I Cavalieri Teutonici
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'Ordine Teutonico è un antico ordine monastico-militare sorto in Terrasanta
all'epoca delle Crociate per assistere i pellegrini tedeschi e contribuire alla difesa del
neonato regno cristiano di Gerusalemme dagli assalti dei musulmani. Nato come "
Fratrum Theutonicorum Ecclesiae S. Mariae Hiersolymitanae " (’Ordine dei Frati
dell’Ospedale di Santa Maria dei Teutonici di Gerusalemme), un nuovo Ordine
ospedaliero fondato nel 1190 nella città-fortezza di a San Giovanni d’Acri in Palestina
per proteggere i pellegrini e curare i malati tedeschi in Terra Santa, fu approvato e
trasformato in Ordine cavalleresco nel 1191 e successivamente, nel 1198, trasformato
in un Ordine militare per la difesa della Cristianità.
Le sue origini hanno un sapore quasi leggendario e risalgono ai tempi della Prima
Crociata (1096-1099). Nel corso del XI secolo una moltitudine di pellegrini era solito
partire dall’Europa in direzione della Terra Santa per visitare la terra dove visse Gesù
Cristo. Durante il dominio dei califfi Abbasidi di Baghdad, i benefici economici che i
cristiani portavano con il loro pellegrinaggio li lasciava liberi di visitare i luoghi santi
senza particolari problemi: i pellegrini generalmente sbarcavano nel porto di Haifa e da
lì si dirigevano verso Gerusalemme. La situazione cambiò però radicalmente nella
seconda metà del secolo, quando i turchi Selgiuchidi presero il controllo della regione.
I pellegrini cristiani in viaggio verso Gerusalemme divennero regolarmente vittime di
abusi, tormentati da orde di ottomani che li uccidevano o imprigionavano. Il 27
novembre 1095, il decimo giorno del Concilio di Clermont, il Papa Urbano II indisse un
“pellegrinaggio armato” chiedendo al popolo cristiano d'Occidente di prendere le armi
per aiutare i cristiani d'Oriente e liberare la Terra Santa dagli infedeli. Al grido di “Deus
vult” (Dio lo vuole), una schiera di oltre 25.000 pellegrini male armati ed equipaggiati,
composta principalmente da poveri,
donne e bambini, si mossero in
direzione di Gerusalemme, ma di essi
solo 3.000 riuscirono ad unirsi alle
forze di Goffredo di Buglione e
riconquistare la città santa il 15 luglio
1099. Si narra che nella parte
settentrionale della Palestina, a sudest
di Gerusalemme, una coppia di
coniugi (probabilmente due mercanti pellegrini tedeschi provenienti da Brema o da
Lubecca che si erano stabiliti in Terra Santa in quel periodo) accolse nella sua dimora
un cavaliere tedesco gravemente ferito durante i combattimenti che giaceva privo di
sensi in una delle vie della città vecchia, curandolo e riportandolo in salute. In seguito, i
due pellegrini decisero di continuare stabilmente quell'attività caritativa, mettendosi a
disposizione dei connazionali che giungevano malati o feriti., ricevendo l'approvazione
del Patriarca di Gerusalemme. Con il suo consenso, sotto la protezione della Vergine
Maria cui dedicarono una cappella, crearono così un piccolo ospedale ed una
foresteria per l’accoglienza, la cura ed
il sollievo dei pellegrini tedeschi che
prese il nome di “ospedale di Santa
Maria dei tedeschi di Gerusalemme”.
Sin dagli inizi del medioevo i tedeschi,
come molti altri cristiani europei,
avevano infatti l’abitudine di recarsi in
pellegrinaggio a Gerusalemme ma il
cammino, sia che giungessero via mare dall’Italia che via terra attraverso i Balcani ed il
Medio Oriente, era molto faticoso e irto di pericoli. Quando giungevano a
destinazione, spesso vi giungevano in condizioni davvero precarie, spossati dal clima,
delle condizioni igieniche, delle epidemie e degli assalti di predoni e gruppi islamici
ostili incontrati lungo il percorso. In difficoltà anche per la lingua, sarebbero stati ben
contenti di trovare sul posto un’istituzione caritativa che si occupasse di loro. Quando
morirono, attorno al 1118, i due pellegrini lasciarono in eredità tutto il patrimonio ai
frati che nel frattempo avevano iniziato a prestarvi la loro opera che continuarono
finché, nel 1187, con la caduta di Gerusalemme tutto andò distrutto.
1187 - Baliano di Ibelin consegna le chiavi di Gerusalemme al Saladino
Sull'onda della caduta di Gerusalemme, sotto il pontificato di Clemente III (1187-1191)
fu organizzata la Terza Crociata (1189-1191) per liberare la città santa dal dominio
musulmano e vi parteciparono i sovrani più potenti della Cristianità: l’imperatore
Federico Barbarossa (allora settantenne), il re d’Inghilterra Riccardo Cuor di Leone ed il
re di Francia Filippo Augusto. L'anziano imperatore che aveva organizzato la crociata
non riuscì però a raggiungere la Terra Santa e morì durante il viaggio per un incidente.
Dopo aver attraversato i Balcani sgominando le forze turche che da oltre un secolo
stavano bloccando la strada per Costantinopoli, era ormai giunto sulle montagne della
Siria quando, stanco della marcia attraverso i monti e oppresso dalla calura, decise
rinfrescarsi nel fiume Göksu annegando trascinato dalla corrente per via della pesante
armatura. Disonorando i loro voti, moltissimi dei suoi vassalli si affrettarono a ritornare
in Germania, alcuni perché la loro presenza era necessaria per l’elezione del nuovo
imperatore (suo figlio Enrico VI), altri perché timorosi che una guerra civile avrebbero
potuto far perdere le loro terre. Fu un altro figlio dell’Imperatore, il duca Federico V di
Svevia, a proseguire nell’impresa e condurre quel che restava dell’armata tedesca verso
San Giovanni d'Acri (l’antica Tolemaide), conquistata dal Saladino due anni prima e
assediata dagli eserciti crociati di Francia e Inghilterra giunti in Palestina, via mare.
Federico Barbarossa Saladino Riccardo Cuor di Leone
Per i nuovi arrivati non si prospettava però un’accoglienza calorosa. Il monarca inglese,
per risentimenti famigliari, odiava i tedeschi e colse ogni opportunità per insultarli o
umiliarli. I nobili e prelati tedeschi, sia in Palestina che in patria, restarono amaramente
delusi dal risultato della loro grande spedizione che invece di gloria portò solo
umiliazione, morte e disperazione. L'assedio di San Giovanni d'Acri si protrasse per due
anni, dall'agosto del 1189 fino al luglio del 1191 e l'esercito crociato venne nel
frattempo letteralmente decimato dalle malattie. I
tedeschi, come gli altri crociati, non erano abituati
al calore, all'acqua ed al cibo locali e le precarie
condizioni igieniche fecero il resto. Era impossibile
seppellire i morti correttamente: i corpi venivano
gettati nel fossato di fronte alla Torre maledetta e
venivano ricoperti con le macerie recuperate sul
campo di battaglia. Una puzza nauseante era
diffusa in tutto il campo e sciami di insetti invadevano i corpi dei morti e dei feriti. Una
volta presi dalla febbre, i soldati non avevano scampo. Le regolari unità ospedaliere dei
Cavalieri di San Giovanni (meglio conosciuti come gli Ospitalieri) erano sovraccariche di
lavoro e prediligevano i loro connazionali francesi e inglesi, abbandonando spesso i
tedeschi al loro destino
Le rovine dell'antico ospedale di Santa Maria dei Tedeschi
Verso la metà del 1190, vedendo che la situazione era diventata intollerabile e non vi
era alcun segno che l'assedio potesse terminare in tempi brevi, alcuni crociati
provenienti da Brema e da Lubecca pensarono di organizzare loro stessi una specie di
ospedale da campo in soccorso dei crociati tedeschi feriti. La costruzione dell’ospedale
fu un atto di disperazione e la sua costruzione avvenne con mezzi di fortuna,
utilizzando il legname e le vele delle navi che erano servite ai crociati per arrivare in
Terra Santa. È presumibile che in tale ospedale da campo prestassero opera anche
alcuni frati dell’antico ospedale di santa Maria di Gerusalemme, ritornati in Terra Santa
con le nuove ondate di pellegrini al seguito della terza crociata. Lasciato in mano loro,
grazie alla partecipazione di molti altri religiosi connazionali che man mano arrivarono
per offrire il proprio contributo, quello che era partito come un piccolo ospedale da
campo pian piano si ampliò e, ispirandosi a quello che era stato l'ospedale precedente,
fu ricostruita anche la cappella dedicata alla Vergine Maria. L’iniziativa venne
calorosamente assecondata dalla più eminente nobiltà tedesca presente in Terra Santa,
tanto che lo stesso duca Federico di Svevia intercesse presso suo fratello imperatore ed
il Patriarca di Gerusalemme Guido di Lusignano per convincerli a concedere ai crociati
tedeschi, in caso di riconquista della città, il privilegio di
poter costruirne un ospedale in muratura al suo interno. Il 6
febbraio 1191 Papa Clemente III (1187-1191) con la Bolla
“Quotiens Postulatur” confermò la rifondazione dell'ospedale
come "Fratrum Theutonicorum Ecclesiae S. Mariae
Hiersolymitanae" e dopo la riconquista della città, avvenuta
l’11 luglio 1191, l'ospedale da campo costruito durante
l’assedio venne trasferito all'interno delle mura, in
prossimità della torre di San Nicola, non lontano dalla
residenza del Patriarca, diventando una struttura
permanente. L’anno successivo, grazie all'intervento dell’imperatore, Papa Celestino III
(1191-1198) nominò con un documento del 2 febbraio 1192 il frate Gerhard "maestro
dell'ospedale dei tedeschi di Acri" dando ufficialmente inizio
a quello che sarà di lì a poco un vero e proprio Ordine
indipendente. Un ordine tutto tedesco, così come tedesca
sarebbe dovuta essere, d’altra parte, la Quarta Crociata
promossa dall’imperatore Enrico VI per dimostrare al Papa
la propria affidabilità. Mentre i Templari erano quasi tutti
francesi e i Giovanniti prevalentemente italiani, al nuovo
Ordine Teutonico potevano aderire infatti solo membri della
nobiltà tedesca I motivi che indussero a fondare un uovo
Ordine religioso a fianco di quelli già esistenti non sono ben
chiari, ma è ragionevole pensare che la sua creazione
risponda ad una precisa esigenza politica di istituzionalizzare
la presenza dei Cavalieri del Sacro Romano Impero in
Terrasanta per soddisfare l’interesse comune delle due
maggiori potenze del tempo: il Papato, che consapevole del
contributo che i cittadini dell'Impero avrebbero potuto
apportare alle Crociate, e l’Imperatore, che vi intravedeva una eccellente opportunità
per estendere la propria influenza nel Mediterraneo. A ciò si aggiunga la difficoltà che i
cavalieri di lingua tedesca probabilmente avevano nel farsi accogliere negli altri due
Ordini, motivo in più per fondarne uno autonomo che di fatto, per tutta la sua storia
futura, si dimostrerà essere un'istituzione dipendente sia dal potere imperiale che dal
potere papale.
Il riconoscimento ufficiale avvenne quattro anni dopo, il 21 dicembre 1196, sempre da
parte di Papa Celestino III, che ne formalizzò con apposita bolla l'esistenza come
comunità religiosa sottoposta alla regola di S. Agostino e direttamente sottomessa alla
Santa Sede, confermando all'ordine tutti i possedimenti presenti e futuri tra i qual
alcuni possedimenti e diritti nel Regno di Sicilia ceduti direttamente dall’Imperatore. Di
natura prettamente assistenziale, il nuovo Ordine, denominato “Ordo Fratrum Domus
Hospitalis Sanctae Mariae Teutonicorum in Jerusalem” o più semplicemente ”Ordo
Teutonicus”, si basava inizialmente sulla regola seguita dai “Cavalieri Ospitalieri di San
Giovanni in Gerusalemme” (Giovanniti). Succeduto nel 1193 a frate Gerhard, frate
Heinrich, che fino al 1194 mantenne il titolo di Priore, dal 1196 assunse quello di
Precettore, un funzione più adatta alla nuova conformazione dell’Ordine appena
riconosciuto dalla Santa Sede, cui venne concessa parità dei diritti con le altre
istituzioni crociate: esenzione dalla decima, autonomia finanziaria, libera elezione dei
Maestri, diritto di dare sepoltura.
Papa Celestino consegna la bolla con la Regola del'Ordine
Non dovette passare però molto tempo prima che i due grandi patrocinatori ne
decidessero la trasformazione in un ordine di stampo più militare attribuendogli anche
compiti di protezione dei pellegrini e difesa armata della fede oltre a quelli già
perseguiti di assistenza ai bisognosi. Le prime tracce di militarizzazione dell'Ordine le
troviamo già nel 1193, quando il Re di Gerusalemme, Guido di Lusignano, similmente a
quanto aveva fatto per gli Ospedalieri ed i Templari, vendette ai Teutonici un quartiere
della città di Acri affidando loro il compito di difendere una fortificazione. I tedeschi
venuti a Acri nel 1197 decisero che il loro ospedale
sarebbe stato di grande aiuto per i castelli a difesa della
frontiera; pertanto chiesero al Papa Celestino III di
riconoscerli come un Ordine Militare. Fu il pontefice
successivo, Papa Innocenzo III (1198-1216), che il 19
febbraio 1199 ne effettuò la trasformazione da istituto
assistenziale a Ordine religioso-militare, con sede ad Acri,
dotandolo di uno specifico statuto che lo assoggettava
alla regola degli Ospitalieri per quanto riguarda l'attività
caritativa ed a quella dei Templari per le attività più
propriamente militari. Diviso territorialmente in regioni,
province e case, era governato da un capitolo generale
presieduto dal Gran Maestro e come primo Gran Maestro fu
nominato il frate Heinrich Walpot. Era articolato in varie
categorie contraddistinte da un diverso abbigliamento: frati,
cavalieri, con mantello bianco alla maniera dei Templari
contrassegnato dalla caratteristica croce nera allargata alle
estremità dei bracci; conversi, familiari e suore, con mantello
bruno. L'insegna dell'Ordine consisteva invece in una croce nera in campo argento
(ripresa molti secoli dopo dall’esercito tedesco), mentre lo stendardo era bianco nero
crociato. L’aquila, con le sue ali e gli artigli pronti alla
cattura della preda, divenne infine il simbolo sugli scudi e
sui sigilli. A differenza degli altri Ordini gerosolimitani che
professavano un ecumenismo cristiano "europeo" e
costituivano autentiche "multinazionali della fede", i
Cavalieri Teutonici rimasero vincolati fin dalle origini ad
un'idea nazionale rigidamente circoscritta alla “Vaterland”
germanica, un insieme di tedeschi associati tra loro per un'impresa straordinaria in
terre lontane. Contrariamente agli altri Ordini, inoltre, alle donne venne riservato un
ruolo molto attivo e furono sempre presenti nei suoi ranghi, soprattutto per quanto
riguarda l'assistenza ai feriti ed agli ammalat i.
lla morte dell'imperatore Enrico VI, avvenuta nell'autunno del 1197
appena giunto in Terrasanta alla guida della Quarta Crociata, l'influenza politica
dell'Ordine Teutonico era ancora piuttosto limitata rispetto a quella de i Templari e
degli Ospitalieri. Ma si trattava di una inferiorità destinata a scomparire molto presto.
Quando l’esercito tedesco arrivò in Terra Santa per la nuova crociata, trovò un
ospedale fiorente che rendeva un prezioso servizio ai suoi connazionali. I fratelli
teutonici non solo davano assistenza ai malati, ma avevano creato ostelli per i nuovi
arrivi ed offrivano denaro e cibo ai crociati tedeschi le cui risorse erano esaurite per
essere stati derubati o aver perso tutto in battaglia. Grazie all’appoggio ed alla
protezione della casa imperiale e dei principi tedeschi e alle donazioni ricevute dal re
di Gerusalemme divenne una non trascurabile potenza economica e militare. Fu però
tra il 1209 e il 1239 che i Teutonici vissero un periodo particolarmente felice, grazie alle
capacità e al prestigio del loro quarto
maestro, Hermann von Salza. Giunto in
Terrasanta nel 1196 con l'esercito del
conte di Turingia, riuscì a ritagliarsi un
prezioso ruolo di intermediario tra il re di
Sicilia ed imperatore germanico Federico
II di Svevia ed il papato. Le sue
intercessioni nei conflitti tra il papa e
l’imperatore gli valsero i favori di
entrambi, consentendogli di aumentare notevolmente le ricchezze ed i possedimenti
dell’Ordine che guidava. La prima cosa che fece, all'inizio del suo mandato, fu avviare
una campagna per la parità di trattamento con i Templari e gli Ospitalieri, risultato che
conseguì, come vedremo, nel giro di pochi anni. Poi, all'inizio del 1220, diversi viaggi
diplomatici, al servizio del papa e dell'imperatore, per convincere i principi tedeschi a
partecipare alla Quinta Crociata (1217-1221). Infine, nel 1225, fu uno dei principali
artefici degli accordi tra Onorio III e Federico II che stabilivano la partenza per la Sesta
Crociata (1228-1229). Per via della sua mancata partecipazione, più volte sollecitata,
alla crociata precedente, Federico II si vide addossare la responsabilità del fallimento
dell'impresa e dovette, con il trattato di San Germano del 1225, impegnarsi ad
intraprendere una personale al più tardi entro due anni . Accordo che rispettò quasi
forzatamente, quando ormai era stato scomunicato dal pontefice successivo per il
continuo rimandare della partenza, solo nel 1229, quando il 17 marzo, alla testa di un
esercito italo-tedesco (poiché oltre che imperatore di
Germania era anche re di Sicilia) che comprendeva anche i
Cavalieri Teutonici, fece il suo ingresso in Gerusalemme
Ottenuta nel 1217 dall'imperatore Federico II, e nel 1220
dal papa Onorio III la parificazione con i Templari e gli
Ospitalieri, i Cavalieri Teutonici beneficiarono di un gran
numero di privilegi pontifici ed imperiali (diritto di rifugio,
diritto di costruire e possedere chiese, dipendenza diretta
dal Papa, il solo che potrà scomunicarli) mettendosi presto
al pari con gli altri due. Il nuovo Papa Onorio III, succeduto
ad Innocenzo III nel 1216, vedeva infatti nell'Ordine Teutonico un eccellente mezzo per
estendere il suo potere in Terra Santa. Da parte sua, anche il
nuovo imperatore (nato dal matrimonio tra Enrico VI e
Costanza d’Altavilla,) intravide immediatamente le
potenzialità che offriva il nuovo Ordine Teutonico per
soddisfare la sua voglia di potere e pertanto non esitò a
promuoverne la crescita concedendo loro il diritto di poter
ricevere beni facenti parte dei suoi domini. Con tali
premesse, i Teutonici non ci misero moto a diventare il terzo
grande ordine religioso-militare del Medioevo. In seguito a
cospicue e ripetute donazioni, l'Ordine si diffuse molto
rapidamente: nel corso del XIII secolo il numero delle commende (nome con cui
vengono chiamate le case dell'Ordine) crebbe al
ritmo di 3 o 4 all'anno ed alla fine del secolo già
erano quasi 300 diffuse un po’ ovunque. Le ondate
di cavalieri e pellegrini tedeschi che seguirono la
Terza Crociata portarono notevoli ricchezze al
nuovo ospedale tedesco così come nuove reclute.
Ciò permise ai Cavalieri Teutonici di acquisire la
Signoria che era stata di Joscelin de Courtenay, dove costruirono il castello di
Montfort da cui amministrarono tutto il loro patrimonio in Terra Santa sparso tra il
Regno di Gerusalemme, le contee di Jaffa e Ascalona e le Signorie di Cesarea, Nablus e
Saint-Ambran.
Fino alla perdita di Acri nel 1291, il principale teatro di operazioni dei Cavalieri
Teutonici rimase la Terrasanta ma in quegli stessi anni l’Ordine iniziò ad avere una
rapida espansione anche nel continente europeo, prevalentemente all’interno
dell’Impero germanico, dove, a partire dal 1200, acquisì possedimenti in ogni direzione,
dall’Armenia alla Castiglia e dal Baltico all’Italia meridionale.
1291 la perdita di S.Hiovanni d’Acri e antica piantina della città
In Spagna, dopo aver partecipato alla Reconquista, i Cavalieri Teutonici ricevettero nel
1236 e 1248 in cambio dei loro servigi terreni e case a Siviglia e Cordoba e nel 1258
altri possedimenti di minor valore in Castiglia e Leon, precisamente a Benafarces,
Morales de Toro e Greigos La Mota, diventata il cuore dell’ordine Teutonico in Spagna
per via della sua posizione strategica sulla strada dei pellegrini diretti a Compostela. In
Italia mantennero ben quattro province: Sicilia (con possedimenti anche in Calabria),
Puglia (che includeva anche possedimenti in Basilicata e in Campania), ‘Lombardia’
(ovvero i possedimenti in Friuli, Veneto, Emilia, Romagna e Toscana) e “nell’Adige e tra
i monti” (Alto Adige, dove alcuni centri continuano ad esistere ancora oggi). A queste
va aggiunto il patrimonio del procuratore generale dell’Ordine Teutonico presso la
curia papale, concentrato a Roma, Viterbo e Montefiascone. Per molto tempo, fino
all'arrivo dei normanni, la Sicilia era stato governata dai Saraceni. Fu con l’instaurarsi
sul regno di Sicilia della dinastia tedesca Hohenstaufen di Enrico VI prima e Federico II
dopo, che iniziarono le fortune dei Teutonici sull’isola. Rispetto agli altri due grandi
Ordini crociati, nel periodo 1190-1220 i Cavalieri Teutonici furono beneficiari di un
maggior favore imperiale rispetto acquisendo molte più proprietà, tra cui cinque
roccaforti. Il patrimonio era costituito da circa 200 case e terreni agricoli a Palermo e
nel territorio di altre città e villaggi siciliani, compreso una dozzina di feudi, dove
l'estensione delle terre supera i 4.000 ettari. Pur essendo numericamente pochi,
stabilirono una vasta rete di fruttuosi rapporti economici con le famiglie siciliane della
classe media e con gli ebrei, offrendo uno sbocco sicuro e redditizio alle loro
produzioni agricole derivanti dagli ampi terreni
agricoli trasformati in frutteti, oliveti e vigneti. A
Palermo nel 1197 ricevettero dall’imperatore il
possesso della Chiesa della Santa Trinità e
fondarono la Precettoria della Magione,
svolgendo il ruolo di garanti religiosi e militari
dell’indissolubile unione tra l’Impero e la Corona di
Sicilia, ruolo che ricoprirono sino al 1492. Tale monastero divenne il centro della
Provincia Teutonica e sede del comandante provinciale della Sicilia con potere su tutte
le case della regione. Anche il primo ospedale Teutonico in Sicilia, quello di san
Tommaso, è stato confermato dall’imperatore Enrico VI quello stesso anno, seguiti poi
dall’ospedale di San Giovanni Battista ad Agrigento, di Santa Maria dei Tedeschi a
Messina ed altri man mano costruiti a Polizzi, a Noto e nei feudi della Gulfa e della
Margana, dove si trova anche l'unico castello teutonico dell'isola. Nel corso del tempo,
il Baliato Siciliano si emancipò dalla
struttura dell’Ordine, pur
restandogli fedele: i ricavi
dell’Ordine Teutonico in Sicilia, che
in precedenza avevano alimentato
la Terra Santa, vennero utilizzati per
le necessità locali, quali il
sostentamento di una dozzina di
chiese e dell’ospedale di San Giovanni dei Lebbrosi a Palermo. La crisi economica che
scosse la Sicilia nel XIV secolo, la guerra tra gli Angioini e Aragonesi e la peste
ridussero significativamente le risorse economiche del Baliato che, dopo la partenza dei
Grandi Maestri per la Prussia nel 1309, quando ormai il Mediterraneo non era più la
principale zona di operazione dell'Ordine, venne a poco a poco abbandonato a se
stesso. In Puglia l’Ordine si stabilì nel 1197, in circostanze analoghe a quelle della
Sicilia, per soddisfare le esigenze economiche di Terra Santa. In Palestina i crociati
dipendevano in larga misura sulle spedizioni di grano e di altre merci attraverso i porti
di Puglia, dove tra l’altro si riunivano prima di imbarcarsi per la Terra Santa. Durante la
primavera e l'estate del 1197, l'imperatore Enrico VI, l’animatore della Terza Crociata,
diede un impulso decisivo allo sviluppo dei Cavalieri Teutonici in questa regione
fornendo parecchie proprietà nella città di Barletta, che divenne il centro dei pellegrini
e dei crociati germanici nel Mediterraneo. Il cuore del Baliato di Puglia era costituito
dalle tre città portuali più importanti di Puglia: Bari, Brindisi e Barletta. La principale
area agricola di proprietà dell’Ordine Teutonico, si sviluppò intorno al monastero di
San Leonardo di Siponto, ma le terre teutoniche si estendevano anche a Cerignola,
Corneto, Foggia, Belvedere, Ginosa ed Eboli. Nella città di Brindisi i Teutonici sono
menzionati già nel 1190, quando erano ancora una confraternita, prima che, nel 1196
la volontà papale li trasformasse in un ordine vero e proprio. Pochi anni dopo,
l’imperatore Enrico VI di Svevia concesse all’Ordine Teutonico il “castrum” di Mesagne,
l’importante snodo che controllava la via Appia tra Oria e Brindisi che il suo successore,
Federico II, nel 1229 incamerò in cambio di rendite finanziarie. L’importante commenda
di Brindisi sopravvisse sino alla metà del XV secolo, quando i fratelli dell’Ordine
Teutonico furono costretti a lasciare il
Mezzogiorno d’Italia. Nel centro Italia la
rappresentanza dell’Ordine Teutonico
spettava al Procuratore Generale dell'Ordine
presso il Papa. La figura del Procuratore
Generale fu creata nel XIII secolo per
difendere gli interessi del Gran Maestro
presso la corte Papale e per svolgere la sua attività utilizzava il reddito derivante dalle
proprietà dell'Ordine a Roma, nel Lazio ed in Toscana, dove possedeva chiese, ospedali
e terreni. Un patrimonio ingente, ma comunque non
ragguagliabile a quello della Sicilia o della Puglia.
Con l’incorporazione del Baliato dell’Adige, la
provincia lombarda era territorialmente la più estesa
e si estendeva da Bolzano ai possedimenti del centro
Italia, in Toscana, ben oltre, quindi, i confini della
sola Lombardia. Un patrimonio cospicuo che trae
origine soprattutto dalle relazioni dell’Ordine Teutonico con alcune grandi famiglie del
Friuli di origini germanica. I centri più importanti erano a Precenicco, Padova, Bologna,
Parma e Venezia. Tra tutti, fu quest’ultima a diventare particolarmente importante. Nel
1258, il Doge di Venezia concesse all’Ordine la Chiesa di Santa Maria della Salute e
l’annesso Monastero della Santissima Trinità, che divenne successivamente la sede del
Gran Maestro dell’Ordine.
il chiostro del monastero della Santissima Trinità a Venezia
a scomparsa dei Cavalieri Teutonici dalla Terra Santa non pregiudicò il
potere dell’Ordine, ma ne cambiò solamente il campo d’azione. Il Mediterraneo, che
sino ad allora si era rivelato indispensabile entroterra per rifornire la sua organizzazione
oltremare, per le sue ricchezze non venne abbandonato ma divenne una vasta
redditizia periferia secondaria che andava da Cipro ed il Peloponneso sino alla
Provenza ed alla penisola Iberica, passando ovviamente per l’Italia. L’opera ospedaliera
fu posta in secondo piano e il campo d’azione cominciò a spostarsi dalla Terrasanta al
settentrione europeo. Inizialmente in Transilvania, per proteggere il Regno d'Ungheria
dalle incursioni dei nomadi Cumani su richiesta di re Andrea II d'Ungheria
(1211-1225). In cambio di appoggio militare ottennero il territorio del
Burzenland (in tedesco Siebenbürgen), dove istituirono uno stato
indipendente dando inizio ad una intensa attività di colonizzazione ed
evangelizzazione. Nel 1225, però, Andrea II, impaurito dalla nascita di
uno stato entro il suo regno, li scaccio nuovamente dall'Ungheria. Poi,
a partire dal 1226, allargando il campo d'azione alle regioni del
nord-est, dove già erano iniziate le cosiddette Crociate del Nord per
cristianizzare le pagane tribù baltiche e le inesplorate lande orientali.
In Livonia (le attuali Lettonia e Estonia) un certo Alberto, sacerdote di
Brema, aveva istituito nel 1202 con il consenso di Papa Innocenzo III l’Ordine dei
cavalieri Portaspada fondando la città di Riga, da cui intraprese la conquista e la
conversione dell’intera regione divenendone vescovo dalla Santa Sede e signore
feudale su investitura dell’Imperatore. Poco dopo, sul suo esempio, un altro monaco
tedesco fu nominato nel 1215 vescovo di Prussia per iniziare anche in quelle terre, con
l’aiuto del duca Corrado di Masovia, un processo di evangelizzazione delle popolazioni
pagane che le abitavano. Dopo alcuni falliti tentativi di conquista dei territori occupati
dai Pruzzi, Corrado di Masovia chiese l'appoggio militare dell'Ordine offrendo in
cambio dei territori. Il Gran Maestro E’ in questo contesto che si inserisce l’inizio
della presenza dei Cavalieri Teutonici in Polonia.
Nel 12° secolo le terre baltiche confinanti con il Sacro Romano Impero e con la
Polonia, divenuta cristiana nel 968 dopo che il principe Mieszko I si fece battezzare
insieme al suo popolo, costituivano ancora un territorio di conquista. Tali terre
inospitali, che dalle foci dell’Oder andavano sino ai confini del Golfo di Finlandia
occupando le regioni di Varmia e di Masuria dell’attuale Polonia, di Kaliningrad in
Russia e di Klaipeda nella Lituania meridionale, erano abitate dai Pruzzi o Prussiani
Baltici, un gruppo etnico di tribù autoctone del Baltico che professavano una religione
politeista legata al paganesimo lituano che divinizzava le forze della natura.
territori occupati dai Pruzzi
I Pruzzi non vivevano in una nazione unificata, ma erano divisi in varie tribù e
generalmente chiamavano i loro insediamenti con i nomi dei torrenti, laghi, foreste del
luogo nel quale si stabilivano. Fin dall’antichità, furono sempre in lotta con la vicina
Polonia. I polacchi avevano ripetutamente cercato di soggiogarli, ma tutti gli sforzi
erano stati inutili. Non riuscendo a vincerli con le armi, nel 1206 tentarono di convertirli
al cristianesimo con i missionari, ad opera del monaco
cistercense Goffredo, abate del monastero di Lekno, ma non
ottennero i risultati sperati: alcuni anni dopo, nel 1215,
Christian di Oliva, appena nominato Vescovo di Prussia, si
trovò infatti di fronte una popolazione sempre più ostile e
bellicosa. Indignati di fronte alle azioni che avevano
compiuto i “Fratelli della Spada” in Livonia e timorosi che
l’espansione polacca nei loro territori avrebbe riservato loro la stessa sorte, i Pruzzi
iniziarono a fare sempre più incursioni nella terra di Chełmno e nella Pomerania di
Danzica assediando città e saccheggiando chiese e cattedrali. Non sapendo più come
rispondere ai loro attacchi, i principi polacchi si appellarono al Papa che nel marzo
1217 autorizzò con apposita bolla il vescovo ad indire una crociata contro di essi. I
nobili ritenevano che l’obiettivo primario fosse quello di ricostruire la difesa della Terra
di Chełmno ed in particolare Chełmno stessa, il cui castello fu quasi completamente
ricostruito. Ma nel 1223 la maggior parte dei crociati abbandonò la regione
lasciandola in mano ai Pruzzi costringendo il duca Corrado a
cercare rifugio nel castello di Plock. La terra di confine fu
trasformata in un deserto. Per fermare le incursioni era
necessario organizzare una guardia permanente della
frontiera, soprattutto in Mazovia, e per farlo occorreva aiuto.
Il Duca Corrado I di Mazovia, che da tempo stava cercando
invano di controllare la Prussia per aprirsi un accesso al mare
per l’esportazione, non potendo contare molto sull’appoggio
della Polonia e della Danimarca già impegnate contro i
pagani dell’Estonia, vedendo la situazione disperata, su suggerimento del pontefice
Onorio III e dei Vescovi locali pensò nel 1226 di chiedere aiuto all’Ordine Teutonico. La
scelta non era casuale: l’Ordine Teutonico aveva infatti già avuto esperienza nella difesa
dai popoli pagani dei confini nel regno d’Ungheria, una decina di anni prima. Il Duca
cercò quindi di stabilire tramite il Vescovo di Prussia Christian di Oliva contatti con
l’Hochmeister dell’Ordine, Hermann von Salza, ma questi, proprio perché memore della
passata esperienza con il sovrano ungherese, affrontò con estrema cautela la sua
richiesta di aiuto. In cambio dell’intervento in Prussia il Duca prometteva loro la Terra
di Chełmno, un territorio di circa 3.000 kmq situato nella bassa valle della Vistola con
l’omonima città e la città di Dobrzin, più tutti i territori che avrebbero strappato ai
Pruzzi: in sostanza lo stesso tipo di promesse ricevute dal monarca ungherese quindici
anni prima poi non mantenute. Hermann von Salza aveva inoltre anche un altro
motivo per rifiutare l’offerta del Duca: in quel momento era molto più urgente
sostenere massicciamente la sesta crociata in Terra Santa che l’Imperatore Federico II
stava organizzando perché con tale partecipazione avrebbero avuto molto da
guadagnare dalla gratitudine imperiale. Tuttavia l’Hochmeister non fu precipitoso e le
trattative col Duca di Mazovia rimasero in piedi in attesa di momenti più propizi ed in
ogni caso non prima di essersi fatto confermare e garantire i diritti sui territori da
conquistare. Vedendo che i negoziati
andavano per le lunghe e che l’Ordine
Teutonico non aveva alcuna fretta di accorrere
in aiuto, il Duca, seguendo l’esempio del
Vescovo di Riga in Llivonia, decise, su consiglio
del Vescovo di Prussia e degli altri principi
polacchi, di ovviare alla situazione creando un
nuovo Ordine Cavalleresco. Nel 1225 all’invito polacco aderirono 15 cavalieri che si
erano ritirati dall’Ordine dei Fratelli della Spada e venne loro provvisoriamente
concessa la tenuta di Cedlitz in Kuyavia, fino al completamento di un castello a
Dobrzyń (Dobrin) sulla riva destra della Vistola, con l’accordo di suddividersi
equamente le terre prussiane conquistate. Una soluzione che il Maestro del nuovo
Ordine, Bruno, accolse con entusiasmo visto che
assecondava pienamente le sue ambizioni di indipendenza
dalle autorità ecclesiastiche che già aveva cercato di
ottenere, ma inutilmente, in Livonia. Il nuovo Ordine venne
chiamato “Fratribus militiae Cristo in Prussia” (Fratelli della
milizia di Cristo in Prussia), più comunemente noti come i
Fratelli di Dobrzyń , dal nome del castello in cui si
stabilirono a partire dal 1228. Oltre al castello, al nuovo Ordine venne concessa la terra
tra i fiumi Kamenica e Helmenitsa, al confine prussiano. Le fila dell’Ordine andarono
progressivamente ingrossandosi con l’arrivo di molti altri cavalieri dalla Spagna, ma
non abbastanza per fermare i Pruzzi, che a più riprese assediarono il castello
costringendoli a rinunciare all’impresa. Deluso e terrorizzato per l’andamento della
situazione, Corrado di Mazovia decise quindi di proseguire i difficili negoziati con
l’Ordine Teutonico, questa volta però con molta più disponibilità a fare loro grandi
concessioni. E naturalmente Hermann von Salza colse la palla al balzo. Infatti, rinviando
la decisione di inviare il proprio esercito in soccorso del Duca non ne aveva declinato
l’offerta, ma si era anzi attivato per verificare la possibilità di ottenere condizioni molto
più soddisfacenti. Il Gran Maestro si rendeva perfettamente conto che la sottomissione
della Prussia avrebbe reso i confini del Sacro Romano Impero più facili da difendere
contro gli invasori e di questo ne aveva subito reso partecipe Federico II. Con la nuova
crociata che bussava alla porta, era un buon momento per chiedere favori
all’Imperatore ed Hermann von Salza non lo voleva perdere. Approfittando degli ottimi
rapporti intercorrenti con la corte imperiale sveva ed il papato, ottenne tramite la bolla
d'oro di Rimini emessa da Federico II il 26 marzo del 1226 e la bolla d'oro di Rieti
emessa dal papa Gregorio IX la conferma delle
donazioni fatte dal Duca sul territorio di Chelmno
(Kulmerland), ed il diritto dell'Ordine di conquistare
ed evangelizzare la Prussia, con garanzia che dopo la
conquista e conversione religiosa dei territori baltici
questi sarebbero stati assegnati ai Teutonici,
assicurandone all'Ordine la sovranità ed al suo Gran
Maestro il rango di principe imperiale. Con tali
garanzie in mano, nessuno avrebbe più potuto
mettere in discussione la questione la legittimità del
governo teutonico sui territori conquistati, che sarebbero diventati a tutti gli effetti
feudi dell’Impero. Sulla base si tali documenti il 30 giugno 1230 venne siglato il
trattato definitivo tra il Gran Maestro ed il Duca di Mazovia e venne inviato il primo
distaccamento teutonico sulla riva sinistra della Vistola, che si sistemerà
provvisoriamente in piccolo fortino in legno precedentemente costruito da Corrado di
Mazovia a Vogelsang-Warsin, nei pressi del quale l’anno successivo i Teutonici
fonderanno la città di Toruń. Il Duca non si aspettava niente di più di una piccola forza
quella che in precedenza aveva già provato ad introdurre nella regione, invece si trovò
di fronte ad un piccolo esercito composto da un centinaio di Graumäntler” (Fratelli
Sergenti) e “Halbbrüder” (semi-fratelli) e sette Ritterbrüder” (Fratelli Cavalieri) guidati da
Hermann Balk, il Landmeister di Prussia che successivamente diventerà il primo
Maestro Provinciale dell’Ordine di Livonia. Poco dopo, nello stesso anno, arrivarono a
Vogelsang altri 20 Ritterbrüder e 200 Graumäntler . L’insediamento si dimostrò subito
efficace ed in poco tempo vennero consolidate le fortezze che costituivano la prima
linea di difesa della regione. Una volta consolidate le basi, i Cavalieri cominciarono ad
attaccare le installazioni dei Pruzzi, costruendo nuove fortezze e villaggi man mano che
stringevano l’accerchiamento. Una seconda piazzaforte venne inoltre costruita pochi
chilometri a Sud di Nessau. Mentre durante le precedenti
spedizioni i polacchi erano soliti marciare v erso est nelle zone
selvagge dei Pruzzi, l’attenzione dei Teutonici si concentrò per
il momento in occidente, lungo il fiume Vistola. Solo dopo
l’arrivo dei rinforzi, agli inizi del 1231, le operazioni militari
poterono spostarsi più verso l’’interno. Al comando di un
migliaio di uomini, Hermann Balk passò la Vistola e avanzò
lungo i fiumi prussiani (le foreste paludose non erano
transitabili in inverno ed i fiumi rimanevano le uniche vie di
accesso alla regione) per iniziare la penetrazione nel cuore dei territori da conquistare.
Non prima però di aver sottoscritto un ulteriore accordo con il Vescovo Christian di
Oliva, che con il trattato di Rubenicht si accontentava di un terzo della Prussia
rinunciando ad ogni altra pretesa sui possedimenti nella Terra di Chełmno. A partire
dal 1232 giunse dalla Germania e dalla Boemia un numero sempre maggiore, di
crociati in aiuto di Hermann Balk, che cominciò il rastrellamento sistematico della
regione. Per consolidare i territori conquistati e
renderli pacifici e produttivi, venivano fatti affluire
dalla Germania centinaia di coloni cui venivano
concesse più terre e maggiori libertà rispetto ad
altri territori da colonizzare. Una strategia
intelligente, perché in questo modo, facendo cioè
occupare le terre dai coloni tedeschi, si riuscivano
a controllare molto più saldamente le native
popolazioni prussiane a cui veniva imposto il battesimo oppure la fuga o la morte. La
strategia militare imponeva inoltre che, dopo aver ottenuto qualche successo, le
posizioni conquistate venissero edificate e fortificate. Sorse così nel 1231, sulla riva
destra della Vistola, la città di Toruń (in omaggio alla fortezza palestinese di Toron
posseduta dall’Ordine), primo insediamento dell’Ordine Teutonico in Prussia. La città fu
fondata con la tipologia classica delle città-fortezze dell’Ordine: una pianta a scacchiera
dominata da un terrapieno sormontato da un castello. Ai coloni che la abitarono,
affluiti principalmente dalla Germania del Nord e dalla Boemia, fu imposto il servizio
militare permanente. All’inizio del 1233 l’intera Terra di Chełmno poteva dirsi ormai
occupata dall’Ordine Teutonico.
Il castello teutonico di Torun
Da lì, in poco tempo colonizzarono l’intera Prussia orientale creando un vero e proprio
Stato teutonico soggetto solo all’autorità dell’imperatore germanico, per poi partire alla
conquista dei paesi Baltici, portando il cattolicesimo sempre più a oriente. Per quasi
cinquant'anni i Cavalieri Teutonici condussero una lunga e cruenta conquista,
concorrendo alla fondazione di nuove città, fortezze, porti e centri di attività
commerciali miranti a contrastare le ricorrenti migrazioni barbariche sul versante
orientale d'Europa. Nei paesi conquistati imposero governi molto rigidi e ricorsero alla
conversione forzata ed allo sterminio delle popolazioni assoggettate. Le testimonianze
del tempo narrano di crudeltà immani inflitte a quelle genti, ma nello stesso tempo
ebbero anche il merito di apportare e
diffondere anche nei territori dove
estesero la propria influenza l’arte e
l’architettura gotica del loro paese
d’origine. Nel 1237 assorbirono i
possedimenti dei Portaspada di Livonia
(con cui vennero fusi in un solo Ordine)
e nel 1346 acquistarono dai Danesi il
ducato di Estonia, diventando la più grande potenza militare dell’area a garanzia del
trionfo del cristianesimo sul paganesimo. La penetrazione verso oriente fu invece
impedita dalla sconfitta subita nella primavera del 1242 presso il lago di Peipusnel
(confine tra Estonia e Russia) per opera del principe russo Alessandro Nevskij, che ne
bloccò l’avanzata con un ingegnoso stratagemma segnando la fine delle campagne
militari contro le popolazioni cristiane ortodosse russe. L’ingegnoso principe, riuscì a
volgere a suo favore la condizione di inferiorità militare del suo esercito (composto
prevalentemente da contadini e pescatori arruolati nei vari villaggi) con una manovra a
sorpresa che costrinse i Cavalieri Teutonici alla ritirata verso la superficie ghiacciata del
lago dei Ciudi. La coltre di ghiaccio, resa sottile dal disgelo, non era in grado di
sostenere così tanti cavalieri dotati di pesanti armature e pertanto una parte
consistente dell'esercito teutone trovò la morte nelle acque del lago costringendoli a
rinunciare all’impresa. Dopo tale evento, l’Ordine concentrò i suoi sforzi
prevalentemente contro le popolazioni lituane che popolavano i territori posti tra la
Prussia e la Livonia e, nonostante l'ostinata resistenza opposta dalle tribù locali, nel
1283 la Prussia poteva dirsi definitivamente conquistata dagli uomini dal bianco
mantello con la croce nera. Dopo una crociata durata ben 53 anni, sulle ceneri degli
oltre 80.000 Pruzzi sterminati e degli altrettanti ridotti in schiavitù nasceva così in
quelle terre sino ad allora definite selvagge il nuovo Stato teocratico cattolico
dell'Ordine Teutonico
lo Stato Monastico dei Cavalieri Teutonici nel 14° secolo
Inevitabilmente iniziarono gli screzi con il governo polacco che nel 1318 sfociarono in
ostilità aperte per il controllo della parte orientale della Pomerania (Pomerelia) e di
Danzica e quindi delle connesse attività commerciali con la Lega Anseatica. Le lotte si
protrassero per ben ventisette anni, finché non fu sancito tra i contendenti il cosiddetto
“accordo della pace perpetua”, che privilegiava a tutti gli effetti la politica espansionista
dell’Ordine. L'apogeo della potenza dell'Ordine fu raggiunto nel corso del XIV secolo,
allorché fu completata la conquista della Livonia (città di Narva e Reval) e furono
annessi alcuni importanti nuclei urbani lituani, fra cui la città di Kaunas. Alla sua
massima espansione, sul finire del XIV secolo, l'Ordine teutonico governava ormai,
come feudo papale e stato sovrano, l'intera regione del Baltico che dalle rive della
Vistola nella Pomerania polacca arrivava fino all'Estonia nel golfo di Finlandia.
diffusione dell'Ordine Teutonico agli inizi del XIV secolo
Il sogno vagheggiato quasi due secoli prima dal maestro Hermann von Salza si stava
trasformando in realtà, ma il periodo di massimo splendore dell’Ordine era destinato
ad affievolirsi nel giro di un secolo. In un primo momento iniziarono a formarsi correnti
intestine che si trasformarono a poco a poco in un vero e proprio fronte interno che,
fomentato dalla dinastia polacca degli Jagelloni, si rivelerà fatale nel minare l’egemonia
teutonica nelle regioni dell’Europa settentrionale. A partire dai primi anni del ‘400
iniziò la cosiddetta “guerra dell’ambra”. Dai suoi porti l’Ordine esercitava un forte
monopolio sul commercio di questo prezioso materiale e la Polonia come risposta
iniziò con una sorta di embargo ostacolando e boicottando le attività mercantili
prussiane. Una crisi che durò anni e, nonostante i numerosi trattati stilati, sfociò in
una vera e propria guerra con tra potente alleanza polacco-lituana che condusse al
dissolvimento dello stato teutonico ed alla quasi scomparsa dell’Ordine stesso.
opo la sconfitta in Terra Santa (nel 1271 i Teutonici persero il castello di
Montfort e nel 1291 i turchi presero Acri, la loro principale roccaforte), il capitolo
generale e il Gran Maestro dell’Ordine Teutonico si trasferirono prima a Venezia e poi
nel 1309, dopo aver acquistato l’anno precedente dai margravi di Brandeburgo il
ducato di Pomerania con il suo prestigioso porto di Danzica, a Mariemburg in Prussia
(oggi Malbork in Polonia).
la nuova sede dei Cavalieri Teutonici a Malbork
L’espansione geografica aveva spinto l’Ordine ad adottare una gerarchia interna simile
a quella dei Templari e degli Ospitalieri. A quel tempo l’Ordine era infatti strutturato
sostanzialmente in tre ramificazioni coincidenti con altrettante aree geografiche: la
Prussia, la Livonia, e il cosiddetto “Deutschmeistertum” (Germania meridionale), ma
continuò ad essere presente in tutte le regioni occidentali e centrali dell’Impero, oltre
che nel Regno di Francia. Ciascuna delle tre ramificazioni aveva un proprio maestro
(Landmeister) e si divideva in province, dette ballivie (Balleien), che a loro volta si
suddividevano in commende locali (Kommenden). Il personale era composto di frati-
cavalieri (la categoria dominante), frati-preti e diverse categorie di frati associati
(confratelli e consorelle laici). A capo di tutto continuavano ad esserci il Gran Maestro
(Hochmeister) ed il capitolo generale (Generalkapitel o Capitulum Abbatum) che lo
eleggeva a vita. La Regola forniva la descrizione della gerarchia sia miliare che
ecclesiastica. Molto rigida e precisa, consentiva ai Cavalieri Teutonici di svolgere le loro
funzioni sotto una direzione centralizzata riuscendo a mantenere sotto controllo anche
le province più remote. Il Generalkapitel rappresentava il supremo organo legislativo
ed amministrativo, nominava e controllava i funzionari più importanti e fungeva da
suprema corte di giustizia. Il suo potere d’ispezione si estendeva anche al Gran
Maestro di cui poteva ratificare o meno le decisioni, riservandosi anche la possibilità di
deporlo se necessario. Suoi componenti erano tutti i “Ritterbrüder” (Fratelli Cavalieri), i
“Priesterbrüder” (Fratelli Sacerdoti) ed i “Graumäntler” (i Fratelli Sergenti che
indossavano un mantello grigio). Si riuniva una volta all’anno ma, visto che i suoi
componenti erano sparsi in tutto il territorio e quindi molto distanti tra loro, alle sue
riunioni vi partecipavano praticamente solo le delegazioni delle varie ballivie e
commende. Il potere esercitato dal Generalkapitel sulle province e sulle case
dell’Ordine era teoricamente illimitato, ma era materialmente impossibile per gran
parte dei comandanti provinciali partecipare alle riunioni annuali del Generalkapitel,
che finiva quindi col trascurare la gestione delle province più lontane. Venne così
deciso, su indicazione del Gran Maestro Siegfried von Feuchtwangen (1303-1311), di
organizzare le riunioni solo più ogni sei anni. Anche l’elezione del Gran Maestro da
parte del Generalkapitel era piuttosto macchinosa. Secondo una prassi rimasta in
vigore fino al 1525 (poi cambiarono le regole), alla morte del Gran Maestro il capitolo
si riuniva e proponeva un cavaliere perché facesse da Wahlkomtur, commendatore del
voto Se i membri riconoscevano la sua scelta, questo poi nominava un secondo
cavaliere elettore ed anche in questo caso il Generalkapitel doveva esprimere la sua
approvazione, altrimenti veniva richiesto di presentare altri nomi finché si raggiungeva
un accordo. I due poi ne sceglievano un altro e così via fino a formare il numero 13,
che voleva ricordare il collegio apostolico presieduto da Gesù Cristo. Secondo la
tradizione, dei tredici elettori otto dovevano essere “Ritterbrüder” (Fratelli Cavalieri),
quattro rappresentanti dei “Graumäntler” (Fratelli Sergenti) e uno solo “Priesterbrüder”
(Fratello Sacerdote). Così selezionato, il collegio elettorale prestava quindi giuramento
di fare il suo dovere senza pregiudizi per selezionare i migliori uomini a disposizione
per la carica vacante e sceglieva infine il Gran Maestro. Se il primo candidato non
riceveva la maggioranza dei voti, successivamente venivano proposti altri nomi fino a
quando non veniva eletto. Quando il collegio elettorale annunciava la sua decisione al
Generalkapitel, i sacerdoti cantavano il “Te Deum laudamus” e scortavano il nuovo
Hochmeister all’altare perché facesse il suo giuramento. Una volta eletto,
l’Hochmeister godeva del rango di ecclesiastico di Stato Imperiale ed fino al 1466 era
anche il Principe Sovrano di Prussia. Nonostante quest’alta posizione formale,
praticamente egli era però solamente una sorta di “primus inter pares”, il che lo
costringeva a prendere le decisioni anche in base alle richieste dei singoli gruppi
dell’Ordine, decisioni che dovevano comunque essere ratificate
dal Capitolo. Di solito era un cavaliere proveniente dalla
nobiltà, ma non sempre di rango elevato. I simboli del suo
potere si basavano su un sigillo ed un anello. Sul sigillo,
come per il Generalkapitel, era rappresentata la Vergine e il
Bambino. La croce che l’Hochmeister portava sui suoi abiti
e sul suo blasone era dorata, con bordi neri e rami terminanti con
gigli e nel centro vantava un’aquila reale. Fondamentalmente
era un diplomatico ed un osservatore. L’elezione lo
nobilitava ben oltre lo stato della sua nascita, consentendogli
di incontrarsi con la più influente nobiltà ed il clero delle
zone in cui l’Ordine era attivo e di intrattenere una vasta
corrispondenza con i più lontani potentati e prelati, tra cui lo
stesso Imperatore ed il Papa. Dal lato amministrativo,
l’Hochmeister era responsabile per la gestione dell’Ordine nel
suo complesso e delle sue relazioni con l’esterno. Ma non esercitava potere legislativo,
riservato al Generalkapitel ed il suo potere di nominare gli ufficiali era di fatto limitato,
dovendo infatti sempre consultare il Generalkapitel prima di prendere qualsiasi
decisione importanti. Lui, il grande comandante delle forze in Terra Santa e
l’Ordenstressler (tesoriere) erano ciascuno responsabile di una delle tre chiavi della
tesoreria dell’Ordine, a riprova che all’interno dell’Ordine qualsiasi autorità venisse
affidata ad una persona, quale fosse il suo incarico, era limitata. Per esercitare le sue
funzioni l’Hochmeister era coadiuvato da cinque grandi consiglieri, i
“Großgebietiger, che nominava lui stesso ed avevano le rispettive residenze ufficiali in
Prussia. In carica generalmente solo per brevi periodi (di solito erano a rotazione
annuale), oltre alle funzioni amministrative, essi avevano anche funzioni di
rappresentanza nelle varie missioni diplomatiche. Tra i cinque consiglieri che
coadiuvavano il Gran Maestro, uno veniva nominato “Großkomtur" (Magnus
commendator, una specie di Vice Gran Maestro) e risiedeva a Marienburg nella sede
principale. Oltre a sostituire l’Hochmeister durante le sue assenze, era responsabile
giorno per giorno della supervisione delle attività che non erano direttamente
connesse con la guerra (comandava le forze in Terra Santa quando il Gran Maestro era
assente): dirigere i funzionari minori, controllare la contabilità dell’Ordenstressler
(tesoriere dell’Ordine) e sorvegliarne la raccolta e spesa dei fondi, curare la
corrispondenza, conservare i registri. Pressappoco gli stessi compiti del Gran Maestro,
ma su scala minore. Un altro dei cinque consiglieri era invece nominato
Ordensmarschall (Summus Marescalcus), responsabile della preparazione militare.
Direttamente subordinato all’Hochmeister, Era a capo del sistema militare (castelli,
equipaggiamenti militari, produzione di armi, cavalli, trasporti) e, in tempo di guerra,
impartiva gli ordini all’esercito. Il suo titolo (che in origine era riferito ad un custode di
cavalli) indica quanto fosse importante l’attrezzatura e la formazione nel campo di
battaglia per il successo della cavalleria, ma col passare del tempo il suo dovere incluse
anche altre responsabilità come curare gli alloggi del comandante e coordinare la
struttura ospedaliera con dei suoi subordinati, che nella pratica erano però
sostanzialmente autosufficienti. Un terzo consigliere, come si può facilmente intuire, era
designato agli affari monetari e gestiva come tesoriere l’Ordenstressler (Summus
Thesaurarius) tutto il sistema finanziario dell’Ordine. Anche se i cavalieri avevano fatto il
giuramento di povertà, le esigenze finanziarie erano parecchie. Mantenere in efficienza
l’ingente patrimonio di case e castelli necessitava di ingenti risorse ed in ogni caso
l’Ordine non avrebbe potuto sopravvivere senza cibo, vestiti, armi, cavalli provenienti
dall’esterno ed acquistabili solo disponendo di denaro. Come si è visto, però, il suo
potere era limitato e soggetto a parecchi controlli da parte dei confratelli. Oltre ai
controlli formali, nella pratica tutti i funzionari erano a conoscenza della situazione
finanziaria ed al Gran Capitolo venivano fornite continuamente informazioni sufficienti
a rendere tutti i membri consapevoli dei piani per la costruzione di castelli, chiese e
ospedali e degli impegni da prendersi per le campagne militari. Il quarto consigliere
era il Großspittler (Summus Hospitalarius) di Elbing, il supervisore dell’intero settore
ospedaliero dell’Ordine. Come responsabile dei malati dei poveri, a lui spettava la cura
del settore caritativo. Infine vi era un Ordenstrappier (Summus Trappearius),
responsabile dell’approvvigionamento e della distribuzione di tutti i capi di
abbigliamento, con residenza a Christburg. I Landmeister a capo di ciascuna delle tre
ramificazioni venivano eletti dal Generalkapitel e scelti fra i candidati proposti dai
“Landkomtur” (Comandanti delle Balleien). In principio erano in una posizione
intermedia tra l’Hochmaster ed i Landkomtur, ma ben presto
iniziarono a godere di sempre maggiore autonomia tanto che
nelle loro Provincie l’Hochmeister non poteva decidere contro
la loro volontà. L’ufficio del Landmeister di Prussia fu sciolto
nel 1309, dopo il trasferimento a Malbork del quartier generale
dell’Hochmeister: da allora le due cariche vennero unificate in
un unico ufficio. Il Landmeister di Livonia, successore dell’antico
“Herrenmeister” degli ex Fratelli della Spada, risiedeva a Riga e Wenden e disponeva
di un territorio che andava dal fiume Narva al confine della Lituania. Il Deutschmeister
(Maestro di Germania), detto anc he Landmeister del Sacro Romano Impero, aveva il
potere su tutti le Balleien del regno medievale di Germania oltre a Bolzano, all’Austria,
alla Boemia, alla Coblenza e all’Alsazia e sulle province al di fuori dell’Impero. La più
piccola unità amministrativa dell’Ordine Teutonico era la Kommende, il convento
religioso. Questa era governata dal Komtur (Comandante), che aveva tutti i poteri
amministrativi e supervisionava tutti Vogteien (capi delle fattorie) e gli
Zehnthöfe (collettori della decima), all’interno della sua Kommende.
Sotto la direzione del Komtur, tutti i tipi di fratelli vivevano insieme in
modo monastico. I nobili servivano come Ritterbrüder (Fratelli Cavalieri)
o Priesterbrüder (Fratelli Preti). Gli altri potevano servire come
“Graumäntler” (Fratelli Sergenti), che erano soldati armati, oppure
come Semi-Fratelli, che lavoravano come servitori e nella sanità. Le
dimensioni delle Kommende erano molto diverse tra loro. Visto il
grande movimento di denaro dovuto alle rendite delle Kommende,
l’incarico del Komtur era di breve durata ed ogni volta che avveniva la sostituzione, il
nuovo comandante controllava i registri e l’inventario generale ispezionando tutte le
proprietà.
L’ala militare dell’Ordine era composta da quattro distinti gruppi di Fratelli, per la
maggior parte di provenienza nobiliare, che dovevano saper parlare la lingua tedesca
ed erano obbligati a prendere i voti monastici.
I Ritterbrüder” (Fratelli Cavalieri) costituivano non solo l’élite militare ma anche la
categoria più prestigiosa dell’Ordine. Solo a loro, secondo le disposizioni di papa
Gregorio IX, del 1230, era concesso il privilegio di indossare il grande mantello bianco
ornato sulla spalla sinistra dalla croce nera dell’Ordine, consacrato con apposita
cerimonia religiosa. Obbligati a prendere il triplo
voto monastico di povertà, castità e obbedienza,
nonché promettere l’aiuto ai malati e combattere
gi infedeli, dipendevano solo dall’autorità dell’
Hochmeister o dei suoi rappresentanti, e
dovevano essere sudditi o vassalli del Sacro
Romano Impero (quindi non necessariamente
tedeschi). L’investitura a cavaliere seguiva un cerimoniale che non differiva molto da
quello in uso per la cavalleria civile. Dopo aver superato l’interrogatorio preliminare,
veniva portato davanti al Generalkapitel per rispondere a dieci domande: :“I fratelli hanno
sentito la tua richiesta e desiderano sapere se una qualsiasi di queste cose ti riguarda. Se hai fatto un
giuramento a qualsiasi altro Ordine, se sei sposato ad una donna, la terza è se appartieni ad un altro
uomo come servo della gleba, se devi soldi a nessuno o devi pagare debiti che potrebbero influenzare
l’Ordine, se hai malattie nascoste o sei in cattivo stato di salute. se sei pronto a combattere
in Palestina o in qualsiasi altra parte; se sei pronto a prenderti cura dei malati; se sei pronto a
svolgere qualsiasi lavoro tu sappia fare, qualora richiesto; se intendi obbedire alla Regola.
Se una di queste cose è così e non lo ammetti, sappi che, quando se ne viene a conoscenza,
Dopo aver trascorso una notte di veglia ed puoi essere espulso dalla fraternità”.
essersi confessato, Il novizio, partecipava poi alla messa solenne,
durante la quale si comunicava e si inginocchiava davanti al Gran
Maestro o al funzionario che lo rappresentava giurando sul
Vangelo il rispetto voti monastici secondo la
seguente formula: “faccio promessa di castità del mio corpo,
di povertà e di obbedienza a Dio, alla Santa Maria ed a lei Hochmeister
dell’Ordine Teutonico ed ai suoi successori, secondo le norme e le
fino alla morte”. L’Hochmeister pratiche della Ordine, obbedienza
procedeva quindi all’investitura, con il classico colpo di piatto
della spada sulla spalla. Cerimonia che avveniva
solitamente nelle grandi festività: Natale, Pasqua, Pentecoste o
nella solennità di S. Elisabetta d’Ungheria, patrona dei
Teutonici. Durante tutto il Medioevo il loro numero non superò mai
complessivamente le 2.000 unità, per la maggior parte concentrata nelle località dove
al momento si trovava la sede dell’Ordine. La loro attrezzatura era la migliore a
disposizione, paragonabile a quella dei cavalieri dell’Europa occidentale, e con essa si
ponevano al comando del loro esercito in testa alla fanteria.
Al servizio dei Ritterbrüder vi erano i “Graumäntler” (Fratelli
Sergenti), noti anche come “uomini dal mantello grigio”. A
differenza dei loro superiori, la croce che decorava i loro
mantelli aveva solo tre rami (Croce del Tau), ad indicare che
essi erano membri della confraternita con un titolo inferiore.
Le loro funzioni si limitavano a responsabilità di minor
prestigio, come la gestione di piccoli insediamenti e la cura
delle attrezzature. Al contrario dei Fratelli Cavalieri che ne
avevano tre, in battaglia potevano avere solo due cavalli, ma
come i loro superiori avevano diritto di partecipare al
Generalkapitel per l’elezione del Gran Maestro. Anche gli “Halbbrüder” (Mezzi Fratelli)
indossavano un mantello grigio con la croce del Tau, ma a differenza degli altri
cavalieri, non prendevano i voti monastici per la vita ma solo temporaneamente al
periodo in cui erano in servizio, periodo durante il quale rimanevano in
tutto e per tutto sottoposti alle regole dell’Ordine. Arruolati in questo
modo per incoraggiare la gente che voleva entrare nell’Ordine senza
vincolarsi per tutta la vita, erano praticamente di scudieri dei
Ritterbrüder che assistevano sia in battaglia che nella vita quotidiana.
Proprio per la loro particolarità di essere solo “mezzi cavalieri”, a questa categoria era
in via del tutto eccezionale permesso unire gli stemmi di famiglia con quello della
Croce del Tau, cosa per tutti gli altri rigorosamente vietata dallo Statuto dell’Ordine.
Con lo stesso tipo di mantello, nelle file posteriori, tra la fanteria, il ruolo di
comandante dei soldati appiedati era svolto dai Dienende Brüder” (Fratelli Servi),
corrispondente al grado di sottufficiale negli eserciti tradizionali, tra tutti i militari gli
unici a poter provenire da ambienti non nobiliari, purché dotati di esperienza militare
Da famiglie non nobili provenivano anche i Laienbrüder” (Confratelli laici), che
svolgevano le mansioni più umili dell’Ordine, come quelle d’agricoltore, giardiniere,
maniscalco, sellaio. Nella sostanza erano dei laici che volontariamente sottostavano alla
Regola dell’Ordine a cui donavano tutti i loro beni ( di cui potevano, se lo
desideravano, conservarne l’usufrutto), ottenendo in contropartita il diritto di indossare
la mezza croce e di vivere e morire in seno all’Ordine stesso che dava loro cibo e
protezione. Una categoria molto redditizia per l’Ordine, che permise di aumentare
notevolmente il sua patrimonio immobiliare. L ’assolvimento del servizio religioso era
infine affidato ai “Priesterbrüder” (Fratelli Sacerdoti), tra tutti i membri dell’ordine
quelli che conducevano una vita più ascetica astenendosi
dal combattere (pur dovendo comunque seguire i fratelli
cavalieri in guerra come assistenti spirituali). E’ a loro che
nel 1220 Papa Onorio III affidò il compito di evangelizzare i
pagani dei territori conquistati, di celebrare la messa e altri
uffici religiosi, di amministrare i sacramenti e svolgere una
missione educativa riguardo agli altri fratelli e di assicurare
i conforti spirituali ai malati che frequentavano i numerosi
ospedali che l’Ordine possedeva (circa sessanta nel 1400).
Nella scala gerarchica la loro importanza era seconda solo a
quella dei Ritterbrüder, con i quali condividevano il diritto di
indossare il mantello bianco dell’Ordine Teutonico. A differenza dei fratelli cavalieri, i
sacerdoti erano però esonerati dall’obbligo di dare prova di nobiltà. Pur concentrando
nelle loro mani tutto il potere spirituale dell’ordine, avevano scarso peso a livello
politico: fratelli preti non potevano infatti diventare Hochmeister, Landkomtur o Komtur
ed avevano poco potere per l’elezione dell’Hochmeister. Tuttavia fu l’unica categoria a
sopravvivere al corso della storia diventando, dopo la perdita di ogni funzione militare,
l’unica componente ad avere oggi in mano l’amministrazione dell’Ordine.
I Fratelli dell’Ordine rappresentavano una porzione molto piccola delle truppe
disponibili, fornite per la maggior parte dai vassalli e
composte per il resto da volontari. Nel primo caso si trattava
dei cosiddetti “cavalieri laici”, appartenenti alla nobiltà la cui
terra era stata concessa in feudo dall’Ordine. Come per gran
parte dell’Europa, la detenzione di terre comportava il
pagamento di tasse. Nel caso di terreni concessi dall’Ordine
nei territori conquistati, l’importo era sostituito con il servizio
militare secondo due formule ben precise. Un primo tipo di
servizio, il Rossdienst, imponeva che chiunque detenesse
oltre 40 Ian (circa 16 ettari) di terra doveva fornire un cavaliere in armatura completa,
con un destriero bardato e due scudieri. Chi deteneva meno di 40 Ian di terra (di solito
i nativi prussiani), era invece soggetto al Platendienst e doveva fornire un cavaliere con
un’armatura minore. Man mano che procedeva la conquista e l’ordine acquisiva più
vassalli si fece sempre più frequente la tendenza al ribasso del minimo di Ian e la
conseguente sostituzione del servizio militare obbligatorio con le tasse tradizionali,
soprattutto nelle zone da lungo tempo pacificate dove la produzione di ricchezza era
maggiore. Oltre ai cavalieri laici forniti dai vassalli, per
le sue campagne militari l’Ordine riusciva a reclutare
anche un gran numero di volontari, per lo più tedeschi
ma non solo, che servivano come crociati i Cavalieri
Teutonici per adempiere ai voti, per prestigio o, più
semplicemente, per il bottino. Una grossa parte dei
propri eserciti era composto poi dalle truppe indigene,
reclutate più o meno forzatamente nei villaggi dei
coloni. Si trattava delle cosiddette milizie, la cui funzione primaria era la difesa della
propria città ma che spesso venivano chiamate a partecipare alle guerre dei Cavalieri
Teutonici. Poco attrezzati e meno efficienti dei soldati regolari, armati solo con archi o
lance ed uno scudo, erano però molto numerosi e costituivano un eccellente
strumento da utilizzare come fanteria o cavalleria leggera nei boschi e nelle paludi
lituane in quei raid che contraddistinsero gran parte delle guerre di frontiera
dell’Ordine Teutonico. Si trattava per lo più di gente
povera, visto che i ricchi borghesi dei villaggi, come
molti nobili vassalli, riuscivano quasi sempre ad
evitare l’arruolamento comprando la loro assenza
dai campi di battaglia fornendo al loro posto dei
mercenari. Sui campi di battaglia le unità da
combattimento erano sostanzialmente organizzate in
“Banner” che si solito rappresentava le forze di un
Komtur. Di varia dimensione e composizione, i banner si distinguevano tra loro
soprattutto per la provenienza dei contingenti, interna od esterna all’Ordine, e spesso
venivano raggruppati sotto un’unica direzione sotto il comando del Landmeister di una
Provincia. Ai Banner dei cavalieri teutonici si affiancavano infatti quelli dei vassalli
(composti da cavalieri o da mercenari guidati da un Cavaliere Teutonico, di solito un
Ritterbrüder) e quelli più indisciplinati dei volontari.
partire dal XV secolo il Gran Maestro finì per controllare solo più il ramo
prussiano. L’Ordine di Livonia sviluppò infatti una propria autorità autonoma ed il
potere del “Deutschmeister” era praticamente quasi identico al suo. Dal 1530 sino al
1929 sarà poi quest’ultimo a ricoprirne la carica, assumendo il titolo di Hoch- und
Deutschmeister, ovvero di Gran Maestro e Maestro di Germania, solitamente scelto
all’interno della casa imperiale tedesca prima ed austriaca poi. Verso la fine del XIII
secolo, il Maestro di Germania gestiva 12 Baliaggi o province in Germania, Austria,
Repubblica Ceca, Slovacchia, Olanda, Francia occidentale e nord Italia. Il cuore di beni
germanici era a Sachsenhausen, un quartiere di Francoforte sul Meno dove i Cavalieri
Teutonici erano presenti già dal 1193, mentre al di fuori della Germania uno dei più
potenti Baliati era quello di Alsazia e Borgogna, che comprendeva commende in molti
altri territori francesi: Orbec, Saint-Michel de l'Hermitage e Vaudeville. Il Baliato di
Lorena aveva una commenda importante a Metz ed era proprietario di alcuni beni a
Wissembourg. Nel sud della Francia, il Baialato di Montpellier comprendeva il
lebbrosario di Saint-Martin con relativa cappella e l'ospedale di San Saverio. In Boemia
e Moravia sin dal 1223 diedero vita al Baliato di Praga e Plzen. Quello d’Austria si
formò invece intorno a Graz e Vienna nel 1236. Mentre In Alto Adige nacque quello di
Bolzano, importante luogo di passaggio per i tedeschi in viaggio vero l’Italia. Nel corso
del Trecento si ebbe una ulteriore trasformazione: i Baliati di Austria, Koblenz, Alsazia,
Borgogna e Bolzano passarono direttamente alle dipendenze dal Gran Maestro ed il
Maestro di Germania divenne Maestro di Germania e d’Italia con giurisdizione sui
Baliati del Mediterraneo. Delle sette province che risultarono dalla riorganizzazione
territoriale, le due più nordiche (Prussia e Livonia) divennero quelle “di
combattimento” dove il dispositivo militare era sempre all’erta, sostituendo
l’abbandonata Palestina. Le altre cinque (Germania, Austria, Boemia, Ungheria e
Pomerania) divennero invece province “di pace”, dedite prevalentemente all’attività
economica (gestione del patrimonio per il finanziamento dell’Ordine) e caritativa. Una
diversità di condizioni che non poteva ovviamente non riflettersi anche
nell’organizzazione interna delle singole province. Per reggere un dominio così vasto,
l’ordinamento normativo dei monaci-cavalieri doveva necessariamente essere molto
complesso, con regole, leggi ed usanze che, seppure basate sulla vita religiosa e
militare dei Templari e degli Ospitalieri come prescritto dallo Statuto vigente, variavano
molto da regione e regione. In Palestina prima e Livonia e Prussia poi, dove le
frontiere erano caratterizzate da una lotta quasi costante con le vicine popolazioni
musulmane o pagane, i Cavalieri Teutonici privilegiavano un’organizzazione di tipo
militare le cariche e le unità amministrative dell’Ordine erano più rigide. Più ci si
spostava verso sud, dalla Germania al Mediterraneo, condizioni relativamente più stabili
consentivano invece all’Ordine di condurre una vita più pacifica ed improntata
prevalentemente alle pratiche religiose. La gerarchia ed i controlli erano più allentati a
causa della mancanza di effettivi e solo i funzionari inviati dal Gran Maestro o dal
“Landmeister” di Germania controllavano effettivamente la corretta gestione in tali
province.
la battaglia di Tannenberg-Grunwald
l declino dei Cavalieri della croce nera, che avevano sottomesso ed
umiliato le popolazioni Baltiche, iniziò verso i primi decenni del XV secolo, dopo la
pesante sconfitta inflittagli a Tannenberg il 15 luglio 1410 dall’esercito dei polacchi e
dei lituani riuniti sotto un’unica corona (Jagellone Wladislao II di Polonia) e la
successiva guerra civile in Prussia. Stretti nella morsa dei principi tedeschi avidi di terre,
da un lato, e delle popolazioni slave, dall'altro, si trovarono a fronteggiare difficoltà
sempre maggiori, aggravate dall'avanzata crescente della riforma luterana, che ne
determinò una crisi irreversibile. Il sovrano polacco, appena stipulata la pace del 1404
dopo la guerra dell’ambra per il dominio dei porti del Baltico, iniziò a fomentare lo
scontento della popolazione samogita (lituana) ed i malcontenti produssero nel 1407
una ribellione in armi. Il gran maestro Ulrich von Jungingen si rivolse più volte al
sovrano polacco-lituano per far cessare le cruente rivolte, ma invano. Al contrario, nel
1410 Re Jagellone mise insieme una potente armata di oltre centomila
uomini con l’intento di porre definitivamente fine alla potenza teutonica.
Il 14 luglio l’imponente esercito mosse battaglia nella piana
situata tra i villaggi di Grünwald e Tannenberg e nel
combattimento, che si protrasse per tutta la giornata con
epici scontri, i Teutonici ebbero la peggio e vi trovarono la
morte il Gran Maestro e molti tra i più alti dignitari. Dieci
giorni dopo le armate vincitrici tentarono l’assedio della
capitale teutonica accerchiando Marienburg dopo aver
saccheggiato i centri abitati incontrati lungo la marcia. Ma l’impresa fu più ardua del
previsto e la città resistette per ben due mesi finchè, il 19 settembre l’assedio fu tolto.
A dicembre iniziarono nuovi negoziati di pace, che si conclusero nel febbraio dell’anno
successivo con il Trattato di Thorun che sanciva il libero commercio dei mercanti di
ambo le parti e la restituzione senza riscatto
di tutti i prigionieri di guerra. Fu però una
pace solo illusoria. Negli anni successivi un
ulteriore frenetico susseguirsi di diverbi in
armi culminò nel 1457 con la perdita di
Marienburg da parte dei Teutonici che furono
costretti a trasferire la loro capitale a
Königsberg. Alla fine della Guerra dei tredici
anni, la seconda pace di Thorun con la
Polonia (1466) ridusse il dominio territoriale dell'Ordine alla sola Prussia Orientale e
parte della Livonia, imponendo la rinuncia al possesso dei territori meridionali e lo
status di vassallo della corona polacca.
Un ulteriore grave colpo lo inferse nel 1525 lo stesso trentasettesimo Gran Maestro
dell'Ordine, il conte Alberto di Hohenzollern-Ansbach, che, infrangendo i voti
monastic,i aderì alla Riforma convertendosi al luteranesimo ed attuando la
secolarizzazione dei beni prussiani dell'Ordine. Le idee protestanti avevano infatti
minato profondamente la loro fede incrollabile, causando una scissione interna che nel
1525 pose fine all’Ordine Teutonico nella tradizionale forma medievale. Col trattato di
Cracovia, il convertito Gran maestro si alleò inaspettatamente con il sovrano polacco
ricevendone in cambio l’ereditarietà del Ducato di Prussia, che passò così alla casa di
Hohenzollern mettendo fine allo Stato Teutonico per dare
inizio ad, un nuovo stato laico retto da quella che sarà
destinata a diventare una delle più potenti famiglie dinastiche
europee. Non solo l’egemonia, ma anche la presenza
dell’Ordine Teutonico nei territori baltici poteva dirsi così
definitivamente conclusa. All'Ordine rimasero tuttavia
numerosi feudi imperiali e proprietà in Germania ed in
Livonia, retta ancora in maniera indipendente dal ramo
livoniano sino al 1561, quando fu a sua volta secolarizzata e
trasformata nel Ducato di Curlandia e Semigallia. La secolarizzazione non fu infatti
accettata dal Papa e dall’Imperatore e l’Ordine continuò a vivere nei suoi possedimenti
nei paesi tedeschi al di fuori della Prussia, riprendendo la sua originaria attività
ospedaliera. Fu riorganizzato in 12 province e baliaggi
(Balleien) che si estendevano su tutti i feudi imperiali tedeschi
e nel 1526 l’incarico di Gran Maestro passò nelle mani del
superiore del ramo germanico (Walther von Cronberg )che
ne trasferì la sede a Bad Mergentheim nella Germania
meridionale, scegliendo come prioria residenza il castello di
Ellingen a nord di Weissenburg, in Franconia. Al nuovo Gran
Maestro venne concessa dall’Imperatore Carlo V la dignità di
principe-abate dell'impero, simile a quella cardinalizia, con
prevalenza su tutti i vescovi e abati della sua giurisdizione. Nel 1595 il titolo di gran
maestro venne conferito all’arciduca
Massimiliano d’Asburgo, così che l’Ordine passò
sotto la completa protezione della monarchia
asburgica presso la quale trovarono rifugio gli
ultimi cavalieri rimasti fedeli al cattolicesimo
dopo la scissione luterana. Statuto e
regolamentazioni interne furono modificati ed
adattati alla nuova situazione. Durante la
cosiddetta “Guerra dei Trenta Anni” (1618 - 1648) l’Ordine combatté ancora con propri
reparti di cavalleria in alcune battaglie al fianco dell’esercito asburgico e fu presente sui
campi di combattimento durante l’assedio turco di Vienna, ma la componente militare
dell’Ordine era ormai avviata verso un progressivo ridimensionamento per scomparire
poi del tutto nel corso del diciannovesimo secolo.
Grazie all'ala protettrice austriaca, l'Ordine riuscì a sopravvivere fino al 1809, quando il
il 24 aprile venne formalmente soppresso con apposito decreto da Napoleone
Bonaparte. Ripristinato dagli Asburgo nel 1839 come Ordine cavalleresco ecclesiastico
nobiliare (riservato a persone dei due sessi aventi otto gradi di nobiltà, religione
cattolica e censo cospicuo), fu definitivamente riformato nel 1929 dalla Santa Sede che
a conclusione dei “Patti Lateranensi” con il governo italiano ne cambiò il nome in
“Ordine dei Fratelli dell’Ordine Tedesco di Santa Maria di Gerusalemme” e riformò la
regola trasformandolo in una mera congregazione religiosa assistenziale composta da
canonici regolari addetti alla cura delle anime ed alle opere di carità, cancellando per
sempre ogni retaggio della sua secolare vocazione militare. Durante il primo conflitto
mondiale, l’istituzione teutonica partecipò attivamente all’assistenza ospedaliera dei
militari feriti degli eserciti germanici, ma alla conclusione della guerra l’esistenza
dell’Ordine tornò di nuovo ad essere messa in discussione finché durante il nazismo
l’Ordine venne giudicato inservibile e quindi nuovamente soppresso. Paradossalmente,
però, nel momento stesso in cui le autorità centrali del Terzo Reich lo sopprimevano,
Heinrich Himmler provvedeva al recupero di una parte del simbolismo e della
tradizione militare dell’Ordine a vantaggio del regime. Nella mente di Himmler e di
Hitler, l’”Ordine Nero” delle SS avrebbe dovuto essere una sorta di reincarnazione
dell’Ordine Teutonico privato di tutti gli elementi della cristianità ed allo scopo fu
inventata e sfruttata una suggestiva iconografia bellica teutonica adattata ai nuovi
aberranti scopi. Caduto il nazismo in Germania, l’Ordine voltò di nuovo pagina ed
assunse la connotazione attuale Ricostituito a Vienna nel 1945 e suddiviso nei priorati
di Austria, di Germania e d’Italia, è oggi diretto dal Gran Maestro Bruno Platter ed è
promotore di attività caritative e assistenziali in vari paesi europei. Si tratta di una
struttura meramente religiosa di diritto pontificio, anche se il suo Gran Maestro, con
dignità di abate mitrato, ha facoltà di concedere dignità equestri cavalleresche a
personaggi di altissimo rango. Le concessioni, estremamente limitate, si dividono in
Cavalieri d'Onore e in Familiares o Cavalieri Mariani, che hanno lo status canonico
ecclesiastico di terziari dell'Ordine Teutonico con regola agostiniana, con l' obbligo cioè
di ispirare la propria vita ai precetti evangelici ed il dovere di recitare il rosario ogni
giorno. Fino al 1929 erano previste prove nobiliari molto rigide per l' accesso
nell'Ordine, tanto che occorreva che i titoli nobiliari fossero di diretta emanazione
Imperiale. Oggi la caratteristica nobiliare si è in parte perduta, ma resta la necessità di
appartenere a classi sociali elevate e la dimostrazione di professare una profonda fede
cattolica. Diventata ormai poco più che una onorificenza, l'Ordine Teutonico continua a
raccogliere all'interno delle sue commende il fiore dell'aristocrazia cattolica. Si tratta
comunque di concessioni sporadiche: in tutto il mondo i Cavalieri sono nell'ordine di
poche decine, ultimi custodi di una quasi millenaria eredità cavalleresca crociata in
Europa e in Terrasanta. Nel 2005 contava ormai solo più 35 case con 81 membri
professi, dei quali 65 sacerdoti.
Dal punto di vista storico i Teutonici si distinsero per aver perseguito costantemente
una politica di appoggio incondizionato agli interessi degli imperatori germanici del
Sacro Romano Impero. Da punto di vista etico ciò che li distinse fu la loro quasi
morbosa vocazione al sacrificio, un'incontenibile ansia di ricercare la morte in
combattimento, ereditata probabilmente da una tradizione pagana che la conversione
al cristianesimo non aveva del tutto cancellato. Sopravviveva in particolare la
propensione a considerare il paradiso come qualcosa di simile al “Walhalla” di Odino,
un asilo di guerrieri e di eroi al quale la gente comune non poteva avere accesso che
alimentava l’inconfessabile convinzione che la beatitudine celeste fosse qualcosa
d'incompatibile con lo spirito di pace. Rispetto agli altri Ordini sorti sull’onda delle
Crociate, i Teutonici si differenziarono infine anche per il ruolo riservato alle donne
all'interno dell'Ordine, sempre presenti e attive nei suoi ranghi soprattutto per quanto
riguardava l'assistenza ai feriti ed agli ammalati. Presenza che molti anni più tardi gli
Asbrugo vorranno ufficializzare con la costituzione delle “Sorelle Teutoniche”, un ordine
monastico femminile dedito alla misericordia dei diseredati, alla carità e alle mansioni
ospedaliere, ovvero gli stessi compiti che avevano fatto nascere l’Ordine in Terra Santa
molti secoli prima
NOTE DELL’AUTORE:
Il presente lavoro viene pubblicato esclusivamente per finalità divulgative ed in nessun
caso potrà mai essere utilizzato a scopi commerciali. Tulle le informazioni contenute in
questo articolo sono il frutto di una ricerca personale condotta confrontando
informazioni desunte dalle principali pubblicazioni sull’argomento, da articoli circolanti
sul web e dalla documentazione raccolta in occasione di appositi viaggi effettuati in
Polonia in quelli che erano i principali possedimenti dell’Ordine. Tutte le immagini e le
fotografie storiche provengono dal pagine web facilmente individuabili tramite i
principali motori di ricerca. Le fotografie più recenti provengono sia dal web che dal
mio archivio personale. Qualora i proprietari detentori dei diritti delle fotografie
utilizzate ritengano che esse debbano essere tolte o che si debba aggiungere una
dettagliata citazione della fonte da cui sono tratte, sono pregati di contattarmi affinché
possa celermente provvedere in merito.
AUTORE: FRANCO BORGIS - mail: [email protected]