IL BORGHESE

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RIVISTA POLITICA

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9 - VII - 2007 - € 5,00

GLI

d'Ottobre. A6ica Muuro Mclpu.

Ha. alslA, Franco Jappelli, 5 mano rossa Fmo,

i~ Gennam MalgieH. di governo. Sfreccala, 10

Il Gatto Palaao Altieri, Federico M d e i . Liberi gleba?. Francesco D'A~uIo, 1

Zennan. 14 cassoneni?. Alessanth Benini, 5

Senaìo. AdaIbeno BaIhni,

LE0 LONGANES I - 1

rivoluziorie biscscevica novant'anni h agulig», hrengo.

senza Anronio PuppalaMid, pariare «senso doverw, Alessandw Cesureo,

Mamcllo Chigi, Anronio De Pascali, l vero dell'aniipolitica, Gian AaanIio Gimturco. 50

Rosario Scallri La Obiaiivo Bitmania!, Alesanh

vero pericolo t la migistrama, Maty

r n V I S E

Gib Stajano - Vivere sognare nella Roma Feliini. Antonio De Parcali,

IL GWDM Signora Tetevisim: L'eterna &i ceoliti mir

Kmrto. - voce &l padrone: In mgligeirza del Baldoni. - I l &>i della Radiofonia,

Tebvidiotu, Il cqjrillo~ parlante: La poieri di Cupone, libris, & II Libraio

Edlioriale LUCARiÈII

D i r e l e Rmpomabile

Hanrso c o l l h t a : RhIberlo. BaIdoni, A h & Bsnin i , Ruggiero Capone, Alessaridro Cesareo, Morio Grmio Condilo, Anfonh De Pasmii,

Fucci, Gian Mtmlio Giannirco, Fmnw Jappll Mlckele LQ Focrr, Federim &&i Gmmm Malgieri. Siivio Matmgo, Mty

Pappa/&. Ram-lo ScuIiu, Saìva~ore Sfrecola, Mwia Zmtan

Redazioae cd Gualiisrr, !hafino, 00 1 36

te1 W 4 5 4 6 W Fax 0613973877 e-l - h m a f & @ m i n e . ~

IDEE Aui. Trib. a3871;1000

D ~ I 2mnm (in cmm variazione)

Stampato prezm POLIGRAFICA LAWAtE S A L .

Siazioue, 00044 F m t i (RM)

a b b o m t i scrivere

Abbnamenti Gdtiero Smfiisa,

Roma

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La vita un giornale libero dal pubblico

(BORGHESE)) L 1

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Abbonatevi al

SOMMARIO DEL NUMERO Mensile Anno Ottobre

PICCOLA POSTA, 2 ARTICOLI

Rivoluzioni 3 addio, di 4

Va vaffa. di La sulla cultura, di Michele Lo 7

notte della Repubblica. di 8 Un anno di Salvatore

e la Volpe di di 1 I cittadini o servi della di M. 3

Nessuna politica per la famiglia, di Paola Maria Faremo la spesa nei di P. 1 Al voti in cerca d'autore, di l6

L'AVVENTURA DELLA LIBERTA'. 7 La (2): E fu subito il

di Silvio 33 Servire lo Stato anche divisa, di 44 Scuola: Torniamo a di del dì 47 Da a Palazzo di 48

l volto di Ci vuole cultura per servire lo Stato, di

Polizia ringrazia, di Maria Grazia Condito. 54 di Fucci, 55

I I di Pace,56

LE

e di di 8

DEI SUPPLIZI

Nostra di T. 57 La Radio, dolosa Polo.

di A. 58 Fumo di Londra: Iato de La 59 - satira ed i forti, R.

63 - Ex

Direttore LUCIANO

CLAUDIO TEDESCHI

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Alessandro i,

Pace. Antonio Paola

Amministrazione Via 8

Roma 1

NUOVE S.R.L. di Roma

di

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IL BORGHESE Ufficio

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Page 3: IL BORGHESE

Piccola Posta

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letto, deI solidarieth

editoriate Lucarini RSI», fuma Lucdni. condivisibile solidarieth

stona là dell'analisi

interpretazioni rni-

gliaia

iniziative statutaria, alket-

«Centro Panza- rasa»,

bibliotexa

Cado P m a s a , genitori italiani, armo10

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d'origine dall'emigrazione

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furono IX Kopus titino, seppem Gorizia

Lugano, raccolto documerrtazione

oggettistica, rilevante

Sovrintendenza Friuli

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dicasi Wolk, creatore

Marina

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Materiale appunto

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sotto1ineato Centro finanziaria

ispiratori dell'iniziativa, fedete ad

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Borghezio l'isla- mizzazione dell'Europa

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Napolitanb: (Mancare

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Senata. Montalcini: «NapoIitano

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abiiano. LUCIO NISIO

Montesiivano (Pescara)

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((Pagare meno». Lo anti-evasori quadmviri

Prodi-Bersani-TPS-Vira

truffildino mendacio,

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questa

maggioranza (s)governa. estorcano, piii

il

TRAINA Vittorha (Ragwa)

Nistri, rvil Borghesm 20feb braio

NASCE IL «CENTROSTUDI CARLO

Ho nel numero 7/8 Bor-ghese, la espressa dal Gruppo dell'amico Luciano

al «Centro studi a di Letizia Legittima e

verso chi intende sottrarre alla dimenticanza e, sovente, alla falsificazione un aspetto forte e mobile della italiana. Infatti al di storica o delle di valore, raro t accaduto che in Italia decine di

di giovani andassero a combat-tere volontari d'una guerra perduta.

Vorrei, però, rilevare che vi sono altre che, per spessore e autonomia meritano tanta o superiore attenzione. Mi rife-risco al Studi Cado

che inaugurerà la propria sede, con annesso archivio e a Trieste nella metà del mese di no-vembre. nato in Francia da si nel battaglione Fulmine della combattendo sul confine orientale. Furono tanti i figli di italiani che dal-la Francia - alcuni di loro non parla-vano neppure la lingua o provenivano antifa-scista decisero di e morire, dopo la vergogna settembre, per una sconosciuta. A va della Selva, gennaio 1945,

decimati dal ma impedire che cadesse in mano slava. Nei sessan-t'anni ed oltre dalla fine del conflitto, Carlo Panzarasa, residente a ha una ricca cartacea e riconosciuta di interesse storico della

degli Archivi della regione Venezia Giulia. So-prattutto, grande rilievo hanno le fotografie scattate da Panzarasa du-rante la sua esperienza nella originali e in gran parte inedite. stesso per l'archivio del Co-mandante Eugenio di nuotatori subacquei della Militare e figura, poco o nulla nota, in Italia, di assoluto prestigio presso inglesi e in Latina.

portato a Trieste, dove si è istituito il Centro Studi sotto

la dello stesso Panzarasa e la collaborazione Cal. No-vecento.

Materiale che posto disponibi-le a studiosi e ricercatori. Va,

che lo statuto del studi e l'autonomia garan-tiscono la fedeltà ai motivi

una storia altra ed alta rispetto alla uffi-ciale, ambiguità ed di vario genere.

PROF. M. MERLMO Roma

ISLAMICI FANNO PAURA

protesta contro prendendoci

insieme ad altri politici un bel po' di Intanto in Svezia i ragazzi

di una scuola non possono indossare la maglia la bandiera della Sve-zia perché la croce offende i ragazzi islamici. Ma che belle cose succedono in questa Euro-pa sempre più ostaggio del mondo

Se a ci fosse stata una manifestazione tutto questo non successo noi ci abituando ad avere degli e di

tutto quello che loro come caso della Svezia, dei crocifissi nei luoghi pub-blici e delle moschee abusive.

ALBERTO Piceno)

SDEGNO A SENSO UNICO

Esclama di rispetto e tentare di intimidire la se-natrice Rita Levi Montalcini, che ha fatto e fa onore semplice-mente

Francesco Storace, senatore de Destra, l'aveva definita micidiale di sostegno del governo

e di assieme agli altri senatori a vita

per i suoi voti favorevoli al che in diverse hanno evita-to la sconfitta della maggioranza al

Rita Levi mi ha Non so come espri-mere la mia gratitudine. Non mi a-spettavo un tale riconoscimento da una di tale e

Rita pensa sempre al fascismo, morto 62 anni fa, ma ricorda che Napolitano nel approvò i armati sovietici in Ungheria; ignora

che idolatrato dai comunisti

voleva sterminare 4 milioni di ebrei ma fu avvelenato prima; né pare curarsi del fatto che a soste-nere governo, insieme a lei, ebrea, ci sono coloro che ricevuto voti anche dai sostenitori e fautori (bruciando bandiere con la stella di Davide) di che vogliono Israele e tutti gli ebrei che vi

DI

ENTRATE, TASSE

tutti per pagare slogan dei

dimostra, se ce ne fosse stato bisogno, un pa-tente dato che appena si scopre un differenziale positivo di gettito tributario, l'ultima cosa che gli viene in mente è proprio quella di diminuire le tasse. Anzi: l'appetito vien cui al contrario sul nuovo extra si appuntano le voglie scomposte di questo o quel ministro, di o quella componente della variopinta

che ci Ergo: pih tasse ci aumenta la spesa pubblica, per presente ed il futuro.

GIUSEPPE

(Giuliano 1977)

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MENSILE - ANNO - NUMERO 9 OTTOBRE 2007

RIVOLUZIONI D'OTTOBRE

SU n. 40 del 4 ottobre, in vista del referen-dum fra gli iscritti ai sindacati circa il pacchetto del re, fu pubblicato un articolo dal titolo «Retroguardia ope-raia)).

Dopo una breve descrizione dell'ingresso della porta 2 di tra operai che entravano ed uscivano scuri in volto, il cronista scambiava quattro chiacchiere con un

o anni fa al cambio turno della porta 2 era come essere al mercato. piazzale era pieno di ambu-lanti che vendevano di tutto, scarpe, orologi, anche sala-mi)). Oggi non è così. 11 cronista annota che, oggi, si è passati dai addetti ad appena Risposta sec-ca: è questo che conta. Qui in passeranno 2 mila persone. Ma nessuno ha un soldo in tasca. Cosa vuoi che possano comprare)). Interpellati sul prossimo referen-dum voluto dal Sindacato, tra mugugni, facce storte ed alzate di spalle, la risposta è semplice: operai non contiamo un cazzo)).

11 cronista, poi, si recava in Corso Unione Sovietica, al n. 351, sede della quinta lega della Fiom, l'organizzazione dei metalmeccanici della Cgil. Là lo aspettava il segretario che, usando parole che sapevano di '68, '77 ed anche di fumoso '17, confermava che ormai la «classe operaia)) il paradiso se lo poteva anche scordare. Per lui, il della Fiom di era certo, ma non sarebbe servito a nul-la. La loro era una ((battaglia di testimonianza)), in nome di una ideologia contro un sindacato governo)).

La concretezza di queste parole si è vista sui giornali <<governativi»all'indomani del referendum. In una intervi-sta su del 12 ottobre, il segretario generale della Cgil dichiarava: molto bene. Stiamo superando i cinque milioni di votanti, il sì arriva per cento ...I numeri dicono che il sindacato confederale esce forte e unito dalla vasta consultazione tra i lavoratori che sia mai stata realizzata nel dopoguerra. Questo referendum è un fatto storico per la grande partecipazione e, anche, per l'esito del voto. Vince il sindacato confederale, non

capace di dare risposte concrete e credibili ai bisogni della gente. I dati sono impressionanti: è stata una prova di democrazia, trasparente e corretta, in cui milioni di lavoratori e pensionati hanno espresso il loro voto su un accordo proposto dal sindacato». Al termine sta, Epi fani dichiarava: è più forte se è in grado di governare bene e in maniera solidale. Dipende dalla sua maggioranza. Il centrosinistra dimostri ora di saper governare. La forza del sì e l'unità del sindacato potrebbe-ro diventare un problema per un governo debole, incapace di rispondere alle attese di milioni di lavoratori e pensio-nati. Il governo ha davanti due prove importanti: la tra-sformazione in legge del protocollo welfare, il percorso

della Finanziaria. Il protocollo può essere corretto solo per dare ai punti sottoscritti, ma le eventuali

vanno concordate con Cgil, Cisl e Le parole di Epifani sono significative, lette alla luce

delle sui risultati: per cento ha detto di sì, mentre la percentuale dei no, a livello naziona-le, è stata del per cento, sui 5 milioni dei votanti. Da rimarcare il 93 per cento dei si da parte dei pensionati i-scritti al sindacato unitario.

Tutto questo va inserito in un cammino, iniziato qualche giorno prima a Capri, quando il direttore del Corriere del-la Sera, Paolo Mieli, ex Potere Operaio, ha «schiaffeggiato» il Governo: fate subito e non rin-viate. E se non vi muovete vi conviene, secondo me, por-tarci alle urne al presto)).Lo stesso Mieli che nel 6 , prima delle elezioni, pubblicò un atto d'amore verso

sulla prima del Corriere, precisa che ora è tempo di voltare pagina: subito, fatelo domani mattina, altrimenti è meglio che non facciate tutte quelle chiacchie-re sui tagli dei parlamentari e dei ministri)).

Sempre a Capri, un altro personaggio, considerato il primo iscritto al nuovo Partito democratico di e da sempre legato ad un governo in simbiosi con una certa

Carlo De Benedetti. Quello stesso De Benedetti che, in scadenza il mandato di Montezemolo, paventa un ritorno a Viale dei falchi di scuola romitiana, poi legati agli interessi di Berlusconi, come i Fossa e i D'Amato.

Davanti alla platea, tra citazioni di «alto respiro)) e lodi alla Fiat, quale si deve riconoscere di aver fatto un miracolo, io non ci credevo e mi sono sbagliato, dobbiamo tutti esserne orgogliosi)), l'Ingegnere loda alla grande talia che è solo moda, vini, arredo, ma anche mac-chine, elicotteri, navi, motociclette, come quelle del mio grande amico Roberto Colaninno che sta costruendo una fabbrica in I1 però, è determinante. Dopo aver definito porcata)) l'attuale legge elettorale, De Benedetti invita ad uscire delle istituzioni che non dialogano tra dalla «capacità decisionale che si perde in una matassa E anche le im-prese facciano la loro parte, possiamo dire che noi siamo

Alle parole di De Benedetti risponderà poche ore dopo lo stesso Montezemolo.

domani? No, non sipuò. Andare a votare con la legge attuale sarebbe una vergogna per il Paese, un ai cittadini. Prima mettiamo il Paese in grado di essere governato: bisogna fare una nuova legge che consenta ai cittadini di scegliere gli eletti, di diminuire il numero dei partiti, di garantire la governabilità senza piegare le mag-gioranze ai ricatti delle ali estreme)). L'ideale sarebbe il sistema maggioritario a doppio turno della Francia, se non c'è il consenso)) anche il modello tedesco va bene. L'importante evitare una nuova legge elettorale matriciana che ci porterebbe diritti al disastro)).

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Ottobre 2007

A Montezemolo, a stretto giro di posta, risponde il neo «Duca Veltroni, che manda in pensione il mo-dello tedesco. Auspicando in una legge interpreti lo spirito referendario e dia stabilita a i governi)). In ogni caso, per il nuovo ((signore della politica italiana)), la scel-ta dovrà farsi tra il modello francese e quello spagnolo. In caso contrario si vada al referendum.

delle parole di Capri, il Governo, nei giorni che sono passati tra la vittoria della Triplice sindacale e ronazione del nuovo «Duca ha cercato di far passare il ddl legato al protocollo del 23 luglio, modificato sotto la pressione radicale della maggioranza. Im-mediata la reazione, sia di Confindustria, sia della Tripli-ce, che hanno richiesto un incontro al di riconcordare le modifiche effettuate. Secondo sono soltanto

tecnici che di contenuto)). In un'intervista al Sole 24 Ore, Epifani, si è detto indi-

spettito, perché nelle numerose deleghe al governo conte-nute nel disegno di legge non si dice mai che i menti saranno presi parti

il presidente della Confindustria, Luca di Montezemolo, è arrabbiato col governo che ha preferito mordersi la lingua piuttosto che fare dichiarazioni pubbliche.

Alla Confindustria replica il segretario di Rfondazione, Franco Giordano, accusando gli imprenditori di avere una

(posizione sconcertante)), che punta a ((imporre il loro programma a l governo)). Invece, per Casini, dell'accordo rappresenta una nuova resa 'ala radi-cale ed estremista della coalizione)).

Raffaele Bonanni è stato il primo a chiedere al governo di riconvocare sindacati e imprese sul protocollo del fare, perché, sostiene Bonanni, il governo, che venerdì ha tradotto in legge il protocollo del 23 luglio, cercando difregare anche

Bonanni, con il sangue agli occhi, afferma: governo ha concluso con sindacati e imprese I'accordo, che è stato approvato con oltre 4 milioni di voti dai lavoratori e dai pensionati. Questo è quello che conta. Invece mi pare che

e il ministro del Lavoro abbiano subito la pressione delle sinistre che volevano prendersi la rivincita dopo aver perso nelle fabbriche. Ma non permetteremo a nessuno di scavalcare il sindacato. Quanto a l Parlamento, se s i mantiene integro l'accordo, c'è la maggioranza pe r approvarlo)).

A Bonanni ed a tutto il sindacato, oltre che a Confindu-stria, risponde Paolo Ferrero, ministro in quota Prc. Le critiche al disegno di legge che traduce l'accordo del 23 luglio «aprono una fase nuova)), attacca Ferrero. «Ormai, l'uovo intero non La frittata èfatta e quindi vale la pena di aprire una discussione politica, innanzitutto nella

AFRICA ADDIO di Mauro Mazza

Chissà se, nelle notti d'insonnia, il leader del Partito democratico, Walter Veltroni, pensa ancora alla sua A-frica, a quel Continente Nero che per anni aveva imma-ginato potesse diventare la sua nuova terra, dove poter scrivere, ma soprattutto vivere un nuovo inizio. Chissà se ci pensa ancora, a quella mancata partenza per un viaggio senza ritorno, ora che è alle prese con il bilanci-no intercorrentizio del nuovo partito, con la difficoltà di un governo che non ce la fa ad andare avan-ti, con le pretese di quella sinistra irriducibile con cui, presto o tardi, dovrà fare i conti, e rompere.

Magari, per lui, meglio, se Fassino e quel maledetto giorno non avessero pensato di affidare, pro-prio a lui, la patata bollente chiamata Partito democrati-co; a lui, l'americano mai-stato-

Mancavano pochi giorni alle primarie di metà ottobre, quando gli dissero che Al Gore aveva vinto il premio

per la pace. L'americano battuto da George Bush per una manciata di contestatissimi voti e rinato a nuova vita grazie all'impegno in favore dell'ambiente, pianeta da salvare, ghiacciai da preservare, specie da tutelare. Ecco, pensò Veltroni mentre correva da un capo all'altro della penisola a far comizi; ecco uno che ce l'ha fatta, trasformando una sconfitta cocente nella voglia matta di ricominciare, rimettendosi in discussione e tirando su le maniche. Vuoi mettere la statuina prestigiosa del mondo con la poltrona bollente di segretario del Pd ita-

tra Fioroni e e Lusetti, e

Dal giorno della vittoria nel Al Gore viene in-

dai molti americani che ne vorrebbero un ritorno alla politica, anzi un'immediata conquista della Casa Bianca, contro il sindaco della ((tolleranza Rudy Giuliani e dopo essersi sbarazzato della signora nelle primarie del Partito democratico. Dal giorno delle primarie del Pd italiano, Veltroni vive nella sua prigione dorata: discontinuità con passato anche recentissimo; ma anche sostegno senza esitazioni al governo retto. un pressing rformista a l governo ripete. E finge di non leggere i sondaggi che registrano il crescente tracollo di consensi per il centrosinistra, com-presa la sua neonata, inconsapevole creatura politica.

Per Al Gore, qualche ironia nei talk show americani che lo prendono in giro per la sua obesità ormai

Per il Nostro, l'irridente imitazione del comico Crozza, che ne sbeffeggia, con il ricorrente ma anche quel suo voler mettere tutti assieme: madre Teresa ma anche Veronica Berlusconi; la sinistra per Veltroni ma anche la destra e perfino Berlusconi medesimo si può lasciare Berlusconi a.. .Berlusconi))).

Finge di sorridere di a quella caricatura, e a-vrebbe voglia di piangere. Ripensa spesso a quella volta (era l'inizio del 2006) da (non governatore, l'altro), quando giurò davanti alla telecamera che, esauri-to il secondo mandato da sindaco di Roma, se ne sarebbe andato dawero in Africa. Era serissimo, quella sera:

lo dico tutti mi guardano comepensando, sto vuole fare il furbacchione ...Ne parleremo tra cinque anni. E si se è vero o

Non è stato necessario attendere molto. Da segretario del Pd mantiene anche l'incarico di sindaco. ((Basta con la vecchia politica)), è il suo slogan.

Ha ragione, la vecchia politica gli avrebbe proibito il doppio incarico. Ai tempi della Dc sarebbe stato impen-sabile mettere su un simile e cominciare questo mesto di

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IL.

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Ottobre 2007 BORGHESE

maggioranza e poi in Parlamento, p e r vedere come deve venire VAFFA, VAFFA, .

Intanto, dopo la «marcia su da parte di ni, il nuovo ((Duca ha iniziato a preparare la sua squadra. Ora che ha il potere assoluto, mettere mano alla spada, a cominciare dal gruppo dirigente. spiazzerò: sarà una vera e propria rivoluzione». Infatti, non tutti sanno che, dietro la sua aria di demo-cratico)), Veltroni nasconde uno spirito feroce e cattivo.

Naturalmente, un come Veltroni fare il lavoro sporco a qualcun altro. Ecco perché bisognerà tene- re d'occhio Bettini e Realacci, ha avuto

perché la gente voleva da lui l'innovazione e anche perché c'era sfiducia in questo governo. Ora lui deve accelerare, deve preparare un partito che sia pronto anche ad andare alle elezioni g ià il prossimo anno))), desi-gnati a fare i per conto del Don Rodrigo nazionale.

Veltroni non ostacolerà ed il suo Governo, ma farà pressione per un ((cambiamento radicale)) nella politica e nella rappresentativita, di fronte all'elettorato che lo ha incoronato. Veltroni, d'altronde, in caso di politiche l'anno prossimo, non esclude di correre da solo. Lo scopo è quel-lo di troncare le velleità della sinistra radicale e di portare il Partito democratico oltre la soglia del 40 per cento. A quel punto l'unico limite è il cielo.

Ecco entrare in gioco, a questo punto, il referendum sindacale. Con i suoi 5 milioni di voti, la Trimurti sindaca- le rappresenta un alleato di ferro per Veltroni. Si sa che nessuna legge economica può essere approvata senza che siano state ascoltate le «parti sociali)). In pratica, il sinda- cato ricatta da sessant'anni la vita pubblica del Paese, il tutto alla faccia dell'articolo 39 della Costituzione.

Questo Veltroni lo sa, quindi in una prossima tornata eletto-rale l'alleanza politica tra il Partito democratico e la Confede-razione sindacale, sarà la diga della ((sinistra con-tro il radicalismo di e

Il programma di Veltroni, lo si può intravedere in alcune parole pronunciate alla vigilia del 14 ottobre.

Basta con un Paese inchiodato da tredici anni allo scon- tro tra Berlusconi ed i comunisti. Occorre porgere l'altra guancia, anche se dall'altra parte ancora demonizzano la sinistra. Non esisterà la frase conosco qualcuno che ti può aiutare)). La storia del Paese, politica, economi- ca e sociale, grazie a un partito che si propone di anziché dividere)), che deve introdurre ((elementi di sobrietà perché tanto è insopportabile politica quanto la politica quando si fa casta...)). No a partito del marketing, dello spettacolo, della si sunzione delle responsabilità e a recuperare to della politica che è quello di andare a convincere le persone direttamente)), il Pd dovrà tornare il more gente)).

Per chi ha memoria, tutto questo ricorda un film di tanti, tanti anni fa, diretto da Capra ed interpretato da James

vita è meravigliosa». Ricordate, come alla fine tutto si sistema, grazie ad un angelo custode di terza classe?

Veltroni sta portando avanti una politica pericolosa per Nel nome del buonismo e del conformismo demo-

cratico, diverremo una grande fattoria di animali felici, gui-data dal Partito democratico e dal Sindacato confederato. In pratica, avremo un partito unico, guidato da un capo unico, con le parti sociali riunite in un soviet dei lavoratori.

Non sembra strano che tutto questo succeda in ottobre, novant'anni dopo?

di FRANCO JAPPELLI

SINO a qualche settimana fa era soltanto un insulto, un invito sconcio e triviale, decaduto, per l'uso e l'abuso, a semplice e banalissima interiezione. Poi, grazie a Beppe Grillo, è diventato molto di più: una bandiera, un sintetico programma rivoluzionario, un mantra modulato e cantato nel corso di oceaniche terapie di massa. I1 vecchio e fami-liare (che è ora doveroso scrivere con la «V» maiuscola) è uscito dall'alveo di un consunto turpiloquio, in cui lo aveva relegato una secolare e nobile tradizione plebea, per diventare simbolo allo stato puro, dotato di una sua filologica dignità e di una di-mensione politica e culturale. Eh sì, ne ha fatta di strada in pochissimi mesi il nostro

Prima è stato sdoganato dalla magistratura (e questo consente oggi a Grillo di usarlo senza pagare dazio) che lo ha derubricato da insulto, qual era ed è sempre stato consi-derato, ad abituale modo di dire. A questo punto le mura di Gerico sono crollate ed il levigato ed affila-to come una spada, era pronto per essere usato nella sua nuova versione onnivora e letale. Sulle piazze d'Italia Grillo ha urlato i suoi (a proposito, esisterà il plurale di o la circostanziata e minuziosa esortazione è indeclinabile?) e questi, tonitruanti e gongo-lanti, si sono verso il cielo come i fumi di ne vulcanica. Hanno indugiato a lungo nell'aria tersa e luminosa di fine estate e poi, trasformatosi in roventi li sono riprecipitati a terra investendo i sacri palazzi della politica ed i santuari del potere. L'operazione, per la veri-tà, ha avuto scarsissimi risultati. Come sempre avviene in

(Gianni Borghese))23 gennaio 1977)

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Page 8: IL BORGHESE

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Sky &

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S M A W T I

CON L'AVVENTO DI

LA MANO ROSSA SULLA CULTURA

di MICHELE LO

NON una la sinistra e Veltroni. in particolare, hanno costantemente presidiato il mondo della cultura e dello spettacolo, al punto da farli diventare principali sm-menti di politica. Ma sorprendente che og-gi, questo atteggiamento, abbandonata ogni prudenza ed ogni riservatezza, sia diventato esercizio sfacciato e illegit-timo di potere.

Cinema. Velironi e la sono gli artefici di una delle più pagine della italiana, pagi-ne nelle quali chiunque può leggere lo sperpero di circa 500 milioni di Euro, in una farsa culturale della quale han-no gioito prevalentemente cialtroni e pro-duttivi. Tele e stato i l disastro e tale l'imbarazzo delle strutture delegate alla gestione del disastro che Rutelli, dopo aver gridato ai quattro venti che questo Governo era contrario ai condoni, ha dovuto trovare un sistema per nascondere nel più breve tempo possibile i risultati negati-vi della politica culturale.

Ha pertanto introdotto un condono che non soltanto can-cella il passato, ma, già che ci siamo, anche un po' di futu-ro, in modo da favorire clamorosamente società del mondo della sinistra. Ecco che l'arroganza supera ogni forma di prudenza e di professionalità: il decreto Rutelli introduce concetti che un qualunque tecnico non potrebbe non defi-nire infantili e che alla prova dei fatti sono invece cabili.

Lo Stato non soldi né autorevolezza ed prowedimenti vari, quelli che consentirebbero di esistere in Europa, restano nel cassetto la sinistra non li vuole adottare. Esempio ulteriore e conferma ulteriore

sono i Venezia, con una gestione ormai mirata a far da anticamera a Roma, e la Festa di Roma con i principi consorti Veltroni e Bettini seduti sugli

di una macchina elettorale che produce pochi iemi cinematografici ma molte chiacchiere mondane.

La sinistra, quella più autentica e onesta, comincia sol-tanto ora ad accorgersi che le sue ragioni sono state calpe-state. Dandini, Centoautori, Jacona, alcuni critici, hanno detto apertamente nella trasmissione che sistema è questo nel quale la politica gestisce le idee attraverso dirigenti che sono incapaci e diretta emanazione dei singoli dicono «la d'e-spressione? Cosa ci ha portato il Governo di sinistra?)) Eppure. un tempo, il fronte era compatto: autori. registi, tutti di sinistra e tutti di Veltroni. Benigni era l'ambasciatore autorevole, grato di aver con i l suo miliardi di contributi che non gli spettavano, mentre oggi senza alcu-na vergogna, confessa che lui e Gianluigi Rondi, 25 anni fa, hanno imbrogliato tutto il mondo per far vincere un regista francese.

Nessuno dice niente, i l reato è prescritto, ma la vergogna dovrebbe sotterrare sia i

di allora sia quelli di oggi, che portano in concorso

film italiani che meriterebbero al massimo un passaggio al di

Televisione: balletto dei ricorsi per il controllo di sembra destinato ad una soluzione che soltanto in Italia

essere tollerata: il Ministro Padoa Schioppa riesce a convincere i Tribunali che il Ministero deve avere un rappresentante di fiducia, come se prima il «Ministero» fosse altro da quello che è oggi e come se ogni direttore dovesse cambiare quando arriva un nuovo Ministro. Ma

Padoa Schioppa nomina il suo tecnico, che invece t un politico come Fabiani, da anni uomo della sinistra e da 30 di Veltroni. Qualcuno pero si ricorda che, quando Urbani divenne Ministro, Fabiani era Amministratore De-legato di Holding? Quando Urbani gli chiese gentilmente di lasciare il posto, visto che il quadro politico era mutato, cosa rispose Fabiani? Fece il gesto brello e rimase seduto due anni con lo stesso Direttore Generale. Non soltanto, anche Amministra-tore Unico Luce, insensibile al nuovo quadro politico. Ecco cosa intende la sinistra educazione nel settore. Inoltre il e palesemente hanno la maggioranza ed il Presidente non vuo-le lasciare, ed è pronto a barricarsi dentro. Ecco, di nuovo, un esempio di educazione.

La sinistra vuole tutto: eppure ha già che ha contri-buito a far diventare leader in Italia.

Qualcuno ricorda che la sinistra ha liberalizzato per la trasmissione dei vietati e pomo con un articoletto inserito nella promozione del cinema italiano Certo che no, è stata una delle operazioni legislative più furbe e silenziose che si ricordino! Oggi

monopolio potente, invulnerabile, estero-diretto con re-gole inflessibili, carico di pubblicità e Altro

OGGETTI