I Cavalieri Teutonici

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'Ordine Teutonico è un antico ordine monastico-militare sorto in Terrasanta all'epoca delle Crociate per assistere i pellegrini tedeschi e contribuire alla difesa del neonato regno cristiano di Gerusalemme dagli assalti dei musulmani. Nato come " Fratrum Theutonicorum Ecclesiae S. Mariae Hiersolymitanae " (’Ordine dei Frati dell’Ospedale di Santa Maria dei Teutonici di Gerusalemme), un nuovo Ordine ospedaliero fondato nel 1190 nella città-fortezza di a San Giovanni d’Acri in Palestina per proteggere i pellegrini e curare i malati tedeschi in Terra Santa, fu approvato e trasformato in Ordine cavalleresco nel 1191 e successivamente, nel 1198, trasformato in un Ordine militare per la difesa della Cristianità. Le sue origini hanno un sapore quasi leggendario e risalgono ai tempi della Prima Crociata (1096-1099). Nel corso del XI secolo una moltitudine di pellegrini era solito partire dall’Europa in direzione della Terra Santa per visitare la terra dove visse Gesù Cristo. Durante il dominio dei califfi Abbasidi di Baghdad, i benefici economici che i cristiani portavano con il loro pellegrinaggio li lasciava liberi di visitare i luoghi santi senza particolari problemi: i pellegrini generalmente sbarcavano nel porto di Haifa e da si dirigevano verso Gerusalemme. La situazione cambiò però radicalmente nella

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Breve storia dell'ordine dei Cavallieri Teutonicie della loro dominazione nel nord della Polonia.

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'Ordine Teutonico è un antico ordine monastico-militare sorto in Terrasanta

all'epoca delle Crociate per assistere i pellegrini tedeschi e contribuire alla difesa del

neonato regno cristiano di Gerusalemme dagli assalti dei musulmani. Nato come "

Fratrum Theutonicorum Ecclesiae S. Mariae Hiersolymitanae " (’Ordine dei Frati

dell’Ospedale di Santa Maria dei Teutonici di Gerusalemme), un nuovo Ordine

ospedaliero fondato nel 1190 nella città-fortezza di a San Giovanni d’Acri in Palestina

per proteggere i pellegrini e curare i malati tedeschi in Terra Santa, fu approvato e

trasformato in Ordine cavalleresco nel 1191 e successivamente, nel 1198, trasformato

in un Ordine militare per la difesa della Cristianità.

Le sue origini hanno un sapore quasi leggendario e risalgono ai tempi della Prima

Crociata (1096-1099). Nel corso del XI secolo una moltitudine di pellegrini era solito

partire dall’Europa in direzione della Terra Santa per visitare la terra dove visse Gesù

Cristo. Durante il dominio dei califfi Abbasidi di Baghdad, i benefici economici che i

cristiani portavano con il loro pellegrinaggio li lasciava liberi di visitare i luoghi santi

senza particolari problemi: i pellegrini generalmente sbarcavano nel porto di Haifa e da

lì si dirigevano verso Gerusalemme. La situazione cambiò però radicalmente nella

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seconda metà del secolo, quando i turchi Selgiuchidi presero il controllo della regione.

I pellegrini cristiani in viaggio verso Gerusalemme divennero regolarmente vittime di

abusi, tormentati da orde di ottomani che li uccidevano o imprigionavano. Il 27

novembre 1095, il decimo giorno del Concilio di Clermont, il Papa Urbano II indisse un

“pellegrinaggio armato” chiedendo al popolo cristiano d'Occidente di prendere le armi

per aiutare i cristiani d'Oriente e liberare la Terra Santa dagli infedeli. Al grido di “Deus

vult” (Dio lo vuole), una schiera di oltre 25.000 pellegrini male armati ed equipaggiati,

composta principalmente da poveri,

donne e bambini, si mossero in

direzione di Gerusalemme, ma di essi

solo 3.000 riuscirono ad unirsi alle

forze di Goffredo di Buglione e

riconquistare la città santa il 15 luglio

1099. Si narra che nella parte

settentrionale della Palestina, a sudest

di Gerusalemme, una coppia di

coniugi (probabilmente due mercanti pellegrini tedeschi provenienti da Brema o da

Lubecca che si erano stabiliti in Terra Santa in quel periodo) accolse nella sua dimora

un cavaliere tedesco gravemente ferito durante i combattimenti che giaceva privo di

sensi in una delle vie della città vecchia, curandolo e riportandolo in salute. In seguito, i

due pellegrini decisero di continuare stabilmente quell'attività caritativa, mettendosi a

disposizione dei connazionali che giungevano malati o feriti., ricevendo l'approvazione

del Patriarca di Gerusalemme. Con il suo consenso, sotto la protezione della Vergine

Maria cui dedicarono una cappella, crearono così un piccolo ospedale ed una

foresteria per l’accoglienza, la cura ed

il sollievo dei pellegrini tedeschi che

prese il nome di “ospedale di Santa

Maria dei tedeschi di Gerusalemme”.

Sin dagli inizi del medioevo i tedeschi,

come molti altri cristiani europei,

avevano infatti l’abitudine di recarsi in

pellegrinaggio a Gerusalemme ma il

cammino, sia che giungessero via mare dall’Italia che via terra attraverso i Balcani ed il

Medio Oriente, era molto faticoso e irto di pericoli. Quando giungevano a

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destinazione, spesso vi giungevano in condizioni davvero precarie, spossati dal clima,

delle condizioni igieniche, delle epidemie e degli assalti di predoni e gruppi islamici

ostili incontrati lungo il percorso. In difficoltà anche per la lingua, sarebbero stati ben

contenti di trovare sul posto un’istituzione caritativa che si occupasse di loro. Quando

morirono, attorno al 1118, i due pellegrini lasciarono in eredità tutto il patrimonio ai

frati che nel frattempo avevano iniziato a prestarvi la loro opera che continuarono

finché, nel 1187, con la caduta di Gerusalemme tutto andò distrutto.

1187 - Baliano di Ibelin consegna le chiavi di Gerusalemme al Saladino

Sull'onda della caduta di Gerusalemme, sotto il pontificato di Clemente III (1187-1191)

fu organizzata la Terza Crociata (1189-1191) per liberare la città santa dal dominio

musulmano e vi parteciparono i sovrani più potenti della Cristianità: l’imperatore

Federico Barbarossa (allora settantenne), il re d’Inghilterra Riccardo Cuor di Leone ed il

re di Francia Filippo Augusto. L'anziano imperatore che aveva organizzato la crociata

non riuscì però a raggiungere la Terra Santa e morì durante il viaggio per un incidente.

Dopo aver attraversato i Balcani sgominando le forze turche che da oltre un secolo

stavano bloccando la strada per Costantinopoli, era ormai giunto sulle montagne della

Siria quando, stanco della marcia attraverso i monti e oppresso dalla calura, decise

rinfrescarsi nel fiume Göksu annegando trascinato dalla corrente per via della pesante

armatura. Disonorando i loro voti, moltissimi dei suoi vassalli si affrettarono a ritornare

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in Germania, alcuni perché la loro presenza era necessaria per l’elezione del nuovo

imperatore (suo figlio Enrico VI), altri perché timorosi che una guerra civile avrebbero

potuto far perdere le loro terre. Fu un altro figlio dell’Imperatore, il duca Federico V di

Svevia, a proseguire nell’impresa e condurre quel che restava dell’armata tedesca verso

San Giovanni d'Acri (l’antica Tolemaide), conquistata dal Saladino due anni prima e

assediata dagli eserciti crociati di Francia e Inghilterra giunti in Palestina, via mare.

Federico Barbarossa Saladino Riccardo Cuor di Leone

Per i nuovi arrivati non si prospettava però un’accoglienza calorosa. Il monarca inglese,

per risentimenti famigliari, odiava i tedeschi e colse ogni opportunità per insultarli o

umiliarli. I nobili e prelati tedeschi, sia in Palestina che in patria, restarono amaramente

delusi dal risultato della loro grande spedizione che invece di gloria portò solo

umiliazione, morte e disperazione. L'assedio di San Giovanni d'Acri si protrasse per due

anni, dall'agosto del 1189 fino al luglio del 1191 e l'esercito crociato venne nel

frattempo letteralmente decimato dalle malattie. I

tedeschi, come gli altri crociati, non erano abituati

al calore, all'acqua ed al cibo locali e le precarie

condizioni igieniche fecero il resto. Era impossibile

seppellire i morti correttamente: i corpi venivano

gettati nel fossato di fronte alla Torre maledetta e

venivano ricoperti con le macerie recuperate sul

campo di battaglia. Una puzza nauseante era

diffusa in tutto il campo e sciami di insetti invadevano i corpi dei morti e dei feriti. Una

volta presi dalla febbre, i soldati non avevano scampo. Le regolari unità ospedaliere dei

Cavalieri di San Giovanni (meglio conosciuti come gli Ospitalieri) erano sovraccariche di

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lavoro e prediligevano i loro connazionali francesi e inglesi, abbandonando spesso i

tedeschi al loro destino

Le rovine dell'antico ospedale di Santa Maria dei Tedeschi

Verso la metà del 1190, vedendo che la situazione era diventata intollerabile e non vi

era alcun segno che l'assedio potesse terminare in tempi brevi, alcuni crociati

provenienti da Brema e da Lubecca pensarono di organizzare loro stessi una specie di

ospedale da campo in soccorso dei crociati tedeschi feriti. La costruzione dell’ospedale

fu un atto di disperazione e la sua costruzione avvenne con mezzi di fortuna,

utilizzando il legname e le vele delle navi che erano servite ai crociati per arrivare in

Terra Santa. È presumibile che in tale ospedale da campo prestassero opera anche

alcuni frati dell’antico ospedale di santa Maria di Gerusalemme, ritornati in Terra Santa

con le nuove ondate di pellegrini al seguito della terza crociata. Lasciato in mano loro,

grazie alla partecipazione di molti altri religiosi connazionali che man mano arrivarono

per offrire il proprio contributo, quello che era partito come un piccolo ospedale da

campo pian piano si ampliò e, ispirandosi a quello che era stato l'ospedale precedente,

fu ricostruita anche la cappella dedicata alla Vergine Maria. L’iniziativa venne

calorosamente assecondata dalla più eminente nobiltà tedesca presente in Terra Santa,

tanto che lo stesso duca Federico di Svevia intercesse presso suo fratello imperatore ed

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il Patriarca di Gerusalemme Guido di Lusignano per convincerli a concedere ai crociati

tedeschi, in caso di riconquista della città, il privilegio di

poter costruirne un ospedale in muratura al suo interno. Il 6

febbraio 1191 Papa Clemente III (1187-1191) con la Bolla

“Quotiens Postulatur” confermò la rifondazione dell'ospedale

come "Fratrum Theutonicorum Ecclesiae S. Mariae

Hiersolymitanae" e dopo la riconquista della città, avvenuta

l’11 luglio 1191, l'ospedale da campo costruito durante

l’assedio venne trasferito all'interno delle mura, in

prossimità della torre di San Nicola, non lontano dalla

residenza del Patriarca, diventando una struttura

permanente. L’anno successivo, grazie all'intervento dell’imperatore, Papa Celestino III

(1191-1198) nominò con un documento del 2 febbraio 1192 il frate Gerhard "maestro

dell'ospedale dei tedeschi di Acri" dando ufficialmente inizio

a quello che sarà di lì a poco un vero e proprio Ordine

indipendente. Un ordine tutto tedesco, così come tedesca

sarebbe dovuta essere, d’altra parte, la Quarta Crociata

promossa dall’imperatore Enrico VI per dimostrare al Papa

la propria affidabilità. Mentre i Templari erano quasi tutti

francesi e i Giovanniti prevalentemente italiani, al nuovo

Ordine Teutonico potevano aderire infatti solo membri della

nobiltà tedesca I motivi che indussero a fondare un uovo

Ordine religioso a fianco di quelli già esistenti non sono ben

chiari, ma è ragionevole pensare che la sua creazione

risponda ad una precisa esigenza politica di istituzionalizzare

la presenza dei Cavalieri del Sacro Romano Impero in

Terrasanta per soddisfare l’interesse comune delle due

maggiori potenze del tempo: il Papato, che consapevole del

contributo che i cittadini dell'Impero avrebbero potuto

apportare alle Crociate, e l’Imperatore, che vi intravedeva una eccellente opportunità

per estendere la propria influenza nel Mediterraneo. A ciò si aggiunga la difficoltà che i

cavalieri di lingua tedesca probabilmente avevano nel farsi accogliere negli altri due

Ordini, motivo in più per fondarne uno autonomo che di fatto, per tutta la sua storia

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futura, si dimostrerà essere un'istituzione dipendente sia dal potere imperiale che dal

potere papale.

Il riconoscimento ufficiale avvenne quattro anni dopo, il 21 dicembre 1196, sempre da

parte di Papa Celestino III, che ne formalizzò con apposita bolla l'esistenza come

comunità religiosa sottoposta alla regola di S. Agostino e direttamente sottomessa alla

Santa Sede, confermando all'ordine tutti i possedimenti presenti e futuri tra i qual

alcuni possedimenti e diritti nel Regno di Sicilia ceduti direttamente dall’Imperatore. Di

natura prettamente assistenziale, il nuovo Ordine, denominato “Ordo Fratrum Domus

Hospitalis Sanctae Mariae Teutonicorum in Jerusalem” o più semplicemente ”Ordo

Teutonicus”, si basava inizialmente sulla regola seguita dai “Cavalieri Ospitalieri di San

Giovanni in Gerusalemme” (Giovanniti). Succeduto nel 1193 a frate Gerhard, frate

Heinrich, che fino al 1194 mantenne il titolo di Priore, dal 1196 assunse quello di

Precettore, un funzione più adatta alla nuova conformazione dell’Ordine appena

riconosciuto dalla Santa Sede, cui venne concessa parità dei diritti con le altre

istituzioni crociate: esenzione dalla decima, autonomia finanziaria, libera elezione dei

Maestri, diritto di dare sepoltura.

Papa Celestino consegna la bolla con la Regola del'Ordine

Non dovette passare però molto tempo prima che i due grandi patrocinatori ne

decidessero la trasformazione in un ordine di stampo più militare attribuendogli anche

compiti di protezione dei pellegrini e difesa armata della fede oltre a quelli già

perseguiti di assistenza ai bisognosi. Le prime tracce di militarizzazione dell'Ordine le

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troviamo già nel 1193, quando il Re di Gerusalemme, Guido di Lusignano, similmente a

quanto aveva fatto per gli Ospedalieri ed i Templari, vendette ai Teutonici un quartiere

della città di Acri affidando loro il compito di difendere una fortificazione. I tedeschi

venuti a Acri nel 1197 decisero che il loro ospedale

sarebbe stato di grande aiuto per i castelli a difesa della

frontiera; pertanto chiesero al Papa Celestino III di

riconoscerli come un Ordine Militare. Fu il pontefice

successivo, Papa Innocenzo III (1198-1216), che il 19

febbraio 1199 ne effettuò la trasformazione da istituto

assistenziale a Ordine religioso-militare, con sede ad Acri,

dotandolo di uno specifico statuto che lo assoggettava

alla regola degli Ospitalieri per quanto riguarda l'attività

caritativa ed a quella dei Templari per le attività più

propriamente militari. Diviso territorialmente in regioni,

province e case, era governato da un capitolo generale

presieduto dal Gran Maestro e come primo Gran Maestro fu

nominato il frate Heinrich Walpot. Era articolato in varie

categorie contraddistinte da un diverso abbigliamento: frati,

cavalieri, con mantello bianco alla maniera dei Templari

contrassegnato dalla caratteristica croce nera allargata alle

estremità dei bracci; conversi, familiari e suore, con mantello

bruno. L'insegna dell'Ordine consisteva invece in una croce nera in campo argento

(ripresa molti secoli dopo dall’esercito tedesco), mentre lo stendardo era bianco nero

crociato. L’aquila, con le sue ali e gli artigli pronti alla

cattura della preda, divenne infine il simbolo sugli scudi e

sui sigilli. A differenza degli altri Ordini gerosolimitani che

professavano un ecumenismo cristiano "europeo" e

costituivano autentiche "multinazionali della fede", i

Cavalieri Teutonici rimasero vincolati fin dalle origini ad

un'idea nazionale rigidamente circoscritta alla “Vaterland”

germanica, un insieme di tedeschi associati tra loro per un'impresa straordinaria in

terre lontane. Contrariamente agli altri Ordini, inoltre, alle donne venne riservato un

ruolo molto attivo e furono sempre presenti nei suoi ranghi, soprattutto per quanto

riguarda l'assistenza ai feriti ed agli ammalat i.

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lla morte dell'imperatore Enrico VI, avvenuta nell'autunno del 1197

appena giunto in Terrasanta alla guida della Quarta Crociata, l'influenza politica

dell'Ordine Teutonico era ancora piuttosto limitata rispetto a quella de i Templari e

degli Ospitalieri. Ma si trattava di una inferiorità destinata a scomparire molto presto.

Quando l’esercito tedesco arrivò in Terra Santa per la nuova crociata, trovò un

ospedale fiorente che rendeva un prezioso servizio ai suoi connazionali. I fratelli

teutonici non solo davano assistenza ai malati, ma avevano creato ostelli per i nuovi

arrivi ed offrivano denaro e cibo ai crociati tedeschi le cui risorse erano esaurite per

essere stati derubati o aver perso tutto in battaglia. Grazie all’appoggio ed alla

protezione della casa imperiale e dei principi tedeschi e alle donazioni ricevute dal re

di Gerusalemme divenne una non trascurabile potenza economica e militare. Fu però

tra il 1209 e il 1239 che i Teutonici vissero un periodo particolarmente felice, grazie alle

capacità e al prestigio del loro quarto

maestro, Hermann von Salza. Giunto in

Terrasanta nel 1196 con l'esercito del

conte di Turingia, riuscì a ritagliarsi un

prezioso ruolo di intermediario tra il re di

Sicilia ed imperatore germanico Federico

II di Svevia ed il papato. Le sue

intercessioni nei conflitti tra il papa e

l’imperatore gli valsero i favori di

entrambi, consentendogli di aumentare notevolmente le ricchezze ed i possedimenti

dell’Ordine che guidava. La prima cosa che fece, all'inizio del suo mandato, fu avviare

una campagna per la parità di trattamento con i Templari e gli Ospitalieri, risultato che

conseguì, come vedremo, nel giro di pochi anni. Poi, all'inizio del 1220, diversi viaggi

diplomatici, al servizio del papa e dell'imperatore, per convincere i principi tedeschi a

partecipare alla Quinta Crociata (1217-1221). Infine, nel 1225, fu uno dei principali

artefici degli accordi tra Onorio III e Federico II che stabilivano la partenza per la Sesta

Crociata (1228-1229). Per via della sua mancata partecipazione, più volte sollecitata,

alla crociata precedente, Federico II si vide addossare la responsabilità del fallimento

dell'impresa e dovette, con il trattato di San Germano del 1225, impegnarsi ad

intraprendere una personale al più tardi entro due anni . Accordo che rispettò quasi

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forzatamente, quando ormai era stato scomunicato dal pontefice successivo per il

continuo rimandare della partenza, solo nel 1229, quando il 17 marzo, alla testa di un

esercito italo-tedesco (poiché oltre che imperatore di

Germania era anche re di Sicilia) che comprendeva anche i

Cavalieri Teutonici, fece il suo ingresso in Gerusalemme

Ottenuta nel 1217 dall'imperatore Federico II, e nel 1220

dal papa Onorio III la parificazione con i Templari e gli

Ospitalieri, i Cavalieri Teutonici beneficiarono di un gran

numero di privilegi pontifici ed imperiali (diritto di rifugio,

diritto di costruire e possedere chiese, dipendenza diretta

dal Papa, il solo che potrà scomunicarli) mettendosi presto

al pari con gli altri due. Il nuovo Papa Onorio III, succeduto

ad Innocenzo III nel 1216, vedeva infatti nell'Ordine Teutonico un eccellente mezzo per

estendere il suo potere in Terra Santa. Da parte sua, anche il

nuovo imperatore (nato dal matrimonio tra Enrico VI e

Costanza d’Altavilla,) intravide immediatamente le

potenzialità che offriva il nuovo Ordine Teutonico per

soddisfare la sua voglia di potere e pertanto non esitò a

promuoverne la crescita concedendo loro il diritto di poter

ricevere beni facenti parte dei suoi domini. Con tali

premesse, i Teutonici non ci misero moto a diventare il terzo

grande ordine religioso-militare del Medioevo. In seguito a

cospicue e ripetute donazioni, l'Ordine si diffuse molto

rapidamente: nel corso del XIII secolo il numero delle commende (nome con cui

vengono chiamate le case dell'Ordine) crebbe al

ritmo di 3 o 4 all'anno ed alla fine del secolo già

erano quasi 300 diffuse un po’ ovunque. Le ondate

di cavalieri e pellegrini tedeschi che seguirono la

Terza Crociata portarono notevoli ricchezze al

nuovo ospedale tedesco così come nuove reclute.

Ciò permise ai Cavalieri Teutonici di acquisire la

Signoria che era stata di Joscelin de Courtenay, dove costruirono il castello di

Montfort da cui amministrarono tutto il loro patrimonio in Terra Santa sparso tra il

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Regno di Gerusalemme, le contee di Jaffa e Ascalona e le Signorie di Cesarea, Nablus e

Saint-Ambran.

Fino alla perdita di Acri nel 1291, il principale teatro di operazioni dei Cavalieri

Teutonici rimase la Terrasanta ma in quegli stessi anni l’Ordine iniziò ad avere una

rapida espansione anche nel continente europeo, prevalentemente all’interno

dell’Impero germanico, dove, a partire dal 1200, acquisì possedimenti in ogni direzione,

dall’Armenia alla Castiglia e dal Baltico all’Italia meridionale.

1291 la perdita di S.Hiovanni d’Acri e antica piantina della città

In Spagna, dopo aver partecipato alla Reconquista, i Cavalieri Teutonici ricevettero nel

1236 e 1248 in cambio dei loro servigi terreni e case a Siviglia e Cordoba e nel 1258

altri possedimenti di minor valore in Castiglia e Leon, precisamente a Benafarces,

Morales de Toro e Greigos La Mota, diventata il cuore dell’ordine Teutonico in Spagna

per via della sua posizione strategica sulla strada dei pellegrini diretti a Compostela. In

Italia mantennero ben quattro province: Sicilia (con possedimenti anche in Calabria),

Puglia (che includeva anche possedimenti in Basilicata e in Campania), ‘Lombardia’

(ovvero i possedimenti in Friuli, Veneto, Emilia, Romagna e Toscana) e “nell’Adige e tra

i monti” (Alto Adige, dove alcuni centri continuano ad esistere ancora oggi). A queste

va aggiunto il patrimonio del procuratore generale dell’Ordine Teutonico presso la

curia papale, concentrato a Roma, Viterbo e Montefiascone. Per molto tempo, fino

all'arrivo dei normanni, la Sicilia era stato governata dai Saraceni. Fu con l’instaurarsi

sul regno di Sicilia della dinastia tedesca Hohenstaufen di Enrico VI prima e Federico II

dopo, che iniziarono le fortune dei Teutonici sull’isola. Rispetto agli altri due grandi

Ordini crociati, nel periodo 1190-1220 i Cavalieri Teutonici furono beneficiari di un

maggior favore imperiale rispetto acquisendo molte più proprietà, tra cui cinque

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roccaforti. Il patrimonio era costituito da circa 200 case e terreni agricoli a Palermo e

nel territorio di altre città e villaggi siciliani, compreso una dozzina di feudi, dove

l'estensione delle terre supera i 4.000 ettari. Pur essendo numericamente pochi,

stabilirono una vasta rete di fruttuosi rapporti economici con le famiglie siciliane della

classe media e con gli ebrei, offrendo uno sbocco sicuro e redditizio alle loro

produzioni agricole derivanti dagli ampi terreni

agricoli trasformati in frutteti, oliveti e vigneti. A

Palermo nel 1197 ricevettero dall’imperatore il

possesso della Chiesa della Santa Trinità e

fondarono la Precettoria della Magione,

svolgendo il ruolo di garanti religiosi e militari

dell’indissolubile unione tra l’Impero e la Corona di

Sicilia, ruolo che ricoprirono sino al 1492. Tale monastero divenne il centro della

Provincia Teutonica e sede del comandante provinciale della Sicilia con potere su tutte

le case della regione. Anche il primo ospedale Teutonico in Sicilia, quello di san

Tommaso, è stato confermato dall’imperatore Enrico VI quello stesso anno, seguiti poi

dall’ospedale di San Giovanni Battista ad Agrigento, di Santa Maria dei Tedeschi a

Messina ed altri man mano costruiti a Polizzi, a Noto e nei feudi della Gulfa e della

Margana, dove si trova anche l'unico castello teutonico dell'isola. Nel corso del tempo,

il Baliato Siciliano si emancipò dalla

struttura dell’Ordine, pur

restandogli fedele: i ricavi

dell’Ordine Teutonico in Sicilia, che

in precedenza avevano alimentato

la Terra Santa, vennero utilizzati per

le necessità locali, quali il

sostentamento di una dozzina di

chiese e dell’ospedale di San Giovanni dei Lebbrosi a Palermo. La crisi economica che

scosse la Sicilia nel XIV secolo, la guerra tra gli Angioini e Aragonesi e la peste

ridussero significativamente le risorse economiche del Baliato che, dopo la partenza dei

Grandi Maestri per la Prussia nel 1309, quando ormai il Mediterraneo non era più la

principale zona di operazione dell'Ordine, venne a poco a poco abbandonato a se

stesso. In Puglia l’Ordine si stabilì nel 1197, in circostanze analoghe a quelle della

Sicilia, per soddisfare le esigenze economiche di Terra Santa. In Palestina i crociati

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dipendevano in larga misura sulle spedizioni di grano e di altre merci attraverso i porti

di Puglia, dove tra l’altro si riunivano prima di imbarcarsi per la Terra Santa. Durante la

primavera e l'estate del 1197, l'imperatore Enrico VI, l’animatore della Terza Crociata,

diede un impulso decisivo allo sviluppo dei Cavalieri Teutonici in questa regione

fornendo parecchie proprietà nella città di Barletta, che divenne il centro dei pellegrini

e dei crociati germanici nel Mediterraneo. Il cuore del Baliato di Puglia era costituito

dalle tre città portuali più importanti di Puglia: Bari, Brindisi e Barletta. La principale

area agricola di proprietà dell’Ordine Teutonico, si sviluppò intorno al monastero di

San Leonardo di Siponto, ma le terre teutoniche si estendevano anche a Cerignola,

Corneto, Foggia, Belvedere, Ginosa ed Eboli. Nella città di Brindisi i Teutonici sono

menzionati già nel 1190, quando erano ancora una confraternita, prima che, nel 1196

la volontà papale li trasformasse in un ordine vero e proprio. Pochi anni dopo,

l’imperatore Enrico VI di Svevia concesse all’Ordine Teutonico il “castrum” di Mesagne,

l’importante snodo che controllava la via Appia tra Oria e Brindisi che il suo successore,

Federico II, nel 1229 incamerò in cambio di rendite finanziarie. L’importante commenda

di Brindisi sopravvisse sino alla metà del XV secolo, quando i fratelli dell’Ordine

Teutonico furono costretti a lasciare il

Mezzogiorno d’Italia. Nel centro Italia la

rappresentanza dell’Ordine Teutonico

spettava al Procuratore Generale dell'Ordine

presso il Papa. La figura del Procuratore

Generale fu creata nel XIII secolo per

difendere gli interessi del Gran Maestro

presso la corte Papale e per svolgere la sua attività utilizzava il reddito derivante dalle

proprietà dell'Ordine a Roma, nel Lazio ed in Toscana, dove possedeva chiese, ospedali

e terreni. Un patrimonio ingente, ma comunque non

ragguagliabile a quello della Sicilia o della Puglia.

Con l’incorporazione del Baliato dell’Adige, la

provincia lombarda era territorialmente la più estesa

e si estendeva da Bolzano ai possedimenti del centro

Italia, in Toscana, ben oltre, quindi, i confini della

sola Lombardia. Un patrimonio cospicuo che trae

origine soprattutto dalle relazioni dell’Ordine Teutonico con alcune grandi famiglie del

Friuli di origini germanica. I centri più importanti erano a Precenicco, Padova, Bologna,

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Parma e Venezia. Tra tutti, fu quest’ultima a diventare particolarmente importante. Nel

1258, il Doge di Venezia concesse all’Ordine la Chiesa di Santa Maria della Salute e

l’annesso Monastero della Santissima Trinità, che divenne successivamente la sede del

Gran Maestro dell’Ordine.

il chiostro del monastero della Santissima Trinità a Venezia

a scomparsa dei Cavalieri Teutonici dalla Terra Santa non pregiudicò il

potere dell’Ordine, ma ne cambiò solamente il campo d’azione. Il Mediterraneo, che

sino ad allora si era rivelato indispensabile entroterra per rifornire la sua organizzazione

oltremare, per le sue ricchezze non venne abbandonato ma divenne una vasta

redditizia periferia secondaria che andava da Cipro ed il Peloponneso sino alla

Provenza ed alla penisola Iberica, passando ovviamente per l’Italia. L’opera ospedaliera

fu posta in secondo piano e il campo d’azione cominciò a spostarsi dalla Terrasanta al

settentrione europeo. Inizialmente in Transilvania, per proteggere il Regno d'Ungheria

dalle incursioni dei nomadi Cumani su richiesta di re Andrea II d'Ungheria

(1211-1225). In cambio di appoggio militare ottennero il territorio del

Burzenland (in tedesco Siebenbürgen), dove istituirono uno stato

indipendente dando inizio ad una intensa attività di colonizzazione ed

evangelizzazione. Nel 1225, però, Andrea II, impaurito dalla nascita di

uno stato entro il suo regno, li scaccio nuovamente dall'Ungheria. Poi,

a partire dal 1226, allargando il campo d'azione alle regioni del

nord-est, dove già erano iniziate le cosiddette Crociate del Nord per

cristianizzare le pagane tribù baltiche e le inesplorate lande orientali.

In Livonia (le attuali Lettonia e Estonia) un certo Alberto, sacerdote di

Brema, aveva istituito nel 1202 con il consenso di Papa Innocenzo III l’Ordine dei

cavalieri Portaspada fondando la città di Riga, da cui intraprese la conquista e la

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conversione dell’intera regione divenendone vescovo dalla Santa Sede e signore

feudale su investitura dell’Imperatore. Poco dopo, sul suo esempio, un altro monaco

tedesco fu nominato nel 1215 vescovo di Prussia per iniziare anche in quelle terre, con

l’aiuto del duca Corrado di Masovia, un processo di evangelizzazione delle popolazioni

pagane che le abitavano. Dopo alcuni falliti tentativi di conquista dei territori occupati

dai Pruzzi, Corrado di Masovia chiese l'appoggio militare dell'Ordine offrendo in

cambio dei territori. Il Gran Maestro E’ in questo contesto che si inserisce l’inizio

della presenza dei Cavalieri Teutonici in Polonia.

Nel 12° secolo le terre baltiche confinanti con il Sacro Romano Impero e con la

Polonia, divenuta cristiana nel 968 dopo che il principe Mieszko I si fece battezzare

insieme al suo popolo, costituivano ancora un territorio di conquista. Tali terre

inospitali, che dalle foci dell’Oder andavano sino ai confini del Golfo di Finlandia

occupando le regioni di Varmia e di Masuria dell’attuale Polonia, di Kaliningrad in

Russia e di Klaipeda nella Lituania meridionale, erano abitate dai Pruzzi o Prussiani

Baltici, un gruppo etnico di tribù autoctone del Baltico che professavano una religione

politeista legata al paganesimo lituano che divinizzava le forze della natura.

territori occupati dai Pruzzi

I Pruzzi non vivevano in una nazione unificata, ma erano divisi in varie tribù e

generalmente chiamavano i loro insediamenti con i nomi dei torrenti, laghi, foreste del

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luogo nel quale si stabilivano. Fin dall’antichità, furono sempre in lotta con la vicina

Polonia. I polacchi avevano ripetutamente cercato di soggiogarli, ma tutti gli sforzi

erano stati inutili. Non riuscendo a vincerli con le armi, nel 1206 tentarono di convertirli

al cristianesimo con i missionari, ad opera del monaco

cistercense Goffredo, abate del monastero di Lekno, ma non

ottennero i risultati sperati: alcuni anni dopo, nel 1215,

Christian di Oliva, appena nominato Vescovo di Prussia, si

trovò infatti di fronte una popolazione sempre più ostile e

bellicosa. Indignati di fronte alle azioni che avevano

compiuto i “Fratelli della Spada” in Livonia e timorosi che

l’espansione polacca nei loro territori avrebbe riservato loro la stessa sorte, i Pruzzi

iniziarono a fare sempre più incursioni nella terra di Chełmno e nella Pomerania di

Danzica assediando città e saccheggiando chiese e cattedrali. Non sapendo più come

rispondere ai loro attacchi, i principi polacchi si appellarono al Papa che nel marzo

1217 autorizzò con apposita bolla il vescovo ad indire una crociata contro di essi. I

nobili ritenevano che l’obiettivo primario fosse quello di ricostruire la difesa della Terra

di Chełmno ed in particolare Chełmno stessa, il cui castello fu quasi completamente

ricostruito. Ma nel 1223 la maggior parte dei crociati abbandonò la regione

lasciandola in mano ai Pruzzi costringendo il duca Corrado a

cercare rifugio nel castello di Plock. La terra di confine fu

trasformata in un deserto. Per fermare le incursioni era

necessario organizzare una guardia permanente della

frontiera, soprattutto in Mazovia, e per farlo occorreva aiuto.

Il Duca Corrado I di Mazovia, che da tempo stava cercando

invano di controllare la Prussia per aprirsi un accesso al mare

per l’esportazione, non potendo contare molto sull’appoggio

della Polonia e della Danimarca già impegnate contro i

pagani dell’Estonia, vedendo la situazione disperata, su suggerimento del pontefice

Onorio III e dei Vescovi locali pensò nel 1226 di chiedere aiuto all’Ordine Teutonico. La

scelta non era casuale: l’Ordine Teutonico aveva infatti già avuto esperienza nella difesa

dai popoli pagani dei confini nel regno d’Ungheria, una decina di anni prima. Il Duca

cercò quindi di stabilire tramite il Vescovo di Prussia Christian di Oliva contatti con

l’Hochmeister dell’Ordine, Hermann von Salza, ma questi, proprio perché memore della

passata esperienza con il sovrano ungherese, affrontò con estrema cautela la sua

Page 17: I Cavalieri Teutonici

richiesta di aiuto. In cambio dell’intervento in Prussia il Duca prometteva loro la Terra

di Chełmno, un territorio di circa 3.000 kmq situato nella bassa valle della Vistola con

l’omonima città e la città di Dobrzin, più tutti i territori che avrebbero strappato ai

Pruzzi: in sostanza lo stesso tipo di promesse ricevute dal monarca ungherese quindici

anni prima poi non mantenute. Hermann von Salza aveva inoltre anche un altro

motivo per rifiutare l’offerta del Duca: in quel momento era molto più urgente

sostenere massicciamente la sesta crociata in Terra Santa che l’Imperatore Federico II

stava organizzando perché con tale partecipazione avrebbero avuto molto da

guadagnare dalla gratitudine imperiale. Tuttavia l’Hochmeister non fu precipitoso e le

trattative col Duca di Mazovia rimasero in piedi in attesa di momenti più propizi ed in

ogni caso non prima di essersi fatto confermare e garantire i diritti sui territori da

conquistare. Vedendo che i negoziati

andavano per le lunghe e che l’Ordine

Teutonico non aveva alcuna fretta di accorrere

in aiuto, il Duca, seguendo l’esempio del

Vescovo di Riga in Llivonia, decise, su consiglio

del Vescovo di Prussia e degli altri principi

polacchi, di ovviare alla situazione creando un

nuovo Ordine Cavalleresco. Nel 1225 all’invito polacco aderirono 15 cavalieri che si

erano ritirati dall’Ordine dei Fratelli della Spada e venne loro provvisoriamente

concessa la tenuta di Cedlitz in Kuyavia, fino al completamento di un castello a

Dobrzyń (Dobrin) sulla riva destra della Vistola, con l’accordo di suddividersi

equamente le terre prussiane conquistate. Una soluzione che il Maestro del nuovo

Ordine, Bruno, accolse con entusiasmo visto che

assecondava pienamente le sue ambizioni di indipendenza

dalle autorità ecclesiastiche che già aveva cercato di

ottenere, ma inutilmente, in Livonia. Il nuovo Ordine venne

chiamato “Fratribus militiae Cristo in Prussia” (Fratelli della

milizia di Cristo in Prussia), più comunemente noti come i

Fratelli di Dobrzyń , dal nome del castello in cui si

stabilirono a partire dal 1228. Oltre al castello, al nuovo Ordine venne concessa la terra

tra i fiumi Kamenica e Helmenitsa, al confine prussiano. Le fila dell’Ordine andarono

progressivamente ingrossandosi con l’arrivo di molti altri cavalieri dalla Spagna, ma

non abbastanza per fermare i Pruzzi, che a più riprese assediarono il castello

Page 18: I Cavalieri Teutonici

costringendoli a rinunciare all’impresa. Deluso e terrorizzato per l’andamento della

situazione, Corrado di Mazovia decise quindi di proseguire i difficili negoziati con

l’Ordine Teutonico, questa volta però con molta più disponibilità a fare loro grandi

concessioni. E naturalmente Hermann von Salza colse la palla al balzo. Infatti, rinviando

la decisione di inviare il proprio esercito in soccorso del Duca non ne aveva declinato

l’offerta, ma si era anzi attivato per verificare la possibilità di ottenere condizioni molto

più soddisfacenti. Il Gran Maestro si rendeva perfettamente conto che la sottomissione

della Prussia avrebbe reso i confini del Sacro Romano Impero più facili da difendere

contro gli invasori e di questo ne aveva subito reso partecipe Federico II. Con la nuova

crociata che bussava alla porta, era un buon momento per chiedere favori

all’Imperatore ed Hermann von Salza non lo voleva perdere. Approfittando degli ottimi

rapporti intercorrenti con la corte imperiale sveva ed il papato, ottenne tramite la bolla

d'oro di Rimini emessa da Federico II il 26 marzo del 1226 e la bolla d'oro di Rieti

emessa dal papa Gregorio IX la conferma delle

donazioni fatte dal Duca sul territorio di Chelmno

(Kulmerland), ed il diritto dell'Ordine di conquistare

ed evangelizzare la Prussia, con garanzia che dopo la

conquista e conversione religiosa dei territori baltici

questi sarebbero stati assegnati ai Teutonici,

assicurandone all'Ordine la sovranità ed al suo Gran

Maestro il rango di principe imperiale. Con tali

garanzie in mano, nessuno avrebbe più potuto

mettere in discussione la questione la legittimità del

governo teutonico sui territori conquistati, che sarebbero diventati a tutti gli effetti

feudi dell’Impero. Sulla base si tali documenti il 30 giugno 1230 venne siglato il

trattato definitivo tra il Gran Maestro ed il Duca di Mazovia e venne inviato il primo

distaccamento teutonico sulla riva sinistra della Vistola, che si sistemerà

provvisoriamente in piccolo fortino in legno precedentemente costruito da Corrado di

Mazovia a Vogelsang-Warsin, nei pressi del quale l’anno successivo i Teutonici

fonderanno la città di Toruń. Il Duca non si aspettava niente di più di una piccola forza

quella che in precedenza aveva già provato ad introdurre nella regione, invece si trovò

di fronte ad un piccolo esercito composto da un centinaio di Graumäntler” (Fratelli

Sergenti) e “Halbbrüder” (semi-fratelli) e sette Ritterbrüder” (Fratelli Cavalieri) guidati da

Hermann Balk, il Landmeister di Prussia che successivamente diventerà il primo

Page 19: I Cavalieri Teutonici

Maestro Provinciale dell’Ordine di Livonia. Poco dopo, nello stesso anno, arrivarono a

Vogelsang altri 20 Ritterbrüder e 200 Graumäntler . L’insediamento si dimostrò subito

efficace ed in poco tempo vennero consolidate le fortezze che costituivano la prima

linea di difesa della regione. Una volta consolidate le basi, i Cavalieri cominciarono ad

attaccare le installazioni dei Pruzzi, costruendo nuove fortezze e villaggi man mano che

stringevano l’accerchiamento. Una seconda piazzaforte venne inoltre costruita pochi

chilometri a Sud di Nessau. Mentre durante le precedenti

spedizioni i polacchi erano soliti marciare v erso est nelle zone

selvagge dei Pruzzi, l’attenzione dei Teutonici si concentrò per

il momento in occidente, lungo il fiume Vistola. Solo dopo

l’arrivo dei rinforzi, agli inizi del 1231, le operazioni militari

poterono spostarsi più verso l’’interno. Al comando di un

migliaio di uomini, Hermann Balk passò la Vistola e avanzò

lungo i fiumi prussiani (le foreste paludose non erano

transitabili in inverno ed i fiumi rimanevano le uniche vie di

accesso alla regione) per iniziare la penetrazione nel cuore dei territori da conquistare.

Non prima però di aver sottoscritto un ulteriore accordo con il Vescovo Christian di

Oliva, che con il trattato di Rubenicht si accontentava di un terzo della Prussia

rinunciando ad ogni altra pretesa sui possedimenti nella Terra di Chełmno. A partire

dal 1232 giunse dalla Germania e dalla Boemia un numero sempre maggiore, di

crociati in aiuto di Hermann Balk, che cominciò il rastrellamento sistematico della

regione. Per consolidare i territori conquistati e

renderli pacifici e produttivi, venivano fatti affluire

dalla Germania centinaia di coloni cui venivano

concesse più terre e maggiori libertà rispetto ad

altri territori da colonizzare. Una strategia

intelligente, perché in questo modo, facendo cioè

occupare le terre dai coloni tedeschi, si riuscivano

a controllare molto più saldamente le native

popolazioni prussiane a cui veniva imposto il battesimo oppure la fuga o la morte. La

strategia militare imponeva inoltre che, dopo aver ottenuto qualche successo, le

posizioni conquistate venissero edificate e fortificate. Sorse così nel 1231, sulla riva

destra della Vistola, la città di Toruń (in omaggio alla fortezza palestinese di Toron

posseduta dall’Ordine), primo insediamento dell’Ordine Teutonico in Prussia. La città fu

Page 20: I Cavalieri Teutonici

fondata con la tipologia classica delle città-fortezze dell’Ordine: una pianta a scacchiera

dominata da un terrapieno sormontato da un castello. Ai coloni che la abitarono,

affluiti principalmente dalla Germania del Nord e dalla Boemia, fu imposto il servizio

militare permanente. All’inizio del 1233 l’intera Terra di Chełmno poteva dirsi ormai

occupata dall’Ordine Teutonico.

Il castello teutonico di Torun

Da lì, in poco tempo colonizzarono l’intera Prussia orientale creando un vero e proprio

Stato teutonico soggetto solo all’autorità dell’imperatore germanico, per poi partire alla

conquista dei paesi Baltici, portando il cattolicesimo sempre più a oriente. Per quasi

cinquant'anni i Cavalieri Teutonici condussero una lunga e cruenta conquista,

concorrendo alla fondazione di nuove città, fortezze, porti e centri di attività

commerciali miranti a contrastare le ricorrenti migrazioni barbariche sul versante

orientale d'Europa. Nei paesi conquistati imposero governi molto rigidi e ricorsero alla

conversione forzata ed allo sterminio delle popolazioni assoggettate. Le testimonianze

del tempo narrano di crudeltà immani inflitte a quelle genti, ma nello stesso tempo

ebbero anche il merito di apportare e

diffondere anche nei territori dove

estesero la propria influenza l’arte e

l’architettura gotica del loro paese

d’origine. Nel 1237 assorbirono i

possedimenti dei Portaspada di Livonia

(con cui vennero fusi in un solo Ordine)

e nel 1346 acquistarono dai Danesi il

ducato di Estonia, diventando la più grande potenza militare dell’area a garanzia del

trionfo del cristianesimo sul paganesimo. La penetrazione verso oriente fu invece

impedita dalla sconfitta subita nella primavera del 1242 presso il lago di Peipusnel

Page 21: I Cavalieri Teutonici

(confine tra Estonia e Russia) per opera del principe russo Alessandro Nevskij, che ne

bloccò l’avanzata con un ingegnoso stratagemma segnando la fine delle campagne

militari contro le popolazioni cristiane ortodosse russe. L’ingegnoso principe, riuscì a

volgere a suo favore la condizione di inferiorità militare del suo esercito (composto

prevalentemente da contadini e pescatori arruolati nei vari villaggi) con una manovra a

sorpresa che costrinse i Cavalieri Teutonici alla ritirata verso la superficie ghiacciata del

lago dei Ciudi. La coltre di ghiaccio, resa sottile dal disgelo, non era in grado di

sostenere così tanti cavalieri dotati di pesanti armature e pertanto una parte

consistente dell'esercito teutone trovò la morte nelle acque del lago costringendoli a

rinunciare all’impresa. Dopo tale evento, l’Ordine concentrò i suoi sforzi

prevalentemente contro le popolazioni lituane che popolavano i territori posti tra la

Prussia e la Livonia e, nonostante l'ostinata resistenza opposta dalle tribù locali, nel

1283 la Prussia poteva dirsi definitivamente conquistata dagli uomini dal bianco

mantello con la croce nera. Dopo una crociata durata ben 53 anni, sulle ceneri degli

oltre 80.000 Pruzzi sterminati e degli altrettanti ridotti in schiavitù nasceva così in

quelle terre sino ad allora definite selvagge il nuovo Stato teocratico cattolico

dell'Ordine Teutonico

lo Stato Monastico dei Cavalieri Teutonici nel 14° secolo

Inevitabilmente iniziarono gli screzi con il governo polacco che nel 1318 sfociarono in

ostilità aperte per il controllo della parte orientale della Pomerania (Pomerelia) e di

Page 22: I Cavalieri Teutonici

Danzica e quindi delle connesse attività commerciali con la Lega Anseatica. Le lotte si

protrassero per ben ventisette anni, finché non fu sancito tra i contendenti il cosiddetto

“accordo della pace perpetua”, che privilegiava a tutti gli effetti la politica espansionista

dell’Ordine. L'apogeo della potenza dell'Ordine fu raggiunto nel corso del XIV secolo,

allorché fu completata la conquista della Livonia (città di Narva e Reval) e furono

annessi alcuni importanti nuclei urbani lituani, fra cui la città di Kaunas. Alla sua

massima espansione, sul finire del XIV secolo, l'Ordine teutonico governava ormai,

come feudo papale e stato sovrano, l'intera regione del Baltico che dalle rive della

Vistola nella Pomerania polacca arrivava fino all'Estonia nel golfo di Finlandia.

diffusione dell'Ordine Teutonico agli inizi del XIV secolo

Il sogno vagheggiato quasi due secoli prima dal maestro Hermann von Salza si stava

trasformando in realtà, ma il periodo di massimo splendore dell’Ordine era destinato

ad affievolirsi nel giro di un secolo. In un primo momento iniziarono a formarsi correnti

intestine che si trasformarono a poco a poco in un vero e proprio fronte interno che,

fomentato dalla dinastia polacca degli Jagelloni, si rivelerà fatale nel minare l’egemonia

teutonica nelle regioni dell’Europa settentrionale. A partire dai primi anni del ‘400

iniziò la cosiddetta “guerra dell’ambra”. Dai suoi porti l’Ordine esercitava un forte

Page 23: I Cavalieri Teutonici

monopolio sul commercio di questo prezioso materiale e la Polonia come risposta

iniziò con una sorta di embargo ostacolando e boicottando le attività mercantili

prussiane. Una crisi che durò anni e, nonostante i numerosi trattati stilati, sfociò in

una vera e propria guerra con tra potente alleanza polacco-lituana che condusse al

dissolvimento dello stato teutonico ed alla quasi scomparsa dell’Ordine stesso.

opo la sconfitta in Terra Santa (nel 1271 i Teutonici persero il castello di

Montfort e nel 1291 i turchi presero Acri, la loro principale roccaforte), il capitolo

generale e il Gran Maestro dell’Ordine Teutonico si trasferirono prima a Venezia e poi

nel 1309, dopo aver acquistato l’anno precedente dai margravi di Brandeburgo il

ducato di Pomerania con il suo prestigioso porto di Danzica, a Mariemburg in Prussia

(oggi Malbork in Polonia).

la nuova sede dei Cavalieri Teutonici a Malbork

L’espansione geografica aveva spinto l’Ordine ad adottare una gerarchia interna simile

a quella dei Templari e degli Ospitalieri. A quel tempo l’Ordine era infatti strutturato

sostanzialmente in tre ramificazioni coincidenti con altrettante aree geografiche: la

Prussia, la Livonia, e il cosiddetto “Deutschmeistertum” (Germania meridionale), ma

continuò ad essere presente in tutte le regioni occidentali e centrali dell’Impero, oltre

che nel Regno di Francia. Ciascuna delle tre ramificazioni aveva un proprio maestro

(Landmeister) e si divideva in province, dette ballivie (Balleien), che a loro volta si

suddividevano in commende locali (Kommenden). Il personale era composto di frati-

Page 24: I Cavalieri Teutonici

cavalieri (la categoria dominante), frati-preti e diverse categorie di frati associati

(confratelli e consorelle laici). A capo di tutto continuavano ad esserci il Gran Maestro

(Hochmeister) ed il capitolo generale (Generalkapitel o Capitulum Abbatum) che lo

eleggeva a vita. La Regola forniva la descrizione della gerarchia sia miliare che

ecclesiastica. Molto rigida e precisa, consentiva ai Cavalieri Teutonici di svolgere le loro

funzioni sotto una direzione centralizzata riuscendo a mantenere sotto controllo anche

le province più remote. Il Generalkapitel rappresentava il supremo organo legislativo

ed amministrativo, nominava e controllava i funzionari più importanti e fungeva da

suprema corte di giustizia. Il suo potere d’ispezione si estendeva anche al Gran

Maestro di cui poteva ratificare o meno le decisioni, riservandosi anche la possibilità di

deporlo se necessario. Suoi componenti erano tutti i “Ritterbrüder” (Fratelli Cavalieri), i

“Priesterbrüder” (Fratelli Sacerdoti) ed i “Graumäntler” (i Fratelli Sergenti che

indossavano un mantello grigio). Si riuniva una volta all’anno ma, visto che i suoi

componenti erano sparsi in tutto il territorio e quindi molto distanti tra loro, alle sue

riunioni vi partecipavano praticamente solo le delegazioni delle varie ballivie e

commende. Il potere esercitato dal Generalkapitel sulle province e sulle case

dell’Ordine era teoricamente illimitato, ma era materialmente impossibile per gran

parte dei comandanti provinciali partecipare alle riunioni annuali del Generalkapitel,

che finiva quindi col trascurare la gestione delle province più lontane. Venne così

deciso, su indicazione del Gran Maestro Siegfried von Feuchtwangen (1303-1311), di

organizzare le riunioni solo più ogni sei anni. Anche l’elezione del Gran Maestro da

parte del Generalkapitel era piuttosto macchinosa. Secondo una prassi rimasta in

vigore fino al 1525 (poi cambiarono le regole), alla morte del Gran Maestro il capitolo

si riuniva e proponeva un cavaliere perché facesse da Wahlkomtur, commendatore del

voto Se i membri riconoscevano la sua scelta, questo poi nominava un secondo

cavaliere elettore ed anche in questo caso il Generalkapitel doveva esprimere la sua

approvazione, altrimenti veniva richiesto di presentare altri nomi finché si raggiungeva

un accordo. I due poi ne sceglievano un altro e così via fino a formare il numero 13,

che voleva ricordare il collegio apostolico presieduto da Gesù Cristo. Secondo la

tradizione, dei tredici elettori otto dovevano essere “Ritterbrüder” (Fratelli Cavalieri),

quattro rappresentanti dei “Graumäntler” (Fratelli Sergenti) e uno solo “Priesterbrüder”

(Fratello Sacerdote). Così selezionato, il collegio elettorale prestava quindi giuramento

di fare il suo dovere senza pregiudizi per selezionare i migliori uomini a disposizione

per la carica vacante e sceglieva infine il Gran Maestro. Se il primo candidato non

Page 25: I Cavalieri Teutonici

riceveva la maggioranza dei voti, successivamente venivano proposti altri nomi fino a

quando non veniva eletto. Quando il collegio elettorale annunciava la sua decisione al

Generalkapitel, i sacerdoti cantavano il “Te Deum laudamus” e scortavano il nuovo

Hochmeister all’altare perché facesse il suo giuramento. Una volta eletto,

l’Hochmeister godeva del rango di ecclesiastico di Stato Imperiale ed fino al 1466 era

anche il Principe Sovrano di Prussia. Nonostante quest’alta posizione formale,

praticamente egli era però solamente una sorta di “primus inter pares”, il che lo

costringeva a prendere le decisioni anche in base alle richieste dei singoli gruppi

dell’Ordine, decisioni che dovevano comunque essere ratificate

dal Capitolo. Di solito era un cavaliere proveniente dalla

nobiltà, ma non sempre di rango elevato. I simboli del suo

potere si basavano su un sigillo ed un anello. Sul sigillo,

come per il Generalkapitel, era rappresentata la Vergine e il

Bambino. La croce che l’Hochmeister portava sui suoi abiti

e sul suo blasone era dorata, con bordi neri e rami terminanti con

gigli e nel centro vantava un’aquila reale. Fondamentalmente

era un diplomatico ed un osservatore. L’elezione lo

nobilitava ben oltre lo stato della sua nascita, consentendogli

di incontrarsi con la più influente nobiltà ed il clero delle

zone in cui l’Ordine era attivo e di intrattenere una vasta

corrispondenza con i più lontani potentati e prelati, tra cui lo

stesso Imperatore ed il Papa. Dal lato amministrativo,

l’Hochmeister era responsabile per la gestione dell’Ordine nel

suo complesso e delle sue relazioni con l’esterno. Ma non esercitava potere legislativo,

riservato al Generalkapitel ed il suo potere di nominare gli ufficiali era di fatto limitato,

dovendo infatti sempre consultare il Generalkapitel prima di prendere qualsiasi

decisione importanti. Lui, il grande comandante delle forze in Terra Santa e

l’Ordenstressler (tesoriere) erano ciascuno responsabile di una delle tre chiavi della

tesoreria dell’Ordine, a riprova che all’interno dell’Ordine qualsiasi autorità venisse

affidata ad una persona, quale fosse il suo incarico, era limitata. Per esercitare le sue

funzioni l’Hochmeister era coadiuvato da cinque grandi consiglieri, i

“Großgebietiger, che nominava lui stesso ed avevano le rispettive residenze ufficiali in

Prussia. In carica generalmente solo per brevi periodi (di solito erano a rotazione

annuale), oltre alle funzioni amministrative, essi avevano anche funzioni di

Page 26: I Cavalieri Teutonici

rappresentanza nelle varie missioni diplomatiche. Tra i cinque consiglieri che

coadiuvavano il Gran Maestro, uno veniva nominato “Großkomtur" (Magnus

commendator, una specie di Vice Gran Maestro) e risiedeva a Marienburg nella sede

principale. Oltre a sostituire l’Hochmeister durante le sue assenze, era responsabile

giorno per giorno della supervisione delle attività che non erano direttamente

connesse con la guerra (comandava le forze in Terra Santa quando il Gran Maestro era

assente): dirigere i funzionari minori, controllare la contabilità dell’Ordenstressler

(tesoriere dell’Ordine) e sorvegliarne la raccolta e spesa dei fondi, curare la

corrispondenza, conservare i registri. Pressappoco gli stessi compiti del Gran Maestro,

ma su scala minore. Un altro dei cinque consiglieri era invece nominato

Ordensmarschall (Summus Marescalcus), responsabile della preparazione militare.

Direttamente subordinato all’Hochmeister, Era a capo del sistema militare (castelli,

equipaggiamenti militari, produzione di armi, cavalli, trasporti) e, in tempo di guerra,

impartiva gli ordini all’esercito. Il suo titolo (che in origine era riferito ad un custode di

cavalli) indica quanto fosse importante l’attrezzatura e la formazione nel campo di

battaglia per il successo della cavalleria, ma col passare del tempo il suo dovere incluse

anche altre responsabilità come curare gli alloggi del comandante e coordinare la

struttura ospedaliera con dei suoi subordinati, che nella pratica erano però

sostanzialmente autosufficienti. Un terzo consigliere, come si può facilmente intuire, era

designato agli affari monetari e gestiva come tesoriere l’Ordenstressler (Summus

Thesaurarius) tutto il sistema finanziario dell’Ordine. Anche se i cavalieri avevano fatto il

giuramento di povertà, le esigenze finanziarie erano parecchie. Mantenere in efficienza

l’ingente patrimonio di case e castelli necessitava di ingenti risorse ed in ogni caso

l’Ordine non avrebbe potuto sopravvivere senza cibo, vestiti, armi, cavalli provenienti

dall’esterno ed acquistabili solo disponendo di denaro. Come si è visto, però, il suo

potere era limitato e soggetto a parecchi controlli da parte dei confratelli. Oltre ai

controlli formali, nella pratica tutti i funzionari erano a conoscenza della situazione

finanziaria ed al Gran Capitolo venivano fornite continuamente informazioni sufficienti

a rendere tutti i membri consapevoli dei piani per la costruzione di castelli, chiese e

ospedali e degli impegni da prendersi per le campagne militari. Il quarto consigliere

era il Großspittler (Summus Hospitalarius) di Elbing, il supervisore dell’intero settore

ospedaliero dell’Ordine. Come responsabile dei malati dei poveri, a lui spettava la cura

del settore caritativo. Infine vi era un Ordenstrappier (Summus Trappearius),

responsabile dell’approvvigionamento e della distribuzione di tutti i capi di

Page 27: I Cavalieri Teutonici

abbigliamento, con residenza a Christburg. I Landmeister a capo di ciascuna delle tre

ramificazioni venivano eletti dal Generalkapitel e scelti fra i candidati proposti dai

“Landkomtur” (Comandanti delle Balleien). In principio erano in una posizione

intermedia tra l’Hochmaster ed i Landkomtur, ma ben presto

iniziarono a godere di sempre maggiore autonomia tanto che

nelle loro Provincie l’Hochmeister non poteva decidere contro

la loro volontà. L’ufficio del Landmeister di Prussia fu sciolto

nel 1309, dopo il trasferimento a Malbork del quartier generale

dell’Hochmeister: da allora le due cariche vennero unificate in

un unico ufficio. Il Landmeister di Livonia, successore dell’antico

“Herrenmeister” degli ex Fratelli della Spada, risiedeva a Riga e Wenden e disponeva

di un territorio che andava dal fiume Narva al confine della Lituania. Il Deutschmeister

(Maestro di Germania), detto anc he Landmeister del Sacro Romano Impero, aveva il

potere su tutti le Balleien del regno medievale di Germania oltre a Bolzano, all’Austria,

alla Boemia, alla Coblenza e all’Alsazia e sulle province al di fuori dell’Impero. La più

piccola unità amministrativa dell’Ordine Teutonico era la Kommende, il convento

religioso. Questa era governata dal Komtur (Comandante), che aveva tutti i poteri

amministrativi e supervisionava tutti Vogteien (capi delle fattorie) e gli

Zehnthöfe (collettori della decima), all’interno della sua Kommende.

Sotto la direzione del Komtur, tutti i tipi di fratelli vivevano insieme in

modo monastico. I nobili servivano come Ritterbrüder (Fratelli Cavalieri)

o Priesterbrüder (Fratelli Preti). Gli altri potevano servire come

“Graumäntler” (Fratelli Sergenti), che erano soldati armati, oppure

come Semi-Fratelli, che lavoravano come servitori e nella sanità. Le

dimensioni delle Kommende erano molto diverse tra loro. Visto il

grande movimento di denaro dovuto alle rendite delle Kommende,

l’incarico del Komtur era di breve durata ed ogni volta che avveniva la sostituzione, il

nuovo comandante controllava i registri e l’inventario generale ispezionando tutte le

proprietà.

L’ala militare dell’Ordine era composta da quattro distinti gruppi di Fratelli, per la

maggior parte di provenienza nobiliare, che dovevano saper parlare la lingua tedesca

ed erano obbligati a prendere i voti monastici.

Page 28: I Cavalieri Teutonici

I Ritterbrüder” (Fratelli Cavalieri) costituivano non solo l’élite militare ma anche la

categoria più prestigiosa dell’Ordine. Solo a loro, secondo le disposizioni di papa

Gregorio IX, del 1230, era concesso il privilegio di indossare il grande mantello bianco

ornato sulla spalla sinistra dalla croce nera dell’Ordine, consacrato con apposita

cerimonia religiosa. Obbligati a prendere il triplo

voto monastico di povertà, castità e obbedienza,

nonché promettere l’aiuto ai malati e combattere

gi infedeli, dipendevano solo dall’autorità dell’

Hochmeister o dei suoi rappresentanti, e

dovevano essere sudditi o vassalli del Sacro

Romano Impero (quindi non necessariamente

tedeschi). L’investitura a cavaliere seguiva un cerimoniale che non differiva molto da

quello in uso per la cavalleria civile. Dopo aver superato l’interrogatorio preliminare,

veniva portato davanti al Generalkapitel per rispondere a dieci domande: :“I fratelli hanno

sentito la tua richiesta e desiderano sapere se una qualsiasi di queste cose ti riguarda. Se hai fatto un

giuramento a qualsiasi altro Ordine, se sei sposato ad una donna, la terza è se appartieni ad un altro

uomo come servo della gleba, se devi soldi a nessuno o devi pagare debiti che potrebbero influenzare

l’Ordine, se hai malattie nascoste o sei in cattivo stato di salute. se sei pronto a combattere

in Palestina o in qualsiasi altra parte; se sei pronto a prenderti cura dei malati; se sei pronto a

svolgere qualsiasi lavoro tu sappia fare, qualora richiesto; se intendi obbedire alla Regola.

Se una di queste cose è così e non lo ammetti, sappi che, quando se ne viene a conoscenza,

Dopo aver trascorso una notte di veglia ed puoi essere espulso dalla fraternità”.

essersi confessato, Il novizio, partecipava poi alla messa solenne,

durante la quale si comunicava e si inginocchiava davanti al Gran

Maestro o al funzionario che lo rappresentava giurando sul

Vangelo il rispetto voti monastici secondo la

seguente formula: “faccio promessa di castità del mio corpo,

di povertà e di obbedienza a Dio, alla Santa Maria ed a lei Hochmeister

dell’Ordine Teutonico ed ai suoi successori, secondo le norme e le

fino alla morte”. L’Hochmeister pratiche della Ordine, obbedienza

procedeva quindi all’investitura, con il classico colpo di piatto

della spada sulla spalla. Cerimonia che avveniva

solitamente nelle grandi festività: Natale, Pasqua, Pentecoste o

nella solennità di S. Elisabetta d’Ungheria, patrona dei

Teutonici. Durante tutto il Medioevo il loro numero non superò mai

Page 29: I Cavalieri Teutonici

complessivamente le 2.000 unità, per la maggior parte concentrata nelle località dove

al momento si trovava la sede dell’Ordine. La loro attrezzatura era la migliore a

disposizione, paragonabile a quella dei cavalieri dell’Europa occidentale, e con essa si

ponevano al comando del loro esercito in testa alla fanteria.

Al servizio dei Ritterbrüder vi erano i “Graumäntler” (Fratelli

Sergenti), noti anche come “uomini dal mantello grigio”. A

differenza dei loro superiori, la croce che decorava i loro

mantelli aveva solo tre rami (Croce del Tau), ad indicare che

essi erano membri della confraternita con un titolo inferiore.

Le loro funzioni si limitavano a responsabilità di minor

prestigio, come la gestione di piccoli insediamenti e la cura

delle attrezzature. Al contrario dei Fratelli Cavalieri che ne

avevano tre, in battaglia potevano avere solo due cavalli, ma

come i loro superiori avevano diritto di partecipare al

Generalkapitel per l’elezione del Gran Maestro. Anche gli “Halbbrüder” (Mezzi Fratelli)

indossavano un mantello grigio con la croce del Tau, ma a differenza degli altri

cavalieri, non prendevano i voti monastici per la vita ma solo temporaneamente al

periodo in cui erano in servizio, periodo durante il quale rimanevano in

tutto e per tutto sottoposti alle regole dell’Ordine. Arruolati in questo

modo per incoraggiare la gente che voleva entrare nell’Ordine senza

vincolarsi per tutta la vita, erano praticamente di scudieri dei

Ritterbrüder che assistevano sia in battaglia che nella vita quotidiana.

Proprio per la loro particolarità di essere solo “mezzi cavalieri”, a questa categoria era

in via del tutto eccezionale permesso unire gli stemmi di famiglia con quello della

Croce del Tau, cosa per tutti gli altri rigorosamente vietata dallo Statuto dell’Ordine.

Con lo stesso tipo di mantello, nelle file posteriori, tra la fanteria, il ruolo di

comandante dei soldati appiedati era svolto dai Dienende Brüder” (Fratelli Servi),

corrispondente al grado di sottufficiale negli eserciti tradizionali, tra tutti i militari gli

unici a poter provenire da ambienti non nobiliari, purché dotati di esperienza militare

Da famiglie non nobili provenivano anche i Laienbrüder” (Confratelli laici), che

svolgevano le mansioni più umili dell’Ordine, come quelle d’agricoltore, giardiniere,

maniscalco, sellaio. Nella sostanza erano dei laici che volontariamente sottostavano alla

Regola dell’Ordine a cui donavano tutti i loro beni ( di cui potevano, se lo

desideravano, conservarne l’usufrutto), ottenendo in contropartita il diritto di indossare

Page 30: I Cavalieri Teutonici

la mezza croce e di vivere e morire in seno all’Ordine stesso che dava loro cibo e

protezione. Una categoria molto redditizia per l’Ordine, che permise di aumentare

notevolmente il sua patrimonio immobiliare. L ’assolvimento del servizio religioso era

infine affidato ai “Priesterbrüder” (Fratelli Sacerdoti), tra tutti i membri dell’ordine

quelli che conducevano una vita più ascetica astenendosi

dal combattere (pur dovendo comunque seguire i fratelli

cavalieri in guerra come assistenti spirituali). E’ a loro che

nel 1220 Papa Onorio III affidò il compito di evangelizzare i

pagani dei territori conquistati, di celebrare la messa e altri

uffici religiosi, di amministrare i sacramenti e svolgere una

missione educativa riguardo agli altri fratelli e di assicurare

i conforti spirituali ai malati che frequentavano i numerosi

ospedali che l’Ordine possedeva (circa sessanta nel 1400).

Nella scala gerarchica la loro importanza era seconda solo a

quella dei Ritterbrüder, con i quali condividevano il diritto di

indossare il mantello bianco dell’Ordine Teutonico. A differenza dei fratelli cavalieri, i

sacerdoti erano però esonerati dall’obbligo di dare prova di nobiltà. Pur concentrando

nelle loro mani tutto il potere spirituale dell’ordine, avevano scarso peso a livello

politico: fratelli preti non potevano infatti diventare Hochmeister, Landkomtur o Komtur

ed avevano poco potere per l’elezione dell’Hochmeister. Tuttavia fu l’unica categoria a

sopravvivere al corso della storia diventando, dopo la perdita di ogni funzione militare,

l’unica componente ad avere oggi in mano l’amministrazione dell’Ordine.

I Fratelli dell’Ordine rappresentavano una porzione molto piccola delle truppe

disponibili, fornite per la maggior parte dai vassalli e

composte per il resto da volontari. Nel primo caso si trattava

dei cosiddetti “cavalieri laici”, appartenenti alla nobiltà la cui

terra era stata concessa in feudo dall’Ordine. Come per gran

parte dell’Europa, la detenzione di terre comportava il

pagamento di tasse. Nel caso di terreni concessi dall’Ordine

nei territori conquistati, l’importo era sostituito con il servizio

militare secondo due formule ben precise. Un primo tipo di

servizio, il Rossdienst, imponeva che chiunque detenesse

oltre 40 Ian (circa 16 ettari) di terra doveva fornire un cavaliere in armatura completa,

Page 31: I Cavalieri Teutonici

con un destriero bardato e due scudieri. Chi deteneva meno di 40 Ian di terra (di solito

i nativi prussiani), era invece soggetto al Platendienst e doveva fornire un cavaliere con

un’armatura minore. Man mano che procedeva la conquista e l’ordine acquisiva più

vassalli si fece sempre più frequente la tendenza al ribasso del minimo di Ian e la

conseguente sostituzione del servizio militare obbligatorio con le tasse tradizionali,

soprattutto nelle zone da lungo tempo pacificate dove la produzione di ricchezza era

maggiore. Oltre ai cavalieri laici forniti dai vassalli, per

le sue campagne militari l’Ordine riusciva a reclutare

anche un gran numero di volontari, per lo più tedeschi

ma non solo, che servivano come crociati i Cavalieri

Teutonici per adempiere ai voti, per prestigio o, più

semplicemente, per il bottino. Una grossa parte dei

propri eserciti era composto poi dalle truppe indigene,

reclutate più o meno forzatamente nei villaggi dei

coloni. Si trattava delle cosiddette milizie, la cui funzione primaria era la difesa della

propria città ma che spesso venivano chiamate a partecipare alle guerre dei Cavalieri

Teutonici. Poco attrezzati e meno efficienti dei soldati regolari, armati solo con archi o

lance ed uno scudo, erano però molto numerosi e costituivano un eccellente

strumento da utilizzare come fanteria o cavalleria leggera nei boschi e nelle paludi

lituane in quei raid che contraddistinsero gran parte delle guerre di frontiera

dell’Ordine Teutonico. Si trattava per lo più di gente

povera, visto che i ricchi borghesi dei villaggi, come

molti nobili vassalli, riuscivano quasi sempre ad

evitare l’arruolamento comprando la loro assenza

dai campi di battaglia fornendo al loro posto dei

mercenari. Sui campi di battaglia le unità da

combattimento erano sostanzialmente organizzate in

“Banner” che si solito rappresentava le forze di un

Komtur. Di varia dimensione e composizione, i banner si distinguevano tra loro

soprattutto per la provenienza dei contingenti, interna od esterna all’Ordine, e spesso

venivano raggruppati sotto un’unica direzione sotto il comando del Landmeister di una

Provincia. Ai Banner dei cavalieri teutonici si affiancavano infatti quelli dei vassalli

(composti da cavalieri o da mercenari guidati da un Cavaliere Teutonico, di solito un

Ritterbrüder) e quelli più indisciplinati dei volontari.

Page 32: I Cavalieri Teutonici

partire dal XV secolo il Gran Maestro finì per controllare solo più il ramo

prussiano. L’Ordine di Livonia sviluppò infatti una propria autorità autonoma ed il

potere del “Deutschmeister” era praticamente quasi identico al suo. Dal 1530 sino al

1929 sarà poi quest’ultimo a ricoprirne la carica, assumendo il titolo di Hoch- und

Deutschmeister, ovvero di Gran Maestro e Maestro di Germania, solitamente scelto

all’interno della casa imperiale tedesca prima ed austriaca poi. Verso la fine del XIII

secolo, il Maestro di Germania gestiva 12 Baliaggi o province in Germania, Austria,

Repubblica Ceca, Slovacchia, Olanda, Francia occidentale e nord Italia. Il cuore di beni

germanici era a Sachsenhausen, un quartiere di Francoforte sul Meno dove i Cavalieri

Teutonici erano presenti già dal 1193, mentre al di fuori della Germania uno dei più

potenti Baliati era quello di Alsazia e Borgogna, che comprendeva commende in molti

altri territori francesi: Orbec, Saint-Michel de l'Hermitage e Vaudeville. Il Baliato di

Lorena aveva una commenda importante a Metz ed era proprietario di alcuni beni a

Wissembourg. Nel sud della Francia, il Baialato di Montpellier comprendeva il

lebbrosario di Saint-Martin con relativa cappella e l'ospedale di San Saverio. In Boemia

e Moravia sin dal 1223 diedero vita al Baliato di Praga e Plzen. Quello d’Austria si

formò invece intorno a Graz e Vienna nel 1236. Mentre In Alto Adige nacque quello di

Bolzano, importante luogo di passaggio per i tedeschi in viaggio vero l’Italia. Nel corso

del Trecento si ebbe una ulteriore trasformazione: i Baliati di Austria, Koblenz, Alsazia,

Borgogna e Bolzano passarono direttamente alle dipendenze dal Gran Maestro ed il

Maestro di Germania divenne Maestro di Germania e d’Italia con giurisdizione sui

Baliati del Mediterraneo. Delle sette province che risultarono dalla riorganizzazione

territoriale, le due più nordiche (Prussia e Livonia) divennero quelle “di

combattimento” dove il dispositivo militare era sempre all’erta, sostituendo

l’abbandonata Palestina. Le altre cinque (Germania, Austria, Boemia, Ungheria e

Pomerania) divennero invece province “di pace”, dedite prevalentemente all’attività

economica (gestione del patrimonio per il finanziamento dell’Ordine) e caritativa. Una

diversità di condizioni che non poteva ovviamente non riflettersi anche

nell’organizzazione interna delle singole province. Per reggere un dominio così vasto,

l’ordinamento normativo dei monaci-cavalieri doveva necessariamente essere molto

complesso, con regole, leggi ed usanze che, seppure basate sulla vita religiosa e

militare dei Templari e degli Ospitalieri come prescritto dallo Statuto vigente, variavano

Page 33: I Cavalieri Teutonici

molto da regione e regione. In Palestina prima e Livonia e Prussia poi, dove le

frontiere erano caratterizzate da una lotta quasi costante con le vicine popolazioni

musulmane o pagane, i Cavalieri Teutonici privilegiavano un’organizzazione di tipo

militare le cariche e le unità amministrative dell’Ordine erano più rigide. Più ci si

spostava verso sud, dalla Germania al Mediterraneo, condizioni relativamente più stabili

consentivano invece all’Ordine di condurre una vita più pacifica ed improntata

prevalentemente alle pratiche religiose. La gerarchia ed i controlli erano più allentati a

causa della mancanza di effettivi e solo i funzionari inviati dal Gran Maestro o dal

“Landmeister” di Germania controllavano effettivamente la corretta gestione in tali

province.

la battaglia di Tannenberg-Grunwald

l declino dei Cavalieri della croce nera, che avevano sottomesso ed

umiliato le popolazioni Baltiche, iniziò verso i primi decenni del XV secolo, dopo la

pesante sconfitta inflittagli a Tannenberg il 15 luglio 1410 dall’esercito dei polacchi e

dei lituani riuniti sotto un’unica corona (Jagellone Wladislao II di Polonia) e la

successiva guerra civile in Prussia. Stretti nella morsa dei principi tedeschi avidi di terre,

da un lato, e delle popolazioni slave, dall'altro, si trovarono a fronteggiare difficoltà

sempre maggiori, aggravate dall'avanzata crescente della riforma luterana, che ne

determinò una crisi irreversibile. Il sovrano polacco, appena stipulata la pace del 1404

dopo la guerra dell’ambra per il dominio dei porti del Baltico, iniziò a fomentare lo

scontento della popolazione samogita (lituana) ed i malcontenti produssero nel 1407

Page 34: I Cavalieri Teutonici

una ribellione in armi. Il gran maestro Ulrich von Jungingen si rivolse più volte al

sovrano polacco-lituano per far cessare le cruente rivolte, ma invano. Al contrario, nel

1410 Re Jagellone mise insieme una potente armata di oltre centomila

uomini con l’intento di porre definitivamente fine alla potenza teutonica.

Il 14 luglio l’imponente esercito mosse battaglia nella piana

situata tra i villaggi di Grünwald e Tannenberg e nel

combattimento, che si protrasse per tutta la giornata con

epici scontri, i Teutonici ebbero la peggio e vi trovarono la

morte il Gran Maestro e molti tra i più alti dignitari. Dieci

giorni dopo le armate vincitrici tentarono l’assedio della

capitale teutonica accerchiando Marienburg dopo aver

saccheggiato i centri abitati incontrati lungo la marcia. Ma l’impresa fu più ardua del

previsto e la città resistette per ben due mesi finchè, il 19 settembre l’assedio fu tolto.

A dicembre iniziarono nuovi negoziati di pace, che si conclusero nel febbraio dell’anno

successivo con il Trattato di Thorun che sanciva il libero commercio dei mercanti di

ambo le parti e la restituzione senza riscatto

di tutti i prigionieri di guerra. Fu però una

pace solo illusoria. Negli anni successivi un

ulteriore frenetico susseguirsi di diverbi in

armi culminò nel 1457 con la perdita di

Marienburg da parte dei Teutonici che furono

costretti a trasferire la loro capitale a

Königsberg. Alla fine della Guerra dei tredici

anni, la seconda pace di Thorun con la

Polonia (1466) ridusse il dominio territoriale dell'Ordine alla sola Prussia Orientale e

parte della Livonia, imponendo la rinuncia al possesso dei territori meridionali e lo

status di vassallo della corona polacca.

Un ulteriore grave colpo lo inferse nel 1525 lo stesso trentasettesimo Gran Maestro

dell'Ordine, il conte Alberto di Hohenzollern-Ansbach, che, infrangendo i voti

monastic,i aderì alla Riforma convertendosi al luteranesimo ed attuando la

secolarizzazione dei beni prussiani dell'Ordine. Le idee protestanti avevano infatti

minato profondamente la loro fede incrollabile, causando una scissione interna che nel

1525 pose fine all’Ordine Teutonico nella tradizionale forma medievale. Col trattato di

Page 35: I Cavalieri Teutonici

Cracovia, il convertito Gran maestro si alleò inaspettatamente con il sovrano polacco

ricevendone in cambio l’ereditarietà del Ducato di Prussia, che passò così alla casa di

Hohenzollern mettendo fine allo Stato Teutonico per dare

inizio ad, un nuovo stato laico retto da quella che sarà

destinata a diventare una delle più potenti famiglie dinastiche

europee. Non solo l’egemonia, ma anche la presenza

dell’Ordine Teutonico nei territori baltici poteva dirsi così

definitivamente conclusa. All'Ordine rimasero tuttavia

numerosi feudi imperiali e proprietà in Germania ed in

Livonia, retta ancora in maniera indipendente dal ramo

livoniano sino al 1561, quando fu a sua volta secolarizzata e

trasformata nel Ducato di Curlandia e Semigallia. La secolarizzazione non fu infatti

accettata dal Papa e dall’Imperatore e l’Ordine continuò a vivere nei suoi possedimenti

nei paesi tedeschi al di fuori della Prussia, riprendendo la sua originaria attività

ospedaliera. Fu riorganizzato in 12 province e baliaggi

(Balleien) che si estendevano su tutti i feudi imperiali tedeschi

e nel 1526 l’incarico di Gran Maestro passò nelle mani del

superiore del ramo germanico (Walther von Cronberg )che

ne trasferì la sede a Bad Mergentheim nella Germania

meridionale, scegliendo come prioria residenza il castello di

Ellingen a nord di Weissenburg, in Franconia. Al nuovo Gran

Maestro venne concessa dall’Imperatore Carlo V la dignità di

principe-abate dell'impero, simile a quella cardinalizia, con

prevalenza su tutti i vescovi e abati della sua giurisdizione. Nel 1595 il titolo di gran

maestro venne conferito all’arciduca

Massimiliano d’Asburgo, così che l’Ordine passò

sotto la completa protezione della monarchia

asburgica presso la quale trovarono rifugio gli

ultimi cavalieri rimasti fedeli al cattolicesimo

dopo la scissione luterana. Statuto e

regolamentazioni interne furono modificati ed

adattati alla nuova situazione. Durante la

cosiddetta “Guerra dei Trenta Anni” (1618 - 1648) l’Ordine combatté ancora con propri

reparti di cavalleria in alcune battaglie al fianco dell’esercito asburgico e fu presente sui

Page 36: I Cavalieri Teutonici

campi di combattimento durante l’assedio turco di Vienna, ma la componente militare

dell’Ordine era ormai avviata verso un progressivo ridimensionamento per scomparire

poi del tutto nel corso del diciannovesimo secolo.

Grazie all'ala protettrice austriaca, l'Ordine riuscì a sopravvivere fino al 1809, quando il

il 24 aprile venne formalmente soppresso con apposito decreto da Napoleone

Bonaparte. Ripristinato dagli Asburgo nel 1839 come Ordine cavalleresco ecclesiastico

nobiliare (riservato a persone dei due sessi aventi otto gradi di nobiltà, religione

cattolica e censo cospicuo), fu definitivamente riformato nel 1929 dalla Santa Sede che

a conclusione dei “Patti Lateranensi” con il governo italiano ne cambiò il nome in

“Ordine dei Fratelli dell’Ordine Tedesco di Santa Maria di Gerusalemme” e riformò la

regola trasformandolo in una mera congregazione religiosa assistenziale composta da

canonici regolari addetti alla cura delle anime ed alle opere di carità, cancellando per

sempre ogni retaggio della sua secolare vocazione militare. Durante il primo conflitto

mondiale, l’istituzione teutonica partecipò attivamente all’assistenza ospedaliera dei

militari feriti degli eserciti germanici, ma alla conclusione della guerra l’esistenza

dell’Ordine tornò di nuovo ad essere messa in discussione finché durante il nazismo

l’Ordine venne giudicato inservibile e quindi nuovamente soppresso. Paradossalmente,

però, nel momento stesso in cui le autorità centrali del Terzo Reich lo sopprimevano,

Heinrich Himmler provvedeva al recupero di una parte del simbolismo e della

tradizione militare dell’Ordine a vantaggio del regime. Nella mente di Himmler e di

Hitler, l’”Ordine Nero” delle SS avrebbe dovuto essere una sorta di reincarnazione

dell’Ordine Teutonico privato di tutti gli elementi della cristianità ed allo scopo fu

inventata e sfruttata una suggestiva iconografia bellica teutonica adattata ai nuovi

aberranti scopi. Caduto il nazismo in Germania, l’Ordine voltò di nuovo pagina ed

assunse la connotazione attuale Ricostituito a Vienna nel 1945 e suddiviso nei priorati

di Austria, di Germania e d’Italia, è oggi diretto dal Gran Maestro Bruno Platter ed è

promotore di attività caritative e assistenziali in vari paesi europei. Si tratta di una

struttura meramente religiosa di diritto pontificio, anche se il suo Gran Maestro, con

dignità di abate mitrato, ha facoltà di concedere dignità equestri cavalleresche a

personaggi di altissimo rango. Le concessioni, estremamente limitate, si dividono in

Cavalieri d'Onore e in Familiares o Cavalieri Mariani, che hanno lo status canonico

ecclesiastico di terziari dell'Ordine Teutonico con regola agostiniana, con l' obbligo cioè

di ispirare la propria vita ai precetti evangelici ed il dovere di recitare il rosario ogni

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giorno. Fino al 1929 erano previste prove nobiliari molto rigide per l' accesso

nell'Ordine, tanto che occorreva che i titoli nobiliari fossero di diretta emanazione

Imperiale. Oggi la caratteristica nobiliare si è in parte perduta, ma resta la necessità di

appartenere a classi sociali elevate e la dimostrazione di professare una profonda fede

cattolica. Diventata ormai poco più che una onorificenza, l'Ordine Teutonico continua a

raccogliere all'interno delle sue commende il fiore dell'aristocrazia cattolica. Si tratta

comunque di concessioni sporadiche: in tutto il mondo i Cavalieri sono nell'ordine di

poche decine, ultimi custodi di una quasi millenaria eredità cavalleresca crociata in

Europa e in Terrasanta. Nel 2005 contava ormai solo più 35 case con 81 membri

professi, dei quali 65 sacerdoti.

Dal punto di vista storico i Teutonici si distinsero per aver perseguito costantemente

una politica di appoggio incondizionato agli interessi degli imperatori germanici del

Sacro Romano Impero. Da punto di vista etico ciò che li distinse fu la loro quasi

morbosa vocazione al sacrificio, un'incontenibile ansia di ricercare la morte in

combattimento, ereditata probabilmente da una tradizione pagana che la conversione

al cristianesimo non aveva del tutto cancellato. Sopravviveva in particolare la

propensione a considerare il paradiso come qualcosa di simile al “Walhalla” di Odino,

un asilo di guerrieri e di eroi al quale la gente comune non poteva avere accesso che

alimentava l’inconfessabile convinzione che la beatitudine celeste fosse qualcosa

d'incompatibile con lo spirito di pace. Rispetto agli altri Ordini sorti sull’onda delle

Crociate, i Teutonici si differenziarono infine anche per il ruolo riservato alle donne

all'interno dell'Ordine, sempre presenti e attive nei suoi ranghi soprattutto per quanto

riguardava l'assistenza ai feriti ed agli ammalati. Presenza che molti anni più tardi gli

Asbrugo vorranno ufficializzare con la costituzione delle “Sorelle Teutoniche”, un ordine

monastico femminile dedito alla misericordia dei diseredati, alla carità e alle mansioni

ospedaliere, ovvero gli stessi compiti che avevano fatto nascere l’Ordine in Terra Santa

molti secoli prima

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NOTE DELL’AUTORE:

Il presente lavoro viene pubblicato esclusivamente per finalità divulgative ed in nessun

caso potrà mai essere utilizzato a scopi commerciali. Tulle le informazioni contenute in

questo articolo sono il frutto di una ricerca personale condotta confrontando

informazioni desunte dalle principali pubblicazioni sull’argomento, da articoli circolanti

sul web e dalla documentazione raccolta in occasione di appositi viaggi effettuati in

Polonia in quelli che erano i principali possedimenti dell’Ordine. Tutte le immagini e le

fotografie storiche provengono dal pagine web facilmente individuabili tramite i

principali motori di ricerca. Le fotografie più recenti provengono sia dal web che dal

mio archivio personale. Qualora i proprietari detentori dei diritti delle fotografie

utilizzate ritengano che esse debbano essere tolte o che si debba aggiungere una

dettagliata citazione della fonte da cui sono tratte, sono pregati di contattarmi affinché

possa celermente provvedere in merito.

AUTORE: FRANCO BORGIS - mail: [email protected]