I vini Doc e Docg

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Una mappatura della vitivinicoltura regionale a denominazione di origine

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Responsabile della Ricerca: Ezio CastiglioneResponsabile Scientifico: Raffaele BorrielloCoordinamento Tecnico: Fabio Del BravoLo studio è stato curato da: Enrico De RuvoRedazione: Enrico De Ruvo, Giovanni Luppi, Davide Marino, Sara MollichelliArt director: Massimo CerasiImpaginazione: Donatella Quaranta, Carlo Alberto Torlai

La ricerca è stata eseguita con il contributo del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

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Introduzione 51. Evoluzione del quadro normativo italiano ed europeo 6

1.1 La riforma dell’OCM vino 61.2 La legislazione nazionale 81.3 Gli attori istituzionali: i Consorzi di tutela 10

2. La produzione nazionale di vini DOC, DOCG, IGT 182.1 Le denominazioni in Italia 182.2 Il mercato 202.3 La dimensione territoriale 23

3. La mappatura della vitivinicoltura regionale italiana 263.1 La vitivinicoltura regionale, uno sguardo d’insieme 263.2 Valle d’Aosta 343.3 Piemonte 363.4 Liguria 413.5 Lombardia 453.6 Veneto 483.7 Friuli Venezia Giulia 513.8 Trentino Alto Adige 583.9 Emilia Romagna 603.10 Toscana 633.11 Marche 673.12 Umbria 703.13 Lazio 723.14 Abruzzo 753.15 Molise 783.16 Campania 813.17 Basilicata 833.18 Puglia 853.19 Calabria 883.20 Sicilia 903.21 Sardegna 93

4. I consumi domestici di vini DOC-DOCG 974.1 L’andamento dei consumi 974.2 I consumi per area geografica 994.3 I consumi per tipologia di famiglia 1044.4 I consumi per canale distributivo 107

APPENDICE METODOLOGICA 110

CD ROM ALLEGATO: FILE IN PDF DEL VOLUME

Indice

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Ismea, nell’ambito dell’ “Osservatorio prodotti tipici e sui sistemi di qua-lità e garanzia nell’agroalimentare”, ha esteso già dallo scorso anno an-

che al settore dei vini di qualità (i prodotti regolamentati dalla Legge n° 164del 10/2/92: vini DOC - DOCG – IGT) le attività già svolte per le produzioniDOP, IGP e STG.

Il presente Rapporto rappresenta quindi l’aggiornamento della pubblicazio-ne Ismea su questo tema denominata “I vini Doc, Docg e Igt: aspetti normativi,economici e di mercato“ e pubblicata nel dicembre 2005.

In questa edizione però, a differenza della precedente, si è effettuato un ap-profondimento sulle realtà vitivinicole di qualità delle singole regioni, analiz-zandone il loro posizionamento sul mercato nazionale.

Il Rapporto, redatto con la collaborazione del RTI AGER-AREA, in unaprima sezione riporta gli aggiornamenti normativi intervenuti riguardo ai vinidi qualità, con particolare riferimento alla riforma dell’OCM vino e alla legisla-zione nazionale in materia di denominazioni di origine.

Nel secondo capitolo sono analizzate le serie storiche delle principali varia-bili economiche legate ai vini a denominazione di origine e a indicazione geo-grafica, utilizzando i relativi dati ufficiali provenienti dall’Istat e dall’AGEA.

Nel terzo capitolo invece, dopo un’analisi dei dati strutturali aggregati a livel-lo nazionale provenienti dall’indagine Ismea sulle Camere di Commercio, siscende nel dettaglio regionale, osservando più analiticamente la situazione delcomparto vitivinicolo di qualità a livello locale. Ciò è stato possibile anche grazieal supporto di utili indicatori che hanno consentito di comprendere come si sianosviluppati nelle varie aree che compongono il nostro paese differenti “modelli”vitivinicoli e come questi ultimi si differenzino dalla media nazionale.

Il quarto capitolo, infine, esamina ed aggiorna l’andamento dei consumi do-mestici di vini Doc secondo i dati del Panel Ismea/ACNielsen, mostrando an-che, come ormai di consueto, la stratificazione degli acquisti per area geografi-ca e canale distributivo.

Il volume è corredato da un CD-ROM in cui si potranno trovare su file inpdf i contenuti dello stesso.

Introduzione

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l presente capitolo riporta gli aggiornamenti normativi nel comparto deivini ed in particolare di quelli a denominazione di origine.

Nello specifico vengono prese in considerazione le riforme principali dellalegislazione nel settore vitivinicolo intervenute dal 2005 ad oggi.

In ogni caso per una più completa anche se meno recente descrizione dellalegislazione esistente sui vini a denominazione di origine si rimanda alla prece-dente edizione del Rapporto, pubblicata nel dicembre 2005.

1.1 La riforma dell’OCM vinoLa Commissione Europea, con Comunicazione del 22 giugno 2006, ha tra-

smesso al Consiglio e al Parlamento una proposta di riforma del settore vitivi-nicolo, con un’analisi d’impatto e una valutazione sui possibili effetti da essaprovocati. È questo il primo passo verso una riforma sostanziale del settore vi-tivinicolo, iniziata a seguito di una lunga consultazione degli operatori interes-sati, partita a febbraio con l’organizzazione di un seminario vitivinicolo e, quin-di, proseguita con l’esame di quattro proposte alternative di riforma.

L’adozione dei relativi provvedimenti legislativi è prevista per l’estate 2007,considerato che il Parlamento Europeo adotterà il proprio rapporto, in plenaria,a febbraio 2007. Gli obiettivi perseguiti dalla Commissione sono principalmen-te quelli di riequilibrare il mercato, di migliorare la competitività dei produttorivinicoli europei e di semplificare il settore attraverso norme chiare e semplici.

La necessità di riequilibrare la domanda e l’offerta di vino nasce dalle pre-visioni di settore che danno in continua diminuzione i consumi europei di vino.I dati disponibili, infatti, evidenziano che i consumi continuano a diminuire an-nualmente dello 0,65%. Tutto ciò rende insostenibili le misure di mercatoodierne, che prevedono meccanismi di sostegno e di smaltimento delle ecce-denze: a fronte delle tendenze attuali, si prevede che esse dovrebbero salire al15% della produzione annua entro il 2010/11, con un peso sul bilancio dell’U-nione sempre più oneroso. Inoltre, le importazioni di vino a basso costo da Pae-si Terzi sono in continua crescita mentre le esportazioni stentano a tener il loropasso.

Per quanto riguarda il miglioramento della competitività dei prodotti euro-pei, la riforma del settore ha come obiettivo il rafforzamento della notorietà deivini attraverso una loro continua valorizzazione. Tutto ciò permetterebbe diconquistare nuovi mercati e di consolidare la presenza su quelli già acquisiti. Inquesto senso va letta anche la necessità, espressa dalla Commissione, di varareregole più chiare per l’etichettatura dei vini in modo da non indurre in confu-

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sione i consumatori e non ostacolare la commercializzazione del prodotto im-bottigliato.

Tra le proposte della Commissione, quella verso cui quest’ultima è mag-giormente orientata prevede una riforma radicale del settore da applicarsi inuna o due tappe.

La riforma prevede, innanzitutto, meccanismi di riequilibrio dell’offerta dimercato. In questo ambito rientra la riattivazione del regime di estirpazionedelle superfici vitate, che vede l’erogazione di un premio tale da invogliare iproduttori non competitivi ad abbandonare il mercato. Il premio erogato do-vrebbe diminuire di anno in anno: tutto ciò potrebbe spingere gli agricoltoriindecisi a optare immediatamente per l’espianto senza attendere tempo inutile.Lo scopo è arrivare all’espianto di 400.000 ettari in cinque anni. L’estirpazio-ne rimane su base volontaria e comporterà una spesa complessiva di 2,4 mi-liardi di euro. Inoltre le superfici estirpate potrebbero beneficiare del paga-mento unico per azienda, subordinatamente al rispetto dei requisiti ambientaliminimi. Il sistema dei diritti di impianto rimarrebbe invariato fino al 2013, an-no in cui scadrebbe definitivamente. È previsto, inoltre, un sistema di incentiviper la vendita dei diritti da parte delle aziende non competitive. In questo mo-do si avvantaggerebbero anche i produttori che rimangono sul mercato, inquanto potrebbero più facilmente acquistare le quote così liberate ed ampliarela propria azienda.

Le misure di mercato, come l’aiuto per la distillazione dei sottoprodotti,l’aiuto per il magazzinaggio privato e l’aiuto per l’uso del mosto sarebbero de-finitivamente abolite. Anche le misure volontarie, come la distillazione di crisi,verrebbero abolite e sostituite da una rete alternativa di sostegno, finanziatagrazie ad una dotazione nazionale assegnata a tutti i Paesi produttori per incen-tivare le misure più appropriate per le varie situazioni locali.

La riforma prevede, inoltre, una semplificazione sostanziale della legisla-zione sulla qualità ad oggi esistente: le categorie di vino possibili sarebbero sol-tanto due, i vini ad indicazione geografica e i vini senza indicazione geografica.Tutto ciò a vantaggio del consumatore che non avrebbe più la difficoltà di dis-tricarsi tra vini che differenziano di poco il loro legame con il territorio. Inoltre,all’interno di questa suddivisione, la Commissione propone di uniformare la le-gislazione sui vini con quella esistente per gli altri prodotti di qualità agroali-mentare. La politica di qualità del vino sarebbe quindi messa in sintonia con lapolitica orizzontale della qualità (in materia di indicazioni geografiche protette,IGP, e denominazioni di origine protette, DOP). I vini a indicazione geograficasarebbero quindi ulteriormente suddivisi in due sottocategorie, quella dei vini aIGP e quella dei vini a DOP. Ciò richiederebbe quindi l’istituzione di una pro-cedura di registrazione e protezione delle indicazioni geografiche.

Si propone, poi, l’istituzione di un apposito registro per l’iscrizione dei vinicon e senza indicazione geografica. Per contrastare efficacemente la concorren-za dei Paesi Terzi sui vini di qualità, si vuole incentivare la produzione di “vinida vitigno”, composti di un’unica varietà o da una miscela di due o più varietà.

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Tutte queste modifiche andrebbero comunque adeguate alle norme interna-zionali, soprattutto a quelle stabilite in ambito WTO per gli accordi sulle pro-prietà intellettuali (TRIPS).

A queste innovazioni, va aggiunto l’obbligo di utilizzare etichette più sem-plici e comprensibili per il consumatore, al fine di rafforzare la competitivitàdelle aziende, che potranno anche utilizzare soluzioni pubblicitarie finora pre-cluse loro. Ad esempio, potrebbe essere ammessa l’indicazione del vitigno edell’annata anche per i vini senza indicazione geografica. Inoltre, per i vini diqualità, la Commissione propone di minimizzare le differenze tra menzioni edefinizioni tradizionali degli Stati membri e di modificare il regime linguisticodel settore vitivinicolo.

La comunicazione della Commissione prevede, infine, che la riforma sud-detta possa essere attuata in un solo step: in questo caso l’adattamento del set-tore alle nuove regole dovrebbe essere più repentino. Entro il 2010 scadrebbe lalimitazione dei diritti di impianto. Sarebbe invece abolita immediatamente l’at-tuale regime di estirpazione dei vigneti. Ogni ettaro di superficie estirpata en-trerebbe a far parte di quella ammissibile al pagamento unico.

1.2 La legislazione nazionale

A livello nazionale non si registrano sostanziali azioni di riforma legislativaper il settore dei vini di qualità. Sono tuttavia da menzionare una serie di prov-vedimenti legislativi volti ad integrare la normativa già esistente e a modificar-ne alcuni aspetti.

A questo proposito, va ricordato il Decreto Ministeriale dell’8 Febbraio2006 che regolamenta l’utilizzo delle fascette sostitutive dei contrassegni diStato per i vini DOCG. Il Decreto prevede norme specifiche per la realizzazio-ne della fascetta da parte dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato; l’art. 2,inoltre, elenca tutta una serie di indicazioni che la fascetta deve contenere, dalnome della DOCG al logo della denominazione.

Le fascette vengono distribuite dalle Camere di Commercio che possono de-legare anche i Consorzi di tutela delle relative DOCG, previa apposita conven-zione. La fascetta deve essere applicata sulla bottiglia in modo tale da poterneriscontrare l’avvenuta apertura. Le fascette sono numerate e la loro quantità èdeterminata in base alle indicazioni che le singole Camere di Commercio devo-no far pervenire al MIPAAF entro il 30 Aprile di ciascun anno. Tale previsionedeve essere calcolata tenendo conto dei quantitativi occorsi nell’anno preceden-te e degli orientamenti tendenziali del mercato.

Il numero delle fascette ritirate dagli imbottigliatori deve corrispondere allequantità di confezioni realizzate: è però ammesso uno scarto dell’1%, così co-me previsto dal Decreto Ministeriale 16 Maggio 2006.

Anche nel settore dei controlli dei vini v.q.p.r.d., qualche novità è stata intro-dotta dal Decreto del 4 agosto 2006 emanato dal MIPAAF. In particolare, in atte-

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sa di una riforma strutturale del settore, il decreto ha affidato all’Ispettorato Cen-trale Repressione Frodi la funzione di vigilanza sull’attività di controllo dei Con-sorzi di tutela autorizzati. Il nuovo incarico, diventato effettivo dal 1° Novembre2006, si va ad aggiungere al controllo sui vari illeciti già detenuto dall’Ispettora-to, ed ha come oggetto il controllo sui Consorzi di tutela incaricati, al fine di ga-rantire che gli stessi effettuino la loro attività nel rispetto dei piani di controlloautorizzati e senza discriminazione tra i vari soggetti della filiera.

Nuove regole sono state introdotte anche dalla legge 82 del 2006 che pre-senta disposizioni per tutto il settore vitivinicolo e si integra con quelle già pre-viste dai Regolamenti comunitari.

La legge, all’art. 1, presenta la definizione di “vino passito” o “passito” e di“mosto cotto”. La prima menzione sta ad indicare il vino ottenuto da uve sotto-poste ad appassimento, anche parziale, naturale sulla pianta o dopo la raccolta.L’accezione di “vino passito-passito liquoroso” è riservata ai vini liquorosi IGTo DO i cui disciplinari prevedono tale tipologia. La menzione può essere sosti-tuita da quella di “vin santo” soltanto per quei vini v.q.p.r.d. i cui disciplinariprevedono l’uso di tali menzioni.

Norme precise sono state introdotte in campo di etichettatura e chiusura. Se-condo le nuove disposizioni (art. 12), per essere dichiarati in vendita i recipienticontenenti vino fino a 60 litri devono essere chiusi ed etichettati. Nel caso incui i recipienti siano destinati al consumo familiare, gli stessi devono essere te-nuti accuratamente separati e devono essere provvisti di cartelli indicanti la de-stinazione, il lotto di appartenenza e, nel caso, il tipo di lavorazione in corso.

Per quanto riguarda gli scarti della lavorazione (art. 14), gli stabilimentienologici possono prorogare il tempo di detenzione delle vinacce di 10 giorni(da 20 a 30) dalla chiusura del periodo vendemmiale. Dopo questo periodo, levinacce devono essere avviate obbligatoriamente alla distillazione, ad eccezio-ne dei casi di esenzione.

Importanti modifiche sono intervenute nel campo delle sanzioni, che hannointrodotto l’istituto della oblazione e della diffida.

Per ciò che concerne l’oblazione, la legge 82/2006 abroga il passo relativodel D. Lgs. 260/2000, comportando l’applicazione delle disposizioni previstedalla legge 689/1981. Pertanto, dopo il 28 marzo 2006 il produttore potrà avva-lersi di pagamenti in misura ridotta (pari ad 1/3 del massimo della pena o, ovepiù favorevole, il doppio del minimo) se effettuerà l’esborso entro 60 giornidalla contestazione.

Ulteriore istituto introdotto dalla 82/2006 è la diffida. In questo caso il con-travventore può chiedere che la pena venga sospesa, non dando seguito al ver-bale ove sia possibile la regolarizzazione, il declassamento, la distruzione o ilcambio di destinazione del prodotto o dei materiali irregolari. La diffida può es-sere applicata solo per sanzioni di importo non superiore a 500 euro ed è eroga-ta a discrezione del verbalizzante.

Ulteriori novità sono state introdotte dal Decreto del 2 Novembre 2006,pubblicato in GU 14 novembre 2006 n. 265. La disposizione normativa vieta

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l’uso di “pezzi di legno” di quercia per tutti i vini DOCG e DOC. Questo decre-to è seguito alla regolamentazione comunitaria dell’uso dei trucioli di cui alReg. 1507/2006. Per tale Regolamento, i trucioli possono essere impiegati nel-l’elaborazione del vino per trasmettere allo stesso alcune proprietà del legno diquercia di cui sono costituiti. Questo trattamento può essere applicato solo sulvino e non sui mosti. L’utilizzo dei trucioli nei v.q.p.r.d. non era escluso dallalettera del Regolamento, purché lo stesso fosse previsto nei disciplinari di pro-duzione. Il decreto del 2 novembre, quindi, opera in senso restrittivo, dimi-nuendo cioè la portata più ampia del regolamento comunitario.

1.3 Gli attori istituzionali: i consorzi di tutela

Al 21 agosto 2006, i Consorzi di tutela autorizzati dal MIPAAF erano 102,uno in più rispetto all’anno precedente (Consorzio vini Doc “Friuli Latisana”).Quelli autorizzati a svolgere attività di vigilanza erano invece 52 (3 in più ri-spetto allo scorso anno). Il maggior numero dei Consorzi è presente in Veneto,seguito dalla Toscana (Tab. 1.1).

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Tabella 1.1. - Numero di Consorzi di tutela dei vini DO e IGT autorizzati a svolgere funzioni generali di tutela, valorizzazione e vigilanza

Regione N° consorzi autorizzati N° consorzi autorizzatia funzioni di tutela alla vigilanza

e valorizzazione generalePiemonte 11 3Lombardia 11 10Trentino A. Adige 1 -Veneto 16 11Friuli V. Giulia 5 3Emilia Romagna 8 6Toscana 14 9Marche 3 1Umbria 7 3Lazio 4 1Abruzzo 2 1Campania 3 -Molise 1 -Puglia 10 4Basilicata 1 -Calabria 1 -Sicilia 4 -Totale nazionale 102 52

Fonte: Mipaaf.

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PIEMONTE

1 Consorzio Tutela Vini d’Asti e del Monferrato (DOC “Barbera d’Asti”, “Barbera del Monferrato”,“Dolcetto d’Asti”, “Freisa d’Asti”, “Cortese dell’Alto Monferrato”, “Malvasia di Castelnuovo Don Bosco”, “Ruchè di Castagnole Monferrato”, “Albugnano”, “Loazzolo”, “Monferrato e Piemonte”)

2 Consorzio Tutela e Valorizzazione Vini DOC “Pinerolese”

3 Consorzio Tutela Vini DOC Malvasia di Casorzo d’Asti

4 Consorzio Tutela e Valorizzazione Vini DOC Valsusa

5 Consorzio Tutela Vini d’Aqui (DOCG “Brachetto d’Aqui” e DOC “Dolcetto d’Aqui”)

6 Consorzio Tutela dell’Asti

7 Consorzio Tutela del Gavi

8 Consorzio Tutela e Valorizzazione dei Vini DOC Caluso, Carema e Canavese

9 Consorzio Tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Roero (DOCG “Barolo” e “Barbaresco”,DOC “Barbera d’Alba”, “Dolcetto di Diano d’Alba”, “Dolcetto di Dogliani”, “Dolcetto delle Langhe Monregalesi”, “Langhe” e “Verduro Pelaverga”)

10 Consorzio Tutela e Valorizzazione delle DOC dei Vini “Freisa di Chieri” e “Collina Torinese”

11 Consorzio tutela Nebbioli dell'Alto Piemonte (DOC "Boca", "Bramaterra", "Colline Novaresi", "Coste della Sesia", "Fara", "Gattinara", "Ghemme", "Lessona" e "Sizzano")

LOMBARDIA

1 Consorzio Tutela Moscato di Scanzo

05.12.0024.2.05

24.11.00

14.12.0027.10.04 06.07.00

21.09.0025.03.0521.09.0015.10.028.6.0606.07.0010.1.0505.06.0606.07.00

21.05.0330.12.03

06.08.03

21.11.03

05.07.00

295 - 19.12.0055 -8.3.05 CT

292 – 15.12.00

4 – 05.01.00268 -15.11.04 CT273 – 22.11.00

228 – 29.09.0079 - 6.4.05 CT228 – 29.09.00256–31.10.02 V139 – 17.6.06 CV 168 – 20.07.0026 -2.2.05 CT165 -18.07.06 V169 – 21.07.00

127 – 04.06.038 -12.01.2004 V

205 – 04.09.03

285 - 09.12.03

169 – 21.07.00

Tabella 1.2. - I Consorzi di tutela autorizzati a svolgere funzioni generali di tutela, valorizzazione e vigilanza(per la lettura dell’ultima colonna della tabella si veda nota esplicativa in fondo alla stessa)

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2 Consorzio Tutela Valcalepio (DOC “Valcalepio bianco”, “Valcalepio rosso”, “Valcalepio moscato passito” e IGT “Bergamasca”)

3 Consorzio Tutela del Franciacorta

4 Consorzio Tutela Vini Lugana

5 Consorzio Tutela Vini DOC “Valtellina”

6 Consorzio Volontario Lambrusco Mantovano DOC (DOC “Lambrusco Mantovano” e IGT “Provincia di Mantova”, “Quistello” e “Sabbioneta”)

7 Consorzio volontario per la tutela dei vini a D.O. Oltrepò Pavese

8 Consorzio tutela Vini Botticino DOC9 Consorzio tutela dei Vini DOC “Capriano

del Colle” e IGT “Montenetto di Brescia”10 Consorzio Tutela dei Vini “Cellatica” DOC

e “Ronchi di Brescia” IGT11 Consorzio tutela Vino DOC “San Colombano”

o “San Colombano al Lambro”

TRENTINO A. ADIGE

1 Consorzio Vini del Trentino (DOC “Teroldego Rotaliano”, “Caldaro o Lago di Caldaro”, “Casteller”, “Valdadige”, “Trentino”, “Trento” e IGT “Vallagarina”, “delle Venezie” e “Vigneti delle Dolomiti”

VENETO

1 Consorzio Tutela Vini DOC “Gambellara”

2 Consorzio Tutela vini DOC Valpolicella e Recioto della Valpolicella

3 Consorzio Tutela Vini Colli Berici

13.09.0004.11.02

05.12.0015.11.0412.12.0501.01.0116.01.0409.05.0103.03.04

04.07.0128.12.04

04.12.0115.10.0204.11.0204.11.02

04.11.02

04.11.029.5.06

05.06.0015.11.04

05.12.0015.11.0429.08.055.01.0607.11.0022.11.0406.07.0015.11.04

√√

221 – 21.09.00273- 21.11.02 V

295–19.12.00 CV287 -7.12.04 CV13 -17.1.06 N31 – 07.02.0122 - 20.01.04 V120 – 25.05.0166 - 19.03.04 V

183 – 08.08.013 - 5.1.05 CT

298 – 24.12.01256–31.10.02 V273–21.11.02 V273–21.11.02 V

273–21.11.02 V

273–21.11.02 V120 -25.5.06 CV

151 – 30.06.00287 -7.12.04 C T

294–08.12.00 CV282 -1.12.04 CV209-8.9.05 N13 -17.1.06 N267–15.11.00 CV289 -10.12.04 CV

168–20.07.00

Tabella 1.2. (segue) - I Consorzi di tutela autorizzati a svolgere funzioni generali di tutela, valorizzazione e vigilanza (per la lettura dell’ultima colonna della tabella si veda nota esplicativa in fondo alla stessa)

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4 Consorzio Tutela dei Vini Breganze

5 Consorzio Tutela Vini Soave e Recioto di Soave

6 Consorzio Tutela Vino Bianco di Custoza

7 Consorzio Tutela Vini Lessini Durello

8 Consorzio tutela Vino Bardolino

9 Consorzio Volontario Tutela Vini DOC "Lison Pramaggiore"

10 Consorzio Volontario per la tutela dei Vini DOC "Colli Euganei"

11 Consorzio Tutela Vino DOC "Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene"

12 Consorzio tutela Vini del Piave

13 Consorzio tutela Vini DOC "Valdadige Terra dei Forti"

14 Consorzio Tutela Vini DOC "Arcole"15 Consorzio Tutela Vini "Merlara" DOC

16 Consorzio Tutela Vini DOC "Montello" e "Colli Asolani"

FRIULI-V. GIULIA

1 Consorzio Tutela dei Vini dell'Isonzo del Friuli

2 Consorzio Tutela della DOC dei Vini "Collio"

3 Consorzio tutela della DOC dei Vini "Colli Orientali del Friuli"

4 Consorzio Tutela Vini DOC Friuli Grave

5 Consorzio Tutela Vini DOC “Friuli Latisana”

EMILIA-ROMAGNA

1 Consorzio Tutela Vini del Reno (DOC "Reno" e IGT "Bianco di Castelfranco Emilia")

06.07.0015.11.0407.11.0022.11.0407.11.009.5.0607.11.0024.10.0216.1.0607.11.009.5.0627.03.0115.11.0405.10.0128.12.0405.10.0124.2.0506.09.0212.07.0624.10.029.5.0613.02.0304.07.0315.04.0428.07.03

14.11.0022.11.0425.01.0122.11.0405.10.0130.12.0422.01.0314.07.035.1.06

19.12.0022.11.04

168–20.07.00 282 -1.12.04 C267–15.11.00 CV289 -10.12.04 CV268–16.11.00 CV120 – 25.5.06 CV268 – 16.11.00264 -11.11.02 V20 – 25.1.06 CV267–15.11.00 CV120 -25.5.06 CV85 –11.04.01 CV282 -1.12.04 CV242–17.10.01 CV3 - 5.1.05 CV242–17.10.01 CV55 - 8.3.05 CV225–25.09.02 CV168 -21.07.06 CV260 – 06.11.02120 -25.5.06 CT47 – 26.02.03192 – 20.08.0398 - 27.04.04 V193 – 21.08.03

275 -24.11.00 CV289 -10.12.04 CV31 - 07.02.01 CV287 -7.12.04 CV242 - 17.10.0112 - 17.1.05 CT29 - 05.02.03192 -20.08.03 V13 – 17.1.06

1 - 02.'1.01289 -10.12.04 CT

Tabella 1.2. (segue) - I Consorzi di tutela autorizzati a svolgere funzioni generali di tutela, valorizzazione e vigilanza (per la lettura dell’ultima colonna della tabella si veda nota esplicativa in fondo alla stessa)

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Regione Inc. vigilanza D.M. G.U.*

2 Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena (DOC "Lambrusco di Sorbara", "Lambrusco Salamino di S. Croce", "Lambrusco Grasparossa di Castelvetro" e IGT "Modena o provincia di Modena")

3 Consorzio Vini Colli Bolognesi (DOC "Colli Bolognesi" e "Colli Bolognesi Classico Pignoletto")

4 Consorzio Tutela Vini DOC "Colli di Parma"

5 Consorzio Vini DOC "Colli Piacentini" (DOC Colli Piacentini e IGT Valtidone e Terre di Veleja)

6 Consorzio Tutela Vini DOC "Bosco Eliceo"

7 Consorzio Tutela Vini DOC "Reggiano" e "Colli di Scandiano e di Canossa"

8 Ente Tutela Vini di Romagna (DOCG Albana di Romagna), (DOC Albana di Romagna Spumante,Sangiovese di Romagna, Trebbiano di Romagna, Cagnina di Romagna, Pagadebit di Romagna, Colli di Faenza, Colli d'Imola, Colli di Romagna Centrale)

TOSCANA

1 Consorzio del vino Brunello di Montalcino (DOCG "Brunello di Montalcino" e DOC " Rosso di Montalcino", "Moscadello di Montalcino" e "Sant'Antimo")

2 Consorzio Tutela Vino Morellino DOC di Scansano

3 Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano (DOCG "Vino Nobile di Montepulciano" e DOC "Rosso di Montepulciano" e "Vin Santo di Montepulciano")

4 Consorzio Tutela Vino Chianti Classico (DOCG Chianti Classico", DOC "Vin Santo del Chianti Classico")

5 Consorzio Tutela Vini DOC Valdichiana

24.11.0003.03.04

21.03.0122.11.0419.02.0124.10.029.6.0604.07.0118.1.0529.03.0122.11.0416.05.0222.05.0318.5.0505.04.0206.08.039.5.06

05.12.0013.1.05

28.12.0004.11.025.5.0619.12.0029.08.0323.11.04

07.11.0024.09.0323.11.0413.9.0511.09.0114.07.03

291 - 14.12.0066 - 19.03.04 V

78 - 03.04.01 CV286 -6.12.04 CV55 - 07.03.01264 -11.11.02 V139 – 17.6.06 CV179 -03.08.01 CV26 -2.2.05 CV94 - 23.04.01287 -7.12.04 CT124 - 29.05.02135 -13.06.03 V123 -28.5.05 N104-06.05.02 CV202-01.09.03 N120 – 25.5.06 CV

295 -19.12.00 CV21 -27.1.05 CV

18 - 23.01.01273 -21.11.02 V113 - 17.5.06 CV1 - 02.01.01 CV213 -13.09.03 N299 -22.12.04 CV

268 -16.11.00 CV234 -08.10.03 N299 -22.12.04 CV222 – 23.9.05 N218 - 19.09.01192 -20.08.03 V

Tabella 1.2. (segue) - I Consorzi di tutela autorizzati a svolgere funzioni generali di tutela, valorizzazione e vigilanza (per la lettura dell’ultima colonna della tabella si veda nota esplicativa in fondo alla stessa)

creo
Page 15: I vini Doc e Docg

15

Regione Inc. vigilanza D.M. G.U.*

6 Consorzio della denominazione San Gimignano (DOCG "Vernaccia di San Gimignano" e DOC "San Gimignano")

7 Ente Tutela Vini di Toscana8 Consorzio Tutela Vini DOC "Cortona"

9 Consorzio Vino Chianti (DOCG "Chianti" e DOC "Vin Santo del Chianti" e "Colli dell'Etruria Centrale" )

10 Consorzio Tutela Vino DOC "Orcia"11 Consorzio Tutela Vini Montecucco a DOC12 Consorzio Chianti Colli Senesi

13 Consorzio Chianti Colli Fiorentini14 Consorzio tutela del vino “Candia dei Colli Apuani”

MARCHE

1 Istituto Marchigiano di Tutela (DOC "Verdicchio dei Castelli di Jesi", "Verdicchio di Matelica", "Lacrima di Morro d'Alba", "Rosso Conero", "Esino", "Vernaccia di Serrapetrona", "Colli Maceratesi")

2 Consorzio Tutela dei vini Piceni (DOC "Rosso Piceno", "Falerio dei Colli Ascolani" e "Offida")

3 Consorzio tutela Vini DOC "Colli Pesaresi"

UMBRIA

1 Consorzio Tutela Vini Orvieto (DOC "Orvieto" e "Rosso Orvietano o Orvietano Rosso")

2 Consorzio Tutela Vini Colli del Trasimeno3 Consorzio per la tutela dei Vini Montefalco (DOCG

Montefalco Sagrantino e DOC Montefalco)4 Consorzio di Tutela dei Vini di Torgiano (DOCG

Torgiano e DOC Torgiano)5 Consorzio Tutela Vini "Colli Martani" DOC6 Consorzio tutela vini "Lago di Corbara" DOC7 Consorzio volontario per la tutela dei vini a D.O.C.

"Colli Amerini"

05.07.0128.12.04

24.10.0205.04.0205.06.0606.08.0312.01.0415.07.0428.12.0410.02.0321.05.0329.08.0304.08.0414.12.0415.2.06

04.07.0128.11.025.1.06

15.05.03

23.10.029.5.06

14.11.0025.11.0420.07.0014.06.0206.02.0315.10.0206.02.0306.01.0315.04.0424.2.05

165 -18.07.01 CV3 - 5.1.05 CV

261 - 7.11.02 V100 - 30.04.02165 -18.07.06 CT205 - 04.09.0318 - 23.01.04180 - 03.08.04 CV2 - 4.1.05 (mod. S.)40 - 18.02.03127 - 04.06.03213 - 13.09.03199 - 25.08.04 V305 - 30.12.0446 - 24.2.06

179 - 03.08.01292 -13.12.02 V13 - 17.1.06 CV

120 - 26.05.03

258 - 04.11.02120 – 25.5.06 CT

273 - 22.11.00 CV297 - 20.12.04 CV176 - 29.07.00153 - 02.07.0042 - 20.02.03 V255 - 30.10.0242 - 20.02.03 V35 - 12.02.0398 - 27.04.0456 - 9.3.05

Tabella 1.2. (segue) - I Consorzi di tutela autorizzati a svolgere funzioni generali di tutela, valorizzazione e vigilanza (per la lettura dell’ultima colonna della tabella si veda nota esplicativa in fondo alla stessa)

Page 16: I vini Doc e Docg

16

Regione Inc. vigilanza D.M. G.U.*

LAZIO

1 Consorzio Tutela Denominazione Frascati

2 Consorzio tutela vino DOC "Marino"

3 Consorzio volontario per la tutela dei vini D.O.C. "Cerveteri" e "Tarquinia"

4 Consorzio tutela vino DOC "Colli Lanuvini"

ABRUZZO

1 Consorzio di tutela Vini d'Abruzzo (DOC "Montepulciano d'Abruzzo" e "Trebbiano d'Abruzzo")

2 Consorzio tutela vini "Colline Teramane" (DOCG "Montepulciano d'Abruzzo - Colline Teramane"

MOLISE

1 Consorzio valorizzazione Vini DOC del Molise (DOC Molise e Biferno)

CAMPANIA

1 Consorzio tutela dei vini a D.O.C. "Asprinio d'Aversa", "Falerno del Massico" e "Galluccio" (D.O.C. "Asprinio d'Aversa", "Falerno del Massico", "Galluccio" e I.G.T. Roccamonfina e Terre del Volturno)

2 Consorzio tutela vini dei "Campi Flegrei" D.O.C.3 "Samnium Consorzio Tutela Vini" - Consorzio

Tutela dei vini DOC e IGT della Provincia di Benevento" (DOC "Aglianico del Taburno e Taburno", "Guardiolo", "Sannio", "Sant'Agata de' Goti", "Solopaca" e IGT "Beneventano" e "Dugenta")

PUGLIA

1 Consorzio Tutela Vino Rosso Barletta

14.11.0025.11.0424.2.0504.07.0129.12.0409.06.04

28.12.04

21.11.0323.5.0519.07.0615.04.04

15.10.0216.1.06

18.1.05

26.4.200518.5.05

13.07.0021.11.03

275 -24.11.00 CV297 -20.12.04 CV56 -9.3.05 N183 - 08.08.016 - 10.1.05 CT146 -24.06.04

3 - 5.1.05

285 - 09.12.03127 -3.6.05 N176 -31.07.06 V98 - 27.04.04

255 - 30.10.0220 – 25.1.06 CT

26 - 2.2.05

109 - 12.5.2005123 -28.5.05

178 - 01.08.00284 -06.12.03 V

Tabella 1.2. (segue) - I Consorzi di tutela autorizzati a svolgere funzioni generali di tutela, valorizzazione e vigilanza (per la lettura dell’ultima colonna della tabella si veda nota esplicativa in fondo alla stessa)

Page 17: I vini Doc e Docg

Tabella 1.2. (segue) - I Consorzi di tutela autorizzati a svolgere funzioni generali di tutela, valorizzazione e vigilanza (per la lettura dell’ultima colonna della tabella si veda nota esplicativa in fondo alla stessa)

17

Regione Inc. vigilanza D.M. G.U.*

2 Consorzio Tutela dei Vini Castel del Monte

3 Consorzio Tutela Vino DOC "Locorotondo"

4 Consorzio Tutela Vino DOC "Gravina"5 Consorzio Tutela Vino "Primitivo di Manduria "

DOC6 Consorzio Tutela vino DOC "Rosso Canosa"

7 Consorzio Valorizzazione e Tutela Vino DOC "Moscato di Trani"

8 Consorzio Tutela Vino DOC "San Severo"

9 Consorzio Tutela Vini DOC "Gioia del Colle"10 Consorzio Tutela e valorizzazione dei vini DOC

"Salice Salentino"

BASILICATA

1 Consorzio tutela del vino a D.O.C. "Aglianico del Vulture"

CALABRIA

1 Consorzio per la Tutela e la valorizzazione dei Vini "Cirò" DOC

SICILIA

1 Consorzio tutela e valorizzazione vini DOC Isola di Pantelleria

2 Consorzio Tutela vino "Cerasuolo di Vittoria" DOC

3 Consorzio Volontario Tutela Vino Marsala a DOC

4 Consorzio Tutela DOC vini "Monreale"

20.07.0030.12.0301.05.0124.2.057.7.0504.07.0105.04.0227.07.0602.02.0119.10.0427.03.015.5.0622.05.0305.06.0620.02.0301.10.03

24.2.2005

29.08.0324.2.05

05.04.0205.05.0629.03.0125.11.0413.02.0319.7.200612.11.04

176 - 20.07.008 - 12.01.04 V141 - 20.06.0154 -7.3.05 CT166 -19.7.05 V179 - 03.08.01100 - 30.04.02187 –12.08.06 CT38 - 15.02.01254 -28.10.04 CT85 - 11.04.01113 - 17.5.06 CT135 - 13.06.03165 -18.07.06 V52 - 04.03.03239 - 14.10.03

58 -11.3.2005

213 - 13.09.0354 - 7.3.05 CT

100 - 30.04.02113 - 17.5.06 CT94 - 23.04.01297 -20.12.04 CT45 - 24.02.03176 - 31.07.06 CT 282 - 1.12.04

Fonte: Mipaaf.*Nota per la lettura dell’ultima colonna della tabella:V: incarico di vigilanzaCV: conferma incarico di vigilanzaCT: Conferma incarico di tutelaN: approvazione nuovo statuto (ovvero modifiche allo statuto)Se non sono specificate le sigle di cui sopra accanto alla data della Gazzetta Ufficiale, si intende che il Consorzioè stato autorizzato per le funzioni di tutela e valorizzazione.

Page 18: I vini Doc e Docg

18

2.1 Le denominazioni in Italia

el 20061, le denominazioni registrate in Italia sono cresciute di 15 unità,rispetto all’anno precedente, raggiungendo il valore assoluto di 477. Le

15 nuove denominazioni incidono poco sulla distribuzione per tipo di deno-minazione e per ripartizione geografica. Le 320 DOC rappresentano quindiancora oltre il 67% del totale, seguite dalle IGT, pari a 123, ossia il 26%, edalle DOCG, in numero di 34. Per quanto concerne la distribuzione geografi-ca (Figura 2.1), emerge ancora la netta prevalenza del Nord con 192 denomi-

nazioni, pari a oltre il 40%, seguito dal Centro e dal Sud – rispettivamente113 e 108 – e, in ultimo, dalle Isole con 64.

È significativo notare come la distribuzione percentuale a livello nazio-nale e sopra richiamata, cambi tra le diverse circoscrizioni. Infatti, nel NordItalia risulta concentrato il 53% circa delle DOCG, mentre l’incidenza delle

2. La produzione nazionale di vini DOC, DOCG, IGT*

N

Grafico 2.1 - Distribuzione delle denominazioni per circoscrizione

Fonte: Mipaaf. Nord Centro Sud Isole

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

200

Docg

Igt

Doc

creo
Page 19: I vini Doc e Docg

19

IGT è del 36% circa, dato inferiore quindi al valore che la circoscrizione faregistrare per tutte le denominazioni. Dello stesso tenore la distribuzione alCentro. Fenomeno invece del tutto opposto si osserva al Sud e nelle Isole,dove il contributo delle IGT è superiore rispetto a quello complessivo, a dis-capito quindi delle DOC e soprattutto delle DOCG.

Per quanto concerne il contributo delle singole regioni, anche in questo casole variazioni intervenute non modificano sostanzialmente la geografia dellaproduzione di vino di qualità. La regione che vanta il maggior numero di deno-minazioni – ben 55, oltre l’11% del totale nazionale – è il Piemonte (Figura2.2), seguito dalla Toscana con 46 e dal Veneto con 37. Seguono poi altre regio-ni forti produttrici, anche se, come si vedrà meglio nei paragrafi seguenti e nelsuccessivo capitolo, spesso al numero di denominazioni non corrisponde un pa-ritario contributo quantitativo.

Da notare che il peso delle diverse regioni cambia notevolmente se siconsidera la composizione interna ad ogni regione tra le diverse tipologie didenominazioni (Figura 2.3). Ad esempio il Piemonte e la Valle D’Aosta sonole uniche regioni che non annoverano IGT, probabilmente a causa della fortepresenza di produzioni di maggiore qualità nel primo caso e della DOC regionalenel secondo caso. A conferma di ciò, il Piemonte è la regione in cui, almeno sotto

Grafico 2.2 - Numero totale di denominazioni per regione

Fonte: Mipaaf.

Piemonte Toscana Veneto

Sardegna Lombardia

E. Romagna Lazio

Puglia Campania

Sicilia Calabria Umbria Marche

Friuli V.G. Abruzzo

Trentino A.A. Liguria

Basilicata Molise

Valle D'Aosta

0 10 20 30 40 50 60

creo
Page 20: I vini Doc e Docg

20

il profilo numerico, è più elevato il peso delle DOCG (quasi il 20% del totale re-gionale). Altre regioni con un modesto numero di IGT rispetto al totale delle de-nominazioni sono le Marche e la Toscana, regione che, come il Piemonte, si ca-ratterizza per l’alto peso delle DOCG. Le IGT sono, invece, maggiormente diffu-se nelle regioni del Sud – con l’eccezione rilevante della Puglia – e in Sardegna.Si tratta probabilmente di regioni in cui il passaggio ad una vitivinicoltura dimaggiore qualità è avvenuto più gradualmente, facendo ricorso ad uno strumento,quello delle IGT, che consente un minore “rigore” in termini di parametri qualita-tivi e di ampiezza delle aree di produzione. Tra le regioni a maggiore presenza diIGT spiccano l’Abruzzo, in cui i vini IGT sono 9 su un totale di 13 denominazio-ni, e la Calabria (13 su 25). Sempre per le IGT al Nord spicca il ruolo della Lom-bardia (14 IGT), del Veneto e dell’Emilia Romagna (entrambe 10).

2.2 Il mercato

In base ai bilanci di approvvigionamento ISMEA, la produzione utilizzabiledi vino di qualità, nella campagna 2004/05 (ultimo dato definitivo disponibile)si è attestata sui 15 milioni di ettolitri (tabella 2.1). Nell’ultimo decennio, laproduzione utilizzabile evidenzia una tendenza crescente: in questo periodo, in-

Grafico 2.3 - Distribuzione % del tipo di denominazione per regione

Fonte: Mipaaf.

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Piemonte Toscana Veneto

Sardegna Lombardia

E. Romagna Lazio

Puglia Campania

Sicilia Calabria Umbria Marche

Friuli V.G. Abruzzo

Trentino A.A. Liguria

Basilicata Molise

Valle D'Aosta

DocgIgt Doc

creo
Page 21: I vini Doc e Docg

21

fatti, si è registrato un aumento di oltre il 40%, pari ad un incremento medioannuo del 4,4% (Figura 2.4).

Alla crescita della produzione utilizzabile ha fatto riscontro quella delle im-portazioni, pari al 55% nel periodo esaminato, anche se in valore assoluto i

Tabella 2.1 - Bilancio di approvvigionamento del vino di qualità p.r.d (migliaia di ettolitri)

Voci 1995/96 1996/97 1997/98 1998/99 1999/00 2000/01 2001/02 2002/03 2003/04 2004/05Produzione utilizzabile 10.363 11.796 12.179 12.752 12.580 12.699 12.529 13.600 13.600 15.000Importazioni 97 101 107 112 119 131 111 142 144 152Disponibilità totali 10.460 11.897 12.286 12.864 12.699 12.830 12.640 13.742 13.744 15.152Esportazioni 4.386 4.391 4.589 4.613 4.983 5.210 4.569 4.279 4.391 4.531Scorte finali 7.737 9.040 10.185 11.252 12.109 12.481 12.714 12.046 12.748 14.822di cui al commercio 0 2.770 2.962 3.180 2.079 3.238 3.452 3.240 3.973 4.018Variazione degli stock -192 1.303 1.145 1.067 -857 -372 -233 668 -702 -2074di cui al commercio 0 0 192 218 1.101 -1.159 -214 212 -733 -45Utilizzazione interna 6.266 6.203 6.552 7.184 6.859 7.248 7.838 10.131 8.651 8.547Perdite 40 40 40 40 90 40 40 40 40 40Usi Industriali 0 0 0 0 319 574 459 349 351 390di cui alcool 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0Trasformazione 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0Consumo umano 6.226 6.163 6.512 7.144 6.450 6.634 7.339 9.742 8.260 8.117

Fonte: elaborazioni ISMEA su dati Istat e AGEA.

Grafico 2.4 - Evoluzione di alcune variabili per i vini DOC-DOCG

Fonte: elaborazioni ISMEA su dati Istat e AGEA.

1995

/96

199

6/97

1997

/98

199

8/99

1999

/00

200

0/01

200

1/02

200

2/03

200

3/04

200

4/05

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

16.000

Produzione utilizzabile

Esportazioni nette

Utilizzazione interna

Consumo umano

000h

l

creo
Page 22: I vini Doc e Docg

quantitativi permangono modesti, tanto che queste contribuiscono al totale del-la disponibilità interna per appena l’1%. Per quanto concerne le due voci prin-cipali del bilancio in uscita si notano andamenti diversificati.

I consumi interni – che costituiscono oltre il 53% della disponibilità totale –rappresentano ancora la principale voce del bilancio di utilizzazione. L’andamentodei consumi interni tra la campagna 1995/96 e quella 2004/05 ha evidenziato unacrescita complessiva del 30% circa, con una incremento medio annuo di circa il3%. L’andamento è stato spesso ciclico con espansioni e decrementi alternati. Co-me si vedrà nel capitolo 4 del Rapporto, questo è vero soprattutto considerando iconsumi in quantità, mentre in valore l’andamento è sicuramente migliore.

Nello stesso periodo, invece, l’andamento delle esportazioni è stato abbastan-za stagnante con una crescita del 3% circa, pari ad un incremento medio annuoinferiore allo 0,5%. Ciononostante, nella campagna 2004/05 questa voce ha rap-presentato il 30% del totale delle disponibilità. Anche per le esportazioni i datinon sono univoci. Dopo una crescita pressoché costante sino al 2000/01 nelle duecampagne successive si è registrata una flessione considerevole, cui è seguita unainversione di tendenza nell’ultima campagna qui considerata.

I dati sinora esposti risultano maggiormente esplicativi se letti unitariamente aquelli del comparto nel suo complesso (figura 2.5). Nonostante i dati incoraggianti del-l’ultimo bilancio disponibile, infatti, la tendenza appare abbastanza chiara. Nel decen-nio considerato, i consumi interni di vino nel complesso (di qualità e da tavola), atte-standosi sui 27 milioni di ettolitri, hanno registrato un decremento del 22%, contenuto

22

Grafico 2.5 - Evoluzione di alcune variabili per i vini nel complesso

Fonte: elaborazioni ISMEA su dati Istat e AGEA.

Produzione utilizzabile

Esportazioni netteUtilizzazione internaConsumo umano

000h

l

1995

/96

199

6/97

1997

/98

199

8/99

1999

/00

200

0/01

200

1/02

200

2/03

200

3/04

200

4/05

0

10

20

30

40

50

60

70

creo
Page 23: I vini Doc e Docg

in parte dai risultati positivi della campagna 2004/05. Anche la produzione utilizzabilenel complesso evidenzia una tendenza decrescente, anche se più contenuta rispetto aquella dei consumi: -5% grazie all’inversione di tendenza della campagna 2004/05. Ingenerale, quindi, tra il vino da tavola e quello di qualità sono in atto due tendenze op-poste, confermate tanto dai consumi (si veda il Capitolo 4), quanto dalla dimensionestrutturale.

2.3 La dimensione territoriale

Sotto il profilo strutturale, il comparto vitivinicolo, nel corso dell’ultimo de-cennio, si è significativamente modificato. Tra il 1996 ed il 2005 si è avuta unaperdita di SAU a vite da vino di oltre 50.000 ettari, che scendono di poco se siconsidera la superficie effettivamente in produzione (Figura 2.6). In terminipercentuali il decremento si quantifica in un -8%.

Meno lineare l’andamento della produzione di uva da vino, che dipende, ol-tre che dalle superfici, dalle rese. In ogni caso, si è registrato un decremento del5%, nonostante il sensibile incremento registratosi nel 2004.

La differenza tra i due dati – produzioni e superfici – sembra indicare co-munque che le modifiche strutturali siano avvenute a discapito delle aziendemeno produttive e con superfici più marginali.

Tale tendenza viene confermata dall’andamento delle unità di produzione(Figura 2.7). Negli ultimi 20 anni, infatti, si è passati da oltre 1,6 milioni diaziende a 600.000, con un decremento del 63% circa, risultato però di anda-menti diversi tra le aziende che producono uve per vini da tavola e quelle cheproducono uve per vini DOC-DOCG. Per le prime il decremento sfiora il 70%:

23

Grafico 2.6 - Superfici e produzione per l’uva da vino

Fonte: Istat.

660.000

680.000

700.000

720.000

740.000

760.000

780.000

800.000

820.000

840.000

860.000

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

SA

U (h

a)

0

1.000

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9.000

000 t

SAU uva da vino SAU in produzione Uva da vino

creo
Page 24: I vini Doc e Docg

dell’oltre milione e mezzo censite nel 1982, ne rimangono attive meno di470.000 nel 2003. Per le seconde, il fenomeno è opposto: si è infatti avuto unincremento di quasi il 14%, passando da un’incidenza del 6% del 1982 ad unadel 20% sul complesso delle aziende che producono uva da vino del 2003.

La dimensione media è di conseguenza passata da meno di un ettaro a 1,31,rafforzando l’indicazione secondo la quale il riaggiustamento ha interessato so-prattutto le aziende più marginali.

La tendenza che emerge dai dati sinora analizzati viene in gran parte confer-mata analizzando la produzione. Secondo i dati forniti dall’ISTAT, nel 2004 laproduzione di vini di qualità, intesa come somma dei vini DOC, DOCG e IGT èstata di 30,4 milioni di ettolitri, ossia oltre il 57% del totale del vino prodottosul territorio nazionale (Tabella 2.2). La componente di maggiore peso è quelladel vino DOC-DOCG che con 16,5 milioni di ettolitri circa rappresenta oltre il31% del totale. Il vino IGT contribuisce con il restante 26%.

Osservando la Tabella 2.2 si nota come la quota di gran lunga maggiore delvino DOC-DOCG (il 58%) viene ottenuta nelle regioni del Nord Italia, cui se-gue il Centro (22,6%). In particolare le prime 4 regioni per quantità prodotte –nell’ordine Piemonte, Veneto, Emilia—Romagna e Toscana – concentrano il53,6% del totale. Per i vini IGT il livello di concentrazione della produzione èancora più alto: nel Nord Italia si ottiene il 62% del totale, grazie soprattutto alVeneto ed all’Emilia-Romagna. Se a queste regioni si somma la Sicilia, che è ilterzo ambito produttivo, si arriva al 67% del totale.

Prendendo in considerazione tutto il vino prodotto, la situazione si riequilibra afavore del Sud Italia e delle Isole, il cui peso sale rispettivamente al 2,6% ed al14,9%. Tra le regioni grandi produttrici di vini di qualità del Nord e del Centro Ita-lia permane il ruolo di Veneto ed Emilia-Romagna, mentre il ruolo di Piemonte e

24

Grafico 2.7 - Evoluzione delle aziende vitivinicole in Italia

Fonte: Istat.1982 1990 1993 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2003

0

200.000

400.000

600.000

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1.000.000

1.200.000

1.400.000

1.600.000

1.800.000

Vite

Per vini DOC e DOCG

Per altri vini

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Toscana viene sensibilmente ridimensionato. Anche per il vino nel suo complesso ilgrado di concentrazione – sebbene minore rispetto a quello dei vini di qualità – ap-pare alto. Le prime quattro regioni – Veneto, Emilia-Romagna, Puglia e Sicilia –rappresentano il 57,5% del totale del vino prodotto in Italia.

La differenza tra le due serie di dati mette in luce la differente struttura pro-duttiva a livello geografico che caratterizza la vitivinicoltura italiana. Si è vistoinfatti che l’incidenza delle produzioni di qualità è mediamente del 57%. Inrealtà nel Nord Italia la media sfiora l’80% e si riscontrano situazioni regionaliin cui l’incidenza è ancora più alta. Anche al Centro il valore medio nazionaleviene superato e si osserva un gradiente geografico in base al quale si passaprogressivamente dall’81% della Toscana al 55% del Lazio, che è l’unica regio-ne che fa eccezione. Il gradiente viene rispettato scendendo verso il Sud. Se in-fatti nelle regioni del Sud la produzione di vini di qualità si attesta mediamentesul 31%, nelle Isole non si supera il 28%

1) Aggiornamento a luglio 2006.* Il presente capitolo, insieme ai successivi 3 e 4, è stato redatto dal Prof. Davide Marino, con-sulente AGER.

25

Tabella 2.2 - Produzione di vino distinta per tipologia in Italia nel 2004

Regioni Vino DOC-DOCG Vino IGT Vino totale(000 hl) % (000 hl) % (000 hl) %

VALLE D'AOSTA 10 0,1 0,00 0,0 22 0,0PIEMONTE 2.726 16,5 0,00 0,0 3.263 6,1LIGURIA 34 0,2 4,20 0,0 91 0,2LOMBARDIA 644 3,9 177,70 1,3 1.168 2,2VENETO 2.453 14,8 5.189,70 37,5 8.843 16,6FRIULI V.G. 838 5,1 278 2,0 1.344 2,5TRENTINO A.A. 969 5,9 260,20 1,9 1.269 2,4EMILIA ROMAGNA 1.938 11,7 2.718,00 19,6 7.155 13,5NORD 9.612 58,0 8.628 62,3 23.155 43,6TOSCANA 1.762 10,6 802,30 5,8 3.166 6,0MARCHE 530 3,2 370,80 2,7 1.248 2,3UMBRIA 377 2,3 373,00 2,7 1.078 2,0LAZIO 1.080 6,5 301,80 2,2 2.492 4,7CENTRO 3.749 22,6 1.848 13,4 7.984 15,0ABRUZZO 1.183 7,1 182,60 1,3 3.585 6,7MOLISE 230 1,4 0,00 0,0 328 0,6CAMPANIA 223 1,3 249,40 1,8 1.878 3,5BASILICATA 27 0,2 24,50 0,2 201 0,4PUGLIA 882 5,3 1.295,60 9,4 7.610 14,3CALABRIA 53 0,3 12,50 0,1 485 0,9SUD 2.598 15,7 1.765 12,8 14.087 26,5SICILIA 343 2,1 1.404,10 10,1 6.964 13,1SARDEGNA 261 1,6 193,40 1,4 943 1,8ISOLE 604 3,6 1.598 11,5 7.907 14,9ITALIA 16.563 100,0 13.838 100,0 53.133 100,0Fonte: Istat.

Page 26: I vini Doc e Docg

analisi precedente, basata su dati statistici ufficiali, ha consentito di trac-ciare un quadro complessivo dell’andamento del settore vitivinicolo negli

ultimi anni mettendo in luce l’evoluzione della produzione di vino DOC-DOCG rispetto a quella complessiva. In questo capitolo vengono invece pre-sentati i risultati dell’ attività dell’Osservatorio sui vini DOC-DOCG. L’analisiutilizza i dati rilevati ad hoc presso le fonti primarie2, cercando di ricostruire inmodo più articolato – sia a livello geografico che produttivo – il quadro struttu-rale ed economico della produzione nazionale.

In questo senso, il primo paragrafo del capitolo è dedicato a fornire un pri-mo sguardo d’insieme della produzione, in modo da ottenere una “mappa” incui inscrivere successivamente i singoli approfondimenti regionali.

Tutti i dati presenti nel capitolo sono aggiornati all’anno 2004.

3.1. La vitivinicoltura regionale, uno sguardo d’insieme

La tabella 3.1 riporta i dati regionali derivanti dalle attività di rilievo svolte suivini DOC-DOCG e rappresenta alcuni dati di sintesi delle situazioni regionali cheverranno sviluppati successivamente nei singoli rapporti. Il quadro nazionale cheemerge dal rilievo è per alcune grandezze differente rispetto a quello statistico.

Innanzitutto sono state evidenziate le denominazioni in produzione, ossiaquelle per le quali, indipendentemente dall’iscrizione delle aziende, con relati-ve superfici, all’Albo dei vigneti sono state rilevate produzioni effettive di vi-no. Come si nota, per 24 denominazioni non esiste in realtà una attività produt-tiva. L’incidenza delle denominazioni registrate ma non attive è maggiore per leDOCG rispetto alle sole DOC (l’11% del totale potenziale contro il 6%), e pre-senta valori sensibilmente più alti al Sud e soprattutto nelle Isole – ove raggiun-ge il peso del 18% - rispetto al Nord. Le differenziazioni geografiche viste nelcapitolo precedente trovano quindi un ulteriore elemento di riflessione nelladifficoltà a creare percorsi di valorizzazione a livello locale.

Secondo il rilievo effettuato presso le CCIAA la produzione di vino DOC-DOCG è risultata nel 2004 di poco inferiore ai 13 milioni di ettolitri. Vi sono atal proposito due osservazioni preliminari da fare. La prima è che il dato è cer-tamente sottostimato per la mancanza di alcune informazioni a livelloregionale3. La seconda è che, anche considerando queste indisponibilità, il datoè diverso da quello ISTAT riportato in tabella 2.2. Al di là delle motivazioni chevanno ricercate nelle diverse metodologie di rilievo dei dati4, va sottolineata

26

3. La mappatura della vitivinicoltura regionale italiana

L’

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qui la diversità delle finalità dei due insiemi di dati: strettamente statistiche nelprimo caso, proprie di un osservatorio economico nel secondo.

Anche se le differenze tra le due sono distribuite in tutte le circoscrizionigeografiche, i dati della tabella 3.1 accentuano il ruolo rivestito nella produzio-ne nazionale dal Nord Italia che con quasi 8 milioni di produzione effettiva rap-presenta quasi il 62% del totale. Segue poi il Centro con il 23%, mentre vieneridimensionata la posizione del Sud Italia (meno del 13%). Modesta la varia-zione per Isole anche in presenza dei problemi di rilievo per la Sicilia, fatto cherafforza l’immagine di una posizione minoritaria di tale circoscrizione.

Se poi si va ad analizzare la stessa distribuzione per il vino certificato, ilruolo del Nord Italia e, in misura minore del Centro, vengono rafforzati, anchese il dato è fortemente influenzato dalla mancanza di informazioni relative alle

27

Tabella 3.1 - Il quadro della produzione di vini DOC-DOCG in Italia nel 2004

Vino DOC e DOCG di cui in Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzioneproduzione Iscritte Iscritta produzione certificata

all'Albo (n.) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)V. D'AOSTA 1 1 1.162 217 215 18.196 13.418 13.418PIEMONTE 55 52 39.753 40.924 36.891 2.980.579 2.079.912 1.833.852LIGURIA 8 8 2.755 816 643 45.296 29.668 29.638LOMBARDIA 19 16 13.779 23.725 13.805 1.123.340 751.132 751.132VENETO 27 27 24.990 35.469 27.276 3.008.112 2.045.010 1.430.192FRIULI V.G. 10 10 11.086 11.075 11.075 1.094.386 765.732 765.732TRENTINO AA 8 7 27.615 12.887 12.579 1.526.169 1.068.040 555.065EMILIA R. 21 20 27.550 32.908 17.156 1.673.322 1.155.735 771.716TOTALE NORD 148 141 148.690 158.021 119.640 11.469.400 7.908.645 6.150.743TOSCANA 41 40 21.738 82.051 31.414 2.271.279 1.659.632 1.268.950MARCHE 16 14 7.533 11.084 7.109 651.962 454.016 454.016UMBRIA 13 13 5.217 16.425 10.179 413.865 207.205 205.826LAZIO 26 26 11.945 19.156 7.871 846.384 632.877 393.709TOTALE CENTRO 96 93 46.434 128.717 56.573 4.183.490 2.953.730 2.322.499ABRUZZO 4 4 14.717 19.024 11.893 1.447.278 1.059.666 781.917MOLISE 3 2 623 1.370 653 71.005 42.897 42.897CAMPANIA 20 20 9.308 11.414 2.471 187.030 129.148 113.628BASILICATA 3 2 436 964 712 40.510 28.357 28.357PUGLIA 25 25 7.364 10.384 6.837 484.779 334.301 334.301CALABRIA 12 8 1.077 1.704 1.123 82.841 58.118 n.d.TOTALE SUD 67 61 33.525 44.861 23.689 2.313.442 1.652.488 1.301.100SARDEGNA 20 19 3.509 3.765 4.718 367.218 250.895 n.d.SICILIA 23 16 1.293 4.187 1.489 88.117 51.229 n.d.TOTALE ISOLE 43 35 4.802 7.952 6.208 455.335 302.124 n.d.ITALIA 354 330 233.450 339.552 206.110 18.421.667 12.816.986 9.774.343Fonte: Indagine Ismea sulle CCIAA.

Page 28: I vini Doc e Docg

Isole. In effetti se si va ad analizzare il rapporto tra produzione certificata ed ef-fettiva si nota come mediamente nelle tre circoscrizioni per le quali il dato èdisponibile, il rapporto sia molto simile (0,78 al Nord, 0,79 nelle altre due). Semai differenze notevoli si possono evidenziare tra le diverse regioni: a fronte dimolte in cui l’intera produzione viene certificata, si rilevano alcune situazioniin cui la certificazione risulta di minore interesse. È il caso del Trentino A.A. odel Lazio dove poco più del 60% della produzione viene certificata.

A livello regionale, rimandando all’esame dei singoli rapporti per analisi piùapprofondite, viene confermato il ruolo trainante, già visto nel capitolo prece-dente, di Piemonte, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna.

Esaminando i dati strutturali si nota come nel Nord Italia ricada quasi il 64%delle aziende ma soltanto il 46% delle superfici iscritte all’Albo. In termini diSAU, tende a pesare in misura relativamente maggiore il Centro Italia (38% dellaSAU contro meno del 20% delle aziende), mentre risultano abbastanza costanti,rispetto agli altri parametri, i valori per il Sud e le Isole. La differenza è da impu-tarsi naturalmente alla differente maglia aziendale. Di poco superiore all’ettaro alNord, contro i quasi 3 del Centro. Al Sud e nelle Isole il valore invece non si dis-costa molto dalla media nazionale che è di circa 1,5 ettari.

I dati riportati, dunque, sottolineano la differenza di peso in termini struttu-rali e produttivi tra le diverse circoscrizioni. Infatti anche la produzione di uva,nonostante quanto osservato in termini di SAU, è ancora concentrata al Nord,con una incidenza molto simile a quella vista per il vino. Tale differenza è do-vuta naturalmente alla diversa produttività che si riscontra, visto che la resa invinificazione non fa osservare differenze significative. Nelle regioni del Nord edel Sud la resa si aggira sui 96-97 quintali di uva per ettaro, contro i 73-74 regi-strati nelle altre circoscrizioni. In particolare le aree più vocate sembrano esserequelle del Nord-Est, ove si sfiorano sempre i 100 quintali che vengono abbon-dantemente superati in Veneto (110) e in Trentino (121).

I dati raccolti sulle superfici e quelli sulla produzione di vini DOC-DOCG,unitamente a dati di altre fonti5, hanno permesso di costruire una serie di indi-catori che vengono riportati nella tabella 3.2. Attraverso questi indicatori sonostati realizzati i “profili vitivinicoli” delle regioni italiane, analizzati nel detta-glio nei rapporti regionali, ma essi permettono anche una lettura trasversale del-la vitivinicoltura di qualità nazionale.

Gli indici di specializzazione – ISP1 e ISP2 – rappresentano la specializzazio-ne delle diverse regioni nella coltivazione di uve destinate a vini DOC-DOCG.L’indice è costruito attraverso il rapporto tra l’incidenza che si osserva nella n-esima regione tra la SAU a vite DOC-DOCG e il totale della SAU viticola, e ilvalore che lo stesso rapporto assume a livello nazionale. Se quindi l’indice assu-me valori superiori a 1 la regione farà osservare una incidenza superiore a quellamedia nazionale si considera quindi specializzata. Valori inferiori all’unità indica-no despecializzazione. La differenza tra ISP1 e ISP2 è che il primo utilizza laSAU iscritta all’Albo e il secondo quella in produzione. Gli indicatori successivisono più immediati: il primo è l’incidenza della SAU a vite sul totale, il secondo

28

Page 29: I vini Doc e Docg

l’incidenza del vino DOC-DOCG sul totale, il terzo il peso che, in termini econo-mici, la produzione vitivinicola assume sul totale della produzione agricola.

La prima osservazione che è possibile compiere sui dati riportati è il riscon-tro di un “gradiente geografico”, già visto in precedenza in base al quale tutte leregioni del Centro-Nord, ad eccezione della Liguria, risultano specializzate,mentre tutte quelle del Sud e delle Isole, con la rilevante eccezione dell’Abruz-zo, sono despecializzate. In particolare i valori più elevati dell’ISP1 si riscon-trano in Toscana, Lombardia, Trentino, Umbria, Piemonte.

La lettura contemporanea dei diversi indici consente di evidenziare fenome-

29

Tabella 3.2 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG nelle regioni italianeRegioni Indicatori

ISP ISP 2 SAU Vite % Vino DOC/tot (HL) € Vino %VALLE D'AOSTA 1,01 1,65 0,43 0,48 2,99PIEMONTE 1,91 2,84 4,96 0,64 11,80LIGURIA 0,84 1,10 2,54 0,35 0,98LOMBARDIA 2,39 2,29 2,29 0,65 2,34VENETO 1,14 1,45 7,53 0,24 10,28FRIULI V.G. 1,43 2,35 7,64 0,57 12,80TRENTINO A.A. 2,12 3,41 2,54 0,83 8,94EMILIA ROMAGNA 1,33 1,14 4,52 0,17 5,69NORD 1,55 1,93 4,53 0,35 6,97TOSCANA 2,98 1,88 4,92 0,50 18,04MARCHE 1,17 1,23 3,67 0,37 5,17UMBRIA 2,42 2,47 3,20 0,22 7,26LAZIO 1,37 0,93 4,52 0,26 7,02CENTRO 2,23 1,61 4,31 0,37 10,21ABRUZZO 1,26 1,30 10,43 0,30 15,09MOLISE 0,56 0,44 2,60 0,15 3,77CAMPANIA 0,87 0,31 5,42 0,06 3,28BASILICATA 0,48 0,58 0,79 0,08 3,72PUGLIA 0,16 0,18 11,79 0,05 20,07CALABRIA 0,22 0,24 3,04 0,12 1,43SUD 0,43 0,38 6,81 0,12 9,66SICILIA 0,07 0,13 11,08 0,01 11,11SARDEGNA 0,27 0,18 2,43 0,27 4,34ISOLE 0,10 0,13 6,69 0,05 9,17ITALIA 1,00 1,00 5,43 0,25 8,38Nota: ISP = SAU a DOC-DOCG iscritta all’albo/SAU viticolaISP2 = SAU a DOC-DOCG in produzione/SAU viticolaSAU VITE % = SAU vite/SAU agricolaVINO DOC/TOT (HL) = Produzione vino DOC-DOCG/Produzione vino totale€ VINO % = Valore produzione vitivinicola/Valore produzione agricola

Fonte: elaborazioni Ismea su dati propri, Istat e Federdoc.

Page 30: I vini Doc e Docg

ni interessanti. È possibile infatti rilevare come, accanto ad alcune regioni chemostrano un ISP1 maggiore di 1 ma anche una diffusione della vite superiorealla media nazionale (Veneto, Friuli, Abruzzo), ve ne siano altre ove l’ISP1 èancora maggiore di 1, ma in presenza di una diffusione della vite minore rispet-to alla media (Piemonte, Lombardia, tutte quelle del Centro). Ve ne sono poi al-tre in cui ad una diffusione molto rilevate della viticoltura corrisponde un ISP1inferiore all’unità, prime fra tutte Puglia e Sicilia. Queste differenze sottostannoa sistemi produttivi differenti, sulla cui base, come si vedrà più avanti, è statacostruita una mappatura della vitivinicoltura italiana.

Un raffronto interessante può essere anche quello tra ISP1 e ISP2. In generele due coppie di valori sono coerenti tra loro anche se si nota una diversità neivalori. Quella più rilevante riguarda l’inversione di ruolo tra Piemonte e Tosca-na. Utilizzando l’ISP2 infatti il valore maggiore si riscontra nella prima regionee non nella seconda la cui posizione scende sensibilmente. Con L’ISP2 poi laLiguria, prima despecializzata, diviene specializzata, mentre il fenomeno oppo-sto si osserva nel Lazio. La differenza tra i due indici è dovuta al dato origina-rio: mentre l’ISP1 è costruito con la SAU iscritta all’Albo e ha un valore piùstrutturale, l’ISP2 è realizzato con la SAU effettivamente in produzione ed haquindi più un valore contingente. Nel caso specifico mentre in Piemonte ed inLiguria il rapporto tra SAU in produzione e SAU iscritta è molto alto, in Tosca-na e nel Lazio è al contrario basso (non si arriva al 50%).

Un gradiente geografico simile a quello visto per gli ISP si nota anche ana-lizzando il peso del vino DOC-DOCG sul totale. In genere nel Nord e nel Cen-tro ci si situa al di sopra della media nazionale, mentre nel Sud e nelle Isole aldi sotto. Tuttavia, nel primo insieme, esistono alcune differenze fondamentali.In particolare nel Veneto e in Emilia-Romagna, oltre che in Umbria, l’incidenzadel vino DOC-DOCG è minore della media. La spiegazione va rintracciata nelruolo che assumono i vini IGT nel contesto dei vini di qualità in queste regioni.

Infine l’ultimo indicatore della tabella è il peso economico del settore vitivini-colo. In questo caso la posizione tra le circoscrizioni si inverte. Se infatti la medianazionale è dell’8,4%, quella del Nord Italia è inferiore al 7%, mentre al Centrosupera il 10% e nel Sud e nelle Isole si supera in entrambi i casi il 9%. Si deve di-re che mentre nel Nord in diverse regioni (Piemonte, Veneto, Friuli) ci si situa aldi sopra del valore medio, il valore medio del Centro è dovuto soprattutto alla To-scana (18%), quello del Sud a Puglia ed Abruzzo, quello delle Isole alla Sicilia.

Come si nota, gli indicatori utilizzati consentono, se letti congiuntamente, diricostruire un mappa della vitivinicoltura italiana. Nel tentativo di sintetizzare leinformazioni sinora esposte, evidenziando nel contempo il ruolo della produzio-ne DOC-DOCG è stata costruita la Figura 3.1. I due assi del grafico rappresen-tano due indicatori già visti nella tabella – il peso economico del comparto viti-vinicolo e l’incidenza della produzione di vino DOC-DOCG sul totale – che nelloro insieme delineano sistemi produttivi vinicoli differenti.

Gli assi, il cui punto d’incontro rappresenta per entrambi gli indicatori il va-lore della media nazionale, delimitano quindi quattro quadranti.

30

Page 31: I vini Doc e Docg

Nel primo – denominato “prima la quantità, poi la qualità” – sono compresequelle regioni nelle quali il comparto vinicolo assume un peso rilevante, ma incui l’incidenza del vino DOC-DOCG è minore rispetto alla media. Sono realtà incui quindi la quantità assume un ruolo maggiore rispetto alla qualità6, definizionesenz’altro condivisibile per Puglia e Sicilia, meno per il Veneto che infatti si situavicino all’origine degli assi. Da notare che la posizione della Sicilia è stata calco-lata due volte, la seconda con dati statistici che consentono di eludere l’incomple-tezza di quelli rilevati per l’Osservatorio. La breve distanza tra le due posizionievidenzia in modo ancora più netto il ruolo ridotto della qualità in questa regione.

Il secondo quadrante è stato definito quello dell’eccellenza. Nelle regioni che viricadono – Abruzzo, Toscana, Friuli, Piemonte, Trentino – il comparto vitivinicoloè uno di quelli portanti per l’economia agricola regionale. La produzione di qualitàassume un ruolo fondamentale nella costruzione di questo percorso.

Il terzo quadrante è stato denominato “la qualità di nicchia”. Infatti nelle

regioni che ne fanno parte – Lombardia, Val d’Aosta, Marche, Liguria, Sarde-gna, Lazio – la produzione di qualità ha una incidenza elevata, ma il compartonel suo complesso riveste un ruolo economico limitato.

Infine il quarto quadrante – denominato “tra marginalità ed equilibrio” –racchiude situazioni molto differenziate. In genere un ruolo ridotto della quali-

31

Grafico 3.1 - Mappatura della vitivinicoltura italiana a livello regionale

Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat e Federdoc.

0

5

10

15

20

25

0 10 20 30 40 50 60 70 80

% produzione vino DOC/totale

PUG

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PRIMA LA QUANTITA'POI LA QUANTITA'

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TRA MARGINALITA' ED EQUILIBRIO

% v

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viti

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ITALIA

creo
Page 32: I vini Doc e Docg

tà, unitamente ad un peso limitato della vitivinicoltura, delineano una relativamarginalità che tuttavia, specie nelle regioni posizionate più vicino agli assi, siavvicina di più all’equilibrio.

Naturalmente nel leggere la posizione delle diverse realtà regionali si devetenere conto che si tratta di valori relativi che non escludono né l’importanzadel comparto in termini assoluti, né l’esistenza di situazioni specifiche di eccel-lenza produttiva ed economica.

A conclusione di questo primo paragrafo introduttivo, sembra interessanteevidenziare, rispetto ad alcuni parametri produttivi e strutturali, le posizioni deivini DOC-DOCG specifici.

La Figura 3.2 riporta le prime 10 denominazioni italiane per quantità di vinoeffettivamente prodotta. Come si vede le prime due – il Montepulciano e ilChianti che superano abbondantemente gli 800.000 ettolitri – si distanziano dipoco. Il dato tuttavia più rilevante è che i primi 10 vini incidono, nel loro insie-

me, per il 43% sul totale della produzione nazionale. Dato che mette in luce, cosache si vedrà in molte situazioni regionali, come la struttura produttiva della pro-duzione DOC-DOCG sia basata su poche produzioni molto rilevanti sotto il pro-filo quantitativo con le quali si integrano molte piccole produzioni di nicchia.

Se si prende in considerazione la produzione certificata e non quella effettiva (Fi-

32

Grafico 3.2 - Prime 10 DOC per produzione effettiva di vino

Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Montepulcianod’Abruzzo

Chianti

Asti

Trentino

Soave

Oltrepò Pavese

Valpolicella

Friuli Grave

ConeglianoValdobbiadene

Piemonte

Alto Adige

0

100.

000

200.

000

300.

000

400.

000

500.

000

600.

000

700.

000

800.

000

900.

000

Vino (hl)

creo
Page 33: I vini Doc e Docg

33

Grafico 3.3 - Prime 10 DOC per produzione certificata di vino

Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.Vino (hl)

Chianti

Montepulcianod’Abruzzo

Oltrepò Pavese

Asti

Friuli Grave

Soave

Valpolicella

Piemonte

Trentino

Colli Piacentini

0 100.000 200.000 300.000 400.000 500.000 600.000 700.000

Grafico 3.4 - Prime 10 DOC per numero di aziende

Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Alto Adige

Trentino

Montepulcianod’Abruzzo

Oltrepò Pavese

Reggiano

Chianti

Barbera d’Asti

Asti

Colli Piacentini

Friuli Grave

Trebbiano d’Abruzzo

0 2.000 4.000 6.000

Aziende

8.000 10.000 12.000

creo
Page 34: I vini Doc e Docg

gura 3.3), le prime 10 DOC-DOCG sono con un’unica eccezione – Colli Piacen-tini al posto dell’Alto Adige – le stesse. In questo caso tuttavia il grado di con-centrazione è decisamente più basso: i primi10 vini concentrano il 35% della pro-duzione certificata.

Simile il grado di concentrazione – il 37% – se si analizza il numero di aziende(Figura 3.4). Le denominazioni con il numero maggiore di unità produttive, in en-trambi i casi poco più di 11.500 aziende, ricadono nel Trentino A.A., in cui, come siè visto anche prima, la dimensione media è tra le più basse tra tutte le regioni.

Infine la Figura 3.5 riporta le prime 10 denominazioni per SAU iscritta e inproduzione. In entrambi i casi la DOC-DOCG che può contare sulla più robustabase produttiva è il Chianti, anche se la differenza tra i due dati – come del restoin altri casi di vini molto diffusi come il Montepulciano – è molto accentuata.

3.2 La Valle d’Aosta

La Valle d’Aosta, per diversi motivi di carattere, in primo luogo, struttu-rale, può essere considerata nel panorama della vitivinicoltura italiana una

34

Grafico 3.5 - Prime 10 DOC per estensione delle superfici

Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Aziende

Chianti

Asti

Montepulcianod’Abruzzo

Oltrepò Pavese

Soave

Trentino

Chianti Classio

Valpolicella

Barbera d’Asti

Friuli Grave

Orvieto

0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000

SAU iscrittaSAU in produzione

creo
Page 35: I vini Doc e Docg

regione di nicchia. Già nella panoramica nazionale si è visto infatti comecon 217 ettari sia la regione con la minore quota assoluta di superfici desti-nate alla produzione di vitigni per vini DOC-DOCG. Tuttavia l’incidenzamolto elevata – superiore al 42% – di tali superfici su quelle viticole com-plessive riservano a questa regione una posizione di rilievo nel quadrante C– ovvero quello della qualità – della mappatura regionale fornita nel capitoloprecedente.

Il posizionamento della regione alpina nei confronti dell’Italia (Figura 3.6)risulta quindi peculiare. La coltura della vite infatti occupa – sotto il profilomeramente quantitativo in termini di superfici – un posto di scarso rilievo nelpanorama agricolo regionale.

Tuttavia il peso del comparto, in termini economici è di gran lunga superio-re (il 3% circa della produzione economica regionale), anche se ben inferiorealla media nazionale. Tale risultato è dovuto anche all’incidenza delle produ-zioni DOC su quelle complessive pari al 48%. Tale incidenza produce un ISPsuperiore al valore unitario (1,11).

La caratterizzazione “di nicchia” della vitivinicoltura regionale è accentuatodall’esistenza di una sola denominazione – il Valle D’Aosta DOC – nel cui albosono iscritte 1.162 aziende, per una SAU di appena 217 ettari, con una superfi-cie media inferiore ai 2.000 mq. Da notare che la SAU in produzione sfiora il100% di quella iscritta all’Albo.

35

Grafico 3.6 - Posizionamento della Valle d’Aosta

Fonte: elaborazione Ismea su fonti varie.

0,0

3,0

6,0

9,0 ISP

SAU VITE %

VINO DOC/tot (HL)

€ VINO %

V. Aosta Italia

creo
Page 36: I vini Doc e Docg

La produzione certificata di vino DOC è di 13.400 hl circa, pari al 100% diquella effettiva. Tale produzione deriva da una resa di uve pari a quasi 85 quin-tali/ettaro ed a una resa in vinificazione pari a 0,74.

La Doc Valle d’Aosta conta 33 menzioni differenti di cui per sole 5 non ri-sultano aziende e superfici iscritte all’Albo. Questo dato se possibile accentua ilcarattere di nicchia, soprattutto se si pensa che la produzione è molto fraziona-ta. Le prime tre menzioni per incidenza sulla produzione finale certificata sonoil Valle d’Aosta Torrette (circa il 18% del totale), il Valle d’Aosta Blanc deMorgex et de La Salle ed il Valle d’Aosta Pinot Nero (entrambi con poco piùdel 10%). Per quanto riguarda i prezzi si osserva una variabilità tra le diversemenzioni piuttosto bassa: per le uve si va dai 180 ai 200 €/qle, mentre per il vi-no dai 200 ai 220 €/hl.

3.3 Piemonte

Il Piemonte con le sue 52 denominazioni in produzione, il numero più ele-vato in Italia, e con oltre il 63% di vino DOC-DOCG sul totale è tra le regionileader nella produzione di vino di qualità in Italia. Il suo posizionamento sullamappatura della vitivinicoltura nazionale (cfr. figura 2.8) ricade, come si è vi-sto, nel quadrante dell’eccellenza, nel quale all’alta incidenza dei vini DOC-DOCG si accompagna un ruolo importante del comparto nell’economia agrico-la regionale.

In effetti i numeri della regione restituiscono una immagine chiara: in Pie-monte sono localizzate il 18% delle aziende nazionali che producono vini diqualità ed il 13% circa della SAU iscritta all’Albo, ma considerando la SAU inproduzione si sale quasi al 20%. Il contributo regionale alla produzione nazio-nale è superiore al 16%, se si considera la produzione effettiva di vino (oltre 2milioni di hl), e del 19%, nel caso di quella certificata (più di 1,8 milioni). Datiche mettono in evidenza come il rapporto tra produzione certificata ed effettiva

Tabella 3.3 - La produzione di vino DOC-DOCG in Val d’Aosta nel 2004

Vino Denominazione Provincia Aziende SAU SAU in Produzione ProduzioneIscritte Iscritta produzione effettiva certificata

all'Albo (n.) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)V. D'AOSTA Doc Aosta 1.162 217 215 18.196 13.418 13.418

Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

36

Tabella 3.4 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG in Val d’Aosta nel 2004Vino Produzione Resa SAU SAU in Resa

certificata/ apparente media produzione vinificazioneeffettiva (q.li/ha) (ha) sul totale

Media regionale 1,00 84,7 0,19 0,99 0,74Fonte: elaborazione Ismea su dati delle CCIAA, Federdoc e proprie stime.

Page 37: I vini Doc e Docg

37

Grafico 3.7 - Posizionamento del Piemonte

Fonte: elaborazione Ismea su fonti varie.

0,0

3,0

6,0

9,0

12,0

SAU VITE %

VINO DOC/tot (HL)

€ VINO %

Piemonte Italia

– pari a 0,88 – e quello tra superfici in produzione e iscritte – 0,90 – siano bensuperiori ai valori medi nazionali.

La Figura 3.7 evidenzia bene il peso della vitivinicoltura, con particolare ri-guardo a quella di qualità, evidenziato dal valore dell’ISP (1,98) tra i più alti alivello nazionale.

La tabella 3.5 riporta la produzione regionale di vino DOC-DOCG, ed i relati-vi parametri strutturali, suddivisa per singole denominazioni. Come si è dettoquelle per le quali è stata riscontrata produzione sono 31, delle quali 5 DOCG.

Dall’analisi dei dati si può rilevare come, accanto a vini molto diffusi in ter-mini aziende e superfici la cui produzione rientra tra quella dei maggiori vini alivello nazionale, se ne ritrovano altri con un peso assai limitato, la cui produ-zione si può considerare quindi marginale o di nicchia.

Il vino più diffuso a livello regionale è l’Asti che con 556.000 hl copre il27% della produzione effettiva ed il 24% di quella certificata (440.000 hl). Se-guono il Piemonte con, rispettivamente, il 14,4% ed il 14,8% ed il Barbera d’A-sti con il 12% ed l’11%. Questi tre vini da soli rappresentano quasi il 54% dellaproduzione effettiva ed il 50% circa di quella certificata, del vino DOC-DOCGpiemontese.

C’è da considerare che per l’Asti si tratta del vino con la resa apparente(108 quintali/ha, tabella 3.6) più elevata – a parte il caso del Langhe – dell’inte-ra regione. Allo stesso tempo l’ampiezza media aziendale elevata (1,69 ettaricontro una media di 1) fa sì che la produzione di Asti sia concentrata in solo il15% delle aziende.

creo
Page 38: I vini Doc e Docg

38

Tabella 3.5 - La produzione di vino DOC-DOCG in Piemonte nel 2004

Vino Denom. Provincia Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzioneiscritte iscritta produzione certificata

all'albo (n.) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)Albugnano Doc Asti 17 11,47 10,39 987 691 159Alta Langa Spumante Doc Asti, Cuneo, Alessandria 45 44,23 43,71 4.707 3.059 1.263Asti Docg Asti, Cuneo, Alessandria 5.899 9.960,26 9.568,17 740.642 555.481 440.274Barbaresco Docg Cuneo 396 680,14 603,00 45.948 29.866 29.866Barbera d'Alba Doc Cuneo 2.096 1.814,93 1.576,00 140.587 98.411 98.411Barbera d'Asti Doc Asti, Alessandria 6.522 7.288,40 5.380,84 418.815 255.960 206.330Barbera del Monferrato Doc Asti, Alessandria 2.528 2.818,82 2.125,57 167.001 116.901 112.771Barolo Docg Cuneo 761 1.714,62 1.566,00 118.294 76.891 76.891Boca Doc Novara 10 10,97 8,58 362 253 216Brachetto d'Acqui Docg Asti, Alessandria 1.307 1.057,72 927,20 54.672 38.271 33.165Bramaterra Doc Vercelli 4 6,73 5,23 110 77 66Canavese Doc Torino, Biella, Vercelli 344 87,69 75,50 6.198 4.337 3.708Carema Doc Torino 54 16,04 15,13 769 538 460Cisterna d'Asti Doc Asti, Cuneo 33 11,79 9,92 806 707 637Colli Tortonesi Doc Alessandria 961 1.097,28 364,67 23.702 16.565 14.162Collina Torinese Doc Torino 57 15,25 9,93 762 534 457Colline Novaresi Doc Novara 231 138,92 164,11 12.210 8.546 7.306Colline Saluzzesi Doc Cuneo 27 17,16 14,56 888 621 621Cortese dell'alto Doc Asti 1.413 740,29 388,94 34.593 24.215 20.918MonferratoCoste della Sesia Doc Biella, Vercelli 20 13,25 10,90 572 401 343Dolcetto Langhe Doc Cuneo 64 45,40 37,54 2.015 1.410 1.410MonreghesiDolcetto d'Acqui Doc Alessandria 864 501,29 388,01 23.536 16.475 14.085Dolcetto d'Alba Doc Asti, Cuneo 1.928 1.698,54 1.467,28 116.350 81.445 81.235Dolcetto d'Asti Doc Asti 518 214,86 157,92 11.867 8.307 7.110Dolcetto di Diano d'Alba Doc Cuneo 185 299,83 205,00 14.229 9.960 9.960Dolcetto di Dogliani Doc Cuneo 546 1.000,94 855,00 54.934 38.454 38.454Dolcetto di Ovada Doc Alessandria 844 1.178,18 829,73 42.143 29.500 25.221Erbaluce di Caluso Doc Torino, Vercelli 325 153,08 141,22 14.692 9.924 8.485Fara Doc Novara 25 19,28 13,58 1.355 949 811Freisa d'asti Doc Asti 575 421,35 322,74 21.336 14.935 10.861Freisa di Chieri Doc Torino 136 106,20 89,59 5.384 3.769 3.222Gabiano Doc Alessandria 3 6,95 6,01 314 220 188Gattinara Docg Vercelli 57 102,84 97,44 6.386 4.151 3.549Gavi o Cortese del Gavi Docg Alessandria 420 1.075,06 1.044,58 96.975 67.882 58.036Ghemme Docg Novara 28 65,08 42,01 2.182 1.527 1.306Grignolino d'asti Doc Asti 696 454,16 412,38 30.640 19.916 16.000Grignolino del Doc Alessandria 398 457,29 234,98 13.940 8.364 7.151Monferrato Casalese

Page 39: I vini Doc e Docg

Considerando anche il Barbera del Monferrato e quello d’Alba, il Langhe, ilDolcetto d’Alba, il Barolo, il Gavi ed il Monferrato, si ottiene che con appena10 denominazioni su 52, si supera l’81% della produzione – sia effettiva che cer-tificata - vitivinicola DOC-DOCG regionale. In questo gruppo si ritrovano vini digrande tradizione e prestigio come il Barolo ed il Dolcetto d’Alba, che incidonocomunque per circa il 4% sulla produzione di vino certificato. Altri vini, similiper reputazione, come ad esempio il Nebbiolo, il Barbaresco, il Roero, pesanoper meno del 2% sul totale della produzione e vengono ottenuti su superfici infe-riori ai 1.000 ettari. Si consideri inoltre che per 16 denominazioni non si raggiun-gono i 1.000 hl di produzione effettiva, mentre per 26 denominazioni (ossia il50% del totale) non si superano i 100 ettari di SAU in produzione.

Il panorama complessivo, quindi, è di una vitivinicoltura di qualità profon-damente radicata sul territorio. Accanto a vini con ampia diffusione in terminidi aziende, superfici e produzione, e vini che si possono annoverare tra i pro-dotti di maggiore qualità nel panorama enologico nazionale, se ne ritrova unampio numero di modesta diffusione ma la cui presenza va a completare l’of-ferta e a integrare il tessuto produttivo regionale.

39

Tabella 3.5 (segue) - La produzione di vino DOC-DOCG in Piemonte nel 2004

Vino Denom. Provincia Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzioneiscritte iscritta produzione certificata

all'albo (n.) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)Langhe Doc Cuneo 1.869 988,52 374,00 113.468 86.073 86.073Lessona Doc Biella 4 9,37 9,37 423 296 253Loazzolo Doc Asti 11 4,80 4,66 149 82 42Malvasia di Casorzo Doc Asti, Alessandria 61 58,60 48,50 4.774 3.342 3.067d'asti Malvasia di Doc Asti 134 73,88 63,32 5.835 4.085 3.620Castelnuovo Don BoscoMonferrato Doc Asti, Alessandria 1.731 921,96 1.088,27 91.290 63.904 62.469Nebbiolo d'Alba Doc Cuneo 940 685,94 515,00 42.886 30.020 30.020Piemonte Doc Asti, Cuneo, Alessandria 3.517 1.965,59 4.877,24 428.686 299.080 270.855Pinerolese Doc Torino 215 76,61 60,26 4.243 2.973 2.542Roero Doc Cuneo 803 695,78 553,00 51.406 35.984 35.984Rubino di Cantavenna Doc Alessandria 10 15,39 11,53 686 480 410Ruchè Castagnole Doc Asti 60 44,35 42,09 3.619 2.534 1.970MonferratoSizzano Doc Novara 16 13,11 7,98 436 305 261Valsusa Doc Torino 15 9,85 8,93 629 440 376Verduno Pelaverga Doc Cuneo 30 14,02 13,11 1.145 802 802Totale Piemonte 39.753 40.924 36.891 2.980.579 2.079.912 1.833.852

In corsivo i dati Federdoc, in colore i dati derivanti da stime; per le procedure di stima si vedano le note metodologiche.Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Page 40: I vini Doc e Docg

40

Tabella 3.6 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG in Piemonte nel 2004

Vino Produzione Resa SAU SAU in Resacertificata/ apparente media produzione vinificazione

effettiva (q.li/ha) (ha) sul totaleAlbugnano 0,23 95,0 0,67 0,91 0,70Alta Langa Spumante 0,41 107,7 0,98 0,99 0,65Asti 0,79 77,4 1,69 0,96 0,75Barbaresco 1,00 76,2 1,72 0,89 0,65Barbera d'Alba 1,00 89,2 0,87 0,87 0,70Barbera d'Asti 0,81 77,8 1,12 0,74 0,61Barbera del Monferrato 0,96 78,6 1,12 0,75 0,70Barolo 1,00 75,5 2,25 0,91 0,65Boca 0,85 42,2 1,10 0,78 0,70Brachetto d'Acqui 0,87 59,0 0,81 0,88 0,70Bramaterra 0,85 21,0 1,68 0,78 0,70Canavese 0,85 82,1 0,25 0,86 0,70Carema 0,85 50,8 0,30 0,94 0,70Cisterna d'Asti 0,90 81,3 0,36 0,84 0,88Colli Tortonesi 0,85 65,0 1,14 0,33 0,70Collina Torinese 0,85 76,7 0,27 0,65 0,70Colline Novaresi 0,85 74,4 0,60 1,18 0,70Colline Saluzzesi 1,00 61,0 0,64 0,85 0,70Cortese dell'Alto Monferrato 0,86 88,9 0,52 0,53 0,70Coste della Sesia 0,85 52,5 0,66 0,82 0,70Dolcetto Langhe Monreghesi 1,00 53,7 0,71 0,83 0,70Dolcetto d'Acqui 0,85 60,7 0,58 0,77 0,70Dolcetto d'Alba 1,00 79,3 0,88 0,86 0,70Dolcetto d'Asti 0,86 75,1 0,41 0,73 0,70Dolcetto di Diano d'Alba 1,00 69,4 1,62 0,68 0,70Dolcetto di Dogliani 1,00 64,3 1,83 0,85 0,70Dolcetto di Ovada 0,85 50,8 1,40 0,70 0,70Erbaluce di Caluso 0,85 104,0 0,47 0,92 0,68Fara 0,85 99,8 0,77 0,70 0,70Freisa d'Asti 0,73 66,1 0,73 0,77 0,70Freisa di Chieri 0,85 60,1 0,78 0,84 0,70Gabiano 0,85 52,2 2,32 0,86 0,70Gattinara 0,85 65,5 1,80 0,95 0,65Gavi o Cortese del Gavi 0,85 92,8 2,56 0,97 0,70Ghemme 0,85 51,9 2,32 0,65 0,70Grignolino d'Asti 0,80 74,3 0,65 0,91 0,65Grignolino del Monferrato Casalese 0,85 59,3 1,15 0,51 0,60

Page 41: I vini Doc e Docg

3.4 Liguria

La posizione che assume la Liguria nella mappatura regionale della vitivini-coltura italiana, esposta nel capitolo precedente (figura 2.8) è molto simile aquella della Valle d’Aosta7. Regioni in cui la vitivinicoltura ha un peso ridottosia in termini strutturali che economici, ma con una elevata incidenza di produ-zioni di qualità, e che si caratterizzano, dunque, per un profilo di nicchia. Taliindicazioni risultano rafforzate dal posizionamento della regione rispetto alquadro nazionale (figura 3.8). Si nota infatti come in Liguria, sia in termini disuperfici che di valore economico, la vitivinicoltura abbia un ruolo ridotto seconfrontato alla media nazionale. Tuttavia in tale contesto – nonostante la limi-tata l’incidenza delle superfici a vini DOC-DOCG inferiore alla media naziona-le che determina un ISP minore di 1 – spicca la produzione di vini di qualità.

D’altronde la Liguria con i suoi 816 ha (tabella 3.7), pari a meno dello 0,3%del totale nazionale, è tra le realtà regionali di minore peso. Tale superficie af-ferisce a 2.775 aziende di produzione, che rappresentano l’1,25% del totale na-zionale. La SAU media è quindi molto ridotta, di 0,3 ettari per azienda, valoresimile a quello riscontrato in Val d’Aosta. Il potenziale produttivo risulta peral-tro ridotto dal fatto che più del 21% della SAU iscritta all’Albo non risulta ef-

41

Tabella 3.6 (segue) - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG in Piemonte nel 2004

Vino Produzione Resa SAU SAU in Resacertificata/ apparente media produzione vinificazione

effettiva (q.li/ha) (ha) sul totaleLanghe 1,00 303,4 0,53 0,38 0,76Lessona 0,85 45,2 2,34 1,00 0,70Loazzolo 0,51 31,9 0,44 0,97 0,55Malvasia di Casorzo d'Asti 0,92 98,4 0,96 0,83 0,70Malvasia di Castelnuovo Don Bosco 0,89 92,2 0,55 0,86 0,70Monferrato 0,98 83,9 0,53 1,18 0,70Nebbiolo d'Alba 1,00 83,3 0,73 0,75 0,70Piemonte 0,91 87,9 0,56 2,48 0,70Pinerolese 0,85 70,4 0,36 0,79 0,70Roero 1,00 93,0 0,87 0,79 0,70Rubino di Cantavenna 0,85 59,5 1,54 0,75 0,70Ruche' Castagnole Monferrato 0,78 86,0 0,74 0,95 0,70Sizzano 0,85 54,6 0,82 0,61 0,70Valsusa 0,85 70,4 0,66 0,91 0,70Verduno Pelaverga 1,00 87,3 0,47 0,93 0,70Media regionale 0,88 80,80 1,03 0,90 0,70

Fonte: elaborazione Ismea su dati delle CCIAA, Federdoc e proprie stime.

Page 42: I vini Doc e Docg

fettivamente in produzione (tabella 3.8), portando la superficie utilizzata ad untotale di 643 ettari. Nel complesso vengono ottenuti quasi 30.000 hl di vinoDOC, distribuito, a riprova del ruolo svolto dalla qualità nel panorama produtti-vo regionale, su ben 7 denominazioni. La produzione certificata sfiora il 100%di quella effettiva.

Quasi la metà dell’intera produzione di vino DOC è riconducibile alla deno-minazione Riviera ligure di Ponente, unica presente in tre province. Prendendoin esame la SAU realmente in produzione, l’incidenza del Riviera di Ponente èdi poco inferiore a quella della produzione, ma scende al 40% per la SAUiscritta all’Albo e al 30% in termini di aziende. Le differenze tra i valori citatisono dovute ad un rapporto tra SAU in produzione e SAU iscritta pari al 90% equindi molto più alto della media, ed all’ampiezza aziendale di 0,4 ettari, valo-re anche questo più elevato rispetto alla media. Peraltro anche la resa produtti-va, di 76 quintali di uve per ettaro, è superiore alla media regionale. Il Rivieradi Ponente annovera ben 16 menzioni delle quali tuttavia solo 7 risultano utiliz-zate a fini produttivi. Tra queste le più rappresentative risultano il Vermentino,con più del 41% del vino certificato, il Pigato con il 36%, l’Ormeasco Rivieradei Fiori, con quasi l’11%.

Il secondo vino DOC ligure per volume produttivo – circa 7.000 hl, pari aquasi il 24% del totale regionale, è il Colli di Luni la cui produzione è localiz-zata anche nella provincia di La Spezia. Il Colli di Luni incide in misura leg-germente minore, sia in termini di SAU in produzione che di aziende, ma vantauna resa in uva (pari a 78 q.li/ha) superiore alla media, cui si contrappone la

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Grafico 3.8 - Posizionamento della Liguria

Fonte: elaborazione Ismea su fonti varie.Fonte:

3,0

6,0

9,0 ISP

SAU VITE %

VINO DOC/tot (HL)

€ VINO %

Liguria Italia

creo
Page 43: I vini Doc e Docg

minore ampiezza aziendale. Il Colli di Luni è articolato in 4 menzioni dellequali per tre risultano produzioni certificate. Tra queste il Vermentino concentrail 69% del totale, seguito dal Rosso (21%) e dal Bianco (10%).

Con 2.680 hl pari al 9% del totale regionale il Golfo del Tigullio è la terzaDOC ligure, risultato dovuto alla resa superiore alla media, visto che il contri-buto in termini di SAU è inferiore di un punto percentuale. Più elevato invece ilpeso in termini di aziende, vista la ridottissima – circa 1.300 mq – superficiemedia aziendale. Il Golfo del Tigullio conta 6 menzioni, tutte in produzione; tra

43

Tabella 3.7 - La produzione di vino DOC-DOCG in Liguria nel 2004

Vino Denom. Provincia Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzioneiscritte iscritta produzione certificata

all'albo (n.) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)Cinqueterre Doc Spezia 568 165,06 76,39 3.948,33 2.638,05 2.638,05Colli di Luni (Ir) Doc Spezia 580 147,92 128,79 10.113,28 7.079,30 7.079,30Colline di Levanto Doc Spezia 146 32,24 24,73 1.398,81 979,18 979,18Golfo del Tigullio Doc Genova 401 53,73 51,01 3.828,69 2.680,12 2.680,12Valpolcevera Doc Genova 34 4,12 3,13 269,32 189,78 189,78Riviera Ligure Doc Imperia, Savona, Genova 718 291,07 266,60 20.568,68 12.483,57 12.483,57di PonenteOrmeasco Riviera Doc Imperia 123 40,08 32,04 2.219,71 1.552,78 1.522,78dei Fiori Rossese di Dolceacqua Doc Imperia 185 81,85 60,50 2.949,63 2.064,76 2.064,76Totale Liguria 2.755 816 643 45.296 29.668 29.638

In colore i dati derivanti da stime; per le procedure di stima si vedano le note metodologiche.Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Tabella 3.8 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG in Liguria nel 2004

Vino Produzione Resa SAU SAU in Resacertificata/ apparente media produzione Vinificazione

effettiva (q.li/ha) (ha) sul totaleCinqueterre 1,00 51,7 0,29 0,46 0,67Colli di Luni (Ir) 1,00 78,5 0,26 0,87 0,70Colline di Levanto 1,00 56,6 0,22 0,77 0,70Golfo del Tigullio 1,00 75,1 0,13 0,95 0,70Valpolcevera 1,00 86,0 0,12 0,76 0,70Riviera Ligure di Ponente 1,00 77,2 0,41 0,92 0,61Ormeasco Riviera dei Fiori 0,98 69,3 0,33 0,80 0,70Rossese di Dolceacqua 1,00 48,8 0,44 0,74 0,70Media regionale 1,00 70,4 0,30 0,79 0,65

Fonte: elaborazione Ismea su dati delle CCIAA, Federdoc e proprie stime.

Page 44: I vini Doc e Docg

queste quelle maggiormente rappresentative sono il Vermentino (44%), il Bian-chetto Genovese (28%), il Ciliegiolo (15%).

Tra le altre DOC di un certo peso si segnala il Cinque Terre, che incide perquasi il 9% sul totale regionale e a cui afferiscono due menzioni, tra cui loSciacchetrà. Il Cinque Terre, che come noto viene coltivato in un ambiente par-ticolarmente difficile ed in un’area destinata a Parco nazionale, fa registrare ilvalore minore del rapporto tra SAU in produzione e iscritta, e tra le rese piùbasse. Notazioni simili possono farsi per il Rossese di Dolceacqua, la cui pro-duzione rappresenta quasi il 7% del totale regionale.

44

Tabella 3.9 - Prezzi di uve e vini DOC-DOCG in Liguria nel 2004Vino e Menzione Prezzi

Uva (€/kg) Vino (€/bott)CINQUETERRECinque Terre 3 8-14Cinque Terre Sciacchetrà 4 30-50COLLI DI LUNI (IR)Colli di Luni Bianco 3 8-14Colli di Luni Rosso 3 6-10Colli di Luni Vermentino 3 6-14 COLLINE DI LEVANTOColline di Levanto Bianco 3 6-12Colline di Levanto Rosso 3 6-10GOLFO DEL TIGULLIOGolfo del Tigullio Vermentino 1 5Golfo del Tigullio Bianchetta Genovese 1 5Golfo del Tigullio Ciliegiolo 1 5Golfo del Tigullio Moscato 1 6Golfo del Tigullio Bianco 1 5Golfo del Tigullio Rosso 1 5VALPOLCEVERAVal Polcevera Vermentino 1 5Val Polcevera Bianchetta Genovese 1 5Val Polcevera Bianco e Coronata 1 5Val Polcevera Rosso 1 5RIVIERA LIGURE DI PONENTERiviera Ligure di Ponente Ormeasco Riviera dei Fiori 2 7Riviera Ligure di Ponente Ormeasco Sciac-Tra' 2 7Riviera Ligure di Ponente Ormeasco Superiore 2 7Riviera Ligure di Ponente Pigato 2 6-10Riviera Ligure di Ponente Rossese 2 8,5-14Riviera Ligure di Ponente Vermentino 2 6-10Riviera Ligure di Ponente Vermentino Riviera dei Fiori 2 6-10ROSSESE DI DOLCEACQUA 3 10-16Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Page 45: I vini Doc e Docg

I prezzi delle uve e dei vini rilevati presso le CCIAA competenti mostrano unavariabilità piuttosto accentuata tra i diversi vini, ma per alcune DOC, anche tra lediverse menzioni (tabella 3.9). Ad esempio, per il già citato Sciacchetrà – vino pro-dotto in piccole quantità e oggetto di una recente riscoperta – si registrano quota-zioni superiori sino a 6 volte quelle del Cinque Terre DOC. Meno rilevanti le altredifferenze, che rimangono tuttavia non trascurabili anche all’interno della singolamenzione, in ragione di qualità enologiche e commerciali specifiche.

3.5 Lombardia

Anche la Lombardia, nella mappatura regionale della vitivinicoltura italiana(figura 2.8), ricade tra le regioni caratterizzate da produzioni vinicole di qualitàe di nicchia. In effetti il primo termine è evidente se si pensa che con il 65% divino DOC-DOCG sul totale, la Lombardia è seconda solo al Trentino A.A. eprecede regioni di particolare rilevanza nel panorama enologico nazionale co-me Piemonte e Toscana. La caratterizzazione di nicchia invece si deve al fattoche la produzione viticola ha un peso abbastanza ridotto (il 2,34%) sull’econo-mia agricola regionale, anche se, in termini di valori assoluti e di peso nel con-testo nazionale il comparto vitivinicolo lombardo assume contorni più che rag-guardevoli. Si consideri infatti (tabella 2.2) che la Lombardia con quasi 13.800aziende e poco meno di 24.000 ettari iscritti all’Albo, rappresenta il 6,2% ed il

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Grafico 3.9 - Posizionamento della Lombardia

Fonte: elaborazione Ismea su fonti varie.Fonte:

0,0

3,0

6,0

9,0 ISP

SAU VITE %

VINO DOC/tot (HL)

€ VINO %

Lombardia Italia

creo
Page 46: I vini Doc e Docg

7,3% dei totali nazionali. Stesso peso in termini di SAU in produzione, mentreconsiderando la produzione di vino si attesta sul 6% circa riguardo a quella ef-fettiva e sul 7,7% a quella certificata.

Il ruolo della qualità nella vitivinicoltura lombarda e la sua caratterizzazione“di nicchia” emerge con chiarezza dal posizionamento regionale rispetto ai va-lori nazionali (figura 3.9).

Il grafico infatti evidenzia bene la situazione in qualche modo speculare rispettoal riferimento nazionale, con valori alti dell’incidenza delle DOC-DOCG sul totalee soprattutto dell’Indice di specializzazione (ISP), che assume il valore più alto(2,52) – ad eccezione della Toscana e dell’Umbria – fra tutte le regioni italiane.

In Lombardia risultano 16 denominazioni di cui 2 DOCG che danno unaproduzione effettiva superiore ai 750.000 hl di vino (tabella 3.10).

La produzione di vino DOC-DOCG in Lombardia appare fortemente condi-zionata nelle sue caratteristiche dalla presenza dell’Oltrepò Pavese. Questa de-nominazione infatti, cui si deve il 64% del vino DOC-DOCG prodotto in regio-ne (circa 483.000 hl), assume un ruolo importante anche a livello nazionale, sesi considera che è la terza in Italia per produzione certificata e per SAU iscrittaall’Albo, la quarta per SAU in produzione, e la sesta per produzione effettiva divino. A livello regionale il peso in termini di SAU iscritta è decisamente infe-riore (47%) a quello relativo alle aziende (68%) vista l’ampiezza media azien-

46

Tabella 3.10 - La produzione di vino DOC-DOCG in Lombardia nel 2004

Vino Denom. Provincia Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzioneiscritte iscritta produzione certificata

all'albo (n.) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)Botticino Doc Brescia 32 43,21 26,35 1.463 1.024 1.024Capriano del Colle Doc Brescia 55 53,44 31,25 3.768 2.637 2.637 Cellatica Doc Brescia 42 42,57 13,55 1.020 714 714Franciacorta Docg Brescia 302 1.533,00 1.553,00 126.510 82.231 82.231Garda (Ir) Doc Brescia 473 585,37 580,27 49.675 34.312 34.312Garda Colli Mantovani Doc Mantova 7 33,53 27,79 2.972 2.081 2.081Lambrusco Mantovano Doc Mantova 52 236,53 196,06 27.918 19.543 19.543Lugana (Ir) Doc Brescia 155 706,40 722,55 69.204 48.443 48.443Oltrepò Pavese Doc Pavia 9.422 11.297,84 8.751,30 727.258 482.989 482.989 San Colombano al Lambro Doc Pavia, Milano 26 36,58 89,82 7.630 5.340 5.340San Martino della Battaglia (Ir) Doc Brescia 34 66,50 55,12 961 673 673Sforzato di Valtellina Doc Sondrio 197 99,96 97,83 6.459 3.229 3.229Terre di Franciacorta Doc Brescia 284 795,00 658,96 49.140 33.415 33.415Valcalepio Doc Bergamo 177 7.343,28 472,18 11.006 7.651 7.651Valtellina Doc Sondrio 1.004 229,87 103,18 7.604 5.323 5.323Valtellina Superiore Docg Sondrio 1.517 621,73 425,66 30.752 21.526 21.526Lombardia 13.779 23.724,81 13.804,87 1.123.340 751.132 751.132

In corsivo i dati Federdoc, in colore i dati derivanti da stime; per le procedure di stima si vedano le note metodologiche.Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Page 47: I vini Doc e Docg

dale inferiore alla media regionale (tabella 3.11). L’Oltrepò Pavese è seguito dal Franciacorta DOCG, che con 82.000 hl rap-

presenta l’11% della produzione di vino DOC-DOCG regionale, mentre in ter-mini di aziende iscritte all’Albo solo il 2,2%, grazie all’ampiezza media azien-

dale piuttosto elevata (5 ha/azienda circa). Simile la situazione del Lugana checon 48.000 hl è il terzo vino per produzione in Lombardia, ma rappresenta sol-tanto l’1,1% delle aziende. Altri vini di grande diffusione sono il Garda e il Ter-re di Franciacorta, entrambi con un peso sulla produzione vinicola di qualità re-gionale di circa il 4,5%.

Come già visto per il Piemonte anche in Lombardia accanto a grandi realtàproduttive e strutturali esistono numerose produzioni di modesta entità quanti-tativa. Si rileva così che per 7 denominazioni non vengono raggiunti i 100 ettaridi SAU iscritta all’Albo o in produzione.

A parte vanno considerate le denominazioni della Valtellina, che si caratte-rizzano per l’elevato numero di aziende iscritte all’Albo, ma per la ridotta inci-denza in termini di SAU e di produzione di vino, dovute sia all’ampiezza mediaaziendale molto modesta – caratteristica peraltro delle aree montane – che allaresa, inferiore alla media regionale.

47

Tabella 3.11 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG in Lombardia nel 2004

Vino Produzione Resa SAU SAU in Resacertificata/ apparente media produzione vinificazione

effettiva (q.li/ha) (ha) sul totaleBotticino 1,00 55,5 1,35 0,61 0,70Capriano Del Colle 1,00 120,6 0,97 0,58 0,70Cellatica 1,00 75,3 1,01 0,32 0,70Franciacorta 1,00 81,5 5,08 1,01 0,65Garda (Ir) 1,00 85,6 1,24 0,99 0,69Garda Colli Mantovani 1,00 106,9 4,59 0,83 0,70Lambrusco Mantovano 1,00 142,4 4,59 0,83 0,70Lugana (Ir) 1,00 95,8 4,56 1,02 0,70Oltrepo' Pavese 1,00 83,1 1,20 0,77 0,66San Colombano al Lambro 1,00 84,9 1,41 2,46 0,70San Martino della Battaglia (Ir) 1,00 83,4 1,96 0,83 0,70Sforzato di Valtellina 1,00 66,0 0,51 0,98 0,50Terre di Franciacorta 1,00 83,4 2,80 0,83 0,68Valcalepio 1,00 23,3 41,49 0,06 0,70Valtellina 1,00 73,7 0,23 0,45 0,70Valtellina Superiore 1,00 72,2 0,41 0,68 0,70Media regionale 1,00 81,4 1,72 0,58 0,67

Fonte: elaborazione Ismea su dati delle CCIAA, Federdoc e proprie stime.

Page 48: I vini Doc e Docg

Opposto in un certo senso il caso del Lambrusco che pur con dati strutturali mo-desti (1,4% della SAU in produzione), ottiene produzioni ragguardevoli (il 2,6%del vino), grazie alla resa media ben più elevata (142 q.li/ha) degli altri vitigni.

3.6 Il Veneto

Il Veneto è tra le realtà produttive di maggiore importanza e peso nel panoramavitivinicolo nazionale. E, nella mappatura del comparto (figura 2.8), assume unaposizione peculiare – nel quadrante A – che testimonia come, oltre alla qualità, ilsettore vitivinicolo sia uno degli assi portanti dell’economia agricola regionale an-che sotto il profilo meramente quantitativo. Infatti il Veneto si situa al di sopra dellamedia nazionale per quanto concerne il peso del comparto a livello economico, mapoco al di sotto della media se si considera l’incidenza delle produzioni di qualità.Il dato è in una certa misura sorprendente se si considera che con oltre 2 milioni dihl il Veneto (pari al 16% del totale nazionale) è la seconda regione per produzionedi vino DOC-DOCG. Tale dato va tuttavia letto considerando che in termini di pro-duzione certificata l’incidenza scende a meno del 15%, con un rapporto tra produ-zione certificata ed effettiva di 0,70, tra i più bassi dell’intero territorio nazionale. Ilruolo delle produzioni di qualità viene ulteriormente “ridimensionato” se si consi-dera che con quasi 9 milioni di hl complessivi (il 17% del totale nazionale) il Vene-to è la regione di gran lunga maggiore produttrice di vino.

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Grafico 3.10 - Posizionamento del Veneto

Fonte: elaborazione Ismea su fonti varie.Fonte: Fonte:

0,0

3,0

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ISP

SAU VITE %

VINO DOC/tot (HL)

€ VINO %

Veneto Italia

creo
Page 49: I vini Doc e Docg

Non sorprende quindi che il posizionamento del Veneto, nonostante un indi-ce di specializzazione di 1,20, sia abbastanza “schiacciato” sul profilo naziona-le (figura 3.10).

Naturalmente, nonostante i dati quantitativi di grande impatto, il ruolo dellaqualità rimane assolutamente di primo piano. Basti dire che con 27 denomina-zioni, di cui 3 DOCG, il Veneto è la terza regione dopo Piemonte e Toscana pernumerosità di vini di qualità (tabella 3.12).

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Tabella 3.12 - La produzione di vino DOC-DOCG in Veneto nel 2004

Vino Denom. Provincia Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzioneiscritte iscritta produzione certificata

all'albo (n.) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)Arcole Doc Verona, Vicenza 210 290,01 197 20.513 14.359 10.051Bagnoli di sopra Doc Padova 295 535,27 108,53 12.289 8.601 6.021Bardolino Doc Verona 1.212 2.813,33 2.813,33 314.007 219.805 153.863Bardolino Superiore Docg Verona 38 54,09 73,83 5.033 3.523 2.466Bianco di Custoza Doc Verona 569 970,20 1.336,64 151.876 98.594 69.016Breganze Doc Vicenza 308 425,29 289,08 25.070 17.391 12.174Colli Berici Doc Vicenza 1.536 2.119,24 1.440,52 142.146 99.572 69.700Colli di Conegliano Doc Treviso 81 112,03 76,15 4.933 3.140 2.198Colli Euganei Doc Padova 2.098 1.237,51 845,49 76.022 52.603 36.822Conegliano Doc Treviso 4.220 5.824,73 3.959,26 459.313 321.520 225.064ValdobbiadeneCorti Benedettine Doc Padova 87 55,66 28,21 3.604 1.976 1.384del PadovanoGambellara Doc Vicenza 747 1.031,42 701,09 78.204 53.911 37.738Garda (Ir) Doc Verona 333 459,98 312,67 31.228 21.860 15.302Lison Pramaggiore (Ir) Doc Venezia 1.524 2.103,22 1.429,63 137.492 93.489 65.364 Lugana (Ir) Doc Verona 187 258,07 175,42 15.039 10.527 7.369Merlara Doc Verona, Padova 86 118,71 81 9.129 6.390 4.473Montello e Colli Asolani Doc Treviso 275 378,85 257,52 22.452 15.716 11.001Monti Lessini o Lessini Doc Verona, Vicenza 345 476,17 324 39.486 27.630 19.341Piave Doc Venezia 27 37,71 25,63 2.534 1.774 5 Recioto di Soave Docg Verona 146 201,06 136,67 4.760 1.904 1.333Riviere del Brenta Doc Padova 9 12,25 8,33 852 99 69Soave Doc Verona 6.529 9.011,26 6.125,25 707.236 495.065 346.546Soave Superiore Docg Verona 69 95,32 64,79 4.606 3.224 2.257Valdadige (Ir) Doc Verona 568 784,17 533,03 72.561 50.793 35.555Valdadige Terra dei Forti Doc Verona 15 20,83 14,16 1.463 1.024 717Valpolicella Doc Verona 3.200 5.661,56 5.661,56 620.72 3388.640 272.048Vicenza Doc Vicenza 275 379,77 258,14 45.542 31.879 22.316Totale Veneto 24.990 35.468 27.276 3.008.112 2.045.010 1.430.192

In corsivo i dati Federdoc, in colore i dati derivanti da stime; per le procedure di stima si vedano le note metodologiche.Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Page 50: I vini Doc e Docg

Nel panorama regionale veneto spiccano alcune denominazioni di particola-re importanza anche nel contesto nazionale. Il Soave, il Valpolicella, e il Cone-gliano Valdobbiadene rientrano tra le prime 10 denominazioni a livello nazio-nale per produzione effettiva e nel loro insieme sfiorano il 10% del totale na-zionale. Si tratta di realtà territoriali di grande importanza che interessano ungran numero di produttori (rispettivamente più di 3.000 aziende per il primo,3.200 per il secondo e circa 2.000 il terzo), e di superfici (intorno ai 6.00 ettariper i primi due e a 4.000 per il terzo). Complessivamente le tre denominazionipesano per il 56%, 58% e 59% sui totali regionali di aziende, superfici e vinoprodotto. Se a queste si aggiunge il Bardolino – che incide per circa il 16% sul-

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Tabella 3.13 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG in Veneto nel 2004

Vino Produzione Resa SAU SAU in Resacertificata/ apparente media produzione vinificazione

effettiva (q.li/ha) (ha) sul totaleArcole 0,70 104,1 1,35 0,68 0,70Bagnoli di Sopra 0,70 113,2 1,81 0,20 0,70Bardolino 0,70 111,6 2,32 1,00 0,70Bardolino Superiore 0,70 68,2 1,42 0,68 0,70Bianco di Custoza 0,70 113,6 1,71 0,68 0,65Breganze 0,70 86,7 1,35 0,68 0,69Colli Berici 0,70 98,7 1,35 0,68 0,70Colli di Conegliano 0,70 64,8 1,35 0,68 0,64Colli Euganei 0,70 89,91 0,59 0,68 0,69Conegliano Valdobbiadene 0,70 116,0 1,35 0,68 0,70Corti Benedettine del padovano 0,70 127,75 0,64 0,51 0,55Gambellara 0,70 111,5 1,35 0,68 0,69Garda (ir) 0,70 99,9 1,35 0,68 0,70Lison Pramaggiore (ir) 0,70 96,2 1,35 0,68 0,68Lugana (ir) 0,70 85,7 1,35 0,68 0,70Merlara 0,70 113,1 1,35 0,68 0,70Montello e Colli Asolani 0,70 87,2 1,35 0,68 0,70Monti Lessini o Lessini 0,70 122,0 1,35 0,68 0,70Piave 0,00 98,8 1,35 0,68 0,70Recioto di Soave 0,70 34,8 1,35 0,68 0,40Riviere del Brenta 0,70 102,3 1,35 0,68 0,12Soave 0,70 115,5 1,35 0,68 0,70Soave Superiore 0,70 71,1 1,35 0,68 0,70Valdadige (ir) 0,70 136,1 1,35 0,68 0,70Valdadige Terra dei Forti 0,70 103,3 1,35 0,68 0,70Valpolicella 0,70 109,6 1,77 1,00 0,63Vicenza 0,70 176,4 1,35 0,68 0,70Media regionale 0,70 110,3 1,42 0,77 0,68

Fonte: elaborazione Ismea su dati delle CCIAA, Federdoc e proprie stime.

Page 51: I vini Doc e Docg

la produzione di vino – si raggiunge il 70% della produzione regionale com-plessiva. Abbastanza simili tra loro i valori degli indicatori descrittivi adottati(tabella 3.13): la resa varia tra i 110 quintali/ha circa del Valpolicella sino ai116 circa degli altri due. Anche l’ampiezza media aziendale – inferiore in tutti etre i casi ai 2 ha/azienda – è simile e testimonia di un tessuto produttivo basatosu molte e diffuse piccole imprese.

Altri vini che rivestono una certa importanza sotto il profilo delle quantitàprodotte sono il Colli Berici, il Bianco di Custoza, il Lison.

Infine va ricordato che – come in tutte le regioni i cui sono presenti un grannumero di denominazioni – accanto alle maggiori se ne annoverano altre di di-mensioni minori, ma che rivestono un ruolo specifico e particolare nell’offertaregionale di vini di qualità. In particolare si segnalano ben 8 denominazionicoltivate su meno di 100 ettari e in meno di 100 aziende. Tra queste le treDOCG: il Bardolino Superiore, il Soave Superiore e il Recioto, che si distin-guono – in particolare il Recioto – per le rese ben inferiori alla media regionale.

3.7 Il Friuli Venezia Giulia

Il Friuli Venezia Giulia rientra nel ristretto numero delle regioni che, nellamappatura della vitivinicoltura italiana, ricadono nel quadrante dell’eccellenza.È infatti una tra le realtà in cui maggiore è il peso del comparto vitivinicolo nelcontesto economico regionale (12,8%, solo tre regioni fanno registrare valori

51

Grafico 3.11 - Posizionamento del Friuli Venezia Giulia

Fonte: elaborazione Ismea su fonti varie.FFonte:

0,0

3,0

6,0

9,0

12,0

ISP

SAU VITE %

VINO DOC/tot (x10)

€ VINO %

Friuli Italia

creo
Page 52: I vini Doc e Docg

più alti) e più significativo è il contributo della produzione di vino DOC-DOCG sul totale. A riprova dell’importanza che assume l’orientamento allaqualità, basti pensare che mentre con più di 765.000 hl il Friuli contribuisce al6% della produzione nazionale effettiva di vini DOC-DOCG, il peso della re-gione sul totale nazionale di vini scende al 2,6%.

Il significato del comparto vitivinicolo nel contesto produttivo regionale apparequindi chiaro attraverso la lettura del posizionamento della regione (figura 3.11).

Si vede infatti come per tutti i parametri descrittivi impiegati – e soprattuttoper il peso del vino DOC-DOCG sul totale – la dimensione regionale sia benmaggiore di quella nazionale. Il risultato in termini di specializzazione porta adun ISP pari a 1,51, valore tra i più alti in Italia.

In Friuli sono presenti 10 denominazioni di cui una DOCG (tabella 3.14).La produzione effettiva, che si è visto raggiungere quasi i 766.000 hl, vienecertificata al 100%, fatto che determina una incidenza, secondo questo parame-tro, ben maggiore (quasi l’8%) sul totale nazionale rispetto a quella effettiva.Tale produzione viene ottenuta su 11.000 ettari circa, distribuiti in 11.000aziende circa, con una dimensione media, quindi, pari ad un ettaro per azienda.Vi è da osservare che mentre per la superficie la dimensione regionale è similea quella in termini di produzione (vista anche la resa media, che non si discostain misura significativa dalla media nazionale), per quanto riguarda le aziendel’incidenza scende a meno del 5%, visto che la dimensione media supera l’esi-guo valore nazionale.

La denominazione di maggiore importanza è il Friuli Grave, che rappresen-ta più del 50% della produzione complessiva di vino DOC-DOCG, ma che inci-de in misura leggermente minore in termini di SAU e di aziende iscritte all’Al-bo, a causa soprattutto della resa apparente (108,5 q.li/ha) maggiore della me-

52

Tabella 3.14 - La produzione di vino DOC-DOCG in Friuli nel 2004

Vino Denom. Provincia Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzioneiscritte iscritta produzione certificata

all'albo (n.) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)Friuli Grave Doc Pordenone, Udine 5.067 5.111,61 5.111,61 554.811 388.374 388.374Colli Orientali del Friuli Doc Udine 2.334 2.036,57 2.036,57 169.811 118.868 118.868Collio Goriziano Doc Gorizia 1.721 1.360,39 1.360,39 123.350 86.183 86.183Friuli Isonzo Doc Gorizia 1.146 1.147,45 1.147,45 113.372 79.361 79.361Friuli Aquileia Doc Udine 343 814,42 814,42 80.012 56.009 56.009Friuli Latisana Doc Udine 112 221,36 221,36 20.148 14.104 14.104Lison Pramaggiore (Ir) Doc Pordenone 138 165,82 165,82 15.837 11.086 11.086Friuli Annia Doc Udine 66 79,76 79,76 7.943 5.563 5.563Carso Doc Trieste, Gorizia 99 77,00 77,00 5.346 3.557 3.557Ramandolo Docg Udine 60 60,87 60,87 3.756 2.629 2.629Totale Friuli V. G. 11.086 11.075,26 11.075 1.094.386 765.732 765.732

Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Page 53: I vini Doc e Docg

dia regionale (tabella 3.15). Il Grave è articolato il 59 menzioni, delle quali tut-tavia solo per 13 si registrano produzioni. Tra queste le più rappresentative so-no il Pinot Grigio (23% del totale del Friuli Grave), il Merlot (21%), lo Char-donnay (12%).

Al Grave segue il Colli Orientali del Friuli con oltre il 15,5 % della produ-zione. In questo caso tuttavia il peso in termini di aziende e superfici è benmaggiore, visto che sia la resa che la dimensione media aziendale sono inferiorialla media regionale. Al Colli Orientali fanno capo ben 86 menzioni delle qualiper 35 si registrano produzioni; di queste, per 11 risulta iscritta una sola azien-da. Questi dati mettono in luce un forte radicamento di questa denominazionesul territorio. Le menzioni per le quali si registra la maggiore produzione sono:il Merlot (17% del totale), il Tocai Friulano (16%), il Pinot Grigio, (12%) e ilSauvignon (10%).

Le altre DOC rappresentative sotto il profilo quantitativo a livello regionalesono il Collio Goriziano (11% circa della produzione), il Friuli Isonzo (più del10%), il Friuli Aquileia (7%). Si deve sottolineare come per tutte e tre le deno-minazioni siano presenti un numero elevato di menzioni (da 33 a 39), dellequali molte in produzione.

Anche in Friuli si annoverano tuttavia denominazioni con produzioni edestensioni molto limitate, pari a poche decine di ettari. Si deve sottolineare tut-tavia che per tutte – con l’eccezione dell’unica DOCG, il Ramandolo – sianosempre presenti molte menzioni. Ad esempio il Friuli Annia presenta 33 men-zioni in produzione, in 66 aziende e per una sola di esse si raggiungono i 20 et-tari di SAU.

I prezzi delle uve e dei vini DOC-DOCG friuliani che è stato possibile rile-vare sono riportati in tabella 3.16. Come è possibile osservare, si rileva una va-riabilità molto accentuata sia tra i diversi vini che al loro interno tra le diverse

53

Tabella 3.15 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG in Friuli nel 2004Vino Produzione Resa SAU SAU in Resa

certificata/ apparente media produzione Vinificazioneeffettiva (q.li/ha) (ha) sul totale

Friuli Grave 1,00 108,5 1,01 1,00 0,70Colli Orientali del Friuli 1,00 83,4 0,87 1,00 0,70Collio Goriziano 1,00 90,7 0,79 1,00 0,70Friuli Isonzo 1,00 98,8 1,00 1,00 0,70Friuli Aquileia 1,00 98,2 2,37 1,00 0,70Friuli Latisana 1,00 91,0 1,98 1,00 0,70Lison Pramaggiore (Ir) 1,00 95,5 1,20 1,00 0,70Friuli Annia 1,00 99,6 1,21 1,00 0,70Carso 1,00 69,4 0,78 1,00 0,67Ramandolo 1,00 61,7 1,01 1,00 0,70Media regionale 1,00 98,8 1,00 1,00 0,70Fonte: elaborazione Ismea su dati delle CCIAA, Federdoc e proprie stime.

Page 54: I vini Doc e Docg

menzioni. I prezzi più elevati si denotano per le diverse menzioni del ColliOrientali, anche se va detto che le sottodenominazioni per le quali maggiore èla produzione (Merlot, Tocai Friulano) si attestano sui valori più bassi, mentreil Picolit per il quale si registra il prezzo in assoluto maggiore, rappresenta me-no dell’1% dell’intera DOC.

Diversa la situazione per la DOC più diffusa, il Grave, per il quale la men-zione con il prezzo delle uve più elevato (120 €/q.le) è anche la più prodotta.

54

Tabella 3.16 - Prezzi delle uve e dei vini DOC-DOCG friulani nel 2004

Vino e Menzione PREZZI Uva (€/q.le) Vino sfuso (€/l)

CARSOCarso Vitovska 162 0,8-1,3Carso Pinot grigio 134 0,8-1,3Carso Terrano 134 0,6-0,9Carso Chardonnay 122 0,7-1,10Carso Malvasia 122 0,7-1,10Carso Traminer 97 0,7-1,10Carso Sauvignon 94 0,6-0,9Carso Cabernet franc 83 0,5-0,7Carso Refosco dal peduncolo rosso 67 0,7-0,9COLLI ORIENTALI DEL FRIULIColli Orientali del Friuli Rosazzo Picolit 297 -Colli Orientali del Friuli Picolit 200 -Colli Orientali del Friuli Cialla Picolit 200 -Colli Orientali del Friuli Picolit Superiore 200 -Colli Orientali del Friuli Pinot Grigio 162 1,80 - 2Colli Orientali del Friuli Schioppettino 161 -Colli Orientali del Friuli Pignolo 161 -Colli Orientali del Friuli Tazzelenghe 161 -Colli Orientali del Friuli Rosazzo Pignolo 161 -Colli Orientali del Friuli Cialla Schioppettino 161 -Colli Orientali del Friuli Pignolo Superiore 161 -Colli Orientali del Friuli Pinot Nero 139 -Colli Orientali del Friuli Pinot Nero Superiore 139 -Colli Orientali del Friuli Sauvignon 134 1,45 - 1,55Colli Orientali del Friuli Chardonnay 134 -Colli Orientali del Friuli Cabernet Franc 122 1,55-1,65Colli Orientali del Friuli Cabernet Sauvignon 122 -Colli Orientali del Friuli Cabernet 122 -Colli Orientali del Friuli Ribolla Gialla 110 -Colli Orientali del Friuli Rosazzo Ribolla Gialla 110 -Colli Orientali del Friuli Cialla Ribolla Gialla 110 -

Page 55: I vini Doc e Docg

55

Tabella 3.16 (segue) - Prezzi delle uve e dei vini DOC-DOCG friulani nel 2004

Vino e Menzione PREZZI Uva (€/q.le) Vino sfuso (€/l)

Colli Orientali del Friuli Merlot 97 0,7-1,10Colli Orientali del Friuli Traminer Aromatico 94 -Colli Orientali del Friuli Tocai Friulano 83 1,25 - 1,35Colli Orientali del Friuli Verduzzo Friulano 83 -Colli Orientali del Friuli Riesling Renano 83 -Colli Orientali del Friuli Malvasia Istriana 83 -Colli Orientali del Friuli Tocai Friulano Superiore 83 -Colli Orientali del Friuli Cialla Verduzzo Friulano 83 -Colli Orientali del Friuli Verduzzo Friulano Superiore 83 -Colli Orientali del Friuli Pinot Bianco 71 -Colli Orientali del Friuli Refosco dal Peduncolo Rosso 67 1,55-1,65Colli Orientali del Friuli Cialla Refosco dal Peduncolo R. 67 1,55 - 1,65COLLIO GORIZIANOCollio Goriziano Picolit 297 -Collio Goriziano Pinot Grigio 162 0,8-1,3Collio Goriziano Pinot Nero 139 0,7-1,1Collio Goriziano Sauvignon 134 0,8-1,3Collio Goriziano Chardonnay 134 0,6-0,9Collio Goriziano Cabernet Franc 122 0,7-1,1Collio Goriziano Cabernet Sauvignon 122 0,7-1,1Collio Goriziano Ribolla Gialla 110 0,8-1,3Collio Goriziano Merlot 97 0,7-1,1Collio Goriziano Traminer Aromatico 94 0,6-0,9Collio Goriziano Muller Thurgau 94 0,6-0,9Collio Goriziano Tocai Friulano 83 0,5-0,7Collio Goriziano Malvasia 83 0,5-0,7Collio Goriziano Riesling 83 0,6-0,9Collio Goriziano Riesling Italico 83 0,6-0,9Collio Goriziano Pinot Bianco 71 0,5-0,7FRIULI ANNIAFriuli Annia Merlot 82 -Friuli Annia Cabernet Franc 90 -Friuli Annia Cabernet Sauvignon 90 -Friuli Annia Tocai Friulano 68 -Friuli Annia Chardonnay 71 -Friuli Annia Pinot Grigio 120 -Friuli Annia Refosco Dal Peduncolo Rosso 67 -Friuli Annia Sauvignon 71 -Friuli Annia Verduzzo Friulano 68 -Friuli Annia Pinot Bianco 71 -

Page 56: I vini Doc e Docg

56

Tabella 3.16 (segue) - Prezzi delle uve e dei vini DOC-DOCG friulani nel 2004

Vino e Menzione PREZZI Uva (€/q.le) Vino sfuso (€/l)

Friuli Annia Malvasia 68 -FRIULI AQUILEIAFriuli Aquileia Pinot Grigio 120 1,6-1,7Friuli Aquileia Cabernet Franc 90 1,15-1,25Friuli Aquileia Cabernet Sauvignon 90 1,15-1,25Friuli Aquileia Merlot 82 0,8-0,9Friuli Aquileia Traminer Aromatico 75 -Friuli Aquileia Sauvignon 71 0,85-0,95Friuli Aquileia Pinot Bianco 71 0,7-0,8Friuli Aquileia Tocai Friulano 68 0,55-0,65Friuli Aquileia Verduzzo Friulano 68 -Friuli Aquileia Riesling Renano 68 -Friuli Aquileia Malvasia 68 -Friuli Aquileia Refosco dal Peduncolo Rosso 67 1,25-1,35Friuli Aquileia Muller Thurgau 65 -Friuli Aquileia Chardonnay 52 -FRIULI GRAVEFriuli Grave Pinot Grigio 120 1,8-2Friuli Grave Cabernet Sauvignon 90 1,15-1,26Friuli Grave Cabernet Franc 90 1,15-1,26Friuli Grave Pinot Nero 90 -Friuli Grave Merlot 82 0,87 - 0,97Friuli Grave Traminer Aromatico 75 -Friuli Grave Chardonnay 71 0,85-0,95Friuli Grave Sauvignon 71 1-1,1Friuli Grave Pinot Bianco 71 0,8-0,91Friuli Grave Tocai Friulano 68 0,55-0,65Friuli Grave Verduzzo Friulano 68 -Friuli Grave Riesling 68 -Friuli Grave Refosco dal Peduncolo Rosso 67 1-1,1FRIULI ISONZO Friuli Isonzo Schioppettino 161 -Friuli Isonzo Pinot Grigio 120 0,8-1,3Friuli Isonzo bianco 90 0,7-1,1Friuli Isonzo Cabernet Sauvignon 90 0,7-1,1Friuli Isonzo Pinot Nero 90 0,7-1,1Friuli Isonzo Merlot 82 0,7-1,1Friuli Isonzo Traminer Aromatico 75 0,6-0,9Friuli Isonzo Sauvignon 71 0,8-1,3Friuli Isonzo Chardonnay 71 0,6-0,9

Page 57: I vini Doc e Docg

57

Tabella 3.16 (segue) - Prezzi delle uve e dei vini DOC-DOCG friulani nel 2004Vino e Menzione PREZZI

Uva (€/q.le) Vino sfuso (€/l)Friuli Isonzo Pinot Bianco 71 0,5-0,7Friuli Isonzo Refosco dal Peduncolo Rosso 69 0,7-0,9Friuli Isonzo Tocai Friulano 68 0,5-0,7Friuli Isonzo Malvasia Istriana 68 0,5-0,7Friuli Isonzo Verduzzo Friulano 68 0,5-0,7Friuli Isonzo Riesling 68 0,6-0,9Friuli Isonzo Moscato giallo 61 -Friuli Isonzo Moscato rosa 61 -Friuli Isonzo Franconia 54 0,7-0,9FRIULI LATISANAFriuli Latisana Pinot Grigio 120 -Friuli Latisana Cabernet Franc 90 -Friuli Latisana Cabernet Sauvignon 90 -Friuli Latisana Pinot Nero 90 -Friuli Latisana Merlot 82 -Friuli Latisana Traminer Aromatico 75 -Friuli Latisana Chardonnay 71 -Friuli Latisana Pinot Bianco 71 -Friuli Latisana Sauvignon 71 -Friuli Latisana Refosco dal Peduncolo Rosso 69 -Friuli Latisana Tocai Friulano 68 -Friuli Latisana Verduzzo Friulano 68 -Friuli Latisana Malvasia Istriana 68 -Friuli Latisana Riesling Renano 68 -Friuli Latisana Franconia 54 -LISON PRAMAGGIORE (IR) -Lison Pramaggiore Pinot Grigio 120 -Lison Pramaggiore Cabernet Sauvignon 90 -Lison Pramaggiore Cabernet Franc 90 -Lison Pramaggiore Merlot 82 -Lison Pramaggiore Chardonnay 71 -Lison Pramaggiore Sauvignon 71 -Lison Pramaggiore Pinot Bianco 71 -Lison Pramaggiore Tocai Italico 68 -Lison Pramaggiore Riesling Italico 68 -Lison Pramaggiore Refosco Dal Peduncolo Rosso 67 -RAMANDOLO -Colli Orientali del Friuli Ramandolo 126 -Nota: i trattini indicano che le CCIAA non disponevano delle informazioni richieste in relazio-ne ad una determinata denominazione di origine.Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Page 58: I vini Doc e Docg

3.8 Trentino Alto Adige

Il Trentino Alto Adige, nonostante la limitata ampiezza del territorio regio-nale, ha nel panorama vitivinicolo nazionale un ruolo di primo piano. Se infattisi consulta la mappa della vitivinicoltura italiana (figura 2.8) si nota che la re-gione Alpina, in compagnia di poche altre, è situata nel quadrante B, quello del-l’eccellenza. Tale posizione si deve ad un peso economico del comparto vitico-lo superiore alla media nazionale, ma spicca, soprattutto, l’incidenza della pro-duzione di vini DOC sul totale, superiore all’83%, il valore più alto tra tutte leregioni italiane. A questo va aggiunto che la produzione trentina ha un peso an-che in assoluto: con oltre un milione di hl di vino DOC-DOCG prodotto di cuioltre 535.000 certificati, rappresenta rispettivamente l’8,4% e il 5,5% del totalenazionale. Naturalmente la differenza tra i due dati si deve ad un rapporto traproduzione effettiva e certificata che è tra i più bassi di tutte le regioni, anchese tale dato potrebbe essere visto come un indice di attenzione alla qualità. Dasottolineare ancora come ben due DOC trentine siano presenti tra le 10 maggio-ri DOC per produzione effettiva di vino in Italia (figura 2.9).

La sintesi dei dati forniti viene bene riassunta nel posizionamento della re-gione (figura 3.12). Emerge con chiarezza infatti il ruolo della vitivinicolturanell’economia agricola regionale, ma soprattutto come tale ruolo sia dovuto allaforte presenza di vini di qualità, come testimoniato sia dall’incidenza dellaSAU a vite, minore di quella nazionale, sia dal robusto valore dell’indice di

58

Grafico 3.12 - Posizionamento del Trentino A.A.

Fonte: elaborazione Ismea su fonti varie.FFonte: Fonte:

0,0

3,0

6,0

9,0 ISP

SAU VITE %

VINO DOC/tot (HL)

€ VINO %

Trentino AA Italia

creo
Page 59: I vini Doc e Docg

specializzazione - 2,42 - tra i più alti fra le diverse realtà regionali.In Trentino sono presenti 7 DOC, e quasi 13.000 ettari iscritti all’Albo, cui

corrispondono 27.600 aziende con una SAU media quindi di poco inferiore ai6.000 mq. La SAU effettivamente in produzione è pari a quasi 12.600 ettari,con un rapporto di circa 1:1 con quella iscritta8.

Il vino che di gran lunga risulta più prodotto è il Trentino DOC con oltre il 51%della produzione effettiva, seguito dall’Alto Adige con il 28% (tabella 3.17).

Se si osserva il contributo dei due vini in termini di aziende si nota come siapraticamente identico (oltre il 41% per entrambi), mentre in termini di SAU inproduzione, il Trentino DOC torna a rivestire un ruolo di maggiore incisività(48% contro 32%), anche se non sui livelli visti per la produzione di vino. Ledifferenze tra le due DOC sono quindi dovute da un lato alla diversa ampiezzamedia aziendale (0,54 ha/azienda per il Trentino DOC, contro 0,38 dell’AltoAdige), ma anche alla diversa produttività (128 quintali/ha per il Trentino DOCcontro 104 dell’Alto Adige) della terra (tabella 3.18).

59

Tabella 3.17 - La produzione di vino DOC-DOCG in Trentino Alto Adige nel 2004Vino Denom. Provincia Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzione

iscritte iscritta produzione certificataall'albo (n.) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)

Alto Adige Doc Bolzano 11.593 4.370,85 4.075,25 426.404 298.487 169.374Casteller Doc Trento 347 150,04 118,42 14.969 10.478 5.735 Lago di Caldaro o Caldaro Doc Trento, Bolzano 2.571 907 855 110.767 77.537 45.356Teroldego Rotaliano Doc Trento 561 483,98 460,01 71.098 49.769 32.155 Trentino Doc Trento 12.112 6.561 6.278 801.432 560.720 262.740 Trento Doc Trento 431 413,63 792,52 101.499 71.049 39.705 Valdadige (Ir) Doc Trento, Bolzano 1.823 939 653 86.803 60.754 60.754Totale Trentino A.A. 27.615 12.887 12.579 1.526.169 1.068.040 555.065

In colore i dati derivanti da stime; per le procedure di stima si vedano le note metodologiche.Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Tabella 3.18 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG in Trentino Alto Adige nel 2004

Vino Produzione Resa SAU SAU in Resacertificata/ apparente media produzione Vinificazione

effettiva (q.li/ha) (ha) sul totaleAlto Adige 0,50 104,6 0,38 0,93 0,70Casteller 0,55 126,4 0,43 0,79 0,70Lago di Caldaro o Caldaro 0,58 129,5 0,35 0,94 0,70Teroldego Rotaliano 0,65 154,6 0,86 0,95 0,70Trentino 0,47 127,7 0,54 0,96 0,70 Trento 0,56 128,1 0,96 1,92 0,70Valdadige (Ir) 1,00 132,9 0,52 0,70 0,70Media regionale 0,61 121,3 0,47 0,98 0,70

Fonte: elaborazione Ismea su dati delle CCIAA, Federdoc e proprie stime.

creo
Page 60: I vini Doc e Docg

Nonostante le due DOC analizzate concentrino quasi l’80% della produzio-ne effettiva e della SAU, ve ne sono altre che presentano un buon grado di dif-fusione territoriale e aziendale e buoni livelli produttivi.

La meno diffusa risulta il Trentino Superiore DOC caratterizzata dal bassis-simo rapporto tra produzione certificata ed effettiva (20%).

3.9 Emilia Romagna

L’Emilia Romagna, con il 13,34% del totale è la terza regione italiana, dopoVeneto e Puglia, per produzione complessiva di vino. Tuttavia, se si considera laproduzione di vino DOC-DOCG, la sua incidenza scende al l’9%, che divienel’8% se si prende quale riferimento la produzione certificata. In effetti l’incidenzadella produzione DOC-DOCG emiliana sul totale regionale, pari al 17% circa, èinferiore alla media nazionale, così come il contributo del comparto vitivinicoloall’economia agricola regionale. Tali dati fanno si che nella mappatura della viti-vinicoltura regionale italiana l’Emilia Romagna ricada tra le situazioni regionalimeno univoche. In effetti il posizionamento dell’Emilia Romagna, delineato at-traverso gli indicatori descrittivi qui adottati (figura 3.13), mostra il ruolo relati-vamente meno importante che il comparto assume a livello regionale rispetto allamedia nazionale, anche se si è in presenza di uno dei maggiori produttori. Contra-sta in un certo senso con tale profilo l’indice di specializzazione pari a 1,4, ma sideve considerare che questo è calcolato sulle superfici iscritte all’Albo e che la

60

Grafico 3.13 - Posizionamento dell’Emilia Romagna

Fonte: elaborazione Ismea su fonti varie.FFonte: Fonte: Fonte:

0,0

3,0

6,0

9,0 ISP

SAU VITE %

VINO DOC/tot (x10)

€ VINO %

E. Romagna Italia

creo
Page 61: I vini Doc e Docg

regione ha uno dei rapporti tra SAU in produzione e SAU iscritta più bassi di tut-to il Nord (0,52 contro una media circoscrizionale pari a 0,76).

In definitiva in Emilia-Romagna la vitivinicoltura assume una posizioneequilibrata: pur essendo uno dei principali poli produttivi nazionali, non rag-giunge l’eccellenza di altre realtà regionali, senza che l’aspetto quantitativo ri-sulti preponderante. Questo anche perché a fronte dei volumi ottenuti, la regio-ne vanta una produzione di qualità di tutto rispetto, articolata su 20 denomina-zioni fra le quali una DOCG. La produzione di vini DOC-DOCG è ottenuta supiù di 17.000 ha, pari al 52% del potenziale di quasi 33.000 ettari iscritti all’Al-bo (tabella 3.19), cui corrispondono 27.550 aziende, con una superficie mediaaziendale inferiore all’ettaro.

61

Tabella 3.19 - La produzione di vino DOC-DOCG in Emilia Romagna nel 2004

Vino Denom. Provincia Aziende SAU * Produzione effettiva Produzioneiscritte iscritta certificata

all'albo (n.) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)Albana di Romagna Docg Bologna, Forlì, 979 1.122 28.683 19.499 4.912

RavennaBosco Eliceo Doc Ferrara, Ravenna 120 180 8.064 5.645 3.103 Cagnina di Romagna Doc Forlì, Ravenna 195 93 8.292 5.706 4.660 Colli Bolognesi Doc Bologna, Modena 934 1.351 55.498 38.579 24.937Colli di Faenza Doc Forlì, Ravenna 99 158 2.113 1.480 411Colli di Parma Doc Parma 201 221,65 17.298 11.479 6.929 Colli di Rimini Doc Rimini 340 329,80 15.925 11.148 10.752 Colli di Scandiano Doc Reggio Emilia 563 513,23 38.120 26.684 16.048e di CanossaColli d'Imola Doc Bologna 239 307,00 13.834 9.739 4.633 Colli Piacentini Doc Piacenza 5.577 6.262,69 325.809 227.636 251.276 Colli Romagna Centrale Doc Forlì 77 113,01 1.336 935 149 Lambrusco di Sorbara Doc Modena 951 1.682,23 180.558 126.390 71.200 Lambrusco Grasparossa Doc Modena 1.120 1.335,46 155.598 108.918 70.456 di CastelvetroLambrusco Salamino Doc Modena 1.133 1.684,79 172.131 120.491 56.099 di Santa CrocePagadebit di Romagna Doc Forlì, Ravenna, Rimini 187 105 5.907 4.136 2.654 Reggiano Doc Reggio Emilia 7.185 7.117,00 186.459 130.521 78.498Reno Doc Bologna, Modena 1.291 934 44.983 31.589 13.691 Romagna Albana Doc Bologna, Forlì 169 411 21.623 13.999 8.433SpumanteSangiovese di Romagna Doc Forlì, Ravenna, Rimini 3.332 4.563 252.033 163.821 111.854 Trebbiano di Romagna Doc Bologna, Forlì, 2.858 4.424 139.058 97.341 31.022

Ravenna, RiminiTotale Emilia Romagna 27.550 32.908 1.673.322 1.155.735 771.716* Nella tabella non sono presenti, come nelle altre regioni, i valori relativi alla SAU in produzione, in quanto non disponibili.In colore i dati derivanti da stime; per le procedure di stima si vedano le note metodologiche.Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Page 62: I vini Doc e Docg

Come in altre regioni in cui sono presenti molte denominazioni, la produ-zione regionale risulta concentrata su un numero ridotto, anche se in misura mi-nore rispetto ad altri casi. Il primo vino per diffusione è il Colli Piacentini che,con quasi 228.000 hl, rappresenta quasi il 20% del totale regionale di produzio-ni effettive. Se tuttavia si prende in considerazione la produzione certificata ilcontributo di questa DOC sale a quasi un terzo. Il secondo vino per diffusionecon oltre 163.000 hl, pari al 14% della produzione effettiva, è il Sangiovese diRomagna. Seguono poi diverse altre DOC la cui incidenza varia tra l’8% ed il10%: Reggiano, Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Grasparossa, LambruscoSalamino, Trebbiano. Si tratta in tutti i casi di vini molto diffusi, ottenuti su su-perfici di migliaia di ettari e da migliaia di imprese.

Anche in Emilia Romagna sono presenti diverse DOC la cui produzione èmolto limitata e deriva da poche decine o centinaia di ettari e imprese. Tra questesi annovera anche l’unica DOCG l’Albana di Romagna la cui produzione certifi-cata non supera i 5.000 hl, pari allo 0,65% del totale. Tuttavia va messo in lucecome tale risultato sia dovuto (tabella 3.20) al basso rapporto tra produzione cer-tificata rispetto a quella effettiva (25%) ed anche alla bassa resa (25 quintali/ha),mentre in termini di aziende e superfici l’Albana diviene meno marginale.

62

Tabella 3.20 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG in Emilia Romagna nel 2004

Vino Produzione Resa SAU Resacertificata/ apparente media vinificazioneeffettiva (q.li/ha) (ha)

Albana di Romagna 0,25 25,6 0,87 0,68Bosco Eliceo 0,55 44,8 0,67 0,70Cagnina di Romagna 0,82 89,5 2,10 0,69Colli Bolognesi 0,65 41,1 0,69 0,70Colli di Faenza 0,28 13,4 0,63 0,70Colli di Parma 0,60 78,0 0,91 0,66Colli di Rimini 0,96 48,3 1,03 0,70Colli di Scandiano e di Canossa 0,56 74,3 1,10 0,70Colli d'Imola 0,48 45,1 0,78 0,70Colli Piacentini 1,10 52,0 0,89 0,70Colli Romagna Centrale 0,16 11,8 0,68 0,70Lambrusco di Sorbara 0,56 107,3 0,57 0,70Lambrusco Grasparossa di Castelvetro 0,65 116,5 0,84 0,70Lambrusco Salamino di Santa Croce 0,47 102,2 0,67 0,70Pagadebit di Romagna 0,64 56,1 1,77 0,70Reggiano 0,60 26,2 1,01 0,70Reno 0,43 48,1 1,38 0,70Romagna Albana Spumante 0,60 52,6 0,41 0,65Sangiovese di Romagna 0,68 55,2 0,73 0,65Trebbiano di Romagna 0,32 31,4 0,65 0,70Media regionale 0,67 50,8 0,84 0,69

Fonte: elaborazione Ismea su dati delle CCIAA, Federdoc e proprie stime.

Page 63: I vini Doc e Docg

3.10 Toscana

La Toscana, come si evince dal suo posizionamento nella mappatura dellafigura 2.8, è una delle regioni dell’eccellenza vitivinicola italiana. Il peso che ilsettore vitivinicolo esercita a livello regionale è pari al 18% dell’intera produ-zione agricola regionale, percentuale inferiore soltanto a quella pugliese. A dif-ferenza della Puglia, tuttavia, l’incidenza del vino DOC-DOCG sul totale sfiorail 57%, contributo tra i più alti fra tutte le regioni. L’orientamento alla qualità èconfermato peraltro dall’incidenza del 13% sul totale nazionale del vino di qua-lità, pur essendo soltanto il 6% quella per il vino totale prodotto.

L’importanza economica del settore vitivinicolo e il particolare ruolo delleproduzioni di qualità determinano un profilo del tutto specifico (figura 3.14).Attraverso il grafico si può infatti notare che la dimensione economica non èdovuta tanto a fattori strutturali – il contributo della SAU regionale a vite è in-feriore alla media nazionale – ma in maniera specifica alle produzioni DOC-DOCG, che, in termini di SAU, determinano l’indice di specializzazione piùelevato – 2,98 – tra tutte le regioni.

La produzione effettiva di vini DOC-DOCG in Toscana sfiora il 1,6 milionidi hl, ottenuti su una SAU iscritta all’Albo di oltre 82.000 ettari (il 24% del to-tale nazionale), cui corrispondono quasi 22.000 aziende (tabella 3.21). Va sotto-lineato tuttavia che la SAU effettivamente in produzione è di “appena” 31.400ettari (in questo caso il 15% del totale nazionale), mentre la produzione certifi-cata scende a 1.269.000 hl circa. Tali dati mettono in evidenza come la regione

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Grafico 3.14 - Posizionamento della Toscana

Fonte: elaborazione Ismea su fonti varie.e:

0,0

5,0

10,0

15,0 ISP

SAU VITE %

VINO DOC/tot (HL)

€ VINO %

Toscana Italia

creo
Page 64: I vini Doc e Docg

faccia registrare uno dei valori più bassi per il rapporto tra SAU in produzioneed iscritta, mentre il valore del rapporto tra produzione certificata ed effettiva èconforme alla media nazionale (tabella 3.22).

Come già visto in altre regioni forti produttrici, l’ampio panorama delle deno-minazioni toscane si articola su vini di grande diffusione e produzioni di nicchia.In particolare quasi 844.000 hl, pari ad oltre il 50% della produzione regionale ef-fettiva di vino DOC-DOCG, si concentra nel Chianti, denominazione che è ancheuna delle maggiori a livello nazionale. Infatti il Chianti DOCG, che va ricordato èpresente in ben cinque province toscane, è la prima denominazione nazionale perproduzione certificata e la seconda per effettiva dopo il Montepulciano d’Abruz-zo (6,6% del totale nazionale per entrambi gli indicatori), ed è anche la DOCGnella quale si ritrova anche la maggior quota di SAU, sia iscritta all’Albo che inproduzione, anche se il rapporto tra le due superfici è abbastanza basso. AlChianti va aggiunto poi il Chianti Classico DOCG che è la seconda denominazio-ne regionale con oltre il 14% della produzione effettiva e l’11% di quella certifi-cata. Da rilevare che il Chianti Classico in termini di ettari rappresenta quasi il9% della SAU iscritta all’Albo ed il 19% di quella in produzione. Le differenzetra le due denominazioni sono dovute a differenze strutturali e produttive signifi-cative. Il Chianti Classico può vantare un rapporto tra SAU in produzione ediscritta ben più alto del Chianti (0,83 contro 0,61), ed un’ampiezza aziendale cheè quasi il doppio (6,8 ha/azienda contro 3,8). Di contro il Chianti ha una maggio-re incidenza di produzione certificata (il 75% contro il 59%).

64

Tabella 3.21 - La produzione di vino DOC-DOCG in Toscana nel 2004

Vino Denom. Provincia Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzioneiscritte iscritta produzione certificata

all'albo (n.) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)Ansonica Costa Argentario Doc Grosseto 118 109,88 77,06 7.343 5.140 2.122 Barco Reale di Carmignano 6 65,00 37,20 3.729 2.604 2.604 e CarmignanoBianco della Valdinievole Doc Firenze 2 9,13 15,95 1.290 748 593Bianco dell'Empolese Doc Firenze 42 98,54 41,23 3.352 2.178 571 Bianco di Pitigliano Doc Grosseto 327 554,05 298,27 23.330 16.074 11.401 Bianco Pisano di San Torpé Doc Pisa 80 203,41 63,66 4.463 3.124 2.478Bolgheri Doc Livorno 92 831,77 575,42 42.992 29.927 23.741Brunello di Montalcino Docg Siena 370 1.970,70 1.844,33 127.365 86.345 86.345 Candia dei Colli Apuani Doc Massa Carrara 41 44,76 32,00 1.975 1.382 1.382 Capalbio Doc Grosseto 300 239,83 159,35 13.514 9.219 3.202 Carmignano Docg Prato 31 117,00 83,54 5.187 3.455 3.455 Chianti Docg Arezzo, Firenze, 6.659 25.116 15.352 1.193.724 833.716 628.391

Pisa, Siena, PistoiaChianti Classico Docg Firenze, Siena 1.054 7.168 5.958 338.131 236.009 139.427 Colli dell'etruria centrale Doc Arezzo, Firenze, 1.584 5.073 159 11.042 7.379 4.568

Pisa, Siena

Page 65: I vini Doc e Docg

La terza denominazione, sia per produzione effettiva che certificata, è ilValdichiana Doc, con oltre il 6% circa per entrambi i dati. Segue ancora il Bru-nello di Montalcino, con rispettivamente, il 5,2% ed il 6,8%, per le due tipolo-gie di produzione. La differenza tra le due percentuali è dovuta al fatto che tuttala produzione effettiva viene poi certificata; da rilevare anche l’alta incidenza –

65

Tabella 3.21 (segue) - La produzione di vino DOC-DOCG in Toscana nel 2004

Vino Denom. Provincia Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzioneiscritte iscritta produzione certificata

all'albo (n) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)Colli di Luni (Ir) Doc Massa Carrara 31 21,35 18,04 985 688 688 Colline Lucchesi Doc Lucca 86 171,73 139,93 8.396 5.860 5.567 Cortona Doc Arezzo 149 359,11 116,15 6.715 4.625 3.669Elba Doc Livorno - Isola d'Elba 203 150,87 113,87 6.515 4.151 3.293Montecarlo Doc Lucca 114 285,77 258,46 20.063 15.206 14.492 Montecucco Doc Grosseto 272 359,12 220,82 12.108 8.549 2.427 Monteregio di Doc Grosseto 214 477,63 304,38 18.718 12.886 2.847 Massa MarittimaMontescudaio Doc Pisa 74 213,66 136,08 9.617 6.732 5.340Morellino di Scansano Doc Grosseto 475 1.357,56 1.287,37 109.173 67.721 57.700 Moscadello di Montalcino Doc Siena 33 103,65 48,92 1.615 913 913 Orcia Doc Siena 157 169,15 79,49 4.786 3.299 3.299 Parrina Doc Grosseto 4 53,20 39,84 3.680 2.576 1.921 Pomino Doc Firenze 4 101,80 94,88 5.638 3.890 2.923 Rosso di Montalcino Doc Siena 507 2.194,85 216,66 16.604 11.599 11.599 Rosso di Montepulciano Doc Siena 519 1.603,27 347,99 29.458 20.604 20.604 San Gimignano Doc Siena 767 2.299,01 74,59 5.321 3.597 3.597 Sant'Antimo Doc Siena 924 3.730,19 607,62 35.978 25.077 25.077 Sovana Doc Grosseto 310 352,47 201,64 14.449 9.801 1.788 Val d'Arbia Doc Siena 25 77,69 39,44 1.563 985 985 Val di Cornia Doc Livorno 185 385,00 197,35 14.835 10.358 8.217Valdichiana Doc Arezzo, Siena 560 677 226 18.669 102.459 81.500Vernaccia di Docg Siena 195 847,88 777,06 63.893 44.695 44.695 San GimignanoVin Santo di Doc Siena 1.084 3.293,37 10,39 710 241 241 MontepulcianoVin Santo del Chianti Doc Arezzo, Firenze, 2.849 11.796 84 6.958 2.829 2.364

Pisa, Siena, PistoiaVin Santo Chianti Doc Firenze, Siena 974 8.136 54 2.881 1.001 934ClassicoVino Nobile Docg Siena 317 1.233,80 1.022,33 74.518 51.991 51.991 di MontepulcianoTotale Toscana 21.738 82.051 31.414 2.271.279 1.659.632 1.268.950 In corsivo i dati di fonte Federdoc; in colore i dati derivanti da stime; per le procedure di stima si vedano le note metodologiche.

Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Page 66: I vini Doc e Docg

95% – della SAU in produzione rispetto a quella iscritta. È evidente come l’uti-lizzazione delle superfici e delle produzioni di Brunello sia molto efficace.

Queste quattro denominazioni concentrano rispettivamente il 76% ed il 74%delle produzioni effettiva e certificata regionali. Complessivamente con le pri-me 10 denominazioni si supera, per entrambi gli indicatori, il 90% del totale re-gionale.

Un’altra notazione di indubbio interesse è che fra i primi quattro vini analiz-zati ben tre sono DOCG. La loro produzione sfiora il 70% del totale regionaledi quella effettiva. Nei primi 10 se ne trovano altri due – Vino Nobile di Monte-pulciano e Vernaccia di S. Gimignano – e l’incidenza in questo caso si aggirasul 75% del totale regionale. La Toscana quindi non si caratterizza soltanto, co-me visto in precedenza, per una produzione vitivinicola fortemente orientata al-la qualità9, ma all’interno della qualità la componente che trova lo spazio mag-giore è quella della fascia in cui la qualità stessa viene ulteriormente garantita.

Da ricordare ancora come per molte delle denominazioni meno diffuse nonsi raggiungano i 100 ettari di SAU o vengano ottenuti in numero di imprese esi-guo10.

Va ulteriormente messo in luce come vi siano alcune denominazioni per lequali il numero di aziende e le superfici iscritte all’Albo è molto alto, ma per lequali poi la produzione viene effettivamente ottenuta su una SAU molto mino-re. Si tratta dei tre Vin Santo per i quali, complessivamente, l’Albo registra piùdi 23.000 ettari (28% della SAU iscritta), dei quali meno di 150 effettivamentein produzione.

66

Tabella 3.22 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG in Toscana nel 2004

Vino Produzione Resa SAU SAU in Resacertificata/ apparente media produzione vinificazione

effettiva (q.li/ha) (ha) sul totaleAnsonica Costa Argentario 0,41 95,3 0,93 0,70 0,70Barco Reale di Carmignano e Carmignano 1,00 100,2 10,83 0,57 0,70Bianco della Valdinievole 0,79 80,9 3,74 1,75 0,58Bianco dell'Empolese 0,26 81,3 2,35 0,42 0,65Bianco di Pitigliano 0,71 78,2 1,69 0,54 0,69Bianco Pisano di San Torpé 0,79 70,1 2,54 0,31 0,70Bolgheri 0,79 74,7 9,04 0,69 0,70Brunello di Montalcino 1,00 69,1 5,33 0,94 0,68Candia dei Colli Apuani 1,00 61,7 1,09 0,71 0,70Capalbio 0,35 84,8 0,80 0,66 0,68Carmignano 1,00 62,1 3,77 0,71 0,67Chianti 0,75 77,8 3,77 0,61 0,70Chianti Classico 0,59 56,8 6,80 0,83 0,70Colli dell'etruria Centrale 0,62 69,4 3,20 0,03 0,67Colli di Luni (Ir) 1,00 54,6 0,69 0,84 0,70Colline Lucchesi 0,95 60,0 2,00 0,81 0,70

Page 67: I vini Doc e Docg

3.11 Marche

Nel 2004 nelle Marche sono stati ottenuti poco più di 454.000 hl di vinoDOC-DOCG pari al 3,5% dell’intera produzione nazionale. L’intera produzio-ne risulta certificata ed in questo caso l’incidenza sale al 4,6%.

La produzione, anche se limitata nei suoi volumi, consente tuttavia alla re-gione di rivestire un ruolo non secondario fra quelle realtà territoriali che nellamappatura della vitivinicoltura italiana sono state classificate come “di nic-chia”. Tale posizione è giustificata dal limitato apporto – il 5% circa – delcomparto vitivinicolo alla produzione agricola regionale, ma al ruolo che leproduzioni DOC-DOCG rivestono – il 37% circa del totale in volume – in talecontesto.

Il profilo regionale, rispetto a quello nazionale è quindi diversificato sull’asse

67

Tabella 3.22 (segue) - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG in Toscana nel 2004

Vino Produzione Resa SAU SAU in Resacertificata/ apparente media produzione vinificazione

effettiva (q.li/ha) (ha) sul totaleCortona 0,79 57,8 2,41 0,32 0,69Elba 0,79 57,2 0,74 0,75 0,64Montecarlo 0,95 77,6 2,51 0,90 0,76Montecucco 0,28 54,8 1,32 0,61 0,71Monteregio di Massa Marittima 0,22 61,5 2,23 0,64 0,69Montescudaio 0,79 70,7 2,89 0,64 0,70Morellino di Scansano 0,85 84,8 2,86 0,95 0,62Moscadello di Montalcino 1,00 33,0 3,14 0,47 0,57Orcia 1,00 60,2 1,08 0,47 0,69Parrina 0,75 92,4 13,30 0,75 0,70Pomino 0,75 59,4 25,45 0,93 0,69Rosso di Montalcino 1,00 76,6 4,33 0,10 0,70Rosso di Montepulciano 1,00 84,7 3,09 0,22 0,70San Gimignano 1,00 71,3 3,00 0,03 0,68Sant'Antimo 1,00 59,2 4,04 0,16 0,70Sovana 0,18 71,7 1,14 0,57 0,68Val d'Arbia 1,00 39,6 3,11 0,51 0,63Val di Cornia 0,79 75,2 2,08 0,51 0,70Valdichiana 0,80 82,8 1,21 0,33 5,49Vernaccia di San Gimignano 1,00 82,2 4,35 0,92 0,70Vin Santo di Montepulciano 1,00 68,3 3,04 0,00 0,34Vin Santo del Chianti 0,84 82,6 4,14 0,01 0,41Vin Santo Chianti Classico 0,93 53,2 8,35 0,01 0,35Vino Nobile di Montepulciano 1,00 72,9 3,89 0,83 0,70Media regionale 0,79 72,3 3,77 0,38 0,73

Fonte: elaborazione Ismea su dati delle CCIAA, Federdoc e proprie stime.

Page 68: I vini Doc e Docg

della qualità (figura 3.15). Valori minori per gli indicatori che rappresentano para-metri quantitativi – SAU a vite, peso economico del comparto – e maggiori per ilruolo dei vini DOC-DOCG e per l’ISP, con il valore dell’indicatore pari a 1,17.

La produzione di vino DOC-DOCG (tabella 3.23) nelle Marche è articolata su

68

Grafico 3.15 - Posizionamento delle Marche

Fonte: elaborazione Ismea su fonti varie.e:

0,0

3,0

6,0

9,0 ISP

SAU VITE %

VINO DOC/tot (x10)

€ VINO %

Marche Italia

Tabella 3.23 - La produzione di vino DOC-DOCG nelle Marche nel 2004Vino Denom. Provincia Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzione

iscritte iscritta produzione certificataall'albo (n.) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)

Bianchello del Metauro Doc Pesaro 247 381,26 256,81 22.218 15.553 15.553Colli Maceratesi Doc Ancona, Macerata 99 196 126 10.201 7.218 7.218Colli Pesaresi Doc Pesaro 195 339,42 230,53 15.734 11.014 11.014Conero Docg Ancona 34 106,80 83,51 5.951 4.166 4.166Esino Doc Ancona, Macerata 1.342 797,71 399,88 21.896 13.327 13.327Falerio dei Colli Ascolani Doc Ascoli Piceno 223 488,24 469,53 42.945 30.062 30.062I Terreni di Sanseverino Doc Macerata 6 10,37 3,20 76 54 54Lacrima di Morro D'alba Doc Ancona 64 207,38 183,81 15.932 11.152 11.152Offida Doc Ascoli Piceno 163 195,57 138,32 10.210 7.095 7.095Rosso Conero Doc Ancona 121 466,98 442,38 34.604 24.223 24.223Rosso Piceno Doc Ancona, Ascoli Piceno, 1.192 2.708,87 2.072,33 169.568 118.697 118.697

MacerataVerdicchio dei Castelli di Jesi Doc Ancona, Macerata 3.653 4.776,30 2.428,98 275.229 192.656 192.656Verdicchio di Matelica Doc Ancona, Macerata 175 340,91 235,17 24.233 16.963 16.963Vernaccia di Serrapetrona Docg Macerata 19 68,20 38,39 3.165 1.836 1.836Totale Marche 7.533 11.084 7.109 651.962 454.016 454.016In colore i dati derivanti da stime; per le procedure di stima si vedano le note metodologiche.Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

creo
Page 69: I vini Doc e Docg

14 denominazioni di cui 2 DOCG, ed è ottenuta su 7.000 ettari circa. All’Albo ri-sultano iscritte 7.533 aziende ed una SAU di circa 11.000 ettari, evidenziando unrapporto tra SAU in produzione e totale maggiore in confronto alla media nazionale(tabella 3.24). Da notare come l’incidenza regionale in termini di unità produttive edi SAU sia minore rispetto alla produzione di vino. La diversità è dovuta alla mag-giore resa apparente rispetto alla media nazionale e alla dimensione media azienda-le, superiore sia pur di poco al valore medio nazionale.

Oltre il 42% del totale della produzione regionale di vino DOC-DOCG – paria circa 193.000 hl – è rappresentata dal Verdicchio dei Castelli di Jesi. Segue ilRosso Piceno con il 26%. In due denominazioni è quindi concentrato il 70% dellaproduzione regionale. Fra i due vini si notano differenze strutturali profonde. In-fatti le aziende che producono Verdicchio evidenziano una ampiezza media deci-samente minore (1,3 ha/azienda contro 2,3 del Rosso Piceno). Allo stesso tempoè minore il rapporto tra SAU in produzione ed iscritta (0,51 contro 0,77). Tuttaviaper il Verdicchio si registra una resa produttiva di 113 quintali/ha, superiore aquella del Rosso Piceno e delle altre denominazioni regionali.

Tra queste, sotto il profilo meramente quantitativo, rivestono una certa im-portanza produttiva il Falerio dei Colli Ascolani (6,6% del totale regionale) e ilRosso Conero (5,5%). Se si esclude l’Esino, al cui Albo sono iscritte ben più di1.300 aziende la cui superficie media tuttavia è inferiore ai 6.000 mq, le altredenominazioni sono presenti su aziende e superfici limitate.

Nell’Albo delle due DOCG – Conero e Vernaccia di Serrapetrona – sonoiscritte rispettivamente 34 e 19 aziende. In entrambi i casi la produzione, pari apoche migliaia di hl, non raggiunge l’1% del totale regionale.

69

Tabella 3.24 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG nelle Marche nel 2004

Vino Produzione Resa SAU SAU in Resacertificata/ apparente media produzione vinificazione

effettiva (q.li/ha) (ha) sul totaleBianchello del Metauro 1,00 86,5 1,54 0,67 0,70Colli Maceratesi 1,00 80,8 1,98 0,64 0,71Colli Pesaresi 1,00 68,3 1,74 0,68 0,70Conero 1,00 71,3 3,14 0,78 0,70Esino 1,00 54,8 0,59 0,50 0,61Falerio dei Colli Ascolani 1,00 91,5 2,19 0,96 0,70I Terreni di Sanseverino 1,00 23,8 1,73 0,31 0,71Lacrima di Morro D'alba 1,00 86,7 3,24 0,89 0,70Offida 1,00 73,8 1,20 0,71 0,69Rosso Conero 1,00 78,2 3,86 0,95 0,70Rosso Piceno 1,00 81,8 2,27 0,77 0,70Verdicchio dei Castelli di Jesi 1,00 113,3 1,31 0,51 0,70Verdicchio di Matelica 1,00 103,0 1,95 0,69 0,70Vernaccia di Serrapetrona 1,00 82,5 3,59 0,56 0,58Media regionale 1,00 91,7 1,47 0,64 0,70

Fonte: elaborazione Ismea su dati delle CCIAA, Federdoc e proprie stime.

Page 70: I vini Doc e Docg

3.12 Umbria

L’Umbria con 207.000 hl di vino DOC-DOCG è, sotto il profilo meramentequantitativo, una delle più piccole realtà produttive italiane, con un contributoalla produzione nazionale inferiore al 2%. Inoltre se si considera l’incidenzadella produzione DOC-DOCG sul totale di vino si nota come questa – poco me-no del 22% – sia inferiore alla media nazionale. Allo stesso modo risulta al disotto della media il contributo economico del comparto sul totale della produ-zione agricola. Tali dati fanno sì che la regione si posizioni, nell’ambito dellamappatura della vitivinicoltura nazionale, nel quadrante denominato “tra margi-nalità ed equilibrio”, seppure molto vicino all’origine degli assi, ossia alla me-dia nazionale degli indicatori.

A tale posizionamento corrisponde quindi un profilo per alcuni versi similea quello nazionale (figura 3.16). Le differenze si notano soprattutto in terminidi superfici. Infatti l’Umbria pur avendo una percentuale della SAU a vite dipoco inferiore a quella media nazionale, si caratterizza per un indice di specia-lizzazione tra i più elevati. Quindi un profilo simile a quello visto per le regionidefinite “di nicchia”.

Tuttavia si è visto che il contributo delle produzioni DOC-DOCG sul totaledel vino prodotto è inferiore alla media nazionale. La differenza si può spiegareda un lato con il rapporto tra SAU iscritta e SAU realmente in produzione(62%), ma soprattutto con la resa apparente, inferiore ai 41 quintali/ha (tabella3.25), meno del 50% della media nazionale e valore più basso in assoluto tratutte le regioni italiane. Si spiega quindi anche la differenza tra il peso sul totale

70

Grafico 3.16 - Posizionamento dell’Umbria

Fonte: elaborazione Ismea su fonti varie.e:

0,0

3,0

6,0

9,0 ISP

SAU VITE %

VINO DOC/tot (x10)

€ VINO %

Umbria Italia

creo
Page 71: I vini Doc e Docg

nazionale in termini di vino prodotto, che si è visto è inferiore al 2%, e quelloin termini di SAU che sfiora il 5%.

Sembra quindi appropriata la collocazione della regione umbra nel quadran-te che ospita realtà che mirano all’equilibrio. In questo caso l’orientamento allaqualità della produzione umbra, seppur di rilievo, viene “equilibrato” dalla pro-duzione di vino comune che, grazie ad una resa di gran lunga maggiore, assumeun peso decisivo.

L’importanza delle produzione umbre DOC-DOCG è comunque testimonia-ta dalle 13 denominazioni di cui 2 DOCG (tabella 3.25), ma anche dal rapportotra produzione certificata ed effettiva, vicino all’unità e che fa salire il peso del-la produzione effettiva umbra sul totale nazionale a più del 2%.

Due terzi circa dell’intera produzione umbra di vini DOC-DOCG è rap-presentata dall’Orvieto DOC, che tuttavia rappresenta appena il 50% dellaSAU in produzione, discrasia che mette in luce una resa ben superiore aquella media regionale. A ciò si aggiunga che le aziende iscritte all’Albo del-l’Orvieto DOC, vantano una dimensione di circa il doppio di quella mediaregionale. Ciò fa si che le quasi 2.400 aziende siano il 45% del totale regio-nale. Il 77% della produzione di Orvieto è costituita da Orvieto Classico, cuisegue la sottomenzione Orvieto (19%), mentre la menzione superiore rappre-senta appena il 4%.

L’Orvieto è seguito dal Montefalco DOC, che con 18.550 hl rappresenta il9% circa dell’intera produzione regionale. Anche in questo caso i valori in ter-mini di aziende e SAU sono molto più bassi, grazie alla resa elevata – 78 quin-tali/ha – ed all’elevato rapporto tra SAU in produzione ed iscritta.

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Tabella 3.25 - La produzione di vino DOC-DOCG in Umbria nel 2004Vino Denom. Provincia Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzione

iscritte iscritta produzione certificataall'albo (n.) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)

Colli Altotiberini Doc Perugia 27 133 65 3.768 2.638 2.638Colli Amerini Doc Terni 86 2 0 0 0 0Colli del Trasimeno Doc Perugia 206 300 179 10.278 7.062 7.062Colli Martani Doc Perugia 341 553 216 16.585 11.609 11.609Colli Perugini Doc Perugia, Terni 357 807 243 7997 5.598 5.598Lago di Corbara Doc Terni 45 2 1 76 2.883 2.883Montefalco Doc Perugia 164 354 338 26.486 18.540 18.540Montefalco Sagrantino Docg Perugia 1.106 3.287 3.203 8.019 4.946 4.946Orvieto (Ir) Doc Terni 2.375 9.698 5.104 307.458 136.258 136.258Rosso Orvietano Doc Terni 255 587 320 19.312 7.410 6.031Torgiano Doc Perugia 87 294 221 8.969 6.058 6.058Torgiano Rosso Riserva Docg Perugia 90 302 225 154 108 108Assisi Doc Perugia 79 106 66 4.764 4.095 4.095Totale Umbria 5.217 16.425 10.179 413.865 207.205 205.826In colore i dati derivanti da stime; per le procedure di stima si vedano le note metodologiche.Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Page 72: I vini Doc e Docg

Le altre denominazioni umbre sono ottenute su superfici contenute e in unnumero ridotto di aziende e si caratterizzano quali prodotti di nicchia. Sem-brerebbe in un certo senso fare eccezione il Sagrantino, una delle due DOCGed uno dei prodotti enologici di maggiore pregio anche a livello nazionale, vi-sto che all’Albo risultano iscritte più di 1.100 aziende e la SAU in produzioneè di 3.200 ettari. Tuttavia, analizzando le sottomenzioni, si capisce come talidati siano imputabili ad una sottodenominazione – il Sagrantino Secco – lacui produzione di uva, rilevata presso la CCIAA, non viene poi vinificata.Ciò spiega anche la resa molto bassa.

3.13 Lazio

Anche se per il Lazio i valori degli indicatori qui adottati per classificareil comparto vitivinicolo sono abbastanza simili a quelli dell’Umbria, a causadella maggiore incidenza della produzione DOC sul totale, la regione nellamappatura riportata in figura 2.8, ricade nel quadrante definito “di nicchia”.In effetti nel Lazio si ottengono quasi 633.000 hl di vino DOC-DOCG, pari aquasi il 5% della produzione nazionale di vini DOC-DOCG. Tuttavia il con-tributo del comparto viticolo all’economia del settore agricolo regionale si at-testa sul 7%, valore comunque inferiore alla media.

Per quanto detto non stupisce quindi che il profilo del Lazio sia abbastanzasimile a quello nazionale. In modo analogo a quanto visto per l’Umbria, si os-serva una leggera differenza in termini di incidenza dalla SAU a vite, cui fa ri-scontro però un indice di specializzazione pari ad 1,37. La combinazione dei

72

Tabella 3.26 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG in Umbria nel 2004Vino Produzione Resa SAU SAU in Resa

certificata/ apparente media produzione vinificazioneeffettiva (q.li/ha) (ha) sul totale

Colli Altotiberini 1,00 58,3 4,93 0,49 0,70Colli Amerini - - 0,02 0,00 - Colli del Trasimeno 1,00 57,4 1,46 0,60 0,69Colli Martani 1,00 76,9 1,62 0,39 0,70Colli Perugini 1,00 32,8 2,26 0,30 0,70Lago di Corbara 1,00 108,3 0,06 0,28 37,95Montefalco 1,00 78,4 2,16 0,95 0,70Montefalco Sagrantino 1,00 2,5 2,97 0,97 0,62Orvieto (Ir) 1,00 60,2 4,08 0,53 0,44Rosso Orvietano 0,81 60,4 2,30 0,55 0,38Torgiano 1,00 40,7 3,38 0,75 0,68Torgiano Rosso Riserva 1,00 0,7 3,36 0,75 0,70Assisi 1,00 72,1 1,34 0,62 0,86Media regionale 0,99 40,7 3,15 0,62 0,50

Fonte: elaborazione Ismea su dati delle CCIAA, Federdoc e proprie stime.

Page 73: I vini Doc e Docg

due dati è coerente con il carattere “di nicchia” della produzione regionale.Colpisce, semmai, che il valore dell’indice, abbastanza elevato, non si traducain una più robusta incidenza delle produzioni DOC-DOCG, pari al 26% circasul vino totale e simile quindi alla media nazionale (25%). Tale differenza inrealtà è da imputare al rapporto tra SAU in produzione e SAU iscritta, pari a0,41, valore tra i più bassi tra tutte le realtà regionali (tabella 3.28). Ciò deter-mina anche il diverso peso che la regione assume a livello nazionale per laSAU in produzione – il 3,8% – rispetto a quella per la SAU iscritta, pari al5,6%. L’altro dato che caratterizza il comparto vitivinicolo regionale è la quotadi produzione certificata, pari al 62% di quella effettiva, e quindi decisamenteinferiore alla media nazionale.

La produzione di vino DOC-DOCG nel Lazio si articola su ben 26 denomi-nazioni, per un totale di quasi 12.000 aziende e 19.000 ettari di SAU iscritteall’Albo (tabella 3.27). Tuttavia analizzando la produzione delle singole deno-minazioni si nota come quasi il 67,5% della produzione effettiva sia ottenutada tre vini: il Castelli Romani, con quasi il 32%, il Frascati, con il 22,5% e ilMarino, con il 13%. Se si prende in considerazione la produzione certificatapoi il contributo dei tre vini citati sale ad oltre il 73% del totale. Si deve diretuttavia che in termini di prodotto certificato il terzo vino risulta il Colli Alba-ni con quasi il 12% del totale. Se alle 4 DOC citate si aggiunge la quinta, ossiail Velletri, si raggiunge l’81% della produzione effettiva e l’85% di quella cer-tificata. Si tratta, come è possibile osservare di vini che ricadono nell’area deiCastelli Romani, ove in totale sono presenti 8 vini DOC. L’insieme di questivini rappresenta quasi il 90% della produzione regionale, identificando, alme-

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Grafico 3.17 - Profilo vitivinicolo del Lazio

Fonte: elaborazione Ismea su fonti varie.e:

0,0

3,0

6,0

9,0 ISP

SAU VITE %

VINO DOC/tot (x10)

€ VINO %

Lazio Italia

creo
Page 74: I vini Doc e Docg

no sotto il profilo quantitativo, la produzione regionale con quella di questodistretto.

Analizzando i dati a disposizione si osserva che questa concentrazione pro-duttiva è dovuta a diversi fenomeni concomitanti. Innanzitutto si tratta di trevini i cui terreni di riferimento fanno osservare una produttività tra le più alte:si va infatti da valori simili alla media regionale, come per i Castelli Romani(104 q.li/ha) sino a valori di gran lunga superiori (come i 145 q.li/ha del ColliAlbani). Si è poi in presenza di vini per i quali la quota di produzione certifi-cata rispetto al totale è piuttosto alta. Di contro per molte delle altre denomi-nazioni regionali si osserva il fenomeno opposto: rese contenute e bassa inci-

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Tabella 3.27 - La produzione di vino DOC-DOCG nel Lazio nel 2004

Vino Denom. Provincia Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzioneiscritte iscritta produzione certificata

all'albo (n.) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)Aleatico di Gradoli Doc Viterbo 58 21,15 11,31 587 411 49 Aprilia Doc Latina 840 3.195,00 117,94 10.006 7.424 1.315 Atina Doc Frosinone 17 12,69 12,69 260 182 182 Bianco Capena Doc Roma 139 160,26 - - - - Castelli Romani Doc Latina, Roma 2.533 3.026 2.342 242.654 201.781 131.953 Cerveteri Doc Roma, Viterbo 856 1.052 275 26.261 18.382 11.830 Cesanese del Piglio Doc Frosinone 91 140,15 119,10 7.733 5.026 5.026 Cesanese di Affile Doc Roma 24 17,70 3,65 45 29 25 Cesanese di Olevano Doc Roma 306 382,49 37,70 2.451 1.593 151 Circeo Doc Latina 58 212,00 78,91 7.039 13.675 2.683 Colli Albani Doc Roma 401 1.274,47 450,58 65.690 45.983 42.457 Colli della Sabina Doc Roma, Rieti 58 105 88 2.592 1.813 1.811 Colli Etruschi Viterbesi Doc Viterbo 282 274,39 230,93 12.418 8.693 3.381 Colli Lanuvini Doc Roma 926 1.489,55 115,70 12.710 8.897 8.897Cori Doc Latina 135 485,00 136,03 9.373 6.561 1.341 Est! Est!! Est!!! Doc Viterbo 565 524,74 427,92 38.281 26.797 7.467 di MontefiasconeFrascati Doc Roma 2.296 2.414,87 1.660,64 202.990 142.092 121.593 Genazzano Doc Roma 39 32,11 14,90 1.591 1.104 612 Marino Doc Roma 632 1.477,66 871,14 119.066 83.346 34.742 Montecompatri Colonna Doc Roma 304 239,80 7,77 1.126 788 739 Nettuno Doc Roma 32 32,23 9,17 911 637 393Orvieto Doc Viterbo 122 273,53 182,07 15.072 10.550 6.616 Tarquinia Doc Roma, Viterbo 65 119 36 3.750 2.624 2.458 Velletri Doc Latina, Roma 872 1.906 570 56.085 38.959 5.000 Vignanello Doc Viterbo 132 101,39 63,78 6.959 5.002 2.720 Zagarolo Doc Roma 162 186,05 8,36 734 528 268 Totale Lazio 11.945 19.156 7.871 846.384 632.877 393.709 In corsivo i dati di fonte Federdoc; in colore quelli risultanti da stime.

Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Page 75: I vini Doc e Docg

denza di produzione certificata sul totale. Tale andamento rende ancora più ac-centuata una delle caratteristiche della vitivinicoltura laziale, ossia la dimen-sione di nicchia, che non si applica alle denominazioni maggiori, ma sicura-mente a diverse altre, finendo con il marcare l’intera produzione.

3.14 Abruzzo

L’Abruzzo è la sola regione meridionale italiana che nella mappatura dellavitivinicoltura italiana si situa nel quadrante dell’eccellenza, caratterizzato dauna importanza marcata del settore vitivinicolo nel panorama economico regio-nale ed allo stesso tempo da una elevata incidenza della produzione di vini diqualità.

75

Tabella 3.28 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG nel Lazio nel 2004Vino Produzione Resa SAU SAU in Resa

certificata/ apparente media produzione vinificazioneeffettiva (q.li/ha) (ha) sul totale

Aleatico di Gradoli 0,12 51,9 0,36 0,53 0,70Aprilia 0,18 84,8 3,80 0,04 0,74Atina 1,00 20,5 0,75 1,00 0,70Bianco Capena - - 1,15 0,00 - Castelli Romani 0,65 103,6 1,19 0,77 0,83Cerveteri 0,64 95,7 1,23 0,26 0,70Cesanese del Piglio 1,00 64,9 1,54 0,85 0,65Cesanese di Affile 0,88 12,3 0,74 0,21 0,64Cesanese di Olevano 0,09 65,0 1,25 0,10 0,65Circeo 0,20 89,2 3,66 0,37 1,94Colli Albani 0,92 145,8 3,18 0,35 0,70Colli della Sabina 1,00 29,5 1,82 0,83 0,70Colli Etruschi Viterbesi 0,39 53,8 0,97 0,84 0,70Colli Lanuvini 1,00 109,9 1,61 0,08 0,70Cori 0,20 68,9 3,59 0,28 0,70Est! Est!! Est!!! di Montefiascone 0,28 89,5 0,93 0,82 0,70Frascati 0,86 122,2 1,05 0,69 0,70Genazzano 0,55 106,8 0,82 0,46 0,69Marino 0,42 136,7 2,34 0,59 0,70Montecompatri Colonna 0,94 144,9 0,79 0,03 0,70Nettuno 0,62 99,3 1,01 0,28 0,70Orvieto 0,63 82,8 2,24 0,67 0,70Tarquinia 0,94 105,6 1,84 0,30 0,70Velletri 0,13 98,3 2,19 0,30 0,69Vignanello 0,54 109,1 0,77 0,63 0,72Zagarolo 0,51 87,8 1,15 0,04 0,72Media regionale 0,62 107,54 1,60 0,41 0,75 Fonte: elaborazione Ismea su dati delle CCIAA, Federdoc e proprie stime.

Page 76: I vini Doc e Docg

Grafico 3.18 - Profilo vitivinicolo dell’Abruzzo

Fonte: elaborazione Ismea su fonti varie.e:

Nonostante il numero di denominazioni non sia particolarmente elevato – 3DOC ed una DOCG – l’Abruzzo con poco più di 19.000 ettari di SAU investitain vitivinicoltura di qualità incide per circa il 5,6% sulla SAU nazionale desti-nata a vini a Denominazione di Origine. A rimarcare il peso del comparto ed ilposizionamento della regione, basti dire che l’incidenza della SAU viticola sultotale – superiore al 10% – è quasi il doppio di quella nazionale, così come ilcontributo alla produzione economica del settore agricolo (15%). Più elevatarispetto al valore nazionale anche l’incidenza della produzione di vini di quali-tà. Nel complesso questi dati delineano un profilo vitivinicolo che fa emergerel’alta vocazione regionale, mettendo il luce, al suo interno, il ruolo decisivo deiprodotti di qualità, ribadito da un indice di specializzazione – peraltro unica re-gione del Sud Italia – positivo, pari a 1,26.

Dei 19.000 ettari iscritti all’Albo in realtà quelli realmente in produzione ri-sultano poco meno di 12.000 (tabella 3.29), con un rapporto tra SAU iscritta eSAU in produzione simile alla media nazionale (tabella 3.30), distribuiti suquasi 15.000 aziende, con una SAU media di oltre 2 ettari. La produzione com-plessiva di uve sfiora il milione e mezzo di quintali con una resa apparente diquasi 122 q.li/ha, mentre quella di vino supera il milione di hl, anche se quellacertificata è pari al 74% (782.000 hl).

Il panorama produttivo complessivo è dominato dal Montepulciano d’A-bruzzo DOC che concentra oltre l’80% della produzione certificata. Segue ilTrebbiano d’Abruzzo DOC con il 19% circa, mentre la restante quota si suddi-vide tra Controguerra DOC e Montepulciano d’Abruzzo delle Colline Terama-ne DOCG.

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SAU VITE %

VINO DOC/tot (x10)

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creo
Page 77: I vini Doc e Docg

Il Montepulciano d’Abruzzo DOC, diffuso in tutte le province abruzzesi, in-cide in misura minore, rispetto alla produzione certificata, per i principali datistrutturali (aziende, SAU). Ciò è dovuto ad un maggiore coefficiente di SAU inproduzione rispetto a quella iscritta in Albo, ma soprattutto ad una resa mediasensibilmente più elevata. Per il Montepulciano d’Abruzzo risultano in produ-zione due menzioni: il Montepulciano d’Abruzzo Cerasuolo ed il Montepulcia-no d’Abruzzo Rosso che concentra il 92% della produzione di vino certificato.Esistono poi altre due menzioni per le quali tuttavia non risultano produzioni.

Anche per il Trebbiano, presente in provincia di Teramo, sono presenti duemenzioni, ma ne risulta in produzione una sola, i cui dati coincidono pertantocon quelli riportati in tabella. Stesso discorso può farsi per il Montepulcianod’Abruzzo delle Colline Teramane DOCG.

Al contrario per il Controguerra, anche questo prodotto in provincia di Tera-mo, esistono ben 23 menzioni, ma quelle che risultano in produzione sono 5.Tra queste il maggiore contributo si deve al Controguerra Bianco (con oltre il63% della produzione complessiva) ed a quello Rosso (il 18% circa).

77

Tabella 3.29 - La produzione di vino DOC-DOCG in Abruzzo nel 2004

Vino Denom. Provincia Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzioneiscritte iscritta produzione certificata

all'albo (n.) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)Controguerra Doc Teramo 24 87 61 4.301 3.010 2.425Montepulciano d'Abruzzo Docg Teramo 99 260 170 9.369 6.558 4.984Colline TeramaneMontepulciano d'Abruzzo Doc Chieti, Aquila, 10.482 14.022 9.329 1.218.801 853.160 628.357

Pescara, TeramoTrebbiano d'Abruzzo Doc Chieti, Aquila, 4.112 4.654 2.332 214.806 196.936 146.151

Pescara, TeramoTotale Abruzzo 14.717 19.024 11.893 1.447.278 1.059.666 781.917In colore i dati risultanti da stime.

Fonte: elaborazione Ismea su dati delle CCIAA, Federdoc e proprie stime.

Tabella 3.30 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG in Abruzzo nel 2004

Vino Produzione Resa SAU SAU in Resacertificata/ apparente media produzione vinificazione

effettiva (q.li/ha) (ha) sul totaleControguerra 0,81 70,4 3,63 0,70 0,70Montepulciano d'Abruzzo 0,76 55,0 2,63 0,65 0,70Colline TeramaneMontepulciano d'Abruzzo 0,74 130,6 1,34 0,67 0,70Trebbiano d'Abruzzo 0,74 92,1 1,13 0,50 0,92Media regionale 0,74 121,7 1,29 0,63 0,73

Fonte: elaborazione Ismea su dati delle CCIAA, Federdoc e proprie stime.

Page 78: I vini Doc e Docg

Le informazioni relative ai prezzi delle uve e dei vini abruzzesi sono al-quanto carenti. Tuttavia è stato possibile rilevare quotazioni nettamente diffe-renziate tra denominazioni e menzioni. Sia per le uve che per il vino i prezziminori si riscontrano per il Trebbiano, mentre il Montepulciano fa registrareprezzi più alti e con un range notevolmente più ampio. Da notare che per que-sto vino nel caso della menzione Colline Teramane (DOCG e quindi di maggio-re pregio), il prezzo del vino diventi più del doppio della quotazione delle altre.Lo stesso si rileva per il Controguerra Rosso il cui prezzo è di un ordine 4 voltesuperiore a quello del Bianco.

3.15 Molise

Come si è visto nel capitolo precedente, analizzando la mappa della viti-vinicoltura regionale italiana, il Molise si situa nel quadrante D, caratteriz-zato da un ridotto contributo del comparto vitivinicolo all’economia agroa-limentare regionale e da un peso modesto – all’interno del comparto – deivini di qualità. Tra le due condizioni richiamate dalla mappatura – margina-lità ed equilibrio – sembra che quella prevalente sia la prima, anche se nonmancano, come d’altronde in tutte le regioni italiane, situazioni qualitativespecifiche.

Le caratteristiche fondamentali della vitivinicoltura molisana appaiono re-stituite con evidenza dal suo profilo grafico (figura 3.19). Questo evidenzia in-nanzitutto il minor peso, rispetto alla media nazionale, del comparto vitivinico-lo sia in termini di superfici che di produzione economica, ma anche come lamodesta incidenza della superficie a vini di qualità – il 15% circa – determiniun coefficiente di specializzazione negativo, pari a 0,56.

D’altronde la SAU iscritta all’Albo dei vini DOC-DOCG in Molise è infe-riore ai 1.400 ettari, pari ad appena lo 0,4% del totale nazionale (tabella 3.32).Le denominazioni di origine in Molise sono appena 3, anche se di una – il Pen-tro d’Isernia – non si rilevano aziende attive e, conseguentemente produzioni.

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Tabella 3.31 - Prezzi di uve e vini DOC-DOCG in Abruzzo nel 2004

PREZZI Vino e Menzione Uva (€/q.le) Vino (€/ettogrado)Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane n.d. 13,46 Montepulciano d’Abruzzo Montepulciano d’Abruzzo Cerasuolo 38-60 4,20-6,04 Montepulciano d’Abruzzo Rosso 38-60 4,20-6,04Trebbiano d’Abruzzo 20-23 3,00-3,30ControguerraControguerra bianco n.d. 4,52Controguerra rosso n.d. 19,17

Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Page 79: I vini Doc e Docg

Anche sotto questo profilo il peso della regione nel contesto nazionale risultapiuttosto modesto.

La produzione di vini DOC nel 2004, è stata pari a quasi 43.000 hl, ottenutada 623 aziende su una SAU di 652 ettari, pari al 48% dei 1.370 ettari iscritti al-l’Albo. I 71.000 quintali di uve raccolti danno quindi una resa apparente pari a109 q.li/ha.

La produzione di vino è da attribuire, per oltre il 92%, al Molise DOC, men-tre la restante quota di circa 3.400 hl è attribuibile al Biferno DOC. Entrambi ivini sono ottenuti da terreni dislocati nella provincia di Campobasso. Legger-mente diversi i contributi dei due vini in termini di aziende e superfici. Infattil’incidenza del Molise DOC si riduce sino all’83% ed all’86%, considerando,rispettivamente, le aziende e le superfici iscritte all’Albo. Ancora minore, tutta-via, il contributo (76%) se si prende in considerazione la SAU iscritta all’Alboeffettivamente in produzione.

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Grafico 3.19 - Profilo vitivinicolo del Molise

Fonte: elaborazione Ismea su fonti varie.e:

Tabella 3.32 - La produzione di vino DOC-DOCG in Molise nel 2004Vino Denom. Provincia Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzione

iscritte iscritta produzione certificataall'albo (n.) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)

Biferno Doc Campobasso 84 230,76 157,88 13.602 3.419 3.419Molise Doc Campobasso 539 1.139,51 494,91 57.403 39.478 39.478Totale Molise 623 1.370,28 652,80 71.005 42.897 42.897In colore i dati risultanti da stime.

Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

0,0

3,0

6,0

9,0 ISP

SAU VITE %

VINO DOC/tot (HL)

€ VINO %

molise italia

creo
Page 80: I vini Doc e Docg

Le differenze tra i due vini sono dovute a diversità strutturali e produttive(tabella 3.33). Innanzitutto la SAU in produzione, rispetto a quella iscritta al-l’Albo, è pari al 68% per il Biferno DOC contro il 43% del Molise DOC. An-che l’ampiezza media aziendale risulta superiore per il Biferno DOC (2,75 etta-ri, contro i 2,11). Tuttavia in termini di resa di uve vi è una differenza sostan-ziale a favore del Molise DOC (116 quintali/ha contro 86). Per ambedue i vinila produzione certificata risulta pari a quella effettiva.

Al Molise DOC sono ascrivibili 21 menzioni potenziali, ma di queste solo11 risultano in produzione. Sotto il profilo produttivo tuttavia ben 32.000 hl(pari all’81% del totale) ricadono nella menzione del Molise Montepulciano.Seguono il Molise Trebbiano (6%) ed il Molise Aglianico (4%).

Per il Biferno il rapporto tra menzioni in produzione e potenziali è più alto(3 su 4), ma anche in questo caso la produzione si concentra soprattutto (oltre il60%) sul Biferno Rosso.

Per quanto riguarda i prezzi (tabella 3.34) è stato possibile rilevare i prezzisia a livello di DOC che di menzione. Mediamente il Biferno DOC spunta unprezzo di 37 €/hl, superiore ai 33 €/hl del Molise DOC, Tuttavia si nota che

80

Tabella 3.33 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG in Molise nel 2004Vino Produzione Resa SAU SAU in Resa

certificata/ apparente media produzione vinificazioneeffettiva (q.li/ha) (ha) sul totale

Biferno, DOC 1,00 86,2 2,75 0,68 0,25Molise, DOC 1,00 116,0 2,11 0,43 0,69Media regionale 1,00 108,8 2,20 0,48 0,60Fonte: elaborazione Ismea su dati della CCIAA, Federdoc e proprie stime.

Tabella 3.34 - Prezzi di uve e vini DOC-DOCG in Molise nel 2004PREZZI

Vino e Menzione Uva (€/q.le) Vino (€/hl) Biferno DOCBiferno Bianco 20,00 35,00Biferno Rosso 25,00 40,00Molise DOCMolise o Vini del Molise Montepulciano 26,00 40,00Molise o Vini del Molise Trebbiano 20,00 28,00Molise o Vini del Molise Aglianico 25,00 40,00Molise o Vini del Molise Cabernet sauvignon 22,00 35,00Molise o Vini del Molise Falanghina 23,00 25,00Molise o Vini del Molise Tintilia 30,00 60,00Molise o Vini del Molise Sangiovese 25,00 35,00Molise o Vini del Molise Greco Bianco 20,00 25,00Molise o Vini del Molise Moscato bianco 22,00 26,00Molise o Vini del Molise Pinot bianco 20,00 26,00Molise o Vini del Molise Chardonnay 22,00 25,00Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Page 81: I vini Doc e Docg

per il secondo diverse menzioni, ed in particolare quelle che si è visto avere ilmaggiore peso produttivo, fanno registrare quotazioni ben più elevate della me-dia. Naturalmente questo incrementa il peso di tali menzioni nel panorama viti-vinicolo regionale. Da notare infine che la menzione Tintilia – derivante da unvitigno autoctono e storico della regione – spunti il prezzo in assoluto più ele-vato, pari ad oltre l’80% di quello medio.

3.16 Campania

Nonostante la presenza di ben 20 denominazioni – di cui 3 DOCG – e la tra-dizione che vanta alcune produzioni di eccellenza, in Campania si registranovalori tra i più bassi di ambedue gli indicatori qui impiegati per tracciare unamappa della vitivinicoltura regionale italiana (figura 2.8). Il contributo delcomparto vitivinicolo è infatti appena superiore al 3%, mentre l’incidenza dellaproduzione di vini DOC-DOCG sul totale non raggiunge il 5%. Tali dati fannosi che il posizionamento della Campania ricada nel quadrante che comprende lerealtà in bilico tra marginalità ed equilibrio. Si aggiunga a ciò che il contributoregionale alla produzione nazionale di vino DOC-DOCG è di appena l’1%, va-lore tra i più bassi dell’intero panorama nazionale.

Il profilo regionale dunque (figura 3.20) restituisce una immagine più vicina– a parte la presenza di alcune punte di eccellenza che verranno analizzate piùavanti – a quella della marginalità che a quella dell’equilibrio. In Campania laSAU a vite ha la stessa incidenza che sul territorio nazionale, ma i parametri

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Grafico 3.20 - Profilo vitivinicolo della Campania

Fonte: elaborazione Ismea su fonti varie.e:

0,0

3,0

6,0

9,0 ISP

SAU VITE %

VINO DOC/tot (x10)

€ VINO %

Campania Italia

creo
Page 82: I vini Doc e Docg

produttivi ed economici non risultano proporzionali. In termini di specializza-zione per le produzioni DOC-DOCG la regione risulta despecializzata.

La produzione regionale effettiva di vino DOC-DOCG è sotto il profilo me-ramente quantitativo modesta: appena 129.000 hl, ottenuti da meno di 190.000quintali di uve, provenienti da meno di 2.500 ettari di SAU in produzione (ta-bella 3.35). È di rilievo notare che la SAU iscritta all’Albo è però di 11.400 ha,distribuiti in 9.300 aziende circa, con un rapporto tra SAU in produzione eiscritta di 0,22 (tabella 3.36) che è il valore in assoluto minore tra tutte le regio-ni italiane. Letto unitamente agli altri indicatori prima esposti, è un indice delloscarso peso assegnato alla vitivinicoltura, ed in particolare a quella di qualità.

I dati non brillanti sinora esposti vengono, in qualche misura, equilibrati dalfatto che i due vini che maggiormente incidono in termini di produzione effetti-va sono il Greco di Tufo – con il 26,5% del totale regionale – e il Fiano di Avel-lino, con oltre il 16%. Nel loro insieme quindi il 43% circa. La notazione è im-portante perché si tratta di due DOCG, peraltro tra le più note ed apprezzate. Sea queste due si aggiunge anche il Taurasi, ossia la terza DOCG regionale, viene

82

Tabella 3.35 - La produzione di vino DOC-DOCG in Campania nel 2004

Vino Denom. Provincia Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzioneiscritte iscritta produzione certificata

all'albo (n.) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)Aglianico del Taburno Doc Benevento 506,00 640,00 19,00 839,00 587,00 516,56Aversa Asprinio Doc Caserta, Napoli 117,00 103,04 27,10 3.282,01 2.296,61 1.396,30Campi Flegrei Doc Napoli 313,00 206,57 157,47 13.492,00 9.444,00 8.427,61 Capri Doc Napoli 34,00 14,68 7,68 458,00 320,00 281,60Castel San Lorenzo Doc Salerno 245,00 140,34 91,23 6.504,00 4.553,00 4.006,64Cilento Doc Salerno 62,00 73,95 36,61 1.801,00 1.248,00 1.098,24Costa d'Amalfi Doc Salerno 284,00 74,44 55,91 2.995,00 2.097,00 1.845,36Falerno del Massico Doc Caserta 30,00 80,77 41,85 4.185,00 3.019,50 2.657,16Fiano di Avellino Docg Avellino 362,00 410,58 369,65 29.829,08 20.880,33 18.374,69Galluccio Doc Caserta 23,00 77,13 19,44 2.222,60 1.555,82 1.369,12Greco di Tufo Docg Avellino 558,00 799,79 631,95 48.781,17 34.146,82 30.049,20Guardiolo Doc Benevento 472,00 295,00 4,36 275,00 192,00 168,96Ischia Doc Napoli 391,00 131,49 97,13 8.735,00 6.112,00 5.184,90 Penisola Sorrentina Doc Napoli 273,00 132,66 77,95 5.222,00 3.653,00 2.967,13 Sannio Doc Benevento 1.770,00 1.572,00 114,73 11.329,00 7.930,00 6.978,40Sant'agata dei Goti Doc Benevento 17,00 15,47 - - - - Solopaca Doc Benevento 2.015,00 5.175,00 79,44 6.746,00 4.722,00 4.155,36Taburno Doc Benevento 346,00 307,00 12,05 953,00 663,00 583,44Taurasi Docg Avellino 729,00 756,41 327,03 17.254,19 11.215,15 9.869,33Vesuvio Doc Napoli 761,00 408,13 300,58 22.127,00 14.513,00 13.698,17 Totale Campania 9.308 11.414 2.471 187.030 129.148 113.628 In corsivo i dati Federdoc; in colore quelli risultanti da stime.

Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Page 83: I vini Doc e Docg

superato il 51%. È possibile vedere in questo dato una nota positiva, di riequili-brio rispetto ai fattori negativi osservati prima. Ed, a riprova che la produzionedi qualità se valorizzata diviene un fattore di strutturale, si nota che per questivini il rapporto tra SAU in produzione ed iscritta è molto più alto rispetto allamedia. Di contro si potrebbe affermare che alla base di una modesta utilizzazio-ne delle potenzialità in termini di superfici disponibili stia proprio la mancatavalorizzazione commerciale dei prodotti.

3.17 Basilicata

La Basilicata nella mappatura delle vitivinicoltura italiana ha una posizionemolto simile a quella della Campania, e ricade quindi nel quadrante “tra margi-nalità ed equilibrio”. Gli indici adottati sono leggermente più alti delle altre re-gioni del quadrante, ma non cambiano sostanzialmente la posizione di una re-gione in cui il comparto vitivinicolo pesa poco e, al suo interno, la produzioneDOC-DOCG non raggiunge il 10%. Anche in termini assoluti la regione assu-me un ruolo defilato: con meno di 30.000 hl, infatti è – a parte la Val d’Aosta –il minore produttore di vino DOC-DOCG in Italia, incidendo per meno dello0,3% sul totale nazionale.

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Tabella 3.36 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG in Campania nel 2004Vino Produzione Resa SAU SAU in Resa

certificata/ apparente media produzione vinificazioneeffettiva (q.li/ha) (ha) sul totale

Aglianico del Taburno 0,88 44,2 1,26 0,03 0,70Aversa Asprinio 0,61 121,1 0,88 0,26 0,70Campi Flegrei 0,89 85,7 0,66 0,76 0,70Capri 0,88 59,7 0,43 0,52 0,70Castel San Lorenzo 0,88 71,3 0,57 0,65 0,70Cilento 0,88 49,2 1,19 0,50 0,69Costa d'Amalfi 0,88 53,6 0,26 0,75 0,70Falerno del Massico 0,88 100,0 2,69 0,52 0,72Fiano di Avellino 0,88 80,7 1,13 0,90 0,70Galluccio 0,88 114,3 3,35 0,25 0,70Greco di Tufo 0,88 77,2 1,43 0,79 0,70Guardiolo 0,88 63,1 0,63 0,01 0,70Ischia 0,85 89,9 0,34 0,74 0,70Penisola Sorrentina 0,81 67,0 0,49 0,59 0,70Sannio 0,88 98,7 0,89 0,07 0,70Sant'Agata dei Goti - - 0,91 - - Solopaca 0,88 84,9 2,57 0,02 0,70Taburno 0,88 79,1 0,89 0,04 0,70Taurasi 0,88 52,8 1,04 0,43 0,65Vesuvio 0,94 73,6 0,54 0,74 0,66Media regionale 0,88 75,7 1,23 0,22 0,69Fonte: elaborazione Ismea su dati delle CCIAA, Federdoc e proprie stime.

Page 84: I vini Doc e Docg

Di conseguenza il profilo vitivinicolo regionale (figura 3.21) appare assai“ridotto”, con un indice di specializzazione negativo. L’unico dato in qualchemodo incoraggiante è il contributo del settore alla ricchezza prodotta dal settoreagricolo che, anche se si è visto essere limitata, è proporzionalmente maggiorerispetto alle superfici, segno di una buona valorizzazione commerciale dei pro-dotti ottenuti.

Come detto, in Basilicata vengono ottenuti poco più di 28.000 hl di vinoDOC, su una superficie in produzione di appena 700 ettari circa, mentre quellaiscritta non raggiunge i 1.000 ettari e le aziende iscritte sono appena 436 (tabel-la 3.37). Le denominazioni in produzione sono due, anche se per una – il Terre

84

Grafico 3.21 - Profilo vitivinicolo della Basilicata

Fonte: elaborazione Ismea su fonti varie.e:

Tabella 3.37 - La produzione di vino DOC in Basilicata nel 2004Vino Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzione

iscritte iscritta produzione certificataall'albo (n.) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)

Totale vini DOC Basilicata 436 963,97 711,97 40.510 28.357 28.357 Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Tabella 3.36 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG in Basilicata nel 2004Vino Produzione Resa SAU SAU in Resa

certificata/ apparente media produzione vinificazioneeffettiva (q.li/ha) (ha) sul totale

Aglianico del Vulture 1,00 56,7 2,20 0,74 0,70Terre dell’Alta Val d’Agri 1,00 70,2 8,97 1,00 0,70Media regionale 1,00 56,9 2,21 0,74 0,70Fonte: elaborazione Ismea su dati delle CCIAA, Federdoc e proprie stime.

0,0

3,0

6,0

9,0 ISP

SAU VITE %

VINO DOC/tot (x10)

€ VINO %

Basilicata Italia

creo
Page 85: I vini Doc e Docg

dell’Alta Val d’Agri – i numeri sono molto modesti.Di fatto quindi l’unico vino realmente in produzione è l’Aglianico del Vul-

ture DOC che rappresenta quasi il 100% della produzione, delle superfici e del-le aziende.

La resa apparente dell’Aglianico peraltro è abbastanza bassa (meno di 57qliquintali/ha) e come già visto la SAU in produzione è il 74% del totale (tabel-la 3.38).

3.18 Puglia

La Puglia, insieme al Veneto ed alla Sicilia, ossia l’altra grande regioneproduttrice di uva da vino del Sud Italia, occupa il primo quadrante dellamappatura della vitivinicoltura regionale italiana. Si tratta dell’area che iden-tifica le realtà produttive importanti sotto il profilo quantitativo, ma menosotto quello qualitativo. Basti dire che la Puglia fa registrare il valore più altocome contributo del comparto vitivinicolo alla produzione economica agrico-la regionale – oltre il 20% - ma la partecipazione dei vini DOC-DOCG al to-tale della produzione regionale non raggiunge il 5%, valore superiore soltantoa quello della Sicilia. Si aggiunga a ciò che la SAU a vite sfiora il 12% (an-che in questo caso la percentuale più elevata di tutte le regioni italiane) e sicomprende allora il profilo che ne risulta (figura 3.22), allungato sui parame-tri quantitativi – superfici a vite e ricchezza prodotta dal comparto – maschiacciato su quelli qualitativi, con un indice di specializzazione molto basso(0,18), anche in questo caso superiore solo a quello della Sicilia.

85

Grafico 3.22 - Profilo vitivinicolo della Puglia

Fonte: elaborazione Ismea su fonti varie.e:

0,0

5,0

10,0

ISP

SAU VITE %

VINO DOC/tot (HL)

€ VINO %

Puglia Italia

creo
Page 86: I vini Doc e Docg

Si deve tuttavia considerare che tale profilo, piuttosto che essere dovuto aduna scarsa presenza di produzioni di qualità, deriva proprio dai numeri della vi-tivinicoltura pugliese.

Infatti con ben 25 denominazioni, tutte DOC, in Puglia si ottengono334.000 hl di vino DOC, pari al 2,6% del totale nazionale di produzione ef-fettiva e al 3,4% di quella certificata (tabella 3.39). In assoluto è la maggioreproduzione di tutto il Sud Italia. Inoltre in Puglia risultano iscritte all’Albo7.364 aziende, cui corrisponde una SAU di oltre 10.000 ettari. La superficieeffettivamente in produzione tuttavia ammonta a meno di 7.000 ettari con unaincidenza su quella iscritta del 66% (tabella 3.40).

86

Tabella 3.39 - La produzione di vino DOC-DOCG in Puglia nel 2004Vino Denom. Provincia Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzione

iscritte iscritta produzione certificataall'albo (n.) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)

Aleatico di Puglia Doc Bari, Brindisi, 1 1,40 0,00 0 0 0Foggia, Lecce, Taranto

Alezio Doc Lecce 18 34,36 26,26 1.769 920 920Brindisi Doc Brindisi 166 626,31 414,77 15.375 10.763 10.763Cacc'e Mitte di Lucera Doc Foggia 16 29,84 29,84 3.402 2.212 2.212Castel del Monte Doc Bari 1.682 2.307,47 1.320,09 129.488 90.641 90.641Copertino Doc Lecce 653 563,94 356,87 18.818 13.062 13.062Galatina Doc Lecce 22 63,68 58,33 1.040 802 802Gioia del Colle Doc Bari 90 163,02 82,02 4.811 3.128 3.128Gravina Doc Bari 12 38,51 19,18 2.339 1.637 1.637Leverano Doc Lecce 258 298,01 246,97 17.828 12.480 12.480Lizzano Doc Taranto 17 57,47 17,77 1.394 951 951Locorotondo Doc Bari, Brindisi 828 502 215 15.348 10.743 10.743Martina o Doc Bari, Brindisi, Taranto 406 464 134 11.031 5.067 5.067Martina FrancaMatino Doc Lecce 12 62,89 9,39 392 266 266Moscato di Trani Doc Bari 23 29,09 14,35 1.517 986 986Nardò Doc Lecce 46 81,75 29,23 1.289 820 820Orta Nova Rosso Doc Foggia 4 7,31 7,31 479 335 335Ostuni Doc Brindisi 3 0,00 0,00 0 0 0Primitivo di Manduria Doc Brindisi, Taranto 1.265 1.887 1.428 72.801 50.960 50.960Rosso Barletta Doc Bari 18 22,27 12,85 1.798 1.259 1.259Rosso Canosa Doc Bari 11 41,88 31,92 1.470 1.029 1.029Rosso di Cerignola Doc Foggia 1 0,97 0,97 135 94 94Salice Salentino Doc Brindisi, Lecce 1.521 2.495,85 1.776,74 119.538 82.242 82.242San Severo Doc Foggia 292 605,14 605,14 62.718 43.904 43.904Squinzano Doc Brindisi, Lecce 199 434 286 21.887 15.321 15.321Totale Puglia 7.364 10.384 6.837 484.779 334.301 334.301 In corsivo i dati Federdoc; in colore quelli derivanti da nostre stime.

Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Page 87: I vini Doc e Docg

Come spesso succede nelle realtà regionali in cui sono presenti numerosedenominazioni, una quota considerevole della produzione si concentra su pocheDOC. In particolare in Puglia le prime quattro DOC per incidenza sul totaledella produzione regionale cumulano oltre l’80% del prodotto. La prima è ilCastel del Monte (27%), seguito dal Salice Salentino (25%), dal Primitivo diManduria (15%), e dal S. Severo (13%). Le produzioni dei quattro vini sonotuttavia ottenute con quote della SAU abbastanza differenti; ciò è imputabilesoprattutto alla diversa resa: alta per il S. Severo (103 quintali/ha) e per il Ca-stel del Monte (98 quintali/ha), più contenuta quella del Salice Salentino (67quintali/ha) e del Primitivo (51 quintali/ha). Vi è da dire inoltre che i due vinipiù produttivi sono anche quelli per i quali minore è la quota di SAU in produ-zione rispetto a quella iscritta.

87

Tabella 3.40 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG in Puglia nel 2004

Vino Produzione Resa SAU SAU in Resacertificata/ apparente media produzione vinificazione

effettiva (q.li/ha) (ha) sul totaleAleatico di Puglia - - 1,40 0,00 - Alezio 1,00 67,4 1,91 0,76 0,52Brindisi 1,00 37,1 3,77 0,66 0,70Cacc'e Mitte di Lucera 1,00 114,0 1,88 1,00 0,65Castel del Monte 1,00 98,1 1,37 0,57 0,70Copertino 1,00 52,7 0,86 0,63 0,69Galatina 1,00 17,8 2,89 0,92 0,77Gioia del Colle 1,00 58,7 1,81 0,50 0,65Gravina 1,00 121,9 3,21 0,50 0,70Leverano 1,00 72,2 1,16 0,83 0,70Lizzano 1,00 78,4 3,38 0,31 0,68Locorotondo 1,00 71,3 0,61 0,43 0,70Martina o Martina Franca 1,00 82,0 1,14 0,29 0,46Matino 1,00 41,7 5,24 0,15 0,68Moscato di Trani 1,00 105,7 1,26 0,49 0,65Nardò 1,00 44,1 1,78 0,36 0,64Orta Nova Rosso 1,00 65,5 1,88 1,00 0,70Ostuni - - - - - Primitivo di Manduria 1,00 51,0 1,49 0,76 0,70Rosso Barletta 1,00 140,0 1,24 0,58 0,70Rosso Canosa 1,00 46,1 3,81 0,76 0,70Rosso Di Cerignola 1,00 139,2 1,88 1,00 0,70Salice Salentino 1,00 67,3 1,64 0,71 0,69Salice Salentino 1,00 103,6 2,07 1,00 0,70San Severo 1,00 76,4 2,2 0,66 0,70Media regionale 1,00 70,90 1,41 0,66 0,69

Fonte: elaborazione Ismea su dati delle CCIAA, Federdoc e proprie stime.

Page 88: I vini Doc e Docg

A queste quattro denominazioni se ne aggiungono altre quattro – il Brindisi,il Copertino, il Locorotondo, lo Squinzano – la cui produzione oscilla tra i 10ed i 15.000 hl, pari al 3-5% del totale regionale. Nel complesso con questi vinisi raggiunge il 99% della produzione regionale.

Ne consegue che le altre produzioni sono davvero di nicchia. Si pensi cheper ben 14 di queste non si raggiungono i 100 ettari di SAU in produzione e le50 aziende iscritte all’Albo.

3.19 Calabria

La Calabria si caratterizza per essere la regione in cui minore risulta – menodel 2% – il peso del comparto vitivinicolo sull’economia agricola regionale. Sea ciò si aggiunge che l’incidenza del vino DOC-DOCG sul totale della produ-zione vinicola regionale non raggiunge il 12%, risulta chiara la collocazione,nella mappa della vitivinicoltura italiana, nel quadrante occupato dalle realtàproduttive definite “tra marginalità ed equilibrio”. E come tra questi due termi-ni si avvicini maggiormente al primo.

Peraltro la Calabria, con appena 58.000 hl di vino DOC-DOCG effettiva-mente prodotto, incide per meno dello 0,5% sul totale nazionale e come volumeproduttivo tra tutte le regioni italiane precede soltanto quelle di più limitataestensione11 (V. Aosta, Liguria, Basilicata, Molise).

Non sorprende quindi che il profilo vitivinicolo regionale sia molto ridottoper tutti i parametri presi in considerazione, con un indice di specializzazioneinferiore all’unità, pari a 0,22.

88

Grafico 3.23 - Profilo vitivinicolo della Calabria

Fonte: elaborazione Ismea su fonti varie.e:

0,0

3,0

6,0

9,0

ISP

SAU VITE %

VINO DOC/tot (x10)

€ VINO %

Calabria Italia

creo
Page 89: I vini Doc e Docg

Nonostante la modesta dimensione in Calabria si ritrovano comunque ben 8denominazioni per le quali sono presenti aziende e superfici iscritte all’Albo(tabella 3.41). In totale le aziende iscritte sono 1.077 e la SAU supera i 1.700ettari, dei quali circa 1.100 in produzione, con un rapporto maggiore (0,66) chenon a livello nazionale (tabella 3.42).

Tuttavia analizzando i dati si vede come la produzione DOC-DOCG siaestremamente concentrata. Un solo vino infatti – il Cirò DOC – rappresental’84% circa della produzione. Se si analizza la SAU la percentuale scende diqualche punto, a causa della resa del Cirò – pari a 79 quintali/ha – la più eleva-ta della regione ad eccezione del Lamezia.

Tra gli altri vini calabresi solo il Melissa ed il Lamezia superano i 1.000hl di produzione. Con questi due vini, il cui contributo al totale regionale è

89

Tabella 3.41 - La produzione di vino DOC-DOCG in Calabria nel 2004

Vino Denom. Provincia Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzioneiscritte iscritta produzione certificata

all'albo (nn) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)Bivongi Doc Reggio Calabria 21 38,66 17,30 594,71 416,30 n.d. Greco di Bianco Doc Reggio Calabria 11 23,21 16,98 231,00 103,95 n.d. Cirò Doc Catanzaro 853 1.199,44 877,42 69.340,00 48.725,00 n.d. Lamezia Doc Catanzaro 95 237,34 46,49 3.848,00 2.694,00 n.d. Melissa Doc Crotone, Catanzaro 91 148,54 105,16 6.402,00 4.482,00 n.d. S. Anna Isola Doc Catanzaro 1 2,12 3,21 160,00 112,00 n.d. di Capo RizzutoSavuto Doc Cosenza, Catanzaro 3 22,00 17,00 996,00 697,00 n.d. Scavigna Doc Cosenza, Catanzaro 2 33,00 39,00 1.269,00 888,00 n.d.Totale Calabria 1.077 1.704,31 1.122,56 82.840,71 58.118,25 n.d.

In colore i dati risultanti da stime.

Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Tabella 3.42 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG in Calabria nel 2004

Vino Produzione Resa SAU SAU in Resacertificata/ apparente media produzione vinificazione

effettiva (q.li/ha) (ha) sul totaleBivongi n.d. 34,4 1,84 0,45 0,70Greco di Bianco n.d. 13,6 2,11 0,73 0,45Cirò n.d. 79,0 1,41 0,73 0,70Lamezia n.d. 82,8 2,50 0,20 0,70Melissa n.d. 60,9 1,63 0,71 0,70S. Anna Isola Caporizzuto n.d. 49,8 1,58 1,52 0,70Savuto n.d. 58,6 7,33 0,77 0,70Scavigna n.d. 32,5 16,50 1,18 0,70Media regionale n.d. 73,8 1,58 0,66 0,70

Fonte: elaborazione Ismea su dati della CCIAA, Federdoc e proprie stime.

Page 90: I vini Doc e Docg

del 7% e del 5% circa, si supera il 96% dell’intera produzione regionale. Per le altre produzioni il numero di aziende e di superfici iscritte all’Albo è

irrisorio.

3.20 Sicilia

La caratterizzazione vitivinicola della Sicilia è per molti versi analoga aquella già vista per la Puglia. Infatti da un lato è influenzata dalla dimensionedel settore che considerata come contributo all’economia agricola regionale –pari all’11% – è tra le maggiori delle regioni italiane, ma che, analizzata in va-lore assoluto (464 milioni di €), è seconda solo alla Puglia. A questo fa riscon-tro la minore incidenza in assoluto tra tutte le regioni italiane del segmentoDOC-DOCG12, che supera appena l’1%. Risulta quindi chiara la collocazione,nella mappa della vitivinicoltura nazionale (figura 2.8) nel quadrante delle re-gioni caratterizzate dalla loro dimensione produttiva, più che dal ruolo dellaqualità, anche se probabilmente, in presenza di dati completi, il posizionamentosi sarebbe spostato più verso destra.

In relazione ai parametri illustrati il profilo della Sicilia, similmente, a quel-lo pugliese risulta particolarmente schiacciato13.

Anche in questo caso, oltre ai dati mancanti, il ruolo delle produzioni diqualità viene appunto schiacciato dal peso dei dati quantitativi, superficie colti-vata e ricchezza prodotta. Basti dire che con oltre 150.000 ettari a vite la Siciliaè la seconda regione italiana (appena 3.000 ha meno della Puglia), ma ha più

90

Grafico 3.24 - Profilo vitivinicolo della Sicilia

Fonte: elaborazione Ismea su fonti varie.e:

0,0

3,0

6,0

9,0 ISP

SAU VITE %

VINO DOC/tot (x10, Sicilia %)

€ VINO %

Sicilia Italia

creo
Page 91: I vini Doc e Docg

superficie vitata di tutto il Centro Italia. Le denominazioni per le quali è stato possibile rilevare i dati completi sono

17, tra cui una DOCG. A tali denominazioni corrispondono in Albo meno di1.330 aziende e circa 4.200 ettari di SAU (tabella 3.43). Una prima notazioneimportante per caratterizzare il comparto regionale è la SAU effettivamente inproduzione che risulta inferiore ai 1.500 ettari, con una incidenza su quellaiscritta quindi del 36% (tabella 3.44). Si tratta del valore più basso tra tutte leregioni e indica già la debole vocazione all’utilizzazione dei marchi DOC-DOCG nella produzione finale.

La situazione del tutto unica che si è registrata in Sicilia per quanto concer-ne la disponibilità di dati rischiava di falsare in modo pesante la descrizionedella situazione regionale. Si è quindi deciso di procedere ad una stima dei datimancanti utilizzando fonti bibliografiche. Alle denominazioni rilevate sono sta-te aggiunte quindi il Marsala ed il Moscato di Pantelleria, mentre i dati dell’Al-

91

Tabella 3.43 - La produzione di vino DOC-DOCG in Sicilia nel 2004Vino Denom. Provincia Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzione

iscritte iscritta produzione certificataall'albo (n.) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)

Alcamo Doc Palermo, Trapani 37 229,00 148,00 11.068 29.232 n.d.Cerasuolo Docg Ragusa, Catania, 52 270,57 221,83 15.844 9.974 n.d.

CaltanissettaContea Di Sclafani Doc Agrigento, Palermo, 66 390,00 83,00 6.609 3.396 n.d.

CaltanissettaContessa Entellina Doc Palermo 38 109,00 83,00 7.615 1.843 n.d.Eloro Doc Siracusa, Ragusa 61 266,83 129,25 7.192 5.045 n.d.Etna Doc Catania 655 1.827,00 356,00 18.769 13.230 n.d.Faro Doc Messina 13 11,61 3,85 199 139 n.d.Malvasia delle Lipari Doc Messina 68 28,64 10,04 416 196 n.d.Marsala Doc Trapani n.d. n.d. n.d. n.d. 138.792 n.d.Menfi Doc Agrigento 148 461,00 127,00 8.490 5.663 n.d.Monreale Doc Palermo 45 144,00 79,70 8.193 1.897 n.d.Moscato di Noto Doc Siracusa 9 35,00 31,00 754 490 n.d.Moscato di Pantelleria Doc Trapani n.d. n.d. n.d. n.d. 12.468 n.d.Moscato di Siracusa Doc Siracusa 7 26,00 25,00 539 404 n.d.Riesi Doc Caltanissetta 11 66,71 10,49 309 216 n.d.Sambuca di Sicilia Doc Agrigento 71 272,83 151,00 1.550 1.049 n.d.Santa Margherita Doc Agrigento, Trapani 2 9,03 5,00 60 887 n.d.di BeliceSciacca Doc Agrigento 9 34,33 19,00 152 107 n.d.Mamertino Doc Messina 1 5,48 6,10 358 250 n.d.Totale Sicilia 1.293 4.187 1.489 88.117 225.279 n.d.In corsivo i dati Federdoc; in colore quelli derivanti da stime.

Fonte: indagine Ismea sulle CCIAA.

Page 92: I vini Doc e Docg

camo e del S. Margherita Belice sono stati integrati relativamente alle sole pro-duzioni di vino14.

Per dare una idea dell’opportunità di inserire i dati stimati, basti pensare chei vini mancanti nel rilievo incidono per circa l’80% sul totale della produzionedi vino DOC-DOCG siciliano. Questa, integrando i dati, è superiore ai 227.000hl che rappresenta comunque ancora una quota modesta – pari a meno del 2%del totale nazionale15. Per il vino nel suo complesso il peso regionale supera in-vece l’11% del totale nazionale e, a questo proposito, va notato che la resa ap-parente che si registra in Sicilia – circa 59 quintali/ha – è tra le più basse che siriscontrano in Italia.

Il vino più prodotto in Sicilia è il Marsala la cui produzione del 2004 èstata stimata in quasi 140.000 hl, valore che porterebbe il vino siciliano tra leprime 20 DOC italiane e che incide per il 61% sul totale della produzione re-gionale. Al Marsala segue l’Alcamo, i cui dati relativi alla provincia di Paler-mo, sono stati integrati con quelli della provincia di Trapani. L’Alcamo conquasi 30.000 hl rappresenta il 13% del totale. Si avrebbe quindi, come già vi-sto in altre regioni italiane, un grado di concentrazione molto alto in due de-nominazioni che, in questo caso, corrisponde anche ad una concentrazione

92

Tabella 3.44 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG in Sicilia nel 2004

Vino Produzione Resa SAU SAU in Resacertificata/ apparente media produzione vinificazione

effettiva (q.li/ha) (ha) sul totaleAlcamo n.d. 74,8 6,19 0,65 n.d.Cerasuolo n.d. 71,4 5,20 0,82 0,63Contea di Sclafani n.d. 79,6 5,91 0,21 0,51Contessa Entellina n.d. 91,7 2,87 0,76 0,24Eloro n.d. 55,6 4,37 0,48 0,70Etna n.d. 52,7 2,79 0,19 0,70Faro n.d. 51,7 0,89 0,33 0,70Malvasia delle Lipari n.d. 41,4 0,42 0,35 0,47Marsala n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.Menfi n.d. 66,9 3,11 0,28 0,67Monreale n.d. 102,79 3,20 0,55 0,23Moscato di Noto n.d. 24,3 3,89 0,89 0,65Moscato di Pantelleria n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.Moscato di Siracusa n.d. 21,6 3,71 0,96 0,75Riesi n.d. 29,5 6,06 0,16 0,70Sambuca di Sicilia n.d. 10,3 3,87 0,55 0,68Santa Margherita di Belice n.d. 12,0 3,87 0,55 n.d.Sciacca n.d. 8,0 3,87 0,55 0,70Mamertino n.d. 58,7 5,48 1,11 0,70Media regionale n.d. 59,17 3,24 0,36 2,56

Fonte: elaborazione Ismea su dati delle CCIAA, Federdoc e proprie stime.

Page 93: I vini Doc e Docg

territoriale, visto che con 12.500 hl circa il quarto vino per produzione sareb-be il Moscato di Pantelleria, anch’esso ricadente quindi nella provincia diTrapani.

Prima del Moscato di Pantelleria per produzione si piazza l’Etna che con ol-tre 13.000 hl costituisce meno del 6% della produzione regionale di vini DOC-DOCG. A questo segue il Cerasuolo DOCG, con il 4,4%, il Menfi con il 2,5%,e l’Eloro con il 2,2%.

Da notare che per tutti i vini citati l’incidenza in termini di prodotto finale èmaggiore rispetto a quella che si registra considerando la SAU in produzione. Ildato è quasi sempre dovuto alla maggiore resa in uve.

3.21 Sardegna

Nella mappa della vitivinicoltura italiana (figura 2.8) la Sardegna si posizio-na nel quadrante “di nicchia”, anche se abbastanza vicino all’origine degli assie, dunque, ai valori medi nazionali. Tale risultato è raggiunto grazie all’alta in-cidenza della produzione di vini DOC-DOCG sul totale (il 27% circa) in uncontesto in cui il comparto vitivinicolo non rappresenta uno di quelli trainanticon appena il 4% del totale della produzione agricola regionale.

A tale caratterizzazione risponde bene il profilo vitivinicolo regionale (figura3.25), che mette in luce il ruolo modesto sotto il profilo meramente quantitativodella viticoltura regionale. Di contro i dati evidenziano il contributo delle produ-zioni di qualità, anche se, in termini di superfici, la regione resta despecializzata.

93

Grafico 3.25 - Profilo vitivinicolo della Sardegna

Fonte: elaborazione Ismea su fonti varie.e:

0,0

3,0

6,0

9,0

ISP

SAU VITE %

VINO DOC/tot (x10)

€ VINO %

Sardegna Italia

creo
Page 94: I vini Doc e Docg

In Sardegna si producono 251.000 hl di vino DOC-DOCG che rappresenta-no quasi il 2% del totale nazionale. Le aziende iscritte all’Albo sono 3.500 cir-ca, cui fa riscontro una SAU di quasi 3.800 ettari (tabella 3.45). Tuttavia se siprende in considerazione la SAU effettivamente in produzione questa sale a piùdi 4.700 ettari, discrasia dovuta ad una probabile anomalia nei dati di alcunedenominazioni (tabella 3.46). Le denominazioni in produzione sono 19, tra cuiuna DOCG, mentre tra quelle registrate se ne annovera una in più.

I vini più rappresentativi a livello regionale sono il Vermentino di Sardegna(26% della produzione regionale), il Cannonau (più del 20%), il Vermentino diGallura (17%) e l’Alghero (12%). Queste denominazioni concentrano dunquepiù del 76% della produzione, anche se in termini di superfici il loro contributo

94

Tabella 3.45 - La produzione di vino DOC-DOCG in Sardegna nel 2004

Vino Denom. Provincia Aziende SAU SAU in Produzione effettiva Produzioneiscritte iscritta produzione certificata

all'albo (n.) all'albo (ha) all'albo (ha) Uva (q.li) Vino (hl) (hl vino)Alghero Doc Sassari 270 n.d. 416,55 44.851,00 31.396,00 n.d. Campidano di Terralba Doc Cagliari, Oristano 91 89,75 73,41 4.771,00 3.340,00 n.d. Cannonau di Sardegna Doc Cagliari, Oristano, 858 1.474,14 1.341,69 72.890,00 51.024,00 n.d.

Nuoro, SassariCarignano del Sulcis Doc Cagliari 166 418,78 286,89 17.644,00 11.468,00 n.d. Girò di Cagliari Doc Cagliari, Oristano 2 4,40 4,40 100,00 60,00 n.d. Malvasia di Bosa Doc Nuoro 9 14,00 8,44 256,00 179,00 n.d. Malvasia di Cagliari Doc Cagliari, Oristano 16 14,88 13,16 532,00 346,00 n.d. Mandrolisai Doc Nuoro, Oristano 19 48,91 22,47 590,00 413,00 n.d. Monica di Sardegna Doc Cagliari, Oristano, 378 431,45 340,87 29.811,00 20.867,00 n.d.

Nuoro, SassariMoscato di Cagliari Doc Cagliari, Oristano 30 26,97 23,07 1.167,00 759,00 n.d. Moscato di Sardegna Doc Cagliari, Oristano, 42 3,37 48,11 2.536,00 1.775,00 n.d.

Nuoro, SassariMoscato di Sorso Sennori Doc Sassari 23 - 1,19 79,00 6,00 n.d. Nasco di Cagliari Doc Cagliari, Oristano 21 20,49 12,03 472,00 307,00 n.d. Nuragus di Cagliari Doc Cagliari, Oristano, 279 511,01 359,70 23.943,00 16.760,00 n.d.

NuoroSardegna Semidano Doc Cagliari, Sassari, 73 30,30 26,47 1.526,00 1.068,00 n.d.

Nuoro, OristanoVermentino di Gallura Docg Sassari, Nuoro 482 - 812,44 62.154,00 43.508,00 n.d. Vermentino Doc Cagliari, Sassari, 637 513,30 806,19 100.720,00 65.468,00 n.d. di Sardegna Nuoro, OristanoVernaccia di Oristano Doc Oristano 81 132,71 101,70 2.236,00 1.453,00 n.d. Arborea Doc Oristano 32 30,77 19,53 940,00 658,00 n.d. Totale Sardegna 3.509 3.765 4.718 367.218 250.895 n.d.

Page 95: I vini Doc e Docg

scende a meno del 72%. La differenza è dovuta alla resa che, per alcune di que-ste DOC, risulta ben più elevata della media regionale. In particolare questo èvero per il Vermentino di Gallura la cui produttività raggiunge i circa 125 quin-tali/ha.

2) Per una esposizione della metodologia qui adottata di rilievo e di elaborazione dei dati siveda l’Appendice Metodologica. 3) In particolare, come si vedrà meglio in seguito, non è stato possibile reperire alcuni dati perla Sicilia. 4) Va peraltro sottolineato come i dati rilevati ed analizzati concordino, nella sostanza, conquelli diffusi da FEDERDOC. 5) Sono stati utilizzati dati ISTAT per le superfici, FEDERDOC per la produzione in senso fisi-co di vino, dati ISTAT per i valori delle produzioni di vino e totali dell’agricoltura.6) In questo caso, visto che si è utilizzata la sola produzione DOC-DOCG non includendo gliIGT, la definizione è restrittiva.

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Tabella 3.46 - Alcuni indicatori sulla produzione di vino DOC-DOCG in Sardegna nel 2004

Vino Produzione Resa SAU SAU in Resacertificata/ apparente media produzione vinificazione

effettiva (q.li/ha) (ha) sul totaleAlghero n.d. 107,7 n.d. n.d. 0,70Campidano di Terralba n.d. 65,0 0,99 0,82 0,70Cannonau di Sardegna n.d. 54,3 1,72 0,91 0,70Carignano del Sulcis n.d. 61,5 2,52 0,69 0,65Girò di Cagliari n.d. 22,7 2,20 1,00 0,60Malvasia di Bosa n.d. 30,3 1,56 0,60 0,70Malvasia di Cagliari n.d. 40,4 0,93 0,88 0,65Mandrolisai n.d. 26,3 2,57 0,46 0,70Monica di Sardegna n.d. 87,5 1,14 0,79 0,70Moscato di Cagliari n.d. 50,6 0,90 0,86 0,65Moscato di Sardegna n.d. 52,7 0,08 14,28 0,70Moscato di Sorso Sennori n.d. 66,4 0,00 n.d. 0,58Nasco di Cagliari n.d. 39,2 0,98 0,59 0,65Nuragus di Cagliari n.d. 66,6 1,83 0,70 0,70Sardegna Semidano n.d. 57,7 0,42 0,87 0,70Vermentino di Gallura n.d. 76,5 0,00 n.d. 0,70Vermentino di Sardegna n.d. 124,9 0,81 1,57 0,65Vernaccia di Oristano n.d. 22,0 1,64 0,77 0,65Arborea n.d. 48,1 0,96 0,63 0,70Media regionale n.d. 77,8 1,07 1,25 0,68

Fonte: elaborazione Ismea su dati delle CCIAA, Federdoc e proprie stime.

Page 96: I vini Doc e Docg

7) È naturale che le cause vadano rintracciate anche nella conformazione territoriale.8) In effetti, come si vedrà più avanti, il dato è influenzato dal valore del Trento DOC. 9) Si potrebbe notare che tra le prime 10 denominazioni si ritrovano vini che, pur non essendoDOCG rivestono nel panorama produttivo nazionale ed internazionale posizioni di particolareprestigio, come ad esempio il Bolgheri.10) Ad esempio per il Pomino Doc risultano iscritte all’Albo appena 4 aziende. 11) In effetti osservando la tabella 2.2 si nota che anche la Sicilia farebbe registrare un volumeproduttivo minore. Tuttavia va considerato che per questa regione i dati sono incompleti.12) Tuttavia va considerato che per la Sicilia mancano del tutto, a causa della loro indisponi-bilità presso la CCIAA, i dati relativi alla provincia di Trapani, una delle maggiori in Italia perestensione e produzione vitivinicola e nella quale sono presenti diverse denominazioni. 13) Si consideri che per rendere il profilo siciliano “visibile” graficamente si è dovuta diffe-renziare la scala dell’incidenza del vino DOC-DOCG sul totale. Pertanto il valore nazionale èx10, mentre quello regionale è in %. 14) Ne consegue che i dati strutturali presenti nella tabella 3.40 sono relativi alle sole aziendee superfici che ricadono in provincia diverse da quella di Trapani.15) Considerando la sola produzione rilevata, circa 51.00 hl, il contributo regionale scende-rebbe ad appena lo 0,4%.

96

Page 97: I vini Doc e Docg

4.1 L’andamento dei consumi

el 2005 i consumi domestici di vini DOC-DOCG in Italia, rilevati ed analiz-zati attraverso il panel Ismea-AC Nielsen16, sono ammontati in valore a poco

meno di 632 milioni di €, facendo registrare una leggera flessione – pari ad un0,5% – rispetto al 2004 (figura 4.1). In termini quantitativi di contro, i consumi so-no cresciuti dello 0,7%, attestandosi sui 192,7 milioni di litri (figura 4.2). Si è quin-di assistito ad una inversione di tendenza rispetto a quanto avvenuto nel 2004,quando una leggera flessione dei consumi in quantità (-1% circa) era stata compen-sata dall’incremento – di oltre il 5% – della spesa. In definitiva, considerando ilbiennio nel suo complesso, si può dire che i consumi di vini DOC-DOCG in Italiasembrano stabili, ma, a causa evidentemente della dinamica sostenuta dei prezzi, laspesa per il loro acquisto fa registrare un sensibile incremento.

Per inquadrare compiutamente l’andamento della domanda di vini DOC-DOCG è necessario considerare anche l’evoluzione dei consumi di vino nel lo-ro complesso (tabella 4.1). Infatti al lieve incremento nei consumi in quantitàdei vini DOC-DOCG del 2005 fa riscontro una flessione (pari all’1,6%) dell’in-tera categoria. Naturalmente le differenze tra le due serie sono imputabili al vi-no da tavola, per il quale si registra una costante flessione dei consumi, più sen-sibile in valore che in quantità. Le differenze nelle dinamiche di prezzo peral-tro, anche se non è possibile evidenziare una tendenza uniforme, sembrano in-dicare una tendenza di un progressivo spostamento della spesa per i consumi divino da quello da tavola verso i vini DOC-DOCG. Il vino da tavola rappresentacomunque ancora oltre i 3⁄4 del totale del vino consumato in Italia e, nel trien-nio considerato la sua incidenza non è mutata. In valore invece si assiste ad unprogressivo incremento della quota riservata al vino DOC-DOCG: il 41% nel2003, il 42% nel 2004, il 42,7% nel 2005. In definitiva mantenendo il livellodei consumi pressoché inalterato si spende meno per il vino da tavola mentreaumenta la spesa per quello DOC-DOCG. Sembra quindi che i consumatori ab-biano fatto una scelta precisa: da un lato contenere la spesa riservata al consu-mo del vino da tavola, dall’altro premiare la qualità anche attraverso maggioriquote di spesa riservate ai vini DOC-DOCG. Naturalmente tali dinamiche van-no inquadrate nei più generali cambiamenti che interessano i consumi alimenta-ri. In quest’ottica il vino è sempre meno un “alimento” con funzioni nutritive e,di contro, il suo consumo è sempre più spesso connesso ad occasioni particolarie specifiche legate a dinamiche sociali e culturali.

Tra i vini DOC-DOCG la dinamica si differenzia tra vini rossi, bianchi e ro-

97

4. I consumi domestici di vini DOC-DOCG

N

Page 98: I vini Doc e Docg

98

Tabella 4.1 - Consumi domestici di vini in quantità e valore

2003 2004 2005 Var % 05/04 Var % 05/03000 lt 000euro 000 lt 000euro 000 lt 000euro quantità valore quantità valore

Vino 804.396 1.467.000 810.533 1.511.735 797.412 1.480.535 -1,6% -2,1% -0,9% 0,9%-Doc-Docg 193.441 602.572 191.445 634.758 192.697 631.737 0,7% -0,5% -0,4% 4,8%--Rosso 110.631 367.096 110.109 392.726 113.258 393.591 2,9% 0,2% 2,4% 7,2%---Rosso frizzante 4.604 9.920 5.273 16.964 4.905 9.303 -7,0% -45,2% 6,5% -6,2%---Rosso altri tipi 106.027 357.175 104.837 375.763 108.352 384.287 3,4% 2,3% 2,2% 7,6%--Bianco 75.906 215.095 75.544 224.922 74.785 221.653 -1,0% -1,5% -1,5% 3,0%---Bianco frizzante 5.482 11.755 4.979 16.898 4.301 10.750 -13,6% -36,4% -21,5% -8,5%---Bianco altri tipi 70.427 203.342 70.568 208.025 70.480 210.903 -0,1% 1,4% 0,1% 3,7%--Rosato 6.901 20.380 5.788 17.109 4.657 16.490 -19,5% -3,6% -32,5% -19,1%--Confezionato 173.014 571.645 174.966 609.561 178.023 606.016 1,7% -0,6% 2,9% 6,0%--Sfuso 20.427 30.927 16.479 25.197 14.674 25.721 -11,0% 2,1% -28,2% -16,8%-Da tavola 610.954 864.429 619.089 876.978 604.716 848.797 -2,3% -3,2% -1,0% -1,8%--Rosso 332.667 474.475 340.141 501.296 333.155 480.818 -2,1% -4,1% 0,1% 1,3%--Bianco 233.951 328.931 225.706 306.368 225.487 304.465 -0,1% -0,6% -3,6% -7,4%--Rosato 44.284 60.831 53.234 69.271 46.073 63.514 -13,5% -8,3% 4,0% 4,4%--Confezionato 495.766 727.282 500.556 727.981 487.193 700.598 -2,7% -3,8% -1,7% -3,7%--Sfuso 115.188 137.147 118.533 148.997 117.523 148.199 -0,9% -0,5% 2,0% 8,1%Spumante 40.286 220.368 41.178 227.644 41.726 232.489 1,3% 2,1% 3,6% 5,5%Vino e spumante 844.684 1.687.369 851.713 1.739.379 839.139 1.713.026 -1,5% -1,5% -0,7% 1,5%

Fonte: Ismea/ACNielsen.

Grafico 4.1 - Evoluzione dei consumi di vino in valore

Fonte: Ismea/ACNielsen.

0

200.000

400.000

600.000

800.000

1.000.000

1.200.000

1.400.000

1.600.000

2003 2004 2005

Vino Doc-Docg Da tavola Spumante

000

Euro

creo
Page 99: I vini Doc e Docg

sati. I primi, con oltre 113 milioni di litri, hanno rappresentato nel 2005 quasi il59% del totale della categoria. Inoltre il loro consumo è aumentato di quasi il3% rispetto al 2004 e, su base 2005-03, del 2,4%. Ancora maggiore l’incremen-to in valore, pari a più del 7% su base biennale. In volume nel 2005 i vini ros-si hanno inciso per più del 62% sul totale dei DOC-DOCG (figura 4.3). Allacrescita dei rossi fa riscontro un progressivo decremento nelle quantità consu-mate dei bianchi, scesi da quasi 76 milioni di litri del 2003 a meno di 75 nel2005, e, soprattutto dei rosati, per i quali la diminuzione è stata molto più ac-centuata (-32,5% nel biennio). Per entrambi, tuttavia, la contrazione in valore èstata decisamente minore. Da notare che anche per il vino da tavola è possibileosservare la stessa dinamica che differenzia il consumo di vini rossi, bianchi erosati, che quindi si afferma come linea di tendenza generale.

Per quanto riguarda il confezionamento nel 2005 il 92,4% del vino DOC-DOCG è stato acquistato confezionato. In valore la percentuale sale al 96%.Anche in questo caso la dinamica vede crescere la quota del confezionato, chenel 2003 era meno del 90%. Si tratta di percentuali molto alte, nettamente supe-riori a quelle de vino da tavola per il quale ancora quasi il 20% viene acquistatosfuso, senza che si evidenzi, in modo univoco, la stessa tendenza, vista per i vi-ni DOC-DOCG, a ridurre tale quota.

4.2 I consumi per area geografica

I consumi di vino DOC-DOCG appaiono fortemente differenziati per areageografica (figura 4.4). In particolare oltre il 40% dei consumi in quantità è

99

Grafico 4.2 - Evoluzione dei consumi di vino in quantità

Fonte: Ismea/ACNielsen.

0

100.000

200.000

300.000

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500.000

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700.000

800.000

900.000

2003 2004 2005

Vino Doc-Docg Da tavola Spumante

000

litri

Page 100: I vini Doc e Docg

concentrato nell’area di Nord-Ovest, incidenza che sale al 49% circa se si pren-de in considerazione la spesa. Se si analizza il dato omologo per il vino nel suocomplesso l’incidenza del Nord-Ovest scende rispettivamente al 32% ed al40% circa. I dati esposti evidenziano quindi la “specializzazione17” di questacircoscrizione geografica nel consumo del vino di qualità, ma anche come, al-l’interno di questo segmento, i consumatori del Nord-Ovest tendano a sceglierevini dal prezzo medio più elevato (figura 4.5).

Un modello in qualche modo opposto si riscontra invece al Sud. Quest’areainfatti appare “specializzata” nel consumo di vino da tavola – oltre il 21% deltotale nazionale del vino in quantità, contro meno del 13% per quello DOC-DOCG – e, all’interno del segmento della qualità la scelta privilegia i prodotticon il minore prezzo relativo, visto che in valore l’incidenza di tale area scendea meno del 10%.

Le altre due aree evidenziano modelli intermedi tra questi due estremi.Il Nord-Est appare debolmente “despecializzato” nel consumo di vini

DOC-DOCG; in quest’area infatti il contributo al consumo dei vino di qualitàè leggermente inferiore a quella del vino nel suo complesso, sia in quantitàche in valore. Tuttavia il peso in valore (18%) è maggiore di quello in quanti-tà (17,6%).

100

Tabella 4.2 - Consumi domestici di vini in quantità e valore per area geografica (2005)

Nord Ovest Nord Est Centro+Sardegna Sud+Sicilia Italia000 lt 000euro 000 lt 000euro 000 lt 000euro 000 lt 000euro 000 lt 000euro

Vino 256.240 588.690 157.682 290.182 213.716 346.684 169.778 254.977 797.416 1.480.533-Doc-Docg 77.826 308.977 33.967 114.584 55.922 148.365 24.990 59.804 192.705 631.730--Rosso 53.370 212.210 18.674 62.189 26.022 80.820 15.189 38.373 113.255 393.592---Rosso frizzante 3.477 6.332 872 1.730 0 0 237 446 4.586 8.508---Rosso altri tipi 49.893 205.880 17.803 60.456 25.702 80.027 14.953 37.926 108.351 384.289--Bianco 22.605 87.984 14.274 49.323 29.515 66.288 8.395 18.060 74.789 221.655---Bianco frizzante 2.535 5.982 1.516 3.957 168 469 81 345 4.300 10.753---Bianco altri tipi 20.067 82.005 12.757 45.364 29.348 65.819 8.312 17.716 70.484 210.904--Rosato 1.850 8.781 1.016 3.078 383 1.261 1.412 3.371 4.661 16.491--Confezionato 73.157 298.467 29.742 108.084 52.292 142.970 22.840 56.493 178.031 606.014--Sfuso 4.669 10.510 4.225 6.500 3.630 5.395 2.150 3.311 14.674 25.716-Da tavola 178.417 279.714 123.713 175.596 157.797 198.318 144.788 195.173 604.715 848.801--Rosso 105.288 165.471 68.843 95.254 77.176 109.434 81.845 110.664 333.152 480.823--Bianco 58.036 94.796 51.435 73.562 74.814 81.118 41.204 54.996 225.489 304.472--Rosato 15.096 19.446 3.436 6.784 5.806 7.768 21.735 29.510 46.073 63.508--Confezionato 159.787 253.615 83.667 127.440 136.557 171.345 107.180 148.200 487.191 700.600--Sfuso 18.630 26.099 40.046 48.156 21.240 26.973 37.608 46.973 117.524 148.201Spumante 12.527 81.425 8.200 42.135 9.870 51.414 11.127 57.519 41.724 232.493Vino e spumante 268.767 670.117 165.880 332.319 223.586 398.096 180.905 312.495 839.138 1.713.027

Fonte: Ismea/ACNielsen.

Page 101: I vini Doc e Docg

Nel Centro e nella Sardegna invece i consumi in quantità evidenziano unacerta specializzazione per il vino di qualità (29% del totale nazionale contro il26,8% per il vino in totale), ma la differenza si annulla nel caso si consideri laspesa (23% per entrambe le categorie), evidenziando quindi come i consumi –pur all’interno del segmento di maggiore qualità – siano orientati verso prodottia minor prezzo relativo.

Scendendo di livello (tabella 4.2) è possibile notare come le preferenze neiconsumi di vino DOC-DOCG siano differenziate per tipologia di vino in fun-zione dell’area geografica. Il Nord-Ovest appare specializzato in quantità, e so-prattutto in valore, sui rossi, ed in particolare per quelli frizzanti, mentre per irosati si evidenzia una netta specializzazione in valore ma non in quantità. Per ibianchi al contrario vi è una despecializzazione, con la rilevante eccezione per ibianchi frizzanti. Al contrario nel Nord-Est i consumi sono despecializzati per irossi e specializzati, soprattutto in valore, per i bianchi ed in particolare per ibianchi frizzanti.

Anche al Centro e in Sardegna vi è una despecializzazione per i rossi eduna sensibile specializzazione per i bianchi, anche se in questo caso più mar-cata per le quantità che per i valori. Infine al Sud si rileva una debole specia-

101

Tabella 4.2 bis - Variazioni percentuali 2005/2004 dei consumi domestici di vino in quantità e valore per area geografica

Nord-Ovest Nord-Est Centro+Sardegna Sud+Siciliaquantità valore quantità valore quantità valore quantità valore

Vino -2,4% -0,4% 6,7% 7,0% -6,1% -11,5% -1,6% -1,1%-Doc-Docg -3,6% -0,4% 15,3% 15,0% -4,4% -10,1% 9,9% 0,1%--Rosso 0,7% 2,7% 13,8% 12,0% -3,2% -12,3% 10,0% -0,2%---Rosso frizzante 11,1% -53,7% 24,2% 6,5% n.d. n.d. -51,7% 4,4%---Rosso altri tipi 0,0% 6,7% 13,3% 12,2% -0,8% -12,0% 12,3% -0,3%--Bianco -9,8% -8,9% 17,6% 23,6% -4,5% -6,1% 13,2% 1,1%---Bianco frizzante 2,0% -48,8% 0,6% 40,6% -63,7% -73,5% -84,6% -44,4%---Bianco altri tipi -11,2% -3,4% 19,9% 22,3% -3,6% -4,4% 20,7% 2,8%--Rosato -30,6% 22,8% 11,6% -27,2% -44,3% -45,4% -7,3% -1,4%--Confezionato -1,6% -0,9% 22,2% 17,7% -4,6% -10,1% 6,4% -1,6%--Sfuso -26,8% 15,1% -17,6% -16,4% -1,5% -9,8% 66,7% 43,5%-Da tavola -1,8% -0,4% 4,5% 2,3% -6,7% -12,5% -3,4% -1,4%--Rosso 1,5% 3,2% -4,5% -8,1% -9,3% -16,6% 3,2% 4,2%--Bianco -2,2% -0,1% 19,5% 17,1% -2,6% -5,5% -11,4% -12,5%--Rosato -19,0% -24,0% 4,9% 33,2% -20,1% -19,2% -9,6% 1,8%--Confezionato -2,7% -1,2% -0,5% -1,5% -3,2% -10,2% -3,7% -1,8%--Sfuso 6,1% 9,0% 16,8% 14,2% -24,5% -24,5% -2,4% -0,4%Spumante -1,7% 1,2% 20,3% 25,1% 9,3% 2,5% -11,6% -9,1%Vino e spumante -2,3% -0,2% 7,3% 9,0% -5,5% -9,9% -2,3% -2,7%

Fonte: Ismea/ACNielsen.

Page 102: I vini Doc e Docg

lizzazione per i rossi e una debole despecializzazione per i bianchi con l’ec-cezione dei frizzanti. Accentuata, invece, la specializzazione per i rosati.

Nel 2005 la dinamica dei consumi di vino DOC-DOCG è stata comunquedifferenziata tra le diverse circoscrizioni. Nel Nord-Ovest i consumi in quanti-

102

Grafico 4.3 - Consumi di vino DOC-DOCG per tipologia

Fonte: Ismea/ACNielsen.

Grafico 4.4 - I consumi di vino e vino DOC-DOCG in quantità per area geografica

Fonte: Ismea/ACNielsen.

2003 2004 20050

20

40

60

80

100

120

140

160

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Rosso

Bianco

Rosato

Mili

oni d

i litr

i

Nord Ovest

Nord Est

Centro+Sardegna

Sud+Sicilia

Vino Doc-Docg

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30

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50%

60

70

80

90

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creo
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tà – pari a quasi 78 milioni di litri – sono apparsi rispetto al 2004 in contrazio-ne (-3,6%). La riduzione ha riguardato soprattutto i vini bianchi, mentre per i rossial contrario si è avuta una crescita, e si è registrata anche in valore, anche se in mi-sura molto più contenuta (-0,4%). Il modello di consumo prima descritto risultaquindi confermato: contrazione dei consumi in quantità, con una tendenza a privile-giare sempre più i prodotti di una fascia qualitativa più alta. Esemplare sotto questoprofilo i rosati: -30% in quantità e + 23% in valore.

Nel Nord-Est invece il 2005 ha fatto registrare una notevole espansione deiconsumi, sia in quantità che in valore (entrambi del 15% circa). La crescita hariguardato più i bianchi che non i rossi; inoltre per i primi è stata maggiore invalore che non in quantità.

Notevole invece il calo dei consumi (-4% in quantità e -10% in valore)che si è registrato al Centro. Tale riduzione va inquadrata in quella più com-plessiva che ha interessato tutto il comparto, mentre la differenza tra i duedati evidenzia come il calo dei consumi abbia colpito maggiormente i pro-dotti delle fasce più alte di prezzo. Questo è vero soprattutto per i rossi (-3%in quantità e -12% in valore), mentre nei bianchi le differenze sono più con-tenute.

Infine, al Sud, il 2005 ha visto una sensibile espansione dei consumi inquantità (+10%) ed una sostanziale stabilità in valore. Anche in questo caso,quindi, le variazioni dei consumi appaiono evidenziare la scelta dei consumato-ri per prodotti di fascia bassa di prezzo. Ciò è vero sia per i bianchi che per irossi; tuttavia nel secondo caso l’aumento delle quantità consumate non evitauna, se pur debole, contrazione della spesa.

103

Grafico 4.5 - I consumi di vino e vino DOC-DOCG in valore per area geografica

Fonte: Ismea/ACNielsen.

Nord Ovest

Nord Est

Centro+Sardegna

Sud+Sicilia

0

10

20

30

40

50%

60

70

80

90

100

Vino Doc-Docg

creo
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4.3 I consumi per tipologia di famiglia

I consumi di vino DOC-DOCG si concentrano nei nuclei familiari di minoridimensioni. Considerando le famiglie sino a tre membri infatti, in queste siconcentra circa il 78% dei consumi in quantità e della spesa (figura 4.6), inci-denza di qualche punto maggiore a quella osservabile nel caso di vino nel suocomplesso. Se ne deduce che sia il consumo procapite che la spesa procapitesia ben maggiore in queste tipologie.

In particolare i nuclei familiari con la maggiore incidenza sono quelli com-posti da due persone. Tuttavia in questa categoria la percentuale in terminiquantitativi è leggermente maggiore che non in termini economici (quasi il32% contro poco più del 30%). Inoltre il peso di questi nuclei sui consumi deivini DOC-DOCG è identico a quello del vino nel suo complesso, senza che sievidenzi una preferenza spiccata per l’una o l’altra tipologia.

Le famiglie con tre membri incidono sul totale dei consumi dei vini DOC-DOCG per poco più del 25% in quantità, percentuale che si abbassa a meno del23% in valore. Si ha quindi una prima indicazione delle scelte fatte da questiconsumatori, le cui preferenze vanno ai prodotti con un minor prezzo medio. A

104

Tabella 4.3 - Consumi domestici di vini in quantità e valore per tipologia familiare

Fam. 1 membro Fam. 2 membri Fam. 3 membri Fam. 4 membri Fam. 5 o più membri Tutte000 lt 000euro 000 lt 000euro 000 lt 000euro 000 lt 000euro 000 lt 000euro 000 lt 000euro

Vino 121.789 295.441 254.339 446.614 209.746 368.405 152.312 266.394 59.226 103.682 797.412 1.480.536-Doc-Docg 40.163 160.753 61.564 190.338 48.530 143.883 30.627 98.463 11.816 38.305 192.700 631.742--Rosso 24.848 103.109 32.829 112.935 29.624 91.102 19.524 65.351 6.438 21.093 113.263 393.590---Rosso frizzante 1.420 1.438 1.674 3.942 1.347 2.786 439 1.090 0 0 4.880 9.256---Rosso altri tipi 23.431 101.671 31.157 108.993 28.276 88.318 19.084 64.261 6.410 21.047 108.358 384.290--Bianco 14.956 56.473 27.194 72.836 17.908 49.676 10.276 31.081 4.448 11.590 74.782 221.656---Bianco frizzante 0 0 1.307 3.004 1.168 2.686 237 867 960 1.456 3.672 8.013---Bianco altri tipi 14.332 53.735 25.888 69.830 16.740 46.989 10.035 30.216 3.486 10.135 70.481 210.905--Rosato 0 0 1.539 4.564 995 3.100 828 2.027 934 5.625 4.296 15.316--Confezionato 39.549 159.848 57.077 183.913 43.030 135.589 28.095 94.177 10.273 32.489 178.024 606.016--Sfuso 614 905 4.487 6.425 5.500 8.294 2.532 4.286 1.543 5.816 14.676 25.726-Da tavola 81.625 134.689 192.774 256.279 161.220 224.525 121.686 167.936 47.413 65.376 604.718 848.805--Rosso 43.999 74.152 104.064 145.996 93.512 131.315 67.100 94.503 24.474 34.850 333.149 480.816--Bianco 30.005 50.333 77.904 92.927 57.767 78.994 41.940 58.838 17.863 23.375 225.479 304.467--Rosato 7.616 10.201 10.805 17.348 9.938 14.214 12.638 14.588 5.069 7.150 46.066 63.501--Confezionato 67.516 117.374 155.925 208.663 125.258 178.808 99.541 140.754 38.953 55.005 487.193 700.604--Sfuso 14.109 17.315 36.849 47.616 35.962 45.717 22.145 27.182 8.460 10.371 117.525 148.201Spumante 6.850 39.402 11.085 61.406 11.297 63.078 9.073 47.870 3.416 20.731 41.721 232.487Vino e spumante 128.640 334.841 265.425 508.024 221.043 431.481 161.387 314.267 62.642 124.414 839.137 1.713.027

Fonte: Ismea/ACNielsen.

Page 105: I vini Doc e Docg

ciò si aggiunga che, al contrario della tipologia precedente, in questo caso èmaggiore il peso considerando il vino nel suo complesso, segno di una certa de-specializzazione.

I nuclei familiari monocomponenti, tradizionalmente caratterizzati da unamaggiore capacità di spesa e da influenze culturali maggiormente incentivanti,al contrario fanno osservare una forte specializzazione nei consumi. Innanzitut-to il loro peso sui consumi dei vini DOC-DOCG (quasi il 21%) è molto più ele-vato di quello del vino totale (il 15% circa); poi all’interno della prima tipolo-gia vengono preferiti i prodotti caratterizzati dai prezzi più elevati, visto che invalore la loro incidenza supera il 25%.

I nuclei familiari di maggiori dimensioni fanno osservare un livello di con-sumo decisamente più basso. In ambedue queste tipologie si osserva un mag-giore contributo per i vini non DOC. Inoltre i consumi in valore e quantità sonodello stesso livello, senza che si denoti, quindi, una preferenza univoca. Da no-tare che in queste tipologie familiari, ed in special modo per le famiglie di 5 epiù membri, vi sia una sensibile specializzazione per i vini DOC-DOCG sfusi.

I livelli di consumo sinora commentati sono il risultato di un certo riaggiu-

105

Tabella 4.3 bis - Variazioni percentuali 2005/2004 dei consumi domestici di vino in quantità e valore per numerodei membri della famiglia

1 membro 2 membri 3 membri 4 membri 5 o più membriquantità valore quantità valore quantità valore quantità valore quantità valore

Vino 3,5% -8,7% -3,1% -0,2% 5,7% 4,8% -0,1% 2,6% -25,6% -20,2%-Doc-Docg -7,8% -15,8% -1,4% 1,9% 12,3% 10,0% 9,1% 14,7% -16,7% -5,4%--Rosso -8,0% -16,9% 7,5% 9,3% 10,7% 9,2% 16,3% 17,3% -28,5% -19,5%---Rosso frizzante -9,3% -86,4% -2,3% 46,7% 71,2% 48,9% -13,1% -12,0% n.d. n.d.---Rosso altri tipi -8,0% -10,4% 8,1% 8,3% 8,8% 8,3% 17,2% 18,0% -22,7% -17,7%--Bianco -4,5% -11,7% -9,7% -5,1% 21,4% 14,0% 0,2% 13,0% -6,6% -12,2%---Bianco frizzante n.d. n.d. 11,4% 24,3% -16,1% -13,4% -15,7% 55,9% 51,9% 132,6%---Bianco altri tipi 1,2% 0,0% -10,6% -6,0% 25,3% 16,1% 0,7% 12,1% -15,6% -19,4%--Rosato n.d. n.d. -13,6% -31,8% -41,2% -18,5% -19,2% -22,0% 118,2% 408,1%--Confezionato -6,2% -15,4% 0,3% 3,4% 18,4% 12,3% 7,0% 13,5% -22,6% -17,1%--Sfuso -55,4% -54,5% -18,7% -28,5% -19,9% -17,5% 40,2% 51,1% 69,9% 333,4%-Da tavola 10,2% 1,5% -3,6% -1,6% 3,9% 1,8% -2,2% -3,3% -27,5% -26,8%--Rosso 4,3% -5,4% -4,3% -3,0% 4,0% 0,9% 0,1% -2,3% -23,9% -23,6%--Bianco 24,3% 19,2% 1,4% 2,5% 10,3% 6,8% -6,4% -6,7% -35,1% -36,0%--Rosato -1,9% -15,7% -24,8% -10,7% -23,0% -14,1% 0,7% 4,4% -10,3% -0,8%--Confezionato 6,6% -1,5% -5,5% -3,7% 5,6% 2,5% 1,7% 0,4% -30,3% -29,1%--Sfuso 31,0% 28,1% 5,0% 8,2% -1,8% -1,1% -16,6% -18,8% -11,0% -12,1%Spumante 1,6% -4,2% 10,7% 4,5% 8,4% 15,1% -4,1% -4,1% -24,7% -10,1%Vino e spumante 3,4% -8,2% -2,6% 0,4% 5,8% 6,2% -0,3% 1,6% -25,5% -18,6%

Fonte: Ismea/ACNielsen.

Page 106: I vini Doc e Docg

106

Grafico 4.6 - Peso % delle varie tipologie di famiglie rispetto al totale (in volume e valore) dei consumi di vino nel complesso e di DOC-DOCG

Fonte: Ismea/ACNielsen.

Grafico 4.7 - Variazioni % 05/04 nei consumi di vino e di vino DOC-DOCG per tipologia di famiglia

Fonte: Ismea/ACNielsen.

Doc-Docg

Vino

%

Quan

tità

Valo

re

Quan

tità

Valo

re

Quan

tità

Valo

re

Quan

tità

Valo

re

Quan

tità

Valo

re

0

5

10

15

20

25

30

35

Fam. 1membro

Fam. 2membri

Fam. 3membri

Fam. 4membri

Fam. 5+membri

Doc-Docg

Vino

%

Quan

tità

Valo

re

Quan

tità

Valo

re

Quan

tità

Valo

re

Quan

tità

Valo

re

Quan

tità

Valo

re

Fam. 1membro

Fam. 2membri

Fam. 3membri

Fam. 4membri

Fam. 5+membri

-30

-25

-20

-15

-10

-5

0

5

10

15

20

creo
Page 107: I vini Doc e Docg

Tabella 4.4 - Consumi domestici di vini in quantità e valore per canale distributivo Super ed iper Discount Negozi tradiz. Superette Grossisti/ Altri canali Totale

spaccio produttori000 lt 000euro 000 lt 000euro 000 lt 000euro 000 lt 000euro 000 lt 000euro 000 lt 000euro 000 lt 000euro

Vino 449.852 1.000.468 83.304 90.172 111.917 185.023 54.690 57.932 62.235 94.314 35.414 52.626 797.412 1.480.535-Doc-Docg 132.579 482.810 19.050 34.727 19.481 60.653 5.385 11.627 14.247 36.224 1.955 5.696 192.697 631.737--Rosso 76.928 302.641 13.134 24.235 10.851 36.983 3.731 7.057 7.642 20.157 972 2.518 113.258 393.591---Rosso frizzante n.d. n.d. n.d. n.d. 2.345 4.330 n.d. n.d. 1.314 2.515 n.d. n.d. 4.905 9.303---Rosso altri tipi 76.538 301.887 12.334 22.718 8.504 32.652 3.731 7.057 6.328 17.642 917 2.331 108.352 384.287--Bianco 53.112 171.467 n.d. n.d. 8.196 22.967 n.d. n.d. 5.822 11.063 n.d. n.d. 74.785 221.653---Bianco frizzante n.d. n.d. n.d. n.d. 1.685 4.403 n.d. n.d. 1.895 3.994 n.d. n.d. 4.301 10.750---Bianco altri tipi 52.608 169.614 n.d. n.d. 6.509 18.562 n.d. n.d. 3.927 7.068 n.d. n.d. 70.480 210.903--Rosato n.d. n.d. n.d. n.d. 436 711 n.d. n.d. 779 5.001 n.d. n.d. 4.657 16.490--Confezionato 132.316 482.227 19.035 34.703 14.311 52.187 5.380 11.620 5.509 20.345 1.472 4.934 178.023 606.016--Sfuso 263 583 15 24 5.170 8.466 5 7 8.738 15.879 483 762 14.674 25.721-Da tavola 317.273 517.657 64.255 55.446 92.436 124.364 49.306 46.303 47.990 58.093 33.456 46.934 604.716 848.797--Rosso 167.533 272.341 33.339 31.739 61.651 83.405 21.146 27.522 27.667 35.330 21.819 30.481 333.155 480.818--Bianco 128.583 208.765 23.043 18.635 23.523 31.195 26.152 16.325 17.245 19.084 6.941 10.461 225.487 304.465--Rosato 21.157 36.552 7.874 5.072 7.259 9.765 2.008 2.451 3.080 3.679 4.695 5.995 46.073 63.514--Confezionato 315.104 514.404 64.201 55.378 43.700 62.060 47.836 44.456 7.350 10.280 9.002 14.020 487.193 700.598--Sfuso 2.169 3.253 54 68 48.736 62.304 1.470 1.847 40.640 47.813 24.454 32.914 117.523 148.199Spumante 28.771 173.963 3.658 8.016 7.826 44.577 903 3.872 421 1.614 147 447 41.726 232.489Vino e spumante 478.623 1.174.432 86.963 98.188 119.741 229.600 55.593 61.802 62.657 95.929 35.562 53.075 839.139 1.713.026

Fonte: Ismea/ACNielsen.

stamento a cui si è assistito nel corso del 2005 (figura 4.7). In particolare nei nu-clei monocomponenti sembra che le preferenze – sia per il vino DOC-DOCG cheper quello totale – si siano indirizzate maggiormente verso prodotti di una minorefascia di prezzo, visto che la variazione della spesa è stata negativa per ambedue lecategorie. Tuttavia per i vini DOC-DOCG si è avuta anche una contrazione inquantità. Lo stesso tipo di fenomeno si osserva per le famiglie con 5 e più membri.In questo caso però, le contrazioni dei consumi sono state generalizzate e maggioriin quantità che non in valore. Nelle altre tipologie familiari si evidenziano invecedinamiche positive o, nel caso delle famiglie di due componenti, sostanzialmentestabili. In particolare nella famiglie con 3 e in quelle con 4 componenti il consumodei vini DOC-DOCG è cresciuto sia in quantità che in valore, di oltre 10 punti per-centuali, facendo osservare una dinamica particolarmente positiva viste anche lemodeste variazioni, comunque positive, che si notano per tutto il vino.

4.4 I consumi per canale distributivo

Oltre i 3⁄4 della spesa per vini DOC-DOCG passa attraverso i punti venditapiù tradizionali della GDO, supermercati ed ipermercati; se si considerano le

107

Page 108: I vini Doc e Docg

quantità il contributo di super ed ipermercati scende a meno del 60%, mettendoanche in luce come in questi canali, rispetto agli altri, transitino in maggiorequantità i prodotti della fascia di prezzo maggiore (tabella 4.4). Da notare chele percentuali nel caso si consideri il vino da tavola, scendono decisamente, an-che se questo canale rimane il più importante. Anche in questo caso si nota unamaggiore incidenza in termini di valore rispetto alle quantità (61% circa contro53%).

Il secondo canale distributivo per i vini DOC-DOCG è rappresentato dai ne-gozi tradizionali per i quali transita il 10% circa dei consumi, sia in valore chein quantità. Da notare che il ruolo di questi esercizi appare decisamente mag-giore (35% in valore e 32% in quantità) se si considera il vino sfuso.

Seguono poi i discount, in cui tuttavia l’incidenza è ben maggiore in quanti-tà (quasi il 10%) che non in valore (5,5%), ed i grossisti con percentuali e rap-porti simili ai primi.

Minimi i valori per gli altri canali anche se è possibile identificare alcuneparticolarità. In particolare i negozi tradizionali e i grossisti rivestono un ruolo

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Tabella 4.4. bis - Variazioni percentuali 2005/2004 dei consumi domestici di vino in quantità e valore per canale distributivo

Super+ Superette Discount Negozi Grossisti/ Altri canaliIpermercati tradizionali spaccio produttori

quantità valore quantità valore quantità valore quantità valore quantità valore quantità valoreVino -0,1% 1,3% 7,2% -1,5% 1,2% 7,4% -15,8% -22,0% 6,5% 5,2% -0,9% -3,0%-Doc-Docg 1,6% 3,7% -5,9% -29,7% 28,0% 31,7% -8,2% -29,9% -16,0% 3,6% -9,0% 23,1%--Rosso 3,9% 4,0% 41,1% -16,4% 30,4% 30,9% -14,4% -27,6% -20,7% -4,1% -4,4% -7,4%---Rosso frizzante n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 33,1% -56,7% -40,1% -38,8% n.d. n.d.---Rosso altri tipi 3,8% 4,1% 41,1% -16,4% 35,5% 36,4% -22,1% -20,5% -15,0% 4,3% -8,3% -12,5%--Bianco -0,8% 5,0% n.d. n.d. n.d. n.d. 7,5% -29,8% -3,2% -9,9% n.d. n.d.---Bianco frizzante n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 7,1% -59,8% -22,1% 6,6% n.d. n.d.---Bianco altri tipi -0,8% 4,8% n.d. n.d. n.d. n.d. 7,6% -14,8% 9,7% -17,2% n.d. n.d.--Rosato n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. -53,3% -74,0% -40,7% 204,0% n.d. n.d.--Confezionato 1,7% 3,7% -2,3% -28,2% 28,2% 32,0% -19,6% -35,3% 0,9% 12,1% 17,4% 49,0%--Sfuso -33,1% -21,6% -97,7% -98,0% -57,1% -70,0% 50,6% 43,6% -24,0% -5,5% -46,0% -42,1%-Da tavola -0,8% -0,9% 8,8% 9,5% -4,7% -3,7% -17,2% -17,5% 15,7% 6,1% -0,4% -5,4%--Rosso 0,7% -1,5% 28,4% 22,5% -5,5% -1,2% -21,1% -20,6% 7,0% -2,7% 20,8% 5,5%--Bianco 0,6% 1,2% -2,1% -2,1% -1,3% -0,1% 0,2% -6,3% 38,7% 28,0% -42,0% -36,9%--Rosato -17,4% -7,0% n.d. n.d. -10,3% -25,1% -27,1% -21,4% -3,3% 5,2% n.d. n.d.--Confezionato -0,9% -1,0% 9,9% 10,2% -4,4% -3,2% -16,4% -18,9% -12,7% -24,5% -20,3% -32,0%--Sfuso 21,7% 36,0% -18,6% -4,7% -78,3% -80,5% -17,9% -16,0% 22,9% 16,3% 9,7% 13,5%Spumante 3,1% 5,3% -12,2% -34,1% 3,3% -0,1% 7,5% 6,2% -56,1% -62,3% -67,5% -79,9%Vino e spumante 0,1% 1,9% 6,8% -4,4% 1,3% 6,8% -14,5% -17,8% 5,5% 2,1% -1,7% -6,0%

Fonte: Ismea/ACNielsen.

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importante, oltre che per il vino sfuso, anche per i vini frizzanti, sia rossi chebianchi. Attraverso il canale dei grossisti passa poi una quota notevole, soprat-tutto in valore (il 30% circa), dei vini rosati.

Dai dati analizzati emerge quindi una mappa abbastanza precisa. Anche peril vino la GDO è il canale distributivo che incide maggiormente sulla quota deiconsumi finali delle famiglie. Al suo interno esiste una certa specializzazione:supermercati ed ipermercati veicolano in misura relativamente maggiore rispet-to agli altri canali i vini DOC-DOCG, e, all’interno di questa categoria, i pro-dotti di maggiore fascia di prezzo. I discount sono invece specializzati nel vinoda tavola, mentre, considerando il vino DOC-DOCG, nei prodotti di minorprezzo. Infine i grossisti e i negozi tradizionali rappresentano un canale impor-tante per referenze specifiche come i vini sfusi, quelli frizzanti e i rosati.

16) Il panel Ismea/ACNielsen non comprende gli acquisti extradomestici e quelli effettuati neiperiodi di ferie.17) In questo caso si parla di specializzazione quando l’incidenza dei consumi di una determi-nata tipologia di vino di un’area risultino maggiori dell’incidenza dei consumi complessivi.

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La raccolta dei dati

dati utilizzati nei capitoli 2 e 3 sono stati reperiti presso le Camere diCommercio provinciali attraverso la somministrazione di un questionario

opportunamente redatto (qui di seguito, si riporta un esempio di questionariosottoposto in Molise) contenente le variabili potenzialmente reperibili.

È stato quindi riportato all’interno del questionario, a fianco di ogni denominazio-ne di origine, l’elenco delle menzioni; per ogni menzione, il questionario richiedevadi riportare i dati relativi alla SAU iscritta all’albo e a quella effettivamente in produ-zione, al numero di aziende iscritte, alla produzione effettiva e a quella certificata ed,infine, agli imbottigliatori e ai prezzi. Questi ultimi due dati sono stati i più difficili daraccogliere, perché non sempre le Camere di Commercio disponevano di una bancadati che permetteva di risalire ai prezzi relativi al 2004.

La raccolta dei dati è stata effettuata attraverso la rete regionale e provinciale di cuiAGER, una delle società facenti parte del RTI aggiudicatario della gara per l’Osserva-torio sulle produzioni di qualità, può usufruire. Ogni rilevatore, infatti, aveva il compi-to di recarsi personalmente presso le Camere di Commercio di propria competenza e direperire i dati necessari, facendoli poi confluire a livello regionale in un unico database.In alcuni casi, (Abruzzo, Sardegna) i dati disponibili erano soltanto cartacei e non ave-vano subito alcun processo di informatizzazione. Questo ha comportato un’ulteriorefase (a monte) di aggregazione del dato suddiviso per azienda che ha poi permesso lacompilazione del questionario.

Vista la mole dei dati e la differente metodologia di gestione degli stessi daparte delle Camere di Commercio, la fase successiva alla compilazione dei que-stionari è stata quella di controllo ed omogeneizzazione delle informazioni, ef-fettuata sui database regionali.

In alcuni casi, infatti, (Umbria, Molise, Toscana) i dati sono stati forniti conunità di misure differenti tra di loro: ciò ha comportato un’attenta verifica deglistessi per omogeneizzarli con gli altri a disposizione.

Altre difficoltà sono state incontrate in particolare in Sicilia. In questo casoil dato disponibile si presentava solamente aggregato per denominazione, senzauna specifica per menzione; inoltre, per alcune denominazioni, il dato al 2004non era disponibile.

I dati effettivamente raccolti rappresentano più del 75% del totale ottenutointegrando quelli delle denominazioni mancanti con altre fonti. Infatti nei casiin cui l’attività di rilevazione non ha prodotto risultati, si è fatto ricorso ad altridati; tra questi, quelli maggiormente utilizzati sono stati quelli presenti nella

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Appendice metodologica

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pubblicazione di FEDERDOC del2004.

In altri casi ancora sono state effet-tuate delle stime; i dati stimati riguar-dano soprattutto quelli relativi allaproduzione certificata; questi ultimi,infatti, erano spesso non disponibilipresso le Camere di Commercio. I datistimati sulla produzione certificatarappresentano poco più del 40% deldato complessivo e la percentuale va-ria da regione a regione, come si puònotare dalla tabella 2. Bisogna però te-ner presente che in alcuni casi non si èproceduto a stima perchè il dato eracompletamente mancante e quindi ci siè limitati ad indicare nel rapporto“Non Disponibile” (ad esempio in Ca-labria e Sardegna).

Solo in due casi (Sicilia e Umbria)sono stati stimati i dati della produzione effettiva, rispettivamente per il 21% eper il 30%.

Metodologie di stima

Nel corso del lavoro un primo, importante momento di verifica, è stato fattoriguardo al numero delle denominazioni rilevate. Infatti alcune di esse non sonoeffettivamente in produzione (tale differenza viene evidenziata nella tabella3.1). I dati riportati possono essere essenzialmente di tre fonti.

La prima, sicuramente la più rilevante, è il rilievo diretto presso le Cameredi Commercio. In alcuni casi (si veda il prospetto riportato più avanti) è statopossibile rilevare i dati disaggregati per sottodenominazione, con un arricchi-mento notevole delle informazioni disponibili (si veda ad esempio il caso dellaLiguria).

Se i dati riguardo ad una singola denominazione fossero risultati indisponi-bili presso le Camere di Commercio si è fatto ricorso ai dati FEDERDOC. Inquesto caso non sono riportati i dati riguardo alla produzione certificata.

In diverse situazioni per singole denominazioni e/o per singoli campi didati1 sono state effettuate delle stime.

Il metodo di stima adottato in genere è stato quello di usare i coefficientitecnici calcolati e riportati come indicatori nelle tabelle regionali per stimare idati mancanti. Tuttavia i coefficienti sono stati impiegati a livelli differenti.

Ove disponibili i dati suddivisi per sottodenominazione la stima è stata ef-

Tabella 2 - Percentuale del dato “produzione certificata” stimata sul dato complessivo regionale

Regione Dato stimatoAbruzzo 25%Basilicata 0%Calabria 0%Campania 75%Emilia Romagna 30%Friuli Venezia Giulia 0%Lazio 7%Liguria 0%Lombardia 93%Marche 85%Molise 0%Piemonte 63%Puglia 60%Sardegna 0%Toscana 30%Trentino 42%Valle d’Aosta 0%Veneto 92%

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fettuata assumendo i coefficienti medi all’interno della denominazione. In casodiverso sono stati adottati i coefficienti medi relativi alla denominazione sequesta è presente in altre provincie rispetto a quella del dato mancante. Questoprocesso è stato adottato in particolar modo in Piemonte e Toscana, regioni incui diverse denominazioni sono distribuite su più province.

Infine in mancanza di dati di maggior dettaglio i coefficienti di stima adot-tati sono stati quelli regionali.

1) Ossia i singoli campi riportati nelle tabelle regionali: Aziende, superfici, produzioni di uva edi vino.

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