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2 ISTITUTO COMPRENSIVO CHIOGGIA G. GALILEI S.M.S a.s. 2015/16 GIANLUCA GIANLUCA Programma ……... Bolsena e la Tuscia Bolsena e la Tuscia dal 2 al 5 Maggio 2016 rivolto alle classi 2B 2C e 2D 2 Maggio: partenza ore 6.30 Parcheggio Arena ore 11.30 Orvieto : pranzo a sacco e visita cià e caedrale ore 19.00 arrivo a Bolsena, sistemazione e cena in Hotel 3 Stelle In serata visita a Bolsena 3 Maggio : Mano: Visita guidata a Civita Bagnoregio dove si pranzerà . Primo pomeriggio Visita guidata a Viterbo con degustazione crema di nocciola. Alle 18.30 Rientro a Bolsena e cena in Hotel. In serata passeggiata a Bolsena centro e lungolago 4 Maggio : Mano: visita guidata al Parco Archeologico di Vulci Pomeriggio: visita guidata a un frantoio e a Tarquinia: necropoli Etrusca e museo. Alle 18.30 Rientro a Bolsena e cena in Hotel In serata passeggiata a Bolsena centro e lungolago 5 Maggio : Mano: Visita guidata al Parco dei Mostri a Bomarzo. Pomeriggio Cascata Delle Marmore Alle ore 18.00 partenza per Soomarina. Rientro a Soomarina Piazzale Arena alle 23.00 5

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ISTITUTO COMPRENSIVO

CHIOGGIA

G. GALILEI S.M.S a.s. 2015/16

GIANLUCAGIANLUCA

Programma ……...

Bolsena e la TusciaBolsena e la Tuscia

dal 2 al 5 Maggio 2016 rivolto alle classi 2B 2C e 2D

2 Maggio:

partenza ore 6.30 Parcheggio Arena

ore 11.30 Orvieto : pranzo a sacco e visita città e cattedrale

ore 19.00 arrivo a Bolsena, sistemazione e cena in Hotel 3 Stelle

In serata visita a Bolsena

3 Maggio :

Mattino: Visita guidata a Civita Bagnoregio dove si pranzerà .

Primo pomeriggio

Visita guidata a Viterbo con degustazione crema di nocciola.

Alle 18.30 Rientro a Bolsena e cena in Hotel.

In serata passeggiata a Bolsena centro e lungolago

4 Maggio :

Mattino: visita guidata al Parco Archeologico di Vulci Pomeriggio:

visita guidata a un frantoio e a Tarquinia: necropoli Etrusca e museo.

Alle 18.30 Rientro a Bolsena e cena in Hotel

In serata

passeggiata a Bolsena centro e lungolago

5 Maggio :

Mattino: Visita guidata al Parco dei Mostri a Bomarzo.

Pomeriggio

Cascata Delle Marmore

Alle ore 18.00 partenza per Sottomarina.

Rientro a Sottomarina Piazzale Arena alle 23.00

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Civita BagnoregioCivita BagnoregioCivita Bagnoregio

TarquiniaTarquiniaTarquinia

ViterboViterboViterbo

MuseoMuseoMuseo

Parco dei Mostri Parco dei Mostri Parco dei Mostri

a Bomarzoa Bomarzoa Bomarzo

CascataCascataCascata

Delle MarmoreDelle MarmoreDelle Marmore

Parco Archeologico di Vulci Parco Archeologico di Vulci Parco Archeologico di Vulci

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2B 2C 2D2B 2C 2D2B 2C 2D

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Orvieto :

un po’di Medioevale e Rinascimentale.

Notizie attendibili riguardanti i primi insediamenti umani ri-

salgono al VII secolo a.C., ma è da ritenersi che il luogo fosse

già abitato sin dall’Età del bronzo e del ferro. Sorge su una rupe

di tufo vulcanico a 325 m. s.l.m., circondata da dolci colline. La

rupe fu abitata per la prime volta dagli etruschi nel IX-VIII

sec. A. C., l’abitato si chiamava Velzna (in latino Volsinii), ed

a partire dagli inizi del VI secolo a.C. fu un centro molto fioren-

te dell’Etruria. La città ebbe, dall’VIII al VI secolo a.C., un

notevole sviluppo economico e un incremento demografico. Rag-

giunse il massimo splendore tra il VI e il IV secolo a.C., diven-

tando un fiorente centro commerciale e artistico, con una supre-

mazia militare garantita dalla sua posizione strategica che le da-

va l’aspetto di una fortezza naturale. Dopo il crollo dell’Impero

Romano d’Occidente, Orvieto divenne dominio dei Goti fino al

553. successivamente, dopo l’istituzione del Ducato di Spoleto,

divenne longobarda e tornò a rifiorire espandendo il suo tessuto

urbanistico con la costruzione di fortificazioni, palazzi, torri e

chiese. Orvieto, sede residenziale delle corti pontificie in varie

occasioni, è la Città del Corpus Domini. Solennità istituita dal

Papa Umberto IV l’11 agosto 1264. i secoli XIII e XIV coin-

cisero con una crescita molto importante per la città, oltre ad un

aumento demografico e territoriale, ci fu un eccellente sviluppo

architettonico ed artistico, che si realizzò con la costruzione di pa-

lazzi nobiliari e monumentali di pregio, come il bellissimo Duo-

mo ed altre chiese della città. Nel 1527 Papa Clemente VII si

trasferì per motivi di sicurezza ad Orvieto e fece realizzare da

Sangallo il Giovane, il celebre pozzo di San Patrizio, affinché in

caso di assedio, la città non fosse privata dell’acqua. Il Duomo di

Orvieto, fu avviato nel 1290 per volontà di papa Niccolò IV. Una

delle massime realizzazioni artistiche del tardo Medioevo italia-

no. La cattedrale, intitolata alla Vergine Assunta, è stata edifica-

ta nel corso di più secoli, dal XIII al XVII. Vari sono i motivi

della sua costruzione: politici, urbanistici, sociali, artistici e non

solo religiosi, come vorrebbe la tradizione, che lega il Duomo al

miracolo dell’Eucarestia avvenuto a Bolsena nel 1263. importan-

te il magnifico rosone che raffigurano 4 dottori della chiesta:

Sant’Agostino, San Gregorio Magno, San Girolamo e Sant’Am-

brogio.

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CIVITA BAGNOREGIOCIVITA BAGNOREGIOCIVITA BAGNOREGIO

Civita venne fondata 2500 anni fa dagli Etruschi. Sorge su

una delle più antiche vie d’Italia. La struttura urbanistica

dell’intero abitato è di origine etrusca. Numerose sono le testi-

monianze della fase etrusca di Civita, specialmente nella zona

detta di San Francesco vecchio; infatti nella rupe sottostante il

belvedere di San Francesco vecchio è stata ritrovata una piccola

necropoli etrusca. Abitata oggi da una decina di persone e si-

tuata in posizione isolata, è raggiungibile solo attraverso un

ponte pedonale in cemento armato costruito nel 1965. Il ponte

può essere percorso soltanto a piedi. La causa del suo isolamen-

to è la progressiva erosione della collina e della vallata circo-

stante, che ha dato vita alle tipiche forme dei calanchi e che con-

tinua ancora oggi, rischiando di far scomparire la frazione, per

questo chiamata anche “la citta che muore” o, più raramente,

“il paese che muore”. Importante la grotta di San Bonaventu-

ra, nella quale si dice che San Francesco risanò il piccolo Gio-

vanni Fidanza (religioso e filosofo italiano soprannominato

Doctor Seraphicus, che insegnò alla Sorbona di Parigi e fu

amico di San Tommaso d’Aquino). Gli etruschi fecero di Civi-

ta (di cui non conosciamo l’antico nome) una fiorente città, fa-

vorita dalla posizione strategica per il commercio, grazie alla

vicinanza con le più importanti vie di comunicazione del tem-

po. All’interno del borgo rimangono varie case medioevali, la

chiesa San Donato, che si affaccia sulla piazza principale e dove

al suo interno è custodito il S.S. Crocefisso ligneo. Il Palazzo Ve-

scovile, un mulino del XVI secolo, la casa natale di San Bona-

ventura e la porta di Santa Maria, con due leoni che tengono tra

le zampe una testa umana, a ricordo di una rivolta popolare degli

abitanti di Civita contro la famiglia orvietana dei Monaldeschi.

Importante il periodo natalizio vi si tiene un presepe vivente. Ul-

tima settimana di luglio e la prima di agosto si tiene il Tuscia in

Jazz Festival con concerti, seminari e jam session. I migliori no-

mi del jazz mondiale si ritrovano insieme, a centinaia di studenti

provenienti da tutto il mondo nella splendida cornice di Civita di

Bagnoregio. Ogni primo saboto di agosto per la Notte in Jazz

unica notte in bianco dedicata al jazz in Italia.

La Valle dei Calanchi e Civita Bagnoregio La Valle dei Calanchi e Civita Bagnoregio La Valle dei Calanchi e Civita Bagnoregio

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VITERBOVITERBOVITERBO La città ha antichi origini (si ritiene che Viterbo da latino Vetus

Urbs, cioè Citta Vecchia). Possiede un vasto centro storico me-

dioevale e notizie più certe si hanno con la cittadina dell’Alto

Medioevo, che trae origine da un “castrum”, cioè una fortifica-

zione longobarda posta al confine tra i possedimenti longobardi

nella Tuscia e il ducato bizantino di Roma. Nel XI secolo l’in-

cremento demografico contribuì alla nascita di nuclei abitativi

fuori dal castrum, e attorno al 1090, a un primo tratto di mura.

Viterbo è storicamente nota come la Città dei Papi: nel XIII

secolo fu infatti sede pontificia e per circa 24 anni il Palazzo

Papale ospitò o vi furono eletti vari Papi. Papa Alessandro IV

decise nel 1257 il trasferimento della Curia Papale nella città a

causa del clima ostile presente a Roma. Il soggiorno durò, salvo

brevi interruzioni, fino a quanto papa Martino IV, appena elet-

to (22 febbraio 1281), allontanò definitivamente la corte ponti-

ficia da Viterbo. Accanto al Palazzo dei Papi sorge il Duomo

dedicato a San Lorenzo. Importante ricordare la rilevanza del

complesso termale e del resto attestata da numerose testimonian-

ze di letterari romani: citate da Tibullo e da Simmaco. Località

notissima all’epoca per lo straordinario numero di sorgenti, co-

me avveniva in genere in età romana per tutti gli stabilimenti

termali, anch'esse diventarono un fondamentale luogo di socia-

lizzazione. Attraverso successive alterne vicende di decadenza e

splendore, il complesso termale della città è comunque riuscito a

conservare intatta nel tempo la sua immensa ricchezza naturale.

Dai primi anni dell’Ottocento fino a oggi, continue opere di am-

pliamento e di ammodernamento lo hanno collocato tra i più at-

trezzati ed efficaci d’Europa. Nel 1962 Viterbo è stata insignita

della Medaglia d’argento al Valor Civile per gli innumerevoli

caduti ed i gravissimi danni riportati in seguito ai bombarda-

menti alleati del 1943-44, di cui fu particolarmente pesante quel-

lo del 17 gennaio 1944.Viterbo riveste notevole importanza dal

punto di vista militare; hanno sede il comando nazionale dell’A-

viazione dell’Esercito, la Scuola Sottoufficiali dell’Esercito e la

Scuola Marescialli dell’Aeronautica Militare. E’ presente l’Uni-

versità della Tuscia.

Mura EtruscheMura EtruscheMura Etrusche

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VULCI VULCI VULCI

PPParco Naturalistico Archeologicoarco Naturalistico Archeologicoarco Naturalistico Archeologico

Vulci è una città etrusca che oggi fa parte del territorio di Mon-

talto di Castro, in Provincia di Viterbo. Fu una delle più grandi

città stato dell’Etruria. Nelle necropoli che circondano la città, si

trovano migliaia di tombe, dalle forme e tipologia diverse: fosse,

tumuli, tombe a cassone, tombe a camera e tombe a corridoio. La

scoperta più importante effettuata è stata la tomba portata alla

luce dall’archeologo Alessandro Francois, tomba che da lui ha

preso il nome. La tomba Francois è completamente coperta di af-

freschi dipinti, che fanno riferimento alla mitologia greca: quan-

do fu trovata c’erano ancora i corpi dei guerrieri etruschi con le

loro armature. Tra i monumenti, il maestoso ponte detto del Dia-

volo (III s.a. C.), che con i suoi 30 metri di altezza domina il

fiume Fiora. Il Museo archeologico si trova nel Castello dell’Ab-

badia, (XIII sec..) vi si possono ammirare il ricchissimo corre-

do della tomba Panatenaica, la ceramica etrusca e greca, bronzi,

sarcofagi, ex voto ed elementi architettonici che un tempo ornava-

no templi e tombe. Il parco naturalistico archeologico di Vulci si

estende su una superficie di 900 ettari tra comuni di Montalto di

Castro e Canino nel cuore della Maremma Laziale, fra la natura

incontaminata e canyon scavati nelle rocce di origine vulcanica

dal fiume Fiora.

È costituito nel 1999; il parco offre una rete di percorsi segnalati

che permettono di visitare sia gli scavi archeologici che le bellezze

naturali dell’ Arena. Testimonianze dell’ antica città sono i resti

dell’ abitato termale. Dall’imponente cinta muraria si possono

ammirare i resti di un acquedotto romano dove si accede alla area

archeologica. Molti dei reperti ritrovati in queste zone sono espo-

sti nel Museo Nazionale Archeologico a cui si accede dal ponte di

impianto etrusco detto del Diavolo o dell’Arcobaleno, che si erge a

ben 30 metri d’altezza.

VulciVulciVulci

LagoLagoLago PelliconePelliconePellicone

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Tarquinia Tarquinia Tarquinia

La Necropoli EtruscaLa Necropoli EtruscaLa Necropoli Etrusca Si estende per circa 150 ettari a tre chilometri dall’abitato, in località

Monterozzi, è una delle più importanti tra quelle conosciute essendo ricca di

tombe a camera con decorazioni pittoriche. L’uso di decorare le camere se-

polcrali non è prerogativa della città di Tarquinia, ma è solo qui il fenome-

no raggiunge dimensioni tali da costituire un’ importante testimonianza

dell’evoluzione della civiltà Etrusca dal VII al III secolo a.C. Sino ad oggi

si conoscono circa 200 sepolcri con pitture o tracce di pitture che ritroviamo

esclusivamente nelle dimore funebri degli aristocratici. Le immagini che vi

sono riprodotte tendono a ricostruire intorno alla figura del defunto scene

che si riferiscono alla sua vita quotidiana, riflettendo una credenza comune

a tutti i popoli primitivi, la continuità della vita oltre la morte. Tra le mol-

teplici, sono attualmente visitabili complessivamente 14 tombe: Tombe del

Cacciatore, dei Giocolieri, della Pulcella, Cardarelli, della Fustigazione,

Fiore di Loto, delle Leonesse, dei Gorgoneion,dei Caronti, dei Leopardi,

delle Baccanti, della Caccia e Pesca. Nel 2004 fu dichiarata dall’UNE-

SCO “Patrimonio dell’Umanità” per la presenza di un eccezionale ciclo

monumentale di tombe dipinte, definito come “la prima pagina della gran-

de pittura italiana”. È il più grande dei cimiteri dell’ antica città etrusca

di Tarquinia e consta di più di 6.000 tombe etrusche sotterranee che occu-

pano tutto il vasto colle dei “Monterozzi”. Le tombe, ornate con scene figu-

rate tra cui cacciatori, pescatori, suonatori, danzatori, giocolieri, atleti, rap-

presentano la ricchezza ed il potere dei defunti per cui furono eseguite: sono

il simbolo del loro elevato rango sociale. L’importanza della pittura etrusca

è legata anche alla totale perdita della pittura greca, di cui possiamo farci

un’idea tramite le decorazioni di alcune eccezionali tombe tarquiniesi, dove

infatti si è ipotizzata la mano di artisti greci, attirati in Italia a decorare i

sepolcri dei ricchi etruschi

La CivitaLa CivitaLa Civita Percorrendo la strada che porta a Monte Romano, dopo circa sette chilome-

tri, una deviazione sulla sinistra conduce all’ antica Metropoli etrusca ‘ oggi

detta Pian della Civita o Pian della Regina. Sul punto più elevato del Pian

della Regina sono visibili le imponenti rovine di un grande tempio etrusco,

edificato probabilmente nella prima metà del IV secolo a.C. L’ edificio era

preceduto da una monumentale scalinata d’accesso ed era decorato da statue

acroteriali fittili, di cui si sono conservate soltanto i celebri Cavalli Alati

esposti nel Museo Nazionale Tarquiniense. In età augustea fu collocato

presso l’ angolo Nord-Est un grande bacino circolare di fontana. Proseguen-

do verso la punta del pianoro, sulla destra, si incontra un’ area in cui sono

visibili resti della cinta muraria, di una porta e di edifici.

Tomba dei LeopardiTomba dei LeopardiTomba dei Leopardi

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I MOSTRI I MOSTRI DI DI BOMARZOBOMARZO Il Parco si estende su una superficie di circa 3 ettari di conifere e latifoglie.

Si trova in prossimità dell’omonima località di Bomarzo provincia di Viter-

bo. Al suo interno trovano posto un gran numero di sculture di varia gran-

dezza ritraenti animali mitologici, ma anche edifici che riprendono il mon-

do classico. È Denominato anche Sacro Bosco. Si tratta di un parco natu-

rale ornato da numerose sculture risalenti al XVI secolo e ritraenti animali

mitologici, divinità e mostri in basalto, materiale disponibile in quantità

massiccia in loco. L’architetto e antiquario Pirro Ligorio uno dei più gran-

di architetti della seconda metà del 1500. Su commissione del principe Pier

Francesco Orsini (detto Vicino Orsini-1523-1585), progettò la sua realiz-

zazione, nel 1547. Orsini chiamò il Parco Sacro Bosco e lo dedicò a sua mo-

glie, Giulia Farnese.

Il Parco del Sacro BoscoIl Parco del Sacro BoscoIl Parco del Sacro Bosco

18 17

Lago di Bolsena 2C 2C 2C --- 2B 2B 2B --- 2D2D2D

I miei Professori

Cattedrale di Viterbo

LALA CASCATA CASCATA

DELLEDELLE MARMOREMARMORE

La cascata delle Marmore è una cascata a flusso controllato, tra

le più alte d’Europa, si trova a circa 7,5 Km di distanza da Ter-

ni, in Umbria, alla fine della Valnerina. E formata in prossimi-

tà della frazione di Marmore. E presenta tre salti. Le acque sono

sfruttate per produrre energia elettrica; pertanto la cascata è atti-

va solo in alcune ore della giornata. Si trovano sia forme primiti-

ve come alghe, muschi, licheni. Sia come organismi evoluti

(macromiceti). Grande è la varietà di piante acquatiche e terre-

stri. Sono presenti anche diversi tipi di anfibi, pesci, rettili e uc-

celli. C’è una leggenda riguardante la sua origine. Una ninfa di

nome Nera si innamorò di un bel pastore: velino. Giunone geloso

di questo amore, la trasformò in un fiume, che prese appunto il

nome di Nera. Allora velino per non perdere la sua amata si gettò

a capofitto sulla rupe di Marmore. Per i locali questo salto si re-

plica oggi.

Cascata Cascata Cascata delledelledelle MarmoreMarmoreMarmore

20 19

BolsenaBolsena

Cattedrale di OrvietoCattedrale di OrvietoCattedrale di Orvieto Casa Torre ViterboCasa Torre ViterboCasa Torre Viterbo

Civita BagnoregioCivita Bagnoregio

Frantoio Frantoio Frantoio --- ParadossoParadossoParadosso

ViterboViterboViterbo

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NecropoliNecropoliNecropoli

Momenti di Relax tutti insiemeMomenti di Relax tutti insiemeMomenti di Relax tutti insieme

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Festa FinaleFesta FinaleFesta Finale

FrantoioFrantoioFrantoio Viterbo Viterbo Viterbo

Devo dire che questa gita è stata la cosa più bella che ho fatto in questo an-

no di scuola e ringrazio i professori che mi hanno dato fiducia e mi hanno

permesso di partecipare, in particolare i professori Genovese, Trolese e

Mosca che ci hanno accompagnati. Prima di partire, per molti giorni mi sono

preparato sull’itinerario della gita: ho cercato su Internet e sulle guide turisti-

che i luoghi che dovevamo visitare, ho letto tutte le informazioni, ho fatto i

riassunti per segnare le notizie più importanti e poi ho ricavato le foto più in-

teressanti. Tutto questo materiale l’ho messo in questo giornalino. E così ho

fatto la prima parte. La seconda parte l’ho inserita dopo il viaggio: fotografie

scattate da me e dai miei compagni e professori con i commenti e le osser-

vazioni. Così ho composto il giornalino. Mi è molto piaciuto occuparmi di que-

sta attività, leggere, studiare, scegliere le cose che mi sembravano più inte-

ressanti, comporle nelle pagine, scrivere al computer, usare internet e i pro-

grammi adatti per fare questo lavoro. E’ stato emozionante vedere crescere il

mio giornale di viaggio un po’ alla volta, sotto la guida dei miei insegnanti: il

Prof. Penzo Fabio che mi ha seguito nella parte pratica e informatica, il

Prof. Genovese Carmelo che mi ha dato le indicazioni riguardanti l'itinerario

e mi ha aiutato con i riassunti, la Prof.ssa Pasqualina Boscolo che ha orga-

nizzato l’attività e mi ha parlato per convincermi ad impegnarmi su questo

progetto. Mi ha spiegato perché era importante, come dovevo farlo e ne ha

fissato le fasi. I professori mi avevano detto che con questo progetto potevo

studiare tante materie: Geografia, Storia, Italiano, Scienze, Storia dell’arte,

informatica ma soprattutto mi hanno fatto capire che avevo l’occasione di di-

mostrare che sono maturato, che sono capace di impegnarmi su una cosa

importante, che sono capace di raggiungere un obiettivo prendendomi le re-

sponsabilità della riuscita. Ringrazio i miei professori che mi hanno dato la

possibilità di fare la bella esperienza della gita, di conoscere luoghi molto

interessanti, di stare con loro e di scoprire la vita di gruppo con i miei compa-

gni per quattro giorni, di mettermi alla prova sulle mie responsabilità e di fare

un progetto che mi ha dato tanta soddisfazione.

Gianluca Zennaro Gianluca Zennaro Gianluca Zennaro 2B

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