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woman fiction

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NICOLE JORDAN

Irresistibile seduzione

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Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: To Desire A Wicked Duke

Ballantine Books © 2011 Anne Bushyhead

Traduzione di Marianna Mattei

Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma.

Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale.

© 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

Prima edizione I Grandi Romanzi Storici Special settembre 2011

Questo volume è stato stampato nell'agosto 2011

presso la Mondadori Printing S.p.A. stabilimento Nuova Stampa Mondadori - Cles (Tn)

I GRANDI ROMANZI STORICI SPECIAL

ISSN 1124 - 5379 Periodico mensile n. 148 dello 07/09/2011

Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 368 del 25/06/1994

Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA

Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI)

Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171

Harlequin Mondadori S.p.A.

Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano

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Sebbene io sia rimasta fuori dal mercato dei matrimoni per parecchio tempo, sto rapidamente imparando una regola

fondamentale per confrontarsi con il sesso forte: giocando con il fuoco si rischia di restare scottati... e Rotham è

senz'altro un fuoco rovente. Dal diario di Miss Tess Blanchard

Richmond, Inghilterra, ottobre 1817 Il bacio fu straordinariamente insipido. L'abbraccio di Mr. Hennessy si fece ancora più saldo, ma Tess si sentì pervadere da un cocente senso di delu-sione. Nell'arrendersi all'assalto galante dell'uomo, si era a-spettata molto di più. Più emozione, più piacere, più sentimento. In breve, si era segretamente illusa di venire travolta dalla passione. Invece, si ritrovò ad analizzare con lucido distacco o-gni singola mossa del suo corteggiatore. La pressione e-sercitata dalle sue labbra. L'angolazione esatta del suo capo. La sensazione assai poco eccitante di trovarsi tra le sue braccia. Non era scoccata alcuna scintilla tra loro né era di-vampato alcun incendio, si rese conto Tess con disap-

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punto. L'intero episodio l'aveva lasciata del tutto fredda. Oh, sì, Patrick Hennessy sembrava intendersi di baci, rifletté poi mentre la bocca di lui divorava la sua con ar-dore crescente. Ma da un uomo che sosteneva di essere un impareggiabile amante era lecito aspettarsi un risul-tato più soddisfacente. Purtroppo, Tess non disponeva di molti termini di pa-ragone per valutare le doti amatorie di Mr. Hennessy. Costui era, infatti, soltanto il secondo uomo che si ritro-vava a baciare in tutti i suoi ventitré anni di vita. Era accaduto quasi per caso. Un attimo prima lei e Mr. Hennessy stavano ridendo amichevolmente di una battuta della commedia che stavano allestendo. Un i-stante dopo sul viso del giovane era calata un'espressio-ne rapita e il suo sguardo si era fissato intensamente sul volto di Tess. Quando le si era avvicinato e aveva incli-nato il capo per catturarle la bocca in un bacio, Tess si era guardata bene dall'impedirglielo. Da troppo tempo se ne restava a languire in un angolo, tenendosi in di-sparte dal grande gioco dell'amore, timorosa di gettarsi nella mischia per paura di restare ferita. Ma era giunto il momento di rientrare nei ranghi. Doveva ammettere che ad attirarla verso Mr. Hen-nessy erano stati in parte la curiosità e in parte il fascino del proibito. Una signorina perbene non avrebbe mai concesso simili libertà a un giovanotto, per giunta uno con la fama di libertino. Oltre a essere un rinomato don-naiolo, però, Hennessy era anche un apprezzato attore, il direttore di una compagnia teatrale, un promettente drammaturgo, e aveva diretto gli ultimi due concerti di beneficenza organizzati in favore delle associazioni fi-lantropiche a cui Tess si dedicava strenuamente. Il problema, forse, era che lei non si stava impegnan-do abbastanza. Così chiuse gli occhi e si sforzò al massimo di entrare

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nello spirito del bacio. Per tutta risposta, Hennessy le la-sciò scendere la mano lungo la schiena fino a posarglie-la sulle natiche, approfittando di quella mossa per atti-rarla ancor più a sé. Era evidente che Tess era riuscita a scatenare il suo ardore, o almeno così poteva pensare dalla pressione che avvertiva distintamente contro il bassoventre... «Ma bene! Vi state esercitando a recitare la parte del-l'innamorata per la vostra recita, Miss Blanchard?» Nell'udire quel secco richiamo, Tess strappò via le labbra da quelle di Mr. Hennessy. Riconobbe immedia-tamente a chi apparteneva quella voce maschile venata di sarcasmo e rimase pietrificata per l'imbarazzo. Dove-va essere stata troppo presa a riflettere sugli esiti del suo bacio con Mr. Hennessy per accorgersi che qualcuno era entrato nella sala da ballo in cui avevano allestito un im-provvisato palcoscenico. Per un malefico scherzo del destino, a coglierla in flagrante durante quel momento di trasgressione era stato l'odioso, irritante Duca di Rot-ham, cugino del suo defunto fidanzato. Rotham si era intrufolato oltre il sipario e l'aveva sorpresa a scambiarsi effusioni clandestine con Mr. Hennessy. Tess raddrizzò le spalle e si volse ad affrontare Ian Sutherland, l'altezzoso duca. Alla tenue luce del giorno che filtrava attraverso il sipario, il viso del gentiluomo era atteggiato a una maschera inespressiva, ma la piega arcigna delle sue labbra lasciava intendere quanto fosse contrariato. Quell'uomo non aveva alcun diritto di giu-dicarla, pensò Tess con stizza. «Vi sbagliate, Vostra Grazia» replicò quindi, sforzan-dosi di mantenere un tono di voce calmo in risposta a quello sprezzante con cui lui le si era rivolto. «Non ci sono innamorati nella rappresentazione di Mr. Hen-nessy. È soltanto una commedia di costume che parla di un fantasma dispettoso.»

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«Dunque vi stavate preparando a un ruolo futuro?» la punzecchiò lui. «Posso fare qualcosa per voi, Rotham?» gli domandò Tess, ignorando la provocazione. «Abbiamo appena ter-minato la prova generale e ci resta ancora molto da fare, prima della rappresentazione di questa sera.» Avevano eretto il palcoscenico in un angolo della sala da ballo della dimora di campagna della madrina di Tess. La recita sarebbe stata il pezzo forte della serata di beneficenza che Tess aveva organizzato. Aveva assunto Hennessy e la sua compagnia proprio affinché l'aiutas-sero a inscenare la commedia i cui ruoli principali sa-rebbero stati recitati dagli ospiti di maggior riguardo. «Stento a credere che baciare un attore faccia parte dei preparativi» commentò Rotham con il consueto, in-sopportabile cinismo. Tess s'irrigidì. «Chi decido di baciare non vi riguarda, Vostra Grazia.» «Permettetemi di dissentire.» La stizza di Tess si tramutò in rabbia. Non gli avrebbe consentito di intromettersi nella sua vita, un'attività per cui lui, invece, sembrava avere una spiccata propensio-ne. Avevano già avuto simili battibecchi, in passato. Il Duca di Rotham era a capo della famiglia di cui Tess sa-rebbe entrata a far parte se il suo fidanzato non fosse tragicamente caduto nella battaglia di Waterloo, due an-ni prima. Ma non vi era alcun vincolo di sangue tra di loro, quindi Rotham non aveva alcun diritto di interferi-re con le sue scelte... tanto più con quelle di natura amo-rosa. A quel punto Rotham spostò la propria attenzione... e con essa il proprio sguardo penetrante, su Mr. Hen-nessy, che aveva assunto un atteggiamento alquanto teso e difensivo. «Mi deludete, Hennessy. Il vostro compito doveva essere quello di proteggerla, non certo quello di

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molestarla. È così che adempite ai vostri doveri?» Il giovane attore rivolse al duca un'occhiata contrita. «Vi chiedo perdono, Vostra Grazia. Sono venuto meno ai miei doveri in modo vergognoso.» Poi si voltò verso Tess con aria ancora più mortificata. «Vi chiedo mille volte scusa, Miss Blanchard. Ho davvero esagerato.» Tess si accinse a ribattere, ma Rotham la prevenne. «Vi prego di lasciarci, Hennessy. Di voi mi occuperò più tardi.» Tess rimase a bocca aperta nell'udire l'arroganza con cui il duca aveva liquidato il povero Mr. Hennessy, ma, prima che potesse dar voce alla propria indignazione, l'attore si esibì in un rigido inchino, girò sui tacchi e sparì oltre il sipario. Tess restò ammutolita ad ascoltarne i passi scendere i gradini del palcoscenico e poi attraversare la sala da bal-lo. Hennessy si era comportato in modo assai poco ca-valleresco abbandonandola in balia del duca, pensò poi con un certo risentimento. Senz'altro non aveva osato sfidare un nobiluomo tanto influente quanto spietato nel vendicarsi di chi lo contrariava. Quando finalmente si fu riavuta abbastanza da poter protestare, il duca sollevò una mano per zittirla con un gesto imperioso. «Credevo che foste troppo saggia per abbassarvi ad amoreggiare con libertini dello stampo di Mr. Hennessy.» Sentendosi fremere di sdegno, Tess gli scoccò un'oc-chiata assassina. Che faccia tosta, rimproverarla per una colpa che non aveva nemmeno commesso! «Non stavo amoreggiando con nessuno, Vostra Grazia. Era un sem-plice bacio.» Gli angoli delle labbra di Rotham si incurvarono ap-pena. «A me non è parso affatto semplice. Direi che sta-vate partecipando attivamente.» Il temibile duca sembrava quasi... quasi adirato, per

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quanto Tess non sapesse spiegarsene la ragione. «E se anche fosse?» lo sfidò. «Non è certo un crimi-ne...» Rendendosi conto che la sua voce si era fatta stridula e affannosa, si concesse una pausa e un respiro per cal-marsi, poi si costrinse a indossare un gelido sorriso. «Non riesco a credere che abbiate il coraggio di criti-care un altro uomo per essersi preso delle libertà, quan-do la vostra reputazione è tutt'altro che immacolata, e di rimproverare me per un bacio innocente. È davvero il colmo dell'ipocrisia!» Di nuovo, le labbra del gentiluomo si incresparono in un moto d'ilarità. «Su questo punto non posso darvi tor-to, Miss Blanchard. Ma dovete sapere che non sono l'u-nico a preoccuparmi per la vostra relazione con Hen-nessy. Lady Wingate teme che vi siate affezionata a lui fin troppo. A dire il vero, è stata proprio lei a mandarmi a cercarvi.» Quell'affermazione colse Tess alla sprovvista, come senz'altro Rotham aveva inteso fare. La Baronessa Win-gate non era soltanto la madrina di Tess, ma anche la principale sovvenzionatrice delle sue attività benefiche, dunque Tess non poteva correre il rischio di offendere colei dalla cui generosità dipendevano tante persone bi-sognose. «Non mi sono affatto affezionata a Mr. Hennessy» si difese. «È un prezioso collaboratore, tutto qui.» «Dunque siete solita baciare tutti i vostri collaborato-ri?» la sbeffeggiò Rotham. Prima che Tess potesse ribat-tere, lui scrollò il capo con aria di rimprovero. «Lady Wingate resterà molto delusa. Ha organizzato questo lussuoso ritrovo soltanto per voi, per consentirvi di spil-lare ai suoi altolocati ospiti quanto più denaro possibile e sostenere le vostre opere pie. E voi la ripagate così?» Incapace di confutare quell'accusa, Tess fissò Rotham

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con aria esasperata. Per parecchio tempo la madrina a-veva disapprovato il suo strenuo coinvolgimento nelle opere filantropiche e solo di recente aveva ammorbidito le proprie posizioni, accettando di organizzare quel sog-giorno in campagna a cui aveva invitato i propri danaro-si, nobili amici. Tess aveva trascorso gran parte dell'ulti-ma settimana a cercare di conquistarsi il patrocinio degli ospiti. «Avete intenzione di andare a spifferarle tutto?» do-mandò poi a Rotham. «Dipende.» L'ambigua risposta del duca non fece che irritarla ulteriormente. «Da cosa?» «Dal fatto se deciderete o meno di continuare la vo-stra tresca con Hennessy.» «Vi ho già detto che non è una tresca! Avete frainteso l'intera situazione.» «Chi è stato a dare avvio al bacio?» «Che cosa importa?» «Se è stato Hennessy, sarò costretto a sfidarlo a duel-lo.» «Non siate ridicolo!» Tess lo fissò con occhi sbarrati, terrorizzata all'idea che lui non stesse scherzando affat-to. Il precedente Duca di Rotham, Laurence Sutherland, aveva terminato la propria scellerata vita restando ucci-so in duello per mano del marito della donna con cui a-veva avuto una relazione illecita. Suo figlio Ian aveva seguito le sue debosciate orme, conquistandosi una fama leggendaria di frequentatore di case da gioco e belle donne. Le sue scandalose imprese gli avevano fatto gua-dagnare il soprannome di diabolico duca appena pochi mesi dopo aver ereditato il titolo, ossia circa otto anni addietro. Ma di certo non sarebbe arrivato a sparare a Mr. Hennessy semplicemente perché il giovanotto ave-va baciato lei...

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«Sapete bene che duellare è vietato dalla legge» gli ri-cordò Tess. «Oltre a essere pericoloso, se non addirittu-ra letale.» La bocca di Rotham si contrasse, come se quelle pa-role gli avessero rammentato l'ingloriosa fine del padre. «Lo so bene.» Durante la breve pausa di silenzio che seguì, Tess si sovvenne dell'enigmatico commento che lui aveva rivol-to a Mr. Hennessy poco prima di cacciarlo. «Che cosa intendevate dicendo che Mr. Hennessy avrebbe dovuto proteggermi?» Rotham agitò la mano con aria incurante. «Non im-porta.» «Invece vorrei saperlo.» Tess lo scrutò con ostinazio-ne, decisa a non arrendersi. Lui dovette intuire la sua fermezza, perché scrollò le spalle con fare rassegnato. «Quando avete iniziato a tra-scorrere così tanto tempo al Theatre Royal di Covent Garden per preparare la vostra recita di beneficenza, ho incaricato Hennessy di tenervi d'occhio. Il quartiere dei teatri è un'area pericolosa, soprattutto per una signorina non accompagnata.» Tess inarcò le sopracciglia per lo stupore. «Gli avete chiesto di sorvegliarmi?» «Sì. Per dirla tutta, affinché lo facesse l'ho pagato profumatamente.» Ecco spiegato perché Hennessy insisteva sempre per accompagnarla fino alla carrozza, capì Tess, e perché durante le prove le restava sempre appiccicato. Ingenua-mente, aveva pensato che il giovane attore gradisse la sua compagnia e apprendere che non era affatto così ferì un tantino il suo amor proprio. «Mi sono sempre recata a teatro insieme alla mia da-ma di compagnia» fece notare a Rotham. «La vostra dama di compagnia è un'anziana zitella più

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inerme di una farfalla. Se foste finita nei guai non vi sa-rebbe stata di alcun aiuto.» Quello era vero, ammise Tess tra sé. Mrs. Dorothy Croft era una creatura gracile e mansueta, oltre che un po' svaporata. Era stata una cara amica della defunta madre di Tess e, quando era finita in ristrettezze econo-miche in seguito alla morte del marito, lei non aveva e-sitato ad accoglierla nella propria dimora di Chiswick. L'amicizia che ne era nata era stata vantaggiosa anche per Tess. La compagnia di una distinta signora di mez-z'età le aveva infatti concesso di muoversi con una liber-tà altrimenti non consentita a una giovane donna nubile, il che era fondamentale per condurre le sue imprese be-nefiche. «Il mio cocchiere e i miei valletti sono perfettamente in grado di proteggermi» obiettò Tess. Lo sguardo vivido di Rotham non vacillò nemmeno per un attimo. «Ho comunque preferito accertarmi della vostra sicurezza. Sapevo che non avreste accettato i miei consigli, quindi...» Quello era innegabile. Da tempo Tess e il duca aveva-no delle divergenze ed era proprio questo a rendere così inspiegabile l'interesse che adesso lui stava dimostrando nei suoi confronti. Il fatto che Rotham potesse preoccu-parsi della sua incolumità le pareva alquanto inverosi-mile. «Ebbene, non dovete più disturbarvi, Vostra Gra-zia. Sono perfettamente in grado di difendermi da sola.» «Allora dovreste astenervi dal baciare individui come Hennessy. E lui farà meglio a restarvi lontano. Se oserà toccarvi di nuovo, dovrà risponderne a me.» Tess rimase allibita nel notare una vena di possessivi-tà sottesa a quelle ultime parole. Era impossibile che fosse geloso. Senz'altro era soltanto adirato. Con Hen-nessy per avere trasgredito ai suoi ordini e con lei per avere osato contraddirlo.

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«I vostri peccati sono mille volte peggiori dei miei» gli ricordò. «Ma io non sono una fanciulla giovane e nubile, come voi.» «Non sono più tanto giovane» precisò Tess. Invece di risponderle, Rotham esitò, come se si fosse accorto soltanto allora di essere stato alquanto secco nel rivolgersi a lei. Scrollò il capo, quasi per prendere le di-stanze da quell'attimo di incertezza. La sua bassa risata era venata di un'ilarità genuina. «Non vi definirei vecchia, Miss Blanchard. Proprio oggi compite appena ventitré anni.» Lei lo scrutò insospettita. «Come fate a sapere che è il mio compleanno?» «In quanto capofamiglia, è mio dovere saperlo.» «Voi non siete capo della mia famiglia.» «Da un punto di vista strettamente pratico lo sono.» Aveva di nuovo adottato quel tono sarcastico che sembrava volerla provocare deliberatamente. Era davvero sconcertante il modo in cui Rotham riu-sciva a darle sui nervi, turbandola proprio quando era di umore sereno e ben disposto. Tess l'aveva sempre trovato esasperante... ma anche fascinoso in maniera disdicevole. Non era solo la sua re-putazione a essere diabolica: lo era anche il suo aspetto. Aveva intriganti occhi grigi orlati da lunghe ciglia scure e lineamenti sottili e aristocratici alquanto attraenti. I suoi capelli erano leggermente ondulati, di un ricco co-lor castano illuminato da riflessi dorati, una tonalità di diverse gradazioni più chiara delle chiome brune di Tess. Aveva la corporatura snella e muscolosa di un a-tleta, mentre il portamento elegante tradiva i nobili nata-li. Ma era soprattutto la sua personalità carismatica a renderlo indimenticabile. In quel frangente il suo viso era in ombra per via della

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giornata piovosa e poiché la scarsa luce che entrava dal-le finestre era comunque filtrata dallo spesso sipario. Eppure bastava la sua semplice vicinanza a turbarla, do-vette ammettere Tess. Era caduta vittima del suo fascino magnetico fin dal loro primo incontro, avvenuto quattro anni prima, ai tempi del debutto di Tess, allorché il duca si era degnato di danzare con lei. Ma poco dopo Tess si era innamorata di Richard, cugino di Rotham e di alcuni anni più giova-ne di lui. Da allora l'attrazione che aveva involontariamente provato per il Duca di Rotham l'aveva sempre fatta sen-tire in colpa. Ma anche adesso, a distanza di anni e suo malgrado, continuava a sentirsi inesorabilmente cattura-ta da quegli ipnotici occhi grigi... In un disperato tentativo di sottrarsi a quell'incantesi-mo, Tess cambiò bruscamente discorso. «Che cosa ci fa-te qui, Rotham? Non partecipate mai ai ricevimenti che organizzo, nemmeno quando siete invitato.» «Lady Wingate ha richiesto la mia presenza ai festeg-giamenti per il vostro compleanno di questa sera.» «Ecco come fate a sapere la mia età. Ve l'ha detto lei.» «No. La conosco già da tempo. Richard era terzo nel-la linea di successione per diventare mio erede, dopo due nostri zii. Quando vi fidanzaste con lui svolsi qual-che ricerca sul vostro conto.» Sapere che Rotham aveva raccolto delle informazioni su di lei la mise a disagio. Ma l'affermazione che seguì la turbò ancora di più. «Dato il passato che vi lega a mio cugino, Miss Blan-chard, è comprensibile che senta una certa responsabili-tà nei vostri confronti.» Tess si sforzò di assumere un tono pacato nel rispon-dergli: «Vi ripeto che non dovete preoccuparvi per me».

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«Io no, forse. Ma Lady Wingate ne ha ogni diritto. Teme che vi siate spinta fin troppo in là, con Mr. Hen-nessy. E vedo bene che i suoi timori sono fondati. Come vi è saltato in mente di baciarlo?» L'esasperazione di Tess si gonfiò di nuovo come un fiume in piena. «Si trattava solo di un esperimento, se proprio volete saperlo» si difese. «Sono invecchiata di un altro anno senza che all'orizzonte si profili la minima occasione di amare ed essere amata. Ho deciso di prova-re a mutare il corso del mio destino. La triste verità è che mi ero dimenticata cosa si provi a essere baciata e speravo che Hennessy potesse aiutarmi a ricordarlo. Vi pare così terribile, Vostra Grazia?» Sul viso di Rotham calò una strana espressione. Tess fu sorpresa di non sentirlo ribattere con un commento a-cido. Oltre a essere immensamente arrogante, infatti, lui possedeva uno spirito sagace e sferzante, capace di ri-durre verbalmente a brandelli qualsiasi avversario. Tess l'aveva spesso visto mietere vittime con quella sua lin-gua tagliente, anzi, lei stessa era più volte uscita sconfit-ta dai loro diverbi. Di solito, il massimo a cui poteva ambire era di riuscire a tenergli testa. «Conduco un'esistenza tediosa» gli confidò a malin-cuore. «Del tutto rispettabile. Le mie attività benefiche mi danno grandi soddisfazioni, ma in generale la mia vi-ta non è particolarmente appagante.» Quando di nuovo lui restò in silenzio, Tess si morse nervosa il labbro. Com'era possibile spiegare a un uomo come Rotham il senso di inquietudine, di desiderio ina-scoltato che la divorava? Lui non era mai stato prigio-niero delle regole dell'etichetta, costretto a sacrificare la propria natura e le proprie esigenze in nome del decoro. Perfino le opere caritatevoli a cui Tess si dedicava con tanto slancio erano spesso oggetto di critica. Poiché lei era una donna – e di buona famiglia, per giunta – esse

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erano ritenute sconvenienti, tanto che perfino la sua af-fezionata madrina le disapprovava. Tess non desiderava altro che aiutare il prossimo, ma per farlo doveva com-battere ogni singolo giorno. La vera causa della sua insoddisfazione, però, aveva radici molto più profonde. Da due anni a quella parte la sua vita era priva di passione, di gioia. Era soprattutto colpa sua, era pronta a riconoscerlo. Alla morte di Ri-chard non si era limitata a portare il lutto per il fidanza-to, si era in pratica seppellita insieme a lui. Ma ora era decisa a tornare nel mondo dei vivi. Il fatto che quel giorno fosse anche il suo compleanno non faceva che accrescere tale risoluzione. «A essere sincera» aggiunse allora, abbassando la vo-ce, «stavo attraversando un momento di malinconia. In pratica sono una zitella, destinata a restare a guardare la vita scorrermi accanto senza poterla vivere in pieno. Un destino davvero triste e solitario.» Per un momento i lineamenti sensuali di Rotham par-vero quasi ammorbidirsi... ma fu davvero soltanto un at-timo. «Quindi vi stavate compatendo?» Tess strinse i denti. «Sì» sbuffò. Rotham si mostrò soddisfatto di quella reazione stiz-zita, come se preferisse vederla agguerrita piuttosto che rattristata. «E qual è stato il vostro verdetto?» si informò dopo un breve silenzio. «Il mio verdetto... riguardo a cosa?» «Vi è piaciuto baciare Hennessy?» Tess sentì le guance arroventarsi. «Non particolar-mente... Non che la cosa vi riguardi.» Era rimasta delusa dagli sforzi amatori dell'avvenente attore. I suoi baci le erano parsi alquanto noiosi. Anche se, purtroppo, nemmeno i baci di Richard erano stati particolarmente eccitanti.

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Tess scacciò con forza quel pensiero, che le sembrava un affronto alla memoria del fidanzato. Era talmente oc-cupata a castigarsi che per poco non udì lo spassionato commento di Rotham: «Vi sareste dovuta rivolgere a me». «Prego?» «Se volevate saperne di più sulla passione, sareste do-vuta venire da me. Posso insegnarvi tutto quello che a-vete bisogno di sapere sui baci.» Tess rimase a fissarlo a bocca aperta. Era riuscito per l'ennesima volta a lasciarla ammutolita. Ma forse si sta-va solo prendendo gioco di lei. «Pensate di essere più bravo di Hennessy?» gli do-mandò, decidendo di stare allo scherzo. Uno sprazzo di ilarità gli attraversò lo sguardo nel ri-conoscere il tono di sfida nella voce di Tess. «Ma cer-to.» Lei scrollò il capo con aria incredula. «Se vi baciassi, la mia reputazione finirebbe ridotta a brandelli» osservò. Un sorrisetto maligno incurvò le labbra di Rotham. «Non sono così famigerato.» «Invece lo siete.» Il sorrisetto del duca non accennava ad andarsene, al che Tess capì che Rotham diceva sul serio. Si stava davvero offrendo di baciarla, di mostrarle co-sa fosse la vera passione. A quel pensiero Tess cadde nell'agitazione più com-pleta. Avrebbe dovuto mandarlo al diavolo, allora per-ché esitava a farlo? E perché la sola idea di baciarlo le aveva incendiato i sensi di una subitanea, incontrollabile eccitazione? Sapeva che accettare quella proposta sareb-be stato un errore. Rotham era un uomo pericoloso, più pericoloso di chiunque altro Tess avesse mai incontrato. E l'attrazione che da sempre provava per lui lo rendeva una vera e propria minaccia. Erano anni che tentava di

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convincersi che quell'attrazione non esisteva, ma inva-no. Inoltre lui era ben consapevole dell'effetto che aveva sulle donne, Tess compresa. D'altra parte, però, la prospettiva di baciarlo era tre-mendamente allettante. Finalmente le si presentava l'oc-casione di imparare che cosa fosse la passione da un in-confutato esperto, le fece notare una voce suadente den-tro di lei. Rotham avrebbe davvero potuto insegnarle tutto ciò che desiderava sapere... e molto di più. Deglutendo per contrastare un'improvvisa secchezza alla gola, Tess si guardò attorno. Il palcoscenico ripro-duceva la famosa Stanza Verde del Drury Lane, poiché la commedia di Hennessy parlava dei fantasmi che, se-condo la leggenda, infestavano il celebre teatro londine-se. Si trattava di spiriti benevoli, che apparivano prima degli spettacoli per benedire e incoraggiare gli attori. Alle spalle di Tess c'era un tavolo da toeletta su cui era-no disposti i trucchi di scena necessari a ogni attore. Accanto a esso si trovava uno specchio a figura intera. All'estremità opposta del palco c'erano una chaise-lon-gue e alcune poltrone. Ancora intenta a dibattere con se stessa, Tess tornò a voltarsi per fronteggiare Rotham. Quando lui mosse un passo in avanti, riducendo la distanza che li separava, Tess si sentì più consapevole che mai del fatto che fos-sero completamente soli. Fissò Rotham in silenzio, scrutandolo in viso. Gli oc-chi del duca erano così intensi, vividi, pronti a sfidare il mondo intero. In quel momento le parve di poter affoga-re in quelle grigie profondità. Anche la linea affilata dei suoi zigomi e della sua mandibola era incredibilmente seducente. Quell'uomo era troppo virile, troppo attraente, acci-denti a lui! Tess sapeva che avrebbe dovuto girargli le

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spalle e fuggire, tuttavia non riusciva a muoversi. Poi fu lui a prendere la decisione. Sollevò la mano e le accarezzò lentamente la guancia. Quando chinò il ca-po per baciarla, il cuore di Tess iniziò a battere talmente forte da farle dolere il petto. Quando la bocca di Rotham trovò la sua, Tess fu at-traversata da un fremito. Si dimenticò perfino di respira-re. Era capace soltanto di restarsene radicata al terreno, immobile, lasciandosi blandire dalla suadente carezza del bacio. Poi le labbra del duca costrinsero le sue ad aprirsi. Il suo aroma le invase i sensi, il suo sapore le svuotò la mente. La sua bocca era come seta rovente, la sua lingua intrepida e selvaggia. Che sensazione perversa eppure meravigliosa! Le e-mozioni più intense che lei avesse mai provato si con-tendevano il suo animo, instillandole un senso di verti-gine. La testa le girava, il suo corpo tremava. Senten-dola reagire così, lui si spinse ancora più in profondità con la lingua, diffondendo quella sensazione di dolcissi-mo struggimento in ogni angolo del suo corpo. La baciò come il più possessivo degli amanti, o alme-no come Tess immaginava baciasse un amante posses-sivo. Dalle labbra le sfuggì un sospiro. Si era aspettata che baciare Rotham sarebbe stata un'esperienza specia-le, ma aveva ampiamente sottovalutato quanto sarebbe stato stupendo, travolgente. L'impatto di quel bacio fu tale da renderla incapace di pensare in modo coerente e quasi di reggersi in piedi. In un gesto involontario, gli si aggrappò debolmente alle spalle. Rotham ne approfittò per stringerla ancora di più. Sentirsi imprigionata contro quel solido corpo ma-schile scatenò in lei un'altra ondata di debolezza. La pressione del petto di Rotham contro i suoi seni le infu-se il desiderio di lasciarsi andare.

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Com'era possibile sentirsi tanto attratta da un uomo che, sotto ogni altro aspetto, disprezzava?, si interrogò. La verità era che ciò che provava per Rotham non era semplice attrazione, bensì un desiderio inesorabile. Non riusciva a credere che tra loro potesse essere scoccata una simile scintilla... o meglio, una fiammata i-nestinguibile. Non aveva mai provato un bisogno fisico tanto intenso. Richard non l'aveva mai baciata così. I suoi baci erano stati teneri e garbati, nemmeno lontana-mente paragonabili a quell'assalto senza via di scampo. Rotham probabilmente la sentì rabbrividire, perché di colpo smise di baciarla e scostò il capo. Tess rimase sconvolta da ciò che gli scorse nello sguardo. Nei suoi occhi vide un desiderio implacabile, un desiderio potente quanto il proprio. Rotham la squadrò dall'alto in basso, come se stesse cercando di capacitarsi della passione che era divampata tra di loro. I suoi occhi grigi divennero scuri e torbidi come fumo e sul suo volto Tess lesse i chiari segnali di un conflitto di volontà. Stava cercando di resistere alla tentazione, proprio come lei. E proprio come lei alla fine fu sopraffatto dalla debo-lezza, perché d'un tratto si arrese e con un'imprecazione si avventò di nuovo su Tess. La meravigliosa bocca di Rotham si impossessò della sua. Con grande gioia di Tess, il bacio divenne ancora più rovente, appassionato, prepotente al punto da farle ribollire il sangue nelle vene. Tess gemette di delusione quando sentì Rotham allon-tanarsi, ma grazie al cielo la sua bocca non l'abbandonò e continuò a baciarla, mentre lui la sollevava tra le brac-cia e la portava attraverso il palco fino alla chaise-lon-gue. Sempre sorreggendola, si lasciò cadere seduto e si de-pose Tess in grembo, sostenendole la schiena con un

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braccio e tenendole fermo il viso con l'altra mano. La mente di Tess girava vorticosa. In lei non c'era più la forza di protestare né la volontà di farlo. Gli cinse il col-lo con le braccia e ricambiò i suoi baci con pari ardore. I suoi sensi si saziarono di sensazioni meravigliose, mentre lui le esplorava la bocca con la lingua, avanzan-do per poi ritrarsi e poi avanzare ancora. Allo stesso tempo, la mano di Rotham incominciò a vagare sul cor-petto del suo abito di lana azzurra. Quando quella mano le si posò sul seno, raccoglien-dolo nel palmo, Tess ansimò e rabbrividì. Avrebbe do-vuto fermarlo, lo sapeva, ma il calore che l'avvolgeva a-veva incenerito ogni rimasuglio di buonsenso. E così, invece di respingere Rotham, gli affondò le dita tra i ca-pelli, aggrappandosi a lui con tutte le proprie forze. Incoraggiato da tanto slancio, lui staccò le labbra da quelle di Tess e con esse passò a percorrerle il collo, tracciando una scia infuocata sulla sua pelle già riarsa. Lei rovesciò il capo all'indietro, come invitandolo a prendere tutto ciò che desiderava. «Non riesco a respirare...» ansimò con voce spezzata. «Non avete bisogno di respirare, angelo mio. Concen-tratevi solo sulle sensazioni.» Quel roco sussurro era al contempo seducente e peri-coloso, ma Tess non poté che obbedirgli. Si protese in a-vanti, in modo da premere il seno contro il palmo della mano di Rotham, che ne stava avidamente tracciando i contorni. Una sensazione dolcissima, magica, si diffuse in tutto il suo corpo fino a penetrarle nelle ossa, che sembravano sul punto di sciogliersi. «Siete così bella...» mormorò lui, ritraendosi un poco. Quando Tess sollevò a fatica le palpebre appesantite, vide il viso di Rotham incombere su di lei. La stava scrutando attento, pronto a cogliere ogni sua reazione. I loro sguardi si incontrarono.

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«Dannazione, quanto vi desidero!» Quell'ammissione riluttante non fece che eccitare Tess ancora di più. Anche lei lo desiderava. Le sembrava di non aver ne-anche vissuto fino al momento in cui lui l'aveva toccata. L'insorgere di un bisogno tanto impetuoso la travolse, lasciandola disorientata. E quella sensazione crebbe a dismisura quando la mano di Rotham lasciò il suo seno per scendere a sollevarle le gonne, scoprendole le gam-be fino a metà coscia. Poi le sue abili dita incominciaro-no a scivolare sulla sua pelle nuda. «Buon Dio, che cosa significa tutto ciò?» Perfino nello stato di confusione in cui si trovava, Tess non ebbe problemi a riconoscere la voce indignata della sua madrina. Sollevò di scatto la testa e vide che il sipario era stato scostato e che tra i drappeggi era apparsa la baronessa, livida in volto. Alle spalle di Lady Wingate, Tess scorse alcuni dei suoi insigni ospiti che fissavano con occhi sbarrati quel-lo scandaloso quadretto. In pratica l'avevano appena sor-presa seduta in grembo al Duca di Rotham, con le sotta-ne sollevate e la mano dell'uomo inequivocabilmente posata sulle sue cosce. L'espressione scandalizzata sui volti degli ospiti faceva da contrappunto al tono furioso con cui la baronessa aveva apostrofato Tess e il duca. Inorridita, Tess si dimenò sulle ginocchia di Rotham nel disperato tentativo di assumere un atteggiamento de-coroso, cercando al contempo di rialzarsi. Le mani forti di Sua Grazia le afferrarono i fianchi e la sostennero, aiutandola a rimettersi in piedi. Poi continuarono a sor-reggerla quando barcollò, preda di un'improvvisa verti-gine. Il viso di Tess era paonazzo. Quello di Rotham, inve-ce, notò lei nel guardarlo sottecchi, era del tutto impas-sibile, anche se la sua bocca sensuale aveva assunto una

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piega amara, come per riconoscere la gravità della situa-zione in cui erano appena stati sorpresi. Ancora incredula, Tess si portò una mano tremante alla tempia. Com'era possibile che non si fosse accorta dei passi in avvicinamento?, si rimproverò. Probabil-mente, si rispose da sola, i suoi gemiti di piacere aveva-no coperto ogni altro suono. A quel pensiero fu colta da un senso di vergogna in-descrivibile. Per la seconda volta nella medesima ora, era stata sorpresa in un illecito abbraccio con un genti-luomo dalla pessima reputazione. Ma questa volta, purtroppo, le conseguenze della sua scandalosa condotta sarebbero state gravi, se non addi-rittura irreparabili.

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Irresistibile seduzione

NICOLE JORDAN Inghilterra, 1817 - Due anni dopo la morte del fidanzato di cui era molto innamorata, Tess Blanchard si sente finalmente in grado di a-prire il proprio cuore all'amore. Mai e poi mai avrebbe pensato che la minaccia di uno scandalo l'avrebbe costretta a sposare Ian Sutherland, l'uomo che più disprezza e l'ultima persona al mondo di cui vorrebbe innamorarsi. E quando, malgrado l'attrazione irresistibile che l'affa-scinante marito esercita su di lei, scopre segreti che lo rendono ancor più odioso ai suoi occhi lascia Londra e si rifugia nel castello che lui possiede in Cornovaglia. Deciso a conquistarla una volta per tutte, Ian la segue, e in quel castello popolato di presenze misteriose e di cupi misteri inizia la sua lenta, difficile opera di seduzione. Sono notti di bruciante passione, ma il desiderio che consuma i loro cuori in guerra saprà trasformarsi in un sentimento destinato a durare per sempre?

Scandalosa proposta DELILAH MARVELLE

Inghilterra, 1829 - Justine Palmer ha bisogno di denaro per pagare la libertà del padre, finito in carcere per aver pubblicato un saggio che ha scandalizzato i benpensanti. E per procurarsela è disposta persino a rinunciare alla propria reputazione offrendosi a Radcliff Morton, Duca di Bradford. Tutto si aspetta, tranne che lui le proponga un'u-nione legittima a patto lei accetti di non incontrarlo di persona prima delle nozze. Per Justine, che da sempre nutre una sconfinata ammira-zione per il duca, è come un sogno che si avvera, e solo quando lui, nonostante la fama di essere un irresistibile dongiovanni, si rifiuta di consumare il matrimonio inizia a temere di aver donato il proprio cuore all'uomo sbagliato. Ma quando scopre il vero motivo della biz-zarra richiesta di Radcliff, si rende conto che la vera scommessa non è accendere nel marito la passione, bensì la fiamma del vero amore.

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Un irreprensibile conte

CANDACE CAMP Inghilterra, 1825 - Lady Vivian Carlyle e Oliver, Conte di Stewke-sbury, sono come il diavolo e l'acquasanta. Lui la ritiene estremamen-te pericolosa fin da quando era il bersaglio preferito dei suoi scherzi di fanciulla. Ora a imbarazzarlo sono il suo atteggiamento anticon-formista e l'ironia pungente, capace di mandare chiunque al tappeto. Neppure la notte di passione che hanno vissuto sembra averli avvici-nati. Oliver, infatti, è scandalizzato dalla proposta di Vivian, che pre-ferirebbe una relazione senza impegno, e vorrebbe porre subito fine alla storia. Solo quando la giovane scompare nel nulla, l'irreprensibile conte ammette finalmente di non poter vivere senza di lei. A quel punto, però, forse è troppo tardi...

Intrighi a corte KASEY MICHAELS

Praga - Londra, 1816 - Quando il Principe Reggente gli ordina di sposare una donna che non ha nemmeno mai visto, il Barone Justin Wilde sa di dover obbedire anche se la sola idea del matrimonio gli fa orrore. Scoprire, però, che entrambi sono stati usati come pedine in un gioco più grande di loro lo convince che quelle nozze siano da evi-tare a tutti i costi, tanto più che la giovane è riluttante quanto lui a compiere un passo tanto importante senza conoscerne il vero motivo. Alina, tuttavia, si rivela inaspettatamente arguta e coraggiosa, oltre che molto seducente, tanto che tutto a un tratto l'idea di averla al pro-prio fianco per sempre acquista agli occhi di Justin un fascino specia-le. Ma la crudele verità che emerge a poco a poco, costringendoli ad affrontare mille pericoli e peripezie, rafforzerà il tenero sentimento che nonostante tutto è sbocciato tra loro o lo distruggerà per sempre?

Dal 9 novembre