Giugno 2007 trimestrale transardennese dei traduttori italiani...

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SOMMARIO PAG. BELLA O FEDELE: Tre poeti irlandesi (Cristina Cona) 2 ANNOTAZIONI LINGUISTICHE: … (Daniela Murillo Perdomo) 5 NOTE TERMINOLOGICHE: Un bel di vedremo …(la mancanza d’accento è intenzionale) 6 (Cristiano Maria Gambari) NOTE TERMINOLOGICHE: Invalido è il linguaggio? (Luisa Bosisio Fazi) 8 CULTURALIA: Tra Bacco e Minerva. Una libreria italiana a Bruxelles (Giulia Gigante) 9 Libri & cappuccino. Una libreria italiana a Lussemburgo (Clara Breddy-Buda) 11 Acquerello (Daniela Murillo Perdomo) 37 Giugno 2007 trimestrale transardennese dei traduttori italiani Direzione generale della Traduzione – Commissione europea http://europa.eu.int/comm/translation/reading/periodicals/interalia/index_it.htm Comitato di redazione: C. Breddy , C. Cona , R. Gallus , C. M. Gambari , G. Gigante , D. Murillo Perdomo , D. Vitali Grafica: A. D’Amico

Transcript of Giugno 2007 trimestrale transardennese dei traduttori italiani...

  • SOMMARIO PAG. BELLA O FEDELE: Tre poeti irlandesi (Cristina Cona) 2

    ANNOTAZIONI LINGUISTICHE: … (Daniela Murillo Perdomo) 5

    NOTE TERMINOLOGICHE: Un bel di vedremo …(la mancanza d’accento è intenzionale) 6 (Cristiano Maria Gambari)

    NOTE TERMINOLOGICHE: Invalido è il linguaggio? (Luisa Bosisio Fazi) 8

    CULTURALIA: Tra Bacco e Minerva. Una libreria italiana a Bruxelles (Giulia Gigante) 9

    Libri & cappuccino. Una libreria italiana a Lussemburgo (Clara Breddy-Buda) 11

    Acquerello (Daniela Murillo Perdomo)

    37 Giugno 2007

    trimestrale transardennese dei traduttori italiani Direzione generale della Traduzione – Commissione europea

    http://europa.eu.int/comm/translation/reading/periodicals/interalia/index_it.htm

    Comitato di redazione: C. Breddy, C. Cona, R. Gallus, C. M. Gambari, G. Gigante, D. Murillo Perdomo, D. Vitali Grafica: A. D’Amico

    http://europa.eu.int/comm/translation/reading/periodicals/interalia/index_it.htm�mailto:[email protected]�mailto:[email protected]�mailto:[email protected]�mailto:[email protected]�mailto:[email protected]�mailto:[email protected]�mailto:[email protected]�mailto:Anna.D�[email protected]

  • bella o fedele

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    Céist na Teangan

    Cuirim mo dhóchas ar snámh

    I mbáidín teangan

    Faoi mar a leagfá naíonán

    I gcliabhán

    A bheadh fite fuaite

    De dhuilleoga feileastraim

    Is bitiúman agus pic

    Bheith cuimilte lena thóin

    Ansan é a leagadh síos

    I measc na ngiolcach

    Is coigeal na mbán sí

    Le taobh na habhann,

    Féachaint n’fheadaraís

    Cá dtabharfaidh an sruth é,

    Féachaint, dála Mhaoise,

    An bhfóirfidh iníon Fhorainn?

    La questione della lingua

    Pongo la speranza sulle onde

    Nella barchetta

    Della nostra lingua,

    Come un neonato

    In un cestello di foglie

    D’iris, dal fondo

    Coperto da strati

    Di pece e bitume,

    Lasciato poi a galla

    Fra canne e papiri

    Lungo il fiume,

    Chissà dove lo porta

    La corrente,

    Magari, come Mosé,

    In grembo alla figlia

    Di un faraone.

    Nuala Ní Dhomhnaill

    Nuala Ní Dhomhnaill, nata nel 1952, è una delle più celebri poetesse irlandesi della sua generazione. Cresciuta in una famiglia bilingue, spiega così la scelta di scrivere in irlandese: “I had chosen my language, or more rightly, perhaps, at some very deep level, the language had chosen me”. “Irish is a language … of quick and hilarious banter and a welter of references both historical an mythological; it is an instrument of imaginative depth and scope, which has been tempered by the community for generations until it can pick up and sing out every hint of emotional modulation that can occur between people”.

    TRE POETI IRLANDESI

  • bella o fedele

    3

    Maith dhom

    I m’aonar dom aréir,

    I mo shui cois mara,

    An spéir ar ghannchuid néal

    Is muir is tír faoi chalm,

    Do chumraíocht ríonda

    A scáiligh ar scáileán m’aigne

    Cé loinnir deiridh mo ghrá duit

    Gur shíleas bheith in éag le fada.

    Ghlaos d’ainm go ceanúil

    Mar ba ghnách liomsa tamall,

    Is tháinig scread scáfar

    Ó éan uaigneach cladaigh;

    Maith dhom murarbh áil leat

    Fiú do scáil dhil i m’aice,

    Ach bhí an spéir ar ghannchuid néal

    Is muir istír faoi chalm.

    Perdonami

    Solo, ieri sera,

    Seduto in riva al mare,

    Il cielo appena nuvolo,

    Onde e terra calme,

    La tua forma regale

    È apparsa, come ombra,

    Sul mio schermo.

    L’ultimo guizzo della fiamma

    Di un amore

    Creduto morto

    Da tempo.

    Dolcemente ho chiamato

    Il tuo nome, come allora

    Solevo, ed un uccello

    Solitario

    Sulla sabbia

    A stridere impaurito.

    Perdonami, se neppure

    La tua cara ombra,

    Hai voluto

    A me vicina

    Ma il cielo era appena nuvolo,

    Onde e terra calme.

    Máirtín Ó Direáin

    Máirtín Ó Direáin nacque nel villaggio di Sruthán, Inis Mór, isole Aran, nel 1910, e morì a Dublino nel 1988. Parlò soltanto irlandese fino all’adolescenza. Trasferitosi a Dublino nel 1938, iniziò a scrivere poesia dopo aver assistito per caso ad una conferenza: nel corso dei successivi vent’anni si sarebbe affermato come uno dei più grandi poeti di lingua irlandese. Uno dei suoi temi principali è la crisi morale dell’uomo sradicato dal suo ambiente nativo; asciutto ed essenziale il linguaggio.

    TRE POETI IRLANDESI

  • 4

    Mise Éire

    Mise Éire

    Sine mé ná an Chailleach Béara.

    Mór mo ghlóir

    Mé do rug Cu Chúlainn Cróga.

    Mór mo náir

    Mo chlánn féin do dhíol a máthair.

    Mó mo phian

    Bithnaimhde de mo shíorchiapadh.

    Mór mo bhrón

    D’eag an dream inar chuíreas dochas.

    Mise Éire

    Uaigní mé ná an Chailleach Béara.

    Sono l’Irlanda

    Sono l’Irlanda:

    Sono più antica della Vecchia di Béara.

    Grande è la mia gloria:

    Ho messo al mondo il valoroso Cu Chúlainn.

    Grande è la mia vergogna:

    I miei figli hanno venduto la propria madre.

    Grande è il mio dolore:

    I nemici accaniti del mio eterno tormento.

    Grande è la mia afflizione:

    Morti sono quelli in cui riponevo speranza.

    Sono l’Irlanda:

    Sono più sola della Vecchia di Béara.

    Pádraic Pearse

    La “Cailleach Béara”è una roccia isolata che si trova nel sud-ovest dell’Irlanda, così chiamata perché il suo profilo ricorda per l’appunto quello di una vecchia. Cu Chúlainn è uno dei più grandi eroi della mitologia gaelica. Questo poema è stato scritto nel 1912 dal patriota Pádraic Pearse (1879-1916), che appena quattro anni dopo sarebbe stato fucilato per la sua partecipazione all’insurrezione di Pasqua.

    bella o fedele TRE POETI IRLANDESI

    Cristina Cona

  • annotazioni linguistiche

    5

    Il testo della legge, in un solo articolo, è il seguente: “All'articolo 12 della Costituzione è aggiunto, in fine, il seguente comma: «L'italiano è la lingua ufficiale della Repubblica nel rispetto delle garanzie previste dalla Costituzione e dalle leggi costituzionali»”. Il resoconto integrale della seduta si trova nel documento: http://www.camera.it/_dati/leg15/lavori/stenografici/sed136/SINTERO.pdf Nella seduta sono stati discussi anche ordini del giorno su argomenti collaterali, alcuni di diretto interesse della REI. I documenti esaminati nel corso della seduta (proposta di legge, emendamenti, ordini del giorno) si trovano all’indirizzo: http://www.camera.it/chiosco.asp?position=Organi%2520Parlamentari\L%27Assemblea\Resoconti%2520dell%27Assemblea%26content=/_dati/leg15/lavori/stenografici/framedinam.asp?sedpag=sed136/a000r.htm

    ———————————————————————————————————————————-

    I tempi dei verbi hanno un valore normativo. E’ quanto emerge da una sentenza della Corte costituzionale, la n. 95 del 21 marzo 2007, la quale al punto 5.1 afferma: “…..il precetto contenuto nel comma 214 è formulato all’indicativo presente, cioè nel modo e nel tempo verbale idonei ad esprimere il comando secondo il consueto uso linguistico del legislatore.

    Il presente indicativo (“adottano”) è, dunque, sicuro indice di una prescrizione di un obbligo (“devono adottare”), piuttosto che dell’attribuzione di una facoltà (“possono adottare”).

    Daniela Murillo-Perdomo

    Nella seduta del 28 marzo 2007 la Camera dei deputati ha approvato, in prima lettura, la legge costituzionale di modifica dell'articolo 12 della costituzione. Il nuovo testo riconosce l'italiano come lingua ufficiale della Repubblica.

    http://www.camera.it/_dati/leg15/lavori/stenografici/sed136/SINTERO.pdf�http://www.camera.it/chiosco.asp?position=Organi%2520Parlamentari\L%27Assemblea\Resoconti%2520dell%27Assemblea%26content=/_dati/leg15/lavori/stenografici/framedinam.asp?sedpag=sed136/a000r.htm�http://www.camera.it/chiosco.asp?position=Organi%2520Parlamentari\L%27Assemblea\Resoconti%2520dell%27Assemblea%26content=/_dati/leg15/lavori/stenografici/framedinam.asp?sedpag=sed136/a000r.htm�http://www.camera.it/chiosco.asp?position=Organi%2520Parlamentari\L%27Assemblea\Resoconti%2520dell%27Assemblea%26content=/_dati/leg15/lavori/stenografici/framedinam.asp?sedpag=sed136/a000r.htm�http://www.camera.it/chiosco.asp?position=Organi%2520Parlamentari\L%27Assemblea\Resoconti%2520dell%27Assemblea%26content=/_dati/leg15/lavori/stenografici/framedinam.asp?sedpag=sed136/a000r.htm�http://www.camera.it/chiosco.asp?position=Organi%2520Parlamentari\L%27Assemblea\Resoconti%2520dell%27Assemblea%26content=/_dati/leg15/lavori/stenografici/framedinam.asp?sedpag=sed136/a000r.htm�http://www.camera.it/chiosco.asp?position=Organi%2520Parlamentari\L%27Assemblea\Resoconti%2520dell%27Assemblea%26content=/_dati/leg15/lavori/stenografici/framedinam.asp?sedpag=sed136/a000r.htm�http://www.camera.it/chiosco.asp?position=Organi%2520Parlamentari\L%27Assemblea\Resoconti%2520dell%27Assemblea%26content=/_dati/leg15/lavori/stenografici/framedinam.asp?sedpag=sed136/a000r.htm�http://www.camera.it/chiosco.asp?position=Organi%2520Parlamentari\L%27Assemblea\Resoconti%2520dell%27Assemblea%26content=/_dati/leg15/lavori/stenografici/framedinam.asp?sedpag=sed136/a000r.htm�http://www.camera.it/chiosco.asp?position=Organi%2520Parlamentari\L%27Assemblea\Resoconti%2520dell%27Assemblea%26content=/_dati/leg15/lavori/stenografici/framedinam.asp?sedpag=sed136/a000r.htm�

  • note terminologiche

    6

    Nella nostra lingua vari elementi rendono difficile la vita a chi desideri scrivere una prosa ragionevolmente scorrevole e variata. Tra questi alla preposizione “di” nelle sue varie forme e funzioni spetta un ruolo di primo piano, del tutto sproporzionato alle sue modeste dimensioni. (Evidentemente la constatazione che i più piccoli sono generalmente i più aggressivi non vale solo per i cani.) I casi più ovvi sono legati agli stretti contatti con la lingua francese che caratterizzano il lavoro nelle principali sedi di della Commissione e segnano le vite di alcuni di noi. La perfida preposizione s’insinua così talvolta a capocchia prima di un indicativo (“mi è sembrato logico di rispondere senza perder tempo”) oppure soppianta la preposizione corretta (“sono ben deciso di fare valere le mie ragioni”). Questi errori sono così lampanti che il solo fatto di rilevarli è spesso sufficiente ad indurre un certo imbarazzo (completato talvolta da rossori più o meno avvenenti) in chi li ha compiuti. Proseguendo sull’onda del francese in una specie di surfing linguistico arriviamo al di del partitivo. Indubbiamente questa costruzione ha un suo posto ben preciso nella lingua italiana, ma il suo impiego suscita due osservazioni: - in primo luogo un ricorso eccessivo a questa soluzione porta rapidamente ad uno stile stucchevole. Effettivamente molte volte può esser preferibile saltare del tutto l’articolo, con risultati apprezzabili in termini di asciuttezza e concisione, ovvero tagliar la testa al toro ed usare aggettivi come alcuni, alcune, qualche; - in secondo luogo un uso troppo corrivo del partitivo rende virtualmente inevitabile che presto o tardi si cada nell’errore di premettergli una preposizione (“verrò con degli amici”), laddove in italiano il partitivo è lecito solo coi complementi diretti (cioè soggetto e complemento oggetto). Si passa in seguito alla proliferazione incontrollata dei complementi di specificazione, spesso legata al fatto che altre lingue usano sostantivi laddove l’italiano privilegia l’uso di verbi, tipicamente all’infinito. Nella maggior parte dei casi un accorto ricorso a forme verbali evita un impilarsi dei genitivi che toglie immediatezza alla comprensione, ed addirittura in esempi del tipo “La Commissione ha deciso l’adozione di provvedimenti …” una soluzione del tipo “La Commissione ha deciso di adottare provvedimenti …” può risultare tutto sommato preferibile, per quanto lasci invariato il numero dei di. (Colgo l’occasione per segnalare che nell’italiano degli anni ’50, il quale molto spesso aveva trovato soluzioni ingegnose per tradurre termini inglesi, in diversi casi si è scelto di tralasciare semplicemente il fatidico di: nota spese, listino prezzi, ruolino paga etc. Questa soluzione è del resto quella che ci ha dato la base dati, e merita di esser tenuta più presente). La peggiore atrocità merita un posto al fondo di questa noticina, analogamente a quanto avviene con Giuda, Bruto e Cassio nell’inferno dantesco. Purtroppo si tratta di una creatura che, se non è proprio nata dalle nostre mani, è senz’altro cresciuta grazie ai nostri sforzi indefessi: la commistione di preposizioni articolate ed articoli, che riguarda soprattutto di e su, figura infatti con desolante frequenza nei titoli degli atti legislativi comunitari.

    UN BEL DI VEDREMO … (la mancanza d’accento è intenzionale)

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    Lo schema tipico è il seguente: “Decisione della Commissione … relativa all’abolizione dei dazi antidumping e i prelievi supplementari …” (un esempio agghiacciante di questa costruzione si trova sul mio tavolo, ma purtroppo non è il solo pezzo di carta e reperirlo mi è riuscito impossibile). Ora la regola è chiara: se si usa la preposizione articolata occorre ripeterla dopo la congiunzione; se si usa la preposizione semplice invece non si deve ripeterla, a meno che ciò non causi possibilità d’equivoco (del tipo “la Commissione annuncia la pubblicazione di analisi esaurienti e considerazioni aggiuntive”: le considerazioni aggiuntive sono oggetto dell’annuncio o dell’imminente pubblicazione ?). Si tratta di piccoli particolari, che si è talvolta tentati di scartare come inezie senza rilievo. Ma, come dice un proverbio tedesco, ‘il diavolo si cela nei dettagli’ …

    Cristiano Maria Gambari

    UN BEL DI VEDREMO … (la mancanza d’accento è intenzionale)

    note terminologiche

    Esempio di buona traduzione

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    note terminologiche

    Invalido è il linguaggio?

    Le immagini culturali usate per descrivere persone che hanno caratteristiche ritenute socialmente indesiderabili mettono in evidenza elementi che sono entrati nel senso comune: percezioni immaginative che non richiedono spiegazione in quanto immediatamente evidenti, socialmente accettate. Nel processo si dimentica, tuttavia che le parole descrivono persone: quando queste sono ridotte agli aggettivi che descrivono solo alcune loro caratteristiche, se ne cancella di fatto la personalità stessa. Oggi, a livello internazionale si preferisce parlare di “persona con disabilità” anziché di "invalido", "disabile" ecc.. Questa scelta ha il vantaggio di non comprendere l’intera persona in una definizione che ne indica in realtà una parte soltanto e di mantenere, invece, il concetto di "persona" che è neutro, senza valenze positive o negative. La terminologia del settore è in continua evoluzione, proprio perché il movimento di emancipazione mondiale conquista ogni giorno più forza e coscienza della propria condizione. Esaminando la legislazione italiana appare chiaro il processo che da termini come "invalido", "inabile" - in una società che prevedeva classi speciali nelle scuole e istituti ad hoc - evolve in "handicappato" o "portatore di handicap", entrati nell'uso con la Legge quadro sull'handicap 104/92, in una società che rivendicava l’integrazione sociale sottolineando lo svantaggio sociale che la società stessa produceva. Sussisteva, in quella terminologia, un’attribuzione negativa alla persona, che soggettivamente veniva gravata di una negatività. Successivamente, nel termine "persone con disabilità", attualmente riconosciuto dal movimento internazionale, il concetto di persona – universalmente accettato e ritenuto positivo – si affianca ad una attribuzione ricevuta dall'esterno: quel "con" indica infatti qualcosa che non appartiene a quella persona, ma gli è stato imposto dalla genetica, da una patologia, da un trauma. L'attuale concetto di disabilità è mutuato dalla recente definizione contenuta nel nuovo documento dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) del 2001, che s'intitola "International Classification of Functioning, Disability and Health - ICF (Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute) : la disabilità è definita dal rapporto tra le caratteristiche della persona e l’ambiente in cui vive; da qui la necessità di costruire un linguaggio che sottolinei che la persona è un insieme di caratteristiche non riducibili ad alcune soltanto (spesso solo quelle considerate negative). E' indubbio che le persone con disabilità fanno alcune cose in modo diverso, ma questo non le rende "diversamente abili": chi usa da anni una carrozzina non la usa in modo diverso da chi cammina con le proprie gambe, semplicemente la usa, mentre la persona che può camminare non vi si è mai neppure seduta.

    Dunque è invalido il linguaggio, non le persone che esso definisce.

    Luisa Bosisio Fazi

    Per portare a termine un progetto di consolidamento di una serie di schede IATE sul tema della disabilità, nel quadro della collaborazione terminologica con i colleghi del Consiglio, abbiamo potuto incontrare la Presidentessa del CND (Consiglio Nazionale sulle Disabilità). La discussione è stata utile oltre che molto interessante e si è pensato che fosse opportuno dare spazio alla signora Bosisio Fazi su un tema che ha risvolti umani oltre che terminologici.

    http://www.handylex.org/stato/l050292.shtml�

  • culturalia

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    Il legno scuro e il rosso delle mensole degli scaffali, gli angoli per la lettura o la conversazione – che hanno fatto parlare alla stampa belga di “concept store” - creano un’atmosfera calda e conviviale che sembra propizia agli incontri. Già nei primi due mesi di attività le iniziative sono state molte: mostre, concerti (tra cui quello, attesissimo, il 10 maggio di Vinicio Capossela), un seminario di scrittura creativa con Roberto Ferrucci.

    Tra Bacco e Minerva

    UNA LIBRERIA ITALIANA A BRUXELLES

    Se è vero che un uomo è (anche) ciò che legge, c'era più che mai bisogno a Bruxelles di una libreria italiana. "Piola libri", la nuova libreria aperta sulle rue Franklin, sembra rispondere a questa esigenza e anche offrire qualcosa di più. L'idea vincente è stata quella di creare uno spazio informale per la lettura e lo scambio di idee in un locale in cui fosse possibile anche prendere un aperitivo, bere un bicchiere di un buon vino e fare uno spuntino "all'italiana". Una sorta di connubio tra Bacco e Minerva che sembra mietere successo non solo tra gli italiani che hanno finalmente diritto ad una libreria degna di tal nome, ma anche tra gli stranieri appassionati di cultura e lingua italiana.

    L'iniziativa della Piola (in piemontese “Osteria” viene a colmare una lacuna che costituiva un'anomalia nel panorama delle librerie internazionali della città e nulla ha a che vedere con i precedenti tentativi di vendere libri italiani senza la necessaria professionalità. A dar vita alla "Piola libri" sono due “uomini del nostro tempo” dinamici e versatili: Jacopo Panizza, modenese, con un background prevalentemente legato al mondo dei libri e della scrittura in generale, e Nicola Taricco, milanese, i cui interessi ed esperienze riguardano invece piuttosto il vino. I due amici hanno unito le forze e si sono lanciati in quest’avventura.

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    culturalia

    Tra Bacco e Minerva

    UNA LIBRERIA ITALIANA A BRUXELLES

    La posizione d’angolo, in una zona strategica della città, in pieno quartiere europeo, a sole quattro fermate di metropolitana dal centro storico, facilita il nascere di una consuetudine di lettura, ma anche di una semplice frequentazione. I clienti/lettori sono prevalentemente italiani, ma - ci racconta Jacopo - ce ne sono molti anche stranieri, con la passione per l’italiano, per lo più provenienti da paesi dell’Est o dalla Scandinavia. In libreria vi sono, oltre ovviamente ai libri di scrittori italiani classici e contemporanei e ai cinque libri stranieri tradotti in italiano più venduti al momento in Italia, edizioni in francese o olandese di libri italiani, dvd di film italiani e una sezione, abbastanza nutrita, di libri per l’infanzia. E ai bambini sono anche dedicate alcune iniziative nella giornata del sabato. Con la sua vocazione all’indipendenza rispetto a qualsiasi centro di potere, “La Piola libri” potrebbe diventare un punto d’incontro per gli italofoni e per coloro che credono che la cultura italiana abbia ancora qualcosa di unico da dire.

    Giulia Gigante

    C’è un appuntamento musicale fisso, tutti i martedì sera, con l’“Aperitivo acustico”. E molti altri eventi sono previsti nei prossimi mesi tra cui gli incontri con una serie di scrittori come Marco Moncassola il 3 maggio, Gianrico Carofiglio, Massimo Carlotto, Andrea Pinketts.... Va sottolineato che, a differenza di quanto avviene nei centri culturali belgi, gli incontri con gli scrittori sono gratuiti.

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    Colori caldi, una gamma cromatica scelta non a caso, opere di artisti che si alternano in esposizioni molto variate, tutto contribuisce all’atmosfera speciale di questo spazio interculturale.

    LIBRI & CAPPUCCINO UNA LIBRERIA ITALIANA A LUSSEMBURGO

    culturalia

    Dal 2 giugno 2006 la scena culturale lussemburghese si è arricchita di una “new entry”, la Libreria italiana Altrimenti (http://www.altrimenti.lu/index.html), nella rue Zithe.

    Si tratta in realtà di un esperimento piuttosto ambizioso, un vero e proprio caffé letterario, anzi una libreria & caffetteria, voluta da Diego Lo Piccolo e ospitata in ampi e accoglienti locali ben arredati, dove il profumo della carta stampata e quello del cappuccino si fondono armoniosamente.

    In effetti si sentiva da tempo la mancanza di un collegamento fra la nostra cultura e il luogo che ci ospita e la libreria si rivolge quindi non solo al pubblico italiano alla ricerca della novità editoriale recensita sulla stampa, ma anche a tutti quelli che conoscono la nostra lingua pur non essendo italiani e agli italiani di seconda o terza generazione che desiderano recuperare le loro radici e, attraverso i libri acquistati per i figli, si riappropriano della lingua dei nonni o dei bisnonni.

    Il martedì e il venerdì uno “spazio bambini” invita alla lettura o alla scrittura i più piccoli (dai 3 ai 7 anni), mentre l’apertura settimanale fino alle 19 attira chi vuole rilassarsi un attimo all’uscita dell’ufficio.

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    culturalia

    LIBRI & CAPPUCCINO

    Si sfoglia, si cerca, ci si perde e il tempo passa senza che ce ne accorgiamo. Grazie ad una solida organizzaz ione , con accesso elettronico ad un distributore in grado di fornire circa 290.000 titoli, è possibile ordinare un libro ed averlo in pochi giorni, cosa impensabile fino a poco tempo fa.

    Per gli iscritti al notiziario on-line, le comunicazioni non mancano e vanno dalla presentazione di una raccolta di poesie, all’elenco dei finalisti del premio Bancarella, al programma di “Vendredi Jazz”.

    Altrimenti merita tutta la nostra attenzione e il nostro sostegno affinchè questa preziosa iniziativa abbia tutto il successo che merita.

    Clara Breddy-Buda

    Secondo il sig. Lo Piccolo la clientela prettamente italiana rappresenta circa il 50 % e, dopo un inizio travagliato e un atteggiamento piuttosto freddo nei confronti di un esperimento che non destava entusiasmi, il pubblico si è gradualmente avvicinato, facendo quello che si fa di solito nelle librerie.