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Amplificatori e frequenza 1
Modello di un amplificatore in frequenza
Matematicamente gli amplificatori operazionali sono modellizzati con:
A
os1
A)s(A
Amplificatore a polo dominante.
Amplificatore a 2 poli dominanti, con A >> B BA
os1s1
A)s(A
Il significato da dare alle espressioni sopra è: i poli presenti nel circuito sono certamente in numero maggiore di quelli rappresentati. tuttavia sono messi a frequenze molto maggiori di quelle indicate, per cui si può trascurare il loro effetto nei casi pratici.
La modellizzazione circuitale può essere molto varia:
+
-
VV
s1
AV
A
oo
Vo
+
-1
Ao R
CA=RC
+
-
VVs1s1
AV
BA
oo
Vo +
-
Ao
1RA
CAA=RACA
1RB
CBB=RBCB
domenica 3 maggio 2015
CBA
os1s1s1
A)s(A
Amplificatore a 3 poli dominanti, con
A >> B e B >> C
Facoltà di Fisica di Milano Bicocca Pessina Gianluigi
Corso di Elettronica Applicata, IV Anno LS
Amplificatori e frequenza 2
Criterio di stabilità di un amplificatore reazionato
Supponiamo per semplicità di considerare un amplificatore reazionato da un blocco ideale ed indipendente dalla frequenza. La funzione di trasferimento diviene:
)s(A1
)s(A)s(A
R
Rf
Possiamo stabilire un criterio di stabilità ovvio.
Sebbene l’amplificatore abbia reazione negativa dobbiamo ora considerare che A(s) è un numero complesso. Come tale potrebbe verificarsi che A(s)= -1. Infatti potrebbe accadere che |A(s)|=1 quando (A(s))=:
Quando questo accade il denominatore di Af si annulla, provocando divergenza.
La regola d’oro per garantire la stabilità è pertanto: “Progettare la reazione in modo che alla frequenza s per cui (A(s))= sia soddisfatto che |A(s)| < 1. Infatti, siccome |A(s)| è monotona decrescente, siamo sicuri che in questo modo il denominatore non potrà mai essere reale e nullo.”
Di fatto i criteri che si adottano sono proprio di imporre che |A(s)|=1 quando (A(s))=3/2 (135°) o addirittura (A(s))=2/3 (120°) .
Nel primo caso si dice che si ha un angolo margine (di sicurezza per evitare l’oscillazione) di 45° (135°=180°-45°), nel secondo caso si dice di avere un angolo margine di 60° (120°=180°-60°).
IMPORTANTE: nel verificare la stabilità del sistema reazionato quello che conta è il guadagno di anello (s)AR(s), che potrebbe differire considerevolmente dal guadagno e comportamento in frequenza dell’amplificatore operazionale di origine.
)j(jR
R
R
R
e)j(A)j(1
)s(A
)j(A)j(1
)s(A
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Amplificatori e frequenza 3
Guadagno di anello con singolo polo dominante (1)
Supponiamo che il guadagno di anello, valutato con i criteri visti quando si sono studiati gli effetti della reazione, sia del tipo:
1A ,s1
AT 0R
1
0R
dove indichiamo con ARO e 1 il guadagno ad anello aperto risultante dall’avere considerato tutti gli elementi di non idealità.
)0(Ts1
11
As1
11
A1s1
1
A1
A1
As1
A1
s1
A1
1
s1
A1
T1
T1)s(A
1
0R
1
0R
10R
0R
0R1
0R
1
0R1
0Rf
Con la presenza di un solo polo la risposta presenta un andamento regolare. Al di sopra della frequenza del polo risultante la pendenza è di 20 dB/dec.
Per effetto della reazione il polo viene “traslato” a più alta frequenza di un ammontare che dipende dal livello di reazione.
Per il guadagno ad anello chiuso possiamo scrivere:
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Amplificatori e frequenza 4
Guadagno di anello con singolo polo dominante (2)
1
0RdB3
1
0R
1
0R
1
0R
A1log
Alog
0log20s1
Alog20
s1
Alog20dB
dB
1/1 AR0/1 AR0/1
1
0Rs1
A
0R1 As1
11
Detto in altri termini:
1
0RdB3 A
il prodotto guadagno-banda rimane costante ed uguale a quello che si avrebbe con =1.
Con un solo polo lo sfasamento massimo è di 90°. Di conseguenza la parte reale del polo non cambia mai di segno, rimanendo sempre negativa se la reazione era negativa in origine.
I diagrammi di Bode sono utili perché consentono di verificare graficamente la posizione del polo.
Sappiamo che il punto di interesse si ha quando |T|=1. In scala logaritmica questo punto si trova abbastanza agevolmente:
dB
1/1 AR0/1 AR0/1
1
0Rs1
A
1
Guadagno ReazionatoRisultante dalla pag precedente
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Amplificatori e frequenza 5
Guadagno di anello con doppio polo (1)
Supponiamo che il guadagno di anello abbia 2 poli dominanti:
1A ,s1s1
AT 0R
21
0R
Ora risulta:
21
0R
21
212210R
0R21
0R
21
0R21
0Rf
A1ss
/A1
As1s1
A1
s1s1
A1
1
s1s1
A1
T1
T1)s(A
Abbiamo 2 poli a frequenze:
0R221
21
21
212,1 A1411
2
1p
Si può osservare come per valori di crescenti i 2 poli partono da valori negativi fino a diventare CC (quando il discriminante diviene negativo). La parte reale dei 2 poli non si può annullare, conseguenza di uno sfasamento di che si ottiene solo all’ per la frequenza .
Anche in questo caso si può pensare ad una rappresentazione grafica mediante il diagramma di Bode.
Ovviamente la ricerca delle condizioni di stabilità si può perseguire in modo preciso visto che si hanno 2 poli. Tuttavia nella gran parte dei casi si verifica che uno dei 2 poli risulta dominante rispetto all’altro. Supponiamo pertanto che 1>>2.
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Amplificatori e frequenza 6
Guadagno di anello con doppio polo (2)
1log
s1s1
Alog
s1s1
Alog20)Tlog(200
21
0R
21
0R
Quindi:
Da quando si ha |T|=1 in poi, il comportamento asintotico del guadagno ad anello chiuso coincide con quello di |T/|=|AR|. Questa proprietà scende dal fatto che:
R
1|T|
f AT
T1
T1
T1A
0R1
2
22,1 A411
1
2
1p
Se 1 >> 2 i 2 poli della struttura reazionata danno:
Supponiamo che il termine entro radice sia poco diverso da 1, ovvero che sia stato scelto sufficientemente piccolo::
2
x1x1
è:
0R1
2
20R
1
2
22,1 A211
2
1A411
1
2
1p
-
+
1
0RA
2
1
dB
1/1 1/2
AR0/1
21
0Rs1s1
A
20R1 s1As1
11
|T|=1
Caso in cui la reazione presenta poli reali distanti.
dB
1/1 1/2
AR0/1
21
0Rs1s1
A
1
|T|=1
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Amplificatori e frequenza 7
Guadagno di anello con doppio polo (3)
Agiamo analiticamente per trovare le condizioni per avere l’angolo margine desiderato. Dobbiamo imporre che valga il sistema:
1)T(
45 ,60 ,)(
s
s
0 ,)(atg2
)(atg)(atg)(teo
2s21
2s1ss
Quindi:
22
2s
teo
2s)(tg
2)(atg
45quando 1
60quando 577.0
2
0R2
1
21
20R
1
20R
2s1s
0Rs
1A
1
11
1A
j1
1A
1j1
1A1T
Se facciamo valere il segno di = otteniamo il massimo valore ammesso per per conseguire buona stabilità. I 2 poli divengono per questa circostanza:
2
22,1 1411
1
2
1p
45 ,16.2j11
2
12411
1
2
1
22
60 ,29.1j11
2
1667.0411
1
2
1
22
Nella risposta al gradino nel primo caso ci aspettiamo un overshoot del 23 %, nel secondo solo del 9 %.
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Amplificatori e frequenza 8
Guadagno di anello con triplo polo
L’impiego di un amplificatore a triplo polo è certamente da evitare a meno che il terzo polo si trovi distante dai primi 2.
Di fatto questo è quello che si fa in modo che succeda nella pratica.
Siccome i conti sono molto complessi e la soluzione la si trova solo per via numerica nella grande maggioranza dei casi, conviene considerare l’effetto del terzo polo come un disturbo ai primi 2.
Vale a dire che se si è nella consapevolezza che il terzo polo contribuisce, si considera la fase peggiorata di una ammontare opportuno di gradi, per poi cercare la condizione |T|<1 con solo due poli:.
III2s1ss )(atg)(atg)(
La condizione imposta semplicemente ci prescriverà una frequenza margine più bassa di quella che troveremmo se III non fosse presente.
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Amplificatori e frequenza 9
La compensazione a polo dominante (1)
Supponiamo di realizzare un amplificatore a guadagno unitario, per semplicità, e supponiamo, per semplicità che Ro, RL, Ri=, ma che la funzione di trasferimento dell’OA sia a 2 poli.
+
-Vi
Vo
VV
s1s1
A
BA
o
Avremo che, banalmente, il guadagno di anello è:
BA
os1s1
AT
1/A 1/B
BA
0s1s1
A
)1(1
|T|=1
Avremo sicuramente un angolo margine minore di 45° a meno che la frequenza del secondo polo non capiti a |T|=1, o che si alzi il valore 1/, cambiando i parametri di progetto.
Nei casi in cui il guadagno sia imposto, per risolvere il problema si può fare ricorso alla compensazione, consentita in dispositivi predisposti.
In questi casi è possibile connettere all’amplificatore un condensatore di valore opportuno che ci consente di “spostare” uno dei 2 poli.
dB
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Amplificatori e frequenza 10
La compensazione a polo dominante (2)
Possiamo modellare, per semplicità, l’OA come composto di 2 stadi con un polo, quello a più bassa frequenza, messo in risalto con una rete RC.
Alcuni OA commerciali consentono di aggiungere una capacità CC
esternamente che aumenta la costante di tempo del polo di bassa frequenza.
1+
-
B
os1
A
RA
CC
BAAAAAB
o 11 ,CR ,s1s1
A
Vi Vo
CA
Ponendo CC A si sposta al valore: CAA'A CCR
Scegliendo opportunamente CC si può “plasmare” la funzione di trasferimento in modo che, per esempio, l’angolo margine divenga proprio 45°:
dB
1/A 1/B
B'A
0
s1s1
A
)1(1
|T|=1
'A1
Compensazione
Nessuno vieta di impostare angoli margine migliori di quello indicato, basta aumentare CC.
Ovviamente si paga un prezzo: aumentando CC si diminuisce la banda di frequenza disponibile. Maggiore è l’angolo margine, minore è la risposta in frequenza ottenuta. Occorre fare attenzione a questo effetto nel compiere questo tipo di compensazione.
Capacità aggiunta.
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Amplificatori e frequenza 11
+
-
vo
+
-
vo
Risposta in frequenza dipendente da Zi (1)
Supponiamo che l’OA abbia una impedenza di ingresso con componente capacitiva, ovvero vi sia una capacità parassita o altro, connessa tra i 2 terminali di ingresso. Essendo interessati alle alte frequenze per lo studio del guadagno di anello ammettiamo che:
isC1
isC1
iR
Per semplicità supponiamo Ro trascurabile. Analizziamo:
+
-Vs Ci
R1
R2
Vo
VV
s1
A
A
o
Ci
R1
R2
VV
s1
A
A
o
Siamo interessati alla valutazione del guadagno di anello. Potendo trascurare la presenza di Ro per ipotesi possiamo applicare in modo semplice il segnale di prova:
T
1i
121i
1 V
RsC1R
R
1
RsC1
RV
1i
1RsC1
R
A
o
Ei21
1TV
VV)(A
s1
A
RsC1
1
RR
RT
Abbiamo ottenuto che sebbene la funzione di trasferimento dell’OA sia a singolo polo, il guadagno di anello possiede 2 poli, potendo manifestare criticità.
La presenza di elementi capacitivi può perciò divenire determinante.
21E RRR
VT per valutare T
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Amplificatori e frequenza 12
Risposta in frequenza dipendente da Zi (2)
oERisC1
A
o logs1
Alog
Risulta conveniente compiere lo studio con i diagrammi di Bode per verificare la condizione |T|=1:
21
1o RR
R
Siccome abbiamo una certa arbitrarietà, niente ci vieta di potere confrontare:
0s1
A
RsC1log
A
o
Ei
o
Osservazione importante:
La fase di nostro interesse resta quella di T, ovvero:
)(atg)RC(atg)( AfEiff
e non la fase:
)(atg)RC(atg)( AfEiff
dB
1/(CiRE)f
|T|=1A
os1
A
oERisC1
T
Es.: 1/o=2, Ci=10 pF e T=Ao/A=6.28 108 rad/s. Consideriamo i 2 casi: RE= 1 k e RE=10 k
Valutiamo frequenza e sfasamento per |T|=1:
1
1
RC1
A1
s1
A
RsC1 2A
2f
2E
2i
2f
2oo
2
A
o
Ei
o
Si ottiene una eq. di grado IV risolvibile:
2A
2o
22E
2i
2E
2i
22,1
ARC411
RC2
1
Per le soluzioni aventi >0 vale il segno -:
7.148)( e Mrad/s 7.163k 1R
170)( e Mrad/s 6.55k 10R
ffE
ffE
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Amplificatori e frequenza 13
+
-
vo
+
-
vo
Risposta in frequenza dipendente da Zi (3)
Di principio un buon angolo margine potrebbe essere ottenuto abbassando il valore di RE, mantenendo inalterato il guadagno. Supponiamo però che questo non possa essere praticato e neppure si possa alzare il valore del guadagno ad anello chiuso. Se non si può compensare l’amplificatore possiamo agire con un piccolo condensatore in || ad R2:
+
-Vs Ci
R1
R2
Vo
VV
s1
A
A
o
CC
Ci
R1
R2
VV
s1
A
A
o
1i
1RsC1
R
CC 2C
2RsC1
R
T
1i
1
2C
21i
1 V
RsC1R
RsC1R
1
RsC1
RV
A
o
ECi
2C
21
1TV
VV)(A
s1
A
RCCs1
RsC1
RR
RT
21E RRR
Valutiamo il guadagno di anello:
dB
1/[(Ci+CC) RE]
f
|T|=1A
os1
A
2RCsC1o
ERCCiCs1
T
)(atg)RCC(atg)RC(atg)( AfECif2Cff
L’aspetto fondamentale è che ora alla frequenza dove |T|=1 lo sfasamento si è “alzato”:
Vale a dire che si è operato una sorta di cancellazione polo/zero.
VT per valutare T
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Amplificatori e frequenza 14
Risposta in frequenza dipendente da Zi (4)
dB
f
|T|=1A
os1
A
2RCsC1o
ERCCiCs1
T
Ora si deve riconsiderare il conto per f:
1
1
RCC1
RC1A2f
2E
2Ci
2f
22
2C
2f
2
A
o
Anche qui abbiamo un’equazione di IV grado risolvibile:
0A
RCA
1RCC2
A
o2f
22
2C
2
A
o4f
2E
2iC
ab c
22
2,1fb
ac411
a2
b
pF 1C se 118)(s/Mrad70 Cff
pF 2C se 7.98)(s/Mrad107 Cff
Perciò si ottiene un grosso beneficio dalla presenza della capacità che realizza la compensazione polo zero. Addirittura si potrebbe fare in modo che: CCR2=(CC+Ci)RE (nel nostro caso questo si ha per Ci=CC). In questo caso abbiamo una cancellazione completa del polo con lo zero:
A
o
21
1TV
RETV
s1
A
RR
RT
In questo caso lo sfasamento massimo risulta di 90° ed f risulta:
s/Mrad314A
A
of
CC1
CC2 > CC1
CC = Ci
1/[(Ci+CC) RE]
Mettiamoci nella condizione peggiore in cui RE=10 K (ovvero R2=20 K, per =0.5):
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Amplificatori e frequenza 15
BA
o
o'L
'L
21
1TV
VV)(A
s1s1
A
RR
R
RR
RT
Risposta in frequenza dipendente da RL (1)
Un altro parametro che genera effetti sul comportamento in frequenza èrelativo all’impedenza di carico all’uscita. Cominciamo dal caso piùsemplice in cui l’impedenza di carico sia resistiva.
+
-Vs
R1
R2
Vo
VV
s1s1
A
BA
o
R1
R2
In questo caso, ovviamente, l’effetto di RL è presente se l’impedenza di uscita Ro dell’OA è ≠ 0 .
To
'L
'L
o VRR
RV
To
'L
'L
21
1o
21
1 VRR
R
RR
RV
RR
RV
Quindi, se facciamo in modo che la frequenza a |T|=1 sia 1/B, deve valere che:
RL
+
-
RoVT
VV
s1s1
A
BA
o
RL
21L'L RRRR
Vo
2
A
RR
R
R
RR
12
A
RR
R
RR
R|T|
A
Bo
o'L
'L
1
21
A
Bo
o'L
'L
21
1
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Amplificatori e frequenza 16
Risposta in frequenza dipendente da RL (2)
Interpretazione grafica:
Per cui si ha un beneficio nella stabilità se l’impedenza di carico ha un valore finito: infatti l’angolo margine si ottiene con un valore di 1/ più piccolo, ovvero a parità di valore di 1/ l’angolo margine è più grande se RL ha un valore finito.
La presenza di un valore finito di RL comporta ovviamente un aumento della potenza dissipata, se consideriamo che, per avere un effetto tangibile, deve avere un valore prossimo a quello di Ro, che è generalmente intorno a 100 .
Però attenzione: se l’impedenza di carico fosse puramente capacitiva sarebbe un guaio, a meno di …:
2
A
RR
R
R
RR
A
Bo
o'L
'L
1
21
dB
1/A 1/B
B'A
0
s1s1
A
B'A
0
o'L
'L
s1s1
A
RR
R
RL=
RL<1
21R
RRperLimiti
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Amplificatori e frequenza 17
BA
o
oLL
LL
21
1TV
V)(A
s1s1
A
RRsC1
RsC1
RR
RT
Risposta in frequenza dipendente da RL (3)Dovendo pilotare un cavo necessariamente dobbiamo tenere in conto del suo effetto capacitivo e del ritardo di trasmissione, che induce riflessioni. Partiamo dallo studiare l’effetto della presenza della capacità e della sua cura:
+
-Vs
R1
R2
Vo
VV
s1s1
A
BA
o
R1
R2
Alla capacità del cavo aggiungiamo una resistenza RL in serie e vediamo cosa succede.
ToLL
LLo V
RRsC1
RsC1V
E’ evidente l’importanza della presenza di RL: determina una compensazione polo-zero. La costante di tempo CLRL deve essere sufficientemente minore di B. Se così fosse ci ridurremmo al caso precedente:
RL
+
-
RoVT
VV
s1s1
A
BA
o
RL
L
LL21
L
LL'L sC
RsC1RR
sC
RsC1R
Vo
CL
CL
2
A
RR
R
R
RR
A
Bo
o'L
'L
1
21
La situazione con RL=0 non è proprio auspicabile perché avremmo sicuramente la presenza di un polo addizionale. La morale è che bisogna prevedere sempre la presenza di RL quando si pilota un cavo. Valori tipici sono 50 – 100 .
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Amplificatori e frequenza 18
Vo
Quando la linea è una capacità e quando una linea?
Digressione sulle linee di trasmissione (1)
+
-Vs
R1
R2
RL
Zo Zo
Questa è una questione abbastanza classica: qualsiasi circuito in cui l’inverso della frequenza massima trattata è << del tempo di percorrenza della linea si può considerare a costanti concentrate e l’unica variabile che si considera è il tempo.
Quando però la frequenza di operazione diventa elevata questo non vale piùe lo spazio deve essere preso in considerazione.
Fortunatamente questo accade solo nelle connessioni elettriche lunghe (a meno che si consideri il regno delle micro-onde). Quindi in quel caso si deve considerare solo il ritardo di trasmissione, se a linea è propriamente terminata. Questo vale se la linea stessa non fa parte della reazione del sistema, come frequentemente accade. Altrimenti il suo sfasamento indotto non andrebbe trascurato.
RLF
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Amplificatori e frequenza 19
Digressione sulle linee di trasmissione (2)
Nel caso si avesse a che fare con segnali veloci la lunghezza delle linee che connettono la sorgente del segnale ed il o i ricevitori non possono essere trascurate.
La limitazione nella velocità di trasmissione delle onde elettromagnetiche èla velocità della luce nel mezzo trasmissivo.
Nel nostro caso il mezzo trasmissivo sono le piste dei circuiti stampati, le linee di connessione interne ai circuiti integrati stessi ed i cavi di collegamento utilizzati.
I concetti da tenere in considerazione quando si ha a che fare con tempi di propagazione non trascurabili sono 2:
Le onde elettromagnetiche possono venire riflesse. Possiamo avere l’onda composta dalla sovrapposizione dell’onda che si muove in una direzione e dell’onda riflessa che ritorna indietro:
)vtx(f)vtx(f)t,x(f 21
La velocità nel mezzo è finita:
1L
quindi il tempo di propagazione lungo una linea lunga L è:
Un esempio di linea semplice il classico doppino composto da 2 fili:
Vs
Rs
L*T
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Amplificatori e frequenza 20
Digressione sulle linee di trasmissione (3)
La più generica modellizzazione di una linea di trasmissione comprendeuna successione di elementi circuitali composti da induttanze, resistenze, conduttanze e capacità. Questi parametri sono tutti definiti per unità di lunghezza, x, della linea.
Se la linea non presenta trascurabili le resistenze e conduttanze per unitàdi lunghezza, ovvero se la corrente circolante è molto grossa rispetto a tali valori, si dice che la linea è dissipativa.
Vs
Rs L R
C G
L R
C G
L R
C GRL
x
L
C
L
C
L
C
L
CVs
Rs
x
Nel caso di trasmissione di segnali di bassa potenza quasi sempre la linea può essere considerata non-dissipativa, omettendo la presenza delle resistenze per unità di lunghezza.
Nel caso in cui la linea sia non-dissipativa si può fare una valutazione del comportamento senza dovere coinvolgere aspetti matematici complessi.
Prima osservazione:
Mano a mano che il segnale percorre la linea porta con se l’energia data dal generatore. Questa energia viene successivamente trasferita dalla prima induttanza alla prima capacità, quindi dalla seconda induttanza e alla seconda capacità, e via di seguito.
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Amplificatori e frequenza 21
Digressione sulle linee di trasmissione (4)
Siccome nel processo l’energia trasmessa deve rimanere intonsa, deve essere soddisfatta la condizione che in ogni punto x l’energia assorbita dall’induttanza i-esima deve essere uguale all’energia consegnata alla capacità i-esima:
)x(U)x(U CL
ovvero: 2T
2T )x(vCdx
2
1)x(iLdx
2
1
Abbiamo il primo fatto fondamentale:
C
L
)x(i
)x(vZ
T
To
In ogni punto x della linea il rapporto tra la tensione e la corrente è costante e dipendente dalle caratteristiche della linea stessa. Tale rapporto è detto impedenza caratteristica della linea.
Il segnale elettrico propaga lungo la linea alla velocità della luce nel mezzo trasmissivo. Il tempo di propagazione del segnale di un tratto x è dato da:
CZxxx
T oL
Guarda caso in una linea di trasmissione la capacità e l’induttanza per unità di lunghezza hanno simili dipendenze geometriche e vale che:
LC
11L
Esempi:
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Corso di Elettronica Applicata, IV Anno LS
Amplificatori e frequenza 22
Digressione sulle linee di trasmissione (5)
Supponiamo di applicare un segnale ad una linea che abbia una lunghezza . Il segnale propagherà solo in avanti non essendo riflesso in nessun punto. Non avremo quindi l’onda riflessa che torna verso la sorgente.
La linea si comporta come se avesse impedenza Zo anche al suo ingresso. Perciò il segnale della sorgente, avente impedenza serie RSEC, subisce la partizione con Zo. In sostanza la linea non si accorge all’ingresso di essere l’inizio.
Se la linea ha invece ha lunghezza finita ed all’estremo opposto alla sorgente è chiusa su un’impedenza uguale a quella caratteristica si ha la condizione di terminazione.
L’energia presente nella linea viene “ripartita” tra la linea stessa e il carico in parti uguali. L’energia viene dissipata dal carico, ma la linea non si accorge di essere finita. Il segnale non è riflesso.
Il segnale giunge all’estremità opposto della linea solo dopo il ritardo di propagazione dovuto alla lunghezza della linea stessa.
La questione è capire cosa succede quando l’impedenza di terminazione di sorgente e/o di carico differiscono da Zo.
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Corso di Elettronica Applicata, IV Anno LS
Amplificatori e frequenza 23
Digressione sulle linee di trasmissione (6)
Possiamo pensare al nostro segnale come ad una serie di pacchetti d’onda che percorrono la linea nelle 2 direzioni possibili.
RL
L
C
L
C
L
C
L
CVs
Rs
x
VT, IT
VR, IR
L’onda che arriva porta una certa quantità di energia ET. Se questa energia non venisse completamente assorbita dal carico ZL parte d’essa, ER, verrebbe riflessa all’indietro:
CARICOTR EEE
Ovvero la derivata:
CARICOTR PPP
o
2R
RRR
R
2R2
1R
R Z
VVI
dt
dVCV
dt
CVd
dt
dEP E:
Quindi: L
2
TR
o
2T
o
2R
R
VV
Z
V
Z
V
Da cui:
ToL
oLR V
ZR
ZRV
(lo stesso vale anche per la corrente a parte il segno)
La misura del segnale riflesso dipende da quanto l’impedenza di carico si discosta dall’impedenza tipica Zo.
Ovviamente questo stesso ragionamento si applica anche al terminale di ingresso della linea.
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Corso di Elettronica Applicata, IV Anno LS
Amplificatori e frequenza 24
Digressione sulle linee di trasmissione (7)
Vediamo i 2 casi estremi. La linea ha come carico un cortocircuito, mentre èadattata all’ingresso. Il segnale riflesso è uguale ed opposto al segnale trasmesso.
Se T è il tempo di propagazione lungo la linea, dopo un tempo pari a 2T il segnale si annulla al terminale di ingresso. Questa tecnica è usata per creare impulsi di durata definita.
Il secondo caso si ha quando la linea è adattata all’ingresso ed ha un aperto circuito come carico.
Il segnale riflesso è identicamente uguale al segnale trasmesso. Dopo 2T il segnale all’ingresso raddoppia in ampiezza.
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Corso di Elettronica Applicata, IV Anno LS
Amplificatori e frequenza 25
Risposta del differenziatore (1)
-
+
C
R
Vi Ci io sCRVV
Supponiamo che Ro sia trascurabile. Il guadagno di anello si valuta agevolmente.
C
R
Ci
A
os1
A
A
os1
A
Ti
VRCCs1
1V
RCCs1
1
s1
A
V
V)(AT
iA
o
T
Anche qui siamo nella situazione di avere 2 poli nel guadagno di anello, pur essendo partiti con un amplificatore avente solo un polo. Il differenziatore può incorrere in problemi di stabilità, se non compensato.
Per la compensazione possiamo ricorrere a 2 tecniche, che portano entrambe ad una perdita delle proprietà della rete.
-
+
C R
Vi Ci
CC
In questo caso T viene modificato in:
RCCCs1
RsC1
s1
AT
Ci
C
A
o
Affinché la rete non venga troppo depauperata delle sue proprietà occorre che CC non risulti troppo grande.
Supponiamo che: Ao/A=6.28 Mrad/S, C=500 pF, Ci=10 pF ed R=10 k.
-
+
VT per valutare T
RCCs1
1
s1
A
V
V)(AT
iA
o
T
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Amplificatori e frequenza 26
Risposta del differenziatore (2)
Se non avessimo CC, considerato che CR deve essere una costante di tempo sufficientemente grossa, otterremo uno sfasamento molto prossimo a quando |T|=1, risolvendo la solita equazione di IV grado::
sMrad
RCC
Af
i
Ao
Af /.52
411
2
122
22
22
175)(atg)RCC(atg)( Afiff
Mentre per lo sfasamento otterremmo:
Possiamo cercare CC tale che ci consegni un innalzamento del margine di fase di 45° alla frequenza RCC.
dB
1/(CCR)
|T|=1A
os1
A
RCsC1
RCCiCCs1
135)(atg
)RCCC(atg)RC(atg)(
Af
CifCf'f
Uguagliando ad 1 |T| in modo qualitativo per semplicità, ponendo f=1/CCR e supponendo (CC+Ci+C)R>>1/f, otteniamo:
1RCCCC
C2AC
iC
C
A
o
0CCR2A
C CA
o2C
Da cui (con Ci trascurata):
Dalla eq. di II grado si può estrarre:pF81CC
dB
1/(CCR)
135°
A
os1
A
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Amplificatori e frequenza 27
Il preamplificatore di carica o integratore (1)
-
+
CD
Rf
IiCi
A
os1
A
Cf
Rivelatore
La costante di tempo RfCf per rivelatori ordinari è posta la piùgrande possibile per minimizzare il contributo del rumore parallelo dovuto ad Rf (vedi più avanti nel corso).
La rete si comporta come un quasi integratore.
Frequentemente il segnale del rivelatore è un impulso di breve durata assimilabile ad una (t): )t(Q)t(ID
dove Q è la carica rilasciata nel rivelatore dalla particella incidente.
Assumendo il guadagno dell’AO l’analisi della rete fornisce:
ffff
ft
fo
fff
fo RC ),t(1
C
Qe
C
Q)t(V
sC
RsC1
RV
Ecco l’importanza di avere una impedenza di reazione capacitiva: il guadagno di carica risulta inversamente proporzionale al valore della sola capacità di reazione e può essere molto elevato per piccoli valori di Cf.
Ad esempio per un rivelatore al Si una particella di 100 keV di energia produce una Q di Q=27.8 kel. Con Cf= 1 pF si sviluppa un segnale di uscita di Vo=4.45 mV
Considerazioni sul valore di Rf. Il limite nel valore di Rf è legato all’entitàdella corrente statica di polarizzazione sia dell’amplificatore che del rivelatore, se connesso direttamente come sopra. Ad es. se Rf=1 G e la corrente di ingresso dell’OA fosse 1 nA si avrebbe una ddp di 1 V, non sempre trascurabile.
Per cui: F FF
F
1 sC RsC
R
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Amplificatori e frequenza 28
Il preamplificatore di carica o integratore (2)
Supponiamo per iniziare che Cf sia piccola, quindi si possa trascurare l’effetto di Ro nel guadagno di anello.
CD
Rf
Ci
A
os1
A
Cf
T
ff
f
iD
iDV
RsC1R
CCs1
1
CCs
1V
ffiD
ff
A
o
T RCCCs1
RsC1
s1
A
V
V)(AT
dB
1/((Ci+CD+ Cf)Rf) f
|T|=1
A
os1
A
fRfsC1
fRfCDCiCs1
T
Studiamo T con Bode:
ff
ffiD
A
oRsC1
RCCCs1log20
s1
Alog200)Tlog(20
Siccome abbiamo una compensazione polo/zero nel caso l’AO abbia un polo dominante non esistono problemi di stabilità, qualora Cf sia di piccolo valore, qualche pF o decina di pF.
Sotto l’ipotesi che Rf sia molto grande possiamo approssimare:
o oRET f
T D i f A A
A AV CT
V C C C 1 s 1 s
Quindi il sistema ha un solo pollo, se l’amplificatore ha in partenza un solo polo.
-
+
VT per valutare T
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Amplificatori e frequenza 29
Il preamplificatore di carica o integratore (3)
Per cui, nell’ipotesi che sia RfCf adeguatamente grande si ha:
dB
f
|T|=1
A
os1
A
fCfCDCiC
T
o oRET f
T D i f A A
A AV CT
V C C C 1 s 1 s
Qs1
1
sC
1
Qs1
1
A1
A
sC
1
Qs1
1
A1
A
sC
1Q
As1
A
sC
1
Q
s1
A1
1
s1
A
sC
1
T1
T
sC
1V
fCfCiCDC
oAAf
fCfCiCDC
oAAo
o
f
oA1Ao
o
foA
o
f
A
oA
o
ffo
Quindi da:
Abbiamo:
Questa è una proprietà generica: se -T(0) ha un valore elevato, il comportamento dell’amplificatore sarà descrivibile da una funzione del tipo:
1...aa
11A
1n1n
nn
f
Quindi tale che Af(0)=1/, e |Af()|=0.
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Amplificatori e frequenza 30
Il preamplificatore di carica o integratore (4)
Nel dominio del tempo risulta pertanto che:
f
fiD
o
Afe
fef
f
fiD
o
Afo C
CCC
A,
s1
1
s
1
C
Q
C
CCC
As1
1
sC
QV
)t(1fee1C
Q)t(V t
fo
E’ importante conoscere l’impedenza di ingresso:
-
+
CD
Rf
ITCi
0Ao Cf
Vo=0
Annulliamo l’anello:
VT
fiDf
fiT
f
fiDf
f
ffTiTDTT
RCCCs1
RZV
R
RCCCs1
R
RsC1VsCVsCVI
1
A1RA1CCC
sA1
RCCCs
s1
A1
R
RsC1ARCCCs1s1
s1R
RCCCs1RsC1
s1A
1
1
RCCCs1
R
T1
1
RCCCs1
RZ
o
fofiDA
o
ffiDA2A
o
f
ffoffiDA
Af
ffiD
ff
A
ofiDf
f
fiDf
fif
L’impedenza di ingresso ha una dipendenza dalla frequenza che le associa la combinazione di un comportamento induttivo e capacitivo.
(assumiamo che Ro0)
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Amplificatori e frequenza 31
Il preamplificatore di carica o integratore (5)
f A
ifD i f D i fo o f
f Ao o f
D i fT f
T f
R 1 1 1Z
C C C C C CA A C1 s R 1 s
A A C
1 1C C CC 1 s
C
La situazione interessante si ha, pertanto, quando CfRf=A:
In questa circostanza l’impedenza di ingresso è resistiva fino a frequenze elevate (vedi anche tra qualche pagina dopo per un approfondimento).
Aif
A D i f o f
f f A D i f
f A
o A D i ff f
o f
R C , grandif f AA
f o A D i f
o f
T f A D i f
o f
T f D i f
1 1 sZ
C C C 1 A C1s s
C R C C C
R 1 s
1 A C C C1 sC R 1 s
1 A C
1 1
C 1 A C C C1 s
1 A C
1 1
C C C C1 s
1 A C
1 1
C C C C1 s
T fC
Quindi l’impedenza si mantiene costante fino alla presenza del polo ad anello chiuso. L’impedenza di ingresso è tanto più piccola tanto più grande è la larghezza di banda dell’amplificatore.
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Amplificatori e frequenza 32
Il preamplificatore di carica o integratore (6)
Verifichiamo ora sotto quali condizioni occorre stare attenti al problema della stabilità.
Il primo caso lo abbiamo quando l’OA presenta 2 poli. Nell’ipotesi di Rf
molto grande abbiamo:
BA
o
fiD
fs1s1
A
CCC
CT
dB
|T|=1
BA
os1s1
A
fCfCDCiC
Sotto la condizione che A>>B lo sfasamento di 135° per T si verifica approssimativamente alla frequenza s=1/B, dove dobbiamo imporre che |T|1:
12
A
CCC
C
A
Bo
fiD
f
12
ACC
C
A
Bo
iDf
Quindi nel caso l’OA abbia 2 poli occorre imporre un limite al valore del condensatore di reazione Cf. A meno che l’amplificatore adottato non abbia più che adeguate proprietà nel comportamento in frequenza.
Si deve notare che non è in genere possibile agire su CD giacché è un parametro che dipende dal rivelatore adottato.
A1 B
1
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Amplificatori e frequenza 33
Il preamplificatore di carica o integratore (7)
Gli esperimenti con gli acceleratori prevedono lo studio di particelle aventi energia cinetica molto elevata, dell’ordine della decina di GeV.
Es.: una particella di 10 GeV in un rivelatore al Si genera circa 2.8 Gel. Supponendo di usare un preamplificatore di carica con 100 pF, il segnale sviluppato ai capi del condensatore risulta: 4.44 V!
Quando si usano capacità di reazione così elevate non è più corretto considerare trascurabile l’effetto della resistenza di uscita del preamplificatore.
CD
Ci
Cf
-
+
RoVT
A
os1
A
T
iDf
ofiDV
CCs1
sCRsC1
1
CCs
1V
o
fiD
fiDA
o
fiD
f
RCCCCCC
s1
1
s1
A
CCC
CT
Perciò anche se si parte da un OA a polo dominante, per grandi capacità di reazione il guadagno di anello si presenta con 2 poli, per via della presenza dell’impedenza di uscita dell’OA.
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Amplificatori e frequenza 34
Supponiamo di avere: Ao/a=5.28 108 rad/s, Ro=500 e Ci=CD=50 pF, Cf=100 pF ed infine =1/2.
Posto:
Il preamplificatore di carica o integratore (8)
dB
|T|=1A
os1
A
o
fiD
fiD
f
fiD RCCC
CCCs1
C
CCC
ofiD
fiDRCCC
CCC
o
fiD
fiDe R
CCC
CCC
e: f
D i f
C
C C C
|T|=1 implica che: 2o
2 2 2A s s e
A 1 11
1
Dopo la soluzione dell’equazione IV che ne consegue si ottiene:
160108 )( e Mrad/s ss
L’angolo margine risulta essere risicato. Come cura occorrerebbe diminuire la Ro. Per esempio passando da 500 a 100 per Ro si otterrebbe:
137214 )( e Mrad/s ss
In genere si osserva una certa titubanza nei sistemi a grande numero di canali all’aumento della dissipazione, che consegue dall’avere RO piccola (infatti RO=1/gm 1/IBIAS del transistore di uscita).
Se si è limitati in dinamica l’alternativa alla diminuzione della impedenza Ro
è l’impiego di un OA con la possibilità di essere compensato.
s
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Amplificatori e frequenza 35
Il preamplificatore di carica o integratore (9)
Effetti della resistenza di reazione RF.
La presenza della resistenza RF determina che l’uscita del preamplificatore non è un integratore puro.
Supposto di avere una formatura CR-RC, all’uscita del filtro formatore avremo:
FFF2F
FO CRconQ
s1
s
s1
R)s(V
Differentemente che nel caso ideale, la risposta presenta uno zero nell’origine che inevitabilmente introduce una sottoelongazione, la cui accentuazione è tanto più pronunciata quanto più F si avvicina a . Lo zero infatti cerca di evitare la trasmissione in continua del segnale.
0 0.5 1 1.5 2
x 10-5
-0.4
-0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
Tempo
AU
tauF/tau= 100
tauF/tau= 50
tauF/tau= 10
tauF/tau= 5
tauF/tau= 1.1
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Amplificatori e frequenza 36
Il preamplificatore di carica o integratore (10)
Effetti della resistenza di reazione RF.
RF deve essere presente per 2 ragioni. La prima è pratica
La seconda ragione riguarda il recupero della tensione di uscitaconseguente all’incidenza di particelle. Ammesso che IDC- si identicamente nulla, illuminando il rivelatore con una sorgente di particelle su CF si accumulerebbe carica fino a fare saturare l’uscita del pre.
+
-RF
IDC-
IDC+
CFAbbiamo che IDC+IDC- sono le 2 correnti statiche di polarizzazione presenti all’ingresso.
IDC+ non può sviluppare ddp.
La corrente statica di IDC- scorre tutta in RF, determinando all’uscita una tensione di offset di:
DCFO IRV
Se fosse RF= all’uscita del preamplificatore avremmo:
tC
IV
F
DCO
Che farebbe saturare il preamplificatore verso una delle 2 alimentazioni dopo un tempo che dipende dall’intensità di IDC-.
Nei sistemi in cui si vuole evitare la presenza di RF si usa un interruttore in || a CF che viene cortocircuitato con regolarità.
AVVERTENZA: RF deve avere il valore più alto possibile per questioni inerenti il suo rumore (si veda poi).
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Amplificatori e frequenza 37
Il preamplificatore di carica o integratore (11)
Effetto della larghezza di banda del preamplificatore.
s
Q
s1
s
s1
1)s(V
2rO
Nell’ipotesi che si possa considerare RF= per semplicità, il tempo di salita finito del preamplificatore: tr=2.2r ci d all’uscita del filtro CR-RC:
0 1 2 3 4 5 6
x 10-6
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
Tempo
AU
taur/tau= 0.01
taur/tau= 0.05
taur/tau= 0.1
taur/tau= 0.5
taur/tau= 0.9
Aggiungiamo quindi un polo che ci sposta inevitabilmente il picco a destra in funzione del suo rapporto su .
Questo effetto potrebbe danneggiare la risposta.
Cambiare l’ampiezza che nell’esempio ènormalizzata per comodità.
Inoltre in temperatura la scarsa stabilità della risposta in frequenza potrebbe modificare la linearità.
0 1 2 3 4 5 6
x 10-6
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
Tempo
AU
taur/tau= 0.01
taur/tau= 0.05
taur/tau= 0.1
taur/tau= 0.5
taur/tau= 0.9
Qui invece non viene fatta alcuna normalizzazione. Si vede come il rise time del segnale ha effetti sull’ampiezza, se non èalmeno 10 volte più piccolo del temo di formatura.
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Amplificatori e frequenza 38
L’impedenza: è detta resistenza fredda perché può essere significativamente più grossa di 1/gm , pur generando un rumore proporzionale a 1/gm (si veda più avanti).
Il preamplificatore di carica o integratore (12)
Nota sull’impedenza di ingresso
L’impedenza di ingresso:
Nel caso RF possa essere assunta di valore e A di grosso valore:
fo
fiDAff
A
o
fif
CA1
CCCs1RsC1
s1
A1
RZ
fT
fiDfT
fo
fiDAo
A
fif
CCCC
s1
1
C
1
CA1CCC
s1
1
A
s
sC
1Z
Generalmente, in un preamplificatore di carica la frequenza a guadagno unitario T si esprime come:
o
mT C
g
dove gm è la trasconduttanza del transistore di ingresso e Co la capacitàdi compensazione. Con che:
f
o
m C
C
g
1
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Amplificatori e frequenza 39
Appendice A: Esempio pratico di amplificatore (1)
+
-
CC
VCC
CF2
RA
RB
VS
VCC
CF1RF1
RF2
Consideriamo un amplificatore polarizzato con una singola alimentazione. Se il segnale di ingresso avesse valore medio nullo il processo di amplificazione sarebbe poco efficiente.
Se però il segnale ha contenuti statici trascurabili, è possibile realizzare una struttura così detta accoppiata in AC, ovvero non capace di amplificare segnali a frequenza molto piccola, o DC.
Allo scopo si introducono dei condensatori così detti di disaccoppiamento. Si realizza in sostanza la sovrapposizione di due segnali: uno statico, auto-generato, che serve ala polarizzazione, ed uno dinamico, avente componenti in frequenza sotto un certo valore trascurabili.
Nel circuito sopra le capacità di blocco del segnale statico sono 2: CF1 e CF2.
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Amplificatori e frequenza 40
Appendice A: Esempio pratico di amplificatore (2)
Assumendo che l’AO abbia guadagno abbiamo al solito che per il segnale V+V- e I+I-0, mentre una piccola corrente statica di ingresso, che per semplicità trascuriamo, potrebbe essere presente di uguale intensità ai 2 ingressi.
Per cui abbiamo che:
La valutazione statica del segnale è svolta assumendo le capacità di blocco come se avessero una valore nullo.
Nel circuito in esame l’auto-polarizzazione è implementata dalle 2 resistenze RF1 ed RF2.
CCF2CC
F1 F
RF 2
2
R1 F VRV V
R R 2
+
-
CC
VCC
RA
RB
VCC
RF1
RF2
I=0
VO
D’altra parte, essendo nulla la corrente statica che scorre in RA, sarà nulla anche la corrente che scorre in RB. Di conseguenza VO sarà circa prossima a V-
, quindi anche per VO varrà che:
CCF2O CC
F1 F2
R RF1 F2 VRV V V V
R R 2
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Amplificatori e frequenza 41
Appendice A: Esempio pratico di amplificatore (3)
Il segnale verrà completamente amplificato quando il suo contenuto in frequenza sarà adeguatamente elevato.
+
-
CC
VCC
CF2
RA
RB
VS
VCC
CF1RF1
RF2
Le 2 costanti di tempo di accoppiamento risultano essere:
1 F1 F1 F2
2 F2 A
C R R
C R
Per arrivare a questo basta applicare il principio di sovrapposizione e considerare VCC=0 V quando si applica VS.
Di solito si fa in modo che una delle 2 costanti di tempo sia dominante rispetto all’altra.
Nella fattispecie la più piccola è quella che imposta la frequenza di accoppiamento.
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Amplificatori e frequenza 42
Appendice A: Esempio pratico di amplificatore (4)
Quindi l’amplificatore si riduce alla configurazione che abbiamo giàanalizzato.
In funzione del guadagno impostato sarà necessaria la presenza della capacitàdi compensazione CC, se l’AO scelto ha questa opzione.
Nel nostro esempio l’AO in considerazione è l’AD829 che consente di implementare la compensazione:
Alle frequenze di lavoro i condensatori di blocco possono essere considerati dei cortocircuiti e la rete si può approssimare a:
+
-
CC
VCC
RA
RB
VS
VCC
RF1
RF2
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Amplificatori e frequenza 43
Appendice A: Esempio pratico di amplificatore (5)
Circuito di prova implementato:
Shee
tof
INF
N -
Uni -
Fis
- M
IBP
.zza
della
Scie
nza
, 3.
2012
6 (
MI)
Ita
ly
11
sch
em
atic
nam
e = S
CH
EM
ATIC
1
Tues
day
, D
ecem
ber
14,
2010
sche
matic
pat
h =
/
AD
829
-+
U1
AD
82
93 2
6
7 41 58
R1
51
R2
47
R3
1k
R4
51
C4
68p
C3
27p
C2
6.8p
C1
3.3
p
J1
BN
C_IN
1 2
J3P
OW
ER
1 2 3
J2
BN
C_O
UT
1 2
R9
0
VC
C
R12
1k
VC
C
R13
1k
SW
2S
W D
IP-4
/SM
C5
100n
VC
C
R5
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Accoppiamento AC
Facoltà di Fisica di Milano Bicocca Pessina Gianluigi
Corso di Elettronica Applicata, IV Anno LS
Amplificatori e frequenza 44
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Facoltà di Fisica di Milano Bicocca Pessina Gianluigi
Corso di Elettronica Applicata, IV Anno LS