Il caso montecchio

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IL CASO MONTECCHIO Acquedotto di Montecchio: L’acquedotto di Montecchio è posto a ovest della provincia di Reggio Emilia. Il bacino d’utenza serve una popolazione di 9700 abitanti e corrisponde quasi per intero al territorio del comune omonimo Castello di Montecchio La cittadina è posta a fianco del torrente Enza. Fu fondata da Matilde di Canossa a protezione dei nemici Parmigiani. “campanilista?”

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Francesco Calza - IREN Reggio Emilio presenta il "Caso Montecchio" brillante esempio di gestione di una situazione critica

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IL CASO MONTECCHIO

Acquedotto di Montecchio:

L’acquedotto di Montecchio è posto a ovest della provincia di Reggio Emilia. Il bacino d’utenza serve una popolazione di 9700 abitanti e corrisponde quasi per intero al territorio del comune omonimo

Castello di Montecchio

La cittadina è posta a fianco del torrente Enza. Fu fondata da Matilde di Canossa a protezione dei nemici Parmigiani. “campanilista?”

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Caratteristiche principali:

L’impianto originale la torre piezometrica veniva alimentata dall’antico “Acquedotto Levi (1885)”, mandato in pensione alla fine degli anni settanta.

In seguito venne costruito un nuovo campo pozzi posto in località Aiola.

- Lunghezza rete di distribuzione km 63.43

- Numero derivazioni utenza 1900

- Pressioni medie: 40 m.c.a.

La città è stata costruita sulle ghiaie del fiume Enza: il terrenno è estremamente drenante.

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IL CASO MONTECCHIO

1997: primo progetto di distrettualizzazione e riduzione delle dispersioni nell’acquedotto di Montecchio.

Nonostante la presenza di una condotta adduttrice appositamente costruita in collegamento tra Aiola e il serbatoio pensile, questa era stata lasciata interconnessa alla rete di distribuzione. A domanda venne risposto: “altrimenti si rompe”. (la colpa se la prese la condotta in PVC PN10). In realtà il gruppo pompe non ha alcuna protezione dagli avviamenti ed arresti. L’apertura delle valvole di interconnessione ha come risultato la dissipazione dei colpi d’ariete nell’intera rete di distribuzione, la quale reagisce producendo dispersioni enormi. Il terreno estremamente drenante rende invisibili le dispersioni: tutto in apparenza è funzionante.

AZIONI:

Viene separata la condotta adduttrice da buona parte della distribuzione cittadina e installate casse d’aria a valle delle pompe: nasce il primo distretto, anche se inizialmente non permanentemente monitorato.

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MONITORAGGIO PERMANENTE

REGISTRAZIONE DATI

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ELABORAZIONE E VALUTAZIONE

ATTIVAZIONE PROGETTI DI RICERCA

LOCALIZZAZIONE E RIPARAZIONE

VERIFICA RECUPERO

TRASFERIMENTO DATI (M0DEM GSM-GPRS)

MISURAZIONE

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Figura 3: Riparazione di condotta in fibrocemento

ANNO 2004:

Nonostante l’intensa attività di ricerca perdite e il monitoraggio permanente di tutti i distretti, il livello delle dispersioni continua a crescere, con punte che superano i 500.000 mc/anno.

Anche se la buona disponibilità d’acqua ha garantito un servizio continuativo nel tempo, l’acquedotto di Montecchio è il peggiore dell’intera provincia di Reggio Emilia.

Nel 2005 viene coinvolta la ditta Aulos, la quale accerta la presenza di colpi d’ariete molto potenti.

La causa di questo fenomeno è una grossa utenza dotata di serbatoio a terra ed alimentata tramite elettro-valvola a rapida azione, in grado di scagliare una sovrapressione di oltre 10 bar ad ogni chiusura.

Ma la concausa di un livello di perdita così alto è dato dalla presenza di un terreno estremamente drenante ed in grado di occultare la quasi totalità delle dispersioni. La cittadina è infatti costruita sulle ghiaie del vicino fiume Enza che scorre a poche centinaia di metri.

La commistione delle due problematiche ha generato un’alta frequenza delle rotture ed un altissima percentuale di dispersioni occulte. Una rete estremamente indebolita in un terreno fortemente drenante.

OLTRE 10 BAR

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Una delle valvole anti colpo d’ariete

Particolare dell’interconnessione di via Beata vergine della Sedia: anche l’ultima località viene disconnessa

dall’adduttrice e ricollegata alla rete di distribuzione.

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Un nuovo enorme problema: la frattura fragile del polietilene.

A complicare ulteriormente la situazione è l’insorgenza delle rotture fragili su polietilene. Il polietilene viene utilizzato a Reggio fin dagli anni ‘70 sulle derivazioni d’utenza, in alternativa al piombo.

A partire dalla fine degli anni ‘90 il numero di rotture su questa tipologia di condotte cresce a dismisura.

Il fenomeno non sfugge ad un responsabile di zona: Fabio Bondi. Fabio è perito chimico e porta il primo campione al laboratorio aziendale.

I progetti di ricerca condotti a livello aziendale fanno emergere 2 problemi:

- tubi di cattiva qualità, nonostante i certificati (materie prime non vergini, nerofumo in tramoggia, assenza di antiossidanti…)

- fenomeno di aggressione da parte del disinfettante: biossido di cloro.

Questo fenomeno è particolarmente subdolo perché si manifesta a circa 10 anni dalla posa.

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frattura fragile del polietilene: la soluzione

Alla fine degli anni 2000 l’80% delle rotture si verificava su prese di polietilene.

Oltre al problema degli enormi volumi dispersi, si aggiunge il fatto che i contatori sono in buona parte posti all’interno delle case e che per statuto la responsabilità delle condotte si estende anche nella proprietà privata.

Gli effetti sono devastanti: continue richieste di danni e aumento dei costi di manutenzione.

La soluzione:

Ben presto ci si accorge che la semplice riparazione del guasto è inefficace. Il materiale diventa fragile e letteralmente si sbriciola.

Grazie alla professionalità ed inventiva di alcuni tecnici vengono sviluppate alcune tecniche NO-DIG.Il tubo non viene più riparato ma sostituito inserendo una nuova condotta al suo posto. Viene introdotto un materiale multistrato, più robusto e duraturo.

Ogni partita di polietilene in arrivo è controllata dal laboratorio.

Sostituzione di una presa con tecniche NO-DIG

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Partner Acronym

2010: GESTIONE DELLE PRESSIONI, una scelta vincente.

1- distretto Aiola: con gestione pressioni mediante pompe a giri variabili (economicamente vantaggioso)

2- distretto Montecchio Nord: alimentato da serbatoio pensile, con gestione pressioni mediante PRV modulante su base portata.

3- distretto Montecchio Sud: alimentato da serbatoio pensile, con gestione pressioni mediante PRV modulante su base PUNTO CRITICO.

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Gestione PressioniNel distretto “Montecchio Sud” è stato implementato il primo sistema di regolazione con controllo al punto critico. Particolare attenzione viene posta ai colpi d’ariete con l’implementazione di un sistema di controllo permanente del fenomeno, grazie ad un campionamento ad alta scansione.

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Oltre ad una immediata riduzione dei volumi dispersi, la gestione delle pressioni ha come risultato la notevole riduzione delle rotture. A seguito dell’avviamento della valvola di regolazione la velocità di crescita è notevolmente diminuita.

Avviamento PRV

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2012 Ulteriore suddivisione della rete

Al fine di una efficace azione, il distretto Montecchio Nord è stato suddiviso in tre “sotto-distretti”:

- Distretto A: Ospedale- Distretto B: Due Torri- Distretto C: Distretto Centro Storico

L’obiettivo è aumentare l’efficacia della ricercae diminuire i tempi di localizzazione.

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FASE DI PRELOCALIZZAZIONE: ANALISI DI PASSO

ALLO SCOPO DI VELOCIZZARE LE OPERAZIONI DI RICERCA E’ POSSIBILE UTILIZZARE LA STAZIONE DI MONITORAGGIO NELLA FASE CHIAMATA PRE-LOCALIZZAZIONE.L’ANALISI DI PASSO VIENE ESEGUITA TIPICAMENTE IN FASE NOTTURNA, SFRUTTANDO I MOMENTI IN CUI I MINIMI CONSUMI DA PARTE DELL’UTENTE METTONO MAGGIORMENTE IN RILIEVO LA PORTATA COSTANTE FUORIUSCENTE DALLE PERDITE.

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LA PROGRESSIVA PARZIALIZZAZIONE DELL’ IMPIANTO UNITA AD UN MONITORAGGIO CONTINUO DELLE PORTATE IN INGRESSO, EVIDENZIA LA PORZIONE DI RETE, “PASSO”, CON LE MAGGIORI DISPERSIONI. SI STRINGE COSI’ IL CAMPO DELLE RICERCHE AD UNA PRECISA ZONA.

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GRAFICO PORTATE IN TEMPO REALE

RISPARMIO DEL 66%SU TECNICHE

TRADIZIONALI

RIORDINO DEL PARCO VALVOLE E CERTEZZA

DELLA MANOVRABILITA’

DELLA RETE

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MONTECCHIO: UN LABORATORIO DI SPERIMENTAZIONE PER LA RICERCA

DELLE PERDITE

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ANDAMENTO DELLE LE DISPERSIONI

Al fine di monitorare con oggettività i risultati, già da alcuni anni nell’acquedotto di Montecchio viene calcolato il bilancio idrico consigliato dai tecnici di IWA Waterloss Specialist Group. Dai volumi di perdita si deduce ILI (infrastructure Leakage Index).

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CONCLUSIONI

Cercare le perdite non basta, occorre un approccio più completo che comprenda:

- COMPRENSIONE DEL FUNZIONAMENTO DELLA RETE E VERIFICA DELLA AFFIDABILITA’ CARTOGRAFIA, CORREZIONE DI EVENTUALI ERRATE IMPOSTAZIONI.

- INDAGINE SU FENOMENI TRANSITORI E LORO EVENTUALE CORREZIONE

- GESTIONE DELLE PRESSIONI, NEL MODO PIU’ APPROPRIATO

- DISTRETTUALIZZAZIONE (POSSIBILMENTE PERMANENTE)

- RICERCA E RIPARAZIONE DELLE PERDITE CON I METODI E LE STRUMENTAZIONI PIU’ APPROPRIATE

- CORRETTA VALUTAZIONE DELLE DISPERSIONI PRIMA E DOPO GLI INTERVENTI

Grazie per l’attenzione.