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Il racconto di Francesco La comunicazione del Papa nell’era della connessione globale A cura di Anna Maria Lorusso e Paolo Peverini

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Il 13 marzo 2013 viene eletto pontefice Jorge Mario Bergoglio: Papa Francesco. Suc-ceduto a Benedetto XVI in modo imprevisto, e in un periodo in cui la credibilità dellaChiesa è messa a dura prova, Papa Francesco immediatamente sembra portare, nonsolo alla comunità cristiana ma a tutti, una parola diversa: diretta, immediata, com-prensibile e soprattutto credibile.Papa Francesco spiazza le gerarchie con scelte insolite, sorprende la gente comunecon gesti imprevisti, neutralizza le distanze con interlocutori lontani dalla Chiesacattolica e trasmette una autenticità che torna a dare credibilità al ruolo di Papa.Francesco comunica con tutti i mezzi che ha: lo sguardo, i gesti, le parole, gli abiti,gli oggetti che usa e in questo modo, ridefinisce i termini del discorso religioso, del-l’intervento religioso.Questo libro, con i diversi contributi che presenta, riflette sulle caratteristiche e le ri-sorse di questo modo di comunicare, sugli effetti che genera, sui legami che co-struisce, sui sentimenti sociali che rinforza, nella convinzione che non ci siaseparazione tra dire, fare e essere – almeno nella comunicazione efficace, comequella di Papa Francesco.

Anna Maria Lorusso insegna Semiotica presso il Dipartimento di Filosofia e Comu-nicazione dell’Università di Bologna. Tra le sue pubblicazioni: La trama del testo(2006); Umberto Eco. Temi, problemi e percorsi semiotici (2008), Semiotica della cul-tura (2009), Perspectives on Semiotics of Culture (2015). Interessata soprattutto alla semiotica della cultura, è membro del Centro di Studi in-terdisciplinare su Memorie e Traumi Culturali dell’Università di Bologna

Paolo Peverini è ricercatore alla LUISS – Dipartimento di Impresa e management.Vicedirettore di X.ite - Centro di ricerca su tecnologie e comportamenti, è autore dinumerosi saggi e volumi. Tra le sue pubblicazioni: Social guerrilla. Semiotica della co-municazione non convenzionale (2017); I media. Strumenti di analisi semiotica (2012).Nel 2017 è stato nominato da Papa Francesco Consultore della Segreteria per la Co-municazione.

Il racconto di FrancescoLa comunicazione del Papa nell’era della connessione globale

Il racconto di Francesco

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Il racconto di FrancescoLa comunicazione del Papa nell’era della connessione globale

A cura di Anna Maria Lorusso e Paolo Peverini

22,00 Euro

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i capitelli

Il racconto di Francesco

La comunicazione del Papa nell’era della connessione globale

a cura di anna maria lorusso e paolo peverini

© 2017 LUISS University Press – Pola s.r.l. Proprietà letteraria riservataisBn 978-88-6105-269-7

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Questo libro è stato composto in ITC Chartere stampato presso Geca Industrie Grafiche,Via Monferrato 5420098 San Giuliano Milanese (Milano)

Prima edizione ottobre 2017

Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di cia-scun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art.68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633.Le fotocopie effettuate perfinalità di carattere professionale, economico o commerciale o co-munque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito dispecifica au-torizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Edi-toriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail [email protected] e sitoweb www.clearedi.org

Introduzioneanna maria lorusso, paolo peverini .....................................p. 7

La rimediazione di Papa Francesco isaBella peZZini (sapienZa università di roma) ....................p. 13

Dono e ironia. Aspetti paradossali nella comunicazione di Papa Francescomaria pia poZZato (università di Bologna) ..........................p. 23

Imprevedibile FranciscusFranciscu sedda (università di cagliari) .............................p. 49

L’orologio di Francesco e altre paraboledario mangano (università di palermo)...............................p. 75

Papa Francesco e i segni: la comunicazione del discernimentomassimo leone (università di torino) ..................................p. 95

Francesco e i media vaticani. Un racconto in divenirepaolo peverini (università luiss) .........................................p. 113

Da Benedetto a Francesco. Una semiotica degli eventidaniele salerno (università di Bologna).............................p. 137

L’immagine impertinente. Produzioni grassroots, costruzione del “non ufficiale” e appropriazioni semiotichedella figura di Papa Francescoruggero eugeni (università cattolica-milano)...................p. 157

Attraverso lo schermo: visioni papali anna maria lorusso (università di Bologna).......................p. 179

Note biografiche......................................................................p. 201

Indice

Introduzione

anna maria lorusso, paolo peverini

All’apice di una crisi di credibilità che ha coinvolto tutti i soggetti di autoritàe tutte le istituzioni (dalla politica alla religione allo spettacolo), sullo sfon-do di una incertezza spirituale che, insieme alle ideologie, ha travolto ognifede collettiva (laica o religiosa che fosse), in un momento di particolarefragilità della Chiesa, minata soprattutto, a livello di sentimenti sociali, dal-lo scandalo della pedofilia, e comunque indebolita e spiazzata dalla ine-dita rinuncia al soglio pontificio di Papa Benedetto XVI, il 13 marzo 2013viene eletto pontefice Jorge Mario Bergoglio: Papa Francesco.

Nessuno, neanche il più acuto conoscitore della Chiesa, avrebbe po-tuto immaginare il suo successo (se questo termine può essere adegua-to per un Papa), un successo che si è declinato in pochissime settimanecome credibilità (a fronte della perdita di credibilità acquisita con le di-verse vicende di pedofilia) e vicinanza, cioè come capacità di entrare edessere in contatto con la gente (a fronte della distanza percepita duran-te il pontificato di Benedetto XVI), andando a occupare un ruolo di rife-rimento anche per quanti non si riconoscevano nella comunità cattolica.

In breve, Francesco si è rivelato un “Papa leader”, soggetto in gradodi condizionare le visioni etiche, politiche e sociali della sua contempo-raneità, le agende tematiche dei media e le aspettative nei confronti del-la Chiesa.

In un periodo, cioè, di esacerbata sfiducia nelle autorità e nelle isti-tuzioni, Papa Francesco si è imposto come soggetto autorevole: non sog-getto di potere, ma soggetto di carisma.

Tutto questo non si è fondato in prima istanza sulle strategie di co-municazione vaticane, ma anzitutto su una intrinseca, personale capa-cità comunicativa di Bergoglio che è riuscito a rendere una serie di suoigesti quotidiani particolarmente significativi, ri-valorizzando occasionidestinate altrimenti a passare inosservate.

Il “fenomeno Papa Francesco” si è dato, cioè, (e continua a darsi) inuna inedita pertinentizzazione della dimensione comunicativa, che hacome restituito il comunicare alla sua radice partecipativa, come formaprimaria di condivisione. Si comunica non per trasmettere contenuti emessaggi ma, in modo molto più radicale, per condividere il senso chesi dà alla vita e questa condivisione non può essere limitata a pochi limitatimomenti della giornata o dell’agenda ma deve riguardare l’intera esistenzadei soggetti coinvolti, non solo quando parlano, ma anche quando sor-ridono, quando salutano, quando fanno acquisti, quando si vestono.

Insomma, in completo accordo con una visione semiotica della vita, si“fa senso” continuamente, non solo a parole e non solo nei momenti deputatialla comunicazione. Per questo il carisma di Francesco appare tanto più ecla-tante quanto più si declina nell’orizzonte della vita quotidiana.

Ecco perché studiare Papa Francesco è un’occasione particolarmenteinteressante (e ghiotta) per la semiotica: questo pontefice incarna infattiuna semiosi che travalica continuamente generi e spazi discorsivi preco-stituiti, per costruire nelle situazioni più inaspettate occasioni di senso ine-dite. Incarnazione dell’Istituzione e al contempo istanza di rinnovamen-to dell’Istituzione, Papa Francesco riformula continuamente i codici del-l’etichetta (discorsiva e comportamentale) papale, e in questa continua azio-ne di ricodificazione sta la sua grande “potenza semiotica”. Bergoglio nonè un eroe isolato, né un ribelle visionario; è un soggetto sociale, integra-to e capace di costruire comunità; al contempo assolve una funzione rap-presentativa (sta per l’Istituzione che incarna, senza, in alcun modo, rin-negarla), una funzione rifondativa (ridefinendo i codici e la missione del-la Chiesa cui appartiene) e una funzione simbolica (incarnando universidi valori riconosciuti come tali anche da chi non appartiene alla comuni-tà cattolica). Estremizza la singolarità inedita dei suoi gesti, spesso percepiticome irrituali, ma al contempo sa costruire un senso condiviso, carican-do nuovamente di rilevanza e di legittimità sociale codici usurati.

Il punto con Francesco, dunque, non è studiare il suo lessico, o le sueencicliche. È vedere piuttosto come attraverso il suo lessico, le sue enci-cliche, i suoi gesti, la scelta delle occasioni comunicative in cui esprimersi,il suo abbigliamento, gli organi mediatici che lo rappresentano, egli rie-sca a trasmettere un senso coerente, ovvero come riesca a costruire ununiverso discorsivo che ri-legittimi la Chiesa e la religione.

Oggetto di questo libro, dunque, non sono le intenzioni program-matiche di Papa Francesco, o le sue dichiarazioni, ma un insieme mol-to più sfaccettato e composito di elementi che, insieme, vanno a costruire

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determinati effetti di senso. Semioticamente gli effetti di senso non sononecessariamente previsti o programmati; lungi da ogni intenzionalità con-sapevole, sappiamo che le impressioni che diamo dipendono da fattorinon sempre controllati, ma comunque osservabili: fattori individuali efattori contestuali, performance attuali e memorie stratificate, praticheconcrete e rappresentazioni sociali disponibili nell’esperienza di una cer-ta società.

Per questo nel nostro libro prendiamo in considerazione elementi per-sonali della comunicazione di Francesco, elementi di storia vaticana re-cente (in particolare il confronto col predecessore Ratzinger), elementi me-diatici (le rappresentazioni filmiche, ad esempio). Nella circolazione delsenso, nello spazio della cultura, in quel circuito che i semiologi chiama-no semiosfera, non c’è distinzione tra anteriorità e posteriorità: il sensosi dà e si dà sempre in contemporanea con altri elementi (del passato, dialtri spazi culturali come la politica o la cultura, nella compresenza di varimedia…). I soggetti sono sempre soggetti e corpi sociali – e tanto più que-sto è vero per un pontefice, che è insieme uomo individuato e incarnazionedell’Istituzione, singolarità e totalità. I discorsi di Papa Francesco circolanoinsieme ai discorsi su Papa Francesco, e insieme, nella loro reazione re-ciproca, fanno senso: costruiscono il senso di Papa Francesco, oggi.

È sorprendente che un soggetto così “denso” e rilevante, non abbiasuscitato fin qui una significativa attenzione in chi studia la comunica-zione. Se a livello sociale diffuso (sui giornali o in televisione) la straor-dinarietà di Francesco è oggetto di una continua notiziabilità, non ci ri-sultano invece molti studi sulle ragioni e le modalità di questa efficacia.

Di recente la rivista Communication et langages ha dedicato un numeromonografico (n. 189, 2016) a comunicazione e cristianesimo, dove ov-viamente un capitolo è dedicato anche a Bergoglio.

La Rassegna Italiana di Sociologia ha dedicato l’ultimo suo numero del2016 alle sfide del nuovo papato, dove due saggi sono dedicati agli aspet-ti comunicativi (cfr. i contributi di Martino e Ricucci e quello di Gandolfi).

L’impressione però è che manchino studi che mettano a fuoco comePapa Francesco “produce senso”, la modalità integrata e coerente con cuiegli sa stabilire corrispondenze tra quello che dice, quello che fa e quel-lo che predica. Da questo punto di vista uno degli studi che più si avvi-cina a questa ispirazione è quello di Dario Viganò, (2017) Fratelli e so-relle, buonasera! Papa Francesco e la comunicazione, che tuttavia inevi-tabilmente dà anche molto spazio alla dimensione pastorale e teologi-ca di Papa Francesco.

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Noi, da un punto di vista laico, vorremmo più che altro approfondi-re il modo in cui Francesco ridefinisce i codici di uno speciale discorsodi autorità, quale è quello della Chiesa, evidenziando i diversi canali at-traverso cui tale spazio si definisce.

Uno dei valori ricorrenti, ad esempio, dell’universo discorsivo di PapaFrancesco è certamente la semplicità: Papa Francesco predica la semplicitàevangelica, testimonia la semplicità (eclatante e ormai famosa la sceltadi vivere a Santa Marta), si esprime in modo semplice (lontano dalla di-stanza intellettualistica di chi lo ha preceduto al soglio pontificio). La sem-plicità è per lui valore fondativo dell’identità ed effetto di senso (risul-tante dall’insieme dei suoi gesti), punto di arrivo; è dimensione valoriale,sociale e comunicativa – spazio per eccellenza del suo esercizio religio-so ma anche spazio di contatto con l’alterità, dialogo e traduzione conreligioni e culture differenti.

È questo che vogliamo che emerga da questo libro: non come Fran-cesco gestisce la sua comunicazione pubblica, ma come ridefinisce alcunearee di senso della cristianità e forse del più generale vivere insieme. Comecioè si faccia autorità discorsiva, soggetto carismatico dello spazio sociale.Perché questa è a nostro avviso la sua inedita forza dirompente, che lorende soggetto di attenzione non solo dentro il discorso religioso ma inun territorio molto più ampio, quello dello spazio pubblico.

I contributi di questo volume senza avere l’ambizione di circoscrivere ericostruire l’intero spazio d’azione di Francesco provano così a indaga-re le modalità con le quali prendono forma e si dispiegano alcuni trattipertinenti del Papa venuto “dalla fine del mondo”.

Il saggio di Isabella Pezzini provocatoriamente rovescia l’opinione diffusache vuole Francesco un Papa profondamente moderno, sostenendo piut-tosto che la sua singolarità risiede nella capacità di adattare il proprio di-scorso e forme “antiche” del discorso religioso (a iniziare dalla parabolae dall’idea di predicazione) a modalità comunicative nuove. Francesco sa-rebbe dunque un Papa pienamente inserito nelle logiche della rimediazionedi cui parlano Bolter o Grusin, con una straordinaria capacità di metterein correlazione e conciliare, goffmanianemente, scena e retroscena, giocandoabilmente ora il ruolo di Papa ora quello dell’uomo Jorge Maria Bergoglio.

Maria Pia Pozzato concentra la sua attenzione sull’irritualità e sugliaspetti paradossali che marcano la comunicazione di Papa Francesco. Inparticolare il contributo mira a superare la visione ingenua di un ponteficeche si esprime come le persone comuni, indagando piuttosto la sua ca-

pacità di “dissimulare la complessità”, di spiazzare le attese, riconfigu-rando l’asse comunicativo e fiduciario con i propri interlocutori, sov-vertendo in ultima istanza il sentire comune. In questo senso la forza me-diatica di Francesco risiederebbe nella sfasatura fra la propria enuncia-zione di sé e l’enunciazione che di lui fanno i media: nella capacità meta-comunicativa e ironica di dare forma alla propria testimonianza.

Anche Franciscu Sedda prende in esame l’imprevedibilità che ca-ratterizza la figura del pontefice incentrando tuttavia la riflessione sul-la poetica di Francesco. Il contributo si sofferma così sul senso insito nel-la corporeità e nelle modalità tramite le quali prende forma e si declinala sua presenza, dimostrando come al di là della dimensione verbale, igesti del Papa, finanche i suoi silenzi, siano intrisi di un valore profon-do che contribuisce a definirne il carisma.

Il capitolo di Dario Mangano parte dal presupposto che per avvicinarsialla complessità di una figura come quella dell’attuale pontefice “le parolenon bastano” ma occorre indagare il senso di tutto quanto contribuisce adefinirne l’identità pubblica. In questa prospettiva assume rilevanza il rap-porto di Papa Francesco con gli oggetti d’uso quotidiano (tanto nella loropresenza quanto nella loro assenza rispetto alle convenzioni precedenti),segni tutt’altro che secondari o “accessori” che offrono delle chiavi di let-tura particolarmente preziose per comprendere come si dispiega uno deivalori al fondamento del pontificato di Bergoglio: la semplicità. Ma nonsolo: prendere in esame gli oggetti di Francesco nella prospettiva semio-tica significa riconoscere lo spessore di un ragionamento parabolico di por-tata ben più ampia che investe la dimensione della spiritualità.

Il contributo di Massimo Leone è incentrato sulla “rivoluzione pros-semica” inaugurata dal Papa, sulla correlazione tra la corporeità del lea-der spirituale e la tradizione della compagnia di Gesù. In particolare nelcapitolo viene indagata la complessità del rapporto semiotico che intercorrefra l’aspetto esteriore del gesuita e la sua interiorità, con particolare ri-ferimento alla modestia e alla coerenza, due aspetti essenziali nella co-municazione non verbale di Francesco.

Nel capitolo di Paolo Peverini la riflessione si sposta sulla correlazionetra i valori a fondamento del pontificato e l’esordio del nuovo portale del-l’informazione vaticana, un’operazione guidata dalla Segreteria per la Co-municazione che per la prima volta è chiamata a riunificare tutti i me-dia della Santa Sede in unica struttura. Il lavoro si incentra in questo casosull’operazione di messa a punto di un nuovo brand editoriale del tuttopeculiare a livello internazionale ma che al contempo si misura inevita-

introduZione

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bilmente con le logiche della convergenza e del social web. L’ipotesi è chel’identità del portale si fondi sul tentativo di operare una sintesi tra duecampi semantici e due regimi discorsivi distinti relativi alla dimensioneapostolica e a quella informativa.

Daniele Salerno da parte sua propone una riflessione sulla transizionedal papato di Benedetto XVI a quello di Francesco nella prospettiva di unasemiotica degli eventi, interrogandosi sulle trasformazioni strutturali in-nescate all’interno del sistema della Chiesa Cattolica dalle dimissioni inat-tese di un Papa e dall’elezione al soglio di Pietro di Jorge Maria Bergo-glio. In questo senso ad assumere un rilievo particolare sono i cosiddet-ti rituali di transizione, eventi di passaggio intrisi di un forte valore sim-bolico e al contempo in grado di dispiegare un notevole impatto sul pia-no pragmatico.

Con Ruggero Eugeni l’attenzione si sposta nell’ambito della digital re-ligion incentrandosi sulle forme sempre più visibili e rilevanti assunte dal-le produzioni dal basso riguardanti Papa Francesco. Lo sguardo semio-tico si concentra in questo caso sui video amatoriali, sulle pratiche d’usodel social web, sui siti non ufficiali, in altri termini sullo scenario dina-mico e complesso dei contenuti grassroots provenienti dai differenti pro-sumers. Un rilievo particolare in questa prospettiva è assunto dai mec-canismi di rienunciazione della figura di Francesco, dalle forme di ripresa,citazione, manipolazione e rilancio delle sue parole, delle sue immagi-ni, della sua testimonianza, pratiche di riapproprizione dal basso tantopiù preziose quanto più consentono di approfondire la riflessione sul-l’impatto del suo pontificato.

Il volume infine si chiude con il capitolo di Anna Maria Lorusso chenella prospettiva della semiotica della cultura e partendo dalla premes-sa che ogni soggetto è fatto delle pratiche discorsive che lo riguardanoe lo posizionano all’interno di un sistema enciclopedico, indaga il ruologiocato dalle narrazioni filmiche sul Papa nella costruzione della sua fi-gura pubblica. In particolare il saggio si interroga sulla dimensione “pop”che sembra investire Papa Francesco, intendendo questo attributo nonbanalmente come manifestazione di una logica della spettacolarizzazionequanto piuttosto come la realizzazione di un’attitudine anti-elitaria, po-polare che permea un papato carismatico.

Un ringraziamento alla Segreteria per la Comunicazione e al Prefetto Mons.Dario Edoardo Viganò per il supporto nella raccolta dei materiali e per ladisponibilità dimostrata nei confronti di questo lavoro.