Il Blocco Sud - · PDF fileIl Blocco Sud J prevista per luglio lIapertura Adel Nuovo Blocco...
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Il Blocco Sud
Èprevista per luglio l’apertura delNuovo Blocco Ospedaliero.Negli anni scorsi abbiamo se-
guito passo dopo passo la sua costru-zione, abbiamo vissuto la suapresentazione al pubblico e alle autorità,avvenuta lo scorso gennaio, ora è arrivatoil momento di varcare la soglia, entrare econoscerlo meglio dal punto di vista cli-nico: quali discipline avranno sede nellanuova struttura? Quali patologie sarannocurate? Quale sarà la sua organizzazionee con quali vantaggi per il paziente?
In un'unica struttura le specialità ad alta intensità di cura
Tutto in un “Blocco”.Anche questo è un elemento di novità: ad eccezion fatta per il DEA, ilDipartimento dell’Emergenza e Urgenza, Niguarda ha da sempre avutola sua unità funzionale nel padiglione, tanti, più di 30, il che ha portatoad uno sviluppo in orizzontale dell’Ospedale. Nella nuova struttura la di-mensione privilegiata sarà quella verticale, concentrando in un’unicasede tutte le fasi del percorso assistenziale di cui il paziente ha biso-gno: dalla visita, nel nuovo poliambulatorio, alle indagini diagnostiche,nella radiologia di ultima generazione, fino all’attività chirurgica, po-tenziata dall’apertura delle nuove sale operatorie, e il ricovero, nellestanze da un unico posto letto o doppio, adeguate, così, agli standard dilivello europeo. Blocco, quindi, come area autosufficiente in cui il pa-ziente avrà a disposizione tutto ciò di cui necessita.
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I numeri.Il nuovo Blocco potrà contare su:
* 469 posti letto complessivi
* 27 postazioni di terapia
intensiva
* 77 ambulatori
* 17 sale operatorie
* 5 sale di interventisticacardiovascolare
* 2 risonanze magnetiche
* 2 TAC
* 7 radiologie
Nuove
tecnologie.Dopo “High Care” entra didiritto anche “Hi-Tech”nella lista delle parole chiaveper descrivere il NuovoBlocco, che può, infatti, con-tare su una tecnologia bio-
medica di altissimo livello.Una delle novità più rilevantiè costituita dalla sala ibrida.“Si tratta di una sala opera-
toria - spiega Antonio Rampoldi, Direttore della Radiologia Interventistica - in cui sono
presenti apparecchiature radiologiche (un angiografo integrato con tavolo operatorio),
che consentono di svolgere sia l’attività chirurgica tradizionale che quella interventi-
stica a guida radiologica”. Alta tecnologia anche nella sala di chirurgia robotizzata: ilrobot è di ausilio ai chirurghi, permettendo un maggiore livello di precisione e opera-zioni sempre meno invasive. Inoltre gran parte delle sale operatorie saranno “integrate“,ciò significa che le apparecchiature medicali presenti saranno collegate tra di loro me-diante dispositivi di controllo ambientale che consentiranno l’utilizzo di tecnologie pervideoconferenza, riprese del campo operatorio in alta risoluzione con la possibilità per glioperatori di utilizzare schermi di ampie dimensioni e schermi di controllo touch screenintegrati nelle pareti.“Si tratta- spiega Claudio Rossetti, Direttore del Dipartimento Tecnologie Avanzate Dia-gnostico Terapeutiche- di una dotazione tecnologica di ultima generazione. Penso in par-
ticolare alla sala ibrida angiografica, in cui sarà possibile effettuare interventi differenti
nella stessa stazione: la stessa strumentazione potrà, così, essere utilizzata, con finalità
differenti, dal cardiochirurgo, dal radiologo o dallo specialista di chirurgia toracica. Un
esempio di modello integrato con ben pochi eguali nel panorama sanitario italiano”. Ci sarà, inoltre, un nuovo strumento per la “caccia” al tumore del seno: il Mam-
motome. “Si tratta- spiega Angelo Vanzulli, Direttore della Radiologia- di una
speciale sonda che permette di asportare a scopo diagnostico le microcalcifica-
zioni, consentendo di individuare tumori molto piccoli”.
Alta intensità di cura.
Parola d’ordine è High Care. Cosa significa? Per trovare la ri-sposta passiamo in rassegna le discipline che si “accaseranno”nella struttura: oncologia, ematologia, tutto il dipartimento
cardiologico con la cardiochirurgia, tutta l’attività dei tra-
pianti e la chirurgia, (chirurgia generale, chirurgia toracica,
chirurgia vascolare, chirurgia plastica, ortopedia, ginecolo-
gia, urologia, terapia del dolore).Tutte discipline accomunatedal fatto di essere specialità che richiedono un’ alta intensità di
cura. Questa caratteristica è, infatti, alla base dell’organizza-zione logistica e sanitaria per l’intero Nuovo Blocco.
Il ricovero, per esempio, non avverrà più per aree di specialità,ma i pazienti saranno seguiti in aree suddivise sulla base del-l’assistenza richiesta. In altre parole non esisterà più la degenzaseparata della cardiochirurgia, dell’oncologia o dell’area tra-pianti. Inevitabile che ciò abbia portato ad un ripensamento
dell’assetto infermieristico, riadattato sia dal punto di vistadella formazione che della gestione dei compiti in un’ottica dicomplessità assistenziale. Il medico, inoltre, non avrà più unospecifico reparto in cui visitare i “suoi pazienti”: sarà lui a muo-versi andando al letto del degente in questo o quell’altro settore,secondo il livello di cura richiesto.
NOTA: IL TRASFERIMENTO
SI COMPLETRA' TRA META' LUGLIO
E META' DICEMBRE
La parola agli specialisti
TumoriOnco-ematologia e chirurgie collegate
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ONCOLOGIA
L’attività clinica èvolta alla cura di tutti itipi di tumore solido,e in particolare del-l’apparato gastroen-
terico ed epatobiliare,del polmone, dellamammella, dell’ovaio
e dell’utero, della testae collo, sarcomi e tumori a sede primitiva ignota. L’iti-nerario diagnostico-terapeutico si svolge in modo inte-grato con gli altri dipartimenti con équipe
multidisciplinari dedicate a patologie anche non fre-quenti come i tumori neuroendocrini, del retto, del ri-
nofaringe, del testicolo e germinali e delmedulloblastoma (tipo di neoplasia che interessa il cer-vello) dell’adulto. L’Oncologia di Niguarda, inoltre, hauna consolidata esperienza nell’innovazione terapeuticaattraverso la conduzione di sperimentazioni cliniche difarmaci a bersaglio molecolare e protocolli di terapia cel-lulare con trapianto di cellule staminali ematopoietiche.
Salvatore Siena, Direttore dell’Oncologia Falck: “Il trasferimento nel Blocco
Sud rappresenta un’importante occasione per il ripensamento organizzativo
dell’itinerario diagnostico e terapeutico per il paziente oncologico, il quale
avrà modo di usufruire delle risorse ospedaliere in maniera ottimale: la mul-
tidisciplinarietà, da sempre nel dna di Niguarda, potrà trovare conferma nel
nuovo blocco ospedaliero”.
Aldo Bocciardi, Direttore dell’Urologia: “Nel caso di
neoplasie maligne della prostata, che richiedono
l’asportazione della ghiandola, la possibilità di eseguire l’intervento con tec-
nica robotica è un enorme vantaggio a beneficio del paziente: il robot con-
sente infatti una maggiore precisione, il che garantisce
una più alta preservazione delle strutture contigue, e una
minor invasività, assicurando tempi di recupero più
brevi”.
Mario Meroni, Direttore dell’Ostetricia e Ginecologia: “Possiamo disporre
di terapie integrate e di tecniche chirurgiche nuove per la cura dei tumori al
femminile. L’obiettivo è quello di consolidare il ruolo di
polo di riferimento per la donna, specializzato nella chi-
rurgia laparoscopica mini-invasiva e tecnica robotica”.
Mario Ravini, Direttore Chirurgia Toracica: “La collocazione della chirur-
gia toracica nel dipartimento cardiotoracovascolare nel nuovo Blocco Sud,
oltre che rappresentare un ritorno alle origini nella storia dell'ospedale Ni-
guarda, favorirà l'ulteriore sviluppo di terapie complesse come il trapianto
polmonare e cardiopolmonare su pazienti affetti da patologie particolar-
mente gravi di interesse comune cardiaco e polmonare”.
Trapianti
L’Ospedale ha iniziato, tra i primi in Italia, nel 1972, un pro-gramma di trapianti di rene da donatore cadavere e vivente, pro-seguendo nel 1992 con il trapianto di pancreas e il trapiantocombinato reno-pancreatico. Il primo trapianto di fegato da vivente in Italia è stato eseguito quia Niguarda nel 2001. A fine 2008 il numero dei trapianti di fegato,realizzati dal nostro Ospedale, ha toccato quota mille; il centro,sempre nell’ambito del trapianto epatico, è, inoltre, leader nel-l’attività di “split-liver” da donatore cadavere (tecnica prevede cheil fegato di un donatore venga diviso in due parti per andare in con-tro alle necessità di due riceventi).
Andrea De Gasperi, Direttore del Dipartimento Trapianti: “Il nuovo e moderno blocco
operatorio, la recovery room, un ambiente dedicato al con-
trollo dei pazienti nel primissimo periodo successivo agli in-
terventi chirurgici e l’aumento dei letti della Terapia
Intensiva sono fattori che possono modificare profonda-
mente la organizzazione della attività chirurgica e rivelarsi
fondamentali per andare incontro alle esigenze del paziente”.
Luciano De Carlis, DirettoreChirurgia Generale 2 e deiTrapianti: “L’aumentata di-
sponibilità di sale operatorie
consentirà di intensificare
l’attività dei trapianti addomi-
nali, che già, attualmente, at-
testano Niguarda nelle prime
posizioni per casistica a li-
vello regionale e nazionale”.
EMATOLOGIA
Leucemie, linfomi, mie-
lomi e anemie, ma anchemalattie emorragiche etrombotiche. Di tuttoquesto si occupa l’Ema-
tologia a Niguarda, centrodi riferimento per le malattie del sangue, che cura con le piùavanzate terapie, accreditate sulla base delle più alte certifica-zioni internazionali. Questa struttura può contare, inoltre, sul-l’attività di un Centro Trapianti di Midollo Osseo che effettuacirca 95 trapianti l’anno e su il servizio di assistenza domici-
liare dedicato ai pazienti affetti da malattie onco-ematologichein fase terminale, in fase cronica e in dimissione protetta.
Enrica Morra, Diret-tore dell’Ematologia: “Il
paziente con neoplasie
ematologiche (leucemie,
linfomi, mielomi) verrà
assegnato nello stesso
settore a posti letto con
caratteristiche diverse,
sia ambientali che assi-
stenziali, in rapporto
alla fase della malattia e alla intensità della terapia di era-
dicazione del tumore. Si tratta di ambienti protetti dal ri-
schio di infezioni, che utilizzano aria filtrata a pressione
positiva, con un numero crescente di ricambi d'aria in rap-
porto al grado di difetto immunitario indotto dal tratta-
mento: dalla terapia d'attacco iniziale alle terapie molto
più forti e debilitanti in corso di trapianto di midollo”.
CHIRURGIA
Operare attraverso incisioni minime se non addirittura invisibili: questo l’obiettivo dellachirurgia mini-invasiva, tecnica che negli ultimi 20 anni ha avuto un forte sviluppo, ri-scontrando un impiego sempre maggiore a tutto beneficio dei pazienti. Qui a Niguardaquesto tipo di approccio è sempre stato di casa. In oltre quattro anni di utilizzo sono statipiù di 160 gli interventi condotti con il robot-chirurgico Da Vinci. L’obiettivo è quello diintensificarne l’applicazione, grazie alla nuova sala di chirurgia robotica dedicata.
Raffaele
Pugliese
Direttoredel DipartimentoChirurgicoPolispecialistico
Cosimo Sansalone
Responsabile Trapianti di Rene-Pancreas
Greco
Dalila
Patrizia
DirettoreDay SurgerCentralizzata
Rondinara
Gianfranco
DirettoreWeek surgery
Dario
Capitani
DirettoreOrtopediae Traumatologia
Giovambattista
Pinzello
DirettoreEpatologia eGastroenterologia
Alfredo Rossi,
DirettoreEndoscopiaDigestivae Interventistica
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La parola agli specialisti
CuriositàSignor Rossi, il pranzo è servitoCon l'apertura del Blocco Sud i pasti, per tuttol'Ospedale, saranno confezionati nella cucina cen-tralizzata del Polo Logistico e distribuiti in tutti ireparti con vassoi personalizzati per ogni degente.Il paziente potrà esprimere la propria preferenzascegliendo tra 3 menù diversi; il pasto arriveràquindi in reparto già porzionato attraverso le “tar-tarughe” automatizzate. Migliore qualità, pasti
più caldi, maggiore igiene e sicurezza, per un’ali-mentazione più vicina alle proprie abitudini.
I nuovi sportelli
Sono 28 e avranno una colorazione diffe-
rente a seconda che si debba prenotare unavisita ambulatoriale, una prestazione in re-gime di day hospital o procedere con un ri-covero. Sono i nuovi sportelli perl’accettazione e prenotazione che avrannosede nella grande hall al piano terra delBlocco Sud. Orari d'apertura: dal lunedi al
venerdi, dalle 7.30 alle 19.30; il sabato
dalle 7.30 alle 13.30.
Cardiologiae Cardiochirurgia
Il Dipartimento Cardiologico di Niguarda ha dato vita alla moderna cardiologia ita-
liana. Gli standard qualitativi, frutto di una consolidata tradizione, sono elevatissimi in tuttii settori dell’attività clinica e chirurgica. Eccellenze di assoluto valore, unanimemente ri-conosciute, sono quelle che riguardano la chirurgia delle malattie valvolari, il tratta-mento della malattia coronarica, delle cardiopatie congenite complesse, l’approcciomultidisciplinare dei pazienti a rischio operatorio molto elevato e il trattamento endo-
vascolare degli aneurismi aortici. Nel 2009, con 38 interventi realizzati, Niguarda è statala cardiochirurgia che ha effettuato il maggior
numero di trapianti cardiaci.
Francesco Mauri, Direttore del DipartimentoCardiovascolare: “Nel Blocco Sud la degenza,
le camere operatorie e l’emodinamica sa-
ranno su unico piano, favorendo la possibilità
di comunicazione e l’interazione tra gli spe-
cialisti. L’ammodernamento tecnologico con-
sentirà importanti facilitazioni. Ad esempio il
nuovo sistema di monitoraggio integrato per-
metterà di seguire in real-time e di registrate
automaticamente gli elettrocardiogrammi
nelle terapie intensive e nella maggior parte
dei letti della degenza”.
Luigi Martinelli, Direttore della Car-diochirurgia: “L’apertura del nuovo
blocco è un’opportunità molto im-
portante. L’ammodernamento tecno-
logico eleverà la nostra
cardiochirurgia al livello dei centri
più avanzanti d’Europa. In partico-
lare la sala ibrida permetterà una più
stretta collaborazione con i colleghi
dell’emodinamica, consentendo in-
terventi a ridotta invasività per
quanto riguarda la chirurgia valvo-
lare, i by-pass e l’impianto di endoprotesi aortiche”.
Aldo Sachero
DirettoreCardiologia 5Ambulatoriale
Maria Frigerio
Direttore Cardiologia2Insufficienza cardiaca
e trapianti
Maurizio Lunati
DirettoreCardiologia3
Elettrofisiologia
Maurizio Puttini
DirettoreChirurgiaVascolare
Silvio Klugmann
DirettoreCardiologia1Emodinamica
Tartarughe veloci per il trasporto
Si chiamano “tartarughe“ ma a dispetto del nomeche portano sono veloci ed ecologiche; stiamo par-lando di grandi carrelli che trasporteranno pesi di
oltre 300 kg per il vitto, i rifiuti speciali e urbani maanche la biancheria e i farmaci: viaggeranno nei 2,2km di sotterranei (nella foto), dal polo logistico,sede dei magazzini, verso i reparti dei poli DEA,Blocco Sud e verso i laboratori. Le altre reti di tra-sporto sono la posta pneumatica (per sacche disangue, analisi urgenti e piccole confezioni di far-maci) e il trasporto leggero (per provette, vacutai-ner e oggetti di piccole dimensioni mediantevaligette sospese a monorotaia).
Assistenza infermieristicaIl modello di curaporterà ad unanuova riconfigura-zione organizzativa,basata sui livelli di
intensità assisten-
ziale. Un assettonuovo, all’avanguar-dia nel panorama sa-nitario italiano edinternazionale.
Giovanna Bollini, Direttore Dire-zione Infermieristica: “Con questa
nuova organizzazione il Coordina-
tore Infermieristico, oltre alle com-
petenze proprie, verrà investito della
gestione del percorso clinico-assi-
stenziale del malato con criteri cor-
relati all’intensità assistenziali. Il
Coordinatore è coadiuvato dall’In-
fermiere Case Manager, figura pro-
fessionale inserita già da diversi
anni a Niguarda”.
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E’ l’alba per il raggio di sole
Lo scorso 25 marzo in occasionedella venuta di Sua Eminenza ilCardinale Dionigi Tettamanzi per
la lectio magistralis sul tema “cura e spe-ranza” c’è stata la presentazione al pub-blico dell’opera “Raggio di Sole” delMaestro Sergio Alberti, vincitore delconcorso artistico per i 70 anni del-l’Ospedale. La presentazione dell’opera,collocata nella hall del Blocco Sud, è stataaffidata ad un nostro ex primario Enrico
Magliano: un medico cha da sempre haavuto la “malattia dell’arte”. Tema del suointervento la storia dell’arte di Niguarda,dalle origini al “Raggio di Sole” ecconeil contenuto:
LA CITTÀ DELL’ARTE VIVEL’Ospedale di Niguarda idealmente erede
di una tradizione “ospitale” nata a Mi-
lano nel 878 quando Dateo, presbitero
arciprete della cattedrale di S. Salvatore
fece edificare il primo Brefotrofio, è so-
prattutto una filiazione diretta dell’Ospe-
dale Maggiore di Milano “Magna
Domus Hospitalis” “Spedale della Nun-
ciata” più noto come “Ca’ Granda”,
commissionata nel 1456 da Francesco
Sforza al Filarete.
Questa continuità si riconosce nella rea-
lizzazione di opere d’arte commemora-
tive, di tema religioso che sottolineano
ancor oggi il legame del passato con l’at-
tuale Ospedale di Niguarda. In tal senso
nel 1938 erano stati commissionati a due
tra i più importanti scultori del secolo, i
gruppi marmorei che troneggiano all’in-
gresso dell’Ospedale.
A sinistra un capolavoro di Arturo Mar-
tini che mostra i benefattori Francesco
Sforza e Bianca Maria Visconti che pre-
sentano al Papa Pio II Piccolomini il boz-
zetto della erigenda “Ca’ Granda”
(foto1); a destra, una splendida realizza-
zione di Francesco Messina nella quale
San Carlo Borromeo porta la Bolla del
perdono ai Deputati Ospedalieri (foto2).
Le due sculture, oltre ad essere celebra-
tive nel ricordare Francesco Sforza, mu-
nifico mecenate, e San Carlo Borromeo,
il più grande benefattore della “Ca’
Granda”, veicolano nel tempo il messag-
gio della carità materiale (la donazione
dell’edificio) e della carità spiriturale (la
pìetas rappresentata dalla Bolla del Per-
dono).
I milioni di persone che hanno varcato
l’ingresso negli ultimi 70 anni, verosi-
milmente non conoscevano Martini e
Messina, ciònonostante hanno tratto in-
consapevolmente conforto dalla visione
delle opere che conferiscono al luogo
una suggestiva autorità storica garante
anche del presente.
Tra le opere della facciata ricordiamo
un bassorilievo di Franco Lombardi,
“Ave Gratia Plena”, che rappresenta
un’Annunciazione, tema ripreso nella
chiesa centrale di Niguarda dedicata al-
l’Annunciata in una celebre vetrata di
Mario Sironi, un vetro cattedrale tra i
più belli dell’arte moderna mondiale.
Ed ecco Niguarda, la “Città dell’Arte”,
come la definì il critico V. Costantini già
nel 1940, per la sua ricchezza di contri-
buti di numerosi altri famosi artisti
come Carpi, Salietti, Marussig, Monti,
Bucci, De Grada ecc...
Se in Italia vi sono Ospedali con celebri
opere d’arte del passato, basti pensare a
Firenze, Siena, Pavia, Padova e molti
altri, certamente Niguarda può essere
considerata la “Città dell’Arte Mo-
derna” continuamente arricchita da
nuovi capolavori come la recente ac-
quisizione dell’opera di Sergio Alberti
“Raggio di Sole” vincitore del Con-
corso artistico Nazionale “Cura e Spe-
ranza” in occasione del 70°
anniversario della fondazione del nostro
Ospedale e collocata all’interno del
nuovo blocco Ospedaliero e l’installa-
zione permanente di recente posizionata
nell’atrio del Centro Prelievi “L’albero
rovesciato”, opera di Marica Moro. Ed
infine ricordiamo il MAPP (Museo del-
l’Arte Paolo Pini), una realizzazione ri-
conosciuta museo civico a tutti gli effetti
per le importanti opere realizzate da ar-
tisti contemporanei sui muri dell’ospe-
dale Paolo Pini.
Questi artisti negli anni hanno anche la-
vorato a quattro mani con i pazienti af-
fetti da disagi psichici, realizzando
opere che oggi vengono anche esposte
in spazi pubblici ufficiali dell’arte con-
temporanea.
Enrico Magliano
Il salotto con l'artista: a sinistra Sergio Alberti, a destra Enrico Magliano
Foto 1
Foto 2
“Raggio di Sole”,
l’opera Immagine metaforica del sole in ac-ciaio satinato e di un raggio trasver-sale in ottone lucidato.Si rappresenta nell’opera il ciclo delsole esaltandolo in quanto eventovitale perennemente attivo.Attraverso questi elementi si riflettesugli aspetti della sofferenza e dellaguarigione in una prospettiva disperanza confortata da un pene-trante ideale raggio luminoso.
> Intervista181 progetti presentati e alla fine ha
vinto Sergio Alberti. Perché secondo lei
il suo “Raggio di Sole” è stata scelta
come l’opera che meglio ha interpretato
il tema “cura e speranza”?
Io mi auguro per una ragione che riguardail simbolo che è stato adottato. Il tema ri-guardante la cura e la speranza mi ha sol-lecitato un simbolo molto forte e moltospontaneo come quello del raggio di sole.È stata la prima idea e non l’ho più mol-lata. Ho pensato che il soggetto fosse lacosa più importante in questa avventuraplastica e che il sole come referente comearchetipo fosse un simbolo adatto tantoalla cura quanto alla speranza. Mi fa pia-cere che anche la commissione abbia in-seguito quel percorso sia mentale e anchepoetico che io ho scelto.
La sua opera è qui ha Niguarda come
quella di uno dei suoi maestri Francesco
Messina. Sembra quasi un passaggio di
consegne, che cosa si prova?
Francesco Messina è stato il mio grandemaestro, anche se poi io ho risentito moltodi un altro grande autore come MarinoMarini. Grande influenza ha avuto sullamia formazione anche Arturo Martini, tuttigrandi autori che hanno contribuito ad ar-ricchire il patrimonio artistico di Niguarda.
Devo dire che con FrancescoMessina avevo un feeling par-ticolare: io ero uno dei suoi al-lievi prediletti e lui mi haconsegnato le chiavi del pro-cedere in scultura, anche sepoi mi sono distaccato dal suostile, io, infatti, appartengo adun’altra generazione e ho ne-cessariamente esplorato altrevie stilistiche partendo peròdalle linee classiche della scul-tura. E il mio “Raggio di Sole”è un risultato che avviene persintesi lavorando sul pianoplastico in senso storico finoad arrivare alla primordialitàdella forma, che è il simbolo.
Ospedali efficienti che siano
anche belli, secondo lei è un
valore aggiunto di quale importanza?
Ma io credo che la scultura abbia la fun-zione del segnale per cui se l’opera d’arteè riuscita dal punto di vista estetico e poe-tico, necessariamente si propone comesimbolo di quel luogo, di quel contesto,avvalorandolo.
E qui il contesto, vedendo questa im-
mensa hall, è di quelli monumentali…
Si, si tratta di un contesto molto importantee molto ospitale, ma soprattutto invitanteper un artista visto che è ancora in fieri.
La sua opera non è relegata agli spazi
tipici dell’arte, una galleria, un’ esposi-
zione, ma è nel cuore di una cattedrale
della salute. Qual è secondo lei il valore
dell’arte pubblica?
Un valore molto importante che l’arte hasempre avuto nel corso dei secoli. In par-ticolar modo la scultura ha sempre avuto lafunzione di monumentalizzare dei luoghi.È soltanto nell’ ‘800 quando la scultura ha
iniziato ad essere scambio collezionisticoe commerciale che ha battuto strade di-verse. Ma nei secoli scorsi l’opera ha sem-pre avuto la funzione di dialogare con gliambienti. Un esempio molto chiaro è l’arterinascimentale: lo scultore con le sue operedialogava con il contesto architettonico,dando risultati che sarebbero auspicabilioggi, nel caos in cui ci si ritrova.
Complimenti al Maestro Sergio Alberti,
vincitore del concorso artistico “Cura e
Speranza”e grazie per averci aiutato a
comprendere meglio il suo “Raggio di
Sole”.
L’artistaSergio Alberti nasce a Pavia nel 1944 e si forma in ambito milanese dove al-l’Accademia di Brera è allievo di Francesco Messina, con cui sviluppa unfondamentale rapporto di esperienze. In seguito viene sollecitato in modoparticolare dagli insegnamenti di Marino Marini, che gli suggerisce un’in-dagine plastica più aperta a nuovi contenuti. Inizia l’attività espositiva nel1964, anno in cui ancora studente all’Accademia viene selezionato al Premionazionale “Rancati” presso la Civica Galleria d’Arte Moderna di Milano.
Il Maestro Sergio Albertie il suo Raggio di Sole
GrazieUn ringraziamento speciale adEugenio Cremascoli per aver fi-nanziato e reso possibile l’instal-lazione de “Il Raggio di Sole”.