IL GIORNALE DI CASTELNUOVO DI GARFAGNANA · Curzio Malaparte al quale è dedicato questo pezzo...

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IL GIORNALE DI CASTELNUOVO DI GARFAGNANA Redazione via traversa Vecchiacchi, 17 - 55032 Castelnuovo di Garfagnana (Lucca). Email: [email protected] Registrazione n. 871/07 del 19/12/2007 presso il Tribunale di Lucca www.ilgiornaledicastelnuovo.it Anno IX - Numero 76 - Settembre 2015 Intenti a chiudersi nei loro campanili hanno perso l’unicità degli intenti Maledetti garfagnini Non particolarmente amati, perché storicamente legati a quel piccolo ca- botaggio furbesco che li rende primi spesso tra tanti che sgomitando non si accorgono di loro, i garfagnini sono razza strana. Non alzano la mano per primi, anzi se ne stanno ben accorti da parte. Poco intenti alla rivoluzione (nella storia ci sono stati casi di belle fi- gure ardenti ma sono in netta mino- ranza) sono più amanti della visione. Ovvero attendono che la bufera passi. Anche in questo la cultura contadina millenaria ha fatto la sua parte. Ma forse anche l’indole dei Liguri-Apuani che se ne stavano ad oziare sui cucuz- zoli delle montagne (tipo al Sillico) per scendere solo a primavera per far raz- zia di bestiame e portarselo in valle. Ovvero: aspettavano che gli Etruschi facessero nascere e allevare le bestie per poi prendersele. Eppure è gente che sa fare e ha fatto. “Ovunque ti giri trovi un garfagnino”; dicevano così fino a qualche tempo fa in giro per il mondo. Perché – e questo fatto è innegabile – quando un garfa- gnino abbandona la valle e lascia que- sta cellula uterina che lo protegge fisicamente e mentalmente, si trova “fuori”. E quel “fuori” è paura, ma anche sfida. E’ così che i garfagnini han fatto fortuna in giro per il mondo. E se ci fosse ancora il professor Luigi Suf- fredini ce ne racconterebbe di storie a lieto fine. Curzio Malaparte al quale è dedicato questo pezzo parafrasando proprio il suo “Maledetti toscani” tiene a sottoli- neare che i toscani non sono ne’ mi- gliori ne’ peggiori degli altri italiani. Semplicemente diversi, ed è di questa diversità ed unicità che vanno fieri. Ecco ai garfagnini manca questo passo. Non sono in grado (ma a que- sto punto potrei dire, non siamo in grado) di costruire una unicità. In altre parole di essere uniti. E visto che non lo siamo stati molto probabil- STUDIO PALMERO - BERTOLINI ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE DOTT. LUCIANO BERTOLINI - DOTT. MICHELA GUAZZELLI RAG. MASSIMO PALMERO - DOTT. SARA NARDINI Castelnuovo di Garfagnana (LU) - Via Debbia, n. 6 - Tel. 0583/644115 Piazza al Serchio (LU) - Via Roma, n. 63 - Tel. 0583/1913100 P. IVA 0041711.046.7 Contabilità: Fax 0583/62117 - e-mail: [email protected] Paghe: fax 0583/1990021 - e-mail: [email protected] Il Papa nero Ovvero sull’arte del complottismo. Che sarebbe in realtà un vero e proprio sotto- titolo. Lo sappiamo tutti che l’estate to- glie energie e il caldo annebbia le menti, ma se ne sono sentite di tutti i colori in queste settimane a seguito dell’ultimo ar- ticolo sugli sciacalletti. Vorrei spazzare il campo da continue voci e strumentalizzazioni e stupidaggini. Gli sciacalletti sono tutti quelli che hanno re- mato contro, aspettandosi il disastro; sciacalletti sono quelli che parlano, par- lano, parlano, e poi non fanno nulla. Sciacalletti sono quelli che sono andati al mare, in montagna o hanno fatto sempli- cemente gli affari loro senza andare a vo- tare. Ecco questi sono i peggiori perché poi sono i primi lamentarsi delle carenze della politica (loro che non votano...). Ma lo sciacallo più grande di tutti è lui: il Papa nero. L’uomo astioso, cattivo, so- litario e ramingo, il “trombato” perenne dalla vita, l’ultimo della fila fin dalle ele- mentari, astioso, geloso, invidioso. Lancia malocchio di sottocchio; è quello che gli sudano troppo le mani, non dorme la notte, si arrovella, conta e riconta (ma tanto i conti non torneranno mai), ha brutte giacche negli armadi e scarpe li- scie. Non azzecca un colore e non legge libri perché sa già tutto. Il Papa nero che tende la mano come nella migliore scuola degli sciacalli. Ecco il vero sciacallo. E non è solo. Il direttore P.S. E’ un rebus complottista per l’au- tunno.Via al gioco. FOGLIO INDIPENDENTE PER LETTORI LIBERI FONDATO NEL 2007 mente non lo saremo mai, intenti tutti a coltivare il proprio piccolo orticello. E allora si rafforza ancora, ma in senso negativo, l’appellativo “Maledetti gar- fagnini”, sì perché non in grado di con- cedersi gli elementi positivi di questa frase. Nel 1800 nelle montagne reggiane si soleva dire ai bambini per mettergli paura: “arrivano i garfagnini”. E la strega aveva le sembianze di quelle vecchiette curve, secche e nere che scendevano dalla Garfagnana per rac- cogliere castagne o far lavori duri. La nostra terra non ci ha mai aiutato e mai ci aiuterà selvaggia, incolta, rude, aspra. Una terra che si è sempre ripresa quello che l’uomo ha tentato di co- struire. Mai doma state certi si ripren- derà tutto quello che abbiamo sbagliato. E’ certo che se la abbando- nassimo in trent’anni diventerebbe ir- riconoscibile con le radici, le frane, le alluvioni, i terremoti, a rimodellare tutto. Qui la sconfitta peggiore di noi miseri maledetti garfagnini. Nella nostra in- dividualità sfrenata, nel nostro pen- sare di essere più furbi e migliori degli altri, nel nostro piccolo cabotag- gio, non ci rendiamo conto che siamo veramente ne’ migliori ne’ peggiori degli altri italiani. E questo non è certo un fatto di cui vantarsi perché – senza nulla togliere – ma di tanti altri italiani con le loro gestualità c’è da vergo- gnarsi. E non serve a nulla neppure questo articolo che ha lo scopo di ren- dere pruriginosa la giornata, ma che invero scatenerà il senso opposto. Consapevoli, dice Malaparte, di non essere particolarmente amati nelle altre regioni noi garfagnini finiamo sempre con lo scegliere l’attesa perché ci manca quel “fuori”. Pienamente e consapevolmente “ma- ledetti” non lo saremo mai fino a quando ogni ponte, ogni curva, ogni campanile sarà un confine tra mille altri confini. Ecco la ragione delle tante sconfitte che ogni giorno subiamo. Andrea Giannasi

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IL GIORNALE DI CASTELNUOVO DI

GARFAGNANARedazione via traversa Vecchiacchi, 17 - 55032 Castelnuovo di Garfagnana(Lucca). Email: [email protected]

Registrazione n. 871/07 del 19/12/2007 presso il Tribunale di Luccawww.ilgiornaledicastelnuovo.itAnno IX - Numero 76 - Settembre 2015

Intenti a chiudersi nei loro campanili hanno perso l’unicità degli intenti

Maledetti garfagniniNon particolarmente amati, perchéstoricamente legati a quel piccolo ca-botaggio furbesco che li rende primispesso tra tanti che sgomitando non siaccorgono di loro, i garfagnini sonorazza strana. Non alzano la mano perprimi, anzi se ne stanno ben accorti daparte. Poco intenti alla rivoluzione(nella storia ci sono stati casi di belle fi-gure ardenti ma sono in netta mino-ranza) sono più amanti della visione.Ovvero attendono che la bufera passi.Anche in questo la cultura contadinamillenaria ha fatto la sua parte. Maforse anche l’indole dei Liguri-Apuaniche se ne stavano ad oziare sui cucuz-zoli delle montagne (tipo al Sillico) perscendere solo a primavera per far raz-zia di bestiame e portarselo in valle.Ovvero: aspettavano che gli Etruschifacessero nascere e allevare le bestieper poi prendersele.Eppure è gente che sa fare e ha fatto.“Ovunque ti giri trovi un garfagnino”;dicevano così fino a qualche tempo fain giro per il mondo. Perché – e questofatto è innegabile – quando un garfa-gnino abbandona la valle e lascia que-sta cellula uterina che lo proteggefisicamente e mentalmente, si trova“fuori”. E quel “fuori” è paura, maanche sfida. E’ così che i garfagnini hanfatto fortuna in giro per il mondo. E seci fosse ancora il professor Luigi Suf-fredini ce ne racconterebbe di storie alieto fine.Curzio Malaparte al quale è dedicatoquesto pezzo parafrasando proprio ilsuo “Maledetti toscani” tiene a sottoli-neare che i toscani non sono ne’ mi-gliori ne’ peggiori degli altri italiani.Semplicemente diversi, ed è di questadiversità ed unicità che vanno fieri. Ecco ai garfagnini manca questopasso. Non sono in grado (ma a que-sto punto potrei dire, non siamo ingrado) di costruire una unicità. Inaltre parole di essere uniti. E visto chenon lo siamo stati molto probabil-

STUDIO PALMERO - BERTOLINIASSOCIAZIONE PROFESSIONALE

DOTT. LUCIANO BERTOLINI - DOTT. MICHELA GUAZZELLIRAG. MASSIMO PALMERO - DOTT. SARA NARDINI

Castelnuovo di Garfagnana (LU) - Via Debbia, n. 6 - Tel. 0583/644115Piazza al Serchio (LU) - Via Roma, n. 63 - Tel. 0583/1913100

P. IVA 0041711.046.7Contabilità: Fax 0583/62117 - e-mail: [email protected]: fax 0583/1990021 - e-mail: [email protected]

Il Papa neroOvvero sull’arte del complottismo. Chesarebbe in realtà un vero e proprio sotto-titolo. Lo sappiamo tutti che l’estate to-glie energie e il caldo annebbia le menti,ma se ne sono sentite di tutti i colori inqueste settimane a seguito dell’ultimo ar-ticolo sugli sciacalletti.Vorrei spazzare il campo da continue vocie strumentalizzazioni e stupidaggini. Glisciacalletti sono tutti quelli che hanno re-mato contro, aspettandosi il disastro;sciacalletti sono quelli che parlano, par-lano, parlano, e poi non fanno nulla.Sciacalletti sono quelli che sono andati almare, in montagna o hanno fatto sempli-cemente gli affari loro senza andare a vo-tare. Ecco questi sono i peggiori perchépoi sono i primi lamentarsi delle carenzedella politica (loro che non votano...).Ma lo sciacallo più grande di tutti è lui:il Papa nero. L’uomo astioso, cattivo, so-litario e ramingo, il “trombato” perennedalla vita, l’ultimo della fila fin dalle ele-mentari, astioso, geloso, invidioso.Lancia malocchio di sottocchio; è quelloche gli sudano troppo le mani, non dormela notte, si arrovella, conta e riconta (matanto i conti non torneranno mai), habrutte giacche negli armadi e scarpe li-scie. Non azzecca un colore e non leggelibri perché sa già tutto.Il Papa nero che tende la mano come nellamigliore scuola degli sciacalli.Ecco il vero sciacallo. E non è solo.

Il direttore

P.S. E’ un rebus complottista per l’au-tunno.Via al gioco.

FOGLIO INDIPENDENTE PER LETTORI LIBERI FONDATO NEL 2007

mente non lo saremo mai, intenti tuttia coltivare il proprio piccolo orticello.E allora si rafforza ancora, ma in sensonegativo, l’appellativo “Maledetti gar-fagnini”, sì perché non in grado di con-cedersi gli elementi positivi di questafrase.Nel 1800 nelle montagne reggiane sisoleva dire ai bambini per metterglipaura: “arrivano i garfagnini”. E lastrega aveva le sembianze di quellevecchiette curve, secche e nere chescendevano dalla Garfagnana per rac-cogliere castagne o far lavori duri.La nostra terra non ci ha mai aiutato emai ci aiuterà selvaggia, incolta, rude,aspra. Una terra che si è sempre ripresaquello che l’uomo ha tentato di co-struire. Mai doma state certi si ripren-derà tutto quello che abbiamosbagliato. E’ certo che se la abbando-nassimo in trent’anni diventerebbe ir-riconoscibile con le radici, le frane, lealluvioni, i terremoti, a rimodellaretutto.Qui la sconfitta peggiore di noi miserimaledetti garfagnini. Nella nostra in-

dividualità sfrenata, nel nostro pen-sare di essere più furbi e miglioridegli altri, nel nostro piccolo cabotag-gio, non ci rendiamo conto che siamoveramente ne’ migliori ne’ peggioridegli altri italiani. E questo non è certoun fatto di cui vantarsi perché – senzanulla togliere – ma di tanti altri italianicon le loro gestualità c’è da vergo-gnarsi. E non serve a nulla neppurequesto articolo che ha lo scopo di ren-dere pruriginosa la giornata, ma cheinvero scatenerà il senso opposto. Consapevoli, dice Malaparte, di nonessere particolarmente amati nelle altreregioni noi garfagnini finiamo semprecon lo scegliere l’attesa perché cimanca quel “fuori”.Pienamente e consapevolmente “ma-ledetti” non lo saremo mai fino aquando ogni ponte, ogni curva, ognicampanile sarà un confine tra millealtri confini.Ecco la ragione delle tante sconfitte cheogni giorno subiamo.

Andrea Giannasi

Pagina 2 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Numero 76 Settembre 2015

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La risposta ai migranti da parte dei governi può limitare la nostra libertà

Attenzione alle derive autoritarieSia chiaro: rimango fermo sulle mieposizioni. In merito agli immigratidobbiamo dare accoglienza e suglizingari seguire la regola più dirittipiù doveri. Ma, come ci insegna lastoria, c’è sempre un limite a tutto. Oper lo meno quel limite va posto. E va messo soprattutto perché negli ul-timi mesi il pensiero razzista, forcaiolo,nel nostro paese si sta allargando e nonsolo per chiara responsabilità di leaderpolitici intenti a gettare benzina sulfuoco. Ovvero il problema non è solo politico,ma giudiziario e amministrativo. Perquesto va posto un limite nell’ambitodella democrazia e della repubblica.Prima di raggiungere quel confine fac-cio una premessa.Come molti sanno da dieci anni abito aLucca, e il centro storico è luogo am-bito da ladruncoli di ogni specie perfare razzie di spiccioli. E la città ab-bonda di materie prime pronte per es-sere rivendute smontate o intere: lebiciclette.In dieci anni ho avuto la ventura diveder sparire tre biciclette intere, duevolte la ruota anteriore, sellini, addirit-tura il campanello. Uno stillicidio fa-stidioso e continuo.Il prezzo da pagare ad una società ra-refatta, direbbe qualcuno, e su questoposso anche far cadere le braccia, maquando leggo sul quotidiano che ognitre mesi (a scadenza ormai regolare)Polizia e altre forze dell’ordine entranonel campo nomadi rinvenendo bici-clette, motorini, materiali edili di ognigenere, bombole del gas, le mie posi-zioni vacillano.Io che sono fermo assertore della re-gola più diritti più doveri vacillo. In-fatti ad un uomo o una donna chevogliono liberamente venire a vivere inItalia è giusto concedere il diritto difarlo e lo Stato in cambio richiede il do-vere di essere un buon cittadino.Invece accade il contrario. Perché ilvuoto giudiziario, l’impossibilità am-ministrativa, spesso anche l’incapa-cità, rendono vana l’applicazione del“dovere essere un buon cittadino”.E visto che lo Stato appare assente e leferite nel tessuto democratico e repub-

blicano si fanno sempre più larghe suc-cede che quel confine invece di esserenell’ambito costituzionale si sposta nelcampo dell’opposizione culturale,dello scontro, del distacco. Insommavince chi vuole cacciare, relegare, chidelinque e poi alla fine chi è diverso,chi appartiene a etnie differenti. E come non dargli torto direbbe il so-lito cittadino fregato di fronte all’enne-sima bicicletta rubata.

Medesimo è il discorso sull’acco-glienza. Ogni comune ha i suoi profu-ghi o immigrati da accogliere e mi parecosa buona e giusta, ma mi domando:per quanto tempo? E vi siete accortiche ci sono anche molti (troppi) italianiche vivono nel nulla più assoluto? E poi soprattutto: tra un anno, dueanni, tre anni, che ne faremo di questiragazzotti visto che il lavoro mancaanche per chi già vive qui?

Il buon gelato è...in Piazza Duomoa Castelnuovo di

Garfagnana

Ma dove nasce il problema?Il fenomeno migratorio che stiamo vivendo negli ultimi anni è solo all’iniziodel proprio corso. Purtroppo si sono uniti due grandi eventi ai quali è difficileporre rimedio in pochi anni. Ed entrambi i “guasti” sono direttamente ricon-ducibili alla follia consumistica, egoistica e distruttiva del mondo occidentale.Siriani, Irakeni, Curdi e Afghani scappano dalle guerre create dai governi diWashington, Londra, Parigi, Roma.Tutti gli africani delle regioni sub-sahariane invece scappano per due motivi:alcuni da un pressante aumento della desertificazione; altri per cercare benes-sere (soprattutto i nigeriani) perché seppur vivendo in un paese con immensericchezze, queste sono solo per pochissimi (e in mano alle grandi compagnieoccidentali), mentre le città bidonville vivono paurose vette di desolazioni,malattie e morte. In paesi devastati da malattie come l’Aids o contagi comeEbola, in regioni dove ancora si muore di fame, è possibile trovare la rete ve-loce per lo smartphone, ma non una sufficiente distribuzione di acqua. Evidenti dicotomie di sistemi malati.Per tutto questo milioni di persone stanno scappando e non basta l’acco-glienza: bisogna fare di più a livello internazionale. Far cessare le guerre ed esportare capacità, mestieri, benessere. Non bombe earmi in cambio di petrolio, ma felicità.Lo stesso principio che gli americani amano sempre ripetere quando qualcunoli critica, ma bisognerebbe ricordare a tutti che il nostro benessere non può es-sere generato dalla morte di altri uomini.

Un bel pasticcio.Il problema è che o si pone un limitenell’ambito delle regole costituzio-nali e si impongono confini democra-tici e scelte repubblicane, oppurel’altra via è quella dell’incrementarelo scontro sociale, il razzismo, l’intol-leranza. E dunque poi arrivare a leggispeciali, a poteri forti.In estate mi sono letto molti libri la-sciati indietro e articoli di giornale cheavevo ritagliato. Il quadro che mi sonfatto di tutta questa faccenda è spec-chio di un tempo malato. Dietro a tutto questo infatti c’è sempreil denaro sotto forma di aiuti, di soste-gni, di accoglienze, e allora il modellodi Mafia Capitale che faceva soldi (e fasoldi) sull’accoglienza e la gestione deicampi, appare molto più esteso e radi-cato di quanto sembri. E’ evidente chesi guadagna su ogni testa salvata inmare o su ogni zingaro (a Roma nel2014 il comune ha speso 24 milioni dieuro per l’inclusione dei rom nella so-cietà, da Il Messaggero del 13 giugno2014), così come l’accoglienza di unmigrante costa una media di 33 euro algiorno. Un flusso di denaro che cancella la re-gola “più diritti più doveri” perché ildiritto di accogliere per qualcuno fapari non con l’umanità e la carità cri-stiana, ma con l’assegno percepitomensilmente. E poi dei doveri se nefregano tutti. Che ci pensino la Polizia o i Carabinierisoli su un territorio sempre più difficileda controllare e difendere.E sono venuto alla parola chiave del-l’intero articolo: è un male che generaaltri mali, quando uno Stato deve di-fendere i propri confini (interni edesterni).Per questo va posto un limite nell’am-bito della democrazia e della repub-blica se no in caso contrario sentiremoparlare sempre di più di leggi specialie poteri forti.In altre parole per la “nostra sicurezza”e il “nostro egoismo” chiuderemo leporte all’esterno, così come all’interno,imponendoci una scelta autoritaria.

a.g.

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Numero 76 Settembre 2015 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Pagina 3 E’ necessario dotare la valle di un gruppo di lavoro unico

Un tavolo di regia culturale

Sull’urgenza di creare un gruppo cul-turale che sul territorio possa fare rete,ormai non vi è dubbio. E’ cosa non rinviabile e le Terre del Ser-chio da ponte del Diavolo e fino alPasso dei Carpinelli hanno necessità didotarsi di strumenti nuovi. Per questo in seno agli Stati Generalidella Garfagnana e delle Terre del Ser-chio è nata l’idea di aprire un tavolo dilavoro. Mantenendo – come è regola degliStati Generali – ogni realtà la propriaautonomia verranno invitati ad un in-contro pubblico operatori culturali, dachi lavora nelle biblioteche, ai librai,dagli scrittori, alle associazioni specifi-catamente dedite alla promozionedella cultura. Dal cinema, alla musica.Chi è delegato a fare cultura e chi in-vece lavora con la stessa.

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Lo scopo primario è quello di creareuna mappa degli eventi culturali invalle per creare una sinergia di lavoroche possa alimentare i singoli eventi diflussi collettivi. In altre parole darecorpo e sostanza ad un pubblico desi-deroso di partecipare ad eventi cultu-rali.Non nascondiamo che quello che inte-ressa di più a noi è la cultura della co-noscenza attraverso la lettura dei libri.Per questo noi teniamo a stimolare lacreazione di veri e propri Circoli deilettori.Ma non solo. L’idea è quella di crearecontaminazioni e muovere gli eventi invalle. Il festival letterario Leggere Gu-stando sarà un contenitore che già dal2016 sperimenterà questa nuova formadi mix culturale.

Senza parole

Avrete già letto i commenti del sindaco Tagliasacchi, di Gianni Dini, di Ales-sandro Pedreschi, di Fosco Bertoli, e di molti altri intorno alla Settimana delCommercio.Noi crediamo basti pubblicare questo collage a cura di Gabriele Coli per cer-tificare un nuovo inizio. Da sempre ricordiamo che la natura storica di Ca-stelnuovo è legata in maniera indissolubile al commercio; da semprericordiamo che ogni negozio che chiude rappresenta un grave fatto per il ca-poluogo. Questa è la migliore risposta alle difficoltà del momento. E comemolti rimaniamo a guardare senza parole.

Pagina 4 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Numero 76 Settembre 2015Il rischio di scambiare il mondo reale con facebook o twitter

Il giusto passo nel mondo virtualeQuesto articolo contiene due notizie:una buona e una cattiva.L’Italia con il proprio pensiero – e que-sta è la cattiva notizia - pare essersispostata sui social network. E mentreTwitter, sempre più snob ed elitario,sta perdendo colpi, è Facebook che rac-coglie gli umori, le note, i comunicatistampa.Non passa ormai giorno che non ci siapolitico o partito che lanci la propriaidea, azione, proposta sul social. Forti,anzi fortissimi, su queste piattaformesono i grillini, i leghisti, ma anche idem. Indietro i forzisti, che come inse-gna Verdini, poi le cose reali si fannoaltrove.Entrando su Facebook è forte il senti-mento di odio e risentimento. Nascostidietro ad un video gli iscritti si fannoleoni trovando coraggio che nella re-altà di un viso a viso, non sarebbero ingrado di esprimere. Il network è dun-que percorso da una virulenza, mistaa desideri di apparire migliori, divoler essere amati, considerati, se-guiti. L’indice di gioia virtuale si mi-sura sui Mi Piace ricevuti su un posted è ovvio che se ti fermi a due o tre,per qualcuno non sei nessuno.Da qui altri risentimenti e rancori chepoi cadono su tutto e tutti.Questo ambiente virtuale ha però unafunzione di controllo che a moltisfugge. Quel mezzo con lo smartphonepermette di sapere dove sei in ognimomento della tua giornata; un post,una foto indicano dove sei con estremaprecisione e con chi sei. Cosa stai facendo e a cosa stai pen-sando. Se sei a casa, cosa ti piace, cosaconsumi. Esiste un logaritmo che cal-cola anche il tuo pensiero politico, iltuo gusto musicale, le tue tendenzesessuali.E’ il trionfo del mondo di Orwell e delsuo 1984 con tutte le conseguenze.Molti di voi ricorderanno l’occhio che

monitorava ogni azione in ogni mo-mento dei cittadini del mondo del fu-turo dello scrittore inglese (ma nato inIndia).La stortura è evidente. Così comel’idea di estrema libertà della rete che èdestinata inevitabilmente a doversiporre limiti e limitazioni (dopo averschedato ogni nostra azione, foto, com-mento, pensiero).Eccoci al dunque: preparate a riporrepassword e passaporto che davano li-bero accesso al mondo, perché la no-stra libertà è finita.O per lo meno sembrava finita.

Ecco la buona notizia. Dai primi di set-tembre se ne sta parlando e il Giornaledi Castelnuovo è uno dei primi organidi stampa che scrive le norme anti Or-well. Una serie di consigli per chi “vive” suFacebook. Non mettete la vostra data di nascitareale, il vostro indirizzo preciso, le fotodei vostri bambini, commenti politicidiretti, dove lavorate, con chi vivete,chi amate, cosa desiderate. Non mettete Mi piace ovunque e aqualsiasi cosa, ma leggete con atten-zione. Infine la cosa più importante. Non scrivete mai e poi mai quantosiete felici e non postate foto dovesorridete: il logaritmo conosce la vo-stra solitudine, le vostre inquietudini,le vostre paure.E allora vedete tutto diventa inutile.Non rimane che una sola cosa: spe-gnete quel coso e andate in piazza,prendetevi un caffè, scambiate duechiacchiere, fate una telefonata, ab-bracciate qualcuno che non vedete datempo, donate e rubate un bacio, sal-tate su un treno e parlate di calcio o diquanto è ingrassato quell’attore bello

di una volta. Salite su una montagna e guardatevinegli occhi, quelli veri, profondi eumidi che non siamo più abituati ascrutare.

Trattoria Marchetti

di Clara PedreschiLoggiato Porta Castelnuovo di Garfagnana

Telefono 0583 639157

Notate bene.La telecamera dell’informazioneriprende solo un dettaglio del-l’evento. Il resto sfugge al tele-spettatore che ha una visioneopposta a quanto sta accadendorealmente. Ecco perchè bisognasempre approfondire e conoscere.

Compiti a casa:Resta di noi ciò

che abbiamo fattoE’ attribuita a quello che è stato defi-nito l’anticipatore dell’esistenziali-smo Miguel de Unanumo la frase: “Iltempo passa, i dolori si dimenti-cano, resta di noi ciò che abbiamofatto”. La riflessione è di quelle che spin-gono in mille direzioni, e che tornautile in questo momento storico.In parole povere quanto possiamoagire sul nostro destino. E cosa lasce-remo dietro di noi?

E’ certo che Unanumo aveva artico-lato il concetto in una dissertazionefilosofica ben più ampia, ma non mene voglia se prendo spunto solo daun ingranaggio dell’intero meccani-smo.“Il tempo passa, i dolori si dimenti-cano, resta di noi ciò che abbiamofatto”. La riflessione è ovviamente inseritanel nostro contesto. Tra le montagnedella nostra valle. Nella nostra Garfa-gnana uterina, passionale, ma anchebruscamente intrecciata a un ultra-provincialismo che strangola lebuone intenzioni.Ho già scritto su questo argomentoche in questo mese vorrei diventasseun compito a casa per le vacanze.Osservare le nostre realtà senza astio,gelosia, senza particolarismi. Disin-tossicarsi dalle maldicenze e “vivere”affinché quello che resta di noi siaqualcosa di buono. E’ ovvio che nonpossiamo controllare la sorte, il fato, enon possiamo neppure affidarci allaprovvidenza. Dobbiamo però diventare “semina-tori” di buone intenzioni.

Il Giornale di CastelnuovoRedazione: via traversa Vecchiacchi, 17 55032 Castelnuovo Garfagnana

Direttore: Andrea GiannasiCaporedattrice: Barbara Coli

In redazione: Marco Giannasi, Gabriele Coli, Matteo Ferranti, Fabrizio Ferrari, Emilio Bertoncini, Cristian Tognarelli, Paolo Marzi

Fotografie: Paolo Marzi, Gabriele Coli, STUDIO BIANCOCommerciale: Marco Guazzelli

Gruppo editoriale Giannasi editore P.iva 09345201009Stampa : Tipografia Amaducci - Borgo a Mozzano (LU)

www.ilgiornaledicastelnuovo.it - [email protected] IL GIORNALE

30,00 € per il sostegno ricevendo 2 libri omaggio n. 11507530 intestato a Giannasi editore

Il Giornale si trova nelle principali edicole della valle del Serchio e Garfagnana.

Numero 76 Settembre 2015 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Pagina 5

Nel 2016 l'Orlando Furioso di Lodo-vico Ariosto compirà 500 anni. Guar-dando a questo importanteanniversario, Lucca Comics & Gamesinsieme al Comune di CastelnuovoGarfagnana, con l'importante contri-buto della Fondazione Banca delMonte di Lucca e il patrocinio della Re-gione Toscana, ha realizzato una sug-gestiva iniziativa culturale. Con il titolo “L’Orlando Curioso” apreil 19 settembre alle ore 11, alla Fortezzadi Mont'Alfonso: un vero tributo alpoema di Ludovico Ariosto, che tra il1522 e il 1524 fu Governatore propriodi Castelnuovo Garfagnana, quandoquesto territorio era in mano agliestensi. A presentare l'iniziativa il presidentedella Fondazione Banca del Monte diLucca, Alberto Del Carlo e il compo-nente della commissione cultura PietroPaolo Angelini, il presidente di Lucca

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Loc. Pantaline - 55036 Pieve Fosciana (LU)

Comics & Games Francesco Caredio eil direttore Renato Genovese, il sindacodi Castelnuovo Andrea Tagliasacchi eil coordinatore dell'area Comics Gio-vanni Russo, alla presenza del provve-ditore agli studi DonatellaBuonrisposi.L’allestimento della mostra, in pro-gramma dal 19 settembre presso laFortezza di Mont’Alfonso, sarà ispirataall’episodio del Castello di Atlante, nelquale tutti i cavalieri del poema si tro-vano prigionieri a caccia di una vanaillusione, perché a ognuno pare che nelcastello sia nascosta quella cosa “chepiù ciascun per sé brama e desia”.Una sezione dell’esposizione sarà de-dicata ai lavori realizzati apposita-mente dai “Quattro Moschettieridell’illustrazione fantasy italiana”:Paolo Barbieri, Dany Orizio, Lucio Par-rillo e Luca Zontini. Il quartetto di ta-lenti, formatosi proprio a Lucca

Comics & Games e consolidato sotto lasigla di One4All, ha realizzato le pre-ziose illustrazioni quel grande capola-voro dell’avventura e della letteraturache è appunto l’Orlando.I lavori saranno pubblicati in un vo-lume di accompagnamento, che saràrealizzato evidenziando graficamenteil percorso creativo attraverso il qualeè avvenuta la reinterpretazione deipersonaggi ariosteschi. Il volume saràpubblicato come numero speciale diImagineFX, la rivista pubblicata in Ita-lia da Wyrd Media Publishing.“La Fondazione Banca del Monte so-stiene i progetti che valorizzano le ini-ziative culturali del territorio –sottolineano Alberto Del Carlo e PietroPaolo Angelini – con particolare atten-zione a quelle che si rivolgono allascuola, e in particolare siamo impe-gnati con le celebrazioni dei 500 annidell'Orlando Furioso, che interessano

l'intera Garfagnana, con questa e altreiniziative”.“Come sindaco di Castelnuovo – haspiegato Andrea Tagliasacchi – so beneche la storia della nostra terra è legataanche a quella dei territori vicini gra-zie alla famiglia D'Este che per 400anni ha dominato il territorio per que-sto siamo parte di un ampio progettoculturale che ci ricollega con Modena,Reggio Emilia e Ferrara. La volontà èquella di poter coinvolgere i giovani inquesti eventi culturali e Lucca Comics& Games mi è sembra la chiave d'ac-cesso per questo mondo”. “Orlando si può considerare un'operafantasy – sottolineano Francesco Care-dio, Renato Genovese, e GiovanniRusso – e allestire un'esposizione chela celebrasse in modo diverso e mo-derno è stata una vera sfida che LuccaComics & Games ha accettato volen-tieri”.“Il linguaggio del fumetto e del fantasy– ha affermato Donatella Buonriposi –può essere la giusta chiave di lettura diun'opera magari di difficile accesso peri giovani ma utili alla scuola per ap-profondire temi attuali come l'amore ela guerra”. Altri suggestivi elementi scenograficisaranno i video in animazione di Fran-cesco Filippi e i diorami fantastici rea-lizzati con sculture di Riccardo Sivellisu design di Mauro Dal Bo, ispirate ascene particolari del capolavoro ario-stesco.La mostra sarà arricchita da un sugge-stivo diorama storico con centinaia disoldatini in metallo in 28mm, raffigu-rante i veri cavalieri carolingi e i veriMori di el-Andalus del periodo 730-830.

Dal 19 settembre al 1 novembre in Fortezza

L’Orlando Curioso

Tutti a parlare di Ariosto e di Orlandoma pochi ricordano la trama del cele-bre poema. Ve la ripresentiamo.L’Orlando furioso è un poema caval-leresco in ottave di Ludovico Ariosto,iniziato nel 1503-1504 e pubblicato perla prima volta a Ferrara nel 1516 inquaranta canti. Il poema viene poipubblicato in altre due edizioni (1521 e1532), con modifiche linguistiche e poicon l’aggiunta di altri canti, che por-tano il totale a quarantasei canti. L’Or-lando furioso si presenta come laprosecuzione delle vicende dell’Or-lando innamorato di Matteo Maria Bo-iardo e, più in generale, del ciclobretone e del ciclo carolingio. La trama,molto articolata e stratificata, ruota at-torno a tre filoni principali: gli amori diOrlando, Angelica e Rinaldo (e, di con-seguenza, di tutti gli altri personaggidel poema cui alludono le “donne” e“gli amori” del primo verso delpoema), la guerra tra l’esercito cri-stiano di Carlo Magno e i Mori (“i ca-vallier” e “le arme” sempre citati nel

primo verso), il motivo encomiasticoper la casata ferrarese degli Estensi,sviluppato attraverso le figure di Bra-damante e di Ruggiero.La trama del Furioso si presenta comeun organismo assai complesso ed arti-colato, per voluta scelta dell’autore;sulla vicenda principale della guerratra Franchi e Mori e della follia di Or-lando si innestano infatti una moltepli-cità di vicende secondarie, che sviano,dilatano e ritardano il corso naturaledegli eventi. Il tutto è però sempre con-trollato con abilità dal narratore, cheincastra una storia nell’altra in un“gioco” tanto sfaccettato quanto affa-scinante.L’argomento bellico, tipico della tradi-zione del poema epico e cavalleresco,incomincia con l’invasione della Fran-cia e l’assedio di Parigi da parte del resaraceno Agramante, che inizialmentesembra aver la meglio sull’esercito cri-stiano di Carlo Magno, anche grazie al-l’aiuto del grande guerriero

Rodomonte, e di Marsilio, re di Spa-gna, e Manfricardo, re tartaro, suoi al-leati. I due paladini più importantidello schieramento cristiano, Orlandoe Rinaldo, si perdono infatti dietro allabellissima Angelica, e gli infedeli pos-sono così penetrare a Parigi. Il ritornoin campo di Rinaldo costringe però isaraceni alla ritirata ad Arles e poi allasconfitta in una battaglia navale. Ca-duta anche Biserta, capitale del regnod’Africa, le sorti della guerra sono affi-date ad una sfida tra i tre miglioriguerrieri mori (Agramante, Gradassoe Sobrino) e i tre campioni cristiani(Orlando, Brandimarte e Oliviero) sul-l’isola di Lampedusa. Orlando sbara-glia i nemici e assicura la vittoria a reCarlo Magno.La tematica sentimentale è spesso in-trecciata con quella militare, tanto dacondizionare in più occasioni lo svi-luppo delle battaglie e i duelli tra i sin-goli cavalieri. Tutto ha inizio durantel’assedio di Parigi; Angelica, ambita siada Orlando che da Rinaldo, è affidatada re Carlo a Namo di Baviera, con lapromessa di darla in sposa a chi si di-mostrerà più valoroso nello sconfig-gere i mori. La fanciulla riesce però afuggire, inseguita da molti guerrieri dientrambi gli schieramenti. La ragazza,dopo alcune traversie, incontra un gio-vane fante saraceno ferito, il bellissimoMedoro, di cui si innamora e con ilquale fugge in Catai. Orlando, giun-gendo in seguito nel bosco sui cui al-beri la coppia aveva inciso scritte checelebravano il loro amore, impazziscee si dà alla devastazione di tutto ciòche incontra. Il paladino, con la menteoffuscata dalla gelosia, si aggira per laFrancia e la Spagna, fino ad attraver-sare lo stretto di Gibilterra a nuoto. Nelfrattempo il guerriero Astolfo, dopoaver domato un ippogrifo, vola sullaLuna, dove ritrova in un’ampolla ilsenno perduto di Orlando. Dopo aver

attraversato l’Africa e aver compiutomirabili imprese, Astolfo fa odorarel’ampolla a Orlando, che torna in sé erientra in combattimento. Altri amoritra Zerbino e Isabella e tra Brandimartee Fiordiligi.La terza linea narrativa, quella enco-miastica, riguarda Ruggiero, guerrierosaraceno, e Bradamante, sorella di Ri-naldo. I due, che si amano ma che sonocontinuamente divisi dal susseguirsidegli eventi e delle battaglie, sono pre-sentati come i capostipiti della famigliad’Este, che, per via di Ruggiero, di-scenderebbe così addirittura dallastirpe troiana di Ettore. L’amore tra idue è innanzitutto ostacolato dal magoAtlante, che vuole evitare le nozze trai due perché sa, in seguito ad una pro-fezia, che Ruggiero è destinato a mo-rire se si convertirà alla fede cristiana esposerà Bradamante. Il guerriero vienequindi imprigionato in un castello in-cantato. Ruggiero è poi trattenuto sul-l’isola della maga Alcina, che lo seducecon le sue arti di strega. Liberato daAstolfo da un secondo castello magico,Ruggiero può recarsi con Bradamantein Vallombrosa per convertirsi e spo-sare l’amata, ma il tutto è ulterior-mente rimandato dalla guerra con isaraceni. Concluse le ostilità, si scopreche Bradamante è stata promessa aLeone, figlio di Costantino ed erededell’Impero romano d’Oriente. Dopoun duello tra Bradamante e Ruggiero(che combatte sotto mentite spoglie pernon farsi riconoscere), Leone rinunciaa lei, così che si possa finalmente cele-brare il matrimonio. Rodomonte ir-rompe però al banchetto nuziale,accusando Ruggiero d’aver rinnegatola sua fede; il capostipite della dinastiadegli Estensi, dopo un acceso duello, louccide.

Brano tratto dal sito www.oilproject.com

Per i nostri lettori un riassunto del celebre poema di Ludovico Ariosto

Ma perchè Orlando impazzisce?

Pagina 6 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Numero 76 Settembre 2015

A Gramolazzo erano presenti 163 atleti (tra i quali un campione straniero)

Il grande Triathlon in GarfagnanaIl sogno di portare un giorno il grandetriathlon nella stupenda cornice dellaGarfagnana è divenuto realtà. Dome-nica 9 agosto 2015 alle ore 12.30 è statodato il via alla prima gara di triathlonin Garfagnana, inserita nel circuito na-zionale e riconosciuta dalla federa-zione italiana (FITRI).Nello stupendo scenario del lago diGramolazzo (LU), 163 atleti, prove-nienti da tutta Italia, ed alcuni ancheda paesi esteri, hanno partecipato alGarfaTrì su distanza Sprint, che è lasomma di 750 metri a nuoto, 20 km inbicicletta da corsa e 5 km di corsa apiedi.Il sogno nasce diversi anni fa, grazie al-l’iniziativa di un gruppo di “ragazzi”delle nostre zone, con una grande pas-sione per il territorio di origine e per latriplice disciplina, che si inventò unagara assolutamente più che amatoriale,ma che, a distanza di anni, si è rivelataessere il seme di qualcosa di piùgrande. Il nome GarfaTrì sta a signi-ficare Triathlon della Garfagnana. Al-l’origine si disputava nei pressi dellago di Pontecosi, ma da qualche annoil lago di Gramolazzo è stato sceltocome teatro della manifestazione per-ché meglio si presta allo svolgimentodi una gara con così massiccia parteci-pazione sia di atleti che di pubblico. La gara è nata come una competizionetra amici nel lontano 2005 e le primeedizioni erano aperte a tutti gli appas-sionati e curiosi di provare uno sportfino ad allora sconosciuto nella nostraGarfagnana. Erano più che altro dellegoliardate che finivano sempre con ab-

buffata finale assieme a parenti edamici. In effetti quella del 2015 non è laprima edizione in assoluto, ma l'undi-cesima. E’ la prima però di livello na-zionale ed inserita a pieno titolo nelcalendario italiano.Con il pieno riconoscimento dellaFITRI, la competizione si è svolta nelbel mezzo della Garfagnana nei terri-tori di Gramolazzo e Gorfigliano al-l'ombra del monte Pisanino, la vettapiù alta delle Alpi Apuane, con pae-saggi mozzafiato e scorci caratteristicisia nel percorso in bicicletta che nellafrazione di corsa. Sebbene la frazionenatatoria sia stata affrontata in un clas-sico bacino idroelettrico di stampo

montano, la temperatura dell'acquaera particolarmente gradevole. Se ilpercorso in bicicletta non presentavaparticolari difficoltà, sia da un punto divista altimetrico che tecnico, essendoun circuito da Gramolazzo a Gorfi-gliano da ripetere due volte, la frazionedi corsa ha messo a dura prova tutti iconcorrenti che hanno dovuto affron-tare tutti i tipi di pavimentazione pos-sibile ovvero asfalto, sterrato, erba,cemento, e diversi tratti di salita conpendenze di oltre il 25% con addirit-tura due passaggi all’interno del paesedi Gramolazzo attraverso la via MonteGrappa.Gli organizzatori della gara, iscritti alClub Lucca Triathlon ASD, pur es-sendo alla prima edizione, si sono pia-cevolmente trovati ad affrontare unboom di iscrizioni, tanto che la gara hafatto registrare un rapido sold out. Con

due settimane di anticipo il numeromassimo di 166 partecipanti iscritti eragià stato raggiunto e le iscrizioni sonostate chiuse.Nonostante il carattere di gara di tipo

promozionale, non sono mancate lepresenze di rilievo nella starting-list,tra le quali due nomi altisonanti e bennoti nel panorama del triathlon inter-nazionale. Addirittura ai nastri di partenza si èallineato il lussemburghese Dirk Boc-kel, 4° posto assoluto nel TriathlonIron Man di Kona 2011, ovvero i cam-pionati del mondo delle Hawaii, edOlimpionico a Pechino nel 2008, e Al-berto Alessandroni, forte atleta Luc-chese delle Fiamme Oro e membrodella Nazionale di Triathlon Lungo.Manco a dirlo i due hanno ingaggiatoun duello che li ha visti naturalmenteprotagonisti. I due atleti professionisti si sono datibattaglia lungo il percorso con AlbertoAlessandroni che ha prevalso su DirkBockel. La terza piazza è stata conquistata dalmigliore rappresentante della forma-zione di casa: Lucca Triathlon ASD, Fe-derico Pieri, giovane atleta Lucchesenato nel 1990. Tra le donne incredibile successo del-l’atleta del Lucca Triathlon CharlotteRagagli, ormai Garfagnina di ado-zione. Tornata recentemente alle com-petizioni dopo la gravidanza dallaquale è nata la piccola Zoe, è riuscita asbaragliare la concorrenza staccando laseconda arrivata di oltre 6 minuti.Piazza d’onore per Lina Manzo e terzoposto per Simonetta Bernardini del Li-vorno Triathlon.

Gabriele Coli

TORTELLI LUCIANO & C. SNCVia Nicola fabrizi 5

55032 Castelnuovo di GarfagnanaTel. e fax 0583 62175 - [email protected]

Il taccuino di GarfaTrìDopo il successo della gara di Triathlon a Gramolazzo abbiamo intervistatogli organizzatori dell’evento che si sono mostrati raggianti per il successo ot-tenuto.“Il pubblico - hanno esordito - ha risposto alla grande, attratto dalla bella gior-nata di sole, dal luogo incantevole e dalla curiosità di poter vedere così tantiatleti cimentarsi tutti assieme in tre sport tanto differenti tra loro e da effet-tuare senza interruzione. Oltre 500 persone si sono pertanto godute una fantastica giornata di sport inun clima di festa e di armonia che niente ha in comune con la maleducazionee l’inciviltà che si registrano in molti altri sport di interesse nazionale”. Organizzare un evento di questo tipo è però molto impegnativo, soprattuttoperché abbastanza estraneo alla cultura delle nostre zone.“Abbiamo sicuramente ricevuto attenzioni ed aiuti da parte di molti amici eappassionati. E’ da registrare come lato negativo di cui ci dispiace, lo scarso interesse delleistituzioni e delle emittenti televisive locali le quali probabilmente non si aspet-tavano che poche persone, con disponibilità limitate ma accumunate da unagrande passione, riuscissero ad organizzare un evento di così grande impattoin un piccolo paese della Garfagnana”.Un pensiero finale.“Un ringraziamento particolare a tutti i volontari intervenuti ed a tutte le per-sone che hanno contribuito a rendere possibile questo bellissimo evento diSport. Ci impegneremo per renderlo nei prossimi anni ancora più bello edemozionante”.Appuntamento all’edizione 2016.

Il Parco Apuane continua a vincereContinua a vincere il G.P. Parco Alpi Apuane – Marathon Sport che con-ferma l’ottimo stato di forma dei suoi atleti sparsi in tutta la penisola. Mercoledì 9 settembre a Bari (BA) in occasione del X “Meeting Città diBari” vittoria in solitaria per il calabrese Danilo Ruggiero che si aggiudicai metri 1.500 piani in 4’03”22 staccando di ben 4” i giovanissimi AntonioCatallo e Michele D’Italia. Lo stesso Ruggiero ha fatto doppietta vincendo in 35’52” anche la STRA-Cassano, gara podistica di 9,8 km su un percorso molto impegnativo incui ha letteralmente dominato staccando gli avversari sin dalle battute ini-ziali.Doppietta anche per William Kibor che il giorno dopo la vittoria nel Cam-pionato italiano di corsa, si è imposto agevolmente anche al “Trofeo S.S.Crocifisso” di Montemaggiore Belsito (PA). E non è stato da meno ancheil marocchino Jilali Jamali che si è aggiudicato prima il “Corri Frates” diMontale (PT) e domenica 13 il 3° “Casacolor Run” a Montecatini Terme(PT) dove col tempo di 31’10” ha preceduto di 11” il giovanissimo AndreaTobaldini e di 1’18” il connazionale Hicham Midar. In gara per i coloribiancoverdi anche Roberto Gianni, 24° in 37’10”, Francesco Barbi, 35° in37’57” e i Veterani Franco Gabrielli con 40’52” e Claudio Landucci con43’07”.Sempre domenica 13 bella vittoria di categoria e 8° posto assoluto per Fran-cesco Frediani all’8° “Trofeo Riccardo Neri” svoltosi a Gambassi Terme(FI) chiudendo i 13,5 km del percorso in 53’21” precedendo sul traguardoFabio Ghiro e Andrea Panzani staccati rispettivamente di 6” e 41”.

Numero 76 Settembre 2015 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Pagina 7 Con Giampaolo Simi, Marco Vichi e Manuela Costantini

Torna il Garfagnana in GialloAl via la sesta edizione del festival epremio letterario Garfagnana in Giallo.L’evento si terrà tra Lucca, Barga e Ca-stelnuovo di Garfagnana che vivrà ilmomento più importante presso laFortezza Mont’Alfonso.L’evento organizzato dalla Garfagnanaeditrice con la collaborazione di Tra lerighe libri e il Giornale di Castelnuovoha il patrocinio del Comune di Castel-nuovo di Garfagnana.Venerdì 27 novembre si terrà pressoun istituto superiore della valle un in-contro sulla scrittura. Parteciperà loscrittore Giampaolo Simi che incon-trerà gli alunni delle classi quinte cheapprestandosi alla prova di maturità,saranno protagonisti di una vera e pro-pria lezione di scrittura.Giampaolo Simi ha vinto nel 1995 ilpremio Lovecraft e nel 2013 il PremioPea, è stato finalista del Premio Scer-banenco e del Premio Fedeli. È fra gli autori italiani pubblicati inFrancia nella "Série Noire" di Galli-mard.Ha pubblicato con Einaudi, Piemme eGarzanti. Nel maggio del 2015 è uscito per Selle-rio il suo romanzo "Cosa resta di noi".Ha collaborato come soggettista e sce-neggiatore alla serie tv RIS (quinta sta-gione), e alle tre stagioni di RIS Roma.Sta scrivendo per la RAI una serie tvche andrà in onda nel 2016.

Sabato 28 novembre dalle ore 17 pressola sala superiore della casa degli Archiall’interno della cinquecentesca For-tezza Mont’Alfonso verranno presen-tati gli autori finalisti della sezioneinediti inseriti nell’antologia del Gar-fagnana in Giallo. Raccolta che ogni anno ha una coper-tina dipinta da un famoso artista: traquesti Antonio Possenti, GiampaoloTalani, Michele Lovi. Alle ore 18 verrà presentata la cinquinadegli autori finalisti della sezione libriediti a cura della Garfagnana editrice.Alle ore 19 salirà sul palco l’ospited’onore del Garfagnana in Giallo 2015:

Marco Vichi. Lo scrittore fiorentino inventore delCommissario Bordelli (Guanda) vinci-tore nel 2004 del Premio Fedeli, delPremio Scerbanenco nel 2009, secondoal Premio Chiara nel 2014 e insignitonel 2014 del Premio delle Arti “Fioren-tini nel Mondo” per le Arti Letterarie. Alle 20,30, presso la sala inferiore dellacasa degli Archi si terrà la “Cena con ildelitto” curata da Massimo Lerose. Al termine – dopo aver smascherato ilcolpevole – si conosceranno i nomi deivincitori dell’edizione 2015 del premioletterario.

Domenica 29 novembre alle ore 10sempre in fortezza Mont’Alfonso siterrà un incontro sulla scrittura tenutoda Manuela Costantini vincitrice conil racconto “Le immagini rubate” delPremio Tedeschi nell’ambito del 7°Premio letterario nazionale “GradoGiallo”, concorso organizzato daiGialli Mondadori e dal Festival del-l’Isola d’Oro e rivolto agli autori di ine-diti thriller, polizieschi, noir, spystories, horror e altri generi del misteroCostantini ha pubblicato nel 2012 ilracconto "Le brave persone" in appen-dice ai Classici del Giallo Mondadori;nel 2013 il racconto "Le domande sba-gliate" è stato pubblicato nell'antologiaMondadori "Giallo 24" e nello stessoanno il racconto "Fine dei giochi" èstato selezionato per l'antologia "Cara-binieri in giallo 6", sempre per il GialloMondadori.Alle ore 13 pranzo con prodotti tipici epresidi Slow Food presso un ristorante.

Per prenotare la cena con il delitto (checome sapete riserva solamente 100posti) è importante inviare una email [email protected] specifi-cando il nome di chi prenota lasciandoil numero di cellulare e il numero diposti riservati. Prezzo della cena a curadi Carlo Andreucci, euro 25,00.

www.garfagnanaingiallo.it

Un nuovo capitolo dei racconti di Pietro Ciambelli

Le sere d’estate di tanti anni faSere d’estate nei paesi di montagna ecollina al tempo delle civiltà contadineE’ ormai sera. Le ombre si sono fattelunghe e il sole è quasi al tramonto. Làad ovest con un cielo così bello quandoè bello di manzoniana memoria, dicolor rosso inteso, il disco dell’astrolentamente scompare nascondendosidietro i monti.Immagine stupenda, bellissima che in-tenerisce il cuore e ci trasporta ideal-mente in un mondo fantastico, surrealedove tutto appare poesia, incantesimo,sublimazione. Intanto il sole è tramontato definitiva-mente, ma non è ancora buio perchéd’estate la luce perdura assai oltre l’ac-caso.E’ il tempo in cui la vita del paese sianima, dove si nota un certo brulichiodopo la quiete del pomeriggio. E’ l’oradel ritorno a casa dei paesani dallacampagna, dal lavoro nei campi. Chicon un carico di legna, chi con un fa-scio di erba, chi con gli arnesi sullespalle usati nell’attività agricola delmomento e così via. Schiamazzi di rondini e il volo di uc-celli in cerca di un rifugio per la notteallietano la sera, mentre già si scorgeuna timida luce delle lontane stelle.Gli animali, bovini e ovini, rientranonelle capanne dopo un pomeriggio tra-scorso nei pascoli e ruminando, atten-dono di essere munti. I lumi si

accendono nelle umili case e le massaiepreparano la cena per i propri fami-liari. Alla fontana pubblica, le abita-zioni non sono ancora raggiunte dallarete idrica comunale, vi è un andiri-vieni continuo soprattutto di donne eragazzi per il rifornimento dell’acqua.E’ l’epoca in cui per attingere l’acqua siusa molto la secchia, un recipiente ge-neralmente di rame, senza manici chele donne portano sulla testa protetta dauna specie di ciambella, involucro distrame ricoperto da stoffa, dialettal-mente, almeno in certi posti, chiamato

carogliolo.La fontana è il luogo dove, almeno perqualche minuto, la gente si ritrova, so-cializza e si fanno quattro chiacchiere.A titolo informativo mi preme far pre-sente che a quel tempo i paesi eranomolto popolati e la vita scorreva alle-gra e festosa, mentre ora gli abitanti,non di rado si contano sulle dita di unasola mano, quando se non del tuttoscomparsi.Intanto da un’aia vicina giunge unchiacchiericcio indefinito ma festoso.Sono i ragazzi del paese che intenti ai

giochi del tempo come le palline, ilgioco dei tre cantoni, la campana e ilnascondino, spensieratamente si di-vertono, mentre le mamme li chia-mano per la cena.Da notare che in ogni paese c’è sempreun luogo scelto e preferito ad altri dovemaggiormente grandi e piccini si ritro-vano, si divertono e discutono. Unaspecie di agorà, luogo dove il popologreco si riuniva in assemblee situato inpunti strategici della città, più funzio-nali e più comodi per la convergenzadella gente.Non ‘ raro il fatto che dopo cena nelleaie al fresco della sera i paesani si di-vertano, prendendo parte a feste dan-zanti, magari riscoprendo vecchiamori, richiamati dal suono dolce emelodioso di una fisarmonica, stru-mento principe della civiltà contadinache qualcuno del luogo sempre suo-nava seppure non con molta maestria.L’ora ormai si fa tarda, il giorno cede ilpasso alla notte, mentre nel cielo fa ca-polino una pallida luna. Le luci nei ca-solari si spengono e tutti vanno adormire per godersi il meritato riposocol pensiero al domani che non tarderàa venire, nel quale ognuno riprenderàil lavoro di sempre con alterne vicendeora belle, ora brutte.

Pietro Ciambelli

Pagina 8 Il Giornale di Castelnuovo di Garfagnana Numero 76 - Settembre 2015

Uscirà a ottobre “Il Bar Aurora” di Pierluca Rossi

Un libro che racconta Castelnuovo“Non tutti i personaggi di cui parleròsono passati dal Bar Aurora. Alcuniper evidenti limiti anagrafici, essendovissuti prima, altri perché persi inchissà quale tipo di vita, ma l’Aurora èstato la sintesi, la summa, di un mododi vivere e di pensare e, se ne avesseroavuto modo, tutti quanti si sarebberofermati lì, per un bicchiere e due risate.Proverò a dipingere un affresco non ri-chiesto dove potrà sopravvivere tuttoun mondo che rischierebbe di scompa-rire, e quello sì che sarebbe un peccato.La carta ha più forza della memoria,perché non è legata alle persone. Si tra-manda da sola e, se a qualcuno venissein mente di aprirne le pagine, unmondo intero potrebbe saltare fuori,anche se nessuno lo richiede”.Con queste parole si apre “Il Bar Au-rora. Cronache di vite sospese” diPierluca Rossi, il libro che manca a Ca-stelnuovo, alla sua storia, alla sua me-moria.Le cronache di vite sospese sono unaspecie di Antologia di Spoon River, infi-nitamente minore, ma che rende voce achi non c’è più e che, senza questoschedario, sparirebbe per sempre. Il Nando, il Pollo, il Caioffa, il Cin-quini, il Ciapetti, il Tani, il GluGlu, ilCarnera, il Tartaglia, il Pancino, nonsono solo personaggi e frequentatori diun bar, ma sono storie che sovrappostead altre fanno la storia di un paese. Efanno storie di resistenze umane.La narrazione è tesa a tenere in vita unpassato remotissimo, così come ilmondo che è stato quel bar di Castel-nuovo di Garfagnana, che non esistepiù, ma che allo stesso tempo ci saràper sempre, in bilico tra una realtà fi-nita e un ricordo incancellabile.Il Bar Aurora alla fine diventa un nonluogo dove raccontare le umanità di unpaese della Garfagnana, che però po-trebbe essere la periferia di Romanegli anni settanta o quella di un pae-sotto della pianura padana.“Tanta gente percorre il Cammino diSantiago di Compostela. Da buonanarchico scelgo il mio personale pel-legrinaggio” scrive Pierluca Rossi chesi è sempre difeso dalla ralla giocandodi anticipo, e questo libro è un passag-gio in avanti, voltando le spalle a tutti,uscendo persino da quel biliardinoconsumato dalle sfide infinite. “Non si può capire il Bar Aurora senon si sa cosa sia la ‘ralla’ - proseguel’autore. - Dicesi ralla quel particolareaspetto della convivenza umana, chein Toscana viene portato all’esaspera-zione, attraverso il quale si cerca di far“rompere” chi viene preso di mira. Inpratica si prende in giro il soggetto cer-

cando di farlo arrabbiare e reagire. Selo fa ha perso. Al concetto di ralla vaanche associato un precetto riassumi-bile in tre parole ed una vocale: “ad-dosso a chi perde”. In questo modo simisurava la caratura dell’uomo e se neforgiava il carattere sociale, la sua ca-pacità di stare con gli altri senza es-serne sovrastati, pur facendo parte delgruppo. Anarchia individuale dentroad un mondo fatto di regole nonscritte, ma metabolizzate.Formidabile strumento di crescita per iragazzini che, per destino e vocazione,e per misteriosi motivi, attraversavanola piazza senza fermarsi agli altri bar esi facevano membri di una setta parti-colare, che non aveva regole scritte, madelle indicazioni eteree anche piùstringenti delle altre.Ti ci dovevi ritrovare come dentro adun guanto che non avresti mai credutopossibile potesse esistere, a cominciaredai suoi principi basilari, il primo deiquali era l’affermazione perentoria elapidaria che spiega bene lo spiritoleale, ma ultracompetitivo, che vigevaal bar Aurora: “chi perde non cojona”.Se non sei quello che prevale non hai

diritto di prendere in giro, e devi su-bire. Una pace armata, una contraddi-zione vivente che potevi riconosceresolo se te la portavi dentro.Ognuno aveva qualcosa da dare e po-teva farlo senza obblighi e tempi de-terminati. Ci sarebbe stato comunqueun altro giorno o un’altra sera e quindinessuna ansia da prestazione.Il Bar Aurora era la rappresentazionefattiva della società perfetta. Ognunoveniva considerato per ciò che valeva,perché il gioco, qualunque esso fosse, èla misurazione più seria che si possafare per stimare il valore di un essereumano.E il gioco era l’attività fondamentale,fosse esso fatto di carte, di calcio balilla(che da qui in poi chiamerò sempre bi-liardino) o di ralla. Mondo interclassi-sta, dove le convenzioni esterne nonesistevano e non resistevano. Al BarAurora venivi valutato solo per comesapevi giocare e non era raro, davantiad un errore plateale, sentire il conta-dino che diceva ”Dottore, lei è un im-becille!”, mettendo insieme il rispettodel lei e la costernazione per uno sba-glio che nessuno si sarebbe mai so-

gnato di fare. Anarchia condivisa e ge-rarchie ben precise, solo in base al me-rito. Un piccolo mondo perfetto.Se chiudo gli occhi la vedo ancora lastanza capace di contenere un interouniverso. Entravi dalla porta e ti tro-vavi di fronte il bancone di metallo,che aveva alle spalle una serie di ri-piani dove sostavano bottiglie di ognifoggia e contenuto.Subito a destra il mitico biliardino,nientepopodimeno che un vero Gar-lando a sfere. E poi, ancora più a de-stra, la stanza proseguiva in unrettangolo regolare, con un gradino nelmezzo, oltre il quale c’erano i tavolinirotondi con, al centro, un panno verdeche faceva sentire tutti giocatori diblack jack a Las Vegas.In fondo il bagno, luogo destinato soloai più coraggiosi.Il tutto immerso in una nuvola di fumoche si faceva beffe anche dei futuri di-vieti”.“Il Bar Aurora. Cronache di vistesospese” di Pierluca Rossi sarà inlibreria dal 30 ottobre.Tra le righe libri. www.tralerighelibri.it

L’autore e i protagonistiPierluca Rossi è un documentarista che ha attraversato 130paesi, anche in maniera sportiva ed avventurosa, raccontandolicon arte e passione attraverso le immagini dei suoi filmati. Ha attraversato in bicicletta i 200 chilometri del ghiacciaio Vat-najokull, in Islanda. Ha volato in parapendio sulle dune delTemet, in Niger. Ha attraversato quasi tutti i deserti del mondo e conosciuto lepopolazioni più diverse.Con la sua fida telecamera ha messo insieme un archivio videodi 3000 ore.Ha vissuto 5 mesi in camper per coprire i 30mila chilometri delgeniale itinerario Castelnuovo di Garfagnana-Sikkim.

In questo libro: Il Nando, Il Pancino, L'Anna, Il Caioffa, IlTondo, Il Pollo, Santa Francesca dall'Ura, L'Amos, Il Perepè, IlBiondo, Il Caccameo, Il Pinto, Il Barca, Il Cinquini, Il Suppre,Il Tartaglia, Il Pierino, Il Maestro (il glu glu), Il Remetto, Il Pie-roni della Croce, Il Pippo, Il Chesi, Il Cattiveria, Il Turi, L'Or-mone, Il Moviolone, Il Furia, Il Ringo e il Sartana, L'Otello, O'animale, Lo Spadino, Il Gianni, Il Ciapetti, Il Càgata, Il Fi-lone, Paoletta della Fame, Il Rolando (Ricco Pulon), L'Onogio,Il Cecchino, Il Pacchiara, Il Topino, Il Topetto e la Topetta, Il Pi-gulin, La Maria, Il Camello, Il Nanni (Caponi), Il Nasino, Il Nan-nizzi, Il Guzzi, Il Cacca, L'umidità, Il Minni, Il Tani, Il Toro, IlBoggion, L'Amato, Il Piazzaroli, L'Elvia, Il Teto e l'Adone, IlDiavoletto e la Cesira, Il Cerretti e la Teresa (il Teresòn), Il Beoe la Celeste, Il Chioccoron, Il Poeta, Il Pappafagioli, Il Burasca,Il Puio, Il Pandoro, L'Almiro, L'Alvaro, Il Carnera, Il GostoTogno, La Nena, Il Dindolon, Il Gallo, Il Capannello, Il Manetta,Mirko il gigante del circo, L'Araba, La Nacca, Il Gioia, Il Passe-rotto, La barberina, Il Riccardella, Il Vardi, Il Cancherini, L'Ori-gene.

Sta per tornare!Garfagnana in giallo.

Sarebbe un delitto non partecipare.