I nuovi modelli di gestione del “rischio...
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I nuovi modelli di gestione del “rischio ambientale”
Come le fattispecie di reato introdotte dalla Legge 68/15 modificano i modelli di prevenzione del rischio
e relazione con i sistemi di gestione ambientale
Fabio IraldoGEO – Green Economy ObservatoryUniversità Bocconi
Scenario di riferimento
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• Legge 22/5/2015 n° 68 ha esteso e integrato il novero dei reati presupposto della responsabilità della persona giuridica previsti ai sensi del D. Lgs. 231/01 a nuove fattispecie:
• Inquinamento ambientale (doloso o colposo)
• Disastro ambientale (doloso o colposo)
• Traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività
Come si modifica il Modello di Organizzazione e Gestione aziendale?
Quali modalità e strumenti per la gestione del rischio di commissione reato?
Un cambio di prospettiva
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L. 68/15
Reati formali o di pericolo presunto Reati di evento o di pericolo concreto
D.Lgs. 121/11
Il Modello Organizzativo, al fine di prevenire la commissione delle nuove fattispecie di reato, dovrà garantire non più e non solo la conformità «formale» alla regola amministrativa, ma anche e soprattutto la protezione e tutela del «bene ambiente» dal punto di vista «sostanziale» e nel tempo
La valutazione del «rischio ambientale»Le organizzazioni, alla luce di questo scenario devono rivedere il proprio modello organizzativo:
A) Risk Assessment
Identificare e valutare i propri «rischi» di commissione reato sulla base delle reali e/o potenziali ripercussioni sull’ambiente:
- Individuando le fonti di pericolo
- Valutando il rischio di fenomeni di inquinamento/disastro
in riferimento al contesto ambientale in cui l’azienda opera
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La gestione del «rischio ambientale»B) Risk Management
Definire e adottare opportune «cautele» di tipo:- Organizzativo-gestionale
- Tecnico-procedurale
- Finanziario-assicurativo
per minimizzare/ridurre i rischi secondo principi di «prevenzione» e «precauzione» (buon padre di famiglia)
Identificare, programmare e realizzare specifiche modalità di controllo al fine di garantire adeguato presidio sulle attività svolte e il rispetto delle «cautele» adottate
- Controlli operativi, monitoraggi
- Verifiche. Audit
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Come fare: i Sistemi di Gestione
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L’approccio garantito dai Sistemi Gestione fornisce utili indicazioni ed elementi per costruire «modello organizzativo 231» adeguato alle nuove esigenze:
1 - Le nuove fattispecie introdotte determinano l’esigenza di definire un “modello di tutela” fondato su logiche sistemiche (approccio “olistico” alla gestione del «rischio»)
2 - Lo standard ISO 14001 evidenzia significative novità che lo rendono più «robusto» al fine di prevenire, controllare e minimizzare i rischi per l’ambiente e di commissione reato
L’approccio olistico dei sistemi di gestione
Ampia casistica di condotte aziendali da cui i reati di inquinamento e disastro ambientale possono originarsi
Attribuzione di responsabilità organizzativa anche in relazione a modalità “colpose” di commissione reato
Necessità di un approccio «olistico» volto a:
– identificare e valutare tutti i rischi potenzialmente in grado di generare un impatto/danno all’ambiente
– legarli alle attività da cui possono emergere
– sviluppare modalità di corretto svolgimento e controllo di tali attività
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Modello 231 e SGA ai sensi della ISO 14001
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ELEMENTI COSTITUTIVI DEL MODELLO 231 ELEMENTI COSTITUTIVI DEL SGA PREVISTO DA ISO 14001/EMAS
Rif. 14001:2015
INVENTARIO AMBITI DI INTERESSE E VALUTAZIONE DEI RISCHI
Individuazione aree/attività sensibili
Valutazione del rischio reato
Aspetti ambientali significativi 6.1.2
Compliance obligations 6.1.3
Rischi e opportunità 6.1.4
Pianificazione delle azioni 6.1.5
INTRODUZIONE/ADEGUAMENTO CODICE ETICO Codice Etico Politica ambientale 5.2
Leadership e impegno 5.1
REALIZZAZIONE/ADEGUAMENTO PROTOCOLLI GENERALI E SPECIFICI
Organizzazione e gestione risorse finanziarie
Ruoli organizzativi, responsabilità e autorità 5.3
Risorse 7.1
Obiettivi ambientali 6.2.1
Azioni pianificate per raggiungere gli obiettivi ambientali
6.2.2
Formazione Competenza 7.2
Consapevolezza 7.3
Comunicazione e coinvolgimento Comunicazione 7.4
Documentazione e tracciabilità Informazioni documentate 7.5
Gestione Operativa attività sensibiliControllo e pianificazione operativi 8.1
Preparazione e risposta alle emergenze 8.2
ISTITUZIONE/ATTIVAZIONE SISTEMA DI MONITORAGGIO, VERIFICA E VIGILANZA
Monitoraggio e Verifica (I livello)
Monitoraggio, misurazione, analisi e valutazione
9.1
Audit interno 9.2
Non conformità e azioni correttive 10.1
Valutazione del rispetto delle prescrizioni 9.1.2
Riesame del sistema 9.3
Organismo di Vigilanza -Monitoraggio e Verifica (II livello)
NON PREVISTO -
ISTITUZIONE/ ADEGUAMENTO SISTEMA DISCIPLINARE
Sistema disciplinare NON PREVISTO -
Novità ISO 14001:2015 e Modelli 231
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• I principali elementi di novità introdotti nel nuovo standard valorizzabili ai sensi del Modello 231:
Contesto Leadership
Risk Assessment Life Cycle Perspective
L’introduzione del concetto di analisi e valutazione del “rischio” e necessità di definire azioni volte ad una sua prevenzione
Analisi del contesto (non solo ambientale) in cui opera
l’organizzazione e mappatura delle «issues» ambientali rilevanti, delle
«parti interessate» e dei loro bisogni/aspettative
Percezione più ampia su conseguenze sull’ambiente legate ad attività a monte e/o a valle in fase di analisi, maggiore attenzione al controllo sull’operato di fornitori/appaltatori le cui attività possano determinare fenomeni di inquinamento ambientale in fase di gestione.
Coinvolgimento di tutti i livelli dell’organizzazione nel Sistema e integrazione delle priorità ambientali nel business
Valutazione rischi e definizione misure
Assessment 231: rischio di
commettere il reato (inquinamento, disastro, etc.)
Rischio organizzativo di mancato rispetto
della normativaRischio per l’ambiente
Risk assessment ISO 14001:2015
Misure di prevenzione e protezione e azioni atte a prevenire i rischi. Procedure di controllo operativo => protocolli cautelari previsti dal Modello organizzativo
Strumenti di prevenzione o “barriere” predisposti dall’organizzazione a tutela “esimente” della propria responsabilità
Rischi più rilevanti
Stima della probabilità di accadimento rapportata
alle conseguenze correlate all’impatto
generato
Ad esempio:Attività Aspetto
ambientaleImpatto potenziale
Rischi minacce – M opportunità – O
Azioni (da pianificare)
Gestione del percolato Produzione di rifiuti Inquinamento
della falda
MRottura della vasca di stoccaggio
Aumento della frequenza di monitoraggio della tenuta delle vasche
O
Ridurre la quantità di percolato prodotto e smaltito
Installazione di un impianto di trattamento del percolato
Gestione del biogas (combustione)
Emissioni in atmosfera (NO2, COV, polveri)
Inquinamento dell’aria
M
Sanzioni amministrative Introdurre un sistema di
abbattimento emissioneSanzioni penali
Mancato rispetto dell’accordo sottoscrittocon il Comune
Programma di manutenzione periodica delle centraline di monitoraggio
O
Miglioramento della qualità del processo di combustione
Analisi diffusa dell’intero processo ed ottimizzazione delle variabili di T e O2 per la combustione
P.to 6.1 ISO 14001:2015 Azioni per identificare rischi ed opportunità
Rischio di inquinamento ambientale
Altri aspetti operativi/gestionali di Sistema
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•Ulteriori elementi del SGA che si inquadrano nella logica «cautelare» del Modello 231:
§ Adozione di presidi tecnici e tecnologici «antinquinamento» come misure tese ad impedire o evitare effetti lesivi o provocare danni all’ambiente;
§ Obiettivi di miglioramento misurabili secondo logiche preventive/cautelari;
§ Indicatori di monitoraggio;
§ Formazione adeguata e settoriale non solo degli operatori ma anche di chi ha ruolo attivo e decisionale nella filiera di processo;
§ Previsione di budget dedicate all’ambiente;
§ Sistemi di monitoraggio e controllo che valutino l’adeguatezza dei presidi adottati e la tenuta delle infrastrutture;
§ Ricorso alle migliori tecnologie disponibili nella prevenzione;
§ Riesame del modello organizzativo e delle analisi/assessment quando intervengono modifiche
Conclusioni
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§ Stretto rapporto tra SGA sviluppato ai sensi della nuova ISO 14001:2015 e prevenzione dei reati ambientali in adozione del MOG 231
§ SGA strumento a supporto dell’applicazione della normativa, capace di garantire l’attuazione di parte rilevante dei requisiti previsti
§ SGA valorizzabile anche in relazione alla prevenzione dei reati della legge 68/15, in particolare per il nuovo taglio della ISO 14001: 2015 su:
§ Analisi dei target sensibili e del contesto ambientale;
§ Rilettura degli aspetti ambientali in chiave di rischio;
§ Introduzione del concetto di responsabilità estesa del produttore attraverso la LCP;
§ Rafforzamento della responsabilizzazione e dell’impegno del management nei confronti dell’ambiente
§ Resta da verificare se il Legislatore vorrà esplicitare il legame tra norme volontarie in materia di SGA (ISO 14001 e EMAS) e prevenzione dei rischi reato, come già realizzato per i reati in ambito HS, introducendo normativamente il concetto di «presunzione di idoneità» al Modello 231 per le aziende dotate di certificazione ambientale.