I R ISCHI SPECIFICI DEL IDEOTERMINALISTA · utilizzare correttamente il VDT deve, quindi,...

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I RISCHI SPECIFICI DEL V IDEOTERMINALISTA D.Lgs. 81/08 e successive modifiche e integrazioni LAVORARE in SICUREZZA A cura di Maria Rita Favella R.S.P.P. Dipartimento Organizzazione e Risorse Umane Direzione Sviluppo Professionale, Tutela del Lavoro e della Salute Valutazione della Performance

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I RISCHISPECIFICI DEL

VIDEOTERMINALISTAD.Lgs. 81/08

e successive modifiche e integrazioni

LAVORARE in SICUREZZA A cura di Maria Rita Favella R.S.P.P.

Dipartimento Organizzazione e Risorse UmaneDirezione Sviluppo Professionale, Tutela del Lavoro e della SaluteValutazione della Performance

sommario

IL VIDEOTERMINALISTADEFINIZIONI E NORMATIVAOBBLIGHI DEL DATORE DI LAVOROSVOLGIMENTO QUOTIDIANO DEL LAVORO

SORVEGLIANZA SANITARIA

INFORMAZIONE E FORMAZIONE

ATTREZZATURE:Schermo TastieraPiano di lavoro AccessoriSedile di lavoro

ILLUMINAZIONERUMOREMICROCLIMA

RADIAZIONI

PERCHÉ IL LAVORO AL VDT PUÒ PROVOCARE QUALCHE DISTURBO

Disturbi oculo-visivi Disturbi muscolo-scheletrici

ESERCIZI FISICI CONSIGLIATIPER CONCLUDERE ...MAI IGNORARE LO STRESS

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Il videoterminale (VDT) è ormai entrato a far parte degli strumenti comunementeusati sul posto di lavoro. Numerose attività professionali non potrebbero addiritturaesistere senza l’ausilio di un’unità video. È evidente che questo strumento ha rivo-luzionato il tradizionale lavoro d’ufficio.L’attività lavorativa al VDT richiede un complesso di prestazioni (visive, posturali,organizzative, ecc.) che risultano influenzate dalle condizioni relative all’ambiente,al soggetto e quelle intrinseche al compito lavorativo. La modifica di ciascun fattore comporta adattamenti e/o impegni aggiuntivi che pos-sono agevolare o ostacolare l’attività lavorativa e provocare disturbi che possonomanifestarsi in modi diversi. Il rispetto della normativa vigente aiuta il videoter-minalista ad operare in sicurezza.

DEFINIZIONI E NORMATIVAUso del VideoterminaleTitolo VII D.Lgs. 81/08

Videoterminale: uno schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di pro-cedimento di visualizzazione utilizzato (art.173, comma 1, lettera a).

Posto di lavoro: l’insieme che comprende le attrezzature munite di videoterminale,eventualmente con tastiera ovvero altro sistema d’immissione dati, incluso ilmouse, ovvero software per l’interfaccia uomo-macchina, gli accessori opzionali,le apparecchiature connesse comprendenti l’unità a dischi, il telefono, il modem,la stampante, il supporto per i documenti, la sedia, il piano di lavoro, nonché l’am-biente di lavoro immediatamente circostante (art.173, comma 1, lettera b).

Lavoratore: il lavoratore che utilizza un’attrezzatura monita di videoterminali inmodo sistematico o abituale, per venti ore settimanali, dedotte le interruzioni dicui all’art. 175 (art.173, comma 1, lettera c).

OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVOROIl Datore di Lavoro assegna le mansioni e i compiti lavorativi comportanti l’uso deivideoterminali anche secondo una distribuzione del lavoro che consenta di evitareil più possibile la ripetitività e la monotonia delle operazioni. Il Datore di Lavoro, all’atto della valutazione del rischio di cui all’art. 28, analizzai posti di lavoro con particolare riguardo:

* ai rischi per la vista e per gli occhi;

* ai problemi legati alla postura e all’affaticamento fisico o mentale;

* alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale (art. 174).

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IL VIDEOTERMINALISTA

SVOLGIMENTO QUOTIDIANO DEL LAVORO: orario e pause art. 175.

1. Il lavoratore ha diritto ad una interruzione della sua attività mediante pause, ov-vero, cambiamento di attività.2. Le modalità di tali interruzioni sono stabilite dalla contrattazione collettiva ancheaziendale.3. In assenza di una disposizione contrattuale riguardante l’interruzione di cui alcomma 1, il lavoratore, comunque, ha diritto ad una pausa di quindici minuti ognicentoventi minuti di applicazione continuativa al videoterminale.4. Le modalità e la durata delle interruzioni possono essere stabilite temporanea-mente a livello individuale ove il Medico Competente ne evidenzi la necessità.5. È comunque esclusa la cumulabilità delle interruzioni all’inizio ed al terminedell’orario di lavoro.6. Nel computo dei tempi di interruzione non sono compresi i tempi di attesa dellarisposta da parte del sistema elettronico, che sono considerati, a tutti gli effetti,tempo di lavoro, ove il lavoratore non possa abbandonare il posto di lavoro. omissis...

SORVEGLIANZA SANITARIA: art.176.

1. I lavoratori sono sottoposti alla Sorveglianza Sanitaria di cui all’articolo 41, conparticolare riferimento:

a) ai rischi per la vista e per gli occhi;b) ai rischi per l’apparato muscolo-scheletrico.

2. Sulla base delle risultanze degli accertamenti di cui al comma 1, i lavoratori ven-gono classificati ai sensi dell’articolo 41, comma 6.3. Salvi i casi particolari che richiedono una frequenza diversa stabilita dal MedicoCompetente, la periodicità delle visite di controllo è biennale per i lavoratori clas-sificati come idonei con prescrizioni o limitazioni e per i lavoratori che abbiano com-piuto il cinquantesimo anno di età, quinquennale negli altri casi.4. Per i casi di inidoneità temporanea il Medico Competente stabilisce il termineper la successiva visita di idoneità.5. Il lavoratore è sottoposto a visita di controllo per i rischi di cui al comma 1 a suarichiesta, secondo le modalità previste all’articolo 41, comma 2, lettera c).6. Il Datore di Lavoro fornisce a sue spese ai lavoratori i dispositivi speciali di cor-rezione visiva, in funzione dell’attività svolta, quando l’esito delle visite di cui aicommi 1, 3 e 4 ne evidenzi la necessità e non sia possibile utilizzare i dispositivinormali di correzione.

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Il Datore di Lavoro adotta le misure appropriate per ovviare ai rischi riscontrati inbase alle valutazioni di cui all’art. 176 comma 1, tenendo conto della somma, ov-vero della combinazione dell’incidenza dei rischi riscontrati (art.174, comma 2).

INFORMAZIONE E FORMAZIONE: art. 177.

1. In ottemperanza a quanto previsto in via generale dall’articolo 18, comma 1, lettera l), ilDatore di Lavoro deve:a) fornire ai lavoratori informazioni, in particolare per quanto riguarda:

* le misure applicabili al posto di lavoro, in base all’analisi dello stesso di cui all’articolo 174;

* le modalità di svolgimento dell’attività;* la protezione degli occhi e della vista;

b) assicurare ai lavoratori una formazione adeguata in particolare in ordine a quanto indicatoal comma 1, lettera a).

La formazione e l’informazione degli addetti al videoterminale, è prevista dalla normativavigente in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per quanto riguarda gli aspettirelativi alla prevenzione. E’ indispensabile che gli aspetti della sicurezza vengano visti comeun tutt’uno con gli aspetti operativi e non come sovrastruttura dell’attività lavorativa. Saperutilizzare correttamente il VDT deve, quindi, significare saper produrre rispettando regoledi prevenzione.

EFFETTI SULLA SALUTE DEL LAVORO AL VDT

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COMPARSA DEI DOLORI MUSCOLARI

Se si digita sulla tastiera senza appoggiare le braccia,ai muscoli affluisce meno sangue del necessario. Diconseguenza il muscolo, mal nutrito, si affatica e di-venta dolente.

DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICISono legati al mantenimento prolungato e fisso, tal-volta non ergonomicamente esatto, della postazione dilavoro: senso di pesantezza, tensione, indolenzimento,dolore muscolare a: collo, schiena, spalle, braccia,mani.

ATTREZZATURELe attrezzature che costituiscono la postazione e l’ambiente di lavoro del videoterminalistadevono possedere i requisiti minimi indicati dalle sotto riportate norme legislative e tecni-che:

· D.Lgs. 81/2008;· DM 02/10/2000 (Linee guida d’uso dei videoterminali);· L 422/2000 (Legge Comunitaria);· UNI EN 527 (Mobili per ufficio – Tavoli da lavoro e scrivanie);· UNI EN 1335 (Mobili per ufficio – Sedia da lavoro per ufficio);· UNI 7367 (Mobili per ufficio. Posto di lavoro: scrivania e sedia, tavolo per videoterminale esedia);· CEI EN 60950 (Apparecchiature per la tecnologia dell’informazione – sicurezza elettrica).

Schermo•I caratteri sullo schermo devono avere una buona definizione e una forma chiara, una gran-dezza sufficiente e uno spazio adeguato tra i caratteri e le linee.•L’immagine sullo schermo deve apparire stabile, la luminosità e il contrasto tra i caratterifacilmente regolabili dall’utilizzatore del VDT.•L’uso degli schermi addizionali (filtri) antiriflesso, contrariamente a quanto si riteneva, allostato attuale delle conoscenze, non apporta benefici sostanziali e documentati.

Lo schermo deve essere orientabile e inclinabile liberamente.•Il videoterminale deve avere dimensioni adeguate alla postazione, e essere posizionato sultavolo di lavoro, in modo tale che il margine superiore dell'apparecchio non si trovi a un livellopiù elevato dell'occhio dell'utilizzatore, al fine di non causare indebiti movimenti di esten-sione del collo.•La distanza ideale tra gli occhi dell’operatore e lo schermo è di 50 -70 centimetri.

Tastiera•La tastiera deve essere tale da favo-rire una posizione delle mani e dellebraccia che non affatichi l'operatore;•indipendente dagli altri componenti;•inclinabile rispetto al piano di la-voro;•consentire posizioni intermedie;•possedere un bordo anteriore sottileal fine di permettere un corretto ap-poggio del polso sul tavolo;•possedere una superficie opaca alfine di evitare possibili riflessi fasti-diosi per l’operatore;•deve essere posizionata frontal-mente allo schermo a una distanza dalbordo della scrivania di 10-15 centi-metri.

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Piano di lavoroIl piano di lavoro deve avere una superficie poco riflettente, disufficienti dimensioni e permettere una disposizione flessibiledello schermo, della tastiera, dei documenti e del materiale ac-cessorio.Deve essere stabile e di altezza fissa o regolabile, indicativa-mente fra i 70 e 80 centimetri. Deve avere uno spazio idoneo per il comodo alloggiamento degliarti inferiori e del sedile.

Sedile di lavoroIl sedile di lavoro deve essere stabile, a cinque razze, permettere all’utiliz-zatore una certa libertà di movimento e una posizione comoda; deve potersiregolare in altezza, possedere uno schienale variabile in altezza e facilmenteinclinabile. Mantenere una posizione seduta corretta e dinamica ed evitare di tenere alungo la posizione seduta, sono misure fondamentali per prevenire i disturbimuscolo scheletrici. È assolutamente necessario verificare che la propriasedia sia perfettamente regolata, a tale scopo può essere necessario farsiaiutare da un collega.Per proteggere e mantenere in asse la parte bassa dellaschiena, usando il computer, non si devono accavallare legambe: entrambi i piedi poggiano sul pavimento o, se neces-sario, su un poggiapiedi. La tastiera del computer deve es-sere sempre posizionata in modo tale che gli avambraccirisultino essere in parallelo col pavimento. Il monitor deveessere allineato agli occhi, e il mouse deve sempre essereusato con l’intero braccio e non solo con il polso. Una cattivapostura, se non corretta, diventa una consuetudine peggio-rando la situazione e la salute in generale.

ILLUMINAZIONELa luce naturale dovrebbe costituire parte integrante dell’ illuminazione ambientale.La vicinanza di finestre potrebbe comportare fenomeni di abbagliamento ove l'operatore siarivolto verso le stesse, oppure la presenza di riflessi sullo schermo, se l'operatore volta lespalle alla finestra. A distanza maggiore di 3-4 metri la luce naturale diventa insufficienteai fini di una buona visione del videoterminale. Pertanto un illuminamento artificiale diurnopotrebbe risultare necessario, anche in uffici dotati di buona finestratura. L’eccessivo illu-minamento delle superfici orizzontali può provocare, anche in tempi brevi, una riduzione

dello stato di benessere e direndimento; divengono,inoltre, più evidenti i feno-meni di riflessione con con-seguente perdita didefinizione d’immagine (ti-pico è il caso di abbaglia-mento da foglio bianco). Sihanno condizioni sfavore-voli di illuminazione con

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abbagliamenti diretti, riflessi e contrasti eccessivi.Le sorgenti artificiali maggiormente impiegate negli uffici sono le lampade fluorescenti.Quelle ottimali per il lavoro al VDT sono quelle cosiddette "bianche a tonalità calda" cheemanano una luce tendente al giallo.Per minimizzare i riflessi devono essere montate a soffitto, con paraluce a lamelle anti-ab-bagliamento, in file parallele alla direzione dello sguardo dell’operatore, ma non sopra latesta dello stesso.Un ambiente è adeguato per il lavoro al VDT quando gli schermi sono posti a 90° rispetto allefinestre e le finestre sono schermate (ad esempio con “veneziane”).

RUMOREIl rumore emesso dal VDT e dalle apparecchiature ad esso connesse (in normali condizioni diefficienza) risulta, in fase di digitazione alla tastiera e di stampa, generalmente inferiore aquello delle macchine per scrivere, sia a nastro che a testina rotante.A titolo esemplificativo vengono di seguito riportati alcuni valori di riferimento, dedotti darilevazioni fonometriche effettuate in prossimità dell’operatore:- macchina per scrivere elettrica a nastro: 70-75 dB(A);- video + digitazione tastiera: 56-58 dB(A);- stampante a getto di inchiostro: circa 50 dB(A);- conversazione normale a un metro di distanza: 60-75 dB(A).Il VDT ha un livello di emissione di rumore nettamente inferiore a quello che usualmente siregistra in un ufficio dove operano più persone.La legislazione vigente in ambito di rumore (Titolo VIII - Capo II del D.Lgs. 81/2008), nonidentifica alcun rischio di ipoacusia da rumore per livelli di esposizione giornaliera (LEP, d)inferiori agli 80 dB(A).

MICROCLIMAIl microclima, sul posto di lavoro al VDT, è in funzione di una serie di parametri fisici (tem-peratura, umidità relativa, velocità dell’aria) correlate più alle caratteristiche costruttivedell’ambiente che alla potenza termica dissipata dal VDT stesso. Un microclima incongruo èspesso indicato dagli operatori addetti al VDT quale principale fonte di disagio.

RADIAZIONIÈ opportuno evidenziare subito che, per quanto riguarda la pericolosità delle radiazioniemesse dai videoterminali, queste sono rilevabili solo a una distanza di pochi millimetri dalloschermo e non possono, pertanto, interessare l'operatore.

PERCHE’ IL LAVORO AL VDT PUO’ PROVOCARE QUALCHE DISTURBO• affaticamento visivo (astenopia)• disturbi muscolo – scheletrici• stressTali problemi si possono prevenire con l’applicazione di principi ergonomici nella progetta-zione dei posti di lavoro e con comportamenti adeguati da parte dei lavoratori.

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L’incidenza dei disturbi, visivi e non, tra gli operatori che utilizzano il VDT è stata evidenziatain un’indagine italiana che ha valutato oltre 30.000 lavoratori di cui 20.000 adibiti a lavorocon VDT per almeno quattro ore al giorno.Confrontando il gruppo dei lavoratori addetti a VDT con quello dei lavoratori che non ne fannouso, sono emerse sostanziali differenze nella frequenza dei disturbi segnalati; tra gli operatoria VDT i disturbi oculari sono stati segnalati da più della metà dei lavoratori, mentre gli stessidisturbi erano segnalati solo dal 30% circa dell’altro gruppo di lavoratori.Differenze di incidenza dei disturbi tra i due gruppi attorno al 15% si sono evidenziate ancheper disturbi alla schiena, al collo, mal di testa, ansia.I falsi allarmi: in passato sono state diffuse preoccupazioni per la presenza di radiazioni neiposti di lavoro con VDT e per i conseguenti possibili effetti sulla gravidanza (aborti, partiprematuri, malformazioni congenite) e sull’apparato visivo (cataratta).Studi qualificati sull’argomento non hanno confermato la presenza di tali rischi.

Disturbi oculo-visiviL’insieme dei disturbi visivi provocati dall’eccessivo affaticamento dell’apparato visivo vienecomunemente indicato come ASTENOPIAI segni associati a questa sindrome sono:· fatica accomodativa;· fatica muscolare;· fatica percettiva (visione annebbiata, visione sdoppiata, ecc.);· irritazione oculare (bruciore, lacrimazione, sensazione di corpo estraneo, fastidio alla luce,ecc.).Le possibili cause possono essere riconducibili a:· eccesso o insufficienza di illuminazione generale;· presenza di riflessi da superfici lu-cide;· luce diretta proveniente dalle fine-stre o da fonti artificiali non adegua-tamente schermate;· presenza di superfici di coloreestremo (bianco o nero);· scarsa definizione dei caratteri.Gli occhi, durante il lavoro, si stancanofino al punto da rischiare patologiecome la miopia, soprattutto quando siè giovani, o la cosiddetta sindrome dicomputer vision (caratterizzata da maldi testa, affaticamento degli occhi, vi-sione offuscata). È necessario, per laloro salute, proteggerli, distogliere losguardo dallo schermo ad intervalli regolari, regolare lo schermo in modo tale che contrasto eluminosità non siano troppo “fastidiosi” e, ogni tanto, chiudere gli occhi per evitare che siasciughino. Per prevenire patologie e disturbi è sempre utile rivolgersi agli specialisti in mododa sottoporsi a dei controlli periodici come previsti dalla sorveglianza sanitaria.

Disturbi muscolo-scheletriciI sintomi caratteristici sono dolori, rigidità, parestesie localizzate per lo più alle braccia, allegambe e alle estremità (polsi e dita).Le cause di tali disturbi possono essere riconducibili all’inadeguatezza del posto di lavoro che

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obbliga l’operatore ad assumere posizioni fisse prolungate e spesso non corrette, in partico-lare:

* posizioni di lavoro inadeguate per l’errata scelta e disposizione degli arredi e dei VDT;

* posizioni di lavoro fisse o mantenute per tempi prolungati anche in pre-senza di postazioni di lavoro ben strutturate;

* movimenti rapidi e ripetitivi delle mani, digitazione o uso del mouse per tempi lunghi

ESERCIZI FISICI CONSIGLIATIMuoversi di piùChi lavora abitualmente al videoterminale deve approfittare di qualsiasi occasione per muo-versi e cambiare la posizione seduta. Inoltre in ufficio è preferibile usare le scale anziché l’ascensore. Tutto ciò favorisce la circo-lazione sanguigna e il metabolismo, ne beneficiano la colonna vertebrale e le giunture. Perquesto motivo è opportuno variare frequentemente attività, come ad esempio recuperare ifogli dalla stampante, archiviare la documentazione o consultare un collega in un’altrastanza. Inoltre, mentre si lavora al videoterminale, è bene cambiare spesso la posizione dellegambe.

L’ideale sarebbe dividere il tempo di lavoro nel seguente modo:- per il 60% lavorare in posizione seduta dinamica;- per il 30% lavorare in piedi;- per il 10% attività di movimento (ad es. passare a piedi da un piano all’altro, da un ufficioall’altro, ecc.) alternando frequentemente le tre tipologie di attività.

Camminare un po’ durante la pausa pranzo aumenta la produttività e migliora l’umore. Unnuovo studio, sulla salute e il benessere durante l’attività lavorativa, dimostra come unabreve e tranquilla passeggiata possa immediatamente rendere le persone più positive e capacidi affrontare lo stress. Una camminata durante la pausa pranzo aiuta a combattere il crollo di entusiasmo e di at-tenzione sul lavoro che spesso arriva durante il pomeriggio e inoltre i benefici della seppurbreve attività fisica non si fermano qui e sono molteplici.Lo dimostra una ricerca condotta dall’Università di Birmingham e pubblicata sullo Scandina-vian Journal of Medicine and Science in Sports che ha monitorato gli effetti della camminatasu un gruppo di volontari. Sisa che l’esercizio fisico fabene all’umore, ma gli altristudi si sono sempre concen-trati su un periodo di tempolungo, ovvero dopo setti-mane o mesi di pratica spor-tiva. In questo caso levariazioni di umore venivanomisurate giorno per giorno egli effetti monitorati ora perora sul posto di lavoro. Ilgruppo di volontari selezio-

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nati comprendeva 56 persone (per lo più donne) di mezza età che svolgevano un lavoro se-dentario: a metà di loro è stato chiesto di camminare per 30 minuti in pausa pranzo per trevolte la settimana, mentre il secondo gruppo serviva come metro di paragone. L’esperimento è durato 10 settimane: non c’era una distanza minima da percorrere o una ve-locità da mantenere e i 30 minuti avrebbero anche consentito loro di pranzare. Tutti avevanoun’apposita applicazione sul telefonino che permetteva di rispondere subito alle domandesugli stati d’animo percepiti. I ricercatori hanno quindi elaborato tutte le risposte raccolte. È emerso nei giorni in cui i volontari avevano camminato durante la pausa pranzo che, allaripresa delle attività pomeridiane, si sentivano più positivi, meno tesi, e in genere più rilas-sati.Fatto non trascurabile: tutti avevano migliorato le loro prestazioni aerobiche e altri parametridi salute generale al completamento delle 10 settimane di esercizio.Di seguito vengono presentati alcuni semplici esercizi, che richiedono pochi minuti e pos-sono effettuarsi nelle pause di lavoro.

Collo Per dieci volte ritirare il mento, tornare in posizione normale, protrudere il mento e ritornarein posizione normale.AvambracciaStiramento: per 5 volte rimanere circa 20” (secondi) con le mani aperte ad angolo retto sul-l'avambraccio.SpalleStiramento: da seduti portare le mani tra le scapole tenendo i gomiti ben in alto. Rimanerenella posizione per 20". Ripetere l’esercizio 5 volte.Stiramento: seduti su di una sedia, a schiena diritta, con le gambe allargate ed i piedi pog-giati a terra. Mettere le mani tra le gambe ed andare con il corpo in avanti fino a toccare ilpavimento con il dorso delle mani.Rimanere in questa posizione per qualche secondo poi ritornare nella posizione iniziale riti-rando nell’ordine schiena, dorso, spalle e testa. Ripetere 5 volte. Rinforzo: sollevare le spalle per 10" poi rilassarle. Scendere le spalle per 10" poi rilassarle.Ripetere l’esercizio per 5 volte.

Esercizi di stretching e rilassa-mentoDi seguito verranno illustrati tre-dici differenti esercizi che è consi-gliabile eseguire regolarmente.Dal punto di vista ergonomico sa-rebbe opportuno eseguire alcuni diquesti esercizi durante le pause.Gli esercizi di ginnastica e di stret-ching consentono di migliorarenettamente lo stato di salute. Seuno di questi esercizi dovesse cau-sare inaspettatamente dei di-sturbi, è bene sospenderlo e, persicurezza, consultare un medico.

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E PER CONCLUDERE … MAI IGNORARE LO STRESS.

Tachicardia, stati d’ansia, palpitazioni, cefalee ricorrenti, disturbi del sonno, e … una sgra-devole sensazione di non farcela, sono questi i campanelli d’allarme con cui, talvolta, si an-nuncia lo stress.Il nostro organismo reagisce con sintomi fisici se sottoposto al continuoaffannarsi per assicurare la massima efficienza e puntualità nel lavoro, al pretendere il mas-simo da se stessi per ottenere la stima dei colleghi e dei dirigenti o per mantenere l’armonianell’ambiente di lavoro. Controllare quotidianamente tante emozioni e stimoli può essere troppo difficile. Lo stress da lavoro-correlato è definito come risposta del proprio organismo a una sollecita-zione, percepita come eccessiva, proveniente dall’ambiente esterno, tale da generare pro-blemi, preoccupazioni ed emozioni che quotidianamente si ripresentano, oltre all’insiemedei compiti attinenti al lavoro, alla famiglia, allo studio, alla salute e quant’altro. Più sem-plicemente, lo stress è una reazione a una situazione in cui le richieste dell’ambiente superanole capacità di adattamento e le risorse della persona. Come reagire, dunque, per non soccom-bere? Raggiungere una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni, fronteggiare situazioni didisagio anche parlandone, separare il più possibile il lavoro dalla vita privata, pensare ai pro-pri cari e a se stessi, vedere gli amici, praticare sport e coltivare hobbies. A conclusione quindidi quanto finora esposto, la Pubblica Amministrazione, in base al D.Lgs. 81/08 art. 28 comma1, al successivo correttivo D.Lgs. 106/09 e all’Accordo Stato Regione 2011, affronta la va-lutazione del “Rischio Stress da Lavoro Correlato” e realizzando, ove necessario, piani di mi-glioramento per la salute e la sicurezza dei lavoratori.

OBBLIGO DI INFORMAZIONE

OBBLIGHI PER IL DATORE DI LAVOROArticolo 36 e articolo 177 comma 1. a) del D.Lgs. 81/08 e successive modificazioni

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RICEVUTA DI CONSEGNA DEL MATERIALE INFORMATIVO

Il/la sottoscritto/a..................................................................Dipendente Amministrazione/Ente .....................................................................................................................................dichiara di aver ricevuto dal datore di lavoro copia dell’opuscolo “Il lavoro al videoterminale”.

Tale documentazione è stata fornita per ottemperare agli obblighi di infor-mazione di cui all’art. 36 e all’art. 177 comma 1. a) del D.Lgs. 81/08 esuccessive modificazioni.Per ricevuta

(firma) ...................................................

Data ...........................

RSPP………………………………………………

Il Datore di Lavoro

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VIDEOTERMINALISTAD.Lgs. 81/08

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R.S.P.P.

progetto grafico: Paolo CazzellaDipartimento Comunicazione