Giornalino "La carica dei 25" Scuola G. Marconi di Pozzuoli

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Che cosa resta dopo un anno di scuola? S icuramente programmazioni, spiegazioni, compiti, correzioni, interrogazioni, voti…ma soprauo l’entusiasmo dei bambini di fronte alle novità e la loro meraviglia nel rendersi conto di aver “capito” e di essere in grado di procedere da soli. L’anno scolastico che volge al termine è stato intenso e ha visto molti alunni coinvolti in percorsi formativi inerenti il Programma Operativo Nazionale; infai il 1° Circolo Didaico “ G. Marconi ” di Pozzuoli è stato assegnatario, per l’annualità 2013/14, di un Finanziamento del Fondo Sociale Europeo per la realizzazione di ben 7 interventi formativi rivolti agli alunni di scuola primaria ( lingua madre araverso la realizzazione di un giornalino scolastico, matematica digitale, scienze, lingua inglese con certificazione finale) oltre a 3 interventi formativi rivolti ai docenti (metodologia lingua inglese, competenze nell’uso delle ITC, didaica delle scienze con approccio IBSE).Proprio grazie al PON “Giornalisti in erba crescono”, del quale sono docente tutor, ho la possibilità di scrivere un pezzo giornalistico per ripercorrere le tappe più significative dell’anno scolastico 2013/14. M i avvicinai con preoccupazione e diffidenza agli scolari che invece cominciarono subito a coprirmi di affeo, curiosità, coccole ed aenzione. Il progeo editoriale li incuriosiva e suscitava il loro interesse meendo in luce le loro doti e inclinazioni culturali. Mai sazi di spiegazioni, delucidazioni, talvolta severi e pignoli, mi inondavano e arricchivano della loro ricchezza. Francesco appassionato di cronaca nera, spesso faa di bambole assassine e fantasmi. Clelia tua dedita alla politica e all’analisi di essa e della realtà circostante. Ginevra che canta al San Carlo e che scrive con creatività. Giada intelligente e dalla forte personalità tanto che in pochi possono contraddirla, e la piccola Giorgia sua sorella che già le somiglia molto. Francesco Pio e Mario scrivono di sport e del loro Napoli con fede e passione anche se ogni non vince. Fabrizia che non accea di non capire qualcosa e insiste finché non raggiunge il suo scopo. Gregory che, con aenzione e dedizione, segue ogni lezione. Barbara, dolce e spesso severa, scrive di sport e lo pratica anche. Daria appassionata di animali è l’oima vigneista e disegnatrice del gruppo. Ugo Viorio, per tui Chicco, scrive di cronaca e conosce dove vivono i fantasmi. Federica a cui le piace la moda e gli scandali di gossip. Diana sempre aenta a ciò che le succede intorno. Antonella sicura di sé, forte e simpatica. E poi i più piccoli Giuseppe e Benedea sempre pronti a regalare sorrisi e a scrivere oimi articoli. Eva timida ed educata e mai imbronciata. E ancora le dolci e sempre presenti Claudia, Anna, Francesca e Maria Francesca che si appuntano tuo come vere giornaliste. Renata piccola ma con una grande forza d’animo. E gli ultimi aggiunti al gruppo Enrico e Mario Lorenzo educati e riservati sempre aenti a fare mille domande. Uscivo dall’aula caricata e soddisfaa. Giornalisti in erba è stata una scoperta ed una vioria. Con soddisfazione posso dire che gli allievi del Primo Circolo hanno risposto in maniera positiva ed entusiastica. Anche l’idea dell’esperta dirigente di farli partecipare in prima persona come piccoli giornalisti intervistatori di vecchi giornalisti professionisti si è rivelata valida e soddisfacente. Il risultato è questo piccolo giornalino che nella tematica di “Ieri, oggi e domani” rivalutando le esperienze passate, riportate da nonni e genitori e puntando nel presente, rende possibile e dà voce al futuro. Senza memoria non c’è cultura e senza speranza finisce la vita. Il tempo è unico, la divisione in tre fasi è utile a dare ordine alla vita degli uomini. Senza passato non si costruisce il presente, come senza fondamenta non si costruisce il palazzo che senza teo sarebbe come un presente senza futuro. I giovani scolari apprendono prima e con più naturalezza degli adulti perciò hanno aderito con entusiasmo al progeo portandolo a termine lodevolmente. Ognuno ha mostrato interesse per ciascun tempo e chi con fantasiosa, estrosa e spesso, esagerata immaginazione ha fantasticato su un futuro fao di giochi, chi in un catastrofico 2064 e chi ha semplicemente invitato a vivere la vita e scoprirla da sé. Sogni, malumori, prospeive, questo piccolo giornalino cela i ricordi del passato, guardando con stupore e curiosità al presente per sognare un futuro da favola. Violea Luongo Direore Responsabile Ieri, oggi, domani… continua a pagina 4 A Pozzuoli le radici di tua una vita, ricordi dell’ultimo maestro d’Ascia «D a piccolo non ho visitato molti posti perché c’era tanta povertà e l’unica cosa che ho visto è stato il Tempio di Serapide che era pieno d’acqua e l’Anfiteatro Flavio, dove ci accompagnavano i professori e per gli scolari l’ingresso era gratuito», racconta Antimo Vallozzi di 76 anni che allora aveva 10 anni. Il luogo aperto al pubblico era il Rione Terra visitato dai turisti con il suo Duomo. «La cià rispeo al passato è cambiata tantissimo», dice. Il Rione Terra era completamente abitato, c’erano tante fabbriche che ora sono chiuse, il mare era più alto, la darsena era completamente piena d’acqua, quando c’era “l’acqua alta con la risacca” Vi presento lo Sri Lanka, la terra di mio padre Un futuro da sogno, basta aspeare 50 anni I l futuro tra 50 anni sarà con macchine volanti, macchine del tempo e robot. Per esempio il treno andrà a velocità supersonica, le sedie per sedersi si apriranno con un boone. Le case automaticamente si alzeranno di un piano per far spazio al nuovo inquilino. Io andrò con le mie amiche alla gelateria sulle nuvole e la gelateria sarà a forma di coppea gelato e gli inservienti saranno robot e per andare lì si userà lo zaino jet. continua a pagina 6 Il giornalino a cura del corso Pon “Giornalisti in erb@” del Primo Circolo Didaico G. Marconi di Pozzuoli Anno 2014 Marzo - Giugno continua a pagina 3 continua a pagina 2

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Che cosa resta dopo un anno di scuola?

Sicuramente programmazioni, spiegazioni, compiti, correzioni, interrogazioni, voti…ma soprattutto l’entusiasmo dei bambini di fronte alle novità e la loro meraviglia nel rendersi conto di aver “capito” e di essere in grado di procedere da soli. L’anno scolastico che volge al termine è stato intenso e ha visto molti alunni coinvolti in percorsi formativi inerenti il Programma Operativo Nazionale; infatti il 1°

Circolo Didattico “ G. Marconi ” di Pozzuoli è stato assegnatario, per l’annualità 2013/14, di un Finanziamento del Fondo Sociale Europeo per la realizzazione di ben 7 interventi formativi rivolti agli alunni di scuola primaria ( lingua madre attraverso la realizzazione di un giornalino scolastico, matematica digitale, scienze, lingua inglese con certificazione finale) oltre a 3 interventi formativi rivolti ai docenti (metodologia lingua inglese, competenze nell’uso delle ITC, didattica delle scienze con approccio IBSE).Proprio grazie al PON “Giornalisti in erba crescono”, del quale sono docente tutor, ho la possibilità di scrivere un pezzo giornalistico per ripercorrere le tappe più significative dell’anno scolastico 2013/14.

Mi avvicinai con preoccupazione e diffidenza agli scolari che invece cominciarono subito a coprirmi

di affetto, curiosità, coccole ed attenzione. Il progetto editoriale li incuriosiva e suscitava il loro interesse mettendo in luce le loro doti e inclinazioni culturali. Mai sazi di spiegazioni, delucidazioni, talvolta severi e pignoli, mi inondavano e arricchivano della loro ricchezza. Francesco appassionato di cronaca nera, spesso fatta di bambole assassine e fantasmi. Clelia tutta dedita alla politica e all’analisi di essa e della realtà circostante. Ginevra che canta al San Carlo e che scrive con creatività. Giada intelligente e dalla forte personalità tanto che in pochi possono contraddirla, e la piccola Giorgia sua sorella che già le somiglia molto. Francesco Pio e Mario scrivono di sport e del loro Napoli con fede e passione anche se ogni non vince. Fabrizia che non accetta di non capire qualcosa e insiste finché non raggiunge il suo scopo. Gregory che, con attenzione e dedizione, segue ogni lezione. Barbara, dolce e spesso severa, scrive di sport e lo pratica anche. Daria appassionata di animali è l’ottima vignettista e disegnatrice del gruppo. Ugo Vittorio, per tutti Chicco, scrive di cronaca e conosce dove vivono i fantasmi. Federica a cui le piace la moda e gli scandali di gossip. Diana sempre attenta a ciò che le succede intorno. Antonella sicura di sé, forte e simpatica. E poi i più piccoli Giuseppe e Benedetta sempre pronti a regalare sorrisi e a scrivere ottimi articoli. Eva timida ed educata e mai imbronciata. E ancora le dolci e sempre presenti Claudia, Anna, Francesca e Maria Francesca che si appuntano tutto come vere giornaliste. Renata piccola ma con una grande forza d’animo. E gli ultimi aggiunti al gruppo Enrico e Mario Lorenzo educati e riservati sempre attenti a fare mille domande. Uscivo dall’aula caricata e soddisfatta. Giornalisti in erba è stata una scoperta ed una vittoria. Con soddisfazione posso dire che gli allievi del Primo Circolo hanno risposto in maniera positiva ed entusiastica. Anche l’idea dell’esperta dirigente di farli partecipare in prima persona come piccoli giornalisti intervistatori di vecchi giornalisti professionisti si è rivelata valida e soddisfacente. Il risultato è questo piccolo giornalino che nella tematica di “Ieri, oggi e domani” rivalutando le esperienze passate, riportate da nonni e genitori e puntando nel presente, rende possibile e dà voce al futuro. Senza memoria non c’è cultura e senza speranza finisce la vita. Il tempo è unico, la divisione in tre fasi è utile a dare ordine alla vita degli uomini. Senza passato non si costruisce il presente, come senza fondamenta non si costruisce il palazzo che senza tetto sarebbe come un presente senza futuro. I giovani scolari apprendono prima e con più naturalezza degli adulti perciò hanno aderito con entusiasmo al progetto portandolo a termine lodevolmente. Ognuno ha mostrato interesse per ciascun tempo e chi con fantasiosa, estrosa e spesso, esagerata immaginazione ha fantasticato su un futuro fatto di giochi, chi in un catastrofico 2064 e chi ha semplicemente invitato a vivere la vita e scoprirla da sé. Sogni, malumori, prospettive, questo piccolo giornalino cela i ricordi del passato, guardando con stupore e curiosità al presente per sognare un futuro da favola.

Violetta Luongo Direttore Responsabile

Ieri, oggi, domani…

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A Pozzuoli le radici di tutta

una vita, ricordi dell’ultimo

maestro d’Ascia

«Da piccolo non ho visitato molti posti perché c’era tanta povertà e l’unica cosa che ho visto è stato il Tempio di Serapide che era pieno

d’acqua e l’Anfiteatro Flavio, dove ci accompagnavano i professori e per gli scolari l’ingresso era gratuito», racconta Antimo Vallozzi di 76 anni che allora aveva 10 anni. Il luogo aperto al pubblico era il Rione Terra visitato dai turisti con il suo Duomo. «La città rispetto al passato è cambiata tantissimo», dice. Il Rione Terra era completamente abitato, c’erano tante fabbriche che ora sono chiuse, il mare era più alto, la darsena era completamente piena d’acqua, quando c’era “l’acqua alta con la risacca”

Vi presento lo Sri Lanka, la terra di

mio padre

Un futuro da sogno, basta

aspettare 50 anni

Il futuro tra 50 anni sarà con macchine volanti,

macchine del tempo e robot. Per esempio il treno andrà a velocità supersonica, le sedie per sedersi si apriranno con un bottone. Le case automaticamente si alzeranno di un piano per far spazio al nuovo inquilino. Io andrò con le mie amiche alla gelateria sulle nuvole e la gelateria sarà a forma di coppetta gelato e gli inservienti saranno robot e per andare lì si userà lo zaino jet.

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Il giornalino a cura del corso Pon “Giornalisti in erb@” del Primo Circolo Didattico G. Marconi di Pozzuoli Anno 2014 Marzo - Giugno

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Un amore da favola: discreto, fatto di piccole cose

A quei tempi l’amore era incantato, pieno di sorrisi e sguardi

ma non si aveva la privacy di oggi, ma alle coppie bastava questo, come a Maria Rosaria Colizzi, oggi ha 65 anni e racconta di quando era giovane: «Io ho avuto un solo fidanzato, mio marito, che purtroppo mi ha lasciato 5 anni fa (e sospira ndr)ma un giorno ci rincontreremo». Cose che oggi non si dicono. Un amore discreto, fatto di piccole attenzioni, fatto di piccoli pensieri come cioccolatini, fiori o semplici parole d’amore.

Le avventure di Maria Rosaria non sono solo tristi ma lieti come quando racconta: «Il momento più bello della mia storia d’amore è stato il momento in mi sono sposata anche se è successo un fatto spiacevole. Prima i parrucchieri per fare delle acconciature utilizzavano dei liquidi, una specie di acidi. Io ebbi la brillante idea di farmi i boccoli, i capelli rimasero tutti attaccati vicino ai bigodini, e cosi invece di sposarmi con i miei lunghissimi capelli vaporosi, mi sono dovuta sposare con

un caschetto, ma nessuno è riuscito a togliermi il sorriso». L’ amore è cambiato molto, perché all’epoca era romantico ora invece è “un mi pace” su Facebook , fatto di canzoni su youtube, di link e frasi pubblicate su social network per attirare l’ attenzione o al massimo con messaggini su whatsapp , oppure pubblicando i cosiddetti selfie, i propri autoscatti. A pensarci bene l’amore prima era da favola!

Antonella AndreozziRedattrice di gossip

Nonna Carmen e i suoi ricordi tra i banchi di scuola

Nonna Carmen e i suoi ricordi tra i banchi di scuolaPrima la vita a Pozzuoli era

più semplice, non c’erano molti pericoli e quindi si andava a scuola da soli, i bambini indossavano il grembiule nero e il colletto bianco e sul collo davanti c’era un fiocco che in prima elementare era rosso, in seconda rosa, in terza era verde, in quarta blu e in quinta tricolore come la bandiera dell’ Italia. I banchi erano pesanti e di legno, si scriveva

con l’inchiostro che si trovava nell’incavo del banco. Nella classe non c’era invidia tra i compagni anche se un bambino non era bravo non veniva preso in giro, le aule erano oscure, già quando si entrava nel portone si avvertiva una sensazione di tristezza. Mia nonna Carmen nel 1950 frequentava la prima.

Mario Lorenzo SodaRedattore di cronaca

A Pozzuoli le radici di tutta una vita, ricordi dell’ultimo maestro d’Ascia

«Da piccolo non ho visitato molti posti perché c’era

tanta povertà e l’unica cosa che ho visto è stato il Tempio di Serapide che era pieno d’acqua e l’Anfiteatro Flavio, dove ci accompagnavano i professori e per gli scolari l’ingresso era gratuito», racconta Antimo Vallozzi di 76 anni che allora aveva 10 anni. Il luogo aperto al pubblico era il Rione Terra visitato dai turisti con il suo Duomo. «La città rispetto al passato è cambiata tantissimo», dice. Il Rione Terra era completamente abitato, c’erano tante fabbriche che ora sono

chiuse, il mare era più alto, la darsena era completamente piena d’acqua, quando c’era “l’acqua alta con la risacca” non si poteva passare sul porto perché ti bagnavi i piedi, via Napoli era piena di lidi turistici e di alberghi con le terme: le Terme Puteolane, le Terme della Salute, le Terme Lopez dove venivano i turisti in vacanza per farsi i fanghi e i bagni d’acqua sulfurea. Poi ad Arco Felice c’era un lido importante, quello Rai (attuale lido Augusto). Per la città passava il tram n.1 che percorreva la tratta Darsena-Poggioreale. Le visite culturali si facevano sempre nella zona

di Pozzuoli, tipo Solfatara e Anfiteatro. «Quando io ero piccolo ed abitavo a Rione

Terra dove ho vissuto fino al 1970. Ho un ricordo è legato al vescovo Castaldo. Con i miei

compagni avevo costruito un muro davanti alla porta del seminario quando il vescovo lo vide mi fece una forte tirata d’orecchie, impiegammo tre ore per costruirlo e il vescovo in un quarto d’ora lo distrusse, però dopo ci regalò dei panini con il formaggino e al cioccolato», continua divertito Antimo. «Posso dire che ho realizzato tutti i miei sogni, volevo fare lo stesso lavoro di mio padre, costruttore di barche, e ci sono riuscito, ed oggi sono l’ultimo Maestro d’Ascia di Pozzuoli e non ho nessun rimpianto», aggiunge l’artista. «Sono felice di vivere a Pozzuoli perché in

questo paese ci sono le radici della mia vita. Sicuramente Pozzuoli è sempre stata una città d’arte, ricordo che già prima del 1964, anno in cui il Duomo andò in fiamme, i turisti venivano a Rione Terra chiedendo di visitare il Tempio d’Augusto quando ancora noi non sapevamo che la cattedrale nascondeva le colonne. Chiedevano anche dove fosse sbarcato San Paolo», dice. Pozzuoli come città d’arte è ancora più importante di Napoli, e pensa che «oggi lo sia diventata ancora di più».

Benedetta VallozziRedattrice di cultura

Indietro nel tempo per un “incontro” speciale

Alcuni rimpianti e un bacio da ricordare

Ciro ricorda che la vita a quei tempi era molto

più tranquilla e molto meno trafficata. Le scuole erano molto più ordinate e si insegnava a leggere, scrivere e a fare i conti. Ricorda che in terza, quarta elementare il suo

compagno di banco lo colpì con il pennino nel torace, a quei tempi non frequentava né la scuola Marconi e né la scuola Immacolata, infatti da piccolo frequentava la scuola Lorenzo Conte di Quarto. Il suo maestro era lo zio di Sofia Loren. Egli ha un ricordo

impresso: quando stava in quinta elementare raccolse dei fiori di campo, bellissimi che regalò alla maestra per il suo compleanno ed ella, per premiarlo, gli diede un bacio. Lui ha molti rimpianti degli amici, soprattutto perché c’era solidarietà.

Dice: «Se potessi cambierei molte cose, cambierei i sentimenti dei genitori verso i figli. E molte altre cose tipo l’odio verso qualcuno, le guerre, il razzismo e il problema dei rifiuti».

Eva MartinoRedattrice di cultura

Incontrare Maradona è un’esperienza eccitante, un’occasione

imperdibile. Ci racconta tutto ciò, anche di più, sullo sport e su questo fantastico incontro, la signora Immacolata Rosati di 87 anni che guarda al passato. A quei tempi lo sport era

quasi uguale al nostro, ma con due particolari: c’era meno interesse finanziario (perché oggi non si parla di sport se non per i soldi) ed era più “genuino”. Nelle scuole, ancora oggi, si pratica lo sport eccitante della pallavolo. Sempre nelle scuole, si gareggiava

con le squadre dei vari plessi. Le attività che andavano più di moda erano: la danza (praticata con classe e delicatezza), la pallavolo (praticato con orgoglio e bravura) e, per non mancare, il calcio (praticato con forza e felicità). Ed è qui, con la passione per il

calcio, scocca l’amore per Maradona. Racconta la signora Immacolata Rosati: «dovevo uscire per andare a fare compere, come al solito, e fu allora che vidi una persona con un aspetto familiare, stava vicino a un mio amico di condominio del palazzo in via San Gennaro Agnano. Capii, dopo un po’, che si trattava della star Maradona. Eccitata, decisi di farmi una foto con lui, e pensai di chiamare le mie amiche di condominio». Insomma, ognuno ama il proprio sport, anche se si gareggia con pochi mezzi, ma l’importante è: se hai uno sport.. realizza il tuo sogno e diventa un campione!

Barbara Cappello Redattrice di sport

IERI

Ai tempi di mio padre i bambini vestivano molto sportivi e seguivano il look dei ‘’Paninari’’ I vestiti, Nello Panaro, li portava sempre

firmati. Aveva qualche volta un suo stile personale e a volte emulava anche la moda degli altri. Amava tanto le scarpe Timberland e portava capelli corti a caschetto. Portava piercing, bracciali e orologio. A quei tempi si portavano tanto i colori fluo e i grembiulini erano neri, le ragazzine portavano il trucco molto

marcato e i pantaloni si portavano stretti. C’erano soldi per comprare i vestiti e non si facevano a casa; a Nello piaceva molto la disco music e ascoltava tanto la musica italiana, la moda da quei tempi però non è cambiata molto, infatti, i look di allora sono ritornati tra i giovani di oggi.

Diana Panaro Redattrice di moda

Tra i “Paninari” di ieri…anche

mio padre

Anni ’70, una moda

pratica e carina

Mariella, mia madre a scuola negli anni ‘70 si vestiva con

gonna e maglietta semplice. A quel tempo si portavano i pantaloni a zampa di elefante, camicia stretta in vita e maniche larghe. Non preferiva nessun capo d’abbigliamento. Mariella Dargenio portava i capelli corti a caschetto fino a 8 anni, portava anelli e bracciali. A quei tempi si portava il verde e vari colori come oggi. A scuola indossava il grembiule, blu con il fiocco rosa. In inverno gli stivali e in estate i sandali. Non metteva mai lo smalto quando andava a scuola né si truccava. A cucirle i vestiti era sua madre perché non c’erano molti soldi, ma gli abiti erano comunque molto belli.

Ginevra Annese Redattrice di moda

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Vi presento lo Sri Lanka, la terra di mio

padre

Mio padre adesso ha 45 anni ed e dello Sri Lanka, 35 anni fa, con

la sua famiglia andò a visitare un luogo d’arte: Sigiriya. È un sito archeologico dello Sri Lanka centrale. Contiene le rovine di un antico palazzo, costruito durante il regno di re Kasyapa (477-495 a.C.). E’ una delle otto attrazioni preferite dai turisti stranieri. L’altezza della collina e di 370 metri ed e

piccolo su tutti i lati. Mio padre andava in quei luoghi aperti e adesso sono ancora aperti, invece la città è cambiata. Quando era piccolo non c’erano tante strade ma adesso ci sono molte vie e costruiti nuovi palazzi. Mio padre faceva le visite culturali vicino alla scuola su un grandissimo giardino. La gente dello Sri Lanka visita un posto antico di nome Kandy Palace, pure mio padre andava là, in questo palazzo c’è il dente di Budda. A mio padre piace cucinare il piatto con riso, verdura e pollo. La scuola nello Sri Lanka è diversa, le materie sono uguali ma la lingua è diversa perché si parla lo Srilankese e l’inglese. La differenza è nel clima, fa caldo, ci sono meno palazzi e più spazi verdi e alberi. Nel mese di maggio c’è la cerimonia di Budda, la seguono tutti gli Srilankesi e anche mio padre. Mio padre faceva karate e corse a tempo libero, karate si fa in palestra e corse nello stadio

Enrico WanniachchiRedattore di cultura

Conversando con mio padre…

Mio padre, da piccolo, ha visitato la Reggia di Caserta, gli scavi di Ercolano. I luoghi che prima

erano aperti e che adesso sono chiusi come: la grotta della Sibilla, a cui si accede dal lago d’Averno, e gli scavi di Pompei completi. Pozzuoli rispetto al passato è cambiata molto. In passato la città era molto più bella perché era meno caotica grazie allo

scarso numero di auto, quindi anche più pulita e meno inquinata. C’era sempre tanta gente che passeggiava per le strade e amava dialogare fra loro. Mio padre con la scuola ha fatto varie visite culturali all’Anfiteatro Flavio e alla Solfatara. La Solfatara ha subito dei cambiamenti in modo positivo, cioè le distese di prato sono state adibite a campeggio ed è stata costruita una piscina. Per quanto riguarda

l’Anfiteatro Flavio molti anni fa si poteva visitare tutto, oggi invece, alcuni tratti del percorso sono stati chiusi al pubblico. Mio padre dice che Licola mare degli anni ‘70 specialmente nel periodo estivo sembrava Rimini. «Quando scopro alcuni siti che sono chiusi reagisco in modo brusco perché penso che in questo modo non riusciamo a valorizzare le bellezze del nostro

paese», dice Raffaele Maiorano. Mio padre svolgeva il tempo libero giocando a pallone, trascorrendo alcune ore nei circoli ricreativi giocando a bigliardino e facendo tanti giochi creativi che noi ragazzi di oggi né conosciamo né pratichiamo.

Giuseppe MaioranoRedattore di cultura

La moda che non passa mai

Mia zia Angela mi ha raccontato, che quando era piccola

erano gli anni ‘70. Quando andava a scuola indossava un grembiule di colore blu con un grande fiocco alla gola che cambiava colore ogni anno. La moda ai suoi tempi era abbastanza simile ad oggi perché si portavano i jeans, scarpe con la zeppa, e tanti foulard. Mia zia seguiva abbastanza il look visto in giro. Il capo d’abbigliamento che preferiva era il jeans. Portava i capelli sciolti e lunghi, aveva borse a tracolla o a sacchetto, scarpe con la zeppa

e grandi cinturoni. Ai suoi tempi si portavano tutti i colori chiari, e le ragazze erano tutte acqua e sapone. C’erano abbastanza soldi per comprare i vestiti e non si cucivano i vestiti in casa. Oggi sono di moda i jeans a vita bassa, pantaloni stretti ed elasticizzati. Mentre prima le ragazze indossavano pantaloni a vita alta non elasticizzati. Mia zia non imitava nessun personaggio famoso, e ascoltava musica leggera e i suoi cantanti preferiti erano Lucio Battisti, Dalla e i Bee Gees. Al suo primo appuntamento si vestì con i suoi abiti preferiti.

Fabrizia Postiglione Redattrice di moda

Il tempo passa, la memoria resta

Pozzuoli si è molto evoluta e allargata dal 1947, perché dopo 77 anni c ambia la città, ma non solo essa, anche i mestieri, erano diversi a quell’ epoca, le persone erano povere come

un signore che ho intervistato che , nel 1947 aveva 10 anni come me adesso. Questo signore è Corradino Renzi che ha davvero parecchi ricordi di tanti anni fa come, quel giorno una suora ha domandato agli alunni della sua sezione A del Marconi, di chi fosse quella mela, tenendo il frutto in mano, Corradino rispose che era sua sapendo di non averla nel cestino, e si ricorda anche di un suo affezionato professore che gli ricordava molto suo padre morto in quegli anni, i tempi più brutti della sua vita, come racconta. Un aneddoto, più bello però, fu di una gita alla Solfatara con la sua unica maestra , perché a quei tempi c’era solo un maestro o maestra e al minimo 30 bambini , per Corradino non c’ è niente da cambiare rispetto ai suoi tempi perché dice che ormai è migliorata la sua vita, possiamo dire che è cambiata nei 77 anni passati.

Clelia RenziRedattrice di cronaca

Indietro nel tempo alla scuola Marconi

Negli anni ‘70 la vita era più tranquilla, c’erano meno macchine e meno

motorini. I bambini erano autonomi e le famiglie erano numerose, ma i soldi erano pochi. La scuola Marconi aveva le aule e i corridoi più grandi. Le bambine indossavano il grembiule e un fiocco posto sul colletto. Le maestre premiavano i bambini più bravi e li eleggevano capoclasse. La maestra era una per classe ed insegnava tutte le

Sport nel passato

L’amore senza Facebook, faceva sognare

Le acconciature trendy degli anni ‘70

materie, non c’erano informatica e le lingue. Spesso nelle scuole si facevano i doppi turni, perché i bambini erano tanti e le scuole poche. Le scuole iniziavano a ottobre e non si eleggevano i rappresentanti di classe. Le metodologie e le strutture scolastiche erano diverse. A Natale le maestre distribuivano un panettone molto piccolo a ogni bambino.

Francesca NigidoRedattrice di cronaca

3IERI

L’amore negli anni ’90, ai tempi di Lucia D’Ambrosio, madre di Federica, era molto romantico e faceva sognare. «Un

uomo faceva una dichiarazione alla donna dopo averla corteggiata tanto fino a portarla a cena», questo è quanto dichiara Lucia nell’intervista all’inizio, arrossendo anche un po’. Le frasi che si usavano a quei tempi erano «vuoi fidanzarti con me?» oppure «mi vuoi sposare?». Al primo appuntamento si portava un mazzolino di fiori o un bacio “Perugina” che

regalava l’uomo per corteggiare la donna. Lucia scriveva delle lettere perché i messaggi e la tecnologia di oggi non esistevano. Lucia aveva avuto tre ragazzi che si chiamavano: Savio, Biagio e Loran, un ragazzo che impazzì per i suoi occhi verdi chiari che incantavano tutti. Questi ragazzi avevano la stessa età di Lucia. Un ricordo impresso nella mente della donna sono i baci che aveva ricevuto. «Un aneddoto che mi ha particolarmente emozionato è stato una serata con Umberto, il mio attuale

marito», racconta Lucia divertita e sorridente e, forse, anche un po’ emozionata per quanto ha detto. «L’amore rispetto ad oggi è cambiato tantissimo perché adesso è tutto molto più frettoloso, e nato tutto su Facebook o tramite un messaggio su whatsapp», aggiunge Lucia non contentissima. La storia di fidanzamento più lungo della quarantunenne è la storia con suo marito ufficiale con cui sta da 13 anni.

Federica Palumbo Redattrice di gossip

A quei tempi lo sport era bellissimo e molto semplice, esistevano tutti i tipi di sport come: palla a volo,

basket, ecc. Si faceva pure palestra solo che si faceva all’aperto e in una piazza. Esistevano delle divise specifiche tipo

una gonna blu a pantalone che veniva chiamata appunto “gonna pantalone”, e una camicia bianca che aveva lo stemma della scuola, si partecipava alle adunate fasciste, le femmine praticavano palla a volo e ginnastica artistica o ritmica con

i nastri, con i cerchi, con le passerelle e con i cavallucci. Molte volte si praticava a scuola la ginnastica e tutti erano costretti a farla sia maschi che femmine, gli sportivi famosi non si vedevano molto in strada e chi praticava sport

tipo calcio era molto fortunato. Poi c’era lo “schieramento a tre” che era come la nostra fila per stare ordinati oggi.

Gregory Ruro Redattore di sport

A quei tempi, negli anni ’70, a scuola non

c’ erano i grembiuli, per le donne la divisa con la gonna e per i maschi i pantaloni con la maglia. La moda era fascinosa ossia la maglia non copriva l’ombelico, decorata con disegni e minigonne di jeans. Per alcuni la loro moda non era bella e così seguivano il look di altri come cantanti, attori e calciatori. All’ epoca tutti i ragazzi

avevano un capo di abbigliamento e un colore preferito. Le acconciature erano trendy, ad esempio i capelli racchiusi in una palla. Tanto tempo fa i gioielli erano solo con pietre preziose. All’epoca visto che c’era la lira non erano rovinati e quindi si potevano comprare i vestiti.

Giada Baiano Redattrice di moda

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Che cosa resta dopo un anno di scuola?

Sicuramente programmazioni, spiegazioni, compiti,

correzioni, interrogazioni, voti…ma soprattutto l’entusiasmo dei bambini di fronte alle novità e la loro meraviglia nel rendersi conto di aver “capito” e di essere in grado di procedere da soli. L’anno scolastico che volge al termine è stato intenso e ha visto molti alunni coinvolti in percorsi formativi inerenti il Programma Operativo Nazionale; infatti il 1° Circolo Didattico “ G. Marconi ” di Pozzuoli è stato assegnatario, per l’annualità 2013/14, di un Finanziamento del Fondo Sociale Europeo per la realizzazione di ben 7 interventi formativi rivolti agli alunni di scuola primaria ( lingua madre attraverso la

realizzazione di un giornalino scolastico, matematica digitale, scienze, lingua inglese con certificazione finale) oltre a 3 interventi formativi rivolti ai docenti (metodologia lingua inglese, competenze nell’uso delle ITC, didattica delle scienze con approccio IBSE). Proprio grazie al PON “Giornalisti in erb@ crescono”, del quale sono docente tutor, ho la possibilità di scrivere un pezzo giornalistico per ripercorrere le tappe più significative dell’anno scolastico 2013/14. Da ricordare la disponibilità degli alunni del 1° circolo di Pozzuoli per le attività a sfondo benefico come la raccolta fondi per Telethon e per le adozioni a distanza, la colletta alimentare per “L’Albero della solidarietà” e per il precetto pasquale; per le attività inerenti la conoscenza del territorio

e la legalità programmate, con la presenza di esperti, da Comune, Guardia di Finanza, Guardia Costiera, Lega Navale. Gli alunni hanno dimostrato interesse ed impegno costanti durante le uscite didattiche sul territorio, le visite guidate

a musei, agriturismi, oasi naturalistiche, durante la partecipazione ad eventi teatrali, ai laboratori di pastori, presepi e maschere, durante la sfilata di Carnevale che ha visto il coinvolgimento di tante scuole puteolane e durante la

manifestazione “Coloriamo in riva al mare” organizzata dal circolo nautico San Marco, solo per citarne alcune. Le attività di esperienza diretta che sono al centro dell’apprendimento delle scienze, secondo il metodo IBSE, hanno stimolato i bambini a sperimentare e condividere i risultati e sono culminati nell’evento finale SID “Hai capito papà” svoltosi nella Stazione zoologica Anton Dohrn, Villa Comunale di Napoli. Molti alunni si sono cimentati con bravura in attività di educazione motoria a scuola e hanno aderito ad importanti eventi sportivi, quali la partita Italia-Armenia allo stadio San Paolo di Napoli e le attività “Scuola e sport in tour” organizzato dal MIUR presso lo

stadio Conte di Pozzuoli. Il 1° Circolo parteciperà, con squadre femminili e maschili di calcio e di minivolley, dopo le brillanti vittorie dell’ edizione passata, all’ edizione 2014 del “Mundialito Niňo” che si svolgerà da fine maggio presso il Centro Sportivo dell’Istituto Sacro Cuore di Napoli. Fondamentale e prezioso l’impegno di tanti genitori che si prodigano per la scuola e lavorano in sintonia con i docenti, la preside dott.ssa Angela Palomba, la direttrice amministrativa e i collaboratori scolastici. Un altro anno scolastico è finito e resta la convinzione che sono fortunata a svolgere il lavoro della maestra.

Dorotea Tortorella

Condirettrice

Tra fumarole e percorsi, a Monte Nuovo un panorama mozzafiato

4 OGGI

Al mare si colora e si vince un premio

All’oasi Monte Nuovo ci hanno accompagnato due pulmini: uno che accoglieva 15 bambini di quinta e un

altro i 10 bambini di quarta. Appena arrivati all’oasi abbiamo fatto merenda e alcuni alunni, poiché c’era il distributore di acqua e merendine, avendo i soldi, hanno comprato qualcosa. All’oasi di Monte Nuovo abbiamo visto molte specie di piante. Siamo saliti su di una strada ripidissima, c’erano molti sassi e nessuno riusciva ad evitarli. La nostra guida si chiama Camillo, un addetto del Comune, che avevamo già conosciuto in passato. Ci ha mostrato le fumarole, molto calde, e su un percorso impervio qualcuno stava anche scivolando, ma in cima c’era un belvedere bellissimo. Il tempo è volato come un lampo e siamo dovuti tornare a scuola. È stata una gita meravigliosa, peccato non siano sempre così divertenti!

Ginevra Annese e Federica Palumbo

Imparare divertendosiI bambini del primo circolo didattico “Marconi” si sono recati

alla spiaggetta San Marco per il progetto “Coloriamo in riva al mare”. Questa attività consiste nel disegnare in riva al mare e il disegno più bello vince un premio. Tutti hanno cercato di primeggiare con dei disegni particolari, usando ogni minino dettaglio. Tutti hanno gareggiato con attenzione entusiasti del proprio disegno e convinti di poter vincere. Molti bambini, per esempio, si sono ispirati al mare e in ciò che vedevano in esso. «E’ stata una gara avvincente e divertente» hanno detto i bambini. «Non vedo l’ora che si

faccia di nuovo», aggiunge un’altra alunna, convinta di vincere. «E poi secondo me hanno vinto tutti perché sono tutti disegni splendidi», e così conclude. «E’ stata un’esperienza spettacolare soprattutto perché stavamo sul mare, all’aria fresca, non proprio fresca, e poi perché disegnare è la mia passione più grande - esclama un’altra bimba - E non vedo l’ora che annuncino chi vincerà e che cosa vincerà». «E’ stato fantastico!» esclamano i bimbi in coro. Alla fine penso che per loro sia stata una gita davvero indimenticabile.

Benedetta Vallozzi Redattrice di cultura

Una gita divertente ed entusiasmante è stata quella allo

stadio Conte di Pozzuoli. Quando gli alunni del Primo Circolo Didattico Marconi sono entrati c’era già un mondo di gente, i bambini hanno cominciato a giocare su strutture gonfiabili, divertentissimi, ce ne erano tanti, di tutti i tipi e per tutti i “gusti”. Le maestre ci hanno dato il permesso di fare tutti i giochi a scelta; ed io ho fatto scherma contro un mio amico che si chiama Alessandro Spalice e ho vinto, poi ho giocato

a tennis ma lì non si vinceva né si perdeva: dovevamo fare sei tiri e passare la racchetta ad altri giocatori. Per ultimo ho fatto wrestling per tutto il tempo e ho vinto contro tutti. La maestra ha persino detto a mia madre che se avessi “combattuto” contro uno della mia stessa stazza o anche più grande lo avrei battuto perché ero troppo forte. Per me quella giornata è stata più la bella della scuola.

Giorgia Baiano Redattrice di cultura

I piccoli “Giganti” del Trincone recitano sulla Solfatara

Il mito greco rivive alla Solfatara di Pozzuoli. A metterlo in scena i piccoli attori del plesso Trincone. Gli alunni delle quinte classi in collaborazione con l’associazione Artemide, hanno dato vita

al “Mito della Gigantomachia”, tra le fumarole del cratere i Giganti ingaggiano la guerra contro gli Dei dell’Olimpo, aizzati dalla loro madre Gea e dai Titani. Lo scontro mosse dalla Sicilia fino ad arrivare è proprio nei Campi Flegrei per poi approdare in Tracia. Un suggestivo spettacolo teatrale a cielo aperto messo in scena dai giovani attori, in abbigliamento greco, che hanno accolto gli spettatori tra mirti, corbezzoli e fumarole e, come in un “grand tour”, li hanno condotti in un percorso itinerante fino al cratere del vulcano. Con emozione, serietà e precisione gli attori del Primo Circolo didattico Marconi si sono calati, ognuno nella propria parte, senza deludere le aspettative ma anzi soddisfacendo ed entusiasmando il pubblico presente.

Page 5: Giornalino "La carica dei 25" Scuola G. Marconi di Pozzuoli

5OGGIDue chiacchiere con una preside da “serie A”

Con emozione ma tanto desiderio di rivolgerle la parola, i piccoli giornalisti hanno incontrato la Dirigente del Primo Circolo Didattico Marconi, Angela Palomba. Accolti con un

gran sorriso e la voglia di esaudire ogni loro curiosità, la preside li ha ricevuti a braccia aperte. Con entusiasmo e stupore hanno scoperto che la loro dirigente, seria e, quando è necessario, severa, ha un trascorso da atleta a livello nazionale. Il suo sogno fin da piccola era di dirigere un collegio americano, ammette che il suo ruolo è difficile, ma facile se svolto con tanta passione. Non nega, divertita, che quando si arrabbia vorrebbe cambiare mestiere ma mai rinuncerebbe ai suoi piccoli scolari. Curiosi i giovani discenti chiedono le novità che li aspetta l’anno

prossimo e la notizia che ci sarà tanta musica, informatica, sport ma soprattutto tanto studio, li entusiasma. Tante sono le informazioni apprese dai “giornalisti in erba” come il passato da maestra in scuole dell’infanzia, elementare e media ad insegnare matematica, i sogni e i ricordi senza rimpianti sono tanti ma sempre con la voglia di migliorare. «Che sport facevi?», chiede Barbara, e la risposta è mitica: «Facevo atletica ed ero campionessa di calcio femminile, a livello nazionale». Insomma Angela Palomba nel suo passato ha una cascata di ricordi ed emozioni. I giovani scolari si sono entusiasmati!!!

La Redazione

La vita al Primo Circolo Marconi

La vita a Pozzuoli non manca di pericoli e problemi. E il Primo Circolo Marconi non è esente da questi. Esso è come una casa in cui c’è la mamma ovvero la maestra. La

più amata è Rosaria Buono e qui a confermarlo c’è Eva Martino. Nonostante ciò per alcuni le materie sono troppe e per questo motivo anche i compiti. Inoltre la scuola è molto accogliente ma i bagni sono scarsamente illuminati, imbrattati e scritti. Tra i banchi di scuola non possono mancare i bigliettini dei fidanzatini e come a molte ragazze è successo, per questo motivo è stata data una punizione. A scuola si vivono delusioni e primi tradimenti, ovvero qualche bugia che ti può deludere

e farti litigare a vita con una tua compagna. Molti inoltre al G. Marconi hanno trovato persone che le prendevano in giro. Per questo alcuni come Eva Martino pensano che i bagni dovrebbero essere sorvegliati o rimossi ma ciò non può accadere. In realtà la vita al G. Marconi è monotona ma le gite molto belle e istruttive.

Claudia MaddalunoRedattrice di cronaca

Si spera di vincere ma non si molla mai

Io pratico calcetto nella squadra dei pulcini dell’udinese

da due anni mi alleno 3 giorni alla settimana e la domenica disputo il torneo. Ho due divise: una bianca e nera per il campionato e una blu con una striscia bianca per l’allenamento. Il mio ruolo è quello di difensore, cioè devo marcare un giocatore della squadra avversaria per non farlo segnare. Purtroppo, in genere, perdiamo anche se solo per un gol; abbiamo vinto solo una volta contro una squadra di Pianura ed è stato bellissimo.

Mario NapolitanoRedattore di sport

La carica dei 25 - Il giornalinoMarzo – Giugno 2014

www.primocircolodidatticomarconi.itGiornalino a cura del corso Pon “Giornalisti in

erb@” del Primo Circolo Didattico G. Marconi di Pozzuoli

Dirigente Scolastica

Angela Palomba

Direttore Responsabile Violetta Luongo

Condirettrice Dorotea Tortorella

Redazione: Antonella Andreozzi, Ginevra Annese, Giada Baiano, Giorgia Baiano, Barbara Cappello, Daria De Lorenzo, Ugo Vittorio Guida,

Claudia Maddaluno, Francesco Maglione, Giuseppe Maiorano, Eva Martino, Anna Murano,

Mario Napolitano, Francesca Nigido, Federica Palumbo, Diana Panaro, Francesco Pio Perillo, Maria Francesca Pisano, Fabrizia Postiglione,

Clelia Renzi, Gregory Ruro, Renata Russo, Mario Lorenzo Soda, Benedetta Vallozzi, Enrico

Wanniachchi

Progettista grafico Marco Vinciguerra

[email protected]

Page 6: Giornalino "La carica dei 25" Scuola G. Marconi di Pozzuoli

Un futuro da sogno, basta aspettare 50 anni

Il futuro tra 50 anni sarà con macchine volanti, macchine del tempo e robot. Per esempio il treno andrà a velocità supersonica, le sedie per sedersi si

apriranno con un bottone. Le case automaticamente si alzeranno di un piano per far spazio al nuovo inquilino. Io andrò con le mie amiche alla gelateria sulle nuvole e la gelateria sarà a forma

di coppetta gelato e gli inservienti saranno robot e per andare lì si userà lo zaino jet. Forse ci sarà anche una città subacquea (nel mare) o una città volante (su un aereo). E i fuochi d’artificio quando cadranno a terra, lasceranno sul terreno tantissime stelline. Le persone famose, tipo Violetta, saranno robot. Le persone avranno una collana che può far diventare

sirene e umani. Ma ragazzi questa è solo un’ipotesi, per saperne di più dovrete vivere la vita!

Daria De Lorenzo Redattrice di cronaca

Sulla Luna per un match galattico

Il gioco del calcio è cambiato: un campo sulla luna e ai lati dei satelliti e sedie volanti per seguire la partita. Il campo è ricoperto da un telo rosso, le squadre per segnare i goal e fare punti devo

centrare due crateri della luna. Il pallone è multicolore e fosforescente, le divise sono nere e i giocatori indossano un casco per respirare e il pallone vola. A fronteggiarsi i Verdoidi e i Napoleoidi per un match all’ultimo liquidor. I Verdoidi vanno a segnare, ecco il pallone nel cratere dell’avversario, i Napoleoidi sbagliano il rigore. I Verdoidi vincono per 2-0 e per festeggiare accendono tutte le luci delle loro astronavi

Francesco Pio Perillo Redattore di sport

6 DOMANI

Terrestri contro Marziani chi vincerà?

Siamo per vedere Terrestri contro Marziani per la finale

degli universali 2064. I giocatori di calcio terrestri contro quelli marziani si sfideranno sulla Luna per una partita bellissima. Si aspettano 90 minuti di orgoglio. Allo stadio lunare oggi ci sono più di 50 milioni di persone. Le maglie saranno: mimetica per i terrestri e rossa per i marziani. Il match inizierà alle 45.9 lunari.

Ora proviamo ad intervistare un marziano: Alienotto. Alienotto vuole diventare un campione? Sì lo vorrei Perché? Per diventare un campione Ok grazie Ora sta iniziando la partita chissà come finirà.

Dopo la festa iniziamo a intervistare Max Pituffo l’autore dei tre gol. Capitano sei felice della

vittoria? Sì Ti dispiace per gli avversari ? Sì molto Ti hanno rinnovato il contratto? Sì Ne sei contento? Sì moltoGrazie dell’intervista, spero vi sia piaciuta.

Ugo Vittorio Guida Redattore di sport

Nel 2064 della vecchia Pozzuoli rimarrà ben poco

Il futuro di Pozzuoli nel 2064 è torturato da Matteo Renzi, la città bruciata, distrutta. La tecnologia ci ha traditi, ha sterminato gli umani, un futuro senza

respiro. Non esistono case, non esistono i campi coltivati, tutto distrutto. Questo è il nostro futuro! Le scuole non ci sono più per i bambini non si lavora, le città sono quasi disintegrate, il signore Paolo con

un’esplosione non è morto, ma ferito gravemente colpito dai cannoni da tutte le parti, chiese distrutte, fuoco, ovunque gente morta. Il sole non c’è più, solo fumo. Tutto questo è l’inferno, apocalisse e suspance!

Francesco Maglione Redattore di cronaca

Ma quale futuro….

Tra 50 anni Pozzuoli cambierà. L’Anfiteatro Flavio è un parco giochi, il Rione terra è un palazzo tecnologico con ascensori che vanno a destra e sinistra, la Solfatara un centro commerciale e le terme un museo all’avanguardia gestito da robot. Il sindaco un marziano con la casa sul pianeta Marte.

Giorgia Baiano Redattrice di cultura

Vignetta realizzata da Daria De Lorenzo

Vignetta realizzata da Giada Baiano

E…st@te con noi

Piscina, laboratori, giochi e sport, tante le attività proposte dal Primo

Circolo Didattico Marconi anche in occasione dell’estate. Il progetto, giunto alla sua terza edizione, organizzato in comune con Acli Dicearchia

e varie associazioni del territorio, intende offrire agli alunni un’alternativa divertente e didattica dopo la chiusura dell’anno scolastico. Un’esperienza educativa e ludico-ricreativa per socializzare e stare insieme, finalizzata anche a rafforzare e a promuovere un forte senso di comunità.

Vignetta realizzata da Daria De Lorenzo