Il credito - la Repubblica

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ECONOMIA 2 SABATO 18 FEBBRAIO 2012 l a R e p u b b l i c a LA CRISI FINANZIARIA Crolla anche la domanda di prestiti per investimenti fissi: -50% nel quarto trimestre 2011 Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, auspica maggiore sostegno alla crescita IL DOSSIER. La recessione Il credito ANDREA GRECO Il Paese non risparmia più nuovi depositi giù dell’80% Banche senza ossigeno Istituti in piedi solo grazie all’aiuto della Bce Duemilaundici fuga dalle banche. Nel- l’anno della crisi sovrana gli italiani danno e chiedono sempre meno ai loro istituti. Solo 25 miliardi di contributo dai privati alla raccolta bancaria (—80% su base an- nua), di cui solo 6 dai depositi. Per contro, nel quarto trimestre 2011 la domanda di credito per investimenti fissi è crollata: meno 50%, peggio che dopo il crac Leh- man. L’ossigeno creditizio, che in tempi normali viene per quasi metà del totale da famiglie e imprese, è stato fornito per quo- te rilevanti dalla Bce, senza il cui generoso sostegno, attesta il bollettino Abi, l’Italia avrebbe rischiato il blocco delle attività economiche. Colpa dell’attacco mondia- le al rischio Paese, che tra luglio e novem- bre ha portato il differenziale Btp-Bund a 570 punti base. Il sistema bancario ha ret- to: grazie a due fattori esterni, più che per meriti propri. Prima il cambio di governo, a ricostituire una credibilità internazio- nale che si riflette sui fondamentali eco- nomici (ieri lo spread, barometro del co- sto di Stato e banche per finanziarsi, era a 365 punti base). Poi la mossa di Mario Dra- ghi, che a dicembre ha dotato di 500 mi- liardi la circolazione monetaria europea. Con effetti tangibili in Italia, dove nel 2011 gli attivi bancari sono aumentati di 287 miliardi. Ma un 70% della somma — 160 miliardi — proviene dall’Eurotower, che ha fatto un patto ferreo con le banche eu- ropee: vi diamo tutti i soldi possibili, voi però sostenete le economie, comprate ti- toli di Stato e non fermate il flusso crediti- zio. Questo da due mesi quasi annulla i do- lori finanziari di un’Europa lontana dal- l’avere risolto la sua crisi economica e po- litica. Oggi, al Forex di Parma, il governa- tore di Bankitalia Ignazio Visco alla sua prima uscita pubblica ringrazierà Draghi per avere rimesso in equilibrio il sistema. Ma solleciterà le banche italiane a fare con più energia da volano a una congiuntura recessiva, come mostra la frenata degli impieghi bancari a gennaio 2012 (solo +1,6%). “SAN Draghi”? Sarà la storia a giudicare, e siamo ancora in mezzo al guado. Certo in poche settimane il nuovo presidente del- la Bce ha trasformato un’istituzione che negli anni di Jean-Claude Trichet appari- va impotente e frustrata (anche per lo sta- tuto rigorista di ispirazione tedesca che le impedisce di stampare moneta). Così le ti- mide “aste a rubinetto” del- l’estate sono diventate a di- cembre un mare di soldi, 500 miliardi prestati per tre anni all’1%, in un’asta con le banche italiane protagoniste (oltre 100 miliardi presi, e un bis s’annuncia a fine febbraio). Gli effetti si vedono: secondo l’Abi, 160 miliardi di nuovi attivi bancari derivano dai prestiti Bce, contro 31 miliardi di nuovo capitale (il 14% del totale) e 56 miliardi di “altre pas- sività”. Sul fronte opposto, quasi 50 mi- liardi provenienti dall’estero sono venuti meno, per la ritirata degli investitori inter- nazionali dall’Italia. Con i soldi dell’Eur- tower le banche dovrebbero rifinanziare i loro bond, sostenere il credito a imprese e famiglie e investire nel debito pubblico (le italiane l’anno scorso hanno aumentato di 11 miliardi le quote in titoli del Tesoro). La Banca centrale Dalla cassaforte di Draghi sostegno di 160 miliardi © RIPRODUZIONE RISERVATA UN DATO fa più paura di tutti. Nel 2010 le banche italiane avevano aumentato di 130 miliardi i depositi e le obbligazioni dete- nute da clienti privati. Nel 2011 il dato è sce- so a 24 miliardi, di cui solo 6 in depositi e 18 in bond. Se il dato depositi è al netto delle duplicazioni con controparti centrali, il flusso è negativo per 28 miliardi. L’Abi lo impu- ta al crollo dei nuovi fondi, e alle ricadute della crisi sul reddito nazionale disponibi- le. Il risparmio delle famiglie, tipica fonte di finanziamento – tra l’altro, la più a buon mercato, con un tasso medio dell’1% sui conti correnti – è servito a alle esigenze quotidiane. Anche le imprese, nella crisi, hanno attinto ai fondi per gesti- re il ciclo dei pagamenti e degli ordini, non sempre assistite a punto dalle banche stes- se. Malgrado sia difficile comparare nu- meri tanto grandi, nel gelo della raccolta privata può avere avuto un ruolo il flusso di contanti che da mesi prende il largo verso Svizzera e dintorni, come testimoniano gli 11 miliardi di euro in esportazioni illegali di valuta intercettati dalla Guardia di Finan- za tra gennaio e novembre 2011, con picchi incrementali del 50% negli ultimi mesi. La raccolta Caduta impressionante da 130 a 24 miliardi © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA

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ECONOMIA� 2

SABATO 18 FEBBRAIO 2012

la Repubblica

LA CRISI FINANZIARIA

Crolla anche la domanda diprestiti per investimenti fissi:-50% nel quarto trimestre 2011

Il governatore di Bankitalia,Ignazio Visco, auspica maggioresostegno alla crescita

IL DOSSIER. La recessione

Il credito

ANDREA GRECO

Il Paese non risparmia piùnuovi depositi giù dell’80%Banche senza ossigenoIstituti in piedi solo grazie all’aiuto della Bce

Duemilaundici fuga dalle banche. Nel-l’anno della crisi sovrana gli italiani dannoe chiedono sempre meno ai loro istituti.Solo 25 miliardi di contributo dai privatialla raccolta bancaria (—80% su base an-nua), di cui solo 6 dai depositi. Per contro,nel quarto trimestre 2011 la domanda dicredito per investimenti fissi è crollata:meno 50%, peggio che dopo il crac Leh-man. L’ossigeno creditizio, che in tempinormali viene per quasi metà del totale dafamiglie e imprese, è stato fornito per quo-te rilevanti dalla Bce, senza il cui generososostegno, attesta il bollettino Abi, l’Italiaavrebbe rischiato il blocco delle attivitàeconomiche. Colpa dell’attacco mondia-le al rischio Paese, che tra luglio e novem-bre ha portato il differenziale Btp-Bund a570 punti base. Il sistema bancario ha ret-to: grazie a due fattori esterni, più che permeriti propri. Prima il cambio di governo,a ricostituire una credibilità internazio-nale che si riflette sui fondamentali eco-nomici (ieri lo spread, barometro del co-sto di Stato e banche per finanziarsi, era a365 punti base). Poi la mossa di Mario Dra-ghi, che a dicembre ha dotato di 500 mi-liardi la circolazione monetaria europea.Con effetti tangibili in Italia, dove nel 2011gli attivi bancari sono aumentati di 287miliardi. Ma un 70% della somma — 160miliardi — proviene dall’Eurotower, cheha fatto un patto ferreo con le banche eu-ropee: vi diamo tutti i soldi possibili, voiperò sostenete le economie, comprate ti-toli di Stato e non fermate il flusso crediti-zio. Questo da due mesi quasi annulla i do-lori finanziari di un’Europa lontana dal-l’avere risolto la sua crisi economica e po-litica. Oggi, al Forex di Parma, il governa-tore di Bankitalia Ignazio Visco alla suaprima uscita pubblica ringrazierà Draghiper avere rimesso in equilibrio il sistema.Ma solleciterà le banche italiane a fare conpiù energia da volano a una congiunturarecessiva, come mostra la frenata degliimpieghi bancari a gennaio 2012 (solo+1,6%).

“SAN Draghi”? Sarà la storia a giudicare, esiamo ancora in mezzo al guado. Certo inpoche settimane il nuovo presidente del-la Bce ha trasformato un’istituzione chenegli anni di Jean-Claude Trichet appari-va impotente e frustrata (anche per lo sta-

tuto rigorista di ispirazionetedesca che le impedisce distampare moneta). Così le ti-mide “aste a rubinetto” del-l’estate sono diventate a di-cembre un mare di soldi, 500miliardi prestati per tre anni

all’1%, in un’asta con le banche italianeprotagoniste (oltre 100 miliardi presi, e unbis s’annuncia a fine febbraio). Gli effetti sivedono: secondo l’Abi, 160 miliardi dinuovi attivi bancari derivano dai prestitiBce, contro 31 miliardi di nuovo capitale(il 14% del totale) e 56 miliardi di “altre pas-sività”. Sul fronte opposto, quasi 50 mi-liardi provenienti dall’estero sono venutimeno, per la ritirata degli investitori inter-nazionali dall’Italia. Con i soldi dell’Eur-tower le banche dovrebbero rifinanziare iloro bond, sostenere il credito a imprese efamiglie e investire nel debito pubblico (leitaliane l’anno scorso hanno aumentatodi 11 miliardi le quote in titoli del Tesoro).

La Banca centrale

Dalla cassaforte di Draghisostegno di 160 miliardi

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UN DATO fa più paura di tutti. Nel 2010 lebanche italiane avevano aumentato di 130miliardi i depositi e le obbligazioni dete-nute da clienti privati. Nel 2011 il dato è sce-so a 24 miliardi, di cui solo 6 in depositi e 18in bond. Se il dato depositi è al netto delle

duplicazioni con controparticentrali, il flusso è negativoper 28 miliardi. L’Abi lo impu-ta al crollo dei nuovi fondi, ealle ricadute della crisi sulreddito nazionale disponibi-le. Il risparmio delle famiglie,

tipica fonte di finanziamento – tra l’altro, lapiù a buon mercato, con un tasso mediodell’1% sui conti correnti – è servito a alleesigenze quotidiane. Anche le imprese,nella crisi, hanno attinto ai fondi per gesti-re il ciclo dei pagamenti e degli ordini, nonsempre assistite a punto dalle banche stes-se. Malgrado sia difficile comparare nu-meri tanto grandi, nel gelo della raccoltaprivata può avere avuto un ruolo il flusso dicontanti che da mesi prende il largo versoSvizzera e dintorni, come testimoniano gli11 miliardi di euro in esportazioni illegali divaluta intercettati dalla Guardia di Finan-za tra gennaio e novembre 2011, con picchiincrementali del 50% negli ultimi mesi.

La raccolta

Caduta impressionanteda 130 a 24 miliardi

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la Repubblica PER SAPERNE DI PIÙ

www.abi.it

www.bancaditalia.it

IL CAVALLO beve oppure no? Secondo ilBank Lending Survey, che raccoglie i datidelle Vigilanze nazionali, il cavallo ha bevu-to fino a settembre 2011, ma da quel mo-mento sembra volersi strozzare. Nell’ulti-mo trimestre 2011, prendendo in esame la

domanda di credito per inve-stimenti fissi, «si è registratauna significativa diminuzionedella domanda di finanzia-mento delle imprese legataagli investimenti». Meno 50%su base trimestrale, una delle

variazioni negative più rilevanti da anni, etanto più sorprendente, notano all’ufficiostudi dell’Associazione bancaria italiana,perché segue un terzo trimestre 2011 in cui,ad onta di problemi e turbolenze già emer-si, la domanda di credito per investimentiera salita del 12,5%. Sui dati dell’ultimo scor-cio d’anno, l’unica domanda creditizia cheresiste riguarda i «finanziamenti per opera-zioni di ristrutturazione e consolidamentodel debito», che sale del 50% (non esatta-mente un buon segno: mostra le difficoltàdelle imprese). Tiene (+25%) la domandaper copertura del capitale circolante e rico-stituzione scorte. Crollano, del 50%, le ri-chieste di prestiti per fusioni e acquisizioni.

Gli impieghi

Giù le richieste di prestitile imprese ferme al palo

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I PRESTITI rallentano, le sofferenze au-mentano, urge un nuovo patto tra bancheimprese e governo, perché nel 2012 la re-cessione non faccia nuovi e più gravi dan-ni. Sui dati Abi, a fine 2011 i prestiti a fami-glie e società non finanziarie erano pari a

1.512 miliardi di euro, in cre-scita dell’3,6% sull’anno pri-ma. L’aumento in gennaio2012 è stato dell’1,6%, moltoridotto ma superiore alla me-dia dell’area euro (+1,3%). Incompenso le sofferenze ban-

carie, che evidenziano i crediti di difficile ri-scossione, sono salite a 107 miliardi a fine2011. Quasi il doppio rispetto a fine 2009, ein progressione geometrica rispetto ai 77miliardi di fine 2010. Secondo l’Abi si trattaanche dell’effetto di «operazioni realizzateda alcune banche negli assetti societari».Ma il segno della crisi non manca, e nel 2012farà più male. Per questo, come già a metà2009, i banchieri italiani stanno tornando altavolo con imprese e associazioni, per met-tere a punto nuove misure emergenziali.Allora fu la moratoria sui crediti a famiglie eimprese, che a inizio 2011 sembravano nonpiù necessarie mentre ora lo sono più chemai. Bankitalia e governo benedicenti.

Le sofferenze

Boom per i creditinon restituibili

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COM’ERA temibile, i tassi di interesse, os-sia il costo del denaro per i clienti, sono insalita. L’esplosione dello spread sovranoe i declassamenti a raffica del rating italia-no iniziano a mostrare i loro effetti nega-tivi. I tassi medi ponderati sui prestiti a fa-

miglie e società non finanzia-rie sono saliti a gennaio 2012in media al 4,23% annuo, 56punti base in più rispetto a unanno prima. Del resto sulmercato è evidente da mesi iltentativo delle banche di sca-

ricare sui clienti una piccola parte del ca-ro spread che ne rende problematica.Crescono anche i tassi sui mutui per l’ac-quisto di case, che secondo il bollettinoAbi a gennaio 2012 si sono portati a unamedia annua del 4,15% contro il 3,99% didicembre. L’aumento, si legge, «è da attri-buire, fra l’altro, anche a una maggiorequota del flusso di finanziamenti a tassofisso, passata nell'ultimo mese dal 37,6%al 39,2% (era 31,8% a ottobre)».

I tassi

Sale il costo del denaroper aziende e famiglie

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ECONOMIA� 4

@SABATO 18 FEBBRAIO 2012

la Repubblica

LA CRISI FINANZIARIAPER SAPERNE DI PIÙ

www.lavoro.gov.it

www.cgil.it

La Fornero annuncia la riforma dicassa integrazione e indennità didisoccupazione, ma scatterà dal 2013

Stretta anche su commercianti eartigiani. L’integrazione al redditosarà estesa ai lavoratori atipici

Il lavoro

LUISA GRION E ROBERTO MANIA

IL DOSSIER. Le misure del governo

Obiettivo: un mercatodel lavoro “dinamico”. È quasiuna rivoluzione quellache ha in menteil ministro ElsaFornero: regole ugualiper tutti; “flessibilitàbuona”, anziché precarietà;formazione finalizzataal lavoro e non a nascondereabusi contrattuali; niente piùfinte partite Iva e sociin partecipazione. Un mercatodel lavoro con più donnee più giovani.

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Contributi più cari sui contratti precarie ammortizzatori sociali estesi a tuttiLe imprese che stabilizzeranno l’impiego verranno rimborsate

LA RIFORMA del lavoro sarà varata en-tro marzo, ma lo schema degli interven-ti è già delineato. L’ultimo tassello delprogetto, che ieri il ministro ha illustra-to nelle sue linee guida prima in Parla-mento e poi a Bruxelles ai colleghi euro-pei del Lavoro, sarà rappresentato dal-l’intervento sull’articolo 18 dello Statu-to dei lavoratori.

AMMORTIZZATORI

Lunedì, nell’incontro con sindacati eConfindustria, il ministro Fornero to-glierà definitivamente il velo alla suaproposta sugli ammortizzatori sociali.L’impianto, però, è chiaro. Ci sarannosolo due istituti per il sostegno al reddi-to, uguali per tutti, senza distinzione peretà, area di lavoro, dimensioni dell’a-zienda, tipo di contratto, settore di atti-vità: la cassa integrazione ordinaria el’indennità di disoccupazione. Nell’im-postazione del governo non c’è più po-sto per la cassa integrazione straordina-ria, per la cassa integrazione in deroga,né, infine, per l’indennità di mobilità.L’idea di fondo - sul modello di quantoavviene nei paesi del nord Europa – è chegli ammortizzatori sociali debbano ser-vire o a integrare il reddito dei lavorato-ri di un’azienda che attraversa una crisidalla quale sarà comunque in grado diuscire, oppure come sostegno al redditodi una persona che ha perso il lavoro edè coinvolta in un percorso di ricolloca-zione. E chi dovesse rifiutare una nuovaoccupazione, adatta alle proprie carat-teristiche professionali, perderà il sussi-dio. Per finanziare la riforma, che co-munque non entrerà in vigore prima diun anno e mezzo per colpa della nuovarecessione, si allargherà la platea deicontribuenti alle piccole imprese arti-giane e commerciali che oggi versanopochissimo. Non ci saranno nuove ri-sorse pubbliche. «Stiamo studiando conil lanternino ogni possibile ristruttura-zione della contribuzione per vedere didare un’assicurazione a tutti con la lororedistribuzione», ha detto la Fornero.

CONTRATTI

Il ministro ha già detto quello che

vuole fare sul fronte dei contratti. «Nelmercato del lavoro italiano – ha spiega-to ieri a Bruxelles - esistono troppe tipo-logie contrattuali che negli anni hannogenerato una diffusa precarietà». Per ri-durre le distanze il governo intende agi-re con una doppia leva: disincentivarel’abuso dei contratti a termine (oggi ol-tre il 71 per cento delle assunzioni avvie-ne con contratti di questo tipo) attraver-so un aggravio contributivo a carico deldatore di lavoro (che servirà anche a pa-

gare la cassa integrazione per i lavorato-ri atipici) e incentivare la trasformazio-ne dei contratti a tempo in contratti atempo indeterminato con sgravi contri-butivi pari a quanto versato in più. Di fat-to una restituzione, un meccanismo bo-nus-malus a costo zero per le impreseche stabilizzano i contratti a tempo. Sa-ranno ridefiniti i confini del contratto achiamata e dei contratti a progetto. E ar-riveranno più controlli non solo per sco-vare il lavoro nero, ma anche per verifi-

care se dietro un contratto flessibile sinasconde un normale rapporto di lavo-ro subordinato a tempo pieno.

ARTICOLO 18

E’ il capitolo più delicato. La Cgil, cheieri ha riunito tutti i segretari generalidelle categorie insieme al leader confe-derale Susanna Camusso, non è dispo-sta ad accettare alcun ritocco all’artico-lo 18. Solo su un punto è pronta a tratta-re: la riduzione dei tempi delle causegiudiziarie per i licenziamenti senzagiusta causa, quelli per i quali l’articolo18 prevede il reintegro. Ma il governosembra intenzionato a fare qualcosa dipiù. Tanto che Cisl e Uil sono disposte acambiare le regole per i licenziamentiindividuali per motivi economici.

DONNE E SUD

Su disoccupazione femminile e meri-dionale, due picchi del problema lavoro,è già intervenuto il decreto «Salva Italia»,ora per potenziarne gli interventi servo-no nuove risorse.Il decreto dà la possibi-lità alle imprese che decidono di impe-gnare lavoratrici e under 35 a tempo in-determinato di dedurre 10.600 euro perogni assunzione. Sconto che sale a15.200 euro nelle regioni del Sud. Il mi-nistro Fornero assicura che donne e Sudsono «tra le nostre preoccupazioni» mail governo non si impegna in nuovi sgra-vi Irpef. «Se all'interno di un provvedi-mento più vasto di riordino del sistemafiscale ci saranno risorse non potrò cheesserne contenta» ha commentato.

APPRENDISTATO

Il governo punta a valorizzarlo comecontratto prevalente nella fase di ingres-so al lavoro, impostazione sulla qualesono d’accordo anche sindacati e im-prese. Sono previsti una durata massi-ma di tre anni, formazione certificata eagevolazione contributiva. Il Testo uni-co varato dal precedente governo con ilconsenso delle parti prevede che, «peralta formazione» l’apprendistato possaessere esteso anche a giovani fra i 18 e i29 anni.

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Le cifre

IL COSTO

Secondo uno

studio della

Uil, nel 2012,

per gli

ammortizza-

tori sociali si

spenderanno

5,2 miliardi

IL CALO

A gennaio le

ore di cassa

integrazione

sono risultate

in calo del

26,7 per

cento rispetto

a dicembre

CHI PAGA

Non solo lo

Stato: il 76

per cento dei

5,2miliardi è

coperto dai

contributi di

lavoratori e

imprese

LE TUTELE PER I PRECARI

Nel tabellone a sinistra, le

tutele, oggi limitate, dei

parasubornitati

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POLITICA INTERNA� 11

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L’ITALIA DEL MALAFFAREPER SAPERNE DI PIÙ

www.interno.it

www.giustizia.it

Dopo la denuncia della Corte dei contiduro confronto sul ddl antitangentiin lista d’attesa dal maggio 2010

Severino ha chiesto due settimaneper rendere note le sue proposteIn Parlamento si prepara la battaglia

Nella legge nuovi reati e pene più durema è braccio di ferro sulla prescrizione

La corruzione

LIANA MILELLA

DOSSIER. Il progetto del governo

Da due anni è la spina nel fianco del Pdl. Ildisegno di legge anti-corruzione è un fantasmache cammina tra Senato e Camera. Va avantiper forza di inerzia, ma il Pdl non lo vuole.Soprattutto perché mette mano ai codici sullacorruzione. Adesso, dopo la denuncia dellaCorte dei conti, in prima persona s’impegnanoFini e Schifani e dicono che «dev’essereapprovato subito». Ma nelle stesse ore iberlusconiani remano in direzione opposta.Meditano se chiedere, in modo formale eufficiale, lo stralcio sui reati e sulle pene. IlGuardasigilli Paola Severino, all’opposto, staper rendere pubbliche le sue decisioni sui nuovireati di corruzione privata e traffico diinfluenze, sulla modifica del reato diconcussione, sull’aumento delle pene massime.In bilico ancora l’ipotesi di intervenire sullaCirielli e allungare di nuovo la prescrizione.

I privati

Fino a cinque anni di reclusioneper chi sollecita una mazzetta

Corruzione privata. La prevede, dal 1999, laConvenzione di Strasburgo, e dal 2003 lasollecita la convenzione Onu sulla repressionedello stesso reato. Severino l’ha già lanciata,proprio su Repubblica. Ld Pd Donatella Ferrantine ha già scritto l’articolo. Che suona così: «Èpunito con la reclusione da uno a cinque annichiunque, nell’esercizio di un’attivitàprofessionale o di direzione di un ente di dirittoprivato, indebitamente induce, sollecita o riceve,per sé o per un terzo, direttamente o tramite unintermediario, denaro o altra utilità. O ne accettala promessa, per compiere od omettere un atto,in violazione di un dovere, qualora dal fattoderivino o possano derivare distorsioni allaconcorrenza del mercato o danni economiciall’ente o a terzi, anche attraverso la scorrettaaggiudicazione o esecuzione di un contratto».

I collaboratori

Attenuanti a chi si penteper spezzare l’omertà

Pentiti di corruzione. Le nuove goleprofonde. Gratificate da un’attenuante equindi da un consistente sconto di penache potrebbe addirittura arrivare fino allametà di quella prevista per il reato chehanno commesso. “Gole” previste dalministro della Funzione pubblica FilippoPatroni Griffi che le ha inserite in unemendamento al ddl anti-corruzione giàinviato alle commissioni Giustizia e Affaricostituzionali. Le disciplina anche il Pdcon una circostanza attenuante. La logicaè quella di rompere il rapporto omertosoche lega di solito il corrotto e il corruttore.Il pentito, come per la criminalitàorganizzata, dovrà fornire undeterminante contributo per ricostruirecome si sono svolti i fatti.

La concussione

Andrà in soffitta come vuole l’Ocseal suo posto la “corruzione indotta”

La concussione potrebbe avere le ore contate.Proprio quell’articolo 317 del codice penale“protagonista” di centinaia di ordinanze. Oggipunisce da 4 a 12 anni il pubblico ufficialeinfedele. L’Ocse ne ha chiesto da tempo lasoppressione per fonderlo con la corruzione. Invia Arenula cercano la formula giusta perottemperare al dettato internazionale. La PdFerranti, nella proposta di legge sulla corruzioneappena fresca di stampa (l’ha depositata il 25gennaio), ci ha già messo la croce sopra con un«l’articolo 317 è abrogato». Al suo posto eccospuntare la corruzione «per induzione» cheentra a pieno titolo nell’articolo 318 del codicepenale (corruzione per un atto d’ufficio) e quella«per costrizione» che invece andrà a far partedelle fattispecie dell’estorsione all’articolo 629.Il pubblico ufficiale rischia da sei a 20 anni.

Influenze proibite

Sarà punito chi chiede denaroper una mediazione illegale

Traffico d’influenze illecite. È un passoobbligato anche questo. Previsto dalleconvezioni internazionali. Severino lo dà perscontato. Lo sottoscrivono Pd e Idv che lohanno già presentato come emendamento.Un nuovo articolo 346 che sostituisce quelloattuale del codice penale sul millantatocredito. I dipietristi lo modulano con questaformula: «Chiunque, vantando credito pressoun pubblico ufficiale o un incaricato dipubblico servizio, o adducendo di dovernecompare il favore o soddisfare le richieste, fadare o promette a sé o ad altri denaro o altrautilità quale prezzo per la propria mediazioneo quale remunerazione per il pubblico ufficialeè punito con la reclusione da tre a sette anni. Lacondanna comporta l’interdizione perpetuadai pubblici uffici». Analoga la versione del Pd.

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L’intervista L’ex pm Cantone, membro della commissione Patroni Griffi: l’interdizione dai pubblici uffici va ampliata

“Ora bisogna premiare i pentiti”ROMA — Dalla lotta alla camorra a quellacontro la corruzione. Raffaele Cantone faparte della commissione che, al ministerodella Funzione pubblica, ha già proposte lemodifiche al ddl. Ora dice: «Bisogna pre-miare il pentito di corruzione».

Che ne pensa della mossa del Pdl di stral-ciare i reati?

«Non è la soluzione migliore perché re-pressione e prevenzione sono due fenome-ni che vanno in parallelo. Se non funziona laprima, la seconda da sola non serve a nulla».

Severino chiede altri 15 giorni. Di Pietrola prende in giro con un «... e la Madon-na...». Cosa c’è dietro?

«È troppo importante, dopo vent’anni

d’attesa, approvare una buona legge perpreoccuparci di 15 giorni in più o in meno».

Nel rapporto della commissione c’era-no pagine sui reati. Che fine hanno fatto?

«Durante i lavori ne abbiamo discusso,ma il ministro Patroni Griffi ci ha detto chequella parte spettava alla Giustizia, e quin-di le nostre considerazioni sono rimastefuori».

Ma di cosa avevate parlato? «Di prescrizione e di possibilità di istitui-

re nuovi reati». Bisogna aumentare la prescrizione per

la corruzione?«Assolutamente sì perché i tempi medi di

accertamento dei reati di corruzione sono

quasi sempre incompatibili con i termini diprescrizione introdotti dalla Cirielli».

Sarebbe sbagliato aumentare le penemassime dei reati?

«Sarebbe poco efficace perché per arri-vare a tempi di prescrizione idonei biso-gnerebbe aumentarle in modo esagerato. Equesto non risponde ai criteri di proporzio-nalità».

Bisogna cambiare la Cirielli?«È auspicabile». Può esistere il pentito di corruzione co-

me il pentito di mafia? «Sì. Bisogna garantire a chi fa scoprire le

corruzioni benefici di pena realmente con-grui».

Portare la concussione nell’estorsione onella corruzione?

«Mi convince poco, perché la concussio-ne per induzione ha tuttora una sua ragiond’essere ed è sbagliato farla confluire nellacorruzione perché ciò comporterebbe purela condanna del soggetto indotto a pagare».

Com’è che i condannati restano sempreal loro posto?

«Se uno ottiene la sospensione della pe-na ciò blocca anche l’interdizione. La rego-la va cambiata. Bisogna intervenire sulle pe-ne accessorie e ampliare i casi d’interdizio-ne dai pubblici uffici».

(l. mi.)

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La Cirielli

Per evitare l’estinzione degli illecitiil tentativo di modificare la norma

Prescrizione. Cambiare la Cirielli del 2005 eriportare indietro la lancetta dei termini.Tornare al calcolo antico, il massimo dellapena più la metà anziché un quarto. Eliminare,o quantomeno cambiare, le fasce costruite inquella legge che doveva servire per salvare ilpremier dai suoi processi (proprio comeaccade adesso per Mills). Di questo si stadiscutendo con ansia nelle stanze del ministrodella Giustizia nella piena consapevolezza cheun passo del genere potrebbe rappresentareuna mina sotto l’intera legge. Il Pdl, che ha fattodella Cirielli una sorta di vessillo anti-giudici, simetterebbe di traverso. In alternativa, ilGuardasigilli ipotizza di aumentare il massimodelle pene per le varie forme di corruzione. Pde Idv hanno già presentato emendamenti perallungare la prescrizione.

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Raffaele Cantone

‘‘

,,

I tempi medi diaccertamento deireati sono quasisempre incompatibilicon la legge attuale

Fini e Schifani: “Approvarla subito”. Il Pdl vuole lo stralcio

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POLITICA INTERNA� 12

SABATO 18 FEBBRAIO 2012

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LE SCELTE DEI PARTITI

Intesa tra Alfano, Bersani e Casini: piùpoteri al premier, riforma delbicameralismo e sfiducia costruttiva

Entro 15 giorni i tre partiti scriverannola proposta di legge costituzionale el’esame partirà dal Senato

IL DOSSIER. Le modifiche alla Costituzione

UNO degli aspetti meno appariscenti, ma fonda-mentale della discussione sulle riforme e la leggeelettorale è quello della revisione dei regolamenti

parlamentari. L’obiettivo che sivuole raggiungere è di dare al gover-no delle corsie preferenziali per iprogetti che debbono realizzare ilsuo programma. Corsie che devonoassicurare all’esecutivo tempi certi

per l’approvazione dei provvedimenti. Questo do-vrebbe portare alla razionalizzazione del ricorso aidecreti legge. La modifica dei regolamenti potreb-be incidere anche sui meccanismi di formazionedei gruppi parlamentari, impedendo la frammen-tazione e il passaggio da un gruppo all’altro.

I regolamenti parlamentari

Al programma di governocorsie ad hoc e tempi certi

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CAMBIA anche il potere del premier. Oltre all’in-dicazione dei ministri, che vengono poi nominatidal capo dello Stato, il presidente del Consiglio, ed

è questa la novità, avrà anche il po-tere di revoca. Per dire, con questariforma Berlusconi avrebbe potutodare il benservito al ministro dell’E-conomia Tremonti. Al nuovo gover-no la fiducia verrà votata la prima

volta da Camera e Senato riuniti in seduta comu-ne. Nella bozza è prevista la modifica dell’articolo117 della Costituzione che regola le competenze diStato e Regioni. La maggioranza vuole dare più po-teri allo Stato ed evitare conflitti davanti alla Con-sulta sulle infrastrutture, dalle strade ai porti.

I poteri del premier

Potrà revocare i ministriStato più forte delle Regioni

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LA DISCUSSIONE sulla legge elettorale è statarinviata a dopo le amministrative. Con qualche

sospetto del Partito democraticoche teme sempre l’affetto nutritodal Pdl per il Porcellum. In realtàun’intesa di massima è già stataraggiunta. Prevede un sistema incui il 50 per cento dei parlamentari

viene eletto con i collegi uninominali e il restante50 con il proporzionale. È un sistema che si avvi-cina molto al modello tedesco ma che grazie a col-legi piccoli e soglia di sbarramento alta favoriscei partiti maggiori. Il Terzo polo non la teme per-ché sente di essere in crescita. Si dovrà discuterese garantire alle forze minori un diritto di tribuna.

Il sistema di voto

Ispano-tedesco, intesa vicinacollegi e sbarramento alto

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LA BOZZA di intesa sulle riforme costituzionali parte daltaglio del numero dei parlamentari. Alfano, Bersani e Ca-sini, ma anche gli altri partiti sono d’accordo, hanno de-

ciso che gli inquilini di Montecitorio deb-bano scendere a 500 a partire dalla prossi-ma legislatura. Taglio anche per i senatori:da 315 dovrebbero diventare 250. Se si tro-vasse anche l’intesa su un modello eletto-rale ispano-tedesco, alla Camera 464 de-

putati sarebbero eletti con un sistema misto uninomi-nale-proporzionale e uno sbarramento del 4-5%. Altri 14seggi andrebbero ai partiti minori come “diritto di tribu-na” mentre 12 resterebbero per l’estero. Circa 10 seggipoi verrebbero trasformati in un piccolo premio di mag-gioranza. Anche il Senato userebbe la stessa ripartizione.

Il numero dei seggi

Sforbiciata del 20 per cento500 deputati e 250 senatori

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LA RIFORMA del bicameralismo perfetto prevede il pas-saggio ad un “bicameralismo funzionale”. In pratica ognidue mesi le capigruppo di Camera e Senato stilano un ca-

lendario delle proposte da discutere nellerispettive aule e poi affidano i provvedi-menti a Montecitorio o a Palazzo Madama.Una volta approvato la legge in un ramo delParlamento l’altro ramo ha 15 giorni ditempo per “richiamarla” ed esaminarla a

sua volta. Dopo 30 giorni la deve comunque licenziare,ma l’ultima parola spetta al ramo che lo ha approvato. So-lo questa camera può approvarlo definitivamente. Unmeccanismo che sicuramente non piacerà alla Lega e achi ha sempre puntato sul Senato come Camera delle Re-gioni, espressione delle realtà regionali e locali.

Il bicameralismo funzionale

Per Camera e Senatotempi e compiti diversi

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IL PROGETTO di riforme costituzionali su cui è stata tro-vata l’intesa dalla maggioranza di governo prevede l’in-troduzione del meccanismo della sfiducia costruttiva.

Un meccanismo, per esempio, in vigorenel sistema costituzionale tedesco. In pa-role povere il governo nasce da un voto difiducia del Parlamento riunito in sedutacomune e muore con un voto di sfiduciadel Parlamento riunito in seduta comune.

Questo vuol dire che al momento del voto deve esistereuna nuova maggioranza parlamentare che sostituisce orafforza la precedente. Un’ipotesi che mette in discus-sione il “credo” del governo e del premier eletto con la suamaggioranza, un modello senza alternative che in casodi crisi prevede, in linea teorica, solo il ritorno alle urne.

La sfiducia costruttiva

Il governo può caderesolo se ne nasce un altro

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Parlamentari, dimezzamento addioarriva un taglio di 200 seggiecco l’accordo tra Pdl, Pd e UdcE dopo le comunali il tavolo sulla legge elettorale

Mini-taglio del 20 per cento, circa 200 seggi in meno,anziché l’annunciato dimezzamento del numero deiparlamentari. Nuovi poteri del premier, una sola Cameraper approvare le leggi, sfiducia costruttiva ossia ilgoverno va a casa solo se si trova una nuovamaggioranza. Sono queste le basi dell’intesa raggiuntanel vertice tra Alfano, Bersani e Casini tenuto ieri mattinacon gli esperti dei rispettivi partiti. Entro 15 giorni si devearrivare alla scrittura di un testo unico da parte di Pdl, Pd eTerzo polo. Sarà una legge costituzionale che comincerà il suocammino al Senato e ha bisogno di quattro votazioni per

arrivare in porto. Fini e Schifani dicono: «Ce la possiamo fare». E la cancellazione delPorcellum? La discussione sulla legge elettorale viene rinviata a dopo le amministrative. Latornata elettorale darà qualche risposta più precisa sulle alleanze che tengono e quelle che invecevanno in frantumi. Le posizioni quindi restano per il momento congelate. Alfano invoca ancoral’indicazione del premier. Il Pd non si fida e teme che le riforme istituzionali possano nascondereuna trappola: non fare nulla contro il Parlamento dei nominati. Però ci sono passi avanti anche inquesta direzione. Passi che spiazzano Idv e Sel per esempio. Il Terzo polo non si è fattosorprendere da un sistema tedesco con correzioni maggioritarie che favorisce i primi due partitima aiuta anche Casini e il suo partito, che si sentono in crescita, a mantenere un ruolo cruciale.

Le riforme

SILVIO BUZZANCA E GOFFREDO DE MARCHIS

Page 6: Il credito - la Repubblica

PER SAPERNE DI PIÙ

www.repubblica.it

www.camera.it

Passi avanti anche sulla revisionedel Porcellum in favore di un sistematedesco con correzione maggioritaria

Il caso

ROMA — Con il governo tecnico si chiama mo-ral suasion. Con un altro esecutivo si defini-rebbe pressing o addirittura ultimatum. La so-stanza non cambia. Da Palazzo Chigi è partito,diciamo così, un caloroso suggerimento a mi-nistri e sottosegretari: nella dichiarazione on-line non omettete nulla del vostro stato patri-moniale. E indicate soprattutto il reddito pre-cedente all’assunzione dell’incarico. Non ba-sta indicare lo stipendio attuale da ministro. «Achi chiede un consiglio — dicono da PalazzoChigi — spieghiamo che comunque al Senato,entro la fine di marzo, bisognerà fornire la di-chiarazione dei redditi del 2010. Tanto valemetterla in rete». Chi non lo ha già fatto ha tem-po fino a martedì per un’integrazione. Chi in-vece è ancora alle prese con carte, rogiti e com-mercialista adesso sa che il presidente del Con-siglio “preferisce” una trasparenza assolutaanziché una casa di vetro a metà.

A Palazzo Chigi hanno registrato i malumo-ri dei parlamentari. Malumori dettati soprat-tutto da una grande voglia di vendetta per i ta-gli subiti all’indennità, per lo scalone impostoai cinquantenni (10 anni per avere il vitalizio) e

per un clima generale che li addita come la ve-ra e unica Casta. Ma anche nel governo si sonosentiti mugugni, sospetti reciproci su alcuniomissis incomprensibili. Nessun dramma percarità. C’è ancora tempo per recuperare.

L’esempio da seguire è quello di Marco Ros-si Doria. O del sottosegretario a Palazzo ChigiAntonio Catricalà. O di Paolo Peluffo, sottose-gretario all’Editoria. Cioè, pubblicare il reddi-to attuale e quello appena abbandonato deiprecedenti incarichi. Accanto allo stato patri-moniale: immobili, obbligazioni, azioni, inve-stimenti vari. Ma dal Parlamento è partitaun’altra battaglia sugli stipendi dei managerpubblici. Il tetto previsto dal governo si avvia aessere applicato solo per i “neoassunti”. Alloraalla Camera è stato chiesto al governo di sape-re entro martedì le retribuzioni dei dirigentidelle aziende di Stato, dalla Rai all’Eni all’A-genzia delle entrate. Il ministro della Funzionepubblica ha promesso una risposta in tempibrevissimi, «vediamo se facciamo in tempo perla prossima settimana». Trasparenza per tutti.

(g.d.m.)

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@SABATO 18 FEBBRAIO 2012

la Repubblica

PROFUMO

Il ministro

Profumo è

stato il primo

a pubblicare

la dichiara-

zione dei

redditi

BARCA

Il ministro per

la Coesione

territoriale

ha presentato

solo

l’ammontare

del reddito

complessivo

PATRONI

GRIFFI

Il ministro per

la Funzione

pubblica ha

presentato il

reddito e lo

stato

patrimoniale

I personaggi

Oggi sono 945

Oggi i parlamentari eletti sono 945, di cui 630

alla Camera (foto in alto) e 315 al Senato. A

questi si aggiungono i senatori a vita, quelli di

diritto (ex presidenti della Repubblica) e quelli

nominati dal capo dello Stato. Attualmente ce

ne sono sei

Palazzo Chigi striglia i ministri“Online i redditi precedenti”I deputati: diteci gli stipendi dei manager pubblici