I RELATORI · 2014). Un viaggio attraverso il Paese, alla ricerca di nuovi modelli di produzione...

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44° Convegno Santa Margherita Ligure Grand Hotel Miramare - 6 e 7 giugno 2014 Sapere. Fare. Impresa. Verso un nuovo UmanesimoIndustriale I RELATORI

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44° Convegno Santa Margherita LigureGrand Hotel Miramare - 6 e 7 giugno 2014

Sapere. Fare. Impresa.Verso un nuovo

UmanesimoIndustriale

I RELATORI

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Un’azienda leader nel design industriale che impegna i propri dipendenti in lavori socialmente utili anziché chiedere la cassa integrazione. È la storia della Alessi e di Michele, Amministratore Delegato che oggi si rimbocca le maniche a fianco dei propri lavoratori.

Classe 1950, Michele è uno dei quattro esponenti della terza generazione di Alessi impegnati in azienda. Ci entra per la prima volta nel 1975, dopo la laurea in ingegneria meccanica a Torino.Dal 1985 fino a giugno 2007 è stato, insieme al fratello Alberto, uno dei due Direttori Generali della Alessi condividendo con lui la responsabilità dell’impostazione della strategia di sviluppo e dei risultati complessivi dell’azienda. Alla forte spinta di innovazione del fratello Alberto, ha cercato di unire la sua capacità di razionalizzazione e integrazione. Dal 2007 è Amministratore Delegato. È lui che, mentre la Alessi stava vagliando varie ipotesi per gestire il calo della domanda di prodotti made in Italy (mentre l’azienda conferma la sua scelta strategica di mantenere uno stabilimento produttivo in Italia) ha avuto l’idea del progetto “Il Buon Lavoro – La Fabbrica per la città”. L’iniziativa, unica nel suo genere in Italia, ha visto i lavoratori di un’azienda privata mettersi al servizio della comunità. Lo stesso Alessi lo scorso luglio, in squadra con i delegati sindacali della sua fabbrica, si è occupato della pulizia delle vie della città. Quando la responsabilità sociale d’impresa si fa realtà.

Michele ALESSIAmministratore Delegato Alessi

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Realizzare qualcosa di proprio partendo dall’azienda di famiglia. È questo che nel gennaio del 2012 ha spinto Andrea e Stefano Aschieri a dare vita a Wood’d, un brand capace di conciliare la sacralità della tradizione artigianale con la tecnologia del XXI secolo.

Un marchio di oggettistica e accessori in legno che nascono dalla combinazione di tecniche di lavorazione tradizionali e metodi innovativi. È questo Wood’d, creatura dei fratelli Aschieri. Il maggiore, Andrea, è nato a Busto Arsizio nel 1987. Dopo il diploma in Fashion Business all’Istituto Marangoni di Milano, ha lavorato per un periodo in giro per l’Italia come visual merchandiser. Da Wood’d si occupa di design, produzione e vendite. Il più piccolo, Stefano, è nato nel ‘91. Dopo il diploma presso l’Istituto Italiano di Fotografia, ha deciso di continuare gli studi con un corso in video e animazione presso Naba, che attualmente continua a frequentare. Mentre lavora come fotografo, da Wood’d si occupa di comunicazione, web e social media. Oggi Wood’d è il primo brand di accessori in legno e lifestyle in Italia.

Andrea e Stefano ASCHIERI Wood’d

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Una petizione on-line lo voleva addirittura Ministro dell’Economia. Una delle voci più competenti e apprezzate del giornalismo economico italiano, Sebastiano Barisoni è Vice Direttore di Radio 24 e conduttore di “Focus Economia”.

Giornalista professionista dal 1996, dopo tre anni di esperienza a Londra a Bloomberg Television, approda a Radio 24 nel 1999, anno di fondazione dell’emittente. Nella radio del Gruppo Sole 24 Ore si è occupato inizialmente di finanza e risparmio conducendo “Salvadanaio”. È poi passato a “Focus Economia”, il programma quotidiano dedicato all’approfondimento dei temi dell’attualità dell’economia e della finanza, realizzato con i protagonisti della giornata economico finanziaria e il contributo di giornalisti e analisti de Il Sole 24 Ore. L’obiettivo della trasmissione è di spiegare e analizzare, in termini comprensibili anche “ai non addetti ai lavori”, i temi più interessanti del giorno. Dal gennaio 2013 è anche Vice Direttore di Radio 24.

Sebastiano BARISONIRadio 24

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Professione Avventura. Dalle traversate a remi dell’oceano alla vita su un iceberg passando per le ultra-maratone. Sono le imprese estreme, in cui la sfida ai limiti umani si associa con l’elemento del viaggio interiore, ad appassionare Alex Bellini.

Classe 1978, il marinaio che viene dai monti è un ex studente di Scienze Bancarie. Nel 2005 è stato il primo uomo ad attraversare in solitaria, su una barca a remi, il Mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico. Nel 2008 ha spostato il limite, compiendo la più lunga traversata mai fatta da un uomo su una barca a remi: l’Oceano Pacifico da Lima a Sidney, 18.000 chilometri di navigazione in 294 giorni. Esauriti gli oceani, Alex è tornato sulla terraferma. Nel giugno del 2011 ha partecipato alla LA-NY footrace, corsa a piedi da Los Angeles a New York, attraverso gli Stati Uniti per oltre 5000 km. Dopo 70 giorni trascorsi a correre, e senza nemmeno una tappa di riposo, si è classificato quinto in 746 ore 28 minuti e 49 secondi.Tra un anno la prossima avventura: volerà in Groenlandia, salirà su un iceberg e ci rimarrà per testimoniarne le ultime fasi di vita.Oggi Bellini è anche uno speaker professionista, nel corso degli ultimi anni ha incontrato più di 300 platee in quattro continenti e con passione ispira a vivere con l’attitudine all’avventura. Divenuto mental coach supporta atleti e professionisti nell’ottimizzazione della prestazione. È autore di tre libri, sposato con due figlie, vive in Inghilterra dove ha fondato The 5th Element, società specializzata in performance consulting.

Alex BELLINIRecordman

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Un viaggio nella «manifattura intelligente», all’interno di imprese in cui l’organizzazione produttiva si coniuga con l’alta qualità dei servizi e dell’assistenza. È il tema al centro del libro “Produzione Intelligente” di Giuseppe Berta, storico dell’industria e Professore alla Bocconi.

Storico. Laureato in Lettere nel 1975 presso l’Università Statale di Milano, è Professore alla Bocconi, dove ha diretto il Centro di ricerca ENTer su imprenditorialità e imprenditori. Si occupa di Storia dell’industria, Storia delle élite economiche e delle rappresentanze degli interessi.Una vita da studioso nel mondo produttivo italiano: membro del Comitato Scientifico della Fondazione Feltrinelli e della Fondazione Pirelli, è anche componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Einaudi di Torino. Ha fatto parte del Comitato Scientifico del centro Studi della Confindustria durante la presidenza di Luca Cordero di Montezemolo ed è socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino.Autore di numerose pubblicazioni, di cui uno degli ultimi porta un titolo evocativo: “Produzione Intelligente. Un viaggio nelle nuove fabbriche” (Einaudi, 2014). Un viaggio attraverso il Paese, alla ricerca di nuovi modelli di produzione per immaginare il futuro dell’Italia industriale. Un futuro che è già cominciato e che per Berta dipende dall’applicazione, nelle imprese, di conoscenza e intelligenza, le vere risorse produttive di domani.

Giuseppe BERTA Università Bocconi

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Da Arezzo a Palazzo Chigi, è stata rapida l’ascesa di Maria Elena Boschi, oggi il Ministro più giovane del Governo Renzi con una delega pesante, quella alle Riforme Istituzionali e ai Rapporti con il Parlamento.

Nata trentatre anni fa in provincia di Arezzo, è a Firenze che Maria Elena Boschi si è affermata prima come avvocato e poi affiancando Matteo Renzi nella sua scalata nazionale. Dopo una laurea con lode in Giurisprudenza e un master in diritto societario, ha svolto la professione di avvocato occupandosi prevalentemente di diritto societario e dell’impresa, diritto delle società quotate e diritto bancario. Cultore della materia in diritto commerciale, è stata anche membro del CdA di Publiacqua. L’impegno in politica diventa a tempo pieno quando nell’autunno 2012 supporta Matteo Renzi nella campagna per le primarie della coalizione “Italia Bene Comune”. Eletta alla Camera dei Deputati nel febbraio 2013, nelle file del Partito Democratico, da dicembre dello stesso anno è entrata nella nuova Segreteria nazionale con la delega alle riforme istituzionali. Dal 22 febbraio è il Ministro più giovane del Governo Renzi. È a lei che il Presidente del Consiglio ha affidato la sfida di riformare l’architettura istituzionale per modernizzare il Paese.

Maria Elena BOSCHIMinistro per le Riforme Costituzionali

e i Rapporti con il Parlamento

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C’è una faccia della crisi che le narrazioni ufficiali spesso relegano a sintomo secondario. È la crisi che colpisce al cuore il lavoro in fabbrica, lontana dalle astrazioni del mercato, vicinissima alle nostre vite. È questo il racconto di Giovanna Boursier, giornalista di Report e co-autrice del libro “Lavorare manca”.

Cosa succede se proviamo a osservare la crisi rinunciando al consueto punto di vista, se proviamo a inquadrarla ad altezza di sguardo? Succede che ai flussi della finanza si sostituiscono le storie, alle manovre economiche le persone. Spariscono le oscillazioni dei mercati e dello spread, appaiono volti, voci in protesta.È questa la prospettiva da cui la guarda Giovanna Boursier con Gabriele Polo, attraverso un’inchiesta feroce e dolorosa, nel libro “Lavorare manca” (Einaudi, 2014).Giovanna Boursier, nata a Torino nel 1966, è laureata in lettere e filosofia. Dal 2002 è nella squadra dei giornalisti della trasmissione Report di Rai 3, per cui tra l’altro ha realizzato le inchieste “L’intesa” (2008) su Alitalia, “Autoalleanza” (2011) sulla Fiat, “Intesa sul credito” (2013) sul credit crunch, “La battaglia di Solferino” (2014) su RCS. In precedenza è stata consulente e aiuto regia di Mimmo Calopresti e di Guido Chiesa per diversi documentari. Dal 1999 è stata una delle intervistatrici nel progetto Shoah Visual History Foundation di Stephen Spielberg.Ha realizzato anche diversi documentari, tra i quali “Signorina Fiat” - con cui ha vinto il Premio Cipputi, XIX edizione del Torino Film Festival - e reportage di documentazione sociale.

Giovanna BOURSIERGiornalista Report

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Il golden boy dell’alta finanza che recentemente ha scoperto una vena da romanziere. È il ritratto di Guido Maria Brera, che spiega come la finanza può essere “bio-politica” per il suo incidere nella carne delle persone.

Laureato presso l’Università “La Sapienza” di Roma, brucia presto le tappe. Dopo un’esperienza in Giubergia Warburg e Fineco sim, a 29 anni fonda Kairos. Il Gruppo, come recita la sua mission, ha “l’obiettivo di offrire alla clientela un servizio di wealth management innovativo, fondato su una spiccata personalizzazione della gestione”. Oggi Guido ne è Chief Investment Officer.Negli ultimi mesi, alla sua attività di finanziere ha aggiunto quella di scrittore pubblicando per Rizzoli il romanzo: “I Diavoli. La finanza raccontata dalla sua scatola nera” (2014), una fotografia dello stato attuale del settore finanziario caratterizzato da un sistema in cui pochi individui muovono quantità impressionanti di denaro decidendo i destini di milioni di persone. Il libro nasce da due esigenze: la prima, vagamente altruistica, ha a che fare con il divulgare più notizie possibili su questo mondo; la seconda nasce da un bisogno di autoanalisi: esattamente come Massimo, il protagonista del libro, quando arriva in cima alla sua piramide, Guido realizza che in fondo sta male. E guarisce quando impara che condividere è più bello che competere.Vive tra Milano, Londra e un maso in Val Pusteria e ha tre figli.

Guido Maria BRERA Autore “I Diavoli”

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Ha girato il mondo prima di scegliere la sua Caprarola. Un borgo in provincia di Viterbo che ha trasformato in un laboratorio diffuso che oggi vive intorno alle sue borse o, come le chiama lei, i suoi ”talismani”.

29 anni, è cresciuta a Caprarola, un paese-teatro fatto di stradine e fontane in provincia di Viterbo.Ha vissuto a Roma e Milano prima di trasferirsi in India, Cina e Brasile. Poi ha deciso di tornare dove il suo viaggio era cominciato e diventare un’artigiana-stilista ideatrice di un marchio di borse che porta il suo nome.Oggi Caprarola vive intorno alla sua azienda e alla sua capacità di riscoprire il talento artigianale del territorio per creare un esempio di made in Italy che vince sul mercato globale. In azienda lavorano sette persone, tra cui anche i familiari della fondatrice e alcuni amici. Quasi tutti provengono da mestieri e da studi diversi. Al di fuori della casa-bottega c’è invece tutto il “laboratorio diffuso” a cui Benedetta ha dato vita per realizzare le sue collezioni di borse.Nel 2013, dopo poco più di tre anni dal lancio della prima collezione, i ricavi si sono avvicinati al milione di euro e le borse Bruzziches hanno fatto già il giro del mondo, con picchi delle esportazioni in Russia e negli Emirati Arabi.Ma più che borse lei preferisce chiamarle “talismani”, e dire che i suoi non sono solo prodotti ma “suggestioni”.

Benedetta BRUZZICHESDesigner

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Offrire alle imprese servizi assicurativi e finanziari per accrescere la loro competitività nel mercato domestico e internazionale: è questa la missione del Gruppo SACE, di cui Alessandro Castellano è Amministratore Delegato dal 2007.

Dal 2007 Alessandro Castellano è Amministratore Delegato di SACE, gruppo assicurativo-finanziario specializzato nel sostegno alla competitività delle imprese italiane. Entrato nel 2004 come Direttore Generale con responsabilità per lo sviluppo del business dell’azienda, ha contribuito alla sua trasformazione da ente pubblico in SpA, delineandone il nuovo business model. Precedentemente con la Deutsche Morgan Grenfell & Co. Ltd di Londra, ha ricoperto il ruolo di responsabile del Sud Europa nella Divisione Investment Banking, con competenze specifiche sui Debt Capital Markets e sulla Finanza Strutturata; in seguito è stato Direttore Centrale e Membro del Comitato di Direzione di Mediocredito Centrale del Gruppo Capitalia.

Alessandro CASTELLANO Amministratore Delegato SACE

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Imprenditore di quarta generazione, Guido Chiti ha saputo rafforzare la vocazione tradizionale dell’ IPAC, azienda del pistoiese che da 60 anni produce e commercializza prodotti in acciaio inossidabile per la cucina e la tavola. È inoltre Presidente facente funzioni dei GI Toscana.

Guido Chiti è l’amministratore delegato di IPAC SpA, fondata negli anni ‘50 dal bisnonno e omonimo Cavaliere del lavoro.Negli anni ‘90 entra in azienda e contemporaneamente iniziano le prime collaborazioni industriali con i paesi dell’Estremo Oriente.Rientrato da un periodo di esperienze all’estero (Melbourne University in Australia, International Business all’ Università di Plymouth in Inghilterra e 6 mesi presso la Camera di Commercio di Stoccolma) si occupa direttamente della delocalizzazione produttiva, creando nel ‘96 il primo ufficio in Cina e nel ‘99 il primo ufficio a New Delhi in India.Oggi attraverso questi uffici segue la produzione anche per importanti marchi internazionali, come Lavazza, Illy, Guzzini, COOP ed altri.Negli ultimi 15 anni, grazie all’apertura verso le realtà produttive internazionali unita all’esperienza di quattro generazioni di produttori, sono nate collaborazioni con importantissime aziende italiane e non. Guido e la sua famiglia conducono IPAC nel terzo millennio, continuando la propria tradizione industriale e specializzandosi nella ricerca e lo sviluppo di prodotti e materiali innovativi, come le pentole in bambù e prodotti di design come la collezione Clippe, presente al MoMA di New York.

Guido CHITIAmministratore Delegato IPAC

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Don Ciotti ha iniziato dalla strada e alla strada è rimasto fedele. Crede che la speranza sia innanzitutto impegno e che mettendo da parte gli egoismi possiamo raggiungere grandi traguardi. È interessato alle persone, non ai ruoli o al prestigio, per questo dà del tu a tutti. Sogna un Paese dove il Vangelo e la Costituzione siano non solo enunciati ma vissuti.

Con l’obiettivo di “saldare la terra con il cielo”, don Luigi Ciotti ha fondato nel 1965 a Torino il Gruppo Abele, espressione di un impegno sociale fatto di accoglienza, servizi alle persone, ma insieme di proposta culturale, educativa e “politica”. Oggi il “Gruppo” lavora accanto a giovani e adulti con problemi di dipendenza, alle vittime di tratta e di violenza, come le donne costrette alla prostituzione, alle famiglie in difficoltà, ai migranti, ai malati di Aids; è presente nelle carceri, coi giovani nelle scuole e nell’educativa di strada, con l’informazione attraverso le riviste Narcomafie e Animazione Sociale, sul territorio e nel quotidiano con attività di mediazione dei conflitti, in Africa, in Costa d’Avorio, con progetti di cooperazione internazionale. Convinto che solo il “noi” possa costruire cambiamento e giustizia sociale, nel 1995 don Ciotti ha dato origine a Libera, che oggi coordina l’impegno di oltre 1600 realtà in Italia e in Europa, attive nel contrasto alla criminalità organizzata, alle mafie e nella promozione di una cultura della legalità e della responsabilità.

Don Luigi CIOTTI Presidente Libera

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Il volto giovane del costituzionalismo italiano. Columnist per il Sole 24 Ore e blogger, Francesco Clementi è Professore di Diritto Costituzionale Comparato all’Università di Perugia, con una passione (non nascosta) per la politica.

Nato nel ’75, è Professore di Diritto Pubblico Comparato presso l’Università degli Studi di Perugia e docente a contratto presso la School of Government della Luiss-Guido Carli. Sposato, con tre figli, ama profondamente il diritto, la politica e il rugby, perché crede nella contendibilità. Perciò fa il tifo e s’impegna per una società imperniata su mercato, concorrenza e regole.Si è occupato di forme di Stato e di Governo, di diritto comparato ed europeo, di diritti e di libertà, in particolare di associazione.Ha ricoperto diversi incarichi istituzionali, tra cui quello di componente effettivo della “Commissione per le riforme costituzionali” nominata dal Governo Letta nel 2013 per predisporre una Relazione di approfondimento per il Parlamento in vista del processo di riforma costituzionale. Fuori dall’ambito accademico, ha scritto per diverse riviste e quotidiani nazionali. Dal 2011 collabora stabilmente con il quotidiano Il Sole24Ore scrivendo su argomenti di carattere costituzionalistico. È anche blogger per l’Huffington Post e Linkiesta.Ha collaborato al programma istituzionale di Matteo Renzi presentato in occasione delle primarie del 2012.

Francesco CLEMENTIUniversità di Perugia

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Ha fondato Comdata e l’ha portata a 280 milioni di fatturato e 5000 dipendenti. Poi ha deciso di ricominciare da capo con Ennova, premiata come start-up dell’anno dell’incubatore del Politecnico di Torino per essere riuscita a coniugare efficacemente il mondo accademico con quello delle imprese.

Classe 1955, trevigiano di nascita e piemontese di adozione, inizia il suo percorso professionale all’età di 23 anni in 3M, Kodak e successivamente in Hewlett Packard, come consulente commerciale.Nel 1987, all’età di 32 anni, con la moglie Laura Trentin, fonda Comdata per fornire alle grandi organizzazioni private e pubbliche soluzioni di gestione documentale in grado di migliorare i processi di business offrendo consulenza specialistica, tecnologie evolute e servizi specialistici. Nel 2010 ritiene concluso il suo percorso in Comdata dopo aver portato l’azienda ad essere leader di mercato, con 280 milioni di euro di fatturato ed un’occupazione complessiva di oltre 5000 dipendenti distribuiti su 22 sedi in Italia. Ad ottobre dello stesso anno sceglie di puntare su una Start-up innovativa e all’interno dell’Incubatore I3P del Politecnico di Torino fonda Ennova, recentemente premiata come Start-up dell’anno dell’I3P per essere riuscita a coniugare efficacemente il mondo accademico con quello delle imprese. A tre anni dalla fondazione, Ennova rappresenta oggi una realtà che occupa 290 addetti distribuiti su quattro sedi (Torino, Milano, Pomezia e Cagliari), un fatturato che supera i 12 milioni di euro nell’anno fiscale che si chiuderà al 30 giugno 2014 e contratti già acquisiti per ricavi di oltre 18 milioni di euro nell’anno fiscale 2014-2015, con un’occupazione che supererà i 400 addetti.

Fiorenzo CODOGNOTTO Presidente Ennova

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Un’esperienza internazionale prima di tornare a lavorare in una delle eccellenze produttive del territorio bresciano e di fondare I-Club, un Venture Capital che investe in start-up tecnologiche e innovative. Stefano Consoli, 39 anni, è membro del Direttivo dei Giovani Imprenditori di Brescia.

Classe 1975, Laurea in Economia Politica e Master alla SDA Bocconi, dopo un esperienza di 3 anni in JP Morgan a Londra e Ginevra, nel 2003 decide di tornare in Italia ed entrare nell’azienda di famiglia: Pulitori ed Affini SpA, azienda storica bresciana specializzata nel Global Service. Dal 2011 è presidente del CdA del Gruppo Pulitori ed Affini che ad oggi risulta essere uno dei principali player a livello nazionale con un fatturato consolidato di 75 milioni di Euro e più di 3.500 dipendenti.Socio fondatore di I-Club, Venture Capital costituito da Giovani Imprenditori bresciani che investe in start-up tecnologiche ed innovative, è consigliere e Business Developer di Tip.Ventures: unico portale in Italia di Equity e Reward Crowdfunding.Membro del Consiglio Direttivo dei Giovani Imprenditori dell’Associazione Industriale Bresciana.

Stefano CONSOLI Cofondatore I-Club

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Dal 2011 Cetti Galante è alla guida di INTOO, la società di Gi Group che si occupa della ricollocazione professionale di circa 3mila lavoratori ogni anno. E i risultati le danno ragione: quasi il 90% delle persone affidate a INTOO rientrano nel mercato del lavoro in circa 6 mesi.

Nata a Milano nel 1963, da giugno 2011 è Amministratore Delegato di INTOO. Laureata in Giurisprudenza e specializzata con un Master in Business Administration ha alle spalle un’ampia esperienza manageriale maturata in Nielsen Company Italia, leader di mercato nel settore della business information dove ha rivestito ruoli operativi e manageriali sia a livello internazionale che locale. Fa parte del Board GI Group e del Board di Career Star Group, network globale specializzato nella ricollocazione professionale che raggruppa i leader dei paesi, di cui INTOO è uno dei membri fondatori.Nel 2013 è stata insignita del Premio Eccellenza 2013 da Manager Italia.INTOO segue ogni anno circa 3mila persone attraverso programmi di continuità professionale individuale o collettiva. Quasi il 90% delle persone rientrano nel mercato del lavoro in circa 6 mesi, il 30% direttamente a tempo indeterminato - contro una media nazionale del 17% - per la restante parte a tempo determinato o a partita Iva, specie nei casi di persone over 50, tra i quali, soprattutto tra gli ex manager, sono frequenti i casi di sostegno per l’avvio di micro-imprenditorialità.

Cetti GALANTE Amministratore Delegato INTOO

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Una carriera tutta interna al Gruppo UniCredit, con incarichi di crescente responsabilità, in ambito nazionale ed internazionale, ma oltre alle banche la passione per la musica: Ghizzoni, A.D. di UniCredit, è anche Presidente della Filarmonica della Scala.

Federico Ghizzoni ha iniziato la sua carriera nel 1980 in una filiale di Piacenza del Credito Italiano; ha quindi ricoperto l’incarico di Direttore di filiale a Trieste e a Seriate e in seguito di Vice Direttore dell’ufficio di Londra. Dopo la nomina nel 1995 a Direttore Generale dell’ufficio di Singapore, tra il 2000 e il 2002 è stato Direttore Esecutivo responsabile del Corporate and International Banking di Bank Pekao S.A. Nel 2003 si trasferisce in Turchia ricoprendo il ruolo di Executive Board Member di Koç Financial Services, joint venture paritetica tra Koç Holding e il Gruppo UniCredit, e di Direttore Generale in Yapi ve Kredi Bankasi. Dal luglio 2007 è Responsabile della Divisione CEE Banking Operations e Deputy CEO di Bank Austria AG. Nell’agosto 2010 ha assunto la posizione di Deputy CEO e Deputy General Manager di UniCredit. Dal 30 settembre 2010 è Amministratore Delegato di UniCredit. Attualmente ricopre la carica di Presidente del Supervisory Board di UniCredit Bank AG. È anche Membro del Board dell’Institute of International Finance e dell’International Monetary Conference a Washington oltre che dell’Institut International d’Etudes Bancaires e della European Services Financial Round Table a Bruxelles.

Federico GHIZZONIAmministratore Delegato UniCredit

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Video maker, comunicatore e blogger, Davide Gomba è CEO di Officine Arduino, una startup “incubata” da Arduino con l’obiettivo di promuovere la cultura dell’open hardware e dell’open source in Italia, ma anche di portare questo ricco patrimonio tecnologico e culturale nel campo dell’educazione.

Davide Gomba è un maker torinese; nasce dal video e dalla sperimentazione audiovisiva e il suo primo progetto Arduino è stato un controller audio/video open-source.Comunicatore, blogger su Arduino.cc, tiene workshop in giro per l’Italia e promuove la cultura dell’open design e della fabbricazione digitale.Ha partecipato attivamente alla realizzazione del primo FabLab in Italia presso la mostra “stazione futuro” e al termine si è battuto per promuovere e prolungare l’esperienza del FabLab a Torino.Ad inizio 2012 dà vita insieme ad Arduino alle “Officine Arduino”, un’azienda che promuove Arduino in Italia e segue vari progetti legati allo sviluppo della scheda, una piattaforma hardware low-cost programmabile, con cui è possibile creare circuiti “quasi” di ogni tipo per molte applicazioni, soprattutto in ambito di robotica ed automazione. Le “Officine Arduino” - ospitate presso il coworking torinese Toolbox sono anche sede del FabLab e rappresentano una vivace realtà di condivisione e scambio tra diverse identità lavorative, creative, produttive.Nel tempo libero stampa giocattoli e inventa storie con suo figlio Djibril.

Davide GOMBAOfficine Arduino

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Voleva fare politica, poi ha capito che per incidere nella vita delle persone era più utile diventare una brava giornalista che una seconda fila nei partiti. E ha trovato la sua strada. Oggi, a 30 anni, Santoro le ha lasciato il suo posto ad “Announo” e lei sta usando al meglio la sua grande occasione. Nata a Rimini da madre inglese e padre umbro, segue fin da giovane la passione per la politica. Dopo il liceo si trasferisce a Roma per laurearsi in Scienze Politiche alla LUISS. Nella capitale si avvicina all’Associazione Luca Coscioni e alle istanze dei radicali. Nel 2008 è candidata alla primarie a Segretario Nazionale dei Giovani del PD. Più di recente è stata responsabile dell’organizzazione territoriale del think tank di Italia futura.L’impegno in politica si intreccia presto con quello nel giornalismo: dopo essere stata responsabile informazione di Radio Luiss e del giornale universitario, ha condotto “Punto G” su Red tv. Poi l’incontro con Santoro, che la vuole al suo fianco affidandole “Generazione 0”, lo spazio di Annozero dedicato ai giovani. Ma è con Servizio Pubblico che avviene il grande passo, quando nel 2014 Santoro le lascia il posto di conduttrice per le ultime quattro puntate nel nuovo format “announo” in cui sono i giovani a fare domande a un politico di primo piano. E alla prima puntata lo share ha già doppiato quello della trasmissione del suo mentore. La parola d’ordine di Giulia? Superare la prevedibilità dei talk show e far sì che lo spettatore non possa prevedere cosa accadrà cinque secondi dopo.

Giulia INNOCENZI La7

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Speaker ricercatissimo, stratega e imprenditore della Silicon Valley. Fondatore e Direttore Generale della Singularity University, nei suoi famosi speech Salim si concentra su tecnologie rivoluzionarie e il loro impatto sull’industria.

Nato nel 1965, Salim è un angel investor e imprenditore di successo. La sua ultima società, l’Angstro, è stata acquistata da Google nell’agosto 2010.Dopo due anni trascorsi come fondatore e direttore generale della Singularity University, ne è oggi divenuto ambasciatore nel mondo. La mission della SU – una benefit corporation che fornisce programmi di formazione, accordi innovativi e un acceleratore per start-up - è istruire, ispirare e fornire gli strumenti ai leader per applicare tecnologie in rapida crescita al fine di affrontare le grandi sfide dell’umanità. In passato, è stato Vice Presidente di Yahoo e a capo di Brickhouse, la fabbrica delle idee interna a Yahoo dove ha portato, messo in piedi e contribuito al lancio di idee innovative. Oltre ad essere stato cofondatore e presidente di Confabb.com, ha cofondato anche PubSuc Concepts ed è nel board di Breakthrough, un’organizzazione che si occupa di diritti umani a livello globale focalizzata su donne, giustizia razziale e diritti degli immigrati. Sempre in viaggio, numerosi i suoi speech su tecnologie informatiche, private equity e imprenditoria. Possiede un punto di vista unico e una lunga esperienza nel campo dell’innovazione, della trasformazione di progetti all’avanguardia in start-up di successo e dell’applicazione di idee trascinanti per rinvigorire interi settori industriali.

Salim ISMAIL Singularity University

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L’Italia si vede meglio da lontano. Ed è questa la prospettiva da cui la osserva Marco Magnani. Dall’investment banking a Harvard, da Intercultura al World Economic Forum, osservatori privilegiati per spiegare che l’Italia del 2020 sarà il frutto delle scelte di oggi.

Fino al 2020 non saranno anni di vacche grasse, forse in nessun angolo dell’Occidente. Per l’Italia potrebbero essere ancora di vacche magre, come quelli appena trascorsi. Possiamo invertire la tendenza e iniziare un nuovo ciclo di crescita? In “Sette anni di vacche sobrie” (UTET, 2013) Marco Magnani parte da questo interrogativo.Dopo una laurea in Economia politica alla “Sapienza” di Roma, un Master in Business Administration alla Columbia University e vari programmi in leadership e public policies a Harvard, Yale e Singapore, ha lavorato per 20 anni in Investment banking a Wall Street come Senior Vice President di JP Morgan e a Milano come dirigente di Mediobanca. Oggi è responsabile del progetto “Italy 2030” alla Kennedy School of Government di Harvard University, dove è Senior Research Fellow in politica economica e collabora con Larry Summers. È inoltre Visiting Fellow alla School of Advanced International Studies di John Hopkins University a Washington, DC.Dal 2010 Young Global Leader del World Economic Forum di Davos, è membro di vari think tank internazionali e Presidente di Intercultura.È in uscita “Creating Economic Growth: Lessons for Europe” (PalgraveMacMillan, 2014).

Marco MAGNANIHarvard University

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La lady dell’industria europea. Prima donna a guidare i Giovani Imprenditori e poi a divenire Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia è da maggio 2014 Presidente ENI, oltreché leader di BUSINESSEUROPE e AD e Vice Presidente di Marcegaglia SpA.

Ha imparato la passione per l’impresa dal padre Steno che partendo da zero ha costruito uno dei primi gruppi industriali e finanziari italiani. Lei ne ha preso da giovane la guida, dopo la Laurea in Economia Aziendale conseguita a pieni voti presso l’Università Bocconi di Milano - con il titolo “Bocconiana dell’anno” nel 1996 – e poi un Master in Business Administration alla New York University. Parallelamente ha iniziato il suo percorso in Confindustria, dove a 30 anni è stata eletta alla guida dei Giovani Imprenditori, divenendo poi anche Presidente dello YES (Young Entrepreneurs for Europe). Dal 2008 al 2012 è stata la prima donna Presidente di Confindustria, dopo essere stata Vice Presidente con delega per le infrastrutture, l’energia, i trasporti e l’ambiente. Attualmente, oltre ad essere AD e Vice Presidente di Marcegaglia SpA e membro del CdA di Bracco Italcementi e Gabetti Property Solutions, è Presidente dell’Università LUISS Guido Carli e di BUSINESSEUROPE, l’associazione delle confindustrie Europee. Da maggio 2014 è Presidente di ENI.

Emma MARCEGAGLIAPresidente ENI

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Da dipendenti a imprenditori di se stessi, salvando un’impresa importante per l’economia ravennate e divenendo il paradigma di come lo strumento cooperativo possa aiutare a risolvere le crisi aziendali. È questa la storia della Raviplast e di Alessandro Micelli, passato dalla scrivania di impiegato a quella di Presidente.

Quando è terminata l’amministrazione straordinaria della loro azienda - produttrice di imballaggi plastici - si sono trovati di fronte a un “bivio”: o costituire la cooperativa o accettare che la fabbrica chiudesse. Qualcuno si è tirato indietro, ma il progetto è andato in porto e a dicembre 2013 l’azienda ha rincominciato a lavorare con il nome di Raviplast. Oggi la cooperativa che la gestisce conta 23 soci e due dipendenti. E l’obiettivo del Presidente Alessandro Micelli è quello di raggiungere nel giro di tre anni i 6 milioni di fatturato annuo, con una crescita del 50 per cento rispetto a oggi. Micelli, 48 anni, laureato in Statistica, aveva lavorato nell’ex Nuova Pansac come impiegato, divenendo responsabile acquisti e contabilità industriale dello stabilimento di Ravenna. Dopo un periodo nella newco Pansac International Srl, ha gestito - su incarico del Commissario Straordinario - lo stabilimento di Ravenna dal 2011 al 2013 durante l’amministrazione straordinaria. Nel 2013 ha seguito la costituzione della cooperativa Raviplast divenendone Presidente e assumendone la gestione amministrativo-finanziaria.

Alessandro MICELLIPresidente Raviplast

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Da 20 anni alla guida dell’azienda di famiglia, Francesco Mutti ha scelto il pomodoro e ha saputo farne un’eccellenza, coniugando qualità e innovazione, trasparenza verso il consumatore e amore del proprio territorio.

Nato a Parma nel 1968 e cresciuto partecipando attivamente alla lavorazione del pomodoro nell’azienda di famiglia durante l’estate e nel tempo libero, Francesco Mutti consegue la laurea in Finance and Management alla Cardiff University nel 1993, dopo un percorso che l’ha portato a frequentare diversi atenei come quello di Londra e di Parigi. Mentre i suoi compagni di studio trovano lavoro nel settore della consulenza o delle nuove tecnologie, Francesco Mutti torna in Italia e soprattutto ritorna al pomodoro.Figlio ed erede di una famiglia di lunga tradizione conserviera, nel 1994 assume la guida dell’azienda con la carica di Amministratore Delegato, dedicandosi interamente alla “passione di casa Mutti” e cioè il pomodoro. In questo settore, che si sviluppò fin dalla fine dell’800 nella pianura padana e già in quegli anni fortemente in crisi, Francesco Mutti intensifica il legame tra industria e agricoltura in un percorso di collaborazione armonico e mutuamente vantaggioso per l’intera filiera.Oggi, alla guida di un’azienda leader nel mercato Italiano e in alcuni mercati esteri, vive immerso nella sua campagna che, d’estate, si tinge di rosso.

Francesco MUTTIAmministratore Delegato Mutti

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Ha portato il Sole 24 Ore ad essere il primo quotidiano digitale italiano e, per la prima volta nella sua storia, terzo quotidiano nazionale per diffusione media carta+digital. Roberto Napoletano è anche autore di diversi besteller economici; nell’ultimo, “Viaggio in Italia”, ha raccontato le storie dell’Italia che soffre ma non si arrende.

Roberto Napoletano è Direttore de Il Sole 24 Ore (dal 24 marzo 2011), dell’agenzia di stampa Radiocor, dell’emittente Radio24 e di tutte le testate professionali (dal 19 giugno 2013). È inoltre Direttore Editoriale del Gruppo 24 ORE (dal 1° marzo 2012).La sua scommessa editoriale è valorizzare l’identità storica del quotidiano come strumento di servizio per offrire un orientamento autorevole a famiglie, imprese e professionisti sui fatti dell’economia, della finanza e delle norme. Una formula premiata dal mercato anche nella nuova era dell’informazione multimediale: Il Sole 24 Ore è oggi il primo quotidiano digitale in Italia con oltre 170mila copie vendute ogni giorno e, per la prima volta nella sua storia, terzo quotidiano nazionale per diffusione media carta+digital con oltre 362mila copie (dati Ads marzo 2014).Saggista, scrittore e autore di bestseller dell’economia (“Padroni d’Italia - Può il nostro capitalismo salvare se stesso e il Paese?”, “Fardelli d’Italia - Storie inedite e retroscena: uomini e fatti di un racconto amaro”) e di longseller della saggistica (“Promemoria Italiano”), ha appena pubblicato per Rizzoli “Viaggio in Italia”.Roberto Napoletano è stato anche Direttore de Il Messaggero dal 2006 al 2011.

Roberto NAPOLETANODirettore Il Sole 24 Ore

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La cucina POP: una storia, la sua. Ci è approdato dopo tanta strada e non pochi maestri, mescolando il senza fronzoli con il ben fatto, il buono con l’accessibile, l’innovazione con la tradizione. La storia è quella di Davide Oldani, uno degli chef più apprezzati nel panorama internazionale.

Ideatore della cucina pop - alta qualità e accessibilità - ha aperto nel 2003 il suo ristorante, il D’O, a Cornaredo, in provincia di Milano, suo paese d’origine. Dopo un anno di attività, le più autorevoli guide gastronomiche lo annoverano fra i grandi chef della cucina italiana. Le esperienze precedenti l’apertura del D’O, lo avevano visto a fianco di Gualtiero Marchesi, Albert Roux, Alain Ducasse, Pierre Hermé.Nel dicembre 2008 ha ricevuto l’Ambrogino d’oro dal Comune di Milano. Nel novembre 2013 è stato invitato ad Harvard per raccontare la sua esperienza imprenditoriale in seguito a una case history sul suo ristorante pubblicata sulla Harvard Business School Review. Dal settembre al novembre 2013 ha condotto su La5 la prima edizione di The Chef. Ha pubblicato diversi libri tra cui l’ultimo “Chefacile” (2013).Da 13 anni collabora con il mensile La Cucina Italiana. Redige settimanalmente, per Sport Week, una rubrica di cucina pop e sport.La sua attività di designer, nata dall’osservazione quotidiana dell’ospite, rispecchia quella di cuoco: tavoli, sedie, piatti, posate e bicchieri sono ispirati al POP, semplici, funzionali, eleganti.

Davide OLDANIChef

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L’uomo delle cooperative chiamato ad occuparsi della crisi più grave per i giovani italiani: quella occupazionale. Giuliano Poletti, 62 anni, di Imola, un passato nel mondo produttivo, è il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del Governo Renzi.

Classe 1951, sposato e padre di due figli, appassionato di pallamano tanto da aver ricoperto la carica di vicepresidente vicario della Federazione nazionale, ha conseguito il diploma di perito agrario, esercitando da giovane l’attività di tecnico agricolo. Nel 1975 è stato eletto consigliere comunale a Imola. Successivamente ha ricoperto l’incarico di Assessore alle attività produttive e di Consigliere provinciale a Bologna. All’impegno politico-amministrativo ha affiancato quello professionale, esercitato in qualità di Presidente dell’ESAVE (Studi e promozione della viticoltura e dell’enologia per l’Emilia Romagna). Dal 2002 ha guidato Legacoop e dal 2013 l’Alleanza delle Cooperative, il coordinamento unitario nazionale costituito dalle organizzazioni di rappresentanza della cooperazione AGCI, Confcooperative e Legacoop.Oggi per il suo dicastero l’emergenza numero uno è quella della disoccupazione dei giovani. Per loro bisogna cambiare la società e non solo un paio di regole, parola di Ministro.

Giuliano POLETTIMinistro del Lavoro e delle Politiche Sociali

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Dalle preferenze alla cancellazione del Senato, sono diversi i punti della proposta di legge elettorale messa a punto dai Giovani imprenditori veneti sotto il coordinamento di Giordano Riello, Vice Presidente del Gruppo GI Rovigo e membro di Giunta di Confindustria.

Nato nel 1989 a Legnago (VR), è figlio di Alessandro (fondatore di RPM SpA di Badia Polesine, azienda produttrice di motori elettrici) e nipote di Giordano (fondatore di Aermec SpA, azienda leader in Italia nella climatizzazione dell’aria).Dopo la maturità scientifica nel 2008, si è iscritto alla Facoltà Economics and Management all’Università Ca’ Foscari di Venezia e dal 2009 alla Facoltà di Economia Aziendale e Gestione d’impresa all’Università LIUC Carlo Cattaneo. Ha trascorso diversi periodi di lavoro presso la MITS Airconditioning Inc a Toronto ed è membro del Consiglio di Amministrazione di RPM SpA e di Aermec SpA. Nel giugno 2013 ha fondato la EN Srls, azienda ingegneristica operante nel settore green economy e riqualificazione energetica di impianti. Iscritto al Gruppo Giovani Imprenditori di Rovigo dal 2011, da marzo 2012 ne è Vice Presidente; dal 2013 è anche membro della Giunta Nazionale di Confindustria in quota GI. È stato coordinatore del gruppo di lavoro di Giovani Imprenditori veneti che ha redatto una bozza di legge elettorale come contributo al dibattito sul processo di riforma istituzionale.

Giordano RIELLO Partner EN

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Una vita trascorsa a combattere cosche camorristiche e criminalità economica attraverso il lavoro sempre in prima linea nei Palazzi di Giustizia della Campania. Poi l’incarico più importante: la nomina a Procuratore Nazionale Antimafia.

Napoletano, sessantaseienne, Franco Roberti è stato nominato Procuratore Nazionale Antimafia dal Consiglio Superiore della Magistratura nel luglio 2013, succedendo all’attuale Presidente del Senato Piero Grasso. È questo l’apice di una vita trascorsa nella Magistratura, in cui è entrato nel 1975 ed è passato dalle indagini sul dopo terremoto in Irpinia, agli otto anni a Roma in Direzione Nazionale Antimafia, fino al ritorno a Napoli nel 2001, come Procuratore Aggiunto e poi coordinatore unico della Direzione distrettuale nel 2009. In quest’ultima veste ha diretto le principali indagini nei confronti delle organizzazioni criminali operanti nella città di Napoli e nell’area casertana. Tra i fatti più noti, i procedimenti penali contro il gruppo stragista del “clan dei casalesi”, che portarono alla completa disarticolazione dell’organizzazione criminosa, alla cattura e alla condanna di tutti i latitanti. Prima della nomina alla Procura Nazionale Antimafia, dal 2009 è stato Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Salerno dove ha coordinato personalmente la Direzione Distrettuale Antimafia.

Franco ROBERTIProcuratore Nazionale Antimafia

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L’Italia è un Paese per giovani? Forse no, forse può diventarlo. È questo il tema al centro della riflessione di Alessandro Rosina, Professore di Demografia all’Università Cattolica di Milano e Presidente di ITalents.

Classe 1968, è Professore di Demografia e Statistica sociale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano, dove dirige anche il Laboratorio di Statistica applicata alle decisioni economico aziendali. Fa parte del consiglio direttivo della Società Italiana di Statistica ed è tra i coordinatori del “Rapporto giovani” dell’Istituto G. Toniolo. È inoltre presidente di ITalents, associazione con una mission ambiziosa: trasformare la fuga in circolazione dei talenti. Dare la possibilità a chi si trova temporaneamente o stabilmente all’estero di contribuire con idee e competenze al rinnovamento e alla crescita dell’Italia. Fare in modo che chi è “dentro” non si consideri un talento “sprecato”, mentre chi è “fuori” non debba sentirsi un talento “esiliato”. Rosina, tra i fondatori della rivista on-line Neodemos e redattore capo di “Popolazione e Storia”, è anche editorialista del quotidiano la Repubblica. Giovani, welfare e rapporto tra generazioni sono al centro delle sue pubblicazioni, tra cui: “Non è un paese per giovani. L’anomalia italiana: una generazione senza voce” (con E. Ambrosi, Marsilio, 2009), “Il secolo degli anziani. Come cambierà l’Italia” (a cura di, con A. Golini, Il Mulino, 2011), “L’Italia che non cresce. Gli alibi di un paese immobile” (Laterza, 2013).

Alessandro ROSINAUniversità Cattolica

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Una passione a 360 gradi per il mondo degli affari. Imprenditore di terza generazione, Riccardo Ruscalla è anche cofondatore dell’incubatore e acceleratore iStarter.

Nato a Torino nel 1983, è un imprenditore di terza generazione all’interno del business di famiglia. Dopo la Laurea ed il Master in Economia Aziendale, Riccardo inizia la sua carriera negli USA come analista per una delle principali società di consulenza. Durante il 2008 incomincia a lavorare all’interno della Tubosider S.p.A., principale società del Gruppo Ruscalla, oggi leader mondiale nella produzione di barriere stradali, condotte, barriere fonoassorbenti e altri manufatti in acciaio per il settore stradale e autostradale. Attualmente ricopre la carica di Consigliere di Amministrazione e Responsabile del controllo di gestione per l’Europa. Da sempre affascinato dalle molte sfaccettature del mondo degli affari, Riccardo segue diversi investimenti attraverso la holding di famiglia concentrandosi prevalentemente sugli investimenti immobiliari e finanziari, le costruzioni civili ed industriali e le energie rinnovabili. Dal 2012 è co-fondatore di iStarter S.p.A., un incubatore/acceleratore di impresa completamente a capitale privato operante sul mercato italiano ed inglese e dal 2013 è socio del Club degli Investitori di Torino. Entra a far parte del Movimento dei Giovani Imprenditori nel 2011.

Riccardo RUSCALLA Cofondatore iStarter

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Quando è nato Wired Italia nel 2009 si è detto: “la bibbia della rivoluzione digitale sbarca in Italia”. Oggi Massimo Russo ne è il Direttore. Wired racconta l’impatto che le nuove tecnologie hanno sulle nostre vite. Una contemporaneità fatta di imprese all’avanguardia, di intrattenimento, di visione, rapidità e leggerezza. Nella consapevolezza che l’innovazione è una delle spinte vitali più importanti dell’umanità.

“Make in Italy – Inventa sbaglia e innova” è il sottotitolo della versione italiana di Wired, diretta da giugno 2013 da Massimo Russo. Wired, fondato nel 1993 negli Stati Uniti, quando il world wide web muoveva i primi passi, è il testo della “rivoluzione digitale”. Nei suoi 21 anni di vita la rivista ha dato voce alle più grandi menti dell’era tecnologica. E ha lanciato un modello di editoria vincente e ancora oggi innovativo, che prevede la presenza della testata sul digitale, sugli eventi e quindi, una volta al mese, sulla carta.In precedenza Russo era stato direttore dei contenuti e aveva fondato il visual desk della divisione digitale del Gruppo Editoriale L’Espresso. Giornalista dal ‘90, ha lavorato 10 anni nei quotidiani prima di approdare al web. Con Vittorio Zambardino ha scritto “Eretici digitali”. Ritiene l’innovazione una necessità inalienabile, crede nella tavola a vela, dubita di quasi tutto il resto. Sposato, ha due figli.

Massimo RUSSODirettore Wired

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Una vita tra banche e finanza: dagli investimenti di successo alla docenza universitaria. Giovanni Tamburi è Presidente di Tamburi Investment Partners, oltreché editorialista in tema di finanza e membro del CdA di numerose società.

Romano, classe 1954, è fondatore e Presidente di TIP – Tamburi Investment Partners SpA, Investment Merchant Bank indipendente e diversificata focalizzata su medie aziende, quotata sul mercato STAR di Borsa Italiana con una capitalizzazione di circa 400 milioni di euro. TIP ha effettuato investimenti – direttamente e tramite club deal – per circa 1,5 miliardi di euro.Attivo nel campo della finanza aziendale dal 1977, Tamburi è stato anche Amministratore di Euromobiliare SpA e di Banca Euromobiliare SpA. È inoltre Consigliere di Amministrazione di Amplifon SpA, Eataly Srl, Interpump SpA, Prysmian SpA, Ruffini Partecipazioni Srl (Moncler), Zignago Vetro SpA e Membro del Consiglio di Sorveglianza del Roche Bobois Group.È stato membro della commissione per le Privatizzazioni istituita dal Ministero del Bilancio nel 1991/92 e membro dell’”Advisory Board” per le Privatizzazioni del Comune di Milano.Per oltre 10 anni ha insegnato Finanza Aziendale presso la LIUC (Castellanza - Varese) e Finanza Straordinaria presso la LUISS di Roma.Oltre ad essere autore di diverse pubblicazioni - tra cui: “Comprare un’azienda, come e perché”, “Finanza d’impresa” e “Corporate Governance” - è editorialista sulle principali testate nazionali.

Giovanni TAMBURI Presidente Tamburi Investment Partners

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