I quaderni - conclusioni

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PORTE APERTE ALL’ENERGIA SOSTENIBILE E LABORATORI PER LE SCUOLE EVENTI SPECIALI I quaderni di Energheia 83 Non solo incontri, approfondimenti e dibattiti, ma anche visite, esperienze sul campo e laboratori didattici dedicati agli studenti. La Settimana dell'Energia Sostenibile ha trattato il tema della green economy a 360 gradi. Nel calendario di appuntamenti hanno trovato spazio anche le visite alla stalla sociale di Monastier (TV) con il suo impianto di biogas che produce energia elettrica per oltre 2 mila famiglie, e alle mini centrali idroelettriche di Sarcedo (VI) costruite utilizzando i canali irrigui. Eventi speciali aperti alla cittadinanza – operatori, studenti, famiglie - che ha risposto con una grande partecipazione: un pubblico eterogeneo per età e provenienza che ha avuto l'opportunità di conoscere da vicino due eccellenze espresse dal territorio. Agli studenti veneti, in particolare, è stata offerta la possibilità di partecipare ad un laboratorio didattico sulla realizzazione di un pannello solare-termico. Anche l'antico mestiere contadino quando sposa le più moderne tecnologie si rivela capace di rinnovarsi e innovare. E appare naturale che proprio un gruppo di allevatori, che conosce bene l'importanza del rispetto della natura e dei suoi equilibri, promuova un progetto basato sul legame tra una millenaria occupazione e l'esperienza di produzione di energia pulita. Accade a Monastier, piccolo comune trevigiano, dove la locale Stalla Sociale, azienda zootecnica con quarant'anni di storia, dall'anno scorso affianca all'attività di allevamento di bovini da carne la produzione di energia verde, grazie ad . L'idea, scaturita dagli incontri con Pierluigi Navarotto, professore dell'Università degli Studi di Milano, si è delineata gradualmente nella mente dei responsabili della Stalla che ne hanno intuito le potenzialità. I numeri oggi dicono molto sulla lungimiranza di tale visione: l'impianto, alimentato dalle deiezioni dei 3.500 bovini (21 mila tonnellate di letame l'anno) e con biomasse vegetali (in prevalenza silomais, coltivato in 400 La stalla sociale di Monastier: uno dei maggiori impianti di biogas del Nordest, il più grande a Treviso un impianto di biogas capace di generare energia elettrica sufficiente a soddisfare il bisogno annuo di oltre 2 mila famiglie ettari per un totale di 12.400 tonnellate l'anno), , garantendo . L'impianto di biogas, realizzato dalla MT-Energie Italia (Padova), è stato progettato per assicurare il massimo sfruttamento energetico del substrato impiegato. In assenza di ossigeno, la sostanza organica immessa nei digestori fermenta e si trasforma in biogas, che viene convogliato in un cogeneratore, dove si trasforma in energia elettrica che viene immessa nella rete pubblica Enel. Al termine del processo di fermentazione, rimane il digestato, sottoprodotto della digestione anaerobica che viene valorizzato come fertilizzante organico. I vantaggi in termini di rispetto ambientale sono notevoli: il biogas non solo assicura autonomia energetica, ma favorisce la graduale riduzione dell'inquinamento ambientale, rappresentando anche un'opportunità di lavoro per le giovani generazioni contadine che non vogliono lasciare la terra. Pochi sono gli enti con una percezione precisa dell'importanza di rinnovamento e innovazione quanto i consorzi di bonifica che nel corso della loro storia hanno dovuto evolversi e mutare il proprio operato in sintonia con le profonde trasformazioni del territorio. Lo testimonia il percorso compiuto dal Consorzio di bonifica Medio Astico Bacchiglione (Vicenza) - da fine gennaio formalmente confluito nel Consorzio Alta Pianura Veneta - che, pur mantenendo gli storici compiti di bonifica, pulizia e manutenzione di canali, rogge e fossi, di distribuzione di acqua agli agricoltori tramite gli impianti irrigui e di gestione dell'emergenza piene, nel 2009 si è aperto ad un nuovo ruolo, divenendo anche produttore di energia idroelettrica, utilizzando i piccoli salti d’acqua presenti nel sistema di canali della zona. Il Consorzio è riuscito, ancora una volta, a reinterpretare la propria veste e a rinnovarsi a partire dalla risorsa acqua che da sempre ha in un anno fornisce 7 milioni e mezzo di kilowatt/ora di energia elettrica una riduzione di anidride carbonica nell'atmosfera di 4 mila tonnellate “Alta Pianura Veneta”: da consorzio di bonifica a produttore di energia idroelettrica, con 7 centrali è il primo del Veneto costituito il saldo punto di partenza nella definizione delle sue prerogative. Sono , delle quali quattro acquistate nel settembre 2008 e tre entrate in funzione nell'ottobre 2008, costruite ex novo dall'ente con finanziamenti propri e regionali. Con le recenti acquisizioni (circa 900 mila euro l'anno). Novità assoluta di questa esperienza è il fatto che le tre nuove centrali sono state costruite non su corsi d'acqua dell'ente, bensì utilizzando tubazioni degli impianti di irrigazione consorziale. I ricavi che la nuova avventura imprenditoriale green porterà (capaci di coprire il 30 per cento del bilancio consorziale) permetteranno di finanziare e realizzare maggiori lavori sul territorio senza gravare sulle tasche dei cittadini oppure di ridurre gli importi delle bollette. Grazie alla collaborazione dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura (INBAR), Sezione di Padova, agli studenti degli istituti tecnici del Veneto, GREENordEsT week ha offerto la possibilità di partecipare ad un laboratorio didattico della durata di due ore, all’interno dell’orario scolastico, sulla . L’iniziativa, mediante un’esperienza pratica, ha avuto l’obiettivo si sensibilizzare gli studenti sul tema delle energie rinnovabili. Il laboratorio, che ha visto la partecipazione di 150 alunni (tra Padova e Vicenza) si è articolato in una prima sintetica parte teorico-informativa sul concetto di risparmio energetico e di energia rinnovabile, nonché sulla funzionalità dei pannelli solari. La seconda parte, di carattere pratico, ha riguardato l’assemblaggio dei diversi elementi costitutivi del pannello solare. sette le piccole centrali idroelettriche che il Consorzio ha in esercizio il Consorzio è diventato il primo del Veneto, sia per numero di centrali sia per le entrate economiche provenienti dalla vendita di energia elettrica prodotta da fonte rinnovabile A scuola di rinnovabili: il laboratorio didattico per realizzare un pannello solare- termico realizzazione di un pannello solare-termico

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GRENordEsT week per cittadini e studenti. Il ruolo del Trentino per lo sviluppo sostenibile

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Page 1: I quaderni - conclusioni

PORTE APERTE ALL’ENERGIA SOSTENIBILE E LABORATORI PER LE SCUOLE

EVENTI SPECIALI

I quaderni di Energheia

83

Non solo incontri, approfondimenti e dibattiti,

ma anche visite, esperienze sul campo e

laboratori didattici dedicati agli studenti. La

Settimana dell'Energia Sostenibile ha trattato il

tema della green economy a 360 gradi. Nel

calendario di appuntamenti hanno trovato spazio

anche le visite alla stalla sociale di Monastier

(TV) con il suo impianto di biogas che produce

energia elettrica per oltre 2 mila famiglie, e alle

mini centrali idroelettriche di Sarcedo (VI)

costruite utilizzando i canali irrigui. Eventi

speciali aperti alla cittadinanza – operatori,

studenti, famiglie - che ha risposto con una

grande partecipazione: un pubblico eterogeneo

per età e provenienza che ha avuto l'opportunità

di conoscere da vicino due eccellenze espresse

dal territorio. Agli studenti veneti, in particolare,

è stata offerta la possibilità di partecipare ad un

laboratorio didattico sulla realizzazione di un

pannello solare-termico.

Anche l'antico mestiere contadino quando sposa

le più moderne tecnologie si rivela capace di

rinnovarsi e innovare. E appare naturale che

proprio un gruppo di allevatori, che conosce

bene l'importanza del rispetto della natura e dei

suoi equilibri, promuova un progetto basato sul

legame tra una millenaria occupazione e

l'esperienza di produzione di energia pulita.

Accade a Monastier, piccolo comune trevigiano,

dove la locale Stalla Sociale, azienda zootecnica

con quarant'anni di storia, dall'anno scorso

affianca all'attività di allevamento di bovini da

carne la produzione di energia verde, grazie ad

. L'idea,

scaturita dagli incontri con Pierluigi Navarotto,

professore dell'Università degli Studi di Milano,

si è delineata gradualmente nella mente dei

responsabili della Stalla che ne hanno intuito le

potenzialità. I numeri oggi dicono molto sulla

lungimiranza di tale visione: l'impianto,

alimentato dalle deiezioni dei 3.500 bovini (21

mila tonnellate di letame l'anno) e con biomasse

vegetali (in prevalenza silomais, coltivato in 400

La stalla sociale di Monastier: uno dei

maggiori impianti di biogas del Nordest, il più

grande a Treviso

un impianto di biogas capace di generare

energia elettrica sufficiente a soddisfare il

bisogno annuo di oltre 2 mila famiglie

ettari per un totale di 12.400 tonnellate l'anno),

, garantendo

. L'impianto

di biogas, realizzato dalla MT-Energie Italia

(Padova), è stato progettato per assicurare il

massimo sfruttamento energetico del substrato

impiegato. In assenza di ossigeno, la sostanza

organica immessa nei digestori fermenta e si

trasforma in biogas, che viene convogliato in

un cogeneratore, dove si trasforma in energia

elettrica che viene immessa nella rete pubblica

Enel. Al termine del processo di fermentazione,

rimane il digestato, sottoprodotto della

digestione anaerobica che viene valorizzato

come fertilizzante organico. I vantaggi in

termini di rispetto ambientale sono notevoli: il

biogas non solo assicura autonomia energetica,

ma favorisce la graduale riduzione

dell'inquinamento ambientale, rappresentando

anche un'opportunità di lavoro per le giovani

generazioni contadine che non vogliono lasciare

la terra.

Pochi sono gli enti con una percezione precisa

dell'importanza di rinnovamento e innovazione

quanto i consorzi di bonifica che nel corso della

loro storia hanno dovuto evolversi e mutare il

proprio operato in sintonia con le profonde

trasformazioni del territorio. Lo testimonia il

percorso compiuto dal Consorzio di bonifica

Medio Astico Bacchiglione (Vicenza) - da fine

gennaio formalmente confluito nel Consorzio

Alta Pianura Veneta - che, pur mantenendo gli

storici compiti di bonifica, pulizia e

manutenzione di canali, rogge e fossi, di

distribuzione di acqua agli agricoltori tramite gli

impianti irrigui e di gestione dell'emergenza

piene, nel 2009 si è aperto ad un nuovo ruolo,

divenendo anche produttore di energia

idroelettrica, utilizzando i piccoli salti d’acqua

presenti nel sistema di canali della zona.

Il Consorzio è riuscito, ancora una volta, a

reinterpretare la propria veste e a rinnovarsi a

partire dalla risorsa acqua che da sempre ha

in un anno fornisce 7 milioni e mezzo di

kilowatt/ora di energia elettrica

una riduzione di anidride carbonica

nell'atmosfera di 4 mila tonnellate

“Alta Pianura Veneta”: da consorzio di

bonifica a produttore di energia idroelettrica,

con 7 centrali è il primo del Veneto

costituito il saldo punto di partenza nella

definizione delle sue prerogative. Sono

, delle quali quattro

acquistate nel settembre 2008 e tre entrate in

funzione nell'ottobre 2008, costruite ex novo

dall'ente con finanziamenti propri e regionali.

Con le recenti acquisizioni

(circa 900 mila

euro l'anno). Novità assoluta di questa

esperienza è il fatto che le tre nuove centrali

sono state costruite non su corsi d'acqua

dell'ente, bensì utilizzando tubazioni degli

impianti di irrigazione consorziale. I ricavi che la

nuova avventura imprenditoriale green porterà

(capaci di coprire il 30 per cento del bilancio

consorziale) permetteranno di finanziare e

realizzare maggiori lavori sul territorio senza

gravare sulle tasche dei cittadini oppure di

ridurre gli importi delle bollette.

Grazie alla collaborazione dell’Istituto Nazionale

di Bioarchitettura (INBAR), Sezione di Padova,

agli studenti degli istituti tecnici del Veneto,

GREENordEsT week ha offerto la possibilità di

partecipare ad un laboratorio didattico della

durata di due ore, all’interno dell’orario

scolastico, sulla

. L’iniziativa, mediante

un’esperienza pratica, ha avuto l’obiettivo si

sensibilizzare gli studenti sul tema delle energie

rinnovabili. Il laboratorio, che ha visto la

partecipazione di 150 alunni (tra Padova e

Vicenza) si è articolato in una prima sintetica

parte teorico-informativa sul concetto di

risparmio energetico e di energia rinnovabile,

nonché sulla funzionalità dei pannelli solari. La

seconda parte, di carattere pratico, ha

riguardato l’assemblaggio dei diversi elementi

costitutivi del pannello solare.

sette le

piccole centrali idroelettriche che il

Consorzio ha in esercizio

il Consorzio è

diventato il primo del Veneto, sia per numero

di centrali sia per le entrate economiche

provenienti dalla vendita di energia elettrica

prodotta da fonte rinnovabile

A scuola di rinnovabili: il laboratorio

didattico per realizzare un pannello solare-

termico

realizzazione di un pannello

solare-termico

Page 2: I quaderni - conclusioni

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Not only meetings, analysis and debate but also

visits, practical experiences and workshops

dedicated to students; the Sustainable Energy

Week dealt with every aspect of green economy.

Organized visits to the “Stalla sociale” (social

farm) of Monastier (Treviso) with its biogas plant

giving energy to more than 2000 families and to

the mini-hydroelectric power stations of Sarcedo

(Vicenza), established on an irrigation canal.

These special events were opened to a

heterogeneous group of citizens in both age and

origin, who had the chance to get to know some

of the excellent work carried out in Veneto. To

students the possibility to take part in a

workshop for the building of a solar thermal

collector was also offered.

Even the ancient trade of farming can be

renewed and innovative when combined with

modern technologies. It seems natural,

therefore, that a group of breeders, who

understand only too well the importance of the

natural balance of things, should promote a

project based on the link between an ancient

profession and the experience of producing

green energy. This is what happens in

Monastier, a small village in the province of

Treviso: here the “Stalla sociale”, an animal

husbandry with forty years of history in beef

cattle breeding that has also produced green

energy since last year, with a

. The idea came from the farm’s

managers after a meeting with Pierluigi

Navarotto, professor at the University in Milan,

and was actually a very farsighted vision. The

plant is today fed with the waste from 3,500

oxen (21 thousand tons of manure per year) and

with vegetal biomasses (mainly corn, raised in

400 hectares for a total of 12,400 tons per year).

Monastier’s “Stalla sociale”: one of the

biggest biogas facilities in the North-East of

Italy and the largest in Treviso

biogas plant that

can satisfy the energy demand of more than

2000 families

It produces

, resulting in a

. The biogas plant, set up by the

Padua-based company MT-Energie Italia, is

designed to assure the maximum exploitation of

the substratum used. In absence of oxygen, the

organic substance in the digesters ferments

and becomes biogas, which is then directed to

a co-generator, where it is transformed into

electric energy to be introduced into the public

electricity network of Enel. At the end of the

fermentation process the by-product remaining,

digestate, is put to good use as organic

fertilizer. The advantages are remarkable, and

not only for the environment: biogas, in fact,

assures energy autonomy and supports the

reduction of pollution, but is also a job

opportunity for the young farmers who don’t

want to leave their land.

Water reclamation consortiums, historically,

had to evolve and modify their work following

the deep transformations of land. This is why

they are probably the authority with the best

understanding of the importance of innovation.

An example is provided by the Medio Astico

Bacchiglione reclamation consortium (province

of Vicenza), now a member of Alta Pianura

Veneta consortium: besides the traditional

assignments - keeping ditches clean,

distributing water to farmers and managing

spate emergencies - in 2009 the Consortium

also became a producer of hydroelectric energy

exploiting the small waterfalls of the local

irrigation network. There are currently

, of

which four were bought in September 2008

and three were built ex novo with the

consortium’s and regional funds and started

working in October the same year. Now the

Consortium is the

7,5 millions kWh of electric

energy per year reduction of 4

thousand tons of carbon dioxide in the

atmosphere

“Alta Pianura Veneta”: in the beginning only

a water reclamation consortium, it is now

the major hydroelectric energy producer in

Veneto with seven facilities.

seven

small hydroelectric power stations

operating in the Consortium network

main producer of

hydroelectric energy in Veneto, both for the

number of stations and the revenues from

sale of energy

Learn how to be renewable: a workshop to

build a solar thermal collector

creation of a solar

thermal collector

(about 900 thousand euro/year)

The originality of this project is that the three

new stations have not been established on

water canals, but on the pipes of the irrigation

network. The income from this green

investment - potentially covering 30% of the

consortium balance - will fund new projects

without being a burden for citizens or will allow

a reduction of charges to end users.

Thanks to the collaboration of the Padua section

of INBAR (National Institute of Bio-

architecture), Veneto technical college students

were offered the possibility to take part in a

two-hour workshop for the

. The aim of the initiative was

to raise awareness amongst students of the

importance of renewable energy through a

practical experience. The workshop took place

in schools in Padua and Vicenza, involving 150

students and was divided into two parts: the

first, more theoretical, on energy saving,

renewable energy and the role of solar

collectors; the second, more practical, saw

students assemble the components of a solar

collector.

OPEN-DOOR DAY FOR

RENEWABLE ENERGY AND

WORKSHOPS FOR STUDENTS

I quaderni di Energheia

Page 3: I quaderni - conclusioni

85

Fig. 1-5: Immagini scattate durante le visite a una centrale idroelettrica, alla Stalla di Monastier

e il laboratorio didattico per realizzare un pannello solare-termico

Pictures taken during the visits to an hydroelectric power station, to Monastier’s

Stalla Sociale and the educational workshop to build a solar thermal collector

I quaderni di Energheia

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Page 4: I quaderni - conclusioni

greeNordEsTweek: il Triveneto protagonistaTake a week to change tomorrow

TRENTINO

VENETO

FRIULIVENEZIA GIULIA

Udine

BELLUNO

TRENTO

Isera

Riva del Garda

VERONA SARCEDO

MONASTIER

Camposampiero

Vicenza

PADOVA

VENEZIA

ROVIGO

Pergine Valsugana

Fiera di Primiero

San Vito alTagliamento

Trieste

A

O

VE

R

Page 5: I quaderni - conclusioni

Tavola rotonda a conclusione di GREENordEsT week[1]

Ospiti:

Enrico Borghi, Presidente dei Comuni Montani UNCEM

Lorenzo Dellai, Presidente della Provincia Autonoma di Trento

Marino Simoni, Presidente del Consorzio Comuni Trentini

Polo Gurisatti, Presidente di Habitech

Gianni Lazzari, AD di Habitech

IL RUOLO DEL TRENTINOPER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

I quaderni di Energheia

87

Moderatore.

Paolo Gurisatti.

Moderatore.

Paolo Gurisatti.

Moderatore.

Lorenzo Dellai.

La crisi economica pone al centro

una nuova sfida, quella della green economy. Il

Trentino è pronto a tale sfida?

Il Trentino, lo abbiamo visto

durante GREENordEsT week, è pronto ed è

riconosciuto come la capitale legittima delle

soluzioni migliori che sin qui si sono adottate in

questo campo. Nell’arco di una settimana, questa

regione ha portato numerosi esempi di

eccellenza.

Habitech significa, in cifre, 300

imprese 8.000 addetti e 1 miliardo di euro di

fatturato. Una bella attività…

L’obiettivo che ci eravamo dati

con il protocollo d’intesa tra associazioni di

categoria e Provincia, nel 2005, era costruire

un’industria dell’edilizia sostenibile che potesse

reggere il passo del sistema nazionale ed essere

competitiva. I numeri ci danno la dimensione

della potenza d’urto del sistema Trentino. Stiamo

costruendo un gioco di squadra per consentire a

questi operatori di diventare leader riconosciuti in

Italia.

Si parla di un’area metropolitana

green, sostenibile. Il Trentino di quest’area è la

locomotiva. Presidente Dellai, ci stiamo dirigendo

anche politicamente verso un distretto europeo

delle rinnovabili?

L’obiettivo è proprio questo,

senza che ci montiamo la testa, ma anche senza

sottovalutare le esperienze positive che in questi

anni sono cresciute e che ci rendono degli

interlocutori naturali per tanti altri territori con i

quali vogliamo collaborare, metterci in rete, dai

quali dobbiamo imparare tante cose, ma ai quali

vogliamo anche offrire questo nostro percorso.

Penso che questo sia il tempo degli investimenti,

finanziari ma anche politici e culturali sul tema

delle rinnovabili. Ritengo che il Trentino abbia

fatto cose importanti, innanzitutto

riappropriandosi della forma di energia rinnovabile

per eccellenza, l'idroelettrico. Vedo in questo

anche una specie di nemesi storica: questi

territori di montagna che per molti decenni

sono stati rapinati delle loro energie, ora

faticosamente devono ritornare ad avere un

ruolo da protagonisti dell'uso delle risorse

naturali per risolvere in maniera

ecologicamente sostenibile il tema dell'energia.

L'obiettivo credo debba essere quello di

mettersi in rete, dobbiamo infatti ragionare in

una logica globale, non possiamo più vivere

solo questo aspetto di giusta rivendicazione

della nostra peculiarità di territorio di

montagna. Dobbiamo porci in un’ottica

imprenditoriale, spingere sempre di più su

questo tema, far nascere nuove imprese che

possano capitalizzare i grandi investimenti che

abbiamo effettuato in ricerca sulle energie

alternative.

Nuove alleanze a Nordest,

dunque. Facciamo della sostenibilità il nostro

cavallo di battaglia a tutti i livelli…

Sì, il Nordest è un insieme di

rapporti. Siamo interessati a costruire a 360

gradi questa rete, prima di tutto nell’arco alpino

che, come è noto, ci vede protagonisti. Si tratta

in generale di dialogare col sistema delle

imprese collocate nell’area delle grandi pianure

a nord e a sud delle Alpi. Possiamo avere - già

oggi è così nonostante la ristrettezza delle

nostre dimensioni quantitative - un certo ruolo

importante nel panorama nazionale e

internazionale. Questa è la strada sulla quale

vogliamo lavorare in futuro.

Marino Simoni, possiamo

pensare ad un’autonomia speciale che diventa

anche autonomia energetica?

Le premesse sono già state

gettate, la giunta provinciale ha individuato la

strada. L’esperienza di Primiero, con la

realizzazione di una “oil free zone”, una zona

libera e indipendente dall’utilizzo di olio

combustibile, è mutuabile sul territorio trentino.

Solo dobbiamo essere più capaci di interpretare

le singole peculiarità dentro una logica unitaria.

Moderatore.

Lorenzo Dellai.

Moderatore.

Marino Simoni.

Il ragionamento di partire dal microsistema,

quindi dai Comuni, in una logica di territorio,

darà risposte concrete a quel proclama della

green economy che tutti conosciamo.

Le imprese sono chiamate ad essere coinvolte

e metterci del loro, anche in capacità di

innovazione, sotto la regia del Pubblico e

guardando alle risorse della nostra terra. Il

Trentino è per lo più idroelettrico, ma è anche

territorio del legno, dell’aria e, non ultimo, del

settore geotermico.

La green economy è anche una

sollecitazione a far funzionare la macchina

dell’autogoverno, a coinvolgere strutture come

Habitech e i cittadini, anche loro protagonisti di

questa fase.

Penso vi siano due dimensioni

su cui lavorare. Prima di tutto le imprese:

bisogna capitalizzare gli investimenti facendo in

modo che il Trentino diventi un distretto anche

rispetto alle aziende che devono produrre valore

economico intorno a tali scelte. A questo

obiettivo siamo vicini. Il secondo terreno è poi

quello della cultura, della sensibilità sociale

perché anche i comportamenti dei singoli sono

importanti. E anche su questo piano, pur non

nascondendo le difficoltà e i ritardi, il Trentino

sta dando il buon esempio.

Enrico Borghi, sappiamo quali

sono i vostri problemi, la montagna è sempre in

sofferenza. Ma state ripensando la vostra

economia e la vostra società sul tema delle

rinnovabili…

La montagna è ad un bivio. Se

si ferma ad una concezione della politica

centralista, in base alla quale le economie dei

territori si programmano in funzione della spesa

pubblica centrale che per caduta arriva da

Roma verso la periferia, ha già il destino

segnato. Se invece si rende conto che il tema

centrale è il rapporto tra gli utilizzatori e i

produttori, tra il territorio montano e non

montano che guarda alle montagne come uno

straordinario serbatoio, allora dentro questo

nuovo posizionamento può vedere aprirsi

Moderatore.

Lorenzo Dellai.

Moderatore.

Enrico Borghi.

Moderatore:

Walter Nicoletti, Giornalista RTTR

[1] La tavola rotonda si è svolta negli studi televisivi

di RTTR, a Trento.

Page 6: I quaderni - conclusioni

straordinarie opportunità. La politica si sta

rendendo conto di quello che sta succedendo? La

mia sensazione è che sia ancora attardata su un

modello vecchio.

All’interno di questa visione, che

ruolo ha il Trentino per voi che vi occupate dei

piccoli Comuni della montagna?

Abbiamo celebrato in Trentino il

15° Congresso Nazionale che ha trasformato

l’UNCEM da sindacato di enti a sindacato di

territori. Lo abbiamo organizzato qui perché

riteniamo che in quest’area ci sia l’integrazione di

sistema e quelle componenti tra soggetti pubblici

e privati che possono fare in modo che queste

risorse siano governate partendo dal basso.

L’Italia è obbligata ad arrivare entro 9 anni a

garantire il 20% del proprio bilancio energetico

attraverso le rinnovabili. L’idroelettrico oggi

garantisce il 12,5%, con la geotermia e l’eolico si

arriva al 15%. Questo significa che in tema di

efficienza dell’idroelettrico e di capacità di nuove

economie (forestazione, biomassa e messa in

regime del sistema delle rinnovabili) si è aperto

uno straordinario mercato nel quale si assiste già

al posizionamento di grandi player, privati e

pubblici. Guardiamo con interesse quello che sta

succedendo in Trentino perché da qui potrebbe

partire un positivo contagio all’Arco Alpino. In

modo da evitare che questo territorio venga

concepito soltanto come serbatoio anziché come

luogo con il quale interfacciarsi e stabilire un

nuovo patto di solidarietà e di equilibrio tra

montagna produttrice e città consumatrice.

Marino Simoni, c’è una forte

domanda di energie sostenibili. Un caso

importante è rappresentato dalla casa in legno di

cui il Trentino è leader. Voi state lavorando molto

sulla filiera del legno a partire dalla

certificazione…

Il legno è una delle risorse

importanti di questo territorio. È sempre stato

uno dei grandi filoni dell’economia che ha sorretto

queste terre di montagna, da quando

commerciavamo con la Repubblica Veneta che lo

utilizzava per le sue navi e per le fondamenta

Moderatore.

Enrico Borghi.

Moderatore.

Marino Simoni.

delle sue città. Il legno in seguito, come molti

prodotti dell’agricoltura, era diventato filiera

debole. Il primo scopo che il consorzio si è

fissato è stato quello di partire dalla

certificazione sostenibile del bosco, dall’analisi

dello stato dell’arte delle nostre foreste, per

raggiungere tutta quella catena sostenibile che

dà qualcosa in più anche al consumatore, il

quale quando va ad acquistare una sedia, un

tavolo o una casa in legno riconosce in questi

prodotti la potenzialità del territorio che li ha

generati.

Paolo Gurisatti, come dicevamo,

la filiera si completa con la casa in legno.

Anche qui il Trentino ha una leadership con

importanti novità che si trovano dentro al

vostro distretto.

La riscoperta delle strutture in

legno esiste a tutti i livelli. Come Habitech

abbiamo fatto due operazioni: offerto al

mercato più sistemi per valutare le prestazioni

di questi edifici e investito sul green building

council, sul sistema di certificazione Leed.

Dopo aver diffuso questa sensibilità sul

mercato abbiamo creato le condizioni perché

aggregazioni di produttori trentini fossero in

grado di rispondere alla domanda che sta

nascendo, fornendo non solo le strutture in

legno, ma anche le finiture, gli impianti, in linea

con gli edifici di alta qualità che mantengono il

loro valore. Adesso i nostri operatori trovano

crescenti opportunità per fare innovazione

pagata dal mercato.

Quando parliamo di 300 aziende

di Habitech, parliamo solo di imprese trentine?

Habitech ha un numero elevato

di aziende trentine, ma tra i soci figurano anche

molte aziende venete e del Nordest in genere. Il

nostro distretto è in continuo sviluppo.

Essere distretto è qualcosa di

complicato dal punto di vista organizzativo. Voi

fornite anche servizi. Un esempio che va in

questa direzione solo le Esco (Energy Service

Companies).

Moderatore.

Paolo Gurisatti.

Moderatore.

Gianni Lazzari.

Moderatore.

Gianni Lazzari.

Moderatore.

Gianni Lazzari.

Moderatore.

Paolo Gurisatti.

Occorre partire dal presupposto

che se vogliamo riqualificare il patrimonio degli

edifici esistenti, dei nostri uffici e delle nostre

case, non possiamo pensare che l’onere di

questo investimento stia tutto dalla parte del

committente. Una soluzione interessante che si

è sviluppata dalla prima crisi petrolifera degli

Stati Uniti, è quella di trovare delle società che

a fronte di un risparmio garantito effettuano

degli investimenti (cambiano infissi, sistemi di

riscaldamento, ecc.). Mentre l’utente-

committente continua a pagare la bolletta, la

Esco sviluppa tutti gli interventi necessari e

trova anche i finanziamenti. Stiamo cercando di

costruire le varie parti del mercato perché

questo possa diventare realtà. È necessario

avere dei contratti seri che garantiscano il

risparmio, che garantiscano il committente e la

Esco. Occorre avere filiere di competenze,

persone che facciano bene gli audit energetici e

garantiscano anche le banche che mettono

l’investimento. Noi siamo impegnati in questo e

crediamo che sui territori possano nascere delle

Esco che avrebbero così l’opportunità di

entrare direttamente in contatto con le persone,

di avere la riconoscibilità della filiera degli

artigiani e anche della filiera degli istituti di

credito.

È anche un modo per legare le

banche locali al loro territorio…

Assolutamente sì. Se riusciamo

a far partire questo mercato ci sarà possibilità

di lavoro per i prossimi 10-15 anni. La Provincia

ha già iniziato a mettere mano a questo

progetto.

Del resto, in questo momento di

crisi, la green economy è forse l’unico settore in

grado di promuovere l’occupazione. Presidente

Gurisatti, parliamo ora di riqualificazione

urbanistica, edilizia e ambientale. Si tratta di

fermarsi e riqualificare l’esistente?

Sì, per tutto il Nordest si tratta

di passare da un modello basato su una

fabbrica per campanile ad un altro che prevede

I quaderni di Energheia

88

Page 7: I quaderni - conclusioni

la capacità di modificare il paesaggio, di entrare

in competizione con le aree metropolitane che

attirano investimenti e cittadini perché offrono

servizi e qualità dell’ambiente. Nel Veneto e nel

Nordest è una sfida enorme perché si tratta di

ripensare il sistema territoriale. In tre punti, è

necessario: ridurre i consumi laddove gli edifici e

capannoni consumano troppo, risolvere i

problemi ambientali nel “giardino di casa”

(preferendo soluzioni tecnologiche di piccola

scala), e trovare il modo di produrre energia dove

serve. Il lavoro di trasformazione e distribuzione

infatti comporta anche dispersione. Le tecnologie

solari che stiamo sviluppando in Habitech

daranno la possibilità tra qualche anno di

produrre energia dove serve, quando serve.

C’è un aspetto della green economy

che è un po’ curioso: se risparmiamo fonti

energetiche non cresce il Pil. Dunque, in termini

politici, il Pil non sarà più un indicatore del

benessere…

Ricordiamoci il discorso di Robert

Kennedy sull’inadeguatezza del Pil come

indicatore del benessere delle nazioni

economicamente sviluppate. Il problema è uscire

dalla logica del Pil per entrare in un nuovo

sistema di indicatori. Non è un caso che oggi le

economie più avanzate stiano entrando nel

concetto di “benessere interno lordo”. Oggi,

ricchezza non è più solo quantità, ma quantità

associata alla qualità. Altrimenti, una logica di

costante produzione quantitativa rischia di

metterci fuori scala rispetto a giganti quantitativi,

come Cina, India e Brasile. Il punto è come

riuscire a interfacciare il concetto della qualità

che ci consente di stare, sotto il profilo del valore

aggiunto, su una scala superiore. Qui incrociamo

il tema della qualificazione delle nostre economie

locali. L’artigiano edile che fino a ieri costruiva

una casa con mattoni e cemento oggi deve

iniziare a farla secondo altri princìpi. L’abitazione

classica non è più quella tradizionale degli anni

‘60 ma è quella nella quale si riescono a tenere

insieme le economie del territorio, la filiera del

legno, la costruzione attraverso

l’approvvigionamento energetico locale (come il

fotovoltaico o l’utilizzo dei piccoli salti di

Moderatore.

Enrico Borghi.

acquedotto per la sostenibilità energetica) e la

qualificazione del personale. Se guardiamo la

storia delle montagne italiane, i montanari sono

stati straordinari innovatori nei momenti clue

della storia. E siccome crisi è sempre sinonimo

di cambiamento, se ci si attarda sul rimpianto,

sul lamento, sulla paura, fatalmente

qualcun’altro prenderà la bicicletta del

cambiamento e noi saremo costretti a corrergli

dietro.

Simoni, affrontiamo il tema

“green economy e giovani”. È il loro momento?

La nuova classe dirigente si formerà su questi

temi?

Il tema della green economy è

già patrimonio della nostra scuola. Bisogna

farlo diventare credibile nel momento in cui ai

giovani prospettiamo nuove opportunità. Credo

che questa sia la grande scommessa:

sostenere un sistema economico, renderlo

nuovamente appetibile, nel settore della ricerca

e dell’innovazione, e aprire uno spazio per i

giovani. In parallelo deve crescere una nuova

scuola, un nuovo modo di essere degli istituti

professionali, delle stesse università che non

possono trascurare la ricerca e l’innovazione.

E i giovani in questa dimensione dovranno per

forza esserci.

Siamo partiti parlando di energia

e siamo finiti a trattare di nuova politica e

nuovo pensiero. Abbiamo messo molti tasselli

per la prossima edizione della Settimana

Europea dell’Energia Sostenibile…

Sì, si è stretto un vero e

proprio accordo tra le persone che hanno

partecipato a questo evento, le quali si sono

date appuntamento al prossimo anno. Tra i temi

da affrontare nella prossima edizione ci sarà

probabilmente il Pil, in quanto strumento che ci

permette di misurare la ricchezza a livello

medio nazionale, ma che non calcola molti

costi che poi si ritrovano in un secondo

momento. L’obiettivo dei soggetti che hanno

partecipato a questa settimana è quello di

vedere se si può scendere di scala, se si può

Moderatore.

Marino Simoni.

Moderatore.

Paolo Gurisatti.

ragionare di Pil locale, di investimenti che

tornano in termini ambientali ed energetici sul

locale senza scaricare i problemi all’esterno.

È il momento di cambiare a tutti i

livelli, Borghi…

Sì, questa è la scommessa su

cui la politica è chiamata a cimentarsi, perché

calcolare il Pil su scala locale significa anche

porsi una nuova modalità di costruzione dello

sviluppo, che dal nostro punto di vista di

amministratori delle montagne è una

straordinaria opportunità per consentire alla

macchina-Paese di ripartire. Con una battuta, il

Paese riparte non con il Ponte sullo Stretto di

Messina, ma con mille piccoli cantieri su scala

locale in cui le ricchezze possano essere

realmente calcolate e in cui gli indici di

performance non sono più manipolabili dalla

grande comunicazione di massa, ma sono

concreti. In altre parole, se decidi di realizzare

un impianto a biomassa in una cittadina, o lo

costruisci oppure no. E in questo caso non ci

sono chiacchiere perché se c'è lavoro, la

risposta si innesca, altrimenti l'argomento non

può resistere alle critiche.

Moderatore.

Enrico Borghi.

I quaderni di Energheia

89

Page 8: I quaderni - conclusioni

Moderator.

Paolo Gurisatti.

Journalist.

Paolo Gurisatti.

Moderator.

Lorenzo Dellai.

This economic crisis has, at its

centre, a new challenge: the future of green

economy. Is Trentino ready for it?

As we saw during the

GREENordEsT week Trentino is not only ready,

but is also recognized as the legitimate capital of

green techs in Italy, thanks to the best practices

that have been developed in this field up to now.

During the week this region brought us

numerous examples of outstanding excellence.

Habitech means, in figures, 300

companies, 8,000 employees and 1 billion euro

turnover. A considerable business ...

The goal that we set out to

achieve, with the Memorandum of

Understanding signed between the local

associations and the Province in 2005, was to

build a sustainable construction industry able to

keep pace with the national system and to be

competitive. The numbers show the size of the

impact of the Trentino system. We are organising

a team effort will allow Trentino operators to

become recognized leaders in Italy.

We heard talk of a green sustainable

metropolitan area. Trentino is supposed to be the

driving force in this area. Are we politically

moving towards a European cluster of renewable

energy sources Mr. Chairman Dellai ?

This is our goal, without being

too big headed, but also without underestimating

the positive experiences which have increased

over the last few years and which have made us

the natural go between for other areas with

whom we wish to collaborate, create networks

with and from which we should learn much and

to which we also want to offer our positive

experience. I believe that the time is ripe for

financial, political and cultural investments in

renewable energy sources. I think that Trentino

has done important things, above all regaining

ownership of the ultimate form of renewable

energy, hydropower. In this I see a form of

historical vindication: for many decades these

mountain areas have been robbed of their

energy, now they are slowly returning to taking

a leading role in natural resources development

and an environmentally sustainable way of

producing energy. I believe the goal should be

to create a network. In fact, we must reason

within a global logic. We can no longer take the

angle that this is a just revinification in our

unusual mountain setting. We must view

ourselves from a business perspective, placing

more and more enphasis on this issue, creating

new business able to capitalize the large

investments we have made in research into

alternative energy.

New alliances in the Northeast

area as far as I understand. Let’s make

sustainability our battle banner at all levels ...

Yes, Northeast Italy is a set of

relationships. We are interested in building this

network at 360°. Firstly, in the Alpine areas

where, as I see it, we are seen to be leaders.

This means in general that we want to open

discussions with the businesses located on the

great plains north and south of the Alps. We

can already have, despite the limits of our

quantitative size, an important role at a

national and international level. This is the way

we want to work in the future.

Marino, Simoni, can we consider

that special autonomy could also mean energy

autonomy?

The foundations have been

laid, the provincial government has identified

the way forward. The experience of Primiero for

instance with the implementation of an oil-free

zone, an independent oil free area, could be

transferred to Trentino. We must only be more

able to clarify the individual features

converging into a single logic. The reasoning

behind starting from the microsystem, that is

the municipalities, within a territorial logic, will

give us concrete answers to the proclaimed

Moderator.

Lorenzo Dellai.

Moderator.

Marino Simoni.

green economy that everybody is talking about.

Companies are invited to become involved and

make their contribution, in the field of

innovation too, under the direction and in

cooperation with Public sector and always with

an eye to the Trentino regional resources.

Trentino is mainly hydro, but it is also timber

and air territory, and, not least, in the

geothermal sector.

The green economy is also an

invitation to run the machinery of self

government involving structures such as

Habitech and private citizens, who also play a

part in this.

I think there are two levels to

work on. First of all, companies must capitalize

on the investments in order to enable Trentino

to become a cluster, this alo regards those

companies that must produce economic value

around these choices. We are very close to

acheiving this aim. The second point refers to

culture, to social sensitivity because the

behaviour of individuals is also important. And

even at this level Trentino, whilst not hiding the

problems and delays, is setting a good example.

Enrico Borghi, we all know what

your problems are, there are always difficulties

in the mountain area. Yet you are considering

your economy and your society within the

context of renewables ...

The mountain area is at a

crossroads. If it stops using the concept of

central policies, under which the economies of

the territories are planned in accordance with

centralised public spending initiating in Rome

and moving outwards towards the periphery, its

destiny is already mapped out. If, however, you

are aware that the main issue is the

relationship between user and producer,

between mountainous territory and non

mountainous territory who see the mountain as

an extraordianry reserve, then in this new role,

it offers tremendous opportunities for the

territory. Is the political engine aware of what's

happening? My feeling is that politics are still

Moderator.

Lorenzo Dellai.

Moderator.

Enrico Borghi.

[1] The round table took place in the studios of RTTR

TV channel, in Trento.

Round table at the end of the GREENordEsT week[1]

Guests:

Enrico Borghi, Chairman of Uncem Mountain Communities

Lorenzo Dellai, Chairman of the Autonomous Province of Trento

Marino, Simoni, Chairman of Consortium of Comuni Trentini

Polo Gurisatti, Chairman of Habitech

Gianni Lazzari, Chief Executive Officer of Habitech

THE ROLE OF TRENTINOFOR SUSTAINABLE DEVELOPMENT

Moderator:

Walter Nicoletti, Journalist RTTR

I quaderni di Energheia

90

Page 9: I quaderni - conclusioni

clinging to an outdated model.

Within this vision, what role do you,

who are used to dealing with small mountain

towns, assign to the Trentino region?

We recently celebrated the 15th

National Congress which has transformed the

Uncem from a union body to territorial union. We

organized it here because we believe that in this

area there is an integration of systems and

entities from public and private sectors which

can ensure that these resources are governed

from the bottom up. Italy must, within the next 9

years, ensure that 20% of its budget is spent on

renewable energy. Today hydro provides 12.5%,

geothermal and wind power provide 15%. This

means that in terms of efficiency and capacity of

hydropower new economies (forestry, biomass

and renewables) a special new market has

opened up where the major players both private

and public are already positioned. We are

watching with interest what is happening in

Trentino as the positive work done here could

well spread to the Alpine region in such a way

that this area which is percieved as a reservoir

rather than a place with which to interface and

agree on a new pact of collaboration and

balance between mountain producers and city

consumers.

Marino Simoni, there is a strong

demand for sustainable energy. An important

case is timber housing for which the Trentino

region is a leader. You're working a lot in the

timber sector starting with certification...

Wood is one of the important

resources in this territory. It has always been

one of the great veins of the local economy that

has supported this mountain area, since when

we started trading with the Republic of Venice

who used our wood for its vessels and for the

foundations of its city. Later wood, as with many

agricultural sectors, became unproductive sector.

The first thing the consortium set out to acheive

was the certification of sustainable forest

starting with the analysis of the actual state of

our forests, in order to acheive a sustainable

Moderator.

Enrico Borghi.

Moderator.

Marino Simoni.

chain which will offer added value to the

consumer, who is able to recognize when

buying a chair, a table or a wooden house the

potential of the area in which it has been

produced.

Paolo Gurisatti, the chain is

completed with wooden housing. Here too,

Trentino is under a leadership with important

news.

The rediscovery of wooden

buildings exists at all levels. Like we have done

two things: offered the market more ways to

assess the performance of these buildings, and

invested in the Green Building Council, the

LEED certification system. After sensibilizing the

market we have created the conditions for an

aggregation of producers in the Trentino area

who were able to meet emerging needs,

supplying not only the wooden buildings, but

also the accesories, installations, in line with

the high quality buildings which maintain their

value. Increasingly our operators find

opportunities for innovation paid for by the

market.

When we talk about 300

companies involved in Habitech, are we only

talking about Trentino businesses?

Habitech has among his

members a large number of companies from the

Trentino region, but also many Veneto

companies and from the Northeast in general.

Our consortium is constantly evolving.

Being a cosortium is something

complicated from an organizational point of

view. You also provide services. An example of

a move in only this direction are ESCOs, Energy

Service Companies.

We must assume that if we

want to redevelop the existing buildings, our

offices and our homes, we mustn’t think that

the burden of this investment is not only to be

born by the developer. An interesting solution

that was developed after the first oil crisis in

Moderator.

Paolo Gurisatti.

Moderator.

Gianni Lazzari.

Moderator.

Gianni Lazzari.

the United States, is to find companies that,

when faced with guaranteed savings, make

investments (change windows, heating

systems, etc.) Whilst the consumer-supplier

continues to pay the bill, the ESCO develops all

necessary actions and finds funding. We are

trying to build the various parts of the market so

that this becomes a reality. It is necessary to

have proper contracts that guarantee savings to

the customer and the ESCO. You need to have

chains of skilled workers, people who are able

to carry out energy audits effectively and

ensure that the banks offer investments. We are

committed to this and believe that in different

localities ESCOs can be set up which will have

the opportunity to come into direct contact with

people, who will be recognised and valued by

artisans and also by the local banks.

It is also a way to link the local

banks to their local areas.

Absolutely. If we can get the

market started there will be employment

opportunities for the next 10-15 years. The

Province has already started to consider this.

In a moment of crisis in

employment, the green economy is perhaps the

only sector that promotes employment. Mr.

Gurisatti, Chairman of Habitech, let’s talk about

urban redevelopment, housing and

environment. Do we stop and upgrade the

existing one?

Yes, throughout the Northeast

there is a move from a model based on a small

town factory to another model that provides the

ability to change the landscape, to compete

with metropolitan areas that attract investment

and citizens because they offer services and

quality environment. In Veneto and in the

Northeast it’s a huge challenge because it

means rethinking the territorial system. In three

areas it is necessary to reduce consumption

where buildings and warehouses consume too

much, solve environmental problems in one’s

own back yard (preferring small-scale

technological solutions), and find a way to

Moderator.

Gianni Lazzari.

Moderator.

Paolo Gurisatti.

I quaderni di Energheia

91

Page 10: I quaderni - conclusioni

produce energy where needed. The work of

transformation and distribution also involves

dispersion. The solar technologies that we are

developing in Habitech will offer the opportunity

to generate power where and when it is needed

in a few years time.

There is an unusual aspect related

to green economy: If we save energy is there is

no growth in GDP. Thus, in political terms, the

GDP will no longer be a welfare indicator ...

Remember Robert Kennedy's

speech about the inadequacy of GDP as an

indicator of the welfare of economically

developed nations. The problem is to get away

from the logic of GDP in order to get into a new

system of indicators. It is no coincidence that

today's most advanced economies are entering

the term "gross domestic welfare." Today, wealth

is no longer quantity but quantity associated with

quality. Otherwise, a logic of constant volume

production is likely to put us off the scales

compared to giant quantities, such as China,

India and Brazil. The crux of the matter is how to

interface the concept of quality that allows us to

feel, in terms of added value, that we are on a

larger scale. Here we come across the issue of

qualification of our local economies. The building

craft that has been building brick and cement

houses until just the other day must now start to

do the same job according to another set of

principles. The house is no longer the traditional

classic one of the'60s but it is one in which we

manage to support the economies of the area,

the timber sector, construction through local

energy supply (photovoltaic and use of small

jumps of the aqueduct for sustainable energy)

and qualification of personnel. If we look at the

history of the Italian mountains, the mountain

settlers were extraordinary innovators in and key

moments in history. And, as crisis is always

synonymous with change, if you delay on

regrets, complain about fears, inevitably

someone else will take up the banner of change

and we are forced to run behind.

Simoni, focuses on "green economy

and young people." Is it their moment? Will the

new leadership build on these themes?

Moderator.

Enrico Borghi.

Moderator.

Marino Simoni.

Moderator.

Paolo Gurisatti.

Moderator.

Enrico Borghi.

The theme of the green

economy is already part of our school. We must

make it believable when young people are

prospecting for new opportunities. I believe this

is the great challenge: support an economic

system, making it desirable for research and

innovation once again and create space for

young people. Contemporarily there needs to

be a new school system, a new way of life in

professional schools, and in the universities

that cannot refute research and innovation. And

within this dimension young people must, of

course, be involved.

We started talking about energy

and we ended up negotiating new policies and

new wishful thinking. We have many issues for

the next edition of the EU Sustainable Energy

Week...

A real agreement has been

formed, between the people who participated

in this event and those who plan the next one.

As to the GDP, the theme will probably be ‘how

to measure wealth’. GDP is a tool that allows

us to measure wealth at the national average

level, without taking into account many of the

costs that we will pay at a later date.The aim of

those who participated in this week is to see if

it is possible to downsize, if one can think

about GDP in local terms, of returns on

investment in environment and energy terms in

the local area without passing on the problems

to anyone else.

Is it time to change at all levels

Borghi?

Yes, this is the challenge to

which politics is must rise to, because the

calculation of GDP at a local level also means

asking for a new way of structuring

development, which, from our point of view as

mountain region administrators, is a

tremendous opportunity to enable the Country

to kick-start. To quip, the country kick-starts not

with the Strait of Messina, but with thousands

of small-scale local building sites where the

resources can actually be calculated and in

which performance indicators are no longer

manipulated by the great mass communication,

but are concrete. If you decide to build a

biomass power plant in a small town, either you

build it or you do not. And in this case there is

no room for small talk, because if there are jobs

the response is triggered, otherwise the

argument does not hold water with its critics.

I quaderni di Energheia

92

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Page 12: I quaderni - conclusioni

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