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1 Il Kneph Traduzione di un trattato di Denis Labouré. Nota preliminare : “CNEF” presso gli Egizi era l'Essere Supremo, raffigurato come un serpente con testa di sparviero e con in bocca l'uovo primigenio, dal quale nacque il mondo. Esistono tuttavia molteplici e differenti rappresentazioni del Kneph. Immagine 1 - Kneph Egizio del Rito Massonico di Misraim Kneph : Innanzitutto una definizione e un poco di storia. Kneph o Knef è un divinità egiziana, il primo dei tre Khaméfis, o dei principi supremi. È la prima emanazione di essenza incomprensibile, il principio fécondatore, creatore e beneficente. Gli attribuiscono la figura di un uomo dal colore bluastro, che tiene uno scettro in mano, ha la testa coperta di piume splendide; dalla sua bocca esce l'uovo primitivo che ha generato tutti gli esseri. Kneph aveva templi famosi a Canope ed ad Assuan. Knepf sarebbe stato originariamente, una forma ophidiana di Amon Rà. Il Kneph così come appare nell’immagine a lato non è realmente un simbolo egiziano (non esiste in effetti alcuna rappresentazione di questo tipo nell’antico Egitto) ma il « quadro visibile a lato » è in grandissima parte ispirato alla antica simbologia egizia. All'inizio del XIX° secolo, Napoleone Bonaparte ritornò dalla campagna d'Egitto con numerosi documenti. Fù quello il punto di partenza di una vera egitto-mania che segnò gli inizi di quel secolo in tutti i settori artistici e culturali. È probabilmente a quell'epoca che il simbolo detto “Kneph„ fu re-inventato ed introdotto nei riti massonici egiziani. Kneph (Knephos in greco significa; l'oscuro, scuro che agisce nell'oscurità e Knephas il crepuscolo della sera e della mattina) ; è il nome greco di una divinità egiziana che si chiama in realtà Kematef. Questo nome sembra significare spirito o soffio. « Estratto della tavola di Ludovic Pinneli alla quale rinvio i fratelli e le sorelle desiderosi di esaminare il Kneph in una prospettiva più vicina alla ortodossia egiziana antica ».

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Il Kneph

Traduzione di un trattato di Denis Labouré.

Nota preliminare : “CNEF” presso gli Egizi era l'Essere Supremo, raffigurato come un serpente con testa di sparviero e con in bocca l'uovo primigenio, dal quale nacque il mondo. Esistono tuttavia molteplici e differenti rappresentazioni del Kneph.

Immagine 1 - Kneph Egizio del Rito Massonico di Misraim

Kneph : Innanzitutto una definizione e un poco di storia.

Kneph o Knef è un divinità egiziana, il primo dei tre Khaméfis, o dei principi supremi. È la prima emanazione di essenza incomprensibile, il principio fécondatore, creatore e beneficente. Gli attribuiscono la figura di un uomo dal colore bluastro, che tiene uno scettro in mano, ha la testa coperta di piume splendide; dalla sua bocca esce l'uovo primitivo che ha generato tutti gli esseri. Kneph aveva templi famosi a Canope ed ad Assuan. Knepf sarebbe stato originariamente, una forma ophidiana di Amon Rà.

Il Kneph così come appare nell’immagine a lato non è realmente un simbolo egiziano (non esiste in effetti alcuna rappresentazione di questo tipo nell’antico Egitto) ma il « quadro visibile a lato » è in grandissima parte ispirato alla antica simbologia egizia. All'inizio del XIX° secolo, Napoleone Bonaparte ritornò dalla campagna d'Egitto con numerosi documenti. Fù quello il punto di partenza di una vera egitto-mania che segnò gli inizi di quel secolo in tutti i settori artistici e culturali. È probabilmente a quell'epoca che il simbolo detto “Kneph„ fu re-inventato ed introdotto nei riti massonici egiziani. Kneph (Knephos in greco significa; l'oscuro, scuro che agisce nell'oscurità e Knephas il crepuscolo della sera e della mattina) ; è il nome greco di una divinità egiziana che si chiama in realtà Kematef. Questo nome sembra significare spirito o soffio. « Estratto della tavola di Ludovic Pinneli alla quale rinvio i fratelli e le sorelle desiderosi di esaminare il Kneph in una prospettiva più vicina alla ortodossia egiziana antica ».

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La sua composizione grafica in forma specificamente massonica sembra essere l'uovo ; quindi assumeremo questa forma come punto di partenza perché ne favorisce una lettura legata all'alchimia, e non la rappresentazione sotto forma di disco solare alato che lo collega direttamente alla mitologia egiziana. Il Kneph che appare nel primo disegno (immagine 1) è composto da un uovo alato, con due serpenti ognuno dei quali stà eretto ai lati dell’uovo ed incrocia nel proprio centro, l’altro. Le ali hanno i colori blu e nero, i serpenti sono neri, l'uovo è d'oro e la croce-hank è rossa. Possiamo vederlo diversamente raffigurato nell'immagine qui di seguito, la n° 2. Ma questa è solo una altra delle diverse versioni dell'uovo alato, che esistono in ambito massonico-tradizionale.

Immagine 2

Significato degli elementi costitutivi del Kneph; L'uovo Le ali I serpenti La croce hank L’Uovo ; è considerato come recipiente che ha in se il germe dal quale si svilupperà la manifestazione ; è un simbolo universale e che si spiega da sé. Eliade è contrario ad una interpretazione dell'uovo considerato come germe - il simbolo che l'uovo comprende (secondo gli insiemi mistico-rituali di molte religioni) non si riferisce tanto alla nascita ma ad una rinascita, ripetuta secondo il modello cosmogonico. L'uovo conferma e promuove la resurrezione che non è una nascita, ma una rinascita, un ritorno, una ripetizione, prodotta ad un altro livello. Focolare dell'universo, contiene nel suo guscio gli elementi vitali, e il vaso ermeticamente chiuso contiene il « composto » dell'opera. Il vaso, che sia matras, aludel, caldaia o storta, doveva come l'uovo essere covato perché il suo « composto » potesse trasformarsi. Il calore dell'incubazione è in relazione con ciò che è contenuto nello athanor. Prodotto dal « composto » e dall’incubazione, deve sorgere il bambino della filosofia - la saggezza. Un manoscritto ermetico anonimo, citato da Monod Herzen parla dell'uovo filosofico in questi termini; « ecco ciò che i vecchi dicono sull'uovo, gli uni la chiamano la pietra di rame, la pietra dell'Armenia, altri la pietra encefala, altri ancora la pietra che non è una pietra, la pietra egiziana, l'immagine del mondo ». L’athanor era tradizionalmente comparato con l'uovo cosmico. L'uovo rappresenta la sede, il luogo e l'argomento di tutte le trasmutazioni. Ma poiché cerchiamo il senso alchemico del nostro uovo, vedremo ciò che Dom Pernety ci rivela, e che riguarda l'uovo. « Per ulteriori dettagli, rinvio comunque i miei fratelli e le mie sorelle, che sono interessati, al dizionario Mytho Hermétique, al capitolo – l’uovo dei filosofi - ».

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Per riassumere Dom Pernety ci dice che la maggior parte dei ricercatori ha confuso il recipiente con il contenuto e che benché la forma dell'uovo sia ciò che conviene meglio all'operazione, il termine di « uovo dei filosofi » designa in realtà anche la materia dell'opera che contiene il mercurio, lo zolfo ed il sale, poiché l'uovo è composto dal vuoto, dal tuorlo e dalla sua pellicola protettiva. Sottolinea che, nulla è più vicino al magister, della concezione del bambino nel ventre di sua madre, o del pulcino nel suo guscio, covato dalla gallina. Dom Pernety ci dice ancora che questa materia contiene un fuoco interno che deve essere stimolato dal fuoco esterno, affinché rianimato poco a poco dia la vita e la nascita al bambino filosofico, che deve arricchire e perfezionare i suoi fratelli. Michael Maïer ci dice che i filosofi colpiscono il loro uovo con il fuoco, non perché esso sia distrutto e perisca, ma affinché riceva la vita e cresca. Precisa che non occorre parlare al suo riguardo di corruzione, ma di generazione. Cessa evidentemente di essere un'uovo con la scomparsa della sua forma e comincia a diventare un animale bipède e capace di volare, tramite la generazione di una forza più nobile.

« Nel cielo vi è un uccello più ardito di tutti,

di cui tu cercherai l'uovo, non avendo altro

scopo che questo.

Un tenero albume bianco circonda il tuorlo.

Con prudenza toccalo, con una spada

fiammegggiante (Devi fare così). Marte deve

venire in aiuto a Vulcano; sorgerà poi un

« oiselet » vincitore tanto sul ferro, che sul

fuoco ».

Per “oiselet„ Maïer utilizza il termine « pullaster » che traduce dalla antica lingua francese, per “poulastre„. Le parole pullaster e poulastre ci fanno pensare alla stella, ed oiselet è l'anagramma di stelle. Spetta dunque ad una stella-uovo dare la nascita. Ma nella « Via metallica » uno dei primi passi dopo « avere trovato la materia prima » non è il conseguimento del piccolo re o della regola stellata. Ed in alchimia interna questo ci fa pensare anche alla seguente frase : “é la stella del mattino che si alza nei vostri cuori„. Le Ali ;

nella ripresa di immagine ermetica le ali, gli uccelli di qualsiasi tipo rappresentano sempre il mercurio “volatile„. I vari tipi di uccelli descrivono questo mercurio in fasi diverse dell'opera. I serpenti ; i serpenti nati dal limo della terra rappresentano anche loro un mercurio - nel caso del nostro simbolo, questi serpenti si fronteggiano -. Essi possono descrivere il mercurio sotto le sue due forme, fisso e volatile, in conflitto fino a che un'armonia si componga e che questi due serpenti che si oppongono, si trovano strettamente collegati, come possiamo vederlo nel simbolo del Caduceo che avendo molti punti comuni con il kneph, lo rappresenta in uno spiegamento nella verticalità. (nel Caduceo troviamo, i serpenti, le ali, e l'uovo sotto forma del disco). Nel Sigillo di Cagliostro, in luogo dei due serpenti che si fronteggiano, si vede un serpente eretto (volatile) che viene trafitto da una freccia proveniente dal cielo (un altro serpente – zagaglia- che trafigge quello eretto, fissandolo) ; anche qui è manifestato in modo ermetico-alchemico, il mercurio doppio. N.d.t.

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La Croce Ankh ;

infine l’Ankh o « croce della vita », simbolo della immortalità, chiave che apre la porta del mondo dell'eternità e chiude il mondo dei misteriai profani. Il « Glifo » dell’ankh è da ricondurre al simbolo di Venere. Esso è rosso, colore del sangue e della vita. (L’Ankh veniva costruito dagli Antichi Egizi in oro e rame - N.d.t.) Dopo questa considerazione sugli elementi costitutivi di questo simbolo, lo possiamo collegare, in modo pratico, con l'alchimia. Separare il sottile dal denso. Nell'operazione spagirica la separazione del sottile dal denso consiste nel separare il miscuglio nei suoi vari elementi costitutivi. Nella sua forma grezza la pianta è un miscuglio, come il minerale che servirà nell'opera metallica, o l'uomo in alchimia spirituale. Sotto questa forma grezza il lavoro non è eseguibile, perché nessuna evoluzione è possibile su qualcosa di completato e stabilizzato. La pianta, il metallo o l'uomo sono ai loro rispettivi livelli di « creazioni completate ». Sono al livello più elevato di perfezione ove la natura ha potuto condurli. Per andare « oltre », occorre ricominciare il lavoro là dove la natura ha lasciato il suo. È per questo che è necessario scomporre ciò che è stato precedentemente composto e lavorare sui diversi principi costitutivi della materia, per ricomporre qualcosa che sarà molto diverso dal miscuglio di partenza.

Principio Pianta Minerale Uomo Soffio Olio essenziale Estratto oleoso Pneuma

Mercurio Alcool Acido (aceto) Psiche Sale Cenere Calce residuale Corpo

In ogni caso, siamo nel pieno di un lavoro spirituale, poiché si tratta essenzialmente di una opera di purificazione. Non c'è nulla da aggiungere alla materia in un lavoro alchemico, ma occorre soltanto purificare, pulire « il tutto » con l'aiuto dell'acqua e del fuoco. La Materia Prima ;

nel gabinetto di riflessione, ne abbiamo già una rappresentazione - (il fuoco, la presenza di dio con la candela, lo zolfo, il sale ed il mercurio) - che dovremo operare nei tre principi contenuti nella materia prima grezza. Successivamente, nel corso dell'iniziazione ci troveremo davanti ai quattro elementi. Ciò rappresenterà una indicazione che il lavoro, poi si sosterrà su questi tre principi e su questi quattro elementi, e che il fuoco sarà lo strumento essenziale per questo lavoro. Ma tutta l'opera comincerà con la materia prima (che non deve essere cercata sia nel regno minerale, che nel regno vegetale ; tanto meno nell'animale, poiché non la si può trovare in alcuno di questi tre regni) - “questa materia è tuttavia soltanto una sola cosa della quale la nostra pietra è fatta senza aggiungerne alcuna estranea„ - “essa si compone all'inizio di tre, e tuttavia di quattro„ - “in primo luogo devi sciogliere e risolvere la materia„ una volta ottenuta questa materia che all'inizio è fatta di tre, e può in seguito essere ridotta ad uno, diventa ovvio che la suddetta « materia prima » non si trova in Natura. Bensì, si prepara. È in questi casi che possiamo fare il legame con l'uovo. È la materia prima ; non una materia naturale, ma solo una materia lavorata- (nel caso della nostra esperienza, un elisir). Così abbiamo con il nostro uovo una immagine di perfezione su un certo piano (il lavoro di depurazione sui tre principi e la loro ricomposizione, quindi il lavoro lento di maturazione e di distillazione). Tuttavia non è una operazione fine a sé stessa, poiché ha lo scopo di qualcosa che potenzialmente, può dare infinitamente più. Il conseguimento di quest'uovo è soltanto il primo passo verso l'avventura della vita. È del resto interessante rendersi conto che molti

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trattati alchemici cominciano la descrizione delle operazioni ad una fase che corrisponde al nostro uovo e che il « vicolo cieco » è costituito dalla mancata conoscenza dei mezzi per ottenerlo. Così nel nostro uovo troviamo lo zolfo ed il mercurio (il sole e la luna che inquadrano il kneph nel riquadro), troviamo l'influenza di un fuoco celeste e l'azione del fuoco interno stimolato dal fuoco esterno. È importante considerare che il lavoro alchemico non ha escluso assolutamente il corpo o l'elemento terra, poiché il lavoro sul sale è primordiale. Il processo non è più alchemico se il sale purificato non è reincorporato nell'elisir. (e costituisce il fuoco interno stimolato dal fuoco esterno : nella nostra incubatrice, il fuoco esterno è la fonte del calore e della luce - il fuoco interno è il sale) ci sono nelle ceneri due sostanze pure, una terrestre, l'altra ignea, la prima si converte in vetro con la potenza del fuoco. Lavorare sul sale permette di fissare una benzina sottile. La presenza dell'uovo tra la luna ed il sole ci ricorda anche che l'alchimia è una via di coppia, che si pratica in coppia o non si pratica. La via alchemica è in alcuni punti da mettere in parallelo con il tantrismo e studiandolo in alchimia che disconoscerebbe il suo aspetto femminile per un uomo o maschile per una donna, si passerebbe accanto a qualcosa di essenziale, che rappresenterebbe il superamento degli stati iniziali di maschio e femmina. È un richiamo che ammonisce dagli approcci troppo marziali, troppo virili, che troppo essiccano, e da quelli principalmente devozionali, che inumidiscono.

Questa posizione tra sole e luna (tra zolfo e mercurio) ci segnala anche che l'operazione che seguirà la separazione e la calcinazione è un « matrimonio alchemico » che deve essere preso come una vera operazione di fecondazione. Una resurrezione. Ciò che era distinto è nuovamente unito. In tutti i testi alchemici sono prese in considerazione queste “cerimonie nuziali chimiche„.

Dans cette gravure du Mutus Liber nous voyons le couple alchimique travaillant ensemble sur différentes opérations. – Trad. - In questa rappresentazione del Mutus Liber, noi vediamo la « coppia alchimica » lavorare insieme, in cinque differenti operazioni.

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A proposito d'alchimia spirituale – Dobbiamo in ogni caso ricordare di porre attenzione al termine di « alchimia spirituale ». Ricorderemo quindi una citazione di Claude di Ygé, che diceva : : “Coloro che pensano che l'alchimia sia strettamente di natura terrestre, minerale e metallica, si astengano. - Coloro che pensano che l'alchemia sia soltanto spirituale, si astengano„. Non può esservi alchimia senza materia, ed in alchemia penso che un materialista dallo spirito aperto progredirà senza dubbio, più della grande maggioranza degli spiritualisti perché egli ha necessariamente uno spirito distinto dalla materia. Allo stesso tempo l'alchimia non può essere soltanto spirituale, in quanto noi, lavorando su uno dei tre regni lavoriamo inevitabilmente anche con Dio. C'è interazione permanente tra le manipolazioni sulla materia, il manipolatore, ed il creatore ditutte le cose. Esperienza personale :

Non commenterò la mia esperienza di spagiria poiché tutti voi calcinate, lavate, e covate, ma vi commenterò un'esperienza fatta in alcuni anni, e che si impone a me da allora nelle mie esperienze sulle piante. Questi eventi hanno assunto un senso particolare. Ciò che descriverò non veramente alchemico, tuttavia penso possa essere messo in parallelo con il processo alchemico.

Cette autre image du Mutus Liber est aussi très parlante, nous y voyons le couple alchimique en prière, nous rappelant que sans la grâce de Dieu, l’œuvre ne peut aboutir. Mais nous y voyons également dans la partie haute quelque chose qui reprend un certain nombre d’éléments de notre œuf. Trad. - Questa altra immagine del Mutus Liber è molto illuminante, e noi vediamo la « coppia alchimica » che prega invocando che la grazia di Dio non permetta all’opera di abortire. Nella parte alta del quadro, sono rappresentate alcune cose che riprendono un certo numero di elementi del « nostro uovo ».

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Solve :

Si è trattato di un periodo di depressione abbastanza profonda; vedere che in un momento tutto è sembrato sciogliersi, crollare attorno a me – ma anche in me, in modo reale e nel più profondo delle mie credenze e convinzioni. Questo periodo è durato più di un anno e sono stato prigioniero di un desiderio viscerale di auto-distruzione continua. In quel periodo l'alcool ha svolto un ruolo importante (mi bagnai, in tutta la mia pianta). Nello stesso tempo misi una energia selvaggia nella pratica (all'epoca furono principalmente quelle della preghiera, degli esercizi di introspezione e di lavoro sui tarocchi). Vissi un fenomeno di dissoluzione, di smantellamento interno di tutto ciò che aveva potuto, in un altro momento, sembrare stabile, ma che poi era stato spazzato via. Calcinazione :

Si è trattato di un dolore emozionale, ma anche fisico e permanente. Arrivai a pensare che l'esistenza si riassumesse ad un dolore lancinante poiché dice Buddha : con l'arretramento constato soltanto che questo stato di sofferenza è durato fino al momento dell'accettazione. Lavaggio :

L'accettazione che qualcosa in me stava morendo, che una vita si concludeva là perché un'altra potesse cominciare. (All’epoca dei sogni molto significativi si sono manifestati). In tale periodo intensificai la mia pratica e l'alcool non fu più un sostegno ; consacrai l'essenziale del mio tempo disponibile alla pratica del rientro in me, e le situazioni iniziarono gradualmente ad addensarsi. Vi era da un lato ciò che era deteriorabile, che continuava a disgregarsi ed allo stesso tempo si generò un embrione di stabilità. Coagula : A seguito di tale moi « addensamento » ho passato una mattina dopo l’altra ad alzarmi con un solo pensiero, quello morbido di terminare ; poi, un mattino mi sono alzato in uno stato di serenità che non avevo mai considerato fino ad allora. Tutto ciò che percepivo era un concessione al mio essere, di morbidezza, di calore e di bellezza. Mi ricordo perfettamente dei primi momenti di quel giorno e dello stato di leggerezza in cui mi trovai. In realtà io mi scoprii profondamente e fisicamente innamorato della vita, ma senza alcuna ragione particolare ; io entrai in tale stato con ogni parte del mio corpo. Il rovesciamento fu spettacolare. Questo stato durò molte settimane diminuendo d'intensità di giorno in giorno. Tuttavia è interessante notare i cambiamenti interni che si sono operati in quella occasione, e che in seguito, non sono più scomparsi. Terminarono anche i desideri ciclici di suicidio che mi attanagliavano periodicamente, già dalla mia pre-adolescenza ; la stanchezza cronica, l’insonnia continua, l’angoscia. Non ho più avuto gli incubi e neanche un sogno sgradevole. La mia percezione degli altri è radicalmente a cambiata. Questi miei cambiamenti, sono diventati permanenti, e non sono soltanto uscito da un periodo depressivo, da un punto di vista psicologico, ma in me si è operato un autentico rovesciamento ; una conversione. Maturazione e distillazione :

La fase di maturazione in realtà mi era un poco sfuggita ; ma penso che questa sia stata la conseguenza di ciò che io vissi nuovamente da quel momento. Incubazione e distillazione. È soltanto dopo essere passato per questa fase di morte e di rinascita che un lavoro “spirituale serio„ ha potuto cominciare, nel senso che si trattava soltanto di un tentativo di riempire mancanze, e attenuare le insufficienze. È soltanto a partire da questo periodo che ho capito che la ricerca significava abbandono della presa, semplificazione. Che non c'era nulla da acquisire, ma soltanto molto da perdere ; da lasciare lungo il cammino.

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Penso che oggi l’opera sia iniziata. L'uovo è nell'incubatrice ed il lavoro di distillazione potrà avere luogo. È lo stesso per questa tavola, la cui lettura non segna una conclusione, bensì un inizio, poiché mostra soltanto orientamenti e tracciati di ricerca, di sperimentazione. Come lavorare su di sé con la spagiria;

- Lavoro sui quattro elementi realizzando elisir con varie parti di una stessa pianta (la terra, l'aria, l'acqua ed il fuoco).

- Lavoro sull’elisir in corrispondenza con i sette pianeti. - Lavorare su uno o più elisir in corrispondenza con uno o più pianeti che ci creano dei

problemi (Malefici o debolezze) In base ai risultati osservati con il lavoro sulla pianta, penso che gli effetti in un lavoro sui minerali debba essere più profondo e forse più violento, poiché con il minerale, noi « tocchiamo » anche nella struttura della materia. Ma questi effetti possono essere apparentemente, meno visibili. Bibliografia :

- Nos amies les plantes : (Le nostre amiche piante) Viviane le Moullec. - Le secret du sel : ( Il secreto del Sale) Elias Artista. - Secret de la franc-maçonnerie égyptienne : (Segreti della Massoneria egiziana) Denis

Labouré. - Comprendre les quatre éléments : (Comprendere i quattro elementi) Denis Labouré. - Dictionnaire Mytho-Hermétique : (Dizionario Mitico-Ermetico) Don Antoine Joseph Pernety. - Alchimie & médecine : (Alchimia e medicina) Alexander Von Bernus. - Alchimie du feu céleste: (Alchimia del fuoco celeste) Denis Labouré. - Atalante fugitive : (Atalanta Fugiens) Michael Maïer. - Mutus Liber. (Roberto Fludo ?) - L’alchimie science et mystique : (L’Alchimia scienza e mistica) Patrick Rivière.

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Le Kneph

Tout d’abord une définition et peut-être un petit peu d’histoire. Kneph ou Knef est une divinité égyptienne, le premier des trois Khaméfis, ou dieux suprêmes. C’est la première émanation de l’Être incompréhensible, le principe fécondateur, créateur et bienfaiteur. On lui donne la figure d’un homme au teint bleuâtre, tenant un sceptre à la main la tête couverte d’un plumage magnifique ; et de sa bouche sort l’œuf primitif qui a donné naissance à tous les êtres. Kneph avait des temples célèbres à Canope et à Assouan. Knepf serait une forme ophidienne d’Amon Ré.

Composition graphique La forme plus spécifiquement maçonnique semble être l'œuf, par conséquent nous prendrons cette forme comme point de départ parce qu'elle est d’avantage liée à l'alchimie et non la représentation sous forme de disque solaire ailés qui nous rattache d'avantage à la mythologie Egyptienne.

Le Kneph tel qu’il apparaît dans la loge n’est pas véritablement un symbole Egyptien (Il n’existe en effet aucune représentation de ce type en Egypte antique) mais s’est très largement inspiré de ceux-ci. Au début du XIXème siècle, Napoléon Bonaparte revient de la campagne d’Egypte avec de nombreux documents. Ce sera le point de départ d’une véritable égypto-mania qui marqua les débuts de ce siècle dans tous les domaines artistiques et culturels. C’est probablement à cette époque que le symbole dit « Kneph » fut inventé et introduit dans les rites maçonniques égyptiens. Keph (Knephos en grec signifie ; l’obscur, le sombre qui agit dans l’obscurité et Knephas le crépuscule du soir et du matin) est le nom grec d’une divinité égyptienne s’appelant en réalité Kematef. Ce nom semble signifier esprit ou souffle. Extrait de la planche de Ludovic Pinneli à laquelle je renvoie les frères et les sœurs désireux d’aborder le Kneph sous un angle plus égyptien.

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Le Kneph figurant dans la loge est composé d'un œuf ailé, avec deux serpents de chaque coté et une croix ansée en son centre. Les ailes sont de couleurs bleue et noire, les serpents sont noirs, l’œuf est d’or et la croix ansée est rouge. Comme nous pouvons le voir avec l’image ci-dessous, il existe d’autres versions de l’œuf ailé

Signification de ces éléments constitutifs ; L'œuf Les ailes Les serpents La croix ansée

L’œuf

L’œuf, considéré comme contenant le germe à partir duquel se développera la manifestation, est un symbole universel et qui s’explique de lui-même. Eliade s’élève contre une interprétation de l’œuf considéré comme germe, le symbole que l’œuf incarne (d’après les ensembles mystico-rituels de maintes religions) ne se rapporte pas tant à la naissance qu’à une renaissance, répétée suivant le modèle cosmogonique. L’œuf confirme et promeut la résurrection qui n’est pas une naissance, mais une renaissance, un retour, une répétition à un autre niveau. Foyer de l’univers, il renferme dans sa coquille les éléments vitaux comme le vase hermétiquement clos contient le compost de l’œuvre. Le vase, qu’il soit matras, aludel, cucurbite ou cornue, devait comme l’œuf être couvé pour que son compost pût se transformer. La chaleur de la couvaison était entretenue dans l’athanor. Des produits du compost doit naître l’enfant de la philosophie, la sagesse. Une manuscrit hermétique anonyme, cité par Monod Herzen parle de l’œuf philosophique en ces termes ; voici ce que les anciens disent sur l’œuf, les uns l’appellent la pierre de cuivre, la pierre d’Arménie, d’autre la pierre encéphale, d’autre la pierre qui n’est pas une pierre, d’autre la pierre égyptienne, d’autre l’image du monde. L’athanor était traditionnellement comparé à l’œuf cosmique. L’œuf représente le siège, le lieu et le sujet de toutes les transmutations. Mais puisque nous cherchons une sens alchimique à notre œuf allons voir ce que Don Pernety nous révèle concernant l'œuf; Je ne peut que renvoyer mes frères et mes sœurs qui sont intéressés au dictionnaire Mytho Hermétique au chapitre « œuf des philosophes » pour plus de détails.

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Pour résumer Don Pernety nous dit que la plupart des chercheurs ont confondu le contenant avec le contenu et que bien que la forme de l’œuf est ce qui convient le mieux à l’opération, le terme d’œuf des philosophes désigne en fait la matière même de l’œuvre contenant le mercure, le soufre et le sel, comme l’œuf est composé du blanc, du jaune et de sa pellicule protectrice. Il souligne de plus que rien n’est plus proche du magister que la conception de l’enfant dans le ventre de sa mère ou le poussin dans sa coquille couvé par la poule. Pernety nous dit encore que cette matière contient un feu interne qui doit être excité par le feu externe, afin que se reanimant peu à peu elle donne la vie et donne naissance à l’enfant philosophique qui doit enrichir et perfectionner ses frères. Michael Maïer lui nous dit que les philosophes frappent leur œuf avec le feu, non pour qu’il soit détruit et périsse, mais pour qu’il reçoive la vie et croisse. Il précise qu’il ne faut pas parler à son sujet de corruption, mais de génération. Il cesse, il est vrai, d’être un œuf par la disparition de sa forme et commence par devenir un animal bipède et capable de voler par l’apparition d’une force plus noble.

Le ciel compte un oiseau, de tous le plus hardi,

Dont tu chercheras l’œuf, n’ayant pas d’autre soin.

Un mol blanc entoure le jaune. Avec prudence

Touche-le d’une épée de flamme (c’est l’usage).

Mars doit venir en aide à Vulcain ; il va naître

Un oiselet vainqueur et du fer et du feu. Pour « oiselet » Maïer utilise le terme « pullaster » traduit en vieux français par « poulastre ». Les mots pullaster et poulastre nous font penser à astre et oiselet est l’anagramme d’étoiles. C’est donc à une étoile que l’œuf va donner naissance, or en voie métallique un des premiers pas après avoir « trouvé » la matière première n’est-il pas l’obtention du petit roi ou régule étoilé. Et en alchimie interne ceci nous fait penser aussi à cette phrase « Et que l’astre du matin se lève dans vos cœurs ».

Les ailes Dans l’imagerie hermétique les ailes, les oiseaux de toutes sortes représentent toujours le « volatil » le mercure. Les différents types d’oiseaux décrivants ce mercure à des stades différents de l’oeuvre

Les serpents

Les serpents nés du limon de la terre représentent également un mercure, dans le cas de notre symbole, ces serpents se font face. Ils peuvent décrire le mercure sous ses deux formes, fixe et volatil, en conflit jusqu’à ce qu’une harmonie soit réalisée et que ces deux serpents s’opposant se retrouvent intimement unis comme nous pouvons le voir dans le symbole du caducée qui en passant à beaucoup de points communs avec le kneph, il représente un peu le kneph dans un déploiement dans la verticalité. (nous y retrouvons, les serpents, les ailes et l’œuf sous la forme du disque.

La croix ansée L’ankh enfin ou croix de vie, symbole de l’immortalité, clé ouvrant la porte du monde de l’éternité et fermant le monde des mystères aux profanes. Le glyphe de l’ankh est à rapprocher du symbole de vénus. De plus il est rouge, couleur du sang et de la vie.

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Après ces considération sur les éléments constitutifs de ce symbole, comment faire le lien de manière pratique avec l’alchimie. Séparer le subtil de l’épais. Dans l’opération spagyrique la séparation du subtil de l’épais consiste à séparer le mixte dans ses différents éléments constitutifs. Dans sa forme brute la plante est un mixte, tous comme le minéral qui servira dans l’œuvre métallique ou l’homme en alchimie spirituelle. Sous cette forme brute le travail est impossible, parce qu’aucune évolution n’est possible sur quelque chose d’achevé. La plante, le métal ou l’homme sont à leurs niveaux des créations achevées. Ils sont au niveau le plus élevé de perfection ou la nature a pu les mener. Pour aller plus loin, il faut recommencer le travail là ou la nature a laissé le sien. C’est pourquoi il est nécessaire de décomposer ce qui à été précédemment composé et travailler sur les différents principes constitutifs de la matière, afin de recomposer quelque chose qui sera très différent du mixte de départ.

Principe Plante Minéral Homme Soufre Huile essentielle Extrait huileux Pneuma

Mercure Alcool Acide (vinaigre) Psyché Sel Cendre Chaux résiduelle Corps

Dans tous les cas nous sommes bien dans un travail spirituel, car il s’agit uniquement d’un travail de purification. Il n’y a rien à ajouter à la matière dans un travail alchimique, mais uniquement à purifier, nettoyer. Le tout avec l’aide de l’eau et du feu. La matière première Dans le cabinet de réflexion nous avons déjà une présentation de ce sur quoi nous devrons travailler (le feu, la présence de Dieu avec la bougie, le soufre, le sel et le mercure), les trois principes contenus dans la matière première brute. Par la suite, au cours de l’initiation nous sommes confrontés aux quatre éléments. C’est une indication que le travail s’appuiera sur ces trois principes et ces quatre éléments et que le feu sera l’instrument essentiel pour ce travail. Mais toute l’œuvre commencera avec la matière première (le conte Bernard le Trévisan écrit « que l’on ne doit la chercher ni dans le règne minéral, ni dans le règne végétal, ni dans l’animal, car on ne peut la trouver dans aucun des trois règnes ») « Cette matière n’est cependant qu’une seule chose de laquelle notre pierre est faite sans y ajouter aucune chose étrangère » « Elle se compose au début de trois et cependant d’un » « Premièrement tu dois dissoudre et résoudre la matière » Une fois obtenue cette matière première et que faite de trois au début elle peut être réduite à un, il devient évident que la dite matière première ne se trouve pas, elle se prépare. C’est là que nous pouvons faire le lien avec l’œuf. Il est la matière première, mais pas une matière naturelle, c’est une matière travaillée. (dans le cas de notre expérience, un élixir).

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Ainsi nous avons avec notre œuf une image de perfection sur un certain plan (le travail d’épuration sur les trois principes et leur ré-assemblage, puis le lent travail de mûrissement et de distillation. Néanmoins il n’est pas une fin en soi, puisqu’il n’a d’intérêt que comme étant quelque chose qui potentiellement peut donner infiniment plus. L’obtention de cet œuf n’est que le premier pas vers l’aventure de la vie. Il est d’ailleurs intéressant de se rendre compte que beaucoup de traités alchimiques commencent la description des opérations à un stade correspondant à notre œuf et que l’impasse est généralement faite sur les moyens de l’obtenir. » Ainsi dans notre œuf nous retrouvons le soufre et le mercure (le soleil et la lune encadrant le kneph dans la loge), nous retrouvons l’influence d’un feu céleste et l’action du feu interne excité par le feu externe. Il est important de considérer que le travail alchimique n’exclu absolument pas le corps ou l’élément terre, puisque le travail sur le sel est primordial. Le processus n’est plus alchimique si le sel purifié n’est pas réincorporer dans l’élixir. (c’est lui qui constitue le feu interne excité par le feu externe, dans notre couveuse, le feu externe est la source de chaleur et de lumière, le feu interne est le sel) Il y a dans les cendres deux substances pures, une terrestre, l’autre ignée, la première se

convertit en verre par la puissance du feu.

travailler sur le sel permet de fixer une essence subtil.

La présence de l’œuf entre la lune et le soleil nous rappelle aussi que l’alchimie est une voie de couple, que l’on pratique en couple ou non. La voie alchimique est sur certains points à mettre en parallèle avec le tantrisme et l’étudiant en alchimie qui renierait son aspect féminin pour un homme ou masculin pour une femme, il passerait à côté de quelque chose d’essentielle. C’est un rappel aussi que ni les approches trop martials, trop virils, trop sèches, ni les approches essentiellement dévotionnelles, ne conviennent.

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Cette position entre soleil et lune (entre soufre et mercure) nous indique aussi que l’opération qui va suivre la séparation et la calcination est un mariage alchimique, qui doit être pris comme une véritable opération de fécondation. Une résurrection. Ce qui était séparé est de nouveau uni. Dans tous les textes alchimiques il est question de ces « noces chymiques ».

A propos d’alchimie spirituelle. Suite à une remarque de notre frère Denis, qui me rappelait qu’il fallait faire attention au terme d’alchimie spirituelle, je voudrais citer Claude d’Ygé qui disait ceci : « Que ceux qui pensent que l’alchimie est strictement de nature terrestre, minérale et métallique , s’abstiennent. Que ceux qui pensent que l’alchimie est uniquement spirituelle, s’abstiennent » Il n’y pas d’alchimie sans matière, et en alchimie je pense qu’un matérialiste à l’esprit ouvert progressera sans doute plus sûrement que la grande majorité des spiritualistes pour qui il y a nécessairement un esprit distinct d’une matière. En même temps l’alchimie ne peut être que spirituelle et en travaillant sur l’un des trois règnes nous travaillons forcément sur nous même et avec Dieu. Il y a interaction permanente entre les manipulations sur la matière, le manipulateur et le créateur de toutes choses . Expérience personnelle.

Dans cette gravure du Mutus Liber nous voyons le couple alchimique travaillant ensemble sur différentes opérations

Cette autre image du Mutus Liber est aussi très parlante, nous y voyons le couple alchimique en prière, nous rappelant que sans la grâce de Dieu, l’œuvre ne peut aboutir. Mais nous y voyons également dans la partie haute quelque chose qui reprend un certain nombre d’éléments de notre œuf.

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Je ne commenterai pas mon expérience de spagyrie puisque tous vous calcinez, lavez, et couvez mais je vous commenterai une expérience qui date maintenant de quelques années, mais qui s’impose à moi depuis nos expériences sur les plantes. Ces événements ont pris un sens particulier. Ce que je vais décrire n’est sans doute pas véritablement alchimique, mais néanmoins je pense que cela peut être mis en parallèle avec le processus alchimique. Solve Il s’agissait d’une période de déprime, voir même de dépression assez profonde dans un moment ou tout semblait se dissoudre, s’effondrer autour de moi, mais aussi en moi, de manière évènementielle mais également au plus profond de mes croyances et convictions. Cette période à durée plus d’une année que j’ai passé, habité par un désir viscéral d’auto destruction permanent. A ce moment l’alcool jouait un rôle important (je baignai comme ma plante). Dans le même temps je mettai une énergie farouche dans la pratique (à l’époque essentiellement la prière, les exercices de présence et le travail sur le tarot). Je vivai un phénomène de dissolution, de démantèlement intérieur et tout ce qui avait pu à un moment ou un autre paraître stable était balayé, laminé. Calcination C’était une douleur émotionnelle , mais aussi physique permanente. J’en arrivai à penser que l’existence se résumait à une douleur lancinante comme le dit Bouddha. Avec le recul je constate que cet état de souffrance à duré jusqu’au moment de l’acceptation. Lavation L’acceptation que quelquechose en moi était en train de mourir, qu’une vie se terminait là pour qu’une autre puisse commencer. (A cette époque des rêves très significatifs ce sont manifestés). Dans cette période j’intensifiai ma pratique et l’alcool n’était plus un soutient, je consacrai l’essentiel de mon temps disponible en pratique et retraite et quelque chose commençait à se densifier. Il y avait d’un coté ce qui était périssable qui continuait à se désagréger et en même temps un embryon de stabilité qui se générait. Coagula Ce qui est intéressant c’est ce qui c’est passé un matin où après bien des matins à me lever avec pour seule pensée, celle morbide d’en finir, je me suis levé dans un état de sérénité que je n’avais jamais ressenti jusqu'à ce jour. Tout ce que je percevai était emprunt de douceur , de chaleur et de beauté. Je me souviens parfaitement des premiers moments de cette journée et de l’état de légèreté dans lequel je me trouvai. En fait j’étai profondément et physiquement amoureux de la vie sans aucune raison particulière, je ressentai cet état avec chaque partie de mon corps. Le retournement était spectaculaire. Cet état a duré plusieurs semaines en diminuant d’intensité de jour en jour. Ce qui est intéressant c’est que les changements internes qui se sont opérés à cette occasion n’ont jamais disparu depuis. Finies les envies cycliques de suicide qui me hantaient depuis ma pré adolescence, les fatigues chroniques, les insomnies régulières, les angoisses, je n’ai plus jamais fait depuis un seul cauchemar, ni même un rêve seulement désagréable et ma perception des autres à radicalement changée. Ce sont ces changements devenus permanents qui me font dire que je ne suis pas seulement sortie d’une période dépressive d’un point de vue psychologique, mais qu’il s’est opéré un véritable retournement, une conversion.

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Mûrissement & distillation La phase de mûrissement m’avait un peu échappée en fait, mais je pense que c’est ce que je vie depuis ce moment là. Couvaison et distillation. C’est seulement après être passé par cette phase de mort et de renaissance qu’un travail « spirituel sérieux » a pu commencer, dans le sens ou avant il ne s’agissait que d’une tentative pour combler des manques, pour pallier à des insuffisances. C’est seulement à partir de cette période que j’ai compris qu’une quête signifiait abandon, lâcher prise, simplification. Qu’il n’y avait rien à acquérir, mais seulement beaucoup à perdre, à laisser en chemin. Je pense qu’aujourd’hui le travail ne fait que commencer, l’œuf est dans la couveuse et le travail de distillation va pouvoir commencer. Il en est de même pour cette planche, la lecture de ce soir ne marque en aucun cas un aboutissement mais bien un commencement puisque en fait je découvre seulement des orientations et des pistes de recherche et d’expérimentation. Comment travailler sur soi avec la spagyrie ;

- travail sur les quatre éléments en réalisant des élixirs avec différentes parties d’une même plante (la terre, l’air, l’eau et le feu).

- Travail sur des élixirs en correspondance avec les sept planètes. - Travailler sur un ou des élixirs en correspondance avec une ou des planètes qui nous

posent problème (Maléfique ou faible)

Au vu des résultats observés avec le travail sur la plante, je pense que les effets dans un travail sur le minéral doivent être plus profonds et peut-être plus violents, puisqu’ avec le minéral nous touchons à la structure même de la matière. Mais ces effets peuvent être en apparence moins visibles.

- Nos amies les plantes : Viviane le Moullec. - Le secret du sel : Elias Artista. - Secret de la franc-maçonnerie égyptienne : Denis Labouré. - Comprendre les quatre éléments : Denis Labouré. - Dictionnaire Mytho-Hermétique : Don Antoine Joseph Pernety. - Alchimie & médecine : Alexander Von Bernus. - Alchimie du feu céleste: Denis Labouré. - Atalante fugitive : Michael Maïer. - Mutus Liber. - L’alchimie science et mystique : Patrick Rivière.