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V E N E Z I A I N S A L U T E – 1 6 O T T O B R E 2 0 1 1
IL DIABETE: CONOSCERLO PER COMBATTERLO
dott. G. Bergamasco
Medico di medicina generale Società Italiana di
Medicina Generale
COS’E’ IL DIABETE?
• Il diabete è una malattia cronica caratterizzata da un limitato utilizzo dello zucchero all’interno delle cellule
• Il diabete di tipo I è caratterizzato dalla totale mancanza di produzione di insulina, un ormone del pancreas, che serve a contenere gli sbalzi glicemici prodotti dai pasti. E’ tipico dell’età giovanile.
• Il diabete di tipo II è caratterizzato da una diminuita funzione delle cellule pancreatiche produttrici di insulina e da una ridotta sensibilità delle cellule dell’organismo all’effetto dell’insulina. Si manifesta dopo i 40 anni
COME CI SI AMMALA DI DIABETE?
• Il diabete mellito di tipo II è una
malattia che compare solitamente
dopo la 4° decade di vita. Le cause
sono multifattoriali:
• Ereditarietà
• Stili di vita non corretti: alimentazione con
prevalenza di grassi, dieta ricca di
carboidrati, sedentarietà, abuso alcolico,
obesità
ESISTONO DIFFERENZE DI TRATTAMENTO DEL DIABETE TIPO I E DEL DIABETE TIPO II?
• Si
• Il diabete tipo I richiede sempre la
somministrazione dell’ormone insulinico
• Il diabete di tipo II richiede, nella maggior
parte dei casi, terapia orale + dieta +
esercizio fisico
HO 105 MG DI GLICEMIA. SONO DIABETICO?
• Per la diagnosi di diabete mellito è necessario il riscontro di almeno 2 valori (anche non sequenziali) di glicemia > 125 mg/dl
• Se la glicemia dovesse ripetutamente trovarsi tra 100 e 125, è possibile che il medico suggerisca l’esecuzione di: • Curva da carico orale di glucosio (con
75 mg di glucosio) • Esecuzione di almeno 2 determinazioni
di emoglobina glicosilata. Valori superiori a 6,4 sono indicativi di diabete
• Un valore di 105 mg di glicemia può essere un sintomo premonitore di suscettibilità alla malattia, ma non di malattia in atto (conclamata)
SONO UN PAZIENTE DIABETICO DI TIPO II: COME FACCIO A SAPERE SE LA MALATTIA E’
CONTROLLATA DALLA TERAPIA IN ATTO?
• Ogni 3 mesi devo controllare l’emoglobina glicosilata, un esame del sangue che mi fornisce la media della glicemia dell’ultimo trimestre
• Il valore ottimale della emoglobina glicosilata (HBA1c) in un diabetico di tipo II in terapia è inferiore al 7,0 %
• Controllando l’emoglobina glicosilata posso apportare modifiche farmacologiche e dello stile di vita per il miglior controllo della malattia
• Un diabete mellito ben controllato riduce drasticamente la possibilità di complicanze tipiche della malattia
I FATTORI DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE
PERCHÉ SI PARLA DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE NEL DIABETE?
• Il rischio cardiovascolare (RCV) si associa al
concetto di aterosclerosi
• L’aterosclerosi consiste in una profonda e
pericolosa alterazione delle arterie, sia di quelle di
grande calibro (macroangiopatia) che di quelle di
calibro inferiore (microangiopatia)
• Le arterie trasportano l’ossigeno ai tessuti e, se si
ammalano, possono ostruirsi e determinare danni
gravissimi al territorio che nutrono (infarto, ictus)
• Il paziente diabetico è per definizione un soggetto
ad alto rischio CV
I FATTORI DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE
• Colesterolo
• Fumo
• Ipertensione arteriosa
• Sedentarietà
• obesità
IL COLESTEROLO
• Rappresenta un particolare tipo di grasso contenuto soprattutto in alcuni alimenti di origine animale
• Quello che abitualmente dosiamo nel sangue è rappresentato da 2 componenti: • HDL COLESTEROLO detto anche “COLESTEROLO BUONO” è lo
spazzino delle arterie: più alto è meglio è
• LDL COLESTEROLO detto anche “COLESTEROLO CATTIVO” è quello che, depositandosi sulle pareti delle arterie, contribuisce alla loro ostruzione
• Tutti i pazienti diabetici, a prescindere dal livello personale di LDL colesterolo dovrebbero assumere farmaci per ridurlo: più si riduce e minore è il pericolo di ostruzione arteriosa. Nel paziente diabetico il livello di LDL deve essere inferiore a 100
OGNI QUANTO DEVO CONTROLLARE IL COLESTEROLO SE SONO DIABETICO?
• Il colesterolo LDL nel paziente con diabete mellito andrebbe controllato 2 volte all’anno
• Questi controlli, che potrebbero apparire esagerati, ci aiutano ad «inseguire», attraverso l’uso costante dei farmaci (statine), il miglior livello di LDL colesterolo (< 100 mg/dl) senza perdere di vista l’importanza della dieta povera di grassi animali
PERCHE’ IL FUMO FA MALE?
• Il fumo agisce negativamente sul sistema cardiocircolatorio:
• Ostruendo le arterie attraverso un meccanismo di vasocostrizione
• Aumentando la coagulabilità del sangue e quindi facilitando l’insorgenza di trombi che ostruiscono le arterie
L’IPERTENSIONE ARTERIOSA
• Quando la pressione aumenta, il cuore e le arterie sono sottoposte ad un forte stress lavorativo
• L’affaticamento arterioso e cardiaco possono produrre danni gravi perché possono comportare maggior esposizione all’infarto miocardico ed allo scompenso cardiaco
• La pressione arteriosa si cura modificando lo stile di vita, riducendo l’apporto di sodio (sale da cucina), incrementando l’attività fisica ed assumendo con regolarità i farmaci prescritti dal proprio medico di famiglia
LA SEDENTARIETA’
• E’ forse il peggior nemico per
le arterie assieme al fumo ed
al colesterolo
• Comporta facilmente
aumento di peso: l’aumento
del grasso addominale
rappresenta un fattore di
rischio per il diabete
• La circonferenza addominale
esprime questo rischio:
• Uomo: > 93 cm
• Donna: > 79 cm
OBESITA’
• Facilita il manifestarsi del diabete e dell’ipertensione
• Rappresenta un sovraccarico di lavoro per il muscolo cardiaco
• Contribuisce al manifestarsi dell’accumulo di grassi nel sangue con conseguente danno alle arterie
• Viene valutata in base al BMI (“body mass index”) che viene calcolato con questa equazione:
• (Peso in kg)/(altezza in metri)2 • Un paziente che supera il BMI di 25
è in sovrappeso
• Un paziente che supera il BMI di 30 è obeso
ATTIVITA’ FISICA E SPORT
PERCHE’ UN PAZIENTE CON DIABETE DEVE FARE ATTIVITA’ FISICA?
• L’attività fisica nel diabete è importante tanto quanto la terapia farmacologica
• Il muscolo durante l’attività fisica brucia zuccheri e grassi e questo ha effetti benefici sul livello degli zuccheri e sul colesterolo; lo sport produce una riduzione marcata dell’aterosclerosi che rappresenta la complicanza più frequente ed invalidante nel diabete
QUALE PUO’ ESSERE UN’ALTERNATIVA ALLO SPORT?
• Fare lunghe passeggiate
• Andare in bicicletta
• Portare a spasso il cane
• Evitare l’ascensore
• Parcheggiare la macchina a due isolati di distanza
• Fare una nuotata in spiaggia o giocare in acqua con i bambini
• Andare in ufficio in bicicletta
VI SONO LIMITI SPORTIVI PER IL PAZIENTE DIABETICO?
• Si, sono quegli sport che possono essere pericolosi in caso di crisi ipoglicemiche indotte dai farmaci (ad es.:attività subacquea, paracadutismo, alpinismo, surf)
• I diabetici di tipo 2 che non usano insulina o altri preparati iniettabili raramente producono ipoglicemia, specie se utilizzano la metformina
• Fatte queste eccezioni, il diabetico può praticare qualsiasi sport previa visita cardiologica con elettrocardiogramma
• L’allenamento deve essere progressivo, magari utilizzando un cardiofrequenzimetro
LE COMPLICANZE VASCOLARI
LE COMPLICANZE VASCOLARI
• Rappresentano il danno più frequente e
visibile delle complicanze della malattia
diabetica
• Si suddividono in:
• MACROANGIOPATIA DIABETICA: riguarda le
arterie di grande calibro (carotidi, aorta, arterie
degli arti inferiori)
• MICROANGIOPATIA DIABETICA: interessa le
piccole arterie di alcuni organi e/o apparati
(rene, retina, nervi periferici)
COME E’ POSSIBILE SCOPRIRE PRECOCEMENTE L’INTERESSAMENTO ARTERIOSO?
• Il medico ha a disposizione vari
strumenti:
• Con l’esame del fondo oculare (FUNDUS
OCULI) si possono svelare le fasi precoci di
una degenerazione della retina
• Con l’ECODOPPLER DEI TRONCHI
SOVRAORTICI vengono evidenziate
placche ostruenti a carico di queste
grosse arterie
LA MICROALBUMINURIA
• È un semplice esame delle urine che serve a
svelare se il rene «perde» proteine;
normalmente il rene non lascia filtrare le
proteine del sangue; se ciò avviene significa
che c’è un danno renale
• La microalbuminuria si manifesta anche in
malattie non diabetiche quando esiste una
malattia vascolare: è quindi un indice di
malattia vascolare in atto
LA NEUROPATIA PERIFERICA
• E’ una complicanza relativamente comune
nel paziente diabetico
• E’ espressione di un deterioramento della
guaina dei nervi periferici (frequente agli arti
inferiori)
• I sintomi più comuni sono: dolore alle
gambe, fomicolii, crampi notturni, perdita
della sensibilità agli arti inferiori
IL PIEDE DIABETICO
• Si manifesta quando coesistono 2 importanti
complicanze diabetologiche:
1. Arteriopatia agli arti inferiori
2. Neuropatia periferica
• Il paziente perde progressivamente la sensibilità ai
piedi ed è facile preda di piccole lesioni che
tendono ad aggravarsi sempre di più fino a
giungere al livello estremo della cancrena e
dell’amputazione, se non vengono curati
precocemente
LA PREVENZIONE DEL PIEDE DIABETICO
• Il paziente diabetico deve avere sempre la
massima cura dei propri piedi e deve
recarsi immediatamente dal medico
quando si accorge anche di piccole lesioni
IL PIEDE DIABETICO
GLI EPISODI CARDIOVASCOLARI MAGGIORI
LA CARDIOPATIA ISCHEMICA
• La cardiopatia ischemica è uno deli
aspetti più importanti della malattia
diabetica
• Si instaura quando un vaso
coronarico, che porta ossigeno al
cuore, si occlude causa una placca
aterosclerotica o causa un trombo
• L’aspetto più importante della
cardiopatia ischemica è la possibilità
che si sviluppi l’infarto miocardico
acuto (IMA)
LA VASCULOPATIA CEREBRALE
• Si instaura:
• quando un vaso cerebrale si occlude
temporaneamente (TIA o attacco
ischemico transitorio) o
• quando un’arteria cerebrale viene lesa e
si manifesta un danno maggiore (ICTUS
CEREBRALE EMORRAGICO)
RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE
IL RUOLO DEL MMG NELLA PREVENZIONE DELLE COMPLICANZE
• Il mmg ha il compito di educare, seguire,
consigliare il paziente con diabete mellito al
fine di prevenire le complicanze invalidanti
che la malattia può produrre
• Il mmg si avvale oggi del supporto
informatico per migliorare l’ empowerment
del paziente e l’appropriatezza dei suoi
interventi per la migliore pratica clinica
COSA FA IL MEDICO DI FAMIGLIA PER GESTIRE IL PAZIENTE DIABETICO?
• Controlla attentamente la cartella clinica del suo
paziente
• Misura la pressione arteriosa
• Controlla che il paziente periodicamente esegua gli
accertamenti clinici che consentono un miglior
controllo della terapia e delle complicanze
• Educa il paziente al controllo del peso, fornendo
consigli sull’alimentazione, la gestione della terapia
e sull’eventuale riduzione del peso corporeo
• Stimola il paziente ad incrementare l’attività fisica
Venezia In Salute ti ringrazia per aver
partecipato alla visione di questa
presentazione educazionale sul diabete