il futurista marche 6
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ista.
it mensile indipendente
DUE SUICIDI IN UN MESE:
È EMERGENZA
CARCERI AL COLLASSO
marcoCATALANI
...CARO MARCO, in qualità di Coordinatore Provinciale di Pesaro-Ur-bino e congiuntamente al ns ufficio politico..ritengo,conclusa qualsiasi forma di collabo-razione con il Futurista..."Dare spazioa chi ha infangato il mio Partito edil mio Presidente G.Fini a mezzostampa e radio" ... nelle pagine diPesaro-Urbino, è troppo...
un cordiale vaffanculo...
Antonio NapolitanoCoord.Provinciale Pesaro-Urbino
CARO ANTONIO,in 10 anni di carriera nel mondo dell'informazione
è la prima volta che un politico mi manda a quelpaese. In modo "cordiale" per di più. E sì che di po-litici – di qualsiasi colore – ne ho incontrati tanti.Doveva succedere prima o poi, dirà qualcuno. Adogni modo mi sento in dovere di risponderti e hodeciso di farlo su queste pagine perché penso chela trasparenza debba essere la stella polare di chidecide di impegnarsi nei nostri rispettivi campi.Nel mio, giornalistico, dove informare i lettori connotizie rilevanti, puntuali e accuratamente controllatenella loro veridicità, è alla base del mestiere. Eanche nel tuo, politico, nel quale regna o almenodovrebbe regnare l'imperativo di una morale cheregoli i comportamenti, le condotte, l'educazionedi coloro che si vogliono impegnare in questosettore. In questo caso, pur trattandosi di mail pri-vata, spedita da mittente privato a destinatario pri-vato, a me giornalista corre l'obbligo professionale
di pubblicare le tue parole e provare a rispondertinella maniera più adeguata. L'articolo a cui fai rife-rimento (per quanti ci leggono, quello pubblicato apag 12 del futurista n.5 dal titolo "Lisippo contesocon il Getty Museum", ndr) riporta un fatto che ri-guarda le Marche e l'azione politica che un consigliereregionale, in questo caso Giancarlo D'Anna, portaavanti sul tema. Punto. A me non interessa altro. Ilnostro compito, mio e di tutta la redazione, è darenotizie. Di sicuro non è quello di "dare spazio".Libero di ritenere conclusa "qualsiasi forma di col-laborazione con il Futurista". Ce ne faremo una ra-gione. Nessuno ha mai obbligato te o i tuoi ascrivere una sola consonante. A fine 2011 ti abbiamo
contattato per chiederti una manoe ti ringraziamo per averci messoin contatto con Piero Casula, ottimocollaboratore, puntuale e correttoche purtroppo ci ha dovuti lasciareperché assorbito da impegni pro-fessionali. Stento a capire il pas-saggio quando dici "è troppo". Ci
sono stati altri episodi sui quali hai sorvolato finchéla misura non è stata colma? Se sì, mi piacerebbesapere quali. Critiche ne piovono ad ogni uscita efinora ho sempre risposto a tutti proprio come orafaccio con te. Il vaffa che tu giri cordialmente a me,deduco – sempre che comprenda a fondo la logicadel ragionamento che ti ha spinto a inviarmi la tuamissiva - occorra girarlo anche ai consiglieri regionaliDaniele Silvetti e Franca Romagnoli che con D'Anna(e non da ieri) hanno addirittura costituito un co-ordinamento all'interno dell'Assemblea Legislativadelle Marche. Spiace constatare ancora una voltache da più parti – non solo da Pesaro – non si siacapito che il futurista marche è un giornale indi-pendente, vicino ma non organico al tuo partito.Eppure mi sembrava di essere stato chiaro fin dal-l'inizio. Nel mio primo editoriale avevo scritto cheil futurista marche non sarebbe mai stata unabacheca di Fli ma un luogo dove leggere la politica,gli avvenimenti della nostra regione, esporre idee,approfondire concetti, raccontare i fatti e analizzarli,se possibile, da vari punti di vista. Nero su bianco.Ti consiglio di andarlo a rileggere.
Un cordiale saluto.�
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Caro Marco, caro Antonio
un vaffa anche aDaniele Silvetti eFranca Romagnoli?
il futurista marche
Anno 1 - numero 6inserto mensile de Il FUTURISTAdirettore FILIPPO ROSSI
REDAZIONE MARCHEcapo redattore MARCO CATALANI
In redazioneMaurizio Grilli, Sergio Solari
Hanno collaborato:Luca Giordani, Rossella Favi, Gabriele Pegolo, Alessandro Bellelli,Francesco Gambini, Gessica Menichelli,Urbano Cardarelli, Paolo Senigagliesi,
Valentina Cesarini, Manola Giorgini,Massimo Guido Conte, Emanuele Suardi.
ci trovi anche su Facebooke twitter @futuristamarcheinfo: [email protected]
IL FUTURISTA MARCHE
3giugno 2012
maceratae provincia
fermoe provincia
ascolie provincia
marche chiama italia
anconae provincia
pesaroe provincia
rubriche
MONTACUTO E GLI ALTRI, LE CARCERI MARCHIGIANE SCOPPIANO
cultura
ambientedi Massimo G. Conte
tavoledi Emanuele Suardi
Zero +, officina di idee perfar svoltare l’Italia
di Luca Giordani
4
Nove maggio 2012, hotel Domus Romana, Roma: no, non è ladata di un attacco militare, bensì di un “attacco” di persone,
volti, idee, opinioni e voglia di riscatto che si sono tutti riuniti allaprima edizione dell’incontro dal titolo “Zero + : vietato l’ingressoa chi non vuole un’Italia più libera, aperta e competitiva”. Unevento che ha già saputo far parlare di sé e che è riuscito araccogliere qualcosa come 300 persone pronte a cambiare il futuroe il destino dell’Italia attraverso idee concrete, che sicuramente tro-veranno seguito e che non finiranno nel dimenticatoio. Promotoridell’evento un gruppo di giovanissimi studenti romani che nonostante
Baldassarri: «Sulla lottaalla corruzione, Governofrenato dai partiti».
Il Governo avrà anche le sue colpe
ma non si può non negare che i
calcoli politici stiano rallentando
l'azione di Monti & co per puro
interesse di bottega. Mario
Baldassarri, in una recente
intervista rilasciata al quotidiano Il
Resto del Carlino torna a parlare di
taglio della spesa e di costi della
politica e spiega che "anche i sassi
ormai sanno dove e cosa tagliare:
quel che manca è la volontà
politica". Secondo l'economista,
coordinatore regionale di Fli e
presidente della commissione
Finanze del Senato ci sono due
spiegazioni a questa mancanza di
volontà. "La prima – spiega – è che
ci sono 500mila italiani,
trasversali, che vivono di politica e
sguazzano in quei 60 miliardi
l'anno che secondo la Corte dei
Conti rappresentano il costo della
corruzione". La seconda? Ai partiti
non fa comodo affatto. Baldassarri
racconta un episodio illuminante:
"Tre anni fa presentai un
emendamento alla Finanziaria per
trasformare i fondi perduti in
credito d'imposta scongiurando
così il fenomeno delle imprese
fantasma e le connesse truffe ai
danni dello Stato. Un alto
dirigente del Ministero dello
Sviluppo telefonò a un certo
numero di colleghi senatori per
metterli in guardia. Disse loro che
se passava l'emendamento non
poteva più far avere neanche un
euro". Nell'intervista, Baldassarri
mette alla luce le difficoltà del
Governo Monti a dover comunque
dialogare con una maggioranza
certo solida ma ancora legata ai
suoi interessi. Anche perché nel
2013 ci si ripresenta alle urne. A
frenare non sarebbero solo i partiti
ma anche i tecnici dello Stato. La
stessa Ragioneria, lo scorso marzo,
ha dato parere negativo alla
proposta di tagliare acquisti, Irpef,
fondi perduti e Irap. "E ci sono
anche i tecnici delle regioni, dei
comuni, della Asl – ammonisce il
senatore – interessi intrecciati e
spirito di cosca. Stavolta però
siamo sull'orlo del burrone e con
poco tempo a disposizione.
Abbiamo un mese per salvare
l'Italia, tre mesi per salvare
l'Europa e sei mesi per tentare di
ricucire la società con la politica
grazie a una nuova legge
elettorale. Monti se ne infischi dei
partiti e dei tecnici al loro
servizio, e disponga il taglio non di
4 ma di almeno 40 miliardi di
spesa pubblica". E proprio a
proposito di legge elettorale,
Baldassarri nei giorni scorsi ha
votato contro la proposta di
riduzione del numero dei deputati
(dagli attuali 630 a 508) poi
approvata in Senato. Il
marchigiano, che da sempre
sostiene che i veri costi della
politica non vanno ricercati negli
stipendi dei parlamentari ma nelle
sacche di corruzione, ha
sottolineato che «non si può
votare un taglio dei parlamentari
senza sapere nemmeno quale sia
la legge elettorale».
gli impegni accademici hanno saputo trasformare un semplicescambio di opinioni in qualcosa di grande, costruttivo e dai toniavanguardistici. Tra i presenti anche Benedetto Della Vedova cheha creduto nella bontà del progetto e che ha deciso di appoggiarel’evento e sostenere questi giovani che credono fortemente nelproprio paese e nelle persone che lo abitano. La formula deldibattito è stata molto semplice e lineare: cinque minuti ciascunoper esprimere la propria idea e dopo un’ora e trenta minuti undibattito di venti minuti circa tra due esponenti dei mondi dellacultura, della politica e dell’istruzione. Il tutto presieduto da unmoderatore. L’evento ha visto inoltre anche la presenza delle tele-camere di Ballarò, venute a riprendere il bellissimo risultatoscaturito dalle menti e dalle azioni di questi infaticabili studenti,nonché organizzatori dell’evento. In nove ore di confronti si èpotuto assistere allo “straripamento” di un fiume colmo di ideepronto a rompere gli argini delle lobby, della demagogia, del clien-telismo, della cattiva politica e degli ormai desueti partiti politiciche arrancano in un’Italia vogliosa di riscatto, cambiamento, dignità.Sul palco dell’evento persone provenienti da qualsiasi rango sociale,dal laureato, al politico, dal tassista romano, allo studente fuorisede, dall’imprenditrice e mamma in carriera, al lavoratore emigratoall’estero in cerca di fortuna e di un futuro migliore.
Un calderone di idee che tutte insieme potrebbero far letteralmenteesplodere gli antichi schemi ideologici presenti ormai da troppotempo nei palazzi del potere e che potrebbero far cambiare questoPaese una volta per tutte. Un incontro che ha visto inoltre affrontareil tema delle pari opportunità e dei pari diritti tra tutti i cittadini at-traverso le testimonianze di Federica Minelli, presidente del corsoLis (Lingua dei Segni Italiana) di Firenze, che crede nel riconoscimentoe nell’integrazione da parte dello Stato Italiano dell’alfabeto perpersone mute e non udenti e di Daniele Priori, segretario nazionaledi Gaylib (associazione nazionale dei gay di centrodestra), il qualecrede in un paese e un sistema politico liberi da stereotipi ormaidel tutto superati. Oltre a queste tematiche, anche quelle riguardantil’abbattimento del debito pubblico, la riforma dell’apparato giudiziario,la diminuzione della spesa pubblica, le liberalizzazioni e moltealtre hanno reso il dibattito alquanto infuocato e interessante. Isegnali lanciati durante l’incontro sono chiari: si vuole renderel’Italia un paese altamente competitivo, dove spesa e debito pubblicodevono essere abbattuti, dove ci sia un fisco più equo e menoesoso, dove concorsi e carriere pubbliche siano più trasparenti,dove ci sia un sistema concorrenziale tra imprese pubbliche eprivate più ampio e strutturato, dove il coraggio di riformare e dilanciare il cambiamento sia alla portata di tutti. Nella sfiducia enello scoraggiamento generale un gruppo di ragazzi è riuscito conpoco a realizzare qualcosa di impensabile, non solo dal punto divista fisico, ma soprattutto dal punto di vista ideologico e culturale,lanciando un messaggio chiarissimo: è arrivato il momento diosare, altrimenti potrebbe essere troppo tardi e si rischierebbe dilasciare il paese di fronte ad un tragico destino.
Il momento di rimboccarsi le maniche e di contribuire ciascuno araddrizzare le sorti della propria nazione è arrivato. Partendo dauno Zero Positivo si è lanciata una sfida: sta a tutti raccoglierla e atrasformarla in qualcosa di sensazionale, qualcosa che potrebbeavere una risonanza nazionale e che potrebbe rendere il nostroPaese veramente grande. �
giugno 2012 5
Solazzi: autocandidaturedei cittadini per
la nuova Regione. di Rossella Favi
Già il nome del progetto parla chiaro: revolutionelettorale. Ed sembra proprio una rivoluzione quellache Vittoriano Solazzi, presidente dell’Assemblea Le-gislativa delle Marche, ha lanciato nella sua propostadi riforma della legge elettorale regionale. E revolu-tionelettorale.it sarà anche il nome del blog dedicatoal progetto. Una legge, in sostanza, che sembrerebbevoler fare a meno dei partiti, o, perlomeno, metterliin secondo piano, per dare invece spazio a candidaturedi singoli cittadini e autocandidature alla carica diconsigliere o di presidente. “La selezione dei candidati– spiega Solazzi - non deve essere fatta per forza daipartiti che devono prendere atto della loro crisi pro-donda e del distacco accentuato con la società civile.Per attenuare il distacco, per far tornare protagonistii cittadini occorre ampliare gli spazi di partecipazione.Non si tratta di delegittimare i partiti come strumentidi partecipazione popolare alla vita politica, ma diprendere atto che c’è una crisi di rappresentanza.
Il proliferare di liste personali, ma anche civiche e
6
i l presidente del consiglio regionale Vittoriano Solazzi
tematiche è il segnale di una domanda crescente di cambiamento, dipartecipazione più diretta dei cittadini alle scelte. I partiti? Resterebberocome centri di elaborazione, di proposta, di formazione”. Eletto inRegione col Pd, di cui ha poi lasciato il gruppo consiliare per entrarein quello istituzionale del governatore Spacca, Solazzi appoggia la ri-duzione dei consiglieri da 42 a 30. Più il Presidente. Una riduzioneprevista da alcune norme nazionali su cui però deve ancora pronunciarsila Corte Costituzionale. “Al di là della previsione normativa – si leggenella proposta di legge – queste previsioni appaiono altamente op-portune, al fine non solo di ridurre i costi di funzionamento dell'apparatoregionale, ma anche di rendere più efficiente ed efficace l'eserciziodelle funzioni assegnate ai diversi organi regionali”. Elemento “asso-lutamente innovativo”, l’eliminazione delle liste elettorali. Spazio asingoli cittadini: ciascuna candidatura dovrà essere corredata da 100firme autenticate per i consiglieri e 1000 per i candidati presidente.Altre condizioni imprescindibili: certificato penale “pulito”, curriculum,residenza nel territorio. “I candidati potranno scegliere se presentarsicome espressione di un partito oppure no, e se collegarsi a uncandidato presidente – aggiunge Solazzi - Gli aspiranti governatori,dal canto loro, dovranno avere almeno 4 candidati a loro collegati inognuna delle 5 circoscrizioni provinciali per avere una maggioranza.Altri meccanismi permetteranno al presidente eletto di contare su al-meno 15 consiglieri di maggioranza per avere una certa stabilità”. Unsistema, pertanto, che prende atto del fatto che i partiti non hannopiù quella centralità e quella legittimazione sociali che erano loroproprie. “Ciò che in questo tempo viene denunciato come antipolitica– conclude il politico – è essenzialmente il disagio di un Paese realeche vuol fare e fa politica ma non si riconosce nella deriva autoreferenzialedi apparati che vengono sempre meno percepiti come luoghi dellapolitica. L'antipolitica? C'è un'Italia che fa politica ma non è nei partitimentre ci sono partiti che hanno smesso di fare politica. Molti si sonodetti perplessi perché dicono che così voglio uccidere i partiti. Noncapiscono che o li si riforma o così non hanno peso. C'è stato unottimo riscontro dalla gente comune: mi fermano anche per la stradaper complimentarsi”. �
Il futuro?
Dialogare con tutti
Progetti per le Marche in vista
delle Regionali 2015. Mario
Baldassarri, Daniele Silvetti e
Franca Romagnoli tirano le
fila dei risultati delle
amministrative e lanciano la
loro proposta per il futuro.
Non si può non partire a
ragionare da quel 50% degli
aventi diritto al voto che non
sono andati alle urne.
“Circa il 30% dei votanti -
osserva Baldassarri - ha scelto
formazioni politiche di
protesta”. Ed è da questa
maggioranza di cittadini che
hanno voltato le spalle che
bisogna partire “con una
proposta concreta, aperta a
chiunque la voglia
condividere”, oltre “le
vecchie sigle e i vecchi
simboli”. L’idea è di costruire
“una grande alleanza
popolare, liberale, nazionale,
repubblicana”. Soprattutto
nella nostra regione dove le
urne, anche qui, hanno
indicato “la necessità di una
nuova politica che parta dagli
spazi della società civile”.
Ecco allora l’appello “a quella
parte più illuminata del Pdl” e
all’Udc per “sedersi attorno a
un tavolo per ragionare su un
nuovo modo di fare politica,
superando - spiega Silvetti -
gli schematismi centrodestra-
centrosinistra”. In consiglio
regionale potrebbe nascere
un gruppo nuovo,
“sull’esempio della Sicilia -
dice Silvetti - superando la
stessa esperienza Fli. Non una
sommatoria numerica ma una
progettualità in vista delle
regionali del 2015”.
D’Anna (Misto). “Nel dibattito politico si torna a parlare di amnistia o
indulto ma io sono contrario – spiega Di Giacomo – servono riforme
strutturali. Quali? Ad esempio depenalizzare alcuni reati minori dove
la sanzione pecuniaria è un deterrente maggiore rispetto al carcere.
E poi prevedere misure alternative come la detenzione domiciliare e
il bracciale elettronico per pene fino a due anni, e trattamenti
terapeutici obbligatori per i tossicodipendenti. A oggi, questi ultimi
insieme agli alcolisti, rappresentano il 18% della popolazione di Mon-
tacuto. Si potrebbero indirizzare in strutture apposite con trattamenti
sanitari obbligatori mentre oggi le case di cura sono previste come
proposta in alternativa al carcere. E molti preferiscono il secondo”.
Due suicidi in un mese: allarme carceri nelle Marche
Inferno Montacuto: due suicidi dietro le sbarre in meno di un mese ma
non è solo il carcere anconetano a scoppiare. Troppi detenuti e poche
guardie penitenziarie. La realtà carceraria nelle Marche rispecchia
quella italiana dove ai problemi di convivenza tra detenuti, la maggior
parte in attesa di giudizio, costretti a dormire in celle strette e im-
possibilitati a partecipare a qualsiasi programma di reinserimento
sociale, si unisce anche un'ormai consolidata mancanza di controlli
per via del sottodimensionamento degli organici di polizia. Che
Montacuto sia al collasso, non è una novità. A maggio, il suicidio di un
detenuto greco di 28 anni. A giugno invece è stato un italiano di 54
anni a togliersi la vita. Entrambi si sono impiccati nel bagno della loro
cella. Sono gli ultimi tragici episodi dal carcere anconetano dove nel
tempo ne sono successe di tutti i colori. Dalle risse tra diverse etnie
di reclusi a tentativi di suicidio. I dati sulle presenze parlano di 392
detenuti quando invece se ne potrebbero ospitare al massimo 313
(soglia tollerabile, ma il regolamento indica 172). E l’organico? Ridotto
ai minimi termini con 121 guardie anziché 194 previste come numero
minimo. Il 34,63% di risorse umane in meno di quanto dovrebbe
essere. Non va meglio negli altri istituti penitenziari. A Pesaro i
detenuti dovrebbero essere di regola 147. La soglia di tollerabilità è
fissata a 269. Invece la popolazione carceraria registra ben 316
persone. Nel piccolo carcere di Fermo anziché i previsti 45 detenuti,
ce ne sono 82. In tutto nelle Marche ci sono 1181 detenuti. Molti di
più dei 775 previsti dalla capienza regolamentare. Di contro abbiamo
un organico di polizia penitenziaria ridotto di oltre il 20% rispetto a
quanto previsto. Una situazione che ha portato il segretario nazionale
del Sappe, Aldo Di Giacomo, ad uno sciopero della fame (durato un
mese e culminato con un ricovero in ospedale) per protestare e
chiedere al Governo un intervento. Nelle Marche, Di Giacomo è stato
ricevuto dai consiglieri regionali Franca Romagnoli (Fli) e Giancarlo
giugno 2012 7
Per una politica liberale,
liberista e libertaria.
Che non c’è.
Perché ci sia.
giugno 2012 9
Tre giorni di sciopero, gli straordinari bloccati già dai primi delmese e due blocchi per impedire ai tir cisterna di caricare iprodotti da distribuire alle aree di servizio carburanti. Siamosolo agli inizi della vertenza dei lavoratori dell'Api di Falconarache chiedono certezze rispetto all'annuncio di voler stopparel'attività di raffinazione per tutto il 2013 con la conseguentecassa integrazione per la stragrande maggioranza dei lavoratoridiretti. Lo scenario di mercato non è affatto favorevole. Raffinarei prodotti petroliferi in Italia è una rimessa. Più economico – equindi remunerativo – acquistare benzine e diesel lavoratiall'estero. Api può inoltre contare su norme molto favorevoli.Uscendo dal protocollo Cip6, il contributo statale per chi produceenergie da fonti rinnovabili (che arriva a contemplare anche gliscarti della lavorazione di idrocarburi), incasserà dallo Statoqualcosa come 360 milioni di euro. Il calcolo di quello cheavrebbe dovuto prendere da qui fino al 2020 se avesse continuatoa produrre energia con la centrale Igcc. I soldi pubblici sarannoutilizzati per convertire a metano la centrale. E per sanare la si-tuazione di indebitamento con le banche. È qui il paradosso. I la-voratori (e loro tutti gli altri cittadini) pagano nelle bollette elet-triche tasse che servono a finanziare un'azienda che a sua volta liparcheggia tra gli ammortizzatori sociali. Senza escludere il fattoche nel 2014 gli impianti potrebbero non ripartire affatto.Dipenderà dalle condizioni di mercato. ll rischio è quello dipassare da un sito produttivo da 450 dipendenti a un depositocommerciale per massimo 150 addetti dove troverebbero lavorosolo gli addetti ai piazzali di carico, i lavoratori delle centraleelettrica e quelli delle piattaforme dove attraccano le petroliere.Senza contare le ripercussioni per l’indotto (si stimano circa
1500 posti di lavoro) e per il porto di Ancona che deve circa il50% dei suoi traffici proprio alla presenza della raffineria. Isindacati contestano l’assenza di una data certa per la ripresa dellavoro e la mancanza di un piano di investimenti per Falconara.Anche sul progetto del rigassificatore non ci sono certezze. LaRegione lo ha autorizzato lo scorso luglio ma Api fa fatica atrovare un partner tanto che si vocifera di un interessamento diGaz de France che a sua volta si era sentita negare il permesso
per realizzare un impianto analogo a Porto Recanati. Il capogruppodi Fli in consiglio regionale Daniele Silvetti si chiede “cosa abbiaconvinto i sindacati ad avallare le fantomatiche prospettive diun'azienda che si è nascosta dietro il rigassificatore annunciandostabilità e salvaguardia dei posti di lavoro. Spacca non può piùaspettare e deve intervenire ufficialmente sulla proprietà, chiederechiarimenti”. �
Api in crisi, lavoratori sul piede di guerra
Giovani e lavoro: un binomio che anticipa il futuro.
In un momento di grande contrazione economica dove le possibilità
di trovare un posto di lavoro oppure uno stage retribuito si stanno
riducendo all’osso, un’associazione interamente gestita da giovani
sta cercando di offrire una grande chance di futuro ad una
generazione estremamente colpita dai recenti eventi finanziari;
stiamo parlando dell’Aiesec. Si tratta della più grande associazione
internazionale completamente gestita da studenti che promuove
la crescita personale e professionale degli universitari e che può
contare su un network di 50.000 studenti che si estende in 107
paesi del mondo e 3.000 università. In Italia è presente in 16
università, compresa l’Università Politecnica delle Marche di
Ancona. Attraverso due diversi tipi di progetto (“Move Impact”,
con percorsi di stage più incentrati nell’ambito del sociale e “Move
Future”, con stage previsti in aziende/società estere) i giovani
studenti universitari hanno la possibilità durante il periodo estivo
di arricchire il proprio curriculum attraverso esperienze lavorative
altamente formative e qualificanti. I numeri che questa associazione
sta avendo nelle Marche sono in continua crescita. Lo scorso anno
hanno partecipato agli scambi una 40ina di universitari. Le mete
prescelte? Soprattutto Africa e India per progetti di volontariato e
insegnamento nelle scuole o per attività più professionali legate al
corso di studi (marketing, fundraising, ecosostenibilità). Una
generazione intera è alla ricerca di futuro e di riscatto. Aiesec si
propone di aiutarli a diventare i veri protagonisti del futuro che
ormai è alle porte. Lu.Gio.
10
Ci risiamo. Fuori un altro assessore. Stavolta è
stato Andrea Biekar a salutare tutti e lasciare la
giunta Gramillano senza assessore al Bilancio. Il
sindaco, e insieme a lui tutto il Pd, cerca di far
pressioni sul commercialista anconetano a
ripensarci anche perché c'è un bilancio da
approvare entro il 31 agosto e il campo è già
bello che minato con il parere negativo dei
revisori, la Corte dei Conti che incombe sui
debiti del Teatro Stabile e delle Muse. Un
pasticciaccio. L'ennesimo di una legislatura che
davvero non ha annoiato a colpi di scena. Mentre
si tenta di uscire da questa impasse (l'ideale
sarebbe che Biekar ci ripensi e torni al suo
posto, in alternativa interim all'assessore
all'Urbanistica Eliana Maiolini che in Provincia
aveva proprio la delega al Bilancio), vale la pena
di ripercorrere questi anni di arrivi e partenze.
Gramillano viene eletto tre anni fa. Il 30 giugno
2009, presenta la sua squadra di governo. Due
settimane dopo, Maurizio Belligoni, assessore ai
Servizi Sociali, viene rinviato a giudizio per falso
e abuso d'ufficio a causa di un bando sospetto
dell'Agenzia Sanitaria Regionale da lui diretta. Si
dimette. Sarà poi assolto dalle accuse. Poi è
stata la volta di Alessandra Panzini. L'addio per
via delle critiche per conflitto d'interessi: avrebbe
dovuto gestire da assessore, progetti da lei stessa
presentati in passato nelle vesti di consulente. A
ottobre 2009 se ne va anche Ezio Gabrielli.
Dichiara di essere iscritto alla Massoneria e
mezzo Pd si dichiara pronto a sfiduciarlo in aula.
Andrea Ambrogini, Lavori pubblici, salutò per le
pressioni subite quando si venne a sapere di
alcuni appalti pubblici assegnati all'impresa edile
del fratello. I vari rimpasti fanno entrare e uscire
anche Franco Brasili e Alfonso Napolitano. A
febbraio 2011, l'assessore al Commercio Romana
Mataloni lascia per motivi personali. Finite le
meteore? Macché. La crisi di governo con l'Idv
porta all'uscita di scena di Marcello Pesaresi e
Aldo Pirani. All'ultimo rimpasto vanno fuori
Pasquini, Franzoni, Borgognoni e Lassandari per
far posto a Ferretti, Signorini, Maurizi e Della
Bella, Udc, nel frattempo entrato in maggioranza.
E ora la grana Biekar. E consiglieri comunali che
stanno perdendo la fiducia nei confronti del
sindaco alla luce di un fondo patrimoniale privato
che Gramillano avrebbe costituito per mettere
al riparo un paio di immobili.
Ancona, il caos perennedella giunta Gramillano
Jesi, Bacci: “Ma quale antipolitica?Con noi cittadini protagonisti”di Rossella Favi
Massimo Bacci, 52 anni, è il nuovo sindaco di Jesi. Una sorpresaper la città di Federico II, dopo decenni di dominio dei partiti disinistra e di centrosinistra. Ora, ha davanti 5 anni per far non farpentire i suoi cittadini della fiducia accordatagli.Bacci, quali saranno le priorità per Jesi da affrontare durante la legislatura?
Riacquistare un ruolo da protagonista nel panorama regionale. Ilche non significa voler stare sopra gli altri Comuni, ma con gli altriComuni e contribuire attivamente a orientare le scelte che coinvolgonoun'area vasta sui temi della sanità, dei servizi pubblici primari, dellaequa distribuzione delle risorse. Dovrà essere questo un processo dicrescita in autorevolezza che marcia di pari passo con un'azione digoverno cittadina ben definita. E che va sviluppata attraverso una ri-gorosa gestione di bilancio e scelte che valorizzino lavoro e sviluppoeconomico, servizi alla persona, territorio, ambiente e qualità dellavita, cultura, sport e politiche giovanili, sicurezza e legalità. Il tuttoda compiere in maniera partecipata e condivisa con una cittadinanzache pretende giustamente di essere coinvolta ed ascoltata.Quali obiettivi si pone, invece, per i primi cento giorni del suo mandato daprimo cittadino?
Innanzitutto quello di conoscere a fondo i problemi per individuarele migliori soluzioni. È una importante fase di ascolto propedeutica aqualsiasi scelta. Secondariamente quello di avviare una necessariariorganizzazione della struttura amministrativa che consenta alComune di poter operare al meglio. Terzo, ma non certo meno im-portante, effettuare i primi necessari interventi per migliorare ildecoro urbano e la qualità della vita.Si fa un gran parlare di antipolitica: inserirebbe il suo successo e il suoschieramento elettorale all'interno di questa "categoria"? Per quali motivi?
Altro che antipolitica, direi esattamente il contrario: l'affermazionedelle liste civiche che mi hanno sostenuto è lo specchio di una verapolitica, certamente nuova, fatta di partecipazione e coinvolgimento,dove i cittadini vogliono tornare ad essere protagonisti. Questeelezioni hanno confermato che non è in crisi la politica in sé, in crisisemmai sono i partiti tradizionalmente intesi. Credo che in futurosempre più Comuni saranno guidati da liste civiche, dove programmied obiettivi non vengono calati dall'alto, ma nascono nel territorio. Equesto senza demonizzare i partiti che, viceversa, a livello nazionalemantengono un ruolo centrale. �
Il sindaco di Jesi Massimo Bacci con il presidente di Interporto Roberto Pesaresi
"I grillini vincono perché mettono in campo
facce nuove, un messaggio chiaro e danno voce
alla rabbia della gente, giustificata e giustificabile.
Ma governare è un'altra cosa. E come abbiamo
visto a Parma, non mi sembra siano capaci di
farlo. Vedremo”. Gianmario Mariniello,
coordinatore nazionale di Generazione Futuro
in visita alla prima delle serate futuriste di
Chiaravalle (14, 15 e 16 giugno), commenta così
il risultato elettorale della Vallesina che tra Jesi
e Fabriano ha visto un vero e proprio exploit di
civiche e soprattutto del Movimento 5 Stelle.
Qual è lo stato di salute di Gf a livello nazionale?
Gode di buona salute grazie all'impegno
quotidiano di tanti ragazzi e ragazze sul territorio.
Abbiamo una classe dirigente giovanissima, che
deve fare esperienza ma che ha già dimostrato
di saper dare politica. I candidati di Gf sono
ovunque i più votati nelle liste di Fli. Come
dicevo, la gente vuole facce nuove."
E Ancona?
Mattia Morbidoni e Alessandro Gentili
rappresentano il ricambio generazionale che
serve al Paese per costruire l'Italia del futuro.
Le serate futuriste chiaravallesi sono state
fruttuose; tante le nuove proposte che sono
emerse dal dialogo con i cittadini chiaravallesi
che si sono fermati, anche solo per qualche
manciata di minuti, a scambiare opinioni. "Siamo
già al lavoro per trasformare queste idee in
proposte concrete, ci aiuteranno a lanciare il
sasso nelle acque stagnanti della politica di
Chiaravalle - ha detto il coordinatore provinciale
di Generazione Futuro Mattia Morbidoni - tanti
dicono di voler ascoltare la gente, ma finora fra
i cittadini siamo stati solo noi. Solo noi li abbiamo
realmente ascoltati e questo evento ne è la
prova: adotteremo tante idee e proposte
provenienti dalla gente comune".
Serate futuriste a Chiaravalle, Mariniello:
«Servono faccenuove».
di Alessandro BellelliL'esperienza
amministrativa di
Sagramola in Provincia
può fare la differenza.
Attorno al lui una
squadra di assessori
chiamati a far rinascere
Fabriano. La situazione
in città non è certo
rosea: disoccupazione
alle stelle e timori legati
al futuro.
Fabriano, Sagramola dalla Provincia al Comunedi Gabriele Pegolo
Giancarlo Sagramola, Angelo Tini, Claudio Alianello,Giovanni Balducci, Giuseppe Galli, Mario Paglia-
lunga, Patrizia Rossi, Giorgio Saitta. Questi i nuoviotto volti di palazzo Chiavelli che cercheranno di am-ministrare nei migliori dei modi una Fabriano ormainon più rosea, data l’elevata disoccupazione generatadalla chiusura delle imprese del territorio, concittadiniimpegnati nel sociale e in parte nel mondo cattoliconelle cui associazioni hanno ricevuto formazione. Guar-dando il curriculum vitae del sindaco neoeletto, non sipuò non notare i numerosi incarichi istituzionali inProvincia e Regione, che lasciano ben sperare inun’oculata e adeguata amministrazione. Sagramola èstato infatti eletto nel 1988 al consiglio provinciale edal 2000 è stato presidente dello stesso. Nel 2002 è en-trato in giunta andando a ricoprire il ruolo di vice alfianco della presidente Patrizia Casagrande. Nel 2006 èstato indicato coordinatore nazionale degli Enti Locali perla Pace. Dal 2003 al 2005 è stato presidente del Parcodel Conero. Dal 2007 è stato vicepresidente dellaProvincia di Ancona. Tini, diplomato in Ragioneria/Peritocommerciale e dirigente amministrativo dell’AsurMarche, da assessore nelle giunte Merloni dal 1985 al1995 e capogruppo consiliare Udc, è ora vicesindaco,nonché responsabile di Bilancio, Patrimonio, Politichefinanziarie dell’ente. Si occuperà anche della spendingreview per abbassare le spese del Comune. Ai LavoriPubblici e Ambiente è stato nominato Alianello, avvocatoe segretario del Pd dal 2008. A Personale, Semplificazione,Turismo, Politiche Giovanili, Sport, Agricoltura e Politichecomunitarie, è stato nominato Balducci, laureato in In-gegneria Civile, sezione Edile, consigliere comunale dal1998; alla Mobilità, Lavoro, Industria e Artigianato,l’avvocato Galliche. All’Informatica (con il compitoanche di incentivare i software libero), Partecipazione,Commercio, Polizia Municipale e Sicurezza è stato no-minato Paglialunga, assessore uscente all’Ambiente egià vicesindaco negli anni ’90. Scuola e Cultura sonodella Rossi mentre i Servizi Sociali vanno a Saitta,laureato in medicina e chirurgia presso l’ Universitàdegli Studi di Roma e Presidente della Federazione On-cologica delle Marche.
giugno 2012 11
Marotta da riunificare,
le ragioni del sìSi attende il viadella Regione
di Francesco Gambini
Se ne sono dette e sentite di tutti i colori, ma l'obiettivo che i ma-rottesi inseguono da oltre cinquant'anni – togliere il confine dal
centro del paese per avere un'unica amministrazione – potrebbeessere vicino. Per capire a che punto sono arrivati i lavori, occorreriassumere le tappe del progetto. Sono passati quasi due anni dallaraccolta delle 5mila firme necessarie a ottenere la proposta di leggeregionale che porterà al referendum consultivo. Tali firme, corredatedai relativi certificati elettorali, sono state consegnate in Regione il14 aprile del 2010. Verificata la regolarità, la proposta di legge èstata acquisita dall'ufficio di Presidenza del Consiglio in data 15febbraio 2011. Acquisita la proposta di legge, è subito iniziato l'iterlegislativo con i pareri del Comune di Mondolfo (positivo all'unità),di Fano (negativo) e della Provincia di Pesaro e Urbino (positivo),tutti e tre inviati alla 1° Commissione regionale, che si occupa diaffari istituzionali, nel giugno del 2011. Dopo quasi un anno (è ilgiorno 11 aprile 2012), tale commissione, presieduta dal consigliereRosalba Ortenzi (Pd), ha invitato le parti interessate a spiegare leragioni favorevoli e contrarie all'unità. Erano presenti i tre fondatoridel comitato Pro Marotta Unita, Gabriele Vitali, Giuliano Sartini eRiccardo Morbidelli; i sindaci di Mondolfo, Fano e San Costanzo coni presidenti dei relativi consigli comunali; il presidente del consiglioprovinciale, Luca Bartolucci, nelle veci del presidente della ProvinciaMatteo Ricci. Presenza alquanto curiosa quella di don Mario Giulietti,
12
Il commercio con l’estero è la
risorsa principale per le attività
produttive marchigiane in
questa fase congiunturale assai
difficile. I dati ci dicono che la
crescita su base regionale è
importante e pertanto si può
guardare al futuro con
positività confidando nel
recupero definitivo del gap con
il resto delle aziende dell’Italia
centrale attualmente attestata
al +9,1% contro il +6,2
marchigiano.
I dati elaborati da
Confindustria Marche
relativamente al primo
trimestre evidenziano un
incremento regionale superiore
alla media nazionale di +0,7%.
L’analisi dei dati su base
provinciale segnala come la
provincia di Pesaro Urbino sia
cresciuta nettamente meno
delle altre province: +1,6
rispetto al 12,7% di Fermo, +8%
di Macerata, +5,8 e +5,6
rispettivamente di Ancona e
Ascoli. All’apparenza dati poco
lusinghieri la cui origine va
ricercata nella mancata
diversificazione delle attività
produttive operanti in questa
provincia, la terra della
produzione del mobile per
eccellenza, al cui fianco sono
cresciute aziende per la
produzione di macchinari
adatti alla lavorazione del
legno e dei mobili in generale.
Export positivo ma fanalino di coda in regione Così con il mercato nazionale
stagnante, la fonte di lavoro e
di guadagno rimane l’export e
le aziende che esportano
lavorano e lavorano bene,
pertanto quel dato relativo alla
crescita così nettamente
inferiore alla media regionale
(+1,6% rispetto al +6,2%) non è
poi così negativo ed
allarmante, proprio in ragione
di una base di partenza assai
ridimensionatasi negli ultimi
anni.
sacerdote della parrocchia di Marottadi Fano, accompagnato dal consi-gliere comunale fanese Luca Stefa-nelli (Pd). Il sacerdote è da semprecontrario all'unità marottese. Com-pito della I Commissione sarà, ora,stilare una relazione da presentareal consiglio regionale, il quale dovràdeliberare a favore o contro il refe-rendum consultivo. Nella decisionefinale saranno indicate la data e,importantissimo, la popolazione chiamata alle urne: se la frazionemarottese o tutto il Comune di Fano. “Abbiamo motivato la richiestadi far votare solo i cittadini della frazione di Marotta di Fano – spiegail presidente del comitato Vitali – dato che questi sono i soli e direttiinteressati al cambiamento di amministrazione, circa 3mila abitanti.Far votare gli oltre 70mila cittadini dei due comuni di Mondolfo e diFano sarebbe solo una perdita di tempo e di denaro, oltre che unabeffa. L'80% della popolazione fanese non conosce le reali motivazionidella nostra richista, per cui, o non andrà a votare o darà unaindicazione negativa, esattamente come nel referendum indetto nel1981 (se approvato dalla Regione, questo sarebbe il secondoreferendum in trent'anni per unire Marotta ndr)”. Vitali spiega chela scelta di unire le due frazioni sotto Mondolfo è stata fatta seguendoquesti criteri: non si possono creare nuovi Comuni indipendenti, idue terzi di Marotta sono già nel comune di Mondolfo. “Con questoreferendum – prosegue Vitali – si vuole togliere il confine dal centrodel paese. Confine che è causa di tanti problemi. Non vogliamo piùstrade che non si incontrano, che ci sia un unico centro civico pertutta Marotta e che aborti stradali come la complanare (che terminasul confine tra i due comuni e sfocia sull'Adriatica attraverso unastrada da una sola corsia) non si ripetano più”.�
giugno 2012 13
Ospedale di Matelica, il piano ferie
mette a rischiointeri reparti
di Gessica Menichelli
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Sembra un capitolo senza fine quello che caratterizza la vicendadell’ospedale donato dal famoso Enrico Mattei al comune di
Matelica. Durante l’estate la Regione ha tenuto con il fiatosospeso tutta la cittadinanza per la determina che ha scatenatopersino una raccolta firme per impedire la chiusura del primosoccorso e l’eliminazione del medico h24, che solo dopo unconsiglio straordinario aperto e allargato anche ai sindaci limitroficoinvolti, ha portato alla sospensione della determina ma non alsuo annullamento, quindi spostando la problematica a tempo in-determinato. Adesso il paragrafo si riapre causa l'applicazione diun piano ferie che prevede l'accorpamento della rsa medicina elunga degenza, con un taglio inevitabile dei posti letto, in unazona, ricordiamo, che è caratterizzata da un’elevata percentualedi anziani, dettaglio da non trascurare. Onde evitare che siapplicasse il piano ferie regionale settimana scorsa l'amministra-zione comunale ha indetto un consiglio allargato anche ai coor-dinatori dei partiti, che non avessero rappresentanti in Comuneper nascita successiva alle elezioni, come Fli (di cui era presenteuna delegazione) per mobilitare tutti in funzione di un'azionebipartisan. A seguito del consiglio sono seguiti una serie diincontri in Regione con l’assessore alla Sanità Almerino Mezzolanie Carmine Ruta, direttore generale della sanità marchigiana.
Civitanova, le priorità del neosindaco? Cambiare la toponomastica.
di Maurizio Grilli
Vince il candidato Corvatta e il
centrosinistra civitanovese
esplode di gioia improvvisando,
addirittura, un corteo per
accompagnarlo fino al palazzo
comunale.
Parla il neo sindaco Corvatta e
subito s’accende il dibattito
politico nella modalità
peggiore: quella ideologica.
Causa di tutto ciò la
dichiarazione illuminante: “via
Almirante e via Balbo sono nei
miei pensieri, ma non nei primi
100 giorni”. E pensare che
aveva promesso cambiamento.
Noi de Il futurista marche,
rincuorati, ironicamente, dalla
precisazione sulle tempistiche,
preferiamo pensare che
nonostante fossero trascorsi
alcuni giorni dalla sua
proclamazione, emozione e
frastorno non erano stati
smaltiti definitivamente.
Ricordiamo, tuttavia, che
l’intitolazione a Italo Balbo, più
recente tra le due, era stata
fortemente contestata dal
centrosinistra, nella scorsa
legislatura, perché il voto
favorevole della commissione
toponomastica aveva tradito il
principio di non intestare vie a
personaggi storici che potessero
generare “conflitti” culturali e
sociali.
Auspicando, quindi, un serio
impegno del neo sindaco per
una politica meno conflittuale,
meno ideologica che abbandoni
il tribale atteggiamento politico
ispirato dal culto
dell’appartenenza, rimaniamo
in fiduciosa attesa di conoscere
le sue proposte di soluzione per
problemi in primo piano per la
città.
Mezzolani si é mostrato disponibile ai colloqui ma specificandoche "i tagli determineranno un nuovo riassetto e riordino di tuttala struttura sanitaria regionale" dunque comportando la chiusuraprobabile di diversi presidi ospedalieri nella Regione. Tutto ciò èfatto per razionalizzare la sanità marchigiana, che in Provincia diMacerata, però significa la perdita di decine e decine di postiletto. É indubbio che tale situazione si ripercuote a livello praticosulla popolazione che si troverà sprovvista dell’ospedale e deirelativi pronto soccorso, soprattutto nelle zone interne dove le viedi comunicazione sono meno strutturate come nel Maceratese edi conseguenza il Comune di Matelica.
Fli della Provincia di Macerata ha mostrato di aver ben presentile difficoltà del momento per chi gestisce la sanità in Regione.Meno finanziamenti, minori risorse, razionalizzazioni necessarienon possono però giustificare scelte che lasciano una Provinciaintera nella difficoltà pratica di offrire un servizio sanitariominimo anche in funzione delle tasse che i cittadini pagano.Ed é proprio per questo che anche a livello provinciale FliMacerata e Fli Matelica stanno promuovendo il progetto del po-tenziamento del pronto soccorso laddove l’ospedale venisse defi-nitivamente chiuso, a seguito di scelte politiche regionali, per as-senza di fondi. �
giugno 2012 15
Da destra: l 'assessore regionale alla Sanità Almerino Mezzolani
con i l dirigente Carmine Ruta
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giugno 2012 17
Ha destato parecchio clamore la vicendadalla professoressa delle medie inda-
gata dalla Procura di Fermo per presuntiinsulti di stampo razzista rivolti agli alunnistranieri. L'indagine è partita a seguito diun esposto denuncia presentato alla Procuradella Repubblica da una delle famiglie. Se-condo la versione dell''accusa l'insegnante,arrivata a settembre alla scuola media GalileoMarconi di Porto Sant'Elpidio, avrebbe subitoiniziato a insultare gli alunni, infierendo inmodo particolare contro quelli stranieri. Loscorso marzo i genitori, dopo aver consultatosenza esito il preside dell'istituto, si sonorivolti all'Ufficio Scolastico Provinciale e aquello Regionale che hanno aperto un fa-scicolo interno. Successivamente pare, sem-pre secondo il racconto degli alunni, che la
professoressa abbia tentato di far firmareun documento nel quale i ragazzi avrebberodovuto ritrattare tutto. Ora la docente è in-dagata per violenza privata e toccherà allamagistratura far luce sull'intera vicenda.Fatti che vanno accertati con la massimascrupolosità ma che, se confermati, sarebberodi una gravità inaudita se si pensa che ilprimo passo per raggiungere un'effettivaintegrazione degli immigrati, parte propriodalla scuola. I nuovi italiani, figli di stranieriche compiono il ciclo di studi insieme aglistudenti italiani, diventano tali propriograzie a questa vicinanza. Lavorando gomitoa gomito con i compagni, condividendo in-segnamenti ed esperienze, si riesce con piùfacilità a superare, ad andare oltre il murodella diffidenza iniziale. Una buona occasione
Insulti razzisti, professoressa delle medie indagata a Porto Sant'Elpidio
P.S. Giorgio, Vesprini assessore: mal di pancia nel centrosinistra.
di Urbano Cardarelli e Paolo Senigagliesi
Il centrosinistra ha vinto confermando la regola che agli elettori di
Porto San Giorgio non piace proprio il bis come a Paganini. Dal 1994 è
stato sempre così. Altro dato che si è ripetuto: la divisione non ha
pagato. Nel 2008 fu il centrosinistra a dividersi e il centrodestra uni-
to vinse al primo turno, questa volta la divisione del centrodestra ha
premiato il centrosinistra. Un altro dato che va evidenziato da que-
sto passaggio elettorale è stata la scarsa partecipazione al voto. Il
primo partito di maggioranza relativa è stato l'astensionismo (41%). I
cittadini che hanno scelto di andare al voto, almeno per gran parte
di essi intorno all'80%, non riteniamo che l'abbia fatto per i contenuti
e le finalità programmatiche per la gestione della "res pubblica", ma
per empatia, ideologia o non simpatia. Questo riteniamo che debba
far riflettere tutti, chi sia stato baciato dalla vittoria chi non lo sia
stato. Il dopo elezioni con la composizione dell'esecutivo, del presi-
dente del Consiglio Comunale e la prima seduta consiliare dello scor-
so 11 giungo, ci lascia in verità altre perplessità. Non bastano solo le
parole o le cosiddette pie intenzioni espresse. Un domani produttivo
e rinnovato cammina sempre con la mente e le gambe degli uomini e
delle donne (quest'ultime sempre poche nel pianeta politico, ne sono
state elette due) e rimane questo un altro dato molto negativo. La
composizione dell'esecutivo, ha seguito un surrogato del manuale
Cencelli, secondo una parte dell'opposizione, diciamo una parte del-
l'opposizione in quanto esistono due opposizioni. Il gruppo 100% civi-
co capeggiato da Andrea Agostini, il Pdl e la civica di Roberto Mando-
lesi. La critica dell'opposizione è legittima, ma la pregiudiziale ideo-
logica o la polemica sterile non è mai produttiva e mai pagante. Pos-
siamo anche sbagliare, ma quello che pensiamo lo diciamo, facendo
parte del nostro dna. E' mancato invece e lo vogliamo dire senza re-
more, un segnale chiaro e forte da parte della maggioranza di voler
riformare un metodo stantio d'interpretare la politica nel comporre
la giunta. Si è usato la filosofia del "bilancino" e il metodo macchia-
vellico, che hanno creato i malumori in particolare sulla scelta del-
l'inserimento in giunta di Valerio Vesprini, persona da più vista come
affine alla politica dell'ex sindaco Agostini per i trascorsi della passa-
ta legislatura, sebbene oggi abbia fatto espressione decisa di scelta
nell'appoggio alla candidatura del neosindaco Nicola Loira sin dal pri-
mo turno, divenendo punto di sostegno per la lista civica Porto S.
Giorgio si Muove, a seguito esclusione alla competizione elettorale
del gruppo Udc di cui lui era componente. Una polemica fuori luogo
anche se legittima, di una vecchia politica che tutti dicono di voler
cambiare, ma solo a parole, non solo nell'opposizione, ma anche nel-
la coalizione di maggioranza, che portava come messaggio elettorale
"Tutta un'altra storia". Il solito siparietto dopo un elezione, di una po-
litica che rimane chiusa nei suoi vecchi schemi e non vuole guardare
al futuro. Chiudiamo con un'ultima considerazione che vuole essere
un messaggio di speranza. Si possa incominciare a seminare i germo-
gli di una politica con la "P" maiuscola e che i partiti, pur essendo
delle componenti essenziali della democrazia, abbiano il coraggio di
rigenerarsi come anche la società civile. Forse stiamo volando troppo
in alto ma vogliamo crederci perché quando si perde anche la spe-
ranza il futuro è veramente buio.
anche per i genitori che hanno la possibilitàdi parlare tra loro per risolvere problematichecomuni. Certo, non tutto è rose e fiori espesso si possono incontrare difficoltà pervia delle differenti culture di appartenenza.Nell'intera Provincia di Fermo gli studentistranieri rappresentano il 9,1% del totale.Una parte di loro, l'11%, è nata in Italia. Ilgruppo etnico più numeroso è rappresentatodagli albanesi (22%), seguito da Marocco(16,4%) e Cina (13%). Va per la maggioreun tipo di orientamento scolastico di tipoprofessionale (soprattutto nel campo dellemanutenzioni, dell'artigianato e della moda)ma non mancano esempi di studenti stranieriiscritti a licei o a istituti tecnici. La lineadel Governo sembra andare nella direzionegiusta. Il ministro Cancellieri, intervenutaalla presentazione del Rapporto sullo statodei diritti dei profughi e dei migranti ha ri-badito che è necessario concedere la citta-dinanza ai bambini figli di stranieri ma natiin Italia, che abbiano svolto un percorsoscolastico, sulla base di uno 'jus soli' tem-perato". �
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Pioggia di finanziamenti per far uscire
le imprese dalla crisi
di Maurizio Grilli
La crescita della produzione marchigiana passa at-traverso il miglioramento delle condizioni per
l’export. È noto a tutti che il sistema produttivo re-gionale sta attraversando una difficile congiunturaeconomica e nonostante l’incremento delle esportazionimarchigiane è sotto la media rispetto alle altre regionidel Centro Nord è questo il percorso che può portarele nostre aziende fuori dalla crisi. A fine 2011 infatti,Confartigianato e Cna Marche commentavano: “Lastragrande maggioranza delle nostre imprese sonopiccole e medie, molte delle quali subfornitrici e
senza possibilità di accesso ai mercati esteri. Ecco perché il datomarchigiano è meno eclatante rispetto ad altre realtà territoriali adalta incidenza manifatturiera. Per stimolare una ulteriore crescitadelle esportazioni la strada giusta è quella di puntare sull’internazio-nalizzazione delle piccole e medie imprese, attraverso la partecipazionea manifestazioni fieristiche selezionate e concentrate per settori earee geografiche prioritarie, con progetti commerciali continuativicorrelati e con particolare attenzione ai consorzi export ed alle retid’impresa”. Appelli e riflessioni che sembrerebbero essere statiascoltati e tradotti in azioni concrete dai soggetti istituzionali capacidi poter adottare iniziative a sostegno e supporto dell’imprenditoriaregionale, ed ascolana nella fattispecie. Così lo scorso gennaio laProvincia di Ascoli Piceno, attraverso il fondo sociale europeo, hamesso a disposizione 1milione e 300mila euro di risorse per sostenerela pmi e i grandi gruppi industriali con sedi operative nel Piceno cheintendano impegnarsi nell’innovazione in questo momento di con-giuntura economica difficile, con l’obiettivo finale di aumentarecompetitività riducendo i costi di produzione. “Risorse consistenti –aveva spiegato il Presidente della Provincia Celani - particolarmenteutili per il settore manifatturiero in grande sofferenza e che possiamoaumentare fino a quasi 3 milioni di euro per finanziare circa 200progetti con i quali le imprese interessate potranno assumere
giugno 2012
consulenti o società o organismi di ricercain diversi campi quali: marketing, comuni-cazione, imprenditorialità, ricambio gene-razionale, internazionalizzazione, organiz-zazione, produzione logistica e commerciale,design, amministrazione, finanza e controllo,sicurezza e ambiente”. Il primo esempio dibando regionale che è stato presentato indiversi incontri organizzati sul territorioprovinciale e che ha suscitato interesseanche considerato che prevede il coinvolgi-mento di progettisti, ricercatori e laureatidel territorio a cui potranno rivolgersi leaziende interessate. A ridosso della scadenzaper la presentazione delle domande, previstaper il 10 febbraio scorso, è stata data notiziadell’ulteriore stanziamento di 2milioni dieuro dando concretezza alle parole presidenteprovinciale dette in sede di presentazionedell’iniziativa. A distanza di quattro mesi,poi, altra importa notizia per le attività pro-duttive della provincia ascolana: la stipula
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di un accordo tra Carisap e la Confindustriadi Ascoli Piceno per mettere a disposizionedelle piccole e medie imprese un plafond di600 milioni di euro per interventi di inno-vazione e internazionalizzazione. Punti qua-lificanti dell'intesa, la valorizzazione dellepersone che lavorano in azienda con il so-stegno alla formazione dei dipendenti e allosviluppo occupazionale, interventi di finanzastraordinaria e razionalizzazione organizzativa(Lean management), finanziamenti e con-sulenza per una maggiore efficienza ener-getica ed eco-sostenibilità dell'azienda. «Siamoconvinti del fatto che il credito rappresentala priorità più importante da affrontare nel-l'immediato - ha dichiarato il presidente diConfindustria Ascoli Bruno Bucciarelli -Rinnoviamo un rapporto di partnership am-piamente collaudato per puntare su soluzioniin grado di supportare le imprese, suggerirereti d'impresa irrinunciabili e favorire inve-stimenti, patrimonializzazione e sviluppo».
A metà giugno queste le notizie ufficiali diConfindustria riguardanti l’export marchi-giano: nei primi tre mesi del 2012 le Marchehanno registrato un incremento delle espor-tazioni del 6,2% risultato superiore allamedia nazionale (5,5%), ma meno brillantedi quello della ripartizione dell'Italia Centrale(+9,1%). Resta invariato, rispetto al primotrimestre 2011, al 2,6% il pesodell'export della regione sultotale nazionale. L’auspicio èche i provvedimenti sopra inprecedenza siano capaci didare la giusta spinta ai settoriproduttivi del Piceno affinchéfungano da traino e stimoloper tutti i settori produttivimarchigiani. �
Piero Celani,
presidente Provincia di Ascoli Piceno
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Nel capolavoro letterario di Ray Bradbury(scrittore statunitense recentemente scom-parso) leggiamo la denuncia sulla possibilenegativa evoluzione della nostra società epurtroppo va detto che a distanza di cin-quant’anni molto si è avverato.
Nel mondo di Fahrenheit 451 non èstato un atto deliberato dello Stato, attoal controllo delle masse, che ha proibitol’uso del mezzo culturale. La società stessasi è posta quel tabù, cercando la semplifi-cazione, la massificazione, nel tentativodi non creare individui infelici che si sen-tissero diversi, ha gradualmente abban-donato ogni forma di cultura. Lo Stato inquesto scenario ha soltanto legittimatoun dato di fatto, istituendo i corpi divigili del fuoco, qui impegnati ad ardere enon a estinguere il fuoco. Si viene così acreare una dottrina dell’anti-cultura, esem-plificata nella figura del capitano di Mon-tag: i libri non vengono bruciati in quantotali, ma per quello che contengono, ri-flessioni di uomini morti, storie di eva-sione, tutto l’universo che i libri rappre-sentano.
Chi si avvicina alla lettura, dice il capi-tano in un delirio di semplificazione, sisente superiore a coloro che non leggono.Perciò la società di Fahrenheit 451 ha de-ciso di eliminare ogni fonte possibile didiversità, per lasciare i cittadini in unabeata incoscienza, che non li rende infor-mati neanche sull’apocalittica guerra chesi svolge nelle pagine finali delromanzo. Dall’altra parte, gli uomini-li-bro (coloro che hanno mandato a memoriai libri in una società che non permettevaloro di possederli) non si sentono affattodegli eletti. “Tu non sei importante” diceGranger, un uomo-libro, a Montag nellepagine finali. Anche quando i libri esiste-vano, aggiunge, la gente li ha rifuggiticreando il sistema attuale.
Però è importante che in qualche modoil messaggio che essi contengono vengapreservato, lasciando la possibilità diessere scoperto. Quindi Fahreinheit 451non è un mero inno all’importanza dellalettura, ma un inno alla possibilità discelta, alla libertà.
Fahrenheit 451
DI RAY BRADBURY
Mondadori
Pp. 210
Euro 9,00
Un libro corposo, denso; in cui capitaspesso di sorprendersi disorientati, se ci sidomanda: quanto vi è di reale? Quanto, diquesto testo, è documento o testimo-nianza e quanto pettegolezzo oppure “sen-tito dire”? I cari estinti è unatestimonianza su alcuni uomini potenti,resa particolarmente interessante dallabella penna di uno dei massimi giornalistiitaliani. Nello scorrere delle pagine ci sitrova di fronte a commenti mordaci, con-siderazioni argute, chiose irriverenti, pa-rallelismi solo apparentementefunambolici grazie alla grande capacitàdi Pansa di muoversi attraverso i decenni,senza perdere di vista l’assetto politico at-tuale. Berlusconi, ad esempio, è citato inben 14 pagine e persino messo a confronto-uscendone televisivamente vincitore, mamoralmente sconfitto- con il “Nano Male-detto”, Amintore Fanfani. I cari estinti èun libro che parla di uomini politici, manon è sugli uomini politici. Al contrario, èuna sorta di autobiografia professionaledi Giampaolo Pansa, il quale ha scelto diparlare di sé attraverso lo specchio delproprio lavoro. Ne è scaturita una sorta disovrapposizione d’immagini leggermentesfuocate, come osservare un 3D senza leapposite lenti. Leggere I cari estinti dalpunto di vista della “Prima Repubblica” èsolo la superficie; lo spessore lo si afferrasolamente seguendo il cacciatore Pansa enon la lepre azzannata dai lupi.
I cari estinti
DI GIAMPAOLO PANSA
Rizzoli
Pp. 521
Euro 22,00
Inseparabili di Alessandro Piperno
Inseparabili. Questo sono sempre stati l'unoper l'altro i fratelli Pontecorvo, Filippo e
Samuel. Come i pappagallini chenon sanno vivere se non sonoinsieme. A nulla valgono le differenze:l'indolenza di Filippo - refrattarioa qualsiasi attività non riguardidonne, cibo e fumetti - oppostaalla determinazione di Samuel,
brillante negli studi, impacciatonell'arte amatoria, avviato aun'ambiziosa carriera nel mondodella finanza. Ma ecco che i lorodestini sembrano invertirsi equalcosa per la prima volta si
incrina. In un breve volgere di mesi, Filippodiventa molto più che famoso: il suo cartoondi denuncia sull'infanzia violata, acclamato dapubblico e critica dopo un trionfale passaggioa Cannes, fa di lui il simbolo, l'icona in cuitutti hanno bisogno di riconoscersi.Contemporaneamente Samuel vive giorni dicrisi, tra un investimento a rischio e un'impassesentimentale sempre più catastrofica: allavigilia delle nozze ha perso la testa perLudovica, introversa rampolla della Milano piùelegante. Nemmeno l'eccezionale, incrollabileRachel, la mamma che veglia su di loro daquando li ha messi al mondo, può fermare lacorsa vertiginosa dei suoi ragazzi lungo il pianoinclinato dell'esistenza. Forse, però, potrà difendere fino all'ultimo ilsegreto impronunciabile che li riguarda tutti."Inseparabili" è la storia di una famiglia chedeve lottare con l'amore e il rancore, il lutto ela solitudine, fino alla resa dei conti. È ilracconto verosimile fino al dettaglio di quantofortuito e inarrestabile sia il meccanismo chegenera un grande successo mediatico e insiemeil “referto” implacabile, scioccante, deglieffetti che una pubblica glorificazione puòsortire su chi ne è oggetto: sui suoi desideri,sul suo carattere, sulle relazioni con coloroche ama. È un libro splendente, ironico,emozionante.
Mondadori
Pp. 351
Euro 17,00
giugno 2012 21
Il ministro Francesco Profumo ha pre-sentato il “Pacchetto merito” esordendo cheè proprio l’Europa della cultura e del lavoroa chiederci questa riforma, imposta sostan-zialmente dai mercati sempre più interna-zionali ed anglofoni che chiedono di riflessoscuole specialistiche ed all’avanguardia. Il“decreto merito” evidenzia subito la figuradello “studente dell’anno” che sarà premiatoin ogni istituto superiore e sarà scelto trachi avrà i voti più alti alla maturità, a partireda 100 tenendo conto della media degliultimi tre anni, dell’impegno sociale e delreddito familiare. Lo studente avrà dirittoad uno sconto sulle tasse per l’iscrizione alprimo anno di università ed una borsa distudio aggiuntiva oltre all’ulteriore novitàdella card “lomerito” che darà diritto allostudente dell’anno a sconti per i trasporti eper l’ingresso ai musei. Merito anche alleuniversità dove sono previsti premi per do-centi e ricercatori dopo una valutazione pre-gevole della loro didattica, abbattendo alcontempo l’assenteismo dei professori ac-cademici che dovranno finalmente garantireil 100% di ore di didattica. Sempre più im-portanti saranno i crediti formativi che da-ranno la possibilità agli studente con buonirisultati (28/30) di sostenere la tesi di laureacon un anno di anticipo. Ma poi il lavorodarà voce agli studenti meritevoli? Gli Ateneidovranno fornire un elenco del 5% dei lau-reati più bravi, tanto da ricevere nel sito delMinistero dell’Istruzione una corsia privile-giata verso il lavoro grazie agli incentivifiscali applicati ai datori di lavoro per duestagioni (meno tasse del 30% per chi li as-sume a tempo indeterminato entro i treanni dalla laurea). Lo studente metterà cosìa disposizione delle aziende il suo “portfolio”dove si potranno consultare le sue conoscenzelinguistiche, musicali, informatiche, oltrealle esperienze dell’associazionismo, volon-tariato, sportive. Al tempo stesso gli Ateneidovranno adoperarsi per una sempre mag-giore internazionalizzazione incentivandol’ingresso di docenti dall’estero privilegiandocosì una riforma dei convitti nazionali incollegi italiani internazionali, in modo daattirare studenti e docenti stranieri anchegrazie alla residenzialità ed anche semiresi-denzialità anche nei periodi estivi. Che dire:ragazzi mettiamoci a studiare! Scrivi a: [email protected]
FUTURO & DIRITTO n.5Anni di piombodi Adalberto Baldoni e Sandro Provvi-sionato
Li hanno chiamati "anni di piom-bo". Piombo come violenza ar-mata, come peso insostenibilesulla vita delle persone, sullastoria di un Paese, sui sogni diuna generazione. La lunga nottedella Repubblica, il periodo cheha inizio dalla fine degli anniSessanta, in realtà non è ancorafinita: attende di essere illuminatanelle sue parti più buie e ha la-sciato in eredità un passato spac-cato in due, che impedisce di ri-trovare quella memoria condivisa
invocata da tutti, ricercata da pochi. Il libro,frutto del ventennale lavoro di due giornalistiprovenienti da esperienze politiche opposte,ha l'ambizione e il coraggio di affrontare questastoria in modo completo e oltre ogni logica diappartenenza. Dalla nascita del Movimentostudentesco all'avvento del partito armato, dalcaso Moro alla fine delle Br, dallo stragismo aigiochi sporchi dei corpi dello Stato, fino alpunto in cui l'onda lunga si frange: il G8 di Ge-nova, il nuovo terrorismo, l'Italia di oggi ancoraavvelenata dalle divisioni ideologiche.
Giovani, nazisti e disoccupati di Michele Vaccari
Un ragazzo che si sente un vec-chio diventa nazista, senza realeconvinzione, solo per liberarela stanza di fianco alla sua datre punkabbestia. Appena letto“Giovani, nazisti e disoccupati”di Michele Vaccari (Castelvecchi,2010), qualcuno potrebbe defi-nire il protagonista un giovanefinito nel vortice dell’estremismopolitico dopo essere stato li-cenziato e lasciato dalla fidan-zata. Se leggi queste pagine eprovi profonda avversione per
il protagonista, benvenuto. Benvenuto se an-che tu hai chiuso a chiave nel tuo profondotutte le tue pulsioni più instabili, benvenutose chiuso a chiave nella mente del protagonistale hai ritrovate e ti sei ritratto schifato, perchéti sei riconosciuto. Riconoscimi. Sono io quelche tu non vorresti essere mai e che potrebbeessere tuo figlio, nel mondo che gli hai co-struito intorno. Prova schifo, ma guardami.Guardami fino alla fine, fino a dove possoarrivare. Fino all’unico atto d’amore di tuttoil romanzo. Ma tutto questo è rapporto per-sonale ed esclusivo con il protagonista, miorapporto personale ed esclusivo da lettore,con lo scrittore.
sperling & kupfer
Pp. 752
Euro 17,00
Castelvecchi
Editore
Pp. 135
Euro 14,00
A CURA DI
MANOLA GIORGINI
INTERNAZIONALE a cura di Valentina Cesarini
La presente rubrica intende
fornire a meri fini di critica,
discussione e ricerca, brevi
estratti dalla stampa estera.
Debito mortale
A fine maggio, Marco Turrini raggiunge ilpunto di rottura. Senza lavoro da più di unanno e sotto la pressione degli esattori fiscali,l’agente pubblicitario di 41 anni prende suofiglio di 4 anni e sua figlia di 14 mesi e libutta giù dalla finestra al sesto piano dellaloro casa a Brescia. Poi cerca di fare lo stessocon sua moglie che però riesce a scappare.Infine, si volta verso la finestra e si butta disotto.Il 10 maggio, Arcangelo Arpino, imprenditoredi 63 anni della periferia di Napoli […] sispara in testa con una calibro 7,65. Aveva trelettere in tasca. […] L’ultima era indirizzataa Equitalia. Accusava l’agenzia per averloportato all’esasperazione con le ripetuteminacce e gli incessanti accertamenti fiscali.Il 28 marzo, Giuseppe Campaniello si dàfuoco di fronte agli uffici di Equitalia aBologna dopo aver ricevuto la notifica finaledel raddoppiamento di una multa che nonera riuscito a pagare. Muore tre giorni doponel reparto ustionati.Turrini, Arpino e Campaniello sono tre degli80 italiani i cui suicidi e morti possono esserecollegati alle misure di austerità attuatedall’inizio della crisi.Molti altri si sono tolti la vita in Grecia.L’agghiacciante tendenza è in aumento anchein Spagna.“La ragione principale che spiega l’aumentodi suicidi è la recessione e ora l’austerità:entrambe aggravano la situazione già difficilee riducono i fondi per i servizi per la salutementale,” ha detto David Stuckler, professoreall’università di Cambridge, coautore di unarelazione sugli effetti della crisi economicaeuropea sulla salute. “Generalmente conepidemia si fa riferimento all’aumento diuna malattia nel breve periodo: secondoquesto criterio, i suicidi sarebberoun’epidemia.”Nei paesi del sud dell’Europa, in particolarmodo, il suicidio è diventato l’unica viad’uscita per molte persone che non possonopiù sostenere le proprie famiglie o pagare ipropri dipendenti.
Tratto da “Debt Most Deadly” di Barbie Latza
Nadeau, pubblicato il 18 giugno 2011 su
Newsweek Magazinehttp://www.thedailybeast.com/new-
sweek/2012/06/17/debt-most-deadly-
recession-and-austerity-fuel-suicide-in-italy.
html
www.danielesilvetti.it
Massimo G.CONTE
IL MITO DELLA CICOGNA cheporta i bambini è, in realtà, esatta-mente il contrario. Tutto nasce dalfatto che quando in una casa nascevaun bambino, in primavera, le casecontinuavano a essere riscaldate at-traverso l'uso del camino. Questodiventava, per le cicogne, il sito ideale su cuinidificare ed ecco spiegato come mai, nelle case incui si era verificato il lieto evento, era facile vederele cicogne appollaiate nel nido. Questa sovrapposi-zione di immagini, bambino-cicogna, ha creato erafforzato il mito che tutti conosciamo.
A ben guardare, quindi, erano i bambini a portarele cicogne, quanto meno a far sì che esse si fermas-sero su un tetto piuttosto che un altro, per arrivareai giorni nostri in cui ancora le favole e le leggendeidentificano la cicogna come animale beneaugurante.Proprio la naturale predisposizione delle cicogne anidificare su strutture di origine antropica ha favoritola creazione dell'immagine della cicogna come sim-bolo positivo di felicità, fecondità e fedeltà. Daallora, però, molte cose sono cambiate. Nelle cam-pagne nascono sempre meno bambini e le casesono riscaldate con altri sistemi.
L'habitat delle campagne è, comunque, mutato egli stagni sono stati prosciugati sottraendo, così,alle cicogne spazi e cibo ed impedendo loro la sostadurante i trasferimenti di migrazione. L’Italia èstata costantemente interessata dalla presenza dicicogne. A partire dagli anni cinquanta sono statiregistrati alcuni spontanei tentativi di nidificazione
nel settore occidentale della pianura Padana, nellamaggior parte dei casi con esito infausto a causadell'intervento dell'uomo.
Il declino della Cicogna bianca, in Europa, è im-putabile alla distruzione e al degrado degli ambientidi alimentazione ed alla persecuzione da parte del-l'uomo. Altre cause del sensibile calo verificatosinegli ultimi decenni sono le modificazioni ambientalisopravvenute anche nei quartieri di svernamentoafricani, con la diminuzione delle precipitazioni,soprattutto in Africa occidentale, e i programmi dicontenimento delle locuste, che costituiscono granparte della dieta africana delle cicogne. Occorrerebbe
tornare a considerare l'arrivo dellecicogne, un segnale di buon auspicioper tutti, in armonia con un tempoin cui i contadini scandivano i primiraccolti in primavera predisponendoidonee piattaforme sulle case perinvitare le cicogne a stabilirvisi. IGre delle Marche, di concerto con
l'Associazione I Cavalieri dell'Alto Volo hanno ela-borato un progetto destinato alla creazione dellecondizioni ideali a favorire la sosta delle cicogne edindurle a nidificare nei luoghi che, un tempo, le ve-devano presenti costantemente.
Il progetto consiste nella: ricerca dei corridoi dimigrazione delle cicogne; creazione di nuovi sitiidonei alla nidificazione; gestione di centri di ri-produzione e rilascio; promozione di interventi dimiglioramento ambientale e di modelli di gestionesostenibile delle aree agricole; sensibilizzazione deicittadini, soprattutto i giovani e giovanissimi edegli addetti alla gestione del territorio; azioni a li-vello politico internazionale, nazionale e locale perla conservazione degli habitat di alimentazione e diriproduzione delle cicogne.
Ora scusate ma abbiamo molto da fare. Occorrerizzar pali per i nidi, creare uno stagno, e fare inmodo che, la prossima primavera, esse possanoscegliere di fermarsi tra le dolci colline di Montignanoe, magari, stabilirvisi.
Per ora diamo il benvenuto a Fiona, splendidopullo di Aquila delle Steppe, appena arrivata al Ri-fugio di Montignano e già star molto apprezzata daadulti e bambini. �
A Senigallia le Cicogne le portano i bambini
C'erano una volta le cicogne... e ci saranno ancora
emanueleSUARDI
LA CALDA STAGIONE è arrivata e vorrei risolvere
il problema di chi nonostante il sole e le alte
temperature non vuole rinunciare ad un piatto di
pasta a pranzo. È importante adattare la nostra
alimentazione alle condizioni climatiche e le insalate
di pasta sono perfette al nostro scopo e, ironia
della sorte, i primi si consumano maggiormente
nelle ore più afose della giornata.Per gli amanti del territorio propongodelle orecchiette con zucchine eciauscolo. Iniziamo con il metteresul fuoco una pentola per la pasta epreparare le zucchine, diciamo
1 zucchina a testa, laviamole benee tagliamo una grossa fetta di 1 centimetro scarsoda un lato poi la giriamo da un altro lato e facciamola stessa operazione fino a terminare la parte verde,cercare di fare dei cubetti possibilmente precisi(serve più che altro a uniformare la cottura). Scaldaredell'olio in una padella con uno spicchio d'aglio, ro-solare i cubetti di zucchine a fuoco vivo e semprescoperte, per mantenere vivo il coloree sarà per lo stesso motivo che le la-sceremo un po' al dente e le saleremoda fredde. Se si ha la fortuna di trovareanche dei fiori di zucca sono ben accettie per la quantità dipende dalla fortunama attenzione di non cuocerli troppo,giusto l'ultimo minuto. Ora mettiamovelocemente a raffreddare le zucchineche hanno mantenuto uno splendidoverde brillante su un piatto da portatae togliamo lo spicchio di aglio. Pren-diamo dei san marzano maturi, sempreuno a testa, via i semi e l'acqua di ve-getazione e ricreare il cubetto dellazucchina (stavolta per bellezza) e met-tiamoli da parte assieme ad un'abbon-dante trito di maggiorana ed un pizzicodi sale. L'acqua starà bollendo. Ora lasaliamo e cuociamo le orecchiette, circa120/150 gr. a testa.
Ho scelto questo tipo di pasta “acquae farina” perchè una volta raffreddatatornerà di una consistenza gradevoleal palato anche se preparata il giornoprecedente. Si possono usare ancheanche trofie e strozzapreti, a voi lascelta. Mentre le orecchiette cuocionoabbiamo preparato una vasca con acquafredda e un filo di olio, scoliamo lapasta dall'acqua bollente e la raffred-diamo per poi scolarla velocemente.In un grosso recipiente versiamo le
giugno 2012 23
Estate, vai con la cucina fresca
orecchiette ben scolate i pomodori ele zucchine, per ragioni di “consistenza”il ciauscolo sarà l'ultimo ingredienteche tireremo fuori dal frigorifero perpoter tagliare più facilmente alla stessamaniera delle verdure, 80 gr. a testapossono bastare, mescoliamo unifor-
memente e aggiustiamo di sale e un goccio di extravergine a piacimento.
Per gli amanti del peperoncino consiglio di usare ilfresco di questa stagione a crudo ed una pioggia gros-solana di pecorino non troppo stagionato ma solo sulpiatto di portata, un calice di verdicchio ed ecco a voiil delitto perfetto. �
Una ricetta pervincere il caldomangiando pasta