Giorni di pensieri appesi all’anima - CORVINO EDIZIONI · Vorrei poter essere quel porto sicuro...

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Elena CianciGiorni di pensieri appesi all’anima

© Corvino EdizioniProprietà letteraria riservatawww.corvinoedizioni.com

Ottobre 2017

Grafica, impaginazione ed illustrazioniSelene Klancic

StampaLitostil® sas di Corvino Nicola e Michele & C.via G.A. Pilacorte, 2 33034 Fagagna - UdineTel. +39 0432 800640info.litostil.comwww.litostil.com

ISBN: 978-88-6955-036-2

Questo libro è il pensiero del mio “vivere” tradotto nella lingua della mia anima.Emozione scritte.

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Quando mi è stato chiesto di scrivere la prefazione di questo libro ho provato una grandissima emozione. Mi sono detta: “Raffaella ecco la tua occasione per dedicare pensieri su carta ad una delle persone più importanti della tua vita. Puoi lasciare una traccia a chi ha lasciato una traccia dentro di te.”Ho iniziato pensando a quando ho conosciuto Elena.Era il 1998 durante un corso base del nostro metodo a Milano. C’è voluto poco perché io fossi rapita totalmente da lei, dal suo modo di porsi e soprattutto dal suo modo di parlare. Ricordo ancora come fosse oggi la sensazione che le sue parole mi procuravano. Mi sentivo ostaggio di qualcuno che stava mettendo a nudo la mia anima, con grazia, amore e pazienza, tutte sensazioni in quel momento sconosciute.Sentivo emergere il dolore come un’opportunità e sentivo le parole di Elena come il balsamo che lo stava curando. Potete quindi capire la grande felicità che ho provato all’idea che le sue parole potessero essere lette da molte persone e che potessero diventare per loro lo stesso balsamo, la stessa cura.

Elena.Un’amica capace di ascoltare e consigliare nel modo migliore e al momento giusto. La sua grande forza e la sua fragilità, il grande amore per suo marito e le sue figlie. L’ho vista cadere e rialzarsi con grande dignità quando inaspettate difficoltà l’hanno messa a dura prova. L’ho vista ridere, piangere, perdersi negli occhi di un bambino come in un panorama mozzafiato. L’ho vista isolarsi e tornare presente, tutto come in una grande danza, attraverso una splendida melodia.

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Ciò che andrete a toccare, annusare ed assaporare non è un semplice libro, ma piuttosto la raccolta dei pensieri sinceri di una donna, che vi accompagnerà per mano dentro la sua e la vostra anima.Se avete avuto l’occasione di conoscerla di persona, vi sembrerà di ascoltare la sua voce che li interpreta, di vederla mentre gesticola o si tiene le mani come raccolte in una preghiera.

La sua voce decisa, a volte irruente e dolce, ma mai invadente.Leggerete pensieri sull’amicizia, sull’amore, sulle false credenze, l’invidia, la dignità dell’essere, la libertà e la prigionia; scritti a volte contraddittori, come del resto è la natura dell’essere umano, ed è proprio questo a renderli veri.Tutte parole scritte perché vissute, provate o semplicemente colte dal mondo che la circonda con grande capacità di osservazione.

Non vuole essere una bibbia, nè un suggerimento di vita, tantomeno il modo assoluto con cui guardare e ascoltare il mondo che vi circonda, quanto al contrario la grande opportunità di sapere che ci possono essere altri modi per osservare, nuove direzioni verso le quali guardare.Sono pensieri che appartengono alla quotidianità di ognuno di noi.Per me Elena è un tatuaggio indelebile sulla pelle e nell’anima.Auguro a tutti voi e alle vostre anime di essere accompagnate nella magia che le sue parole possono regalare.

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Quando nei momenti bui vieni afferrato per mano e condotto alla luce, la tua anima sarà sempre grata a colui che è riuscito a farlo.

Raffaella

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Da sempre il mio strumento prediletto è la penna.Strumento con il quale ho imparato ad amare una parte di me e a conoscere anfratti del mio pensiero per lo più nascosti alla maggior parte delle persone del mio mondo.Mi è servita a rigurgitare frammenti di disagio e pezzetti di felicità.Mi è servita per non scappare, e mi ha aiutato a restare.Ha rinnovato il bisogno primario che ognuno cela nelle viscere.Il bisogno di prendermi cura di me. Lo scrivere, per me, è una medicina. Un balsamo. Un riparatore di fratture dolorose e di tutte le malefiche contorsioni della mia anima.Sin da bambina comunicavo attraverso la carta imbrattata di parole e lettere un po’ alla rinfusa, ma intrise di colori a volte grigi, a volte colorati, raramente brillanti.Ho scritto lettere d’amore appassionate. Lettere d’addio strazianti. Lettere in cui annunciavo il mio disappunto e altre in cui descrivevo il rancore di un gesto maldestro donatomi insensatamente.Ho scritto di me, di altri, degli amici e di chi non lo è più, dei figli e dell’essere madre, dei genitori e del mio essere figlia. Ho scritto la vita, le emozioni, le ingiustizie, i passi falsi, il disincanto, la ribellione, la libertà, le scelte, le conquiste, le rinunce, i sacrifici, l’amore, la morte e la vita.Ho scritto tutto ciò di cui avevo bisogno di leggere e rileggere all’infinito per ricordare a me stessa chi sono, cosa sono diventata, e cosa voglio essere d’ora in avanti.Da qualche tempo ho scelto di rendere pubblico il mio perdermi nelle pagine di un quaderno attraverso una modalità per me insolita ma efficace nei tempi che stiamo vivendo oggi.

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I Social, Facebook, un Blog.Strumenti che per molto tempo ho discriminato, allontanato, condannato come fossero il lato più freddo e impersonale di uno scritto o di una condivisione.E per me il termine condividere si riferisce ancora ad un contatto fisico e umanamente ricco di sfumature corporee e non citate attraverso un clik o da una visualizzazione.Ma il dedicarmi a questa nuova e inconsueta dimensione mi ha permesso di arrivare laddove,con delle semplici pagine di carta, non si può arrivare così facilmente.Dove?Nel cuore curioso della gente, nel loro attendere una parola di conforto, nell’affrontare la vita di tutti i giorni, nel respiro di fine giornata e nello sbadiglio di un mattino di un giorno qualunque, nelle corse in macchina, nelle soste ai semafori, nell’attesa che l’acqua bolla, nel rimuginare sul sogno accantonato.Quello che scrivo nei mie post o nei miei articoli a volte è improvvisato e magari stimolato dal vissuto del momento, ed altre volte è meditato, costruito dentro ad una riflessione più oculata e più complessa.Una cosa è certa. Non sono consigli per gli acquisti o inviti a seguirmi nei miei pellegrinaggi mentali.Sono solo stimoli.Stimoli a guardare con altri occhi, ad ascoltare con una coscienza riabilitata e non distrutta dagli eventi, a prendere per mano il proprio vissuto per regalargli una dignità colma di encomi e non di rimproveri.I vostri straordinari apprezzamenti e i vostri infiniti “grazie” mi hanno suscitato un grande scombussolamento tanto da non capacitarmi del grado di aspettativa ed interesse che ho scoperto esserci nella lista dei vari commenti a piè pagina.

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Tutto questo sconcerto ha scatenato un’esigenza che ormai sento urgente e incalzante.Quella di raccogliere le mie parole pensate e scritte, in tutto questo tempo “facebookiano”, e di ridargli un’identità che io ritengo più affine al mio modo di intendere uno scritto.Un insieme di caratteri che prendono forma nel fraseggio e nelle pause di uno spazio bianco che odora di tempo e di grafite.Un libro di carta e inchiostro.Un libro rilegato con filo e colla.Un libro con le pagine dagli angoli ripiegati per non perdere il segno.Un libro da lasciare sul tavolo della cucina.Un libro da ritrovare in fondo alla borsa.Un libro da prendere in mano quando non si sa cosa fare.Un libro da riporre nel cassetto delle cose preziose.Un libro per iniziare un mio nuovo cammino.

Elena.

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La foglia cade nel preciso istante in cui non è più utile all’albero ma diventa indispensabile per il terreno. In quel tragitto è costretta a cambiare il suo senso.E tutte le cose smettono di avere un senso quando è giunto il momento per trovarne un altro. Niente muore.Tutto cambia.

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Non guardarmi come fossi un'aliena. Ho la brutta abitudine di pensarti in ogni istante della mia giornata. Prendo il tempo e lo sminuzzo nell'impresa di comprendere i tuoi silenzi o le tue dure parole.Raccolgo le briciole di un tuo sorriso e me le stringo al petto come fossero pepite d'oro. I miei passi nel tuo mondo sono maldestri, impacciati, imbarazzati.Cerco di disinteressarmi al tuo vivere e al tuo pensare ma a stento riesco a farlo solo quando dormo.Vorrei poter essere quel porto sicuro dove tu possa ancorare le tue angosce.Quel cuscino dove far riposare i tuoi a�anni.Quel cappotto per proteggerti dalle ingiurie di chi non ti comprende.Vorrei non essere quella che si angustia e s'inombra quando il tuo sguardo è gon�o di so�erenza.Ma sono fatta così.Mi devi sopportare così.Perché in tutto il tuo vivere passato, presente e futuro, l'unica certezza assoluta che avrai nelle tue tasche sarà il mio amore per te. Indissolubile.In�nito.Solo per te, �glio mio.

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E poi sentire il suono di parole rompere il rumore di un silenzio assordante. Assaporare l’assenza di peso e accoccolarsi nella leggerezza del pensiero comunicato. Basta così poco per essere felici.Ascoltare.Parlare. Per non piegarsi sotto il peso del non detto. È così che il cuore impara a volare.

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Almeno….Per chi non ce la fa ad urlare... almeno crei il nuovo per lasciare andare il vecchio.Per chi non riesce a parlare... almeno sorrida al mondo.Per chi non può chiedere... almeno lasci l’atto eroico ad altri.Per chi non riesce a piangere... almeno abbracci la sua tristezza e la porti in viaggio. Per chi non può comunicare la paura... almeno si tolga le scarpe e senza far rumore cammini nel silenzio di un bel ricordo.Non è un accontentarsi ma usare strumenti più delicati per mantenere la propria dignità al centro della vita.