Giornaledellegiudicarie settembre

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1 ANNO 12- N. 9 SETTEMBRE 2013 - Mensile www.giornaledellegiudicarie.it il iornale delle iudi carie Mensile di informazione e di approfondimento G Frammentazione politica e Autonomia “malata” di Paolo Magagnotti La frammentazione politica che registriamo in questi giorni di predisposizione delle liste elet- torali per le elezioni provinciali del prossimo 27 ottobre danno la sensazione di una “pato- logia” piuttosto, che, come si potrebbe pensare, di una sana volontà di partecipazione alla promozione del bene comu- ne. Va certamente rispettata la decisione di ogni cittadino di mettersi in gara in una competi- zione elettorale. Ci manchereb- be altro. Personalmente, osser- vando modi, tattiche e strategie che animano il Trentino politi- co, ricavo l’impressione di una campagna acquisti nel mondo del calcio piuttosto che una sin- cera motivazione a concorrere per fare della nostra Autonomia strumento di crescita e sviluppo della comunità provinciale. Continua a pagina 6 Elezioni, meno di due mesi al via EDITORIALE SPORT Il Trentino scommette sulla mountain bike con la Dolomitika Bike 2014 A pagina 36 Il 27 ottobre le provinciali. Iniziano a definirsi i campi, entro il 15 settembre vanno depositate le liste Alle pagg. 4 e 5 Calcio dilettanti, si parte Il Sarca ha origine a Pin- zolo, in alta Val Rendena, dove viene formato dalla confluenza di due torren- ti che scendono dalla Val Nambrone e dalla Val di Campiglio e, subito a val- le, riceve il generoso con- tributo dei ghiacciai della Val di Genova. Continua a pag. 28 Medico Chirurgo e Odontoiatra PER APPUNTAMENTI: Paola: 388 3050162 - Tel. e fax 0465881081 - Cell. 3493219167 info@studiodentisticopassafiume.it - www.studiodentisticopassafiume.it STREMBO (TN) - Via Al Molino, 2/A Studio Dentistico dott. MASSIMO PASSAFIUME PINZOLO SPIAZZO CADERZONE Cassa Rurale Fam. Cooperativa Studio Dentistico Passafiume STREMBO - IMPLANTOLOGIA E RIGENERAZIONE OSSEA - Diagnosi e radiologia - Igiene e prevenzione - Endodonzia e conservativa - Chirurgia orale - Parodontologia - Protesi fissa e mobile - Gnatologia - Ortodonzia - Odontoiatria pediatrica Richiedi il tuo PREVENTIVO ONLINE PER LE URGENZE SI RICEVE IN GIORNATA CONVENZIONATO con la Cooperazione Trentina (vantaggi per i dipendenti delle Cooperative delle Giudicarie e della Val Rendena) La “fl uitazione” A pagina 37 di geom. Elvio Busatti e ing. Samuele Camozza - Progettazione, direzione, contabilità e sicurezza cantieri; - rilievi topografici; operazioni catastali e tavolari; - pratiche successione e divisione; - progettazione architettonica e strutturale nel settore civile, industriale e pubblico; - energy manager, ottimizzazione impianti, certificazione edifici; - domotica e building automation; - progettazione, direzione, contabilità impianti idrotermosanitario ed elettrico; - illuminotecnica ed acustica; - consulenza antincendio, corsi sicurezza; - mediazione civile e commerciale - conciliazione Quel tionese scampato all’eccidio di Cefalonia 70 anni fa il tragico evento. A pag. 7 Storia di un antico progetto sul Sarca Sede legale-operativa: Via Valle, 226 - 38081 Breguzzo (TN) RECAPITI: - Strada di Coleo, 6 - Stenico (TN) - Via Gonzaga , 7 - Riva del Garda (TN) Tel. 0465 901711 - 333 7835810 - 329 6176723 Fax 0465 900284 e-mail: [email protected]

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Giornale delle Giudicarie Settembre

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SETTEMBRE 2013 - pag. 1

ANNO 12- N. 9 SETTEMBRE 2013 - Mensile

www.giornaledel legiudicarie . i t

il iornale delle iudicarie

Mensile di informazione e di approfondimento

il iornale iudiiudi G

Frammentazione politica e

Autonomia “malata”

di Paolo Magagnotti

La frammentazione politica che registriamo in questi giorni di predisposizione delle liste elet-torali per le elezioni provinciali del prossimo 27 ottobre danno la sensazione di una “pato-logia” piuttosto, che, come si potrebbe pensare, di una sana volontà di partecipazione alla promozione del bene comu-ne. Va certamente rispettata la decisione di ogni cittadino di mettersi in gara in una competi-zione elettorale. Ci manchereb-be altro. Personalmente, osser-vando modi, tattiche e strategie che animano il Trentino politi-co, ricavo l’impressione di una campagna acquisti nel mondo del calcio piuttosto che una sin-cera motivazione a concorrere per fare della nostra Autonomia strumento di crescita e sviluppo della comunità provinciale. Continua a pagina 6

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Elezioni, meno di due mesi al viaEDITORIALE

SPORTIl Trentino scommette sulla mountain bike con la Dolomitika

Bike 2014A pagina 36

Il 27 ottobre le provinciali. Iniziano a definirsi i campi, entro il 15 settembre vanno depositate le liste Alle pagg. 4 e 5

Calcio dilettanti, si parte

Il Sarca ha origine a Pin-zolo, in alta Val Rendena, dove viene formato dalla confl uenza di due torren-ti che scendono dalla Val Nambrone e dalla Val di Campiglio e, subito a val-le, riceve il generoso con-tributo dei ghiacciai della Val di Genova. Continua a pag. 28

Medico Chirurgo e Odontoiatra

PER APPUNTAMENTI: Paola: 388 3050162 - Tel. e fax 0465881081 - Cell. [email protected] - www.studiodentisticopassafiume.it

STREMBO (TN) - Via Al Molino, 2/A

Studio Dentistico dott. MASSIMO PASSAFIUME

PINZOLO

SPIAZZO

CADERZONE

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STREMBO

- IMPLANTOLOGIA E RIGENERAZIONE OSSEA- Diagnosi e radiologia- Igiene e prevenzione- Endodonzia e conservativa- Chirurgia orale- Parodontologia- Protesi fissa e mobile- Gnatologia- Ortodonzia- Odontoiatria pediatrica

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PER LE URGENZE SI RICEVE IN GIORNATA

CONVENZIONATO con la Cooperazione Trentina(vantaggi per i dipendenti delle Cooperative delle Giudicarie e della Val Rendena)

La “fl uitazione”

A pagina 37

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di geom. Elvio Busatti e ing. Samuele Camozza

- Progettazione, direzione, contabilità e sicurezza cantieri;- rilievi topografi ci; operazioni catastali e tavolari; - pratiche successione e divisione; - progettazione architettonica e strutturale nel settore civile, industriale e pubblico; - energy manager, ottimizzazione impianti, certifi cazione edifi ci;- domotica e building automation; - progettazione, direzione, contabilità impianti idrotermosanitario ed elettrico;- illuminotecnica ed acustica; - consulenza antincendio, corsi sicurezza; - mediazione civile e commerciale - conciliazione

Quel tionese scampato all’eccidio di Cefalonia70 anni fa il tragico evento. A pag. 7

Storia di un antico progetto sul Sarca

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P r o g e t t a z i o n e , d i r e z i o n e , c o n t a b i l i t à e s i c u r e z z a c a n t i e r i ;

r i l i e v i t o p o g r a f i c i ; o p e r a z i o n i c a t a s t a l i e t a v o l a r i ; p r a t i c h e

s u c c e s s i o n e e d i v i s i o n e ; p r o g e t t a z i o n e a r c h i t e t t o n i c a e

s t r u t t u r a l e n e l s e t t o r e c i v i l e , i n d u s t r i a l e e p u b b l i c o ; e n e r g y

m a n a g e r , o t t i m i z z a z i o n e i m p i a n t i , c e r t i f i c a z i o n e e d i f i c i ;

d o m o t i c a e b u i l d i n g a u t o m a t i o n ; p r o g e t t a z i o n e - d i r e z i o n e -

c o n t a b i l i t à i m p i a n t i i d r o t e r m o s a n i t a r i o e d e l e t t r i c o ;

i l l u m i n o t e c n i c a e d a c u s t i c a ; c o n s u l e n z a a n t i n c e n d i o , c o r s i

s i c u r e z z a ; m e d i a z i o n e c i v i l e e c o m m e r c i a l e - c o n c i l i a z i o n e .

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P r o g e t t a z i o n e , d i r e z i o n e , c o n t a b i l i t à e s i c u r e z z a c a n t i e r i ;

r i l i e v i t o p o g r a f i c i ; o p e r a z i o n i c a t a s t a l i e t a v o l a r i ; p r a t i c h e

s u c c e s s i o n e e d i v i s i o n e ; p r o g e t t a z i o n e a r c h i t e t t o n i c a e

s t r u t t u r a l e n e l s e t t o r e c i v i l e , i n d u s t r i a l e e p u b b l i c o ; e n e r g y

m a n a g e r , o t t i m i z z a z i o n e i m p i a n t i , c e r t i f i c a z i o n e e d i f i c i ;

d o m o t i c a e b u i l d i n g a u t o m a t i o n ; p r o g e t t a z i o n e - d i r e z i o n e -

c o n t a b i l i t à i m p i a n t i i d r o t e r m o s a n i t a r i o e d e l e t t r i c o ;

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s i c u r e z z a ; m e d i a z i o n e c i v i l e e c o m m e r c i a l e - c o n c i l i a z i o n e .

Sede legale-operativa: Via Valle, 226 - 38081 Breguzzo (TN)RECAPITI: - Strada di Coleo, 6 - Stenico (TN)

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pag. 2 SETTEMBRE 2013 Rassegna Stampa

CADERZONE - Nel corso della serata con-clusiva della 19ª Festa dell’Agricoltura è sta-to premiato con targa Carlo Polla, allevatore da settant’anni a Caderzone. Il vice sindaco Emilio Mosca nell’occasione ha sottolinea-to lo stretto rapporto tra la popolazione ed il territorio agricolo e forestale nel quale è im-merso il paese. Allevatore della Razza Ren-dena, Carlo Polla ha dedicato tutta la sua vita a quest’attività indispensabile per mantenere un ambiente integro ed ospitale. Presente alla manifestazione anche Loredana Pianazzola, sindaco di Gazzo padovano, paese con cui Ca-derzone sta stringendo un gemellaggio. Nel territorio del comune padovano sono presenti 9.000 capi di bestiame di cui 7.000 di Razza Rendena. Da qui l’importanza di mantenere stretti rapporti per continuare a migliorare l’allevamento delle vacche di questa razza particolarmente adatte all’alpeggio.

MADONNA di CAMPIGLIO - Strangola-ta e poi accoltellata quattro volte. Così si è conclusa la vita di Lucia Bellucci, 31enne di Pergola (Pesaro). Ad ucciderla l’ex fidanza-to, che evidentemente non si era rassegnato alla fine della loro storia, Vittorio Ciccolini, brillante avvocato 45enne di Verona. Dopo la cena in un noto ristorante della Rendena, la ragazza viene uccisa. Il Ciccolini prova a si-stemarla nel bagagliaio, ma non riuscendoci, si avvia verso Verona con la donna morta sul sedile passeggeri. I carabinieri lo fermano la mattina seguente, dopo l’allarme lanciato da Campiglio dove la donna si doveva presen-tare al lavoro. L’uomo viene ritrovato nella zona dei bastioni a Verona, subito confessa il misfatto ed indica dove ritrovare il corpo di Lucia ancora depositato in macchina, par-cheggiata nel garage di casa. L’avvocato era in stato confusionale, ha tentato una improba-bile fuga, poi si è arreso consegnandosi agli uomini dell’Arma.

VALLE di DAONE - Tragedia nelle acque del Chiese, in val Daone: Diana Mazzer, 19enne trevigiana di san Vendemmiano, è morta dopo essere scivolata in acqua a monte dell’inva-so della diga di malga Boazzo. La giovane è morta al Santa Chiara di Trento, nonostante i medici abbiano tentato di rianimarla sul posto, in elicottero e in ospedale. In ferie in valle con il fidanzato ed un grazioso cagnoli-no, stavano attraversando il fiume, quando la ragazza si è accorta che il cane non li seguiva ed ha voluto tornare indietro per recuperarlo. Nessuno ha assistito alla disgrazia, sta di fatto che la ragazza è poi caduta in acqua con il suo cagnolino. E’ stato poi il cane a dare l’allarme raggiungendo il fidanzato di Diana, la ragazza però è stata ritrovata a qualche decina di metri da dove era caduta, in una fossa profonda un paio di metri. Purtroppo l’immediato soccor-so non è servito, la ragazza è stata ripescata priva di sensi per poi morire dopo essere stata trasportata al S. Chiara.

PONTE ARCHE - Ancora un caso di brac-conaggio nelle Esteriori. I Forestali hanno ar-restato un bracconiere nel comune di Comano Terme e scoperto nella sua abitazione nume-rosi trofei di camosci e cervi di dubbia prove-nienza, nonché numerose cartucce. Forestali e guardiacaccia avevano notato la presenza sospetta di un fuori strada parcheggiato in una zona all’aperto, così si sono appostati vicini al veicolo ed hanno atteso nascosti. Udito uno sparo, poco prima dell’imbrunire, gli agenti hanno atteso che il bracconiere tornasse al-l’auto e l’hanno così colto in fragrante. Bloc-cato, l’hanno disarmato ed hanno provveduto alla perquisizione del fuoristrada dove hanno rinvenuto un fucile munito di cannocchiale con due colpi in canna, silenziatore, alcuni proiettili ed una sacca per il trasporto delle prede. Al fermo è poi seguita la perquisizione

in casa. Comunque, nonostante una attenta ri-cerca, non è stata trovato nei dintorni, nessun capo di selvaggina morta o ferita.

PINZOLO - Si è spento a 95 anni di età, nel suo paese natio, Romedio Binelli. Primo sindaco di Pinzolo del dopoguerra, era stato maestro per quasi 30anni, insegnando a gene-razioni intere di ragazzi. A conclusione della seconda guerra mondiale, dopo aver combat-tuto sul fronte in Albania, fu nominato sindaco il 27 luglio 1945 dal Prefetto di Trento. Erano anni difficili, durante i quali il sindaco Binelli si occupò di indire le prime elezioni democra-tiche e libere per nominare un consiglio che prendesse in mano il comune di Pinzolo. Fu sindaco per nove mesi, fino alle elezioni da lui indette, poi assessore e ancora sindaco nel 1953 subentrando al sindaco Maffei che aveva rassegnato le dimissioni per ragioni di salute. Romedio Binelli lascia la moglie Myriam e le figlie raggiungendo in cielo un’altra figlia scomparsa prematuramente durante una dram-matica scalata sul Brenta.

BERSONE - E’ scoppiata la guerra all’interno del Museo della Guerra di Bersone. Il motivo dello scontro si gioca sull’ubicazione e sulla gestione del piccolo, ma ben fornito, museo del paese di Bersone. Fin’ora i più di 7.000 ci-meli della prima guerra mondiale raccolti da volontari e ricercatori sulle cime dell’Adamel-lo, Nozzolo, e Cadria erano ospitati nel palazzo municipale di Bersone, ma da tempo si discute-va sull’idea del presidente Francesco Bologni che avrebbe voluto trasferire il Museo nel forte Larino, recentemente recuperato, di proprietà di Lardaro, nei cui spazi espositivi i cimeli di 18 anni di ricerche, avrebbero avuto molta più visibilità e rinomanza, perchè posto sulla na-zionale Brescia-Madonna di Campiglio, e con la possibilità di rientrare nell’organizzazione provinciale in fase di allestimento per comme-morare la grande guerra. E qui è nato il forte scontro che ha visto i favorevoli all’iniziativa ed i contrari, quelli che invece volevano man-tenere ad ogni costo il Museo nel paese d’ori-gine. Hanno vinto i conservatori, per cui al presidente non è rimasto che dimettersi. “Una occasione perduta, hanno commentato gli am-ministratori della zona, comunque gli sforzi per trovare una soluzione andranno avanti, an-che in prospettiva delle ricorrenza che vedrà coinvolti tutti i comuni della val del Chiese”.

TIONE - Il chiarore del quarto di luna e le placide acque del lago di Garda lo hanno invogliato a fare il bagno presso la “Spiag-gia degli olivi” di Riva. Ma, dopo un paio di bracciate, sotto gli occhi degli amici rimasti a guardarlo dalla massicciata, Daniele Bat-tocchi, 24 anni, di Tione, è stato colto da un forte malore ed è stato inghiottito dal buio. Gli amici lo hanno chiamato, hanno gridato il suo nome, ma Daniele non è più riemerso. Lo hanno trovato i sommozzatori dei Vigili del Fuoco a quattro metri di profondità, i soc-corritori subito accorsi hanno cercato di riani-marlo per più di mezz’ora, ma non c’è stato niente da fare. Sull’episodio ha indagato la squadra nautica della Polizia, ma la dinamica è stat chiarissima: annegamento per malore probabilmente dovuto ad una congestione.

DALLE GIUDICARIEPROVINCIA - Secondo l’ultimo rapporto sulla si-tuazione economica e socia-le del Trentino nella nostra provincia una famiglia su dieci vive al di sotto del li-vello di povertà. Secondo il prof. Antonio Schizzerotto che ha analizzato i redditi relativi al 2010, la percen-tuale di famiglie in pessime condizioni economiche ri-sulta pari all’11%, lo stesso vale per quanta riguarda gli individui in povertà che toc-cano più o meno le stesse percentuali. Lo studio evi-denzia anche come ci sia una quota non piccola della po-polazione che si percepisce come povera. “La percezio-ne soggettiva delle proprie condizioni economiche è in continua crescita, e sono molte le famiglie che si di-chiarano in difficoltà, tanto da non saper come andare avanti”. In particolare, nel 2012, la percentuale di sog-getti afflitta da grandi diffi-coltà ad arrivare alla fine del mese era pari al 17%. Nè può consolarci il fatto che persone con le stesse diffi-coltà nel resto d’Italia siano oltre il 37%.

SVIZZERA - Dopo le po-lemiche sulla presenza in territorio svizzero di orsi provenienti dal progetto in atto nel Brenta, la confede-razione elvetica ha chiesto allo Stato italiano di abbat-tere i plantigradi ritenuti “problematici”, prima che li stessi attraversino il confine e finiscano sulle montagne svizzere. Nella richiesta si sottolinea che l’abbattimen-to deve avvenire in fase pre-coce, nel loro territorio ori-ginario. La popolazione di orsi che sta prosperando in Trentino pretende senz’altro l’adozione di simili misure.

PROVINCIA - La Lega per l’abolizione della cac-cia è così intervenuta a di-fesa del progetto Life Ursus che ha introdotto gli orsi nel Trentino. Lo ha fatto Cate-rina Rosa Marino, delegata regionale della Lega, oppo-nendosi alla richiesta del Canton Ticino che chiede-va alla Provincia di abbat-tere gli orsi prima del loro sconfinamento e chiedendo che gli orsi vengano lascia-ti liberi di vagare nelle Alpi come richiede il loro istinto e la loro natura di anima-

li bradi. “Perchè i trentini dovrebbero uccidere gli orsi che vogliono viaggia-re? Gli orsi non sono dei trentini. In realtà gli orsi sono degli orsi, creature libere, non stanziali. Cosa facciamo? Li teniamo tutti in Trentino chiusi in un re-cinto? Al Casteller, o a San Romedio? Ecco cosa deve esportare il Trentino insie-me ai nostri orsi: l’orgoglio di essere pionieri sulla stra-da delle convivenza civile con gli animali selvatici e precursori di una sana ge-stione dei territori impron-tata alla massima protezio-ne”. Mah!!

PROVINCIA - Su 4.400 dipendenti provinciali, sono 552, secondo la vo-lontà espressa dall’Ass. Mauro Gilmozzi, quelli che saranno ricollocati in altri dipartimenti, servizi e uffici di Piazza Dante piut-tosto che in Enti, comuni e Comunità di Valle per con-sentire un risparmio ed un miglior impiego delle risor-se umane. Di questi 552, 81 finiranno alle Comunità di Valle insieme ai centri per l’impiego, mentre per gli altri non è ancora chiara la destinazione. Su un rispar-mio complessivo di 53 mi-lioni di euro, 16 milioni e rotti arriveranno dal perso-nale, ha spiegato Gilmozzi, la seconda voce più consi-stente del risparmio che si propone la Provincia. Da dove arriveranno i rispar-mi? Innanzi tutto dal bloc-co del turn-over: dei 430 dipendenti che andranno in pensione da qui al 2017, due su tre non saranno so-stituiti, inoltre si useranno le “forbici” su straordinari e trasferte. L’operazione risparmio portata avanti dell’ass. Gilmozzi sembra essere molto determinata e, a detta degli esperti, porte-rà quanto prima i frutti pro-grammati.

PROVINCIA - Diego Mosna, imprenditore tren-tino, ha ufficializzato a meta mese la sua discesa in campo quale leader di Progetto Trentino, il movi-mento fondato da Silvano Grisenti, molto diffuso sui territori di periferia. Mo-sna è già al lavoro per rac-cogliere attorno a sé altri partiti e formazioni civiche nella speranza di poter vin-cere le elezioni d’ottobre. Nel frattempo si conferma la leadership di Ugo Rossi quale candidato presiden-te del centro sinistra. La Lega Nord punta su Mau-rizio Fugatti presidente e corre da sola. Eccher e Giovanazzi si aggregano a Mosna, la Biancofiore e

il Bezzi, rimangono in pau-sa, presi come sono dalle vicende berlusconiane. Il Pd sta ancora cercando di risolvere i suoi problemi interni, e l’UpT è già in piena campagna con i suoi uomini migliori, Gilmoz-zi e Mellarini, che stanno girando il territorio racco-gliendo notevole consenso. Nulla si sa di De Lauren-tis, che dopo aver presen-tato il suo programma per il Trentino, apprezzato da tutto l’arco costituzionale, sembra sia sparito in attesa di nuovi eventi.

ROMA - Come si taglia la spesa pubblica? Per il re-sponsabile nazionale “Enti locali” di Scelta Civica, il bresciano Gregorio Gitti, si deve partire “dalle Re-gioni a “statuto speciale” che vanno abolite. Le altre invece vanno accorpate fino a raggiungere dimensio-ni come la Lombardia...”. Una posizione la sua, che per quanto legittima, con-trasta con quella del suo capogruppo alla camera, Lorenzo Dellai, da sem-pre strenuo difensore del-l’autonomia. Sembra che sull’argomento ci sia stato uno scontro non da poco all’interno del partito di Monti, ma che le posizioni non si siano affatto chia-rite. Speriamo che Dellai sappia farsi valere, cose del genere nel suo partito non dovrebbero neanche essere pensate.

PROVINCIA - I respon-sabili della Consulta degli Anziani, al termine del loro mandato, hanno dichiara-to di essersi sempre sentiti snobbati dalla Provincia. Nonostante l’organismo sia stato voluto con legge pro-vinciale nel 2008, spiega il presidente Livio Trepin, non è mai stato considera-to dall’assessorato quale interlocutore: “Le nostre proposte semplici, concrete e realizzabili con minima spesa e, soprattutto, fina-lizzate a rendere attuabile il “volontariato degli anziani” non sono state prese in con-siderazione. “Si volevano indicare alcune possibilità concrete per favorire il be-nessere dell’anziano, in un processo di invecchiamento attivo, e nel contempo faci-litare la loro partecipazione alla vita politica, sociale e culturale della comunità, ma dall’assessorato non sono giunti segnali”. Per il futuro, aggiunge Trepin, serve un cambiamento ne-gli atteggiamenti da parte degli organi istituzionali per tenere in maggior con-siderazione la condizione degli anziani del Trentino.

DALLA PROVINCIARASSEGNA STAMPA AGOSTO 2013A cura della

REDAZIONE

I cattivi pensieri di Eta Zeta Centotrentaseimila euro all’anno per i barbieri di Montecitorio. La notizia confermata dalle spese ufficiali rese pubbliche dal nostro Parlamento (oltre ad aver fatto incazzare di brutto il mio Figaro, che fa barba e capelli a prezzi da fame), ha sparigliato le iscrizioni nei Licei e nelle Scuole Professionali. Tutti vogliono fare i parrucchieri per i politici. Ragazzi: non illudetevi! Quelli il “pelo e contropelo” lo fanno loro a noi. Non viceversa!

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SETTEMBRE 2013 - pag. 3

La Cartiera di Condino passa in “mano” austriaca

Acquisita dal Gruppo Delfort, multinazionale della carta con 1750 dipendenti. Il direttore Zuegg: «Gruppo più forte e livelli occupazionali garantiti»

di Roberto Bertolini

Delfort Group, l’identikit

Lavoro in Valle del Chiese

LA SCHEDA

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pag. 4 SETTEMBRE 2013 Politica

Centrosinistra autonomi-sta. Il candidato presidente è Ugo Rossi, del Patt, che ha vinto non senza sorprese le primarie di coalizione del 23 luglio con i colleghi di giun-ta Mauro Gilmozzi e Ales-sandro Olivi. Si tratta della coalizione di governo della provincia che si propone di proseguire l’esperienza di Lorenzo Dellai, immettendo nuova linfa a quel progetto. Assieme al Patt vi saran-no l’Unione per il Trentino (Upt) che ha messo in campo un percorso di apertura alla società civile per riprendere lo spirito di quella che fu la prima “Margherita” e vede nelle sue liste candidati pro-venienti da sensibilità più varie, dal mondo del volonta-riato, del sociale, delle Acli; poi il Partito Democratico, reduce da una vivace discus-sione interna, sta provando a ricompattarsi e sposare al meglio le due anime, quella dell’apparato e quella ren-ziana. In lista, vecchie volpi della politica trentina e gio-vani (perlopiù renziani) che

cercheranno un loro spazio. Completano poi la coalizio-ne la lista dei Socialisti, che accanto allo sconfitto alle primarie Schuster vede an-che il nome forte di Mario Raffaelli, ex-sottosegretario al governo negli anni ‘80, i Verdi, l’Italia dei Valori.

Centrodestra 1 e centrode-stra 2. La “guerra” interna tra Michaela Biancofiore e Cristano De Eccher su chi sia in realtà il portavoce o il punto di riferimento del Pdl in Trentino ha lasciato basiti in tanti e creato molto diso-rientamento nel centrodestra trentino. Il sito ufficiale del Pdl riporta come coordina-tore provinciale De Eccher (con vice Raimondo Frau)

e coordinatrice regionale Biancofiore. Ad ora, però, si rilevano almeno due centro-destra. Il primo è quello che fa capo a Cristano de Eccher e che vede il Pdl in coalizio-ne con altri partiti minori di destra; il secondo è quello imbastito dalla Biancofiore attorno alla figura di Giaco-mo Bezzi, già presidente del Consiglio provinciale con il Patt e al rinato partito di Forza Italia. Un situazione che ha aspetti paradossali. Senza dimenticare la Lega Nord, che ha già indicato il proprio candidato presidente in Maurizio Fugatti e sembra non transigere sul suo nome rifiutando di convergere tan-to su De Eccher che su Bez-zi.

Coalizione Mosna. Al-tro sfidante di Ugo Rossi è Diego Mosna, nome di peso. Imprenditore, patron di Trentino Volley e Dia-tec, prima vicino a Dellai e ora folgorato da Silvano Grisenti, sarà la guida di una coalizione di liste ci-viche, nelle quali saranno però presenti personaggi di robusta esperienza politica. Progetto Trentino di Grisen-ti e Walter Viola sarà indub-biamente il partito leader della coalizione, il punto di riferimento per altre civiche come “Insieme per l’autono-mia” di Italo Gosetti, “Fare” con inserti dell’Udc di Ivo Tarolli, “Amministrare il Trentino” di Nerio Giova-nazzi e di Eccher e la “Ci-

vica trentina” dei consiglieri provinciali Rodolfo Borga e Marco Sembenotti. Senza dimenticare il sindaco di Vattaro Devis Tamanini che ha lasciato il Patt per questa nuova coalizione. Anche qui i nomi di esperienza politica non mancano, ma la scelta di Mosna è quella di abban-donare i simboli dei partiti per darsi una veste “civi-ca”; per questo Tarolli e i suoi uomini hanno dovuto abbandonare il simbolo del-l’Udc ed entrare in una lista della coalizione.

Movimento 5 stelle. L’inco-gnita è quanti voti prenderà il partito di Belle Grillo. Vera rivelazione delle ele-zioni politiche del 24 feb-

braio con oltre il 20%, ha invece deluso le aspettative alle provinciali e regionali in varie parti d’Italia, pur conquistando anche alcune città di peso con un proprio sindaco (tipo Parma, Ra-gusa, Pomezia). L’esempio eclatante è in Lombardia, dove il 24 febbraio si cele-bravano sia le elezioni po-litiche che le provinciali. Alla consultazione nazio-nale Grillo era abbondante-mente sopra il 21%, mentre nell’urna delle regionali non c’era che il 13% di preferen-ze, comunque una buona af-fermazione, ma con un gap davvero evidente. Oppure in Valle d’Aosta con il 6,62% alle regionali di maggio contro il 18% delle politi-che di febbraio. In Trenti-no c’è il precedente delle comunali di Pergine, nelle quali il candidato “stellato” Mario d’Alterio non andò oltre il 4,38%. Il candida-to presidente uscito dalle “provincialie” (le primarie di Grillo sul web) è Filippo Degasperi.

La scadenza ufficiale per la consegna delle liste è fissata al 14 settembre, ma già da due mesi le forze politiche si stanno dando da fare per completare le “rose” di nomi che si sfideranno nell’appuntamento elettorale del 27 ottobre. In ballo c’è la presidenza della provincia au-tonoma di Trento, dopo 15 anni di governo di Lorenzo Dellai, e un posto dei 35 disponibili in Consiglio provin-ciale, l’organo legislativo del Trentino.

Vi saranno indubbiamente diverse coalizioni (dalle 3 alle 5) tantissime liste, specie civiche (ma imbottite di personaggi dal robusto passato politico) e una miriade di candidati. Mentre il Giornale delle Giudicarie sta per andare in stampa, siamo al 28 agosto, la situazione è ancora piuttosto fluida, ma già si sono delineati gli schieramenti principali che si contenderanno la vittoria finale.

Al 27 di ottobre si vota per scegliere il presidente della Provincia ed il Consiglio provinciale. Tante le liste in lizza

Meno di due mesi alle elezioni provinciali

Siamo così presi dalle no-stre vicende elettorali che rischiamo di dimenticare la politica nazionale che proprio in questi giorni è in totale fibrillazione. E’ ovvio che per i nostri destini quan-to avviene a livello romano ha molta più incidenza delle beghe trentine, da noi, co-munque vada, ce la cavere-mo, ma con l’Italia senza ti-moniere, allo sbando, come si sta profilando, le conse-guenze sarebbero catastro-fiche e ne subiremo, come tutti, gli effetti deleteri. Cerco di fare il punto del-la situazione, conscio che quanto scrivo è del tutto aleatorio, magari già fra poche ore le cose potrebbe-ro cambiare, ma la sostan-za credo rimarrà immutata. Vediamo. Deciso nel suo delirio di onnipotenza, Ber-lusconi non vuole assoluta-mente convincersi che il suo tempo è finito e la sua uscita dalla politica attiva non può che far bene a tutti gli ita-liani. E’ ormai diventato un tappo che blocca ogni evolu-zione in positivo della politi-ca nazionale. Nessuno potrà impedirgli di essere ancora il presidente di un partito Forza Italia o PdL che sia. E devo anche ammettere che

qualche ragione, almeno nel caso dell’ultima defini-tiva sentenza, possa averla. Bisogna però ricordare che una sentenza è stata emessa e quindi va rispettata, così come per qualsiasi altro cit-tadino. A sbagliare, forse, è stato il giudice Esposito che avreb-be dovuto astenersi dal giu-dicare Berlusconi e dal dire, dopo la sentenza, frasi non accettabili da parte di un giudice, con la conseguenza che molti italiani, ma molti, cominciano a credere vera-mente che il Berlusconi sia un perseguitato politico e che la sua cacciata dalla po-litica attiva sia opera di una giustizia deviata. Dall’altra parte, Epifani, segretario del PD, sempre più dimo-stra di non sapere guidare un partito in disfacimento ed in perenne lotta fratricida,

con l’unico collante di un antiberlusconismo patetico e, improduttivo e pericoloso per il paese. L’ex sindacalista CGIL, già socialista craxiano, il che è tutto dire, non sa proporre alcuna ricetta per il bene del paese che non sia la solita tiritera dell’aumento delle tasse, prelievo dalle pensio-ni, dei ricchi presumo, del mantenimento dell’IMU, già di per sé una tassa odiosa, o di sostituirla con una service tax, che potrebbe ancor più incidere nelle tasche degli

italiani. E’ profondamente contrario ad una eventua-le grazia presidenziale per Berlusconi. Giusto se pro-venisse da altre fonti, ma da come si legge in questi gior-ni sui giornali, proprio l’ex PCI, di cui facevano parte molti dei dirigenti attuali del Partito Democratico, chiese ed ottenne dal presi-dente Saragat la grazia per il comunista Moranino, un assassino condannato in via definitiva e fuggito a Praga dove fu accolto e ben servito dai comunisti di quel paese.

Ma come è d’abitudine per i Democratici, c’è sempre la storia di un peso e due mi-sure, a seconda della conve-nienza. Epifani sta attenden-do la crisi di governo, non ha il coraggio di abbattere un esecutivo condotto da uno dei suoi sodali, e quindi spera che lo faccia Berlu-sconi, per addebitargli ogni colpa e prepararsi per un governo alternativo. Questo tira e molla la dice lunga sull’interesse per le sorti del Paese da parte delle nostre forze politiche. Tutte, quasi nessuna esclusa. Epifani ed i suoi ha già pronto un piano B, un nuovo governo a guida Pd (Letta o Renzi) che spera di trovare i voti necessari tra i vari parlamentari tran-sfughi, pronti a saltare sul treno alla ricerca di posti di governo o di sottogoverno, naturalmente ben retribui-

ti. Ormai stiamo tornando al mercato delle vacche, al trasformismo, di cui siamo maestri. E probabilmente ce la farà, e me lo auguro, ma non è di questo che avrebbe bisogno il Paese, in un mo-mento come quello attuale. Così ancora una volta se la ride il Grillo, in un simile disperato contesto, lui con il suo movimento ha tutto da guadagnare, e già si sente vincitore nel caso di nuove elezioni, Porcellum o non Porcellum. Non credo che ormai gli ita-liani che hanno cominciato a conoscerlo come un urla-tore da strapazzo, un qua-lunquista da tempi andati, lo seguiranno, ma i nastri connazionali si stanno dav-vero ponendo la tragica do-manda, ma se voteremo, chi potremo votare per una ef-fettiva svolta in positivo per questo martoriato paese? Io, per primo, non saprei, in proposito, dare consigli di sorta. Meglio dedicarci alle nostre liti da cortile, ai nostri capponi in attesa di candidatura, meglio pensa-re, per ora ai guai del nostro beneamato Trentino, che è pur sempre la nostra dolce casa. Adelino Amistadi

E a Roma cosa sta succendendo?Uno sguardo alle “faccende romane”, sempre sul filo del rasoio

Page 5: Giornaledellegiudicarie settembre

SETTEMBRE 2013 - pag. 5

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Politica

Accanto a lui, anche per cer-care di comporre la frattura con l’ala renziana, ci do-vrebbe essere Alessandro Rognoni, giovane studente ed arbitro emergente nella Serie D del calcio naziona-le. Uno spazio ulteriore ci potrebbe essere per un terzo nome, forse Ilaria Pedri-ni di Breguzzo, consiglie-re della Comunità di valle. Nell’Unione per il Trentino (Upt), le carte sono ancora da giocare: c’è Mario Toni-na, candidato forte più volte invocato che deve ancora sciogliere le riserve sul suo impegno diretto in lista; ci sono altri nomi spendibili come Giorgio Butterini, sindaco di Condino e presi-dente del Bim della Valle del Chiese, Monica Mattevi, sindaco di Stenico, Gian-franco Pederzolli, presi-dente del Bim del Sarca. Si parla anche di qualche nome della Val Rendena, che po-trebbe giocare la sua parte negli ultimi giorni, quando le decisioni diverranno de-finitive.Per quanto riguarda Proget-to Trentino, i nomi sono sul piatto da diverse settimane. Si tratta di Alessandra Sor-do Sicheri, già coordinatrice Upt ed ora coordinatrice di Pt in Giudicarie e consiglie-re della Comunità di Valle e Massimo Caldera, consi-

gliere comunale del Bleggio Superiore e vicecoordinato-re di Pt in Giudicarie. Per quanto riguarda le al-tre liste, Civica Trentina di Rodolfo Borga e Marco Sembenotti potrebbe guar-dare al sindaco di Pelugo, Stefano Galli, mentre per la Lega Nord c’è sullo sfondo la candidatura di Diego Bi-nelli di Pinzolo e, probabil-mente, di un giovane della Valle del Chiese. Il Movi-mento 5 stelle sta pensando a 2/3 candidature in Giudi-carie, tra i possibili candida-ti Alessio Hueller, studente di Stenico, Alex Marini di Darzo, promotore del sito Più democrazia in Trentino e, probabilmente, un candi-dato della Val Rendena.

Provinciali, le Giudicarie in cerca di rappresentantiAncora da definire diverse candidature locali. Il “picco” nel 2003 con 5 eletti,

maluccio nel 2008

AAA rappresentanti politici cercansi. Si avvici-na la data per la consegna delle liste ufficiali con le candidature per le provinciali e in Giu-

dicarie mancano ancora diversi tasselli nel puzzle po-litico. A cominciare dal centrodestra, grande assente nel toto-candidature, con ancora pochissime notizie su eventuali concorrenti alla carica di consigliere pro-vinciale. La guerra tra Biancofiore e De Eccher, e il conseguente spaesamento di tanti iscritti e simpatiz-zanti, sta tenendo un po’ tutti distanti da una discesa in campo diretta, soprattutto tra gli amministratori.

Maggiori certezze ci sono in altri schieramenti. Nel centro sinistra autonomista il Patt ha da settimane indicato in Simone Marchiori di Saone, coordinatore dei giovani pattini e nel sindaco di Bondo Giuseppe Bonenti i due candidati, anche se non sono mancati negli ultimi giorni corteggiamenti ad altri esponenti locali sia da parte del senatore Franco Panizza che del presidente del partito, Walter Kaswalder. In casa Pd sembra certa la candidatura di Luigi Olivieri, già onorevole in quota Ds ed ora assessore alle politiche sanitarie e sociali della Comunità delle Giudicarie.

Se ne sentono un po’ di tutti i colori, in questi giorni, a pro-posito delle elezioni provinciali, anche in relazione a quelli che sono i reali meccanismi che porteranno, il 27 ottobre, 35 rappresentanti trentini in seno al Consiglio provinciale. Il Presidente della Provincia è compreso nei 35 consiglie-ri, così come il seggio riservato alla minoranza Ladina di Fassa. Dalle legislatura 2013/18 anche gli assessori pro-vinciali sono compresi tra i consiglieri; il presidente può nominarne al massimo 7, di cui uno può essere anche esterno al Consiglio provinciale. Cominciamo col dire che la legge che norma le elezioni è la numero 2 del 5 marzo 2003. Punti salienti della normativa sono dare stabilità di governo attraverso un premio di maggioranza (alla lista che risulta vincente vanno il 51% dei seggi, ovvero 18. Se la lista supera il 40% dei voti viene ad essa assegnato il 60% dei seggi, ovvero 21) e il fatto di “legare” la presidenza del-la Provincia al mandato dell’intero Consiglio provinciale. In parole povere, se cade il presidente, occorre rieleggere il Consiglio. Ciascuna lista deve essere composta da un minimo di trentasei ad un massimo di trentaquattro candi-dati e – per tutelare le quote di genere – nessun genere può essere rappresentato in misura superiore ai 2/3 dei compo-nenti la lista. La votazione del Presidente della Provincia e del Consiglio provinciale è effettuata su un’unica scheda. E’ possibile votare il candidato Presidente e una delle liste ad esso collegate, con la possibilità di indicare fino a tre preferenze per i candidati consiglieri della medesima lista. Non è ammesso il voto “disgiunto” ovvero il voto per un candidato presidente e contemporaneamente, sulla mede-sima scheda, per una lista allo stesso non collegata. Anche il voto espresso per il solo candidato Presidente è comun-que considerato voto valido.

Tanti nomi per 35 posti

COME FUNZIONANO LE ELEZIONI IN CONSIGLIO PROVINCIALE

SPECIALE ELEZIONI PROVINCIALI 2013

Nel prossimo numero del Giornale delle Giudicarie verranno pubblicate tutte le li-ste con i candidati alle provinciali di ottobre 2013. Se partiti, movimenti o singoli can-didati vogliono fare delle inserzioni a pa-gamento o avere informazioni a riguardo possono contattare il giornale.

mail: [email protected] cell. 3356628973

La sede della Provincia a Trento

Page 6: Giornaledellegiudicarie settembre

pag. 6 SETTEMBRE 2013 PoliticaPersonalmente, osservando modi, tattiche e strategie che animano il Trentino politico, ricavo l’impres-sione di una campagna ac-quisti nel mondo del calcio piuttosto che una sincera motivazione a concorrere per fare della nostra Auto-nomia strumento di crescita e sviluppo della comunità provinciale. Mi riesce diffi-cile cogliere nel formicolio di soggetti che di giorno in giorno nascono, evolvono e saltano da una parte all’altra veri ideali, valori e visio-ni attorno ai quali possano riconoscersi ed aggregarsi significative fasce di elet-torato trentino. Ciò senza nulla togliere a pur esistenti benintenzionatiRicorrente è il riferimento alla nostra Autonomia spe-ciale, alla quale ci si appella – e si pensa probabilmente di attingere per facili sussidi finanziari – quale strumento quasi esclusivo per realizza-re le proposte e mantenere le promesse che saranno avan-zate in campagna elettorale.Siamo terra e gente di mon-tagna, dove –lo diceva Bru-no Kessler quarant’anni fa – l’articolazione e non la frammentazione politica do-vrebbe caratterizzare il com-portamento elettorale. Quel-lo che sta succedendo da noi, senza che ci si scanda-lizzi oltre i limiti, può essere il segnale di un’Autonomia un po’ malata, nella quale le importanti competenze e le robuste dotazioni finanziarie

rapportate, anche in tempo di crisi, ad altre componenti italiane subnazionali, spin-gono pur legittime aspira-zioni oltre limiti fisiologici.Probabilmente abbiamo dimenticato le sane radici della nostra autonomia, cre-sciute nel terreno delle vi-cinie e dei territori organiz-zati sulla base delle carte di regola. Certo, i tempi sono cambiati, soprattutto negli ultimi anni le trasformazio-ni della società hanno avuto ritmi mai conosciuti. Non riesco tuttavia a cogliere un nesso logico e coerente fra le solenni dichiarazioni sulla nostra tradizione autonomi-stica e il “fervore” elettorale di questi tempi. Fra pochi giorni si celebrerà la Gior-

nata dell’Autonomia nella ricorrenza dell’anniversario della firma dell’Accordo-De Gasperi-Gruber, avvenuta nella capitale francese il 5 settembre 1946, Accordo definito con lo scopo di tu-telare la minoranza di lingua tedesca del Sudtirolo e del quale ha beneficiato anche il Trentino, garantendoci una struttura istituzionale par-ticolare. Mi auguro che la ricorrenza offra occasione per una riflessione al di qua della retorica.Le elezioni provinciali di quest’anno sono le prime che si svolgono dopo una gestio-ne provinciale condizionata per quattordici anni da una Presidenza molto forte. Non mi è estraneo il dubbio che i “fervori” e le “alchimie” elettorali che stiamo osser-vando non fioriscano nel vuoto e nel disorientamento che una leadership troppo concentrata su se stessa ha lasciato in Trentino.

Frammentazione politica e Autonomia “malata”

La frammentazione politica che regi-striamo in questi giorni di predisposizio-

ne delle liste elettorali per le elezioni provinciali del prossimo 27 ottobre danno la sensazione di una “patologia” piuttosto, che, come si potrebbe

pensare, di una sana volon-tà di partecipazione alla

promozione del bene comune.Va certamente rispettata la decisione di ogni cit-tadino di mettersi in gara in una competizione elettorale. Ci mancherebbe altro.

EDITORIALE/ Elezioni provinciali

di Paolo Magagnotti

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Page 7: Giornaledellegiudicarie settembre

SETTEMBRE 2013 - pag. 7 L’Azienda

Proprio in questo momento di grande cambiamento per l’azienda, l’imprenditore perde la vita in un grave in-cidente stradale, lasciando la moglie ed i tre figli in tenera età.Con coraggio e determina-zione la moglie Mery decide di continuare con l’attività con la speranza che presto i figli possano aiutarla a condurre al meglio ciò che il padre aveva creato. Pas-sano intanto altri 16 anni e di nuovo il destino crudele torna a colpire questa fami-glia. Mery, ancora giovane, viene a mancare ed il figlio Fabrizio che nel frattempo si è laureato ed è diventato amministratore dell’azien-da, decide di continuare da solo a portare avanti l’attivi-tà, con l’aiuto della moglie Valeria Caola.Responsabili delle strategie dell’azienda, i due coniugi condividono la linea crea-tiva, le specialità stilistiche e i principi estetici con im-portanti architetti milanesi, consolidando così il mar-chio Gyform in un mercato sempre più’ esigente, com-petitivo, globale.Oggi Gyform e’ leader del settore e si colloca fra i prin-cipali operatori nella pro-duzione e commercializza-zione di imbottiti destinati a clienti sofisticati e consape-voli, ma anche a quelli che preferiscono una gamma più accessibile pur mantenendo l’alta qualità dei materiali.Nonostante la difficile si-tuazione economica attuale che ha messo in ginocchio tante aziende, la Gyform ha appena concluso un im-portante investimento per la ristrutturazione del nuovo showroom aziendale e per l’ampliamento della propria sede.Un edificio modernissimo, che unisce alla cura del det-taglio e all’impiego di ma-teriali pregiati anche una forte attenzione alle ener-gie rinnovabili. Classificato come “energy zero”, il nuo-vo stabile è in grado di uti-lizzare pochissima energia per il suo funzionamento se-guendo criteri costruttivi al-l’avanguardia. Per il riscal-damento e’ in funzione un impianto geotermico (sono stati eseguiti sette fori nel terreno della profondità di 125 metri) e il riscaldamen-to dell’acqua e’ garantito da 260 pannelli solari.La progettazione e l’assisten-za lavori, iniziati nel 2011 e da poco ultimati, sono state garantite dallo studio MPS di Tione con la direzione dell’ing. Walter Paoli, men-

tre la scelta dei materiali per le finiture e il design degli interni sono stati curati dalla figlia Alessia, designer, da poco entrata in azienda.La facciata esterna è rive-

stita con una lega speciale di rame e zinco. Il prodotto che ne deriva è un materiale che cambia aspetto in modo del tutto suggestivo ed unico quando esposto agli agenti

atmosferici, dove la tonalità cromatica ossidata appare calda e intensa, come a sot-tolineare il vissuto dell’edi-ficio. All’interno un nuovo show-room di 1000 metri

quadrati distribuito su due piani con sala riunioni, ser-vizi e coffee-room, oltre a due nuovi magazzini e un deposito pellami per altri 1500 metri complessivi che si vanno ad aggiungere ai 5000 metri quadrati coperti già esistenti.Un’esposizione all’inse-gna della contaminazione tra architettura, arte e desi-gn. Sembra quasi di entrare in una galleria d’arte, con spazi che perdono la loro connotazione commerciale, lasciando che il visitatore sia conquistato dall’atmo-sfera calda e accogliente, data dall’utilizzo di materia-li naturali quali il legno e la pietra. Un contesto elegante destinato a ospitare le colle-zioni dell’azienda ma anche punto di incontro e forma-zione per clienti, architetti e designer.“Questo ci da la possibili-tà di poter invitare i nostri clienti a vedere in anteprima le nuove collezioni godendo di un’atmosfera suggestiva” spiegano Fabrizio e Vale-ria. “Diamo inoltre spazio a importanti artisti che con le loro opere d’arte valorizza-no i nostri prodotti. In questo periodo sono esposti alcuni quadri del trentino Fulvio Bernardini, in arte Fulber: i suoi tributi alla corrente Pop Art, dai colori accesi, si spo-sano perfettamente con l’ar-redamento moderno”.Porte aperte anche ai clien-ti privati locali e di tutto il Trentino che vogliono ac-quistare direttamente dalla fabbrica un design di alta qualità a prezzi vantaggiosi e con la possibilità di poter usufruire dei nuovi bonus fiscali previsti dal Governo per l’acquisto di mobili de-stinati a case oggetto di ri-strutturazione. Il personale specializzato è disponibile per consulenze, sopralluo-ghi e progettazione gratuiti. Il cliente, entrando in fab-brica, può assistere alle varie fasi di lavorazione e toccare con mano la vasta gamma di pellami, tessuti e le materie prime che verran-

no utilizzati per realizzare il prodotto finito, nonché ave-re la possibilità di persona-lizzarlo con un’ampia gam-ma di finiture e soluzioni su misura.Formula chiave dell’identità Gyform e’ il mix di tradizio-ne e tecnologia: i prodotti vengono rifiniti in maniera artigianale, sfruttando pero’ le opportunità’ offerte dal-l’industria al fine di ottenere la più alta qualità di confe-zione e in rispetto alle più severe normative ISO.La produzione dell’azienda rendenese e’ per l’80% ri-volta al mercato estero, so-prattutto in Europa e negli Stati Uniti. “In questa fase di instabilità dell’economia globale” - aggiunge Fabri-zio - “e’ stato fondamentale per noi aver diversificato i mercati di sbocco. Grazie alle continue partecipazioni alle fiere internazionali di settore quali il Salone del Mobile di Milano e Imm Colonia, ci danno la pos-sibilità di far conoscere il marchio Gyform in tutto il mondo. Il nostro obietti-vo e’ quello di espanderci sui mercati emergenti. Per quanto riguarda la Cina abbiamo appena realizzato le nostre prime forniture, mentre per la Russia abbia-mo stipulato un contratto di distribuzione con una so-cietà’ sovietica. A seguito di alcune recenti missioni in India e Brasile, inoltre, si stanno aprendo nuove op-portunità che ci fanno ben sperare. La crisi economica pur-troppo in Italia continua a farsi sentire, ma a breve ci si aspetta una crescita. Dal punto di vista delle espor-tazioni, invece, sembra che il Made in Italy continui ad essere apprezzato e richie-sto. Siamo convinti che per rimanere competitivi sia fondamentale la volontà di innovare e fare ricerca, so-prattutto nei momenti più difficili. Avere il coraggio di affrontare queste situazioni fa parte del DNA di un im-prenditore”.

Gyform, un punto di riferimento mondiale per l’arredamento di alta gamma

Tradizione e innovazione, design e quali-tà. Attraverso una produzione elegantis-sima di divani e poltrone, dal taglio quasi sartoriale, l’azienda Gyform Srl di Vigo Rendena è diventata un punto di riferi-mento per l’arredamento di alto livello in tutto il mondo. La data di fondazione risale al lontano 1957, quando Guido Gasperi inizia la sua attività di artigiano, prelevando il mate-riale necessario per fare il tappezziere da una ditta del paese appena chiusa e nella quale lui aveva lavorato come operaio.

Le esperienze che seguono lo vedono come artigiano in uno scantinato di pochi metri quadri con due operai alle proprie dipendenze lavorare dal lunedì al saba-to, mentre le sere e le domeniche erano destinate alle consegne, effettuate diret-tamente dallo stesso. Poi il grande passo: rischiando tutto di tasca propria, riesce a costruirsi il primo stabilimento di circa 500 metri quadrati nell’anno 1965 che verrà poi ampliato in varie riprese, sino ad arrivare agli attuali 7.000 metri qua-drati coperti.

Aperto uno show-room di oltre mille metri per presentare le nuove collezioni

Page 8: Giornaledellegiudicarie settembre

pag. 8 SETTEMBRE 2013

Se, come giustamente si sot-tolinea nella deliberazione, la toponomastica “costituisce anche un modo di trasmettere nel tempo la memoria storica e le tradizioni di una Comu-nità…”, risulta quanto meno limitativo il fatto che sia solo la Giunta comunale ad in-terpretare le sensibilità della comunità locale in merito a decisioni destinate a segna-re e caratterizzare nel tempo luoghi giornalmente frequen-tati dai cittadini del posto. Se, come è, il Comune rap-presenta cellula della demo-crazia e dell’autonomia, di fronte a siffatta decisione, sul solco della tradizione della partecipazione e dello spirito autonomistico che caratteriz-za la storia delle Giudicarie, della Rendena e dell’intero Trentino, dalle vicinie alle carte di regola e giù lungo il tempo, saggezza e prudenza, oltre che buon senso, doveva-no consigliare un importante coinvolgimento consultivo quanto meno del Consiglio comunale; meglio sarebbe stato interessare anche la popolazione. Se una volta per trattare questioni della comunità locale ci si riuniva sul sagrato della Chiesa, ora i sistemi di comunicazione consentono una facile infor-mazione con conseguente coinvolgimento comunitario.Alla fine la decisione spetta evidentemente agli organi competenti, in questo caso la Giunta comunale. Ciò non significa evidente-

mente consultazione a ogni occasione. Una persona che si candida per essere elet-ta in un’istituzione presenta agli elettori le proprie idee e proposte e se dopo essere sta-ta chiara su ciò che pensa e intende fare viene eletta deve agire di conseguenza. Perso-nalmente non credo ai politi-ci e amministratori “notai” o “cancellieri”. Chi guida una comunità con ruolo pubbli-co non è un commerciante che deve accontentare tutti i clienti. Vi sono tuttavia situa-zioni in cui le consultazioni per sollecitare la partecipa-zione sono quanto mai op-portune. E’ il caso della topo-nomastica.Mi sia poi consentito di non capire la cancellazione del nome di un personaggio tren-tino che è entrato nella storia come autore della ricostru-zione dell’Italia distrutta dal-

la Seconda Guerra mondiale e padre dell’Unione Europea. Quel De Gasperi che, supe-rando non poche resistenze e difficoltà e subendo oltraggi ha creato le condizioni affin-ché anche il Trentino, uni-tamente al Sudtirolo, aves-se un’autonomia speciale. Un’autonomia che non deve essere vista solo come ar-chitettura istituzionale, ma sistema politico-istituzionale e sociale di cui hanno bene-ficiato e beneficiano gran-demente tutti i Comuni del Trentino, compreso Pelugo. Se, come recita la delibera-zione in oggetto, nelle deci-sioni sulla toponomastica si tengono presenti anche “per-sonaggi che hanno acquisito particolari benemerenze e inciso profondamente sulla vita della Comunità” non si capisce che valutazioni siano state fatte su De Gasperi per

cancellarlo.Sarebbe fuorviante, miope e fortemente ingeneroso vedere nel padre italiano dell’Unio-ne Europea solo il fondatore della DC e come tale uomo di parte.Alcide De Gasperi, di cui oggi in un’Italia politicamen-te sgangherata e al margine della deriva si richiamano ideali, valori morali e visio-ni per guidarci verso vie più sicure in un mondo pieno di incertezze, è parte integrante e nobile dell’identità trenti-na. Ritengo che ogni Comu-ne trentino avrebbe motivo di dedicargli una strada od edifi-cio pubblico. Tutto ciò senza nulla togliere ai benemeriti Kaiserjäger, per i quali si po-teva trovare altra soluzione, senza scalzare un trentino che le enciclopedie di tutto il mondo ricordano fra i Grandi del XX secolo.

De Gasperi è identità e merito per tutti i Comuni del Trentino

La recente decisione del-la Giunta del Comune di Pelugo di modificare la toponomastica è un atto for-malmente legittimo e come tale va rispettato. Nulla toglie evidentemente a chiunque di esprimere riserve e osservazioni in merito al metodo ed alla sostanza dell’atto. Nelle motivazioni della deliberazione si ri-chiamano opportunamente vari elementi e fattori che

suggeriscono scelte di nomi di strade e piazze.

Due considerazioni mi siano permesse. La prima ri-guarda il mancato, anche se giuridicamente non do-vuto, coinvolgimento del Consiglio comunale e della popolazione. La seconda concerne la cancellazione del nome di Alcide De Gasperi per sostituirlo con al-tro nome.

di Paolo Magagnotti

Il “caso” della toponomastica a Pelugo

Il Caso

Il processo di uni-ficazione europea avviato nel Secondo dopoguerra per vo-lontà di coraggiosi e lungimiranti stati-sti, fra cui il trentino Alcide De Gasperi, ha segnato recen-temente un nuovo avanzamento in ter-mini geografici. Dal primo luglio di que-st’anno è entrata a far parte dell’Unione Europea la Croa-zia, divenuta il 28° Stato membro del-l’Unione. I prossimi appuntamenti dovrebbero riguardare l’entrata nello spazio di Schengen – si stima che potrebbe aderirvi nel 2015 - e l’introduzione dell’Euro, per il quale deve creare le condizioni per soddisfare i criteri previsti dal Trattato di Maastricht, fra cui limiti di inflazione, finanze pubbliche, stabilità dei tassi di cambio e tassi di interesse. Per ora la moneta nazionale è la kuna. La Croazia ha una superfice territoriale di oltre 56 000 km², conta una popola-zione di poco meno di 4 milioni e mezzo di abitanti ed ha 1.246 fra isole e isolotti, di cui solo 48 sono abitati in modo permanente.Va detto che la Croazia, unitamente alla Slovenia, che è nell’Unione dal 2004, ha sempre avuto una posizione di particolare apertura verso l’Occidente nonostante richiami di Belgrado e dello stesso Politburo di Mosca. Il Paese, im-pegnato nel superare le ferite della guerra per la propria in-dipendenza 1991-1995 contro le forze serbe - molti ricorde-ranno il bombardamento di Dubrovnik – per essendo sotto il peso della crisi economico-finanziaria, sta compiendo ogni sforzo per promuovere lo sviluppo e la crescita valorizzan-do al massimo le sue potenzialità, ad iniziare dalle eccezio-nali risorse turistiche. Nel panorama turistico croato eccelle in particolare la baia del quarnero, nella quale spicca la sug-gestiva Opatija, nota come “Regina dell’Adriatco”. Ricca di storia di valenza europea, orgogliosa soprattutto del suo passato asburgico, che ogni anno ricorda con affascinanti rievocazioni storiche, Opatija, con le sue ville storiche, una struttura ricettiva di prim’ordine e tramonti mozzafiato sul-l’Adriatico, attira turisti da numerosi Paesi. Le Istituzioni locali operano con un’autentica visone europea, coinvol-gendo la popolazione in tale prospettiva. La “European Journalists Association-The Communication Network” ha deciso di celebrare quest’anno il suo 51° congresso interna-zionale in Croazia, scegliendo come sede dei lavori proprio Opatija. Giornalisti di tutta Europa si riuniranno dal 3 al 6 ottobre nel più giovane Paese dell’Unione Europea per di-scutere unitamente a rappresentati delle Istituzioni europea ed esperti sul futuro che potrà avere l’Unione uscita dalla crisi e dopo le elezioni del nuovo Parlamento Europeo che avranno luogo l’anno prossim

La Croazia è nell’UE

Giornalisti europei a congresso a Opatija

Tramonto a Opatija

Alcide Degasperi

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SETTEMBRE 2013 - pag. 9 Attualità

Per parlare di femminicidio, bisogna parlare di violen-za, numeri e di quello che gli organismi internazionali spiegano, rilevano e racco-mandano.Sono cinque le tipologie di violenza all’interno del-le mura domestiche: fisi-ca, psicologica, sessuale, economica e lo stalking (dall’inglese “to stalk” = braccare, dare la caccia. Lo stalking è la persecuzione di una persona per la quale si ha un’ossessione mania-cale). Ogni anno sono in media 14mila le donne che si rivolgono ai centri anti-violenza aderenti all’asso-ciazione nazionale. Il dato rappresenta solo una parte del fenomeno, avvertono gli esperti del settore, che è in larga parte sommerso poiché non c’è un osservatorio na-zionale che registri i dati in maniera omogenea. I centri anti-violenza appartenenti all’Associazione Nazionale Di.Re – donne in rete con-tro la violenza – sono una

sessantina, per 500 posti letto. La presidente di uno di questi centri a Ravenna, Nadia Somma, scrive nel suo blog che questi posti dovrebbero, secondo le in-dicazioni europee, essere in realtà 5.700. Negli ultimi decenni in Italia si registra un calo complessivo degli omicidi, ma non dei fem-minicidi: dal 2005 al 2012 sono stati documentati una trentina di casi in più. Il femminicidio non è roba da femministe arrabbia-te, come spesso si legge su quei moderni banconi da bar che sono i forum online o i commenti degli utenti in internet: le mag-giori istituzioni nazionali lo riconoscono e definiscono come fenomeno preoccu-

pante. Per l’Italia il rapporto stilato dal Comitato Cedaw (Convenzione per l’elimi-

nazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne) delle Nazioni Unite

riporta una verità difficile da accettare: “in Italia – si legge nel documento – per-

sistono attitudini socio-cul-turali che condonano la vio-lenza domestica”. Lo stesso documento esprime anche preoccupazione per l’imma-gine, diffusa e radicata nel nostro paese, della donna come oggetto sessuale. A chi è nato e vissuto qui sem-brerà che “tutto il mondo è paese”, o citerà gli esempi di culture molto più repres-sive, ma guardare al peggio non risolve il problema.Il 25 novembre sarà la Giornata internazionale per l’eliminazione della violen-za contro le donne, istitui-ta dall’Onu. Non sarà uno scudo fisico per le donne che subiscono violenza, così come il legiferare non ferma direttamente le mani omicide, ma parlarne in maniera informata almeno aiuterà a diminuire il nume-ro di chi ancora crede che i femminicidi non esistono e nega un’evidente squilibrio di genere nella violenza esercitata dagli uomini sulle donne.

Femminicidio al centro del dibattito“Non si tratta di omicidi passionali o di raptus.

L’uccisione della donna non è che l’ultimo atto di una serie di episodi di violenza fisica,

psicologica, sessuale, economica. Noi li chiamiamo femmi-nicidi”. Questo scrivono all’Associazione Nazionale Di.Re – donne in rete contro la violenza. E’ una prima definizio-

ne per descrivere quello che è successo a Lucia Bellucci uccisa, come hanno ampiamente riportato le cronache lo-cali, dall’ex fidanzato Vittorio Ciccolini. Il termine indi-ca l’omicidio di una donna in quanto tale, rimanda alla storica disparità di potere che sta alla base della violenza rivolta nei confronti del genere femminile in quanto tale.

Il fatto di cronaca avvenuto in Rendena pone al centro dei riflettori questa problematica

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pag. 10 SETTEMBRE 2013 Attualità

E parte, dietro le linee difensi-ve del rio Revegler, per parte austriaca. Da quegli anni ter-ribili, che hanno sancito l’an-nessione del Trentino all’Ita-lia, sono passati esattamente cento anni. Un secolo di sto-ria che la Provincia di Trento intende commemorare, con una anno intero dedicato alla Grande Guerra. Un anno ric-co di aspettative. Che Apt e Consorzi turistici vaticinano come ricchi di visitatori. Sia da parte di italiani che d’ol-tralpe. “Un’incognita”. Però, per Paolo Pasi, assessore alle at-tività culturali della Comunità di Valle di Tione, per cui le manifestazioni il centenario della Grande Guerra rappre-

sentano una scommessa. E, solo col senno di poi, si potrà conoscere il ritorno in termini economici e turistici che la ri-correnza potrà dare. Nel frat-

tempo la complessa macchina organizzativa si è messa in moto. E anche in Giudicarie - area di confine del Fronte, di prima e seconda linea, e delle demarcazioni difensi-ve in vetta all’Adamello, al Cadria, al Monte Nozzolo e Cima Bissolo - si sta lavoran-do per non giungere imprepa-rati all’appuntamento del 28 luglio del 2014. Provincia e Comunità di Valle collabora-no a stretto contatto. In zona, oltre alle famose demarcazio-ni con forti Larino di Larda-ro e di Monte Corno - piatto forte delle visite guidate del “Centenario”- di cui da anni sono in corso importanti la-vori di recupero, anche altre postazioni minori della linea difensiva stanno subendo in-terventi sostanziali. Come l’area fortificata di S. Lorenzo a Condino, un dosso (famoso per la chiesetta medioevale del XIII secolo, affresca-ta da Cristoforo Baschenis, nel 1519) a metà crinale del monte Rango, da cui si domi-na tutta la valle del Chiese. E dove gli austriaci avevano co-

struito un complesso sistema fortificato, con mitragliere, trincee blindate, cunicoli, gal-lerie per il rifugio delle trup-pe e una teleferica che saliva alle postazioni superiori. Un luogo strategico, in cui, da anni il locale gruppo Alpini aveva iniziato un’importante azione di bonifica. Dove in vista dell’avvenimento che, per tutto il prossimo anno, impegnerà enti e associazioni - tra cui Comuni, Bim e Parco - si è messa in moto una corsa al recupero, con squadre del Servizio di Ripristino Am-bientale, intente a ripulire e valorizzare sentieri e accessi, resi problematici dall’incuria del tempo. Altre iniziative riguardano forte Cariola (di proprietà privata). Ma che, per l’occasione, sarà aper-to a visite guidate. I cimiteri di guerra di Bondo e Malga Clef, e la messa in sicurezza del sentiero che, da Praso, si inerpica verso Monte Corno. L’ impegno maggiore, però, è sul fronte organizzativo. Con Apt, Consorzi Turistici, Eco-musei, musei e associazioni come Sat, Ana e altri gruppi, che il 30 luglio, si sono dati appuntamento nella sede della Comunità a Tione, per fare il punto della situazione. All’in-contro, presieduto dall’asses-sore Pasi, erano presenti Lo-renzo Baratter, coordinatore delle iniziative della Grande Guerra e Claudio Martinelli, dirigente del Servizio attivi-tà culturali della Pat. In quel contesto è stato presentato il Gruppo di lavoro coordina-to dal Centro Studi Judicaria. A cui è stata affidata la regia degli avvenimenti culturali e delle celebrazioni. I due car-dini dell’organizzazione, sa-ranno: in primis i luoghi degli

eventi. E, in seconda battuta le manifestazioni. “L’obbietti-vo – ha detto l’assessore Pasi – è dare all’iniziativa valore e spendibilità, oltre l’ambito territoriale”. Per questo, nel prossimo appuntamento, fis-sato a metà settembre, il pro-getto dovrebbe prendere con-torni più definiti. Sul piano dei costi intanto è stato presentato un preventivo di spesa da par-te dal Centro Studi di Tione che ammonta a 42.000 euro. Comprende il portale web “giudicariegrandeguerra”, dal costo di oltre 7 mila euro. E un ventaglio di manifestazio-ni, che introducono argomen-ti di grande interesse come: “L’arruolamento del luglio 1914”, “L’evacuazione dei paesi dell’estate 1915”, “La guerra vista dai cappellani militari” e “Il progetto pro-fughi”. Il gruppo di lavoro, costituito dal Centro Studi Judicaria, è guidato da Gianni Poletti ex preside delle scuole medie di Storo e per le quat-tro aree della Comunità di Valle: Micaela Bailo per le Giudicarie Esteriori, Claudio Cominotti per la Val Rende-na, Maddalena Pellizzari per il Chiese,Renato Paoli e Gi-lberto Nabacino per la Busa Tione. Spetterà a questa com-pagine focalizzare gli avve-

nimenti di maggior interesse che, durante i quattro lunghi anni del conflitto, hanno inte-ressato le singole aree di per-tinenza. Sul piano strutturale, nei luoghi strategici dove si sono svolti gli avvenimenti bellici, sono in esecuzione da tempo importanti recu-peri da parte del Servizio di Protezione Ambientale della Provincia. Sostanziali ristrut-turazioni sono state messe in cantiere dalla Pat, per rendere più agibili i due baluardi più significativi di tutto l’impian-to difensivo delle linee del Fronte: vale a dire il già citati Forti Corno e Larino. Qui si sono concentrati gli sforzi dell’apparato provinciale in vista dell’avvenimento che dovrebbe – ma il condizionale è d’obbligo - attirare sul ter-ritorio migliaia di visitatori. Anche se rimane incompren-sibile, come mai, in occasione del “Centenario”, non sia sta-to possibile allestire nell’area fortificata di Forte Larino, per cui a più riprese la Provincia di Trento ha investito notevoli somme di denaro, uno spazio espositivo permanente. Dove potevano essere concentrati i più significativi reperti bel-lici recuperati, negli anni, in ambito giudicariese.

Ci si prepara alla “Grande Guerra”Il conto alla rovescia è iniziato. Il 2014, per le Giudicarie, sarà l’anno dedicato al conflitto bellico che, cento anni or sono, insanguinò i nostri monti e le linee di confine. Soldati dell’impero Austro-Ungarico da una parte. Militari italiani dall’altra, attestati sul baluardo di-

fensivo della Rocca di Anfo. Ma pronti a sfer-

rare l’attacco per superare le linee nemiche. Una guerra di logoramento che scomodò anche la popolazione civile, deportata parte in Piemonte, come per gli abitanti della bassa Val del Chiese.

Fra forti, trincee e musei le Giudicarie hanno un patrimonio davvero significativo, ora occorre metterlo in rete al meglio

di Ettore Zini

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Il 2014 sarà l’anno dedicato alle celebrazioni del centenario del Primo Conflitto Mondiale

Scene di Guerra “bianca”

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SETTEMBRE 2013 - pag. 11

E’ visitata – come si evince al suo sito internet – da circa 300 persone all’anno. In due anni le presenze sono calate di quasi il 50%. E, nonostante i cimeli di grande richiamo, come armi, schegge di bombe e divise di ufficiali e militari che hanno preso parte al con-flitto mondiale, l’interesse per quel piccolo polo museale, è in calo (nel 2010 i visitatori erano stati meno di 600), tan-to che tra i suoi associati si è sviluppato un dibattito che ha sancito una vistosa spaccatura tra chi intende mantenere a Bersone l’esposizione. E chi vorrebbe spostarla in spazi più adeguati e visibili, come Forte Larino di Lardaro. Tra l’altro teatro, quest’anno, di manife-stazioni che hanno calamitato un pubblico molto numero-so. In Rendena, invece, sono concentrate altre due attratti-ve inerenti agli avvenimenti

bellici che, cent’anni or sono, hanno insanguinato le nostre montagne: il Museo della Guerra Adamellina di Spiazzo e il cannone Skoda restituito alcuni nel 2000 dai ghiacci dell’Adamello. Il museo di Spiazzo espone numerosi ci-meli rinvenuti sulla linea del fronte Adamello-Carè Alto. Vi sono custoditi oggetti, fo-tografie, testimonianze epi-stolari frutto di donazioni e di ricerche di appassionati della zona sui teatri, in quota, della Guerra 15-18. Importanti car-tografie come le dislocazioni militari dei comandi austriaci sul Corno di Cavento, sci, slit-te, bombe, rotoli di filo spina-to rappresentano il piatto forte di questa esposizione colloca-ta nelle ex scuole elementari, aperta al pubblico, da giugno a settembre, dalle 15 alle 18. Il museo è supportato dall’as-sociazione storico-culturale

che prende il suo nome. Per quanto riguarda il cannone Skoda, il potente obice recu-perato nel 2003, a quota 3.171 della Vedretta di Cima Botteri, nell’Alta Val di Nardis, dopo il restauro ad opera dei Beni Storico Culturali della Provin-cia , è in attesa di essere collo-cato nel comune di Giustino, a “Casa Diomira. Dove l’ammi-nistrazione sta predisponendo un apposito spazio visitabile da pubblico e scolaresche. Per quel poderoso mezzo di offesa dal peso di 33 quintali, costruito nel 1917 dalle Indu-strie Skoda-Werke di Pilsen, che poteva sparare sulle linee nemiche con una gittata di ol-tre 17 chilometri, il comune rendenese sta predisponendo un altro sito a testimonianza degli eventi bellici combattuti sulla linea di confine che cor-re dal Cadria alla Presanella. Proprio nei mesi scorsi è stato

abbozzato un interessante di-battito per verificare l’oppor-tunità di realizzare, a livello giudicariese, un unico spazio su cui concentrare i vari ambiti disponibili. Purtroppo l’appel-lo è caduto nel vuoto. E anche l’iniziativa del presidente del Museo della Guerra di Berso-ne che, aveva individuato in Forte Larino l’ambiente adat-to per dare maggior visibilità al materiale disponibile, è sta-ta stoppata sul nascere. Oggi, in pratica, in valle ci sono tre distinte esposizioni dedicate agli eventi bellici di un secolo fa. Ed una quarta è in predi-cato all’interno di parte degli spazi della fortezza di Larda-ro. Il forte che, con Revegler e Monte Corno, rappresentava la linea avanzata del sistema difensivo austriaco. Per cui da tempo si stanno valutando le opzioni di utilizzo. (e.z.) [email protected]

La “mappa” dei reperti bellici La mappa dei reperti bellici della Guerra 1914-18, re-stituiti a più riprese dalle nostre montagne, ha piantato le proprie bandierine in tre località Giudicariesi: Berso-ne , Spiazzo Rendena e Giustino. A Bersone, piccolo co-

mune della conca di Pieve di Bono, sono custoditi circa 7.000 cimeli accumulati, in 18 anni, da appassionati del posto. L’esposizione (“privata”) è collocata dal 1995 nel locale Palazzo Municipale.

Dallo Skoda recuperato fra le nevi dell’ Adamello alle migliaia di cimeli sparsi su tutto il territorio

di Ettore Zini

Attualità

Vien da chiedersi come mai s’è comprato quel Forte, se, nemmeno per le celebra-zioni dei cent’anni, è stato deciso di che farsene. Di solito le grandi ricorrenze - alla stregua dei Campionati Mondiali, di calcio, nuoto, o atletica che dir si voglia – servono soprattutto a investire in strut-ture “permanenti”. Che verranno buone a posteriori. Per il Forte Larino, acqui-stato trent’anni or sono dalla Provincia - alla vigilia di quella che poteva essere la sua grande occasione - non è ancora chiaro l’utilizzo. Poche idee. Per di più fumose, giacciono nei cassetti di Enti, Comuni, e Provincia. Come se, per quel-l’area - comprata sul finire degli anni set-tanta per più di 800 milioni di lire, e ri-strutturata, a più riprese (con fior di soldi pubblici) - si potesse cincischiare all’infi-nito. Quella del Centenario della Guerra, poteva essere la “grande chance”: l’oc-casione di mettere a frutto la sistemazio-ne del forte, e dei caseggiati appartenuti alle furerie e ai comandi dell’esercito Austro-Ungarico.”Del resto, che ci sa-rebbe di meglio, se non riunire i reper-ti della Guerra, in luogo che la Guerra l’ha vista per davvero?” I mesi passano. Le celebrazioni del grande avvenimen-to, sponsorizzato dalla Provincia, sono alle porte. Ma nessuno (Comunità, Enti,

Comuni) è stato in grado di avanzare un progetto, per connotare quell’area. Nem-meno il comune di Lardaro. In teoria, il più interessato a valorizzazione quel-l’ambito strategico per l’economia cultu-rale e turistica, sua, e di tutta la Valle. Un progetto per condensare (“chi l’ha detto che in tempi di spending rewiew il 3X1, o ancor meglio l’1X3, debba valere solo per i supermercati?”) tutte le raccolte e cimeli sparsi sul territorio, in un’unica grande teka “testimonianza”, a respiro giudicariese. Compreso il famoso canno-ne Skoda recuperato sull’Adamello, per

cui oggi, Giustino sta approntando, un sito espositivo a se stante. In definitiva, ancora una volta non è scattata la molla del ragionamento comune. Ancora una volta ad “una regia d’insieme”, capace di guardare con occhio aperto agli in-teressi della valle, abbiamo anteposto la piccola politica dei campanili. Per que-sto “il Centenario”, qualunque po-tranno essere i risultati, è - e rimane – una grande occasione mancata. Di cui non siamo stati capaci di sfruttar-ne appieno le opportunità. (e.z.)

Forte Larino: un’occasione perduta?

«Questo luogo un tempo di guerra ora è diventato luogo di pace» aveva detto nell’anno del Giubileo Papa Wojtyla “inau-gurando” la Croce posizionata a Punta Giovanni Paolo II nel bel mezzo del Gruppo dell’Adamello a quasi 3500 metri di quota. Parte con questa frase il blog «Per non dimenticare» proposto da Giudicarie.com dedicato a riflessioni, pensieri, iniziative... sul tema della guerra e della pace. «Ci avviciniamo al centenario di una delle tragedie dell’umanità più devastanti. Le nostre montagne sono state teatro di orribili scenari, e an-cora oggi presentano le ferite di quell’immenso dramma. Con questo spazio vogliamo offrire a tutti la possibilità di esprimere pensieri o testimonianze che possano favorire il ricordo e la memoria di quei terribili fatti e aiutarci a capire cosa signifricò per le nostre genti la prima Guerra mondiale e cosa significa oggi per molte popolazioni vivere in territori di guerra. ,.

Verso il centenario della Grande guerra

Online il blog dedicato a riflessioni, proposte,

progetti...

Scene di Guerra “bianca”

Il Cannone a Cresta Croce

Forte Larino La Croce di Punta Giovanni Paolo II

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pag. 12 SETTEMBRE 2013La cosa non va giù ai nostri Santi in paradiso; per saperne di più, per poter prendere ur-genti e gravi provvedimenti, si sono rivolti a me, umile Saltaro delle Giudicarie, in quel di Trento, a tastare il pol-so ai politici di ieri e di oggi e misurare la drammaticità del-la situazione. Povero me, che ho sempre odiato i palazzi del potere, dove andrò, che farò? Così mi sono ritrovato sul Dos Trento a guardare dall’alto la città che è, per gran parte, causa degli attuali sconquassi. Vista da lassù, Trento, è una gran bel-la città, mite, ordinata, labo-riosa, tipica tempra trentina, ma vedendo in lontananza il nuovo rione delle Albere, Muse compreso, mi si rattri-sta il cuore: quella è la città del potere, dei potentati, degli sprechi: metto via e riprendo il cammino. Meglio un’oste-ria dagli antichi profumi che quel Dosso, rinomato nei secoli, ed oggi desolato, con un Cesare Battisti incazzato nero, per il trattamento che gli riservano i potenti, un paio di corone una volta all’anno e buona notte. Così ridiscendo in periferia, presso un vec-chio bar con tanto di giardino, non c’è anima viva, un paio di vecchietti, arzilli stanno parlando di politica, alla buo-na e con buon senso, come si usa fra persone sagge, di una certa età. Ho trovato il loro colloquio interessante più di qualsiasi discorso illuminato e così lo riporto così come l’ho sentito scusandomi del-le scorrettezze nel trascrivere un dialetto che non conosco, io sono il Saltaro delle Giudi-carie, con Trento non ho mai avuto a che fare. - Orpo, hat vist che casin che s’è envia via con ste elezion? Le altre volte no l’era così, no... ghera pu tranquillità, ma si, noi trentini sem i soli-ti, fem en po’ de gheto e po lassem le cose come che le era...te poi immaginar...va via el Dellai che fi nalmente nen liberem, e quel, dopo en po’, el torna...eh si, el vol tornar perchè chi el comandava...a Roma enveze el conta come el do de coppe, orca, e allo-ra el vignerà su, el tornerà a esser el padron dela baracca, ensoma, come che i diss... - Eh,eh...go la stessa sensa-ziom, osta, sat quanti che ghe n’è che i lo emplora: vei su... torna su..., entant tutti quei che la mantegnu per anni, se non torna i resta orfani... i ciapa tuti peade nel cul... eh...

eh... dopo i soi amici, i soi ga-loppini... - Ma va la che ala fi n el torna...l’om l’è fat così, lu el pensa sol alle so robe, a Roma, te gai reson, l’ha fat la fi gura en po’ da pollo, te pol emmagi-nar, l’unico partito che vol enserar su le region a statuto speciale l’era el suo...robe...ma robe... se el ven su el farà anca lu el consiglier... - Oscia, el farà ben qualcos de pù, eh, eh, lu el consiglier, set mat? No l’è tipo da far el consiglier, lu el farà almen el capo del consiglio, el farà i soliti discorsi, sperem che al-men el le tegna corti... - Per la Madonna, ma me par che anca el resto non promet-te niente de bom, vol rican-didar en po’ tuti i veci, pensa che ghe anca el Giovanazzi, e l’Eccher? - Ma si, el Giova-nazzi, l’era anca en bon am-ministrador, ma quell’Eccher, lì, el medico, en chirurgo...o quel che l’è...el faga el so mester, che en provincia nol serve a niente, l’e già en pen-sion, pien de soldi, che staga a casa...perdio... ah sì, el deve rappresentar el genero, el Di-vina, che el vol verghe ancor na ciatina en provincia, che brute robe... - Si, ma quel che me fa pu rider l’è el Patt, el ga ancora quela Dominici li, fra i pei, no so quanti ani che l’è a Trento, e me par che non la combina granchè, no me par che l’abbia fat qualcos, pu che ciacerar e dir robe de poc cont no la fat, eppur l’è anco-ra lì, diamine, e la lavora per la zent, ma la zent no la se mai accorta del so lavoro...fi n che ghe quei personaggi lì, no so se il Patt el podrà diventar la Volkspartei come che el voria, e la saria anca na bela idea...se

po’ el Patt e se mete ensema all’UpT, te vedi ben che bela roba che ven fora, ven fora na gran confusion...- Ah, sì, me emmagino la Fontana, con la piuma, che sfi la en piaza del Dom ense-ma al Lunelli con le braghe de coram, la vedet la copia? Ma sì. L’Upt... el s’è costruì el so cerchio magico pien de trote, fat tut da zent de zità, che i pensa...i pensa... e i pensa...e mai che i decida de butarse nell’Ades...se no ghe fussa el Gilmozzi, che l’è na brava persona che la sa quel che la fa, e quel Mellarini che l’è quel che ten su la barca, i saria già enseradi su...- E del PD, san diset?- Del Pd no digo niente, per-chè no se capis niente...tutti i vol comandar e nessuni i vol obedir, tutti galeti nel poliner, caponi che i se castra da per lori, mah...a mi i me sa en po’ for de testa, ghe dentro dei quei fi guri che non ghe daria en man neanca la corda de la cavra...ah, l’intelligenza la ghe, ghe n’è che en vanza, ma i la dopera mal...- Però la Cogo no la ghe sarà pu...e neanche la Dalmaso...- Per fortuna! Ma no son miga sicur che nen liberente, le è lì che le speta qualche posto in

quei carozzoni della provin-cia, fati aposta per sistemar gli amici, perchè noi mora de fam, sat i ciaperà apena quat-tro zinque mila euro al mese, pu la bona uscita, i riscia da-vero de morir famadi...- E de là...ghe ancor de men...ma si el Silvano el saria ben en politico con le bale, el ga pu bale lu, de tuto el consiglio ensema, ma el ghe li ha tutti contro, certo che i soi amizi, i ga tirà en bel scherzeto, i la fat fora en do secondi...via...pus-sa via... e lu el se trovà en bra-ghe de tela, adess el fa bem a provar la rimonta. Sta giusti-zia! Quando capita ste robe te ven davera i dubbi che la nosa giustizia la gira con l’orologio a cucu en tasca, come che el diss el Berlusca...- Ma dai che el Berlusca el ne diss dele monade...- L’è vera, nol podo veder, l’è drio che el rovina l’Italia, e vol verghe ancora rasom, ghe daria do peade en del cul, se fussa ancora bon, el mande-ria a casa, el ga la nosa età, noi no sem pu boni quasi de parlar, e quel el vol ancora contarnela su come el gaves-sa vent’anni...- Ma si, i lo tensù a punture...i diss...el ga sempre en medico tacà...No so gnanca pu se ghe farà efetto el viagra...a mi certo che no! Gnanca se en togo en bidom...- Chi da noi, po, en na manda la Biancofi ore, i ma dit che de raza bona, ma con quel so amico che la sa mes l’è ense-ma, noi farà tanti soldi... ma bisogna essere ben de mal per fi nir de votar ancora quela lì...no parlem del De Eccher, che no l’è male quando el parla, ma l’è ancor lega a pensieri dei ani Venti lascem star el Leonardi...- A mi me pias el bafo...el Mo-sna, me par de veder me pare cento ani fa, el ga na facia da kaiserjäger che me pias...

- Varda che quel lì, el ga fabri-che en tut el mond, e en mucio de zent che lavora per lu...- Meio, così almen el sa cosa che vol dir lavorar...i pu tanti nosi politici i è vignudi su nel burro, no i ha mai amministrà neanca en condominio, i ha solo ciapà soldi a sbafo, e i vol ensegnarne, a noi, come star al mondo, che i vaga a la-vora prima, i faga veder quel che i è boni de far e poi i vaga en politica...per la madonna, e me scuso con la Madonna, ma i me fa proprio encazar...- Alora sen propri messi mal...- Ma si, noi trentini, sem bem na manega de semplizoni, e anca en po’ ensemenidi, i ne le fa tutte, sotto el nas, sora el nas, en banda al nas... e ne va sempre tut bem... ma si, bron-tolem en po’, si, quando che nem nele osterie fem quatro versi, ma dopo, ala fi n, ne va ben così...no ne enteressa tan-to quel che i fa, o quel che i farà, l’importante l’è verghe qualchedun de quei che co-manda per amizi...da poder-ghe dir : orca, varda che go en fi ol da metere a post, no sa romper le bale, dame na man...che mi tò votà...varda che mi go l’azienda che la va a putane, fame ciapar quatro soldi...varda che devo com-prar el trator, tira for qualcos...questo l’è quel che ne entere-sa, per el resto no ghe ne frega niente a nesuni...

- Eh...l’è così la situazion, l’è ben triste per noi che se vecioti...na volta i era ammi-nistratori de naltra stoffa...quando ghera i Kessler, i Dal-vit, i Mengoni, quela zent lì, quei i lavoreva per la zent, per le val, i lavoreva per i paesi, i gaveva testa, i saveva ben quel che faseva, ancoi, i nosi politici, i ga sol la testa girada verso la tasca de drio, en do che ghe el portafogli...del re-sto no ghe enteresa en tubo...e i te fa discorsi, orca, che el par che sapia tut lori, ma i diss sempre le solite monade, l’è vent’ani che i le diss, sempre quele, ades fem, ades no fem... entant noi gaven mezzi della nosa zent en difi coltà, gaven la provincia endebitada fi n al col, e quei i è ancora li che i bega, va ti, vegno mi, mi son pu bravo, ti te sei en furfante, furfante te sarai ti...robe...a volte me ven voia, se gavesse ancora le forze, de ciapar en pal e corerghe drio...- Eh, noi sem veci, sem de n’altra generazion, adesso el mondo l’è questo...i dovrà ra-segnarse i nosci fi oi, i dovrà tirar for le bale e endovinar l’omo importante da coltivar e narghe drio... Basito, mai relazione poteva essere così chiara e comple-ta, l’ho copiata di sana pianta e l’ho portata di corsa lassù, fra le nuvole dove stanno me-ditando sulle misure da pren-dere...che il buon Dio, s. Vigi-lio, s. Lorenzo protomartire, i S.S anaunensi, s. Romedio, le Madonne di Pinè e del Lares, proteggano i Trentini e le loro famiglie, ora soprattutto, e nei secoli.

Il Saltaro delle Giudicarie

I trentin e... le elezion!Tempo di elezioni, tempo di burrasca. Fino ad

ora nessuno ne capisce niente, né in cielo né in terra. E la gente trentina sembra indif-

ferente, disgustata, neanche sa se andrà a votare, votare per chi, tanto peggio di così, che si arrangi-no, quelli pensano solo alle loro tasche, alle tasche

della gente ci pensa ormai solo la divina provviden-za. Queste sono le considerazioni che si fanno lassù, nell’empireo, attenti alle nostre vicende, alle nostre disgrazie. Questo è quello che rimane del Trentino, frutto dell’insipienza, della saccenteria, della pre-sunzione, del cinismo dei regimi del passato.

Il Giornale delle Giudicariemensile di informazione e approfondimento

Anno 12 n° 9 - settembre 2013Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie”

via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di TrentoDirettore responsabile:

Paolo Magagnotti

Caporedattore: Roberto Bertolini

Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Aldo Gottardi, Denise Rocca

Hanno collaborato:Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn,

Enzo Ballardini, Claudia Brunelli, Alberto Carli, Alessandro Togni, Andrea Tomasini,Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli,

Ettore Zini, Marco Zulberti

Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a [email protected]

Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a:

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Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento

Stampato il 27 agosto 2013 da Sie Spa - Trento

Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129

Ricostruzione semiseria dei processi mentali del trentino medio in vista della prossima tornata elettorale

IL SALTARO DELLE GIUDICARIE

Page 13: Giornaledellegiudicarie settembre

SETTEMBRE 2013 - pag. 13

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pag. 14 SETTEMBRE 2013

Una pagina tragica di sto-ria italiana. Sconosciuta alle nuove generazioni - anche per il vergognoso velo posto sulla vicenda dai nostri Governi - con i componenti di un’intera spedizione, più di 9.000 uomini, abbandonati a se stessi dopo l’armistizio, e praticamente annientati dagli affondamenti navali, dagli scontri a fuoco con i tedeschi e dalla feroce rappresaglia nazista ordi-nata da Hitler in persona, su quella sperduta isola dell’Egeo (Alfi o Caruso nel libro “Italiani dovete morire”,edito da Rizzoli nella Collana Cameo/Lon-ganesi edizione 2012, ri-porta: 1.300 italiani morti in combattimento, 5.000 passati per le armi, 3.000 scomparsi in mare). Solo 2.135 i superstiti, di cui buona parte morti nei cam-pi di concentramento dove furono deportati. Uno dei pochi superstiti, il tionese Paolo Salvaterra “Bore-lon” che - dopo aver com-battuto per mesi sul fronte francese - fu mandato nel 1942 con il 17° Reggimen-to di Fanteria “Divisione

Acqui”, prima a Bari, e poi imbarcato a Brindisi, per la Grecia. I dettagli di queste giornate tragiche sono descritti in un diario, scritto di pugno, dall’ex commerciante di Tione. Di cui le fi glie custodiscono l’originale. Una cinquan-tina di pagine le aveva dettate di persona, al quasi coetaneo giornalista Ma-rio Antolini. Ma altri par-ticolari sono emersi dal

quaderno scritto, in bella calligrafi a dall’interessato, a cui ha affi dato i ricordi raccapriccianti del con-fl itto che ha segnato par-te della sua esistenza. La fortuna ha voluto che, solo pochi giorni prima dell’ec-cidio, Paolo Salvaterra sia potuto tornare in Italia in licenza premio. Un rientro che gli ha salvato la vita. E un ricordo che mai lo ha abbandonato per il resto dei suoi giorni. Racconti che faceva spesso ai fi gli Walter, Costanza, Patri-zia e Marzia. Quando da bambini – come ricorda la fi glia Patrizia - la gita do-menicale era andare a ve-dere i primi supermercati delle città, dove prendeva spunti e idee, per quella che sarebbe stata la sua at-tività futura. Forse proprio gli orrori di una guerra da dimenticare, l’aver visto il “mondo” uscendo dai ri-stretti confi ni della valle, e la consapevolezza di esse-re scampato a morte certa, per pura fortuna, gli hanno permesso di allargare gli orizzonti. Di guardare al futuro con occhi aperti e disincantati. Ecco quindi il Paolo Salvaterra “pio-niere” della grande distri-buzione locale. In un pae-se ancora alle prese con le bottegucce sotto casa: i negozietti gestiti in pro-prio, le decine di piccole attività, che rappresen-

tavano il vecchio tessuto commerciale della borgata di Tione. Nel novembre del 1966 (di domenica) inaugura “il supermercato di via Pinzo-lo”: il primo in Giudicarie. Nel 1972 apre una fi liale in Basso Arnò. Successi-vamente si affaccia anche sulla piazza di Ponte Ar-che. Fino al 1984 è il pa-drone indiscusso dei super-mercati della valle. Solo lui è l’alter ego della Coo-perazione, ancora legata alle Famiglie Cooperative nei paesi. Il commercio è la sua vita. Non da meno è il suo impegno nel sociale: consigliere comunale nel-la lista degli Indipenden-ti, con il sindaco Franco Boni, Presidente della Pro Loco, consigliere e vice presidente della Cassa Ru-rale di Tione , consigliere della Cassa Mutua Com-mercianti a Trento, clari-netto nella Banda Sociale di Tione. Una vita inten-sa. Vissuta probabilmente con la grinta e il vigore, di chi ha la contezza di essere stato baciato dalla fortuna, in quel 24 agosto del 1943. Quando al “ca-porale” Paolo Salvaterra fu concessa una licenza premio di due settimane. “Prendi la tua roba – gli ha detto il suo comandante – e vai al campo Ottocco-Prestane, per la bonifi ca in contumacia, prima di

tornare in Italia”. (Ottoc-co-Prestane era il campo dove i militari in licenza dovevano sottostare a qua-rantena, prima di tornare in patria ndr.). Quel per-messo gli valse la vita. I suoi compagni furono tru-cidati dalle mitragliatrici tedesche, che spararono su uomini inermi, dopo che li avevano convinti ad ar-rendersi, con la promessa che non sarebbe stato loro

torto un capello. Oggi, quelle pagine incompiute, scritte con grafi a minuta, ci permettono di ricordar-ne la persona. Che se ne è andata all’età di 93 anni, dopo aver lasciato traccia per inventiva e caparbietà nel contesto sociale di Tio-ne. E perché no: di quanto, nella vita, sia importante anche il ruolo che può gio-care la Dea Bendata.

Eccidio di CefaloniaA pochi mesi dalla sua

scomparsa, un diario di guerra lo ricorda come uno dei pochissimi superstiti dell’ec-

cidio di Cefalonia. Paolo Salvaterra, classe 1920, una vita dedicata al commercio. Ha avuto dei tra-scorsi poco conosciuti. Noti, ai più, solo dopo la sua morte. Quell’ometto gentile, per lungo tempo “re” dei supermercati della zona (due a Tione e

uno a Ponte Arche) - quan-do la distribuzione alimentare era ancora affidata ai piccoli negozi - è stato uno dei pochissimi soldati italiani a uscire indenne dall’inferno di Cefalonia. Isola greca, dove i tedeschi della Wehrmacht dopo l’8 settembre 1943 (ricorrono i 70 anni in questi giorni), trucidarono più di 5.000 italiani della Bri-gata Acqui.

di Ettore Zini

La storia del tionese “Borelòn”

Il caporale Paolo Salvaterra, scampato per licenza premio all’eccidio di Cefalonia. Suo il primo supermercato in Giudicarie

Storia

Il giovane Paolo Salvaterra

Salvaterra negli ultimi anni della sua vitaGrandi manovre nell’isola greca

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SETTEMBRE 2013 - pag. 15

Cenni di storia

“Non è stata una difesa di categoria”Gli avvocati del foro tionese: “Il disagio maggiore sarà per i cittadini”

Tribunale - La storica sede di Piazza Boni

Gli avvocati del foro di Tione

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pag. 16 SETTEMBRE 2013Fra il pubblico tanti agricolto-ri ed allevatori provenienti da tutte le Giudicarie, attenti ed interessati alle importanti no-vità provenienti dall’Unione europea, che in campo agri-colo è di fatto l’istituzione che detta le macro-politiche. Soprattutto riguardo alla nuo-va Politica agricola comune 2014-20, che – dopo circa 8 anni di negoziazioni – è stata approvata a luglio attraverso il meccanismo di co-decisio-ne tra Parlamento europeo, Commissione e Consiglio.«Proprio la maggiore demo-craticità del processo di for-mazione – ha detto Cornella nel suo intervento di presen-tazione degli aspetti tecnici - ha consentito di sanare alcune disparità che si erano eviden-ziate nella precedente applica-zione della Pac, per esempio consentendo maggiore atten-zione e risorse per l’agricol-tura e l’allevamento di mon-tagna, sinora considerati in Europa i “cugini poveri” della pianura». Merito di questo risultato – che porterebbe se-condo stime di Nomisma tra i 19 e i 30 milioni di euro in più per il Trentino – è anche del prezioso lavoro di lobby che il Trentino, assieme all’Alto Adige e alle regioni alpine – ha messo in campo in questi ultimi 3 anni e mezzo, facen-do valere le ragioni delle zone montuose. Un ruolo importante di stimo-

lo in questa partita l’ha avuto, come hanno riconosciuto sia Cornella che Rauzi nei loro interventi – l’Assessorato al-l’agricoltura della provincia autonoma di Trento, con in te-sta l’assessore Mellarini. «As-sieme ai colleghi delle regioni alpine, all’Europarlamentare Dorfmann e al commissario europeo Ciolos è stato fatto un lavoro molto significativo in questi 3 anni – ha detto Mella-rini – per far valere le ragioni degli agricoltori ed allevatori di montagna, che non sono solo esigenze economiche, ma anche di maggiore atten-zione su tematiche come ad

esempio la burocrazia. I fondi della Pac non sono da vedere come privilegi di una catego-ria, ma come un investimento

nel futuro della nostra terra, secondo un’impostazione che vede nell’ambiente, nella sa-lubrità e nell’ecosostenibilità

valori fondanti del nostro vi-vere civile e della nostra eco-nomia». Proprio l’ecosostenibilità è un altro dei fattori richiamati da Mellarini, nel presentare le linee guida del prossimo Psr (piano di sviluppo rurale) che la Provincia sta predisponen-do in queste settimane. «Le priorità – ha detto Mellarini - sono continuare le politiche di sostegno ai giovani agri-coltori e allevatori, puntare con decisione su ecososteni-bilità delle produzioni, ricerca e innalzamento della qualità. Negli ultimi anni abbiamo sostenuto maggiormente l’in-

frastrutturazione del territorio rispetto ad esempio all’ac-quisto di macchinari agrico-li. Questo significa strade di campagna più sicure, impian-ti di irrigazione a goccia che preservano dagli sprechi un bene prezioso come l’acqua, e un’attenzione maggiore ai profili assicurativi degli ope-ratori del settore. Un lavoro importante è stato realizzato e la strada è tracciata perchè l’agricoltura continui ad esse-re, come ora, un settore che sa produrre occupazione e tutela ambientale». Misure che, messe in campo già da tre anni dalla provincia, hanno a loro modo anticipato le novità di questa nuova Pac: maggiore attenzione ad equi-tà, ecologia, spazio ai giovani, proposte greening e ricerca.La nuova Politica agricola comune ha un volume di 374 miliardi di euro nei prossimi 7 anni, di cui 52 miliardi all’Ita-lia (7,4 miliardi l’anno di cui: 3,8 miliardi provenienti da pagamenti diretti, 0,6 miliardi dalle Organizzazioni comuni di mercato (Ocm, ndr) vino e ortofrutta e 3 miliardi dal-lo sviluppo rurale). Il settore agricolo ha un peso impor-tante in Italia e in Trentino: 28 miliardi il valore aggiunto del settore a livello nazionale, 429 milioni di euro a livello provinciale. Che, a livello di indotto, valgono almeno tre volte tanto.

Nuova Pac e proposte per il nuovo Psr. Argomenti im-portanti quelli oggetto del dibattito svoltosi sabato 10 agosto presso la sede della Copag a Vigo Lomaso, nel-l’ambito della “Festa dell’agricoltura-Palio dei 7 comu-ni”. Appuntamento Ferragostano da sempre centrale per questo settore, specie nelle Giudicarie Esteriori dove questo comparto è dominante. Sul palco, in veste

di relatori, accanto al presidente Fabio Zambotti erano presenti il moderatore, il giornalista Walter Nicoletti, presidente della Federazione provinciale allevatori Sil-vano Rauzi, Samuel Cornella, “inviato” della Federa-zione trentina della Cooperazione in quel di Bruxelles e Tiziano Mellarini, assessore provinciale all’agricoltura, foreste, turismo, promozione caccia e pesca.

Agricoltura, uno sguardo al futuro

Attualità

Grisen

Giovani, ecosostenibilità, greening e ricerca: come cambia questo settore nel nuovo Psr. Se ne è parlato a Lomaso nella tradizionale Festa dell’Agricoltura

Il tavolo dei relatori

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SETTEMBRE 2013 - pag. 17 Il personaggio

Amistadi si laurea con 110 e lode in Architettura all’Uni-versità IUAV di Venezia con una tesi in progettazione sulla ricostruzione della cit-tà libanese di Jbeil-Byblos, all’interno di un laboratorio di Laurea diretto da Luciano Semerani, di cui è allievo e con cui svolge attività di-dattica e di ricerca per molti anni a Venezia.Sempre a Venezia, nel 2003, consegue il titolo di Dottore di Ricerca in Composizione architettonica con una tesi dal titolo “La nozione di paesaggio nei progetti di ar-chitettura contemporanea”, poi pubblicata dalla Clean di Napoli con il titolo “Paesag-gio come rappresentazione”. Dal 2003 ad oggi insegna Progettazione architettonica come professore a contratto presso la Facoltà di Architet-tura di Parma.Autore di numerosi saggi e progetti pubblicati su riviste nazionali e internazionali, nel 2005 fonda la collana TECA – Teorie della Composizio-ne architettonica e dal 2010 coordina con Enrico Prandi il Festival dell’Architettura di Parma, che si occupa di diffusione e divulgazione della cultura architettonica e per il quale è promotore di molte iniziative già a partire dal 2004. Sempre nel 2010 fonda con Enrico Prandi ed è caporedattore della rivi-sta on-line del Festival del-l’Architettura, FAmagazine (www.festivalarchitettura.it). Nel 2012 esce per i ti-toli del Poligrafo di Padova il volume “La costruzione della città”. Vive a Venezia dove dal 2008 è co-titolare dello studio associato Ami-stadi-Mayr architetti.

Buongiorno Amistadi, in-tanto complimenti...Grazie.

Venezia, Parma, Bologna, Lei è un globetrotter della ricerca architettonica e del-l’insegnamento...Sì, è vero, diciamo che ci sono due tipologie di carriere uni-versitarie: quelli che sono nel posto giusto al momento giu-sto e che rimangono sempre nello stesso Ateneo e gli altri, che devono farsi strada con i titoli e con...il treno. Per que-sta seconda categoria alla qua-le appartengo mi piace pen-

sare alla prova di Amburgo. Conosce la storia? Il punteg-gio d’Amburgo è importan-tissimo. Tutti gli incontri di lotta sono truccati. Gli atleti si fanno mettere con le spalle a terra secondo le istruzioni dell’impresario. Ma una volta l’anno si riuniscono ad Am-burgo in un’osteria e lottano a porte chiuse, con le tende tirate. Lottano a lungo, pe-santemente, senza eleganza. Il punteggio d’Amburgo ser-ve a stabilire la classe reale di ciascun lottatore e ad evitare il totale discredito (...delle istituzioni universitarie).

Ahah... anche l’architettu-ra non sta attraversando un buon momento in Italia...Purtroppo no, ma sa.., l’archi-tettura è una cartina di torna-sole molto precisa dello stato sociale e culturale di un pae-se, e questo dipende in buona misura dalla classe dirigente che lo ha governato.Mi preoccupo di più per gli studenti di architettura ita-liani, che rimangono tra i più bravi e motivati del mondo ma spesso dopo la laurea devono scappare all’estero, dove si costruisce ancora qualcosa.

Non ci lascia con un mes-saggio di maggiore ottimi-smo?Più che di ottimismo oggi abbiamo bisogno di realismo e di uno sforzo per ritrovare degli obiettivi comuni e con-divisibili...ognuno nel pro-prio campo. Ad ottobre si riu-nirà a Torino il terzo Forum di Proarch, un’associazione che raccoglie i docenti di Progettazione architettonica delle Università italiane. Il tema del forum non verte su quale tipo di architettura fare, quali case, chiese, scuole, teatri, ecc. (che tanto non se ne fanno più), ma su come debbano cambiare la ricerca e la professione dell’architet-to per avere ancora una qual-che ragion d’essere. Il titolo del convegno è: L’architettu-ra è un prodotto socialmente utile?. Cioè serve ancora a qualcosa, a qualcuno? Esiste ancora? ...Speriamo bene...

Ah...ma lei non insegna ai futuri architetti? Con qua-le spirito?Appunto, ho la sensazione di insegnare un mestiere che non esiste più, una professio-ne in via di estinzione. Pensi che recependo una direttiva europea, il governo italiano ha trasformato l’architettura

in una “prestazione di ser-vizio”. Sa cosa signifi ca? Che è la prestazione ad es-sere apprezzata e non tanto l’idea. L’idea non viene per-cepita, né plasticamente, né idealmente, né tanto meno ricompensata. L’onorario percepito dall’architetto corrisponde alla prestazio-ne fornita. Ma una buona idea porta un notevole plu-svalore economico al com-mittente oltre naturalmente ad un plusvalore sociale e culturale. Tale valore non è misurabile, dunque ancora più diffi cilmente comunica-bile, al punto che oggigiorno tende a non avere più alcuna importanza.

Quindi dissuaderebbe un giovane dallo studio del-l’architettura...Neanche per idea..! Rimane una delle discipline più af-fascinanti in assoluto. L’Ar-chitettura è una scienza che ti costringe a lavorare con entrambe le parti del cervel-lo, la razionalità e il talento e che ti costringe al confronto con diverse e varie erudizio-ni, la letteratura, la storia, il disegno, la geometria, l’ot-tica, l’aritmetica, fi nanche la fi losofi a e la musica...e l’astronomia, è molto im-portante l’astronomia, per-chè – diceva Semper - archi-tettura, musica e danza sono le sole tre arti cosmiche.L’architetto deve riunire tutti questi saperi in un’opera che sia sintesi allo stesso tempo di utilità e di bellezza.

«L’architettura è razionalità e talento»

Lamberto Amistadi, nato a Roncone nel 1971, è risulta-to vincitore della procedura di valutazione comparativa per un posto di Ricercatore universitario di ruolo indet-ta dalla Facoltà di Architettura “Aldo Rossi” di Cesena

e da settembre prenderà servizio come Ricercatore del Dipartimento di Architettura dell’Alma Mater Studio-rum Università di Bologna e docente del Corso di Lau-rea in Architettura.

Lamberto Amistadi racconta la sua esperienza di ricercatore e docente nelle Università italiane

Venite a trovarci

all’Ecofi era di Montagna

Lamberto Amistadi con l’architetto catalano Eduard Bru al Festival dell’Architettura

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pag. 18 SETTEMBRE 2013 Arte

Quindi a Ponte Arche otto spazi com-merciali non utilizzati sono stati messi a disposizione gratuitamente dai pro-prietari nei mesi di luglio e agosto, per contenere le opere di artisti trentini e locali che hanno esposto, anch’essi a titolo gratuito, le loro opere. Spiccano i nomi più conosciuti - Gianni Rocca, Paolo Dalponte, Amedeo Marchetti, Rosalba Trentini, Liberio Furlini, Mat-teo Boato – ma ci sono anche i tanti ar-tisti amatoriali dell’Associazione Arti-sti Giudicariesi che generosamente si sono prestati all’iniziativa.L’idea dell’Azienda per il Turismo, promossa dalla presidente Iva Berasi, ha avuto un aspetto concreto, riempi-re spazi vuoti che rischiavano di pe-nalizzare visivamente anche gli spazi commerciali che invece ci sono, e un aspetto psicologico: “trasformare una difficoltà generata dalla crisi econo-mia, in un’opportunità” fanno sapere dall’Azienda, cioè ridare fiducia e otti-mismo in un momento di indubbia dif-ficoltà, perchè lo spirito, con il quale si affronta la vita ha il suo bel peso sul risultato finale. A fine manifestazione, il 31 agosto passato, il bilancio è mol-to positivo negli uffici di via Cesare Battisti: le piccole gallerie d’arte han-

no generato interesse fra gli ospiti della località turistica, generato movimento e valo-rizzato il lavoro e l’impegno dei tanti volontari che al pro-getto hanno partecipato, of-ferto un progetto comune ad operatori turistici e cittadini in tempi di individualismo spinto. Difficile fare la som-ma di ciò che non ha un nu-mero davanti, ma la celebre arte di arrangiarsi che fin’ora ha sempre fatto tornare a gal-la il paese, e in parecchi ci si mettono per affondarlo, non è un’arte matematica.

Negozi-art, l’arte arriva nelle vetrine

L’idea non è nuova, fa parte di quell’arte di ar-rangiarsi che nell’italica

penisola è diventata a tratti col-po di genio o semplice, e apprez-zabilissima, capacità di vivere bene anche i momenti difficili: spazi commerciali chiusi un po’ per la congiuntura economica difficile un po’ per ragioni fi-siologiche di turnover che, nel-l’attesa di nuovi imprenditori

con un’idea capaci di riportarli al loro scopo originario, riapro-no come gallerie d’arte. Buchi vuoti nel paese, vetrine spoglie o tappezzate di fogli di giornale che non invitano alla passeggia-ta - allo “struscio” per i nego-zi come si dice in Lombardia - perchè anche solo esteticamente non è molto invitante un bel punto vendita a fianco di due vuoti, deserti e impolverati.

A Ponte Arche otto spazi commerciali diventano motivo di attrazioneI “tempi moderni”, come ha del resto anche ritratto l’omonimo film con Charlie Chaplin, possono por-tare alla spersonalizzazione dell’individuo e al suo annullamento. Con l’avvento dell’era telematica e di internet, questo annullamento ha raggiunto altri livelli. La giovane ma esperta artista tionese Alice Valentini, non nuova a performance “forti” e molto coinvolgenti (come la sua “Terapia d’urto” dello scorso anno), ritor-na quest’estate in occasione della manifestazione “Per le vie di Tione” con la sua ultima opera “Io nel web = Annullamento”. Nella serata di venerdì 2 agosto, in via Presanella a Tione appunto, Alice ha dato vita alla sua nuova performance: una installazione artistica “in progress”, che ritraeva il graduale annullarsi della personalità individuale di fronte al web, ad internet e alla vita fittizia che tramite queste nuove tecnologie si viene a creare. Dapprima l’artista si è posizionata in un perimetro delimitato da quattro pali di legno di altezza uomo, e qui è rimasta mentre assistenti iniziavano ad avvolgere questo perimetro con cellophane trasparen-te in modo che la figura di Alice ne risultasse di vol-ta in volta sempre più confusa e sfocata. Ad un certo punto l’artista ha iniziato, dall’interno, a dipingere il cellophane utilizzando i quattro colori base, renden-do la sua figura completamente invisibile, “annullata”, rispetto allo sguardo degli altri. Il tutto accompagnato dalle note dei Low Roar, un gruppo alternativo scandi-navo che Alice ha ritenuto calzante per l’opera che ha messo in atto. Una volta terminato di dipingere ogni spazio attorno a sé, Alice si è rannicchiata a terra, qua-si oppressa e prigioniera dal “bozzolo” che lei stessa si è costruita. E così, in un turbine di musica, colore e luci, è avvenuto l’”annullamento” metaforico della figura dell’artista che, forse, è proprio quello che sta accadendo un po’ a tanti di noi. Aldo Gottardi

Opera provocatoria dell’artista Alice Valentini,rappresentata a Tione

“Io nel web = Annullamento”: una performance per farci

riflettere

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SETTEMBRE 2013 - pag. 19

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pag. 20 SETTEMBRE 2013

La fi era, organizzata dal Co-mune di Tione, in collabora-zione con il Comitato Fiere, avrà come orario di apertura al pubblico dalle ore 14 alle 20 venerdì, dalle 9 alle 20 sabato e dalle 9 alle 19 do-menica, mantenendo, come da tradizione, l’ingresso gratuito per tutti e 3 i giorni della manifestazione. La macchina organizzativa è già al lavoro da settimane a pieno regime per assicurare, ancora una volta, un evento imperdibile e ricco di novità entusiasmanti. Anche que-st’anno Ecofi era presenza la tradizionale suddivisio-ne per padiglioni tematici. A partire dall’agricoltura di montagna, per passa-re alle tematiche “green” dello sviluppo sostenibile, delle fonti alternative, del risparmio energetico, della bioedilizia e dell’eco-arre-do e design. Poi, ancora, artigianato, prodotti tipici, produzioni biologiche e uno sguardo al mondo dell’ospi-talità giudicariese con una fi nestra aperta su ristorazio-ne, agriturismo, attività tra-

dizionali della montagna. Infi ne, spazi dedicati al binomio sport-natura e alla salute e benessere. 14 set-tori tematici, distribuiti in 4 padiglioni coperti, per un totale di circa 3.000 metri quadrati, e in 8.000 mq di aree esterne, disposte lun-go il viale principale della borgata di Tione. Uno spie-gamento che permette ad ogni visitatore di trovare il proprio settore, assecon-dando le proprie passioni , le curiosità e le novità per la sua professione ed il suo tempo libero.Accanto alla fi era vera e propria, nuove iniziative,

mostre collaterali come quella dei funghi, convegni, incontri culturali e musica-li, spettacoli per bambini, laboratori, animazioni ed esibizioni dal vivo. Per con-fermare il motto “tante fi ere in una”.

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Ecofiera, uno sguardo alla montagna che cambiaDal 5 al 7 ottobre 2012 si rinnova, a Tione,

l’appunDal 4 al 6 ottobre è di scena a Tione la 14ª edizione di Ecofiera di montagna, il

tradizionale appuntamento con l’ecologia e la so-stenibilità ambientale. Un evento fieristico che ne-

gli ultimi anni ha visto lievitare costantemente sia le presenze di visitatori (oltre 30.000), che il nu-mero di stand, ormai distribuiti da Piazza Battisti lungo viale Dante fino ad occupare tutto il Parco Saletti ed il capannone del tennis.

Agricoltura, greening, risparmio energetico e ecosostenibilità. La 14ª edizione della rassegna di Tione propone uno sguardo più attento alle tematiche ambientali

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Oggi se ne parla molto: ecosostenibilità, ri-sparmio energetico, attenzione per l’ambien-te. Si tratta di terminologie e tematiche che stanno acquistando sempre maggiore centra-lità nel dibattito e nelle agende della politica. Oggi anche l’Europa con la nuova Politica agricola comune sta dando un segnale for-te in questa direzione. Da parte sua la Pro-vincia di Trento in questi anni ha messo in campo diverse iniziative in questa direzione specialmente attraverso il Piano di sviluppo rurale e le misure per favorire l’agricoltura di montagna e una fruizione più sostenibile del territorio, oltre che una serie di incentivi e azioni volte a favorire il risparmio energe-tico. Senza dimenticare gli sforzi dei Bim e

dei comuni in questa direzione. Anche una manifestazione come “Ecofi era di monta-gna” fa la sua signifi cativa parte per defi nire nuovi standard di vita sostenibile; proprio in un momento di congiuntura economica sfa-vorevole riscopre e propone uno stile che sia attento ai consumi energetici, alle produzio-ni tipiche, biologiche e a chilometri zero, la riscoperta di alcuni. Uno stile, appunto che si compone di diversi fattori e che in questa fi era trova esemplifi cazione e spiegazione pratica “sul campo”. L’invito a tutti, dun-que, è quello di andare a dare un’occhiata all’Ecofi era di Tione. Un pezzo del futuro della montagna, del suo sviluppo sostenibile, passa anche da qui.

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Page 21: Giornaledellegiudicarie settembre

SETTEMBRE 2013 - pag. 21

VENERDÌ 4 OTTOBREOre 14.00 - Apertura Ecofi era di Montagna 14a edizioneOre 14.30 - Apertura Mostra Micologica a cura del Gruppo don Giovanni Cor-radi di Daone. La rassegna rimane per tutti i 3 giorni della fi era (Piazza C. Battisti - tendone micologia)Ore 14.30/ 16.30 – Inizio dei laboratori creativiOre 15.00 - Apertura rassegna dell’editoria giudicariese. La rassegna rimane aperta per tutti i 3 giorni della fi era Ore 15.00 - Apertura mostre d’arte e artigianatoOre 17.00 - INAUGURAZIONE Uffi ciale dell’Ecofi era di Montagna 2013 alla presenza delle autorità locali e provinciali. Sfi lata della Banda Sociale di Tione (Ingresso principale fi era)Ore 19.30 - La strada del Gusto: la ristorazione giudicariese in Ecofi era. Cucina locale e prodotti tipici a chilometri zero (prima serata ad invito)Ore 20.00 - Chiusura

SABATO 5 OTTOBREOre 9.00 - Riapertura degli standOre 9.00/13.00 – ConvegnoOre 10.00/11.30 – Inizio attività e laboratori creativiOre 10.00/12.00 - Annullo fi latelico in occasione di “Ecofi era 2013” - 14 anni di Ecofi era. A cura di Poste Italiane (Padiglione A Fiera)Ore 10.00 /12.00 - “A due passi dal cielo” scalata su parete artifi ciale e percorsi sospesi per bambini e ragazzi, con l’assistenza dell’Associazione Guide Alpine e Accompagnatori Pinzolo Val Rendena (Parco Ville - zona Climbing Park)Ore10.00/12.00 - “Caserada”: dimostrazione delle tecniche tradizionali di lavorazione del formaggio. Indicato per bambini e ragazzi 6/14 anni (Parco Saletti - zona malga)Ore 11.00/12.00 - Danza nel parco. (Parco Ville – zona arena)Ore 12.00 - La strada del Gusto: la ristorazione giudicariese in Ecofi era. Cucina locale e prodotti tipici a chilometri zero (prenotazione obbligatoria) (Padiglione ristorante - Via Presanella)Ore 14.00 – Apertura “polo” animazione per bambini e ragazzi c/o Piazzale Scuole Medie. Il “polo” animazione rimane aperto sabato e domenica. Ore 14.00/15.00 - “Come piccoli cow-boys” cavalcata nel parco per tutti i bambini e ragazzi (Parco Ville - Ranch Ecofi era)Ore 15.00/16.00 - “Cerca il fungo...” gioco micologico per bambini e ragazzi (Piazza C. Battisti)Ore 15.00/16.30 – “Danza nel Parco”. (Parco Ville – zona arena)Ore 15.00/18.00 - Animazione e laboratori per bambini e ragazzi (Piazzale Scuole Medie)Ore 15.00/19.00 - Annullo Filatelico in occasione di “Ecofi era 2013” - 14 anni di Ecofi era. A cura di Poste Italiane (Padiglione A Fiera)Ore 16.00/17.00 - “Come piccoli cow-boys” cavalcata nel parco per tutti i bambini e ragazzi (Parco Ville - Ranch Ecofi era)Ore 15.30 /17.30 - “A due passi dal cielo” scalata su parete artifi ciale e percorsi sospesi per bambini e ragazzi, con l’assistenza dell’Associazione Guide Alpine e Accompagnatori Pinzolo Val Rendena (Parco Ville - zona Climbing Park)Ore 16.45/18.00 – “Danza nel Parco”. (Parco Ville – zona arena)Ore 19.00 - La strada del Gusto: la ristorazione giudicariese in Ecofi era. Cucina locale e prodotti tipici a chilometri zero (prenotazione obbligatoria) (Padiglione ristorante - Via Presanella)Ore 20.00 – Chiusura

DOMENICA 6 OTTOBREOre 9.00 - Riapertura degli standOre 10.00/10.30 – Inizio attività e laboratori creativiOre 10.00/11.30 - “Come piccoli cow-boys” cavalcata nel parco per tutti i bambini e ragazzi (Parco Ville - Ranch Ecofi era)

Ore 10.00/12.00 – “A due passi dal cielo” scalata su parete artifi ciale e percorsi sospesi per bambini e ragazzi, con l’assistenza dell’Associazione Guide Alpine e Accompagnatori Pinzolo Val Rendena (Parco Ville - zona Climbing Park)Ore 10.00/18.00 - “Il Trenino dell’Ecofi era”. Giro turistico della borgata di Tione (Partenza da ingresso principale Ecofi era – Piazza C. Battisti)Ore 10.00/12.00 - Animazione e laboratori per bambini e ragazzi (Piazzale Scuole Medie)Ore 10.30 - Incontro con l’esperto micologo (Piazza C. Battisti - tendone mi-cologia)Ore 11.00 - Sfi lata e concerto della Banda Sociale di Tione (Viale Dante e Parco Saletti)Ore 11.00 - Partenza “Ecofi era Running” Tione Camp’Antic Tione. Gara non competitiva, a passo libero (Piazza C. Battisti - Tione di Trento)Ore 11.00/12.00 - Danza nel parco (Parco Ville – zona arena)Ore 12.00 - La strada del Gusto: la ristorazione giudicariese in Ecofi era. Cucina locale e prodotti tipici a chilometri zero (prenotazione obbligatoria) (Padiglione ristorante - Via Presanella)Ore 12.30 - “La Polenta Carbonera”: protagonista della tavola la tipica polenta carbonera di Ecofi era (Piazzale della Barchessa)Ore 14.00/15.00 – “Come piccoli cow-boys” cavalcata nel parco per tutti i bambini e ragazzi (Parco Ville - Ranch Ecofi era)Ore 14.30/17.30 – Concerto e musica in Ecofi eraOre 15.00/16.00 - “Cerca il fungo...” gioco micologico per bambini e ragazzi (Piazza C. Battisti)Ore 15.00/16.30 – “Danza nel Parco (Parco Ville – zona arena)Ore 15.00/17.00 - “Caserada”: dimostrazione delle tecniche tradizionali di la-vorazione del formaggio (Parco Saletti - zona malga)Ore 15.00/18.00 - Animazione e laboratori per bambini e ragazzi (Piazzale Scuole Medie)Ore 15.00/19.00 - Annullo Filatelico in occasione di “Ecofi era 2013” - 14 anni di Ecofi era. A cura di Poste Italiane (Padiglione A Fiera)Ore 16.00/17.00 – “Come piccoli cow-boys” cavalcata nel parco per tutti i bambini e ragazzi (Parco Ville - Ranch Ecofi era)Ore 15.30/17.30 “A due passi dal cielo” scalata su parete artifi ciale e percorsi sospesi per bambini e ragazzi, con l’assistenza dell’Associazione Guide Alpine e Accompagnatori Pinzolo Val Rendena (Parco Ville - zona Climbing Park)Ore 16.45/18.00 – “Danza nel Parco”. (Parco Ville – zona arena)Ore 17.00 – “Vin brulè e castagne” in collaborazione con l’Associazione Fanti e Alpini di Tione (Area esterna – Via Presanella)Ore 17.00 – premiazioni Ecofi era Running (Padiglione A Fiera)Ore 19.00 - Chiusura Ecofi era Montagna 2013

(Il programma potrà subire variazioni per esigenze tecniche e/o organizzative)Maggiori informazioni http://www.ecofiera.net/

Speciale Ecofi era

Azienda Servizi Municipalizzata via Stenico, 11 - Tione di Trento . Telefax 0465 324239

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Dall’antica tradizione della Famiglia Cooperativa Giudicarie nascono i salumi artigianali prodotti con pochi semplici ingredienti e carni provenienti esclusivamente dal Trentino.

Li abbiamo chiamati Antiche Bontà di Saone per ricordarne l’antica tradizione nata nel 1893.

Famiglia Cooperativa Giudicarie

TIONE

PROGRAMMA UFFICIALE ECOFIERA 2013

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pag. 22 SETTEMBRE 2013Infatti, il connubio tra estetica e funzionalità è proprio ciò che ha convin-to i Sig.ri Collini di Pinzo-lo a utilizzare per la loro nuova abitazione costruita in modo ecologico, pro-dotti di alta qualità anche per la copertura del tetto, facendo ricadere la loro scelta sulle tegole PREFA color rosso ossido P.10, per quanto riguarda il tet-to del corpo principale e scaglie coordinate dello stesso colore con inserti grigio chiaro per le tettoie. Colori che si adattano per-fettamente allo stile ru-stico scelto per l’edificio.

I proprietari volevano una soluzione per la quale la vista del tetto fosse un va-lore estetico aggiuntivo. Il proprietario della ditta di lattoneria Bergspenglerei, Sig. Roberto Pellegrini, nonché installatore certi-ficato PREFA ha suggeri-to la soluzione adottata.Altro esempio in cui il Tet-to PREFA ha dato grande soddisfazione, è il caso dell’architetto Ida Cere-ghini dello Studio Tecnico Cereghini, che ha optato nella progettazione della sua nuova casa privata per uno stile sempre tradizio-nale ma più moderno. La sua scelta per la coper-tura è ricaduta quindi sulle tegole PREFA color gri-gio pietra P.10. Installate a regola d’arte dalla ditta Bergspenglerei, il latto-niere Roberto Pellegrini,

ha provveduto ad installa-re anche camicie, pluviali, mantovane tutto in tinta grigio pietra P.10. Anche gli architetti Ber-tolini hanno scelto per la loro abitazione di Preore un tetto “PREFA”. Per lo stile della loro casa hanno

studiato insieme alla ditta installatrice Bergspengle-rei di adottare la tegola PREFA color grigio pietra P.10.Le motivazioni della scel-ta di PREFA sono da ritro-varsi nella garanzia della durata dei materiali: 40

anni di esposizione a sole, vento, neve e nell’utiliz-zo di materiale ecologico riciclabile al 100% oltre alla scelta tecnica di alleg-gerire la struttura del tetto senza intaccare la porta-ta dello stesso per il peso della neve.

Aziende

La forza delle coperture PrefaNella realizzazione delle moderne abitazioni “casa

clima” si pone grande attenzione all’utilizzo di prodotti innovativi, al risparmio energetico e a

materiali riciclabili. La scelta di una copertura in allumi-nio PREFA offre numerosi vantaggi, sia dal punto di vista architettonico che prestazionale.

Tante persone e aziende stanno scegliendo queste coperture innovative e all’avanguardia

Info

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Il tetto PREFA scelto dallo studio Cereghini

Il tetto PREFA scelto dagli architetti Bertolini

Il tetto PREFA scelto dai signori Collini

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SETTEMBRE 2013 - pag. 23

Le fonti termali più conosciute utilizzano acqua sulfurea, ma si sta sempre più affer-mando anche la terapia termale con acqua bicarbonato-calcio-magnesiaca come quel-la delle Terme di Comano ben tollerata dal-le mucose respiratorie.Ricerche scientifiche hanno infatti docu-mentato le proprietà antinfiammatorie, antiallergiche e rigeneratrici dell’acqua termale di Comano, studiata in particola-re nelle malattie della pelle come psoriasi, dermatite atopica e ustioni.La terapia termale di Comano agisce sulle funzioni delle vie aeree con azioni di poten-ziamento delle mucose, stimolando l’attivi-tà immunitaria, riducendo la produzione di sostanze pro-infiammatorie e aumentando la detersione.

Un ciclo di cure inalatorie praticato in au-tunno, prima della stagione più critica per le infezioni delle vie aeree, consente di su-perare i mesi più freddi in completo benes-sere e comunque soffrendo solo di episodi infiammatori modesti per intensità e limita-ti per numero.Le cure inalatorie con acqua termale di Co-mano determinano un miglioramento clini-co, ma soprattutto riducono sensibilmente le recidive flogistiche delle vie aeree, con diminuzione della sensazione di ostruzione nasale, delle crisi di starnuti e con regola-rizzazione della mucosa nasale. A comprovarlo sono numerosi lavori clinici elaborati negli anni dal Centro Studi e Ri-cerche delle Terme di Comano in collabora-zione con vari centri universitari e ospeda-

lieri di otorinolaringoiatria in particola con la Clinica Otorino dell’Università di Pavia. Le ricerche hanno evidenziato che l’acqua di Comano riduce le infiammazione della mucosa, migliora il trasporto mucociliare e

la detersione. L’acqua termale di Comano viene portata a contatto delle vie respiratorie attraverso inalazioni caldo-umide, aerosol, docce na-sali micronizzate e ventilazioni polmonari, in relazione alla patologia da trattare. Le terapie inalatorie con l’acqua di Comano sono risultate ben tollerate in tutti i pazien-ti: per questo possono essere impiegate con sicurezza anche nei soggetti particolarmen-te sensibili, come i bambini allergici, grazie alla particolare composizione dell’acqua utilizzata da sempre come lenitiva sugli sta-ti infiammatori di cute e mucosa.

Dott. Mario CristofoliniPresidente Centro Studi e Ricerche Ter-me di Comano

Proprio mentre il giorna-le va in stampa, la Cassa Rurale Giudicarie-Val-

sabbia-Paganella organizza per tutti i ragazzi e le ragaz-ze tra i 18 e 32 anni il primo “Prendi il volo Day”. Si tratta di una grande giornata di festa e divertimento, in programma per sabato 31 agosto 2013, che coinvolgerà oltre un cen-tinaio di giovani desiderosi di trascorrere una giornata in compagnia e di cimentarsi in alcune attività all’aria aperta, come l’orienteering ed il raf-ting. A fare da contorno anche la buona cucina e la musica. In realtà l’iniziativa non sarà solo un’occasione di svago e divertimento, ma fornirà alla banca di credito cooperativo anche l’opportunità di incon-trare i clienti più giovani e di avviare con essi un importante confronto in merito a quanto

oggi la Cassa Rurale sta fa-cendo anche in relazione ai concreti bisogni delle giovani generazioni.Questa è solo l’ultima delle tante iniziative che la Giu-dicarie-Valsabbia-Paganel-la organizza per i giovani; sempre in questi giorni, e più precisamente da domenica 1 a martedì 3 settembre, la banca presieduta da Andrea Armani gestisce e promuove anche la terza edizione del Campus Experience YES. “Il progetto ideato tre anni fa ed ora promosso in partnership con la Comunità di Valle del-le Giudicarie, costituisce, per i giovani che a giugno hanno ultimato il quarto o il quin-to anno di scuola superiore, un’occasione per partecipare ad un campus intensivo di formazione, motivazione ed orientamento nella scelta post

diploma”, spiega il presidente della cassa Andrea Armanini.Nelle scorse settimane ha inoltre preso avvio il progetto Casa Londra, volto ad incen-tivare lo studio dell’inglese e l’esperienza all’estero. Si ri-volge ai soci ed ai figli di soci di età compresa tra i 16 ed i 32 anni e si articola in due diffe-renti proposte: “Casa Londra - progetto studio” e “Casa Londra - progetto lavoro”. Lo

scorso 7 giugno si sono aperte le iscrizioni ed in poco meno di due settimane i 25 posti di-sponibili sono stati presi d’as-salto. “Visto il successo otte-nuto, stiamo già lavorando ad un nuovo bando per l’autunno quando, con la stessa formula, verranno resi disponibili 5 po-sti per le partenze dai primi di ottobre fino a fine anno”, ras-sicura il vicepresidente Luca Martinelli.

“E’ evidente – aggiunge il di-rettore generale Davide Donati – che queste iniziative si carat-terizzano per una forte valen-za formativa e costituiscono un’importante occasione di crescita per i nostri ragazzi”.E’ orai da parecchi anni che la Cassa Rurale Giudicarie-Val-sabbia-Paganella investe cifre importanti su iniziative che si rivolgono direttamente ai gio-vani. “Riusciamo a farlo per-ché dentro la nostra banca ci sono risorse umane qualificate e dedicate alla conduzione di questo tipo di progetti, pensati e costruiti attorno ai giovani e per i giovani”, sottolinea an-cora il direttore Donati.Guarda ai giovani anche il progetto Interlabor, che pro-pone di svolgere un periodo di stage all’estero: nasce dal-la partnership tra la Cassa e le aziende del territorio che

hanno siti produttivi o rapporti commerciali con l’estero, le quali si rendono disponibili ad ospitare degli stage.E’ ancora una volta frutto del positivo rapporto che la Cassa ha con le imprese del territorio anche Incipit, l’iniziativa di mutualità innovativa di cui si è da poco conclusa la quarta edizione. Si tratta di un pro-getto che da tempo la cassa rurale porta avanti al fine di favorire in maniera concreta lo sviluppo del territorio attra-verso il sostegno finanziario di progetti di ricerca proposti da aziende ed enti del territorio e condotti da giovani laureandi o neolaureati. Anche in questo caso i risultati sono interessan-ti: più di 100 progetti comple-tati con successo, coinvolgen-do complessivamente ben 110 Enti ed Aziende ed altrettanti ragazzi.

Salute

Un autunno di salute e benessere alle Terme di Comano

Le patologie delle prime vie aeree come riniti, rinosinusiti, faringiti e laringiti sono sempre più frequenti nei bambini e negli adulti, in riferimento anche all’aumentato inqui-

namento atmosferico. Sono patologie croniche e recidivanti che

causano assenza dalla scuola e dal lavoro, richiedono il ricorso al medico e l’utilizzo di farmaci, che possono avere effetti collate-rali.La medicina termale viene utilizzata con successo in queste patologie con finalità di prevenzione, cura e riabilitazione.

Cure inalatorie per prevenire e curare i malanni respiratori dell’inverno

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Una giornata di divertimento e aggregazione “Prendi il volo day” è una giornata organizzata dalla Cassa rurale

Giudicarie-Valsabbia-Paganella e dedicata ai giovani soci

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pag. 24 SETTEMBRE 2013

Lei è stato insignito in Rus-sia di vari premi per meri-to, onore e coraggio nelle sue azioni di salvataggio. Che significato ha per lei esser stato scelto per rice-vere la Targa d’Argento del Premio Internazionale della solidarietà Alpina?Si, ho ricevuto diversi premi di svariati livelli di merito per l’attività di soccorso. I più significativi sono stati:· premio Statale “Medaglia dell’ordine “Per il merito verso la Patria” di seconda categoria· medaglia della Regione di Altay “Per l’onore e il co-raggio”· medaglia del Ministero per le Situazioni d’Emergenza “Per meriti”Ricevere questa Targa d’Ar-gento è per me un grande onore. Lo percepisco come ricoscimento dell’attività di tutti i soccorritori della re-gione di Altay.Quali sono le motivazio-ni che le permettono di affrontare tante prove e sacrifici per dedicarsi alla sicurezza degli altri?Le principali motivazioni sono il senso del dovere e della responsabilità di fron-te alle persone che si sono ritrovate in situazioni diffi-cili.Quali sono gli obbiettivi perseguiti dall’All-Russia “Unione Russa dei Soc-corritori” di cui lei fa par-te?L’Unione Russa dei Soc-corritori è un’organizza-zione di stampo sociale. Gli obiettivi principali del-l’Unione sono:· partecipazione agli eventi sulla difesa e salvataggio della popolazione· la formazione, nell’opinio-ne pubblica della popolazio-ne, della cultura della sicu-rezza, della sopravvivenza e della responsabilità di tutti i membri della società civile per gli effetti negativi delle proprie attività· promozione, popolarizza-

zione e divulgazione delle conoscenze nell’ambito della protezione civile.Quanto è valsa la sua esperienza in campo alpi-nistico e turistico nel ruo-lo di soccorritore?All’attuale livello della mia carriera, questo genere di esperienza mi aiuta a svol-gere l’attività di soccorso in maniera più efficiente.Quanto è importante in luoghi di turismo di mon-tagna avere un efficiente corpo di soccorso?E’ di estrema importanza, dato che il fattore più criti-co nelle attività di salvatag-gio è solitamente il tempo. Un soccorso tempestivo diminuisce gli effetti nega-tivi sulla salute delle per-sone soccorse. In certi casi la questione del tempo è anche questione di vita o di morte. Signor Petrusenko, facen-do fede alla sua esperienza personale e maturata sul campo, in cosa dovrebbe consistere il percorso for-mativo ideale per formare

un soccorritore professio-nale completo e autono-mo?Il percorso formativo del soccorritore deve essere svolto nelle condizioni il più vicine possibile a quelle in cui dovrà lavorare. Oltre alla preparazione tecnica e fisica, è di fondamentale importanza anche quella psicologica. Solitamente, quello del soccorritore è un lavoro di gruppo. Capita tuttavia anche di ritrovarsi faccia a faccia con la perso-

na soccorsa. In questi casi il livello di professionalità richiesto del singolo soc-corritore aumenta esponen-zialmente. Per questo è di fondamentale importanza la preparazione psicologi-ca al lavoro in autonomia, alla capacità di prendere le decisioni, oltre che alla conoscenza dei limiti delle proprie capacità.Secondo lei quali miglio-rie porterebbe un’elevata professionalizzazione del soccorritore?

Più è alta la preparazione professionale del soccorri-tore, meno negative saranno le conseguenze per la salute delle vittime. Cosa contraddistingue il modello russo di soccorso rispetto a quello america-no ed europeo?Le squadre di soccorso pro-fessionale in Russia svolgo-no uno spettro molto ampio di attività nel soccorso. Una di queste attività è il salva-taggio alpino. Le partico-larità del lavoro nella zona Alpina di Altay sono le se-guenti:· territorio montuoso parti-colarmente ampio· densità della popolazione molto bassa

· aree di copertura della te-lefonia mobile limitateNelle aree popolari per l’al-pinismo, i percorsi turistici sono numerosi e percorrono zone disabitate. Per accor-ciare i tempi di intervento dei soccorritori, nelle aree di maggiore interesse ven-gono discolate postazioni stagionali e viene fatto il conteggio dei gruppi di tu-risti e alpinisti nelle aree controllate, tenendo sotto controllo il loro percorso e tempistiche di permanenza.

Qual’è il messagio che vorrebbe trasmettere ai giovani attraverso il suo esempio?Non mi sono mai visto come un modello da imi-tare o come un esempio di persona. Però vorrei dire ai giovani quanto segue:Non è possibile diventare soccorritore in modo forzato, deve venire fuori dall’anima. Se decidete di dedicarvi a questa attività, mettetecela tutta per diventare un vero professionista. Perché non esiste cosa più difficile del ritrovarsi tra le mani una per-sona morente che non siete stati capaci di aiutare.Da una prima visita nel-le Dolomiti di Brenta che cosa l’ha colpita rispetto al panorama delle monta-gne dell’Altay?E’ uno dei posti più belli che abbia mai visto. Colpiscono l’abbonanza e la concentra-zione, su un territorio così ristretto, di monti così pit-toreschi e affascinanti, oltre che di percorsi turistici e al-pinistici così facilmente ac-cessibili. Qui è possibile fare scalate partendo direttamente dall’albergo e farvi ritorno. Pure da noi si trovano aree e percorsi del genere, ma per raggiungerli molto spesso sono necessari viaggi a ca-vallo anche di tre giorni.

Info: Fabrizia Caola++39 0465 501007www.solidariatalpina.com

Attualità

La solidarietà alpina premia Evgeny Petrusenko

Pur in presenza di una serie di proposte meritevoli della più alta considerazione, il Comitato del Premio Internazionale di Solidarietà Alpina pre-sieduto dal cav. Angiolino Binelli, ha deciso all’unani-mità di assegnare la Targa d’Argento 2013, pervenu-ta alla sua 42ª edizione, al soccorritore russo Evgeny Petrusenko. L’onorificenza sarà assegnata durante

una solenne cerimonia a Pinzolo in municipio

sabato 21 settembre a mezzogiorno alla quale seguirà il pranzo in onore dei partecipanti. Come di consueto alla consegna del Premio di accompagneranno mani-festazioni di contorno anche nei giorni precedenti che coinvolgeranno le scuole, la popolazione e il mondo dell’alpinismo.

di Mariapia Ciaghi

Al capo della squadra di soccorso della Protezione Civile della Regione Altai/Russia il prestigioso riconoscimento assegnato dal Comitato presieduto da Angiolino Binelli

Evgeny Petrusenko

Anche quest’anno per il mese di settembre la Valle del Chiese offre una proposta interessante per tutti gli amanti delle tradizio-ni trentine o per chi, comunque, vuole scoprirne i segreti. Cornice ideale per il Festival enogastro-nomico rurale “Mondo Contadi-no” sarà il lago di Roncone che riunirà, nel fine settimana del 21 e 22 settembre, una nutrita schie-ra di appassionati e curiosi che potranno incontrare agricoltori, allevatori e artigiani. Un’occasio-ne unica per scoprire l’anima ru-rale di questo angolo di Trentino. Un appuntamento che, riunendo

una rappresentanza del mondo agricolo e dell’allevamento del bestiame, vuole promuovere e valorizzare il territorio, le tradi-zioni e le produzioni locali.Per tutto il weekend nelle caset-te di legno allestite nei pressi del lago i produttori locali presente-ranno la propria offerta di pro-dotti tipici attraverso degustazio-ni guidate. Per chi volesse vi è la possibilità di acquistare diretta-mente le specialità locali come formaggi, salumi, miele e tanti altri prodotti genuini locali.Tutto questo rappresenta solo una minima parte del ricco program-

ma previsto per il festival che si aprirà con uno spazio esclusiva-mente dedicato agli allevatori. Sabato 21 settembre alle ore 10 avrà luogo, infatti, una mostra bovina dove i capi di bestiame più belli e caratteristici della zona verranno esposti e, a fine giornata, verrà stilata una classi-fica finale per premiare il miglio-re esemplare. Il pomeriggio sarà invece dedicato al piacere del palato: con la partecipazione ai laboratori didattici esperienziali sarà possibile gustare e conosce-re i sapori della tradizione ga-stronomica locale che, peraltro,

vengono anche proposti nell’of-ferta culinaria per il pranzo e la cena in fiera.Anche la giornata di domenica 22 settembre sarà all’insegna del gusto. Vengono infatti riproposti i laboratori esperienziali e le espo-sizioni di prodotti gastronomici locali abbinati alle specialità del-l’enologia trentina. Per chiudere in bellezza il festival del “Mon-do Contadino” gli chef di quattro ristoranti della valle si affron-teranno per la sfida finale della rassegna gastronomica “Polenta Contro Tutti”. Questa novità nel programma degli eventi estivi

della Valle del Chiese ha avuto diversi appuntamenti nel corso di tutta l’estate coinvolgendo chef locali e noti chef nazionali alla ricerca dell’abbinamento più creativo con la polenta fatta con la famosa farina gialla di Storo e si chiuderà appunto con l’ulti-ma sfida in occasione del festival enogastronomico rurale di Ron-cone.“Mondo Contadino” rappresenta un’ottima chiusura di un ricco calendario estivo che ha caratte-rizzato il territorio della Valle del Chiese.Claudia Brunelli

“Mondo Contadino”: Festival dell’enogastronomia rurale

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“Consorzio Turistico Valle del Chiese”

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Nella suggestiva cornice della Valle del Chiese agricoltura,ambiente e tradizioni ritrovano le proprie radici e la propria essenza in un evento capace di coniugare le bellezze del territorio con l’economia agraria, da secoli patrimonio della vallata, che trova oggi espressione in prodotti tipici locali d’eccellenza.

“Mondo Contadino” è un appuntamento ideato per promuovere e valorizzare il territorio, le tradizioni e le produzioni locali in un momento di incontro e di confronto fra agricoltori, allevatori, artigiani e visitatori. Questo Festival dell’enogastronomia rurale, promosso dal Consorzio Turistico Valle del Chiese, sarà una vetrina delle eccellenze del territorio, che consentirà ai visitatori di conoscere in maniera approfondita gli aspetti più caratteristici e talvolta più nascosti dell’attività agricola e di allevamento del bestiame.

Mondo Contadino proporrà al pubblico anche i nuovi contenuti della proposta turistica rurale “Ritrova il Tuo Tempo in Valle del Chiese”: laboratori didattici esperienziali saranno rivolti ad adulti e bambini, con l’obiettivo di far conoscere e riscoprire gli aromi e le fragranze degli ingredienti che entrano a far parte dell’offerta gastronomica locale, espressa a Mondo Contadino nei piatti tipici proposti a pranzo e a cena negli spazi allestiti in fiera.

Mondo Contadino

L’organizzazione dell’evento Mondo Contadino è frutto della collaborazione di numerosi soggetti attivi enti e associativi sul territorio, uniti in rete con lo scopo di promuovere e valorizzare le risorse del territorio della Valle del Chiese, attraverso un evento che racchiude numerosi elementi della più ampia offerta turistica sostenibile “Esperienza Rurale”.

Sabato 22 e domenica 23 Settembre

dalle 10.00 alle 20.00

A Roncone dal 21 al 22 settembre

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Alessandra Sordo, Coordinatrice del-le Giudicarie di Progetto Trentino, ha sottolineato il valore ed il ruolo sociale che l’Ospedale di Tione ha da sempre rappresentato per la comunità giudica-riese, evidenziando “l’anomalia” del-l’attuale modello politico provinciale, dove vengono stanziate risorse alle Comunità di Valle e contestualmen-te ridotte drasticamente quelle per la Sanità, portando conseguentemente al “ridimensionamento” degli ospedali periferici.E’ intervenuto quindi il dott. Francesco Valduga, oncologo e Dirigente medico dell’Ospedale S.Chiara di Trento, trac-ciando quelle che sono le linee guida sulle quali Progetto Trentino intende muoversi rispetto alla delicata tematica in questione. In breve Valduga ha sot-tolineato come sia necessaria non una chiusura degli ospedali di periferia ma una loro riqualifi cazione relativamen-te alle zone di ambito in cui operano, andando, cioè, a sviluppare i servizi in base alle specifi cità del territorio. Chiaro quindi che ogni ospedale di pe-

riferia non potrà avere la pretesa di di-sporre di tutte le prestazioni praticabili ma dovrà specializzarsi su determinate offerte specialistiche, con dei servi-zi di base, come ad esempio il Pronto Soccorso, in grado di diventare effi -ciente ed effi cace e quindi vero fi ltro per un’eventuale scelta di dirottare il paziente verso gli ospedali ad alta spe-cializzazione.In questa prospettiva tutti gli ospedali saranno messi “in rete” e diverrà per-tanto importante anche la mobilità dei

medici sul territorio per garantire la miglior assistenza possibile ai pazienti, cercando di tenerli il più possibile vici-no al proprio territorio di appartenenza ed ai propri familiari.Molto interessanti sono stati poi i contributi offerti dai numerosi medi-ci presenti in sala, tutti volti comun-que ad un apprezzamento generale sul programma esposto dal dott. Valduga, oltre che delle molte persone che han-no assistito alla serata.Massimo Caldera, vice coordinatore di Valle di PT, ha evidenziato come in futuro sarà necessario ottimizzare le risorse disponibili per garantire la sem-pre maggior qualità dei servizi offerti all’utente. Da segnalare anche la pre-senza in sala di numerosi amministra-tori locali, segno dell’importanza e del-la delicatezza del tema trattato. Dopo la chiusura degli interventi, molte per-sone si sono fermate per continuare la discussione in modo più “personale”, mostrando come i temi importanti e delicati per la nostra realtà sanno in-contrare l’interesse generale.

Politica

Il primo agosto, presso una gremita sala ex biblioteca del municipio di Tione, ha fatto tappa il PtTour: calen-dario di incontri che Progetto Trentino ha organizzato su tutto il territorio provinciale per creare ed aiutare il dibattito su problematiche signifi cative e contestual-

mente capire le esigenze dei diversi territori diretta-mente attraverso la voce della nostra gente. In Giu-dicarie si è parlato del delicato tema del “Diritto alla Salute” e del ruolo futuro degli ospedali periferici con specifi co riferimento all’Ospedale di Tione.

Sanità, tematica importanteSe n’è parlato a Tione in una riunione di PTTour

Agli Avisini e a tutti i lettori,sono il Presidente dell’AVIS delle GIUDI-CARIE ESTERIORI, Associazione che opera nell’ambito del Bleggio, del Lomaso e del Banale.L’anno scorso abbiamo festeggiato il 40° di fondazione e l’associazione é una del-le poche, se non l’unica, che fi n dal suo inizio, nell’aprile 1972, abbraccia e com-prende il territorio dei comuni delle Giu-dicarie Esteriori.Le donazione effettuate, in questi qua-rant’anni, sono state 14.610. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i donatori ed ex donatori per la loro dispo-nibilità nelle donazioni, per il loro altrui-smo nell’aver donato agli altri un’oppor-tunità di vita. L’AVIS Giudicarie Esteriori, in questi anni, ha visto anche il fi orire di molte al-tre iniziative. Citerò quelle maggiormente signifi cative: - la pubblicazione, per 8 anni consecutivi (1984-1991) del “Lunari de le tre Pief - del Blec, del Lomas e del Banal”;- nel 1992, in occasione del suo 20° anno di vita, la presentazione di un libro nel quale sono state raccolte le pagine più bel-le dei Lunari;- una decina di gite sociali;- le annuali serate AVIS come segno di ri-conoscenza verso i donatori.

Perché donare sangue?Per rispondere alla crescente necessità di

sangue negli ospedali, nelle cliniche. Per esprimere solidarietà umana e sociale. Per partecipare concretamente ai bisogni sa-nitari della comunità e per collaborare all’ autosuffi cienza provinciale e nazionale. Il donatore dona in forma anonima, gra-tuita, periodica, consapevole ed associata. I periodici controlli sulla salute del dona-tore, garantiscono la massima qualità del sangue raccolto.

Chi può donare?Tutte le persone in età compresa tra 18 e 60 anni, che godono di buona salute, pos-sono iscriversi presso le nostre sedi Co-munali dislocate sul territorio della nostra Comunità di Valle.

DONARE SANGUE È DONARE VITA!

Vi ringrazio per l’attenzione, Alfonso Sottini

A.V.I.S. Giudicarie Esteriori CONTROLLO DELLA

PRODUZIONE DI FABBRICAAggregati 1305-CPD-0247

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Lettera aperta ai soci e a tutte le persone

L’ospedale di Tione

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SETTEMBRE 2013 - pag. 27

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pag. 28 SETTEMBRE 2013

Fin dal tardo Medioevo, il fiu-me veniva usato dai boscaioli per il trasporto del legname tagliato nelle fitte foreste che ricoprivano le pendici mon-tuose del vasto settore che, a settentrione di Pinzolo, va dalla Val di Genova alla Val d’Agola. Nei mesi invernali, quando il terreno innevato e ghiacciato faceva viaggiare senza troppi ostacoli le pe-santi slitte cariche di tronchi, il legname veniva fatto per-venire alle piazze di partenza in riva al fiume, generalmente il Pian di Genova e la Plazza allo sbocco della Val d’Agola. Per il proseguimento, general-mente si sfruttavano le morbi-de primaverili ma, quando la portata normale non era suf-ficiente si creava uno sbarra-mento di tronchi provocando la formazione di un piccolo lago artificiale ed in questo si gettava il legname. Poi si faceva cadere lo sbarramento facendo defluire il tutto con una grande cacciata, il passag-gio della quale, ovviamente, non era certo indolore. Questo però, a causa delle inaccessi-bili forre della Scaletta e del Limarò, poteva avvenire solo fino a Tione, dove il legname veniva poi fatto proseguire via terra per il bresciano o per il Garda attraverso i passi di Du-rone e Ballino.Sul Sarca, però, sorgeva una quantità di mulini, segherie e fucine che dall’acqua trae-vano l’energia necessaria al proprio funzionamento; questi opifici venivano, non poco, ostacolati dalle cacciate di legname, riportando conti-nui danni alle strutture che si riflettevano sul loro regolare funzionamento e di conse-guenza sulla produttività. Non meno sentiti erano poi i dan-ni causati alle deboli sponde, erose le quali, inevitabili erano le esondazione, anche sempli-cemente in occasione di tem-porali di forte intensità, con la rovina di intere campagne per più annate. Questo portò vibranti proteste che furono recepite dal principe vescovo cardinale Carlo Gaudenzio Madruzzo che, nei “gravami” esposti alle Sette Pievi nel 1617, all’art. 24 ordinò: “che nel fiume della Sarca non si possa di persona alcuna but-tar legname per buttarlo nello stesso fiume, ma solamente

per passare li traghetti soliti e passi antichi, essendo che il paese patisce danni ne’ ponti e possessioni”.Le disposizioni superiori fu-rono rispettate per oltre un se-colo e mezzo, ma la crescente richiesta, tanto di combusti-bile che di pregiato legname d’opera, unita all’endemica necessità di risorse finanziarie da parte dei comuni che non nuotavano certo nell’oro, por-tò a considerare la possibilità di aumentarne il commercio facilitandone il trasporto ver-so le province italiane. Di cer-to non era una cosa semplice perché le pesanti “bore” veni-vano necessariamente movi-mentate con lunghe carovane di pesanti carriaggi che crea-vano disagi al traffico e danni a strade e ponti, con continui contenziosi tra i vari comuni tenuti a garantire la viabilità. A seguito di ciò, ci si attivò per tracciare un progetto di base che portasse al ripristino del-le fluitazioni sfruttando tutto il corso del Sarca e per prima cosa si cercò l’adesione di tut-ti i comuni rivieraschi interes-sati. La cosa era allettante dal momento che avrebbe garan-tito un aumento della richie-sta di legnatico con maggiori entrate per i comuni locatori e pane e lavoro per molte centi-naia di persone impiegate nel taglio e nel trasporto. Due soli comuni sollevarono obiezioni, Caderzone e Preore, il primo perché la sua campagna, seb-bene modestamente estesa, era la più esposta alle inonda-zioni ed avrebbe più degli altri patito in caso di esondazione, ma tuttavia tutto si appianò quando il sindaco di quella comunità venne convinto che i timori erano causati soprat-

tutto dall’argine mal costruito che si sarebbe potuto facil-mente rinforzare eliminando ogni pericolo. Preore, invece, rimaneva nel dubbio sapendo di avere la maggior parte del-le case del paese esposte alla furia del fiume; d’altro canto però risultava chiaro a tutti che, anche senza “le menade” nell’arco di 12-15 anni il pae-se sarebbe stato ugualmente in balia delle piene del fiume; allora, dopo qualche tentenna-mento, ci si allineò agli altri comuni nella speranza che in tal modo fossero messe in atto tutte le misure necessarie a ga-rantire una certa sicurezza.Ecco quindi che, nella pri-mavera del 1770, Giovanni Niccolò Cristan, vicecapitano del Circolo ai Confini d’Italia di Rovereto, mise a punto un progetto esecutivo che descri-veva dettagliatamente tutte le operazioni necessarie per ren-dere fluitabile il fiume Sarca da Pinzolo alla sua foce nel lago di Garda, inviandolo al princi-pe vescovo Cristoforo Sizzo de Noris. Secondo il progetto, che a ben guardare ancor oggi ha dello stupefacente, sulle rive del fiume si sarebbero potuti raccogliere tutti i le-gnami tagliati nelle grandi foreste poste nel circondario, stimati in 15.000 legni mer-cantili all’anno, legnami che si sarebbero potuti abbassare a valle nella stagione fredda con l’ausilio della neve; le selve in questione erano quelle dei due versanti della Val di Genova, della Val di Campiglio e di Val d’Agola, i tagli delle quali si sarebbero dovuti raccogliere su una grande piazza di cari-co poco a valle di Pinzolo; i tronchi della Val di Manez e della Val d’Arnò si sarebbero dovuti conferire alla piazza di carico di Preore; quelli prove-nienti da Val d’Algone, dalla Val d’Ambiez e dal versante settentrionale del Casale al Ponte delle Tre Arche, men-tre quelli tagliati nelle selve del circondario di Molveno ed Andalo si prevedeva venisse-ro accatastati allo sbocco della Val Bondai sotto al Limarò. Il progetto descriveva quindi in maniera dettagliata i lavo-ri da eseguire. Alla piazza di carico di Pinzolo si doveva rinforzare adeguatamen-te la riva che, sebbene ben strutturata e robusta, a lungo

andare, per il grande peso che vi si doveva accumulare, po-teva subire cedimenti. Quindi, come da accordi raggiunti, in quel di Caderzone, si doveva rifare totalmente l’arginatura preesistente, mal progettata e costruita peggio, con la posa di opportuni pennelli per la ri-duzione della pressione della corrente sulle sponde; il tutto chiamando in causa la stessa comunità che avrebbe dovu-to contribuire con materiali e manodopera. I problemi mag-giori si individuavano poi a Preore; qui esisteva un riparo che era interamente caduto a causa del torrente Arnò che confluiva nel Sarca proprio di fronte al paese. La massa d’ac-qua che confluiva sulla destra orografica, costringeva il fiu-me a spingersi con forza con-tro il terrazzamento sul quale sorgeva il paese, il quale, or-mai, si presentava in cattive condizioni essendo stato pa-recchio eroso dalle precedenti piene che avevano provocato la caduta di un’ampia zona coltivata e di alcune case. Per questo era assolutamente ne-cessario rifare radicalmente i ripari partendo da almeno 150 pertiche a monte dell’abi-tato, realizzando una robusta massicciata che avrebbe dato al fiume un corso più dolce in modo da allontanarlo di una ventina di pertiche dalla zona pericolosa. In aggiun-ta, tuttavia, si prevedeva che la sponda di Preore venisse rinforzata con una robusta pa-lizzata in modo da sostenere adeguatamente le case vici-ne. Naturalmente, anche qui la popolazione era chiamata a contribuire adeguatamente con materiali e manodopera.Proseguendo verso valle, ecco il primo serio ostacolo, la pro-fonda forra della Scaletta, dove i letto del fiume misura-va 21 piedi e mezzo nel pun-to più stretto, circa 6,8 metri, il che garantiva il passaggio anche dei tronchi più lunghi i quali non dovevano superare i 16 piedi, circa 5 metri, di lun-ghezza. Qui però anticamente erano caduti dalle alte pareti laterali, i Saxa Stenici, quattro grandi massi che si prevedeva di far saltare a forza di mine. Dopo aver attraversato la conca delle Giudicarie Esteriori, il Sarca si infilava nell’altrettanto profonda e

selvaggia forra del Limarò (nel documento è riportato il toponimo La Marò o Passo della Marò) che però si pre-sentava meno difficile da su-perare della precedente aven-do una larghezza di 22 piedi nel punto più stretto e solo tre grossi massi da far saltare per rendere il canale perfettamen-te fluitabile. Allo sbocco alle Sarche, il fiume era imbrigliato da una robustissima “rosta” da poco fatta costruire dal Capitolo di Trento a difesa delle campagne della piana e qui si prevedeva, per evitare danneggiamen-ti alla stessa di costruire una “cavaletata”, ossia una robu-sta protezione di pali guarnita di spesse assi, che impedisse ai tronchi di andare ad urtare contro l’argine.Procedendo verso valle, l’ostacolo più importante, e laborioso da eliminare, era rappresentato dal Passo del-le Marocche dove il letto del fiume si presentava ingombro dei grandi massi di un’antica frana i quali, durante la disa-strosa alluvione del 31 agosto 1757, sbarrando il libero de-fluire delle acque causarono un tale ingrossamento che

superò l’argine alle Sarche, si congiunse con il Lago di To-blino ed allagò l’intera piana. Questi massi si prevedeva di farli saltare a forza di mine e così il decorso delle acque non avrebbe più avuto ostacoli di sorta. La fine della fluitazio-ne era prevista poco prima della foce dove, qualche cen-tinaio di metri a monte della Peschiera dei Conti d’Arco alla quale non si intendeva creare disturbo, doveva essere approntata una grande griglia di tronchi dalla quale il legna-me veniva prelevato ed acca-tastato in una grande piazza di deposito. Dalle grandi ca-taste di Torbole, con i carri, si poteva traslare il legname al porto dove avveniva il carico sui grandi barconi o su zattere diretti sulle rive lombarde e veronesi.Il Cristan conclude la relazio-ne-progetto assicurando che in tal modo il Sarca sarebbe divenuto un’importante via di comunicazione commercia-le, assai più comoda e sicura dei fiumi Lavis, Chiese, Bren-ta, Cimone e simili fiumi del Tirolo sui quali avvenivano in quel tempo le “menate del legname”.

Un antico progetto sul SarcaIl Sarca ha origine a Pinzolo, in alta Val Rendena, dove viene formato dalla confluenza di due torrenti che scendo-no dalla Val Nambrone e dalla Val di Campiglio e, subito a valle, riceve il generoso contributo dei ghiacciai della Val di Genova. Sarca di Campiglio, Sarca di Nambrone, Sarca di Genova, acque limpide e spumeggianti tra graniti o calca-

ri, originate dalle riserve di ghiaccio dell’Adamello, Presa-nella e Brenta, che arricchite, mano a mano, dai contributi di affluenti minori scorrono, a volte impetuose a volte più tranquille, lungo l’intera Rendena, il Tionese, le Giudicarie Esteriori e poi, dopo la selvaggia Gola del Limarò, giù ver-so il grande lago dove trovano finalmente la giusta pace.

Come si pensò di incentivare lo sfruttamento dei nostri boschi penalizzato dalle difficoltà di trasporto

Storia

di Ennio Lappi

La Forra del Limarò

Il corso del Sarca

Page 29: Giornaledellegiudicarie settembre

SETTEMBRE 2013 - pag. 29

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pag. 30 SETTEMBRE 2013

Un caso particolare che ho trat-tato di recente riguarda l’appli-cazione della disciplina sulle donazioni fatte in vita dal de cuius.Il caso: Tizio, proprietario di un appartamento, concede ad uno solo dei suoi figli, Caio, di abitarvi con la propria famiglia. Caio, forte di tale concessione, abita detto immobile per una ventina d’anni, senza provve-dere in alcun modo alle spese di gestione straordinaria dell’im-mobile che ricadono interamente sul padre. La domanda postami dal mio cliente è la seguente: può tale concessione essere considerata una donazione fatta in vita da Ti-zio e, alla morte di questi, essere tenuta in debito conto in sede di divisione ereditaria?Per rispondere in maniera preci-sa a tale richiesta è innanzitutto necessario capire cosa il nostro legislatore intenda per donazio-ne e come tale istituto incida in sede di divisione ereditaria.L’art. 769 Cod. Civ. definisce la donazione come un contratto col quale una parte (donante), per spirito di liberalità, arricchisce l’altra (donatario) disponendo a favore di questa di un suo diritto o assumendo verso la medesima un’obbligazione.In sostanza trattasi di un atto di generosità spontanea con il qua-le il donante dà un vantaggio economico ad altra persona.Da un lato quindi vi è lo spirito di liberalità (detto anche animus donandi) del donante: esso co-stituisce la causa del contratto. È lo stato d’animo del donante, pienamente consapevole della propria scelta.Dall’altro lato vi è l’arricchi-

mento del patrimonio del dona-tario con correlativo depaupera-mento del donante.È importante affinché la dona-zione sia valida che essa venga accettata dal donatario.Oggetto della donazione può es-sere qualsiasi bene presente nel patrimonio del donante, non può essere un bene altrui né un bene futuro.È ammessa sia dalla dottrina che dalla giurisprudenza anche la donazione avente ad oggetto la liberazione da un debito del do-natario.Cosa accade a tali beni, donati in vita dal legittimo proprietario, al momento della morte di que-st’ultimo e dell’apertura della relativa successione ereditaria?La legge prevede che se il de cuius (cioè la persona ormai defunta della cui successione si parla) in vita ha fatto donazione ai figli, ai loro discendenti, o al coniuge, al momento della divi-sione ereditaria tali beni devono essere compresi o dati nella mas-sa attiva del patrimonio eredita-rio per essere divisi tra i coeredi in proporzione delle rispettive quote; l’atto di conferire i beni donati nella massa ereditaria si chiama collazione.

Tale disposizione è stata formu-lata partendo dal presupposto che il defunto, facendo le dona-zioni non abbia voluto modifica-re il trattamento spettante ai suoi eredi per testamento o per legge, ma soltanto dare ai donatari un anticipo sulla futura successio-ne. Sono oggetto di collazione sia le donazioni dirette che quelle indirette (liberalità risultanti da atti diversi dalla donazione in sé considerata, quali ad esempio la remissione del debito, il contratto a favore del terzo, adempimento dell’obbligo altrui, se compiuti a scopo di liberalità). È inoltre espressamente soggetto a colla-zione ciò che il defunto ha speso in favore dei discendenti per av-viarli all’esercizio di un’attività produttiva professionale.Non sono soggette a collazione, invece, le spese di mantenimen-to, educazione, per malattia; in generale le spese ordinarie (ab-bigliamento, nozze, ecc…); le cose donate e poi perite per cau-sa non imputabile al donatario; le donazioni di modico valore fatte al coniuge.Punto nodale al fine di capire se l’atto di che trattasi sia una donazione, e quindi soggetto a

collazione, è la sussistenza dello spirito di liberalità nel donante al momento della disposizione stessa.Ci sono casi, peraltro, in cui è difficile capire quale fosse la reale intenzione del de cuius. Uno di questi è quello prospet-tatomi dal mio cliente. Nel caso in esame, infatti, non vi è stato un passaggio di proprietà del-l’immobile in oggetto, né è stato stipulato atto pubblico di dona-zione.Da un lato si potrebbe ipotizzare che comunque il figlio, per tutto gli anni in cui ha vissuto nella casa del padre, abbia usufruito di una donazione indiretta rispet-to a quelle che invece sarebbero state le spese che avrebbe soste-nuto non usufruendo dell’immo-bile prestatogli. Peraltro dal punto di vista della volontà del donante ci si chiede perché quest’ultimo, potendolo fare, non abbia concesso il bene in donazione al figlio dirimendo ogni dubbio sulle sue reali inten-zioni.La giurisprudenza si è trovata in diverse occasioni a statuire sul punto, precisando che il como-dato d’uso gratuito di un immo-bile seppure protratto per lungo

tempo non può essere considera-to alla stregua di una donazione suscettibile di collazione. Riporto in proposito quanto san-cito dalla Cassazione Civile n. 24866/2006: “In tema di divi-sione ereditaria, non è qualifica-bile come donazione soggetta a collazione il godimento, a titolo gratuito di un immobile conces-so durante la propria vita dal “de cuius” a uno degli eredi, atteso che l’arricchimento procurato dalla donazione non può esse-re identificato con il vantaggio che il comodatario trae dall’uso personale e gratuito della cosa comodata, in quanto detta uti-lità non costituisce il risultato finale dell’atto posto in essere dalle parti, come avviene nella donazione, bensì il contenuto ti-pico del comodato stesso. A tal fine non solo si deve escludere che venga integrata la causa del-la donazione (in luogo di quella del comodato) nell’ipotesi in cui il comodato sia pattuito per un periodo alquanto lungo o in rela-zione a beni di notevole valore, ma rileva la insussistenza del-l’”animus donandi”, desumibile dalla temporaneità del godimen-to concesso al comodatario”.Pertanto, la risposta al quesito in esame deve essere negativa, sep-pure risulta difficile credere che in sede di divisione ereditaria al-cuna considerazione possa esser data al fatto che uno degli eredi abbia usufruito gratuitamente per anni – durante la vita del de cuius – di un immobile poi dive-nuto oggetto dell’eredità.

Avv. Francesca Zanoni (Fiavè) http://avvocatofrancescazano-ni.wordpress.com

Donazioni fatte “in vita”, tutto quello che occorre sapere

RUBRICA LEGALE

AttualitàProduzione. Anche oggi c’è una produzione, localizzata nelle zone di Condino, Sto-ro e Praso, principalmente di qualità Kerner (vino aroma-tico a bacca bianca), Müller-Thurgau (coltivato anche in Val di Cembra e Terlano) e Chardonnay (bacca bianca, utilizzato per bianchi fermi, spumanti e frizzanti, la zona di Storo è inclusa nel disci-plinare della Doc Trento) con i produttori che conferiscono verso altre realtà, come la Cantina di Toblino. L’idea di fondo, però, era quella di re-cuperare un vitigno autocto-no, proprio di questa zona. Un vino a cui dare nome “Chiese”, in onore di questa valle. In Giudicarie sono in totale 67 le aziende (o mi-cro aziende) che coltivano la vite.Il tentativo, in questo senso è stato quello di sviluppare un vitigno del passato, col-tivato dalle parti di Cime-go, detto Bicò, parente alla lontana del francese Bacò. Analizzato dagli esperti del-la Fondazione Mach di San Michele all’Adige è stato giudicato un vino ibrido, tra l’altro senza possibilità ap-prezzabili di coltivazione. Idem con un’altra varietà, il Seibel. A questo punto, i ricercatori di San Michele hanno proposto di sperimen-tare cinque varietà di uva bianca (Moscato/Malvasia) e rossa (Lagrein /Teroldego),

per capire se l’incrocio loca-le di fattori come la qualità della terra e le condizioni altimetriche e geomorfolo-giche del territorio potevano dare dei risultati apprezza-bili. La vite, si sa, fatica dai 750 metri in su e per questo sono stati individuati nella valle potenziali 850 ettari di territorio posto ad una quo-ta inferiore agli 800 metri di quota e con una pendenza inferiore al 35%, le carat-

teristiche minime richieste per la produzione. Ecco al-lora che il Bim ha stretto un accordo con la Fondazione Mach e trovato delle persone volontarie che hanno pianta-to nell’anno 2009, 2.000 viti in tutto (200 per varietà) per vedere la loro evoluzione. I risultati. Sono tre gli assag-gi ufficiali fatti sinora con il vino Chiesano, alla presenza di esperti del settore come il presidente della Confrater-

nita del Vino e della Vite di Trento Enzo Merz o Erika Pedrini della Azienda Agri-cola Pravis di Lasino. Quello di quest’anno particolarmen-te importante. «I vini bianchi ci hanno dato delle ottime soddisfazioni – spiega Nello Lolli, ex-sindaco di Praso e appassionato coltivatore - ad-dirittura ci sono dei vini con profumi ottimi (Erika Pedri-ni ha avuto modo di definirlo eccezionale), mentre sui ros-

si c’è delusione, ancora non ci siamo». A parziale spie-gazione di questa differenza va detto che a Praso le vigne sono a 720 metri di quota e i terreni troppo “sciolti”, con alto tasso di acidità. Per il bianco è un pregio il rosso può soffrirne. «Quest’au-tunno valuteremo di nuovo, sempre il tempo sarà buono senza grandine e ci lascerà una produzione completa». Associazione Culturnova.

«Come associazione se-guiamo e partecipiamo con attenzione all’esperimento del Bim. All’inizio non tutto il Chiese era d’accordo, ma penso si sia compreso come sarebbe significativo avere un proprio vino locale da ab-binare alla Farina di Storo e alla Spressa. Con il bianco ci siamo – spiega ancora Lolli - e ci sarebbero molte persone pronte ed anche impazienti per provare a coltivare, ma occorre dare una direzione e in agricoltura le sperimenta-zioni hanno bisogno di tem-po».Il Vino bianco sarà chiamato Chiese, mentre il rosso, se ci sarà, Bicò. «Lo spumante? Sarebbe bello anche se è una lavorazione particolare e ha bisogno di un’organizzazio-ne più radicata».

Il Vino “del Chiese” prende corpo

Il vino della valle del Chiese. Non solo una passione, per i produttori, ma anche un modo per creare del reddito integrativo e recuperare alcu-ni appezzamenti incolti, valorizzando il territorio. Ne sono convinti i soci dell’associazione Culturnova che, anche grazie al sostegno del Bim del Chiese, si sono impegnati a fondo su questo progetto, che sta dando i primi frutti. Infine, non si deve scordarne il valore storico e di recupero della tradizione. In fatti, ai tempi

dell’Impero Austroun-garico, la Valle del

Chiese poteva contare su una certa produzione viti-vinicola; niente di esorbitante, è vero, ma abbastanza per soddisfare l’autoconsumo interno. Una coltivazio-ne a cui tante famiglie guardavano ai fini del sostenta-mento, specie quando il Trentino era ancora una terra esclusivamente agricola. Poi le due guerre, la carestia ed i disordini di una terra di frontiera, hanno fatto lentamente sparire le viti nel Chiese.

di Roberto Bertolini

Si concretizza il progetto di produzione vitivinicola messo in campo nel 2009. Bene i bianchi, rossi da rivedere. Ora si aspetta la vendemmia 2013

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SETTEMBRE 2013 - pag. 31 Musica

Dal buio più profondo emergo-no le sonorità traccianti per il domani: ed è il tempo dei mo-tori, l’assemblaggio dei battiti tecnologici mescolati all’anima dell’umano: il sound si costrui-sce in forma duplice con appa-rati naturalistici in stretto rappor-to alle membra di terra, con le

pietre ancora capaci di emanare il suono primordiale del nostro pianeta, ma anche è in grado di dialogare con le artificiali vibra-zioni dovute all’elettronica più fantascientifica.“Speak To Me”! La chitarra di Dave descrive morbidamente orizzonti lontani colmi ancora

del fascino naturale, mentre i co-lori sembrano dilatarsi e rincor-rersi in panorami incredibili. “Breathe In The Air”. …”On The Run”. Poi è subito il tempo di una folle corsa tutta costruita con le sonorità della scienza: at-trezzati come esseri che aspirano alla metamorfosi fisica, siamo

sopra astronavi sollevate che volano rilasciando scie rosse, se-gnali pulsanti di luce, emanazio-ni e schegge sonore che coabita-no nel ritmo del nostro corpo. E la risata sconnessa dell’uomo si frange dentro una cortina di suono che oltrepassa la sua stes-sa velocità per divenire “rombo”

mentre cade dentro le pieghe sotterranee di questo panorama immaginario costruito di materia incandescente e rumore di fondo universale. “Time”. Il sussulto surreale del tempo riecheggia nelle sue di-verse sfumature e la scena si tramuta quasi in leggenda. Stor-piature della musica trasportano le nostre emozioni dentro teatri della mente, visionarietà segna-te dal ritmo delle percussioni in dialogo con le basse inflessioni delle corde elettriche. “E’ Tempo”, “E’ Tempo” … “E’ Tempo di Morire”: così recitava il mutante di “Blade Runner” mentre invaso dalla pioggia li-berava una bianca colomba a di-chiarare la pace. La ritmica si fa più cocente, il bagliore del suono è raggiunto da cori all’unisono che si frangono come macerie dell’umano.

Ecco emergere la voce femmi-na quando si dispone a chiede-re aiuto: le roboanti tempeste stanno per finire e si entra in un lontano abisso costellato di lucciole meno inquiete, men-tre nuvole si trasportano basse seguendo la linea d’orizzonte. La musica diviene meno fre-netica e le vibrazioni si susse-guono elastiche, coinvolgendo la nostra memoria: The Great Gig In The Sky”, un vertice sublime scatena sottili richia-mi color oltremare. Le masse dense sembrano dileguarsi ri-chiamate da questo acuto can-to che proviene dalle galassie più lontane. E la materia iner-te diventa sensibile, la voce nel nulla disegna percorsi a noi inaccessibili e la leggenda dell’assoluto ancora una volta viene svelata alla nostra co-scienza.

1973 / 2013 :“The dark side of the moon”E’ un incipit biologico quello di “The Dark Side Of The Moon”. La pulsazione del cuore dell’uomo si addensa spezzando il silenzio, aprendo a voci soffuse che si trasfor-mano in risata ritmica, “schizoide”… Le evoluzioni di que-

sta nuova musica sembrano aprire un varco, dimostrando in anticipo quello che la musica futura ci riserverà, indi-cando l’uscita dalla placenta espressiva di un’epoca in tra-sformazione come quella degli Anni ’70.

Compie 40 anni il capolavoro dei Pink Floyd

OMAGGIO A STORM THORGERSON (1944 – 2013)

Come diverse copertine dei precedenti dischi dei Pink Floyd an-che quella del mitico “Lato oscuro della Luna” ebbe origine pres-so gli studi creativi della Hipgnosis fondati da Storm Torgherson. A disegnarla dopo un brainstorming con lo stesso Torgherson fu George Hardie il quale, seguendo le richieste di Richard Wright propenso ad un’immagine di “maggiore classe” e modernità ri-spetto alle precedenti contrassegnate dallo stile “hippy”, risolse la questione ponendo al centro di uno spazio completamente assente il raggio di luce in scomposizione al contatto con il prisma tra-sparente. La suddivisione cromatica tuttavia trascura il colore blu e quindi la sequenza risulta non di sette ma di sei colori che con naturalità e ordine scientifico procedono sezionando la front page per poi inoltrarsi verso l’inside della copertina apribile, dividendo-la orizzontalmente in due parti quasi uguali. A modificare l’anda-mento pacato e regolare subentra un “beat” cardiografico verde, forma di pulsazione Natura/Tecnologia. Il titolo non compare mai sul packaging ma solamente sull’etichetta del disco. L’opera è da considerare fra le più importanti di tutta la cultura visiva, giovanile e musicale del XX secolo. L’occasione del 40° anniversario pur-troppo cade anche con la scomparsa del geniale Storm Torgherson avvenuta il 18 aprile scorso. Un pensiero.

LA MUSICA CONSIGLIATA DA KIMBO INA VELLOCET

La copertina del mitico album

L’interno del disco

Storm Torgherson

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pag. 32 SETTEMBRE 2013Fra le pagine dell’ultimo nu-mero si evidenziano le spe-cifi che fi nalità della pubbli-cazione, ossia “la tutela e la salvaguardia delle proprietà collettivi che restano al centro dei pensieri di tutti gli ammi-nistratori degli Usi Civici sot-to la pressione di una situa-zione politico-amministrativa che non facilita certo possibi-le di azione degli enti gesto-re. Viene evidenziata anche la non chiara posizione del-la giustizia amministrativo, come si desume dalla diatriba in atto fra il Comune di Tione di Trento e l’Asuc di Saone al termine della quale “il Tar, in conclusione, non ha preso nessuna decisione in merito alla proprietà dei bei conte-si ed ha deciso che ognuno paghi le proprie spese”. Una situazione che meritereb-be - in sede opportuna - un maggiore approfondimento poiché vanno verifi cate ed analizzate, alla luce delle politiche territoriali e della legislazione vigente, nume-rose problematiche di singo-lare ed universale importan-za, tanto è vero che uno degli ultimi premi Nobel è stato assegnato alla professores-sa americana Elinor Ostrom che ha speso la propria vita proprio a specializzarsi sulla “proprietà collettiva”, di cui ne sono un tipico esempio i nostri comuni catastali.Ed a riguardo delle “comu-nità collettive” resta di piena attualità una sentenza della Corte di Appello di Roma, sezione speciale Usi Civici, che in data 16 maggio 2013, in una causa fra il Comune di Trento e l’Asuc di Vigo-lo Baselga si specifi ca che “l’intestazione formale del bene al Comune non va inte-sa nel senso di intavolazio-ne al Comune inteso quale persona giuridica di diritto pubblico anziché alla comu-nità proprietaria”, ed ancora che “agli effetti di rivendi-cazione della proprietà o di altri diritti reali, colui al cui nome sia iscritto un diritto nel libro fondiario, si presu-me, fi no a prova contraria, titolare del diritto stesso di fronte a chiunque opponga un diritto non iscritto”.Citazioni non certo facili da affrontare e da compren-dere, ma che dimostrano come i vocaboli “possesso, proprietà, comunità pro-prietaria, comune ammini-strativo, comune catastale, bene comune, bene pubbli-co, proprietà collettiva, uso

civico, atto catastale, atto tavolare, diritto reale, dirit-to di proprietà eccetera” non siano pienamente compre-si ed adeguatamente usati, specie dagli amministratori pubblici. Negli incontri e nei dibattiti pubblici resta-no, perciò, comprensibili le diatribe, le contrapposizioni e le polemiche accresciute dalla stessa diffi coltà di di-stricarsi in una legislazione - statale e provinciale - che non sempre risulta precisa e chiara specie su questi argo-menti.

Infatti anche la citata rivista lamenta una situazione che obbliga troppo spesso sia gli amministratori comuna-li che quelli delle Asuc ad adire al potere legislativo per derimere situazioni che, forse, attraverso un più ap-profondito studio ed una più chiara visione della storia del proprio territorio po-trebbero trovare facilmente la giusta scelta da saper e poter prendere. È questo an-che un chiaro invito a tutte le forse politiche in cam-po per le prossime elezioni

provinciali: sappiano che hanno davanti anche grossi problemi in ordine al ter-ritorio, per i cui “piani” la voce delle Asuc deve diven-tare determinante in nome delle popolazioni che sono le uniche che di fronte alla “proprietà collettiva” ha la sola voce in capitolo. E ciò è confermato dalla stessa definizione dell’argo-mento che viene così preci-sato: «Il regime di proprietà collettiva viene considerato dagli economisti un ordina-mento di diritti di proprietà nel quale un gruppo di uten-ti di una risorsa condivide diritti e doveri verso di essa. In termini più estesi la pro-prietà collettiva è un assetto particolare di vita associata che si struttura su una stretta relazione tra risorse natura-li, comunità e singoli atto-ri». Stupenda definizione: ma di quanti altri discorsi e considerazioni ha bisogno per essere capita ed attuata? Da qui l’urgente necessità di portare il “bene comune” e le Asuc al centro di ade-guati ed aggiornati studi da parte d tutti.Mario Antolini Muson

A proposito di “beni collettivi”Cultura

Ho l’impressione che l’opinione pubblica giudicarie in spe-cie e trentina in generale - riscontrabile attraverso la quoti-diana rassegna stampa - non si sia accorta o non abbia data la dovuta importanza alla nascita della nuova rivista seme-strale “A.S.U.C. Notizie”, di cui è uscito il n. 1 dell’anno III, datato luglio 2013. Vuole essere la voce informativa

aggiornata degli “Usi Civici”, ossia di quei beni “goduti in comune” fi n dai tempi più antichi, e che ancor oggi le po-polazioni trentine ne sono direttamente corresponsabili e ne amministrano il patrimonio (in Giudicarie ben l’80% della sua superfi cie) attraverso il Comitato di Amministrazione Separata di Uso Civico.

Un nuova rivista semestrale, Asuc Notizie, propone uno sguardo alle tematiche e alle problematiche di questo mondo, così centrale per il territorio trentino

La “Famiglia Von Trapp” made in Nembia (località vicina a San Lo-renzo in Banale), ovvero Augusto, Veronica, Virginia, Letizia, Elio e Diletta Rigotti lo scorso 27 luglio ha riproposto la loro passione e il loro amore per la musica in una serata a Cognola, nella suggestiva cornice della villa privata Mirabel De Nardis. Una serata organizza-ta dal Circolo Culturale Cognola, all’interno di una kermesse estiva ricca di eventi culturali di alto li-vello (conferenze, mostre, presen-tazione di libri, concerti, visite gui-date e molto altro), che in questa occasione ha potuto contare anche sulla generosità di Luigi ed Eleo-nora De Nardis i quali hanno mes-so a disposizione per l’evento il parco della loro villa che permette una visione dall’alto della città di Trento. E in questa scenografia, in una tiepida e serena serata d’esta-te, la famiglia Rigotti ha portato il suo ricco e ricercato repertorio di

musica classica e da camera facen-do risuonare nel crepuscolo estivo trentino Vivaldi, Mozart, Händel, fino ad arrivare a Giuseppe Verdi, in onore del suo bicentenario. Un successo pieno. Grande affluen-za di pubblico (circa un centinaio di persone), cordialità e simpatia

degli anfitrioni, i Signori De Nar-dis, e la bravura e simpatia dei mu-sicisti giudicariesi hanno reso indi-menticabile a tutti questa serata.Lo stesso Augusto Rigotti, il capo-famiglia, è pienamente soddisfatto: “Quando ci fu offerta la possibilità di suonare per il Circolo Culturale

di Cognola, non ci aspettavamo un accoglienza così gradita e un orga-nizzazione altrettanto efficiente! Ci ha accolto uno splendido panorama da una terrazza naturale che domina tutta Trento dalla villa Mirabel De Nardis, occasione che ha il sapore dell’ottocento quando ancora ci si dilettava tra musici proprio per il piacere di far musica d’insieme.Il programma si è articolato tra la nostra musica e le poesie proposte dal Circolo mentre la notte calava sulla città e dal parco della villa si vedevano solamente le luci silen-ziose e lontane in concomitanza con i raggi laser di richiamo per l’inaugurazione del nuovo Museo della Scienza di Trento, il Muse, avvenuta proprio quella stessa sera. La musica classica riesce a evoca-re sensazioni e ricordi di un tempo passato” .

Aldo Gottardi

Quando la musica è un “affare di famiglia”Grande affluenza per il concerto della famiglia di San Lorenzo in Banale, tenutosi a Cognola

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SETTEMBRE 2013 - pag. 33

E siamo ormai ben oltre tutte le date di possibili crescite pre-ventivate anticipatamente, ben oltre le più negative proiezioni … I funghi, fino ad ora, a disca-pito di tutte le osservazioni di praticoni e teorici, non si sono fatti vedere! E a quanto pare sembrano fregarsene di tutte le nostre aspettative e del nostro riflettere presuntuoso e sac-cente. Una bella storia! Tutta-via è proprio quando le cose si fanno attendere che maggiore e più bruciante diviene la bra-mosia di averle. Viene peraltro spontaneo pensare che proprio quando le cose si conoscono sarebbe conveniente iniziare ad osservarle con una diversa prospettiva, ma invece, proprio perché ognuno di noi conserva nelle profondità dell’istinto la volontà di possedere, vorrem-mo che i funghi non fossero così indipendenti e disubbidien-ti alla nostra comprensione. Un po’ viene da sorridere se si pensa a quanta parte della sta-gione è già scivolata nel pas-sato e a come abbiamo dovuto rinunciare alle favolose raccol-te, che si ricordano di qualche anno fa. Annate costellate di fortuna micologica e dilatate quasi per la lunghezza di tre sta-gioni che rilasciarono raccolti di Boletus edulis, in maniera a dir poco esorbitante. Tempi di ab-bondanza da far brillare gli oc-chi a tutti i ricercatori, buoni o sprovveduti che fossero, tempi di allegrezza perché con il mi-nimo sforzo si potevano riem-pire cesti bellamente decorati prima con le foglie verdi delle felci, poi con quelle secche di castagno. E dentro i cesti già in primavera le primissime Mor-chelle coniche, con le esculen-te, ancora ricoperte di un color cenere dell’inverno ma con il sapore asprigno delle primizie; poco più avanti le Russula au-rea con il loro fragile cerchio di lamelle color tuorlo d’uovo; ed ancora la Russula cyanoxan-tha, splendido fungo che apre all’estate con le tonalità della notte sfumate dal verde al blu/viola; e i Cantharellus cibarius, luminescenti d’arancio protetti nelle braccia morbide del mu-schio verdeggiante …Ah! Solo a mettere insieme qualche riga di testo pare di togliere i lacci alla nostalgia, sembra di rievocare taluni rim-pianti, mentre oggi siamo in pe-riodo di completa carestia.E quindi? Dopo aver verifi-cato la totale assenza dei frutti micologici, dopo aver visto annullare numerose mostre per indisponibilità dei soggetti

a cui erano dedicate, che cosa dobbiamo attenderci in questo lembo di fine estate e nel pros-simo autunno? Intanto un po’ tutti cercano di evidenziare il fatto che l’inverno è stato assai pronunciato e successivamente la primavera ha assunto le sem-bianze fredde delle giornate di pioggia, lasciando quindi l’ha-bitat dei funghi in sostanziale stato di conservazione fredda per non dire di ibernazione. Ad aggiungersi anche il vento che si dice sia elemento di con-trasto alla crescita perché pare asciugare troppo velocemente il terreno modificando la giusta quantità di umidità utile proprio alla “sbocciatura”. E la Luna? Quante teorie e congetture si sono articolate sul nostro sa-tellite per giustificare l’assenza delle pregiatissime “brise”, i Boletus edulis dalla carnagione color cioccolato tanto attesi ed ancora non apparsi in maniera proporzionata alle nostre esi-genze di raccolta.In effetti l’estate 2013 si è dav-vero espressa in maniera pre-potente e forse proprio il Sole deve aver condizionato lo svi-luppo sotterraneo delle piante di fungo … Naturalmente per non farci mancare nulla in fatto di ana-lisi c’è anche chi se la sente di affermare che l’incidente di Fukushima dell’11 marzo 2011 è probabilmente causa di questa latitanza, dimenticando che quando invece le raccolte si presentano mastodontiche qualcun altro afferma la me-desima cosa. Insomma, al mo-mento tutti se la vedono brutta, immaginando un finale da la-

sciare a bocca asciutta perché se per caso trascorrono ancora due o tre settimane poi, qui da noi, generale inverno potreb-be avanzare qualche ipotesi di accasamento. E così, addio funghi! Bhè, in questo caso c’è da far-sene una ragione. Tuttavia biso-gna essere fiduciosi perché, così come ci hanno fatto aspettare per tre lunghi mesi, non è detto che da un giorno all’altro non ci sia l’esplosione più inaspettata. Se così fosse ricordate di non farvi prendere dall’ingordigia; tutti gli eventuali raccolti sono soggetti alla legge provinciale N°16 del 6 agosto 1991 (ridefi-nita nell’agosto 1996, in segui-to ulteriormente integrata nel 2007 e completata con Decreto del Presidente della Provincia nel 2009) che regola il quan-titativo giornaliero stabilito in 2 chilogrammi a persona. La norma prevede che i residenti trentini possano muoversi per la raccolta su tutto il territorio

provinciale; così è consentito a tutti gli altri cercatori ma solo dopo aver versato la quota di permesso ottenibile presso i di-stributori convenzionati, siano essi enti e/o operatori turistici, aziende e/o associazioni. E se dovessimo fare qualche bi-lancio a fine stagione? A quan-to ammonta il mancato introito in permessi di raccolta? Quanto fascino si è smarrito agli occhi dei turisti desiderosi di imbat-tersi nella bellezza maestosa di una Macrolepiota procera, fungo ottimo se gustato cotto in panatura. I funghi da sempre posseggono una loro magnetica qualità che incuriosisce il bam-bino come il nonno, il profondo conoscitore come l’inesperto, ed in questo senso appare di buon senso immaginare che enti ed istituzioni siano propo-sitivi sul piano di una maggiore consapevolezza del “valore” di questi esseri così importanti per il turismo territoriale. In bocca al lupo a tutti!

Ambiente

E i funghi dove sono?La notizia appare ormai dentro tutti i media,

con articoli, relazioni e scritti saggistici, servizi televisivi e interviste verso esperti

e profondi conoscitori della materia, una notizia in forma di “wanted”, di quelle che lasciano a dir poco sorpresi: “i funghi, gli amatissimi esseri del

sottobosco così ricercati per la prelibatezza in cuci-na, dove sono?”. Dentro tutti i format sembra che la necessità di informazione sulla questione della loro as-senza sia quasi una esigenza, come se fosse necessario conoscere a fondo le cause di questa latitanza micologi-ca protratta dalla stagione primaverile fino ad ora.

E’ stata una stagione carente, ma a settembre e ottobre...

Da 43 anni il Gruppo Micologico don Giovanni Corradi di Daone, iscritto all’Associazione Mico-logica Bresadola di Trento si occupa di presentare, conoscere ed approfondire il meraviglioso mondo dei funghi, attraverso una mostra fisica che si com-pone di circa 200, 300 specie fungine. In 43 espo-sizioni realizzate consecutivamente dal 1971, sono state elencate più di 2.000 specie “autoctone”. Fra le singolarità anche il Lyophyllum daonense Ruini fungo assai raro ritrovato e dedicato a Daone dal micologo Sergio Ruini di Varese, in occasione del Comitato Scientifico Nazionale organizzato dal gruppo nel 2002.La mostra 2013, curata dal micologo thienese Giu-seppe Graziani, è prevista sabato 14 e domenica 15 settembre presso la “casa nel prato delle feste” in località Pracul, in Valle di Daone. Arrivederci!

Daone: 43° mostra micologica valle di Daone

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Per la XII volta la mostra micologica prevista in oc-casione di Ecofiera di Montagna a Tione di Trento che si terrà venerdì 4, sabato 5 e domenica 6 ottobre 2013, sarà quella che chiuderà la stagione del Grup-po Micologico don Giovanni Corradi di Daone.L’ospitalità offerta dal Comune di Tione prevede l’allestimento presso il “teatro tenda a sfera” col-locato in fronte al Municipio in Piazza Cesare Bat-tisti. Anche in questa occasione vengono presentate cir-ca 300 specie classificate dal micologo Alberto Fer-retti di Javrè. I funghi esposti sono raccolti da soci e amici sul territorio giudicariese ma tutti possono partecipare consegnando le varie specie che, se mancanti, fa-ranno parte dell’esposizione.Naturalmente soci ed esperti sono attivi e disponibili nella tre giorni per richieste, indicazioni e precisazioni relative alle ca-ratteristiche di tutti i funghi. Arrivederci!

Tione: 12° mostra micologica in Ecofiera

di Alessandro Togni

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pag. 34 SETTEMBRE 2013 Cooperando

Un progetto nato da un’inizia-tiva dell’ISTAT che si inqua-dra nel dibattito internazionale sul cosiddetto “superamento del Pil”, stimolato dalla con-vinzione che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non debbano essere solo di carattere eco-nomico, ma anche sociale e ambientale, corredati da mi-sure di diseguaglianza e soste-nibilità. Anche quando parlia-mo di imprese, i più recenti studi in campo manageriale e sociologico hanno eviden-ziato la crescente importanza di risorse intangibili: fiducia, reti relazionali e condivisione di valori risultano essere ele-

menti necessari per il succes-so imprenditoriale. Per quanto paradossale, la crisi finanzia-ria ha aumentato il valore del-la dimensione sociale e re-lazionale nell’economia. La cooperazione in questo senso può far leva su un capitale di risorse intangibili molto signi-ficativo, ma forse ancora poco sfruttato. Un recente articolo del prof. Andreaus dell’Uni-versita di Trento sul rappor-

to tra Imprese Cooperative e Imprese profit delinea uno scenario di dialogo possibile, partendo dall’assunto che la crisi economica in corso ha fatto si che i due mondi, quel-lo del profitto e quello coo-perativo, consapevolmente o meno, hanno fatto importanti passi l’uno nella direzione dell’altro, in parte da un punto di vista dei modelli di gover-nance, di valori e obiettivi di

riferimento, ma soprattutto in termini gestionali e rendicon-tazionali. E’ interessante ve-dere infatti come il mondo for profit stia progressivamente adottando alcuni elementi car-dine del modello cooperativo. Le imprese di capitale stanno sempre più evidenziando la necessità di perseguire un mo-dello di sviluppo che rivaluti la centralità della persona, i legami con il territorio e la so-stenibilità sociale ed ambien-tale. D’altro canto, le imprese cooperative hanno la necessi-tà di affrontare una crescente pressione di tipo commercia-le, che le spinge ad adottare modelli gestionali sempre più attenti alla dimensione reddituale, patrimoniale e fi-nanziaria. Negli ultimi anni il mondo della cooperazione ha dovuto importare ed adattare i più evoluti approcci organiz-zativi e gestionali per riusci-re a competere su mercati. E’ quindi in atto un processo di avvicinamento tra i due mondi che porta inevitabilmente con

sé qualche rischio, ma anche molte opportunità per il mon-do cooperativo. I rischi su cui vigilare con attenzione sono quelli di scadere in approcci caritatevoli o peggio ancora opportunistici. L’adozione di modelli gestionali propri del mondo for profit deve essere adattata alle finalità e speci-ficità del mondo cooperativo evitando di scambiare il mez-zo – la sostenibilità economica – come il fine. Il progressivo

avvicinamento del mondo for profit con quello cooperativo porta con sé anche opportu-nità. Le collaborazione con il mondo for profit possono consentire alle cooperative di raggiungere importanti eco-nomie di scala, di conoscenza e di rete, indispensabili per la loro crescita e sostenibilità e di acquisire nuove com-petenze comunicazionali e rendicontazionali. Le mutate esigenze e condizioni econo-mico-politiche determinano la necessità di un modello origi-nale, che sappia coniugare la valorizzazione delle risorse economiche con l’attenzione per il bene comune e i soggetti meno tutelati.

Cooperazione e Profit: un dialogo possibileLo sviluppo e’ condizione necessaria per il benessere di un Paese, di una Comunità, delle persone e ha certamente bisogno di una componente materiale, intesa come pro-duzione di beni e servizi, ma non può essere ridotto solo a questo. Lo dimostra anche la novità riferita all’introdu-

zione in Italia dell’indice Bes: Benessere equo e sostenibile. Accanto al Pil, ci saranno degli indicatori per capire come il sistema Italia procede verso un modello di sviluppo che guarda anche all’equità e alla sostenibilità che non è solo quella ambientale ma anche quella sociale.

di Alberto Carli

Page 35: Giornaledellegiudicarie settembre

SETTEMBRE 2013 - pag. 35 Sport

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Page 36: Giornaledellegiudicarie settembre

pag. 36 SETTEMBRE 2013 Sport

«Lo ammettiamo, gli abbia-mo pagato una pizza, ma non speravamo in un giudizio tan-to generoso dai gemelli friu-lani- scherza Roberto Piccin, che li ha accompagnati nel loro giro di allenamento- ma abbiamo avuto l’ennesima conferma che l’idea di pro-porre una gara MTB sulle Dolomiti di Brenta possa davvero funzionare. Un rega-lo, quello dei Braidot, che ha galvanizzato il C.O. che si sta formando, che ha deciso di verificare se esistano i presup-posti per poter portare avanti il progetto, naturalmente «la-sciando aperte le porte a tut-ti coloro abbiano voglia di portare il proprio contributo in quest’avventura» come precisa Matteo Ciaghi dele-gato dal gruppo a rispondere a qualche domanda.Ma non vi sembra un mo-mento difficile per poter partire con una nuova gara? Ve ne sono già un’infinità e i calendari scoppiano...In effetti i calendari scoppiano. Ma le gare che funzionano si contano su una mano. La no-stra esperienza ci dice che se fai una gara impegnativa ma anche divertente ed emozio-nante la gente si appassiona e ti premia… la formula vin-cente è il percorso da sogno. La Val Rendena ce l’ha e può far sognare gli amanti della mountain bike.Raccontaci il percorso...A dire il vero i percorsi sono due. Un percorso “corto” di circa 50 chilometri e uno “lungo” di quasi 100 km. Il primo ha un dislivello di 2mila metri, il secondo di 4mila... ma la durezza del percorso e delle salite è mi-tigata e ricompensata dai pa-norami mozzafiato: si passerà da Malga Movlina, Valagola, rifugio Graffer, Spinale, Ri-tort, Doss del Sabion. Ma ci stiamo ancora lavorando e a breve presenteremo le tracce gps sul sito www.dolomitika-bike.comE a livello di sponsor avete provato a sondare il terreno?Il terreno sponsor in que-sto momento è in generale “ghiaioso”..., ma siamo sicuri che nonostante questo ci sia qualcuno pronto a scommet-

tere su un’eperienza del ge-nere. I segnali sono positivi e vanno in questa direzione. Una disponibilità importante è venuta da S-Light, azienda emergente nel settore bici che fornisce le mountain bike al Gruppo sportivo Forestale.Il territorio come sta ri-spondendo?È vero che non abbiamo an-cora in mano niente, ma le prime reazioni sono state estremamente positive. Mas-sima disponibilità a portare avanti il progetto è arrivata da Apt e dal Parco Naturale Adamello Brenta che hanno abbracciato subito l’iniziati-va. In particolare il presidente Antonio Caola ha garantito l’appoggio anche in virtù del-la promozione che potrebbe scaturire da questa manife-stazione al progetto messo in campo del DolomitiBren-taBike, il percorso di 178 km che abbraccia le Dolomiti di Brenta, visto che un buon tratto del percorso della gara riprenderebbe proprio il trac-ciato del DBB. Ora dobbiamo incontrarci con i sindaci della valle e con le associazioni....Ma chi guiderà la nave?Il comandante a dire il vero non è stato ancora trovato. Ma si sa che se si riesce a costruire un’ottima nave chi pilota con-ta meno, si può usare anche quello automatico. Importan-te è che ci sia una squadra che lavora, molto affiatata e pron-ta a superare le immense dif-ficoltà che un’organizzazione di una gara di questo tipo pre-suppone. Indispensabile inol-tre una collaborazione di tutti gli enti territoriali per capire

se la manifestazione incontra il favore o se ci sono resisten-ze o perplessità. Se ce ne fos-sero, meglio lasciar perdere in partenza. Queste gare funzio-nano solo se tutti fanno (bene)

la loro parte. Controllare 100 km di percorso non lo può fare un Comitato organizzato-re “normale”. Bisogna capire se le associazioni di volonta-riato riescono ad impegnarsi

in questa operazione che po-trebbe portare molti benefici in futuro. Ma prima di vederli bisogna lavorare sodo. Biso-gna capire se siamo disposti a farlo.

Una sfida che la Val Rendena lancia al mondo della moun-tain bike e dell’associazio-nismo. Dopo aver ospitato una delle più belle 24 ore d’Italia ora la valle è pronta ad affiancare anche un altro tipo di gara, una granfondo che ha il pregio di portare gli atleti in uno degli scena-ri più belli del Trentino, in quelle Dolomiti riconosciu-te dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.Data probabile, sabato 26 luglio 2014. Il conto alla ro-vescia può cominciare.r.b.

Il Trentino scommette sulla Mtbcon la Dolomitika Brenta Bike

Una manifestazione per riscoprire la gioia di pedalare nelle Dolomiti. Una gara con doppio tracciato da 50 e 100 km molto impegnativa «con un percorso da sogno»

«Avete percorsi spettacolari, qui si potreb-

be fare una gara bellissi-ma». Sintetico e unanime il commento dei fratelli Brai-dot, i giovani che vestono i colori Gruppo Forestale S-Light per qualche giorno in allenamento sulle Do-lomiti di Brenta. «Se arri-vate fino al rifugio Graffer e c’è una giornata come oggi la pedalata diventa davvero indimenticabile ed emozionante» aggiunge Daniele Campione Inter-nazionali d’Italia under 23. «Potrebbe uscirne una gara dura certo, ma con il grande fascino dell’av-ventura e della conquista della montagna... per non parlare del divertimento nelle discese, tecniche ma mai troppo impegnative» gli fa eco Luca.

Un’azienda giovane che ha scommesso sui giovani, con le due ruote nel Dna. E poco importa se prima erano quel-le lisce del Motomondiale di Loris Capirossi e di Valen-tino Rossi e ora sono quel-le tassellate della mountain bike, la passione per la corsa non è mutata come è sem-pre viva l’attenzione per il dettaglio e per il particolare. Così i fratelli Marco e Luca, figli di Paolo Pileri campio-ne del Mondo nel 1975 con la Morbidelli 125, nipoti di Centauro, hanno creato la Raceway, azienda emergente nel mondo della bike che con il proprio marchio S-Light sta diventando un punto di riferimento di eccellenza nel panorama mondiale. «Ab-

biamo cercato di portare la tecnologia del motomondiale sulle nostre bici» ci conferma Luca Pileri mentre ci mostra un telaio di Mtb da 980 gr... «è quello che usano anche i fratelli Braidot. Si potreb-be alleggerire ulteriormen-te ma per noi la solidità e la sicurezza vengono prima di

tutto e pensiamo di aver già raggiunto un peso ottima-le». Un marchio “giovane” che ha vinto nel 2013 con il Gruppo Sportivo Forestale il campionato italiano MTB staffetta cross Country, Cam-pione d’Italia Elite con Mi-rko Tabacchi e che ha come testimonial Loris Capirossi,

al quale dedica una serie li-mitata di bici da corsa (65) che sarà presentata a giorni. Ma cosa pensate della Dolo-mitika Bike? «Questo pro-getto ci piace molto, perchè è in linea con la nostra filosofia, quella di far divertire chi va in bici. Noi cerchiamo di farlo studiando tutti i dettagli delle nostre MTB, i ragazzi del C.O con i quali mi sono confron-tato mi sembra stiano lavo-rando molto bene sulla defi-nizione del percorso che per quanto abbiamo visto è unico per difficoltà e per spettaco-larità!» puntualizza Claudio Assenza manager di S-Light che aggiunge: «Credo che su una gara così molte aziende potrebbero scommetterci. Noi siamo pronti a farlo».

S-Light : «Pronti a scommetere sulla Dolomitika bike»

Massimo Ferrazza, Luca Pileri, i fratelli Braidot, Antonio Caola, e Claudio Assenza

I gemelli Luca e Daniele Braidot del Gruppo Sportivo Forestale in sella

alla loro S-LIGHT verso il rifugio Graffer

Page 37: Giornaledellegiudicarie settembre

SETTEMBRE 2013 - pag. 37 Sport

Si comincia domenica primo settembre con Eccellenza e Promozione, con cinque squadre giudicariesi impegnate: il Calcio-chiese, neo-promossa nella massima com-petizione regionale trova in casa il Bozner, mentre il Comano Terme-Fiavè è atteso in casa del Termeno in un girone che vede im-pegnate fra le altre il Trento Calcio 1921. Derby giudicariese alla sesta giornata il sei ottobre a Comano Terme. Mentre per il campionato di Promozione Pinzolo-Campi-glio e Condinese saranno impegnate in casa rispettivamente con Castelsangiorgio e Por-fido Albiano, e il Pieve di Bono sarà ospite della Ravinense. Un girone impegnativo con nobili decadute come Rovereto, Arco e Porfido Albiano che proveranno di certo ad essere protagoniste, così come il Borgo. Pruimo derby alla quinta giornata il 25 set-tembre, turno infrasettimanale di mercole-dì, con Pinzolo Campiglio-Condinese.

Un menù significativo che si completa la domenica successiva, l’8 settembre con la Prima Categoria, che vede impegnate sei squadre giudicariesi, il Calcio Bleggio, la Caffarese, il Tione, il Valrendena, e le neo-promosse Virtus Giudicariese e Settauren-se. Proprio il ritorno in “Prima” dei bianco-verdi di Storo, squadra che scrisse la storia del calcio provinciale solo una ventina di anni fa crea molte attese attorno alla squa-dra guidata da Gianni Armanini. Ma è tutto il movimento giudicariese ad essere in fer-

mento dopo la serie di promozioni inanella-te lo scorso anno, con Calciochiese, Pieve di Bono, Settaurense e Virtus che hanno fatto il salto di categoria e con organici che fanno pensare che anche quest’anno ci possa essere qualche positiva sorpresa. Nel girone di Prima da tenere d’occhio Bena-cense, Calcio Bleggio e Tione.

Per la Seconda Categoria occorre aspet-tare domenica 15 settembre. Fra le giudi-cariesi ci saranno il Tre P, il Castelcimego, l’Alta Giudicarie ed il Carisolo, con le due squadre del Chiese che sulla carta sem-brano quelle capaci di poter disputare un campionato di vertice, accanto alle “solite” Ledrense, Stivo e un Riva del Garda che tenta il rilancio. Doppio derby alla quarta giornata il 6 ottobre con Alta Giudicarie-3 P e Castelcimego-Carisolo

Nel calcio a cinque sono due le compagini giudicariesi presenti nel massimo campio-nato regionale, la C1; lo Sporting Club Ju-dicaria di Tione e il Comano Terme Fiavè, che iniziano la stagione 2013/14 con un derby nella prima giornata venerdì 20 set-tembre. Un gradino più sotto, in C2 ecco al-tre due squadre giudicariesi con United C8 e Fiavè 1945 con derby il primo novembre alla settima giornata. In Serie D, invece, sono tre le squadre inserite nel Girone C: Calcio Bleggio, Carisolo e Team Roncone. Prima giornata il 18 ottobre.

Calcio dilettanti, si parteDall’Eccellenza alla Seconda Categoria sono 15 le compagini giudicariesi impegnate nei

vari campionati. Al via anche il Calcio a 5 con 7 squadre presenti

All’inizio di agosto, sul palcoscenico del “Paladolomiti” di Pinzolo,” si è concluso, con uno spettacolare saggio fi nale, dopo una settimana di impegnative lezioni quoti-diane, l’“International Dance Theatre and Musical Festival. Chi per pura passione, chi alla ricerca del proprio talento, chi, ancora, con l’obiettivo più ambizioso di diventare professionista della danza, sono stati circa duecento i giovani, provenienti da tutta Ita-lia e dalla Francia, a partecipare allo stage ideato e organizzato da Gloria Baraldi con direzione artistica del ballerino e coreogra-fo Luigi Grosso. L’iniziativa, a sette anni dal debutto, si è guadagnata il “titolo” di punto di riferimento fi sso per la preparazione esti-va soprattutto di ballerine e ballerini che si preparano alle selezioni autunnali d’ingresso ai corpi di ballo nazionali. L’“International Dance Theatre and Musical Festival” è in-fatti l’unico stage estivo a concentrare, in una settimana, i migliori insegnanti d’Italia e la sua riconosciuta qualità è valsa, que-

st’anno, allo stage, anche il patrocinio del-l’Accademia Nazionale di Danza di Roma. Lo staff insegnante ha visto protagonisti, oltre a Grosso (modern contemporary e mo-dern jazz), Margherita Parrilla e Maria Ga-briella Tessitore, rispettivamente direttrice e vice-direttrice dell’Accademia Nazionale di Roma, insegnanti di danza classica, e Moni-ca Fulloni per il classico junior.Un bel successo, dunque, con il coinvolgi-mento di numerose famiglie che, con la scusa di accompagnare i fi gli, hanno soggiornato una settimana a Pinzolo. Infi ne, un’occasio-ne per i giovani del posto, che partecipano ai progetti legati alla danza del Piano giova-ni Val Rendena-Busa di Tione e che si sono iscritti allo stage estivo, di mettersi in gioco e di conoscere un’esperienza formativa di alto livello. Occasione unica per imparare e perfezionare il proprio stile, ma anche per divertirsi, lo stage, concentrato sulle specia-lità della danza classica e modern, è stato molto apprezzato.

Pinzolo: la danza protagonista dell’estate

Il Calciochiese, vincitore della Promozione a giugno

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pag. 38 SETTEMBRE 2013 La posta

Caro Adelino, so di parlarne ad uno esperto. Anche quest’an-no, durante l’estate, abbiamo dovuto subire le angherie della burocrazia statale e provinciale nell’organizzazione delle feste e delle sagre che hanno occupato in tutte le Giudicarie migliaia di volontari. Una cosa impossi-bile e che ogni anno si complica sempre di più. Quest’anno poi mi è capitata una cosa curiosa. E’ davvero necessario che an-che in una piccola festa in un ristorante, dopo-cena, fra ami-ci, per far suonare tre ragazzi con le loro chitarre, niente di professionale, si debba paga-re la SIAE. Andando avanti di questo passo, non ci sarà più nessuno che si offrirà volonta-rio, meglio spararsi. Aurelio

Caro Aurelio, condivido la prima parte della tua. In effetti la buro-crazia sta scoraggiando l’inizia-tiva delle associazioni con la sua farraginosità e le sue complicazio-ni. Ho fatto anch’io per qualche anno il presidente della Pro Loco, della Sportiva, della Banda, e mi accorgevo già allora che di anno in anno crescevano gli adempimenti burocratici per organizzare qual-siasi cosa, anche minima; con la scusa della sicurezza, e mille altre diavolerie, organizzare una sagra paesana diventava un’impresa. Mi dicono che oggi le cose sono peggiorate di molto. E’ una vergo-gna. Nessuno tiene conto che i vo-lontari della pro Loco e delle altre

Ass. sono l’anima delle comunità, lavorano gratuitamente al solo scopo di incentivare il turismo, lo sport e la cultura dei nostri paesi di montagna, senza usare i milioni della Provincia, come fanno le cit-tà con le loro mega manifestazioni a spese nostre. Mi accodo a voi per chiedere con forza al nuovo gover-no provinciale di mettere rimedio a questa stortura che sta soffocan-do la creatività ed il dinamismo delle nostre comunità. Non sono invece d’accordo sulla contrarietà al pagamento della Siae, anch’es-so molto criticato. Intanto è una giusta tassa che tutela il diritto d’autore, poi conoscendo la mate-ria, devo assicurare che il servizio

Siae in Giudicarie è portato avan-ti con serietà, ma anche con tanta disponibilità, com’è giusto che sia. Ma le regole sono regole e devono essere rispettate. Ovviamente se si suona in casa privata, ognuno può fare ciò che vuole, ma se si suona in pubblico, la tassa Siae è, a mio parere, più che legittima. Certo che per degli amici andare a chie-dere i permessi, pagare la cauzio-ne, presentare il programma mu-sicale, e tornare negli uffici per il nulla osta, talvolta è una rottura di scatole. Ma “rubare” musica, così come letteratura, così come teatro, danneggia pesantemente gli ar-tisti, e ne limita la loro creatività. La Siae dovrebbe tuttalpiù rende-

re più semplice le modalità della pratica, o predisporre tariffe par-ticolari per le feste paesane, o non essere troppo fiscali sugli orari, e questo non dipende dall’agenzia locale, ma che si debba pagare per usare la musica inventata da altri, credo sia corretto, così come non credo che sia la tassa sugli autori che demotivi più di altro i nostri volontari. In quanto al tuo pirotec-nico finale, ti invito a non spararti, in tutti i sensi, sei giovane, e non sai cosa t’aspetta, alla burocrazia ti dovrai abituare perchè qualche stolido che si metterà di traver-so ai tuoi progetti o ai tuoi sogni lo troverai sempre, l’importante è saperlo affrontare con grinta e competenza, di solito i burocrati più boriosi sono i più fifoni, basta soffiare che si afflosciano, continua a fare il volontario e, da vecchio, credi a me, sarai orgoglioso della tua gioventù. (a.a.)

Le feste estive e la burocrazia

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LA POSTA

Caro Adelino, non so se tu sia già nonno, ma sicura-mente hai l’età per esser-lo, così vorrei ricordati che il due ottobre è la festa dei nonni che il vostro giornale ha sempre dimenticato di ci-tare. Dato che in Italia si fe-steggia di tutto: donne, gay, la guerra d’Abissinia, la caduta del muro, la Repub-blica seppur messa com’è, il lavoro, l’aviazione, i giova-ni, le mamme e i papà,ecc. ecc., vorrei che quest’anno tu spenda qualche parola anche per noi, nonni, che svolgiamo un ruolo non da poco nella società, checchè ne dicano i rottamatori e i “giovanilisti”.... Pietro N.

Caro Pietro, hai perfet-tamente ragione e chiedo scusa a tutti i nonni delle Giudicarie. Non sempre trattiamo con attenzione i problemi degli anziani e della terza età, quasi ne fos-simo in soggezione, ma di certo gli anziani, e i nonni soprattutto (che non sem-pre sono anziani!), svol-

gono nella società ruoli in certi casi insostituibili, che talora non appaiono, ma questo non sminuisce di certo la loro importanza. E, a proposito del 2 otto-bre, il calendario cattolico celebra in quel giorno la festa degli “Angeli custo-di”, creature celesti che ci stanno a fianco da quan-do siamo nati (dicono...). Così, non a caso, a questa data è stata associata una festa civile con profondo valore morale e sociale: la festa dei nonni. Mi viene da chiedermi, in quali altre figure della vita quotidia-na si possono identificare altrettanto bene gli angeli custodi? Nel mondo tutto di corsa che ci circonda, nella frenesia del lavoro e dei rapporti sempre più in-casinati che travolgono le vite dei genitori-lavorato-ri, sono i nonni che, maga-ri troppo spesso, assumo-no le veci nell’educazione e nella protezione dei bam-bini. Ma non è solo quel che succede oggi, succede-va anche in passato, specie nei nostri paesi di monta-

gna, le ore che i bambini trascorrevano con i nonni erano davvero tante, e da loro hanno appreso quella sapienza che oggi trasmet-tono ai loro nipoti. Ciò che i nonni trasmettono ai fi-gli dei loro figli, che per svariate esigenze vengono loro affidati, non sono solo affetto incondizionato, protezione, aiuti economi-ci, ma anche il sapere dei tempi andati e le conoscen-ze delle vicende famigliari, un patrimonio, soprattutto comportamentale, che ri-marrà indelebile nella vita dei ragazzi. Io, purtroppo, non ho conosciuto nessuno dei miei nonni, tutti morti prima che io nascessi, e, tante volte, ma tante, ho sentito la loro mancanza,

mi è mancata quella sag-gezza e quella prudenza nella vita, che solo i nonni sanno insegnare: probabil-mente avrei fatto qualche errore in meno. La festa dei nonni è stata introdotta in Italia nel 2005 con appo-sita legge dello Stato e con la seguente motivazione: “...quale momento per ce-lebrare l’importanza del ruolo svolto dai nonni al-l’interno delle famiglie e della società in genera-le...”.Auguri, cari nonni, e un grazie di cuore a nome di tutti i Giudicariesi, con la speranza che al più pre-sto possa anch’io far par-te della categoria.

Adelino Amistadi

Rivalutiamo il ruolo dei nonni Agli amici del bar devo confessare che questo mese

non ho materiale per tenere il punto. Parlare di po-litica quando non c’è politica, di elezioni quando si è tutt’ora immersi nella confusione più totale di uomini, d’idee e programmi, è solo perdere tempo e così vi risparmio le solite chiacchiere tanto per riempire la pagina. Una cosa è certa: ci avviciniamo al galoppo alle elezioni di ottobre ed ancora non sappiamo chi sa-ranno i candidati definitivi, salvo le sciocchezze che si leggono sui giornali, né quali programmi i vari partiti e movimenti ci propongono per motivare la nostra scelta. Il problema che assilla la nostra clas-se politica ( non ci dormono neanche la notte!) non è, come dovrebbe, quello di mettere insieme idee e progetti con cui presentarsi agli elettori per dire: “Ecco, noi se saremo eletti faremo questo e que-sto...”, o no! Il problema loro è quello di garantirsi la rielezione e quindi stanno studiando tutti i mar-chingegni più ignobili per riuscire nel loro intento, per il resto chi se ne frega, una volta eletti, quel che sarà, sarà, per loro comunque continuerà la festa. Così leggiamo di impudici personaggi che si pro-pongono Presidenti solo perchè è il modo più sem-plice di entrare in Consiglio, altri che promettono posti e promozioni per pochi voti, altri ancora che negoziano la loro presenza con la promessa di es-sere sistemati da qualche parte se non fossero elet-ti. Poi ci sono i notabili che nobilmente si ritirano dopo venti – trent’anni di Consiglio con le prebende maturate, che anelano alle poltrone altrettanto ben pagate dei vari carrozzoni provinciali, e questa è la parte più vergognosa della eredità lasciataci dai vent’anni di governo illuminato. Noi seguiremo con attenzione queste cavalcate nello sperpero dei nostri soldi e le racconteremo come è nostro dove-re. Per il resto niente di nuovo e sperando che per ottobre se ne possa sapere di più, vi chiedo scusa e passo ad altro, non ho tempo da perdere. (a.a.)

Elezioni, sul fronte dei candidati tutto tace

Il 2 ottobre è la loro festa, un momento per parlare anche della condizione degli anziani

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SETTEMBRE 2013 - pag. 39

Ciao a tutti, io sono Da-vide, ho 18 anni e tramite questo giornale vorrei fare dei ringraziamenti alle molte persone che mi sono state vicine in questi ultimi e tragici mesi, dove tutto si è cambiato.Prima però voglio rac-contarvi come era la mia vita.... Frequentavo la Va geometri. Andavo a scuo-la, arrivato a casa pranza-vo e poi con il mio insepa-rabile cane Aries prendevo gli sci d’alpinismo e via ad allenarmi per un paio d’ore al giorno. Alla sera facevo i compiti, studiavo e già pensavo a dove anda-re il pomeriggio dopo. Con la squadra del BRENTA andavamo a fare gare la domenica e, se non c’era-no gare con il mio amico Norman andavamo ad al-lenarci su vette bellissime che ci circondano. Grazie alla squadra e Norman ho passato un inverno vera-mente indimenticabile. Es-sendo giovane facevo molti

progetti sia per la vita che per lo sport. Volevo com-perare attrezzatura più leggera però più cara così ho cominciato a lavorare in un ristorante il saba-to sera. Purtroppo la vita non sempre è come si vor-rebbe. Alla sera rientrato dal lavoro stavo bene e al mattino appena svegliato mi sentivo tutto informica-to. A scuola non riuscivo a scrivere, non ero capace

di concentrarmi. Il dottore mi ha mandato a fare una visita e da qui si è arrivati a capire quale fosse la mia malattia. Ho passato due mesi e mezzo in ospedale, avevo vicino a me la mia famiglia, Lara la fi danza-ta di mio fratello Claudio, zii, cugini, nonne. Grazie a tutti loro che non mi hanno mai lasciato da solo sono riuscito a superare mo-menti davvero diffi cili.

Quando ho cominciato a stare meglio sono venuti a trovarmi i miei compagni di classe, e mi hanno por-tato un po’ di sole nelle mie giornate buie, mi telefona-vano, mi messaggiavano, grazie anche a voi tutti sie-te stati meravigliosi.Dopo sono arrivati i miei professori, come erano di-versi da quando andavo a scuola: scherzavamo, ride-vamo come dei vecchi ami-

ci. Grazie anche a voi che mi avete regalato un paio d’ore di serenità.Ritornato a casa ho voluto subito riprendere in mano la mia VITA di prima e qua-le modo migliore se non an-dare a scuola?Qui mi hanno fatto una grande festa, la classe ad-dobbata con un BEN TOR-NATO, pasticcini, bibite, tutti vicini a me, che bello, non mi ero mai accorto

prima di come ci vogliamo bene.La dirigente GULLI, Pucci, i miei professori, i bidelli, i tecnici di laboratorio, tutti mi sono stati vicini.I professori non sono stati di meno, e assieme abbia-mo pensato cosa portare all’esame.Ora la scuola è fi nita, vo-glio ringraziarvi per tutto quello che avete fatto per me e la mia famiglia.La mia malattia mi ha fatto capire molte cose, l’ami-cizia e l’amore, sono cose molto importanti e bisogna sempre averne per il pros-simo, perché quello che è successo a me può capitare a tutti. Un consiglio a tan-ti giovani come me. Non fumate, non bevete, avete la salute che è al cosa più importante, rispettate la vostra vita, a me è successo pur essendo senza vizi.Grazie ancora di cuore a tutti. Davide

Un grazie a chi mi ha aiutato

Davide: “Purtroppo la vita non sempre è come si vorrebbe”

La posta

Gentile Direttore,un “elettore di sinistra” di Fiavè ha scritto al Vostro giornale (Gdg di agosto, ndr.) una lettera infuriata contro il PD e coloro i quali, all’interno del partito, ritiene essere i colpevoli della sconfi tta alle primarie e di ogni sorta di nefandezza. Una lettera davvero “al veleno”, nella quale non si risparmiano colpi a nessuno: tutti cialtroni, incapaci e attaccati alla poltrona. Mi spiace che sia questa la visione che questo elettore ha del Partito Democratico, ma non è questo il punto: ciò che mi lascia davvero perplesso è l’affermazione secondo la quale un elettore di sinistra non può votare un candidato presidente di un altro partito, anche se questo è risultato vincitore in una competizione democratica. Se davvero fosse così, ben poca cosa sarebbe la sinistra, in Italia e in Trentino. Invece così non è: soprattutto nella nostra provincia, da quindici anni i partiti della sinistra riformista hanno saputo mettersi al servizio di un progetto politico più ampio e aperto, che ha saputo dare a questo nostro territorio un governo stabile ed effi cace. Certo, ogni cosa umana è migliorabile, e molte sono le cose da correggere: ma sarebbe sciocco e davvero miope negare, in nome di una sbandierata identità “di sinistra”, la bontà delle politiche dei governi di centrosinistra autonomista in Trentino, che hanno fatto sì che – mentre in Italia dilagava il berlusconismo e nel nord dominava la Lega– qua ci fosse una costante attenzione ad un’equa redistribuzione della ricchezza e alle politiche di sviluppo. Questa, secondo me, è una politica progressista: gli indicatori sul benessere e la qualità della vita, nel loro piccolo, dicono chiaramente che il Trentino guarda alle migliori esperienze europee, grazie ad una comunità coesa e responsabile che ha voluto esprimere un progetto di governo riformista e saldamente ancorato alla dimensione territoriale e autonomista. Questo è il progetto che va difeso e rilanciato: e il PD, in questa sfi da, deve continuare ad avere un ruolo centrale, senza subordinazioni, senza essere “zerbino” di nessuno, ma senza nemmeno la paura di mettersi in gioco e di confrontarsi con altre culture politiche. Il Trentino e i cittadini trentini, in questo momento di diffi coltà, non hanno bisogno di presunti radicalismi e di puristi dell’identità, ma di partiti e governanti capaci di mettere al centro il confronto come prassi di azione politica, consapevoli della complessità delle sfi de che ci attendono: se il centrosinistra autonomista riuscirà ad interpretare e a dare risposta a questa complessità, sarà ancora un progetto utile e necessario al governo di questa nostra terra alpina.

Bruno Dorigatti – Presidente del Consiglio provinciale di Trento

Il Pd deve sapere mettersi in giocoPerchè mai nessun “eletto” nel Banale?

Egr. Sig. Amistadi, fra poco ci saranno le elezioni provinciali, volevo chiederle un suo parere (visto che conosce molto bene i votanti delle Giudicarie) come mai la zona del Banale non sia mai stata rappresentata in Provincia? E nemmeno personaggi di spicco nella sua storia. Il Lomaso ha avuto un poeta, un Don Guetti, Luca Carli, Tonina, per-sona che occupa tutt’ora posti di responsabilità. Il Bleggio con la Berasi, Bombarda, Luchesa e altri. La Rendena con Ongari, Binelli, Cominotti, Olivieri, Valentini, Zulber-ti e altri. La Busa con l’Antolini e la Cogo. Il Chiese con Amistadi, Nicolini, Andreolli, Donati e altri. A parte Gianfranco Pederzolli, presidente del B.I.M., personaggi di alto profi lo nel Banale mai. Ci salviamo con l’artigianato, una scarsa agricoltura, un turismo sempre più in diffi coltà (Stenico non ha più un albergo in paese). A S.Lorenzo si lavora poco malgrado quella costosissima e defi citaria mega piscina inaugurata da poco. La viabilità è quella che è. Nel Parco e nel Comprensorio non abbiamo mai avuto peso. Sarà il clima? O una grande inclinazione a non darsi da fare, o un castigo divino che ci considera citrulli? Al buio orizzonte niente di nuovo, assoluta mancanza di persone e di fatti. Ognuno ha quel che si merita. Silvano da Stenico

Sig. Silvano, mi ha fatto piacere la sua lettera anche perchè le sue considerazioni, per gran parte giuste, non me le ero mai poste. Io ho sempre considerato le Giudicarie un unico territorio, una grande famiglia, che doveva essere rappresentata a Trento, questo sì, senza però mai pormi il problema da quale zona provenissero i prescelti. A ben pensarci le cose stanno come dice lei. Ma non ne conosco il motivo, né vorrei sbilanciarmi troppo, invece sarebbe interessante che altri delle Esteriori entrassero nel merito della questione che lei pone e tentassero di spiegarla. Potremo sentirne delle belle. Sono curioso di sentire il parere di chi vive nella zona , che ne conosce la storia, il carattere, la gente di ieri e di oggi. Aspettiamo e vediamo... (a.a.)

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