Giuseppe Parini

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POETA, LIBRETTISTA E TRADUTTORE Nathalie Sacco Comis 4^D 1 Giuseppe Parini anno scolastico 2014/2015 Istituto delle Arti “A.Vit

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POETA, LIBRETTISTA E TRADUTTORE

Nathalie Sacco Comis 4^D

Giuseppe Parini

anno scolastico 2014/2015 Istituto delle Arti “A.Vittoria”

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INDICE

Nathalie Sacco Comis 4^D

VITA…………………………………………………... P.3 -Specchietto informativo – CHI SONO I BARNABITI

p.4OPERE………………………………………………… P.5 - IL GIORNO………………………………………... P.6-7 - IL MATTINO ……………………………………… p.8 - IL MERIGGIO………………………………………. p.9 - IL VESPRO E LA NOTTE………………………….. p.11STILE…………………………………………….. P.12-13COMMENTO ………………………………………... P.14-

15SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA………………….... P.16

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VITA

Nathalie Sacco Comis 4^D

Giuseppe Parini nasce nel 1729 a Bosisio, in Brianza. Si trasferisce poi a Milano nel 1739 e frequenta le

scuole dei Barnabiti fino al 1752. CHI SONO I BARNABITI

Nel 1773 è accolto nell‘Accademia dei Trasformati, uno dei centri culturali più attivi a Milano.

Vincolato alla carriera ecclesiastica dal testamento di una prozia, un anno dopo viene ordinato sacerdote.

In seguito, la sua vita è segnata da due fasi: - 1754/1778 servizio presso famiglie della nobiltà

milanese; - 1768/1796 lavora nelle strutture

dell‘amministraizione austriaca. Muore nel 1799 a Milano.

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OPERE

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Nel 1752 esordia con alcune poesie di Ripano Eupilino;

Dal 1754-62 scrive il Dialogo sopra la nobiltà, il Discorso sopra la poesia e le prime Odi;

Nel 1763 pubblica Il Mattino;

Nel 1765 pubblica Il Mezzogiorno;

Dal 1777-86 compone altre odi e lavora alla revisione delle parti pubblicate del Giorno ed alla stesura della Vespro e della Notte.

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OPERE - IL GIORNO

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IL GIORNO è l'opera più importante di Giuseppe Parini, anche se si presenta incompiuta.

Parini dedicò all'opera circa quarant'anni, possiamo quindi dividere la stesura in due fasi.

LA PRIMA (anni Sessanta) Il poeta pensò a

tre poemetti intitolati: IL MATTINO, IL MEZZOGIORNO e LA SERA, dedicati a criticare la corrotta aristocrazia cittadina da un punto di vista alternativo. 

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LA SECONDA (dagli anni Sessanta fino alla morte dell'autore)

Parini lavorò ad un poema organico, che intitolò IL GIORNO. Questo progetto prevedeva un unico poema suddiviso in quattro parti (IL MATTINO, IL MERIGGIO, IL VESPRO e LA NOTTE).

Esso è dedicato al medesimo tema della nobiltà e coincide in certa misura, per le prime due parti, con i poemetti composti per il primo progetto.

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OPERE - IL GIORNO

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IL MATTINO Inizia con la presentazione dei due personaggi principali: -il narratore che si presenta nei panni di Precettor d'amabil Rito, ovvero

educatore al piacere e al divertimento. -un Giovin signore (giovane nobile) destinatario dei suoi insegnamenti. Egli

è subito presentato come un uomo dedito all'ozio ed estraneo a ogni impegno serio (militare o accademico).

La mattina di una consueta giornata nobile si apre con l'immagine dell'alba, che vede tutti i comuni popolani riprendere i propri lavori mentre il Giovin signore va finalmente a dormire, stanco dal teatro e dal gioco.

Arrivato il momento del risveglio, il Giovin signore deve affrontare gravi preoccupazioni: per esempio sbadigliare o stropicciarsi gli occhi.

Ancora nel letto, il nobile riceve la colazione (dove deve compiere l’ardua scelta tra il bere cioccolata o caffe) e le prime visite. Alzatosi dal letto rivolge il suo pensiero alla sua Dama (da notare che egli non è il marito ma il cicisbeo ovvero l’amante ufficiale) e si veste. Pronto per uscire si reca in carrozza dove la Dama lo aspetta per il pranzo.

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OPERE - IL GIORNO

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OPERE - IL GIORNOIL MERIGGIO

A pranzo la Dama si mostra tutta dedita ad altri cavalieri sotto gli occhi del marito, che intanto attende con ansia l'arrivo del Giovin signore.

A tavola si discute di tutto e tra i presenti spicca un vegetariano che

condanna la crudele uccisione degli animali. • La Dama allora versa una lacrima al ricordo della sua cagna “maltrattata” da un servitore.• Concluso il pranzo tutti seguono la Dama in un'altra stanza, per il caffè, mentre fuori dal palazzo si raduna povera gente attirata dall’odore del cibo. VEDI LA VERGINE CUCCIA

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IL VESPRO Dopo il pranzo, il Giovin signore invita La Dama per una

passeggiata in carrozza, passeggiata che però verrà disturbata a causa di diverse visite. La Dama, infatti si ferma da una sua amica e dopo si recano a visitare una giovane nobile che aveva partorito da poco il primogenito.

LA NOTTE Il Giovin signore e La Dama, si recano a un grande ricevimento

notturno. Nella stanza più esclusiva del palazzo appare, distesa su un divano la Matrona. Intanto il Giovin signore passeggia tra i suoi pari, e ognuno di loro è dedito ad un hobby. Con la sistemazione dei tavoli da gioco termina la lunga e consueta notte nobiliare.

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OPERE - IL GIORNO

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Lo stile è di alto livello, tipico del poema epico antico e della lirica classica, con frequenti richiami classici e mitologici e con l’uso di un tono solenne.

Il poeta sceglie un linguaggio ricercato e dà molta (TROPPA) attenzione ai particolari.

La lentezza e la monotonia della vita ripetitiva di quest'ultimo buono a nulla è data infatti anche dal lunghissimo soffermarsi della narrazione su tolette, specchi, monili e quant'altro di invidiabile Parini notava nella vita signorile. (è da ricordare che Parini proveniva da una famiglia molto povera).

STILE

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Questo per rafforzare l’ambiguità nei confronti dell’argomento trattato: rappresentando i personaggi dell'opera come eroi del poema e mettendo su di un piedistallo i loro vizi ed i loro modi di vivere, Parini in realtà li sminuisce e li deride. Si può tuttavia riscontrare nel poeta, oltre alla critica verso la nobiltà e la sua inutilità pratica, anche un senso di desiderio e di ammirazione nel esporre, nei confronti dello stile di vita e degli oggetti che fanno parte della sfera quotidiana del Giovin signore.

L'opera è dunque un poema che è una satira contro la nobiltà e i suoi vizi, ed esprime i tipici ideali della borghesia lombarda di quel periodo.

STILE

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COMMENTO La voce che racconta è quella del precettore, narrattore davvero poco

attendibile, poiché presenta i fatti come l’esatto contrario di quelli che in realtà pensa e sono.

Si usano talmente tante figure retoriche che non starò a scriverle tutte (e soprattutto poiché, se dovessi fare uno specchietto informativo per ognuna, non finirei più il lavoro!) Ad ogni modo è un opera molto amata dagli amanti della retorica (che serve più a fare spazio che ha descrivere un effettivo contenuto di qualche spessore letterario o etico che sia). Basti pensare che ci vogliono 170 versi prima che il protagonista decida di svegliarsi e altri 80 per farlo uscire dal suo regale letto. Ma poiché è scritta “in modo raffinato” molti critici italiani ne celebrano le lodi e ne esaltano i contenuti.

Ad ogni modo (secondo i critici citati precedentemente), quest’opera ha la “qualità” di instaurare una sorta di complicità tra l’autore ed il lettore, basata sul dubbio della veridicità delle parole di chi narra e sulla loro velata condanna e ironia.

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COMMENTO

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COMMENTO Il narratore sembra elogiare lo stile di vita del Giovin signore

ma piuttosto si rivela come un personaggio ambiguo che ha lo scopo di rivelarne la profonda ignoranza e oziosità. Tramite ironia e spesso sarcasmo, tramite contrasti tra ozi aristocratici e lavori plebei, usando un linguaggio di tono “alto”, l’autore cerca di criticare il vuoto e la corruzione del mondo nobiliare in modo equivocabile essendo infatti lui stesso parte di quel mondo che a tratti sembra tanto disprezzare.

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COMMENTO

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SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA

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SITOGRAFIA http://vivalascuola.studenti.it http://it.wikipedia.org/ http://www.oilproject.org http://www.giacobbe85.altervista.org

BIBLIOGRAFIA Libro di testo