Gli schiavi delle Favelas Italia muoiono al sole come bestie.

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Tiratura: 112.773 Diffusione: 66.122 Lettori: 453.000 Dir. Resp.: Marco Travaglio Servizi di Media Monitoring Sezione: QUADRO ECONOMICO E POLITICO Foglio: 1/ 5 Estratto da pag.: 2 Edizione del: 08/08/15 Peso: 1-10%,2-81%,3-81% 136-105-080 Il presente documento è ad uso esclusivo del committente. IL REPORTAGE Nelle campagne di Puglia: pomodori e mafia "Noi, le braccia del Gran Ghetto tra caporali e una fine da bestie" o RODANOAPAG.2-3 Il dormitorio di Brindisi Gli schiavi delle Favelas Italia muoiono al sole come bestie L'altra Africa Ecco la Puglia dello sfruttamento: buste paga false, braccianti ammassati nelle baracche. E i caporali si arricchiscono » TOMMASO RODANO inviat o a Brindisi T rentasette gradi. II sole brucia l'asfalto, la terra rossa del Sa- lento e le sue lunghe file di ulivi. Nardo, provincia di Lecce, e una delle capitali del lavoro nero. Un bacino i- nesauribile di schiavi con- temporanei. L'estate salen- tina non appartiene solo ai turisti. Le notti sono dei ca- porali. Escono all'alba, riem- piono le loro auto come sca- tole di sardine e portano i braccianti nei campi, dove raccolgono le angurie e i po- modori che finiscono nei su- permercati, nelle industrie di trasformazione e sulle ta- vole italiane. Nove, dieci,do- dici ore di lavoro per una manciata di monete. Tre eu- ro e mezzo per riempire una cassetta da tre quintali. Yvan e il primo sciopero dei migranti di Nardo Yvan Sagnet cammina sul confine della vecchia mas- seria Boncuri. E nato a Do- uala, in Camerun, trent'anni fa. Arna !'Italia dai mondiali del '90, quelli in cui i "leoni indomabili" di Roger Milla e Oman Biyik fecero impazzi- re di gioia tutto il continen- te. Ha attraversato ii mare per studiare a Torino, quan- do ha perso la hors a di studio si e trovato a raccogliere po- modori a Nardo. Era ii 2011. Yvan, africano colto e cre- sciuto in una famiglia bene- stante, non sopportava le in- giustizie colossali, spudora- te nei confronti dei lavora-

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Sezione: QUADRO ECONOMICO E POLITICO Foglio: 1/5Estratto da pag.: 2

Edizione del: 08/08/15

Peso: 1-10%,2-81%,3-81%136-105-080

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IL REPORTAGE Nelle campagne di Puglia: pomodori e mafia

"Noi, le braccia del Gran Ghetto tra caporali e una fine da bestie"

o RODANOAPAG.2-3

Il dormitorio di Brindisi

Gli schiavi delle Favelas Italia muoiono al sole come bestie

L'altra Africa Ecco la Puglia dello sfruttamento: buste paga false, braccianti ammassati nelle baracche. E i caporali si arricchiscono

» TOMMASO RODANO

inviato a Brindisi

T rentasette gradi. II sole brucia l'asfalto, la terra rossa del Sa­lento e le sue lunghe

file di ulivi. Nardo, provincia di Lecce, e una delle capitali del lavoro nero. Un bacino i­nesauribile di schiavi con­temporanei. L'estate salen­tina non appartiene solo ai turisti. Le notti sono dei ca­porali. Escono all'alba, riem­piono le loro auto come sca­tole di sardine e portano i braccianti nei campi, dove raccolgono le angurie e i po-

modori che finiscono nei su­permercati, nelle industrie di trasformazione e sulle ta­vole italiane. N ove, dieci,do­dici ore di lavoro per una manciata di monete. Tre eu­ro e mezzo per riempire una cassetta da tre quintali.

Yvan e il primo sciopero dei migranti di Nardo Yvan Sagnet cammina sul confine della vecchia mas­seria Boncuri. E nato a Do­uala, in Camerun, trent'anni fa. Arna !'Italia dai mondiali del '90, quelli in cui i "leoni indomabili" di Roger Milla e

Oman Biyik fecero impazzi­re di gioia tutto il continen­te. Ha attraversato ii mare per studiare a Torino, quan­do ha perso la hors a di studio si e trovato a raccogliere po­modori a Nardo. Era ii 2011. Yvan, africano colto e cre­sciuto in una famiglia bene­stante, non sopportava le in­giustizie colossali, spudora­te nei confronti dei lavora-

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Sezione: QUADRO ECONOMICO E POLITICO Foglio: 2/5Estratto da pag.: 2

Edizione del: 08/08/15

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tori dei campi. La masseria Boncuri, quell'anno, era un suq di tende e baracche. Si trasformonel quartier gene­rale di un inedito sciopero dei braccianti. Yvan era il portavoce della protesta. Giornate esaltanti: gli schia­vi alzavano la testa, parlava­no di diritti, guardavano ne­gli occhi gli sfruttatori. Do­po pochi mesi fu introdotto ii "reato di caporalato" e l'in­chiesta "Sahr" porto all'ar­resto di 16 persone: 9 padro­ni dei campi, italiani, e 7 ca­porali africani. I processi so­no in corso.

Dopo un anno e tornato tutto come prima. Oggi la macchina del lavoro nero e florida e forte come non mai. La masseria Boncuri ha chiuso, e deserta. "Non c'e piu nu Ila - sussurra Sagnet­Hanno cancellato ii simbolo di quel movimento. Si vede che avevano paura che qual­cosa cambiasse davvero. La filiera agricola si arricchisce sul nostro sangue, questa e­con o mi a e fondata sulla schiavitu. Allo Stato sta be­ne cosi: nei processi contro gli sfruttatori, ii comune di Nardo non si e costituito parte civile. Per il sindaco danneggiamo l'immagine della citta".

La vittoria degli schiavisti Rispetto al 2011 la situazio­ne e persino peggiorata. I braccianti si sono spostati di cento metri. Nel campo au­torizzato del comune ci so­no appena 17 tende blue sei bagni chimici. In ogni tenda dorrnono quattro persone. Fuori due ragazzi africani si riposano sotto l'ombra delle palme, su un materasso la­cero. Abraham viene da Da­kar, Senegal. E in Italia dal 1995. Lavorava a Lecco, all'Electro Adda: "Mi hanno mandato via quando hanno spostato il lavoro in Polonia. Ora seguo le colture e mi muovo con le stagioni. L'e­state si fa ii pomodoro a N ar­do. Tra un paio di settimane mi sposto verso Foggia. Che ci faccio qui a farmi sfrutta­re? Dammi 2 mila euro e tor-

no subito a casa". II grosso dell'esercito in­

d ustriale di riserva di Nardo dorme tra gli ulivi, in un grande campo lungo la stra-da. In una ex falegnameria -e nei suoi dintorni - vivono in 150: soprattutto tunisini e sudanesi; senegalesi, burki­nabe, gambiani. La struttura - sotto costante minaccia di sfratto - sembra sul pun to di venire giu. I muri squarciati, la terrazza col balcone rotto. I materassi sono gettati o­vunque.

Qui Yvan da solo non po­trebbe entrare. I caporali lo conoscono bene. Ha subito aggressioni e minacce di morte. Sagnet dopo la prote­sta non e andato via. Lavora con la Flai Cgil. Qui e quasi un reietto: i braccianti sono dalla parte dei loro sfrutta­tori. Sembra un paradosso, ma e naturale: sono i Capo­rali che decidono chi lavora e chi no. Controllano tutto. Gestiscono le cucine e i "ri­storanti" de! campo. Sfrut­tano un gruppo di prostitute nigeriane. Da qui, martedi mattina, e partita la salma di Mohamed, ii bracciante am­mazzato dalla fatica e dal caldo nelle campagne di Nardo ii 21 luglio. II suo cor­po e tomato in Sudan, dopo una battaglia diplomatica e una colletta per pagare le spese (a cui hanno contri­buito sindacato e Regione). Quando sua moglie e venuta a vedere ha avuto un brivi­do: "N eanche gli animali vengono trattati cosi. Qui non c'e posto per l'umani­ta."

Le donne invisibili di Francavilla Saliamo la costa, cambiamo provincia. Le braccianti de! brindisino sono soprattutto donne, quasi tutte italiane. A Francavilla, di notte, scivo­lano via come fantasmi. Si riuniscono in silenzio sotto la luce dei lampioni. I primi camioncini passano a pren­derle verso le due e mezza. In mezzo c'e un donnone che si sbraccia e smista la manodopera tra i pullman. E la "fattora", fa parte pure lei della squadra de! caporale. II viaggio puo durare anche due ore: bisogna raggiunge-

re i campi del barese e de! metapontino. II caporale trattiene sol di peril traspor­to, per l'acqua, per un pani­no. Per qualsiasi cosa: dopo 10 ore nelle vigne, da una bu­sta paga fasulla di 50 euro al giorno, le schiave ne porta­no a casa meno di 30. Ecco i "contratti" con cu ii proprie­tari dei campi si mettono la coscienza a posto.

Trenta euro e ii prezzo di mercato della vita di Paola, 49 anni, morta ii 13 luglio in un'azienda agricola di An-dria, qualche giorno prima di Mohamed a Nardo. Per quella stessa cifra si fa sfrut­tare un esercito di 12 mila donne solo nella provincia di Brindisi - spiega Michela Almiento, segretaria confe­derale della Cgil nel capo­luogo. Le braccianti brindi­sine non vogliono parlare. L'unica che accetta di farlo si chiama Piera. "Massimo 35 euro per sette, otto o nove ore di fatica. Ne vale lapena? No. Mase non lavoro io, lo fa un'altra e altre scelte non ne ho. Mia figlia? E per lei che lo faccio, ma non riesco ave­derla quasi mai. Mio marito non puo chiedermi di smet­tere,sache abbiamo bisogno di quei soldi".

II lager-dormitorio di Brindisi AncheaBrindisic'eunghet­to "nero". Era un macello, o­ra e un dormitorio di pro­prieta del Comune, affidato a una cooperativa. Ci po­trebbero stare in 80, sono circa 200. Dormono am­massati ovunque. Per terra, su stuoie improvvisate di cartone o di stracci. Sui ma­terassi laceri, gettati in ogni pertugio nei cubicoli, sepa­rati da file di panni e vestiti. Le pareti e il pavimento era­no bianche, sono annerite,

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Sezione: QUADRO ECONOMICO E POLITICO Foglio: 3/5Estratto da pag.: 2

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lerce. I bagni alla turca non sono piu di una dozzina, le docce ancora meno. II per­corso che porta alle latrine e segnalato da una lunga scia gialla sulle piastrelle. Due­cento persone compresse in una struttura abbandonata sulla strada provinciale per San Vito, non lontana dal centro di Brindisi. Un altro serbatoio di braccia da sfruttare quasi gratis per le fortune degli imprenditori locali. II grande ghetto di Rignano Garganico Yvan ci porta ancora a nord, verso Foggia. La citta dell'o­ro rosso, prima in Italia per produzione di pomodoro: in questi cam pi ogni anno se ne raccolgono circa 800 mila tonnellate. A meno di died chilometri c' e il ghetto di Ri­gnano Gargani co. Chi ci vive lo chiama le grand ghetto. D'estate, nei giorni piu in­tensi della raccolta, ci vivo-

Inumeri

400 Mila. I lavoratori dei campi (80% stranieri) vittime del caporalato

600 Milioni.11 costo dello sfruttamento per lo Stato

355 Arrestati o denunciati per ii reato di caporalato nel 2013

no tra le 1.500 e le 2.000 per­sone: una citta rimossa da tutte le cartine geografiche. Sono tutti braccianti africa­ni, da Mali, Gambia, Senegal e Burkina Faso.

11 ghetto sorge su tre di­verse proprieta terriere: per "costruirci" sopra le barac­che si paga un affitto stagio­nale. Nonecomparsoall'im­provviso: e qui da oltre 15 anni e ogni estate diventa piu grande. II confine e se­gnato da una discarica a cie­lo aperto, si supera una vec­chia masseria cadente occu­pata dai Caporali, poi inizia­no le file di baracche. Decine e decine di case di cartone, coperte da teli di plastica. II vento alza la polvere e la di­stribuisce ovunque. I bagni sono buche nel terreno, se­parate a in un metro quadro da pareti improvvisate.

Nel ghetto di Rignano c'e tutto. Auto, moto e biciclet­te, un "corso" principale pieno di persone al passeg-

L'esercito in rosa Piera: "35 euro perg ore di fatica. Non ho scelta Lo faccio per mia figlia che non vedo mai"

LEVITI'IME

Paola, 49 anni La prim a vittima delle terre e stata Paola, 49enne bracciante di San Giorgio Jenice, morta lo scorso 13 lugl io per la troppa afa mentre, al l'interno di un capannone di Andria, era in corso l'acinellatura dell'uva

Mohamed, 47 anni La stessa sorte di Paola e toccata a Abdullah M ohamed. II 47enne bracciante sudanese e state stroncato dal caldo nella mattina del 21 luglio mentre raccoglieva pomodori nei campi di un'az ienda agricola tra Nardo e Avetrana

Zakaria, 52 anni L'ult ima tragedia si e consumata martedl mattina quando Zakaria Ben Hassine e crollato dope un turno di 8 ore in un campo dell'azienda agricola Galluzzi di Polignano a Mare, a quaranta chilometri da Bari, per ii t roppo caldo. Zakaria lascia moglie e quattro fig Ii

gio. C'e un mercatino della merce usata; ristoranti, pub, pure una sala da hallo (ma Yvan spiega che il confine tra ladiscotecae ii bordello e labile). E poi c'e "Radio Ghetto", una trasmissione radiofonica curata dai brac­cianti e da un gruppo di vo­lontari italiani che vain on­da sulle frequenze 97.0: si parla di sfruttamento, aspi­razioni frustrate e sogni an­cora vivi.

I "quartieri" sono divisi a seconda delle nazionalita degli abitanti. Passeggiamo a Bamako, capitale de! Mali. Moussa infila ii coltello nel ventre di un cadavere di maiale macellato, appeso a un gancio. Piu avanti, una bimba inciampa nel canale di scolo. 11 polpaccio affon­da nel liquido nero, un san­dalo scompare nella melma. Un ragazzo si ferma ad aiu­tarla, "pesca" la scarpetta con un bastone e gliela resti­tuisce. Si chiamaAbdul. vive

Tra urina e sporcizia Nel dormitorio di Foggia: "Dignita? E per chi ha ii pane in bocca e i soldi in tasca"

a Todi, e a Rignano di pas­saggio per trovare un grup­po di amici. "Qui il 90 per cento delle persone - dice -non sa ne leggere ne scrive­re. Non abbiamo gli stru­menti per difenderci. E so­prattutto non abbiamo nulla da perdere". La dignita? "La dignita e per chi ha ii pane in bocca e i sol di in tasca".

Nella totale au togestione del grand ghetto, parados­salmente, l'unico contribu to che arriva dall'esterno sono i cassoni di acqua potabile portat i ogni giorno dai ca­mion della Regione Puglia. Lo Sta to conosce questo po­sto. Semplicemente lo igno­ra.

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2.000 Vivono nel ghetto di Rignano Garganico Una citta fantasma

• Euro Prendono i lavoratori per 10-12 ore neicampi. I caporali trattengono 5europeril trasporto, 3,5 per un panino el ,5 per l'acqua

• Mila L'esercito delle donne che lavorano come braccianti in Puglia. Donne che vengono caricate sui bus e portate nei cam pi

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chenonc'6 II ghetto di Ri· gnano Garga­nico. In basso. Yvan Sagnet, leader dello sciopero de!

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te.Fatto a ma1w

Come animaU II dormitorio lager di Brindisi, di proprieta delComune, ha una capien­za di 80 posti eospita quasi200 braccianti che lavorano neicampidel­la provincia