 marzo 2016 (16,00 - 18,30 - 21,00)Mercoledì 16 marzo (16,30 - 19,00 - 21,30)Giovedì 17 marzo (15,30 - 18,00 - 21,15)Venerdì 18 marzo (18,00 - 21,15)Sabato 19 marzo (10,00 mattino)

Cinema KAPPADUE

Lunedì 21 marzo 2016 (16,00 - 18,30 - 21,00)

Cinema FIUME

Martedì 22 marzo 2016 (15,30 - 18,00 - 21,00)Mercoledì 23 marzo (16,00)Giovedì 24 marzo (15,30 - 18,00 - 20,30)

Cinema DIAMANTE

Lunedì 4 aprile 2016 (18,30 - 21,00)Martedì 5 aprile (16,00 - 18,30 - 21,00)Mercoledì 6 aprile (15,30 - 18,00 - 21,00)Giovedì 7 aprile (16,30 - 19,00 - 21,30)

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scavare nel passato non sarà unapasseggiata. Né sogna di cattura-re i “pesci grossi”, come vorreb-be l’impetuoso Radmann (perso-naggio nato dalla fusione tra trediversi pm che lavorano al caso),che a un certo punto decide dibeccare a tutti i costi il dottorMengele, a quei tempi nascostoin Argentina ma solito concedersiqualche capatina in patria con lacompiacenza della polizia.Nossignori: il procuratore gene-rale sa bene che gli ex-nazisti so-no dappertutto e si proteggono avicenda. Dunque non vuole pro-cessare i grandi capi scaricandosu di loro le responsabilità, vuoledimostrare che milioni di tede-schi collaborarono col Terzo Rei-ch, e oggi magari si trinceranodietro la scusa di aver solo “ese-guito gli ordini”. Lo stesso Rad-mann del resto, con tutto il suogiovanile furore, non sa di non

Regia:Marie-Castille Mention-Schaar(Francia 2014)Interpreti: Ariane Ascaride,Noémie Merlano,Ahmed Dramé.Genere: Drammatico.Durata: 105'

La regista: Marie-Castille Men-tion-Schaar è una scenografa,produttrice francese al debutto al-la regia con “Una volta nella vi-ta” tradotto malamente in italia-no dal titolo originale “Les Héri-tiers”. Il film è basato su una sto-ria vera, le musiche sono statescritte da Ludovico Einaudi.

In Francia il ministero dell’istru-zione organizza ogni anno un

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concorso nazionale intitolato allaResistenza e alla Deportazione,rivolto agli studenti delle scuolesuperiori con l’obiettivo di tra-smettere alle giovani generazionila storia e la memoria degli eventidella Seconda Guerra Mondialelegati alla Resistenza e all’Olo-causto. Qualche anno fa, il con-corso è stato vinto da una classedi ragazzi di 15 anni con un lavo-ro collettivo, una classe su cuinessuno avrebbe puntato nellascuola di Créteil, alle porte di Pa-rigi. È l’avvenuta di questa classequella raccontata dal film, dun-que una storia vera, trasformata insceneggiatura da uno dei ragazziprotagonisti con l’aiuto della re-gista. La classe della professores-sa Guenguen è l’incubo di tutti gli

aver fatto nemmeno lui davvero iconti col proprio passato familia-re...Ma non anticipiamo troppo.Ciò che conta è che con la sua re-gia squadrata e il suo schema dadetective story “Il labirinto delsilenzio”, abile fusione tra un te-ma tutt’altro che facile e un im-pianto narrativo non nuovo ma disicura presa, sposta su un asseproficuo quanto poco frequentatoil cinema sulla Shoah. Curiosa-mente infatti il primo vero film diGiulio Ricciarelli, attore e registamilanese trapiantato in Germa-nia, tra i favoriti per l’Oscar alfilm straniero, comincia nel1958. Proprio come “The Rea-der” di Stephen Daldry, altrofilm che evocava la Shoah senzamai mostrarla. Ma ne è in qual-che modo l’opposto, anche insenso morale. Interrogando ilpassato e la rimozione di cui erastato oggetto attraverso il torbido

legame tra un ragazzino e unagiovane ex-kapò analfabeta, il re-gista inglese finiva in effetti perliquidare proprio la dimensionecollettiva della memoria, spo-stando il complesso rapporto tragenerazioni sul piano scivolosodell’eros e della seduzione.Con il suo piccolo plotone di per-sonaggi, destinati a entrare primao poi tutti in conflitto tra loro, Ric-ciarelli riesce invece a drammatiz-zare molto efficacemente l’eternodibattito sul ruolo e le forme dellamemoria. “Non c’è una pena ade-guata per quanto è successo qui”,dice Radmann nell’unica scenaambientata ad Auschwitz (masenza mostrare nulla più che duepiloni e il filo spinato). E Gnielka,di rimando: “Non si tratta di pena,ma delle vittime e delle loro sto-rie”. La questione in fondo è tuttaqui. Perfino in tribunale.

Fabio Ferzetti

Cinema PINDEMONTEMartedì 22 marzo 2016 (16,00 - 18,30 - 21,00)Mercoledì 23 marzo (16,30 - 19,00 - 21,30)Giovedì 24 marzo (15,30 - 18,00 - 21,15)Venerdì 25 marzo (18,00 - 21,15)Sabato 26 marzo (10,00 mattino)

Cinema KAPPADUELunedì 4 aprile 2016 (16,00 - 18,30 - 21,00)

Cinema FIUMEMartedì 5 aprile 2016 (15,30 - 18,00 - 21,00)Mercoledì 6 aprile (16,00)Giovedì 7 aprile (15,30 - 18,00 - 20,30)

Cinema DIAMANTELunedì 11 aprile 2016 (18,30 - 21,00)Martedì 12 aprile (16,00 - 18,30 - 21,00)Mercoledì 13 aprile (15,30 - 18,00 - 21,00)Giovedì 14 aprile (16,30 - 19,00 - 21,30)

luardo contro l’impero sovietico;insomma, la parola d’ordine eradimenticare, riconciliare, nonsoffiare in nessun modo sul fuocodei ricordi. Lo stesso Adenauerfin dal 1949 aveva fatto di tuttoper reintegrare gli epurati nei loroposti di lavoro, soprattutto nellapubblica amministrazione.Difatti il giovane magistrato ca-pisce ben presto che non solonessuno sa, ma nessuno vuole sa-pere. Nessuno tranne TomasGnielka, primo personaggio sto-rico del film (l’eccellente AndréSzymanski), il giornalista dellaFrankfurter Rundschau che hasmascherato il maestro. E l’an-ziano procuratore generale FritzBauer, altra figura storica, checome scopriremo ha anche delledolorose ragioni personali pervoler fare luce su quel passato. Adifferenza del suo giovane colle-ga, però, l’oculato Bauer sa che

UNA VOLTA NELLA VITA“LES HÉRITIERS”

FILM N. 22

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IL CASO SPOTLIGHTFILM N. 23

Cinema PINDEMONTEMartedì 5 aprile 2016 (16,00 - 18,30 - 21,00)Mercoledì 6 aprile (16,30 - 19,00 - 21,30)Giovedì 7 aprile (15,30 - 18,00 - 21,15)Venerdì 8 aprile (18,00 - 21,15)Sabato 9 aprile (10,00 mattino)

Cinema KAPPADUELunedì 11 aprile 2016 (16,00 - 18,30 - 21,00)

Cinema FIUMEMartedì 12 aprile 2016 (15,30 - 18,00 - 21,00)Mercoledì 13 aprile (16,00)Giovedì 14 aprile (15,30 - 18,00 - 20,30)

Cinema DIAMANTELunedì 18 aprile 2016 (18,30 - 21,00)Martedì 19 aprile (16,00 - 18,30 - 21,00)Mercoledì 20 aprile (15,30 - 18,00 - 21,00)Giovedì 21 aprile (16,30 - 19,00 - 21,30)

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insegnanti: cellulari accesi duran-te le lezioni, liti violente, urla,scherzi di cattivo gusto, disinte-resse per le materie scolastiche.La classe è ingestibile e tra i do-centi sono in pochi a pensare chei ragazzi ce la faranno a ottenerela maturità. La sfida di far parte-cipare gli studenti al concorso na-zionale, elaborando un lavoro diclasse sul tema dell’infanzia neicampi di concentramento nazisti,

costituirà un’occasione di turba-mento e di trasformazione per igiovani protagonisti.Tutto è prevedibile nella storia,eppure la formula in parte funzio-na. Forse perché la sceneggiaturaha trovato il giusto equilibrio trala parola e il silenzio, o forse per-ché l’interpretazione di ArianeAscaride, nel ruolo della profes-soressa che accompagna i ragazzialla scoperta della coscienza civi-

le, si lascia guidare dalla discre-zione e dal ritegno. Forse è perquesti motivi che siamo meno se-veri di fronte alla scorciatoia delcliché che il film usa per mostrareil cambiamento di alcuni studenti:la ragazza ribelle che scopre Si-mone Veil e il fervore civile, l’a-dolescente neoconvertito all’I-slam che si mostra più intransi-gente dei suoi compagni, musul-mani fin dall’infanzia... “Una

volta nella vita” è uno di queifilm che fa piacere vedere per laforza del contenuto. Da notare lapartecipazione al film di LéonZyguel, sopravvissuto ai campi diconcentramento e morto a gen-naio di quest’anno, che raccontaai ragazzi la sua esperienza dellaguerra, creando nel film un mo-mento di forte concentrazioneemotiva.

Silvia Angrisani

Regia: Thomas McCarthy(USA 2015)Interpreti: Michael Keaton,Rachel McAdams,Liev Schreiber, Mark Ruffalo.Genere: Drammatico.Durata: 124'

Vincitore del premio Oscar comemiglior film e sceneggiatura ori-ginale.

Il regista: Thomas McCarthy(New Jersey, 1966) è un attore eregista americano. Ha recitato innumerosi lungometraggi celebri.Come regista ha diretto il meravi-glioso Richard Jenkins ne “L’o-spite inatteso” del 2007, progra-mato con successo al Cineforum.Con “Il caso Spotlight”, presen-tato fuori concorso alla mostradel Cinema di Venezia, raccoglie6 Nomination al premio Oscarconquistando la statuetta più im-portante come miglior film e sce-neggiatura originale, scritta conJosh Singer. Il film, aldilà delcontenuto, traduce mervigliosa-mente sul grande schermo il lavo-ro fondamentale che il vero gior-nalismo fa per rendere i lettoriinformati, giornalisti la cui eticaprofessionale si scontra integracontro i poteri forti e gli ostacolieditoriali.

Era il 2001: l’America era stataappena colpita nel cuore di NewYork, il suo giornalismo stavatecnologicamente cambiando, aBoston il locale Globe aveva unarobusta sezione dedicata a inchie-ste e investigazioni. In quellamolto cattolicizzata città, da de-cenni, l’Arcidiocesi ometteva ementiva, trascurando denunce efatti relativi a una catena d’innu-merevoli molestie e abusi sessualisulla gioventù, perpetrati da unaparte di clero e istituzioni eccle-siastiche. Quando al Boston Glo-be s’insedia un nuovo direttore(Liv Schreiber lo interpreta consottile carisma ed etica risoluta),questi chiede subito al caporedat-

tore del team Spotlight (MichaelKeaton post Birdman, limato nellook e di vellutata naturalità) per-ché il giornale non avesse mai fo-calizzato quel riprovevole com-portamento di vari preti (ne furo-no indiziati cento) in atto da tem-po, sempre coperti o insabbiatidall’arcivescovo di turno.

L’inchiesta parte, i reporterRewendes (Mark Ruffalo, nomi-nation all’Oscar, attore ecletticosenza compiacimenti), Pfeiffer(Racher McAdams, anche leicandidata all’Oscar), Carrol(Brian d’Arcy James), condottida Robby Robinson (Keaton),vanno con fatica e molti ostacoli

a caccia di riscontri testimonian-ze, ammissioni, prove. Insomma,un “Tutti gli uomini del Presiden-te” con task force al quadrato, peruno scandalo persino superioreall’impeachment di Nixon dovutoal duo del Washington Post, in-carnato da Redford & Hoffmannel gran film di Pakula del ’76.Con merito non banale, “Il casoSpotlight” rielabora evocandocon nitidezza e sobrietà anni giàlontani; porta avanti intreccio epersonaggi con sicura gradualitàanche quando l’inchiesta è fuor-viata e i giornalisti sono di frontea una monolitica istituzione cheha fallito moralmente, in inertedeferenza ai vertici, e ha vittimiz-zato bambini e adolescenti.Tom McCarthy, già attore di rilie-vo, è al quinto film da regista (daripescare “The station agent” e“L’ospite inatteso”) e centra lecandidature per regia e sceneg-giatura, che con film e montaggiofanno sei.Fondamentale nella preparazionela consulenza operosa dei veri re-porter Robinson e Merenzes, chevinsero la solida crociata fra2001 e 2002. Oggi? In fondo ilpregio più attuale de “Il casoSpotlight” è che non parla solo dilibertà di stampa e civile giorna-lismo all’americana (È la stam-pa, bellezza, e non puoi farciniente!, disse negli anni ’50 a ungangster il memorabile Humph-rey Bogart ne “L’ultima minac-cia”), ma inquadra soprattutto undrammatico vulnus della Chiesacattolica, proprio quando PapaFrancesco sta prendendo di pettoquesta piaga interna, sapendo didover combattere ben oltre il ri-posizionamento di parroci, mon-signori e vescovi, ovviamentenon solo negli USA. Ma attenzio-ne: il film di McCarthy non pro-clama anatemi né colpevolizza atappeto: è giusto un caso di otti-mo cinema, di oggi come (forse)di una volta.

Maurizio Di Rienzo

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Page 4: IL LABIRINTO DEL SILENZIO - TweeBoo.com...IL CASO SPOTLIGHT FILM N. 23 Cinema PINDEMONTE Martedì 5 aprile 2016 (16,00 - 18,30 - 21,00) Mercoledì 6 aprile (16,30 - 19,00 - 21,30)

Regia: Christian Vincent(Fracia 2015)Interpreti: Fabrice Luchini,Claire Assani,Sisde Babette Knudsen.Genere: Commedia.Duarata: 98'

72ª Mostra del Cinema di Vene-zia - in concorso.

Film vincitore del premio per lamiglior sceneggiatura. FabriceLuchini vincitore della CoppaVolpi per la migliore interpreta-zione maschile.

Il regista: Christian Vincent na-sce a Parigi nel 1955. Il suo pri-mo lungometraggio “La discrè-te” del 1990 con Luchini riscuo-te in patria un grande successovincendo tre Premi César tra cuimiglior film. Successivamentedirige altri celebri attori france-si, nel 1994 Daniel Auteuil ne“La Sèparation”, nel 2005 Ka-rin Viari ne “Les Enfants”, nel2012 Catherine Frot ne “Lacuoca del Presidente”.

“L’Hermine” di Christian Vin-cent è una sorpresa del concorsodella 72ª Mostra del cinema diVenezia. A prima vista sembra ilclassico film francese per nonneAbelarde – a cui il festival parerivolgersi sempre più – ma inve-ce stupisce per essere un’operadi cinema d’autore, malgradogiochi con ingredienti giusti perpiacere. Teatrale, bella scrittura,attori eleganti nella recitazione,a cominciare da Fabrice Luchi-ni, un grande inteprete del tea-tro, oltre che del cinema.E poi quel lato formale impecca-bile, quella bolla da vecchiaFrancia (a tratti, come in tutta laparte iniziale, pare di essere neglianni 50 del secolo scorso), dovetanto cinema d’autore francesepare confinarsi, così rassicurantementre all’esterno la tempesta in-furia. Il presidente di una corted’assise (interpretato appunto daLuchini) figura tra i più rigidi, pi-gnoli e ortodossi che si possanoimmaginare, di una precisioneprofessionale quasi maniacale,se non ossessiva. Un giorno, nel-la giuria popolare chiamata aesaminare un caso di morte perpercosse di una bambina neona-

Cinema PINDEMONTEMartedì 12 aprile 2016 (16,00 - 18,30 - 21,00)Mercoledì 13 aprile (16,30 - 19,00 - 21,30)Giovedì 14 maggio (15,30 - 18,00 - 21,15)Venerdì 15 aprile (18,00 - 21,15)Sabato 16 aprile (10,00 mattino)

Cinema KAPPADUELunedì 18 aprile 2016 (16,00 - 18,30 - 21,00)

Cinema FIUMEMartedì 19 aprile 2016 (15,30 - 18,00 - 21,00)Mercoledì 20 aprile (16,00)Giovedì 21 aprile (15,30 - 18,00 - 20,30)

Cinema DIAMANTELunedì 2 maggio 2016 (18,30 - 21,00)Martedì 3 maggio (16,00 - 18,30 - 21,00)Mercoledì 4 maggio (15,30 - 18,00 - 21,00)Giovedì 5 maggio (16,30 - 19,00 - 21,30)

CINEFORUM: ingresso riservato agli abbonati muniti della tessera 2015/2016

classe media (medio-alta e me-dio-bassa) al proletariato, dalleorigini maghrebine ai francesi di“souche”, donne e uomini, gio-vani e adulti (di età matura o an-ziani). Certo, il tutto rimane co-munque piacevole e garbato, matutto converge verso un sol pun-to: la dimensione umana, il suomantenimento. E il caso proces-suale, sviscerato anche nelle sueambiguità con precisione e inmaniera credibile, mette al cen-tro la questione sociale, come ladisoccupazione congenita, leperiferie e le cités alla deriva, in-somma, quanto il borghese fran-cese, rinchiuso nella sua bolla,tende a evacuare, spesso copertoda tanto bla bla su eguaglianza,libertà e fratellanza.Tutto cambia con l’arrivo di Bir-git Lorensen-Coteret (Sisde Ba-bette Knudsen, appunto), che ilgiudice incontra a cena nei weekend. È evidente che la donna(ri)svegia in lui l’essere umano,anzi l’umano tout court. L’ane-stesista risveglia. È semplice-mente magnifica la scena inospedale, breve ma intensa, dicetutto con molta semplicità: per-ché la donna che aveva operatoil giudice anni prima tiene lagente per mano, cioè si implica,la ausculta, fa precisamente quelche tanti giudici, giornalisti, cri-tici e artisti sanno sempre menofare: auscultare l’umano. In pri-mis tanti medici, divenuti redat-tori di certificati medici, dunqueburocrati.Ma il film contrappone ancheuna all’altra le due grandi qua-lità della cultura francese: la lo-gica cartesiana e il romantici-smo, di cui la Francia, fin daStendhal, è portabandiera. Lalogica (una malattia di cui tral’altro soffre tanto algido cine-ma d’autore francese). SecondoHannah Arendt (lo ricordavaGodard), se spinta al massimoporta inevitabilmente al totalita-rismo. Questa, a suo modo, èuna storia di amour fou che siesprime platonicamente. Comenel finale, notevole quanto in-cantevole, grazie all’emozioneravvisabile nei volti, neglisguardi. Una storia d’amore chechiede amore. Per i singoli, perla comunità, la società.

ta, il magistrato ritrova una si-gnora elegante e solare (SisdeBabette Knudsen, perfetta) cono-sciuta anni prima: di mestiereanestesista, è forse l’unica perso-na ad aver suscitato sentimentialti e delicati in quell’uomo dete-stato nell’intero tribunale.Il tono da commedia lascia pre-sagire un film ben fatto, ma co-modo, comodo, perfetta espres-sione odierna di quella “qualitéfrançaise”, per usare l’etichettacontestataria di truffauttianamemoria. Invece il regista, dicui in Italia era uscito nel 1991il bel film “La timida”, sembrausare questa impalcatura come

un cavallo di Troia per far enrarei soldatini sui demoni che agita-no l’odierna società francese,con garbo, senza pretese dapamphlet satirico, ma traccian-do personaggi e situazioni conprecisione certosina e sapendomantenere il tutto in un delicatoequilibrio. Non è cosa facile co-gliere il confine tra macchiettaed essere umano, tra umorismoe realismo.Nella costituzione della giuria,le cui conversazioni nella bras-serie sono illluminanti, trovia-mo una fotografia di varie tipo-logie di francesi divise per cetosociale, età, etnia, sesso: dalla

LA CORTE“L’HERMINE”

FILM N. 24

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Page 5: IL LABIRINTO DEL SILENZIO - TweeBoo.com...IL CASO SPOTLIGHT FILM N. 23 Cinema PINDEMONTE Martedì 5 aprile 2016 (16,00 - 18,30 - 21,00) Mercoledì 6 aprile (16,30 - 19,00 - 21,30)

Martedì 29 marzo 2016 • Ore 16,30 - 19,00 - 21,15Mercoledì 30 marzo 2016 • Ore 16,30 - 19,00

Regia: Gianfranco Rosi (Italia 2016)Interpreti: Samuele Pucillo, Mattias Cucina, Samuele Caruana, Pietro Bartolo.Genere: Documentario. - Durata: 107’Orso D’Oro al festival di Berlino.

Samuele è un ragazzino con l’apparente sicurezza econ le paure e il bisogno di capire e conoscere tipicidi ogni preadolescente. Con lui e con la sua famigliaentriamo nella quotidianità delle vite di chi abita unluogo che è, per comoda definizione, costantementein emergenza. Grazie a lui e al suo “occhio pigro”, cheha bisogno di rieducazione per prendere a vedere

sfruttando tutte le sue potenzialtà, ci viene ricordatodi quante poche diottrie sia dotato lo sguardo diun’Europa incapace di rivolgersi al fenomeno dellamigrazione se non con l’ottica di un Fagin dickensia-no che apre o chiude le frontiere secondo il propriotornaconto. Samuele non incontra mai i migranti. Afarlo è invece il dottor Bartolo, unico medico di Lam-pedusa costretto dalla propria professione a consta-tare i decessi ma capace di non trasformare tutto ciò,da decine d’anni, in una macabra routine, conser-vando intatto il senso di un’incancellabile partecipa-zione. Rosi non cerca mai il colpo basso, neppurequando ci mostra situazioni al limite. La sua camerainquadra vita e morte senza alcun compiacimentoestetizzante ma con la consapevolezza che, come ri-cordava Thomas Merton, nessun uomo è un’isola enessuna Isola, oggi, è come Lampedusa.

FUOCOAMMARE

Martedì 5 aprile 2016 • Ore 17,00 - 22,00

Regia: Louis Malle(Francia 1958)Interpreti: Jeanne Moreau, Maurice Ronet.Genere: Drammatico (b/n).Durata: 90’

Julien uccide, d’accordo con l’amante, il marito dilei. Ma quando sta uscendo dalla casa del delittoresta chiuso nell’ascensore. In una memorabilescena tenta di liberarsi dalla trappola. Solo all’al-ba può fuggire. Tutto sembra riuscito perfetta-mente, ma mentre Julien era chiuso nell’ascenso-re, alcuni teppisti avevano rubato la sua auto epoi ucciso due turisti tedeschi. Arrestato per que-

sto delitto che non ha commesso, Julien non sacome difendersi perché dovrebbe rivelare l’altrodelitto. Ma la sua amante riesce a scagionarlo.Però, all’ultimo minuto, la polizia scopre tutto.Per gli amanti ci sarà il patibolo. Malle raccontala storia con precisione assoluta e gli attori sonoal massimo delle loro possibilità.

ASCENSORE PER IL PATIBOLO

A P P U N TA M E N T I

AL CINEMA KAPPADUE

I MARTEDÌ D’ESSAI - MARZO/APRILE

Martedì 5 aprile 2016 • Ore 19,30

Regia: Danny Boyle (USA 2016)Interpreti: Michael Fassbender, Kate Winslet,Jeff Daniels.Genere: Drammatico.Durata: 122’Michael Fassbender e Kate Winslet nominaticome migliori attori.

È il 1984 e manca pochissimo al lancio del primoMacintosh. Poi sarà la volta del NeXT nel 1988 edel iMac nel ’98. Scortato dal suo braccio destro, lafedelissima Joanna Hoffman, nel backstage chemuta col mutare dei decenni e dei costumi, SteveJobs affronta gli imprevisti dell’ultimo minuto, im-mancabili contrattempi, che si presentano sotto

forma di esseri umani e rispondono al nome di Lisa,sua figlia, di Chrisann Brennan, la madre di Lisa,Steve Wozniak, il partner dei leggendari inizi nelgarage di Los Altos, John Sculley, CEO Apple, AndyHertzfeld, ingegnere del software. Birbante intel-ligenza, anziché annoiarci con il racconto a tuttigià noto di un successo professionale accompa-gnato da una serie di insuccessi sul fronte umanoe personale, Sorkin racconta appunto il contrario:un successo umano, ottenuto faticosamente, at-traverso anni di insuccessi professionali, aspettati-ve frustrate, persino umiliazioni pubbliche. Certo,Jobs è testardo, arrogante, sfruttatore, “incompa-tibile” con il resto del mondo, e non c’è bisogno direttificare: consapevole delle sue debolezze, saldonei suoi difetti, solo così il ritratto di Steve Jobs èquello di un essere umano, imperfetto come ognialtro, creatore, però, di prodotti imperituri, senzapeccato originale.

STEVE JOBS

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Page 6: IL LABIRINTO DEL SILENZIO - TweeBoo.com...IL CASO SPOTLIGHT FILM N. 23 Cinema PINDEMONTE Martedì 5 aprile 2016 (16,00 - 18,30 - 21,00) Mercoledì 6 aprile (16,30 - 19,00 - 21,30)

Martedì 12 aprile 2016 • Ore 17,00 - 19,00 - 21,00

Regia: Charlie Kaufman(USA 2016)Interpreti: Jennifer Jason Leigh, David Thewlis.Genere: Drammatico/Animazione.Durata: 90’

Nomination al Premio Oscar come migliorfilm di animzione.

Michael Stone è marito e padre nonché noto au-tore del best seller “Come posso aiutarti ad aiu-tarli?” e si trova a Cincinnati per una conferenza.Michael prende alloggio all’hotel Fregoli e, dopoaver rivisto una donna con cui undici anni prima

aveva avuto una relazione, incontra casualmenteLisa Hesselman la quale è arrivata in città conun’amica proprio per assistere alla sua conferen-za. Tra i due si instaura un’immediata attrazioneche potrebbe cambiare la vita di entrambi.

ANOMALISA

Martedì 19 - mercoledì 20 aprile 2016 • Ore 16,15 - 18,30 - 21,00

Regia: Sherry Hormann (G.B./Austria 2009)Interpreti: Liya Kebede, Timothy Spall,Sally Hawkins, Juliet Stevenson.Genere: Drammatico.Durata: 120’Presentato alla 68ª Mostra del Cinema di Venezia.

Tratto dal best seller omonimo di Waris Dirie.L’incredibile viaggio di una bambina che con la suastoria contribuirà a sanare le ferite di migliaia didonne nel mondo.

Waris Dirie nasce in un villaggio della Somalia da unafamiglia di nomadi con dodici figli dove subisce l’infi-

bulazione più o meno a cinque anni: a tredici il padrela vende a un uomo di sessant’anni: Waris non accettaquel destino, fugge a Mogadiscio e poi a Londra, nellaresidenza di uno zio ambasciatore lavorando come ca-meriera. Quando l’uomo viene richiamato in Somalia,lei decide di restare in Inghilterra. Sola e analfabeta siguadagna da vivere con mestieri umili. Si iscrive a unascuola serale finché un giorno un fotografo, Terry Do-naldson, la convince a posare.All’improvviso il suo destino cambia dando inizio a unafortunatissima carriera di fotomodella. Al culmine delsuccesso, Waris ha trovato il coraggio di raccontare lapropria storia e oggi è la portavoce ufficiale della cam-pagna dell’ONU contro le mutilazioni femminili.

FIORE DEL DESERTO

A P P U N TA M E N T I

AL CINEMA KAPPADUE

I MARTEDÌ D’ESSAI - APRILE

A P P U N TA M E N T I

Sabato 16 aprile 2016 • Ore 16,00 - ingresso libero fino ad esaurimento posti

AL CINEMA FIUME

Regia: Mario Bonnard (Italia 1949)Interpreti: Luigi Tosi, Elio Steiner, Barbara Costanove.Sceneggiatura: Mario Bonnard, Federico Fellini,Anton Giulio Majano.Genere: Drammatico. - Durata: 80’ (b/n)

Il film è tratto da una storia vera e si svolge a Pola dopo il “Trattato di Pa-rigi” che assegna le nostre terre alla Jugoslavia. La popolazione, in massa,lascia la città mentre gli emissari jugoslavi cercano di trattenere, con le lu-singhe, quanti più cittadini possibile.Berto, giovane operaio, cade nella rete e da qui nascono le disillusioni po-litiche, le blande critiche al regime che lo porteranno in prigione. Riusciràa fuggire e tenterà di riunirsi alla moglie già in salvo a Trieste.

LA CITTÀ DOLENTE

A mezzo secolo dagli avvenimenti, nel 2004, è stato istituito il “GIORNO DEL RICORDO” per ricordare, il 10 febbraio di ogni anno, il drammaancora ignorato dalla storiografia “ufficiale” dell’esodo dalla Venezia Giulia e Dalmazia da parte della popolazione italiana.Per celebrare ancora la giornata, tentare di recuperare qualche brandello di storia taciuta, e riflettere su quanto accaduto, il COMITATOPROVINCIALE DI VERONA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE VENEZIA GIULIA DALMAZIA offre la proiezione straordinaria del film “LA CITTÀDOLENTE” del regista Mario Bonnard. Lo scopo è far conoscere un’opera notevole, e poco conosciuta, della cinematografia italiana e ri-cordare il drammatico esodo di 350.000 italiani dall’Istria, Fiume e Dalmazia costretti a lasciare le case e tutti i loro beni e dover ricostruirele loro vite in Italia, i più fortunati, e dispersi in ogni parte del mondo, gli altri.

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