I processi inclusivi - WordPress.com · 2017. 1. 30. · esistenza e sulle scelte relative ai...
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I processi inclusivi
Fagagna 12/01/2017
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OBIETTIVI DELLA PRESENTAZIONE: - PERCHE’ - QUANDO - COME LA PARTECIPAZONE
I primi riferimenti alla partecipazione dei beneficiari negli
interventi di sviluppo risalgono alla metà degli anni '50.
Tuttavia, solo negli anni '70 il riconoscimento dei fallimenti
delle strategie di sviluppo top-down , ha portato all'emergere
di "partecipazione" e "sviluppo partecipativo" come concetti
chiave nelle politiche di sviluppo.
In generale, l'idea di fondo è che le agenzie di sviluppo tra
cui le amministrazioni devono coinvolgere le popolazioni
beneficiarie in ogni fase del ciclo di progetto
(dall'individuazione dei bisogni, all'esecuzione delle attività,
fino alla valutazione dei risultati) per migliorare il
funzionamento e l'impatto degli interventi.
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Participative- Deliberative Democracy
Aumento del desiderio di
partecipazione dei cittadini
Sviluppo sostenibile
Governance
Teorie sociologiche e filosofiche
Allontanamento dalle forme
politiche tradizionali
(Partiti)
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8 CONTROLLO DA PARTE
DEI CITTADINI
7 POTERE DELEGATO
6 PARTENARIATO
5 CONTENIMENTO DEI
CONFLITTI
4 CONSULTAZIONE
3 INFORMAZIONE
2 TRATTAMENTO
TERAPEUTICO
1 MANIPOLAZIONE
NON PARTECIPAZIONE
PARTECIPAZIONE SUPERFICIALE IRRISORIA
POTERE DEI CITTADINI
SCALA DEI GRADI DI PARTECIPAZIONE I
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SCALA DI RICHARD KINGSTON
PARTECIPAZIONE DEL PUBBLICO NELLE DECIONI FINALI
PARTECIPAZIONE DEL PUBBLCO NEL VALUTARE RISCHI E SUGGERIRE
SOLUZIONI
PARTECIPAZIONE DEL PUBBLICO NEL DEFINIRE INTERESSI, ATTORI E SCADENZE
DIRITTO DEL PUBBLICO DI OPPORSI
INFORMAZIONE AL PUBBLICO
DIRITTO DEL PUBBLCO DI SAPERE
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* l'efficienza nell'uso delle risorse del progetto migliora
attraverso una riduzione dei costi di investimento e di gestione
dovuta al contributo materiale della comunità, in termini di
lavoro volontario e di risorse finanziarie e in natura;
* l'efficacia aumenta utilizzando le informazioni e la
conoscenza locale per identificare bisogni e problemi e per
evitare conflitti e incomprensioni;;
* la sostenibilità del progetto migliora se i soggetti coinvolti
sentono di esserne "proprietari" e si fanno carico della
manutenzione e del funzionamento delle realizzazioni del
progetto dopo la sua conclusione, nel lungo periodo;
* l'auto-responsabilità e la fiducia in sé stessi vengono
promosse contribuendo a sconfiggere la mentalità della
dipendenza e inducendo la gente a prendere l'iniziativa e ad
individuare soluzioni per i propri problemi.
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i ASPETTI POSITIVI
Punti di forza Aspetti principali
Promozione del
civismo
Abitudine al confronto, superamento interessi
egoistici, depotenziamento di situazioni
conflittuali
Governabilità
delle politiche
pubbliche
Aumento della legittimità delle decisioni,
definizione di aspettative credibili e ragionevoli
Qualità delle
politiche
pubbliche
Ampliamento dei punti di vista, incremento delle
informazioni disponibili e dell’intelligenza
collettiva
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- Problema per gli organi politici
prendere decisioni di qualunque tipo
- Si rischia l’immobilità
- Che fare? Imporre o partecipare?
- Qual è il ruolo della politica allora?
SINDROME NINBY e D.A.D.
“…siamo giunti a un’impasse. Le amministrazioni pubbliche non riescono ad agire, anche quando tutti ritengono che qualcosa debba essere fatto… Qualsiasi sforzo per costruire prigioni,autostrade, centrali elettriche, case di cura per malati mentali o case popolari è osteggiato da coloro che risiedono nei dintorni. Dal 1975 non è stato costruito in questo Paese neanche un impianto per il trattamento di rifiuti pericolosi, anche se tutti ritengono che tali impianti siano necessari per evitare il fenomeno della discarica selvaggia.” I
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IL CONCETTO DI ENPOWERMENT
La partecipazione come un fine in sé, mirante al
rafforzamento del potere delle persone (empowerment)
nei processi decisionali che le riguardano,
accrescendo il loro controllo sulla propria
esistenza e sulle scelte relative ai processi di
sviluppo. Nuove capacità, fiducia e stima di sé
acquisite attraverso il processo partecipativo stimolano
un ruolo attivo e dinamico degli individui e della
comunità, che si espande oltre i confini di un progetto
particolare e investe processi di trasformazione sociale
di più vasta portata.
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Per capacity building si definisce invece
la valorizzazione e lo sviluppo della
consapevolezza, delle conoscenze-saperi,
delle capacità-competenze di tutti gli attori
di una comunità locale nel poter definire
progetti e realizzare i propri obiettivi.
IL CONCETTO DI CAPACITY BUILDING
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i Punti di
debolezza
Aspetti principali
Inutilità Opportunità partecipative non utilizzate,
scarso impatto sulla decisione finale,
marginalità delle questioni affrontate,
insuperabilità degli opposti egoismi
Effetti
perversi
Manipolazione (intenzionale o non
intenzionale), dinamiche di gruppo
(polarizzazione, spirale del silenzio,
groupthink), esplosione di conflitti, aumento di
tempi e costi della decisione, confusione
cognitiva
Messa a
repentaglio
Attrito tra le azioni partecipative e i processi
delle politiche pubbliche, messa in discussione
dell’autorevolezza delle istituzioni
ASPETTI CRITICI
- CHI SONO I PORTATORI DI INTERESSE?
- PARTECIPANO TUTTI?
- GLI INTERESSI SONO TUTTI UGUALI?
- LE DECISIONI DELIBERATE VENGONO ASSUNTE DALLE ISTITUZIONI?
- IL PROCESSO DEVE ESSERE STRUTTURATO IN MODO RIGIDO O FLESSIBILE?
-COME VIENE VALUTATO IL SUCCESSO?
-IL RAPPORTO CON LA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA
I PROBLEMI DELLA PARTECIPAZIONE I
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Poter partecipare
Voler partecipare sì no
sì attivazione esclusione
no auto-esclusione estraneità
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QUANDO AVVIARE UN PROCESSO PARTECIPATIVO?
quando esistono forti conflitti, attuali
o potenziali;
quando c’è bisogno dell’apporto di
altri (cittadini – imprese – associazioni
ecc)
SEMPRE?
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IN QUALE STADIO DEL PROCESSO DECISIONALE
AVVIARE UN PROCESSO PARTECIPATIVO?
PRIMA ?
DOPO?
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SE E’ DOPO
Bisogna tenere presente che:
- Più la progettazione è andata avanti più è difficile
da correggere,
- Trappola dei costi già sostenuti
- La difficoltà a realizzare il progetto
- Pericolo di concentrare l’attenzione sulla
soluzione e non sul problema
- Sindrome DAD (decisione,annuncio, difesa =
stallo)
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SE E’ PRIMA
Bisogna tenere presente che:
- Tutte le possibilità sono ancora aperte
- Possono emergere soluzioni a cui nessuno aveva
pensato
- Gli interlocutori riflettono sul problema invece di
irrigidirsi contro una soluzione
- E’ difficile far partecipare gli interlocutori, c’è
maggiore propensione a mobilitarsi contro qualcosa
che a ragionare attorno ad un problema
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i TEMPI e le FASI della partecipazione,
gli ATTORI coinvolti,
le CONDIZIONI di base,
gli STRUMENTI utilizzati.
CIÒ CHE CARATTERIZZA LE DIVERSE
POSSIBILITÀ DI PARTECIPAZIONE SONO:
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CHI COINVOLGERE?
Autorità locali (Comuni, Province, Regioni)
Enti pubblici (Enti Parco, Comunità Montane, Consorzi)
Organizzazioni non governative (Ong), gruppi di
volontariato
Imprese
Associazioni di categoria e di settore
Scuole di ogni ordine e grado (insegnanti, studenti)
Istituti di ricerca
Gruppi etnici
Gruppi studenteschi
Gruppi parrocchiali
Gruppi rappresentativi delle donne
Disoccuppati
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CHI COINVOLGERE?
Gruppi giovanili
Associazioni sportive
Organizzazioni sindacali
Associazioni agricole
Ordini professionali
Associazioni della Terza età e anziani
Associazioni portatori di handicap
Media locali (Tv, radio e quotidiani locali)
Enti di controllo e prevenzione
Università
Agenzie di sviluppo
Forze di sicurezza
Vigili Urbani
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LE CONDIZIONI DELLA PARTECIPAZIONE
CONDIZIONI DEL PROCESSO:
•Accettazione e condivisione delle modalità di lavoro proposte dal
facilitatore,
•Accettazione e condivisione delle regole della partecipazione:
a) Parla uno alla volta
b) Tutto ciò che emerge può essere rilevante per raggiungere
l’obiettivo, costituisce un arricchimento
c) Tutti hanno il diritto di esprimere liberamente la propria
opinione sull’argomento
d) Rispettare le opinioni altrui
e) Rispettare i tempi e delle fasi stabiliti
•Legittimazione del ruolo del facilitatore, dei diversi partecipanti e
del promotore del processo partecipato
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i CONDIZIONI TECNICHE:
• Budget
• Il luogo
• Il piano di comunicazione
GLI STRUMENTI
Le tecniche non vanno intese come ricette da applicare alla
lettera, ma non vanno neanche prese sotto gamba: molti
aspetti che possono sembrare semplici dettagli sono invece
importanti e non andrebbero trascurati.
Nessuna tecnica è ovviamente risolutiva.
Nessuna tecnica è buona per tutti gli usi.
A seconda delle circostanze, può essere meglio sceglierne
una piuttosto che un’altra o combinarle tra di loro.
Una strategia appropriata nasce generalmente dalla
combinazione di tecniche diverse.
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tecniche per l’ascolto, ossia metodi che
aiutano a capire come i problemi sono percepiti
dagli stakeholder e dai comuni cittadini.
Possono essere impiegati soprattutto nella fase
preliminare, quando si tratta di avviare un
processo inclusivo, individuare i possibili
interlocutori e capire quali sono i temi su cui
lavorare;
• tecniche per l’interazione costruttiva, ossia
metodi che aiutano i partecipanti a interloquire
tra di loro e a produrre conclusioni interessanti.
Possono essere impiegati per organizzare e
gestire il processo decisionale inclusivo;
• tecniche per la risoluzione dei conflitti,
ossia metodi che aiutano ad affrontare questioni
controverse. I p
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Esempi dall’estero:
-Citizen juries
-Deliberative polling
-Planungs zelle
-Bilancio partecipativo
-Debat public
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GRAZIE PER L’ATTENZIONE