GLUNews n.12
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Transcript of GLUNews n.12
Alimentazione
I dolcificanti.Sport
Gli sportestremi.
Attualità
Diabetee internet:un mondo virtualenon sempre virtuoso
ANNO V • N. 2 • LUGLIO 2012 • Quadrimestrale di aggiornamento per diabetici e non€2,50 • copia omaggio
FOCUSLa SindromeMetabolica.
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EDITORIALE pag. 3
FOCUS pag. 4La Sindrome Metabolica.
ALIMENTAZIONE pag. 10I dolcificanti.
LA POSTA DEI LETTORI pag. 15
SPORT pag. 16Gli sport estremi.
ATTUALITÀ pag. 20Diabete e internet:un mondo virtuale non sempre virtuoso.
CAPIRE LE ANALISI pag. 24La creatinina.
STRUMENTI DI MISURAZIONE pag. 26Autocontrollo glicemico: un’esperienza “su misura”.
DIABETENIGMISTICA pag. 28
DOLCI CURIOSITÀ pag. 30
GLUNews • ANNO V • N. 2 • LUGLIO 2012Quadrimestrale di aggiornamento per diabetici e nonUscite: Marzo, Luglio, Novembre | Tiratura: 50.000 copie
Direttore ResponsabileMaria Margherita Rossetti
Coordinamento ScientificoProf. Andrea GiaccariProfessore di Endocrinologia, Docente di diabetologiaPoliclinico Gemelli [email protected]
con la collaborazione di:Dott.ssa Annamaria PriolettaSpecialista in Endocrinologia e Malattie del RicambioCentro Diabetologico ACISMOM Camillo Negro Roma
Edizione, Redazione & Progetto GraficoCARISM S.r.l. - Torino
Stampa AGES ARTI GRAFICHE -Torino
Registrato al Tribunale di Torino, N. 44 - 28 Maggio 2008.
www.glunews.net
Sommario
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Editoriale
GLUNews è on-line!
Buona Estate a tutti i nostri lettori e soprattutto ai nostri affezionati abbonati!
Dopo aver superato la soglia degli 11.000 abbonamenti, in questi mesi gran parte del-
l’impegno della redazione si è concentrato sullo sviluppo del nostro nuovo portale.
Grazie all’implementazione nel nostro staff di validi sviluppatori web abbiamo rea-
lizzato una serie di pratiche applicazioni che possono semplificare e rendere più
veloce e meno “stressante” la ricerca di informazioni e materiali utili nella quoti-
dianità di chi ha a che fare con il diabete.
Primo fra tutti il nuovo motore di ricerca per ricette: uno strumento pratico, dedi-
cato ai nostri iscritti, che permette di selezionare da un ricco database i piatti per
tipologia (antipasti, primi, dolci, piatti unici...), tempo, difficoltà di preparazione e
soprattutto sulla base dei loro valori nutrizionali principali (calorie, grassi, proteine,
carboidrati e fibre).
Cercate un primo piatto con poche calorie, ma ricco di fibre? Non dovete più per-
dervi nel mare magnum di internet e cliccare sui suggerimenti dei motori di ricer-
ca: oggi c’è “In Cucina con GLUNews”. Provatelo!
Rimarrete stupiti dalla sua praticità, dalla sua velocità e dalla semplicità con cui
potrete comporre un pasto a misura di diabete.
In sviluppo abbiamo anche un’utile applicazione che vi permetterà (e vedrete che
lo utilizzeranno anche i vostri medici curanti!) di comporre un menù completo par-
tendo dalla personalizzazione dei parametri nutrizionali.
Restate sintonizzati dunque e seguiteci sul portale.
GLUNews è a Vostra disposizione, approfittatene!
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La Sindrome Metabolica.
Almeno un italiano su 4 è affetto da Sindrome Metabolica. Una stima allarmante,
destinata a salire nel corso dei prossimi anni a causa dell’aumento esponenziale dei
casi di obesità, anche tra i bambini e gli adolescenti.
Con il termine di Sindrome Metabolica (in passato chiamata anche Sindrome X o
Sindrome dell’insulino-resistenza o Sindrome Plurimetabolica) si identifica non una
malattia, ma un insieme di condizioni, segni e fattori di rischio che aumentano
notevolmente la possibilità di ammalarsi di molte altre malattie, in particolare il dia-
bete e le malattie cardiovascolari.
Nonostante sia molto frequente e sia responsabile di malattie anche molto gravi, la
Sindrome Metabolica è spesso misconosciuta e, per molti anni, anche i medici più
avveduti ne hanno in qualche modo sottovalutato l’impatto sociale.
Sebbene la SindromeMetabolica non sia da tutti riconosciuta come una malattia vera
e propria, essa è certamente identificabile come una frequente associazione di fatto-
ri di rischio per malattie metaboliche e cardiovascolari. In altre parole, chi ha almeno
un fattore di rischio (vedi l’elenco nella pagina accanto per sapere quali sono) è più
FOCUS
A. Giaccari
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probabile che ne abbia anche altri. Se questi fat-
tori di rischio sono almeno 3, sale il rischio di
malattie cardiovascolari, e chi ce l’ha si definisce
come affetto da Sindrome Metabolica.
Importanti società scientifiche nel corso degli
anni ne hanno definito e chiarito i criteri diagno-
stici. Nel 1988 l’Organizzazione mondiale della
Sanità (OMS o WHO, in Inglese) ha dato una
prima definizione di Sindrome Metabolica basa-
ta su alcuni criteri diagnostici, successivamente
ridefiniti e modificati, come potete leggere più
nel dettaglio nell’elenco qui a lato.
I criteri maggiormente utilizzati al momento
(molto simili tra di loro) sono quelli dell’ATP-III
(una associazione medica americana) e dell’IDF
(la federazione internazionale del diabete) ed
identificano parametri facilmente misurabili
anche nella pratica clinica quotidiana (perfino da
soli a casa) come la circonferenza vita, la pressio-
ne arteriosa e dei dosaggi del sangue facilmente
eseguibili come la glicemia a digiuno, il coleste-
rolo HDL (quello buono) e i trigliceridi.
In base ai criteri diagnostici ora definiti possia-
mo dire che una persona è affetta da Sindrome
Metabolica se sono presenti almeno 3 dei
seguenti criteri:
la circonferenza della vita superiore a 102
centimetri per i maschi o a 88 centimetri per
le femmine (per alcuni questo criterio deve
essere sempre presente)
la pressione arteriosa superiore o uguale a
130/85 mmHg (oppure la presenza di una
terapia per la pressione, anche se la pressio-
ne è normale)
i trigliceridi superiori a 150 mg/dL (oppure la
presenza di una terapia per i trigliceridi)
la glicemia a digiuno superiore a 100
mg/dL (oppure la presenza di una terapia
per diabete)
il colesterolo HDL inferiore a 40 mg/dL nel-
l'uomo o a 50 mg/dL nella donna
Badate bene, molti di questi valori limite sono
dentro i valori normali di gran parte dei labora-
tori. Ad esempio, una donna può avere una gli-
cemia di 105 mg/dL (per il laboratorio nella
norma), un colesterolo HDL di 47 mg/dL (anco-
ra nella norma) e una circonferenza vita di 90
centimetri. Per il laboratorio tutto è normale
mentre, al contrario, la donna dell’esempio è
affetta da Sindrome Metabolica!
Il fattore di rischiopiù importanteè il sovrappeso,ed in particolare l’aumentodi grasso a livelloaddominale.
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FOCUS
Il fattore di rischio più importante è il sovrap-
peso ed, in particolare, l’aumento di grasso a
livello addominale (misurabile con la circon-
ferenza vita), considerato l’anello di congiun-
zione, se non la causa, di tutti gli altri fatto-
ri. Ma perché il posto dove si localizza il gras-
so è tanto importante?
Esistono sostanzialmente due tipi di grasso: il
grasso sottocutaneo, che è quello presente
sulle cosce, sui glutei, sulle braccia ecc. ed è
un grasso neutro se non addirittura “positi-
vo” da un punto di vista metabolico ed il
grasso viscerale, che è quello presente den-
tro l’addome, che al contrario ha un impatto
negativo sul metabolismo, perché associato
alla resistenza insulinica e al diabete.
È ormai stato ampiamente dimostrato che
l’accumulo di grasso a livello addominale è
correlato a patologie cardiovascolari, al dia-
bete e anche ad una ridotta aspettativa di
vita. Ma anche ad altre malattie apparente-
mente lontane. Avete mai fatto una ecogra-
fia e, dentro il referto, il medico ha scritto
qualcosa del tipo “fegato iper-riflettente
come per steatosi epatica”?
Quella steatosi epatica è molto spesso un
chiaro segno di eccessivo accumulo di grasso
nell’addome, che diventa talmente tanto che
comincia ad “invadere” il fegato.
Stimare se si ha troppo grasso addominale è
piuttosto semplice, basta un banale metro
da sarta con cui misurare la propria circonfe-
renza vita (all’altezza dell’ombelico). Le misu-
re sono quelle che avete appena letto nei cri-
teri diagnostici (102 cm per l’uomo e 88 per
la donna) e se avete il diabete è molto pro-
babile che abbiate anche un eccesso di gras-
so addominale (circa 4 persone con diabete
su 5 hanno anche obesità addominale).
Una conseguenza dell’aumento del grasso
addominale è l’insulino-resistenza, cioè una
condizione in cui le cellule dell’organismo
non rispondono in maniera corretta all’azione
dell’insulina; come conseguenza il pancreas
ne produce in eccesso per forzare in qualche
modo questa resistenza. Ed è per questo che
la Sindrome Metabolica è legata e causa il
diabete (di tipo 2). La presenza di troppo
grasso viscerale (la pancetta) causa insulino-
resistenza; per vincere l’insulino-resistenza il
pancreas è costretto a produrre più insulina
(iperinsulinemia); quando il pancreas non ce
la fa più a produrre tutta l’insulina necessaria
sale la glicemia e si sviluppa il diabete.
L’insulino-resistenza è anche spesso respon-
sabile della comparsa di ipertensione e dell’al-
terazione dei grassi nel sangue (i trigliceridi ed
il basso colesterolo HDL dell’elenco).
Come abbiamo già detto la Sindrome
Metabolica è molto frequente, e il rischio di
svilupparla cresce con l’aumentare dell’età. Si
stima che poco meno della metà dei sogget-
ti di età superiore ai 50 anni ne è affetto, e se
andiamo a valutare le persone con diabete
tale percentuale è ancora più alta. Come già
citato nell’esempio sopra, non è necessario
essere dei grandi obesi per essere affetti da
Sindrome Metabolica; basta avere un po’ di
pancetta, la pressione ai limiti alti e il coleste-
rolo buono (HDL) basso, tutte condizioni che
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non danno alcun tipo di disturbo o sintomo ma
che nel loro insieme identificano una persona a
rischio di sviluppare patologie potenzialmente
molto serie come l’infarto e l’ictus.
È pertanto fondamentale essere coscienti del-
l’entità del problema, scoprire se si è a rischio di
Sindrome Metabolica e mettere in atto le
opportune strategie di prevenzione e di cura.
Le persone affette da Sindrome Metabolica pos-
sono evitare che il rischio diventi realtà. In poche
parole chi scopre di avere la Sindrome
Metabolica scopre, contemporaneamente,
anche di essere a rischio di avere un infarto, ma
sa anche di avere nelle sue mani (soprattutto le
sue) la possibilità di prevenirlo. Come? Basta
evitare di comportarci come oche.
Mi spiego meglio; vi ricordate l’esempio della
steatosi epatica? Quando siamo affetti da stea-
tosi epatica vuol dire che abbiamo il “fegato
grasso”, ovvero un fegato del tutto simile al
piatto molto utilizzato in Francia, il “foie gras”.
Il foie gras (in francese significa letteralmente
"fegato grasso") è definito dalla legge francese
come "fegato di anatra o di oca fatta ingrassa-
re tramite alimentazione forzata” e spesso
costretta ad una vita immobile in gabbia.
Tutte le associazioni di protezione animali sono
ovviamente contrarie a questa procedura di
“ingrassamento forzato”. Poi, però, lo facciamo
su noi stessi. Prevenire un evento cardiovascolare
o il diabete è dunque possibile, interrompendo il
circolo vizioso di sedentarietà e sovra-alimenta-
zione che causano la comparsa della Sindrome
Metabolica. Stile di vita inadeguato e peso corpo-
reo elevato rappresentano rischi precisi. Se i rischi
più importanti sono la sedentarietà e l’obesità (la
prima in buona parte causa della seconda) è su di
essi che si devono concentrare gli sforzi di pre-
venzione che si possono mettere in atto quotidia-
namente. Per esempio, un calo di peso di circa il
10% (soprattutto se si tira via la pancetta) è in
grado di ridurre l’insulino-resistenza, che è uno
dei meccanismi cardine della Sindrome
Metabolica ed è ben più efficace di qualsiasi far-
maco. I farmaci infatti sono utili per trattare i sin-
goli componenti della Sindrome Metabolica
(come i trigliceridi, la pressione), ma non costitui-
scono sicuramente il cardine della prevenzione.
Tutti i componenti della Sindrome Metabolica si
giovano della riduzione del peso corporeo otte-
nuto mediante dieta ed esercizio fisico.
Di questa dieta abbiamo parlato tante volte; si
tratta semplicemente di una dieta sana, che si
fonda principalmente su semplici regole di buon
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Prevenire un eventocardiovascolare o il diabeteè dunque possibile,interrompendo il circolovizioso di sedentarietà esovra-alimentazione checausano la comparsa dellaSindrome Metabolica.
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senso, valutando non solo la quantità di
calorie che si introducono, ma anche la com-
posizione della dieta stessa come la quantità
di grassi, la limitazione degli zuccheri sempli-
ci, l’aumento delle fibre ecc.
E, badate bene, la riduzione delle calorie da
sola spesso non basta, per mille motivi. Basta
farsi due conti. Se una persona consuma ogni
giorno 1300 kcal (una vita decisamente
sedentaria, assai comune) per dimagrire dovrà
raggiungere una restrizione calorica fino ad
almeno 1000 kcal. Una dieta assai poco sana,
poco sostenibile e nel tempo, permettetemi,
assai deprimente. A fronte di questa dieta
poco sana, si perdono 33 grammi di grasso; in
altre parole, ci vuole almeno un mese per per-
dere 1 kg di grasso (la bilancia scende prima,
ma per la perdita di acqua, non di grasso). Se
invece la stessa persona aumenta l’attività fisi-
ca a 1600 kcal ha lo stesso bilancio energeti-
co negativo, ma con l’attività fisica andrà a
bruciare per primo proprio il grasso accumula-
to nella pancia.
L’attività fisica è dunque il secondo cardine
della prevenzione e del trattamento, in partico-
lare se svolta in maniera costante e con le giu-
ste modalità. Non bisogna diventare marato-
neti né atleti professionisti. L'attività fisica quo-
tidiana, per esempio, può essere aumentata
con una camminata mattutina di qualche chi-
lometro, o con qualche rampa di scale in più.
Pochi minuti tutti i giorni dedicati ad un tipo di
attività fisica aerobica a scelta, in base alle pro-
prie esigenze e ai propri gusti, consente di
ottenere perdita di peso e miglioramento della
composizione corporea (cioè la riduzione della
famosa pancetta). Ed è importante anche la
quotidianità. Il nostro metabolismo, infatti,
capisce che ci stiamo abituando ad un aumen-
to dell’attività fisica e tende a predisporsi per
questo cambio di stile di vita. In piccolo, ognu-
no di noi è un atleta. Gli atleti, per quanto
bravi, non compiono mai uno sforzo senza
preparazione e allenamento, proprio perché
devono abituare il proprio organismo a “cam-
biare marcia” più facilmente.
Come avete potuto capire da queste poche
righe, scoprire se si ha la Sindrome metabolica
è piuttosto semplice (il sospetto potete porvelo
da soli guardandovi allo specchio e misurando-
vi la pancia) e prevenire i problemi ad essa lega-
ti dipende fondamentalmente da voi.
Cominciate a misurarvi e a misurare i vostri cari.
Se ritenete di essere predisposti allo sviluppo
della Sindrome Metabolica, parlatene con il
medico di famiglia, in modo da poter effet-
tuare le analisi mirate (quelle dell’elenco) e
soprattutto per ottenere indicazioni il più pos-
sibile adatte a voi per prevenirla o curarla.
Intanto, dal medico, andateci a piedi!
FOCUS
L’attività fisica è dunqueil secondo cardinedella prevenzione e deltrattamento, in particolarese svolta in manieracostante e con legiuste modalità.
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Il termine dolcificante è utilizzato per indicare una
sostanza in grado di addolcire alimenti o altre sostanze
destinate ad essere ingerite. È un sinonimo di “edulco-
rante” che significa appunto sostanza che rende dolce.
Si distinguano essenzialmente due tipi di dolcificanti,
naturali e artificiali che sono presenti praticamente
ovunque, non solo nei prodotti destinati all’alimentazio-
ne, ma anche in numerosi altri prodotti, tra cui i farma-
ci, e quindi tutti noi ne assumiamo, talora anche senza
rendercene conto, un quantitativo più o meno rilevan-
te. Nonostante l’enorme diffusione e utilizzo, sull’argo-
mento esiste molta confusione legata probabilmente a
scarsa informazione o equivoci messaggi pubblicitari.
Prima di tutto cerchiamo di chiarire le principali differen-
ze tra i dolcificanti naturali e quelli artificiali, per poi
affrontare alcuni aspetti dibattuti circa la loro sicurezza
e il reale potere calorico.
I dolcificanti naturali si chiamano così perché sono
sostanze presenti in natura (nella frutta e nella verdu-
ra soprattutto), come il fruttosio, il glucosio, il saccaro-
I dolcificanti.
ALIMENTAZIONE
A. Prioletta
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sio (il comune zucchero da cucina) mentre i dol-
cificanti artificiali sono sostanze create in labora-
torio, il più famoso è l’aspartame, ma ne esisto-
no molti altri, forse meno comuni, con caratteri-
stiche talora peculiari.
Le principali differenze sono da una parte il pote-
re edulcorante (cioè la capacità di rendere dolce
un alimento), molto più alto per i dolcificanti
artificiali (si calcola che sia dalle 30 alle 300 volte
maggiore rispetto al comune zucchero da cuci-
na) e dall’altro il potere calorico, molto basso
(addirittura trascurabile) per i dolcificanti artifi-
ciali. In base a queste caratteristiche si potrebbe
dedurre che è assolutamente molto vantaggioso
consumare dolcificanti artificiali al posto del
comune zucchero, almeno per quanto riguarda
l’introito calorico.
Proviamo a fare qualche piccolo calcolo: imma-
giniamo di consumare 3 caffè al giorno e di dol-
cificare ogni caffè con 1 cucchiaino di zucchero,
alla fine della giornata, con quei 3 caffè, avremo
introdotto circa 48 Kcal (ogni cucchiaino di zuc-
chero contiene infatti circa 4 gr di zucchero e
ogni grammo di zucchero ha 4 Kcal). Se al posto
dei 3 cucchiaini di zucchero utilizzassimo 3 com-
pressine di dolcificante artificiale, che contengo-
no pressappoco 0 Kcal, avremmo risparmiato 48
Kcal, più o meno l’equivalente di mezza mela o
2 fette biscottate, un risparmio calorico tutto
sommato poco rilevante.
Tuttavia il problema non si limita solo all’introito
calorico, ma riguarda anche la diversa risposta
che il nostro organismo ha all’introduzione di un
dolcificante naturale e di uno artificiale.
I dolcificanti naturali appartengono alla catego-
ria degli zuccheri semplici, che in altre occasioni
e in una precedente rubrica di alimentazione,
abbiamo visto avere lo svantaggio di provocare
un rapido incremento dei valori glicemici (poiché
le molecole di zucchero sono rapidamente meta-
bolizzate e assorbite). I dolcificanti artificiali da
questo punto di vista sono scevri da questo pro-
blema, dal momento che conferiscono solo il
sapore dolce, senza essere realmente dei dolci.
Un possibile vantaggio di questa diversa influen-
za sulle variazioni della glicemia appare evidente
nei soggetti con diabete che sono tenuti a man-
tenere il più possibile nella norma le oscillazioni
della glicemia.
Tuttavia, se è vero che ridurre l’introito di zucche-
ri semplici con l’alimentazione ha diversi vantaggi
per tutti, non è altrettanto chiaro quale sia l’esat-
to vantaggio del sostituire lo zucchero comune
con i dolcificanti artificiali. Inoltre consumare dol-
cificanti artificiali fa realmente dimagrire?
Nel corso degli ultimi anni si sono susseguite
numerose segnalazioni circa possibili rischi lega-
11
I dolcificanti “naturali”sono sostanzepresenti in natura(nella frutta e nellaverdura soprattutto),come il fruttosio,il glucosio e il saccarosio.
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ti all’utilizzo dei dolcificanti artificiali, ma i
risultati contrastanti dei diversi studi clinici,
non consentono al momento di trarre risulta-
ti conclusivi. Le comunità scientifiche che si
occupano di sicurezza alimentare forniscono
comunicazioni rassicuranti in merito; pertan-
to si può ancora affermare che il consumo dei
dolcificanti artificiali, se fatto nel rispetto delle
dosi massime giornaliere raccomandate,
rimane sicuro.
Ma che cos’è la dose massima giornaliera rac-
comandabile? Siamo abituati a leggere questi
termini nei “bugiardini” dei farmaci, e per
molte sostanze sintetiche, compresi i dolcifi-
canti, valgono le stesse regole. Per dose mas-
sima raccomandabile si intende la dose che è
opportuno non superare nell’utilizzo di quel-
la sostanza, che nel caso dei dolcificanti è
variabile a seconda delle diverse molecole e si
misura in mg di sostanza per kg di peso cor-
poreo. Per esempio per l’aspartame, uno dei
dolcificanti maggiormente utilizzati, la dose
massima giornaliera raccomandabile è 40
mg/kg di peso corporeo; per fare un esempio
una donna di 50 kg può consumare massimo
2 gr di aspartame al giorno.
Solitamente si tratta di dosaggi piuttosto ele-
vati che difficilmente si raggiungono con il
solo dolcificante (in bustine o in compresse)
che utilizziamo per dolcificare le bevande.
Tuttavia dobbiamo tenere presente che ormai
i dolcificanti artificiali sono ovunque. Il merca-
to alimentare è pieno di prodotti cosiddetti
“light” creati con lo scopo di ridurre le quan-
tità di calorie che assumiamo giornalmente e
che contengono dolcificanti artificiali.
Pensiamo alle bibite, agli yogurt, ai biscotti
ecc. Quindi quando andiamo a calcolare la
dose pro chilo di peso corporeo che assumia-
mo, dobbiamo tener presente anche questo,
in particolare nei bambini in cui, essendo il
peso più basso, la dose massima giornaliera
permessa si abbassa notevolmente.
A tal proposito vorremmo ricordare che
l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti
e la Nutrizione (INRAN), sconsiglia l’utilizzo
dei dolcificanti artificiali fino al terzo anno di
età e durante la gravidanza e l’allattamento.
Quindi, fermo restando, fino a prova contra-
ria, la sicurezza di queste sostanze, se utilizza-
te secondo le indicazioni e con giudizio, e la
possibilità di risparmiare calorie (anche se
Il consumodei dolcificanti artificiali,se fatto nel rispettodelle dosi massimegiornaliere raccomandate,rimane sicuro.
ALIMENTAZIONE
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poche), cerchiamo di capire se il loro consumo
faccia effettivamente dimagrire. Su questo tema
negli ultimi anni sono emerse numerose segna-
lazioni, piuttosto interessanti e complesse, che
sembrerebbero addirittura attribuire all’utilizzo
dei dolcificanti l’aumento dei casi di obesità.
Anche se sembra un paradosso il fatto che intro-
ducendo meno calorie si ingrassa di più, il “truc-
co” sembrerebbe essere legato alla percezione
del sapore dolce che i centri del cervello percepi-
scono appunto quando si mangia aspartame e
che non corrispondono nella realtà alle calorie
realmente introdotte. Le prime ipotesi partirono
da osservazioni fatte sui maiali, i cui mangimi
venivano addizionati con dolcificanti artificiali
perché sembravano stimolarne l’appetito e quin-
di li facevano ingrassare di più rispetto agli ali-
menti non addizionati.
Da queste semplici constatazioni pratiche si è poi
passati a studi più complessi condotti su anima-
li, dai quali sembrerebbe essere confermata que-
sta ipotesi. Senza addentrarci troppo in dettagli
tecnici, si ipotizza che il corpo è come se non riu-
scisse più a regolare correttamente l’apporto di
calorie perché viene in qualche modo interrotto
il legame tra sensazione di dolcezza e cibo ricco
di calorie e quindi come reazione si è spinti a
mangiare di più e a prendere peso.
Ovviamente questi studi, per quanto interessan-
ti, rimangono ancora tutti da dimostrare, in par-
ticolare nell’uomo e quindi lungi dal voler far
passare il messaggio che utilizzare i dolcificanti
faccia ingrassare, tuttavia, in base a quello che
abbiamo detto e ai dubbi che ci possono aver
suscitato, chiediamoci se effettivamente è indi-
spensabile e ci convenga utilizzare i dolcificanti
artificiali. Se richiamiamo alla memoria le regole
della dieta mediterranea, presa a modello di uno
stile alimentare salutare, ricorderete che essa
Bocconcini di pollo al forno
INGREDIENTI PER 4 PERSONE• 250 g di petto di pollo• 1 uovo• 1 cucchiaio di latte• 100 g di pangrattato• 2 cucchiai d'olio extravergine di oliva• sale e pepe
PREPARAZIONE:Tagliare il petto di pollo in pezzetti di unpaio di centimetri di lato e salarli. Unire l'uovo, un cucchiaio di latte e unagrattugiata di pepe in un piatto e sbatterecon una forchetta. In un altro piatto versareil pangrattato. Passare i pezzetti di polloprima nell’uovo poi nel pangrattato. Disporre quindi i bocconcini di pollo in unateglia ricoperta di carta forno con un filo diolio. Infornare a 180° con cottura ventilataper 15 minuti circa, girando a metà cottura.Servire caldi.
Valori nutrizionali (approssimativi) a porzione: Calorie: 220 KcalCarboidrati: 10 gProteine: 20 gGrassi: 8 g
Il consumo dei dolcificanti artificiali, se fatto nel rispetto delle dosi massime giornaliere raccomandate, rimane sicuro.
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IL NUOVO PORTALE È ON LINE!
www.glunews.net
ALIMENTAZIONE
prevede comunque l’introduzione di piccole
quantità di zuccheri semplici e quindi, come
abbiamo detto anche in altre occasioni, i dolci
non sono alimenti vietati in assoluto. I dolcifi-
canti naturali (come il saccarosio) vanno utiliz-
zati con moderazione, in particolare in chi ha
il diabete, dal momento che possono provo-
care aumento rapido dei valori glicemici; tut-
tavia, se vengono consumati nell’ambito di
un pasto, magari ricco di fibre, tale impenna-
ta della glicemia viene attenuata.
Nell’alimentazione abituale le fonti più impor-
tanti di zuccheri semplici sono la frutta, i dolci e
le bevande dolci. Il consiglio è moderare il con-
sumo di alimenti e bevande dolci nella giorna-
ta, in modo da non superare la quantità di zuc-
cheri consentita, preferendo tra i dolci i prodot-
ti da forno più semplici, come i biscotti o le torte
non farcite, che contengono meno grassi e zuc-
cheri e consumandoli, possibilmente, nell’ambi-
to o al termine di un pasto. Attenzione anche a
tutti gli alimenti marcati con “senza zuccheri
aggiunti”. Magari non è stato aggiunto zucche-
ro vero e proprio (saccarosio) ma succo d’uva o
altro, che sempre zuccheri sono! Infine, se si
desidera consumare alimenti e bevande dolci
dolcificati con edulcoranti artificiali, facciamo
attenzione all’etichetta sul tipo di edulcorante
usato e se possibile alle quantità, in modo da
non superarne la dose raccomandata.
Registrati ed entra“In cucina con GLUNews”.
Qui puoi trovarela ricetta più adatta
al tuo regime alimentare!
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Per cena sono solito mangiare, come primo, un piatto di minestrone utilizzando le con-fezioni surgelate in vendita nei supermercati ed aggiungendo soltanto un cucchiaio diolio di riso. Sono diabetico e soffro di ipertensione arteriosa (145/85 mmHg) ed horecentemente sentito alla radio che il minestrone accentua l'ipertensione. Gradireisapere se tale affermazione corrisponde a verità.
Consumare il minestrone è una buona abitudine, perché consente di introdurre una buonaquota di fibre, è riempitivo e poco calorico e, come nel suo caso, se non aggiunge pasta o riso,ha anche poca influenza sui valori glicemici (però bisogna anche vedere cosa mangia “di secon-do”). Se nel minestrone si aggiunge il dado oppure se si condisce con troppo sale, si può con-tribuire al rialzo della pressione se si soffre di ipertensione arteriosa, perché il sale da cucina e ildado contengono quantità di sodio (il principale sale che contribuisce alla pressione arteriosa),ben superiori alle verdure del minestrone. Per farle un esempio pratico 100 gr di bieta (checomunemente è presente nel minestrone), contiene circa 170 mg di sodio, ma 1 cucchiaino disale da cucina contiene circa 4 gr di sodio e 1 dado da cucina all'incirca 5 grammi, decisamen-te molto superiore alle sane verdurine!!!
Ho scoperto di avere il diabete da qualche mese, il mio medico mi ha detto di curarel’alimentazione prima di iniziare, eventualmente, i farmaci. Da qualche settimana,cerco di stare attento. Se la sera vado a cena fuori e mangio pizza o pasta, è chiaro chela mattina dopo mi sale la glicemia; ma durante la settimana cerco davvero di stareattento. Quasi tutte le sere mangio enormi minestroni, senza pasta o riso, ma la mat-tina la mia glicemia rimane sempre alta (in media 130). Ho provato con delle insalate:lo stesso. Devo provare a digiunare? Forse è colpa del minestrone? Oppure devo man-giare altro? E perché pizza o minestrone mi danno le stesse glicemie?
La glicemia alta al mattino non dipende solo dall’alimentazione. In tutti, non solo in chi ha il dia-bete, durante le prime ore del mattino vengono prodotti ormoni con diverse azioni, tra cui quel-le di aumentare la pressione e la glicemia (quest’ultima stimolando la produzione di glucosio daparte del fegato). È come se il nostro corpo si preparasse al risveglio. In chi ha il diabete il fega-to rilascia più glucosio del necessario e questo in modo totalmente indipendente da quello chesi è mangiato la sera prima. Non sempre è facile contrastare questa produzione di glucosio daparte del fegato, ci sono dei farmaci e ci si può aiutare facendo esercizio fisico e cercando diridurre il grasso addominale. Non misuri solo la glicemia al mattino a digiuno, ma, talvolta,anche prima e due ore dopo i pasti. Se durante il giorno le glicemie sono buone, 130 mg/dL almattino può essere accettabile. Controlli l’emoglobina glicosilata e ne parli con un diabetologo.
Chiedi al Professore è un servizio di GLUNews offerto a tutti i suoi abbonati, che possono porre i loro quesiti alla nostra Redazione Scientificatramite il sito www.glunews.it. Le domande più cliccate verranno riportate sulla rivista in forma anonima in modo da essere un utile supporto suproblematiche condivise.
Hai dubbi sul diabete? Corri a registrarti su glunews.it e Chiedi al Professore!
Il servizio non vuole in alcun modo interferire o sostituirsi alle indicazioni terapeutico/cliniche dei medici di riferimento, ma offrire un utile strumentodi informazione dedicato a fornire spiegazioni maggiormente dettagliate e specifiche su problematiche legate alla corretta gestione del diabete.
CHIEDI AL PROFESSORE
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16
SPORT
Poche sono le cose che creano veri ostacoli all'uomo,
spesso nemmeno le condizioni fisiche e di salute riescono
a fermarlo, figuriamoci poi se ci può riuscire il diabete!
Fa parte della natura umana andare sempre più oltre ad
ogni limite, in ogni cosa, in ogni campo, ed è proprio
grazie a questa prerogativa che dobbiamo le scoperte
dell'uomo, scoperte che hanno permesso di conoscere il
mondo in cui viviamo.
Ma non è bastato scoprire che la terra è rotonda, l'uomo
l'ha camminata e navigata tutta, l'ha scavata, ci è anda-
to dentro, è sceso nei suoi cunicoli, anche quelli natura-
li, e poi si è alzato in volo, l'ha sorvolata, ci ha girato
intorno, ed ha persino esagerato, si è allontanato da lei
ed è arrivato alla luna! Tutto questo grazie alla sua teme-
rarietà, al suo coraggio e qualche volta, grazie anche alla
M. Daghero
Gli sport estremi.
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sua incoscienza. Ma questo è l'uomo, è la sua
natura, in alcuni un po’ celata, in altri forse
anche esagerata!
Ed è così che anche nello sport, oltre a sempli-
ci discipline sportive che aiutano a passare il
tempo libero in tutto relax, anche chi ha il dia-
bete ama cimentarsi in sport definiti "Estremi",
sport che fanno provare emozioni forti, sport
che lanciano sfide, prove di coraggio, sport che
portano al brivido!
Può sembrare strano, ma se ci pensiamo bene,
molti di noi possono ricordare il brivido prova-
to da piccoli su un'altalena, un brivido spesso
cercato addirittura con un capriccio, un brivido
che ad alcuni lasciava per un attimo senza fiato,
ad altri liberava un grido di felicità, ma per
quasi tutti un brivido vissuto con gioia!
L'uomo cresce, si fa adulto e, se nella quotidia-
nità è costretto ad affrontare impegni e doveri,
la ricerca di quel brivido non lo ha abbandona-
to e siccome in ogni cosa riesce a crearsi l'im-
barazzo della scelta, a sua disposizione ha un
bell'elenco di audaci sport di terra, di acqua e
di aria, tanto per poter continuare a cammina-
re, navigare e volare, tanto per continuare ad
essere temerario, per provare quel misterioso
brivido e misurarsi con il coraggio!
SPORT ESTREMO E DIABETE.Già, provare il brivido, ma se da bambini l'età
consente e giustifica una genuina incoscenza,
da adulti si deve essere sempre ben consapevo-
li dei rischi che si corrono, anche quando
vogliamo "immunizzarci alla paura" dedican-
doci ad attività sportive estreme.
Alcuni degli sport citati in questo articolo sono
considerati estremi in quanto richiedono
dispendio di energie particolarmente elevati, ma
comunque affrontabili con un'adeguata prepa-
razione fisica, altri invece, si meritano l'appella-
tivo di "Estremo" proprio perché portano chi li
pratica ad affrontare condizioni di rischio totale,
situazioni dove oltre alla forza fisica entrano in
gioco gli stimoli emotivi della persona, stimoli
che scatenano repentine reazioni agli organi
vitali, spesso esagerate ed imprevedibili. Le spe-
cifiche attrezzature che pur rivestono una fon-
damentale importanza tanto nella specificità
quanto nella qualità, non sono sufficienti per
affrontare sport estremi. Un'accurata visita
medica che ne possa accertare l'idoneità è il
primo passo da fare e nel caso di sportivi con
diabete è bene valutare tutte le possibili compli-
canze che ne potrebbero derivare, quindi affian-
care alla medicina sportiva anche e soprattutto
il fondamentale giudizio del diabetologo.
LO SAPEVATE CHE...
Negli sport estremi la produzionedi adrenalina è decisamente piùalta che in altre discipline sportive.Ma l'adrenalina è un ormone cheha effetti contrari all'insulina e pro-voca l'innalzamento della glicemia!
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SPORT
SPORT ESTREMI IN ACQUA SPORT ESTREMI IN MONTAGNA
Cavalcata delle onde in equilibrio su di una tavola.
Sulla tavola, più larga che nel semplice surf, compare una vela che permette evoluzioni sull'acqua.
La tavola riduce le sue dimensioni e si aggiunge una vela/aquilone che permette salti sull'acqua.
Cavalcata delle onde usando solo il proprio corpo.
Discesa di rapide su di un gommone.
Discesa di cascate e torrenti muniti di tuta in neoprene, casco, giubbetto, ganci e corde.
Scalata con l'ausilio di attrezzatura tecnica.
Scalata libera a mani nude.
Scalata di cascate di ghiaccio.
Estenuanti corse in montagna su percorsi accidentati e con ogni condizione meteorologica.
Sci alpino e snowboardfuori pista.
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SPORT ESTREMI IN MONTAGNA SPORT ESTREMI IN VOLO SPORT ESTREMI IN MOTO, BICI E...
Salto da un aereo muniti di paracadute.
Decollo da un pendio con un paracadute particolare che consente di gestire velocità e direzione.
Volo con grandi aquiloni, alcuni anche muniti di motore.
Lancio nel vuoto indossando un'imbracatura legata ad un cavo elastico.
Lancio nel vuoto da una struttura fissa ed atterrare con un paracadute.
Gare su particolari percorsi sterrati.
Acrobazie e salti con la motocicletta seguendo particolari percorsi.
Gare in biciletta su particolari percorsi sterrati.
Gare con Mountain Bike in discesa su percorsi sterrati.
Skateboarding praticato per strada, su elementi di arredamento urbano (marciapiedi, scalinate, scorrimano) o rampe.
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ATTUALITÀ
Oggi quando si ha bisogno di qualche informazione,
prima ancora di chiedere agli esperti o a chi sappiamo
possa darci la risposta, ci siamo abituati a cercare su
internet. Perché più veloce, meno impegnativo rispetto
al contatto diretto e, a volte, anche più divertente.
I medici e, ancor di più, i diabetologi sono spesso alle
prese con pazienti che arrivano nei loro studi, armati di
iPad o stampate di pagine internet, a chiedere spiega-
zioni o ragguagli rispetto alle loro scoperte virtuali.
Spesso, per fortuna dei medici, si tratta di confermare
e corroborare le informazioni riportate su questi docu-
menti, ma capita non di rado di dover smontare delle
teorie paramediche o new age che possono avere
rischiose conseguenze, se messe in pratica, sulla salute
Diabete e internet:
un mondo virtuale non sempre virtuoso.
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del paziente, convinto di aver trovato una
soluzione efficace ai suoi problemi di salute.
Un caso eclatante è quello delle nuove diete
che promettono risultati eccezionali in poco
tempo e senza grossi sforzi.
Soprattutto in caso di diabete possono risul-
tare molto pericolose perché mettono a
repentaglio il già difficile equilibrio metaboli-
co che con tanti sforzi si cerca di raggiungere
adattando alimentazione, attività fisica e tera-
pie farmacologiche alla situazione personale
di ogni persona con diabete.
SE CERCHI TROVI...COMUNQUE!Qualunque cosa cerchi, trovi sempre qualco-
sa: è questo il primo segreto del successo dei
motori di ricerca (Google, Yahoo, Bing...).
Sono innanzitutto una risorsa inesauribile e in
continuo e costante aggiornamento di infor-
mazioni e indicizzazione di contenuti.
Ora non ci resta che capire però “cosa abbia-
mo trovato?” e per scoprirlo dobbiamo spul-
ciare tra i risultati ottenuti almeno sulla prima
pagina e non sempre si ha la fortuna di capi-
tare sul sito giusto al primo tentativo.
Tanto più quando si cercano materiali virtuali
particolari e autorevoli, come nel caso specifi-
co del diabete, dell’alimentazione e della
salute in generale.
Spesso capita che le informazioni scientifica-
mente autorevoli siano sufficientemente
incomprensibili agli occhi di un “non medico”
(magari perché in inglese, come gli studi clini-
ci, o per il linguaggio estremamente tecnico
che utilizzano) e che, invece, le informazioni
appetibili e affascinanti nella forma (perché
sintetiche, colorate e d’impatto) risultino
prive di ogni fondamento scientifico o, addi-
rittura, dannose per la salute.
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Non a caso l’impegno redazionale di
GLUNews è proprio offrire una giusta via
di mezzo fra questi due estremi: fornire
informazioni puntuali, corrette e aggiorna-
te in modo sintetico, comprensibile e
anche piacevole.
Ricordate che esiste www.glunews.net
dove potrete trovare quello che cercate a
proposito di diabete e, se non lo trovate,
segnalatecelo!
IL WEB, I SUOI STRUMENTIE LE PERSONE.Per navigare usiamo ormai diversi strumen-
ti che si accomunano solo (e chissà per
quanto ancora varrà questa comunanza)
per il fatto che osserviamo il web attraver-
so un monitor, da quello del computer di
casa a quello dei telefonini di ultima gene-
razione (gli smartphone), passando per i
tablet e tutti i dispositivi portatili dotati di
accesso alla rete.
Può sembrare superfluo, ma l’accesso alla
rete in movimento, tramite apparecchiature
mobili è un enorme risorsa per tutti e in par-
ticolar modo per coloro che davvero neces-
sitano di risposte in tempo reale indipenden-
temente da dove si trovino fisicamente, pro-
prio come le persone con diabete.
Per questo motivo si stanno diffondendo
tutta una serie di declinazioni portatili per
ogni tipo di contenuto o servizio virtuale
sotto forma di App, WebApp, siti che si
sviluppano in versione mobile prima anco-
ra che nella versione tradizionale, imple-
mentando tutto ciò che questi nuovi stru-
menti portatili mettono a disposizione: dai
servizi di geolocalizzazione alla messaggi-
stica privata.
Anche GLUNews avrà presto una sua
dimensione portatile dedicata, in modo da
essere sempre a disposizione dei suoi letto-
ri con i suoi servizi, i suoi strumenti e le sue
rubriche, anche se già da oggi è possibile
fruire dei contenuti del portale attraverso
qualunque dispositivo dotato di accesso
alla rete: perciò restate sintonizzati su
www.glunews.net e fateci sapere cosa,
secondo voi, è ancora da fare per migliora-
re il servizio dedicato alle persone con dia-
bete e ai loro famigliari!
ATTUALITÀ
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Tutte le novità di GLUNews.net
Hai un dubbio particolare sul diabete? Chiedi al professore!1
Scrivi al professore le tue richieste ed i tuoi
dubbi, riceverai in poco tempo una risposta
precisa e corretta, redatta dalla nostra reda-
zione scientifica guidata dal prof. Andrea
Giaccari. Le tue domande potrebbero servi-
re anche ad altri lettori ed è per questo che,
chiediamo il permesso di pubblicarle in
forma anonima!
Cos’è? Capire il diabete dalla A alla Z. 2
Un utile glossario sempre in aggiornamento che
fornisce rapide e sintetiche definizioni alla termi-
nologia medico-scientifica. È possibile scaricarlo
gratuitamente in formato ebook, sfogliarlo on-line
oppure consultarlo sul nostro portale sfruttando il
nostro motore di ricerca. Siamo anche riusciti ad
integrarlo con i nostri articoli, in modo che sempli-
cemente passando con il mouse sulla parola, com-
parirà un discreto pop-up con la sua definizione.
In cucina con GLUNews.3
Cerchi una ricetta? Su internet ne troverai a
bizzeffe, ma quanti siti ti mettono a disposi-
zione la possibilità di cercare in base ai valo-
ri nutrizionali come i famigerati carboidrati, i
grassi, le proteine, le calorie e le fibre?
Cerca nel nostro ricco DataBase con più di
280 ricette quella che fa per te, in base alle
tue esigenze nutrizionali!
Le Novità dalla Rete.4
Sulla nostra homepage trovi una selezione
accurata e aggiornata in tempo reale delle
maggiori novità sul mondo del diabete pro-
venienti dai maggiori ed autorevoli canali
editoriali nazionali.
Trova il Centro Anti Diabete (CAD) più vicino.5
Non è sempre facile capire a chi rivolgersi e
soprattutto dove trovare dei punti di riferi-
mento sanitari sul proprio territorio e nella
propria zona. Su GLUNews trovi le mappe
ed i contatti aggiornati dei maggiori Centri
Anti Diabete sul territorio nazionale.
GLUNews è su Facebook.6
Area download.7Se sei un appassionato di social network ci
trovi anche su Facebook e Twitter.
Su GLUNews trovi un ricco archivio di documenti disponi-
bili per un immediato download sotto forma di comodi pdf
interattivi che puoi stampare o archiviare su dispositivi
mobili e portarli con te. Dalle schede sportive alle lettere
per l’estero fino ai certificati.
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i servizi che GLUNews mette a disposizione dei suoi abbonati. www.glunews.net
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CAPIRE LE ANALISI
La creatinina è una sostanza che deriva dal
metabolismo (cioè dalla degradazione)
della creatina.
La creatina è una proteina che si trova nei
muscoli scheletrici ed è fondamentale per i
processi che portano al movimento e alla
contrazione muscolare dal momento che
ha la funzione di immagazzinare energia
nel muscolo.
Nel corso delle reazioni energetiche che
avvengono durante la contrazione musco-
lare, per esempio, una parte della creati-
na stessa viene trasformata, con una rea-
zione irreversibile, in creatinina che passa
nel sangue e viene poi eliminata tramite i
reni. La concentrazione di creatinina nel
sangue (la creatininemia) può essere
dosata e viene espressa in mg di creatini-
na per dL.
Essendo un prodotto di degradazione della
creatina muscolare, la quantità di creatinina
prodotta dall’organismo è proporzionale
alla massa muscolare.
La produzione giornaliera di creatinina è
abbastanza costante in condizioni fisiologi-
che (cioè in condizioni di normalità), men-
tre può aumentare in caso di malattie o
traumi dei muscoli scheletrici e la sua con-
centrazione nel sangue, legata alla elimina-
zione renale, ha variazioni modeste da un
La creatinina.
A. Giaccari
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giorno all’altro.
In caso di riduzione della funzionalità renale
la creatininemia aumenta e nella pratica clini-
ca il suo dosaggio viene utilizzato come indi-
ce di funzionalità renale.
Tuttavia nei soggetti in cui, parallelamente
alla riduzione della funzione renale, si ha
anche una riduzione della massa muscolare
(come accade per esempio negli anziani), la
creatininemia può rimanere nella norma.
Per esempio, un valore di 1,2 mg/dL in un
soggetto con masse muscolari molto svilup-
pate può essere espressione di una normale
funzione renale, ma può al contrario
“mascherare” una franca insufficienza renale
in un soggetto con scarsa massa muscolare.
In questi casi il dosaggio della sola creatinina
nel sangue non è un indice attendibile di fun-
zionalità renale. Un’alternativa più affidabile
rispetto al semplice dosaggio della creatinine-
mia è il dosaggio della clearance della creati-
nina nelle 24 ore (cioè la velocità di elimina-
zione della creatinina).
La clearance della creatinina (o creatinina
clearance) tiene conto sia del dosaggio della
creatinina nel sangue che della quantità di
creatinina escreta nelle urine delle 24 ore.
Pertanto per effettuare il dosaggio della crea-
tinina clearance è indispensabile effettuare la
raccolta delle urine delle 24 ore.
Nella medicina moderna, tuttavia, risulta
molto più pratico ed affidabile il calcolo della
GFR (glomerular filtration rate o tasso di fil-
trazione glomerulare) attraverso alcune for-
mule facilmente riscontrabili su internet e
conosciute da tutti i medici.
Il risultato così calcolato (che tiene conto di
età, peso e spesso anche altri parametri) per-
mette una vera stima di come funziona il
rene. È normale per valori superiori a 90
ml/min; molto preoccupante quando scende
sotto valori di 30 ml/min.
25
Nella medicina moderna risulta molto più affidabile il calcolo della GFR (glomerular filtration rate) attraverso alcune formule facilmente riscontrabili su internet e conosciuteda tutti i medici.
glunews N.11:Layout 1 18-06-2012 14:44 Pagina 25
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Il mondo della diabetologia negli ultimi anni ha visto l’in-
gresso sul mercato di numerosi glucometri di diverse
marche e dalle funzionalità più disparate.
Il diabetologo ha quindi la possibilità di scegliere per
il proprio assistito tra una miriade di strumenti: ma
quali caratteristiche deve avere un glucometro per
garantire al diabetologo una gestione ottimale del
paziente con diabete?
Senza dubbio l’efficacia dell’automonitoraggio glicemico
è “operatore-dipendente”: il coinvolgimento, la motiva-
zione, il gradimento dello strumento da parte di chi lo
deve utilizzare più volte al giorno condizionano l’appro-
priatezza, la regolarità e la continuità dei controlli: tutto
ciò non può che ripercuotersi sull’utilità clinica di questa
metodica, cioè sulle indicazioni e le scelte terapeutiche
STRUMENTIDI MISURAZIONE
D. Rindone
Autocontrollo glicemico:
un’esperienza “su misura”.
glunews N.11:Layout 1 18-06-2012 14:44 Pagina 26
che il diabetologo condividerà con il suo
paziente. Il glucometro è uno strumento utile a
controllare nell’immediato la situazione glice-
mica, ma ancor più nel monitorare lo stato di
avanzamento e l’adeguatezza delle scelte del
diabetologo.
Il glucometro deve essere, quindi, prima di
tutto affidabile nel presentare un dato sempre
accurato ed avere una semplicità tecnologica
che permetta al paziente di utilizzarlo al massi-
mo delle proprie potenzialità con il minor
rischio possibile di errore manuale.
UN’ESPERIENZA “MULTITASKING”Innovativi sistemi aggiungono, poi, tantissime
funzioni utili che possono essere attivate a
discrezione del paziente e delle sue esigenze in
modo tale da rendere lo strumento esattamen-
te a sua misura.
Oltre, infatti, ad importanti caratteristiche,
prima fra tutte l’assenza di calibrazione, nei
nuovi dispositivi si può, ad esempio, visua-
lizzare il grafico degli ultimi risultati entro
un range di glicemia minima e massima
personalizzabile; esistono dei marker che
caratterizzano i test aiutando l’inter-
pretazione del diario glicemico
durante le visite diabetologiche,
visualizzano direttamente la media
dei risultati, che è sempre più este-
sa (fino a 90 giorni) dando la possibi-
lità di distinguere chiaramente quella
dedicata ai test pre/post prandiale e dopo
attività fisica.
Ci sono anche altre funzioni come i timer,
che possono quantificare il tempo trascorso
tra l’ultimo pasto consumato ed il test; allarmi
visivi per le ipoglicemie che segnalano al
paziente la situazione potenzialmente perico-
losa per poter intervenire per tempo.
Funzioni che ricordano al paziente quando le
strisce utilizzate sono scadute, display lcd retroil-
luminati e led situati nella fessura di inserimen-
to striscia, per semplificare le operazioni di
visualizzazione ed esecuzione del test glicemico.
Oggi con i glucometri di ultima generazione è
possibile quindi un’esperienza “Multitasking”
dedicata a tutte le persone a cui è consigliato
l’utilizzo di questi strumenti terapeutici: dal
diabetico anziano di tipo 2 che richiede princi-
palmente semplicità d’uso, fino all’insulino
trattato che necessita di tutte le funzionalità
avanzate del prodotto.
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DIABETENIGMISTICA
Sindrome Metabolica è il nome di un gruppo di fattori di rischio che aumentano la possibilità di malattiecardiovascolari. Se volete sapere quali sono, risolvete il cruciverba e li scoprirete nelle caselle verdi.
ORIZZONTALI1 Lo sport più popolare... che fa bene alle ossa - 6 In casa - 8 È magnetico nella bussola - 12 Regione storica dellapenisola indocinese - 14 Iniziali di Cruise - 16 Corone di fiori - 19 Laser Disc - 20 In seguito, in un secondo tempo- 22 Portare al sicuro o riprendere possesso - 25 È importante tenere sotto controllo quella arteriosa - 28 Il liquo-re di... lunga vita - 29 Quella della vita dovrebbe rimanere entro 94 cm. per gli uomini e 80 cm. per le donne -31 Grosseto - 32 Una molecola lipidica prodotta dall’uomo che può essere... buona o cattiva - 33 La Montez bal-lerina e avventuriera ottocentesca - 35 Scossa in centro - 37 L’Agnese di “Nuovo Cinema Paradiso” - 38 La formapiù antica da cui deriva una parola - 40 Fine di articoli - 45 Trasformano Novara in Nocera - 46 La prima parte diieri - 47 È proverbiale quella di Achille - 48 Al di sopra... all’inglese - 49 Lo stato con Mascate - 52 Ordine di SanBenedetto - 54 Vi morì Giuseppe Garibaldi - 56 Albero da frutto - 57 Imprenditori... librari - 60 Fine di rinvii - 61Imperia - 62 Istituto Nazionale Esportazioni - 63 Un valore... “dolce” da tenere sempre sotto controllo - 64Sostanze corrosive - 66 Decolorare i capelli - 67 Elisabetta, ex “velina”.
VERTICALI1 Uno strumento dotato di specchi che dà luogo a disegni simmetrici - 2 “E” per gli inglesi - 3 Luna senza pari - 4Corrente Anno - 5 Cospargere di gocce - 7 Parti di poesie - 9 Grosso uccello migratore - 10 Trasmissione televisi-va in molte puntate - 11 La Nevada è in Spagna - 13 Piccole vesciche che contengono enzimi - 15 Livide o malin-coniche - 16 Acqua addizionata di anidride carbonica - 17 Un principe del Negus - 18 I grassi alimentari che pos-sono essere saturi o insaturi - 21 Sconcio, immorale - 23 Medicamento... adesivo - 24 Vi è la stanza poco illumina-ta - 25 Il Partito Comunista di Mao Tse Tung (sigla) - 26 Michele che ha interpretato in TV la... versione giovaniledel commissario Montalbano - 27 Interno in breve - 30 Il nome del regista Kazan - 34 Si schiacciano nel frantoio -36 Werner, fondatore di una delle più grandi aziende elettrotecniche tedesche - 39 La farina più fine - 41 La terzasinfonia di Beethoven - 42 Corso di perfezionamento post-universitario - 43 Leggera corazza dei soldati romani -44 Il terzo moschettiere - 50 Il dio Marte presso i Greci - 51 Frutti col picciolo - 53 Aste incernierate agli alberi dellevele - 54 Colpo di manovella che dà inizio alla ripresa cinematografica - 55 Da quello del Re nasce il Po - 58 Unrintocco di campana - 59 Le hanno ricchi e poveri - 63 Iniziali di Gaber - 65 Quarantanove in numeri romani.
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Soluzione “La parola magica”:La parola da indovinare è zucchero; (lo zucchero filato è quello cotto eridotto in fili sottili; la carta da zucchero è quella spessa di colore azzurrointenso; lo zucchero in quadretti o zollette; “Donne” è uno dei primigrandi successi del cantautore Zucchero; lo zucchero a velo è quellofinissimousato in pasticceria; la canna da zucchero è una pianta erbacea da cui siricava lo zucchero).
Soluzione L’aforism:Le scimmie non sono molto intelligenti. Ne conosco una che studiaastrofisica però è fuoricorso.
Nelle caselle verdi inserite la parola che risponde alla definizione: l’ormone antidiabetico prodotto dalle isole del pancreas. Riportate poi nello schema sottostante le lettere (a numero uguale lettera uguale) e completatelo con quelle mancanti. A soluzione ultimata si leggerà una spiritosa considerazione del medico e autore comico Egidio Morretti.
497618523
386925174
215473896
978536412
124897635
563241789
652789341
839164257
741352968
La parola magica
Le sei parole qui a lato possonoessere collegate, per associazionedi idee, a una settima parola chesta a voi individuare.
Quale?
Sudoku
6 5 3
8 7
4 9
9 3 2
2 4 7
6 3 1 8
6 1
8 3 9 5
4 1 2
L’aforisma
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Uno studio realizzato all’Università della Tasmania su 1900 persone hadimostrato che esiste correlazione fra l’abitudine al “take away” e pato-logie cardio-metaboliche. Oltre a confermare l’esistenza di una forte rela-zione fra il consumo di cibi da asporto e lo sviluppo di adiposità si eviden-zia soprattutto come le cattive abitudini alimentari aumentino il rischio dipatologie come il diabete. Dai test sanguigni risulta inoltre che nelledonne si riscontrino livelli di glicemia più elevati che negli uomini.FONTE: EUROPEAN JOURNAL OF CLINICAL NUTRITION
Il cibo ‘take away’ e le patologie cardio-metaboliche: esiste una relazione?
È previsto per il 2012 il primo test clinico negli Stati Uniti sull'uomo con cel-lule staminali embrionali per la cura del diabete".L'annuncio arriva da Camillo Ricordi, esperto mondiale nel trapianto di cellu-le pancreatiche e direttore del Diabetes Research Institute di Miami.La sperimentazione sarà coordinata dall'azienda statunitense Viacyte.Il via alla sperimentazione sull'uomo arriva dopo i risultati ottenuti su cavieanimali, dove si è osservato che le staminali embrionali sono infatti riuscite acurare il diabete. L'obiettivo di arrivare ad una cura per il diabete attraversoanche il trapianto di staminali embrionali resta però una questione moltodibattuta. Secondo vari esperti, infatti, vanno considerati, oltre alle implica-zioni morali per un tale utilizzo, anche i possibili rischi legati a insorgenza ditumori correlati a tali cellule.Lo stesso Ricordi esprime delle perplessità: "Ritengo più opportuno, in que-sto campo, l'utilizzo di cellule staminali adulte, con le quali stiamo facendopassi importanti, questo non per motivazioni di carattere etico, ma perchécon il trapianto di staminali adulte, prelevate dal paziente stesso, si elimine-rebbero gravi problemi di rigetto. Rischio che invece sussiste nell’utilizzo dicellule staminali embrionali”.
Al via test clinico per staminali contro il diabete
DOLCI CURIOSITÀ
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Al via test clinico per staminali contro il diabete
Ernest Hemingway nasce il 21 luglio 1899 a Oak Park. Dopo la laurea nel 1917, inizia la sua carriera di scrittore come reporterper il “The Kansas City Star”. Si arruola, nella prima guerra mondiale, come soldato volontario ma,escluso dai reparti combattenti per un difetto alla vista, viene lui affidatol’incarico di autista di autoambulanza sul fronte italiano, dove viene feritonel luglio del 1918.
Tornato a casa nel 1920 ricomincia a scrivere come libero professionista ecorrispondente dall'estero. Nel 1921 sposa Hadley Richardson, la sua prima moglie. Nel dicembredello stesso anno, lascia Chicago e si trasferisce a Parigi, dove pubblica ilsuo primo libro “Tre Storie e dieci poesie”.
Nel 1923, lascia la Francia e si trasferisce a Toronto, in Canada, dove scri-ve opere come “The Sun Also Rises” e “Men whithout Women”. Divorziae sposa in seconde nozze Pauline Pfeiffer, trasferendosi con lei a KeyWest, in Florida, dove scrive “Addio alle armi”.
Tra il 1935 ed il 1937 vive alle Bahamas dove scrive “To Have and Havenot” e termina “Le nevi del Kilimangiaro”. Si trasferisce poi in Spagna per documentare la guerra civile spagnola, sisepara da sua moglie Pauline e si risposa con Martha Gellhom. Nel feb-braio del 1939 va a Cuba e scrive “Per chi suona la campana”. Corrispondente nella seconda guerra mondiale in Europa, divorzia daGellhorn e sposa la sua quarta moglie, la gallese Mary. Nel 1953 riceve il Premio Pulitzer e l’anno successivo il premio Nobel perla letteratura.
Il 21 gennaio 1954, l'aereo partito da Nairobi sul quale viaggia con lamoglie, per evitare uno stormo di uccelli, colpisce un filo del telegrafo etenta un disastroso atterraggio di emergenza in Uganda. Con una spalla rotta, Hemingway e la moglie trascorrono la notte all'ad-diaccio. Recuperati dai soccorsi il giorno dopo, vengono portati a Butiaba,ma nel tentativo di raggiungere Entebbe, l'aereo prende fuoco e lo scrit-tore, cercando di sfondare un portello con la testa, subisce gravi danni fisi-ci dai quali non si riprende mai più.
Tormentato dall’ipertensione, dal diabete e da problemi al fegato, compa-iono problemi psichici sempre più gravi. La mattina della domenica del 2luglio 1961 Hemingway si uccide sparandosi alla tempia. Il suo corpo èsepolto nel cimitero di Ketchum.
Ernest Hemingway
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