il distretto culturale evoluto

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“il distretto culturale evoluto: un meta-progetto per lo sviluppo locale ” Quali processi di modernizzazione e di salvaguardia dell’identità mediterranea? Ing. Stefano Di Stasio Ruviano 26 luglio 2014

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“il distretto culturale evoluto:

un meta-progetto per lo

sviluppo locale ”

Quali processi di modernizzazione e

di salvaguardia dell’identità

mediterranea?

Ing. Stefano Di Stasio

Ruviano 26 luglio 2014

Page 2: il distretto culturale evoluto

modernizzazione

La linea guida per un percorso

esiste una possibile formulazione dello sviluppo territoriale

che sia compatibile con le identità di quel territorio?

Risposta non scontata e non banale :

strategie, politiche, modelli, strumenti

sviluppo

identità territorio (anche esteso)

Scorrere del tempo incremento valore e

desiderabilità

Progresso

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Crescita

Trasformazione quantitativa

incrementale prevalentemente

di tipo economico o fisico

• Reddituale

• Patrimoniale

• Estensione del territorio

antropizzato

Lo sviluppo territoriale

Sviluppo

Trasformazioni più di tipo

qualitativo che quantitativo .

Multidimensionalità

• non solo aspetti economici o

urbanistici o fisici

• ma qualunque aspetto della vita

umana, inclusi quelli sociali e

culturali

Sviluppo non è (necessariamente) sinonimo di crescita

sviluppo locale e crescita presentano tra loro dei collegamenti

anche forti, ma le politiche che li perseguono hanno

impostazioni profondamente diverse.

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E’ caratterizzato da

• centralità del territorio

• centralità della dimensione locale

• rapporto tra i processi dello sviluppo locale e le dinamiche

esterne ai differenti contesti.

Lo sviluppo locale

Lo sviluppo locale è un processo di valorizzazione non

distruttiva delle risorse territoriali esistenti

lo sviluppo locale si basa sull’ interazione dialettica tra

processi endogeni e processi esogeni e non è pertanto

sinonimo di localismo o di chiusura, ma piuttosto di

attivazione, interazione dialettica tra la dimensione locale e

quella esterna 4

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Si è passati da

• uno sviluppo funzionale di tipo top-down in cui un centro

ordinatore decide dall’alto l’allocazione sul territorio di

funzioni e servizi indipendentemente dalle richieste locali

• ad uno di tipo territoriale con caratteristiche bottom up.

Lo sviluppo locale

La concezione dello sviluppo ha subito variazioni nel tempo.

Si passa quindi

• da una concezione di supporto di funzioni a patrimonio da

valorizzare

• da una visione passiva dello stock di risorse territoriali a disposizione

delle dinamiche di sviluppo agli esiti dei processi di valorizzazione

territoriale.

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Paesi evoluti : cultura ha

ruolo centrale nello

sviluppo economico

Italia : cultura utilizzata per

impiego prevalente tempo

libero ; turismo culturale

Rapporto tra cultura e sviluppo locale

Differente ruolo della cultura nello sviluppo locale

Cambiamento della domanda indotto da rapporto tra consumo e

benessere individuale

Società industriale : rapporto statico tra identità individuale e sociale

Società postindustriale: libera ricerca del benessere indivduale anche con

consumo di beni a valenza culturale; conferma

ruolo e posizione individuo in società 6

Paesi evoluti : innesca processi

di creazione del valore;

Italia: passeggiata tra i monumenti

combinata a prodotti tipici locali

(effetto Disney delle città d’arte)

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Capitale naturale: insieme elementi non prodotti dall’Uomo

Capitale fisico : insieme elementi costruiti dall’Uomo

Capitale umano: insieme di conoscenze e competenze degli

individui, capacità umane conoscenze (brain capacity)

Capitale sociale: insieme di istituzioni, norme, reti di

relazioni interpersonali, tacitamente codificate

Capitale simbolico: interazioni e socialità nelle forme tangibili

ed intagibili (produzione e consumo di cultura,

tradizioni, storia, usi e costumi, identità dei luoghi)

Territori, capitali di dotazione,attrattività

Capitale identitario come insieme dei modelli legati ad

identità ed appartenenza che crea valore attraverso

l’appartenenza ed il potere identificativo 7

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Lo sviluppo locale sostenibile

Nei documenti delle Nazioni unite viene definito come quel tipo di

sviluppo che consente alle generazioni attuali di soddisfare i propri

bisogni senza compromettere le possibilità delle generazioni future di

poter soddisfare i propri.

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Integrità ecologica Crescita economica

Equità sociale

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La cultura e l’economia della cultura

Nella cultura risiedono i tratti distintivi di una collettività ed i suoi

codici e modelli di comportamento. E’ in sostanza un aspetto

caratterizzante di una identità collettiva, almeno in una società statica

quale quella del periodo industriale. Ed in quell’economia della

scarsità si crea e si consolida un sistema culturale la cui logica di base

è quella di garantire la sopravvivenza.

In un tale contesto, secondo una una teoria elaborata da Baumol e

Bowen verso la metà degli anni 60, le industrie culturali presentano una

debolezza strutturale (Il morbo di Baumol) che rende indispensabile

l’intervento dell’operatore pubblico.

Ma se il contesto sociale ed economico si modifica rapidamente (era

globalizzazione) si può verificare lo scollamento tra sistema culturale

interiorizzato dalle precedenti generazioni e quello individualmente

elaborato. 9

Page 10: il distretto culturale evoluto

La cultura e l’economia della cultura

L’economia della cultura in questo caso non può limitarsi all’insieme di

solite categorie predefinite (arti in genere, conservazione e

manutenzione dle patrimonio etc.) ma deve essere valutata rispetto a

qualunque supporto (materiale o immateriale) che possa potenzialmente

avere una valenza culturale.

Nell’economia postindustriale e globalizzata le persone, liberate

dall’affanno della sopravvivenza, fanno emergere la necessità di un

nuovo sistema culturale adeguato al nuovo contesto sociale.

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Page 11: il distretto culturale evoluto

La cultura e l’economia della cultura

Nell’economia pre-industriale prevale il modello mecenatistico =>

la cultura come momento finale della catena del valore, uno

dei tanti modi di uso della ricchezza

Nell’economia industriale al mecenatismo si affianca lo sviluppo

dell’industria culturale => settori relativamente marginali

legati al tempo libero

Nell’economia post-industriale la cultura migra alla radice della

catena del valore => fornisce contenuti per la produzione del

valore identitario => le imprese investono in cultura non per

ragioni comunicative o promozionali ma per presidiare la

creazione dei contenuti e dei significati

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Il distretto culturale evoluto

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Modelli distrettuali e innovazione

I distretti tradizionali, basati sull’integrazione verticali,

produconopiccola innovazione incrementale -> troppa

omogeneità diatmosfera industriale

I distretti innovativi tendono a basarsi sull’integrazione

orizzontale -> sul dialogo tra filiere tra loro differenti ->

ibridazione tra diverse culture di prodotto -> atmosfera

industriale basata sul comune bisogno di innovazione

Distretti culturali evoluti -> è la cultura che fa da mediatore tra

filiere diverse

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• Non si costituisce in maniera spontanea

• Integra valorizzazione delle risorse culturali, materiali e

immateriali, con il sistema di infrastrutture che ne assicurano la

fruibilità, con il sistema delle organizzazioni che erogano servizi e

con gli altri settori produttivi connessi

• Realtà organica, sistemica, coordinata

Il distretto culturale

Il distretto culturale è un particolare modello di sviluppo

territoriale, in cui la finalità prima è la valorizzazione dei beni

culturali in esso presenti

Un distretto culturale è il risultato finale di un progetto e, in quanto

tale,necessita di un’autorità che definisca una strategia di intervento per

il territorio, e che ne individui la forma più appropriata di gestione, in cui

gli attori pubblici e privati cooperino per la concretizzazione degli

obiettivi 13

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• Limiti e criticità dei distretti industriali

• Basso capitale umano

• Cultura omogenea di prodotto

• Piccole innovazioni incrementali

• Ricambio imprenditoriale

• Mercati maturi

• Basso contenuto tecnologico

• Mancanza di manodopera qualificata

• • Scarsa propensione alla cooperazione

• • Scarsa propensione all’investimento

Il distretto culturale

Il distretto culturale deriva dal distretto industriale che è

tipicamente un dominio di uno specifico settore di produzione

(calzaturiero, tessile, etc.) su di un territorio caratterizzato da

un’agglomerato in genere di PMI .

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• Il distretto originariamente indicava il territorio sottoposto al

dominio di una città ma oggi il termine è utilizzato in forma ampia

• Il “milieu” di un D.C. rappresenta la dotazione permanente di

caratteri socioculturali sedimentatisi in un’area geografica

attraverso l’evoluzione storica di rapporti individuali e che

determina potenzialità utili allo sviluppo ma che debbono essere

riconosciute ed attivate dai soggetti locali.

Il distretto culturale

Un distretto culturale è un ambiente insediativo in cui il patto sociale per

lo sviluppo, accordo di concertazione, è fondato sulla valorizzazione del

patrimonio dei beni culturali e paesaggistici. 15

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Il distretto culturale evoluto

Il concetto di distretto culturale evoluto è fondato sul

l'esistenza di complementarità strategiche tra filiere culturali

differenti, appartenenti a settori produttivi diversi.

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Nel D.C. la cultura è fattore sinergico ad altri settori del

sistema produttivo, fornendo contenuti, strumenti, valore

aggiunto in termini di valore simbolico identitario. Quindi le

economie della quotidianità e della normale vita sociale si

arricchiscono per effetto dell’integrazione della componente

culturale.

Nel D.C. evoluto si sviluppano le “capabilities” individuali

(rapporto tra sviluppo e libertà –teoria di Amartya Sen) e

l’individuo nella sua interezza diventa una chiave dello

sviluppo, che diventa quindi anche e soprattutto immateriale

come lo sono cultura, libertà creatività.

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Il distretto culturale evoluto

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E’ un sistema

• complesso , in quanto articolato

• olistico, per gli effetti generati e le retroazioni innescate

• relazionale, in quanto le reti lo valorizzano

• programmato, in quanto non è il risultato del mercato

• partecipato perché mette in rete soggetti oltre che risorse e

progetti .

• Faenza 2005

• Torino Milano 2007

• Rovereto –Trento

• Distretti culturali

Lombardia 2009-2011

Distretti culturali in Italia

• Sicilia sud –est (Noto)- 2002

• Baia di Napoli – 2006

• Viterbo -2004

• Metadistretto Veneto dei Beni

culturali – 2003

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Il distretto culturale evoluto

Affinchè si sviluppi un D.C. evoluto sono necessarie alcune

dinamiche:

•Attrazione di talento creativo

•Riconversione competitiva del sistema produttivo

•Capacitazione sistematica della comunità locale

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Condizioni che favoriscono

1.Collocazione, nell’ambito del territorio locale, di un appropriato sistema di

infrastrutture culturali e ricreative;

2.Un sistema sociale ben integrato, reso adeguatamente partecipe del

progetto di sviluppo grazie all’ introduzione di risorse e politiche

destinate alla partecipazione degli individui;

3. La presenza di un sistema formativo di livello elevato;

4. Un sistema economico-produttivo che consenta l’interazione con gli attori

preesistenti.

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Il distretto culturale evoluto

Le tre classi di distretti culturali evoluti:

Attrazione (Florida): Austin, Toronto, Valencia, Rotterdam

Ricoversione (Porter): Linz, Saint Etienne, Malmo-Lund,

Essen

Capacitazione (Sen): Denver, Newcastle-Gateshead, Lille,

Tampere

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Il distretto culturale evoluto

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Affinché si sviluppi un distretto culturale è necessaria una

qualche forma di combinazione creativa di questi canali

teorici, da cui è possibile identificare dodici azioni di policy

che possono essere applicate sulle diverse dotazioni (che

chiameremo forme di capitale) del territorio.

Le azioni possono essere viste come:

• strumenti di intervento per lo sviluppo del territorio

Oppure

•Chiavi di interpretazione dell’esistente per comprendere se vi

sono già azioni in corso orientate verso il DC evoluto

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Il distretto culturale evoluto – le azioni

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a. qualità offerta culturale (QOC): ossia la capacità di mettere in atto

un‟offerta culturale che abbia una dimensione relazionale

internazionale.

b. capacitazione e formazione della comunità locale (CFC): per generare

valore economico e sociale dalle iniziative culturali è necessario che le

persone che le vivono le percepiscano come realmente necessarie alla

loro esistenza e al loro percorso di sviluppo personale.

c. sviluppo imprenditoriale (SIM): creatività e innovazione rappresentano

sempre di più delle esigenze all‟interno di qualsiasi impresa industriale

d. attrazione imprese esterne (AIE): essere in grado di attrarre capitale e

intrapresa straniera non significa solo iniettare nuova linfa al territorio

locale, ma mantenere una visione globale sulle prospettive del territorio.

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Il distretto culturale evoluto – le azioni

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e. attrazione del talento estero (ATE): Elementi, non solo legati al

concetto di qualità della vita tradizionalmente inteso, ma in senso ampio,

caratterizzanti il territorio e la sua comunità, rendono il luogo, urbano e

non, un luogo ideale per la vita e il lavoro non solo per gli autoctoni, ma

soprattutto per chi viene da esperienze diverse;

f. gestioni delle criticità sociali e dell‟emarginazione (GCS): sfruttare la

cultura per gestire le criticità sociali significa soprattutto essere in grado

di (fornire gli strumenti per) modificare le logiche che guidano le

relazioni sociali della comunità locale in maniera pro sociale.

g.sviluppo del talento locale (STL): lo sviluppo e soprattutto il

mantenimento sul proprio territorio dei talenti rappresenta un tema

importante nel nostro paese. Formare e mantenere sul territorio è

essenziale per mantenere e sviluppare un‟identità culturale, limitare

l‟«omogeneizzazione» creativa, favorire una creazione e produzione di

qualità;

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Il distretto culturale evoluto – le azioni

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h. partecipazione dei cittadini e della comunità locale (PAC): la

dimensione della partecipazione è fondamentale per la riuscita di

qualsiasi iniziativa. In particolare è importante la partecipazione della

comunità locale;

i. qualità della governance locale (QGL): la capacità degli amministratori

locali di coordinare le azioni dei diversi attori e degli stakeholder del

processo di sviluppo. Questo non vuole dire necessariamente che

l‟iniziativa deve partire all‟amministrazione pubblica, è sufficiente che

questa svolga un ruolo di «facilitatore» delle azioni innovative e dei

progetti e che sia mediatore tra i diversi interessi in gioco;

j. qualità della produzione di conoscenza (QPC): conoscenze culturali e

scientifiche spesso rappresentano la doppia faccia di una stessa medaglia,

traggono benefici indiretti le une dalle altre. È necessario che i contesti

culturali all‟interno dei quali queste si sviluppano possano fare parte di

un creative cultural milieu che favorisca la fertilizzazione incrociata e lo

scambio delle conoscenze;

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Il distretto culturale evoluto – le azioni

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k. capacità di networking locale (CNL): la mancanza di coordinamento e

di cooperazione causa sempre una perdita di opportunità. Affinché non si

verifichino inutili sovrapposizioni tra le iniziative con perdita di risorse e

risultati inefficienti e necessario sviluppare la capacità di far lavorare

assieme reti locali attive e coese. Molto spesso una scarsa collaborazione

tra gli attori sociali è causata da un basso livello di capitale sociale;

l. capacità di networking esterno (CNE): la relazione con realtà culturali

diverse è fondamentale per uno sviluppo culturale sano e vitale. Questo

deve passare anche attraverso la possibilità di godere di esperienze di

studio o lavoro all‟interno di contesti internazionali. L‟obiettivo è

quello, avvallato anche dal Consiglio d‟Europa nella carta di Lisbona, di

sviluppare relazioni internazionali, o anche solo fra regioni diverse.

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Il distretto culturale evoluto – le azioni

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Le dodici azioni di policy si possono raggruppare in categorie relative a :

•Qualità

•Sviluppo

•Attrazione

•Socialità

•Networking

Esse interagiscono con le cinque tipologie di capitale presenti sul

territorio e prima descritte :

Capitale naturale

Capitale fisico

Capitale Umano

Capitale sociale

Capitale simbolico

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Il distretto culturale evoluto – le interazioni

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Matrice degli asset/azioni

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Il distretto culturale evoluto – Esempio

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Faenza : oltre 50.000 abitanti – città rinascimentale architettonicamente;

centro di eccellenza per la ceramica;

1. Alcune associazioni culturali sottopongono ipotesi di progetto alla

pubblica amministrazione per realizzare un centro polifunzionale

denominato Laboratorio Cultura.

2. La p.a. accoglie la proposta e la rende punto di partenza di una

strategia di lungo respiro per un ampio coinvolgimento territoriale

3. Si crea un “tavolo di lavoro” ad hoc con cooperazione e partnership

tra p.a. e Laboratorio Cultura con una consulenza esterna alla società

Goodwill

4. Il Tavolo di lavoro definisce uno studio di fattibilità per la

realizzazione di un distretto culturale evoluto

5. Nasce un piano strategico calibrato sui bisogni e le risorse del

territorio

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Il distretto culturale evoluto – Esempio

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•Ciclo di pianificazione quinquennale (2006-2010)

• Eccellenza in QPC, QGL, GCL, CCL, NWI

• Ma lacune in QOC, ATE, STL, NWE, CFC

• Di conseguenza: identità cittadina ‘congelata’ ®Faenza, città della

ceramica, da preservare più che da far crescere

• Una città che vede il futuro come estensione del passato

• Iniziatori: laboratorio cultura, comune (sindaco e assessore alla

cultura)

• La sfida: dare alla città uno ‘shock culturale’ e allargare il più possibile

la base di competenze locali - (capitale umano e simbolico)

• Festival Internazionale d’Arte Contemporanea Futuro Presente, Centro

Culturale Comunitario di Palazzo Mazzolani,

Nucleo Culturale

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Il distretto culturale evoluto – Esempio

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Il percorso attuativo dalla individuazione del fabbisogno alla

pianificazione strategica all’interno dello studio di fattibilità.

I tempi

2006 individuazione e condivisione linee strategiche

2007 consolidamento politiche culturali, coordinamento linee strategiche

2008 sviluppo sinergico settori culturale, formativo , produttivo

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Il distretto culturale evoluto – Esempio

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Le intersezioni tra le dodici

politiche di intervento e le

linee strategiche

Per ogni linea strategica

vengono definiti:

•Linea strategica

•Motivazione

•Progetto chiave

•Azioni collegate

•Soggetti pubblici e privati

coinvolti

•Tempo di esecuzione

•Strategia di fundraising

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Il distretto culturale evoluto - Esempio

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Risultati

• Più di 40 eventi in 3 giorni che hanno coinvolto molte delle figure

chiave della scena internazionale

• 150 giovani voluntari reclutati in 4 giorni

• Tutti gli eventi gratuiti; pubblico >10.000 per eventi per lo più in

inglese e spesso rivolti ad un pubblico specializzato e competente.

Migliaia di spettatori aggiuntivi per gli eventi collaterali organizzati

dalle associazioni locali

• Vasto portafoglio di sponsor di livello nazionale e di istituzioni

sostenitrici di livello internazionale

• Più di 370 voci di rassegna stampa. Valore complessivo stimato >3

milioni di euro solo per carta stampata e radio-tv; 60 giornalisti

accreditati. Copertura sulla maggior parte dei canali radio-tv nazionali

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Il distretto culturale evoluto

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Il ciclo di progettazione

• analisi del territorio regionale

• clusterizzazione del territorio regionale

• benchmark di riferimento nazionale ed internazionale

• definizione del modello di sviluppo locale

• individuazione e condivisione delle linee strategiche di

intervento

• Implementazione bottom-up

• sviluppo transnazionale del progetto