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    I campi di GirasoleMalattie? No, grazie!!! La comunicazione dellanima

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    Carmine Cacciapuoti

    I Campi di girasoleMALATTIE? NO, GRAZIE!!

    La comunicazione dellanimaSaggio

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    www.booksprintedizioni.it

    Copyright 2013Carmine CacciapuotiTutti i diritti riservati

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    In questa dimensione non possiamo salvare il mondoecco perch dobbiamo salvare noi stessi.

    Per salvare noi stessi dobbiamo capire chi siamo!

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    Introduzione

    Questo libro, il quale racconta della mia vita, si ripro-

    pone di dare una spiegazione amorevole delle malattieche ci capitano in questa vita terrena: vi porgo una vi-sione nuova della malattia, del sintomo che viene vi-sto come lespressione di un nostro disagio interiore eche se noi abbiamo coraggio di affrontare andremo arisolvere. Naturalmente il viaggio interiore che inizie-remo a percorrere non sar facile, perch dovr ri-muovere tutti i condizionamenti acquisiti in questa

    vita e forse anche in qualche vita precedente(Karma),infatti essendo esseri del cosmo siamo da semprenelluniverso, attraverso i vari stadi che abbiamo in-carnato nelleternit. Quindi il percorso sar a secon-da dei casi pi o meno lungo a seconda della capacitdella persona di relazionarsi alluniverso o se volete aDio, che non unentit superiore, ma la pianta dacui siamo germogliati e quindi siamo parte di lui.

    Quando arriveremo a vedere le cose dal punto di vistadi Dio allora saremo in pace con noi stessi, in equili-brio perfetto e in armonie con tutto. LEquilibrio si ri-ferisce allo stato darmonia tra il corpo, lanima e lamente. Tra questi tre aspetti, lanima riveste il ruolopi importante, perch costituisce il collante vitale trail corpo e la mente.Dallequilibrio corpo, mente e anima, scaturisce

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    lessenza: lenergia vitale.Se perdiamo il nostro naturale equilibrio, anche il

    corpo fisico e la mente ne risentono, di conseguenza,dallo stato di squilibrio, insorge la malattia. Il buonequilibrio energetico ha come effetto un corpo sano,una mente calma e chiara e unabbondante quantitdenergia a disposizione. Lo squilibrio sempre il ri-sultato di una o pi cause. Le cause di malattia sonoclassificate in primarie e secondarie. Le cause prima-rie sono le emozioni distruttive: la rabbia,

    laggressivit, la brama, lodio, lattaccamento, il desi-derio, lignoranza, la pigrizia e la confusione mentale.Le cause secondarie sono quei fattori concomitantiquali una dieta e le abitudini di vita scorrette e i fatto-ri climatici stagionali. Non esister pi la separazionebuono-cattivo, bene-male, io-tu, maschio-femmina,vita-morte, amore-odio, ma esister solo quello chesiamo UNO, non avremo bisogno ne di oppressi ne

    di oppressori ne di liberatori ne di capi ne di chieseperch avremo e faremo parte della coscienza cosmi-ca.Saremo amore nellamore.

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    so casa. Allarrivo a casa ebbi subito un attaccodasma fortissimo, oltre al cortisone e alladrenalina ci

    volle la tenda ad ossigeno.A quel punto mi resi conto che non poteva la nostalgiacondizionare la mia vita e decisi di tornare a Misuri-na. Ma come? Con padre Palumbo naturalmente, quelsantuomo che non si spavent di dover rifare 2000kmandata e ritorno ma mi chiese solo: Ma stavolta seisicuro?. Gli dissi che mi dispiaceva, ma l, non riu-scivo proprio a respirare e dovevo tentare anche con-

    tro il parere del medico. Ripartimmo, arrivammo l,mi misi a piangere di nuovo, ma rimasi con limpegnoche mi avrebbero telefonato spesso. Iniziai a fareamicizia con i ragazzi dellistituto e dopo qualchegiorno, addio nostalgia! Iniziai ad andare a scuola,giocare a calcio, sciare, far baldoria con tutti quei ra-gazzini che avevano i miei stessi problemi, ma che lisembravano essere svaniti in quellaria tersa e rarefat-

    ta.Cos iniziai a vivere, a dare sfogo a tutte quelle coseche a casa non riuscivo a fare, anzi, per dirla tutta eroun autentico terremoto, quasi rivoluzionario, non riu-scivano a tenermi buono, ero dovunque ed in qualsia-si momento, avevo sempre qualcosa da dire e da ridi-re, mi stavo prendendo tutto quello che potevo. Ini-ziavo a credere che ce lavrei fatta a ritornare a fare

    quello che facevano tutti i miei coetanei. Dopo qual-che mese lo stesso medico, Dott. Baronio, inizi acambiare idea vedendo che oltre allestrema vitalitiniziavo a crescere, ma sopratutto non avevo bisognodi farmaci. I test respiratori poi, andavano di bene inmeglio. Le telefonate da casa si erano ridotte al sabatoe io aspettavo le 19, 00 per parlare con la mia famigliada Napoli. Grazie Sip, cos si chiamava la societ tele-

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    fonica dellepoca. Tutto stava andando per il meglioed io non potevo immaginare che mi sarei divertito

    tanto in quei due anni trascorsi a Misurina, dovecompletai le scuole medie, imparai a sciare e a faretantissime cose. Anche a fare teatro, costruire casesugli alberi, a fare il radiologo. S, il radiologo perchcon Antimo il radiologo del Codivilla Putti ospedale diCortina, eravamo diventati molto amici essendo an-che lui napoletano, e poi grazie, alle arrampicate sullerocce e tantissimi guai. Una volta i miei amici, ed io

    in particolare, aprimmo le chiuse del lago di Misurinae lo svuotammo. Questo per darvi unidea di cosa pucombinare un bambino rinato. Ah, naturalmente cat-turammo anche un centinaio di trote che poverettenon avevano fatto nulla di male, alcune purtroppo fu-rono cucinate, altre fortunatamente furono rimessenel lago e ripresero la loro vita tranquilla.

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    Le prime visioni

    Immerso nella tranquillit e bellezza di questo pae-

    saggio innevato eravamo ormai in gennaio, dopo lostudio andavamo con il furgone in piscina a CortinadAmpezzo dove ci allenavamo a nuotare e tuffarci peri giochi della giovent. Ormai ero dodicenne.Una sera mentre tornavamo nellistituto con il furgonevidi una sagoma non ben definita sullo sfondo inneva-to e nel buio mi si raggel la schiena ed esclamai:Ragazzi fate attenzione, adesso che rientreremo, non

    facciamo chiasso c un nostro compagno molto mala-to, quindi mi raccomando! Nessuno fiat, sicura-mente pensarono: Carmine sta dando i numeri. Maquando arrivammo ci venne incontro suor Carmenche ci raccomand di non far chiasso perch Ezechia,nostro caro amico, aveva la febbre alta, forse pleurite.Io per dissi a suor Carmen di non preoccuparsi per-ch il nostro amico si sarebbe subito ripreso. In effetti

    il nostro amico si riprese poco dopo..

    Lanno dopo; nel mese di maggio, mentre chiudevo gliscuri della camera da letto che dividevo con i mieiamici, vidi di nuovo quell immagine sul lago di Misu-rina e lo stesso brivido mi risal sulla colonna verte-brale ed esclamai: Ragazzi non vi svestite per andarea letto sta per succedere qualcosa e noi dobbiamo es-

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    sere pronti.Anche quella sera, per nostra sfortuna, avevo ragione.

    Dopo meno di unora la terra inizio a tremare elistituto fluttuava a destra e a sinistra come un albe-ro, i ghiaioni venivano gi dalla catena del Cadin e noiaiutammo i pi piccoli portandoli gi nel cortile. Eraun fuggi-fuggi generale, gi per le scale ma noi era-vamo calmi e consapevoli.Fu il terremoto del Friuli del 1976 che devast questaregione e dal quale noi in Veneto fummo solo sfiorati.

    Finii le scuole medie e ritornai a casa a Napoli, pur-troppo per non ero ancora guarito, quindi dopolestate avrei dovuto trovare una sistemazione percontinuare a stare lass. In settembre partimmo sa-pendo che a Pieve di Cadore cera listituto Pio X gesti-to da preti, ma non potemmo fare liscrizione perchtroppo costoso, non era gratuito come quello di Misu-rina, e mio padre essendo operaio, non poteva per-

    mettersi una retta cos alta. Provammo a far chiamareil nostro parroco, ma l non guardavano in faccia nes-suno: la retta era quella, punto e basta. Quindi an-dammo verso Cortina e trovammo un pensionato stu-dentesco privato che per ci mise a disposizione unaborsa di studio e cos iniziai a frequentare il LiceoScientifico Antonelli di Cortina. Riuscii ad aver laborsa di studio per il biennio che includeva anche vit-

    to e alloggio, ma dal terzo anno non fu pi possibileavere lalloggio e quindi fui costretto a trovare una si-stemazione privata che fortunatamente, su segnala-zione di un mio professore, trovai a Cortina al costodellepoca di 3000 lire al giorno senza vitto. Erano cir-ca 90000 lire al mese per lalloggio e poi qualcosa permangiare: s, qualcosa, perch di sera molto spesso labuona signora Lacedelli Maria mi invitava a cenare

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    con lei e di giorno mi arrangiavo alla meglio. La miafamiglia sapeva che ero invitato da amici, a volte capi-

    tava, a volte no. Per non appesantire il bilancio fami-liare mi arrangiavo come potevo. Destate poi appenacompiuti 14 anni cominciai a lavorare al MiramontiMajestic Hotel come Comin ai vini e, con stipendio emance, guadagnavo un bel po. A quei tempi in duemesi riuscivo a tirar su 4 milioni di lire, considerandoche spendevo circa 900mila di camera e 900mila dicibo per 10 mesi potevo dare un surplus a casa; per-

    ch i libri non li compravo, gli amici dell Antonelliamavano bruciarli a scuola finita e io li recuperavoprima di fargli fare il fal, anche in duplice, triplicecopia cos li potevo scambiare o vendere per acquista-re quello che serviva a me ed ai miei fratelli. In questomodo arrivai alla maturit scientifica e poi ritornai aNapoli a 18 anni per iscrivermi alla Facolt di Medi-cina e Chirurgia della Federico II. Nel frattempo

    lasma non dava pi problemi gravi; era rimasta unacompagna di viaggio sotto controllo: aveva desistitoquasi del tutto. Iniziai a fare gli esami del primo annocon una media abbastanza alta(28, 4) e poi destatetornai a Cortina per aiutare la famiglia e per avere ladisponibilit per comprare i testi di medicina che co-stavano moltissimo, anche perch la borsa di studioche prendevo non bastava neanche per le tasse uni-

    versitarie.Dietro langolo per cera un altro stop; arrivato al 3anno, infatti, iniziai ad andare in crisi con lo studio:non riuscivo a concentrarmi ero in conflitto con imiei, ero in disarmonia con il luogo dove abitavo, unrione molto degradato e confusionario, ero pentito dinon essere rimasto in veneto, insomma la vita mi sta-va dicendo che dovevo cambiare registro, stavo ca-

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    dendo in depressione, non riuscivo pi a capire se do-vevo studiare o lavorare. Optai per lo studio ma non

    rendevo pi, avevo la testa altrove. Cos tra molla e ri-prendi mi ritrovai a fare una molteplicit di lavori,prima di arrivare a creare unimpresa nel 1989. Da al-lora ho iniziato a dare tutto me stesso nel lavoro per-ch mi ero prefissato dei nuovi obbiettivi: comprareuna casa, mettere su famiglia e allargare limpresa.Sempre con molto lavoro e tanto impegno dovendopartire da zero avevo aperto il mio primo ufficio per

    la vendita di arredamenti, ma in realt facevo di tutto:fotografo, muratore, traslochi e montaggi, vendevoimpianti Hi-Fi, merce a stock insomma, di tutto e dipi. In pochi anni riuscii a comprare la prima casaormai, avevo circa trentadue anni e stava per nascereSara, la primogenita, poi dopo due anni Luca e dopoaltri due Nadia. Quando nacque Nadia, non stavomolto bene con la cistifellea e quindi andai a farmi

    unecografia dalla quale usc una cicatrizzazione epa-tica ed anche una zona di 7mm molto densa, la dotto-ressa mi chiese se avessi avuto lepatite in passato. Glirisposi che non avevo mai avuto sintomi di questa ma-lattia e che vi fosse stata sarebbe stata silente o era incorso in quel momento. Concordammo che avrei do-vuto fare i markers(esami del sangue specifici) per de-finire meglio la cosa. Era un periodo che vivevo dei

    conflitti con i miei genitori, oggi direi con me stesso,mi portavo dietro ancora il senso di colpa per non es-sermi laureato e davo la colpa a loro per non avermiaiutato(problemi della sfera emozionale).Purtroppo gli esami diedero esito positivo, sembravache avessi unepatite in corso, iniziai a leggere tutto suquesta patologia e inizi un altro mio calvario, questoperch il mio quadro come al solito era un quadro

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    molto raro. Persisteva lanticorpo della segnalazioneche si chiama hbe ab che indica la presenza del virus

    e non vi era lanticorpo di superficie Hb s ab che pro-tegge le cellule epatiche da uneventuale replicazionevirale. Per il virus non era dosabile nel sangue percui non ero infettivo, infatti l Hbs AG. era negativocome pure il suo indice replicativo LHbv dna. Inogni caso avevo, come si dice a Napoli, la guerra in te-sta, avevo letto due trattati: quello del Prof. Piazza chediceva che quella configurazione era considerata co-

    munque una guarigione e poi un testo di patologiache diceva invece che avevo unepatite latente subdolache da un momento allaltro sarebbe potuta sfociarein un epatite fulminante. Ero di nuovo a pezzi indepressione, fortunatamente Nadia, soprattutto, maanche Luca e Sara, mi diedero la forza per reagire eripartire. Nel frattempo lufficio era diventato un ne-gozio e i collaboratori erano passati da due a dodici.

    Avevo preso unaltra struttura in un posto pi centralead Arco Felice Pozzuoli. Era il 2001. Le cose anda-vano bene nel duro lavoro proferito quotidianamente.Iniziarono 7 anni di stravolgimenti perch iniziai acapire cosa voleva dire fare impresa, lavoro, problemida risolvere, scadenze da rispettare e cos via.Ma ero adrenalinico come al solito: programmavo,decidevo, avevo obbiettivi a medio e lungo termine,

    ristrutturavo continuamente lazienda e leggevo librisu come gestire unimpresa, dal marketing alla gestio-ne dei team e tutto quello che poteva farci raggiunge-re gli obbiettivi prefissati.Nel 2007 ho dovuto comprare i negozi dove ero in fit-to: ho dovuto perch il proprietario,per tante vicendea lui avverse era obbligato a vendere; questo acquistonon era in programma ed io non mi sentivo pronto,

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    anche perch avrei avuto debiti con la banca fino a 60anni. Lalternativa sarebbe stato rinunciare e sfruttare

    gli ultimi 4\5 anni di fitto, ma mi lasciai spaventare dauna lettera che diceva che avevano trovato un com-pratore e quindi decisi di sfruttare il diritto di prela-zione, ma vivevo la cosa come privazione della mia li-bert di potermi staccare dall'attivit; quando avreivoluto riposarmi, ma sopratutto godermi la famiglia.In ogni caso feci quelloperazione finanziaria immobi-liare. Iniziai a non dormir la notte, pensavo che non

    avrei potuto farcela: ero teso, nervoso, iniziavo a la-mentarmi e a somatizzare varie cose, non riuscivo pineanche ad allenarmi, sia in palestra che quando an-davo a correre avevo difficolt, iniziavo di nuovo adavere lasma che dava molto fastidio. Poi dallasmasono passato alla bronchite e poi ancora alla polmoni-te che nel 2008 mi ha portato in ospedale per un rico-vero durgenza. Mentre ero sul lettino ad aspettare il

    medico mi accorsi che il mio orologio si era fermato,lessi questa cosa in maniera molto negativa, per me iltempo era finito.Arriv una dottoressa che mi diagnostic una polmo-nite acuta con un atelettasia polmonare de-stra(latelettasia uno schiacciamento di una partedel polmone). Nonostante tutto decisi di partire per levacanze insieme alla mia famiglia e di andare in mon-

    tagna cos da beneficiare dellossigenazione forzata.Andammo a Madonna di Campiglio e non mi rispar-miai nulla: piscina, sauna, scalate, walking etc.Nonostante gli antibiotici ero in gran forma quandodi giorno ero in contatto con la natura e le bellezze diquei posti.La notte qualche pensiero mi riportava ai problemiche avevo lasciato a casa e quello mi riportava indie-

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    tro, ma comunque da l a poco sarei stato in giro perle montagne e quindi superavo anche il pensiero mal-

    sano. Poi di ritorno di nuovo a lavoro e sotto finoallanno dopo. Nel luglio 2009 a causa dellaccensionedei climatizzatori nel mio ufficio fui ricoveratodurgenza perch mi girava la testa e non riuscivo astare in piedi, anche questa volta lo stesso presagio:mi era caduto lorologio dal polso e si era rotto. Mi fe-cero una lastra e il quadro del polmone destro risultmolto peggiorato, chiesi al radiologo se quello che ve-

    devo sul monitor erano i miei polmoni, lui disse di si,allora io dissi: sono molto rovinato, quella macchiapotrebbe essere qualcosa di molto serio. Il medicoannu, e aggiunsi: potrebbe essere anche un tumore.Lui mi inform che cera bisogno di fare una tac alcontrasto e una biopsia per verificare. Allora andai asedermi, sentivo che le gambe mi stavano lasciando.Ero terrorizzato, stavo mettendo a fuoco la caducit

    della vita, o meglio della mia vita. Dopo qualche gior-no feci la prima tac, poi ne feci una seconda, poi labroncoscopia, e poi le attese interminabili per le ri-sposte. Mi chiamarono a casa dicendo che la biopsiaera negativa ma che avevano trovato un fungo delquale loro non si preoccupavano,anche se non si spie-gavano come lavessi, visto che era un aspergillo fu-migatus, che non un bel ospite, di solito attacca le

    persone immunodepresse o terminali, invece io tuttosommato, nonostante la polmonite che non mi lascia-va, facevo spinning per un ora di fila senza neppureandare in affanno. Mi riconfermarono una terapiacon doppio antibiotico: una serie di aerosol con mu-colitici e mi dissero di passare a controllo dopo unmese. Di nuovo mi assal il pensiero, confermato dauna ricerca su internet, che avrei avuto poco da vive-

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    re, la notte non dormivo ero teso, piangevo spesso epregavo, chiedendo per perch queste cose toccasse-

    ro sempre a me. La sera dopo vidi un mio conoscenteche tornava dallospedale perch molto malato e noncera pi nulla da fare. Come dirmi poi che non tocca-vano solo a me le sventure, ma questo non mi facevastare meglio anzi mi chiedevo perch dobbiamo sof-frire in questo modo. Qualche giorno dopo, di notte,mentre dormivo, sentii aprire la porta di casa, deipassi nel corridoio che portano alla camera da letto e

    questa persona avvicinarsi al letto e scuotermi dicen-domi hai visto successo, hai visto successo!. Misvegliai di soprassalto, svegliai Betti(mia moglie)e ledissi: Lo sai il Signor *****!. morto?, lei mi disse:Carmine tranquillizzati stato solo un brutto sogno-e mi and a prendere un po dacqua. Mi riaddormen-tai e la mattina successiva andai a lavorare. Quandotornai Betti mi aspettava sulluscio mi disse- lo sai,

    quel tuo sogno, dissi-quale?- Quello di stanotte!-Allora? Temo sia andata proprio cos, il Sig. morto ed era proprio lorario che tu sei saltato nelsonno.Rimasi raggelato, ma con un senso di compassionenel cuore, come se quellanima ancora una volta miavesse voluto dire che tutto continua, ma io non affer-ravo ancora il senso profondo di quello che vivevo in

    quel momento.Ritornando alla mia situazione, dato che continuavo apensare che laspergillo mi avrebbe portato al di l,decisi di programmare un viaggio con Luca, alloradodicenne, in Asia e dopo qualche mese partimmo,viaggio di lavoro, ma anche di piacere e fu un espe-rienza bellissima: il coinvolgimento che creai con lui.Visitammo Kuala Lumpur, Singapore, Pechino,

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    Guangzhou etc. Fu un viaggio bellissimo: 23 giorni in-tensi e pieni. Al ritorno capit un altro piccolo mira-

    colo: eravamo andati in taxi allaeroporto alle 4:30 delmattino e, non so come, mi era scivolata la borsa conil passaporto ed i biglietti a terra nel taxi, naturalmen-te me ne sono avveduto dopo qualche secondo che iltaxi era ripartito. Fermammo un altro taxi per far in-seguire laltro ma quello era scomparso, arrivato adun trivio fuori laeroporto decisi di tornare a recupe-rare Luca che era rimasto nellaeroporto con le vali-

    gie. Appena il taxi prese la strada del ritorno vidi unamacchina ferma nella nebbia e mi stavo tirando i ca-pelli per la disperazione chiedendo a Dio di non farmiquello; in quel momento ebbi la sensazione che quellamacchina poteva essere il nostro taxi rosso. Scesi dal-la macchina iniziai a correre sotto il ponte per vederese era lui, mentre correvo dicevo: ma come fai a pen-sare che possa essere lui!e chiedevo a Dio fa che sia

    lui. Cos fu.Arrivai in aeroporto incredulo, ma contento che pote-vamo tornare a casa. Per tutto il viaggio il pensierorimase bloccato in quegli attimi concitati. Tornati acasa dopo qualche mese decisi di andarmi a fare ilcontrollo in un altro ospedale, non lavessi mai fatto.Il primario vedendo le tac precedenti disse che non sispiegava come io facessi a rimanere in piedi, addirit-

    tura non si spiegava come avessi potuto salire le scalevisto lascensore guasto. Gli dissi che non avevo pro-blemi n a correre n a fare spinning o qualsiasi altrosport, solo che di tanto in tanto, essendo asmatico,avevo qualche problema.Ma il controllo lo stavo facendo perch era stato tro-vato laspergillo. Lui chiam a raccolta i suoi collabo-ratori e ordin di farmi subito una tac e una nuova

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    broncoscopia. Dalla tac si evinceva un allargamentodella zona atelettasica, in pratica la zona disomoge-

    nea, la massa era aumentata.Mi sentivo svenire chiesi al medico di sdraiarmi sulsuo lettino e alzai le gambe per riprendermi. Ero dinuovo a pezzi, il medico disse: non si preoccupi ri-solveremo tutto, domani venga in day hospital e fa-remo gli esami di routine: emocromo etc Prima dipassare alla nuova bronco scopia. Il giorno dopo ar-rivai in ospedale alle 7 del mattino, entrai

    nellambulatorio e vidi sulla lavagna il mio nome congli esami che avrei dovuto fare scritti in bella eviden-za. Markers Tumorali, catene k, catene lambda, pro-teina c reattiva etc. Esclamai: Alla faccia della routi-ne!!!. Poi allindomani toccava alla broncoscopia. Fuichiamato dal medico che si occupa delle broncoscopiea prepararmi per fare lesame, entrai nellambulatorioe vidi che cerano tanti ragazzi che facevano il prati-

    cantato di medicina chiacchieravano fra di loro spen-sieratamente senza porsi il minimo problema di quel-lo che passa nella testa di un paziente(del quale oggicapisco letimologia della parola nel suo senso piprofondo). Ed ecco arrivare linfermiere che estraedallautoclave(sterilizzatore) la sonda che avrebbe do-vuto ispezionarmi, nellestrarla dalla bustina si rompeil guanto la tocca con le mani, come se non bastasse,

    fa un bello starnuto e poggia la sonda sul tavolo afianco al lettino.A quel punto una voce dentro di me dice vattene, nonfarla, ti cagioneranno unaltra infezione nel mentre midibattevo tra me e i miei pensieri, mi ritrovai reclinatocon la sonda in gola, fu uno strazio dal primoallultimo secondo, quei ragazzi non avevano n me-todo n modo e per giunta erano anche arroganti e

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    senza alcuna compassione, come si dice a Napoli mifecero uscire gli occhi dalle orbite, mi sentivo strac-

    ciare, continuavo a tossire con quella sonda infilata inbocca che arrivava fin dentro ai miei poveri bronchi,non ce la facevo pi.Finalmente dopo circa 10 minuti finirono di pescarepezzetti di soffritto e mi dissero che il problemacomunque cera, ma se non fosse uscito laspergillo miavrebbero operato per eliminare la parte atelettasicache secondo quello che avevano visto era quasi necro-

    tizzata, non circolava pi ossigeno e bisognava ri-muoverla, prima che fosse stato troppo tardi.Torno a casa e il giorno dopo inizio ad avere brividi difreddo che preannunciano febbre che nel pomeriggiosale fino a 38, o dei forti dolori al petto nella zona do-ve hanno fatto le biopsie, capisco che come avevo te-muto avevo preso una bella infezione, infatti il miomedico mi fece fare delle analisi per constatare questo

    e tutto fu confermato, avevo una bella infezione in at-to. Mi prescrisse delle penicilline e disse che le avreidovute sospendere solo dopo due giorni dalla assenzadelle febbre, in poche parole dovetti fare pi di ventipunture, la febbre dur 8 giorni. Dopo 15 giornidattesa per i referti della broncoscopia, prima mi dis-sero che lesame istologico era negativo, poi quandochiesi perch volevano farmi fare la pet e la

    spett(esami radiodiagnostici) visto che gli esami eranonegativi, venne fuori per mia insistenza un fogliettodove lesame invece era positivo, lesito era un Lac po-sitivo con limmunofluorescenza. Dati i miei studi inmedicina ero terrorizzato da quello che mi aspettavavedevo allorizzonte la fine di tutto ci che avevo so-gnato, gli obbiettivi la famiglia e chi pi ne a pi nemetta, in poche parole avevo una tremenda paura di

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    morire, proprio non avrei voluto. Decisi allora al ri-torno dal day hospital di passare per la chiesa dove

    facevo il chierichetto e cercai il nuovo parroco peravere una parola di conforto, riusc ad avere molto dipi, una benedizione speciale e una previsione, il par-roco mi disse che laccettazione mi avrebbe portatosul mio percorso di santit, io esclamai: bhe! non esa-geriamo, io non credo di essere portato. In ogni casouscii dalla chiesa pi sereno e pronto ad affrontare ilgiorno dopo gli altri esami clinici che il medico vole-

    va. Pertanto dovetti fare il protocollo suggerito dalprimario, prima la spett, poi la pet.Quando andai a consulto, il primario disse: fortuna-tamente non ci sono altre zone di accumulo, alche, ioaggiunsi: allora non ci sono metastasi? Non usiamoquesti vocaboli, disse il primario parliamo di ac-cumuli, non il linfoma che mi preoccupa malaccumulo retro-sternale, quindi domani dovremo fa-

    re una ago guidato in quella zona.Venga alle 8, aggiunse.Vincendo la paura ed i pensieri che mi arrivavano intesta decisi di andare a fare questo ago aspirato,portaicon me il libro del Sun tzu per distrarmi e non pensa-re. Dopo due ore dattesa arriva il collaboratore delprimario al quale avevo chiesto se lavrei potuto farein day hospital o dovevo essere ricoverato, questi si

    arrabbio come un pazzo dicendomi che ero un imbe-cille a pensare di uscire perch con quellesame miavrebbe potuto creare unemorragia o peggio visto ilpunto mi avrebbe potuto bucare laorta. A quel puntoli salutai e rinunciai a quellesame e andai in un altropresidio ospedaliero.L mi dissero che avrei dovuto rifare tutti gli esamima sicuramente una nuova broncoscopia, la terza.

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    Ero ancora in bilico sospeso tra vita e morte, tutto migirava in testa come un disco, le parole del precedente

    primario, laspergillo, il linfoma, lintervento al pol-mone e poi come avrei vissuto quello che mi rimane-va, una vita tra disperazione e speranza con la menteannebbiata, che non ti fa gustare la vita e non ti fapercepire il tuo futuro. Via di nuovo in questi nuoviesami e speriamo ancora anche se questo primario sitrova daccordo con laltro che in ogni caso il lobomedio va rimosso perch ormai non pi irrorato,

    non circola ossigeno, per cui accumula infezioni con-tinue. La mattina mi reco per il day Hospital e fortu-natamente dato che in quella struttura lavora un mioamico, mi preparano tutto loro cartella clinica e le so-lite operazione di routine togliendomi un altro pen-siero dalla testa, lambiente qui molto diverso dalprecedente presidio, molto pi luminoso, il caposala un giocherellone che sdrammatizza tutto con il suo

    modo di fare scherzoso bizzarro, poi arriva una dot-toressa che avr avuto massimo 30 anni con una fac-cia dangelo, sorridente e fiduciosa e mi chiede se eropronto a questo nuovo esame, dico di s senza esita-zione dicendole dopo quello che avevo passato al pre-cedente ospedale, non potevo certo impaurirmi inquellambiente tranquillo e rilassato con tutti queisorrisi e parole gentili.

    Mi chiese se il caposala mi avesse fatto fare i gargari-smi anestetici, risposi di si e aggiunsi i particolari dicome me li aveva fatti fare. Mi dirigeva scherzosa-mente come un direttore dorchestra tra una battuta eunaltra, dove mi suggeriva di non ridere perch al-trimenti avrei ingoiato il farmaco.Bene esclam la dottoressa, allora possiamo iniziare.Prima di infilarmi la sonda dentro mi spiego come

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    avrei dovuto fare per ingoiarla senza avere la tosse eche lei mi avrebbe guidato con la voce, quando avrei

    dovuto inspirare per far passare la sonda dalla tra-chea. Feci un cenno che ero pronto partimmo perquestaltro esame, non ci fu nessun problema, la dot-toressa aveva una mano angelica entro dentro i mieibronchi come una piuma io non sentii nulla, tranneuna mano la dx accarezzarmi il collo e cos la sondapasso dentro senza problemi. Mi sono chiesto sempredi chi fosse quella mano, visto che la dottoressa con le

    sue teneva il broncoscopio: era una mano molto genti-le ed amorevole. Vidi tutto lesame in diretta sul moni-tor i prelievi, la pulizia e la spazzolatura diunescrescenza bianca che era l in quellalveolo. Fi-nimmo lesame, non potei che complimentarmi conloro. Gli dissi che erano stati stupendi e loro furonofelici che ogni tanto capitasse un paziente che gli fa-cesse i complimenti.

    Insomma ci ringraziammo a vicenda.Dopo una decina di giorni iniziavano ad arrivare i ri-sultati degli esami citologici, batterici, e di coltura,tutti negativi, ma questo non basta a scongiurare ilpeggio, anzi proprio perch negativi si pensa che bi-sogna aprire per fare un intervento terapeutico dia-gnostico. Si parla con tre chirurghi e altrettantipneumologi e tutti concordano che inevitabilmente

    lunica strada. Ormai luglio e io decido prima difarmi aprire di interpellare altri due chirurghi unoprivato che concorda ma non mi convince perchopera in una clinica privata, e quindi vado in un altroospedale da un chirurgo del quale mi avevano parlatomolto bene il prof. Monaco della chirurgia toracicadel Cardarelli.Il professore ci riceve cordialmente e si mette a stu-

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    un attimo e uno si rivolse verso di me belando, alloraio per scherzare con i miei figli mi mise a fare il diret-

    tore dorchestra, il capretto quando alzavo le mani be-lava in crescendo, quando le abbassavosinterrompeva.Ma poi ad un tratto vennero tutti verso di me, si face-vano dirigere come unorchestra, i miei familiari si di-vertirono un mondo e devo dire anchio, mi sentivo unpo come san Francesco. Pensammo spesso a quellacosa, ancora adesso e rimasto vivo il bel ricordo. Ri-

    tornato da Mykonos ero un dolore continuo e aspetta-vo ormai lintervento sempre pi vicino.Un amico, per, vedendomi sofferente mi chiese secredevo che ci fossero delle persone in grado di guari-re con le mani, io gli dissi che non avendo nulla daperdere avrei provato volentieri, sopratutto se essendoun suo amico, avevamo la sicurezza che non fosse sta-to un impostore spilla soldi.

    Poi gli chiesi che tecnica usava e lui mi disse si chia-mava ReiKi, lessi qualcosa su internet ma non volliapprofondire per non farmi condizionare. Gino cos sichiama il mio, oggi amico guaritore, mi accolse a casasua e mi chiese di parlargli un po della mia vita, michiese come se gi ne avesse percezione cosa mi eracapitato di strano da piccolo e io gli descrissi quellecose che vi ho raccontato prima, poi aggiunsi che ogni

    tanto avvertivo delle sensazioni strane che precludonoa dei terremoti e poi qualche esperienza che chiame-remo medianica per capirci, incontri con anime di de-funti. Cos lui esclamo che ero molto aperto e che daimiei occhi usciva la mia personalit vera senza ipocri-sie e senza veli. Quindi mi spiego cosa fosse il ReiKi epoi mi disse di pensarci se volevo avventurarmi inquesta cosa perch si sarebbe aperto un confronto con

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    me stesso che non sarebbe stato facile da gestire, do-vevo essere pronto e consapevole; se non capivo tutti i

    passaggi non avevo nulla da perdere e quindi dissi ini-ziamo subito, ma lui disse no!! ci devi pensare alme-no un giorno. Come al mio solito insistetti e riusciiad avere un assaggino. Circa 15 minuti dedicati solo ame da me stesso, lui disse; un po di sano egoismo inquesto momento pensa solo a te, cancella tutti i pro-blemi, cancella ogni pensiero, entra nel profondo deltuo spirito e vedrai che troverai la serenit per affron-

    tare tutto.Quei 15 minuti bastarono a Gino per dire a Peppe,lamico che mi aveva portato da lui che in sei seduteavrei completato il percorso e che seppure lui non damai speranze alle persone per non creare illusioni dis-se se Carmine guarirsar per merito suo non mio, iosbloccher le sue energie riallineandole cosi lui potrcompiere la sua guarigione se creder in se stesso. Il

    luned successivo iniziai le mie sedute e alla terza ave-vo gi una tranquillit interiore elevatissima, la nottequando mi svegliavo non riuscivo pi a pensare alleparole del primario che mi parl di Linfoma etc. Nonriuscivo pi a completare quel pensiero negativo.Mancavano tre sedute e gi stavo molto meglio soloun dolore persisteva quello al collo che era duro acrollare, ma croll con l'aiuto di un altro amico di Gi-

    no, oggi anche mio di nome Riccardo un ragazzo di22 anni di una solarit raggiante che concentrandosi adue metri di distanza da me chiedendomi di concen-trarmi sul vuoto senza pensare a nulla mi fece ragge-lare il corpo per quasi cinque minuti, fino a quandosentii staccare come una pallina quel dolore dal collo,sentii come uno stracciare di tessuto e poi esclam:quella forma pensiero non ti dar pi fastidio e cosi

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    fu.Lospedale mi aveva spostato il ricovero di una setti-

    mana dal 15 al 22 settembre 2010, sembrava unacoincidenza, cos ebbi lopportunit di fare qualchealtra terapia energetica, cos arrivai al ricovero calmoe tranquillo.Il 23 feci gli esami al sangue, poi la spirometria elelettrocardiogramma, a proposito durante la spiro-metria mi capit unaltra cosa particolare: mentre te-nevo il boccaglio in bocca e respiravo profondamente

    il respiro mi port in uno stato di trans e visualizzaiun cervello con delle metastasi dentro che io concen-trandomi sempre di pi feci scoppiare; a quel puntosentii linfermiera che era molto arrabbiata con meperch avevo fatto una spirometria pessima, dissecerca di fare del tuo meglio con un esame cos nonpuoi essere neppure operato, ma cosa ti successo?In quel momento Claudia, cos si chiamava

    quellinfermiera, fu chiamata fuori da un collega perrisolvere un problema ad un paziente ed io approfittaiper alzarmi e andare sulla finestra a prender un podaria e riflettere su quella cosa successa, sapevo chequella cosa era stata causata dalla notizia che il gior-no prima avevo avuto dal cognato di un mio amicoche si era ammalato di tumore al cervello ed era li inquellospedale da qualche parte. Al ritorno Claudia mi

    chiese molto gentilmente allora sei pronto? Mi rac-comando non farmi arrabbiare, riproviamo. Final-mente! esclamo Questa una spirometria seria,adesso va bene!Io non so che ti preso prima!. Tor-nai a casa e il giorno dopo andai a fare la nuova tac acontrasto. Mi alzai dalla tac multistrato, vidi il medicovenire vicino e chiedermi mi dici che terapia hai fat-to? io dissi in che senso? lui replico nello scorrere

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    delle immagini non ho visto nulla di importante ri-spetto alle precedenti, ho limpressione che non ci sia

    pi niente. Se mi aspetti due ore ti do la diagnosi daportare al chirurgo, ma credo se come ho visto nonti apriranno pi. Cos fu.Ero miracolosamente guarito. La notte prima dellatac, mi svegliai e vidi il mio nuovo orologio che si erafermato alle 4:22 altro tetro presagio, ma questa voltaero pi tranquillo, sapevo che qualunque fosse stato ilmio prosieguo su questa terra lavrei accettato con

    tranquillit senza oppormi come avevo fatto fino adallora. Richiusi gli occhi per riaddormentarmi, manon feci in tempo perch visualizzai limmagine diGes, con una veste arancio risplendente scendeva sudi me, mi sentii rassicurato e provai un senso di paceprofondo, anche se dur poco perch svegliai Bettiper dirle laccaduto e come al solito, mi presi il miosei troppo preso dal tuo reiki, inizi a farti prendere

    per pazzo, calmati! Ritorna sulla terra. A dire il vero cirimasi un po male, ma poi ho elaborato le preoccupa-zioni di Betty quali erano, cosa avrebbe pensato lagente di quel mio raccontare: diciamo che Betti era, omeglio doveva essere il mio freno.Ma come aveva predetto il ginecologo che mi fece na-scere, non potevano nulla contro quella lingua coslunga.

    Da allora pratico il ReiKi: lho studiato, lho percepi-to, do agli altri quello che posso su ci che ho appresoe sono in continua crescita spirituale, alla scoperta dichi sono giorno dopo giorno. Di questo ringrazio tuttiquelli che hanno collaborato a portarmi dove sono,anche i medici che mi hanno spaventato, tutti quelliche mi apparivano come miei nemici; ringrazio le miemalattie perch tutto questo mi sta guidando verso il

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    volezza del nostro essere divino? E tu ci credi che seiun essere divino? Inizia a cogliere le comunicazioni

    del tuo spirito e vedi che la tua vita inizier a cambia-re. Se veramente vogliamo ritrovare la nostra felicitla nostra sincronizzazione con il tutto come dicevanogli illuminati chiedete e vi sar dato.

    Dopo la mia guarigione ho rinnovato la mia vita po-nendomi come obbiettivo il fatto di vivere il pi pos-sibile in armonia con me stesso e riscoprendo appieno

    la natura. Vi posso garantire che la mia vita diventa-ta una continua sperimentazione di cose che capitanoa me uniche e personalizzate tutte emozionanti nellaloro individualit, tutte cose dedicate alla mia crescitaspirituale. Ormai passato un anno dalla prima voltache ho sentito parlare di energia reiki-yoga e vorreifarvi una panoramica di tutte le cose strane che misono capitate e che, allinizio qualcuno definiva coin-

    cidenze e che oggi ci vuole un libro per elencarle tutte.Partiamo proprio dal reiki,cosa ho provato la primavolta, cosa percepivo cosa vedevo? stata un esperienza fantastica. Come vi dicevo laprima volta Gino mi diede un assaggio e mi disse: ri-lassati e per una volta tanto sii veramente egoista finoin fondo, non pensare a nessuno, pensa solo a te stes-so a ci che vorresti fare della tua vita e se ti arriva un

    pensiero che non ti piace del quale ti vuoi liberare,buttalo fuori da quella porta che idealmente aprirainel tuo occhio sinistro e richiudigli questa porta allespalle. Certo per me era tutto nuovo e un po strano,ma io volevo e dovevo provare e quindi feci alla letteraci che dovevo.Dopo un po il mio amico mi poggi le mani sullespalle e forse anche in testa,non ricordo bene e iniziai

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    a vedere dei colori molto forti che fluttuavano neimiei occhi chiusi.

    Che bello pensai, sta succedendo qualcosa dentro dime.Poi le mani passarono sul mio petto e iniziai a perce-pire un forte calore, poi un formicolio in risalita comese qualcosa si stesse spostando dal punto malato versolalto.Gino disse che,come assaggio, poteva bastare e michiese di elencargli le sensazioni. Seppure con qual-

    che affermazione mentale cercai di spiegargli cosaavevo provato. E cos poi andammo avanti nella set-timana successiva come sopra descritto. Naturalmen-te ogni volta che ci vedevamo, Gino mi chiedeva diraccontargli quello che mi capitava giorno dopo gior-no e devo dire che capitavano tante cose strane. A par-te i sogni, mi era ricapitato di vedere Ges da sveglioo meglio ad occhi chiusi, ma sveglio, gli addetti ai la-

    vori sanno che sto parlando del terzo occhio, locchiodella veggenza quello che gli orientali hanno collocatoin mezzo alla fronte il sesto chakra. Ges questa voltasi era accovacciato a fianco al mio letto vestito nor-malmente con una camicia di canapa intrecciata condue lane diverse e aveva i capelli raccolti dietro a codadi cavallo, mi prese la mano e poi io aprii gli occhi emi sentii una pace interiore infinita. Dopo qualche

    giorno il terzo occhio continua a mandarmi immagi-ni: vidi un aereo da combattimento andare in stallo eprecipitare e mentre precipitava si trasformava in unaereo di linea dalla forma pi bombata, aprii gli occhie,parlando tra me e me, pensavo che non poteva esse-re che fosse successo un disastro aereo, ero convintoche non fosse cos. Allora scesi gi al piano inferioredella mia casa, per fare i miei esercizi tibetani che

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    avevo appena imparato da un libro, e appena finiti misentii pronto ad accendere il televisore perch sicuro

    di non scorgervi nessuna deleteria notizia.Stranamente per la prima notizia cre un collega-mento con ci che avevo visto era che i nostri cinquecommilitoni uccisi in Afganistan stavano sorvolandolItalia ed erano attesi da li a poco a Ciampino: unabella coincidenza non credete?, quella mattina non fi-n l. Era lora di accompagnare i ragazzi a scuola,pioveva, cos decisi di fare un salto a trovare una mia

    amica che era stata operata di tumore al rene, perportarle mie notizie sulla mia guarigione e per farleconoscere come ero arrivato a quella. Fu una bellaesperienza perch anche il marito che lavora in salaparto come infermiere inizi a raccontarmi di sueesperienze particolari vissute con alcuni pazienti inquel reparto molto belle e non solo toccanti ma ancheinspiegabili con la nostra mente tradizionale. Pren-

    demmo insieme un bel caff e li salutai per andare alavoro, ma, mentre percorrevo la strada per andare almio negozio, vidi un edificio enorme in mezzo al golfodi Pozzuoli, dissi tra me e me ma cosa hanno combi-nato l in mezzo stanotte?, io vedevo un edificio di uncentinaio di piani, facendo qualche centinaio di metri,mettendo a fuoco meglio scorsi che le finestre aveva-mo la forma degli obl delle navi da crociera, allora

    sempre tra me e me inizia a dire vedi Carmine solouna nave. Tu vedi cose strane dappertutto.va benerisposi a me stesso ma voglio andare a vedere da vici-no questa nave perch non ho mai visto una nave cosgrande, tanto che non riuscivo neppure a capire comefosse entrata nel golfo dato che lo copriva tutto. Il gol-fo di Pozzuoli delimitato ad est dalla penisola di Ni-sida ed a ovest dal monte Miseno. Grande s ma quella

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    nave era gigantesca. Quindi cambiai strada per andar-la a vedere, rimandando il mio arrivo al lavoro, ma

    quella mattina luniverso era solo a mia disposizione.Feci circa un km sulla strada che porta verso il lagodAverno, da dove c una vista mozzafiato del golfo,ma mentre guidavo, vidi un uomo a terra sulla corsiaopposta alla mia. Mi resi subito conto che era in peri-colo di vita, fermai lauto e attraversai dallaltro latomentre gi si era fermato unaltra persona che avevachiamato lambulanza con il suo telefonino, allora, ar-

    rivai io, alzando le gambe alluomo riverso a terra, poipregai laltro di mantenergli le gambe in alto, di mododa potergli tentare una rianimazione; gli misi un ma-glione sotto la nuca per aprirgli la trachea e iniziai afargli il massaggio cardiaco. Aveva gli occhi sopra leorbite allindietro e schiumava dalla bocca. Sembravanon reagire, provai fargli il secondo massaggio, masulla terza spinta il mio braccio destro mi sembr

    staccarsi dal gomito: una strana sensazione che mi fe-ce desistere dal continuare, intanto laltra persona dis-se io sono in ritardo, lambulanza sta arrivan-do,(intanto si era fermata una pattuglia di vigili urba-ni che avevano dato una mano a non far bloccare iltraffico dai curiosi) mi restitu le gambe dello sventu-rato che in quel preciso momento di passaggio apr gliocchi. che bello. Pensai si sta riprendendo gli dis-

    si, se mi sentiva di non sforzarsi e di rimanere calmoche stava arrivando lambulanza. Dopo qualche minu-to lambulanza era l, dopo le prime operazioni di con-trollo lo mettemmo sulla lettiga e lo caricarononellambulanza. Mentre facevano questo non senza ilmio aiuto, luomo che era sul lettino, alz la mano perringraziarmi ed io dissi che doveva solo stare calmo epensare a se stesso, lo salutai e andai a riprendere la

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    mia auto per andare a lavoro. Si a lavoro. Perch pas-sando dal lago non vidi nessuna nave. Quella mattina

    ero stato portato l da una forza misteriosa. Da quelgiorno ci fu unesplosione di eventi concatenati chechiamarli coincidenze sarebbe non solo riduttivo masarebbe cecit totale.Raccontarveli tutti non servirebbe a nulla, perch so-no cose capitate a me, concatenazioni di sogni con larealt da svegli, come se tutto continuasse dal sognoalla realt.

    Iniziavo a pormi linterrogativo di quale fosse la di-mensione della nostra vita reale, anche se quella era larisposta, era lesperire il continuum tra sonno e veglia.Allora iniziavo a capire che quando stacchiamo lamente accadono le cose che vogliamo, che pi deside-riamo con il nostro cuore, basta lasciarsi fluire senzaforzare, senza cercare di dare delle spiegazione e ilnostro mondo si dispiega davanti a noi con tutta la

    sua gioia di vivere. Ci sentiamo utili agli altri, ma inrealt son gli altri che ci fanno sentire utili, ognunoconcorre come pu per farti avere ci che desideri.Stiamo percependo che nulla avviene per caso in quel-la dimensione, o se preferite, in quella vibrazione.Questo mondo ci fa accedere al nostro s pi profon-do a quello che siamo nello spirito, esseri speciali chedevono ritrovare la felicit di vivere, persa in un mon-

    do, dove il correre dietro a questo e a quello non por-ter mai a nulla, se non allinfelicit e alle ossessioniche tormenteranno la nostra anima e la nostra mentealla quale hanno inculcato le paure che hanno fattodimenticare cos lamore incondizionato.

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    Vita e morte

    Prima di arrivare da Gino, il mio maestro Reiki(anche

    se lui non vuole essere identificato con il nome mae-stro), avevo una paura spaventosa della morte, lui mirassicur rivelandomi che la morte non esiste, da l hoiniziato a rielaborare il mio pensiero riguardo a que-sto concetto. Cos la vita? esisterebbe la parola vita senon vi fosse la parola morte? Certo lavremo potutachiamare in un altro modo ma non sarebbe cambiatala sostanza. Eppure, tranne che in alcune culture

    orientali la parola morte atterrisce, la evitiamo in tuttii modi, questa fa comunque parte di noi e del nostropercorso di crescita. Nasciamo sapendo di morire:purtroppo non sappiamo che moriamo per rinascere.La morte ci incute timore perch non sappiamo cosasia, ma sopratutto perch ci stato insegnato a temer-la, dato rappresenterebbe la fine di tutto: lignoto aspaventarci. Che vantaggio avrebbero avuto quelli che

    conoscono la verit se noi conoscessimo che il nostrospirito, la nostra anima il nostro s superiore, come losi voglia chiamare, immortale? Non potrebbero picontrollare nessuno, non potrebbero pi accumularericchezze a discapito di qualcuno che non si conosce eignora la sua stessa provenienza, allora come recitaonestamente il Tao te ching i popoli vanno tenutinellignoranza e occupati nei lavori pi duri,cos non

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    avranno tempo da dedicare a loro stessi per capire chisono e perch sono qui. Il principe cinese sapeva che

    doveva dare ai poveri senza farli divenire ricchi e to-gliere ai ricchi per farli divenire poveri, cos tutti sa-rebbero stati impegnati a risolvere i loro secolari pro-blemi senza ricongiungersi pericolosamentealluniverso che, come dicono Ges, Buddha, Krishnae gli altri illuminati, custodisce la verit universale.La verit universale Dio, ma questa Entit non ilDio teologico creato ad arte per spaventare le persone,

    il Dio punitore di chi pecca secondo i dogmi dellechiese o dei potenti; il Dio di cui parlo il tutto.UNI- VERSO = VERSO LUNO = DIO = COSMO =TUTTOSe il tutto Dio,anche noi lo siamo, ma quando di-ciamo tutto tutto(anche il cubetto di porfido). Vispiegher pi avanti cosa centra il cubetto. Pi avantiparler per semplificare di atomi, ma a chi andato

    oltre posso dire che nessuno ha visto mai un atomo.Latomo un ipotesi che nata per spiegare molti fe-nomeni della materia, ma resta pur sempre unipotesi.Lessenza dellatomo e di tutte le cose lenergia.

    Anche Lao Tzu nel 300 a. C. Aveva iniziato a sviscera-re quello che i cinesi chiamano il wu wei, il non agire,lasciarsi trasportare dalluniverso, dai moti cosmici

    dei quali noi siamo parte. Cos il non agire non unapassivit, ma un fondersi con lessere tutto nellunite non contrapporsi al gran potenziale magicodelluniverso. Il wu wei la via, ma cos la via? quelprocesso di cambiamento e di crescita di se stessi, ilmondo non concepito in senso statico ma dinamico.Questa levoluzione nel pensiero di Chuang tzu vis-suto dopo Lao tzu tra il VI E III secolo aC.

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    Ching(il mutamento), la trasformazione che si attivanel ricongiungimento con luniverso. Il ricongiungi-

    mento con il mistero, con lincanto, con la meraviglia.Cosa pu dare un ragionamento di fronte a tantagrandezza, solo delle soggettivit che per lo pi sonocondizionamenti acquisiti, come la morte che vienevinta nel ciclo continuo delluniverso, la morte comemorte del nostro Ego(IO egoistico - materiale), liodalle mille maschere, che cerca di camuffarsi comepu rifuggendo se stesso, allora io dico ben venga la

    morte: per morire al passato, per morire al futuro, maper rinascere nel presente, qui ed ora. Se vediamo lanostra vita come una battaglia con gli eterni problemiche non finiscono mai, che senso ha preoccuparsi del-la morte se non abbiamo ancora imparato a vivere?Nel momento che capiremo cos vivere allora lamorte non ci spaventer pi.Una volta vinta la paura della morte siamo sulla stra-

    da del risveglio, iniziamo a liberarci dalle catene delnostro ego, iniziamo a capire che ogni attimo serveper morire al passato, per non accettare pi schemiimposti e preconfezionati che servono a tenerci occu-pati, per non farci evolvere.In questo momento ci viene incontro luniverso e ci fapercepire che avvengono le cose che noi vogliamo cheavvengano, noi iniziamo a capire di essere parte di

    quel cosmo, di non poter uscire da quello spazio chepercepiamo come infinito, noi siamo l, come i piane-ti, le stelle, gli oceani, il pulviscolo, siamo insieme altutto, facciamo parte del tutto e non potremo maiuscire dal tutto.NULLA SI CREA, NULLA SI DISTRUGGE, TUTTOSI TRASFORMA.Partendo da questo principio fondamentale della fisi-

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    ca possiamo affermare che tutta la materia prigio-niera di questo principio. Esempio lacqua: la bevia-

    mo, la espelliamo, ri-evapora e ritorna sotto forma dipioggia, condensa o ghiaccio che poi si scioglier. un continuo divenire ma non pu scomparire. Questovale per tutta la materia, pertanto anche per noi. Unaltro esempio che mi piace portare e quello della vitadi un cubetto di porfido, di una mattonella o di qual-siasi altro prodotto che noi vediamo o usiamo quoti-dianamente. Partendo dal porfido, questo funziona

    anche da strada dove milioni di macchine, uomini emezzi, gli passano sopra quotidianamente provocan-done usura etc., ma che fine fa la parte che si usura, lamateria fatta da molecole, atomi, e noi sappiamoche questi si trasformano per cause esterne, cambianoconfigurazione, reagiscono con altri atomi, si fondonofra loro, insomma sono in continuo divenire. Ma avetemai pensato a quanto pulviscolo respiriamo, quanti

    atomi inaliamo, cosa succede a questi atomi che ven-gono dai cubetti di porfido o da altri prodotti? Ebbenequesti entrano nel nostro circuito vitale, nelle nostrecellule e iniziano a vivere con noi fino a che noi nonserviremo ad altri esseri o ad altri composti, alloracapiamo che la vita un continuo divenire. I nostriatomi(lenergia) rimarranno per sempre nelluniversoanche perch sono sempre stati qui in continua tra-

    sformazione. Quindi se noi siamo sempre statinelluniverso e se latomo il fabbricante di materia,si intuisce perch gli orientali parlino di dimensionienergetiche.

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    Lenergia

    Si potrebbe partire dalla visione di Einstein per af-

    fermare che E=mc dove E lenergia, m la massa diun qualsiasi corpo e c la velocit della luce. Non vo-lendo entrare nella teoria della relativit, perch mol-to complessa da capire, vorrei farvi solo notare chelenergia ricavata da una massa quasi nulla sarebbemilioni di volte pi potente delle bombe atomichesganciate sul Giappone nella seconda guerra mondia-le.

    Quindi da ci possiamo pensare allinfinita energia di-sponibile nelluniverso e in ogni essere vivente e non.Se tutta la materia costituita da atomi naturale chela materia abbia un campo energetico; a scuola, sep-pur tra mille condizionamenti, abbiamo appreso chelatomo possiede cariche negative, positive e neutrequindi ogni singolo atomo ha un suo campo energeti-co. Come abbiamo ricordato latomo una supposi-

    zione della nostra mente, nessuno ha mai visto unatomo: un qualcosa di teorico per spiegare certi fe-nomeni dei quali non abbiamo spiegazione certa. Maprendiamolo per esistente e quindi possiamo afferma-re che lui dappertutto e quindi tutto energia. O po-tremmo affermare semplicemente: tutto energia aldi l della materia stessa. Il termine energia si riferi-sce allenergia dinamica che allorigine di tutto

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    lesistente, microcosmo e macrocosmo compresi. A li-vello del corpo fisico il principio vitale psicofisico.

    Lenergia generata dallinterazione dei Cinque Ele-menti: Spazio, Aria, Fuoco, Acqua e Terra.La funzione basilare dello Spazio la vacuit o la po-tenzialit, dalla quale sorgono tutti i fenomeni.Lelemento Aria produce il movimento, la crescita e losviluppo. La natura del Fuoco la rapidit e il caloreche inducono alla maturazione. Le funzionidellelemento Acqua sono la fluidit e la coesione,

    mentre quelle della Terra sono la solidit e la stabilit.I cinque elementi possono essere raggruppati, in basealla loro natura, nei Tre Umori, o energie fisiologichedenominate Vento, Bile e Flemma, che rispecchianorispettivamente le qualit essenziali: neutra, calda efredda.La terra ha un campo elettromagnetico come tutti icorpi celesti, le fasce di Van Allen che si vedono ai po-

    li nellaurora boreali, hanno un loro richiamo alle au-re delluomo che possono essere fotografate con parti-colari tecniche o viste da chi allena la propria vista avedere cose che di solito non vediamo.Questo campo energetico molto importante ai finidella nostra salute, come lo per quella del pianeta edel cosmo in generale. Se lenergia ben allineata nonsi pu verificare nessun corto circuito, possibile inve-

    ce se lentropia(disordine) regnasse. Per mettere a po-sto il disordine non possiamo fare altro che partire danoi stessi, dobbiamo prima allineare il nostro corpocon il nostro spirito e la nostra mente per scoprire lavia.Se ritrovassimo il nostro equilibrio staremmo benecon lintero universo.Come abbiamo gi detto, essendo noi fatti di atomi

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    abbiamo un campo elettromagnetico che si irradia nele sul nostro corpo sviluppandosi in meridiani e paral-

    leli che circondano eterica mente il nostro corpo. Co-me un impianto elettrico che si rispetti, abbiamo bi-sogno, per non avere corti circuiti, di scatolette di de-rivazione che gli antichi chiamarono chakra.I principali sono sette che si dipartono dal coccige ar-rivando fino alla cima della testa denominata corona.Per lascer per gli interessati una descrizione anali-tica di cosa sono i chakra via via che proseguiremo in

    questo libro. Basti sapere per il momento che il ter-mine Chakram, solitamente translitterato in Chakra,proviene dal sanscrito e significa ruota, ma ha molteaccezioni tra le quali quella di plessoo vortice. un termine utilizzato nella filosofia e nella fisiologiatradizionali indiane. Nella tradizione occidentale mo-derna tali chakra vengono talvolta identificati con ilnome di Centri di Forza o Sensi Spirituali. Dal punto

    di vista sistemico il chakra rappresenta una funzionevitale di un sistema vivente strutturato su livelli.Quando ho iniziato a leggere e a discutere con le per-sone che mi ruotano intorno di questo mio nuovo at-teggiamento verso la vita, indotto sopratutto da quelloche stavo vivendo e che vi ho descritto, il mio modo diessere iniziato a cambiare in maniera molto repen-tina.

    Con il reiki, lo yoga, lo shiatsu e con altre molte tecni-che si possono riallineare le energie. Sbloccare leenergie per da solo non serve, ma naturalmente linizio per rientrare in contatto con noi stessi, con lanatura e con luniverso, tutto ci che pu farci risco-prire la via. Questo pu avvenire solo se ci ricolle-ghiamo al nostro spirito e se iniziamo a fonderci conlui, coltivandolo, ascoltandolo e crescendo insieme a

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    lui per ricongiungerci al tutto. Questo il sentiero chemolti definiscono dellilluminazione, quel modo di

    pensare che dovrebbe condurci alla riscoperta dellafelicit assoluta, alla ricongiunzione con il tutto e allariscoperta della luce.Ma come affronteremo e come riusciremo ad usciredai condizionamenti terreni? Come usciremo dallaconvinzione che il danaro un illusione? In realt purpercependo la sua natura fugace, il danaro ci gratificacon quello che ci consente di fare ed innegabile che

    sulla terra tutto muove; indispensabile per questavita. Almeno cos ci dato pensare.Dalla mia esperienza ho constatato che se lasciamoandare la mente e ci sintonizziamo con luniverso ar-rivano messaggi che ci fanno percepire che noi siamoentit che devono fare un percorso per ricollegarsi al-la divinit, che dentro di noi.Noi siamo granelli di sabbia che insieme a tutti i gra-

    nelli delluniverso formano il tutto. Tutto quello che qui nel nostro universo, Pianeti, alberi, animali, stelle,materia in genere, forma lUno.LUno in tutte le cose e tutte le cose sono nellUno.

    Ma cosa mi ha portato a questo modo di pensare?Certamente tutti gli eventi che stanno caratterizzandola mia vita. Pi ti cali in una dimensione, piluniverso ti viene incontro: possiamo dire che noi

    creiamo il nostro universo.Il nostro modo di relazionarci, il nostro modo di por-ci, crea il nostro universo.La Compassione per noi stessi e per gli altri serve afarci vedere il mondo sotto un altro aspetto, a rispet-tare noi stessi, gli altri e il tutto in armonia,pur conidee diverse, sapendo che lidea frutto della nostramente condizionata e quindi rispettare Tutto vuole di-

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    re non contrapporsi, ma godere della consapevolezzache ogni comunicazione che arriva a noi serve a farci

    evolvere. Quella cosa capita a noi perch ne abbiamobisogno, ci serve per consentirci un superamento, perandare un po pi in l sulla VIA. Una volta capito chetutto fa parte di noi, abbiamo anche capito a cosa ser-vono le malattie e i sintomi che le precedono: i sinto-mi non sono altro che nostri alleati, se iniziamo aconsiderarli tali capiremo la grandezza che portanodentro. Loro vengono dal nostro Io interno pi pro-

    fondo a comunicarci che qualcosa nella nostra vitanon sta funzionando come dovrebbe e se noi stiamoattenti al nostro Io profondo possiamo trovarne lacausa. Anzi, ad onor del vero gi la conosciamo, fac-ciamo finta di non vederla e di non sentirla, l abbia-mo riposta in un cassettino della nostra mente e pen-siamo di averla sopita, ma sappiamo che quel disagiodi tanto in tanto ci fa capolino e ci turba non dandoci

    quella felicit che tanto desideriamo ma che non sap-piamo afferrare.Allora quel nostro amico sintomo ci richiama alla no-stra natura e cerca di metterci di fronte a noi stessi,per portarci oltre, tenta di dirci che lodio, il risenti-mento, la collera, lavarizia sono quelli che rompono ilnostro equilibrio energetico e che,se non li trasfor-miamo in amore, compassione, pace, altruismo, ci

    porteranno a conseguenze pi gravi.Il nostro stato danimo condiziona la nostra vita.Se vogliamo ritrovare la felicit che allorigine delnostro essere spirituale, dobbiamo ricongiungerci conil nostro Io interiore.Abbiamo il coraggio di farlo? O meglio dare le re-sponsabilit agli altri dei nostri risentimenti? Bastaprovare, se vi sentite meglio, significa che va bene. Se

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    vi sentite arrabbiati, nervosi, collerici, contrariati,credo che non vada bene: il vostro Io non

    daccordo con voi.

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    Bisogna riequilibrarsi

    Come si fa a tornare in equilibrio? Tornare in equili-

    brio in teoria semplice, nella pratica un po picomplesso. Il mondo pieno di buone intenzioni matradurle in pratica e perseguirle tuttaltra cosa. Periniziare, come dicevamo, non possiamo che partire danoi stessi, se non identifichiamo chi siamo al di l del-le apparenze e delle maschere, non riusciremo neppu-re a identificare come mai siamo qui. Dobbiamo capi-re che giudicare i comportamenti altrui in realt

    come stare di fronte ad uno specchio e veder proietta-to un nostro stato danimo; nessuno di noi potrebbescagliare la prima pietra ma in realt ogni giorno ciprendiamo a sassate.Se solo avessimo la consapevolezza di essere schiavidei nostri comportamenti primordiali, della ricercadel potere personale nel disprezzo di quellamore uni-versale che ci riempie la bocca ma non il cuore, allora

    saremmo ad un passo dalla risoluzione di tutti i pro-blemi quotidiani.Inizieremmo a rispettare le verit di tutti, le quali nonsono altro che uno passo della nostra evoluzione spiri-tuale, e coglieremmo i diversi gradi come scalini per-sonalizzati che ci consentono un po per volta di supe-rare i vari ostacoli che luniverso ci pone per superarlie per farci crescere.

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    Allora non ci metteremmo in antagonismo alle idee, aicomportamenti altrui, ma vedremmo questi come una

    continua palestra per padroneggiare il nostro ego, chea volte sembra consigliarci di stare attenti agli altricome causa dei nostri mali. Ma questo modo di vede-re egoistico cosa ci potr dare, quando capiremo chetutto si svolge dentro di noi, nei corpi sottili del nostroessere, dove la ragione non pu pi spiegare?Quello che ci potr dare la consapevolezza che sta-vamo sbagliando nellanalizzare e pianificare tutto

    con la mente, senza tener in considerazione il cuore,quella parte amorevole dentro di noi, che ci accostaalluniverso con lumilt di essere una canna al vento,che in qualsiasi momento ci pu annientare.Se per avessimo lumilt di conoscere la caducit delnostro corpo materiale e la consapevolezza di non es-sere solo materia, ma anche spirito, allora la caducitdel nostro ego non sarebbe pi un limite alla gioia che

    abbiamo dentro e che potremo finalmente esternare.A quel punto nei nostri occhi ci sar una nuova luce,la nostra voce avr un nuovo tono molto pi affasci-nante, le parole inizieranno a toccare il cuore dellepersone e pian piano indurranno riflessioni profondeanche negli altri che inizieranno a percepire che cqualcosa di pi anche in loro.Ges diceva: Se crederete in quello che vi insegner,

    potrete fare cose molto pi grandi di me. Quando ci-to Ges o Buddha o altri illuminati lo faccio al di ldelle barriere che costituiscono le religioni, alle qualidedicher un paragrafo successivo, e vorrei precisareche ritengo le chiese una ricercata e voluta strutturache limita la libert di ognuno di noi, seppur facenteparte del nostro percorso di vita.

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    Il messaggio di Ges

    La citazione prima menzionata ci fa capire che Yeho-

    shua, un uomo come gli altri ma che ha trovato la suaverit, dice agli uomini che questi hanno i suoi stessipoteri, anzi nella loro evoluzione potranno andare ol-tre i suoi insegnamenti in quantotutti figli di Dio.Quindi Ges tenta di insegnarci che se vivessimonellunit senza dividere, senza distinguere, in comu-nione con luniverso noi faremmo parte del Dio stesso,

    Dio dentro di noi.Il problema che pochi hanno percepito con consa-pevolezza queste parole e quindi luomo parla ancoradi credere, mentre la realt della nostra grandezza qui, sotto i nostri occhi che sono stati abituati a vede-re pi le cose futili che la nostra deit. Ges ci spro-na a credere in noi stessi, nella nostra origine divina ea sperimentarlo nel mondo, per avere le conferme che

    ci servono. Se il seme non conoscesse il buio, non po-trebbe apprezzare la luce.Cos luomo se non verr messo nella possibilit disperimentare le difficolt, non potr godere della suadivinit.Luniverso ci d sempre quello che ci serve per pro-gredire. Tocca a noi voler rimanere sintonizzati conluniverso oppure essere schiavi degli eventi. Le malat-

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    tie sono tra quelle cose che ci servono per progredire,che arrivano quando qualcosa non va dentro di noi e

    ci mettono in contatto con i nostri disagi interiori.Guarire o non guarire dipende solo da noi, e dal no-stro grado evolutivo spirituale. Quando ci sentiremoin unione con tutto allora saremo guariti.

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    I sintomi

    I primi segnali molto spesso trascurati sono i sintomi,

    manifestazioni di disagio del corpo che in conflittocon la nostra parte spirituale. Lo spirito ci segnala chestiamo trascurando il nostro corpo, la nostra anima,non stiamo dando importanza allarmonia, alla gioiadella vita, allamore incondizionato per noi e perluniverso intero. La localizzazione del sintomo, sestudiamo i circuiti energetici chakra, ci fa capire,qual il disagio che disarmonizza la nostra energia e

    che crea il problema a quellorgano o ghiandola inparticolare. Un rapido ragionamento ci permette dicapire perch avviene quella disarmonia e come rial-linearla.

    Collocazione dei chakra nella tradizione orientale:- il primo alla base della colonna vertebrale;- il secondo allaltezza dellombelico;- il terzo allaltezza del diaframma;- il quarto nella regione del cuore;- il quinto situato allaltezza della gola- (cervicale);- il sesto sulla fronte, tra le sopracciglia- (terzo occhio);- il settimo sulla sommit della testa(fontana)

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    Poi ci sono le NADIche sono i chakra situati so-prattutto dove ci sono incroci, esempio sulle articola-

    zioni.(cassette di derivazione secondarie)

    Primo Chakra

    NOME: Muladhara(centro della radice), centro coc-cigeoCOLORE: Rosso

    ELEMENTO: TerraNOTA: Sol(chiave di basso); altri indicano il Do.MANTRA: HumNUMERO DI PETALI O VORTICI: 4COLLOCAZIONE: alla base della colonna vertebrale.

    ORGANI FISICI INTERESSATI: ghiandole surrena-li, colonna vertebrale, reni, vescica, parte terminale

    dellintestino. il chakra della base o della radice,quindi connesso con la nostra esistenza terrena a li-vello propriamente fisico e con il tatto. Si relazionacon quel livello della coscienza che ci permette di so-pravvivere nel mondo, quindi con tutto ci che ma-teriale, solido e corporeo, nonch con la nostra ener-gia fisica, anche a livello quantitativo, e con la nostravoglia di vivere nel mondo fisico.

    Pi questo chakra aperto, funzionante e vitale e pila nostra energia fisica sar quantitativamente elevatae, quindi, noi saremo ben radicati e vivremo con de-terminazione e costanza lanostra vita.

    Per contro, il chakra che si relaziona con tutte le

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    paure legate alla sopravvivenza: al cibo, allaria,allacqua e, nella nostra societ attuale, alla mancanza

    di denaro, alla perdita del lavoro, a tutto ci che po-trebbe minacciare la nostra esistenza. il chakradellinizio della nostra crescita, che non possiamo di-menticare di esplorare a fondo e di accettare e di il-luminare se vogliamo iniziare, appunto, un camminodi crescita e di evoluzione spirituale.

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    Secondo chakra

    NOME: Svadhishthana(dolcezza), centro pubico-plesso sacrale.

    COLORE: ArancioELEMENTO: AcquaNOTA: ReMANTRA: Svam

    NUMERO DI PETALI O VORTICI: 6COLLOCAZIONE: allaltezza dellombelico e dellevertebre sacrali.

    ORGANI FISICI INTERESSATI: gonadi, organi ri-produttivi, nervo sciatico. il chakra della propagazione della specie, quindi,della riproduzione. Per conseguenza logica la fontedellenergia e del piacere sessuale.

    altres, il chakra che muove la ricerca creativa delpiacere materiale e, quindi, predisposto al piaceredelle cose belle, allarte, al piacere delle emozioni.Oltre a essere, ovviamente, legato alle relazioni con gliindividui dellaltro sesso. il chakra del movimento dellespansione edellintuizione emotiva.Per contro, la sede di tutte le paure, i fantasmi e le

    fantasie negative legate alla sessualit e al relazionarsicorrettamente con laltro sesso.Paure che possono portare al rifiuto a provare piaceremateriale in senso lato e quindi a godere pienamentedella vita. questo un chakra molto importante, la cui correttaattivit pu farci apprezzare la vita e, quindi, renderlain un certo senso pi facile e molto gradevole(e non

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    solo con laltra met del cielo) o, al contrario, in casodi mal funzionamento, trasformarla in un piccolo ma

    molto efficiente inferno personale che finisce col ri-flettersi anche su colore che ci sono vicini.

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    Terzo chakra

    NOME: Manipura(gemma lucente), plesso solare-diaframmaCOLORE: GialloELEMENTO: FuocoNOTA: MiMANTRA: Ram

    NUMERO DI PETALI O VORTICI: 10COLLOCAZIONE: plesso solare - cupola del diafram-maORGANI FISICI INTERESSATI: pancreas, fegato, ci-stifellea, milza, stomaco, duodeno, colon traverso, in-testino tenue. il chakra della mente razionale, della vitalit, dellavolont, dellazione, del potere e, dellautoguarigione.

    Chakra potente e solare, ci rivela il nostro diritto aesistere e la nostra collocazione nelluniverso e pro-muove lautoaccettazione. Attraverso la sua espressio-ne totalmente armonica noi siamo nel mondo con lapienezza dei nostri attributi fisici e mentali e ci muo-viamo sul piano materiale in modo sciolto e armonio-so, godendone appieno. Se il chakra disarmonico,pu essere alimentato il nostro senso di inferiorit,

    possono diminuire le nostre capacit mentali reali,quali la logica e la razionalit, e aumentare, quindi, laconfusione e il senso di insicurezza. Pu anche succe-dere che venga alimentata la nostra voglia di potere,di possesso e conseguentemente di sopraffazione neiconfronti degli altri pur di ottenere, pur di primeggia-re. il chakra che si relaziona maggiormente con ilnostro ego, il quale trae comunque molta energia an-

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    che dai primi due. Volont e potere rappresentano pertutti, nella nostra attuale societ, una delle chiavi del

    successo, ma possono significare, se intesi in sensoegoistico di possesso e accaparramento,limpossibilit di accedere consapevolmente agli altrichakra e quindi a una reale pienezza del nostro Esse-re.

    Quarto chakra

    NOME: Anahata(non colpito tutto), plesso cardiaco-scapoleCOLORE: Verde e colore complementare rosaELEMENTO: AriaNOTA: FaMANTRA: IamNUMERO DI PETALI O VORTICI: 12

    COLLOCAZIONE: Nella regione del cuore-toraceORGANI FISICI INTERESSATI: timo, cuore, bronchie apparato respiratorio, nervo vago. il chakra di mezzo, il ponte la fucina alchemica chetrasforma e rende compatibili le energie dei tre primichakra, facendole salire verso lalto, e dei tre ultimi,facendole scendere verso il basso. il chakra che cipermette di amare in senso totale e senza condizioni.

    Quando aperto e vitale ci relazioniamo con tutto etutti, consapevoli dellunit del tutto, essendo in gradodi dare amore senza bisogno di attenderci niente incambio. Nella sua visione posteriore rappresenta la

    volont del nostro io nei confronti del mondo esterno,unita alla volont divina. Quando aperto ci permetteuna visione armonica di ci che ci circonda e siamo,quindi, in grado di avere atteggiamenti positivi ri-

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    guardo alle nostre azioni, considerando gli altri comesostegno a quanto stiamo compiendo. anche il cha-

    kra attraverso cui passa tutta lenergia che desideria-mo donare agli altri. Solo se questo chakra aperto evitale noi siamo in grado di dare energia di guarigio-ne. Quando chiuso o disarmonico non siamo ingrado di amare e consideriamo gli altri, Dio o il desti-no in antitesi con noi, come ostacoli alla nostra rea-lizzazione, E allora possiamo diventare aggressivi e,anzich cercare laiuto degli altri, ci poniamo nella

    classica condizione di io contro tutti, ripiombandoistantaneamente nellenergia disarmonica del terzochakra. Solo se entreremo consapevolmentenellenergia del quarto chakra, donando amore ecompassione, saremo in grado di dare pieno significa-to alla nostra esistenza.

    Quinto chakra

    NOME: Vishuddha(purificazione), centro della gioiacervicaleCOLORE: Azzurro-bluELEMENTO: EtereNOTA: Sol

    MANTRA: HamNUMERO DI PETALI O VORTICI: 16COLLOCAZIONE: gola-cervicaleORGANI FISICI INTERESSATI: tiroide e paratiroide,gola, tonsille, laringe, corde vocali, esofago, bronchi. il chakra della comunicazione, del suono e della vi-brazione, della capacit di recepire e di assimilare,nonch dellespressione della propria personalit nella

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    societ e nel lavoro. Si relaziona con gusto, udito e ol-fatto. Quando il quinto chakra aperto e funzionante

    siamo consapevoli della responsabilit del nostro nu-trimento in tutti i sensi, dal soddisfacimento dei no-stri bisogni materiali a quello dei nostri bisogni spiri-tuali, e comprendiamo quindi di essere noi i respon-sabili diretti di quanto riceviamo e di quanto assimi-liamo. Siamo consapevoli del nostro ruolo nella socie-t e nel lavoro e ci attiviamo per il massimo della sod-disfazione. Se questo chakra disarmonico sorge la

    paura che ci che possiamo ricevere dagli altri possaessere negativo(e in genere non ci aspettiamo cose po-sitive) e quindi ci chiudiamo al Ricevere eallassimilare, divenendo, in un moto istintivo di dife-sa, potenzialmente aggressivi. Nel suo aspetto poste-riore, la disarmonia del chakra porta allinsorgere del-la paura del fallimento nella vita sociale e di lavoro.Porta alla nascita del complesso della vittima, al trin-

    cerarci dietro allorgoglio, come difesa dagli insucces-si reali o ipotetici, e al chiuderci ai contatti con gli al-tri per la paura di essere respinti. Vishuddha il cha-kra dellapurificazione e della comunicazione, che suono e vibrazione. Proprio attraverso la consapevo-lezza profonda di questo chakra possiamo aprire laporta del cammino spirituale e, quindi, dare inizio alcontatto con la parte pi profonda di noi stessi par-

    tendo proprio con il comunicare con il nostro io supe-riore.

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    Sesto chakra

    NOME: Ajna(conoscenza, percezione, comando),centro della fronte-nuca.COLORE: Indaco-violaELEMENTO: LuceNOTA: LaMANTRA: Om

    NUMERO DI PETALI O VORTICI: 96COLLOCAZIONE: sulla fronte tra le sopracciglia-nucaORGANI FISICI INTERESSATI: ghiandole ipofisi epituitaria, parte inferiore del cervello, occhio sinistro,orecchie, naso. il chakra dellaspetto mentale superiore e della vi-sione superiore e viene anche comunemente chiamatoterzo occhio. Presiede al senso della vista.

    associato, nella sua espressione anteriore, alla facol-t di visualizzare e di rendere comprensibili i concettiintellettuali e, nella sua espressione posteriore, allafacolt di attuazione dei concetti stessi.Se Ajna disarmonico, ci ritroveremo facilmente inuna situazione di confusione in cui idee e concettinon corrisponderanno alla realt e quindi la nostracapacit di tradurre in pratica le idee verr a cadere o,

    peggio ancora, porteremo avanti idee e concetti di-storti, con le conseguenze del caso per noi e per gli al-tri.Percezione, conoscenza e comando sono le prerogati-ve di questo chakra. Esso ci fa entrare nel mondo del-non materiale, dellapparentemente invisibile, attra-verso, appunto la percezione extra-sensoriale, per por-tarci conoscenza, profonda consapevolezza di ci che

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    ci circonda, non solo della materia, e permetterci, diconseguenza, di comandare e di guidare la nostra esi-

    stenza.

    Settimo chakra

    NOME: Sahasrara(mille petali), centro del capoCOLORE: bianco e oroNOTA: Si

    MANTRA: MNUMERO DI PETALI O VORTICI: 1000(972)COLLOCAZIONE: sulla sommit della testa, dove cla fontanella.ORGANI FISICI INTERESSATI: ghiandole epifisi, pi-tuitaria e pineale, parte superiore del cervello, occhiodestro. il chakra che ci mette in relazione con la nostra par-

    te pi spirituale, con il nostro Essere completo e conla realt cosmica.Il raggiungere lapertura e la consapevolezza di questochakra porta alla completezza dellEssere, ma solo seci si perviene attraverso lapertura e la consapevolezzadi tutti gli altri chakra, nessuno escluso! Mentre la di-sarmonia del settimo chakra porta a una chiusura e auna non comprensione della parte spirituale sia no-

    stra che altrui con, come conseguenza, una visionedecisamente materialistica dellesistenza.Il settimo chakra Luce di conoscenza e i consapevo-lezza, vi visione globale dellUniverso e nel nostrocammino di crescita ci pu far raggiungere la serenitspirituale della completa conoscenza universale.

    Schemi riassuntivi delle connessioni

    Chakra, ghiandole endocrine, luogo anatomico e

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    plesso nervosoIl sistema nervoso simpatico, le sue connessioni con i

    plessi toracici, addominali e pelvici.Chakra, ghiandole endocrine, luogo anatomico e ples-so nervoso

    MuladharaGhiandole Surrenali. Vescica.1Plesso ipogastrico. [2]

    SvadhisthanaGonadi(Testicoli nelluomo e Ovaienella donna). Perineo. 1Plesso pelvi-co.

    Manipura Pancreas. Ombelico. Plesso celiaco(osolare).

    Anahata Timo. Cuore. 1Plesso cardiaco. [3]Visuddha Tiroide. Laringe. Plesso orofaringeo.

    AjnaGhiandola Pituitaria(Ipofisi),Ghiandola Pineale(Epifisi).

    Sahasrara Osso della fontanella.Chakra e coloriChakra e colori

    MuladharaRosso Coral-lo

    Rosso

    Svadhisthana Arancio ArancioManipura Giallo Oro GialloAnahata Verde Verde

    Visuddha Azzurro BluAjna Indaco BiancoSahasrara Viola Viola

    (N. B: si possono trovare anche associazioni diverseda quella indicata)chakra e sensimuladhara. Olfatto

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    svadhistana. Gustomanipura. Vista

    anhata. Tattovisuddha. Uditoajna. Percezioni extrasensorialisahasrara. Empatia( provare ci che provano dentro inostri interlocutori)

    Chakra ed elementiChakra ed elementi

    Muladhara TerraSvadhisthana Acqua

    Manipura FuocoAnahata AriaVisuddha Etere

    Ajna Luce

    SahasraraVibra-

    zioni

    Non vi alcun elemento associato con i chakraFrontale e della Corona; come tali, essi rappresentanodegli stati di energia oltre la gravit della materia, laquale composta da cinque elementi.

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    Yin e Yang

    Le differenze fisiche alla base della definizione di

    maschioe femminasono solo la parte pi superfi-ciale delle vere e proprie differenze tra lessenza fem-minile e quella maschile, bisogna infatti capire chestiamo parlando di essenza maschileed essenzafemminilee non solo di uomo e donna in qualit dipersone umane.In qualit di essenza esse possono essere ricondotte aiconcetti tanto antichi quanto moderni dello Yin e

    Yang, polarit positiva e polarit negativa(dove i ter-mini negativo e positivo non sono mai in relazione al-la applicazione morale di loro stessi); riconoscendoquesta similitudine possiamo andare ad analizzare levere differenze sostanziali che ci sono tra il maschio ela femmina.Lessenza ed il suo equilibrioAlla pari del suo opposto, lessenza femminile e quella

    maschile sono presenti in tutti gli esseri viventi: se-condo la visione taoista ogni essere senziente o menoha in se un perfetto equilibrio di Yin e Yang, in questocaso possiamo dire che le qualit femminili e maschilisono presenti pi o meno nella stessa misura in ognisoggetto appena nato: con la crescita e lo sviluppoche questo equilibrio viene cambiato e ordinato a se-conda della tipologia fisica dellessere stesso, in altre

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    parole naturale che un uomo sviluppi di pi la pro-pria essenza maschile anzich quella femminile, men-

    tre una donna ne sviluppa maggiormente quella fem-minile. Una qualsiasi alterazione di questo naturalesviluppo pu portare un soggetto a confondere la pro-pria identit comportandosi in netto contrasto con lanatura del suo stesso essere.Trattiamo quindi per prima le qualit della femmina oessenza femminile. Questa ha tutte le caratteristichedello Yin, per cui lessenza femminile ne prende tutte

    le qualit, in seguito ne descriveremmo le caratteristi-che dellessenza femmina in relazione allamplesso trauomo e donna.La femmina(per comodit possiamo chiamarla quali-t Ying) ha come movimento quello discendente, ilsuo verso quindi verso il basso, in quanto Yin essa simanifesta lentamente, ma allo stesso tempo pu man-tenersi da sola per diverso tempo, il suo posto in

    profondit, essa infatti vasta e imponente. Questesono solo alcune delle caratteristiche dellessenzaFemmina le quali si traducono durante un amplessonel seguente modo:Il suo movimento verso il basso. Per poter essereportata allamplesso, la femmina, ha bisogno di svi-luppare prima un idea dellamore, la quale si generaappunto in alto, nella testa, e solo quando questa idea

    viene portata in basso lei pu dare il via libera alla suapassione, infatti una donna deve prima essere conqui-stata mentalmente, prima di poter far scattare la suapassione, poich la passione nella donna si genera nel-la sua mente, essa si eccita con facilit con i racconti,o frasi dette dal partner.Essa si manifesta lentamente: tendenzialmentelessenza femmina non fa mai la prima mossa, ha

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    bisogno infatti di essere portata e rassicurata, in que-sto modo la passione della donna pu manifestarsi

    lentamente, il che non indica un calo del desiderio oun disinteresse verso il partner ma il naturale svol-gersi del proprio essere. La donna, infatti, raggiungelorgasmo molto pi lentamente delluomo e per talimotivi ha maggior bisogno di tempo.Pu mantenersi per diverso tempo, una caratteristi-ca unica dellessenza femminile, che si manifestamaggiormente durante lamplesso proprio questa,

    infatti la donna pu, a differenza delluomo, mantene-re lo stato dellorgasmo per un tempo maggiore, men-tre nelluomo lorgasmo ha durata di pochi secondi(iltempo delleiaculazione), si potrebbe quasi affermareche ella padrona del proprio orgasmo, una volta chequesto avvenuto.Il suo posto in profondit: lorgasmo femminileavviene allinterno, ella infatti secerne internamente il

    trasudato vaginale, nel profondo della cavit uterina,e per raggiungerlo luomo dovrebbe stimolare piena-mente la propria compagna.La qualit Maschile invece lesatto contrario, il mo-vimento dello Yang ascendente, quindi versolesterno e in alto, il Maschio veloce e con la stessavelocit scompare, il suo posto in superficie. An-diamo ora ad analizzare ogni singola delle qualit

    maschili:Movimento ascendente: la passione nelluomo haorigine in basso, egli infatti si eccita facilmente anchesenza avere in testa lidea dellamore. Il membro si er-ge con facilit anche in assenza di un coinvolgimentomentale da parte del soggetto stesso.Lorgasmo maschile si presenta verso lesterno, egli in-fatti eiacula esternamente la propria essenza, esso

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    viene slanciato verso lalto dalla sua stessa fisionomia.Non solo ma la posizione esterna del suo organo ses-

    suale in contrasto ed equilibrio alla posizione inter-na di quello femminile.Il Maschile veloce e con la stessa velocit scompa-re: luomo si eccita molto facilmente e nello stessomodo raggiunge lorgasmo velocemente, spesso con ilrischio di lasciare la propria compagna a meta stra-da.Il suo posto in superficie: perch possa raggiunge-

    re lorgasmo luomo ha bisogno di essere stimolatoesternamente.

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    Esempio di conflitti interiori

    Molto spesso abbiamo conflitti familiari che si riper-

    cuotono sullo stato emozionale, quindi il plesso solaresubisce contraccolpi; esempio: se noi reprimiamo larabbia, non esternandola, potremmo avere delle soffe-renze alla cistifellea o al fegato, la rabbia repressa pucondurre alle cristallizzazioni dei calcoli e quindi aseri problemi digestivi e oltre; se riusciremo a tra-sformare la rabbia in tranquillit, capendo che chi cla cagionata in realt ci ha messo di fronte a noi stes-

    si, allora recupereremo lo stato emozionale unitarioche ci avr fatto capire che il disagio era l per inse-gnarci qualcosa che andava al di l del nostro modo dipensare. Un modo di dire che sentiamo spesso e cheviene da lontano : mi hanno distrutto il fegato, rife-rito a quello che proferiamo e non viene mai ascolta-to, oppure agli attacchi che subiamo quotidianamentedalla societ che non riusciamo a condividere, ai di-

    sagi con i nostri familiari che non ci capiscono, macome potrebbero se neppure noi sappiamo chi siamo?Trasformando queste diatribe in insegnamenti proiet-tati su noi stessi vedremmo che la soluzione eviden-te, il disagio solo nostro. Un altro esempio moltocomune nella nostra societ sono i dolori articolari.Cosa vogliono indicarci? Secondo lesperienza condot-ta su di me e su quelli che ruotano vicino alla mia vi-

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    Se vogliamo dipendere allora prenderemo le medicineche addormentano il nostro amico sintomo. Se non

    proviamo pi disagio ci stiamo ricollegando al nostroessere divino che vuole insegnarci a vivere una vitagioiosa e serena e cos inizieremo a capire gli altri,che sono nella nostra stessa situazione a confrontarsiogni istante con loro stessi e con i loro modi di pensa-re. Ecco che iniziamo a capire che il pensiero unqualcosa di altamente condizionato e condizionante.

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    Il pensiero

    Sul pensiero si detta ogni cosa: la filosofia ha dato le

    pi disparate spiegazioni, dal pensiero meccanicisticoa quello materialistico, illuministico, mistico, religio-so, logico, illogico etc. Il pensiero in realt parte in-tegrante, preponderante a volte ingombrante del no-stro essere. Il pensiero si articola, creando ragiona-menti, e con questi si impossessa della nostra mente.Ci convince che il nostro ragionare fluido e senza con-trapposizioni porti alla soluzione, ma in realt non

    tiene conto dei condizionamenti, di come e cosa ci