Il caso Sanità, scatta la caccia a settanta esperti per le ......già oggi ospitano rifiuti...

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Sanità, scatta la caccia a settanta esperti per le federazioni Il caso SARA STRIPPOLI C ampagna acquisti per le Federazioni sanitarie del Piemonte. Si cerca personale qualificato per gesti- re logistica e magazzini, omo- logare sistemi informatici, per acquisto di macchinari e forni- ture ospedaliere. La prima a partire con il bando è la Fede- razione della Città della salute. SEGUE A PAGINA VII Un medico

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Sanità, scattala cacciaa settanta espertiper le federazioni

Il caso

SARA STRIPPOLI

Campagna acquisti per leFederazioni sanitariedel Piemonte. Si cerca

personale qualificato per gesti-re logistica e magazzini, omo-logare sistemi informatici, peracquisto di macchinari e forni-ture ospedaliere. La prima apartire con il bando è la Fede-razione della Città della salute.

SEGUE A PAGINA VII

Un medico

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I bandi per costituire le federazioni, già arrivati quindici curriculum. Non ci saranno assunzioni

Caccia a settanta esperti nelle Aslper riorganizzare la spesa sanitaria

(segue dalla prima di cronaca)

SARA STRIPPOLI

IL BANDO della FederazioneTorino sud est diretta da Giam-paolo Zanetta, che raggruppa

la super azienda Città della salute,l’Asl To1 e la To5, è stato pubblica-to nei primi giorni di agosto e sca-de il 14 settembre. Settanta perso-ne qualificate, tutti tecnici e am-ministrativi già in servizio nelleaziende di riferimento, sarannoselezionate alla scadenza dei ter-mini direttamente dal direttore.Saranno chiamati a lavorare inpool diversi a seconda del settoredi competenza, dipendenti delleaziende con esperienza nella ge-stione dei magazzini, negli acqui-sti, negli impianti. Per fine agostoè atteso il secondo bando e in que-sto caso la ricerca è per dieci diri-genti amministrativi. L’obiettivodi risparmio, risponde Zanetta «èarrivare a raggiungere almeno gliobiettivi indicati dalla spendingreview, una percentuale fra il 3 il 5per cento solo per gli acquisti, laprima missione da portare a ter-mine. I fabbisogni delle diverseaziende sono già stati raccolti».

In seguito, le federazioni do-vranno affrontare il tema com-plesso della vendita del patrimo-nio delle aziende. Non prima peròche siano chiarite esattamente leintenzioni della Regione, chepensa all’istituzione di un fondoimmobiliare dove far confluirel’ingente proprietà della sanitàpiemontese. Un bando per la ri-cerca di personale disposto a pas-sare alle federazioni è stato pub-

blicato anche da Carlo Marino perla Piemonte sud ovest di Cuneo epure Silvia Torrengo, che dirige laTorino Nord, è alla caccia di tecni-ci disposti a scommettere sullanovità delle federazioni. Si trattadi spostamenti interni con com-pensi invariati e scelta volontaria,come da accordi recenti fra l’as-sessore regionale alla sanità Pao-lo Monferino e i sindacati. Nessu-na assunzione è consentita, non cisaranno costi per il personale senon quello previsti per i sei ammi-nistratori unici. «Sono ottimista— dice Zanetta — Nonostante siaagosto, sono già arrivati oltre

quindici curriculum». Dopo molta attesa, il contratto

è stato firmato dai sei “federali”della sanità. Guadagneranno 123mila euro lordi, un compenso si-mile a quello dei direttori genera-li, composto da una parte variabi-le più alta condizionata dai risul-

tati ottenuti. La prima verifica èfissata per fine anno, quando tut-ti saranno chiamati ad un primocontrollo sulla spesa per gli acqui-sti. Ciascuna federazione partecon un capitale sociale di 120 mi-la euro. Per la Torino Sud est qua-rantamila euro per ogni azienda(Città salute, Asl To1 e To5). Sonoloro i soci, chiamati poi a versareun contributo mensile di qualchemigliaia di euro (la cifra non è an-cora definita), con il quale saran-no pagati gli stipendi dei direttori-amministratori.

Anche l’organigramma è pron-to. La Federazione Torino sud est

l’ha pubblicata sul suo sito. È pre-visto un gruppo di staff di circasette persone, segreteria e con-trollo di gestione, e un collegiosindacale. Due le linee di produ-zione: una divisione acquisti e lo-gistica e una per tecnologie estrutture. Ognuna delle qualiprevede un numero di mansionidettagliate. Alla fine il personaledella Federazione potrebbe esse-re di un centinaio di dipendenti. Ifabbisogni, tuttavia, devono es-sere considerati flessibili e saran-no concordati da Regione e sin-dacati.

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I sei supermanagerguadagnerannocome i direttorigenerali: circa 120mila euro lordi

Organigramma ASSEMBLEADEI SOCI

AMMINISTRATOREUNICO

Acquisti 1

DM impiantabili,materiali

e service dialisi,materiali e servicelaboratorio analisi

Logistica

Gestionelogistica

e magazzini

STAFF

COLLEGGIOSINDACALE

Acquisti 2

DM nonimpiantabili,

farmaci

Acquisti 3

Attrezzaturesanitarie e non

sanitarie, servizie arredi

Acquisti 4

Acquisizionidi beni e servizi

sul mercatoelettronico,

materiale economale

LINEE DI PRODUZIONE

pianificazione e monitoraggioapprovigionamenti

DIVISIONE ACQUISTIE LOGISTICA

programmazionee gestione degli investimenti

DIVISIONE TECNOLOGIEE STRUTTURE

Sviluppo e gestionereti informative

e digitalizzazionesistema

ICT

Manutenzioniedili

ed impiantistiche

Tecnico

Acquisizionie alienazioni

del patrimonioimmobiliare,

assicurazioni,utilities

Patrimonio

Gestione e valutazionedel patrimonio tecnologico

e valutazione (HTA)dei DM

Tecnologie biomediche

IL MANAGERGiampaolo Zanfrettadirettore dellafederazione sanitariaTorino Sud

Il caso

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TORINO ■ V

“Piemonte pattumiera nucleare”L’allarme di Legambiente: arriveranno cinque nuovi depositi

I numeri

72 PER CENTOÈ la percentualeospitata dalPiemonte, sul totaleitaliano, se siconsiderano soltantoi rifiuti radioattivi

50 MILIARDIÈ in becquerel, lamisura dellaradioattività, laquantità di trizioscaricata dall’excentrale di Trinonel 2010

341 MILIARDIÈ, sempre misuratoin becquerel,il trizio scaricato nel2010 nel LagoMaggiore dal centroEuratom di Ispra

96 PER CENTOÈ la percentuale deltotale delle sostanzeradioattive presentiin tutto il territorionazionale che èstoccata nei depositipiemontesi

MARCO TRABUCCO

«IL PIEMONTE è la pattu-miera nucleare d’Italia».L’allarme arriva da Le-

gambiente e Pro Natura, che lohanno lanciato dopo aver analiz-zato i dati diffusi nell’ultimo rap-porto Ispra (l’Istituto superioreper la protezione e la ricerca am-bientale). Secondo le due asso-ciazioni ambientaliste, quei datidimostrano come «il peso del nu-cleare pregresso gravi quasi tuttosul Piemonte, sia per quanto ri-guarda i rifiuti radioattivi giacen-ti, sia per quanto riguarda gli sca-richi di radioattività in aria e inacqua».

Legambiente poi lancia unnuovo allarme: «Ci sono i proget-ti per realizzare ben cinque nuo-vi depositi nucleari (senza sca-denza, sempre in Piemonte),mentre sono ricominciati i tra-sporti nucleari per il riprocessa-mento delle scorie». I cinquenuovi depositi, secondo la de-nuncia, sarebbero localizzatinelle tre località piemontesi chegià oggi ospitano rifiuti nuclearie cioè l’ex centrale atomica di Tri-no Vercellese (due siti), Saluggia,sempre in provincia di Vercelli(due siti) e Bosco Marengo (un si-to). Queste cinque nuove «pattu-miere atomiche» dovrebbero es-sere utilizzate solo fino a quandonon sarà identificato il depositonazionale definitivo delle scorienucleari: se ne parla da decenni,

però, senza che una decisione siaarrivata.

Quanto ai pericoli attuali, «sesi considera l’insieme di tutti i ti-pi di sostanze radioattive pre-senti — spiegano le due associa-zioni — oggi il Piemonte si trovaa ospitarne ben il 96 per cento diquelle che si trovano in Italia»,mentre «se si considerano sola-mente i rifiuti radioattivi (per iquali non è attualmente previstonessun trasferimento, ma anzi èprevisto il consolidamento della

loro presenza nei cinque nuovidepositi) il Piemonte è costrettoad ospitarne oltre il 72 per cento».

C’è poi il problema degli scari-chi di rifiuti radioattivi di centra-

li e impianti nucleari che, anchese non più in funzione, «rilascia-no in aria e in acqua in modo si-stematico e “autorizzato” so-stanze pericolose» Legambientee Pro Natura portano l’esempiodel trizio: «Il trizio gassoso è ra-dioattivo e radioattiva è purel’acqua cosiddetta “triziata”. Be-ne: nell’anno 2010 il primato discarichi di questa sostanza spet-ta di gran lunga alla ex centrale diTrino». Oltre al trizio, scaricatoda tutte le ex centrali nucleari —

aggiungono le due associazioni— anche il centro nucleare Eura-tom di Ispra (in Lombardia ma apochi passi dal Piemonte) nescarica inaspettatamente mol-tissimo (341 miliardi di becque-rel nell’anno 2010) e, dato che loscarico avverrebbe secondo leassociazioni nel Lago Maggiore ein prossimità del territorio pie-montese, «bisogna lanciare unnuovo ulteriore grido d’allar-me».

Preoccupazionianche per il trizioscaricato nel LagoMaggiore dalcentro Euratom

CENTRALELa centraleelettro-nucleareEnrico Fermidi TrinoVercelleseè rimastain funzionedal 1964al 1987.È statala primainiziativaindustrialeavviatain Italiain camponucleare

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Nelle varie notizie negativerelative ad aumenti dei prez-zi una, in controtendenza po-sitiva, riguarda la decisionedell’ateneo Avogadro di nonaumentare le tasse universi-tarie, secondo quanto dispo-sto dall’approvazione della«spending review» passataalla Camera che prevede au-menti per studenti fuori cor-so e per quelli in corso cheabbiano un Isee superiore a40 mila euro.

Ma l’Avogadro ha decisodi mantenere inalterata lacontribuzione studentescaper entrambe le categorie di

studenti, per cui le immatrico-lazioni e iscrizioni al nuovo an-no accademico inizieranno, atasse invariate, lunedì 27 ago-sto.

«E’ sempre esistito - il com-mento del pro-Rettore (già no-minato, entrerà in funzione anovembre, ndr)Cesare Ema-nuel - il limite del 20% nel rap-porto di contribuzione studen-tesca e fondo di finanziamen-to ordinario (FFO) per il fun-zionamento dell’Università,ma all’Avogadro siamo riusci-ti ad attestarlo sul 18,49%, re-perendo altrove quanto serveper il funzionamento dell’ate-neo. Nonostante i pesanti sa-crifici che dovremo fare inogni caso non ci è parso giu-sto gravare ulteriorementesulle famiglie con l’aumentodi tasse universitarie. Scelteche, del resto, la nostra uni-versità ha già compiuto in pas-sato». [F. N.]Studenti dell’Avogadro

UNIVERSITA’. DAL 27 AGOSTO

“Le tasse d’iscrizionenon saranno toccate”

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Prima di partire per le vacan-ze, passate all’Avis: in estateil valore della donazione au-menta. Nel periodo estivo sifa più acuta la carenza di san-gue, mentre diminuiscono ledonazioni. Ogni giorno alMassaja, l’Avis astigiana ac-coglie i donatori rimasti in cit-tà e conferma che l’estate èun periodo difficile.

«Abbiamo avuto grossiproblemi a luglio e anche ago-sto si presenta critico - spie-gano i responsabili dall’Avis

comunale, presieduto da Bru-na Accornero - Ogni giornocontattiamo i volontari disponi-bili e dobbiamo riconoscere laloro grande generosità nel ri-spondere alla chiamata, manon sempre questo è sufficien-te». L’Avis comunale vanta 5mila donatori, altrettanti inprovincia, con circa 15 mila pre-lievi l’anno in città e oltre 20 mi-la nell’Astigiano. «Una cittàche dona, molto attiva - spiega-no dall’Avis - ciò non toglie chel’estate sia un momento diffici-

le: il caldo, le ferie, e un contem-poraneo maggior numero di ri-chieste di sangue, rendono in-sufficienti le disponibilità». Leferie poi, rappresentano undoppio problema: «In primoluogo per l’assenza dei donato-ri, poi perché al loro rientromolti donatori vengono esclusia causa dei luoghi visitati inviaggio». Infatti, chi ha rag-giunto Paesi come Grecia, Un-gheria, Romania, Tunisia, Usa,Canada e molti altri ancora,viene escluso dalla donazione

per 28 giorni dalla data del rien-tro: «Una sospensione precau-zionale a causa di possibili infe-zioni trasmesse dalle zanzare.Non sono esclusi da questo ri-

schio neppure le province diTreviso, Belluno, Venezia, Udi-ne e la regione Sardegna. Ed ècomprensibile come questaprecauzione diminuisca il nu-

mero dei donatori, accrescen-do i problemi». La necessità disangue resta notevole e l’Avisinvita tutti ad avvicinarsi alladonazione: è possibile effet-tuarle tutti i giorni al Massaja,oppure il venerdì mattina al-l’autoemoteca di piazza Alfieri.

L’unica sospensione del ser-vizio è prevista per oggi, men-tre venerdì 24 l’autoemotecatornerà regolarmente in piaz-za Alfieri. Sabato e domenica sipotrà donare anche a Villano-va, domenica a Calamandranae Rocchetta Tanaro. Domenica26 invece, dalle 7,30, l’autoemo-teca sarà sul piazzale davantialla chiesa di Tanaro. Al Cen-tro trasfusionale del Massaja sipuò donare ogni giorno dalle7,30 alle 10, sabato compreso.Informazioni: 0141/210.410; [email protected]. [V. FA.]

SANITÀ/2. PIÙ CARENZE DURANTE I MESI ESTIVI

L’appello dell’Avis alla solidarietà“Donate il sangue prima di partire”

Una giovane donatrice di sangue

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VALENTINA FASSIOASTI

Rafforzato il sostegno alle futu-re mamme arabe e albanesiche si rivolgono al Consultorio:l’Asl estende il servizio di me-diazione culturale.

La struttura di via Baraccaassicura da anni l’attività dimediazione, ma da settembreil servizio verrà potenziato gra-zie a un contributo regionale. Ifondi consentiranno all’Asl diestendere la presenza delledue mediatrici culturali che daoltre dieci anni prestano servi-zio al Consultorio: Fatima AitKablit, nativa del Marocco, eSabina Darova di origine alba-nese. L’incarico alla cooperati-va Jokko, a cui appartengonole due operatrici, è già stato si-glato: il rafforzamento dellamediazione linguistico cultura-le proseguirà fino al 31 marzo2013. «Il ciclo di incontri di pre-parazione alla nascita - spiegaPaola Imarisio, responsabileConsultorio - inizierà a settem-bre e si terrà nelle nostre strut-ture di Asti e Nizza. Quest’ulti-ma è stata recentemente coin-

volta da una sperimentazioneche, accanto alla ginecologa, havisto operare la mediatrice cul-turale di lingua araba: l’esperien-za è stata accolta molto positiva-mente e tornerà a ripetersi dalprossimo mese». Al Consultoriole donne straniere (il 50% del-l’utenza) arrivano soprattuttoattraverso il passaparola. La me-diatrice culturale è a loro dispo-sizione già dopo la prima visitaginecologica. I corsi pre-partoiniziano dal settimo mese, mal’aiuto della mediatrice è fonda-mentale fin da subito. «Il rappor-to di fiducia che si instaura tramediatrice e donne straniere leaiuta a vivere con più serenitàl’esperienza della gravidanza in

un Paese che non è il loro, spes-so lontane dalle proprie madri, ead accedere con più facilità aiservizi sanitari - spiega SabinaDarova, al Consultorio dal 2000-. Le future mamme albanesi so-no spesso ragazze giovani tra 19e 25 anni». «Spesso durante lagravidanza - spiega Fatima AitKablit, al Consultorio dal 2001 -la donna araba si imbatte in pro-blemi che ignorava, come il dia-bete. Con lo specialista, le aiutia-mo a comprendere l’importanzadi non sottovalutare il disturbo.Le donne del mio Paese, purspesso analfabete e senza sape-re l’italiano, si integrano senzadifficoltà nel percorso di accom-pagnamento alla nascita».

SANITÀ/1. CON UN FINZIAMENTO DELLA REGIONE

L’Asl rafforza il sostegnoalle mamme multietniche

Fatima Ait Kablit, nativa del Marocco, e Sabina Darova, albanese

Mediatrici di linguaaraba e albanesein aiuto alle donnein gravidanza

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Spendingreview

Primogiornodi

applicazionedellenuove

ricetteQuisopra

ilpresidentedell’Ordine

deimesiFossale

ANDREA ZANELLOVERCELLI

Da Ferragosto i medici sulla ri-cetta non possono indicare piùil nome del farmaco ma quellodel suo principio attivo. La nuo-va norma parte dei provvedi-menti sulla spending review de-cisi dal governo, quindi farà sìche sulla ricetta non si parli diAulin ma il nimesulide, non diZantac ma di ranitidina.

Il ministero della Salute inuna nota ha sottolineato chequeste disposizioni «non ri-guardano le terapie cronichegià in corso» per evitare possi-

bili inconvenienti nel passag-gio da un medicinale all’altro.Come ogni novità ci vorrà deltempo per rendere la norma fa-miliare ai pazienti e ai mediciper organizzarsi, anche perchénel processo saranno coinvoltele aziende di software che rea-lizzano i programmi usati daidottori per dare le ricette ai pa-zienti. Il pericolo è che nell’im-mediato si crei confusione, perquesto «c’è un accordo condivi-

so con il Servizio Farmaceuticoterritoriale: per un mese varran-no ancora le ricette abituali - rac-conta Pier Giorgio Fossale presi-dente della dell’Ordine dei medi-ci chirurghi e degli odontoiatri diVercelli -. Le ricette non cambie-ranno per le terapie cronichecontinuative, ma per tutte le al-tre. Nelle prossime settimane èin programma una riunione coni rappresentanti dei medici di fa-miglia, del distretto sanitario e

delle farmacie per trovare unametodologia di condivisione pernon creare problemi al cittadi-no». «Sarà studiata una soluzio-ne per inserire nella ricetta le in-dicazioni che differenzino tra pa-tologie croniche e nuove - conti-nua Fossale - così da permettereai medici di continuare ad utiliz-zare il nome del farmaco dovenecessario e di indicare il princi-pio attivo negli altri casi. Entro il6 settembre tutti i medici avran-

no le indicazioni necessarie».«Adeguamento alla novità e

tutela del cittadino saranno bi-lanciate - prometta la dottoressaAlessia Pisterna, direttore Servi-zio Farmaceutico di Vercelli - imedici di base avranno il temponecessario di organizzarsi: sia-mo consci che la novità abbia bi-sogno di tempo per essere assor-bita, soprattutto visto che la nor-ma è entrata in vigore nel giornodi Ferragosto».

SANITÀ. NIENTE PIU’ NOME DEL MEDICINALE MA IL PRINCIPIO ATTIVO

Nuove ricette, partenza in salitaRiunione tra rappresentanti dei medici di famiglia, distretto e farmacie

Fossale: «Accordoterritoriale: per unmese ancora validele prescrizioni abituali»

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Il Piemonte è la pattumiera nu-cleare d’Italia». A lanciare l’al-larme è Legambiente, checommenta i dati pubblicatidall’Annuario dell’ambiente

dell’Ispra, l’Istituto superiore per laprotezione e le risorse ambientali. IlVercellese, con i siti nucleari di Tri-no e Saluggia, contribuisce in mododeterminante al primato regionalein quanto a rifiuti nucleari e scari-chi di sostanze radioattive nell’ac-qua e nell’aria.

Sul totale delle sostante radioat-tive presenti, il Piemonte ne ospitail 96%; mentre se si tiene conto sol-tanto dei rifiuti radioattivi, la per-centuale arriva al 72%: «E per que-sti rifiuti – dice Gian Piero Godio diLegambiente Vercelli - non è previ-sto nessun trasferimento, ma anzi èprevisto il consolidamento della lo-ro presenza grazie alla realizzazio-ne di nuovi depositi nucleari a Sa-luggia, Trino e Bosco Marengo».

In Italia nel 2010 erano stimati 3milioni e 154 mila Giga-Bequerel(l’unità di misura dell’attività di unradionuclide) derivati dai rifiuti ra-dioattivi, di cui 2 milioni 279 mila825 GBq in Piemonte. Ai rifiuti vaaggiunta la radioattività delle sor-genti dismesse (che vale 4 milaGBq) e del combustibile irraggiato(altri 249 Tera-Bequerel). La som-ma ammonta a 251 mila 996 Tera-Bequerel, il 96,4% di tutta la radio-attività in Italia. Al secondo posto,assai più indietro, c’è la Basilicatacon 3 mila 846 TBq e al terzo laLombardia (che ospita l’Euratom diIspra) con 3 mila 802 TBq.

Ma ciò che più preoccupa Le-

gambiente sono le sostanze radioatti-ve che vengono scaricate in acqua ein aria dagli impianti nucleari dismes-si, «in modo sistematico e autorizza-to», denuncia l’associazione. Le so-stanze rilasciate nell’ambiente sonoprincipalmente cobalto, cesio, uranio,plutonio, trizio. Proprio quest’ultimo,sostanza radioattiva dalla straordina-ria versatilità che può assumere lostato gassoso come quello liquido op-pure di vapore, è la sostanza maggior-mente rilasciata dalla centrale di Tri-no. Dove nel 2010 è stata registratauna radioattività pari a 5,2 miliardi diBequerel dovuta proprio al trizio, unaquantità di gran lunga superiore, ad

esempio, agli 1,4 miliardi di Latina.Secondo gli ambientalisti il mino-

re dei mali sarebbe la realizzazione diun deposito nazionale unico il più pre-sto possibile, in modo da evitare la co-struzione di nuovidepositi tempora-nei come il D2 di Sa-luggia: «Siccomedel deposito nazio-nale definitivo nonse ne parla neppu-re – continua Godio -, è facile pensareche i numerosi depositi in fase di rea-lizzazione saranno destinati a ospita-re i materiali radioattivi chissà perquanto tempo. Purtroppo aver deciso

di realizzare questi nuovi depositi inlocalità come quelle vercellesi, anzi-ché in un sito scelto appositamente econ criteri oggettivi, significa aver de-ciso di aumentare consapevolmente i

rischi. Sia in caso diun eventuale inci-dente o di atto ter-roristico sia peruna catastrofe na-turale. Saluggia,Trino e Bosco Ma-

rengo sono siti per nulla idonei a que-sta funzione, anzi sono a elevato ri-schio».

Legambiente boccia anche i viaggidel combustibile radioattivo in Fran-

cia per il riprocessamento, praticache «non è assolutamente necessaria– spiega -. Per la maggioranza deicombustibili nucleari, compresi tuttiquelli che ci sono in Italia oggi, sareb-be più vantaggioso, in termini di ri-schi e persino di costi, evitare il ripro-cessamento e procedere al loro stoc-caggio in un deposito centralizzatoidoneo, individuato con oggettività,democraticità e partecipazione».

E mentre i convogli ferroviari «inpartenza» per la Francia sono quasiesauriti (manca solo il 2% del materia-le da trasportare), gli ambientalisti te-mono già i viaggi di «ritorno» versol’Italia.

il casoGIUSEPPE ORRÙ

SALUGGIA

In Piemonte il 96% delle scorie, i siti di Trino e Saluggia fra i più contaminati

DepositiTrinoe

Saluggiaospiteranno

inviatemporanea

materialiradioattivi

manonsi saquantoalungo

inattesadiunsito

a livellonazionale

“Una pattumiera nucleare”L’allarme di Legambiente

DATI DELL’ISPRASecondo l’istituto superiore

per l’ambiente il Vercelleseè la zona più inquinata