Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

188
Gianfranco ........ Racconti e altro di un residente in “Via Da Brindisi” Gianfranco Perri 2012 Seconda Edizione 2016

description

Racconti articoli e altro, di Gianfranco Perri, un brindisino doc che scrive dall´altra parte del mondo. É un libro parzialmente autobiografico nel quale il protagonista vero é Brindisi, la cittá di nascita di Gianfranco Perri, cittá in cui ha vissuto solo fino a 18 anni... poi vi é peró sempre e costantemente ritornato durante gli ormai tantissimi anni trascorsi da quel primo viaggio per gli studi al Politecnico di Torino nell´ottobre del 1969.

Transcript of Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

Page 1: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

Gianfranco........Raccontiealtro diunresidentein“ViaDaBrindisi”

GianfrancoPerri2012

SecondaEdizione‐2016‐

Page 2: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

2

Gianfranco ..... Racconti e altro

Su Senzacolonne del 5 febbraio 1999 e Brindisiweb 2000 - di G. Membola

Le mappe di Brindisi: rassegna storica e curiosità

Lo sventramento delle Sciabiche brindisine

Lo storico e glorioso idroscalo di Brindisi

I bombardamenti a Brindisi tra il 7 e l’8 novembre 1941

La fontanella dei Giardinetti della Stazione Marittima

Premio Internazionale Pugliesi nel Mondo 2009

All'Università.di.Foggia..."Qualche riflessione notturna sul perché e sul.come.di.un positivo percorso accademico professionale e di vita"

Passeggiando al corso di Brindisi tra presente e passato

Brindisini la mia gente: una scoperta

Sorvolando il Lago Titicaca da Lima a Sao Paulo il 5 .2. 2011

Tre amici differenti: Mimmo - Remo - Raffaele

Musicisti Brindisini: un gruppo e una storia

L’Isola di Wight agosto 1970: 40 anni fa, io c’ero

Cari ragazzi bisogna lottare per emergere

Un sindaco può fare la differenza

Quando suonavamo alla base USAF, viaggio nel futuro

IloveBrindisi..."Il signor Manca e gli emigranti brindisini"

Brindisi, perla in un pianeta di bellezze

Lima e Brindisi: due città di pescatori e di antica cultura culinaria

Un anno fa nasceva ¨Brindisini la mia gente¨: il bilancio

Naufragi: Andrea Doria e Concordia. Altri tempi o altri uomini?

Monumento a rischio. Acqua nel sottosuolo indebolisce la struttura

Tanti frutti di mare e “na bedda chiazza” a Santiago del Cile come a Brindisi

Il racconto di un brindisino alla corte di Fidel Castro

Page 3: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

3  

Gianfranco......... Raccontiealtro

diunresidentein“ViaDaBrindisi”

GianfrancoPerri2012

SecondaEdizione

Page 4: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

4  

ViaDaBrindisi,unastradachenonesistenellatoponomasticae che però è la più popolata da brindisini. Via Da Brindisiraccoglie tutti quelli che, per scelta o per necessità, hannolasciatoBrindisievivonoinaltrecittàdell’Italiaodelmondo.

Gianfranco.....Raccontiealtro

Page 5: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

5  

AvoltemichiedoseGianfrancoPerriabbiadavvero60anniopiuttostosiaunodiqueipersonaggi senza età cheattraversano lo spazio e il tempoabordodiunamacchinamagica.Teloritroviquaelà,neiluoghipiùdisparatienegliannipiùdiversi.Unavoltaconla faccia da bambino curioso nato in via Castello all'angolo con via Cittadella,un'altra testimone della comunità peruviana di Lima o di quella colombiana diBogotá,epoirieccoloaBrindisiasuonareilcontrabbassoconilsuocomplessodeiMarines cheaccompagnavaAchilleTogliani in concertoaTorreCanne, equindiriapparenellestradediBuenosAiresaosservareballeriniditangonelquartierediSanTelmo,oaCubacercandodicapirecosasuccederàdopoFidelCastro.Erieccolo inversioneFigliodei fiori, il30agosto1970,sull'isoladiWightotra imanifestanticheoccupano ilPolitecnicodiTorino fra il1969e il1970,nelpienodelperiododellaribellionestudentesca.LavitadiGianfranco, sedavveroesistee sehapropriouna sessantinad'anni,èquelladiuno straordinarioForrestGump cheparla con la stessa semplicitàdeivicoli della Brindisi di una volta e dei tunnel che progetta, come nessuno, aCaracas.ChetrascorrelesuevacanzeaMiamiBeachmanonvedel'oradivenireasbirciare quel che resta diMariMisti o di Sant'Apollinare. Che partecipa ai piùimportanti convegnidi ingegneriadelmondoma chenonmancamaiquando siriunisconogliamicidelgruppo"Brindisinilamiagente".Tutto questo e molto altro si trova in questo libro, solo apparentementedisordinatoeconfuso.Sonoappuntiappassionatidiunviaggiatoredeltempocheraccoglieemozionie letrasmetteachiha lafortunadipoterlepercepire...primacheripartaun'altravolta.Così che anche sulla sua padronanza dello spagnolo ci viene un dubbio: lo haimparato studiandoloo loha solo ricordato tornando indietronel tempo finoalperiododelladominazionespagnola?Magariloavremmovistonel1600alfiancodel governatore Pedro Aloysio de Torresmentre ordinava la costruzione dellafontana di piazza Vittoria.Ma senza una fotografia che ce lo testimoni non loscopriremomai!

GianmarcoDiNapoliDirettorediSenzacolonne

Brindisi,dicembre2012

Page 6: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

6  

A vecesmepregunto siGianfrancoPerri tenga verdaderamente sesentaañoso simásbienseaunodeaquellospersonajessinedadqueatraviesanelespacioyeltiempoabordodeunamáquinamágica.Te loreencuentrasporaquíyporallá,en los lugaresmásdisparejosyen losañosmásdiferentes,unavezconlacaradeniñocuriosonacidoenvíaCastelloenlaesquinaconvíaCittadella, otra vez testigo de la comunidad peruana de Lima o de la colombiana deBogotá, y luego reaparece enBrindisimientras toca el contrabajo con su grupo de "IMarines"acompañandoAchilleToglianienconciertoenTorreCanne,yluegoapareceenlascallesdeBuenosAiresacontemplarlosbailarinesdetangoenelbarriodeSanTelmo,oenCubabuscandoentenderquesucederádespuésdeFidelCastro.Yderepente,enversiónHijodelasflores,el30deAgostode1970,alconciertosobrelaIsladeWigth,oentrelosmanifestantesqueocupanelPolitécnicodiTorino,entre69y70,enelplenodelaépocadelarebeliónestudiantil.LavidadeGianfranco,sideverdadexisteysitienejustounossesentaaños,esaquelladeunextraordinarioForestGumpquehablacon lamismasencillezde lascallecitasde lasBrindisi de antaño o de los túneles que proyecta, como nadiemás, en Caracas. QuetranscurresusvacacionesenMiamiBeachperoansiandoelmomentodeveniraojearloque queda de las playas MariMisti o Santa Apollinare. Que participa en los másimportantes congresos de ingeniería en todo elmundo y pero nunca falta cuando sereúnenlosamigosdelgrupo"Brindisinilamíagente".Todoestoymuchomásseencuentraenestelibro,solamenteenaparienciadesordenadoyconfuso.Sonlosapuntesapasionadosdeunviajadordeltiempoquerecogeemocionesylastransmiteaquientienelasuertedepoderlaspercibir...antesquepartadenuevootravez.Asíquétambiénsobresudominiodelalenguaespañolanosvieneunaduda:laaprendióestudiándolaosolamenteselarecordóvolviendoatráseneltiempohastaelperiododeladominación española enBrindisi?A lomejor lohabríamos visto en el1600a ladodelgobernadorPedroAloysiodeTorresmientrasordenabalaconstruccióndelafuentedelaplazaVittoria.Perosinunafotografíaquenosloatestigüe,nolodescubriremosnunca!

GianmarcoDiNapoliDirectordeSenzacolonne

Brindisi,diciembre2012

Page 7: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

7  

SononatoaBrindisipocopiùdi60annifaedhovissutoaBrindisiperesattamente18anni,imieiprimi18anni.DopononhopiùvissutoaBrindisi,anchesenonsonomaistatoassente inmanieracontinuadaBrindisiperpiùdialcunimesi:maiuninteroanno,neanchequandodopol'universitàaTorinoandaiinEcuadorafareilservizio civile, eneanche quandomi sposai emi stabiliia Caracasmettendo sucasa famiglia e lavoro. A Brindisi infatti ci sono sempre tornato e continuo aritornarci: due, tre ed anche quattro volte l'anno. Ho sorvolato l'oceano ormaiquasi200volte,esperopropriochenemanchinoancoratantealtredisorvolate.Naturalmentee certamente tornavoaBrindisipervisitare imiei,poipurtropposololamammaemiasorellaSilvana.Mainquestocostanteequasiossessivovolerritornare,adogniricorrenza,adognioccasione,...adogniscusa,c'eracredoanchequalcos'altro, c'era una qualche altra attrazione, certo inconscia, forse vaga ecomunque non razionalmente identificata, ...una specie di richiamo da unadimensione immateriale. Poi un paio di anni fa, ...facebook, un gruppo virtuale'Brindisini la mia gente', e di colpo, ...quasi per magia, ...una formidabile edinarrestabile tormenta di innumerevoli immagini, e poi, ...di parole, di frasi, diracconti, di luoghi, di sensazioni, sentimenti, persone, amici, emozioni... E tutto,propriotutto,direttamenteincredibilmenteeintimamentelegatoaquei18anni,aqueipochianni,benmenocheunterzodiquantiormaivissuti.Egià,quegliannidell'infanzia, dell'adolescenza, della prima gioventù: è incredibile quanto sianotrascendenti, quanto segnino, quanto caratterizzino e quanto scalfiscano nelprofondolapersonalitàelastessaesistenza.E'impattantescoprirecomelaterraincuisinascee incuisi imparaaparlare,acamminare,acapire,astudiare,asperimentare,adamare,...adessere,esercitiunrichiamocosìpoderoso,consciooinconscio, timido o dirompente, ma comunque ineludibile: il richiamoinconfondibiledell'amore!Edèforseperquestochec´èintuttelepaginediquestolibro,...diraccontiealtro,unindubbioprotagonista:Brindisi

GianfrancoPerri

ViaDaBrindisi,dicembre2012

Page 8: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

8  

Gianfranco.....Raccontiealtro

Page 9: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

9

Gianfranco ..... Racconti e altro

Su Senzacolonne del 5 febbraio 1999 e Brindisiweb 2000 - di G. Membola

Le mappe di Brindisi: rassegna storica e curiosità

Lo sventramento delle Sciabiche brindisine

Lo storico e glorioso idroscalo di Brindisi

I bombardamenti a Brindisi tra il 7 e l’8 novembre 1941

La fontanella dei Giardinetti della Stazione Marittima

Premio Internazionale Pugliesi nel Mondo 2009

All'Università.di.Foggia..."Qualche riflessione notturna sul perché e sul.come.di.un positivo percorso accademico professionale e di vita"

Passeggiando al corso di Brindisi tra presente e passato

Brindisini la mia gente: una scoperta

Sorvolando il Lago Titicaca da Lima a Sao Paulo il 5 .2. 2011

Tre amici differenti: Mimmo - Remo - Raffaele

Musicisti Brindisini: un gruppo e una storia

L’Isola di Wight agosto 1970: 40 anni fa, io c’ero

Cari ragazzi bisogna lottare per emergere

Un sindaco può fare la differenza

Quando suonavamo alla base USAF, viaggio nel futuro

IloveBrindisi..."Il signor Manca e gli emigranti brindisini"

Brindisi, perla in un pianeta di bellezze

Lima e Brindisi: due città di pescatori e di antica cultura culinaria

Un anno fa nasceva ¨Brindisini la mia gente¨: il bilancio

Naufragi: Andrea Doria e Concordia. Altri tempi o altri uomini?

Monumento a rischio. Acqua nel sottosuolo indebolisce la struttura

Tanti frutti di mare e “na bedda chiazza” a Santiago del Cile come a Brindisi

Il racconto di un brindisino alla corte di Fidel Castro

Page 10: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

10  

Gianfranco.....Raccontiealtro

Page 11: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

11  

Venerdí5Febbraio1999

Page 12: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

12  

NOTEDISORDINATEPERL’AMICOGIOVANNIDI“SENZACOLONNE”

5Febbraio1999ABrindisi,sononatonell´OspedaleDiSummaedaquantohoinmemoria,sonosemprevissutoin Via Castello 3 (angolo via Cittadella Nuova di fronte alla caserma, ormai da anniabbandonata, dell´esercito). Mia madre, Alba Aprile (brindisina da padre Cosimo Aprile emadreAntoniaDeMarco),continuaaviverenellastessacasaeconservaancoraintattalamiastanza. Mio padre Settimio era (è deceduto poco più di 2 anni fa) calabrese, maresciallodell´AereonauticaMilitare,inservizioall´aeroportodiBrindisifindallafinedellaguerra.MiasorellaSilvanaPerri,diqualcheannopiùgrandedime,vivealCasale,èprofessoressadiItalianodatantianniedèsposatacon(unodeitantissimibrindisinidoc)Guadalupi,Cosimino.Haduefiglie,Enricachesilaureaquest´annoalPolitecnicodiTorino(comesuozioGianfranco)eMarialbachesimaturaquest´annoalClassicodiBrindisi.La mia (mai dimenticata) scuola elementare è la San Lorenzo, in Largo Angeli con il mioprofessore (anch´eglimai dimenticato) Angelo Pinto. Poi la scuolamedia Virgilio e quindi ildiplomaall´istitutoG.GiorgidelCasale:loinaugurammoalmioquintoannoeful´annoincuisiapprovòla¨LeggeSullo¨perl´esamedistatoconla¨nuova¨modalitàdelvotoinsessantesimi,etc. Inquell´annopartecipaiattivamentealleprimeoccupazioni,anchenotturne,dellescuolesuperioriaBrindisi,adimitazionediquel¨68universitario¨dell´annoprecedente.Honaturalmentetantiziiecuginidell´età,questiultimi,dipocopiùodipocomenochelamia:a Gianni Bonatesta (titolare della omonima società di trasporti che ha sede sul LungomareCalafati) sono affettivamente molto legato, ed a Galiano Lombardi (titolare con l´amicoGiancarloCafierodella,simpaticaedinteressante,ValigiadelleIndie)nonrisparmioquasimaiuna,semprepiacevole,visitaquandosonoaBrindisi.Di Brindisi mi piace (e non ci rinuncio mai, anche indipendentemente dal tempo, quelloatmosfericoequellodell´orologio)ilpasseggiaretracasamia‐poiviaSantabarbaraoviaSantaAloi, poi piazza Santa Teresa o via al Duomo (passando dalla Valigia delle Indie), poi viaColonneolungoladiscesaLucioScaranochefiancheggiale¨Sciabbiche¨‐edillungomare:tuttointero e per più volte, dalla porta dellaMarinaMilitare (LaDifesa) alla porta della StazioneMarittima.E´ un lungomare bellissimo ed unico; la vista dalle Colonne Romane (non ho voglia dicommentare il ¨senzacolonne¨ perché non ho voglia di interrompere questo mio gradevolemomento) è per me di un bello difficile da descrivere. E’ un vero peccato che non siadegnamente valorizzata quella bella terrazza adiacente alla scalinata, ci si potrebberotrascorreredelleoreinveracontemplazione.PoimipiaccionodiBrindisi(emimancanoincertimomenti)tantissimealtrecose:ildialetto,lacucina,lacampagnae,dinuovo,lepasseggiatenelcentro:anchedall´altraparte,dallepartidellaviaLata, laChiesadelCristo (avevounaragazzacheabitavanell´istitutocommerciale),Porta Lecce, I Bastioni, Porta Mesagne, Il Calvario e, tornando a casa, il Chiostro di SanBenedetto(dovehofattoilCatechismoe,...tantealtrecose).QuellochenonmipiacediBrindisi,nontelovogliodire,...magariun´altravolta.

Page 13: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

13  

DopoilPolitecnico,egiàassistentedelmioprofessore(ilRettoreLelioStragiotti),miaspettavail servizio militare, ma mi sembrò fosse più interessante il ¨Servizio Civile¨. Ed anche qui,circostanzialmente, pioniere: questa volta della ¨Legge Pedini¨ che permetteva a pochissimiitaliani all´anno di fare il servizio civile nei paesi in via di sviluppo durante due anni inalternativa al servizio militare. Durante tutto l´anno precedente un continuo scrivere e poianche viaggiare a Roma, tra ministeri ed istituzioni non governative e tra lo scetticismo el´incredulitàdiamicieparenti.Poiinvece...siparteperl´Ecuador(?)inSudAmerica,doposeimesidallalaureaedopoaverconosciutodaduemesiquellachesarebbediventatamiamoglie.Mariana Aristeguieta era giunta da ingegnere al Politecnico di Torino dal Venezuela perstudiareinuncorsopostlaureainingegneriadeltraffico.A Guayaquil, in Ecuador per due anni: tutto interessantissimo. Nel frattempo ho conosciutoCaracaselafamigliadiMarianainVenezuela,nelfrattempoMarianahafinitoilsuocorsoenelfrattempocisiamopoisposatiaCaracas.FinitoilserviziociviledovevoconmiamoglierientrarealmiopostodilavoroalPolitecnicodiTorino, ma... pensandoci un po’ su e, ovviamente, senza chiedere molti pareri in girospecialmenteallamiafamiglia,mitrasferiialavorareaCaracasdifrontealMaredeiCaraibi,aduntirodischioppodagliStatiUniti(treoredivoloperMiamiequattroperNewYork,conlostessofusoorario)eadunsalto(!)diOceanoAtlanticodall´Europaedall´Italia.Ho una famiglia bellissima: moglie e tre figli. Juan Francisco di 20 anni al terzo anno diingegneria civile al Politecnico di Torino, Andreina di 19 anni al secondo anno di economiaall´università americana Franklin College di Lugano, e Roberto di 17 anni all´ultimo anno diliceoaCaracas.

IsoladiMargarita‐Dicembre1999

Page 14: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

14  

www.brindisiweb.com

GianfrancoPerri è un brindisino orgoglioso e affezionato alla città,ma ancheun affermatoprofessionista,unodeimassimiesponentiinternazionalidell’ingegneriaedellaprogettazionedigallerieinparticolare,nonchédocenteuniversitarioinVenezuela.

LasuaprofessioneesoprattuttolesuecompetenzespecifichehannopermessoaquestonostroconterraneodifarsivalerenelSudAmerica,ottenendoriconoscimentiemeritichefannodiluiunostimatoprofessionistadelsettoreingegneristicoenelcampodellageotecnica,unaillustrepersonalitàcheconservanelsuocuorel’amoreelapassioneperlacittàcheglihadatoinatali.GianfrancoPerriènatoaBrindisi,edhavissutosinoaitempidell’UniversitàconlasuafamigliainviaCastello,nellacasadovetuttoraabitalamadreAlbaAprile.

Ha frequentato le scuole elementari San Lorenzo (“mai dimenticata, come ilmio professorePinto”racconta),e lemedieallaVirgilio,diplomandosipoipressol’IstitutoIndustrialeGiorgi.“Inqueltempopartecipaiattivamentealleoccupazioni,anchenotturne,dellescuolesuperioriaBrindisi” scrive ricordandosi di quell’anno successivo al “68 universitario”, che gli studentidell’epocavolevanoimitare.Hacompletato isuoistudi laureandosicon lodealPolitecnicodiTorino inIngegneriaMineraria,nellostessoAteneoèdivenutosuccessivamenteassistentedi“Geomeccanica”eprofessoredi“meccanicadellerocce”.

Ma nel destino di Gianfranco c’era l’America latina, infatti è stato uno dei primi e dei pochiitaliani ad aver svolto il sevizio civile nei paesi in via di sviluppo in alternativa al serviziomilitare,e“tral’incredulitàdegliamicieloscetticismodeiparentisonopartitoperl’Ecuador”ci racconta “dove ho vissuto per due anni dove ho esercitato le cattedre di Geotecnica e diMeccanica delle rocce nella Escuela Superior Politecnica del Litoral di Guayaquil. DurantequestoperiodohadecisodisposareMarianaAristeguieta,uningegnerevenezuelanocheavevaconosciuto qualche tempoprima aTorino; da questa unione sono nati i figli Juan Francisco,AndreinaeRoberto,duedeiqualistudianoinfacoltàuniversitarieeuropee.

FinitoilserviziociviledovevafarritornoalsuopostodilavoroalPolitecnico“ma...pensandocisue senzachiederepareri ingiroedaiparenti ‐ continuaconunapuntadi ironia ‐mi sonotrasferitoa lavorareaCaracas,di frontealMardeiCaraibi,aduntirodischioppodagliStatiUnitieadunsaltodiOceanoAtlanticodall’Europaedall’Italia”.

Nellacapitalevenezuelanahacontinuatolasuaattivitàuniversitaria,rivestendoanchefunzionididirettoredelDipartimentodiIngegneriaMinerariaper6anniedipresidentedellaSocietàVenezuelanadiMeccanicadelleterreedellefondazioni.TraisuoipiùrecentilavoriannoveralaprogettazionedellegallerieurbaneedextraurbanedellametropolitanadiCaracasedialtrecittà venezuelane, ed attualmente sta seguendo la progettazione esecutiva di una ventina digallerie ferroviarie. Il suo ricco curriculum si completa con ben 63 pubblicazioni tecniche escientifiche (ed un libro) scritti per varie riviste e congressi internazionali ai quali hapartecipato.

ACaracasunMetròbrindisino

Page 15: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

15  

A Brindisi Gianfranco Perri hamoltiparentichespessovieneatrovare durante i suoi viaggi dilavoro e di piacere, tra questisua sorella Silvana,professoressa d’italiano, e duedei suoi cugini a cui è moltolegato,GianniBonatesta,titolaredell’omonima società ditrasporti brindisina, e GalianoLombardi, uno dei responsabilidella Valigia delle Indie “unnegozio al quale non risparmiouna sempre piacevole visitaquando ritorno” dice aproposito. Spesso ripensa allasua città e ricorda alcuni deimomenti che definisce“indelebili” dalla sua mente, diBrindisiglimancanoil“dialetto,la cucina, la campagna e lelunghe passeggiate a cui nonrinuncio mai, ancheindipendentemente dal tempo ‐ci spiega dettagliatamente ‐ dacasa mia percorro viaSantabarbara, piazza SantaTeresa, viaDuomo, via Colonnee poi per tutto il lungomare,bellissimo ed unico, dalleSciabbiche alla stazionemarittima,ancheperpiùvolte.

Èunveropeccatochenonsiadegnamentevalorizzatalabellaterrazzaadiacenteallascalinatadelle Colonne Romane, ci si potrebbero trascorrere delle ore in vera contemplazione”. “Mipiace camminare anchedallepartidi viaLata ePortaLecce, e visitare lenostrebelle chiesecomequelladelCristoediSanBenedetto”.È insolito e nello stesso tempo piacevole vedere ed a volte anche scoprire la nostra cittàattraverso gli occhi di chi ci vive lontano, si intuiscono molti dettagli che generalmentesfuggonoallanostranormaleprospettivaquotidiana.

GiovanniMembolaBrindisi,gennaio2000

http://janko67.dnsalias.org/newbpi/brindisiweb/brindisinita/perri.htm

Page 16: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

16  

GenealogiaBrindisinadiGianfranco

AntoniaDeMarcoCosimoAprile

Page 17: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

17  

AlbaAprileeSettimioPerri

Alba

Settimio

1949

AlbaAprile‐SilvanaPerri‐SettimioPerri

Page 18: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

18  

QuintaElementari“SanLorenzo”‐1961

TerzaMedia“Virgilio”‐1964

Page 19: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

19  

QuintoIstitutoT.“G.Giorgi”‐1969

Page 20: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

20  

GliannidelPolitecnicodiTorino1969‐1974

Page 21: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

21  

Page 22: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

22  

Gliannideiprimiviaggi1970–1974

Page 23: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

23  

Gliannidell´Ecuador1975‐1978

RobertoAndreinaeJuanFrancisco

Page 24: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

24  

LEMAPPEDIBRINDISI:RASSEGNASTORICAECURIOSITÁ

www.brindisiweb.it/storia/mappe_brindisi.asp

GianfrancoPerriUn´anticaimmaginetopograficadiBrindisièstampatanellibroconcuisipubblicòlaversionein linguavolgaredel famosolibrodiGiulioCesare“ICommentaridiC.GivlioCesare” ...conlefigvreinramedeglialloggiamenti,défattid'arme,dellecirconvallazionidellecitta&dimoltealtre cose notabili descritte in essi, fatte da Andrea Palladio per facilitare la cognitiondell'historiaachilegge.Gliautori:JuliusCaesar;FrancescoBaldelli;AndreaPalladio;LeonidaPalladio;OrazioPalladio.L´editore:AppressoPietroDe'Franceschi,VeneziaM.D.LXXV[1575].I fratelliLeonidaedOraziomorironoprematuramentedurante lapreparazionedelle stampedel libro e le immagini per la stampa furono quindi completate dal padre Andrea. QuellastampadelPalladiocheillustral´assediocheCesareimposeaPompeoinBrindisinel49A.C.aitempidelDeBelloCivili,inseritanellibroeditonel1575,puòesserestoricamenteconsideratalapiùanticamappadiBrindisi.

Mappadel1575diAndreaPalladio(180x136mm)SeguirononumerosealtreversioniillustratediquelfamosotestodiCesare,unadiesseèquellaininglesecuratadaMartinBladenepubblicataaLondradaRichardSmithnel1705:l´assedioaPompeoèancoraillustratodaun´incisioneinrameintitolata“ThehavenofBrindisi”.Inquestastampainglesecorredatadaleggenda,adifferenzadiquelladelPalladio,lacittàentrolemuraèchiaramenteassimilatadaunatestaanimale,forsediuncervo.

Page 25: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

25  

ThehavenofBrindisi‐Londra1705(190x142mm)

Primadiquella inglese,vieranostateanchealtreedizioni illustratedel librodiCesare,e traquestequelladelLezzipubblicatadinuovoaVeneziadall´editoreMisserininel1635incuilacittà,adifferenzadellealtreversioni,èrappresentatasquadratacomeun“castrum”racchiusanelle suemura, con le sue porte e le sue torri. E poi ci furono altre versioni ancora, anchesuccessiveaquella inglese,nellequali sievidenziano iduebacinidelporto “maior&minor"riducendoidueseniadunfossatochecircondalacittà,tipomappadiBlaeu.

A rigor di cronaca, e primadi proseguire, è peròdoveroso citare unaapparentemente ancor piùanticamappadiBrindisiconil suo porto: quella datataintorno al 1525 e che èattribuita al cartografo,nonché grande ammiraglioottomano, Piri Reis, vissutotra il 1465 ed il 1554. Unamappaquesta,chepresentala città vista dal mare, equindiconilNordinbasso.

MappadiPirisReis‐1525

Page 26: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

26  

L´ironiadella sorte vuole chequella cheprobabilmentepuò essere considerata lapiù anticamappa ¨moderna¨ della città di Brindisi, tralasciando appunto quella del Palladio ed icinquecenteschi disegni sapientemente elaborati dal condottiero navigatore ottomano, siavenutaallaluceconunerrorenientemenocheneltitolo:TARENTO.

Mappadel1663diJoanBlaeu(515x412mm)Lamappa,orientatacon ilNordverso l´alto, fuelaboratadalcartografoolandese JoanBlaeu,divenutoinseguitoanchecartografoufficialedellaCompagniaOlandesedelleIndieOrientali.Inaltoasinistraèrappresentato lostemmadellacittàdiBrindisieadestra lostemmadellafamigliaOrsini.Nelcartiglioinbassoben57richiami,purtroppononleggibiliaocchionudo.Sonoperòchiaramenteidentificabilituttaunaseriediimportantielementi:Ilcastellodimare,e le isole Pedagne sul porto esterno, con la catena sul canale d´entrata al porto interno. LachiesadiSantaMariadelCasaleconlastradachelacongiungeallaprincipaleportad´entrataallacittàdallastradadaMesagne.Poil´altraportadiaccessodallastradadaLecceattraversounponte che sorpassa il senodi levante. Quindi lemuradi cinta completedei vari torrionidistribuitipartendodalcastelloditerra.Dentrolemuraprimeggianoleduecolonneromane,dicuiunagiàcrollata,e laretestradaleèdominatadallastradacheattraversandotutta l´urbe,collegaPortaMesagneconPortaRealesullarivadelsenodilevante:laRuaMagistris.

Page 27: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

27  

Lamappa, con incisione in ramee colorazione coeva, fuportata alla stampanel 1663 con il“TheatrumcivitatumnecnonadmirandorumNeapolisetSiciliaeregnorum”,unatlanteincuiJoan Blaeu cambia impostazione nel concepire quello che doveva essere un atlante di città.Mentre quelli che aveva precedentemente prodotto per l´Olanda sono una semplice serie dimappe e piante, questo per l´Italia è un atlante molto più topografico che combina mappegeografiche conbellissimipanoramiprospetticimostranti cittàepaesaggiagresti comepuredisegniarchitettoniciemonumenti.L´attivitàtipograficadiBlaeucessòdrammaticamentenel1672,quandounincendiodistrusseil suo stabilimento. Solo lemappecollocate inalcuni ramiappartatidella tipografiaealcuneprecedenti edizioni immagazzinate altrove, si salvarono dal fuoco e furono vendute all'asta.PierreMortier,libraiobelgacheoperavainAmsterdam,compròlematricidellecittàitaliane.Nel 1705 il Mortier stampò il “Nouveau Thèatre d'Italie ou description exacte de ses Villes,PortesdeMer,Palais,Eglises,PrincipauxEdifices&c.etaveccarteschorographiquessuelesdesseinsde feumonsier JeanBlaeu”, aggiungendounquartovolumerelativoalnord ItaliaeToscana.NelVolumeIII,latavola25riproducelamappadiBlaeu.

MappadiJoanBlaeuristampatanel1705daPierreMortier(496x410mm)

Page 28: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

28  

RispettoallacartaoriginalmentestampatadalBleau,visonsolodeipiccolicambiamenti:nelcartigliocentraleoltreiltitoloerratoTarento,dopo41anninonancoracorretto,èaggiuntoilsottotitolo“VilleduRoyoumedeNaplessituèedanslaTerred'Otrante”;nelcartiglioinaltoadestraèscomparso lostemmadella famigliaOrsini; la legendahasempre57richiamima inbassoadestraèaggiunto:“AAmsterdamparPierreMortier‐avecprivil‐”.L´errore nell´intitolazione è stato attribuito a quell´incendio, immaginando che il materialesalvatoallefiammeavessesubitoungrandedisordine(“Brindisiignorata”diN.Vacca‐1954),maevidentementeciònonrispondeallarealtà,vistochelaprimapubblicazionecontenentegiàl´errorefuprecedenteall´incendio.SullapaginawebdellabibliotecadelSenatodellaRepubblica,cercandol´operapostumaintrevolumi dell´Abbate Giovanni Battista Pacichelli “Il Regno di Napoli in prospettiva diviso indodeciprovince”stampatanel1703aNapoli,appareunaschedabibliograficachecontienelariproduzione delle 183 stampe che corredano l´opera, e la stampa N°113 del Volume 2, siintitolaBRINDESI,eriproduceun´acquafortediautoreignoto.É interessante la didascalia del cartiglio al piede della mappa, che identifica e localizza 14elementi:1Duomo.2S.Mariadellegratie.3Carmine.4Castelloditerra.5Fortezzadimare.6Portochesiserraconcatena.7Portareale.8PortadiMesagne.9L´Assunta.10Cappuccini.11S.Fran.codiPaola.12S.M.degliAngioli.13LaMaddalena.14LeColonne.

Stampadel1703diautoreignoto(168x122mm)

Page 29: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

29  

Da osservare che con il N°14 sono indicate le due colonne romane antistanti al porto,rappresentate in piedi nonostante una delle due fosse crollata nel 1528 a causa di unterremoto: 175 anni prima della stampa. Da notare inoltre, che molte delle chiese sonorappresentatenelle loro strutturemedioevali.Potrebbepertantodedursi chequesta stampa,orientataconilNordversodestra,siastataverosimilmentericavatarielaborandounaqualcheoperaprecedente,possibilmenterealizzatatragliultimiannidel´400ediprimidel´500.Prescindendodaquesteconsiderazioni,sidevecomunqueosservarechetrattasidiunamappadecisamentemenoavanzatadiquelladiBlaeudel1663,precedentedibenquarantaanni,cheilPacichelli evidentemente non aveva nemmeno visto giacché in essa tra l´altro, vi è invececorrettamenterappresentataunasolacolonnainpiedi.Esigiungecosìal1739,annoalqualesifarisalirelapiùanticamappatopograficadiBrindisi,nel senso tecnicamente effettivodel termine. Si trattadella famosa “MappaSpagnola”, al cuipiedelaleggendaincludeladataA.D.1739,cheperòsembraesserescrittaconcaratteridiversidagli altri, il ché farebbe pensare ad una aggiunta, magari legata alla data dell´episodioriportatonellaCronacadeiSindacidiBrindisi:«...aldì12detto(marzo1739)arrivòilmaresciallod.AndreadelosCoves,spagnolo,contreingegneri, e due commissarij d´artiglieria, e due volontari, cioè un colonnello, e un tenentecolonnello,edettomarescialloerailprimoingegneredelre,equestipiglioronolapiantadelForte,delcastelloditerra,edituttalacittà,conmisuratetuttelestradedellacittà,emura...».La mappa spagnola completa é di metri 1,25 x 2,05 e s´intitola “Plano y Mapa En que secomprende la CiudaddeBrindesi sus Castillos demar y tierra, Puerto piccolo yGrande conporcióndeloscontornosdesuCampañaenlaProvinciadeOtranto“.

PorzionecentraledellaMappaSpagnoladiBrindisi–1739‐(dopoilrestauro)

Page 30: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

30  

PlanoyMapaEnquesecomprendelaCiudaddeBrindesisusCastillosdemarytierra,Puertopiccolo y Grande con porción de los contornos de su Campaña en la Provincia de Otranto

Page 31: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

31  

Futracciataconunapennad´inchiostroacquarellosucartainpartefiligranata,tralafinedelsecolo XVII e l´inizio del XVIII, quindi tra il periodo che precedette la fine del vice regnospagnoloequellochevidel´iniziodelregnodeiBorboneaNapoli.

La mappa fu recuperata in extremis a Palermo da Domenico Guadalupi, già segretario delcardinale Pignatelli poi arcivescovo di Salerno, fu da lui portata a Brindisi e gelosamentecustodita,primadiessereconsegnataalMuseoCivico inSanGiovannialSepolcro.Primadelsuorestauro(LidianaMiotto,1986)lamappaeraincollatanelsuoinsiemesuunateladilinochea suavoltaaderivasuunsupporto ligneoconuna fasciacentraledi congiunzione. Ivarichiodi usati, arrugginendosi, avevano compromesso il documento. Il tutto era variamente epesantementemacchiato.Finalmentelamappaerastataalteratadalunghistrappiefenditure,daossidazione,muffeeammanchi.Époidel1800,cioèdicircasesst´annidopo,lamappadiBrindisichecronologicamentesegueaquellaspagnola.Sitrattadiunamappaappartenenteaunpianotopografico,disegnatoacolorie identificato con il nome di Città di Brindisi N°38, conservato nella biblioteca dell´IstitutoGeograficoMilitare,conladescrizioneseguente:DocumentoN°27delXIXsecolo.Unfogliodicirca0,42x0,42metri.Rilievoascala1/10000delTenenteLepier.Ineffettisitrattadelsoloframmentodestrodiunpianogeografico,orientatoconilNordversosinistra,cheriportailrilievotopograficodellacostadilevantedelporto(quelladiponenteeranel frammento mancante del piano) e che nell´angolo inferiore destro presenta, a mo’ didettaglio, lamappa a scala 1/5000 della città, con un indice di quattro punti (a. Castello diterra,b.LaSanità,c.LaDogana,d.Seminario‐?‐).Nonècertounamappariccadidettagli,unquadrilateroconcirca10cmdilato,macomunquepermettedi indovinarei limitiurbanieilcontornodellacittàedificata,coloratadirossoedifferenziatadaicampi,coloratidiverde.

MappaaScala1/5000‐DettagliodelPianodelPortorilevatodaLepier‐1800

Page 32: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

32  

E la situazione appare comunquemutata di poco, nel “PianoGenerale del Porto diBrindisi”rilevato dopo pochi anni dall´incorporazione di Brindisi al Regno d´Italia, nel 1866 a scala1/10000,etopograficamenteorientatoconilNordversol´alto:forsel´unicanovitàimportante,la costituisce la presenza della ferrovia, da Bari e dopo un giro di 90° a Lecce, con ancheindicatalastazioneferroviariacheerastataappenainaugurata,il25maggio1865.

PianoGeneraledelPorto‐1866‐dettaglio‐

Da osservare le tracce ben rappresentate dei vari pezzi di muraglia ancora esistentiappartenuti alle fortificazioni cinquecentesche della città e le vaste estensioni ancoradisabitate, bianche nella mappa, presenti dentro il recinto di quelle fortificazioni: quellaadiacente al castello di terra, che era stato adibito a bagno penale della città da GioacchinoMurat nel 1814, e tutta quella a Sud di PortaMesagne delimitata a est dalla direttrice dellastradadiPortaLecceedivisainduedalladirettricedellastradaVialata.Anche a sudest della strada Vialata dominano gli spazi disabitati ed inoltre, un´ampia areabianca trapezoidale, Largo della Anima, è presente in prossimità dell´incrocio tra la stradaVialataelastradadiPortaLecce.

Page 33: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

33  

Esiècosìgiuntiainostrigiorni:sifaperdire,vistochelaprossimamappacomunaledellacittàèquella,giàtecnicamenteavanzata,delpianostradalediBrindisidel1871,successivadisolicinqueanniaquelladelPianoGeneraledelPortodel1866.Anche se non ci sono grandissime novità da segnalare per quel che riguarda l´impiantourbanisticogenerale,peròlascalaidettaglielaqualitàgraficadiquestamappa,uneliopianomanoscritto che ho voluto forzosamente orientare con il Nord verso l´alto, consentonofinalmente addentrarsi nella formulazione di alcune altre interessanti osservazioni acomplementodiquellegiàformulateinmeritoallamappaprecedentementeriportata.

PiantadellaCittàdiBrindisi‐Scala1/2000‐CarloFauch‐1871

Page 34: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

34  

Quellachenel1797eragiàdiventatalaStradaCarolinaechepoinel1882diventeràilCorsoGaribaldi,èancoraidentificataerroneamentecomeStradaAmena,cheinrealtàinorigineerastatalaStradadellamena,dall´insalubrecanalediscolochepertantissimiannil´avevasolcataportandoalmareleacquepiovane,equant´altroviaviaraccolto.LaStradaAmenahaunestremoinprossimitàdellabanchinaportuale,sbucandotraquellichesaranno i giardini Vittorio Emanuele II° che nella mappa sono Largo San Francesco e lastazionemarittima chenellamappa è la Sanitàmarittima, e giunge fino allaPiazzaMercato,indicatanellamappadovepoicisaràPiazzaVittoriaebenseparatadallaPiazzaSedile,cheèsitaunpo’piùaNord,doveèancheidentificatol´edificiodelMunicipio.SuperataPiazzaMercato, laStradaAmenasvanisce inunoslargomoltoampio, indicatonellamappaconLargodellaAnima.LatraversaNorddellaStradaAmenaprimadeiPiazzaMercato,oggi via Rubini, si chiama StradaOrologio, e si samolto bene perché,mentre la traversa difronte,quellaSud,conducealPozzoTraiano.ASuddellamappa,èindicataPortaLecceconaffiancol´imponentesagomadellaChiesaCristoequindilaStradadiPortaLeccecheraggiungeperpendicolarmentelaStradaLatalaqualesisvilupparettaelunga,indirezioneNEpuntandoalmareeindirezioneSOassumendoilnomediStradaSaponeaepuntandoversounanonbenidentificatastazione.TralaStradaLataelaStradaAmena,èancheidentificatoilLargoSanDionisi,equindileduestradequasiparalleleS.DionisieS.Lucia.AOvestèindicataPortaMesagneedaffiancolaStradapelCastelloorientataaNord.DaPortaMesagnepartelaStradaCarminechedopoLargoAngioliassumeilnomediStradaAngioli,oggivia Ferrante Fornari, che raggiunge Piazza Sedile e prosegue sul lato opposto con la StradaMaestra finoalmare,dovevigiungetraLargoSanFrancescoadestrae laDoganaasinistra,nonessendocinellamappatracciaalcunadellaPortaReale,chepropriodalìavevaneisecoliprecedenticostituito l´entrata incittàdalmare,mentre laPortaMesagneneavevacostituitol´uscitaversol´entroterra.Questafondamentaledirettricestradale,inqualchemodoseparailgiàdescrittosettoreSuddellacittàdalsettoreNord.SulsettoreNord,l´imponentecastelloditerra,nonrappresentatonellamappa,conl´adiacentePiazzaCastello,delimitalacittàadOvest,nellazonaincuièidentificatalaStradaS.Benedettoedèrappresentatal´omonimacaserma.SeguendounadirettriceparallelaaquelladellaStradaMaestra,tuttoilsettoreNorddellacittàèsolcato,daOvestversoEst,dallaStradaS.Barbara,ancoraunerroredellamappagiacchénonsitrattadellasantamadelcognomediPiertommasoSantabarbara, fino a Largo S°Prefettura, quindi la Strada delle Scuole Pie fino a LargoCattedrale e finalmente la Strada Colonne. Su Largo Cattedrale, oltre alla chiesa sonoidentificati il Collegio, l´attuale palazzo arcivescovile, e l´Ospedale Civile, e da quel largopartono la Strada Santa Chiara e la Strada Montenegro in direzione Nord, e la Strada DelDuomoversoSud.PiùaNord finalmente,partendonuovamentedalcastellodi terra,c´è laStradaS.Aloy finoaLargo S. Paolo dové indicata l´imponente impronta della chiesa tutt´una con quelladell´adiacenteS°Prefetturaequindi,laStradaDeLeoeilLargoS.Teresaconl´improntadellachiesa.DaS.Paolo,daDeLeoedaS.Teresa,sipotevascenderealleSciabicheequindialmare,transitando suunodei trependiideiquali ilmenoripidoepiùestesoeraquello centrale, ilPendioMarinazzotralaStradaDeLeoelaviaSciabiche.L´altroerailFontanaSalsaeilterzo?

Page 35: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

35  

IllungomarecentraletralaSanitàMarittimaeleSciabiche,sichiamaStradaMarina,esuquellungomareègiàchiaramenteposizionatol´AlbergodelleIndieOrientali,costruitonel1870inconcomitanzaconl´iniziodelleoperazionidellaValigiadelleIndie.

LeSciabiche, lostoricoeantichissimoquartieremarinaro, insediatoaipiedidiS.Teresa,cosìcomenellemappedell´800, è rappresentato sullamappadai latidel grandeblocco triangolocompresotraS.TeresalaStradaMontenegroe laviaFornoSciabiche,edaaltrisetteblocchiminoriallineatidifrontealmarelungolabanchinadelSenodiPonente,compresitrailpendiochescendedaS.PaoloaovestelaStradaS.Chiaraaest.LaviaFornoSciabichesbucaaNordestsuPiazzaMonticelli,edifronteallaStradaMontenegroèindicatoLargoMontenegro.

Tutto quel quartiere Sciabiche fu poi cancellato dalla mappa di Brindisi in varie ondatedemolitrici, dapprima i due blocchi più a Nord, quelli di fronte alle strade S. Chiara eMontenegro,neiprimidel´900epoiilresto:nel1934lametàOvestenel1959lametàEst.

Attornoal1880,“...ilcresceredeimovimentiedeitraffici,l´incrementodellapopolazioneelosvolgersidelleaspirazioniadunamaggioreciviltà...”indusserol´amministrazionecomunaleadaffidare a tre professionisti brindisini la redazione del piano regolatore della città,“...perseguendo necessarie nuove reti stradali e necessari nuovi assetti urbani, ampliando,addrizzandoeriordinandolevieantiche,nonchéabbattendodannosiingombriesviscerandolemalsanecontradesecondounmodernosistemadicostruzioni...”.

IlpianoregolatoredellacittàdiBrindisividelalucenel1883,plasmatoinunaseriediquattrotavolemanoscritte,ilcuiassemblaggiohopredispostoerappresentatocomesitrattassediunamappaorientataconilNordinalto.Icoloriindicanoinverdeledemolizionieinrossolenuovelottizzazionidaincorporarealloschemaurbano.Laretestradaleèmantenutabianca.

LaTav. Ièquelladelquadrilaterodisudovest: suun lato la stradaPortaLeccepiù lastradaConserva, sull´altro la strada Carmine, quindi lamuraglia da PortaMesagne al Bastione SanGiacomoconametàilBastioneCappellidifronteallastazioneferroviaria,esulquartolatolamuraglia dal Bastione SanGiacomo a Porta Lecce. É tracciato il quadrato che sarà di piazzaCairoliesonoindicateletraccedelcorsochesaràUmbertoI°edelcorsochesaràGaribaldiechepoiinqueltrattosaràRoma,conalsuoestremolachiesadell´Addolorata,poidellaPietà.

La Tav. II è quella del quadrilatero di nordovest: su un lato la strada Carmine, sull´altro lastradaArmengolpiùilpendioFontanaSalsachescendedaLargoS.PaolofinoallaspiaggiasulSenodiPonente,quindilarivafinoalCastelloditerrachefungedabagnopenale,esulquartolatolamuragliatrailcastelloePortaMesagne.Dominal´enormepiazzaCastello,adiacentealcastelloeancoracompletamentevuota,ecisonolachiesadiS.BenedettoequelladiS.Anna.

LaTav.IIIèquelladelquadrilaterodinordest:suunlatocorsoGaribaldipiazzaCommestibiliecorsoUmberto I°, sull´altro la stradaConservapiù la stradaArmengolpiù ilpendioFontanaSalsa,quindiilterzoequartolatolocostituisconolebanchinecontiguedelSenodiPonente,dacorso Garibaldi aMontenegro una, e da lì al pendio Fontana Salsa l´altra. Sono compresi inquestosettoreilDuomoconilSeminario,lechieseS.Teresa,S.Paolo,S.Chiara,S.CosimodettapoidelleScuolePie,S.GiovannialSepolcroelachiesadegliAngioli.

LaTav.IVèquelladelquadrilaterodisudest:suunlatoicorsiGaribaldieUmbertoI°,sull´altrola strada Conserva tra corso Umberto I° e Porta Lecce, quindi il terzo e il quarto lato locostituiscono lebanchinecontiguedelSenodiLevante,daPortaLecce finoallo sboccodellastradaVialatauna, eda lì alla Sanità e futuraStazioneMarittima, l´altra. Sonobenvisibili lechiesediCristo,S.Lucia,S.SebastianooLeAnime,epoilechiesedell´AnnunziataedelMonte.

Page 36: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

36  

PianoregolatoredellaCittàdiBrindisi‐1883

Lamappa seguente, quella topografica di Brindisi del 1916, stampata con il Nord orientatoversol´alto,anchesenonriccadidettagli,aiutaacapirequantodelpianoregolatoredel1883furealizzato,equantono.Sitrattadiunpiano,nuovamenteappartenenteallabibliotecadell´IstitutoGeograficoMilitare,identificatoconilnomediPiantadellaCittàdiBrindisiecorredatodallaseguentedescrizione:Rappresentazioneorograficaplanimetrica.Stampaeliograficadi0,70x0,54metri.Rilievodel1916ascala1/4000delCapitanoA.Urbani.Le direttrici stradali principali, con il corsoGaribaldi prolungato fino alla ferrovia e il corsoUmberto I° con la piazza Cairoli, sono state realizzate completamente. Oltre alla StazioneFerroviaria principale, anche quella Marittima è completa ed ambe sono inter collegate epienamentefunzionali.

Page 37: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

37  

PiantadellaCittàdiBrindisi‐Scala1/4000‐A.Urbani–1916(700x540mm)L´area di piazza Castello non è più vuota, vi sono stati costruiti l´edificio dell´AmmiragliatodettoanchePresidioe lacasermachesarà intitolataEderle, indue lotticontiguiseparatidalprolungamentodellaviaRodiedelimitatiaSuddallaviaCastelloaNorddaquellochepoisaràvialedeiMille e adOvestdavia Indipendenza, già completamente tracciata finoal suoaltroestremosullafinedicorsoGaribaldi,nonancoraRoma.Aestdellacasermac´èviaCittadella,cheperòprosegueancoraconviaS.MargheritafinoalCalvariodoveraggiungeviaCarmine.Cioènonèstatoattuato,né losaràmaipiù, ilpianoregolatorecheprevedeva l´eliminazionedellaviaS.MargheritaeilprolungamentoinlinearettadiviaCittadellafinoaviaCarmine.NéfuronomairettificateviaMadonnadellaNeveviaSantabarbaraeviaTarantini,chenelpianoregolatoredovevanocostituire,conviaCastello,unasolaviarettafinoallapiazzadelDuomo.EneancheviaS.BenedettofumairettificatanelsuopezzettofinaleversoviaCarmine.LapiazzaSottoprefetturanonfumaiampliataenonfumaicostruita lastradarettachesulladirettricediviaMarcoPacuviodovevagiungerefinoacorsoUmbertoI°all´altezzadiviaPaoloSarpi,dopoaverincrociatoviaAngioli,laattualeFerranteFornari.In quanto alle Sciabiche, il piano regolatore del 1883 prevedeva abbattere il piccolo bloccoantistante a via S. Chiara, che in effetti nella mappa del 1916 non c´è più, e anche quelloadiacentemoltopiùgrande,cheiniziandodifronteaviaMontenegrosiestendevaoccultandoalmaresiaillargoMonticellicheviaPompeoAzzolino,questobloccograndenellamappadel1916c´èancora,comprendevalapalazzinaMonticelliefudemolitonel1924.Comeulteriorenovità per il settore Sciabiche, nella mappa del 1916 sono indicati i fabbricati a due pianicostruitinegliultimiannidell ´800aprolungamentodelleSciabicheversoilCastelloditerra,sitisutreisolaticontiguioccupandounafasciacompresatraillungomareelastradaSdrigoli,poiviaLucioScarano,cherisalendofinoaSantaAloyerastataapertaprolungandolafamosaviaSciabiche,quellacheiniziandoinlargoMonticelliattraversavatuttoilquartiere.

Page 38: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

38  

Meno di 10 anni più moderna che la precedente, è la bella mappa dell´importante editoreAntonioVallardi,nellaqualeèrappresentatalapiantadiBrindisimoltodettagliata,nonostantela piccola scala di 1/15000 e quindi le piccole dimensioni della stampa. Però è miglioratadecisamente la qualità tipografica: si tratta di una incisione cromo‐litografica su acciaiovivacementecolorataedottimanellarisoluzionecalligrafica.

PiantadellaCittàdiBrindisi‐Scala1/15000‐A.Vallardi‐1924(155x105mm)

Certamentesitrattadiunacartinainserita inunadelleoperedell´editoremilaneseintitolate“Viaggi e guide turistiche per l´Italia ...contenenti la descrizione storica artistica econtemporanea con varie carte e piantine topografiche delle principali città dell´Italia dellaSiciliaedellaSardegna”.

Ancheperquestomotivo la cartinaè complementatadavarienote, lequali sono riferite sulpianoconuntotaledi11numeri.

ABrindisicisonoancora:unbacinogalleggiantedifronteallosboccodelcanalediCillarese,laspiaggiadiS.Apollinarenelportointerno,laviaSciabicheinterneconlapalazzinaMonticelli,ilteatroVerdi, leduepiazzeVittoriaeSedile,ilparcodellaRimembranzasenzailnomeeconiBastioniCarloV,piazzad´Armie lecasermed´artiglieriaS.BenedettoeMontenegro, ilcorsoGaribaldiancoratuttointero,...

Poi,conlafinedellasecondaguerramondialeeconl´avventodellarepubblica,arrivaancheaBrindisi l´EnteProvincialeper ilTurismoe il turismodimassae conesso, le tantemappeocartine turistiche, pubblicate su volanti piegabili o inserite nei libri di guidaper i visitanti eviaggiatori.

Page 39: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

39  

Efinalmenteeccol´eradellemappeelettroniche,deldigitaleonline,delGPSediGoogleEarth:

BrindisisuTuttoCittà

BrindisisuGoogleEarth

Page 40: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

40  

LOSVENTRAMENTODELLESCIABICHE:1900–1959

www.brindisiweb.it/storia/sciabiche.asp

GianfrancoPerri

LeSciabiche,dall´arabo“sciabbach”chesignificaretedapesca,specificamentequellachecalatain mare a semicerchio con il suo progressivo avanzamento cattura il pesce. Le sciabichesomigliano molto alle più comuni reti a strascico, ma si differenziano sostanzialmente daqueste ultime per la lunghezza dei bracci, che nelle sciabiche sonomolto corti tanto che inrealtàilcorpodellaretepraticamentesiidentificaconilsaccodiraccolta.

Lesciabiche‐da:“Toponomasticabrindisina”diAlbertoDelSordo‐1988

MapernoibrindisiniSciabicheerailrionechenell´800avevaperconfinisuilatiditerra,viaMontenegroaest,poiSantaTeresaeSanPaoloasud,e il largoSdrigoliaovest, echeper ilrestosiaffacciavasulmareallungandosipercirca400o500metrisullarivadinordovestdelSenodiPonente.

QuellostessorioneSciabicheperòesistevadamoltotempoprima,tantochefuproprioinquelrione, certamente il più simbolico della città marinara, che il 5 giugno del 1647 esplose

Page 41: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

41  

spontaneamente il forte malcontento dei pescatori, suoi incontrastati dimoranti, facendoscoppiarelasommossaunmeseprimadellapiùnotarivoltadiNapolicapeggiatadaTommasoAniello d'Amalfi, Masaniello, e dando di fatto così inizio a quell´insurrezione che fini percoinvolgerel’interomeridioneitaliano,cheeraRegnodiNapolidal1509esucuiregnavailrediSpagnaFilippoIII,conPedroGirónviceréaNapoli.

Siracconta[CronacadeiSindacidiBrindisi‐PietroCagneseNicolaScalese,1529‐1787]:“Fularevoluzione nel Regno di Napoli, e precise in questa città, e il sindico Ferrante Glianes fulapidatodalpopolo,efupigliatodacasasua,eportatocarceratoinunacasasottolamarina,dove lo trattennero tutto il giorno, e poi la sera lo mandarono libero in casa sua, e ilcapopopolo, o vero i capipopolo, furonoDonato eTeodoroMarinazzo, e levarono le gabelle,nonfacendoliosservarecomeeradisolito.”

Ed ancor prima: ...”quel che nelle Sciabiche era rimasto del palazzo quattrocentesco dellafamigliacheerastatadelcondottieroPompeoAzzolino,continuòinpiedifinogiàaddentratoil´900.” ...“Pompeo Azzollino, vissuto nel XV secolo, fu un grande e valoroso condottierobrindisino. Ferdinandod´Aragona, stimandolomoltoper le suevirtùmilitari eper la fedeltàchedimostravaversolacasaregnante,gliavevaaffidatoilgovernodellacittà.Fuunuomochecompì molte imprese tra le quali da ricordare quella del 1481 quando, insieme con i suoiuomini, liberò Otranto dai turchi. Poi l´anno seguente sconfisse in battaglia aperta ilcomandante veneziano Giacomo Marcello facendolo desistere dal rioccupare Brindisi.Ferdinandod´AragonafuassaigratoaPompeoAzzolinodellavittoriariportatacontroiturchievolleperquestoeternarelasuamemoriaconun´iscrizionechefeceincideresopraunatavoladimarmocollocatasullafacciatadellacasadiAzzolinosituatanelrioneSciabiche.”[LeperlediBrindisi.Personaggiillustribrindisini‐FrancaPerroneeAngelaGiosa,2008].

Su tutte le più antiche mappe della città di Brindisi in qualche modo assimilabili a ciò checonsideriamoessereunpianotopograficoequindielaborateapartiredal1700,tuttoiltrattodi riva esposto a nordovest che parte dalla punta situata all´incirca all´altezza della discesaMontenegro e che si estendeperquasi 500metri fino alla base della salita Lucio Scarano, èchiaramenteoccupatodacaseggiati:sonolecasedelleSciabiche.

Mappadel1800‐DettaglioMappadel1863‐Dettaglio

Page 42: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

42  

LafotografiapiùanticachesiconoscadelrioneSciabicherisaleinveceal1870,edappartienealla serie di quelle che così datate integrano gli Archivi Alinari e che furono esposte inoccasione della mostra “Brindisi negli Archivi Alinari tra Unità d´Italia e Prima guerramondiale”aPalazzoGranafeiNervegnadal18giugnoal9ottobre2011.Lafotooriginale,dallaqualeèestrattoilparticolareriprodottodiseguito,èdelloStabilimentoGiacomoBrogi.

LeSciabiche‐DettagliodaunafotoG.Brogidel1870

Écuriosoosservarecomedaquestastessafotosembrasiastatapoitrattaancheunastampa:

LeSciabiche‐Stampadifine´800

Page 43: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

43  

PraticamentecontemporaneodiquellaprimafotodelleSciabiche,èilpianodellacittàchenel1871fuelaboratoascala1/2000daCarloFauchedalqualeèestrattoilparticolareriprodottodiseguito,relativoalrioneSciabiche.

PiantadellaCittàdiBrindisi‐DettagliodalpianodiCarloFauchdel1871

Sipossonoosservarediversidettagliinteressanti:

LastradaMontenegroelastradaS.Chiarascendonoparalleletradiessefinoallabanchina.Lastrada Montenegro sbuca su largo Montenegro, delimitato a sud dall´omonimo palazzo ecompresotradueblocchidicase,quelloadestabbastanzapiccolosistendefinodifronteallastradaS.Chiara,quelloadovestmoltopiùgrandesiallungacosteggiandolabanchinacheversoovestvaincurvandosifinoadesporsianordovest.

Giusto alle spalle di questo secondo grande blocco di case c´è piazza Monticelli sulla qualesbucano,dasudledueviuzzeciecheAzzolinoeCapozziello(icuinominonsonoriportatinelpiano) parallele alla strada Montenegro, e da ovest la strada Sciabiche che scorre lunga estretta, parallela alla banchina ma internamente, fino a sbucare su uno slargo (in seguitodenominatolargoSdrigoliedoggilargoSciabiche)dalqualepoisullatooppostoinizialasalitaversoSantaAloy.

L´ultimocaseggiatoaqueltempopresentelungolabanchinadelsenodiponenteèquellocheappuntodelimitaquello slargo in coincidenza con l´iniziodella strada in salita (inizialmenteanch´essadenominatastradaSdrigoliedoggiviaLucioScarano).

SullastradaSciabichescendonoperpendicolariadessaduependii,unobreveedaccentuatodalargoSantaTeresael´altropiùlungoedolce,ilpendioMarinazzo,dallastradaDeLeo.

Sulpianosonofinalmenteidentificaticoncoloremarronescuro:l´albergodelleIndieOrientalidifronteallabanchinadellastradaMarina(cosièidentificatosulpianol´attualevialeReginaMargherita)adest,laCattedraleel´OspedalesulargoCattedraleasudest,elechiesediSantaTeresaeSanPaoloasudovest.

Page 44: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

44  

UnaPlanimetriadellaBanchinaCentraledelPortodiBrindisi fuelaborataa scala1/1000 indata1agosto1882(dettaglioriportatodiseguito)inoccasionedeilavoridiriparazionediqueltratto di banchina e su di essa sono delimitati con precisione quei due blocchi di case delleSciabichepiùprospicentialmare,ilpiùpiccolodeiqualièidentificatosulpianoconilnomediCorpoPiloti.

PlanimetriadellaBanchinaCentraledelPortodiBrindisi‐Dettagliodalpianodel1882

Questa porzione del piano, sopra riprodotta, include inoltre le seguenti legende: Sciabiche,PalazzoMontenegro,ConsolatoBritannicoeAlbergoIndieOrientali.Quellaseriedinumerisulmare,sonoivaloridegliscandagli:8,23–8,22–8,51–8,57–8,42–8,76.

Nel1883videlaluceilpianoregolatoredellacittàdiBrindisieperleSciabichefuunsegnaled´inizio,oquantomenopremonitore,delprocessodemolitore,ancheseinrealtàsolamentesiprevidedemolireilpiccolobloccofabbricatodelCorpoPilotiantistanteaPalazzoMontenegro,partidelbloccofabbricatograndeprospicentealmareedancoraunaltropezzodifabbricato.

PianoregolatoredellaCittàdiBrindisi‐1883‐Dettaglioconledemolizioniinrosso

Page 45: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

45  

D´accordoaquantoriportaAlbertoDelSordonelsuolibro“ToponomasticaBrindisina”,finoatuttol´800iduetoponimiprincipalidelrionefuronostradaSciabiche,cheeraillungomare,evia Forno Sciabiche, che era quella parallela alla prima e che internamente si allungava tralargo Monticelli ad est e largo Sdrigoli a ovest. Poi c´erano via Pompeo Azzolino e vicoCapozziello, leduestradettesenzauscitaeparalleleaviaMontenegro,epoivicoSciabiche I,vicoSciabicheII,vicoSciabicheIII,vicoSciabicheIV.

Unadeliberacomunaledel1900cambioinomidelleduestradeprincipali,sostituendolicon:viaLenioFlaccoquelladellungomare,eviaSciabichequellaparallelainterna.AncheivarivicoSciabiche I‐II‐III‐IV, cambiarono nome passando a chiamarsi vico Cannavese, vico Candilera,vico De‘ Mezzacapo, e poi altri nomi ancora. Oggi, la denominazione Sciabiche ètoponomasticamenteattribuitaunicamenteaquellocheerastatolargoSdrigoli.

Anche senonèdato conoscere ladata e le circostanzeprecise in cui i primi fabbricatidelleSciabichefuronodemoliti,certoècheentrolafinedell´800inquelsettoreilpianoregolatoredel1883eragiàstatoparzialmenteattuato,conlacompletaeliminazionedelfabbricatopiccoloantistante a palazzoMontenegro e con una parziale demolizione del blocco più grande, unademolizionequest´ultimamenoestesadiquantoindicatodalpianoregolatoreechecomunqueavevapermessodiallinearelafacciataestdelbloccoconlaviaMontenegro.

ProbabilmentequelleprimedemolizionicoinciseroconlacreazionedellapiazzaBaccarini,conalcentro la fontanadettadeidelfinisuccessivamente trasferitaaiGiardinetti,circoscrittadalpalazzoMontenegro quindi dalla banchina e, sul lato ovest, da quel grande blocco edificatoprospicente al mare. “La piazza fu intitolata all´ex ministro dei lavori pubblici AlfredoBaccarini,mortonel1890,inriconoscimentoalsuoapprezzabileeconcretointeressamentoaiproblemideitrasportidellacittà.”[ParliamodiBrindisiconlecartoline‐G.Candilera,1985].

Édel1903lafotopanoramicacheriproduceillungomaretral´AlbergodelleIndieOrientaliedilCastellodi terra,ed inquesta fotoèbendistinguibile tutta intera la facciataestdelbloccoabitato prospicente almare perfettamente allineata con l´ultimo palazzo di viaMontenegro,quellocheancheseabbandonatoefatiscenteèancorainpiediatutt´oggi.

Illungomarenel1903

La seguente foto, quasi contemporanea alla foto panoramica del 1903,mostra da più vicinopartedellapiazzaBaccarini,partedelpalazzoprospicentealmare,elafontanadeidelfini.

Page 46: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

46  

LastradaMarina:alfondopiazzaBaccariniconlafontanadeidelfini‐1905

Risaleinveceagliultimissimiannidell´800l´iniziodellacostruzionedeifabbricatisullarivadelseno di ponente a prolungamento delle Sciabiche verso il Castello di terra, siti su tre isolaticontigui occupando una fascia compresa tra il lungomare e la strada Sdrigoli, poi via LucioScarano,cherisalendofinoaSantaAloyerastataapertaprolungandolastradaSciabiche.

Risale infatti al 1890unavecchia fotografia, purtroppopervenuta con scarsaqualità grafica,chemostrainprimopianopescatorisullelorobarchearemiesulfondoleSciabicheconpartediqueinuovifabbricati,costruitisullarivadelsenodiponenteamo’diprolungamentodellecostruzionipreesistenti,facilmenteidentificabiliallineatisull´estremodestrodellafotografia.

Brindisi:GrandepanoramageneraldalmareFotografoA.Mauri‐Napoli1890

Page 47: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

47  

Piùcompletaanchesedivent´annipiùrecente,èinvecelavisionechedelleSciabichesiottienedalla seguente fotografiadatata1910, chepresentaunapanoramica abbastanza completa ditutte le case delle Sciabiche, quelle più vecchie e quelle al tempo della foto nuove, tuttesovrastatedall´imponentecomplessodellachiesadiSantaTeresa,edaquellodellachiesadiSanPaolochenonsivedenellafotoperchédallasuaprospettivaèpiùadestra.

PanoramicadelleSciabiche‐1910

Quell´ultimacasasull´estremosinistrodellafotografiaeraidenticamentepresenteanchesullaprimafoto,quelladel1870‐di40anniprima‐edaltrononèchel´estremoovestdelgrandeblocco edificatoprospicente almare.Trattasi di quel pezzo estremodel blocco edificato chedovevaesseredemolitosecondoilpianoregolatore,macheinveceal1910resistevaancora.

Una mappa della città che riflette per il rione Sciabiche le due novità descritte, le primedemolizioni e i nuovi fabbricati, è quelladatata 1916elaborata a scala1/4000daA.Urbanidallaqualeèestrattoildettaglioquiriportato.

PiantadellaCittàdiBrindisi‐Scala1/4000‐A.Urbani‐1916‐DettaglioSi osserva chiaramente l´assenza del piccolo blocco fabbricato del Corpo Piloti e l´avvenutaparziale rettifica del grande blocco fabbricato la cui facciata est è ora allineata con viaMontenegro. E si osservano i nuovi fabbricati, ancor oggi esistenti, costruiti tra la banchina(chedal1919siintitoleràall´ammiraglioTahondiRevel)eviaLucioScarano.

Page 48: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

48  

“L´ammiraglioP.TahondiRevel,ducadelmare, fucapodistatomaggioredellamarinaedal1915 al 1918 fu comandante in capo del dipartimentomarittimo di Venezia e responsabiledell´andamentodellaguerramarittimainAdriatico,feceresidenzaaBrindisiperquasituttoilperiodobellico,partecipandoalleoperazioninavaliecreando,asalvaguardiadellecoste,itreniedipontoniarmati,elaflottigliadeimaschetantodannoinferseroaimezzinavalinemici.Fuun innamorato del porto di Brindisi e ne difese in ogni circostanza i diritti. Fu lui, che daBrindisi il 12 novembre 1918 diramò il bollettino della vittoria navale e che finalmente, altermine della grande guerra insignì Brindisi della Croce di guerra con memorabilemotivazione.”[Toponomasticabrindisina,diAlbertodelSordo‐Schenaeditore1988].

Suquestamappadel1916èanche interessanteosservare lapresenzasuviaLenioFlaccodiunanuovacostruzioneisolata,praticamentealbordodellabanchina:nonsitrattadiabitazioni,madiunastrutturaindustriale,ungrandecapannonediattrezzaturemarinedioriginemilitaree legato alla stazione torpediniere che in quel tratto di banchina operò fin dall´inizio dellaprimaguerramondialeevirimasepertantianni,comelosipuòosservarebenenellaseguentefotodatata1934.

PanoramicadalsenodiponenteconMonumentoStazionetorpediniereeSciabiche‐1934Inquestastessafotononsidistinguepiùilgrandebloccofabbricatoprospicentealmaresullabanchina di fronte a viaMontenegro, né del resto vi è traccia di esso nelle numerose e piùravvicinatefotografiedeldiscorsocheMussolinitennedalbalconedelpalazzoMontenegrol´8settembredel1934.

Però quel grande blocco fabbricato appare ancora in una mappa della città editata de A.Vallardinel1924esembrachesiarisalenteproprioal1924lafamosafoto,pubblicataanchesulgiàcitato librodiAlbertoDelSordocon ladidascalia “QuartiereSciabiche:caseggiatiallavigilia della demolizione”, che in effetti sembra aver immortalato le prime fasi dellademolizionedellecasediquelbloccoaridossodellabanchinaedallecuispallec´era il largoMonticelliedalqualebloccoappartenevaappunto,anchelacasanataledelloscienziato.

Page 49: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

49  

QuartiereSciabiche:caseggiatiallavigiladellademolizione‐1924

Finoallametàdeglianni30, lastrutturaurbano‐architettonicadelleSciabiche,escludendolademolizione dei due blocchi fabbricati di cui si è detto, non aveva comunque subito cambirilevantiedifattol´apparenzachedalmaremostravatuttoilcaseggiatochesisnodavalungolabanchina esposta a nordovest era grosso modo la stessa di quella ripresa in una superbafotografiadeiFratelliAlinaridatataintornoal1906.

Da quella foto panoramica del 1906 è infatti estratto il particolare che forse megliorappresentafotograficamentelamaggiorpartedituttequellenumerosissimecasechefuronodemolite tra il 1934ed il 1936, quando si consumo lapiù vastadelle campagnedemolitrici,quellache interessò lamaggiorporzionedelquartiereechedi fattorisparmiòsolamenteunlimitato settoredi case compreso traviaMontenegroequello chedovevadiventare il limitedellanuovascalinataimperiale,costruitatralarisistemataedampliatapiazzaSantaTeresaedilnuovopiazzaleLenioFlacco.Quelledemolizioniinteressaronotuttelecasesciabbicoteche,su piani di varia altezza degradanti da piazza Santa Teresa e da largo San Paolo al mare,esistevanoaquell´epoca finoa largoSdrigolieancheunpo’più in là, finoalpendioFontanaSalsacheèsullasinistradopogiàimboccataviaLucioScarano.

LeSciabichenel1906:vistageneraledeicaseggiatidemolitinel1936

Page 50: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

50  

Équiriprodottoquellocheèormaidaconsiderareastreguadiundocumentostorico, appartenente all´archiviomunicipale della città e intitolato“Brindisi: Rione Sciabiche e SantaTeresa‐Rapp.1:1000”.

Si tratta di un piano datato 1934contenente la planimetria parcellaremolto particolareggiata delle variedemolizioni da eseguire, tutte benidentificateenumerate.Cisonotuttelecase comprese tra via PompeoAzzolino e il pendio Salsa Fontana,sullasinistragiàimboccataviaSdrigoli.

Si può osservare come il pianoindicasse da demolire anche le caseubicate nel settore più a nord e chefurono invece circostanzialmenterisparmiate nella pur vasta campagnademolitricedel1936.Pertanto,quandonel 1959 anche la loro demolizionefinalmente si consumo, ...era in effettigiàstatapredestinataventicinqueanniprima.PianodelledemolizionidelleSciabiche‐1934

Non sono reperibili foto delle demolizioni del 1934‐36, però lo sono alcune che mostranoquanto rimase in piedi dopo quella campagna e che mostrano quale fu la configurazionerisultantepertuttoquelsettoreurbanoradicalmentemodificatoed“ammodernato”.

LeSciabicheconlafontanaimperialeelarisistematapiazzaS.TeresaepiazzaleL.Flacco

Furono risparmiate solamente le case ubicate in un limitato settore compreso tra viaMontenegroequellochediventòillimitesettentrionaledellascalinataimperiale,costruitatralarisistemataedampliatapiazzaSantaTeresaedilnuovopiazzaleLenioFlacco.

Page 51: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

51  

PanoramicadelleSciabiche–ultimecasesullatosinistrodellafoto‐1950

Poi il rione con gli abitanti le cui ultime vestigie erano ancora tali da poter essere cosìdenominate appropriatamente, svanironoper semprenelle pieghedella storia in quel 1959,quando il piccone demolitore si abbate inesorabilmente sulle ultime case fino ad allorarisparmiate, completando l´operadistruttrice e imponendoal contempoagli ultimipescatoriedallelorofamiglieditrasferirsinell´appositocaseggiatocheerastatocostruitosull´oppostasponda:ilvillaggiopescatori.

LetreondatedemolitricidelleSciabiche

Page 52: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

52  

LademolizionedelleSciabiche:ultimoatto‐1959

L´affannodemolitoredell´ammodernamentoavevainiziato lasua inarrestabileavanzatasulleSciabicheconl´iniziodel´900quandotraiprimicaseggiatidesignatinonfuronorisparmiatinéil palazzo dove era nato lo scienziato TeodoroMonticelli né quel che restava dell´immobilequattrocentescoappartenutoallafamigliadiPompeoAzzolino.

L´avanzata incontro poi nuove energie, abbondanti ed incontrastate, inseguendo ilmiraggiodella ritrovata gloria imperiale durante la seconda parte del ventennio, e non si arrestò piùneanche dopo, riprendendo e completando l´opera demolitrice con gli albori del miracoloeconomicoedellafantomaticaindustrializzazione.

Oggi, delle “Sciabiche” e degli “Sciabbicota” non ci resta che un ricordo, più o meno vagodipendendo per ognuno di noi dalla propria età anagrafica o dalla lucidità con cui la nostramemoriaciriportaeciriproponequeidueterminiconiqualiinostrinonnieinostrigenitoricontinuarono, e qualcuno di loro persino continua ancora, ad identificare rispettivamente ilrioneedisuoiabitanti.

Dedicoquestomioscrittoatutti inmieicariamicisciabbicoti,conungraziespecialeaCosimoPrudentino per le sue tante belle fotografie e a Arcangelo Taliento per i suoi tanti simpaticiraccontichehannostimolatolamiafantasiaeimieiricordiinfantili,inducendomifinalmentearaccogliereedordinareinquestoscrittoimieiappuntielemienotesulleSciabichebrindisine.

Page 53: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

53  

ViaPompeoAzzolino:l´ultimovestigio‐ormaifatiscente‐delleSciabiche

Page 54: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

54  

LargoMonticelliealcentroViaSciabiche

ViaSciabicheversodestraeVicoCapozzielloalfondo

Page 55: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

55  

ViaLenioFlacco

Page 56: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

56  

LeSciabiche

Page 57: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

57  

LeSciabiche

Page 58: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

58  

LOSTORICOEGLORIOSOIDROSCALODIBRINDISI

www.brindisiweb.it/storia/idroscalo.asp

GianfrancoPerriProbabilmente molti giovani brindisini d´oggi non sanno che l'aeroporto di Brindisi,recentemente denominato del Grande Salento ed in origine intitolato al comandante diaeromobilecivileAntonioPapoladecedutoil13febbraiodel1938inunincidentedivolo,haavuto un glorioso antenato e capostipite che tra pochissimo commemorará il suo primocentenariodellanascita.Lepiùlontaneoriginidell'aeroportodiBrindisi,chefuronodicaratteremilitareecherisalgonoagli albori della stessa aviazione italiana, coincidono infatti con gli anni iniziali della primaguerramondiale,quandonelbassoAdriaticosiscontravanoacerbamenteleflottedell'Intesadicuifacevapartel´Italia,controquelleaustro‐tedesche.Ilsuoprimissimonucleofuunastazioneprovvisoria per idrovolanti creata, con lo scoppio della guerra e poco prima dell´entrata inguerradell´Italia,periniziativadellaRegiaMarinaMilitare:unacircolaredellaRegiaMarina,laN°25260del6dicembre1914,stabilivalacreazioneditrestazioniperidrovolantiaVenezia,Pesaro e Brindisi, per contrastare l'aeronautica austriaca che stava imperversavanosull´Adriatico.DellaventinadiapparecchideiqualidisponevaalloralaRegiaMarina,aBrindisifurono assegnati 3 idrovolanti Curtiss. Erano apparecchi di legno e tela, e a Brindisi furonoinizialmentedepositati sullanaveElbae successivamente sullanaveEuropa, in attesa che sicompletasselacostruzionediunappositohangarinun´areaalconfinetraleduezonecostieredenominate”Posillipo”e“CostaGuacina”sullatoovestdell´avamporto.

CostaGuacina,traPosillipoeFontanelle,primadeilavoridisterrochedarannospazioall´areadell´idroscalo

Page 59: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

59  

Nel 1916, per meglio contrastare l'aviazione austriaca di base a Durazzo, Dubrovnik, lastazione fupotenziatadivenendo stabile epiù efficiente: era cosìnato l'IdroscaloMilitarediBrindisi. Il complesso sorgeva in località Costa Guacina, appena fuori dal porto interno,uscendo dal porto sul lato sinistro del canale Pigonati, su un´area costiera compresa tra ilcanale e Fontanelle, da sempre punto di attracco di navigli imbarcazioni e battelli vari inquanto riparata dalle correnti marine, e per questo difesa dalla piazzaforte navale. Furonoanchenecessari impegnativi lavoridisterroperportaresul livellodelmaretutta l´areadellacostacheinoriginefutopograficamentesopraelevata.

PlanimetriadiCostaGuacina‐dicembre1916

Quelbellissimospecchiod´acqua,dallecondizioninaturaliinvidiabili,fulapistadallaqualefindal1914silevavanoinvologliidrovolantidellasquadrigliaguidatadaOrazioPierozzi,eroicoaviatoredecedutoinvolodiaddestramentonel1919dopoaverguidatoinnumerevoliazionidiguerravittoriose.Soprannominatol´assodelmare,aluidopolasuatragicamortefuintitolatol´idroscalo. Così come durante gli anni della grande guerra si levavano in volo le altre duesquadrigliedibaseall´idroscalodiBrindisi,guidatedaaltridueformidabiliaviatori,UmbertoMaddalena e Francesco De Pinedo, piloti militari che divennero celebri per le loro impreseaviatorie,anchelorodecedutiinvolo,nel1931enel1933rispettivamente.

OrazioPierozziUmbertoMaddalenaFrancescoDePinedo

 

Page 60: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

60  

1918:OrazioPierozzicolsuoMacchi55Maddalena(primoasinistra)eDePinedo(terzo)

LasquadrigliadiM55diUmbertoMaddalena,unodeipilotiitalianipiùdecorati‐giugno1918

AereoaustriacoHansaBrandemburgW13catturatoaBrindisi‐June1918(fotoLaValigiadelleIndie)

Page 61: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

61  

Nel corso del 1916 furono costruite le aerorimesse per gli idrovolanti da bombardamentoprogettatidall´ingegnereLuigiBresciani.Unincidentedivoloinfasedisperimentazionecausòlamorte del progettista e la distruzione del prototipo e il progetto fu abbandonato, però ilnomeBrescianirimaseai6hangars.AdiacentieanorddeglihangarsBresciani,sicostruironoanche3enormihangarsperdirigibiliiqualiperòfuronoprestodismessietrasferitiaSanVitodei Normanni, per ragioni di sicurezza. Gli hangars Bresciani invece, conmuratura di tufi ecementoeconcoperturaabotteconsestoribassato insolaio latero‐cementizio,sonoancoraoggiinsituutilizzatidall´ONU.

HangarsBrescianiquasicompletatieprimohangardirigibiliincostruzione‐1916Finita la grande guerra, nel 1919 il governo italiano propose alla Grecia la creazione di unserviziodipostaaereatraRomaedAteneconscaloaBrindisi,peròconunpensierochiaroelungimirantegiàrivoltoaipossibilisviluppifuturidell´aeronauticacommerciale.Fupropriounraid effettuato tra il 9 e il 12 settembre di quello stesso anno da Francesco De Pinedo,comandante della stazione di idrovolanti di Brindisi, e conclusosi positivamente con unpercorsoaereotraBrindisiedAteneinsolecinqueore,arenderepiùconcretaquell´idea.Quelraiddovevainfattirivelarsiesserestatounamossapropagandisticadinotevolespessore,tantocheper l´occasione il governogreco inviòalleautorità italianeuna letteradicongratulazioniperl'efficaciadegliidrovolantidibaseaBrindisi.Conregiodecretodel28marzo1923fufondatalaRegiaAeronauticaMilitarechealmomentodellasuanascitaricevetteinconsegnadaEsercitoeMarinatuttiicampiaeronauticiterrestriegli idroscali allora esistenti: a Brindisi prese possesso del campo terrestre di San Vito deiNormanni cheera sortonel1918a circa9kilometridalla città sulla stradaperSanVitodeiNormanniconl´adiacente,traivignetidicontradaMarmorelle,campodirigibiliequindi,presepossessoanchedell'idroscaloOrazioPierozzi.Cosìnellostesso1923toccòallafiammanteRegiaAeronauticaMilitareavviarelacostruzionedell'Idroscalo Civile di Brindisi che, affiancando quello militare, fu completato nel 1925perfezionando così un grande sistema di trasporti e collegamenti all´importantissimo estrategicoportodiBrindisi,checonilsub‐sistematreno‐navedellaValigiadelleIndieeragiàfunzionantefindalsecoloprecedente.

Page 62: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

62  

Parallelamente,vennerocostituite leprimeaerolineeprivate italiane: lasocietàServiziAereiSISAnel1921,laSocietàAnonimaNavigazioneAereaSANAnel1925,lasocietàTransadriaticanel 1926 e la più famosa Aero Espresso Italiana AEI che, fondata il 12 dicembre 1923, il 7maggio1924stipulòconl'AeronauticaMilitareunaconvenzioneperl'impiantoel'eserciziodiunalineacommercialetraItaliaGreciaeTurchia,viaBrindisi.Eracosìnatalaprimalineaaereainternazionale italiana e il 1° agosto del 1926 dall´idroscalo di Brindisi partì il primo volocommerciale internazionale di linea italiano, che aprì al traffico la linea Brindisi‐Atene‐CostantinopoliconidrovolantiMacchiM24.Nel1927fuaggiuntalalineaBrindisi‐Atene‐Rodiela SISA inaugurò la Brindisi‐Durazzo‐Zara. Nel 1928 un´altra importante compagnia, la SAMSocietàAereaMediterranea,avviòlaBrindisi‐ValonaconidrovolantiSavoiaPomilioS59.

Brindisi‐Atene‐Costantinopolidell´AeroEspressoItaliana:dal1926al1934

L´Idroscalociviledell´AereoEspressoItalianaaBrindisi‐1927

Page 63: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

63  

Pianodell´IdroscalomilitareecivilediBrindisi:RegiaAeronauticaeAeroEspressoItaliana‐1927

N

Page 64: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

64  

Sulfrontemilitare,neglianniventiBrindisidivennesededell´86°GruppoIdrovolantidotatodinumerosi apparecchiMacchiM24 e poi SiaiMarchetti S55 e sorse così la necessità di nuovihangars la cui costruzione, stabilita a nord degli hangars Bresciani, fu commissionata allaSocietàOfficineSaviglianodiTorino. I 4hangars Savigliano,ognunoapianta rettangolaredicirca 54 x 60metri, furono completati intorno al 1930: ossatura reticolare metallica a unacampataerivestimenti in lamiereondulatezincate, cupolinocentralediaereazioneadoppiafaldainmaterialepolicarbonato.Ognunodeiquattroaccessiversolabanchinahaun´aperturadicirca51metriconpiùdi12metridialtezza.L´ottimastrutturametallica,nonostantelasuavicinanzaalmareèrimastapressochéintattaedèancorafunzionaleainostrigiorni:unodeglihangarsègestitodall´ONUeneglialtritreoperalasocietàAleniaAeronavali.

HangarsSaviglianoepontoniaereidell´IdroscalodiBrindisi‐1931

Si trattava di un idroscalo d´avanguardia con infrastrutture e servizi di grande qualità, peresempioerailsoloalmondoadesseredotatodiuncarrellodialaggiosurotaiecheconsentivauncomodoimbarcoaterradipasseggeri,mercieposta.Alcunirestidiquellerotaiesipossonoancorariconosceresulterrenoatutt´oggi.

Rampediscivoliall´IdroscalodiBrindisi‐1934

Page 65: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

65  

L'idroscalo con la sua sezionemilitare e con quella civile, grazie alla posizione strategica diBrindisi, aveva funzionato a pieno ritmo per tutti gli anni venti, con un vasto impiego diidrovolanti inmolte delle nuove correnti di traffici commerciali emilitari delMediterraneo.Invece, per diversi anni gli aerei militari e civili si erano continuati a servire del campoterrestre di San Vito fino a quando l'amministrazione provinciale di Brindisi decreto lacostruzionediunnuovoaeroporto,procedendoall´esproprioedacquistodei terreniagricolisitiallespalledell'idroscalo,approntandonel1931ilpianoregolatoredelnuovoaeroportoeiniziandoilavoridicostruzioneallafinedellostessoanno1931.Il campo entrò in funzione nel 1933, inaugurato da Benito Mussolini il 30 di luglio, el'aerostazionefucompletatanel1937,conpistadi lancioorientataanord, inizialmentedi50metrix600metriesuccessivamenteportataa850metri.A seguito della politica del regime, voluta dalministro dell´Aeronautica Italo Balbo, tutte lesocietàaereefuronoviavialiquidateoaccorpatefinoallaformazionediun´unicacompagniadibandiera,l´AlaLittoria,allaqualefinalmentepassoancheAEInell´ottobredel1934,quandoil28diquelmeselacompagniaSAMdopoaverassorbitolaquasitotalitàdeiserviziaereiitalianiera ufficialmente divenuta “Ala Littoria S.A.” aggiungendo il fascio littorio alla rondinellaazzurradelsimboloSAMchesuavoltaerastatoereditatodallaTransadriatica.

AerostazionediBrindisiLineeaereeSAMSocietàAereaMediterranea,poiAlaLittoria‐1934Nell´aeroportodiBrindisil´AlaLittoriagestiva,traaltre,lelineeBrindisi‐Rodi;Brindisi‐Roma‐Trieste; Roma‐Brindisi‐Tirana‐Salonicco; Brindisi‐Atena‐Rodi‐Haifa; Roma‐Brindisi‐Bagdad;Brindisi‐Durazzo‐Lagosta‐Zara‐Lussino‐Pola‐Trieste.L'idroscalo militare era stato intitolato a Orazio Pierozzi, comandante della SquadraIdrovolantidiBrindisidurantelaprimaguerramondiale,econlastessadenominazionevenne

Page 66: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

66  

inizialmenteindicatoancheilnuovoaeroporto,cheeramilitareecivileallostessotempo.Poinel 1938 l'aeroporto civile ebbe la sua intitolazione ad Antonio Papola, mentre il militareconservaa tutt´oggi l´intitolazioneoriginaleaOrazioPierozzi. Il15marzodel1937si formòsull´aeroportomilitare di Brindisi il 35° Stormo con aerei SM.55 e l´anno seguente 1938, siformaronoiGruppi95°e86°conaereiidrovolantiCANTZ.606.

TrimotoreSavoiaMarchettiS.73dell´AlaLittoriasullalineaRoma‐Brindisi–1937

IdrovolantiSM.55del35°StormoschieratidifronteaglihangarsSavigliano‐1937

Page 67: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

67  

1938AlaLittoriaUnidrovolanteS66dellarottaperHaifaeRodi

HangarSavigliano:BimotoreBreda44dell´AlaLittoriasullalineaRoma‐Brindisi‐TiranaSalonicco‐1938

Page 68: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

68  

IdrovolantiCANTZ.506deiGruppi95°&86°schieratisull´IdroscalodiBrindisi‐1938

Conlasecondaguerramondiale furealizzatadaitedeschiunanuovapistadi1500metriesiintensificò l´attivitàmilitareascapitodiquellacivile, finoaquandoquestasiesaurìdeltuttonelsettembredel'43conl´ultimoidrovolanteciviledilineachedecollòil9settembreallavoltadiAncona.L´attività civile fu infatti sospesa totalmentegià che l´aeroportodivennebasedeireparti aerei alleati di occupazione, sotto comando inglese e nel 1944 gli alleati costruironounaterzapistadi1800metriinterrastabilizzataconl´oliobruciatodegliaerei.

CANTz506:sullosfondoilCollegioNavaleilMonumentoalMarinaiolenaviscuolaVespuccieColombo‐1943

Page 69: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

69  

USAAFintelligenceaerodromechartofBrindisiCampshowingthepositionoftheseaplanebase‐1943Dopo la seconda guerra mondiale, l´attività civile dell´aeroporto di Brindisi riprese conregolaritànelmaggiodel1947con lanuovacompagniadibandieraAlitalia e si ripristinò lalineaRoma‐BrindisiallaqualesiaffiancòlalineaBrindisi‐Catania.Ma,l´epocagloriosadelleidrolineedaeperl´idroscalodiBrindisieraormaifinitapersempre:quell´epopea dell´aviazione civile italiana e brindisina in particolare, durata all´incirca unaventinadianni,sieradefinitivamenteconclusa.Gliidrovolantimilitariinvececontinuaronoascivolaresullospecchiodelportomedioperunpo’dianniancora,finoatuttiglianni’60,emoltidinoimenogiovaniceliricordiamoancoraidentificandoli chiaramente sull´orizzonte dalle rive delle nostre spiagge interne al porto(Sant´Apollinare ‐ Fiume piccolo ‐ Fiume grande ‐ MariMisti e Fontanelle), con il lorocoinvolgenterullareeconlelorosagomeunpo’goffedalleestremitàarancionefosforescente,finoafarsisemprepiùradiprimadisvanireanch´essinellepieghedellastoriadellacittàedelsuoporto:benpiùdicinquant´annidistoriabrindisina.

N

Page 70: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

70  

Anche l´attività militare riprese finalmente autonoma dall´occupazione militare dopo lasecondaguerramondiale.Nel1947aBrindisi fudestinato l´83°GruppoSoccorsoAereo conidrovolantiCANTZ506sostituitiapartiredal1958conidrovolantiHU16A‐Albatros.Poi,conl´entrata nel 1949 dell´Italia nella NATO, arrivarono in dotazione all´aeroporto militare diBrindisiiprimiaereimilitariamericani.Tra il 15 ed il 18 settembre 1950 la portaerei americana Mindoro sbarcò i primi 40 aereiCurtissHelldiver52‐C, per armare la ricostruitaAeronauticaMilitare.Enel giugnodel1952dallaportaereiamericanaCorregidorfuronosbarcatiiprimiaviogettidacaccia,gliaeroplaniareazioneF‐84Gthunderjet,protettidaunospecialerivestimentoplasticodetto‘cocoon’.

DallanaveamericanaMindorosbarcanoperl´aeroportodiBrindisigliaereiCurtiss52C‐16settembre1950

AviogetticacciaF‐84GthunderjetsbarcartidallaportaereiamericanaCorregidor‐giugno1952

Page 71: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

71  

FiatG59BperaddestramentoschieratidavantiaglihangarsSavigliano‐1957

Ilmioprimovoloconmiopadre,ilMarescialloSettimioPerri,nelcielodell´aeroportodiBrindisi‐1957

Page 72: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

72  

Sottufficialidell´Aeronautica,colleghidimiopadreilMarescialloSettimioPerrialcentroconlasciabolaAeroportoMilitareOrazioPierozzidiBrindisinellafestadellaMadonnadiLoreto‐12dicembre1957

Il10settembre1967sull´aeroportomilitarediBrindisifuricostituitoconil13°Gruppocacciabombardieriericognitori,quel32°Stormocheerastatooriginalmentecostituitol´1dicembre1936 e poi sciolto il 27 gennaio 1943. Il velivolo in dotazione fu il Fiat G.91R, in dotazioneanche alla gloriosa pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori, e nel 1974 lasciò spazio albireattoreG.91Y.Dal1993però,loStormononhapiùsedeaBrindisiedoperadall´aeroportoAmendola, inFoggia.Finalmente,nel2008 l’aeroportodiBrindisihaperso lo statusdi scalomilitareapertoaltrafficocivileedhaacquisitolasemplicedenominazionediaeroportocivile.

Page 73: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

73  

Equell´idroscalo,sortoquasicentoanniorsononelportomediodiBrindisi,èanchestato illuogo d’origine dell’industria aeronautica brindisina che lì nacque e quindi vi prosperò perquasiottant’anni:gliidrovolantiinfattiavevanobisognononsolodiunoscalopostovicinoaduno specchio d’acqua,ma anche di assistenza emanutenzione. La Società Anonima Cantierid´AeroportoSACAentro inattivitànel1934esotto laguidadell´ingegnereMicheleDell’Oliodivennerapidamentelaprincipaleindustriadellaprovincia.Nel dopoguerra la SACA, con la nuova denominazione di Società per Azioni CostruzioniAeronavali, fu rinnovata ed ampliata tanto che negli anni ’60 il personale raggiunse lemilleunità. Imperdonabilmente nel 1977, dopo un continuo decadimento aziendale, si giunse allapenosa dichiarazione di fallimento. La Industria Aeronautica Meridionale IAM ne rilevò lemaestranze, gli impianti e le attività. In seguito a ristrutturazione, la IAM divenne Agusta equesta,nel1999,cedetteadAleniaAeronauticailsitodell’idroscalo:3deglihangarsSaviglianosonoattualmenteofficinedellasocietàAleniaAeronavali.

GlihangarsBrescianieSavigliano–2010(fotoUgoImbriani)

MaquelladellaSACAedituttal´industriaaeronauticabrindisinaètuttaun´altralungagloriosae,percertiversi,tristestoriaallaqualebisogneràdedicaremoltopiùdiuncapitolo.BIBLIOGRAFIA

Tracieloemare.Mostradocumentaria.ArchiviodiStatodiBrindisi–2007OrazioPierozzil´assodellamarina.M.Mattioli–2003LabasenavalediBrindisidurantelagrandeguerra.G.T.Andriani–1993L´AeroporocivilediBrindisi.F.Gorgoni–1993Lotteevittoriesulmareenelcielo.U.Maddalena–1930

Page 74: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

74  

IBOMBARDAMENTIABRINDISIDEL7‐8NOVEMBRE1941

Era l'anno1940quando l'Italiaentrò inguerraal fianco dei tedeschi. Brindisi, che alloracontava su circa 42mila abitanti, venne subitoindividuata come uno dei principali obiettivimilitari per le incursioni aeree della Royal AirForce che condusse sul capoluogo ben 21attacchitrail30ottobreelafinedell'anno.

Il 1941 non si aprì nel migliore dei modi,duranteilcorsodell'annolacittàsubìnumerosie tremendi bombardamenti, in particolare nelmese di novembre quando dal 7 al 21 leincursionifuronopraticamentecontinue.

Vasti furono i danni agli edifici civili ed ailuoghi di culto, ma quello che rimane ancoraimpressonellamemoriadegliultimitestimoni,è il più potente e distruttivo degli attacchisubiti, quello della notte tra il 7 e l'8novembre. L'incursione iniziò a mezzanottecirca e durò poco più di 5 ore, un attaccocondotto da una formazione di bimotoriinglesiprovenientidaMalta con l'obiettivodismantellarelefortificazionidelportoelabasenavale del castello svevo. Tutta l'area di viaCittadella nel centro storico della città (fotosopra a destra) fu rasa al suolo e ci furonodecinedivittimeecentinaiadiferiti.

In quella triste notte fu colpito il palazzo dellaGioventùdelLittorio,sull'attualeareadelMajestic(foto sopra a sinistra), e destò forti emozioni losterminio della famiglia Martinelli, sette personerimaste sotto le macerie nell´abitazione di viaPortaLecce(fotoalato).Lebombecadderoanchenei pressi della chiesa dell'Annunziata, in viaSantabarbara, in via Lauro e nella zona di viaSanta Aloy (anche sulla casa di Vito De Marco eCosimaPati,nonnimaternidiAlbinaAprile ‐miamadre ‐ che con loro viveva e che li indusse adabbandonare la casa un solo istante prima chevenissecentratadaunabomba).

Dopoquella terribilenotte, circa l'80%dellapopolazionesi trasferìperpauraneipiù tranquillipaesidellaprovincia,Mesagneedaltri.

Ripresodawww.brindisiweb.comeriadattatodaGianfrancoPerri

Page 75: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

75  

DaiRegistridiclassel´8Novembre1941

Page 76: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

76  

 

BrindisibombardataGiuseppeNatali

Ottunovembritiluquarantunu,cisiricordachiuitiqueddadata?Forsinolipensachiuinisciunulifattiti‘ddatraggicanuttata.Comunamammastanca,llìcrinuta,Brindisiripusavaqueddaseraechianuchianus’eraddurmisciùtasobbr’astratitichianchipilittéra.Lumantutilanottipicuperta,nusaccutipaurapicuscinu,cannùnipiuardianisempriall’erta,nastellapiccinòddapilampìnu.Mamentrusindistavasotasotambrazzataacientu,amillicriaturi,ti‘ncielusisintìutottanavotanurombuprioccupantitimuturi.Mancunuminutuerrivvaulunfiernu:ùcculiesireni,critàtitispirati,simbraval’iratiluPatreternu,spariticannùniegentipilistrati.Calàracomufalchil’apparecchi:pilotiinglisiferocieassassinicintravunupalazziecatapecchi,šquartavunulicarnibrindisini.

Brindisiaognivandacabrusciàva,parìanatragediatitiatrucrecu,lucielundisimbravacampicciava,ancapuatuttinacupulatifuecu.Bombicomucràndini,comucurtiddàti,epiognibombaeranapugnalata.Muerti,firìtiecasispriculàtitiPortaLeccifinuallaviaLata.ViaCittadellafinuallaStazioni,viaOttavianufinuall’Annuziata.Macerii,fumu,fuecuedistruzioni.PoviraBrindisi,menzascuffulàta!Passata‘ddaterribbilinuttata,insanguinataeculipiachiapierti,comunamammaanterranginucchiataBrindisisichangìalifiliimuerti.Moi,cinquant’annidopuqueddadatatantiricuèrditornunuallamenti.Ricuèrditinastoriaormaipassata.PurularàggiaritornapriputenticipensuatantagentimassacrataeaBrindisinostratottabombardata.

8novembre1991

Page 77: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

.

CRONACA DI BRINDISI VENERDÌ 17 FEBBRAIO 2012

di GIANFRANCO PERRI

Forse solo i nostri genitori piúanziani lo ricordano con questonome un pó suggestivo, o con ladenominazione di ComandoMarina. Noi invece, brindisini natipoco prima o poco dopo la secon-da guerra mondiale, tutti lo ricor-diamo come “Lu Prisidiu”.In effetti si tratta delle strutture diquella che in origine fu la casermad´ariglieria “Ederle”, dal nome diCarlo Ederle, maggiore di artiglie-ria nato a Verona nel 1892 e mortosul Piave nel 1917, medaglia d´oroal valor militare nella prima guer-ra mondiale. Il grande palazzo, che risalta sullosfondo della foto postata daSimone Galluzzo e anche ripro-dotta sul classico libro editado nel1985 “Parliamo di Brindisi con lecartoline” di Giuseppe Candilera,non esiste piú, ma proviamocomunque ad orientarci: La strada sulla destra é l´attualeViale dei Mille, vista da Via SantaAloy e subito a destra, non visibi-le nella foto ma tutt´oggi esistentedietro gli alberi, c´é la palazzinadell´Ammiragliato, nella qualealloggió il Re Vittorio EmnanueleIII° durante il periodo del suo sog-giorno a Brindisi dopo l´8 settem-bre 1943 durante i mesi in cuiBrindisi fu la capitale d´Italia. La costruzione bassa a forma dicapannone con il tetto a due spio-venti sulla sinistra invece, esisteancora, completamente fatiscentee da molti anni abbandonata:appartenne alla caserma Ederle edoccupa tutto il lato Nord di ViaCastello, tra Via Rodi e ViaCittadella nuova. Quella costru-zione bassa ha anche un secondolato contiguo non visibile nellafoto, tipologicamente uguale edisposto perpendicolarmente,

occupando ancora oggi tutto il latoovest di Via Cittadella nuova, traVia Castello e Viale dei Mille e, adangolo tra Via Cittadella nuova eViale dei Mille, c´é il Circoloricreativo della Marina. Esattamente in quello stesso ango-lo, fino a tutta la seconda guerramondiale, era invece posizionatala garitta del sentinella e, me loraccontava mia madre, il sentinel-la era puntualmente presente alsuo posto anche durante quella tra-gica notte brindisina tra il 7 e l´8novembre del 1941, mentre infu-riavano i bombardamenti inglesi:

le bombe cadevano in quell´areacon sempre maggiore insistenzaed una signora anziana, che vivevaal piano rialzato dell´edificio congli archi che si affacciava, e siaffaccia ancora, su Via Santa Aloya pochissimi metri da quell´ango-lo, scorgendo dalla sua finestrasocchiusa il soldato, cominció achiamarlo ingiungendogli di venirfuori dalla garitta e di rifugiarsinel portone dell´edificio, moltopiú solido ed un pó meno espostoalle bombe. Il sentinella non vollemuoversi e la signora dopo ripetu-ti quanto inutili richiami, scese per

strada, andó alla garitta e material-mente trascinó il soldato fuori finoa farlo rifugiuare nel portonedell´edificio. Erano trascorsi pochiminuti da quel momento quandouna bomba centró in pieno lagaritta: non ricordo il nome diquell´anziana signora, ne maiseppi quello del giovane soldato. Alle spalle dell´edificio e per tuttala sua notevole ampiezza c´era ungrande cortile, una grossa piazzad´armi denominata PiazzaCastello. Al posto di quella piazzae dello stesso palazzo “LuPrisidiu” c´é oggi la scuola

Salvemini. Dalla fine della seconda guerramondiale invece, tutto l´edificio fu“temporalmente” destinato a civileabitazione ed occupato da tantefamiglie di sfollati, una temporali-tá che duró quasi vent´anni: alcunidei miei compagni di classe allescuole elementari San Lorenzoabitavano “intra allu Prisidiu”. Iosono infatti nato e vissuto in ViaCastello N°3, esattamenteall´angolo con Via Cittadellanuova, proprio di fronte a ció cherestava della caserma Ederle.La caserma in origine occupavaper intero tutto l´isolato, che eraperfettamente rettangolare e con-teneva anche il palazzo delPresidio Militare, essendo delimi-tato dalle quattro strade: ViaCastello, Via Cittadella nuova,Viale dei Mille e Viale dellaLibertá, la quale in effetti non esi-steva ancora ed era una stradainterna alla Marina Militare, cosícome lo era anche l´attuale Vialedei Mille.La Ederle, era poi divenuta unacaserma di cavalleria, ed ai tempidella mia infanzia oltre ai soldatic´erano ancora i cavalli, poi neglianni divenne un deposito di armi.Me li ricordo bene i cavalli, dalbalcone di casa li osservavo ognimattina, con i soldati che li faceva-no uscire dalle stalle e li portavanoa bere nel beveratoio al centro delcortile, e poi li facevano passeg-giare un pó.

LL’’AAmmmmiirraagglliiaattoo nneell 11992299

Proprio ieri ricorreval´anniversario N° 71 diquella terribile tragica

notte in cui Brindisi fu intensa-mente bombardata, tra il 7 el´8Novembre del 1941.Si rattó del più potente edistruttivo degli attacchi aereisubiti dalla nostra cittá.L´incursione iniziò a mezzanot-te circa e si protrasse per quasi5 ore con un attacco condottoda una formazione di bimotoriinglesi provenienti da Maltacon l'obiettivo di smantellare lefortificazioni del porto e la basenavale del castello svevo. Fuper questo motivo che propriotutta l´area di via Cittadella evia Sant´Aloy subí i danni mag-giori e fu quasi rasa al suolo,cosí come lo testimonia fintroppo crudamente la fotogra-fia. E purtroppo, ci furonoanche decine di vittime e centi-naia di feriti.Fu bombardata anche la casa diVito De Marco e Cosima Pati,su via Sant´Aloy quasisull´angolo con l´attuale viaLucio Sacrano. Erano i nonnimaterni di Albina Aprile -miamadre- che con loro viveva eche li indusse ad abbandonarela casa un solo istante primache venisse centrata dallabomba. Avevano appena attra-versato la strada per dirigersi invia Rodi a casa dei genitori dimia madre, ed erano ancora sulmarciapiedi di fronte alla casa,quando la bomba la colpí inpieno e la fece crollare comple-tamente lasciando in piedi solola facciata.Remo Simoniello, commentan-

do la foto ci racconta: ...Lezone colpite furono via DeSanctis e largo della Volta, poifra via Cittadella via Sant'Aloje via Lucio Scarano. Nei bom-bardamenti, un aereo fu abbat-tuto dalla contraerea e fu recu-perato dal fondo del mare nel1952, rimanendo per lungotempo sulla banchina all'altezza

di via Lenio Flacco.Le macerie "ti li scuffulati"

rimasero fino all´inizio deglianni '60. Dopo la guerra "luscuffulatu" era il nostro campod'azione: la sera ci andavano lecoppiette e "nui li pigghiaumu apetri". Ed erano anche comodiperché in un secondo scendeva-mo giù da basso per fare il

bagno alla spiaggetta dove tira-vano a secco le barche, unaspiaggetta tutt´ora esistenteanche se adesso é completa-mente cementata.Dopo quella terribile notte,circa l´80 percento della popo-lazione civile di Brindisi si tra-sferì per paura nei più tranquil-li paesi vicini della provincia, a

Mesagne ed altri.Sono tristemente sintomaticidel clima che regnava in cittáquell´8 novembre 1941, alcunidei registri di classe redattidalle maestre e dai i maestri cheandarono a scuola quella matti-na.Maria Franco, di 26 anni: Lascuola é vuota. Le famigliesfollano verso paesi piú sicuri.Nessuna presente delle 25 fre-quentanti. Il Provveditore, dapoco giunto in cittá, ha parlatoa noi tutti dell´ora terribile chesi attraversa... Luigi Pigna, di 31 anni: Lascuola é completamente vuotain quanto tutte le famiglie sonocostrette a sfollare. Per misureeconomiche di combustibile, ilMinistro ha protratto le vacanzefino al 18 Gennaio. Dei 51iscritti una decina frequentanoperché gli altri si sono riversatinei comuni vicini...Matilde Musaio Valletta, di32 anni: La disastrosa incursio-ne aerea, durata quasi 5 ore, hafatto spopolare la cittá. Lascuola é deserta.Le ripetute incursioni aereehanno fatto si che tutti sfollino.Dove potremo rintracciare inostri piccoli? Certamente nei paesi vicini!

Via Cittadella - 8 novembre 1941

VENERDÌ 9 NOVEMBRE 2012

Page 78: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

78  

LAFONTANELLADEIGIARDINETTI

FotodiGianfrancoPerri‐1968

Lafontanelladei¨Giardinetti¨dellastazionemarittima.Quantevolteabbiamofattolevecidiquelbambinoodiquelpapàononno?Adessononc´èpiùlafontanellaconlasuapalmadidatteri,ormaiabbattuta!

MarioCarlucciGianfràgiralafoto.

GianfrancoPerriMario,grazieperl´osservazione,hocorrettoeri‐pubblicatolafoto!Questafoto la scattainel1968quando frequentavo il ¨CentroServiziCulturali¨ inPiazzadelPopolo(più esattamente mi pare in Via Santa Lucia, al primo piano subito a fianco della PizzeriaRomanelli). Avevamo lì anche la camera oscura ed io stesso sviluppavo le foto che scattavo,quindinientedipiùfacilechelafotosiarimastaspecularmenteinvertita.

GiancarloCafieroOraèprecisa:bellissima...

PinoSpinaNonesitereiadattribuireaquesta immagine ilvaloredidocumentostorico,noncredochecisiaunsolobrindisinoche,almenofinoaquandoèesistita,nonricordidiesserestatosollevatodaterraperbereaquellafontanina.Grazie,perlapubblicazione.

Page 79: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

79  

GianfrancoPerriPinograzieper il tuoappassionatocommento,econdivido inpieno la tuariflessione circa l´universalità dell´esperienza che quasi tutti noi brindisini (durante variegenerazioni)abbiamocertamentecondiviso.

CosimoGuerciaBellissimafoto.Imieifiglineparlanosemprediquestafontanina,liportavosempre a giocare nel giardinetto. Peccato che l'hanno tolta era un ricordo dell’attualegenerazioneoltredellanostra.Abitandoal centroquantevoltehobevutoe fattobere imieifiglicomequelsignoreinfoto.

GiusyGattiPerlangeli E chi può scordare la fontanelladei giardinetti...Maquando l´hannorimossa? Non è tanto... Gianfranco... Ricordo benissimo il CSC affianco a Romanelli... I primicollettivifemministi...(Behproprioiprimiprimi,no...).

CosimoGuercia Ho abitato sino a qualche anno fa sulla farmacia Doria.Ma era per caso ilportoncinoinViaSantaLuciadirimpettoaPiazzadelPopolo?Primopiano?

Gianfranco Perri Si certo. Il CSC si spostò lì da un appartamento moderno in via CesareBattistidoveerastatoperqualcheanno.Iopartecipaialtraslocoemontaituttalabibliotecaepoilacameraoscura,etc.EranoitempidiZaepoidelcompiantoMimmoAlbano.

StellaMontanaroGianfranco,anch'iofrequentavoilCSC...ecihoanchelavorato.TiricordipercasodiLorisRollo,MarianoMeo...GigiZahalavoratoagliesordidelCentro.Saichepropriolìhoconosciutoilpadredellemiefiglie?Tiricordaqualcosailnome:PieroScatigna?

GianfrancoPerriStella, io il CSC l´ho frequentato da quando conGigi Za era ancora in ViaCesareBattisti(unpalazzopiùomenodifronteallescaledellaPiazza,quindidopoilPalazzodellePoste),deveesserestatointornoal1967.PoisispostòinViaSantaLuciaebenricordoLorisRollo.DopoZa, c´era l´amicoMimmoAlbano chenel settembre1968mi selezionòperpartecipare(assiemeaSantinoMatulli,conilqualestudiavo)aduncorsosulle¨comunicazioniaudiovisuali¨durantequasituttounmesenelCastellodiSanMartino,aPrivernoinprovinciadiLatina(favolosaedindimenticataesperienza).PoicontinuaiafrequentareassiduamenteilCSCfinoallamiapartenzaperilPolitecnicodiTorinonell´ottobre1969.PieroScatignaloricordocomenome,mainquestomomentononnehounricordochiaro.Ricordoinvecechec´eranodueotreragazze(sorelle,ocugine?),moltoassiduedelloCSC,credoadesso...cheunadiloropotrestiessere...tu.Unadilorocredosisposòconunprofessoredell´IstitutoGiorgiedandòadabitareinViaCristoforoColombo,angoloViaCastello...Dimmiunpo’,comevalamiamemoria?

StellaMontanaroNo,nonsonoiounadelletresorelle,nonricordoilcognomedellestesse,maturicordibene.IdahasposatoToninoGioiacheèprofessoredistoriapressol'UniversitàdelSalento, Enrica sposòMarianoMeo (collaboratorediMimmoAlbano ed in seguitopenso siadiventatoresponsabiledelCSC),epoiMariachecredononvivapiùaBrindisi,mainprovincia...ComunqueconIdaedEnricaci incrociamospesso.AlCSCiocisonostatasoloquandoerainViaSantaLucia.Santinol'horivistounpaiod'annifa,mentresiesibivaconlamoglieTizianasuunapistadaballo.Iomilimitavoaguardare(sonofortementehandicappatainquelgenerediesibizioni).Luinonècambiatoaffatto,identicaverve.

GianfrancoPerriGrazie,iomidareiunasufficienzainmemoria,ma...considerandochenonhopiùvissutoaBrindisidaquel lontano1969(apartenaturalmentelemiemaitropporadevisite),forsepotreianchemeritare7+

StellaMontanaromoltodipiùdirei!

Page 80: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

80  

Mario Carlucci Stella, Maria vive a San Pancrazio ed è sposata con mio cugino professorFrancone,attualeSindacodiSanPancrazio.

Enrico Sierra Quante cose mancano a Brindisi: Il parco delle rimembranze, la torredell'orologio,lafontaninaequanteancora.sonotuttefotoantichechemilascianol'amaroemidannotantanostalgia.Grazieatutti,conaffetto.

GiannaSantoro Indimenticabile la "nostra" fontanella,e l'invitoricorrentedegliadultieraanon toccare il beccuccio nel bere. Così indimenticato è il sapore dei semi di zucca(spassatiempi)....."spacciati"daunambulante,inunconodicartafattospessoconlaschedinaSISAL.

CosimoGuerciaHairagioneGianna,quellafontanellahalasciatoricorditangibili.

SandroMarsellaLaricordate?

MinaLacorteIolaricordo!

LinaBonatestaMelaricordo!

FrancescoAndrianiL´adoravo!

TizianaCassianoBellissima…hotantefotolìdavanti,dabambina!

Maurizio Stano Indimenticabile. Da ragazzino con 'mille lire' compravo una fritta daRomanelli che mangiavo camminando per Corso Garibaldi e quando finivo di mangiare mifermavoaquestafontanaperdissetarmi...Beitempi!!

MarrazzaEnzoMisonosemprechiestoilperchédiquellagrandecazzataditoglierla!

AngeloCatalanoConlafrittanoncipasseggiavo,siconsumavadentrosefacevafreddosenofuori,ilcostoaimieitempidaragazzoeradi50lire.Eadireilveroqualchevoltasonoandatopersinoacambiareleresistenzedellafriggitrice,tempianchequelli!

Cosimo Guercia Angelo! a fianco a Romanelli c'era la birreria alla spina, normalmente simangiavalafrittaesigustavalafrittaspecialmenteall'uscitadelcinemaMazari.

Angelo Catalano Esatto, a quei tempi, non in senso "biblico" ricordo anche le code per ilcinemaMazari,proiettavanofilmdiAmedeoNazariesubitodopolafritta,evai.

GiacomoFeliceEchiselascorda!Anchesenonavevisetedovevifermartiperforzaabere.Equantiamicihobagnato!Andavalasciatadov'era.Comealsolitoc'èchinondàvaloreacertepiccolecosebelledellanostracittà.

Annamaria SpagnoloQuante bevute alla fontanella dei giardinetti... Era tappa obbligatoriaquando tornando da Sant'Apollinare si scendeva dalla motobarca di Vicienzi e subito lafontanellaciattiravaconlasuabell'acquafresca...Quantiricordi...

CesareMevoliQuantebevutehofattoaquellafontanina...unaugualesitrovanelpiazzaledellastazioneferroviaria.

Page 81: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

81  

LucaDiGiulioBellissima!...Hehehe...chebelloeraguardareibimbilitigarsiconl'acquachevolevanorapire...hehehe.Splendidafotodavvero.

UcciuLuVasciuQuanti'mbivutimaggiufattuastafuntana!

AntonioMigliettaPensochequasitutticiriconosciamoinquesta fotodiquella fontana…ah,d'estatec'erasemprequalchelapa...epizzica!

LuigiFormosiChericordi.Bellissima,matuttelecosebellefiniscono....

LucaVitaliDavverounbellissimoricordo.Pernoibambinidialloraeraunaspeciedimagiaquellafontanella.

FilibertoUngaroBellissimaedemozionante.Quantevoltequelgestol'hafattoconmemiopadre.Grazie.

PaoloBarletta...Quantevolte!

AdeleDeGiorgioBeiricordidellanostrainfanzia.Grazie!

DarioCorradoBeiricordi...

GiancarloBuscicchioBellissimiricordidiunaBrindisichenonc'èpiù!Quell'acquaeralapiùsaporita!

CosimoGuerciaEsitantiricordiGiancarlo!!Quellochericordodipiùèquellochequandositornavadallaspiaggiasiprendevad'assaltolafontana,edovevamofarelacodaperbere.

LucaDiGiulioSplendidafontanella,restasempreadissetareinostripiùbeiricordi!Hehehe!

MarcoCandatoreMammamia,chericordoquestafontanella.Misembradirivedereinquestafoto,miopadrecheprendemeinbraccioperfarmibere.

AntonioMigliettaMarco,nonseistatoilsolo.

GianLuigiConsales ...E oggi qualcuno, senza alcun rispetto della storia, ha cancellato quelluogoperfarneun'anonimaaiuola!

GianfrancoPerriSonoveramentecontentochequestamiafoto,scattatasenzaalcunapretesanel lontano 1968, riesca tra tanti di noi a risvegliare e sollevare tanti bei ricordi e tantisentimenti.Successelostessoamequandoquasiunannofalaritrovaitraunpaccodivecchiefotonelfondodiuncassetto,eperquestopensaipotesseamoltifarpiacereriscoprirla.Grazieall’amicoCosimoperaverlarispolveratainquestigiorni.

Teodoro Savina Bellissima... quella fontana per i brindisini è famosa quasi più di unmonumento...

DomenicoFaraselliCorrettoCaroGianfranco,lecosebelleolegatearicordiindelebilidellanostrainfanzia,credochenonsidimentichinomaiefannosemprepiacererivedere.Grazieperquelmagicoscatto!

StefanoAlbaneseLafamosafontanadell'alberoallastazione!

Page 82: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

82  

RobertoGuadalupiDellastazioneodeigiardinettidigiùallaMarina?

RaffaeleMauroQuestaèquelladeigiardinettidellaMarina,sinotalavascadellafontana.

GianfrancoPerri Giusto, siamo naturalmente ai Giardinetti della StazioneMarittima, l´altraperfortunaesisteancora,adessolaposo.

GiancarloCafieroGianfrá,nonèpiùStazioneMarittima,...¨limuertiloro¨!

..quelladellastazioneferroviaria

...10settembre2013

PerSempreBrindisiImmaginoanno65/70...

GianfrancoPerriGrazieperaverripostatoquestamiabellissimafotodel1968.

Per SempreBrindisiGrazie a te Gianfranco, non sapevo fosse tua, altrimenti avrei chiestoprimadipubblicarla...grazieancora.Lacosachepiùmistupisceèchehoazzeccatol'anno.

GianfrancoPerriNonc’èdi che ringraziarmi, è sempreunpiacere scoprire chequesta fotocontinuaasuscitareemozioniintantidinoibrindisini!

FabrizioBirgittaChecolpoalcuore...quelbambinopotevoessereio!

SimonaMargheritaQuante bevute, anche se non avevamo sete se si passava di li era un"istinto"fermarsi.

PacoCoffaRicordimeravigliosi...!!!

LoredanaBeneventoChebellorivederequellascena...tantevoltehobevutoli...

Page 83: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

83  

Luciano Rubini Credo che sia stata tolta nell'oramai lontano 1997. Quella della stazioneferroviariainvece'resiste'ancora,manoncipensamainessuno...

PacoCoffaUnveropeccato che sia stata tolta...!!!Anchequelladella stazione ferroviariamiricordatantimomentifelici...!Laserenitàdell'infanzia...!

GianfrancoPerriEccolaquelladellastazioneferroviaria:lafotolatroviinunmiocommentoprecedente...speriamocheduri!

PacoCoffaGrazie...!Mettevoipiedinisuqueisassiperarrampicarmi...!

LucianoRubiniÈvero,erapiù'arrampicabile'.

PaoloRospiNehofattedibevutebellissima!

SimonaCarbonellaChecassettodellamemoriaaveteaperto...

DeCegliaGiovanniCiaoatutti.Lafontanadellastazioneferroviarianonlaricordo,comunquetutteeduecercatedifarleresistere,èunnostropatrimonio!

Gianfranco Perri Giovanni, per quella più romantica, quella dei giardinetti della stazionemarittima, è troppo tardi. Se cerchi tra i commenti troverai un mio articolo pubblicato suSenzacolonnedel9febbraio2012,cheloracconta.

De CegliaGiovanni Gianfranco, mi riferivo a quella della stazione ferroviaria. Quando eropiccolomiopadre sostava il camion alla stazionee io giocavo ebevevo aquella fontanaorasono24annichemancodaBrindisi.

GianfrancoPerriCerto,quellaèancoralì...perfortuna!

De Ceglia Giovanni Meno male. E dai, diciamoci la verità i figli sono pezzi di cuore imonumentisonopezzidituttinoi.

MariaGraziaCirilloQuantibeiricordiinquestafontanella....grazieavoi!!!

StefanoPaianoMal'hannorimpicciolitao.…soncresciutoio?

MariaGraziaCirilloAnch'iodovreiaverequalchefotoconmiopadrechemiaiutavaabere...einveceilmiodivertimentoerabagnarmilemanine!!!

De CegliaGiovanni E mettere il dito al tubo per spruzzare qualcuno. E ci si divertiva conniente. E si signora Maria, solo che quando mi alzava mio padre e lo bagnavo finiva ildivertimento.

ValerioFuscoLanostracarafontana,quantebevute!Larivogliamo!

DeCegliaGiovanniEbeatochipuòrifarlequellebevute!

SimonaMargheritaEbeatochic'èl'hacertiricordi...

Rino E Luisa Spluga Quante bevute in quella fontana e poi vedevamo le marionette neigiardinetti.

FrancescaNinnoConchecoraggiohannotoltoquellafontana!

Page 84: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

84  

AnnaTeresaVesproQuantiricordi!

RobertaAltini Quanti ricordimi avete fatto tornare allamente. Ricordo anche che in quelgiardinettoc’eraunvecchiettochevendevalenocciolineamericaneeleservivainunconodicartagialloocra.Tutteledomenicheeraunatappafondamentale.

GiorgioQuintanaVecchiricordi,comeerabuonal'acquadiquellafontana!

MariaTeresaPolicicchio...El'acquacheentravanelnaso???

DanielaDeMarcoVero... ricordoconallegriache tantevolteci si chiedeva: "macome faaduscirel'acquadall'albero?"Eravamobambini...

Claudio Miglietta La prima cosa quandu scindivi ti lu vapurettu ti ritornu timmari: nnambivutaall'acquatil'arvulucutillivavilusalitimbocca.

TommasoPillollaQuantebevute....Eadessononc'èpiù!

GianniCapano‐ChionnaQualcunosachidobbiamoringraziareperquestoscippoallanostrainfanzia.

AngeloRuccoFantasticiricordidiunafantasticacittaamalasemprehoBRINDISInelCUOREgrazie!

EmanuelaBaccaAncheiolaricordoconestremopiacere.

RossellaSanasiBellissimaquesta fotodella fontanina, anzidelle "fontanine" ...hobevutoadentrambe,cosi'comefaquelbambino...quantiricordi!Holettol'articolodelsig.PerrichedicediesserestatoalCentroServiziCulturali...ciandavoanch'io!Erailmiorifugio...mièsemprepiaciutoleggeremaacasa"rubavo"imomentiperleggere...permiamadreeraunaperditaditempo...edioscopriiquesto"Centro"e.…leggevo,leggevo.mirilassavo...mimanca!Graziesig.GianfrancoPerri!

RossellaCatalanoDolcissimainquadraturalafontana,ciriportaindietroneltempo.

AdaDiCampiEmozionantericordo...tanteetantevoltehobevutoaquestafontana....

WankaCunsoloE.…tantibeiricordi.

VittoriaSardellaGrazieperlafotochesuscitafortissimeemozioni!Aveteragione,ognunodinoiavrebbepotutoesserequelbambinooquell'adulto.

MariaMarinelli Si!Anche io ricordoquesta fontana, e ricordo che erauna tappaquando siarrivavanelgiardinoVittorioEmanueleII.Maperchél'hannospostata?

Gianfranco Perri Maria, non l'hanno spostata, ma abbattuta. Se clicchi sulla foto, tra icommentitroviunafotoallegatacheloracconta.

GiancarloCafieroEsi,nonèstataspostata,macambiataconunamodernaenormale.

MariaMarinelliAh!ok,iopensavochequellachesitrovanelgiardinodifronteallastazioneferroviariafosselastessa.Quindiquellaèsimileaquestachehannoabbattuto.

GianfrancoPerriGiusto!

Page 85: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

85

Salvatore Corsa Questa della foto è quella dei giardinetti... E quantu mbivuti aggiu fatto add'acqua fresca!

Mina Acquario Ricordo che quando fu tolta la fontana ci rimasi molto male... era la mia tappa preferita.

Mina Barbaro I miei giardinetti, quanti ricordi della mia adolescenza.

Stella Creti Schuck Quante volte ho bevuto a quella fontana, andavamo ogni pomeriggio ai giardinetti per giocare e io compravo sempre il noce di cocco!

Ada Cucinelli Quante volte ho bevuto... Mamma quanti anni sono passati...

Andrea Nicolau M I T I C A A A A !!!

Paolo De Angelis Mi divertivo a mettere un chicco d'uva sulla cresta dell'acqua, rimaneva per diversi minuti e ruotava... ruotava... finchè non arrivava qualche assetato a toglierlo via, ma avevo sempre pronto un'altro chicco. Ma chissà perché ho l'impressione che questa foto sia un negativo sviluppato ruotato alla rovescia.

Gianfranco Perri Paolo, ti allego l´articolo pubblicato su Senzacolonne del 9 febbraio 2012, dove troverai la risposta al tuo legittimo dubbio: effettivamente, la prima volta, nel 2010, la postai su Fb rovesciata. Comunque quella adesso rappresentata dalla foto credo sia la giusta orientazione: sullo sfondo l'edificio della stazione marittima con la porta dove fino a qualche anno fa c'era un ufficio delle Poste.

Pubblicato su Senzacolonne del 9 Febbraio 2013

GIOVEDÌ 9 FEBBRAIO 2012 7

di GIANFRANCO PERRI

La fontanella dei ‘Giardinetti’della stazione marittima.Quante volte abbiamo fatto leveci di quel bambino o di quelpapá o nonno? Adesso non c´épiú la fontanella con la suapalma di datteri ormai abbat-tuta! Questa foto la scattai nel 1968quando frequentavo il ‘CentroServizi Culturali’ in Piazza delPopolo, piú esattamente mipare in Via Santa Lucia, alprimo piano subito affiancodella Pizzeria Romanelli.Avevamo lí anche una piccolacamera oscura ed io stesso svi-luppavo le foto che scattavo.Una breve ma simpatica edintensa stagione ‘artistica’ cheduró un paio d’anni prima diintraprendere l’avventura uni-versitaria a Torino.L’amico Pino Spina ha volutocommentare questa mia fotoscrivendo: “Non esiterei adattribuire a questa immagine ilvalore di documento storico,non credo che ci sia un solobrindisino che, almeno fino aquando è esistita, non ricordi diessere stato sollevato da terraper bere a quella fontanina.Grazie, per la pubblicazione.”Troppa generositá Pino, ma sonanche sicuro che questo com-mento sia ampiamente condivi-so da tanti brindisini di piúd’una generazione. E, permette-temelo, un solo altro commentotra i tantissimi e molto appas-sionati che ha stimolato questamia foto, quello dell’amico

Domenico Faraselli: “Le cosebelle o legate a ricordi indelebi-li della nostra infanzia credoche non si dimentichino mai efa sempre tano piacere riveder-le. Grazie per quel magico scat-to.”

Ma perché é stata tolta quellafontanella? Ma perché é stataabbattuta quella palma?Naturalmente ci deve esserestata una e forse piú d’unaragione ‘tecnica’, peró a noibrindisini la vita ci ha insegna-

to ad essere sospettosi e a diffi-dare degli amministratori comu-nali. E giá, forse perché furonoproprio amministratori comu-nali coloro i quali risolsero diabbattere la settecentesca torredell’orologio, di demolire il

teatro Verdi, di sradicare il parcodelle rimembranze, di cancella-re il quartiere delle Sciabiche,. . .E non voglio certamente tentardi stabilire forzate ed improba-bili equivalenze tra la fontanel-la e ed i celeberrimi monumenticitati. Per fortuna in questo casonon c’é stato di certo uno scem-pio storico, ...ma quella fonta-nella era la ‘nostra’ fontanella:semplice, umile, ma ‘nostra’!Quindi, siamo proprio sicuriche fosse veramente inevitabileil suo abbattimento, siamo pro-prio sicuri che non ci fosse unrimedio alle problematiche‘tecniche’ responsabili dellarisoluzione? Magari il rimediosarebbe anche potuto esseresemplice, o magari forse anchecomplicato, ma ci resta comun-que il sospetto che in fondo sitratti solo di una ulteriore mani-festazione di superficialitá edinsensibilitá di qualcuno per ilquale l’oggetto in questionenull’altro fosse che una vecchiapovera e inutile fontana disfun-zionante, attaccata ad un vec-chio albero malato. Mah! Certoche a noi restano solo il sospet-to e l’amarezza.

LLaa ffoonnttaanneellllaa ddeeii ggiiaarrddiinneettttii nneell 11996688

Page 86: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

86  

Bari,24Ottobre2009

Page 87: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

87  

Page 88: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

88  

Page 89: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

89  

UNIVERSITÁ DI FOGGIA ‐  8 Ottobre 2010 

Page 90: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

90  

QUALCHERIFLESSIONE¨NOTTURNA¨SULPERCHÉESULCOMEDIUN¨POSITIVO¨PERCORSOACCADEMICOPROFESSIONALEEDIVITA

Prof.GianfrancoPerriUniversitàdiFoggia,8ottobre2010

L´altranotte,avantiierinotte,erosull´aereodaCaracasaRoma.Ionondormomaisull´aereoequindi, quando spengo il computer... penso, trascorro il tempo pensando e meditando, oricordando,ripassandoe...riordinandolamiavita.Questavoltaèsuccessoabbastanzanaturalmente,cheipensierisisianobenprestoposatisuquesta giornata da trascorrere all´Università di Foggia, grazie al gentile invito ricevuto dalRettore,professorGiulianoVolpe.Hocosìriguardatoconunpo’dipiùattenzioneiltritticodiquestoincontro,cheavevoconme,scoprendodidoverancheprenderelaparola.Misonoallorachiestocosaavreipotutodireocosaavreipotutoraccontaredellemie,aimègiàabbastanzaprolungateeormaiquarantennali,esperienzeaccademicheeprofessionali,osoloepiùsemplicementediunavita ingranpartevissutasull´altraspondadell´oceano.Ho quindi tentato di trovare qualche spunto leggendo lo stesso trittico, ed ha finalmenterichiamatolamiaattenzionel´individuareche,traaltremotivazioni,questoincontro¨Intendestimolarenellenuovegenerazioniun’eticadellameritocrazia,dell’impegnoedelladedizione¨.Ho così immaginato che a questo incontro avrebbero partecipato anche molti giovaniinteressati ad ascoltare, o magari solo curiosi di conoscere, racconti di esperienzeprofessionalmenteriusciteedinparteancheatipiche,permagaricogliernelebasi,lepremesse,conoscerneletappe,ledifficoltà,...lepossibilità.Ebbene io sono convinto che le possibilità di percorsi professionali di successo ci sianocertamentepertuttiecisianoaltrettantocertamentepertutti,ledifficoltàdasuperare,semprenumeroseedivarianatura.Però, le difficoltà sempre potranno essere superate da chi abbia chiaramente presentel´imprescindibilitá di quell´etica della meritocrazia, dell’impegno e della dedizione moltoopportunamenteedireimoltofelicementerichiamatadaltrittico.Quell´eticachegiustamentevuoleedeveesserestimolatadalleUniversitàedachi,comenoidocenti,abbiamoildoverediinsegnare e di trasmettere, possibilmente anche con l´esempio, non solo le conoscenze ed ilsapere,ma anche proprio l´importanza di quell´eticadellameritocrazia,dell’impegno edelladedizione.Bene, nato e vissuto al centro di Brindisi fino alla maturità, andai a studiare ingegneria alPolitecnico di Torino negli anni dell´immediato doposessantotto, vivendone di fatto, di quelsessantotto,tuttal´atmosferaebuonapartedeglientusiasmi,deglieccessi,dellefrustrazioniedelle contraddizioni, in un´Italia socialmente e politicamentemolto complicata. Imiei primimesi a Torino furono quelli dell´Autunno caldo del 1969 e poi gli ultimi anni furono quellidell´atmosferacupa,ormaigiáinsediatasi,degliAnnidipiombo.

Page 91: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

91  

Peròperfortunaavevodallamiaparte,ilvigore,l’entusiasmoel´ottimismodeivent´annie,peraltrettantafortuna,avevochiarealcunemetefondamentali:Certamente la laureaeraunameta,perònon la laurea fineasestessamacon l´impegnoe ladedizione necessari ad inseguire e raggiungere una formazione di massima qualità, non inmaniera ossessiva,ma inmaniera sufficientemente determinata e fondata sulla convinzioneassoluta che il merito sarebbe poi stato indubbiamente alla base del mio futuro. Questoconcetto me lo aveva ben trasmesso mio padre ed anche alcuni dei miei professori,specialmenteilmaestrodellescuoleelementarielaprofessoressadellescuolemedie.Epoiun´altrametaperseguitafindaqueglianniuniversitari,chealloraeraprobabilmenteunameta un po’ inconscia e meno chiaramente delineata ma anch´essa prepotentemente ecostantemente presente, era quella di soddisfare con insistenza e caparbietà qualcosa chepotrebbe definirsi come ¨desiderio e necessità quasi vitale, di conoscere nuovi e diversiorizzonti:dipaesaggi,dipersone,diculture,dimondiedivita¨.Nei tempi incuinonesistevano ivoli lowcost, riusciiavisitarenellecinqueestatideglianniuniversitari quasi tutti i paesi dell´Europa occidentale e dell´Europa dell´Est, viaggiando inauto‐stop,poiinlambretta,poiincinquecentofinanchenell´Africamediterraneaefinalmente,inR4raggiungendoancheilcircoloartico.Tuttoconisolirisparmiricavatidallemensilitàchemio padre generosamente ma parsimoniosamente mi assegnava per le spese di studente aTorino.Neitempiincuinonesistevainternet,connonpochedifficoltàriuscii,andandopersonalmentea Roma più di una volta, a raccogliere informazioni sul servizio civile alternativo a quellomilitarealloraancoraobbligatorio.Unserviziocivileappenainembrione,difattoabbastanzapoco pubblicizzato e anzi quasi nascosto ed ostacolato dalle istituzioni ufficiali. Partii per ilservizio civile inEcuador ‐ Sudamericaperunperiododidueanni, in alternativa al serviziomilitaredisedicimesicheavreipotutofarecomeufficialedicomplementonell´esercito.Ebbenetuttoquesto,amicigiovanichemistateascoltando,veloassicuro,miriuscìcertamenteesolo,grazieatantoimpegnoedatantadedizione.Subitodopo la laurea,alPolitecnicodiTorinoerostatoAssistente(categoriaalloradetta ¨adesaurimento¨)perpocopiùdiseimesifinoallapartenzaperl´Ecuador,enelserviziocivileebbil´incaricodiprofessoreuniversitarioallaEscuelaSuperiorPolitecnicadelLitoraldeGuayaquil.Naturalmenteinteressantissimaericchissimaful´esperienzadivitainunpaeseculturalmentee ambientalmente assolutamente diverso dal nostro di allora, e interessantissima fu anchel´esperienzaprofessionaledocente.Andando in un paese del terzo mondo in via sviluppo, l´idea quasi naturale era quella diandarci da ¨professore italiano¨ e quindi da ¨portatore e trasmettitoredi grandi ed avanzateconoscenze¨. Il ché ci poteva anche stare in qualche modo, però la grande sorpresa fu discoprirecheilcorpodocenteautoctonoeracostituitoessenzialmentedaprofessoriche,anchesemoltospessogiovani,eranoaccademicamentemoltopreparatiesoprattutto, formalmenteanchepiùpreparatidinoi¨dottori¨ingegneriitaliani.Lamaggiorpartedeiprofessoriecuadorianisieralaureatanellalocaleuniversità,maavevapoifattoperlomenounpost‐laurea,diMastereinnumerosicasidiPhDinottimeuniversitàdegli

Page 92: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

92  

Stati Uniti, grazie a conquistate borse di studio offerte loro dalla propria università o daistituzionigovernativeomultilaterali,osemplicementeedirettamentedallestesseuniversitàamericane, sulla solabase,ovviamente,delmerito. E stoparlandodel1975,quando in Italiaforse non superavano la dozzina i professori del Politecnico di Torino con tali formaliesperienzedistudio.Edeccoquindiintalescenariounpo’imprevisto,l’imperiosanecessitàdidoverfareappelloaquellafiduciaeaquellasicurezzachesullamiapreparazionemipotevanoderivaresolamentedalla consapevolezza di aver fatto fino in fondo il mio dovere di studente e di essermiindubbiamentemeritatoquella¨laureaconlode¨alPolitecnicodiTorino,conferitamiinfondoda professori con i capelli bianchi, alcuni dei quali con un enorme bagaglio di vitaindubbiamenteaccumulatoinmolticasianchesull´eticaprofessionaleedocente.E non di meno, facendo inconsciamente tesoro di quelle brevi e puntuali però intenseesperienzevissuteneimieisistematiciviaggiestivi,tracittàepaesidiversidalmio,traragazziepopolazioniconcostumiabitudinieprioritàdiversedallenostre,consistemisocialiepoliticimolte volte distintissimi. In poche parole, esperienze che mi avevano insegnato in qualchemisura a conoscere e di conseguenza a rispettare le diversità e a riconoscere le negative esopratutto,lepositiverelativitàpropriedellepersoneedeipopoli,deipaesiedeisistemi.Dopo il servizio civile, finalmente intensamente vissuto con impegno e con dedizione e inconseguenza con indubbio bilancio positivo per me e per il paese che mi avevaamichevolmente ospitato, sarei dovuto rientrare in Italia per riprendere al Politecnico diTorino il mio posto universitario, anche perché nel frattempo avevo vinto il concorso di¨Borsista¨, figura precorritrice dell´attuale ¨Dottorato di ricerca¨, fin da allora già unica epurtroppoprecariaviaperintraprendereinItalialacarrierauniversitaria.Però non furono le circostanze, oggettivamente poco stimolanti che caratterizzavano l´Italiaalla fine degli anni settanta, che m’indussero a rinunciare al rientro. Quell´etica dellameritocrazia,dell’impegnoedelladedizioneprobabilmentegiàsufficientementeradicatainme,miavrebbeinvececertamenteindottoaproseguirequellastradadelladocenzauniversitariaedellaricerca,giàintrapresasubitodopolalaurea.Responsabili della scelta furono invece, e molto più semplicemente, circostanze nonrazionalmenteperseguite:circostanze...sentimentali.Avevo,infatti,nelfrattemposposatomiamoglie, ingegneree studentessavenezuelana, conosciuta alPolitecnico subitodopo la laureamentre, ricorderete, facevo l´Assistente.Alladatadelprevisto rientroalPolitecnicomancavapocoallanascitadelnostroprimofiglioecosì,decidemmodifarlonascereecrescereaCaracasinVenezuela,nelpaesedellamamma.Quindi perme e per lamia vita, ancheprofessionale, unnuovo inizio, di nuovo in unpaesediverso,dinuovotradiverseabitudinicostumieregole,quindiunanuovasfidadaaffrontareancora una volta con la serenità e con la fiducia, ormai anche un po’ in qualche modo giásperimentata, che nuovamente si sosteneva saldamente su quella stessa etica dellameritocrazia,dell’impegnoedelladedizionegiàpiùvolterichiamata.

Vinsi il concorso di professore all´Universidad Central de Venezuela, divenendo poi anchedirettoredelDipartimentodiIngegneriaMineraria,mantenendocostantementeattivirapportipersonaliconilPolitecnicodiTorinoepromuovendoquindil´instaurarsidifruttiferirapportiistituzionalitraledueuniversità(éormaidadiversianniinvigoreunaccordodidoppialaureatrailPolitecnicodiTorinoelafacoltàdiIngegneriadellaUCV).

Page 93: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

93  

E con uguale impegno ededizione partecipai attivamente e in prima fila allo sviluppo di unprolungato e molto fruttifero programma di ricerca e di scambi didattici tra le facoltà diIngegneriadell´UniversitàLaSapienzadiRomaedell´UCV.Trail1989edil1999leduefacoltàco‐organizzarono ben quattro Congressi Internazionali su Energia Ambiente ed InnovazioneTecnologica,dueaCaracasedueaRoma,con lapresentazioneepubblicazione inognunodiessidiqualchecentinaiodilavorieconlapartecipazionedidecinedidocentidiognunadelleduefacoltà.EdancheinVenezuela,ancorpiùcheinEcuador,ecomedelrestoinquasituttiglialtripaesi¨in via di sviluppo¨ del Sudamerica, che via via durante tutti questi anni ho in più occasionivisitato e imparato a conoscere, era comune incontrare docenti universitari assolutamentequalificati e con diplomi dottorali e post‐dottorali ottenuti in prestigiose universitànordamericaneedeuropee.Non solo, ma anche nell´ambito dell´esercizio professionale era abbastanza comune in tuttiquestipaesi,findagliannisettantaeottanta,incontrareprofessionistiugualmentequalificatiealtamentespecializzatisinellemiglioriuniversitàdelmondo.Edancheintalicircostanzeeintale ambito professionale é stato certamente, ne sono sicuro, il forte senso dell’etica dellameritocrazia,dell’impegnoedelladedizionecheancoraunavoltamihafinalmentepermessodiscalareconsuccessoscaliniabbastanzaelevatidell´esercizioprofessionale.Dopo alcuneprime consulenze specialistichenel campodelle discipline geotecniche inerentialla mia professione, ho fondato una società d’ingegneria, La Geomecanica, specializzata inprogettazione di opere sotterranee, con la quale ho progettato e continuo a progettareimportanti opere, inVenezuela ed anche inmolti altri paesi del Sudamerica: Le gallerie e lestazioni sotterraneedellaLinea3dellaMetropolitanadiCaracas e quelledellaLinea1dellaMetropolitanadiValencia.Tuttelegallerie,perquasiuncentinaiodikilometritotalipartedeiquali ancora in costruzione, delle ferrovie venezuelane. Molte gallerie idrauliche eidroelettriche,inArgentina,Cile,CostaRica,PanamáeVenezuela.All´iniziodeglianninovantasonostatoelettoPresidentedellaSocietàGeotecnicaVenezuelanaesonoattualmenteilSegretariodellaSocietàVenezuelanadiOpereSotterranee,edinvestedidocente universitario e di progettista, ho scritto e pubblicato durante tutti questi anni uncentinaiodilavoritecnici.Molti di questi lavori li ho anche presentati in numerosi convegni internazionali ai quali hopartecipatoeaiqualicontinuoaparteciparecon lostessoentusiasmo impegnoededicazionedegli anni giovanili, arricchendomi ogni volta di nuove conoscenze, non solo tecniche, masopratutto di persone di paesi e di culture, ed estraendone ogni volta nuove sensazioni esemprenuoveesperienze,conlarealistaumiltàderivatamidallaconsapevolezzadell´enormitàdell´umano sapere e dell’assoluta relatività delle negatività e positività dei diversi costumisistemi sociali abitudini e priorità, a volte molto e stranamente diverse, ma sempre darispettare.Ragazzi,sonoquestelestessecosecheraccontoecercoditrasmettereaimieitrefigli,ancheseormaigiàgrandie indipendenti: JuanFrancisco ingegneredelPolitecnicodiTorinoePhDdiBerkeleyinCaliforniadoveviveelavora,AndreinaeconomistaeMBAdell´UniversitàdiMiamiinFloridadoveviveelavoraeRobertoingegnereeMBAdell´UniversitáPolitecnicadiMadridin Spagna dove vive e lavora: tutti e tre assieme, certamente il più grande ed indubbio“successo¨dellamiavita.

Page 94: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

94  

Page 95: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

95  

Sièsvoltavenerdì8ottobre,nell’AulaMagnadell’UniversitàdiFoggia,lagiornatacelebrativa“Puglia,terraditalenti”,l’eventodedicatoaipugliesiillustrichesisonodistintiall’esteroneicampi del sapere e della cultura, invitati nella loro terra natia a portare un’autorevoletestimonianzaprofessionaleedivita.L’iniziativa,organizzatadalDipartimentoRapporti Internazionalidell’UniversitàdegliStudidi Foggia e finanziata dalla Regione Puglia (Area Politiche per lo Sviluppo, il Lavoro el'Innovazione‐ServizioPugliesinelmondo),èstatapatrocinatadallaProvinciadiFoggia,dallaCittàdiFoggia,dall’UfficioScolasticoRegionaleperlaPuglia–UfficioIX–AmbitoTerritorialeFoggia, dall’Azienda Ospedaliero‐Universitaria OORR Foggia, dall’Ordine degli Ingegneri,dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, dall’Ordine degli Avvocati,dall’Associazione Italiana Giovani Avvocati della Provincia di Foggia. L’evento ha visto ilcoinvolgimento della comunità accademica, dell'intera cittadinanza e, soprattutto, unafoltapartecipazionedeglistudentidellescuolesuperiori.Sono intervenuti: SilviaD’Ascoli,AssociateLegalOfficer –UfficiodelProcuratore,TribunalePenale InternazionaledelleNazioniUniteper i crimini commessinella Ex Jugoslavia, L’Aia,nataaFoggiaelaureatainGiurisprudenzapressolanostraUniversità.VitoCampese,docentediMedicina, Fisiologia,Biofisica ‐Direttore dellaDivisione diNefrologia e del Centro StudiIpertensionepresso l’UniversityofSouthernCalifornia,KeckSchoolofMedicine,LosAngeles,nato a Bari. Cataldo Doria, Direttore della Divisione Trapianti presso la Thomas JeffersonUniversity,Philadelphia,natoaTaranto.GianfrancoPerri, IngegnereMinerarioedocentediprogettazionedigalleriepressol’UniversidadCentraldeVenezuela,Caracas,natoaBrindisi.Come ha dichiarato il prof. Giuliano Volpe,Magnifico Rettore dell’Università degli Studi diFoggia, “Estata un’occasione importante per celebrare i corregionali che all’estero, ognigiorno,portano lustroallanostraTerra,permostrare lospessoreprofessionaledellanostraRegioneepercreareemantenereunaretedirapporticonchiquotidianamentecontribuiscead incentivare la cultura e la scienza internazionali. La presenza, inoltre, tra gli illustrirelatoridiunanostralaureatacihariempitodigioiaedorgoglio:ilgiustomodoperstimolareed invogliare lenuovegenerazioniacontinuare ilpercorsodistudinellanostraUniversitàenellacittàd’origine”.“Abbiamo invitato le nostre eccellenze migranti perché pensiamo che raccontare allacittadinanzae, inparticolare,allenuovegenerazioni lapropriaesperienzadivitaumanaeprofessionalevissutaall’estero, lontanidallapropria terra,rendachiaroedesplicitoquantosacrificio,impegnoeserietàsononecessariperrealizzareiproprisogniequantopossaessereentusiasmantecontribuireconilpropriolavoroafarcrescerelapropriaterradiorigine.”‐hadichiaratoladott.ssaValeriaPuccini,ResponsabiledelDipartimentoRapportiInternazionali.Unagiornatacelebrativa,dunque,pervalorizzareepromuovereilegamitraipugliesilontanie laTerrad'origine,maanche e soprattuttoper stimolarenellenuovegenerazioniun’eticadellameritocrazia,dell’impegnoedelladedizione,incoraggiandoiprofessionistididomaniadinvestireinPuglialeproprierisorseumaneeprofessionali.

Page 96: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

96  

BRINDISI:PASSEGGIANDOALCORSOTRAPRESENTEEPASSATObyGianfrancoPerri31Dicembre2010

www.youtube.com/watch?v=jTmKp‐vWxdU&feature=plcp

Una passeggiata virtuale sui corsi di Brindisi sfogliando le foto di qualche anno fa:partendo dalla StazioneMarittima su Corso Garibaldi fino a Piazza Vittoria e poi suCorsoRoma fino in fondo,perpoi tornare indietroedaPiazzaVittoriagirare180ºsuperCorsoUmbertoIº finoallaStazioneFerroviariaequindi,dietro front,riscendendoCorso Umberto Iº e poi Corso Garibaldi fino a raggiungere il punto di partenza, laStazioneMarittima.Buonapasseggiata!!

GiovanniMembola:"BravoGianfranco!grazieperlapiacevolepasseggiata...buon2011"

CosimoGuercia:"Buon2011GraziedelbellissimovideodellanostracaraBrindisi"

GiannaSantoro: "Complimenti...èuncapolavoro, l'hoguardato conattenzione…èbellissimo,anchelacolonnasonora......fantastica...!Grazie,e tantiaugurixunfeliceAnnoNuovoateeaituoicari"

GiuseppeCreti:"Ilringraziamentodovevaandareatevistochetuseistatol’autoredelvideo.Purtroppoioprimanonsapevochifossel’autore,mapoicortesementePinomihadettocheilvideoètuo.Quindiilbravolodevodedicareate.Buonannocontantasaluteefelicità"

Lina Bonatesta: "È una bellissima ed emozionante passeggiata nel tempo per le strade diBrindisi. I tuoi video sono sempre più belli e lasciano trasparire il grande affetto e credo lanostalgiaperlanostraBrindisi.RivederezioAlbertoezioMenottisedutialcafféTorinomihamoltocommossa.BuonAnnoavoitutti.Baci"

StellaMontanaro:"Unvideochenonèsolounomaggioallanostracittà,malasciatrasparire:valorizzazione,bellezzaelegamealleradici.Grazie!"

Page 97: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

97  

BelindaSilvestro:"Grazieperquestomeravigliosovideo,locondividoperchésperocheimieigiovaniamicipossanoapprezzarlo!"

AngeloCatalano:"Èbellissimo,siailfilmatochelamusica,mac’èunperò,mancanotantolespiaggeS.Apollinare,Fiumepiccoloevialealtre, ... laSciaia.Graziediavermifattorivivereitempidiinfanzia"

Enrico Sierra: "Sono rimasto di stucco. Emozionato è dire poco. Quanti ricordi della miaBrindisi.PotrestimandarmiciòchehaipubblicatosuFace?Mifarestifelice...Grazie,eperchivivelontanodaBrindisienonèpiùtantogiovane,iricordiedipensierisonotutto"

RenatoStefanizzi:Condividoconimieiamicibrindisinil'ottimocontributodiGianfranco!

AnnaritaSpagnolo:Bellissimo,sembradiessereli,sulnostromare,perlenostrestrade...unacittàdaamaresenzariserve

GianfrancoPerri: "Grazie a tutti per i gratificanti commenti sul video. Lodedico conmoltopiacereatuttigliamicidiPERNONDIMENTICARECOMEERAVAMO,conimieiauguridibuonanno2011"

AnnaMariaZuccaro:BellissimoGianfranco...ecomplimentiperlacolonnasonora!

GianfrancoPerri:GrazieAnnaMaria.Effettivamente,hovolutoanchesoffermarmiunattimosullaselezionedellacolonnasonoraesoncontentocheancheatesiapiaciuta

AlbertoDiscanno: Gianfranco grazie, non lo avevo visto. È vivo! l'energia come la tua natadall'amore avrebbe dovuto illuminare questo popolomeraviglioso, nonostante tutto. Questo"sviluppo" attuale è energia da bruciare ed è quindi destinata a spegnersi prima o poi.Ritorneremoacontemplareilcieloedifioriedaricordarecongratitudinequantidenuncianoelottanonelpresenteperilfuturodiquestacittàedeinostrifigli.Coraggio!!

IlTuturaneseLaChiazza:Bravocomplimenti...bellapasseggiatanellanostrastoria

AlessandraSannitihascritto:Graziedicuore…mihairiportatoaBrindisi…dopoessercistataannifa.....tanti......mihafattopiacerequestovideo....

GianfrancoPerri:Albertograzieperiltuosentitocommento.Sonomoltocontentodiaverloinqualchemodo stimolato con ilmio video.Alessandra, grazie, son contento che ti abbia fattopiacererivedereBrindisiattraversoilmiovideo.

Antonia Ostuni: Un salto nel passato... stupende immagini... mille grazie Gianfranco... Hoappena finito di guardare questo stupendo video...immagini a me familiari impresse nellamente e nel cuore...non potreimai dimenticare lemie origini ... in questo video si vede unascuola...nonc'èscritto ilnomemièsembrata lascuoladeicappuccinivicinoallachiazzoddadoveandavoioalleelementari...misapetedareconferma?Graziedavvero,tuttoquestoèmoltobelloesoprattuttopernondimenticaremailanostrastupendaBrindisiunabbraccio!!!

AntonioRusso:Grazieperaverci fattosognareconletuefotoe i tuoivideo,soprattuttoperchièandatoviadaragazzinoenonhaavutolapossibilitàdiconosceremegliolapropriacittà.Mr.Mino46: Grande, complimenti vivissimi.Musiche fantastiche. Non avevo dubbi sei ungrande.Grazie daparte di tutti i brindisini lontani. Fattomolto bene. Fantastichemusiche e....tanta nostalgia per la nostra amata città dai brindisini lontani. Complimenti vivissimiGianfranco.

Mino Piliego: Grazie Gianfranco. Quanta nostalgia e commozione nei bei ricordi in questapasseggiatadellanostraBrindisi,lapiùbellacittàdell'Adriatico.

Page 98: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

98  

SORVOLANDOILLAGOTITICACADALIMAASAOPAULOil5Febbraio2011

Trentacinqueannifanel1976,il lagoTiticacaloattraversaidinotteconMariana,daPunoinPerùfinoaraggiungereall´albalaspondaboliviana.Loattraversammosuunvecchiopiroscafoinglese,bellissimo,tuttoinlegnoerifinitureinottone,acenapiattidiporcellanaebicchieridicristallo.Misonsemprechiestocomeavevano fattoatrasportarequelpiroscafo fin lassùsullagoTiticacaa3.800metrisullivellodelmare.A Puno, attraversando durante tutta la giornata in treno un suggestivo altipiano peruviano,c´eravamo arrivati da Cusco, dove avevamo bevuto te di coca e avevamo visitato il magicoMachupichu.Iltrenoeratuttorigorosamenteinlegnoeconvagoneristorante.Una delle pareti della stanza dell´albergo in cui avevamo alloggiato a Cusco, era un muroincaico,siproprioincaico:

Page 99: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

99  

Cuzco,Perù1976

A Cusco c´eravamo arrivati in aereo da Lima, ed a Lima c´eravamo arrivati viaggiando¨ventiquattrore¨ in autobus (aveva anche il bagno) da Guayaquil in Ecuador, dove vivevamoperchéiostavocompletandoilserviziocivilecomeprofessoreallaEscuelaSuperiorPolitecnicadelLitoral.UnavoltaraggiuntalaspondabolivianadellagoTiticaca,ciaspettavauntreno,naturalmenteacarboneevapore,checiportòfinoaLaPaz:iltrenoavanzavasuunaltipianosostanzialmentedesertoebrullo,quandoaduntrattodall´orlodiunquasiprecipizio,eccoLaPaz,sparsalaggiùsulfondoesullependicidellaconcavulcanica.All´imbrunire, il centrodiLaPaz assumevaun´atmosfera completamente surreale: con tantefigurefemminilidallegonnelargheelunghefinoaterra,tantodanasconderecompletamenteipiedi, spostandosi con passi brevi e veloci allo stesso tempo, e con in testa la loro tipicabombetta.Uomini edonne sedevano intornoa grandi tavolatepredisposteper la cena inprossimitàdicucineall´ariaapertacostituitedaenormipentolenere,fumantieribollentisullebraciesullefiamme del legno che ardeva scoppiettando: erano dei comuni ristoranti popolari, masembravadiesseresulsetdiunfilmincostume.

Page 100: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

100  

LaPaz,Bolivia1976

Qualche anno dopo, quelle stesse fisionomie e gran parte di quegli stessi tratti umani daglizigomi sporgenti e con i colori del bronzo, non solo delle donnema anche degli uomini, lirincontrammoaLhasainTibet;lontanissimoquindiperoconincredibilisimilitudini,ancheinmoltiaspettidelfolclore.CertoincomuneLaPazeLhasahannolalororilevantealtezza,ambeaquota3.650metrisullivello del mare. Ma è questa sola circostanza sufficiente a spiegare tante similitudiniantropologiche?Omagaripotrebbeancheesserenontrascurabilelateoriadiunapreistoricamigrazionedall´Asiaall´America?

Page 101: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

101  

Lhasa,Tibet1990

Page 102: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

102  

A la Paz nella grande piazza principale quadrata, con la Cattedrale su uno dei lati e con ilPalazzo del governo sul lato di fronte cosí come rigorosamente accade per tutte le città ecittadinesudamericane,c´eranaturalmenteilfotografo.

LaPaz,Bolivia1976

Propriocome,peresempio,inPiazzaSanMarcoaVenezia.Peròlacamerafotograficaeradiunmodello come di quelle che in Piazza San Marco ci devono essere state verso la finedell´ottocento:si,proprioquelleconilsoffiettoedillenzuolonero;lafotorestavainizialmentestampatasucartaperòinnegativoepoiconlastessacamerafotograficasirifotografavasubitoquestonegativoe,...miracolo,eccolafotoinpositivo:

Page 103: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

103  

LaPaz,Bolivia1976

Page 104: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

104  

UnapaginadedicataalmioamicoMimmoMennitti

 

Page 105: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

105  

Remo Simoniello é un mio caro amico brindisino, nato e vissuto tra quelle stessestrade della mia adolescenza brindisina. Remo vive da tanti anni a Firenze, è ungrandissimocultoredellanostralinguadialettale,autoredibellissimepoesieproseedoperedialettali. ÉstatopermeungrandeprivilegiocheRemoabbiavolutoinviarmiconfraternadedicaquestesueduebellissimepoesie“RICORDU”e“VIACITTADELLA”pregne delle strade del centro brindisino, suggestivo palcoscenico naturale di tantenostrespensieratezzegiovanili.

Page 106: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

106  

4marzo2011CaroRaffaele,mio amico virtuale, scusami semi intrometto ‐e naturalmente lo faccio solo in privato‐ maavendolettoconattenzioneituoicommentisusvariatitemiedavendoquasisemprecoltoinessiunagrandedosediequilibrioedisegniinconfondibilidiunaampliaefruttuosaesperienza‐siamodelrestocoetanei‐misonopoichiestoilcomemaituabbiasceltodiutilizzareunafotodiFidelCastroatuaimmagineFB.Naturalmente non mi è certo difficile poter riscontrare nella figura del Castro motivi dipotenzialeammirazione(l`hoancheconosciutopersonalmenteaCubanel1988enehopotutoriscontraredirettamentelaenormepersonalità)enonmièneanchedifficilecondividerneunabuonapartediessi,anzi…tutt`altro.Però Fidel Castro è anche un grandissimo assassino, responsabile in primissima persona diqualche migliaia di fucilazioni, e non parlo solo dei tempi della rivoluzione, nè di quelliinmediatamentesuccessivi,maparlodituttelefucilazioniufficialmenteeseguiteinCubaanchefinoapochissimiannifa.EroaCubal`11Apriledel2003quandovennerocondannatiefucilatitrepoveriragazzicubanidicolore,pocopiùcheventenni,perpagarel`unica lorocolpa:averabbordatounabarchettaperemigrare illegalmente.Naturalmente seppidell’evento solounavolta rientratoa casa, inVenezuela.Ripeto,nonvogliocertosollevareunaquestioneideologica,nonèilcaso,nèdelrestopotreiioessereper teun valido contradditorio visto che, come giàdetto, potrei ben condividereunabuonapartedelleteorichebasiideologichedelCastro.Solamentestocommentandolatuasceltadiutilizzarelafotodiuntalepersonaggio,cheoltreatantealtrecosehaperòancheordinatodi fucilaremigliaiadiuominiedonne,moltissimideiqualicertamentenonreidicolpetantotremendeecertamentecondannatiefucilatisenzaaveravutolacivilepossibilitàdidifenderelapropriainnocenza.http://www.libreonline.com/home/index.php?option=com_content&view=article&id=386%3Afusilamientos‐

crimenes‐y‐asesinatos‐ordenados‐por‐la‐tirania‐comunista‐de‐fidel‐castro‐en‐cuba‐67&Itemid=84QuestolinkèsolamenteunadelledecinedipaginecheriportanoinordinealfabeticolalistadeicubanifattiuccideredaFidelCastro,conladatadellamorte,illuogoelecircostanze.Ti chiedo nuevamente scusa per l’intromissione e puoi perfettamente cestinare queste mierighesenzacheiomiaspettirispostaalcuna.Sepoiungiornocambierailatuafoto‐immaginesu FB, io sarò contento (ma naturalmente non è il mio essere contento che conterà). Ecomunque, lamia amicizia virtuale non la condiziono in assoluto a quello che tu poi vogliadecidereinmerito.

Consimpatia,Gianfranco

Page 107: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

107  

4marzo2011

CaroGianfranco,aldiladelleconsiderazionisullaferociadiFidelCastro,editantialtridittatori,neiconfrontidelsuopopolo,cosiderazionichehofattomiedatempoimmemorabile,nonessendomaistatonella mia esistenza estimatore dei vari comunismi, bensì laico, socialista, riformista masoprattuttolibertario.

LafotodelChe,siapureincompagniadiFidel,negliannihapersolasuaconnotazionelegataalla rivoluzionecubanadiventando inveceunsimbolodi libertà,di lottaall'oppressione toutcourt.

Non è quindi legata alla rivoluzione cubana ne a Fidel Castro la mia scelta, ma ho volutoreindossareladivisadicombattimentodellamiagioventùinunmomentoincui,sopratuttoinItalia,vedomettere indiscussionedasatrapieomettidellapolitica italiana,quelleconquisteciviliesocialiperlequaliholottatoeconsentimelocontribuitoadottenere.

PerquestopurcondividendogranpartedellecosechemiscrivinoncambieròquellaimmaginefinquandomiriterròinlottaperlalibertàdelmioPaese,tiringrazioperl'attenzioneeperlastima, chericambio,maperquantoespostosonocostrettoadeclinare l'invito, sperandochequestononincidasullanostraamiciziasiapurvirtuale.

Cordialmente,RaffaeleGianfranco05marzoalleore9.51Raffaele,grazieperlatuagentilerisposta,cheingranpartemiconforta.IocomunquehotantebellefotodelChe.Tenemanderóqualcuna...nonsisamaitutidecida.Uncarosaluto,GianfrancoRaffaele05marzoalleore9.55Tiringrazio,nonsonolefotoquellechemancano.Raffaele

Page 108: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

108  

Caracas,10aprile2011

CaroDirettore,nelringraziareperilbell´articolopubblicatol´8apriledaSenzacolonneinrelazionealnostrogruppo Fb ¨Brindisini la mia gente¨, vorrei precisare che il fondatore del gruppo è l´amicoCosimoGuercia,mentreiosonosolamentestatounodeiprimiedentusiastiaderentialgruppo,assiemeamoltialtri, tra iqualisonodacitaregliamiciRaffaeleMauro,GiovanniMembolaeGiancarloCafiero,pilastriassiemeaCosimodelnostrogruppo,anzidelgruppodellagentediBrindisi. Questo fine settimana abbiamo già superato il numero di 225membri e speriamoraggiungereprestonuovitraguardi.Siamoanchecontentidicostatarechemoltissimideinuoviaderenti al gruppo siano più giovani di noi sessantenni fondatori, un segnale dell´interessesuscitato ed una speranza riposta su tanti giovani che mostrano interesse per la storia, letradizioni,...lamemoria,dellapropriacittà.

GianfrancoPerri

Page 109: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

109  

Caracas,4maggio2011CaroCosimoecarituttiamicidiBRINDISINILAMIAGENTENaturalmente è solo la distanza fisica che mi impedisce di essere con voi in questobell´incontro.VoglioconquestamianotachiedereaCosimo,anchesesoncertochenonl´hadimenticato,diraccontarvi l´idea intorno alla quale assieme a Raffaele abbiamo qualche settimana fascambiatoalcunicommenti:Partendo dalla considerazione che tra i tanti meriti di questo bellissimo gruppo bisognaannoverare e risaltare lo straordinariovalore sentimentale, aneddotico edanche storico cherivestono la maggior parte dei commenti che accompagnano entusiasticamente epuntigliosamentemolte delle foto postate, ... sarebbe assolutamente un gran peccato che glistessisiperdessero.Avevamopaventato l´ideadi raccogliere ed ordinare tutti i nostri più significativi post con irispettivi commenti. Farne una raccolta inizialmente digitale, poi magari stampata edallestendo quindi una specie di esposizione, e poi perché no? Farne anche un progettoeditoriale.L´idea è quella di poter raccogliere e valorizzare una documentazione che riteniamo unica,bellainteressanteedutile,specialmenteperipiùgiovani,eperchiunquevogliaconosceretantiaspettidellanostracittàcherischianodirimaneresconosciutiaipiùedesserepoidimenticati.Naturalmente si tratta di un compito ormai enorme grazie al volume veramente grande dimateriale che in questi pochissimi mesi di vita ha raccolto il nostro gruppo. Ebbene, hostimolato qui a Caracas, nel Centro di Cultura Italiana del Consolato, un piccolo gruppo digiovanistudentiamatoridellanostracultura,adimpegnarsiadareuncontributomaterialeperrealizzarelaraccolta.Quindi,sesieted´accordo,mioffroacoordinare il lavoro inizialenecessarioaraccogliereedordinareinvestedigitaletuttiinostripost,editandoliinundocumentodigitaledasottoporrepoiallavostrarevisioneedallepropostedidiffusionecheverrannoformulate.PerfarquestochiedereiaCosimodiprepararmi,perlamiaprossimavisitaaBrindisitracircaunmese,unacopiacompletadelfiledellanostrapaginaFB.

Buonincontro,conungransalutoedunabbraccio,GianfrancoPerri

Page 110: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

110  

Page 111: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

111  

L´entusiasmoconilqualeaccettaidiaderirealgruppoBrindisinilamiagente,inquello stesso giorno in cui Cosimo Guercia lo fondo e mi invito a partecipareassieme ad una manciata di suoi amici, doveva prestissimo rivelarsiassolutamente giustificato ed in qualche modo anche premonitore dellostraordinariosuccessochedalìapochissimoavrebberaggiuntoilGruppo.

En nonmi sto solo riferendo al pur grande successo numerico, abbiamo quasi raggiunto imilleaderentiinunbatterd´occhio,masoprattuttoallostraordinariosuccessodicontenutiedall´interesse, entusiasmo direi, genuino e spontaneo con cui la maggior parte degli amicipartecipaattivamenteallavita‐24oresu24ore‐delgruppo.

Poiunbelgiorno,scambiandoinformalmenteimpressionieriflessionitraCosimoenoialtriquatto da lui onorati come amministratori del gruppo, RaffaeleMauro, GiovanniMembola,GiancarloCafieroe,dall´altrapartedell´oceano,ioGianfrancoPerri,rifletto:

“... tra i tanti meriti di questo bellissimo gruppo bisogna annoverare e risaltare lostraordinariovaloresentimentaleaneddoticoedanchestoricocherivestonolamaggiorpartedei commenti che accompagnano entusiasticamente e puntigliosamente molte delle fotopubblicate... e sarebbe quindi assolutamente un gran peccato che gli stessi si possano ungiornoperdere!...”

Edeccoallorasorgerel´ideadiraccogliereedordinaretuttiinostripiùsignificativipostesconi rispettivi commenti. Farne una raccolta inizialmente digitale, poi magari stampata, edallestendo quindi una specie dimostra o esposizione e poi, e perché no?..., farne anche unprogettoeditoriale.

L´idea fu quella di poter raccogliere e valorizzare una documentazione che ritenevamo, eriteniamo,unica,bella,interessanteedutile,specialmenteaipiùgiovani,eachiunquevogliaconosceretantiaspettidellanostracittàcherischianodirimaneresconosciutiaipiùedesserepoidimenticati.

Naturalmenteilcompitosiprospettavaormaienorme,graziealvolumeveramentegrandedimaterialecheinqueipochissimimesidivitaavevaraccoltoilnostrogruppo.Ebbene,lasfidaèsempre lo stimolo migliore, e così ho voluto raccogliere quella sfida ed immergermi nelcompito di impostare, iniziare e portare avanti l´iniziativa, forte anche, e direi soprattutto,dell´appoggio incondizionale immediatamente ricevuto da tutti e quattro gli amicid´avventura.EfucosìcheCosimoannunciòl´iniziativaallaprimariunionefisicadelgruppo:

“ConilnostroGruppononvogliamolimitarciacreareunapurbellaedinteressantecollezionedifotografie,dellaBrindisidiieriediquelladioggi,maaspiriamoamoltodipiù.Edunodeirisultatibellissimichestiamoraggiungendo,anchemoltoaldisopradelleaspirazioniiniziali,èpropriocostituitodall’intensitàedensitàdeinumerosientusiastiespontaneicommentichelefotopubblicatestannostimolandotra tuttinoibrindisini.Sonoproprio icommentialle fotoquello chediveramenteunicoevalorosostacaratterizzandoquestonostrobelgruppoe lamaggior parte di quei commenti, aldilà dell´aspetto aneddotico, contengono le più intimeemozionidinoibrindisiniecostituisconounaautenticaimmaginedivitavissutaeraccontatadanoibrindisini:unpatrimonio“.

GianfrancoPerri‐Editore30giugno2011

Page 112: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

112  

BRINDISINI LAMIAGENTE fotografieecommenti

é un libro straordinario, figliodella passione e dell'amoresconfinato dei brindisini vicini elontani,ma soprattutto i lontaniper i quali la nostalgia si fastruggente.

QuandolavitaciportalontanodallanostraBrindisiciaccorgiamodiquantocimanca...Achirestailcompito,duromanonimpossibiledicustodirequellospiritoedidifenderelastoriaelaculturadiunacittàmillenaria.

Grazieatutti,staserainqueltempiettodiSanGiovannialSepolcro,conilcuoreeravateaccantoanoi,ecredetemi,…sisentiva!

RaffaeleMauro

TempiettodiSanGiovannialsepolcrodiBrindisi,30giugno2011

Page 113: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

113  

BRINDISINILAMIAGENTE

INDICEAlcinemaBancodiNapoliBirreriaRicchiutoBombardamentiCantineChefareconlanostracostaChiostroSanBenedettoCicciotilipassatiempiCollegionavaleeTeatrodeimisteriComplessibeatAnni‘60CuliermuDesiréamareFerdinandoCoccioloFontanediPiazzaCairoliFotografiIGrancaffèIlCalvarioIlcinesinochemuovevalatesta

IlMonumentoLaChiazzaLafontanelladeigiardinettiLatorredell´orologioLavendemmiachefuLargoAngiolieluNapulitanuMariMistieFontanellePalestraBoxieriPiazzadelpopoloPiazzaDionisiPiccoloBaredintorniPresidioedintorniSantaPulinaraSciabicheSpidituPennettaelaPallacanestroTrapuranellaeCapurussuViaCittadellaViaMaestraViaPaoloSarpi

Page 114: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

VENERDÌ 1 LUGLIO 2011 23

Eccoci qua, con le sediedisposte in circolo.Doveva essere proprio

così 80 anni fa, esattamente digiovedì, tutti intorno a donPasqualino Camassa e al lettera-to di turno, a parlare di Brindisie di brindisinità. Il tempietto diSan Giovanni al Sepolcro erapiù buio e polveroso, un po’museo, un po’ chiesa sconsacra-ta, le luci basse delle candele e ipartecipanti che ostentavanoorgogliosamente il bottoncinocolorato della “Brigata brindisi-na amatori storia e arte” fusonelle iperattive fabbrichette chein quel periodo stampavanochincaglierie ben più lugubridettate dai gerarchi fascisti.Quello stesso bottoncino cheostenta stasera, invidiato datutti, Giancarlo Cafiero, inven-tore dello storico negozietto “LaValigia delle Indie”, depositariodi mille gadget originali eimbattibile declamatore di poe-sie dialettali.La brigata di “Brindisini la miagente”, nata quasi per caso suuna pagina web e poi autoali-mentatasi a suon di foto e ricor-di tanto da diventare un fenome-no unico, quasi da studiare, siritrova in quello che fu un miste-rioso emblema dei CavalieriTemplari. Oltre cinquanta con-venuti, alcuni da luoghi lontanie ameni nei quali vivono conorgoglio e nostalgia la loro brin-disinità, altri ordinari utenti diuna città che sta cambiando eche non vogliono far dimentica-

re.Accanto all’ingresso, vicino allibro delle firme, i flash sonotutti per l’ospite d’onore dellaserata, il pupazzo del “cinesino”che per un quarto di secolo haoscillato la testa nella vetrinadel negozietto greco “Athene”,in un angolo di corso Garibaldi.Il movimento del capo è menodeciso, complici gli acciacchidell’età, ma quello sguardomagnetico e l’eleganza sono

esattamentegli stessi.T a l m e n t eirraggiungi-bile era untempo cheoggi nessu-no si azzardaa sfiorarlo,c o m p l i c eanche l’at-tenta sorve-glianza della

signora Giovanna Barutis che loha ricenuto in eredità dallamadre e che non lo ha maiceduto, nonostante insistenti eallettanti proposte.Dallo sparuto gruppo delprimo incontro la Brigata siallarga e il fondatore Cosimo

Guercia tiene un’emozionatapresentazione cui fa ecoRaffaele Mauro che ha vinto lapersonale scommessa con chi

scrive. Era sicuro che sareb-bero stati più di cinquanta

a varcare la soglia deltempietto e così è stato.

Gianfranco Perri,appena sbarcato daCaracas, presenta illibro in cui ha rac-colto pagine e fototratte dalla pagina diFacebook (ma neparliamo in un altroarticolo).

Poi l’elenco degli obiettivi daraggiungere e delle campagneda alimentare. Mauro sollecitala creazione di un fondo perl’adozione di un monumentodimenticato. E suggerisce lagrotta dell’Eremita, dislocata suun isolotto minore dellePedagne. Anche chi scrive hauna proposta per integrarel’operazione di recupero: benele foto, con integrazione deicommenti e ricordi, maFacebook è uno strumentoafono, nel quale non c’è voce. Einvece stiamo perdendo l’abitu-dine di parlare il vero dialettobrindisino, un tempo bollatocome la lingua degli analfabeti esempre più messo da parte sinoa essere dimenticato e “imba-stardito” . Il dialetto brindisino,questa la proposta, deve diven-tare la lingua ufficiale dellaBrigata, per fare in modo che ipiù anziani possano trasmetter-ne vocaboli e cadenze prima cheessi vadano persi per sempre.La Brigata ha un’altra forza, la

p r e s e n z anelle sue filadei ragazzidel GruppoA r c h e o .Sono loroche fornisco-no spessorestorico algruppo e inquesto casoi l l u s t r a n ocon sempli-cità e chia-rezza lemeravig l ied e lTempiet to ,piccolo gio-iello chea n d r e b b evalorizzato.Un miscu-glio di stilie sovrappo-

sizioni, con la domus romanache scorreva sotto e i cui mosai-ci sono visibili da una specie difinestrone rotondo che si trovaal centro del tempio e che hapreso il posto della fonte battesi-male la quale, udite udite, altronon era che la Fontana de Torresoggi si trova al centro di piazzaVittoria. Nel giardinetto esternoche circonda l’originario ingres-so, laterale al prospetto princi-pale, c’è un frammento dellaTorre dell’Orologio, monumen-to alla memoria del patrimonioche abbiamo distrutto.I versi declamati da GiancarloCafiero, che ha ripreso un’anticapoesia dialettale scritta proprioall’interno di quel tempietto,sono una sorta di cartolina fina-le. Saluti da Brindisi.

Gianmarco Di Napoli

Ottant’anni dopo Camassa,a San Giovanni al Sepolcro cenacolo di brindisinità

Icomponenti del gruppo nato sul web si ritrovano per un incontro di conoscenza e programmazione

LaBrigata dei Brindisiniriaccende il Tempietto

Da sinistra Gianfranco Perri, Gianmarco Di Napoli, Raffaele Mauro e Cosimo Guercia (Foto Gianni Di Campi)

Giovanna Barutis,la proprietaria dello storico cinesino con la testa oscillante

Unmomentodell’incontro nel suggestivo tempietto

Page 115: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

24 VENERDÌ 1 LUGLIO 2011

di PAOLA BARI

BRINDISI – Ha progettato lamaggior parte delle gallerie emetropolitane del Venezuela,insegna nell’università diCaracas in Venezuela, la sua con-sulenza è preziosa per molti inge-gneri sudamericani ma la sua piùgrande invenzione, senza nullatogliere alle altre, è quella che haprogettato e realizzato a maggioscorso: un libro che racchiudefoto e commenti di facebook delgruppo a cui appartiene“Brindisini la mia gente”. Autoredi tutto questo è il 60enneGianfranco Perri, brindisino esudamericano allo stesso tempo.Ieri, in occasione dell’incontro altempietto di San Giovanni alSepolcro, con la maggior partedei membri del gruppo virtualeha presentato il suo nuovo pro-getto: un libro di 260 pagine cheracconta quello che in pochi mesiè accaduto su unabacheca virtualenata quasi per casocon lo scopo di rac-contare quelle chesono state le abitudi-ni dei brindisini nelcorso degli anni etrasmetterle, anchesolo per conoscenza,alle nuove genera-zioni. Per non farlemorire. Gianfranco Perri hafatto molto di più:foto e relativi com-menti li ha stampati eracchiusi in un librobloccandoli, quindi,per sempre. Perri ha lasciato la suacittà natale all’età di18 anni dopo aver con-seguito il diploma diperito industriale.Progettare è semprestato il suo più grande sogno. Si ètrasferito a Torino dove ha studia-to al politecnico laureandosi cin-que anni dopo come ingegnereminerario. Ha iniziato a lavorare come assi-stente universitario. Nel 1975 haconosciuto sua moglie che daCaracas in Venezuela era giunta aTorino per un master universita-rio. I due si sono innamoratiquasi subito ma come accade inquasi tutte le belle storie d’amo-re, lui è partito dopo soli tre mesiper l’Ecuador, in Africa, per inse-gnare nel politecnico diGuayquill nell’ambito delServizio Civile. L’amore tra la venezuelana e ilbrindisino non è finito, i due sonoconvolati a nozze meno di unanno dopo. Gianfranco Perri ha proprioseguito il suo cuore rinunciandoall’insegnamento nel politecnicodi Torino, dove era stato chiama-to alla fine del Servizio Civile. Si

ètrasferito a Caracas (la capitaledel Venezuela) proprio nel perio-do in cui stava nascendo lametropolitana e ha fatto parte delteam di progettisti. Da allora haavuto solo un’escalation di suc-cessi arrivando a progettarenumerose gallerie del SudAmerica. Da sua moglie ha avuto tre figli:Juan Francisco 35 anni che oggivive a San Francisco inCalifornia, Andreina che oggi necompie 32 e vive a Miami negliStati Uniti e Robert 29 che hamesso dimora a Madrid inSpagna. Perri la sua Brindisi non l’ha maidimenticata. Ci è tornato almenotre volte l’anno conciliandoimpegni di lavoro e di svago. “Diciamo che le scuse me le sonocreate. Non potevo vivere senzavedere la mia terra, i miei fami-gliari e i miei amici per diversimesi. Ci sono tornato tutte levolte che ne ho avuto la possibi-

lità”. Poi nella sua vita è entrato ilgruppo “Brindisini la mia gente”invitato dal fondatore brindisinoRaffaele Mauro. Per mesi e mesi Perri e altri otto-cento utenti hanno condiviso fotod’epoca e scambiato battute. Inpoco tempo le tradizioni brindisi-ne sono state riportate tutte allaluce. “Qualcuno ha proposto di stam-pare tutte le foto che stavamopubblicando ma non ci ho vistonulla di nuovo in questo così hopensato che potevo si stampare,ma corredare ogni immagine coni commenti che sono stati scrittisotto”. In due mesi l’idea si è materializ-zata. Il libro si chiama esattamen-te come il gruppo virtuale, ha unacopertina rigida di colore blu eviene continuamente aggiornato. “Chi lo vuole può ciccare suwww.lulu.com, inserire il nomenella ricerca e scegliere le opzio-ni di stampa. Ci sono diversiprezzi, per tutte le tasche”.

Nella Brigata anche Gianfranco Perri,brindisino divenuto grande inVenezuela

Ha raccolto in un libro il meglio delle foto e dei commenti della pagina «Brindisini la mia gente»

Gianfranco Perri,a sinistra Perri con la sua famiglia

Gianfranco Perri che presenta il suo progetto

Un membro del gruppo che sfoglia il libro

Il progettista di tunnelarrivato da CARACAS

Page 116: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

116  

MUSICISTIBRINDISINI:ungruppounastoria

ConoscoNicolaPoli daquando, tutti e duepocopiù che adolescenti brindisini, nei primi anni 60 cisiamo inevitabilmente incontrati in quanto appartenenti al quel mondo speciale ed epocale dei¨complessibeat¨,sortinumerosiancheaBrindisisull´ondadeglialloraattualissimiEquipe84,Nomadi,Camaleonti,Rokes,Giganti,ecc.e,naturalmente,deglialtriunpo’piùlontani,BeatleseRollingStones.Ci siamo da poco ritrovati a Brindisi, non più ¨sessantini¨ ma già ... sessantenni, grazie al famosogruppodifb¨Brindisinilamiagente¨.Epoidalìèstatotuttofacile,immediatoetravolgente:¨UnabbraccioNikó,...UnabbraccioGianfrá,...Tiricordichetempiqueitempi,...Etiricordicheamiciequantiamici, ...Tiricordiqueicomplessiequeimusicisti, ...Maquantieravamoecomeeravamofeliciespensierati,...Chissàdovestarà....Echefineavràfatto...¨¨Gianfrá dovremmo fondare un gruppo Fb su noi musicisti brindisini, che ne pensi, mi vuoiaccompagnare? Tu sei un amico, sei bravo, sei stato un grande bassista di un grande complessobrindisino,etuseiunapersonamoltoorganizzataesonsicurochecontesaràunsuccessograndissimo.¨¨Nikó,seitroppobuonoeseiungrandeamico,peròcometubensailamiaesperienzamusicaleaBrindisianchesemoltointensaèstatalimitataneltempo,finoaquandonell´ottobredel1969partiiaTorinoperl´università,poinaturalmentedurantegliannisettantahocontinuatoaseguirelevicendemusicali,mafinalmentemi sonopoiunpo’ staccatodaimusicistibrindisiniandando inAmerica. Amepiacerebbeaccompagnarti in quest´avventura,ma non so se potrò essere sufficientemente bravo nell´assolvere ilcompito,tudovraiesserelamenteedioilbraccio,etuttiglialtriamicisarannolegambechecipotrannoportarelontano.Seinsisti,accetto,hahaha!¨Gianfráalloralochiameremo¨MusicistiBrindisiniAnni50‐60‐70¨,organizzaepartiamo.¨IoeNicolaneavevamoparlatopernonpiùdiunasettimana,mentreeroaPanamáperlavoroepoi,...appenarientratoaCaracas,inunanotteinsonnetrasabato16edomenica17luglio...:

"Hoaccettatocontantopiacereperlabellezzadell´idea,maanchecontanta preoccupazione per il grande impegno, l´invito del grandemusicista brindisino ed amico Nicola Poli, a fondare questo nuovogruppofbdedicatoaqueinumerosissiminostriconcittadinichehannoalimentato quella bellissima e lunga stagione musicale brindisina acavallo tra gli anni 50 e gli anni 70, passando per i favolosissimi ed

incredilmenteprolificianni60.Queglianni incuipiùgenerazionidigiovani,espessoragazzi ed adolescenti brindisni, abbiamo scelto con spensieratezza entusiasmogenerositá e passione l´avventura di vivere la vita, o perlomeno una parte di essa,facendolascorrerelungoibinaridellamusica.Certamentenonsonomancatiitalenti,né inquantitáné inqualitá,ma siè trattato soprattuttodiuna spontaneaegenuinamanifestazione della gioia di vivere che in moltissimi abbiamo fortemente volutosperimentare. Spero che quest´idea piaccia a molti, e che molti contribuiscano arenderla una bella realtà, con il proprio indispensabile contributo.GianfrancoPerri

Page 117: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

117  

IMODERNI1964‐1965:NICOLAPOLIconlasuaprimachitarra‐1958RinoFusco,GiulioBarcone,ToninoMagnoeNicolaPoli

IMARINES1965‐1969:GIANFRANCOPERRIconilsuobasso‐1966EnzoMacchi,LuigiSciarra,SergioSerse,GianfrancoPerrieAntonioVolpe

Page 118: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

118  

Sonotrascorseduesettimaneappenaed ilsuccessoèstatostraordinario,questisonoisuoinumeri,scarnimacertoeloquenti: ¨100 iscritti,150 fotografie,1000commenti¨. I100amici: straordinari, le150fotografie:stupende,i1000commenti:meravigliosi,genuinieprofondamentesentiti.Quantiamiciabbiamoritrovato,anchesetantidiloropurtroppo,...emannaggia,noncisonpiù,epoi,...tantissimi i complessi segnalati e ricordati, che furono allegria e che fecero epoca, tanto da farciancorainorgoglirecomemusicistiecomebrindisini:un´enormitàdiricordi,diamicizie,dipassioni,dibuonamusica,dibravicantanti,dibravimusicistiedipiccoliegranditalenti.

Peròmancanoancoraall´appellotantidiquegliamiciemoltidiqueicomplessibrindisinichetraglianni50,60e70hannopregnatodiallegriaediserenitàlanostracittà,costituendoperlaqualitàelaquantitàdegliattori,unostraordinariofenomenodicostumeurbano.Siamosicurichemoltialtriamicisparsi per il mondo risponderanno all´appello e si uniranno al gruppo. E Nicola ed io stiamo giàpensando a comeprolungare ed allargare questamagnifica esperienza, a come renderla ancorapiùbellaecompleta:un incontro,unamostra,unprogettoeditoriale, ...siunlibro,eperchéno!Un libroper raccogliere, ordinare e finalmente conservare e diffondere tante belle fotografie, tanti racconti,tanti aneddoti, tante emozioni e soprattutto, ...tanti amici, anche e prima di tutto quelli che non ciaccompagnanopiùinquestonostrobrevetransitare...

Un primo passo verso l´allargamento dell´esperienza ci è stato praticamente imposto dagli eventi:Nicolaediononabbiamopotutoresistereperpiùdiunasettimanaalleinsistentiedassillantirichiestedi includere le nuove generazioni dei più giovani ¨Musicisti Brindisini dal 1980 ad Oggi¨. Questo èinfattiilnomedelnuovissimogruppoFb,sortoil31luglio2011agranderichiestasolounasettimanadopolanascitadelprogenitore.

"Questonuovogrupponasceagentileedinsistenterichiestaditantidiqueigiovanibrindisinichehannovoluto inannirecenticontinuare lagrande tradizionemusicale dei loro padri e nonni. E´un gruppo chenasce sulla sciadelgruppo ¨MusicistiBrindisiniAnni50‐60‐70¨, sortoappenaunasettimana faechestarisquotendounsuccesso insperato.Questo nuovo gruppo però, dovrà essere autonomo dal ¨progenitore¨

cheloaccompagneràvolentieriduranteisuoiprimipassiperpoilasciarlopercorrerelapropriastradad´accordoconigustielemodalitàdeigiovanimusicistibrindisiniche,nesonocerto,saprannomostrarsiall´altezzadinoicheliabbiamoprecedutidiqualchedecennio.Buonastrada,buonviaggio,e.…buonafortuna!GianfrancoPerri".

Edinuovo,unsuccessostrabiliante,...maquestavoltaèsolamenteilgrandeamicoegrandemusicistabrindisino Nicola Poli che può e che deve guidare, ...con la sua straordinaria maturità musicale edall´alto di quell´enorme esperienza che solamente può conferire la sua ininterrotta ed ormaicinquantennaleestraordinariacarrieramusicale.

"MUSICISTI BRINDISINI finalmente, nasce con il finire di questo2011,ancoragrazieall´entusiasmo ispiratoredelgrandemusicistabrindisinoNicolaPoliecon l´unificazionedeiduegruppioriginalideiMusicistibrindisiniAnni50‐60‐70edeiMusicistibrindisinidal1980adoggi,soddisfacendocosì larichiestadi tantidegliamicieriunendo in una sola grande e bella famiglia tutti i musicistibrindisiniedellaprovincia.GianfrancoPerri".

Page 119: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

119  

Inostripezzistoricisonoduebandedimusicistibrindisini,bravissimiefamosinegliAnni50:

NicolinoCocciolo,batteria‐Sciscio,tromba‐DiGiulio,saxeclarino‐Tortora,violino‐e?basso

IlmaestroRiccardoCarito"Ferruccio"allatrombad´oro‐CosimoCaritoalcontrabasso‐e.........

Page 120: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

120  

PoigliAnni60,econil1961duegrandicomplessidimusicistibrindisini:IDelfinieIMesseri:

IDELFINI:GinoCroce,batteria‐GiacintoModesto,tromba‐EnzoAntonazzo"Ray",pianoforte‐LillinoDelPrete,contrabasso‐MimmoGiampietro,chitarra.

IMESSERI:AntonioPino,chitarra‐RinoGraziuso,batteria‐FedericoMaggiore,basso‐PinoSelicato,pianoforte‐NicolaDeVicienti,organo‐FlorenzoIntrona,sax.

Page 121: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

121  

Epoi,...INormanni,IModerni,IMarines,LeMeteore,IJolly,IVisconti,GliAdriatici,LeVedette,ICast68,GliAnonimi, ISofisti,GianniD´ErricoeLaVogliaMatta, ...Epoi, ...gliAnni70,con IVamss,ILiceum,INewCrickets,efinalmente,...gli80,...i90,e,...,maquestisonotuttitantialtrimeravigliosicapitolidiquestobellissimoracconto!

Page 122: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

Imusicisti brindisini degli anni ‘60hanno un “gruppo“ su internet

MARTEDÌ 2 AGOSTO 2011

di MARIO ANTONELLI

BRINDISI - E’ finita l’epocadei genitori che sgridano i figliper il troppo tempo passatodavanti al computer.Testimoni di questa fase sono iragazzi degli anni ‘50, ‘60 e‘70 che hanno “scoperto“ lamagia di Facebook e del grup-po fondato lo scorso 24 luglioda Gianfranco Perri e NicolaPoli.“Musicisti brindisini Anni 50- 60 - 70“ in meno di diecigiorni è diventato un fenome-no.Un terminale di commenti,foto, opinioni, scambi.Il tutto condito da nostalgia eprofessionalità.La nostalgia è quella (ine-vitabile) di chi queglianni li ha vissuti daprotagonista calcando ipiccoli grandi palcosce-nici della provincia.La professionalità è diquegli stessi protagonistiche la musica la vis-sero (e molticontinua-no af a r l o )c o m eu n am i s -sione.

Approfondendola, praticando-la, esportandola e soprattutto,amandola.Ma l’approdo virtuale rappre-sentato dal gruppo in questio-ne è, anche e soprattutto, unaenciclopedia “vivente“ pertutti coloro che voglionosaperne di più.Non è difficile respirare gliodori e ascoltare i suoni del-l’epoca anche solo sfogliandole fotografie.Ne vengono postate a decineogni giorno. Tutte rigorosa-mente con didascalia, com-menti e approfondimenti tec-nico musicali.Osservazioni sulle formazioni,sugli strumenti musicali uti-lizzati e sui locali in cui ci si

esibiva.Un campionario

for -

midabile di nomi, cognomi,complessi musicali e storiepersonali che si intreccianoall’infinito.C’è una grande regia dietrotutto questo.C’è il genio di due brindisinidoc.C’è l’impegno e la passione diGianfranco Perri, 60 anni (dal1978 professore di Progetto diGallerie´ alla Ucv di Caracas) edi Nicola Poli, professore emusicista (con alternanza tra ledue professioni senza soluzio-ne di continuità).E per comprendere a fondo lospirito che ha animato la crea-zione del gruppo su Facebookè obbligatorio riportare ilmomento clou. Quello che hafatto scattare la scintilla.

«Conosco Nicola Poli - rac-conta Perri - da quando, tutti edue poco piú che adolescentibrindisini, nei primi anni 60ci siamo inevitabilmenteincontrati in quanto apparte-nenti al quel mondo specialeed epocale dei ¨complessibeat¨, sorti numerosi anche aBrindisi sull´onda degli alloraattualissimi Equipe 84,Nomadi, Camaleonti, Rokes,Giganti, ecc. e, naturalmente,dei un po' piú lontani Beatlese Rolling Stones.«Ci siamo da poco ritrovati aBrindisi, non piú sessantinima giá sessantenni, grazie alfamoso gruppo Facebook

¨Brindisini la miagente¨. E poi da líé stato tutto faci-le, immediato etravolgente». Il termine “tra-volgente“ nonè utilizzato acasaccio.D a l

giorno stesso in cui il gruppoè stato fondato le richieste di“amicizia“ (termine ben cono-sciuto dagli avvezzi ai socialnetwork) è aumentato inmaniera esponenziale.Non potrebbe essere altrimenticonsiderata la verve e l’entu-siamo che i due fondatori met-tono ogni giorno nella gestio-ne del gruppo.Lo si percepisce anche da unodei primissimi post di Perri incui si riassume il motivo ispi-ratore del gruppo."Ho accettato con tanto piace-re, per la bellezza dell´idea, maanche con tanta preoccupazio-ne, per il grande impegno,l´invito del grande musicistabrindisino, amico Nicola Poli,a fondare questo nuovo gruppo

fb dedicato a quein u m e r o s i s s i m inostri concittadiniche hanno alimen-tato quella bellissi-

ma e lunga stagionemusicale brindisina

a cavallo tra glianni 50 e glianni 70, pas-sando per ifavolosissimied incredibil-

mente proli-fici anni 60.Quegli anni incui piú generazio-ni di giovani, espesso ragazzi edadolescenti brindi-sini, abbiamo scel-to con spensieratez-za entusiasmo gene-rositá e passionel´avventura di vivere

la vita, o perlomenouna parte di essa,

I Delfini: Gino Croce (batteria) - Giacinto Modesto (tromba), Enzo “Ray“ Antonazzo (pianoforte), Lillino Del Prete (contrabasso), Mimmo Giampietro (chitarra).

La formazione dei Marines (dal 1964 al 1969): Enzo Macchi, LuigiSciarra, Sergio Serse, Gianfranco Perri e Antonio Volpe

14

“I Marines“:dall’Estorilalle paginedi Facebook

Page 123: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

MARTEDÌ 2 AGOSTO 2011

BRINDISI - I Normanni, IModerni, I Marines, LeMeteore, I Jolly, I Visconti, GliAdriatici, Le Vedette, I Cast 68,Gli Anonimi, I Sofisti, I Vamss,I Liceum, I New Crickets,Gianni D´Errico, La VogliaMatta e chissà quanti altri.Ognuna di queste band è vissutae ha alimentato la correntemusicale brindisina.Erano gli anni in cui i musicistierano tutti, rigorosamente ele-ganti.Erano gli anni in cui ci si esibi-va quasi ingessati in pochissi-mi centimetri quadri.Più che le immagini di chitarri-sti, bassisti e batteristi, aimpressionare sono le immagi-ni dei tastieristi (o organisti,come nel caso dei Normanni, laformazione che vedeva all’orga-no Hammond Mario Scotto, ilfuturo presidente della BartoliniBasket e attuale patron di PugliaTv). Nel loro caso gli strumentierano per davvero antesignani.E poi la contestualizzazionedelle foto. Quella qui accantoche immortala “I Moderni“ nel1965.La formazione principale dellaband è fotografata sui gradinidella scalinata “Virgilio“.Nicola Poli, Rino Fusco,Tonino Fusco e Tonino Magno,posano con lo sguardo sognan-te puntato verso CanalePigonati.Una foto simbolo, dall’altissi-

mo tasso di brindisinità che tra-suda di quel sogno di cui centi-naia di musicisti brindisini sisono nutriti in quegli anni.Proprio come i giovanotti dellafoto piccola qui a sinistra.«Alla chitarra e basso TriesteArganese, batteria ToninoFusco, fisarmonica PinoCervellera, chitarra accompa-gnamento Enzo Di Latte»Immortalati durante un concertopresso il dopolavoro ferrovia-rio. E sul gruppo Fb di Perri ePoli è possibile provare il bri-vidino tipico della nostalgia,non solo per i volti di cari amicimagari cambiati dal tempo, maanche per piccoli (fondamenta-li) dettagli tecnici per i puristi.

Proprio come fa notare uno deipiù assidui frequentatori delGruppo, Antonio Fox cheosserva: «Notare come si anda-va a suonare in quei tempi. l'am-plificazione consisteva in unamplificatore su cui erano attac-cati: microfono chitarra e fisar-monica. Il basso su un piccoloamplificatore».E da oggi il viaggio virtualeiniziato su Facebook continue-rà tra queste pagine.L’obiettivo è quello di seguirel’evoluzione dle gruppo e dinarrare, band per band, voltoper volto, canzone per canzone,la magia di quegli anni brindisi-ni».

Mario Antone l l i

Nicola Poli e Gianfranco Perri al timone di un’avventura multimediale avvincente

Gianfranco Perri nel 1966

Decine di band musicalie tante storie da riscoprire

facendola scorrere lungo ibinari della musica.Certamente non sono man-cati i talenti, né in quantitáné in qualitá, ma si é tratta-to soprattutto di una spon-tanea e genuina manifesta-zione della gioia di vivereche in moltissimi abbiamofortemente voluto speri-mentare. Spero quequest´idea piaccia a molti, eche molti contribuiscano arenderla una bella realtà,con il proprio indispensabi-le contributo.«Sono trascorse due setti-mane appena, il successo éstato straordinario, questisono i numeri, scarni macerto eloquenti: ¨100 iscrit-ti, 150 fotografie, 1000commenti¨. I cento amici:straordinari, le 150 fotogra-fie: stupende, i 1000 com-menti: meravigliosamentegenuini ed assolutamentesentiti».Inevitabilmente il gruppo“Musicisti Brindisini“ rap-presenta anche una sorta dipunto di incontro per vecchiamici che, altrimenti, nonsi sarebbero mai ritrovati.«Quanti amici abbiamoritrovato, anche se tanti diloro purtroppo non ci sonopiú, e poi, tantissimi icomplessi segnalati e ricor-dati, che furono allegria eche fecero epoca, tanto dafarci ancora inorgoglirecome musicisti e soprattut-to come brindisini:un´enormitá di ricordi, diamicizie, di passioni, dibuona musica, di bravi can-tanti, di bravi musicisti e dipiccoli e grandi talenti. «Peró mancano ancoraall´appello tanti di quegliamici e molti di quei com-plessi brindisini che tra glianni 50, 60 e 70 hanno pre-gnato di allegria e di sereni-tá la nostra città, costituen-do per la qualitá e la quanti-tá degli attori, uno straordi-nario fenomeno di costumeurbano. Siamo sicuri cheanche tutti gli altri amicirisponderanno all´appello esi uniranno al gruppo. ENicola ed io stiamo giápensando a come prolunga-re ed allargare questamagnifica esperienza, acome renderla ancora piúbella e completa: un incon-tro, una mostra o un libro».

L’intuizione geniale di due vecchi amici (e musicisti)

Gianfranco PerriNicola Poli,nell’angolo di casa sua dedicato alla musica

15

I Moderni " nel 1965 Nicola Poli (chitarra solista) Rino Fusco (chitarra ritmica) Tonino Fusco (batteria) eToninoMagno (basso)

Alla chitarra e basso Trieste Arganese,batteria Tonino Fusco,fisarmo-nica Pino Cervellera,chitarra accompagnamento Enzo Di Latte

Page 124: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

di MARIO ANTONELLI

BRINDISI - Michael Jacksonnegli anni ‘80 riuscì nell’inten-to di unire tutti gli artistid’America per l’indimenticabile“Band Aid“.Nicola Poli, col figlio Giovanninel cuore, ha fatto di più: ha suo-nato l’adunata e ha fatto conflui-re in un unico, storico, evento, imusicisti brindisini di ieri e dioggi.L’1 marzo 2012 rappresenteràper sempre una data miliare nellastoria artistica della città. Hacoinciso (guarda un po’ comesono le cose) col giorno in cuiLucio Dalla, (senza concedere ilbis, è uscito di scena).Ma a rendere speciale e indimen-ticabile la serata sono stati pro-prio loro. Giovani, adulti e“anziani“ che hanno risposto alrichiamo diffuso dalle colonnedel profilo Facebook “Musicistibrindisini“.E così, a frotte, hanno raggiunto“Masseria Marziale“ la sedescelta per l’evento. Una sorta diWoodstock brindisina all’inse-gna dei buoni sentimenti, del-l’amicizia fraterna e dell’amoreincontrollabile per le settenote.Ognuno col proprio strumento,col proprio minuscolo reperto-rio da eseguire per deliziare glialtri e per ribadire che non c’ècollante più efficace della musi-ca.In casi del genere la sintonia el’armonia generale rende quasi“stonata“ la citazione di singolinomi.Ma non si può prescindere dalnominare, per l’appunto, NicolaPoli, polistrumentista con unastoria musicale alle spalle lungaanni. Si deve alla sua caparbietà,a quella di Efisio Panzano, aquella di Pino Sammarco e dialcuni altri la buona riuscita del-l’evento.Ma è innegabile che il deus exmachina sia stato proprio Poli.Giocando sul suo ruolo di “unifi-catore“ il geniale chitarrista s’èpresentato travestito daGaribaldi, accompagnato da unaprorompente e simpatica SerenaGerardi nei panni di Anita.Entrambi erano trasportati dalmusicista albanese più noto aBrindisi. Quel Lumy (con inse-parabile fisarmonica) che tuttialmeno una volta si sono ritro-vati davanti in qualche localedella città.Ma, smettendo immediatamentei panni di protagonista, Poli halasciato il palcoscenico ai tanti,tantissimi musicisti che si sonoalternati. ben diciotto comples-si musicali hanno inscenato lapiù entusiasmante delle staffettemusicali.Mettendo da parte le immanca-bili fisime dei musicisti, sop-primendo l’intrattenibile vogliadi perfezionare al massimo gliimpianti, hanno suonato. Unodietro l’altro.Voci dolci, voci roche. Voci“navigate“. Voci acerbe. Vociintense, alte, basse. Tutteaccompagnate da musicisti pro-fessionisti che hanno fatto dellamusica una ragione di vita.E così, minuto dopo minuto(dalle 19.45 fino all’01.15) s’èdipanata una serata indimentica-bile.Più delle parole, ovviamente,renderebbero bene l’idea leimmagini.In queste due pagine ce ne sono

22 CRONACA DI BRINDISI SABATO 3 MARZO 2012

Un successo l’evento organizzato da Nicola Poli,anima del gruppo Facebook

Oltre cinque ore di esibizioni,abbracci,risate e ricordi

Musicisti brindisini:valanga di emozioninel primo raduno

Una delle tante band intervenute al primo incontro dei musicisti brindisini

Franco Maggio Alessio Prontera Michele Sfarra Rino Carlucci

Alessandra Zuccaro Raffaele Passiante Michele Ludovico

Roberto Ferraro Paolo Mauro

Mimmo Russi

Bruno Franciosa Antonio Baldassarre

Foto diGIANNI DI CAMPIMAURIZIO DE VIRGILIIS,PATRIZIO POLMONEe STEFANO ALBANESE

Page 125: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

poche. Troppo poche per poteressere rappresentative del-l’evento.Eppure (ed è constatabile visi-tando il profilo Facebook) gliscatti non sono mancati.Così come non sono mancati gliapprezzamenti, sinceri perAngelo Olimpio, l’espertissimotecnico del suono brindisinoche ha reso speciale la seratacon una competenza mixata allaperfezione, con pazienza, sim-patia e voglia di accontentaretutti.E così su quel mini palco, cosìtanto “incasinato“ tra fili e stru-menti hanno suonato e cantatole seguenti band: Katia's Band,Easy Listening, Croce e delizia,Fox & Company, Michele &Ronzino, The revivals, Laura Z.Band, Dual Band, Mino e NoemyCastagnanova, Mbeo, DeepWater, Narcotize, Exclusive 77,Sunday People, Tribute BaglioniBand, Ivangarage, PopularMediterranean Band, Sulle viedel rock, Free Blues Light.Di certo qualche nome sarà sfug-gito. Ma, è bene che si sappia,il ringraziamento degli organiz-zatori va a tutti coloro chehanno colto il giusto spirito per

animare un evento che,questo è certo, è destinatoa ripetersi. Inevitabili, nelcorso della serata, i riferi-menti agli amici musicistiche non ci sono più.«Per tutti loro - ha spiega-to Nicola Poli - ho lasciatosimbolicamente un tavolo conalcune sedie. Anche loro avran-no applaudito, suonato e canta-to con noi».

E il pensiero è corso, inevitabi-le, a Giovanni Poli, a RinoGraziuso, Dany Notarangelo,Vito Pati, Franco Gorgoni, EnzoMacchi, Luigi Sciarra, Renato

Biondo, ArmandinoDanese, Romeo Balsamo e chis-sà quanti altri. Tutti appartenen-ti al popolo più bello diBrindisi. Quello dei musicisti.

Nei prossimi giorni,Senzacolonne pubblicheràmolte delle foto realizzate nelcorso della indimenticabileserata.

Un momento dell’esibizione della band di Franco Sgura

23SABATO 3 MARZO 2012 CRONACA DI BRINDISI

Gianfranco Perri consegna la targa all’organizzatore Nicola Poli

L’immagine simbolo della serata:Efisio Panzano,uno degliorganizzatori della serata,instancabilmente (e con tanta umiltà)al servizio di tutti i musicisti intervenuti all’evento

Nicola Poli,fondatore e coordinatore del gruppo Facebook fa il suoingresso travestito da Garibaldi.E’lui ad aver unito il popolo musicista.A bordo dell’ape di Lumy Gianni,l’albanese con la fisarmonica

Page 126: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

di MARIO ANTONELLI

BRINDISI - La voglia diparlarne ancora è inevitabile (einarrestabile).A distanza di una settimanadal 1° Raduno dei musicistiBrindisini, l’eco del successonon s’è ancora spenta.In tantissimi, lo scorso 1marzo, sono accorsi rispon-dendo all’appello di NicolaPoli (fondatore dell’omonimogruppo su Fecebook) e hannoimbracciato strumenti eimpugnato microfoni per tra-scorrere insieme qualche oratra canzoni e ricordi.Senzacolonne ha già pubbli-cato un ampio servizio dedica-to allo storico evento con gliscatti della serata.Oggi torniamo a proporre lefoto di alcuni altri partecipan-ti non ancora apparsi tra que-ste pagine (e molti altri,ovviamente, non riuscirannoa essere pubblicati qui, masono ben visibili tra le paginedel gruppo su Facebook).Si tratta di immagini realizza-te dai pazienti StefanoAlbanese, Maurizio DeVirgiliis e Gianni Di Campi.Scorrendo i volti pubblicatisu questa pagina vedrete per-sone sorridenti o concentratesui propri strumenti. Sonoloro l’anima dell’evento volu-to e organizzato con tantamaestria da Nicola Poli con lacollaborazione degli imman-cabili Efisio Panzano, PinoSammarco e Gianfranco Perri.

Una settimana fa lo storico Raduno con partecipanti d’ogni età

I volti di coloro che hanno risposto all’appello di Nicola Poli,fondatore del gruppo su Facebook

Foto,sorrisi & canzonidei musicisti brindisini

Pino e Michele Sammarco

I Sunday People

Aldo Sgura Antonio “Fox“ Volpe Mina Lamarina

Teodoro GiampietroI “Narcotize“

Stefano Albanese Maurizio De Virgiliis Angelo Olimpio,Tds Sound

Laura ZuccaroGiovanna Tramonte

Efisio Panzano

Nicola Poli,Ilaria e Gianfranco Perri

Sebastian Gonzalezdei Croce & Delizia

GIOVEDÌ 8 MARZO 201220 CRONACA DI BRINDISI

Page 127: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

127  

L’ISOLADIWIGHTAGOSTO1970:IOC’ERO

SENZACOLONNEdel2agosto2011:

Io,brindisinocatapultatonellamiticaIsoladiWigthIlraccontodiGianfrancoPerriedelsuoviaggioperassistereall´eventodel1970

Page 128: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

128  

Brigid era partita in volo per Francoforte, un’ultima tappa prima di rientrare a casa nelWisconsinalterminedellasualungaestateeuropea.

Brigid

Durante le ultime tre settimane avevamoattraversato mezza Europa in autostop: ‐daComo, dove c’eravamo fortunosamente efortunatamente incontrati, ‐a Dublino tappaobbligata del nostro girovagare per la suanatale e “sempreverde” Irlanda, ‐e suitraghetti, prima da Calé a Dover, poi daSwanseaaRossiareequindidaDublinfinoalporto di Holyjead, da dove finalmenteridiscendemmo finoaLondra,meta finalediquello che era iniziato con la prospettiva diessere un fugace percorso comune e che,invece,sidovevapoirivelareesserestatounepisodio pieno di contenuti cosí intensi daaverpossibilmentesegnato lenostregiovanipersonalitáedaaver inciso il tragittostessodella nostra maturitá. Ma questa è tuttaun’altra storia, tanto emozionantementebella,quantoincredibilmenteventurosa.

Como‐Dublin‐London‐Wight‐Agosto70

Page 129: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

129  

Avevo accompagnato Brigid all’aeroporto diGatwick,siaperchénonavevoinassolutomoltialtri impegni da adempiere, sia perché era ilmenochepotessifaredopoitantigiorniincuic’eravamo simbioticamente accompagnati, esia perché volevo fare un riconoscimentodiretto del territorio, visto che dopo qualchegiorno, il1°settembre,sareidovutopartire ioda quell’aeroporto per Milano. Fin dalla miapartenza da Brindisi in autostop un meseprima infatti, quel volo di ritorno avevacostituito il mio unico ed improrogabileimpegno. Tutto il resto avevo deciso chedovesse essere un’agenda assolutamenteaperta e anzi, meglio, un’agenda aperta adaccogliere ogni eventuale esperienza chepotessecontribuireadappagarel’incontenibilevoglia di allargare ed allungare quei mieiancora troppo limitati orizzonti di “quasi”ventenne.

InTrafalgarSquare‐Agosto70

Da Brindisi ero partito in autostop da solo, ma con il chiaro obiettivo di non trascorrereneancheunsologiornodelmioviaggiodasolo,ecosìerastatofindall’inizioequindi,quandolo stesso giorno della partenza di Brigid incontrai un ragazzo tedesco che comeme faceval’autostop,cominciammoachiacchierareeimpiegammononpiùdidieciminutiadecideredifareunpezzettoassieme.

RollsRoiceFish&chips‐LondonAgosto70

Quelragazzo,Franz,miavevainfattidasubitoimpattatopositivamente.Avendoriconosciutocheeroitalianodaldistintivocheeracucitoedinbellamostrasulmiozaino,doposolamenteunprimosalutoeconespressionegioviale,nonavevaesitatoachiedermiseavessivisto intelevisionelamemorabilesemifinaledelMondialediMessico70tralaGermaniael´Italia,sisi

Page 130: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

130  

proprioquellapartita che solopocopiùdiun mese prima aveva vintorocambolescamentel´ItaliadiRivaRiveraeMazzolaper4a3aitempisupplementari.

Erastatoluiaparlarneenonio!Eloavevafattoperraccontarmidellasuadesolazionedi quella lunghissimanotteper la sconfittadella sua Germania e, mantenendo semprela stessa espressione solare, percongratularsi con me per la vittoria dellamia Italia, e per commentarmi con allegraeccitazione ed abbondanza di dettagli tuttigli episodi più esaltanti di quella partita.Chebella lezionedaquel giovane coetaneotedesco!

CimiterodiHighgate‐London

Ebbene, senza portarla ancora per le lunghe, arrivo al dunque: Franz era diretto aSouthampton, perché doveva imbarcarsi per l’Isola di Wigth, perché voleva andare al“festival”,chesarebbestatounfestivalcentovoltepiùbellodiquelloche l’annoprimac’erastatoaWoodstokinCalifornia,checisarebberostatiJimiEndrix,JimMorrison,JoanBaez,e...

Amequelnome“Wigth”inquelmomentononmiavevadettonulla,maquellodiWoodstocksi,enaturalmentequellidiHendrix,MorrisoneBaez,ancorpiù.Edallora,...Maquandofiniscestofestival?Il30oil31.Mail1°settembredevoessereall’aeroporto!Perfetto,allorapossolasciarel’IsoladiWigthil30equindi,...Franzcivengoanch’io!

Quellanottedormimmoinsaccoapelonellasalad’aspettodiunastazioneferroviariaapochichilometridaSouthampton,doveciavevascaricatol’ultimopassaggiodellagiornata.

Ilgiornodopociimbarcammoperl’isola.Il30almattino,primacheilfestivalfinisse,tornaiindietro, ed il 1° settembre abbordai il mio volo da Gatwick per Linate: il mio primo volocommercialedopoqueivolichesuaeroplanimilitariadelicaavevofattodabambinodi7e8anni,dall’aeroportodiBrindisiaccompagnatodamiopadre,militaredell’aereonautica.

LagenerazionebeatdeimiticiAnni‘60

Page 131: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

131  

Il mio amico Franz si volle fermare fino alla chiusura del festival. Si diceva che alla fineavrebbero anche cantato IBeatles.Non fu così, anche se sembra che alcunidi loro ci sianostatimimetizzatitrailpubblico.

FranzdovetteaspettarebentregiorniprimadipotersiimbarcareperSouthamptone,deipiùdicinquecentomilachec´eravamostati,nonfucertotragliultimiapoterlasciarel’isola.

E per riassumere in poche immagini quell’East Afton Farm di fine agosto 70 sull’isola diWight:“campiaperti,spaziimmensi,tendeesacchiapelo,bandiereinsegneesimboli,capellilunghiegrandevarietàdibarbe,nuditàesibite, fumoefumi,notti inbiancoe.…tantoverdetutt’attornoepertuttinoi”.

EastAftonFarm,WightIsle‐Agosto70

Definitivamentenonsitrattòsolodiunagranderassegnamusicale,ecertoditalentinonnemancarono, né in quantità né in qualità,ma si trattò sopratutto di un evento destinato adassurgere a vero e propriomanifesto di una generazione, di quel periodo in cui i sogni dilibertàviaggiavanoanchelungoibinaridellamusica.

Gli anni 60, vissuti all’insegna della terna “music peace and love”, non avevano potutoincontrare unmiglior palcoscenico per il proprio atto conclusivo. Sintomatici di quella finedovevanoinfattirivelarsiletragichemorti,diJimiHendrixdalìapochigiorni,diJoplinJanisnell’ottobredellostesso70,ediJimMorrisonsolamenteunannodopo.

Page 132: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

132  

Io,pocopiùcheadolescente,italianodiprovinciaeconsolamenteunprimoannodiuniversitànellanordicametropolitorinese,quellastraordinariastagionedi“musicapaceeamore”deglianni 60 l’avevo vissuta per alcuni dei suoi aspetti un po’ dalla periferia. E comunque, nelvariopintoscenariodituttaquellagioventùincontratainquelmioprimoviaggioperl’Europa,nonmiritrovaiquasimaiposizionatotroppoindietroemiritrovai invece, ilpiùdellevolte,abbastanzaall’altezzaedincontrollodelletantesituazioni.

Con i miei capelli lunghi, con lamia collanadella pace, con il mio zaino con dentro ilsaccoapelo,conilmioeskimoverde,...Peròconanchefreschieancoraviviiricordidellemanifestazioni per la pace in Vietnam nel1967 e poi contro l’invasione dellaCecoslovacchiaedafavoredellaPrimaveradiPraganel1968,delleoccupazioninellescuolesuperioriaBrindisinel1969,delleassembleefiumenelleenormiauleaffollateeaffumicatedelPolitecniconel1970.Efinalmente,conlapassione per la musica, ascoltata, suonata eballata.

OccupazionedelPolitecnico

Torino1970:PiazzaSanCarlo‐Incorteo‐

Specialmente la musica infatti, avevo imparato a conoscerla ed a viverla con passione,coinvoltocomeanch’io loerostato,dalla febbrecheancheaBrindisi ciavevacontagiato intanti: il mio “I Marines” era stato uno di quella dozzina e forse più di gruppi musicali,“complessimusicali”comesichiamavanoallora,chesorserospontaneinegliscantinatiesulleterrazzedelcentroedellaperiferiabrindisinafindaiprimianni60,facendoecoaiBeatleseRollingStonesd’oltreManicaedaipiùviciniEquipe84,Nomadi,Camaleonti,Giganti,...

Page 133: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

133  

196619661968

ConIMarinesavevamoesordito,Luigi,Enzo,Sergioedioconilcontrabasso,allaSciaiaamaredeifratelliAldoLillieAntonioMalcarnenelCarnevaledel1965,mentreperilCarnevaledel1967eravamogiàintrasfertaaTorreCanneconancheilgrandecantanteAntonioVolpechenel frattempo si era integrato al gruppo,nellaTavernadelboscaiolodell’HoteldelLevante.Carnevaleinquell’annocaddeacavallotragennaioefebbraio,econtemporaneamenteaqueltristefestivaldiSanremosegnatodalsuicidiodiLuigiTenco.Inquelleseratedanzantil’ospited’onorecheaccompagnavamoconinostristrumentimusicalieraAchilleTogliani,sìcantavaancora,ericordochefului,moltocolpitoedanotteavanzata,adarcilanotiziadiTenco.

19671968

Poi,finoallamiapartenzaperilPolitecnicodiTorinonell’ottobre1969,suonammoancora,...allaSciaiaamare,alDesirè,all’Estoril,aTorreCanne,aCampomarino,...Però,epeccato!nonfacemmo in tempo a cantare “L’isola di Wigth”, la splendida cover di“Wight is Wight”delfranceseMichelDelpech,incisain45giridaiDikDikproprionel1970.Lamusicaèmoltobellaeiltestoitaliano,diClaudioDaiano,uninnoaquellanostragioventùdeimiticianni60:

Saicos’èl’isoladiWight,èpernoil’isoladichihanegliocchiilbludellagioventù,dichicantahippyhippyhippyyy...

Page 134: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

134  

COMMENTIFb

Gianfranco Perri Dedicato ai miei amici nati negli Anni '40 e '50, ...per chi di loro vogliaricordare,epoiancheaquellinatinegliAnni'60,...perchidiloroabbiavogliadisaperneunpochinodipiù.

BrigidRichardsIunderstandwhatyouwrotehere.I'mcomfortablewithyouandyourfamilynowbecausethen,wewereinnocentchildren,withabigfuture,andmanyexpectations,butnottheolderresponsibleparentswearenow,sothereisnocompetition.Wewantedtohaveaboldadventure.Itwaslikelythebestofusthen, inmanyways.TheIsoladiWightfestivalwas a goodmetaphor for our entire trip because at that time everyone seemed young andhopeful.Nowthereisanotheradventure;itisverydifferentandyetexactlythesame.

Giovanni Vonghia Altri tempi, altra gioventù, altri ideali, altri valori... Tutt'altra cosadell'attuale nichilismo che ammorba le coscienze o quello che di esse ne rimane, in questasocietàdiautomiereplicanti.

BrigidRichardsImeanttheadventureofgettingoldandmakingalifethatmatters.Iwanttowriteabookaboutthosedays.NotjustEurope,buttheyearsinthe60'sandearly70'swhenlifechangedforsomanypeopleourage.

AlessandraSannitiAncoranonc’ero,omeglioc‘eromanonpotevoessere‐attiva‐inquantopiccola... ho però ricordi... piacevoli... di ‐voi‐ dell’isola…mi dicevo che anche io da ‐grande‐sareivenuta... invecedi–quell’isola‐diqueitempi,orachepotreiesserci...hotrovatosololacanzoneequestatuabellissimadedica.Grazie.

Cosimo Guercia Altri tempi e ideali, convinto che il mondo dovesse cambiare ma non èsuccessoniente,devosolocostatarechelanastraclassehaoccupatopostipoliticiefinanziarie le cose non sono migliorate, mi aspettavo un'isola che purtroppo non c’è, è stata soloun'illusione.

GiusyFaiellaMeravigliosooooooo.Grazie!

MariangelaCarbonaroGrazie.Mihaemozionatomolto.

BrigidRichards¨Westillhavethoseteenagersinsideandalwayswill...¨

AnnaMariaZuccaroLosai...oggihoprovatounsentimentoamecompletamentesconosciuto...credo fosse invidia ...perché quegli anni e quel meraviglioso viaggio che hai fatto ...avreivolutointensamenteaverlofattoio...pagandoovviamente15anniinpiù!

Gianfranco Perri Anna Maria, son contento e non speravo di poter stimolare anchesentimentiforti.Nonèimportantela¨definizione¨diciòchesisente,maimportanteèvivereconintensitàdeiproprisentimenti.

GiannaSantoroMammamiaaaaaaa...anchequesto???Questepagineleholetteattentamentee con "avidità"...le foto poi.... Stupende!! Non è solo il mitico concerto, è come TU l'hairaccontato...leosservazioni,leemozioni,glistatid'animo...rendonoquestotesto,paginediunlibrocosìappassionanteeavvincente...chevorrestileggerneancora....Grazieeeeeeeeeeee!!!

GianfrancoPerriGianna,riescisempreatrasmetterel´entusiasmodeltuoessereveramentegiovanenellospirito,cheèpoiquellochecontamoltopiùdell´anagrafe.Grazie!

StellaMontanaroGianfrancosai,ioall'isoladiWightcisonostata,mamoltiannidopoquellocheturaccontieranoedè"lasostanzadicuisonofattiisogni".Noiinqueisogniciabbiamocreduto,inostrivalori,inostriideali,quelleideechecihannopermessodiesserecosìcomesiamoora:speranze,modidiesserecheabbiamotrasmessoainostrifigli,achiciviveintorno

Page 135: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

135  

ora, e che cipermettedi esserenon fuori tempo.Adire il vero sonounpo’ invidiosadi te,perchétuda"maschio"haipotutofarel'autostop,andarefuoriall'università,andareaWight.suonare...ameragazzameridionalequestononeraconcesso.Losaichemettevoipantalonidinascostoepoimicambiavoprimadisalireacasa?Nonènostalgiadiqueitempi,mimancailfermentoculturalechepermettevaairagazzidicrescere,diforgiarsi,diessereséstessi.

GianfrancoPerriStella,nonconoscevoEskimodiFrancescoGuccini,edopoaverlaascoltatodevo comunque rallegrarmi veramente di non ¨poterla¨ con lui condividere, nonostante lacoetaneitá e nonostante il mio ¨eskimo¨ indossato con allegria, speranze e perché no, ...illusioni. La mia esperienza è stata, e per fortuna, anche se magari un po’ menointellettualmenteprofondadellasua,certamentepiùpositivamentecostruttiva,eprovaneèlaserenitàconlaqualericordoqueimieivent´anni,queinostrivent´anni.Esperopropriochetu ti senta un po’ più vicina allemie che alle sue sensazioni. Grazie per il tuo commento egrazieper¨Eskimo¨,unacanzonecomunquebelladiunartistacomunquebravo.

Annarita Spagnolo L'isola è quella che ognuno di noi avrebbe voluto raggiungerematerialmente,manonpotendolofaresuscitavaviaggivirtualiconsperanzeserbatealungonelcuoreechesololìpotevanoessererealtà.

NikolaPoliUnmitopertuttinoi...checonserviamonelnostrocuore...!!

LinaBonatestaCredochedovrestiscrivereunlibrocarocugino,saitrasmettereleemozioniattraversociòcheracconti.Iocisonostataall'IsoladiWightduevolte,nonnelperiodomitico,maesserelàèstatomoltobello.Aprestissimo!

Antonio Fox Gianfranco ti ringrazio per la bella sorpresa, mi sono emozionato, nonimmaginavochetuavessiancoralenostrefoto,sonobellissimeemihannoriportatoindietroneltempo,unperiodobellissimodicom'eravamo.

GiusyGattiPerlangeliQuestononèsolounviaggio,un’esperienzagiovanile.Questoandare“on the road” è un modo di essere... il concerto, una categoria dello spirito. Mio figlioprobabilmentefaràlatesinaditerzamediasul´sessantotto´:secosìsarà,tichiedofind’orailpermessodiutilizzarequestememorie...

"Senzaunavaligiaioete

siamopartitiungiovedì

neinostriocchic'eraunsì...

Pioggiadifarfalleintornoanoi

midavilatuagioventù

nessunomihafermatopiù...

Saicos’èl'isoladiWight...

GiusyGattiPerlangeliContinuaancoraacondividereconnoiituoiricordi,Gianfranco.

GianfrancoPerriGiusy,èmoltobellopermeimmaginareunragazzinoditerzamedialeggeree magari commentare quel mio breve racconto. Se poi vuoi approfittare, saró per qualchegiornoaBrindisidalprossimofinesettimana,epotrestifartoccareconlamanoatuofigliounsessantottinobrindisinoincarneedossa,conunabellabarba(biancaperò)equalchecapelloinmeno,...naturalmentescherzo.Tiringrazioinveceperiltuobelcommento,checondividoassolutamente,apropositodelsignificatopiùintimodiquelmioviaggiare.

Gianfranco Perri Allo stesso modo ringrazio anche tutti gli altri amici che hanno volutocommentare la mia nota: Brigid (la protagonista!), Giovanni, Alessandra, Cosimo, Giusy F,AnnaMaria,Mariangela,Stella,Annarita,Lina,NicolaeAntonio.

Page 136: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

MARTEDÌ 2 AGOSTO 2011

16

BRINDISI - Il gruppoFacebook “Musicisti brin-disini 50 - 60 - 70“ è unaenciclopedia di vite.Scorrere i cent inaia dilink permette di conoscerestorie, situazione e circ o-s tanze .I l tutto r igorosamenteimperniato sul poteredella musica.Sull’ascendente di unmezzo che in quegli annifu in grado di mutare l egeneraz ion i e i l l oroapproccio col mondo.Non è possibi le conoscerea pieno la mentalità e lemutazioni di quel periodose non attraverso i raccon-ti di chi l ’ha vissuto.Preziosa è, per l ’occas io-ne , la test imonianza diGianfranco Perri, uno deidue fondatori del grupposu Facebook che , condovizia di particolari rac-conta la sua esperienzaall’Isola di Wi g h t .Lì i l 31 Agosto del 1969s i svolse i l ce lebre con-certo dell'Isola di Wi g h t(immortalato anche in unafamosa canzone dei DikDik, quella che recitava:"Sai cos 'è l ' Isola diWight.. .?") con la part e c i-pazione di Bob Dylan, cheprovocò molto rumore. UnDylan che era assentedalle scene dai tempi delsuo incidente motocicl i-s t i c o a Wo o d s t o c k n e lquale corse il rischio diperdere la vita .«Il giorno prima - scriveGianfranco Perri - Brigid erapartita in volo per Francoforte,un’ultima tappa prima di rien-trare a casa nel Wisconsin altermine della sua lunga estateeuropea.

Durante le ultime tre settimaneavevamo attraversato mezzaEuropa in autostop: -da Como,dove c’eravamo fortunosamen-te e fortunatamente incontrati, -a Dublino, tappa obbligata delnostro girovagare per la suanatale e “sempreverde” Irlanda,-e sui traghetti, prima da Calé aDover, poi da Swansea aRossiare e quindi da Dublin aHolyjead, da dove finalmenteridiscendemmo fino a Londra,meta finale di quello che era ini-ziato con la prospettiva di esse-re un fugace percorso comune eche, invece, si doveva poi rive-lare essere stato un episodiopieno di contenuti cosí intensida aver possibilmente segnatole nostre giovani personalitá eda aver inciso il tragitto stessodella nostra maturità. Ma questaé tutta un’altra storia, tanto

emozionantemente bella, quan-to incredibilmente venturosa.Avevo accompagnato Brigidall’aereoporto di Gatwick, siaperché non avevo in assolutomolti altri impegni da adempie-re, sia perché era il meno chepotessi fare dopo i tanti giorniin cui c’eravamo simbiotica-mente accompagnati, e sia per-ché volevo fare un riconosci-mento diretto del territorio,visto che dopo qualche giorno,il 1° settembre, sarei dovutopartire io da quell’aereoportoper Milano. Fin dalla mia partenza daBrindisi in autostop un meseprima infatti, quel volo di ritor-no aveva costituito il miounico ed improrogabile impe-gno. Tutto il resto avevo decisoche dovesse essere un’agendaassolutamente aperta e anzi,

meglio, un’agenda aperta adaccogliere ogni eventuale espe-rienza che potesse contribuiread appagare l’incontenibilevoglia di allargare ed allungarequei miei ancora troppo limita-ti orizzonti di “quasi” venten-

ne.Da Brindisi ero partito in auto-stop da solo, ma con il chiaroobiettivo di non trascorrereneanche un solo giorno del mioviaggio da solo, e cosí era statofin dall’inizio e quindi, quandolo stesso giorno della partenzadi Brigid incontrai un ragazzotedesco che come me faceval’autostop, cominciammo achiacchierare e impiegammonon piú di dieci minuti a decide-re di fare un pezzetto assieme.Quel ragazzo, Franz, mi avevainfatti da subito impattatopositivamente. Avendo ricono-sciuto che ero italiano daldistintivo che era cucito ed inbella mostra sul mio zaino,dopo solamente un primo salu-to e con espressione gioviale,

non aveva esitato a chiedermise avessi visto in televisionela memorabile semifinale delMondiale di Messico 70 tra laGermania e l´Italia, proprioquella partita che solo pocopiù di un mese prima avevavinto rocambolescamentel´Italia di Riva Rivera eMazzola per 4 a 3 ai tempisupplementari. Era stato lui a parlarne e non

io! E lo aveva fatto per rac-contarmi della sua desolazio-ne di quella lunghissimanotte per la sconfitta dellasua Germania e, mantenendosempre la stessa espressionesolare, per congratularsi conme per la vittoria della miaItalia, e per commentarmicon allegra eccitazione edabbondanza di dettagli tuttigli episodi piú esaltanti di

quella partita. Che bella lezioneda quel giovane coetaneo tede-sco!Ebbene, senza portarla ancoraper le lunghe, arrivo al dunque:Franz era diretto a

Il racconto di Gianfranco Perri e del suo viaggio per assistere all’evento del 1969

I Marines in concerto: Enzo Macchi, Luigi Sciarra, Sergio Serse,Gianfranco Perri e Antonio Volpe

Col simbolo della pace al collo

«Arrivai lì facendo autostop.E mi ritrovai in una situazione che riassumeva tutto quello che erano i giovani di allora»

«Io,brindisino catapultatonella mitica Isola di Wight»

1970

Page 137: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

MARTEDÌ 2 AGOSTO 2011

15

I

Southampton, perché dovevaimbarcarsi per l’Isola diWigth, perché voleva andare al“festival”, che sarebbe statoun festival cento volte piúbello di quello che l’annoprima c’era stato a Woodstokin California, che ci sarebberostati Jimi Endrix, JimMorrison, Joan Baez, e ...A me quel nome “Wigth” inquel momento non mi avevadetto nulla, ma quello diWoodstok si, e naturalmentequelli di Hendrix, Morrison eBaez, ancor piú. Ed allora, ...Ma quando finisce sto festival?Il 30 o il 31. Ma il 1° settem-bre devo essere all'aeroporto!Perfetto, allora posso lasciarel’Isola di Wigth il 30 e quindi,... Franz ci vengo anch’io! Quella notte dormimmo insacco a pelo nella sala d’aspet-to di una stazione ferroviaria apochi chilometri daSouthampton, dove ci avevascaricato l’ultimo passaggiodella giornata.Il giono dopo ci imbarcammoper l’isola. Il 30 al mattino,prima che il festival finisse,tornai indietro, ed il 1° settem-bre abbordai il mio volo daGatwick per Linate: il mioprimo volo commerciale dopoquei voli che su aeroplani mili-tari ad elica avevo fatto dabambino di 7 e 8 anni, dall'ae-roporto di Brindisi accompa-gnato da mio padre, militaredell'aeronautica.Il mio amico Franz si volle fer-mare fino alla chiusura delfestival. Si diceva che alla fineavrebbero anche cantato IBeatles. Non fu cosí, anche se

sembra che alcuni di loro cisiano stati mimetizzati tra ilpubblico. Franz dovette aspettare ben tregiorni prima di potersi imbar-care per Southampton e, deipiú di cinquecentomila chec´eravamo stati, non fu certotra gli ultimi a poter lasciarel’isola.E per riassumere in pocheimmagini quell’ East AftonFarm di fine agosto 70 sul-l’isola di Wight: “campi aper-ti, spazi immensi, tende e sac-chi a pelo, bandiere insegne esimboli, capelli lunghi e gran-de varietà di barbe, nudità esi-bite, fumo e fumi, notti inbianco e... tanto verde tutt’at-torno e per tutti noi”. Definitivamente non si trattòsolo di una grande rassegnamusicale, e certo di talenti nonne mancarono, ne in quantitànè in qualità, ma si trattòsoprattutto di un evento desti-nato ad assurgere a vero e pro-prio manifesto di una genera-zione, di quel periodo in cui isogni di libertà viaggiavanoanche lungo i binari dellamusica.Gli anni 60, vissuti all’inse-gna della terna “music peaceand love”, non avevano potu-to incontrare un miglior palco-scenico per il proprio attoconclusivo. Sintomatici diquella fine dovevano infattirivelarsi le tragiche morti, diJimi Hendrix da lí a pochigiorni, di Joplin Janis nell’ot-tobre dello stesso 70, e di JimMorrison solamente un annodopo.

L’Orchestra Carito.Il maestro Riccardo Carito è quello seduto che impugna la tromba

Alcuni giovani durante il concerto all’Isola di WightComo Dublin London Wight

fish & chips

Page 138: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

12 MARTEDI’30 AGOSTO 2011

Via da Brindisi. Una strada chenella toponomastica non esiste eche però è la più popolata dabrindisini. Via da Brindisi rac-coglie tutti quelli che, per sceltao per necessità, hanno lasciatoBrindisi e vivono in altre cittàdell’Italia o del mondo. Daqualche giorno Senzacolonnediffonde via internet, gratuita-mente, la versione digitale inte-grale del giorno precedente. E’un modo in più per ricomporrequesta fantastica comunità chepulsa di brindisinità e che hadiritto di essere informata di ciòche avviene nella sua terra.Riteniamo fondamentale il con-tributo di questi brindisini per-ché spesso da lontano si ha lapossibilità di esaminare conmaggiore obiettività ciò cheavviene in questa città. Tra ibrindisini che vivono lontano,molto lontano, c’è GianfrancoPerri. Abbiamo già parlato dilui qualche mese fa: ingegnere,docente universitario, proget-tista e consulente di gallerie eopere sotterranee, Segretariodella Società Venezuelana diOpere Sotterranee. Ma soprat-tutto innamorato della suaBrindisi che segue constante-mente via Internet. Per il suolavoro è in giro per il mondo edè da lì, dal mondo, che gli abbi-amo chiesto di inviarci rifles-sioni e impressioni su Brindisi ei brindisini. Quella che segue èla sua prima corrispondenza.

da MIAMI BEACH

(Florida - USA)

Caro Direttore Gianmarco,sono ingegnere, di profes-sione e di personalità, ed il

mio bagaglio intellettuale è abbas-tanza pragmático, così come lo è ilmio linguaggio parlato e scritto.Quello italiano poi, è ormai anche

un po’ arrugginito dai tanti anni dilimitata pratica quotidiana. Peròmi ha fatto molto piacere riceverel’invito “a fare qualche riflessionesu Brindisi vista da lontano” chemi hai gentilmente rivolto dallatua direzione di Senzacolonne, ungiornale al quale mi sento partico-larmente affezionato da quando,nell’ormai lontano febbraio 1999lo scoprii perchè l’amico GiovanniMembola volle pubblicare sullesue pagine non ancora quotidiane,una bella intervista che mi feceonline per la sua rubbrica dedicataai brindisini doc sparsi per ilmondo.La professione e più in generale lavita, mi hanno portato a viverefisicamente ben lontano daBrindisi da quando, nel lontanissi-mo ottobre 1969 con in tasca i 18anni compiti da una manciata digiorni, partii in treno alla voltadella nordica metropoli torineseper studiare ingegneria alPolitecnico. Da quel giorno però, estranamente, il mio legame animi-co con Brindisi si è costantementeconsolidato ed anzi sempre piùrafforzato con il trascorrere deilustri e dei decenni durante i qualinon ho mai e per nessun motivointerrotto i miei sistematici e con-tinui viaggi a Brindisi, semprebrevi ma allo stesso tempo semprepiù frequenti ed intensi.Rifessioni sulla ”Brindisi vista delontano” ne ho sempre, inevitabil-mente e spontaneamente, fatte nelmio intimo, sentendole mutare conil trascorrere degli anni, sia perchèle mutazioni potevo oggettiva-mente riscontrarle nella città stes-sa, in alcuni suoi risvolti estetici enella quotidianità della vita deibrindisini, sia perchè mutazionicerte accompagnavano il mioinesorabile maturare biologico: dastudente a professore, da figlio enipote a padre e nonno, da brin-disino a cittadino di un altromondo, viaggiando ininterrotta-mente e scoprendo tanti paesi etanti popoli, tanti costumi e tantementalità, in una sola parola,…tante relatività. Ed il percorsonon sembra per nulla volersiarrestare nonostante i tanti trascor-si, da quando da “sessantottino”partii da Brindisi per Torino, adoggi già in procinto di entrare a farparte del club dei “sessantini”.

Però il compito è “fare qualche rif-lessione su Brindisi vista da lon-tano”. Ebbene vorrei cominciaredalla parte più importante diBrindisi, dalla sua fondamentalerisorsa, dai giovani brindisini e,considerando che ormai l’estatesta finendo, magari è anchepropizia l’occasione.Stamattina, commentando sulgrupo fb “Brindisini la mia gente”un post dell’amico CosimoGuercia che esaltava la bellezadella vicina Lecce e rispondendoad una serie di commenti moltocritici su Brindisi ed i brindisini,ho scritto: “Le cause sono sempremolteplici e le diagnosi mai tropposemplici ed ancor più difficili leterapie. Certo a Brindisi stiamopagando le terribili conseguenzedi scelte sbagliate di molti dei nos-

tri politici ed amministratori avario titolo. In molti casi errori diignoranza, ma spesso conditi damalafede e corruzione spicciola.Però l'indole introversa chiusa epoco data al sentire comunitariodei brindisini, ha certo fatto la suaparte. La base del vero riscatto è,credo, assolutamente culturale,bisogna partire da li: la strada èlunga ed impervia, ma è la solache può garantire l'esito positivo.Bisogna intraprenderla e percor-rerla fino in fondo, con fede e concoraggio”.E chi altro, se non proprio i gio-vani brindisini devono percorrerequella strada? I meno giovani pos-siamo anche intervenire, opinare,fornire qualche esempio, ma sonoi giovani che devono rimboccarsile maniche e sopratutto, sono i

giovani che devono assumere gliatteggiamenti corretti, superando ecancellando quei concetti tantoradicati in gran parte della nostrasocietà quanto pericolosi e dan-nosi per questa stessa nostra soci-età: “…studiare non serve granchè, …solamente chi è ben racco-mandato può andare avanti,…meglio un buon padrino che unbuon titolo di studio, …rende dipiù inseguire un matrimonio eco-nomicamente fortunato chesforzarsi per superarsi intellettual-mente e técnicamente, …è preferi-bile sperare in un posto di lavorofamiliare che esplorare opportu-nità più lontane, ...meglio giocarealla lotteria che lavorare ad ognicosto, ...”All’incira un anno fa, 8 ottobre2010, fui invitato a tenere una con-ferenza all’Università di Foggianell’ambito di un incontro accade-mico intitolato “Puglia terra di tal-enti” e l’invito che mi fu rivoltodal Rettore indicava che l’iniziati-va intendeva stimolare nelle nuovegenerazioni un’etica della meri-tocrazia, dell’impegno e delladedizione, e mi si richiedevaesporre in tale contesto un relatodelle mie personali esperienzeprofessionali, da “raccontare” aglistudenti troppo spesso demotivatinell’affrontare gli studi ed ancorpiù nell’affrontare la professione ela stessa vita; demotivati dal pocostimolante ambiente sociale in cuitoccava loro, studenti pugliesi,costruirsi un futuro. Quella miaconferenza, mi fu detto, fu moltoapprezzata e colse in buona misural’obiettivo perseguito dai promo-tori di quell’incontro. Pertantovoglio qui riproporre ai giovanibrindisini una sintesi di quel “rac-conto”, senza grandi pretese esenza voler scuotere gli animi, macon la sola speranza di segnalareun’altra via, un’altra possibilitáche, credetemi, non è poi cosìremota.

***... Voglio immaginare che molti divoi giovani siate interessati adascoltare, o magari solo curiosi diconoscere, racconti di esperienzeprofessionalmente riuscite ed inparte anche atipiche, per magaricoglierne le basi, le premesse,conoscerne le tappe, le difficoltà,... le possibilità. Si, proprio quelle

Fondamentale l’etica della meritocrazia

Il docente brindisino,ingegnere minerarioin Venezuela, iniziauna corrispondenzadal mondo

CRONACA DI BRINDISI

Via da brindisi Corrispondenze

dal mondo diGIANFRANCO PERRI

«Cari ragazzibisogna lottareper emergere»

Page 139: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

possibilità di percorsi profession-ali di successo, son convinto cisiano ancora per tutti, così come cisono altrettanto certamente pertutti, le difficoltà da superare, sem-pre numerose e di varia natura.Però, le difficoltà sempre potrannoessere superate da chi abbiachiaramente presente l’impre-scindibilitá di quell’etica dellameritocrazia, dell’impegno e delladedizione molto opportunamente edirei molto felicemente segnalatada questo incontro. Quell’etica chegiustamente vuole e deve esserestimolata dalle scuole e da chi,come noi docenti, abbiamo ildovere di insegnare e di trasmet-tere, possibilmente anche con l’e-sempio, non solo le conoscenze edil sapere, ma anche proprio l’im-portanza di quell’etica della meri-tocrazia, dell’impegno e delladedizione.

***Bene, nato e vissuto al centro diBrindisi fino alla maturità, andai astudiare ingegneria al Politecnicodi Torino negli anni dell’immedia-to doposessantotto, vivendone difatto, di quel Sessantotto, tuttal’atmosfera e buona parte deglientusiasmi, degli eccessi, dellefrustrazioni e delle contraddizioni,in un’Italia socialmente e politica-mente molto complicata. I mieiprimi mesi a Torino furono quellidell’Autunno caldo del 1969 e poigli ultimi anni furono quelli del-l’atmosfera cupa, ormai giá insedi-atasi, degli anni di piombo. Peròper fortuna avevo dalla mia parte,il vigore, l’entusiasmo e l’ottimis-mo dei vent’anni e, per altrettantafortuna, avevo chiare alcune metefondamentali.

***Certamente la laurea era una meta,

però non la laurea fine a se stessama con l’impegno e la dedizionenecessari ad inseguire e raggiun-gere una formazione di massimaqualità, non in maniera ossessiva,ma in maniera sufficientementedeterminata e fondata sulla con-vinzione assoluta che il meritosarebbe poi stato indubbiamentealla base del mio futuro.Questo concetto me lo aveva bentrasmesso mio padre ed anchealcuni dei miei professori, spe-cialmente il maestro delle scuoleelementari San Lorenzo, AngeloPinto, e la professoressa Palumbodelle scuole medie Virgilio.

***E poi un’altra meta perseguita finda quegli anni universitari, cheallora era probabilmente una metaun po’ inconscia e meno chiara-mente delineata ma anch’essaprepotentemente e costantementepresente, era quella di soddisfarecon insistenza e caparbietà qual-cosa che potrebbe definirsi come“desiderio e necessità quasi vitale,di conoscere nuovi e diversi oriz-zonti: di paesaggi, di persone, diculture, di mondi e di vita”.

***Nei tempi in cui non esistevano ivoli low cost, riuscii a visitarenelle cinque estati degli anni uni-versitari quasi tutti i paesidell’Europa occidentale edell’Europa dell’Est, viaggiandoin auto-stop, poi in lambretta, poiin cinquecento fin anchenell’Africa mediterranea e final-mente, in R4 raggiungendo ancheil circolo artico. Tutto con i solirisparmi ricavati dalle mensilitàche mio padre generosamente maparsimoniosamente mi assegnavaper le spese di studente a Torino.Nei tempi in cui non esistevainternet, con non poche difficoltàriuscii, andando personalmente aRoma più di una volta, a rac-cogliere informazioni sul serviziocivile alternativo a quello militareallora ancora obbligatorio. Unservizio civile appena in embri-one, di fatto abbastanza poco pub-blicizzato e anzi quasi nascosto edostacolato dalle istituzioni uffi-ciali. Partii per il servizio civile inEcuador-Sudamerica per un perio-do di due anni, in alternativa alservizio militare di quattordicimesi che avrei potuto fare comeufficiale di complemento nell’e-sercito. Ebbene tutto questo, amicigiovani che mi state ascoltando, velo assicuro, mi riuscì certamente esolo, grazie a tanto impegno ed atanta dedizione.

***Subito dopo la laurea, alPolitecnico di Torino ero statoAssistente per poco più di sei mesifino alla partenza per l’Ecuador, enel servizio civile ebbi l’incaricodi professore universitario allaEscuela Superior Politecnica delLitoral de Guayaquil.Naturalmente interessantissima ericchissima fu l’esperienza di vitain un paese culturalmente e ambi-entalmente assolutamente diversodal nostro di allora, e interessantis-sima fu anche l’esperienza profes-sionale docente.

***Andando in un paese del terzomondo in via sviluppo, l’ideaquasi naturale era quella di andar-ci da “professore italiano” e quin-di da “portatore e trasmettitore digrandi ed avanzate conoscenze”. Ilché ci poteva anche stare inqualche modo, però la grande sor-presa fu di scoprire che il corpodocente autoctono era costituitoessenzialmente da professori che,anche se molto spesso giovani,erano accademicamente moltopreparati e sopratutto, formal-mente anche più preparati di noi“dottori” ingegneri italiani. Lamaggior parte dei professoriecuadoriani si era laureata nellalocale università, ma aveva poifatto per lo meno un post-laurea,di Master e in numerosi casi di

PhD in ottime università degliStati Uniti, grazie a conquistateborse di studio offerte loro dallapropria università o da istituzionigovernative o multilaterali, o sem-plicemente e direttamente dallestesse università americane, sullasola base, ovviamente, del merito.E sto parlando del 1975, quando inItalia forse non superavano ladozzina i professori delPolitecnico di Torino con tali for-mali esperienze di studio.

***Ed ecco quindi in tale scenario unpò imprevisto, l’imperiosa neces-sitá di dover fare appello a quellafiducia e a quella sicurezza chesulla mia preparazione mi pote-vano derivare solamente dallaconsapevolezza di aver fatto finoin fondo il mio dovere di studentee di essermi indubbiamente meri-tato quella “laurea con lode” alPolitecnico di Torino, conferitamiin fondo da professori con i capel-li bianchi, alcuni dei quali con unenorme bagaglio di vita indubbia-mente accumulato in molti casianche sull´etica professionale edocente. E non di meno, facendoinconsciamente tesoro di quellebrevi e puntuali però intense espe-rienze vissute nei miei sistematiciviaggi estivi, tra città e paesidiversi dal mio, tra ragazzi e popo-lazioni con costumi abitudini epriorità diverse dalle nostre, consistemi sociali e politici moltevolte distintissimi. In pocheparole, esperienze che mi avevanoinsegnato in qualche misura aconoscere e di conseguenza arispettare le diversità e ariconoscere le negative e sopratut-to, le positive relatività propriedelle persone e dei popoli, deipaesi e dei sistemi.

***Dopo il servizio civile, finalmenteintensamente vissuto con impegnoe con dedizione e in conseguenzacon indubbio bilancio positivo perme e per il paese che mi avevaamichevolmente ospitato, sareidovuto rientrare in Italia perriprendere al Politecnico di Torinoil mio posto universitario, ancheperché nel frattempo avevo vintoil concorso di ricercatore, fin daallora già unica e purtroppo pre-caria via per intraprendere in Italiala carriera universitaria.

***Però non furono le circostanze,

oggettivamente poco stimolantiche caratterizzavano l’Italia allafine degli anni settanta, che m’in-dussero a rinunciare al rientro.Quell’etica della meritocrazia,dell’impegno e della dedizioneprobabilmente già sufficiente-mente radicata in me, mi avrebbeinvece certamente indotto a pros-eguire quella strada della docenzauniversitaria e della ricerca, giàintrapresa subito dopo la laurea.Responsabili della scelta furonoinvece, e molto più semplice-mente, circostanze non razional-mente perseguite: circostanze...sentimentali. Avevo, infatti, nelfrattempo sposato mia moglie,ingegnere e studentessa venezue-lana, conosciuta al Politecnicosubito dopo la laurea mentre,ricorderete, facevo l’Assistente.Alla data del previsto rientro alPolitecnico mancava poco allanascita del nostro primo figlio ecosì, decidemmo di farlo nascere ecrescere a Caracas in Venezuela,nel paese della mamma.

***Quindi per me e per la mia vita,anche professionale, un nuovoinizio, di nuovo in un paese diver-so, di nuovo tra diverse abitudinicostumi e regole, quindi unanuova sfida da affrontare ancorauna volta con la serenità e con lafiducia, ormai anche un pò inqualche modo giá sperimentata,che nuovamente si sosteneva sal-damente su quella stessa eticadella meritocrazia, dell’impegno edella dedizione già più volterichiamata.

***Vinsi il concorso di professoreall’Universidad Central deVenezuela, divenendo poi anchedirettore del Dipartimento diIngegneria Mineraria, mantenendocostantemente attivi rapporti per-sonali con il Politecnico di Torinoe promuovendo quindi l’instaurar-si di fruttiferi rapporti istituzionalitra le due università (é ormai dadiversi anni in vigore un accordodi doppia laurea tra il Politecnicodi Torino e la facoltà di Ingegneriadella UCV). E con uguale impeg-no e dedizione partecipai attiva-mente e in prima fila allo sviluppodi un prolungato e molto fruttiferoprogramma di ricerca e di scambididattici tra le facoltà diIngegneria dell´Università LaSapienza di Roma e dell’UCV. Tra

il 1989 ed il 1999 le due facoltàco-organizzarono ben quattroCongressi Internazionali suEnergia Ambiente ed InnovazioneTecnologica, due a Caracas e due aRoma, con la presentazione e pub-blicazione in ognuno di essi diqualche centinaio di lavori e con lapartecipazione di decine di docen-ti di ognuna delle due facoltà.

***Ed anche in Venezuela, ancor piùche in Ecuador, e come del resto inquasi tutti gli altri paesi “in via disviluppo” del Sudamerica, che viavia durante tutti questi anni ho inpiù occasioni visitato e imparato aconoscere, era comune incontraredocenti universitari assolutamentequalificati e titolari di diplomi dot-torali e post-dottorali ottenuti inprestigiose università nordameri-cane ed europee. Non solo, maanche nell’ambito dell´esercizioprofessionale era abbastanzacomune in tutti questi paesi, findagli anni settanta e ottanta, incon-trare professionisti ugualmentequalificati e altamente specializza-tisi nelle migliori università delmondo. Ed anche in tali cir-costanze e in tale ambito profes-sionale é stato certamente, ne sonosicuro, il forte senso dell’eticadella meritocrazia, dell’impegno edella dedizione che ancora unavolta mi ha finalmente permessodi scalare con successo scaliniabbastanza elevati dell´esercizioprofessionale.

***Dopo alcune prime consulenzespecialistiche nel campo delle dis-cipline geotecniche inerenti allamia professione, ho fondato unasocietà d’ingegneria, LaGeomecanica, specializzata inprogettazione di opere sotterranee,con la quale ho progettato e con-tinuo a progettare importantiopere, in Venezuela ed anche inmolti altri paesi del Sudamerica:Le gallerie e le stazioni sotterraneedella Linea 3 della Metropolitanadi Caracas e quelle della Linea 1della Metropolitana di Valencia.Tutte le gallerie, per quasi uncentinaio di kilometri totali partedei quali ancora in costruzione,delle ferrovie venezuelane. Moltegallerie idrauliche e idroelettriche,in Argentina, Cile, Costa Rica,Panamá e Venezuela.

***All’inizio degli anni Novanta sonostato eletto Presidente dellaSocietà Geotecnica Venezuelana esono attualmente il Segretariodella Società Venezuelana diOpere Sotterranee, ed in veste didocente universitario e di proget-tista, ho scritto e pubblicatodurante tutti questi anni un centi-naio di lavori tecnici. Molti diquesti lavori li ho anche presentatiin numerosi convegni internazion-ali ai quali ho partecipato e ai qualicontinuo a partecipare con lo stes-so entusiasmo impegno e dedi-cazione degli anni giovanili, arric-chendomi ogni volta di nuoveconoscenze, non solo tecniche, masopratutto di persone di paesi e diculture, ed estraendone ogni voltanuove sensazioni e sempre nuoveesperienze, con la realista umiltàderivatami dalla consapevolezzadell´enormità dell’umano sapere edell’assoluta relatività delle nega-tività e positività dei diversi costu-mi sistemi sociali abitudini e pri-orità, a volte molto e stranamentediverse, ma sempre da rispettare ...

***Ragazzi, giovani amici brindisini,sono queste le stesse cose e sen-sazioni che racconto e cerco ditrasmettere ai miei tre figli, anchese ormai già grandi e indipendenti,tutti e tre assieme certamente il piùgrande ed indubbio “successo”della mia vita: Non è stato maifacile, ma neanche mai impossi-bile e però, ve lo posso assicurare,tutto sarebbe risultato abbastanzairrangiungible senza tanto “impeg-no, merito e dedizione”.

MARTEDI’30 AGOSTO 2011 13CRONACA DI BRINDISI

Gianfranco Perri

Page 140: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

20 MERCOLEDI’14 SETTEMBRE 2011

Via da Brindisi. Una strada chenella toponomastica non esiste eche però è la più popolata dabrindisini. Via da Brindisi rac-coglie tutti quelli che, per scelta oper necessità, hanno lasciatoBrindisi e vivono in altre cittàdell’Italia o del mondo. Daqualche giorno Senzacolonne dif-fonde via internet, gratuitamente,la versione digitale integrale delgiorno precedente. E’ un modo inpiù per ricomporre questa fantas-tica comunità che pulsa di brin-disinità e che ha diritto di essereinformata di ciò che avviene nellasua terra. Riteniamo fondamen-tale il contributo di questi brin-disini perché spesso da lontano siha la possibilità di esaminare conmaggiore obiettività ciò cheavviene in questa città. Tra i brin-disini che vivono lontano, moltolontano, c’è Gianfranco Perri:ingegnere, docente universitario,progettista e consulente di gal-lerie e opere sotterranee,Segretario della SocietàVenezuelana di OpereSotterranee. Ma soprattuttoinnamorato della sua Brindisi chesegue constantemente viaInternet. Per il suo lavoro è ingiro per il mondo ed è da lì, dalmondo, che gli abbiamo chiestodi inviarci riflessioni e impres-sioni su Brindisi e i brindisini.

da BOGOTA’(COLOMBIA)

Può un Sindaco fare la differenza?Caro Direttore Gianmarco,La mia risposta é “si” o, quantomeno: ci sono vari esempi nelmondo che ci dimostrano che larisposta corretta é, “si é possi-bile”. E visto che a Brindisi ciaccingiamo a scegliere un nuovoprimo cittadino - dopo l’evento,piú unico che raro in Italia, delle

volontarie dimissioni da una cari-ca pubblica dell’amico MimmoMennitti - credo sia propizia l’oc-casione per invitare tutti a farequalche riflessione in merito,magari partendo da un mio sin-tetico relato di quanto é accadutoin tempi recenti in una cittá d’al-tre latitudini e con problematicheforse ben piú complesse e certoben piú grosse delle nostre brindi-sine, se non per altro per le suedimensioni fisiche definitiva-mente ben piú grandi di quelledella nostra cittá. E non sto per raccontarvi dei dueemblematici e credo benconosciuti sindaci “italiani” dellagrande New York, Fiorello LaGuardia 99° sindaco dellametropoli americana dal 1934 al1945 e Rudolph Giuliani sindacoN°107 dal 1994 al 2002, che purcostituirebbero esempi molto rap-presentativi di “sindaci che hannofatto la differenza”, ma vi voglioraccontare da questo mio brevesoggiorno colombiano, diAntanas Mockus, due volte sinda-co di Bogotá tra il 1995 ed il2003, e dell´incredibile metamor-fosi di una cittá passata dal-l’essere definita sul quotidianofrancese Le Monde come “Lapeur” -la paura- e come “la jun-gle” -la giungla di un mondo divittime dell’alcool della droga edell’incessante sfruttamentopolitico al servizio di una elitecorrotta- (Sauloy 1984),all’essere definita sul quotidianostatunitense The Washington Postcome una “gradevole anomalía”in un continente le cui cittá capi-tali costituiscono con frequenzascarni scenari reali da film del-l’orrore (Wilson, 2002).

***

Faccio peró una parentesi e tornoindietro: pensate che l’amminis-trazione di Fiorello La Guardiapraticamente coincise con “lagrande depressione” e fu propriolui uno dei grandi propulsori del“new deal”, e fu con il suodinamismo che restauró la vitalitáeconomica di New York dandooccupazione a migliaia di cittadi-ni con i suoi programmi massividi opere pubbliche realizzate conla sua costante campagna alla

ricerca di fondi federali: uno deidue principali aereoporti di NewYork da lui voluto é a lui intitola-to, l’altro é intitolato aJ.F.Kennedy. Vale anche la penaricordare che Fiorello LaGuardia, nato nel 1882 nel popo-larissimo Bronx, esercitó comeprimo impiego quello di tradut-tore inglese-italiano-inglese peril servizio di immigrazione amer-icano nella famosa Isola Ellis,punto di arrivo di migliaia emigliaia di emigranti italiani.Peró allo stesso tempo studiava epresto si laureó in diritto.

Il sindaco Rudolph Giulianiinvece, molto piú recentemente,volle centrare la sua azioneamministrativa su quelli cheerano tre aspetti assolutamentecritici della cittá all’epoca dellasua elezione: crimine organizza-to, sviluppo economico ed edu-cazione. Alla fine del mandato diGiuliani, i crimini si erano ridottidel 65% e gli assassinii del 70%,New York che era ben conosciutanel mondo intero per la peri-colositá delle sue strade fudichiarata dal FBI la citta piúsicura degli Stati Uniti. Giulianiintraprese una coraggiosa riformatributaria municipale ed applicóuna rigorosa disciplina fiscaletrasformando in superavitl’enorme deficit ereditato, edurante la sua amministrazione iposti di lavoro privati in cittá siincrementarono della cifra recorddi 450.000. Il turismo inter-nazionale riconquistó New York ele scuole pubbliche e quelle pri-

vate della cittá conobbero anni diradicali miglioramenti.

***

Chiudo la parentesi e torno aBogotá, una cittá che conobbi nellontano novembre del 1982 parte-cipando al 1° CongressoSudamericano di Meccanica delleRocce: un suggestivo altipiano,esteso e grigio, con il cielo quasisempre plumbeo ed un centrosporco e con miseri mercati male-odoranti, le periferie residenzialidalle vie deserte e dagli innu-merevoli “vigilantes” armatissimiad ogni villetta o piccolo palazzo,e di sera, meglio in albergo o conun taxi in qualche locale pubblicoben raccomandato e ben custodi-to.Poi a Bogotá ci son tornato in piúoccasioni, sempre per lavoro esenza troppo entusiasmo, maverso la fine degli anni ‘90 qual-cosa stava cominciando a cam-biare, e poi nei primi anni delnuovo millennio mi capitóaddirittura di esser colto dall’im-pressione che si trattasse di un’al-tra cittá, c’era stata di fatto unasorprendente metamorfosi. Oggisono alla mia seconda visita diquest’anno a Bogotá e da qualcheanno ogni scusa é buona per unanuova visita, ormai é un piacererestare qualche giorno in questacittá, godendo del suo clima fres-co e, per esempio, visitando i suoimusei, da quello dell’oro a quellodel grande artista bogotanoFernando Botero, entrambi imusei sono sempre stati in pieno

centro, ma la cupa atmosfera chelí era a lungo regnata sovrana, miaveva anche impedito di valoriz-zarne le enormi e meravigliosericchezze.

***

Ma cosa era accaduto di cosítrascendente nella capitalecolombiana da indurre quellasvolta radicale nella percezionedei suoi visitanti ed anche esoprattutto dei suoi stessi cittadi-ni? E che cosa aveva dato originea quei cambiamenti tanto radicalida fare vincere a Bogotá presti-giosi premi e riconoscimentiinternazionali e da indurre com-menti positivamente meravigliatidi tanti visitanti: semplici turisti,o giornalisti e politici stranieri, oconsulenti e funzionari delleagenzie umanitarie multilaterali,o sindaci amministratori e tecnicidi città di ogni continente e diogni latitudine?

***

Era successo che in una cittá cheviveva ai limiti del caos, comeaccade oggigiorno per molte cittáin tutto il mondo, c’era una voltaun filosofo matematico, genio permolti e mezzo pazzoide per altri,che era stato rettoredell’Universitá Nazionale dellaColombia e che decise di volerfare il sindaco e che riuscí a farsieleggere. E da sindaco AntanasMockus si ripropose l’impossi-bile: raggiungere il consenso cit-tadino attraverso la comuni-cazione ed ispirare una conviven-za piú umana tra i cittadini attra-verso l’esercizio pedagogico, iltutto proponendo ai cittadini unaampia libertá temperata da unadiscreta dose di sana autoritá. Siripropose inoltre, e con azioneparallela, di favorire e dove ne-essario creare equitá e qualitá peri cittadini attraverso il ridisegnodegli spazi urbani.Cosí Mockus cominció dalla ried-cazione della gente, in manieratale che il cambiamento della cittási potesse in qualche modo pro-durre quasi spontaneamente: ...la

Il docente brindisino,ingegnere minerarioin Venezuela, ci inviauna corrispondenzadal mondo

CRONACA DI BRINDISI

Via da brindisi Corrispondenze

dal mondo diGIANFRANCO PERRI

Un sindaco puòfare davverola differenza

Il sindaco di Bogotà AntanasMockus travestito da Supercivic

L’esempio di Bogotà: da lì ci scrive oggi Perri

Page 141: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

gente butta la spazzatura per stra-da perché generalmente quel-l’azione é di fatto accettata comeun qualcosa di “normale” o diquasi “intrinseco”; allo stessomodo i cittadini subiscono mani-festazioni quotidiane e piú omeno esplicite di violenza, nelleloro piú variegate sfaccettaturesemplicemente perché la societánon le condanna; e cosí via...Partendo da questo genere di rif-lessioni, Mockus indice tutta unaserie di campagne di auto-regola-mentazione del cittadino tendentia compatibilizzare la morale concon la cultura e la legge, e a stig-matizzare ogni tipo di violenza,inducendo ed impulsando gli stes-si cittadini a determinare ed inqualche modo applicare lasanzione sociale sui loro stessicomportamenti.

***

Con tali obiettivi in menteMockus intraprese iniziativedefinibili, a dir poco, “non orto-dosse”. Un esempio tra i tanti? I“mimi” del traffico, che nonos-tante la ridicolarizzazione che nefecero molti mezzi di comuni-cazione massiva, determinaronorisultati concreti positivi assoluta-mente inimmaginabili. Lui stessosi travestí da “Super Civico”facendo cose che apparivanocome semplici stravaganze, dis-tribuendo tra i cittadini cartoncinicon il disegno di una mano con ilpollice verso l’alto in segnale diapprovazione o applauso ed altricon il pollice verso il basso insegnale di riprovazione o condan-na e con i quali i cittadini segnala-vano, giudicavano e finalmente

regolavano pacificamente ilcomportamento dei loro simili.Per migliorare la convivenza trapedoni e conduttori, durante tremesi sguinzaglió per le strade diBogotá centinaia di “mimi” iquali nelle intersezioni stradalipiú congestionate segnalavanocon gesti educati, ed anzi ama-bili, la necessitá che un automo-bilista facesse retrocedere la pro-pria vettura ad un semaforo rossoper lasciare sgombre le striscepedonali. Peró oltre al gesto delmimo, nel caso in cui il condut-tore rifiutava l’invito, un vigile lomultava supportato dall’applausodei pedoni e degli altri conduttoripresenti. La repressione era l’ul-tima azione di una sequenza ped-agogicamente preordinata men-tre, grazie all’appoggio socialedella sanzione, si rafforzava l’ef-fetto pedagogico. La campagnanaturalmente perseguiva anchel’obiettivo di indurre i pedoni adattraversare la strada solamentesulle strisce pedonali ed abbor-dare taxi e mezzi pubblici in gen-erale, unicamente nei luogiappositamente preposti. Un annodopo l’inizio della campagna, lestrisce pedonali erano rispettatedal 72% dei pedoni e dal 76% deiconduttori, mentre prima, prati-camente non esiteva il concetto.

Finalmente un interes-sante complemento:un’importante per-centuale dei mimiaddestrati per quellacampagna provenivadalle fila dei moltissi-mi vigili denunciati edespulsi per le loropratiche corrotte e aiquali era stata offertauna seconda opportu-nitá.

***

Un altro esempio unpó più breve da rac-contare? Durante lefeste natalizie del1994 a Bogotámorirono 5 bambinied altri 127 ripor-tarono bruciature dafuochi d’artificio. Per

le feste dell’anno seguenteMockus annunció che avrebbeproibito i fuochi d’artificio alprimo grave incidente, che pun-tualmente non tardó a verificarsi.Per quei pochi genitori che inseguito a quell’evento permiseroancora ai propri figli di giocarecon i fuochi proibiti, la sanzioneprevista, puntualmente applicatae puntualmente applaudita, con-sistette nell’obbligo di eseguirepubblicamente lavori civici: quel-l’anno non morí nessun bambinoed i feriti da fuochi arificiali siridussero a 46. Ho scelto due soliesempi, anche se tanti altri neavrei ancora da raccontare, comequelli orientati al controllo delflagello del consumo dell’alcool,della droga e delle armi, problem-atiche tutte molto gravi e sempreaffrontate da Mockus con unintelligente quanto diffcile equi-librio tra l’educazione la persua-sione e la sanzione. Sperocomunque di aver in qualchemisura reso l’idea del caratteredel personaggio e della filosofiadella sua azione di governo esoprattutto, di aver trasmessoquanto meno la sensazione chemolto si puó fare, molto di piú diquanto si possa immaginare.

***

Ma una vera azione di buon gov-erno municipale non puó certolimitarsi a solamente educaremotivare e sanzionare i cittadini,bisogna assolutamente che tuttoquello sia attivamente comple-mentato ed anzi incentivato esostenuto da un parallelo miglio-ramento fisico e palpabile della

qualitá, anche materiale, dellavita di tutti i cittadini, a partire daquelli piú appiedati. Anche cióera assolutamente chiaro perMockus: bisognava anche rifor-mulare la cittá stessa ed il primoostacolo da abbattere, in quantoimponente muraglia contro il rag-giungimento della felicitá di uncittadino appiedato, era la ecces-siva inequitá tra certi spazi pub-blici e certi spazi privati o diaccesso privato, e tra certi stessispazi comunitari. Ci voglionoperó le risorse economiche ebisogna saperle cercare e saperleamministrare bene, ci vuole intel-ligenza e imprenditorialitá, retti-tudine ed onestá. Tutte qualitárare e difficili da accomunare?Apparentemente no, se solo sitratta della persona giusta, dellapersona che puó appunto fare ladifferenza. No so se ce ne sianomolte in giro di tali persone, madi buoni esempi c’é relativaabbondanza, forse bisogna solosaperle scovare ed appoggiare.

***

Ebbene, Mockus promosse l’e-liminazione delle baraccopoliincrostate in pieno centro diBogotá, sacche di degradopovertá e di conseguente violenzaurbana, fece prosperare l’espro-priazione di terreni pochissimo

utilizzati di un grande countryclub per resituire piú di 100 ettaridi verde al pubblico uso. Procurófinanziamenti per la costruzionedi varie biblioteche ed altre strut-ture pubbliche, e di un nuovoimportantissimo sistema ditrasporto massivo, “IlTransmilenio”. Gli abitanti diBogotá, quasi tutti in generale,cominciarono a riacquistare unadignitá da troppo tempo perduta,grazie ad una cittá senza tantirumori, senza tanto inquinamen-to, con tanti spazi pubblici vera-mente gradevoli, cosí comepiacevolmente vivibili e sicuri, untrasporto pubblico sufficiente-mente efficiente e quindi uninevitabile naturale susseguirsi di

iniziative imprenditoriali e dicostruzioni private di commerci,servizi e distrazioni: i cittadini diBogotá si stavano finalmente re-impossessando della loro cittá.

***

Qualche piccola riflessione l’hoanche fatta strada facendo, anzistrada scrivendo, ma voglio com-plementarla con alcune riflessionidello stesso Mockus. “...Una per-sona non nasce cittadino ma lodiventa, cosí come non si nasceparlando ma si impara a parlare.Se ad una persona nessuno gliparlasse, per esempio se alcunigenitori molto pragmaticidovessero dire ‘beh non par-liamogli a sto bamboccio tantonon capisce e non risponde’ nonimparerebbe mai a parlare.Quindi, parte della formazionecivica consiste in trattarsi gli uniagli altri come cittadini, il chesignifica credere nell’auto-rego-lamentazione, offrire a tuttiopportunitá di dimostrare che si écivilmete adulti, aver fiducia neisegnali sottili della comuni-cazione interpersonale per cosícorreggerci mutuamente...”. E poiaggiunge, e credo sia un aspettofondamentale: “…Non immag-inerei mai di poter svolgerequesto ruolo senza costantementecondividere le idee e le azioni daformulare con gli altri ‘saperi’,con i filsofi, i sociologi, gliantropologi ed ovviamente, congli economisti e gli ingegneri...”.Ma cosa vuol dire Mockus?Semplicemente che da buonamministratore cittadino bisognaformularsi gli obiettivi e quindiperseguirli, mettendo i saperi,ovvero le migliori competenzeprofessionali, al servizio degliobiettivi preposti.

***

Naturalmente sulla gestione diMockus come sindaco di Bogotási potrebbe disquisire molto piú alungo e molto piú sottilmente edanaliticamente, ed in tanti lohanno infatti giá fatto con indub-bia autoritá, ma non era certoquesto l’obiettivo che mi ero pro-posto. Invece, come é piú con-sono alla mia indole e come é miaconsuetudine, tra l’aneddotico ilsentito dire ed il vissuto da spetta-tore casuale ma critico, ho solocercato di raccontarvi di questaBogotá che mi sta nuovamenteospitando in occasone di unCongresso commemorativo delquarantennale della SocietáColombiana di Geotecnica, e diquesto suo sindaco che “certa-mente” ha fatto la differenza.Chissá, tra speranza ed auspicio,che un giono non troppo lontanoanche Brindisi non celi un cittadi-no che possa finalmente e vera-mente “fare la differenza” e chemagari lo si riesca anche a sco-vare ed eleggere a sindaco dellacittá!

MERCOLEDI’14 SETTEMBRE 2011 21CRONACA DI BRINDISI

Gianfranco Perri durante una conferenza aBogotà nel 1982

ABrindisi, tra il 1956 ed il 1960, in 5 anni si demolirono la Torredell´orologio, il Teatro Verdi ed il Rione Sciabiche e si cosumólo sradicamento del Parco della Rimembranza. In scellera-

to e quasi macabro compenso, il giorno 8 marzo 1959 Antonio Segni,capo del governo della republica, pose la prima pietra per la costru-zione della Montecatini.Francesco Lazzaro morí sul finire del 1955 essendo ancora sindacoin carica, Antonio Di Giulio fu sindaco interino per pochi mesi e glisuccedette Manglio Poto. Dal 04.04.1959 al 02.12.1960, Brindisi furetta dal commissario sottoprefetto Pasquale Prestipino. Da un commento su “Brindisini la mia gente” a proposito dellaTorre dell’orologio:...Forse poco a poco ci stiamo avvicinando alla veriltá, ma ancoranon ci siamo giunti completamente: Il Sindaco Francesco Lazzaromorí verso fine 1955 mentre era in carica. La delibera di demolizio-ne della torre é del 13 febbraio 1956. Antonio Di Giulio fu nomina-to sindaco il 3 marzo 1956 restando in carica solo pochi mesi, essen-do succeduto da Manglio Poto nello stesso anno 1956. Manca peróproprio conoscere chi era il sindaco, o supplente, o commissario, trala morte di Lazzaro e la nomina ufficiale di Di Giulio, e proprio inquesto breve periodo ci fu la delibera di demolizione della Torredell´orologio!Da una citazione di Alberto Del Sordo a proposito del Parco dellaRimembranza: ...Quel parco, polmone di verde, per l'intera città era stato inaugu-rato il 9 marzo 1927. Ricco di alberi di pino, sui tronchi campeggia-va un contrassegno con una targhetta recante il nome di un cadutodella prima guerra mondiale. Al centro del parco una statua in ferrodell’ eroe Giambattista Perasso. La distruzione del parco, stabilita edeliberata nel 1956, fu messa in opera con leggerezza impressionan-te e con supponente insipienza...Da un intervento del Sindaco Domenico Mennitti durante ilConsiglio Comunale tenutosi sul Teatro Verdi il 20 Novembre 2006: ... Dopo fasi di alterna fortuna, come punto di arrivo di un lentodeclino, un commissario prefettizio a nome Prestipino, insediato il 4aprile 1959 a causa della crisi che aveva investito l’amministrazio-ne retta dal Sindaco Manlio Poto, il 30 settembre del 1959 decretòl’abbattimento del teatro ‘per salvaguardare la incolumità pubbli-ca’. La demolizione fu eseguita fra una certa indifferenza generaleda febbraio a maggio dell’anno successivo...

Gianfranco Perri

Quell’indifferenzanon va dimenticata

Mariana Perri al Museo Botero di Bogotà

Page 142: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

Via da Brindisi. Una strada chenella toponomastica non esiste eche però è la più popolata dabrindisini. Via da Brindisi rac-coglie tutti quelli che, per sceltao per necessità, hanno lasciatoBrindisi e vivono in altre cittàdell’Italia o del mondo. Daqualche giorno Senzacolonne dif-fonde via internet, gratuitamente,la versione digitale integrale delgiorno precedente. E’ un modo inpiù per ricomporre questa fan-tastica comunità che pulsa dibrindisinità e che ha diritto diessere informata di ciò cheavviene nella sua terra.Riteniamo fondamentale il con-tributo di questi brindisini perchéspesso da lontano si ha la possi-bilità di esaminare con maggioreobiettività ciò che avviene inquesta città. Tra i brindisini chevivono lontano, molto lontano,c’è Gianfranco Perri: ingegnere,docente universitario, progettistae consulente di gallerie e operesotterranee, Segretario dellaSocietà Venezuelana di OpereSotterranee. Ma soprattuttoinnamorato della sua Brindisiche segue constantemente viaInternet. Per il suo lavoro è ingiro per il mondo ed è da lì, dalmondo, che gli abbiamo chiestodi inviarci riflessioni e impres-sioni su Brindisi e i brindisini.

daSAN THOMAS

( ISOLE VERGINI)

Caro Direttore Gianmarco,Sul gruppo fb “MusicistiBrindisini Anni 50-60-70” convari amici abbiamo in questigiorni ricordato una bella serata ditanti anni fa trascorsa alla baseU.S.A.F. di San Vito deiNormanni, ritornata in questigiorni nuovamente alla ribalta deibrindisini in ben piú tristi cir-

costanze. Era fine ottobre 1966quando avevo appena compiuto15 anni proprio come oggi ne hoappena compiuti 60, a ben altrelatidudini. Credo ricorresse latradizionale festa americana diAlloween -la notte delle streghe-che si celebra ogni anno l’ultimadomenica di ottobre, una granfesta da ballo in cui loro simascherano come lo facevamonoi ai veglioni di carnevale. IMarines, il mio complesso beat,animava quella serata e ci siamoanche ricordati di un episodio delquale io fui l’involonatrio protag-onista allorché, quando arrivam-mo alla base americana nel tardopomerigio piovoso di quell’otto-bre con il furgoncino pieno deinostri strumenti musicali, ci infor-marono che la sala da ballo nonera ancora disponibile e che dove-vamo per questo aspettare unamezz’oretta prima di potermontare gli strumenti e quindi, ciinvitarono a passare ad una speciedi mensa offrendoci di ristorarci...tanto, anche se giá aperta, eraancora quasi vuota e gli avventoriamericani non sarebbero arrivatiin massa prima di per lo meno unabuona mezz’ora.Non ce lo facemmo ripetere duevolte e con l’appetito proprio deiteenagers ci rifocillammo allegre-mente stimolati anche dal self-service e dalla curiositá indottadall’assaggio di alcune pietanzeamericane, non proprio tipichedella nostra cucina di casa. Lamezz’oretta trascorse veloce-mente e giá i primi frecuentatoriamericani della mensa erano com-inciati ad arrivare in buonnumero: miltari, ma anche civili,uomini donne ed anche bambinied adolescenti, insomma tutta unagamma completa di americanirumorosi e vociferanti che siaccomodavano in ordine sparso aivari tavoli, anche quelli piúprossimi al nostro.Raccogliemmo i nostri avanzi dadepositare nelle pattumiere appo-site, i nostri impermeabili, giac-che e quant’altro ed andammofrettolosamente via. La sala daballo era giá disponibile e ci atten-deva l’importante e delicato com-pito del montaggio degli strumen-ti e della loro messa a punto per la

serata.La serata stava trascorrendo nelmigliore dei modi, animatissimada un pubblico molto allegro esoddisfatto delle nostreprestazioni musicali, quandod’improvviso venni colto dal pan-ico: non ricordavo di aver presocon me, dalla mensa, il mioborsello. Ve li ricordate queiridicoli anche se utili borsel-li? Non era un granché comequalitá ed era anche moltopiccolo ma, ...accidenti, inquell’occasione eraabbastanza pieno disoldi, dei soldi delcomplesso del qualefungevo da tesoriere.Anche se fui tentatodi abbandonare ilmio basso in pienaesibizione per pre-cipitarmi a control-lare se per caso mistessi sbagliando emagari il borsellofosse miracolosamenteal suo posto tra le miecose, riuscii ad arrivarealla fine del pezzo echiesi di fare un breveintervallo. Saltai comeuna gazzella dallapedana ed i miei amicisupposero che stessicorrendo al bagno. Il mio panico purtrop-po aveva avuto tutta laragione di essere, ilborsello non era danessuna parte e corsidall’americano che cia v e v a

accolto al nostro arrivo al qualespiegai, immagino senza poterdissimulare in volto l’ecci-tazione, che avevo dimenticato ilborsello alla mensachiedendogli se qual-cuno glielo avesso por-tato. Lui grassottello ed

impassibile, me loricordo benissimo,e quasi sornione,mi dice di no e checomunque ormai la

mensa erachiusa e dinon pre-

occu-

parmi che alla fine della serata luimi avrebbe portato lí a prendere ilmio borsello. Ma come? Dissi trame e me. Alla fine della serata? Epoi se nessuno glielo aveva porta-to, allora voleva dire che nonl’avrei ormai ritrovato e chequindi era irrimediabilmenteperduto: un piccolo borsello conparecchi soldi, in un posto pub-

blico cosí anonimamenteaffollato, dopo piú di

tre ore, impossibile,ormai era tutto

perduto, un granbel guaio,quasi unat r a g e d i a .Tornai nella

sala da ballo,informai gli

amici, la serata pernoi non fu piú la stes-

sa di prima, ma natu-ralmente suonammofino alla fine e quindi,quasi tanto per nonlasciar perdere, tornai

dall’americano cheritrovai abbastanza son-necchiante e gli ricordaiche mi aveva promessodi accompagnarmialla mensa ed aprirmila porta. Ah! Si certo, me neero scordato, vieni...andiamo a pren-dere il borsello chehai lasciato lí e,sempre con la suaaria un pó troppo

Via da brindisi Corrispondenze

dal mondo diGIANFRANCO PERRI

Quando suonavamoalla base Usaf,viaggio nel futuroGli Stati Uniti ieri e oggi visti dai noi italiani di Brindisi

Il docente brindisino,ingegnere minerarioin Venezuela, ci inviauna corrispondenzadal mondo

MARTEDÌ 11 OTTOBRE 2011 23CRONACA DI BRINDISI

I Marines:Enzo Macchi,Luigi Sciarra,Sergio Serse,Gianfranco Perri (in alto a sinistra) e Antonio Volpe

Page 143: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

La Base U.S.A.F. di San Vito dei Normanni

MMusicisti Brindisini Anni 50-60-70

Nikola Poli Nella base U.S.A.F. iniziai a suonare nel 64, tutti i venerdì e sabato per diversi anni col gruppo I Moderni nell'Official Club (adibito poi a radio privata americana sui 108.5 mhz) grazie all'impresario, console italiano Ravaglioli. In seguito con Temy & New Crickets nell' N.C.O. Club, e ci tengo anche a ricordare l'impresario "Lorenzo" (suocero del nostro amico Marco Sciarra). Prima che chiudesse la Base suonai da solo con un loro piano tipo Far West in un club privato per Ufficiali "Hide Way". Quanto tempo ho trascorso frequentando la base, diciamo forse una trentina d'anni! A voi amici musicisti brindisini altri commenti con i ricordi che sicuramente non vi mancheranno! Marzia Libardo Sì hai ragione, sono tanti i ricordi caro Nikola. Anche io ho vissuto i tempi della base all'Official Club, piú da ospite che da partecipante. Andavo a ballare e mi divertivo tanto: un piccolo aspetto del mondo americano che a quei tempi ci appariva tutto big e wonderful! Franco Sgura Vero Nikó, tanti ricordi, ed eravamo fortunati ad avere la possibilità di suonare e naturalmente ascoltare la loro musica in primis di tutte le hit Americane non da tutti. Bellissimo! Io ci ho suonato tantissimi anni, basta immagginare che avevo nove anni quando entrai con Temy. Il gruppo si chiamava La grande crisi. Insomma tanti ricordi bellissimi e una vita vissuta con americani che andavano e altri che arivvavano e tra questi c'erano bravi musicisti con i quali abbiamo stretto amicizia e si era istaurato un rapporto bellissimo. Che dire, tanta nostalgia e tanta buona musica che non si suona più peccato! Marco Sciarra Serate bellissime, con buona musica live! Gianfranco Perri Grazie Niko' per rispolverare tanti bei ricordi. Alla Base USAF ci suonammo alcune volte anche noi I Marines intorno al 1966. L'ambiente era molto piacevole e le serate con gli americani molto divertenti. In una di quelle ricordo la presenza di un illusionista e tra i suoi vari numeri, quello in cui al volontario malcapitato dopo l'ipnosi offriva una gran bella cipolla descrivendola come una mela della California da mordere con avidità. Poi in piena fase di masticazione svegliava il malcapitato... Immaginatevi il divertimento di tutti, meno uno! Nikola Poli Spero che non sia capitato proprio a qualcuno dei Marines! Gianfranco Perri No, il malcapitato del giochetto era un americano, era un ufficiale di colore, ed era sí dei Marines, peró di quelli che vanno in guerra mentre noi solo facevamo all´amore, Hahaha! Nikola Poli Un pomeriggio presi al volo una bicicletta parcheggiata vicino al locale per andare in un altro club privato di ragazzi e mi vidi seguito subito dalla cadillac della polizia con i lampeggianti. Moh mi rrestunu pensai, ma erano amici militari che di solito stavano all'ingresso alla sbarra e mi sentii dire col megafono: Addò sta vai? Hahah, pregandomi di riportare la bicicletta al suo posto! Efisio Panzano Un altro pomeriggio del 4 di luglio, festa nazionale americana, noi suonavamo sulla Main Street della base. Il palco era un rimorchio militare americano, lunghissimo ma non molto alto da terra, mentre ai lati della strada c'erano degli stands con tiro a segno e giochi vari in cui gli ufficiali, per beneficenza, si prestavano a fare da bersaglio ai tiri dei soldati; non mancavano gli stands gastronomici messicani, proprio come nelle nostre feste patronali. Mentre ci stavamo dando dentro di brutto, il finale del nostro impianto di amplificazione incominció a fumare per il troppo lavoro e un odore di bruciato si sparse per l'aria. Per fortuna era l'ultimo pezzo prima della pausa, così decidemmo di fare un rapido salto a Brindisi e sostituirlo e ci trovammo immersi in una incredibile avventura da tipico telefilm americano. Sul lungo viale che portava all'uscita, nei pressi della banca, una macchina americana della Polizia lunga almeno 5 metri, sbarrava la strada di traverso con i lampeggianti accesi. Dietro l´auto due agenti inginocchiati, colt in pugno, intimavano l'alt a dei rapinatori incappucciati. Pino Sammarco Nikò, ti ricordi quando suonammo con quel complesso americano dove il nero Ivan suonava il sax e dove le cantanti erano tutte di colore? Nikola Poli Molto bravo Ivan al sax, suonò in America anche con Otis Redding prima dell'incidente dell'aereo e poi anche con Wilson Pickett. Ma le tre coriste nere, uèh Peppì, erano uno spettacolo solo a vederle. Il batterista nero se non aveva la cassa di birra affianco non suonava, i tre fiatisti mi sa che non bevevano proprio, le coriste bevevano invece al posto loro, gli unici due bianchi cadaverici eravamo io e te Peppì. Non mi ricordo il nome di quella bevanda che gustavamo...! Pino Sammarco Cubalibra Nikó! Nikola Poli Già cubalibra! Squisita bevanda, era la prima volta che assaggiavo un cocktail così ottimo! Per ste cose gli americani erano artisti! Ricordo ancora il sapore di quella coca cola bevuta fresca nei pomeriggi d'estate, un sapore che non ha per niente a che vedere con quella italiana, tutto un altro pianeta, e quei cubetti vuoti da dentro di ghiaccio dentro quei bicchieroni, ricordo che quando dovevamo suonare la sera andavamo a "montare gli strumenti" fin dal pomeriggio presto,hahaha! Gianfranco Perri “Cubalibre”, che poi vuol dire Cuba Libera, miscela di rum con coca cola e ghiaccio, con eventualmente una scorsa di limone. Quando nel 1898 gli Stati Uniti s´impossessarono dell´isola (liberandola a loro detta) cacciando dopo una guerra gli spagnoli che l´avevavano colonizzata, i soldati americani provarono a mescolare il locale e comunissimio rum con la americanissima coca cola e tanto ghiaccio: un gusto squisito! Nikola Poli Ahahahah, infatti Gianfrà, quando c'erano i soldati che ne bevevano tanto a volte la serata finiva a botte e volavano anche i tavolini. Ma era tutto nei limiti ed era tollerato, si dovevano sfogare in un modo o nell'altro, forse alcuni ritornavano addirittura dal Vietnam!

Page 144: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

placida, si avvió mentre io loseguivo con la mia incavolaturaanche un pó accentuata da quellasensazione di assoluto mene-freghismo e comunque di man-canza di solidarietá che ero sicurodi star leggendo nell’atteggiamen-to dell’americano.Entrammo, accese la luce, il miosguardo si posó su quello che erastato il nostro tavolo, e ... natural-mente il borsello non c’era. Mistavo accingendo al dietro frontquando l’americano mi guarda edice: Dove lo hai lasciato? ...No,non c’é, abbiamo cenato su queltavolo lí, ma non c’é. L’americanosi dirige deciso verso il tavolo, siguarda intorno, guarda per terra,smuove le sedie piú prossime, poicon l’indice segnala una sediapoco distante da lui e dice: Équello, no? Corro verso la sediasegnalata ed il mio borsello era lí,intatto. Lo presi di impeto e dipin-gendo un gran sorriso sul miovolto dissi: Si, si, grazie. Tornai dicorsa dagli amici che avevanofinito di smontare gli strumenti ecomunicai loro la buona nuova: fufesta grande per tutti, un avveni-mento eccezionale, un favolosocolpo di fortuna, praticamenteuna vincita alla lotteria!

* * *

Ebbene, solamente dopo tantissi-mi anni avrei capito che non si eratrattato in assoluto di un avveni-mento eccezionale né di unfavoloso colpo di fortuna, ed avreianche capito che l’atteggiamentodi quell’americano non era statodi menefreghismo, ma la sua erastata la naturale reazione di chi ésemplicemente convinto che nonstia accadendo nulla di particolar-mente grave o sgradevole: per luinon c’era stato nulla di anormale,...se uno dimentica un oggettoproprio in un luogo pubblicodelimitato, deve semplicementetornare a riprenderselo, indipen-dentemente dal valore della cosaed indipendentemente dalla quan-titá di persone presenti o transi-tanti sulla scena della dimentican-za!Tutto quello lo compresi quandocominciai a frequentare con unacerta regolaritá gli Stati Uniti apartire dal dicembre del 1981,prima saltuariamente da sempliceturista visitando con la famiglia laFlorida, New York, le cascate delNiagara, le piste da sci dello stato

di Vermont, New Orleans, LasVegas, Cicago, Boston, l’Alaska,lo stato di Maine, e poi via viasempre con maggior frequenzafino a che durante gli ultimi diecianni ho molto spesso visitato SanFrancisco dove mio figlio JuanFrancisco ha studiato ed ora vilavora avendo messo su casa conuna bellissima bambina, ed hoanche preso una abitazione stabilea Miami dove vive mia figliaAndreina con le sue due bellis-sime bambine: di fatto trascorroormai vari mesi all’anno in quellaparte di mondo.Perché quindi parlare “bene”degli americani e perché parlarne

“in controcorrente e senzapolemiche”? Ma perché son certodi poter cosí rendere un buonservizio informativo, magari forsealla fine anche da qualcunoapprezzato, ai miei tanti amiciitaliani dai quali ho in piú occa-sioni dovuto ascoltare, quasi sem-pre in buona fede, apprezzamentidiciamo “poco lusinghieri” neiconfronti degli americani, in unasorta di sport alla moda ed inmezzo ad una totale confusione esovrapposizione di concetti, trapopoli e governi, tra politica ecivismo, tra cultura ed edu-cazione. Apprezzamenti quelliperó sempre, o quasi immancabil-mente, fondati sulla totale assenzadi una qualche conoscenza direttadi quel paese d’oltre oceano efondati quindi, e ripeto in buonafede nella maggioranza dei casi,sul sentito dire, sull’aver letto sulgiornale, sull’aver visto in televi-sione, anche se spesso peróimboccati, mi consta per averanch’io letto quei giornali edascoltato quelle televisioni, da chiper ignoranza o per mestiere edinteresse, fa disinformazione.E poi mi vien di parlarne suqueste pagine brindisine anchepensando che facendolo mi riescamagari di stimolare un sano sensodi sfida a non mollare tra queitanti giovani amici che di frontealle molteplici tristi manifes-tazioni giornaliere, sentono spes-so di aver perso ogni speranza dipoter assistere ad un riscatto civi-co dei propri concittaini e dellapropria cittá: coraggio, si tatta dicose relativamente semplici, sesono possibili in altre latitudinisaranno, per lo meno in parte,possibli anche qui, non demor-diamo! E comunque chiarisco da subitoed a scanso di equivoci, che sonoserenamente convinto e coscientedel fatto che di certo sonmoltissime e di varia natura epeso le critiche che si possono e sidevono legittimamente indiriz-zare agli Stati Uniti, ai loro gov-erni, alle loro istituzioni, alle loropolitiche, alle loro leggi, alle loroazioni e quant’altro. Io stessopotrei scrivere ben piú numerosepagine su tali argomenti, ma mison riproposto in questa occa-sione di contribuire a colmarequello che considero sia, tra i mieiconcittadini, un vuoto di infor-mazione ingiustificato ed ingiusto

nei confronti degli uomini e delledonne di quel paese americano.Mi ripropongo anche di non scri-vere per aver sentito dire, ma diraccontare unicamente alcunedelle mie simpatiche esperienzedirette, e del resto trovo in questosenso difficoltá solamente inselezionarle tra le tante di cuidispongo. E si, perché parlando didimenticanze io ho la fortuna diavere una moglie le cui qualitá mipermettono di poter attingere confacoltá di scelta dal suo abbon-dante repertorio, americano inquesto caso.*****I miei tre figli hanno imparato da

piccoli a sciare tra i bellissimipaesaggi nevati dello stato diVermont, piú vicino a Caracasrispetto alle nostre ancor piú bellemontagne alpine ed appenniniche.Esiste nel nord dello stato diVermont un pittoresco paesino dimontagna chiamato Stowe ed inquella fredda sera di dicembre del1993 eravamo andati tutti a cenapresto, felicemente stanchi dopola lunga giornata trascorsa suglisci. Quando andammo via il ris-torante era ancora abbastanzaaffollato e c’era anche qualchecliente in attesa di essere sistem-ato per la cena. Stava nevicandoleggermente ed al mattinoseguente, domenica, dovevamoripartire per la seguente tappa diquelle vacanze natalizie.L’albergo distava qualcosa piú diun’ora e, arrivati praticamente ametá strada, Mariana mia moglie,esclama freddamente: Ho dimen-ticato la borsetta appesa alla sediadel risorante, con soldi e carta dicredito, ...quella borsetta é prati-camente nuova, un recente regalocerto di valore ragguardevole.Che si fa? É tardi, domattina dob-biamo partire dall’albergo indirezione opposta a quella del ris-torante che non sappiamo seaprirá né sappiamo a che ora. Icellulari non sono ancora cosí aportata di mano e non possiamoneanche essere sicuri che il ris-torante sará ancora aperto esopratutto, le probabilitá diritrovare la borsetta dopo quell’o-ra e piú che sarebbe trascorsa tral’uscita e l’eventuale ritorno alristorante, sono decisamentebasse, anzi nulle direi! Propongorinunciare, raggiungere l’albergo,annullare la carta di credito edimenticarsi della borsetta....Tutto sommato non é poi unagran tragedia.Mariana non é d’accordo per viadella sua bella e nuova borsetta e,dopo una rapida e democraticavotazione, si decide per 3 a 2 diritornare al ristorante alla ricercadella borsetta. Il percorso delritorno naturalmente é, o pareessere, piú lungo di quanto ave-vavamo stimato, per strada non siincontra quasi nessuno, le lucidelle poche case quasi tuttespente, ...gli americani cenanomolto presto, tra le 5 e le 6 e d’in-verno in campagna vanno a lettopresto. Dopo l’ennesima curvadietro la quale ci sarebbe dovuto

essere il ristoranteche non c’era,finalmente lointravediamo: nonci sono piú auto-mobili parcheg-giate ...cattivosegnale, le lucisono moltofievoli, quasispente, credo pro-prio che abbiamofatto buca. Perósotto la porta inpenombra c’équalcuno che simuove ...ma si, éla cameriera checi aveva servitola cena, una gio-vane biondina e

scolorita, é appena venuta fuoridalla porta ed agita le mani in seg-nale di saluto verso di noi, éabbastanza intirizzita ed ha inmano la borsetta! Ci spiegó, contono molto rammaricato e quasicome volendosi scusare, che uncliente gliela aveva consegnata,che non sapeva dove eravamoalloggiati, che il giorno dopo ilristorante sarebbe rimasto chiuso,che l‘ora della chiusura era giátrascorsa da circa un quarto d’orae che lei, presentendo che sarem-mo ritornati a prendere la borset-ta, aveva chiesto al manager dilasciarla ad aspettarci e che dopoil nostro arrivo avrebbe chiuso lei

il ristorante. Tutto qui, ed eratanto contenta perché non si erasbagliata! Che dire? Naturalmentenulla, in quel momento ci man-carono le parole, prendemmo laborsetta con un semplice grazie esperando solo di averle trasmessocon almeno lo sguardo la nostraprofonda allegria e gratitudine.Ma del resto quella ragazza non siattendeva di certo molto altro, perlei era tutto normale: che laborsetta gli fosse stata consegnataintatta da uno dei clienti, che leice l‘avesse consegnata allo stessomodo, e che per far ció lei avesseatteso fuori orario il nostro proba-bile arrivo nonostante la nottefredda e ritardando il suo rientro acasa dopo aver concluso la suagiornata di lavoro.

* * *

Ma adesso ne racconto una piúsimpatica, ed anche piú breve,l’ultima di questo che potrebbeessere un lunghissimo filone. Ilmio terzo figlio Roberto cheadesso vive e lavora a Madrid, éstato da adolescente un pó, dici-amo, troppo vivace, e su con-siglio dei suoi maestri decidemmoche a 14 anni gli avrebbe giovatofrequentare un anno scolastico inuna scuola militare, un pó di dis-ciplina gli avrebbe fatto propriobene e cosí: a Valley Forge unagloriosa accademia militareliceale in Pensilvania. Mariana edio lo andammo a visitare durantetre giorni in occasione della ceri-monia di chiusura dei loro campi-onati sportivi: un campus bellissi-mo ed elegantissimo, tra enormiprati verdi impeccabilmentecurati e tanta disciplina. Erano iprimi di novembre del 1996, nonfaceva ancora troppo freddo edalloggiammo in un resort pocodistante dall’accademia, dove inquei giorni alloggiavano anchemolte altre famiglie americane invisita ai loro cadetti. Trascorsonel migliore dei modi quelpiacevole soggiorno, arrivó ilgiorno della partenza: lunedí mat-tina alle 8 in punto, imboccandosubito la vicina autostrada, versol’aereoporto distante una cincuan-tina di chilometri dall’albergo e

per fortuna in senso oppostoall’intensissimo traffico di quel-l’ora di punta. Poco prima di rag-giungere l’aereoporto, la solitalaconica notizia di Mariana: Hodimenticato in albergo il giacchi-no di cashimire, forse in stanza,forse alla reception, forse lungo ilpercorso dalla reception all’auto.Che fare? Questa volta non cisono alternative, il traffico insenso contrario é intensissimo edil tempo a disposizione primadella partenza dell’aereo non con-sente di ritornare in albergo aprendere il pregiato giacchino,pazienza! Dopo qualche giorno dal nostrorientro a Caracas, Roberto tele-fonicamente ci racconta: Mamma,ma non lo sai che la tua taglia é unpó piccola per me? E poi che legiacche da donna abbottonano alrovescio di quelle da uomo?Grazie tante ma no era proprio ilcaso che tu mi regalassi il tuogiacchino di cashimire, anche sequi ora fa veramente tanto freddo!Stava scherzando naturalmente,ma ci stava raccontando esatta-mente quello che gli era passatoper la mente al vedersi recapitareun pacchettino postale, afrancatoe con un mittente manoscrittosconosciuto, con dentro ilgiacchino di cashimire di suamadre. Poi peró aveva letto ilbigliettino manoscritto che loaccompagnava: Sono il consiergedel Resort... e questo giacchinomi é stato consegnato da uncliente dell’albergo che lo hatrovato a terra nel parcheggio, ioho riconosciuto essere quellodella signora Perri che avevaappena lasciato l’albergo e che sovive in Venezuela ed alla qualepertanto non mi é possibile farlorecapitare. Tu dovresti essere ilfiglio dei signori Perri che soerano in visita all’accedemia diValley Forge e pertanto ti stoinviando il giacchino affinché tulo possa riconsegnare a tua madre.Saluti John! ...Incredibile no? Ma questi episodi certamente nonisolati, ve lo posso assicurare, nonsono neanche casuali e denotanoinfatti tutto un articolato atteggia-mento civico che non si limita

La grande antenna della base USAF di San Vito dei Normanni

24 MARTEDÌ 11 OTTOBRE 2011

Ancora un’immagine dei

Page 145: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

certo al solo rispetto delle cosealtrui, che non sarebbe poi cosípoca cosa, anzi: dimenticare dichiudere a chiave l’auto parcheg-giata per strada con dentro unalaptop relativamente in vista eritrovare dopo un paio d’ore l’au-to e la laptop, ...a me che vivo inSudamerica fa veramente tantainvidia!

* * *Gli americani, é luogo comune,rispettano rigorosamente le file,tutte le file: a piedi ed in auto, alcoperto ed alle intemperie, nelpubblico e nel privato, non usanomai i gomiti e né qualcuno eserci-ta precedenze di favore sulla basedi conoscenze, amicizie, par-entele, appartenenze, o quant’al-tro. E qui verrebbe naturale par-lare di raccomandazioni e di mer-itocrazia, ma il capitolo sarebbelungo ed il paragone sarebbe trop-po doloroso, quindi meglio saltareper questa volta.Gli americani, non solo non siappropriano allegremente dellecose altrui lasciate incustodite, manon si appropriano neanche delsapere altrui: a scuola non sicopia! E non perché la sorveglian-za sia molto rigorosa o tecnologi-camente sofisticata, ma semplice-mente perché non é etico farlo.Copiare un compito o un esame

equivale a dire formalmente unabugia, quella di affermare di averrisolto un problema senza che siavero, e questo tipo di bugia é con-siderato gravissimo. Mio figlioJuan Francisco, prima di iniziare astudiare ingegneria al Politecnicodi Torino ha frequentato il primoanno dell’accademia navale mer-cantile dello stato delMassachusetts, la MMA(Massachusetts MaritimeAccademy) di Cape Code nell’an-no accademico 1995-96, perchévoleva perfezionare il suo inglesee voleva fare una esperienza sin-golare. Mentre lui frequentavaquell’accademia, un suo collegacadetto americano dell’ultimoanno, in procinto quindi di lau-rearsi, fu espulso definitivamentedall’accademia senza possibilitádi appello, perché si scoprí cheaveva copiato in un esame.Per strada negli Stati Uniti non sigettano od abbandonano rifiuti dinessun genere ed in nessuna cir-costanza: non dalla finestra dicasa, non dopo il picnic nel parcoo sulla spiaggia, non durante lospettacolo in piazza o allo stadio oal cinema, non dalle viscere deipropri cani, non dal finestrino del-l’auto, e cosí via. Certo, si potrádire perché le multe sono salatis-sime, ed é vero: negli Stati Uniti

non solamente si esercita lacertezza della pena, ma anche laquasi certezza che l’infrazionecommessa sia individuata.Quando guidando viene il dubbiodi aver forse commesso un’in-frazione, magari leggera, vienquasi automaticamente diguardare nello specchio retrovi-sore per verificare se per caso cisia qualche auto o moto dellapolizia in zona, ...ebbene il 90%delle volte quell’auto o quellamoto c’é. Sembra incredibile, maé proprio vero, c’é sempre tantapolizia: municipale, stradale,statale, federale e quant’altro. Maallora non é che i cittadini statu-nitensi siano particolarmente cor-retti, é solo che hanno timoredella polizia e sanno inoltre che lapolizia c’é sempre e che leinfrazioni si pagano! Ebbene si,tutto vero, ma chi puó sapere se énata prima l’educazione civica oil castigo all’infrazione? L’uovo ola gallina? Ma a questo puntoforse non é neanche cosí impor-tante trovare la risposta a tale que-sito. In fondo ormai a poco a pocoil senso civico, anche se magariinconsciamente indotto dal timorealla punizione, é alla fine entratonel loro DNA. Su alcuni segnalistradali che indicano il limite divelocitá consentito, oltre alnumero che lo identifica si puóanche leggere “this is the law”.Ossia: questo limite non é unqualcosa di capriccioso o un sug-gerimento, ma “é la legge”, comea voler dire,... e quindi “é vera-mente e semplicemente darispettare”! Curioso no?É risaputo che negli Stati Uniti letasse si pagano, puntualmente edimprorogabilmente, e che la loroevasione comporta la galera effet-tiva, tutti ricordano che AlCapone fu finalmente arrestato eimprigionato per evasione fiscale,e non é certo il solo caso ecla-tante. Peró esiste anche la con-tropartita ed i soldi, dallo stato enon solo dallo stato, ai cittadinivengono anche celermente resti-tuiti. Ed a questo proposito unultimo simpatico e sintomaticoepisodio: Stavo visitando in unacittadina del Connecticut unamico italiano, il bravo geologoPiero Feliziani, romano, anzilaziale perché in gioventú avevagiocato in Serie B con la Lazio.Anche lui era in vacanza negliStati Uniti in quel dicembre del1987 in visita ad una delle suefiglie che lí ci viveva da moltissi-mi anni, ed io lo andai a visitareproprio a casa di sua figlia. Nelbel mezzo della chiacchierata midice di seguirlo nello studio per-ché mi vuol mostrare un quadroda lui appena ritirato dal cornici-aio. Il quadro incorniciava unassegno, il beneficiario del-l’assegno era la figlia di Piero, iltraente (colui che stava pagando)dell’assegno la compagnia tele-fonica del Connecticut, l’importodell’assegno 0,50 centesimi di

dollaro. Allorché Piero mi raccon-ta che la settimana scorsa la figlia,di sera e mentre piovigginava, siera diretta ad un telefono pubblicoda strada -cellulari non ne esiste-vano ancora- per fare una tele-fonata. Aveva introdotto unaprima monetina da 0,25 cents enon aveva ricevuto la linea, quin-di ne aveva introdotto una secon-da e di nuovo niente linea: eraguasto. Per fortuna affianco cen’era un altro di telefono pubblicodal quale, per prima cosa, chiamaal número gratuito della societátelefonica, chiaramente segnalato,per informare che l’altro telefonodel quale aveva diligentementeannotato il numero di identifi-cazione anch’esso chiaramentesegnalato, era guasto. L’operatricecon tono fiscale le chiede di rac-contare esattamente tutti i dettaglidell’accaduto e quindi il nomecognome ed indrizzo di residenza.Chiuso l’episodio, fatta la tele-fonata, e buona notte. Dopo esat-tamente quattro giorni arriva acasa una busta della societá tele-fonica con il famigerato assegnoda 0,50 cents e con una letterasuccinta che spiegava del-l’avvenuta riparazione del tele-fono guasto e del rimborso dovu-to per le due monetine pagatesenza il corrispettivo servizio....Interessante no?

* * *

E concludo con un aneddoto eduna breve riflessione, indottadallo stesso aneddoto. Anni fa unacuto venezuelano amico mio, perspiegarmi sinteticamente la dif-ferenza tra gli americani degliStati Unidi e gli americani delSudamerica, ed ovviamente ilconcetto sarebbe ben valso ancheper noi, mi raccontó che dopo unnaufragio approdarono suun’isolotto deserto ed assolato deiCaraibi -immagino come quellomeraviglioso di Tortola di fronteall’isola San Thomas sul quale miha scaricato qualche giorno fa lanave da crociera assieme a tutti gli11 della mia squadra fes-teggiatrice del 60° anniversariodella mia nascita- due uomini:uno statunitense ed un sudameri-cano, credo quest’ultimo fosseargentino di origini napoletane opugliesi.

* * *

Lo statunitense era un impiegatodi mezza etá mentre il sudameri-cano era piú giovane, quasi unragazzotto, aitante e di mestierefaccendiere. Non si sa bene comeandarono esattamente le cose, masta di fatto che dopo circa una set-timana dall’approdo si era rag-giunto il seguente equilibrio: lostatunitense aveva il compito diraccogliere i frutti selvaggi reperi-bili, cercare molluschi e quant’al-tro di commestibile vi potesseessere sulle rive, raccogliere lapochissima acqua che gocciolavada qualche avara sorgente che

bisognava andare ad incontrare super l’impervia collina adiacente,accendere il fuoco di sera etc.,etc., perché da ragazzo era statoboyscout e tutte quelle cose, piú omeno ricordava come sidovessero fare. Il faccendieresudamericano si era inveceautoassegnato il compito di studi-are di sera le stelle e le costel-lazioni per cercare di identificarel’esatta posizione geografica del-l’isolotto, visto che lui da ragazzoera stato appassionato di astrono-mia e quindi ne sapeva abbastan-za, poi per il resto poteva fare benpoco perché si sentiva depresso e,sfortunatamente, durante le vicis-situdini del naufragio dovevaanche aver preso inavvertitamentequalche colpo su una delle gambeche gli faceva ancora cosí tantomale che quasi non riusciva acaminare. Dopo qualche altro giorno, sullostesso isolotto approdó unascialuppa di salvataggio con unadozzina di altri naufraghi mira-colosamente sopravvissuti, metásudamericani e metá statunitensi.Anche qui non si sa bene comesiano andate esattamente le cose,ma sta di fatto che i due gruppidecisero di separarsi. Trascorserocosí le settimane ed i mesi fino aquando i naufraghi statunitensifurono avvistati da una nave, gra-zie al sistema di segnalazione cheavevano ideato e posizionato:erano in buon stato di salute, ave-vano organizzato una comunitáordinata e lavorando a rotazioneavevano costruito un rifugio,coltivato un orto, etc.Naturalmente ci si preoccupó diandare a soccorrere anche inaufraghi che si erano stabilitidall’altra parte dell’isolotto: eranotutti vivi anche se un pó malan-dati, dormivano alle intemperie emangiavano saltuariamente, si eracreata qualche inimicizia nelgruppo peró anche loro si eranoben organizzati: avevano creatodue o tre commissioni, una per iservizi, un’altra per la sicurezza,un’altra per qualcos’altro, un dis-graziato si era ammalato e nonpoteva far nulla, ma alcuni eranoconvinti che si trattasse solamentedi uno sfaticato che fingeva di starmale per non lavorare, mah,chissá!Caro Gianfranco concluse il mioamico, questa é la differenza cheti volevo spiegare: Uno scugnizzosudamericano puó anche “farfesso” un dottore statunitense, difatto spesso con un’apparenza daboyscout nonostante l’etá. Ma piústatunitensi messi assieme, comecomunitá prevarranno sempre e digran lunga su un insieme disudamericani, con la disciplina, lasolidarietá, l’educazione, coninsomma il senso civico. Ebbene amici miei, mai la fur-bizia, l’individualismo e la scarsaeducazione civica hanno resogrande un intero popolo, ve loposso giurare!

MARTEDÌ 11 OTTOBRE 2011 25CRONACA DI BRINDISI

“ QUESTA E’ LA LEGGE ”

Page 146: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

146 

GIANFRANCOPERRI

guidaalleavanguardieurbane

IlsignorMancaegliemigrantibrindisini

Page 147: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

147 

ElseñorMancaylosemigrantesbrindisinos

Siempremehabía llamado laatenciónobservarque,adiferenciadeporejemplonuestrosvecinosbareses,losbrindisinostradicionalmentenoemigraban.EntantosañostranscurridosenVenezuelahabíaconocidoaCaracassolamenteunbrindisino,elseñorVincenzoMancaloencontréhacemuchomásdediezañosylorecuerdobastantemayorqueyo.Mecomentóqueélhabíasidountrabajadorde ¨La Difesa¨ y en Venezuela era un exitoso emprendedor siendo en titular de una fábrica deelectrodomésticos,cocinasenparticularsibienrecuerdo.Losbaresesencambiosonnumerosísimosen Venezuela, existen algunos pueblos en la provincia de Bari con un porcentaje enorme deemigrantes,centenaresymillares.

Enañosrecientessinembargoalgohacambiado,losbrindisinosestánemigrando,peronosetratadeunanuevafasedelaquefuelatradicionalemigraciónitalianadecomienzosdelsiglopasado,nide la emigración de la segundamitad del siglo pasado sucesiva a la segunda guerramundial,esencialmenteconstituidasporobreros,campesinosytécnicosdelaindustriaydelaconstrucción.

Laemigraciónbrindisinaenestetercermileniosehahechocomún,hetenidoocasióndeencontrarlaen varios países de América Latina, y es una emigración joven y no necesariamente definitiva,constituidaengeneralporemprendedores,comerciantesyprofesionales:“ristoratori,commerciantidimobiliedarredatori,artisti,operatori turistici, importatoriecommerciantidispeciealimentarid´avanguardia, nonché ingegneri e laureati in generale” son ejemplos del típico perfil de losemigrantes brindisinos de hoy, o quizásmás que de emigrantes en el sentido tradicional de lapalabra,másbiendiríade losbrindisinosqueencuentranelempuje lanecesidady la iniciativadealargarsuspropioshorizontes!

Da sempremi era capitato di rifettere sul fatto che, per esempio a differenza dei nostri vicinibaresi, i brindisini tradizionalmentenonemigravano. In tanti anni trascorsi inVenezuela avevoconosciuto solounbrindisino, aCaracas, il signorVincenzoManca. Lo incontraibenpiu’diunadecinadiannifaeloricordounbelpo'piùgrandedime.Miraccontòcheerastatounlavoratoredella“Difesa”edopolaguerra,neiprimiannl60’,eraemigrato.InVenezuelaeraunimprenditoredi successo, titolare di una fabbrica di elettrodomestici, cucine in particolare se ben ricordo. Ibaresi invecesononumerosissimi inVenezuela,esistonoalcunipaesinellaprovinciadiBariconunapercentualealtissimadiemigranti,centinaiaemigliaia.

Inannirecentiperòqualcosaècambiato: ibrindisinistannoemigrando,manonsi trattadiunanuovafasediquellachefulatradizionaleemigrazioneitalianadegliinizidelloscorsosecolo,nèdiquelladellasecondametàdel1900successivaallasecondaguerramondiale,costituiteentrambeessenzialmentedamanovali,operai,contadinietecnicidell’industriadellacostruzione.

L'emigrazione brindisina in questo terzo millennio è in effetti diventata comune. Ho avutooccasionediriscontrarlospessoneivaripaesidell’Americalatinaedèun’emigrazionegiovaneenon necessariamente definitiva, costituita in genere da imprenditori, commercianti eprofessionisti: “ristoratori, commercianti di mobili ed arredatori, artisti, operatori turistici,importatori e commercianti di specie alimentari d´avanguardia, nonché ingegneri e laureati ingenerale”sonoesempideltipicoprofilodell’emigrantebrindisinodeinostrigiorni,ancheseforse,piu’cheparlarediemigtrantisidovrebbemegliodire“deigiovanibrindisinichetrovanolaspinta,lanecessitàel’iniziativadiallargareipropriorizzontidivita”!

GianfrancoPerri6NOVEMBRE,2011

Page 148: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

20

Via da Brindisi. Una strada chenella toponomastica non esiste eche però è la più popolata da brin-disini. Via da Brindisi raccoglietutti quelli che, per scelta o pernecessità, hanno lasciato Brindisie vivono in altre città dell’Italia odel mondo. Da qualche giornoSenzacolonne diffonde via inter-net, gratuitamente, la versionedigitale integrale del giornoprecedente. E’ un modo in più perricomporre questa fantasticacomunità che pulsa di brindisinitàe che ha diritto di essere informa-ta di ciò che avviene nella suaterra. Riteniamo fondamentale ilcontributo di questi brindisini per-ché spesso da lontano si ha la pos-sibilità di esaminare con maggioreobiettività ciò che avviene in ques-ta città. Tra i brindisini che vivonolontano, molto lontano, c’èGianfranco Perri: ingegnere,docente universitario, progettistae consulente di gallerie e operesotterranee, Segretario dellaSocietà Venezuelana di OpereSotterranee. Ma soprattuttoinnamorato della sua Brindisi chesegue constantemente via Internet.Per il suo lavoro è in giro per ilmondo ed è da lì, dal mondo, chegli abbiamo chiesto di inviarci rif-lessioni e impressioni su Brindisi ei brindisini.

da BUENOS AIRES

Caro Direttore Gianmarco,Nel mio andare per il mondo avróincontrato forse un centinaio emagari anche piú di persone che difronte alla mia affermazione diessere di Brindisi rispondendo allanaturale domanda che traconoscenti circostanziali ci siscambia sul rispettivo luogo diprovenienza, mi hanno replicatocon decisione: certo Brindisi, io laconosco, ci sono passato per

andare in oriente via mare, un bel-lissimo porto! Il porto di Brindisiinfatti, e lo sappiamo molto benetutti noi brindisini, é stato nei mil-lenni la principale porta d’orientetrovandosi strategicamente e natu-ralmente intagliato vicinol’estremitá del tacco dello stivaleitalico tutto propenso a sudest nelMediterraneo. A Brindisi normal-mente non ci si va, non ci si ferma,a Brindisi si arriva e si parte, daBrindisi si passa nonostantel’essere situato in una estremitágeografica.In un certo senso si tratta di unavera stranezza, perché normal-mente i siti geograficamente estre-mi sono luoghi dai quali non sipassa e quindi, o non li si conosceo, se c’é un qualche motivo speci-fico, ci si vá per arrivare, per fer-marsi. Non ne son sicuro, perócredo che questa particolaritápossa essere interessante anche dalpunto di vista di una sua possibileinfluenza sul carattere di noi brin-disini e magari qualcuno, con lanecessaria preparazione e autoritánel campo, potrá anche trarrequalche considerazione utile ocomunque di reale interesse sultema. In me questa riflessione ématurata dopo aver ascoltato da unamico argentino un suo commentoriguardante la sua cittá con i suoiabitanti, Buenos Aires, anch’essaun porto molto importante,anch’esso situato prossimo ad unaestremitá geografica, nientemenoche quella dell’intero continenteamericano.

****In questi giorni sono a BuenosAires, ci sono stato anche diversealtre volte, questa volta per seguireil corso di un importante lavorosotterraneo, la costruzione da partedi una societá italiana di duelunghe gallerie che ho progettatoper il drenaggio dell’intera cittá:Buenos Aires é infatti abbastanzapiatta e bassa sul mare, e quandopiove a dirotto il drenaggio natu-rale é assolutamente inefficiente,tant’é vero che un primo sistemadi drenaggio sub-superficiale eragiá stato costruito piú di un secolofa, ma ormai é diventato assoluta-mente insufficiente, e risolvere ilproblema é oggigiorno una neces-sitá impellente.

Buenos Aires é invece, nel pienorispetto della regola, un luogo dalquale non si passa, ma al quale siarriva di proposito, e per fermarsi.Non si va a Buenos Aires per poiproseguire il viaggio: o ci si ferma,o si torna indietro. Milioni di ital-iani arrivarono, all’incirca 3,pochissimi tornarono indietro emolti si fermarono, ...e sono anco-ra li, anche per strada, al tavolinodel caffé leggendo il giornale men-tre sorseggiano un buon espresso oun buon cappuccino accompagna-to da una sfogliatella napoletanaappena sfornata, o bevendo un fer-net: ne bevono tantissimo, senzache da loro sia mai minimamentepassato di moda. Cosí come nonsono passati del tutto di moda ivari oggetti di metallo ancora inuso a tavola o al bar: la cannucciametallica del mate, il tipico téargentino, le scodelle e le tazze oaddirittura i piatti di latta smaltata,le coppe metalliche per il gelato olo spumone della domenica altavolino del caffé del corso. E’strano da descrivere, ma alle volteentrando in qualche bar un pó per-iferico di Buenos Aires, mi sonocome sentito ripiombare nell’at-mosfera della mia infanzia trascor-sa in quella Brindisi povera deglianni ’50 in cui senza tante lucisfavillanti tutto era semplice edallo tesso tempo decoroso, come

lo sono glistessi

camerieri in pantalone nero abbas-tanza slucido e spesso anche rat-toppato con cura, ma immacolatoed impeccabilmente stirato: ... unasensazione veramente strana, mabella, da “amarcord”. Cercando in qualche modo diavanzare o quanto meno di ipotiz-zare una possibile spiegazione sul-l’origine del carattere risaputa-mente e aneddoticamenteorgoglioso in eccesso con un’au-tostima cosí spinta da rasentare lapresunzione e grazie al quale i cit-tadini di Buenos Aires assegnanoalla loro cittá un’infinità di posi-tivi primati, il mio amico argenti-no mi commentava che proprio inquell’ubicazione cosí geografica-mente estrema era possibile sco-prire i meandri di quella personal-itá. I “portegni” questo il nome piúfrequentemente attribuito agli abi-tanti di Buenos Aires, nutrono neiconfronti di loro stessi e della pro-pria cittá un affetto eccessivo, vee-mente, viscerale, che giunge adessere cosí intenso da offuscare laloro ragione. E tutto ció accade,secondo quel mio amico argenti-no, perché sono cittadini di unpaese giovane che come talereagisce agli schiaffi della storia,un popolo abituato a perdere tuttoe a ricominciare, con la congenitanecessitá ogni volta di avere unappiglio da cui ripartire.Tra molti brindisini invece, e tuttoal contrario di quanto appena com-mentato per i portegni di Buenos

Aires, sembra alle

volte prevalere una specie diautolesionismo, e lo sport di modasembra essere: L’erba del vicino ésempre piú verde. Non si è quasimai soddisfatti della propria cittá edei propri concittadini e si tende avedere tutto quello che hanno lealtre cittá, specialmente se vicine,come qualcosa di molto migliore.Naturalmente é utile e necessarioessere critici, peró costruttiva-mente critici e non critici a priori,accarezzando magari la comodaposizione di, ...tanto per questacittá non c’é speranza ...con questicittadini son si puó fare nulla dibuono, e finire cosí di auto convin-cersi che la colpa é naturalmentedegli altri, e finire cosí di autogiustificarsi del proprio operato odella propria inoperanza, tantocomunque non val la pena diimpegnarsi perché tutto é assoluta-mente inutile! Sará tutto ció colpadell’essere Brindisi posta in unluogo geograficamente estremo enonostante essere al contempo unluogo in cui in tanti solo passano?Arrivano, partono, ma non si fer-mano, adesso e nei millennitrascorsi! Chi lo potrebbe analiz-zare e quindi darci un’opinione inmerito?Mentre attendiamo un qualcunoche lo faccia peró, non adagiamo-ci troppo nell’attesa, lasciamo da

parte gli aneddoti e leantipatiche stereotipifi-

cazioni, e segnaliamo

Il docente brindisino,ingegnere minerarioin Venezuela, ci inviauna corrispondenzadal mondo

CRONACA DI BRINDISI

Via da brindisi Corrispondenze

dal mondo diGIANFRANCO PERRI

Brindisi, perlain un pianetadi bellezze

“Riachuelo”il porto dello storico quartiere La Boca di Buenos Aires

Hotel Plaza - Buenos Aires 1909

«Siate fieri della città e di chi l’ha fatta grande»

VENERDÌ 11 NOVEMBRE 2011

Page 149: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

invece che per fortuna qualcosasembra stia in qualche modo cam-biando. Non vivendo a Brindisi,ma ritornandoci sistematicamente,con scadenze purtroppo non cosífrequenti come mi piacerebbeanche se per fortuna neanche cosídiradate, sono forse in qualchemodo agevolato nel poter piúfacilmente notare quei piccolicambi che per essere molto gradatirestano forse impercettibili ai piúche la cittá la vivono tutti i giorni.E non mi voglio riferire ad alcunidei timidi cambi fisici che pur cisono stati negli ultimi anni, ma stopensando a certi cambi, se non dimentalitá quanto meno di atteggia-mento che, essenzialmente anchese non esclusivamente tra i gio-vani, definitivamente e positiva-mente possono essere obiettiva-mente colti.Nell’atmosfera che si comincia arespirare a Brindisi, finalmente sipalpano il bisogno, il desiderio e laricerca di superamento della stasi,di innovazione, di partecipazione edi protagonismo in relazione conla cittá e con le sue problematiche,sociali, ambientali, e culturali insenso generale: tutti aspetti civiciche mi era sembrato fosserorimasti a lungo sommessi e son-necchianti. Il sorgere di tanteiniziative editoriali online e ditanti gruppi civici spontanei digiovani e di meno giovani, ne sonoun segnale assolutamenteinconfutabile: Brindisini la miagente - Brindisi concittadini di cuiandare fieri - Rinascita CivicaBrindisina - Gruppo ArcheoBrindisi - No al Carbone - BrindisiBene Comune - Ilovebrindisi.it -Brindisilibera.it - Brundisium.net -Brindisiweb.it - Brindisireport.it... Sará mai che la web ed i social-networks stiano dando la spintadecisiva necessaria alla riscossacivica cittadina? Certo non cisarebbe da meravigliarsi, con-siderando che ben piú impensabiliimprese sono state in qualchemodo motorizzate dalla combi-nazione di questi due giganti pro-tagonisti del presente e del futuro,tra tutte la primavera araba, persolamente ricordare quella piúrecente ed anzi ancora in corso.Ed allora, me li immagino giá imiei concittadini completando ilriscatto civico di Brindisi ed ancheloro inorgogliendosi a pieno titolo

della propria cittá, e del resto ibrindisini siamo portegni come gliabitanti di Buenos Aires, o magaride La Boca il quartiere portualeper eccellenza dove si respiraancora aria di porto italiano, anzidi porto dei genovesi che furonotra i primi ad arrivarci in massa afine ‘800 inizi ‘900 per fondare ilfamoso quartiere che non ha maipiú perduto quella sua impronta“portegna” ed italiana. La Boca,con il suo incredibile teatro civico-sociale La Catalina che ha unacompagnia stabile composta dacuattrocento cittadini e nel cuiingresso sfoggiano dipinti alle-gorici dell’arrivo degli immigrantigenovesi. La Boca, con il suostorico stadio La Bombonera dellafamosa Boca Juniors di Maradona.

****E se La Boca ci potrebbe far pen-sare alle nostre Sciabiche, ilquartiere di Palermo ci potrebbeinvece far pensare alla CommendaSant’Angelo e Sant’Elia tuttiassieme. Palermo vecchia, oggialla moda con il nome di Soho, é ilquartiere storico di Buenos Airesche ha visto nascere e crescere ilgrande poeta Jorge Luis Borges edove ha anche abitato il famosoQuino, l’autore di Mafalda: in unadelle stazioni della Metropolitanadi Buenos Aires, d’improvviso unenorme mosaico con una strisciadi Mafalda, ...bellissimo! Ma nonsi puó pensare a Buenos Airessenza parlare di tango, un ballo si,ma anche musica e canzoni diparole che raccontano. Insomma,tanta cultura nel senso piú intimoed ampio immaginabile. A propos-ito di tango argentino mi piace quitrascrivere un pezzettino dell’ulti-mo simpatico romanzo della napo-letanissima Valeria Parrella “Maquale amore”.... Nel piú ovvio locale di tango diBuenos Aires, quindi nel quartieredi San Telmo, ... seduti a un tavo-lo nella penombra scopro unacosa: chiunque da questa parte delmondo in cui viene pubblicatoquesto libro (in Italia per esempio)creda di star ballando il tango,deve sapere di star ballando un’al-tra cosa. Magari bellissima. Maun’altra cosa. E’ come quando aMilano mangi una focaccinabuonissima e tutti intorno a te siostinano a chiamarla pizza.Uguale. Vediamo due coppie diballerini che a prima vista ci sem-brano brutti assai, e pure buffi contutte quelle trine e quei damaschiaddosso, ma diventano bellissimiappena la musica comincia.Quando la musica comincia, loroin uno spazio ridottissimo,scansando tavoli scrostati ecamerieri come pinguini, scansan-do clienti che vanno al bagno esempre sulle stesse cinque o seimattonelle, disegnano l’amore, la

guerra, il sesso. A occhi chiusi,senza ripetere mai gli stessi movi-menti, senza essersi “messi d’ac-cordo”, ma appunto in un accordointerno che é la musica, ballano. Sirespingono, si attirano, si diseg-nano l’un l’altro. …Ma il tango a Buenos Aires lo siballa ovunque, specialmente nelle“milongas”, specie di balere popo-lari, ed anche per strada: é facilis-simo imbattersi in ballerini piú omeno improvvisati che si esibis-cono su una piazzetta o tra i tavoli-ni di in caffé. La prima volta cheandai a Buenos Aires, con Mariananell’aprile 1991, una sera dopocena chiedemmo ad un tassista diportarci ad ascoltare un pó di buontango. Naturalmente a San Telmoci disse, peró vi porto in un postonon da turisti, ma da “portegni”ossia dove gli argentini di BuenosAires vanno ad ascoltare il tango.Arrivammo giá sul tardi, la stradaabbastanza appartata e semi buia,il taxi si fermó su quello che sem-brava l’uscio di un bar di periferia.L’insegna era accesa “Los dosPianitos” e con la luce fievole,cosí come fievoli erano le luciall’interno che si potevano indov-inare dalla strada. Con Mariana ciguardammo con sguardo insospet-tito e preoccupato, ci dovevamofidare del tassista? Ma il gioco erafatto e senza il tempo di altre rif-lessioni eravamo giá all’internodel locale. Poco piú di una mezzadozzina di tavoli, due o tre deiquali occupati da altrettante cop-pie. Al fondo il tipico bancone dabar e nel bel mezzo del salone duepiani neri, posizionati di spalla,cioé l’uno con la spalla attaccata aquella dell’altro: erano i due pianiche davano il nome al locale. Ci venne incontro il padrone dellocale, un signore di una certa etáche salutó confidenzialmente iltassista, evidentemente suo amicooltreché coetaneo il quale, entratocon noi, si premuró di presentarcia quel signore. Ci accomodammoad uno dei tavoli ed il tassista siandó a sedere da solo ad un altrotavolo, ordinando un bicchiere delsolito. Il padrone di casa ci vollepremurosamente spiegare che eraun pó tardi e che, essendo ungiorno intra settimanale, la musicadal vivo degli artisti del locale eraormai finita e che peró, conpiacere lui ci avrebbe suonatoqualche pezzo. Ci aprirono unabottiglia di vino rosso e ci por-tarono un bel piatto di formaggiassortiti, con qualche salsiccettaappena cotta alla brace che era nat-uralmente l’accompagnate perdefault. Dopo una decina di minu-ti, il signore di casa si siede alpiano e comincia a suonare, div-inamente e rigorosamente al ritmodi tango. Una delle coppie sedutaad uno dei tavoli, si alzó e comin-

ció a ballare, si trattava di una cop-pia attempata -noi vent’anni faavevamo solo quarant’anni e nonescludo che i tanti vecchietti chevedevamo forse oggi non ci par-rebbero poi cosí anziani- che nellapenombra sembrava quasi galleg-giare tra i tavoli come dondolatadalle onde di un mare improbabile.Al secondo tango, il tassista si alzósi avvicinó al pianista e comincióa cantare “Por una cabeza”, unclassico tra i classici di CarlosGardel. L’ambiente si stavaincredibilmente trasformando, daquello un pó triste e quasi squalli-do che ci aveva accolto, ad unocaldo armonioso e quasi magico.Invitammo il tassista a bere unbicchier di vino con noi, poi ineffetti di bicchieri di vino nebevemmo qualcuno in piú tuttiquanti, la musica al piano proseguícon il suo canto e con il ballo,anche gli altri pochi clienti presen-ti si lasciarono coinvolgere e ciritrovammo, noi compresi, acantare in coro qualcuna dellestrofe musicali piú conosciute epiú facili da intonare...Rimanemmo in quel locale pocopiú di un’oretta in tutto e poiandammo via: un’esperienzamolto bella, indimenticabile quan-to imprevista ed imprevedibile.Questa volta a Buenos Aires, ad untassista abbiamo chiesto seconoscesse “Los dos Pianitos” aSan Telmo, ci ha risposto che ilsignore de “Los dos Pianitos” nonc’é piú e che non ci sono piúneanche i due pianini!

****A Buenos Aires il corso era, ed inqualche modo lo é ancora, laAvenida Florida, il nostro corsoGaribaldi con tutti i suoi tradizion-ali negozi di abbigliamento e caffésu tutti e due i lati. Negozi e cafféche nei vent’anni che son trascorsidalla mia prima visita non soncambiati granché, nonostante ilmodernissimo centro commercialeaperto in uno storico edificio a trepiani della Florida che peró non haaffatto sconvolto l’aspettod’assieme della strada, anzi se si é

un pó distratti si passa davantiall’ingresso del centro commer-ciale senza accorgersene tant’ében camuffato ed inserito nel con-testo Ah, una cosa poco comune, aBuenos Aires ci sono molti piúnegozi di abbigliamento per uomoche per donna. Abbastanza singo-lare vero?Ad uno degli estremi dell’AvenidaFlorida c’é la Piazza San Martin,non é intitolata al santo ma al gen-erale con quel cognome che con-dusse gli argentini all’indipenden-za dalla corona spagnola. In unodegli angoli della piazza c’él’Hotel Plaza, un albergo classicorimasto tale nonostante i nuovitantissimi alberghi moderni apertinegli anni recenti. Come le altrevolte, sono alloggiato all’HotelPlaza, lo trovo molto bello ecomodo, fu costruito nel 1909 edin occasione del suo centenario éstata allestita nei suoi saloni unamostra storica permanente. E cosí,quasi per caso e con molto piacere,ho scoperto che uno dei postersdella mostra é stato interamentededicato al nostro grande TitoSchipa che nel 1939 visitó BuenosAires, interpretó varie opere albellissimo Teatro Colon(Cristoforo Colombo) e alloggió iquesto stesso Hotel Plaza. Il ricordo del tenore leccese TitoSchipa ci riporta vicino casa equindi a Brindisi. Lui infatti siprodigó a favore della nostra cittáin occasione della raccolta deifondi per la costruzione delMonumento al marinaio, pro-muovendo a tal fine vari spettacolial Teatro Verdi e partecipandovi inprima persona. Un grande esempiodi generositá oltreché di talento,un motivo di legittimo orgoglioper i leccesi ed anche per i brin-disini che sempre lo seguirono damolto vicino nel suo prolungatopercorso artistico. E non si trattacerto di un caso isolato, la listapotrebbe essere molto lunga,anche se limitata alla sola Brindisi.La brava professoressa GiusyGatti ha promosso una pagina fbtitolata “Brindisi. Concittadini dicui andare fieri” e questa é la suamotivazione: ho creato questapagina con l’intento di rendere piúconsapevoli i nostri studenti delfatto che vivono in una cittá preg-na di storia e di talento. Ebbenequesta pagina si é subito arricchitadi nomi e di fatti di Brindisi e dibrindisini. Dei tanti nomi apparte-nenti a brindisini che affondano leproprie radici nella storiaantichissima della nostra cittá, aitanti altri nomi molto piú vicini edanzi vicinissimi ai giorni nostri,fino ai numerosi attuali concittadi-ni talentosi o a differenti titoliammirevoli e meritevoli, dei qualiappunto “andare fieri”. Quellapagina si continua ad arricchire dinomi e di esempi e certo deve cos-tituire una fonte di ispirazione diun orgoglio legittimo a voltesovrastato dallo sconforto di tantequotidianitá difficili e deludenti,peró non assolute, ani1. Vi pro-pongo i primi 40 nomi della pagi-na di Giusy Gatti, ordinati secondola data di nascita. Seguono tutti glialtri nati dal dopoguerra in poi, esono tantissimi!

VENERDÌ 11 NOVEMBRE 2011 21CRONACA DI BRINDISI

Mosaico nella Metropolitana di Buenos Aires con una striscia diMafalda

Page 150: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

150 

Tango‐diFernandoBoteroHotelPlaza‐BuenosAires1909

Page 151: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

151 

TitoSchipa,ospited’onoreall’HotelPlazadiBuenosAiresnel1939

BRINDISI,perlainunpianetadibellezzeCaroGianfranco,il tuo articolo è intelligente perché coniuga il racconto di una città in fondo poco notacome Buenos Aires con un discorso "politico" sul Sud e sulla tua Brindisi, dando unainterpretazionedelfatalismomeridionale(cittàdipassaggio)maancheunaviadiuscitaprendendoadesempiol'orgogliodeiportegni.Eppure,lascialodireadunocomemechehavissutoeoperatosemprenelnostroSud,allafinesembrachetuttiglisforziel'impegnosianoservitianonmoltoequindichissàsenevalevalapena!Maapprezzoiltuoottimismo.Egrazieperchémihaidatol'occasionedi"conoscereunpó"BuenosAires.Unabbraccio,PaoloSuppressaGianfranco,solochièlontanodallapropriacitta'puoamareBrindisicosicomelaamitue,permettimi,comelaamoio.Grazieeciao,EnricoSierraGianfranco,un senzazionale articolo che é una dichiarazione d'amore a Brindisi, ...di cui la cittàdovrebbedavveroandarefiera!GrandeGianfrancoPerri!GiusyGattiPerlangeliGianfranco,complimentiperl'interessantearticolo.CosimoGuerciaGianfranco,iltuoarticolosuSenzacolonneodiernoériccodispunti,ricordi,paragoniecollegamenti,darislutaremoltopiaacevoleallalettura.Continuacosícaroamicoearrivederciapresto.MassimoZaccariaGianfranco,belloeinteressantee,sopratuttocomplimentiperlasuaprofessioneeprofessionalità,eilsuo portare nel cuore sempre le proprie origini,mi è piaciuto tanto anche l'elenco deinomideipersonaggibindisinifamosi.RossellaStellaGianfranco,seigrande.Dicertononscoprol'acquacaldanelcapirelabrindisinitàdelPerri.Bellissimoemeticolosoarticolo,tiabbraccio.RemoSimoniello

Page 152: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

20

da LIMA

Il “mangiare” indiscusso ele-mento culturale di ogni popolo edi ogni terraLima e Brindisi: due cittá di pescatori e di anticacultura culinariaCaro Direttore Gianmarco,Siamo ormai prossimi alla finedell’anno e quindi ci stiamo inqualche modo predisponendo afarci coinvolgere dal clima fes-tivo del Natale che tra le tante

piacevoli senzazioni evocaanche quelle accattivanti delpalato e, specialmente per noibrindisini, quelle della buonatavola in calorosa ed allegracompagnia di familiari e amici,nonché di una bottiglia di buonvino nostrano. Un’ottima occa-sione quindi per parlare di gas-tronomia, un’occasione che mié stata anche appena offerta suun piatto, non d’argento ma cer-tamente di altissimo livello,...e sí perché sono a circa diec-imila metri d’altezza di ritorno acasa dopo una settimana trascor-sa in Perú, questa volta parteci-pando ad un congresso sullaprogettazione e costruzione digallerie, ...un pó troppo monot-ono vero? Pazienza! Ecco cosa era servito su quelpiatto: un “sebice” -cebiche oseviche in spagnolo- di granlunga il piatto piú inter-nazionalmente famoso dell’or-mai altrettanto oggigiornofamosa cucina peruviana. Ilsebice é un piatto crudo, di pesceservito a pezzettini o a striscio-line, oppure di frutti di mare o diun misto dei due, marinato almomento in succo citrico dilimone o, meglio, di una dellesue altre varietá tropicali piúacide, condito quindi con alcunevarietá locali di peperoncinopiú o meno piccante ‘ají’ che éin effetti l’ingrediente vera-mente caratterizzante della cuci-na peruviana, quindi cipolla injuliana, e finalmente spruzzatocon cilantro o con poco corian-dolo. Alle volte lo si accompa-gna a mó di contorno, con unbel pezzettone di patata zucche-rina cotta, che funge da interes-sante ammortizzatore dell’acid-itá del citrico. Un piatto deli-catissimo e squisito, con ungrandissimo segreto: oltre allabuona qualitá degli ingredientiaccessori ed alla mano espertadel cuoco, ...il pesce o i frutti dimare devono essere assoluta-mente freschi!

* * *Ma prima di continuare con ilsebice, un breve commento suLima, un grande porto delPacifico e quindi una cittá diantica tradizione marinara e

sopratutto peschiera. La Cittàdei Re, perché lo spagnoloFrancisco Pizarro la fondó ilgiorno dell’Epifania del 1535,il giorno appunto dei Re Magi,nella tradizione spagnola cheinvece non conosce la nostrabefana. Fu la capitale di tutto ilviceregno spagnolo d’Americaed é un luogo ricco di storia e dicultura, precolombina ed anchee sopratutto preincaica, a caval-lo tra tradizione e innovazione,tra radici profonde e sviluppodinamico. A proposito di uno dei suoi cit-tadini contemporanei piú illus-tri, lo scrittore Mario VargasLlosa vincitore del premioNobel di letteratura 2010, hoappena letto una riflessione suLima che mi permetto di fare miaper cosí poterla liberamentetrasportare, adattandola conparole tutte mie, a Brindisi,tanto perfettamente mi sembrapossa calzare alla nostra cittá:“...Transitare per quelle stradeche hanno costituito lo scenarionaturale di tante storie quotidi-ane nostre, dei nostri padri e deinostri nonni, é comericonoscere nella realtá d’oggiquella materia prima che, eterea-

mente sovrapposta ai ricordiinfantili e giovanili, dá comerisultato magico la nostra stessaessenza di uomini ormai maturi...Si é portati a credere che iluoghi cambiano con il tempo,che la loro facciata sia tutto, eche il commercio e le infrastrut-ture e lo sviluppo siano capacidi cancellare i quartieri e le case.Peró quando i luoghi conser-vano storie, o meglio ancoraquando hanno prodotto e pro-ducono storie, allora possonopermanere intatti per sempre. Lestrade infatti immagazzinanoricordi ed accumulano storie trale loro pieghe e le loro fessure, esono inoltre ancora e semprecolme dei personaggi che lehanno transitate e che con i loroumori, i loro gesti, i loro affan-ni quotidiani e con tutti i lorosentimenti, sopravvivono alpasso dei tempi. I luoghi, i nos-tri luoghi in definitiva, hannoanima e memoria, e per questovale sempre la pena conoscerli,scoprirli e riscoprirli”.

* * *Lo storico peruviano J. Pulgarafferma che il termine ‘seviche’deriva dalla parola ‘siwichi’della ligua ‘quechua’ degli

antichi popolatori precolombi-ni e preincaici delle regioniandine, ed il cui significatosarebbe quello di pesce fresco opesce tenero. Forse si o forseno, ...ma sta di fatto che grazieal sebice, la cucina peruviananell’ultimo decennio ha scalatol’olimpo delle migliori tavoledi tutto il momdo ed il turismogastromico a Lima é un fonda-mentale elemento trascinante diquesta rigogliosa industrianazionale, a pari merito e forseancor piú in testa che iltradizionale ed arcifamosoMachupicchu. Ho incontrato aLima in piú d’una occasionealcuni italiani, spagnoli edanche provenienti da altre partid’Europa e d’America, che mihanno spiegato essere in visitaturistica per trascorrere una set-timana gastronomica, in pelle-

Il docente brindisino,ingegnere minerarioin Venezuela, ci inviauna corrispondenzadal mondo

CRONACA DI BRINDISI

Via da brindisi Corrispondenze

dal mondo diGIANFRANCO PERRI

Il Cebice piatto peruviano dipesce crudo marinato in limo-ne cipolla e peperoncino

Il porto peschiero di “El Callao“

VENERDÌ 9 DICEMBRE 2011

Via da Brindisi. Una stradache nella toponomasticanon esiste e che però è la

più popolata da brindisini. Via daBrindisi raccoglie tutti quelli che,per scelta o per necessità, hannolasciato Brindisi e vivono in altrecittà dell’Italia o del mondo. Daqualche giorno Senzacolonne dif-fonde via internet, gratuitamente,la versione digitale integrale delgiorno precedente. E’ un modo inpiù per ricomporre questa fantas-tica comunità che pulsa di brin-disinità e che ha diritto di essereinformata di ciò che avviene nellasua terra. Riteniamo fondamen-tale il contributo di questi brin-disini perché spesso da lontano siha la possibilità di esaminare conmaggiore obiettività ciò cheavviene in questa città. Tra i brin-disini che vivono lontano, moltolontano, c’è Gianfranco Perri:ingegnere, docente universitario,progettista e consulente di gal-lerie e opere sotterranee,Segretario della SocietàVenezuelana di OpereSotterranee. Ma soprattuttoinnamorato della sua Brindisi chesegue constantemente viaInternet. Per il suo lavoro è ingiro per il mondo ed è da lì, dalmondo, che gli abbiamo chiesto diinviarci riflessioni e impressionisu Brindisi e i brindisini.

Il“mangiare“ elemento cruciale di ogni civiltà

Lima sull’Oceano Pacifico

Lima e Brindisicittà di pescatorie cultura culinaria

Page 153: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

grinaggio quotidi-ano tra alcuni diquel paio di dozzinedi eccellenti ris-toranti marinari diottima qualitá cheo g g i g i o r n opopolano Lima.Si tratta quindi diuna cucina a base disemplice pescecrudo fresco e dialtrettanto freschifrutti di mare, radi-cata nelle anticheorigini precolom-bine dei popolatori

di quel porto del Pacifico e certa-mente influenzata , migliorata equindi fusionata, con i tanti con-tributi provenienti da queipopoli orientali asiatici cheattraversando il Pacifico sono,numerosissimi ed a piú ripresenella storia, approdati sulle spi-agge del Perú: mi piace dire,scherzando e semplificandomolto, che il sebice é una speciedi sushi, peró con l’aggiunta ditutta l’allegria, il sapore, ilcalore, lo spirito ed il ritmomagico del tropico sudameri-cano.

* * *Ma anche noi brindisini abbi-amo radicatissima nella nostracultura una cucina a base di pescie di frutti di mare, anche crudi.Ed abbiamo molti giovani checon impegno e con passionestanno riscoprendo e rigeneran-do le ricette marinare. Lancioquindi una sfida, o magari soloun invito, un suggerimento, aqualche bravo giovane edentusuiasta imprenditore brin-disino appassionato dell’arteculinaria: perché non aprire aBrindisi una “sebiceria”, natu-ralmente non improvvisando,ma preparandosi, studiando,ricercando, sperimentando, conpazienza e con tanto lavoro ededicazione!E si, ...perché racconteró piúavanti che il sebice in Perú lo simangia da centinaia di anni, malo strepitoso successo dell’in-dustria gastronomica del Perú éinvece molto piú recente, ed unafacile ricerca sull´argomentoconduce a spiegare rapidamentee chiaramente le ragioni di talesuccesso. Quali?: l’inteligenza,lo studio, l’imprenditorialitá, laperseveranza, il lavoro, i sacri-fici e l’entusiamo di una gener-azione di alcuni giovani cuochiche hanno saputo cogliere ilmeglio di una tradizione edhanno saputo calarla dentro l’at-tualitá e la quotidianitá di questonostro mondo ormai sempre piú

globalizzato.* * *

A Lima avevo conosciuto giá unpó di anni fa, il ristorante “LaMar”, una sebiceria appunto, diottima qualitá a prezzi accessi-bili, ed avevo provato i vari tipidi sebice che vi si offrivanoassieme ad altri ottimi piattimarinari peruviani. Si trattava,e si tratta tutt’ora, di un riso-rante informale nel quale a queltempo non era neanche possi-bile prenotare. Mi era sembratoche quei sebices avessero qual-cosa di speciale, un tocco difreschezza e di delicatezza che lirendeva di gran lunga piú gus-tosi di quelli che, pur buoni,avevo molte altre volte giáprovato anche molto prima d’al-lora, fin dai lontani tempi delmio servizio civile a Guayaquilin Ecuador nella seconda metádegli anni ‘70. Poi, quello stes-so ristorante, cioé con quellostesso nome e con la stessa qual-itá delle pietanze, l’avevo ancheritrovato in altre cittá ameri-cane: Citta del Messico,Santiago del Cile, San Paolo,Bogotá, San Francisco, diven-tandone un “fan”, ed avevoanche scoperto che l’ideatore ediretto ristoratore era un peru-viano abbastanza giovane, unbravo “chef” di successo dinome Gastón Acurio.L’anno scorso poi ero a Cittá diPanamá e avevo visitato unamico, ingegnere italiano diret-tore del cantiere del nuovocanale in piena costruzione eche dovrá essere inauguratonell´agosto del 2014 in coinci-denza con i 100 anni esattidall´pertura del primo ed attualecanale, e al momento di decideredove andare a cena mi venne inmente di chiedere in giro se percaso non vi fosse anche lí un“La Mar” e con mia grata sorpre-sa, ...si c’era, era stato aperto dapoco. Entrando nel ristorante ementre ci accompagnavano altavolo, stavo raccontando almio amico del “chef Gastón” edei vari ristoranti “La Mar” cheavevo conosciuto in altre cittáamericane, allorché il cameriereche ci stava accompagnandoesclama: ‘Ah, lei conosceGastón’, e prima che io potessireplicare ‘no’ lui continua:‘Gastón é qui da qualche giorno,adesso lo chiamo cosí lo potrásalutare’. Simpatica quantoimprobabile sorpresa. Dopoqualche minuto che eravamo altavolo arriva Gastón. Un ragaz-zoto quarantenne informale egiovanile, dall’aspetto giovialee dall’apparenza appena un pó

timida. Si siede al nostro tavoloe subito mi preoccupo natural-mente di spiegare il fortunatoequivoco con il cameriere. Una gradevolissima chiacchier-ata: Gastón, appartenente allaclasse media alta di Lima, con unpadre importante che lo spinge astudiare diritto, si iscrive e stu-dia all’universitá, ma con dentrodi sé una grande passione e uninfinito amore per la cucinatradizionale peruviana. Controla volontá del padre, non si lau-reará mai in diritto, ma sidiplomerá nel famosissimo LeCordon Blue di Parigi. Poi unacarriera strabiliante, con tantis-simo studio, tanta ricerca, tantolavoro e tantissima dedicazione.La sua missione principale é lavalorizzazione e la diffusionedella cucina peruviana nelmondo, e con tale obiettivosempre presente, scrive libri,anima programmi televisivi,insegna gastronomia, pro-muove manifestazioni culinariee regenta tanti ristoranti di suc-cesso, con la sua presenza con-tinua attenta e meticolosa inognuno di essi: un effettivo stra-ordinario ambasciatore dellacucina peruviana nel mondo.

* * *E allora? ...Ma noi a Brindisi,oltre al pesce ed ai frutti di mareed al celeberrimo ottimopolipo, abbiamo addiritturaanche il nostro eccezionalevino, …e questo sí che i peru-viani non lo possono vantare.Quindi? ...Sará possibile realiz-

zare quello che mi sono immagi-nato ed auspicato? ...Chi si faavanti? ...Coraggio!Noi popoli del Mediterraneoinfatti, son convinto che com-inciammo ad abbandonare lenostre origini barbariche soloquando imparammo a coltivarel’uva e le olive, ed i precursoridella nostra cultura romana, igreci, proprio grazie al vinoinventarono il simposio, ter-mine che per l’appunto vuolsemplicemente dire “bereassieme”. I simposi erano riu-nioni di cittadini che conversa-vano e dibattevano i temi con-cernenti la ‘polis’ -la vita pub-blica- con la conduzione di unmaestro di cerimonia cheselezionava e serviva i vinidurante l’incontro. Forsepotrebbe essere una buona ideaquella di ripristinare latradizione! Immaginiamoceli unpó i nostri consigli comunali insimili circostanze! Magari,chissá che non ne verrebbe fuoriqualcosa di meglio! Hahaha! Manoi brindisini abbiamo fattoben di meglio e ben di piú chegli stessi greci: abbiamoaddirittura prestato il bel nomedella nostra cittá al verbo‘brindare’, giacché nella Romaantica era costume che i giovaninobili andassero a studiare inGrecia e, naturalmente, partendodal porto di Brindisi: il giornodella partenza si augurava con unbuon vino locale il buon viag-gio e il buon esito degli studi. Efu cosí che da quella tradizione

derivó il detto ‘fare un brindisi’equindi, ‘brindare’.

* * *E per completare la nota storicagiá prima accennata sul sebice:nell’antico Perú, giá duemilaanni fa, si preparava questo piat-to a base di pesce fresco che sicucinava nel succo fermentatodel ‘tumbo’ -passiflora triparti-ta- un tipico frutto locale moltoagrio e spicctamente acido.Successivamente, durante l’im-pero incaico, il pesce venivainvece macerato con ‘ciccia’ -una bevanda ancestrale tipica-mente andina che si ottiene dallafermentazione del mais- e quindicondito con sale ed ‘ají’. Poi lapresenza spagnola aggiunsealtri due ingredienti dallatradizione culinaria mediter-ranea: la cipolla ed il limone ilquale, sostituendo il troppoacido ‘tumbo’ o la acidula ciccia,permise di ridurre notevolmenteil tempo necessario allapreparazione del piatto, tantéche la tendenza piú recente éaddirittura quella di prepararlonel momento stesso delservizio: in alcuni riostoranti ilchef lo prepara al tavolo deicommensali.

* * *Ma per concludere ritorniamo aBrindisi. Ho avuto uno zio diantica tradizione contadina bin-disina, ma sulla sua tavola nonpoteva mai mancare un qualchefrutto di mare fresco e rigorosa-mente crudo: dalle cozze allevongole, dai coccioli ai tiratu-foli, dai ricci alla schiuma dimare. Non faceva differenzaalcuna il giorno della settimana,né il mese dell’anno, nonimportava che ci fosse il sole oche piovesse a dirotto, lui per-sonalmente doveva, in unqualsiesi momento della matti-nata, fare una corsa in bicicletta,o in moto, o in ape, da via Rodialla ‘chiazza’ ...e comprare ifrutti di mare freschi da mangia-re come antipasto, crudi ed almassimo conditi con sololimone: non ricordo che in tan-tissim anni lui abbia mai soffer-to di un qualche incidente gastri-co. Quindi? ...Storia tradizionee cultura culinarie, radici e idios-incrasia marinare, pesci e fruttidi mare freschi, condimentiaccessori in qualche modoreperibili, professionalitá culi-narie ed amatori gastronomici,...Abbiamo proprio tutto, eallora, di cos’altro c’é bisogno aBrindisi? ...Solamente di tantoentusiasmo e imprenditorialitá,di lavoro e tanta dedicazione,...Chi se la sente di tentare?

21CRONACA DI BRINDISI

Gastón Acurio, il rinomato chef peruvianodei famosi ristoranti ‘La Mar’

Nel ristorante “La Mar”di Lima

VENERDÌ 9 DICEMBRE 2011

Page 154: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

di GIANFRANCO PERRI

Con l’inizio di ogni nuovoanno vien quasi spontaneo fareconsuntivi su quello appenatrascorso e passare poi ad ana-lizzare le prospettive di quelloche sta iniziando il suo percor-so. E così, non appena mi sondisposto a scrivere agli amicilettori di Senzacolonne perquesto primo appuntamento diquest’anno, anch’io mi sonritrovato senza volerlo a ripas-sare il film del mio 2011. Edil capitolo che con maggiorinsistenza ha occupato loschermo virtuale è stato uncapitolo fatto di tanti amici:amici vecchi, amici nuovi,amici ritrovati, amici più gio-vani, amici meno giovani,amici d’infanzia, di gioventù,di scuola, di strada, di espe-rienze vissute o trasmesse.Tutti amici ‘stranamente’ pre-senti, e divenuti lungo il tra-scorrere dell’anno sempre piùattuali, anzi familari e quasiquotidiani, sullo sfondo di unasuggestiva scenografia com-posta da luoghi paesaggi per-sonaggi, ...e poi, sensazionicose atmosfere, ...da principiovagamente diffuse e un comepò assopite, e poi man manoritornate magicamente allaribalta.Ma che vuol dire? Ma di che sitratta? Si tratta degli amici edelle foto di Brindisini la miagente, un gruppo fb nato unanno fa, quasi per gioco e perla fortunata intuizione del-l’amico Cosimo Guercia cheun bel giorno si sveglia efonda il gruppo scrivendo: “Questo gruppo l’ho volutocreare per tutti i Brindisini,per far ricordare e far capireattraverso le foto come sisvolgeva nel passato la vitaquotidiana brindisina e farlaquindi conoscere alle nuovegenerazioni. Il gruppo è aper-to a tutti, pertanto possono

essere caricate foto personali,foto di scolaresche, foto diBrindisi, cartolline d'epoca equant 'altro, in modo da tesse-re un racconto della vita brin-disina trascorsa, e naturale-mente anche di quella attuale.Mi auguro che questa paginavirtuale piaccia a molti e chetutto il materiale in essa inse-rito non venga disperso perfarne poi un’unica raccoltautile a tutti. Un grazie a tutticoloro che vorranno partecipa-re. Con il loro aiuto si potràcertamente realizzare una bellapagina. Ancora grazie,Cosimo Guercia”Poi l’amico Cosimo invitaquattro amici, brindisini doc,ad amministrare con lui ilgruppo appena battezzato: -Giancarlo Cafiero, storicofondatore della famosa bottegad’arte La Valigia delle Indie -Gianfranco Perri, ingegnereprogettista di gallerie cono-sciuto sul web e che solo dopoqualche mese scoprirà risiederea più di 8000 chilometri da

Brindisi -Giovanni Membola,ideatore e curatore della bellis-sima pagina www.brindisi-web.it -Raffaele Mauro, notis-simo e instancabile imperter-rito lottatore civico brindisi-no. La data? Ultimi giorni del2010. La prima foto postatada Cosimo Guercia? Una car-tolina del 1921 intitolata“Brindisi vista dal mare” conin primo piano una bellissimabarca a remi con la vela bian-ca spiegata e sul fondo l’in-confondibile lungomare brin-disno. Il primo commento diGianfranco Perri? “Brindisi,cittá di mare. E’ bellissimoscoprirla arrivando via mare.Consiglio a tutti coloro chenon l’abbiano ancora fatto conla dovuta attenzione, di farequesta esperienza. Le antichecittá di mare sono state conce-pite guardando al mare e sisono sviluppate immaginandodi essere raggiunte proprio dalmare. Solo scoprendole oriscoprendole dal mare si rie-

sce a cogliere per intero tuttala loro magia e a volte, comenel caso di Brindisi, tutta laloro bellezza”.Da quel giorno in avanti, ...daquei cinque amici in avanti,...da quella fotografia in avan-ti, ...da quel commento inavanti, ...questi gli incredibilinumeri di Brindisini la miagente dopo un anno esattodalla fondazione: -6000 foto-grafie -1225 amici -135 docu-menti -migliaia e migliaia dicommenti. Eppure, nonostan-te il loro indubbio impatto,gli strabilianti numeri noncostituiscono certo l’aspettopiù importante e più significa-tivo di questo fantastico e sor-prendente fenomeno sociale ecivico tutto brindisino.Un’importanza che é invece daricercare nell’eccezionale viva-cità del gruppo: nella varietà equalità dei temi trattati, delleopinioni liberamente espresse,delle sensibilità risaltate,delle informazioni diffuse,delle esperienze trasmesse, dei

documenti fotografici scritti esonori pubblicati, delle inizia-tive intraprese e realizzate,degli incontri virtuali e fisiciprogrammati ed effettuati, etc. Parliamone un pò, per ricorda-re e anche per informare colo-ro i quali non hanno vissutoper intero questa fenomenaleesperienza, che è naturalmenteaperta a chiunque altro vogliaintraprenderla: Brindisini lamia gente è un gruppo aperto,sul sito non esiste la censura,gli aderenti hanno in comune,tutti e solamente, il naturaleaffetto per Brindisi, la sua sto-ria, la sua terra, le sue trdizio-ni e la sua cultura, mentre peril resto solo si richiede buonaeducazione rispetto e tolleran-za, null’altro: questa è l’unicaregola. Quindi ognuno puòpubblicare o commentare leproprie immagini, le proprieopinioni e le proprie idee, cisarà chi le apprezzerà e chimeno, ma tanto non è certorichiesta l’unanimità dei con-sensi su ogni post.

23MARTEDÌ 3 GENNAIO 2012

Un anno fa nasceva“Brindisini la miagente”:il bilancioDodici intensissimi mesi per il gruppo su Facebook

Partito con cinque amici e una sola foto.Ora gli iscritti sono 1125

Page 155: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

24

Già dopo solo pochissimimesi dalla fondazione delgruppo, Senzacolonne avevascoperto ed osservato con inte-resse il fenomeno, e difatti,nonostante si trattasse ancoradi un qualcosa di incipiente,l’osservatore attento ne potevaintravedere o quanto menointuire le potenzialità: nel-l’edizione dell’8 aprileSenzacolonne pubblicò unprimo articolo intitolato “Infoto la città che non c’è più”dove si parlava di 156 aderentie 900 immagini. Poi, meno diun mese dopo, un primo gran-de salto qualitativo: il 4 mag-gio si realizzava il primoincontro fisico del gruppo,con la coordinazione diCosimo Guercia e RaffaeleMauro e con il contributo online di Gianfranco Perri dalSudamerica. E di nuovoSenzacolonne rassegnava det-tagliatamente l’incontro conun amplio articolo pubblicatonell’edizione del 5 maggiointitolato “Brindisini la miagente, dal virtuale al reale”dove si parlava ormai di più di600 aderenti e più di 1500immagini, e di quell’incontrosi commentava: “Per Cosimo Guercia, tutto

ebbe inizio una sera quandoquasi per gioco pubblicò inrete alcune delle tante foto inbianco e nero riguardantiBrindisi che custodiva nel suoarchivio. In pochi giorni icontatti al gruppo si eranocentuplicati, così come le fotopubblicate da tanti concittadi-ni e da tanti che, nati aBrindisi, vivono oggi lonta-no. Il gruppo è rapidamentediventato una virtuale piazzain cui incontrarsi per ricordareil passato, tornare ad ammira-re monumenti che non ci sonopiù, assaporare tradizioni cheil tempo ha affievolito, rivive-re mestieri ormai scomparsi,etc. L’idea è essere protagoni-

sti attivi del cambiamentodella città recuperandone ilpassato. Momenti di vita vis-suta relegati alla sfera deiricordi che grazie alla passionedi tanti tornano ad emozionaree stupire. Una carrellata diimmagini che riprendonoscorci cittadini, monumenti,personaggi, e raccontano unospaccato di quella che era untempo Brindisi. E per Raffaele Mauro, dal vir-tuale al reale il passo è breve.Mettere insieme le idee di tuttiper valorizzare al meglio unadocumentazione unica e diestremo interesse. Il gruppo èdiventato un vero e propriopunto di riferimento per tanti

brindisini rivelandosi, per chipiù giovane non è, occasioneper rivivere nostalgicamente ilpassato, per le nuove e futuregenerazioni un modo perconoscere meglio la città incui vivono, le trasformazioniche nel tempo Brindisi hasubito, non tutte e non sem-pre in meglio. Ma non solo.Travalicando i confini del webci auguriamo di diventare, nelconcreto, un movimento dipressione, di far leva, attraver-so proposte, idee, iniziative,sulla sensibilità degli entilocali e dei nostri concittadiniaffinchè Brindisi si trasformiin meglio e non venganocommessi gli stessi errori del

passato quando scelte scellera-te hanno cancellato per sempremonumenti, palazzi, giardini.Partendo da quello che abbia-mo Brindisi può tornare adessere bella come lo era untempo. E da Gianfranco Perri, dalSudamerica, una propostaconcreta. Partendo dalla consi-derazione che tra i tanti meritidi questo bellissimo gruppobisognava annoverare e risal-tare lo straordinario valoresentimentale, aneddotico edanche storico che rivestonomolti dei commenti cheaccompagnano entusiastica-mente e puntigliosamentemolte delle foto postate,

sarebbe stato assolutamenteun gran peccato che gli stessisi potessero perdere. Per que-sto la proposta e promessa diraccogliere ed ordinare tutti ipiú significativi post con irispettivi commenti. Farneuna raccolta inizialmente gigi-tale, poi magari farne ancheun progetto editoriale.Raccogliere e valorizzare unadocumentazione che è unica,bella interessante ed utile, spe-cialmente per i piu giovani, eper chiunque voglia conosceretanti aspetti della cittá cherischiano di rimanere scono-sciuti ai piú ed essere poidimenticati.”Dal 4 maggio al giovedì 30

MARTEDÌ 3 GENNAIO 2012

Cosimo Guercia e Raffaele Mauro al primo incontro del gruppo - 4 maggio 2010

Il distintivo della Brigata amatori storia ed arte di Pasqualino Camassa

Page 156: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

giugno son meno di due mesi,e non più di tanto impiegòGianfranco Perri a trasformarein realtà la sua promessa vir-tuale. E quale migliore occa-sione per mostrarla a tutti, chequella del secondo incontrofisico del gruppo? E dove rea-lizzarlo? Questa volta in unluogo altamente simbolico,grazie all’interessamento diRaffaele Mauro e alla conces-sione del Comune: nelTempietto di San Giovanni alSepolcro, quello stesso luogoche 80 anni prima fu scelto daDon Pasqualino Camassacome sede del “cenacolo dicultura” con l’istituzione dellaBrigata degli amatori della sto-ria e dell’arte che teneva pro-prio lì gli incontri organizzati,appunto di giovedì, con scien-ziati, letterati ed artisti.Senzacolonne annunciò l’in-contro in un articolo pubblica-to nell’edizione del 29 giugnointitolato “Brindisini, dal webal Tempio” e lo rassegnò indettaglio con un articolo belloed emotivo del suo DirettoreGianmarco Di Napoli, chepartecipò anche a questosecondo incontro intervenendopersonalmente, pubblicatonell’edizione del venerdì 1luglio intitolato “La Brigadadei Brindisini riaccende ilTempietto”.Il gruppo Brindisini la miagente, in quell’affollato edemotivo incontro, messo insoggezione dalla magia delluogo, decise di fare proprio ildistintivo di quella Brigata diamatori brindisini di storia edi arte guidata da PasqualinoCamassa. Un distintivo moltobello che per quell’occasionefu portato da GiancarloCafiero al Tempio di SanGiovanni in splendido esem-plare originale. Il gruppovolle così simbolicamenteraccogliere “umilmente etimidamente” il testimone dachi molto prima seppe farrisorgere la città con la forzadell’amore e della passione.

Il distintivo della Brigata ama-tori storia ed arte diPasqualino CamassaMa quale fu la promessa man-tenuta da Gianfranco Perri? Lapubblicazione del bellissimolibro a colori intitolato“Brindisini la mia gente -fotografie e commenti”:Fotografie della Brindisi chefu e della Brindisi che è, con icommenti spontanei e perso-nalissimi di coloro che, brin-disini doc, quella Brindisi chefu l’hanno vissuta e vivono laBrindisi che è. Brindisi, la"filia solis" di Federico II, laBrundisium romana, la messa-pica Brunda, il più bel portonaturale dell’Adriatico italia-no. Il tutto in piú di 300 pagi-ne e quasi 300 fotografie rac-colte in ben 37 capitoli:“Al cinema - Banco di Napoli- Birreria Ricchiuto -Bombardamenti - Cantine -Che fare con la nostra costa -Chiostro San Benedetto -Ciccio ti li passatiempi -Collegio navale e Teatro dei

misteri - Complessi beat Anni60 - Culiermu - Desiré a mare- Ferdinando Cocciolo -Fontane di Piazza Cairoli -Fotografi - I Gran caffé - IlCalvario - Il cinesino chemuoveva la testa - IlMonument0 - La chiazza - Lafontanella dei giardinetti - Latorre dell´orologio - La ven-demmia che fu - LargoAngioli e lu Napulitanu -Marimisti e Fontanelle -Palestra Boxieri - Piazza delpopolo - Piazza Dionisi -Piccolo Bar e dintorni -Presidio e dintorni - SantaPulinara - Sciabiche - SpidituPennetta e la Pallacanestro -Trapuranella e Capurussu -Via Cittadella - Via Maestra -

Via Paolo Sarpi”E Raffaele Mauro volle subitocommentare: “È un libro stra-ordinario, figlio della passionee dell’amore sconfinato deibrindisini vicini e lontani, masopratutto i lontani per i qualila nostalgia si fa struggente.Quando la vita ci porta lonta-no dalla nostra Brindisi ciaccorgiamo di quanto cimanca. A chi resta il compito,duro ma non impossibile, dicustodire quello spirito e didifendere la storia e la culturadi una città millenaria. Graziea tutti, stasera in quel tempiet-to di San Giovanni alSepolcro, con il cuore eravateaccanto a noi, e credetemi,…si sentiva!”

Ma quell’incontro fu anchetante altre cose, con un elencodi idee e di obiettivi da rag-giungere, di campagne da ali-mentare, di iniziative da intra-prendere e di valori da riscatta-re. Il Direttore Gianmarco peresempio, ricorda a tutti chestiamo purtroppo perdendol’abitudine di parlare il verodialetto brindisino, un grandepatrimonio culturale che untempo fu addirittura bollatocome la lingua degli analfabe-ti e sempre più messo daparte, sino a essere dimentica-to e “imbastardito”. Il dialettobrindisino, questa la sua pro-posta concreta, può diventarela lingua ufficiale dellaBrigata, per fare in modo che i

più anziani ed i più colti nellasua pratica, possano trasmet-terne vocaboli e cadenze primache essi vadano persi per sem-pre. Ed il gruppo ha certamen-te tutte le risorse per farlo:Giovanna e Lucia Tramonte eRemo Simoniello, solo percitare tre degli amici in questoforse più rappresentativi, sonotre riferimenti valorosissimiper il nostro dialetto, cultorisapientissimi ed autori di bel-lissime poesie e prose inautentico brindisino. E nonsono certamente i soli a prati-carlo con bravura e cognizionetutte le volte che l’occasioneaccenna a volersi presentare. Eper esempio, come non citarel’amico Giancarlo Cafiero,imbattibile declamatore dipoesie dialettali, o l’amicoArcangelo Taliento, deposita-rio dell’autentico sciabbicoto!Quell’incontro avvenutoormai già più di 6 mesi orsono, aveva anche siglato ilraggiungimento dell’incredibi-le quota di 1000 aderenti e diquasi 4000 post, un gruppofacebook definitivamente ecce-zionale, un fenomeno possi-bilmente unico, probabilmen-te da studiare per meglio capir-lo e più correttamente inter-pretarlo! E nuovamente infat-ti, è bene ricalcare che taleeccezionalità non è solo dariferire al pur grande successonumerico, ma sopratutto allostraordinario successo di con-tenuti ed all’interesse, entusia-smo direi, genuino e sponta-neo con cui la maggior partedegli amici partecipa attiva-mente alla vita del gruppo,una vita scandita ogni giorno24 ore su 24 ore. E si, ad ogniora del giorno e della notte èinfatti sempre possibileincontrare amici collegati

25MARTEDÌ 3 GENNAIO 2012

Gianfranco Perri al Tempio presenta “Brindisini la mia gente”- 30 giugno 2011

“Secondo incontro del gruppo al Tempio San Giovanni - 30 giugno 2011” Cosimo Guercia - Gianfranco Perri - Giancarlo Cafiero - Raffaele Mauro

Page 157: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

online, complice il fuso orarioe la residenza oltreoceanica diun buon numero di amici pre-senti tra i residenti in “Via DaBrindisi”.Una strada che nella topono-mastica non esiste ma che è lapiù popolata da brindisiniNella foga del racconto hocitato un pò di nomi di amicidel gruppo senza nessun ordi-ne prestabilito, ma natural-mente non ho citato i nomi ditutti, e neanche dei soli piùassidui e più presenti, sarebbe-ro anche solo loro tantissimi,troppi per lo spazio limitatodi un solo articolo. Eppurevoglio fare il tentativo, anchea rischio di dimenticarnemolti, di citare alcuni degliamici che in maggior misuraintervengono pubblicando tan-tissime belle, stupende, ed ori-ginalissime fotografie estrattedalle loro preziosissime cole-zioni, per così inviare loroanche in questa occasione, unsentito ringraziamento, sapen-do di farmi interprete in questodel desiderio di tutti i duemilae passa attuali amici aderential gruppo. E mi piace cominciare con ilringraziare l’amico virtualeNikos Desillas, lui non èbrindisino e neanche italiano,infatti è nato e vive a Corfù,ma ama profondamenteBrindisi ed è il fortunatissimodepositario di una colezione diinfinite cartoline di Brindisi.Infinite, belle, storiche ed ori-ginalissime: un grandissimograzie Nikos, da parte di tutti iBrindisini la mia gente!Quindi un sentito grazie aRomeo Tepore, l’ideatore diBrindisi in bicicletta e grandecolezionista di foto e cartolined’epoca; un tante grazie albravo fotografo Cosimo

Prudentino; a GiancarloCafiero ed alla sua Valigiadelle Indie; a GiovanniMembola ed alla sua paginawww.brindisiweb.com; aCosimo Guercia fondatore delgruppo; ai magnifici fotore-porters del gruppo: MaurizioDe Virgiliis, StefanoAlbanese, Ugo Imbriani, eMario Carlucci.Ma le fotografie, pur costi-tuendo la struttura portante delgruppo, non potrebbero certoavere lo stesso significato lastessa trascendenza e la stessapenetrazione, senza i com-menti che le accompagnano eche indubbiamente costitui-scono l’anima e lo spirito delgruppo. E qui l’elenco degliamici da aggiungere a quelligià citati, per così ringraziarliper i loro interventi, sarebbeveramente lunghissimo edinevitabilmente incompleto,ma non voglio tralasciare diaccennarlo, magari tentando diattingere solo tra i nomi deiprimi aderenti: un grazie a...Marco Martinese, a Carla

Rubini, a Antonio Matarrese,a Pino Spina, a Enrico Sierra,a Mino Errico, a GiuseppeSumma, a Andrea Ecclesie, aGianni Tanzarella, a AngeloDi Presa, a AnnaritaSpagnolo, a Alberto Cafiero,a Gianna Santoro, a GiuseppeLaforgia, a Giusy Gatti, aRoberto Guadalupi, aGiuseppe Creti, a GianmarcoDi Napoli, a PatriziaVantaggiato, a AntonioMingolla, a Cosimo Carito, aDaniela Ribezzi, a NicolaPoli, a Silvio Melpignano, aMichele Toscano, a AnnaSmi, a Sandro Toffi, a DannyVitale, a Salvatore Cocciolo,a Antonio Volpe, a Sonia DiNoi, a Ernani Nani, a LinaBonatesta, a Efisio Panzano, aAngelo Catalano, a StellaMontanaro, a Cosimo Ucci, aMassimo Zaccaria, a FrancoProfico, a Annamaria Vitale, aDomenico Faraselli, aAntonia dell’Aglio, a AntonioMiglietta, a Giusy Tommasi,a Luca Di Giulio, a LuanaCampbel, a Carlo Turco, a

Cosimo Signorile, a GiorgioSciarra, a Antonia Ostuni, ...Certo ne mancano alla lista,lo sò, è inevitabile, ma sonougualmente tutti presenti, cre-detemi! E come completare questabreve rassegna “storica” diBrindisini la mia gente?Parlando di mete e di program-mi per il futuro? Si potrebbe,ne abbiamo infatti in quantitàed in qualità… Ma forse è piùsignificativo chiudere conpochi, solo tre, commenti pre-senti sui post del gruppo,scelti tra le migliaia e miglia-ia accumulati in questo primoanno di esistenza:“Ci sono persone che ti stupi-scono e che con il loro compa-rire improvvisamente ti ripor-tano a periodi felici sepoltinella tua mente, nei tuoi ricor-di! È come entrare da svegli inun sogno, è come fermare iltempo e ritornare indietro” -Elda Fontana.“Transitare per quelle stradeche hanno costituito lo scena-rio naturale di tante storie quo-tidiane nostre, dei nostri padrie dei nostri nonni, é comericonoscere nella realtá d’oggiquella materia prima che, ete-reamente sovrapposta ai ricor-di infantili e giovanili, dácome risultato magico lanostra stessa essenza di uomi-ni ormai maturi. Si é portati acredere che i luoghi cambianocon il tempo, che la loro fac-ciata sia tutto, e che il com-mercio e le infrastrutture e losviluppo siano capaci di can-cellare i quartieri e le case.Peró quando i luoghi conser-vano storie, o meglio ancoraquando hanno prodotto e pro-ducono storie, allora possonopermanere intatti per sempre.Le strade infatti immagazzina-

no ricordi ed accumulano sto-rie tra le loro pieghe e le lorofessure, e sono inoltre ancorae sempre colme dei personag-gi che le hanno transitate e checon i loro umori, i loro gesti,i loro affanni quotidiani e contutti i loro sentimenti, soprav-vivono al passo dei tempi. Iluoghi, i nostri luoghi in defi-nitiva, hanno anima e memo-ria, e per questo vale sempre lapena conoscerli, scoprirli eriscoprirli” - Gianfranco Perri.“Brindisini la mia gente é,anche, una piccola isola dilibertà di pensiero e di espres-sione, e così dovrà rimanereaffinchè continui a crescerenelle adesioni e nei commenti,come è successo fino ad ora adifferenza di altre pagine chenate vorticosamente sono giàbelle che finite, quei tantigruppi morti che popolano ilweb. E tutto questo anche gra-zie a che, nonostante a volte latentazione sia stata forte, nes-suno è stato mai cacciato obannato dal gruppo e che,salvo rarissime eccezioni, ilconfronto delle idee e delleopinioni si è sempre mantenu-to nei binari della buona e cor-diale educazione ed amicizia:questo è in se l'incontroverti-bile. La buona educazione e latolleranza sono infatti le uni-che virtù richieste per entrare eper stare in questo gruppo,dove tutti possono esprimerela loro senza però pensare diavere una verità che valga pertutti, ognuno si tiene le pro-prie, o se lo preferisce prova aconfrontarsi. Ed è per questoche la formula del grupo èquella di accettare le adesionidi chi richiede di entrare, senzaalcuna selezione” - R. Mauro.

26 MARTEDÌ 3 GENNAIO 2012

“Brindisi vista dal mare”- 1921 - La prima foto postata su Brindisini la mia gente

Page 158: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

158 

Unannofanasceva“Brindisinilamiagente”:ilbilancio

SENZACOLONNEdel3gennaio2012

GianfrancoPerri:Augurialnostromeravigliosogruppoperilsuoprimocompleanno!

LuanaCampbell:Auguriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

FrancescoSardano:Auguri!

GiovannaTramonte:Auguria tuttinoi,eungraziespecialeaGianfrancoeCosimochecontantacostanzacoordinanoquestobelgruppo!

LuciaTramonte: Impegniamociancoraa tenerealta l'attenzionesullavitadella città,acoltivare relazioni amichevoli, a ricordare ciò che la nostra città è stata e a sentircicittadini attivi e responsabili. Grazie a Cosimo Guercia e a coloro che lo sostengono inquestainiziativa!

CosimoGuercia:GrazieLucia,miaugurochel'impegnoperlanostracitta'continuiedinon perdere di vista cio' che puo' interessare per la nostra comunita' e per noi cheamiamolanostracitta'.Ègrazieavoituttiselapaginahaavutoquestosuccesso,iosolol`hocreata.Ungrazieatuttivoi.

AnnamariaVitale: comprato, letto e conservato, chissà che fra 50 anni non diventi undocumentostorico!

Annarita Spagnolo: Evviva i nostri fondatori‐ideatori di questo gruppo speciale...Nonricordoneanchepiùcomehofattoaimbattermineibrindisini,misembradiesserenataconvoi

EnricoSierra:Adesso l'hosalvato,poi lostampero'.Perche' ildirettorenonmandaunacopiaatuttigliabitantiinViadaBrindisi?Sarebbeunregaloperl'Epifania.Complimentiall'amicoGianfranco.

EldaFontana:GrazieGianfranco:l'holettoieri.Sensazionaleecommovente.Aveteavutoun'ideachel'Italiaviinvidia,nesonosicura!

LuigiScatigno:Holettobravissimoèstatocommoventeedemozionanteciaooo!

AntonioMatarrese:Bellissimoarticolo,bravoGianfranco!

GabriellaPiliego:ComplimentiaGianfranco!

FrancaCunsolo:CongratulationGianfranco!

RaffaeleMauro:Auguriatuttoilgruppo.Buoncompleanno!

MinaAcquario:Auguri....bell'articolo...complimenti!

Page 159: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

159 

GiancarloBuscicchio:Complimentiperilsuccessodell'iniziativa!AdmaioraGianfranco!

MinoErrico:Bellissimal'iniziativadiGianmarcoDiNapolidiospitarel'ottimoarticolodiGianfrancoPerri.UngranderingraziamentoaGianfrancoperlacitazione.Auguroniatutti,eduncarosalutoatutticolorochesonolontani.

GiusyTommasi:C'e'ancheilmionomechebello....bello l'articolocomplimenti......malatorta?Auguriiiiiiiiii

LinaBonatesta:BraviGianfranco,Cosimoetuttiquellichecihannocredutoecicredono!

AntonellaMargheriti:Auguriauguriauguri!

ArcangeloTaliento:ConlacortesecostantecollaborazionediGianmarcoediGianfrancoil gruppo raggiungerà a breve il 5% della popolazione brindisina. Piu' siamo megliostiamo!AdispettodiArborechelapensavadiversamente.

ErnaniNani:Grazieatuttivoicisentiamounpomeno"ViadaBrindisi"

Mario Turco: Bell'articolo, grazie Gianfra' come dice Ernani mio carissimo amicod'infanzia ...cisentiamomenolontani ...epoichediredelleclassifiche ...Brindisièesara'persemprelanumero1.Tiabbraccio,semeloconsenti.

FrancescoFischetto:Bravieauguri!!!

StefanoAlbanese:BravoGianfrancoPerri,davverounbell'articolo!

RemoSimoniello:Èveramenteunbellissimoarticolo, ...soloilsaggioGianfrancopotevagettarlogiù...

CosimoGuercia:GrazieGianfranco,seiilpilastrodelnostrogruppoeungrazieatuttigliiscrittialgruppocheconlaloropartecipazionehannoportatoilgruppoadiventareoltrechealivelloItalianoancheinternazionale,puntod'incontrodituttiibrindisini.Ungrazieparticolare a GiammarcoDiNapoli che dal primomomento ha preso di cuore il nostrogrupposeguendolodaiprimipassi.

GianfrancoPerri:Amici,sonoveramentecontentochevisiapiaciutol’articolo.Ringraziotutti coloro che hanno voluto esprimere il loro segnale di approvazione, o che hannoanche voluto commentarlo con generosità di giudizi su di me, su Senzacolonne e sulGruppo. Spero anche che la sua lettura ci stimoli tutti a proseguire il percorso e vivereancorpiùdavicinoquestameravigliosanostraavventura.Sonsicurocheleiniziativeeditraguardi continueranno a susseguirsi con la partecipazione di tutti noi e di tanti altrinuoviamicichevorrannoaderirealnostrogruppo.UngraziespecialeaCosimoGuercia,ilnostrofondatoreeaGianmarcoDiNapoli,ilnostrosostenitore.

Page 160: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

160 

Naufragi:AndreaDoria1956‐Concordia2012Altritempi?Osoloaltriuomini?Speriamonellaseconda!

Eppure il dubbio mi assilla. Sará solo che il comandante Calamai era un uomo diverso dalcomandante Schettino? Ma gli altri ufficiali? Anche per tutti, o quasi tutti, gli altri ufficiali si étrattato solo di personaggi un pó diversi? Tutto qui? Tutta lí la differenza tra il fatto che ilcomandanteCalamainonvolle abbandonare la suanave in fasedi affondamento fino aquandonon fu praticamente costretto a farlo perché i suoi ufficiali che intuirono la sua intenzione direstareabordopersempre, risalironosullanavedopoche lui liaveva invitatiadabbandonarlasull´ultimascialuppa,unavoltamessiinsalvotuttiipasseggerivividopolacollisione?

Émaipossibilechel´ufficialemedicodibordosiagiásullascialuppaasalvoinmaredoposoli20minutidall´avvenutosegnaledimassimaemergenzasuunanaveconpiúdicuattromilapersoneancoraabordo?Echea lui talecircostanzaappaiaesserenormale?Si, infattinoné scappato, érimastoasoccorrerequellicheeranoscesidallanave!

Forse si, forse si tratta solo uomini diversi.Ma se non fosse cosí? E se invece sono i tempi adessereormaicosídiversidoposolopocopiúdicinquant´anni?Nonsarácheitempiattualisonotalidanonprevederechepossanoesserciuominiconiprincipi,ilcoraggio,ilsensodeldovereedell´onore,etc.,cheinvecemostraronoavereilcomandanteCalamaietuttiisuoiufficiali?

Eperché?Nonsará forsecolpadel fattocheoggicisipreoccupatroppo,esolo,di farrisaltare inostri diritti, le nostre prerogative, le ingiustizie da noi subite, i compensi mancati, etc., esopratutto che lo si fa con tanto impeto tanta dedicazione e tanto affanno che poi non restaneancheiltempodiricordarcichetuttociónonécertoincompatibileconidoveri,conisacifici,etc.,echeanchequestiprincipidevonoesserefondamentalinellaformazionedell´umanitá?

Egiá,sembrerebbepurtroppochelenuovegenerazionisonotroppodistratteecheitantissimiedassillanti stimoli che ricevono non includono questi aspetti della vita: non c´é tempo perconsiderarli,noncisonosponsorsquelisostengano,noncisonodividendipoliticiquenepossanoderivare,nonvadimoda!

Page 161: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

161 

Pino Spina Gent.mo Gianfranco, non posso che condividere le tue considerazioni. Il naufragiodellaCostaConcordiamihamoltoturbatoproprioperilcomportamentodegliuomini.Certochidicecheicapitanicoraggiosideifilmsedeiraccontinonesistonoechelarealtàèbenaltracosa,avràanchelesueragioni,mauominicheperoltreun´oranascondonodistareimbarcandoacquasuunanaveconmigliaiadipasseggeri,...nonpensavomaididovervedereunacosadelgenere.

LuigiScatigno Perme il comandante Schettino è un codardo e un vigliacco, lui doveva stare abordofinoallafine,nonhaonorenédignità,poivoglionoparagonarequestatragediaconquelladelTiatnic,vergognabuffoni!

Mino Errico Schettino sta a Calamai come il diavolo all'acqua santa. Penso che tutto stia neimetodidireclutamentodeicomandantidapartedellaCostaCrociere.Ierihovistoun'intervisaalcomandante della gemella della Concordia, è un giovane di poco più di 40 anni e mi daval'impressionediunmodelloodiunfighettochedevepiùpensarealleapparenzecheallasostanza.Quindi io penso che Schettino fosse in grado di governare una nave di quel genere solo incondizioniottimali,mentreincondizionidipericolohadimostratotuttiisuoilimitidicomandanteesoprattuttodipersona.

CarloZanoliniIndipendentementedaigiudizi,chenoinonpossiamochetentaredidaresull'ondadell'emozione fino a quando non si sarà completamente stabilita la reale versione dei fatti, èopportunocaroGianfranco,cometuhaifatto,ricordarechelasocietàvaavanticonlepersonechefannoilpropriodovere,fannosacrificiesiimpegnanoemagariperdonoanchelavitaelasaluteperquestiideali.Maoccorreanchericordarechel'umanitàèdasempreunamiscelaconlastessapercentualedicoraggiosiedicodardi,diintraprendentiedipigri,dilealiedivigliacchi,dionestiedidisonesti, diCainoediAbele.Questoè la caratteristicadell'uomo, e ladonnanonè certodameno!Accettiamoquestanostracondizionediderelitticostrettiviveresullaterra,spazioristrettoinconfrontoall'immensitàdell'universo,barcamenandocitracióchevorremmoessereeciócheinrealtà finiamoperessere:punitiadesistereperpochianni.Seaccettiamociò, tuttoci sembreràirrilevante.

Marco Martinese Caro Gianfranco, è un accostamento tra due figure umane di spessoretotalmente opposto: Il comandante Calamai era stato anche decorato con la Croce di Guerra alvalor militare. Ho solo il rammarico che una persona del genere, che dopo l'impatto con laStockholmmaipiù volle riprendere ilmare cheera stato la suavita, avrebbemeritato giustiziamolto prima. Dopo l'affondamento dell'Andrea Doria finì la sua carriera fino ad allora ricca disoddisfazioni. Recenti rivelazioni e nuovi studi hanno riabilitato la figura e confermato lacorrettezza del suo operato e quello del suo equipaggio, confermando le responsabilità dellaStockholm.

CosimoGuerciaIlcomandanteSchettinoappenaavvenutol'incidenteinvecedichiederesoccorsoha telefonato all'armatore comunicandogli di una piccola falla, tanté che l'armatore volevamandare qualcuno per la riparazione, mentre il tempo passava e le cose peggioravano. E poi...lasciare a bordo i passeggieri! Questo é solo uno dei tanti episodi di questa storiamaledetta.ComunquenonéneanchedeltuttochiaroilcomportamentodellasocietáCostaCrocierenellafasedi emergenza. Esiste infatti il sospetto è che proprio dalla societá possano essere venuteindicazionisulritardare larichiestadisoccorsosottovalutandolagravitàdell´incidente.Calamaipoi,nonc'édubbio,fútutt'altracosa.

Page 162: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

162 

NicolaPoliLatragediasierapotutacertamenteevitare,maingeneralec´éanchedadirecheèstato un erroremadornale togliere dalle navi, soprattutto dalle passeggere, il radiotelegrafista!CredochelasocietáCostaCrocieresisiaattenutaallaversionedelcomandante,quelcodardo,cheio non avrei messo neanche al comando di un peschereggio! E spero tanto che questorappresentantedellanostraMarinaMercantileabbiatuttoiltempo,d’orainpoi,dileggersitantidiari di bordo, compreso quello di Calamai. Sono un ufficiale radiotelegrafista della marinamercantileequestatragediamihacolpitotanto,permettetemiquestosfogo,grazie!

SilvioSersePremettochenonvogliogiustificaregliufficialidellaCostaConcordia,manonpossoaccettareicommentieleconclusionideigionalistichenonsannonemmenodovesitrovilapoppao la prua della nave. Io infatti, come ex ufficialemacchinista dellamarinamercantile, in questigiorninehosentiteelettemoltedinotiziesbagliateeinesatte.

EnricoSierra Ionondesidero fomentareglianimidicendochisiacolpevoleo innocente.Pensosoloachinonc'épiúeachipiange.Sequalcuno,opiúdiuno,hasbagliato,pagherá.Lagiustiziaterrenafarápureilsuocorso,mapoilagiustiziadivinacompleteráilgiudizio.

RemoSimoniello Come dice l'amico Enrico, aspettiamo l'esito dell'inchiesta. Parlare adesso diCalamai non credo abbiamolto senso. I tempi poi, non fannomutare il significato dell´onore edella responsabilità:un comandanteha ildoveredi tutelare, sempree anchea suodiscapito, lavitadichisitrovasottoilsuocomando,anchesesidovessetrattarediunsoloindividuo.

LuigiCastrignanoFermorestandoche,spero,sarannoleinchiesteincorsoadareunadinamicadell'avvenuto, rimane il fattoche il sensodell´onorenonèpiùcosadimolti, come loera invecenegliannipassati.

CarloCigliolaPietraecatenaaipiedielanciateloinacquadov'éavvenutoilprimoimpattoefatesicheladonzellanonpagante,loaccompagni.Vivaiverimarinaichehannodatolalorovitaperlanostralibertá.

SignorileCosimoGianfranco,tiringrazioperaverchiestounamiaopinionesull'accadutoeatalepropositopossodirtichedopoavere lettoil tuomessaggio,sentoildoverediesprimereunmiopensiero. La differenza tra vecchia e nuova generazione è enorme, pertanto il paragone tra ilcomandanteCalamaieSchettinolofareisoloinquestomodo:ilcomandanteCalamaihanavigatocon l'onoredella vecchia guardia, Schettinonavigava con il pensierodi essere lui aldi sopraditutti, nonostante tutto sento di non poter condannare la persona, anche se ha commesso ungrossissimo errorre. La fatalità credo che sia il perno principale di questa tragedia, sarebberobastatisolodiecimetrienessunosisarebbeaccortodellesuedecisioni.L'abbandonodellanave,mentrecisonovitedasalvare,sicuramentecondannauncomandantenonperilcodicescrittosuilibrimaperquelloscrittonelproprioioecheavrebbedovutovietareungestocosìsconsiderato.Sono certo che anche lui dopo aver valutato la situazione sia statopresodal panico enellapiùgrandeconfusionementaleabbiafattounerroredopol'altro.Finiscodicendochenessuno,mai,sidevesentiregrandeinparticolarmodoquandosihanellepropriemanilavitasuaequelladeglialtri.

Virginia Gatti Caro Gianfranco, non si puó fare un paragone tra il comandante Calamai eSchettino.Sonopersoneimparagonabilipermilionidimotivi,mavogliocitarnesolodue:itempi,ed ilsignificatodelladivisa.Calamaidiquei tempieraunuomoeducatoecresciutonelrispettodelleregole,dellepersoneedellecoseeindossandoquelladivisasapevacheilcompitopiúarduo

Page 163: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

163 

a lui assegnato era di poterla onorare in ognimodo. Schettino oggi é la rappresentazione dellamancanzadiregole,dellaspavalderiaedellaassolutaspregiudicatezzadamettereinattoinognimomentodellapropriavitalavorativa,équindilarappresentazionedell'uomodipoteredioggieladivisaperluinonhaunsignificatoesolol´hausatapercostruirsiunaimmagine!Sperosolochetutti gli enti preposti ai controlli, le capitanerie di porto inprimo luogo, imparino che le regolevannofatterispettaredatutti,sianoessigrandiosianopersonecomuni.Esperochel'incuboperquantoéaccadutoaccompagni tuttigliesserisuperficiali che si sonoresi responsabilidiquestacatastrofe.Laconnivenzadituttelecapitaneriechehannosemprechiusounocchiosugli"inchini"precedentiédacondannareesattamentecomelastupidagginedimostratadaSchettino.

FrancoProficoComehadettomoltobeneGianfranco,nonèsoloSchettinoadesserediversodalComandanteCalamai,maunpò tutto il personale conmansioni di prestigio alle quali è venutomeno,eradiversodaquellodell´AndreaDoria.UnparagoneconCalamaie tutti gli altriufficialidell'AndreaDoria,èpertanto improponible.Quali leragioni?All´epocadellatragediadell´AndreaDoriail68'nonc'eraancorastato:quelmovimentodiegoismoedissacrazionespazzóviatutti ivaloricheinteregenerazionieranostateeducatearispettareesenecessarioonoraresacrificandoanchelapropriavita.LaChiesaormaidaparecchio,parladiedmergenzaeducativa:ènecessario,anziindispensabile,riappropriarsidiqueivalorieternichelacattivapoliticahacancellato.

Antonio Matarrese Caro Gianfranco, premesso che per quanto io ne sappia il ComandanteCalamai non aveva alcuna intenzione di affondare con la sua nave, ma solo presidiarla finoall'ultimo per evitare che qualcuno salendo a bordo di una nave abbandonata ne diventasseproprietario,quellochepossodireècheècambiatounpòtuttodacinquant'anniaquestaparte,enonsolonell'ambitodicuistiamoargomentando.C'èstataunaperditadivalori intutti icampi,dalla famiglia alle professioni. Il comandante Schettino ha combinato un guaio che potevabenissimorisolversisenza laperditadiviteumane,mavuoiper ilsuoorgogliovuoiper ilbuonnomedellacompagnia,esaràlamagistraturaadefinirneleresponsabilità,hapersodivistaquellocheerailsuodoverediComandante,masopratuttodiuomo.Ilsuocomportamentohacausatolaperditadiviteumaneeabbandonandolanaveprimachetuttiipasseggerifosseromessiinsalvo,siéanchemacchiatodicodardia.Maiomichiedo:quanticomandantiSchettinocisonoingiropermareenonfannonotizia?InquestanostraItaliafamoltanotiziailprofessionistaserioedonesto,comeilcomandantedellacapitaneriadiportochehafattosoloilsuodovereeperilqualevienepagato, o come ilmedico che salva una vita umana, o ancora come il poliziotto che sventa unarapina. Questa, secondome, dovrebbe essere la quotidianità. Emi chiedo anche: nellamaggiorparte delle famiglie esistono ancora quei valori che i nostri nonni ed i nostri padri ci hannotrasmesso?Guardandomi in giro, evedendoanche imiei figli ai qualiho cercatodi trasmetterequellocheameèstatodato,credopropriodino.QuindicaroGianfranco,concordopienamenteconquellochescrivi,èlasocietàcheècambiata,econessaivalori:dirittipretesiedoverimancati.

Giuseppe Summa Gianfranco grazie per aver chiesto una mia opinione. Altri tempi ed altriuomini,oggi tuttooquasiavvieneesisvolgeperpuro interesseeconomicooperapparire.Unavolta l'onoreeraunaparola importanteeprimadipronunciarlasi rifletteva.Comunquenonmisento di giudicare il comandante Schettino anche lui vittimadi questo sistema, dovrápagare, espero pagherá per i suoi errori,ma cerchiamo di non santificare chi lo ha incitato a tornare abordo.Horiflettutosull'argomentoeritengochenonsipotesseordinareadunapersonaconfusaeforsealteratadiprendersicuradeirestantipasseggeri.Ilcomandantedellacapitaneriacheinveceera cosciente, o chi per lui, sarebbe dovuto andare a borto e coordinare l'esodo dei superstiti.Troppo facile urlare ed ordinare. Spero solo che le vittime abbiano un giusto e celerericonoscimentoerisarcimentomoraleedeconomico,...perquellocheservirà!

Page 164: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

164 

GianfrancoPerri Anche se lamia intenzionenon era stata quella di aggiungere legna al fuocodellapolemicasuidettaglidelle responsabilitádei singoli,perchédi legnasul fuoco ineffetti cen'era giá fin troppa, era certamente inevitabile che la tentazione non ci prendesse, a causadell´impeto ancora troppo coinvolgente di quell´onda di emozioni fortissime che la tragedia hascatenato dentro ognuno di noi. Vi ringrazio pertanto tutti per aver accolto il mio invito adesternarelevostreopinionisuquestotragicoeventoetentarecosíassiemedidarciunaqualcherispostaapropositodellariflessionechehovolutoaprire intornoalleduepossibilitáavanzateaeventualespiegazioneditantiepisodiapparentementeinspiegabili:cioéquelladiuna¨differenzatralepersone¨oquelladiuna¨differenzatraitempi¨.

E com'énaturale cheavvengaper le cose complessedella vita, lenostreopinioni sono risultateesseredisugualiedinevitabilmentearticolate:certamenteilcomandanteSchettinohacommessotroppi e troppo gravi errori facendo inoltre sorgere anche seri dubbi sull´atteggiamento esull´operato del suo corpo di ufficiali, e certamente il comadante Calamai dimostró avere ungrandissimosensodeldovereedell´onoreecon lui i suoiufficiali,dimostrandosi inoltresepurconrammaricanteritardo,l´assenzatotaledisuecolpetecnichenelnaufragio.

E venendo all´aspetto centrale di quanto mi premeva trattare, osservo che in molti abbiamocondivisolacoinvinzione,oquantomenolatendenzaacredere,chesisiatrattatodiunepisodioinfondoanchefigliodeinostritempiedellenuovegenerazionitralequalisembraesserelatitanteilsensodeldovereedell´onoreafrontediquellodell´immagineedell´interesse,¨...ilsensodell´onorenon èpiù cosadimolti, come lo era invecenegliannipassati...¨. Al contempoperó, alcuni di noihanno anche espresso forti dubbi o chiari pareri contrastanti in merito a quella possibilitá,¨...l'umanità è da sempre una miscela con la stessa percentuale di coraggiosi e di codardi, diintraprendenti e di pigri, di leali e di vigliacchi, di onesti e di disonesti, di Caino e di Abele...¨. Eproprioquestoéquantoavevoesplicitamentesperatosipotessedimostrare:nonmipareci siastata un chiara maggioranza che lo abbia sostenuto, ma sembra proprio che non lo si possaneancheescluderedeltutto:...forseilcomandanteSchettinoeduncertonumerodisuoiufficiali,conillorocomportamenteedilloroatteggiamentohannorappresentatounosfortunatoetragicoconnubio tra incompetenze tecniche e povertá di valori, ma molti altri al loro posto, anche inquesti nostri tempi, si sarebbero comportati ed atteggiati inmodo sostanzialmente diverso! ...Ono?

Page 165: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

165 

CRONACADIUNATRAGEDIAIMPROBABILEIl25luglio1956iltransatlanticopassegeriAndreaDoria,sottoilcomandodelComandantePieroCalamai,viaggiavaallavoltadiNewYorkprovenientedaGenova.Contemporaneamente,unanavedinazionalitàsvedese laMNStockholm,un transatlanticoper il trasportopromiscuodimerciepasseggeri, si dirigeva verso Goteborg. La Stockholm era comandata dal Capitano GunnarNordenson,ilterzoufficialeJohan‐ErnstCarstens‐Johannseneraincomandodiguardiainplanciaalmomentodell'incidente.

Alle23.10entrambelenavistavanoperincrociareuncorridoiomoltotrafficato,copertodaunafittacoltredinebbia.Nascostedallanebbia lenavisiavvicinaronoguidatesolodallereciprochevisioniedinformazioniradar,lequalinonfuronosufficientiadevitarelaimmanetragedia.Noncifu alcun contatto radio e una volta giunte a potersi vedere ad occhio nudo, fu troppo tardi perpraticarecontromanovreatteadevitarel'impatto.

L'AndreaDoria e la Stockholm entrarono in collisione con un angolo di quasi 90 gradi: la pruadella Stockholm, rinforzata in funzionedel fatto chepotevaoperareanche come rompighiaccio,sfondò la fiancata dell'Andrea Doria e la squarciò per quasi tutta la sua lunghezza, dato chel'AndreaDoriacontinuavaacorrerelungolapropriarottaortogonaleallapruadellaStockholm,sfondandosottoilpontedicomandodell'AndreaDoriaperun'altezzaditreponti,ovveroperoltre12metri,uccidendonumerosipasseggerigià ritiratiper il riposonotturnonellepropriecabine.Inoltre,sfondandomolteparatiestagneeperforandocinquedepositicombustibile,comportòunimbarco di circa 500 tonnellate di acqua di mare, le quali non potendo essere bilanciate neibrevissimi tempidella collisione,produssero ilpericoloso, immediatoedanomalo sbandamentodella nave a dritta per oltre 15 gradi. Quarantasei dei 1706 passeggeri trovarono lamorte nelmomentodell'impatto,insiemea5uominidellaStockholm.

Subito dopo la collisione, l'Andrea Doria iniziò ad imbarcare acqua e l'inclinazione aumentòsuperando i 18 gradi in pochiminuti. Una delle cause che determinò la repentina inclinazionedellanaveitalianafudeterminatadall'impossibilità,dipendentedallavelocitàdisuccessionedeglieventi,dipotereffettuareilriempimentoconacquamarinadeidepositicombustibilevuotiallatodi sinistra, come d'altronde suggerito dai costruttori. A seguito di questa concreta e provataimpossibilità,inpocotempolanavesuperòi20gradidiinclinazione,eilcapitanoCalamaisiresecontochenonc'eranopiùsperanze.

Il numero limitatodi vittimeed il completo successodelleoperazionidi soccorso fúmeritodelcomportamento eroico dell'equipaggio dell'Andrea Doria e soprattutto del comandante PieroCalamai e delle rapide e difficili decisioni da lui prese in momenti tanto concitati. Dopo ilsalvataggio di tutti i passeggeri, il comandante Calamai restò a bordo dell'Andrea Doriarifiutandosi di mettersi in salvo; fu obbligato a farlo dai propri ufficiali tornati indietroappositamente.

All'alba, tutti erano stati allontanati dall'AndreaDoria, e la nave venne trainata in acque basse.Tuttavia a causa della falla sul fianco, la nave continuava a inclinarsi fino al definitivoaffondamento,11oredopol'impatto,alleore10.09del26luglio.

Studitardii,madefinitivi,stabilironochefu l'inespertoterzoufficialedellaStockholm,Carstens‐Johannsenunicoufficialesulpontedicomandoalmomentodellacollisione,amal interpretare itracciati radar e a sottostimare la distanza tra le due navi a causa di un'errata regolazione delradar.L'ufficialedellanavesvedesepensavacheloschermoradarfosseimpostatosuunadistanzamaggiore di quella effettiva e non fu in grado di rendersene conto perché la manopola diquell'impostazionenonerailluminata.

Page 166: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

22 CRONACA DI BRINDISI MERCOLEDÌ 1 FEBBRAIO 2012

Questa volta scrivo aimiei amici brindisini,non per raccontare di

qualcuno dei miei viaggi econdividere sensazioni prova-te in giro per il mondo, ma perchiedere la loro collaborazionein nome del nostroMonumento, un anziano maorgoglioso brindisino che staper compiere gli 80 anni (fuinaugurato dal Re VittorioEmanuele III° il 4 Novembredel 1933) e che pertanto abbi-sogna di qualche cura in piú.Lui infatti, di anni ne deve tra-scorrere ancora tantissmi,imperterrito al suo posto con isuoi 68 metri d´altezza, ono-rando i bravi marinai d´Italiache non ci sono piú e vigilan-do al contempo a protezione ditutta la brava gente brindisina.In realtá la mia richiesta di col-laborazione va specificamenteindirizzata alle autoritá compe-tenti, quelle del Comune, dellaMarina Militare, del Porto, deiMonumenti, etc. Quindi allemolte autoritá, forse troppe epertanto piú facilmente indottea non sentirsi competenti enon sentirsi quindi responsa-bili di dover intervenire peren-toriamente, ...tanto forsetocca a quell´altra autoritá. Aimiei amici brindisini invecechiedo di mostrare la dovutaattenzione e di mantenersiallerta di fronte a un problemache magari non risulterá poiessere tanto grave, e lo sperofortemente, ma che certamentemerita la dovuta e sollecitaattenzione.Per uno di quei tanti miracoliche quotidianamente fa la web,la ormai piú che famosa reteglobale, un amico da Brindisi,e quindi a poco piú di 8000 chi-lometri dall´America, mentreci stiamo prendendo un buoncaffé mi dice, ... A proposito!Tu che sei un ingegnere di gal-lerie, ti voglio fare un bel rac-

conto, e poi mi dici che nepensi: “...Un pó di mesi orsono,mentre al Monumento erano incorso i preparativi per la ceri-monia commemorativa dellevittime di tutte le guerre suimari, da un settore del piazzaleprossimo ai piedi delle scale,sul lato destro guardando ilMonumento, sgorgava acqua azampilli e qualcuno disse chegià da una decina di giorniquell´acqua continuava ad usci-re in quello stesso modo.Qualcuno dei presenti simosse, spostarono le chian-che, portarono delle pompe einiziarono ad aspirare. Si pro-sciugó quella che sembró esse-re una camera sotterranea, mala stessa si riempí di nuovo inpoco tempo. Allora arrivaronoi vigili del fuoco che con unatelecamera constatarono lapresenza di un voluminosogetto d´acqua che da una con-dotta sotterranea versava nellacamera: l´acqua era dolce e nonpotabile, quindi in principiopiovana. L´esplorazione sot-terranea e subacquea non potet-te proseguire, e il settore dipavimento interessato venneopportunamente protetto dapesanti lastre di acciaio, e lacerimonia ebbe felicementecorso senza che si evidenzias-se problema alcuno...”Riflettiamo un pó. Anche se aipiú, e probabilmente a tuttinoi, l´esistenza di quella came-ra sotterranea risultava fino aquel momento ignota, é evi-dente che deve trattarsi di unastruttura appartenente ad unben piú ampio ed articolatosistema di drenaggio che nonsolo serve l´intero piazzale,ma forse serve anche le altresoprastrutture adiacenti allostesso: scalinata, muri d´ala dicontenimento che copronol´importante salto topograficotra il piazzale sottostante pro-spicente al mare e il piazzale

Via da brindisi Corrispondenze

dal mondo diGIANFRANCO PERRI

Monumento a rischioAcqua nel sottosuoloindebolisce la strutturaIl sistema di drenaggio non funziona come dovrebbe

L’allarme rilanciatodal docente brindisino,ingegnere minerarioin Venezuela: «C’è giàuno studio sul caso»

Il Monumento al marinaio.Sono ben visibili i ciuffi d’erba dovuti all’eccessiva umidità del sottosuoloLa freccia indica uno dei punti in cui si registra la tracimazione di acqua

Page 167: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

23MERCOLEDÌ 1 FEBBRAIO 2012

superiore a quota via Ducadegli Abruzzi, etc. Se poiquell´acqua a memoria d´uomonon é mai sgorgata in quelmodo, vuol dire che la sua viadi sfogo (naturalmente al mare)deve essersi in qualchemodo ostruita, per lomeno parzial-mente.E il mioa m i c op e r ó

n o na v e v aconclusodel tutto ilsuo racconto:“...Dicono cheautobetoniere piene dicalcestruzzo destinato a lavorieseguiti al villaggio pescatoritransitavano da lì provenendodalla discesa che dall'areoportogiunge al piazzale, per cosíevitare di transitare sulla stradache porta piú direttamente allabanchina del villaggio pesca-tori, per via di quel ponticelloche ne impediva il passaggio.Ma ‘dicono anche’ che allevolte il calcestruzzo vada amale (succede in effetti ognitanto, quando per qualsiesimotivo si produce un ritardotra il momento del confeziona-mento del calcestruzzo e quellodella sua posa in opera) e chein quei casi sia scocciantedover riportare il calcestruzzoall´impianto di fabbricazione,e smaltirlo. Mah!...”Ma veniamo al punto veramen-te importante: se il sistema didrenaggio ha in qualche modoperduto efficacia ed efficienza,cosa si deve fare e che pericolosi corre? Quello che c´é da fareé semplice ed intuitivo: biso-gna completare l´esplorazione

sotterranea e subacquea perverificare lo stato del sistema,per quindi eventualmente prov-vedere alla sua risistemazionee al suo pieno ripristino fun-

z i o-

nale. L´ideale sarebbe poterdisporre dei piani di costruzio-ne per cosí immediatamentecapire la natura e le caratteri-stice geometriche strutturali edidrauliche dell´impianto di dre-naggio. Purtroppo quei piani

no sono disponibili inloco. Forse riposano

a Roma negliarchivi di qual-

che ministe-ro, o forse

sono aNapoli

negl i

archi-vi della

L e g aNavale, che

credo ricorda-re sia stata la

p r o m o t r i c edell´opera.

In piú bisogna anche sapereche il progetto, proprio in cor-

rispondenza delpiazzale inferio-re, subí in corsod´opera impor-tanti cambia-menti. Il proget-to originale pre-vedeva infattiuna specie di dar-sena che sugge-stivamente conduceva l´acquadel mare fino a quasi lambire labase del Monumento. Il cam-biamento derivó dalla preoccu-pazione che la vicinanza delmare portasse con il tempo acompromettere la stabilitádelle fondazioini delMonumento. Quindi i piani diprogetto non sono quelli utilial nostro scopo, ma sono ipiani costruttivi, quelli da can-tiere, di cui abbiamo bisogno! Comunque in mancanza deipiani costruttivi non resta cheeffettuare un´esplorazione sulcampo, quella diretta mediantel´intervento dei palombari, oquella indiretta per la qualesono disponibili tecnologieabbastanza efficienti che per-mettono un´esplorazione rapi-da e precisa mediante telecame-re che vengono introdotte eguidate anche dall´esterno.Sono quelle stesse metodolo-gie che comune-mente si impie-gano per esplo-rare fognature, oacquedotti inter-rati, etc. Questae s p l o r a z i o n equindi non hamotivo di esserestata per cosítanto tempo rin-viata: E si, per-ché tutte le varieautoritá “even-tualmente com-petenti” che enon si sonoancora decise adintervenire sulcampo, sembrasiano state datempo e reitera-tamente avverti-te del problemada alcuni nostrid i l i g e n t iconci t tadi-ni, alcunid i

loro anche competenti tecnicicome l´ingegnere Vi toMaellaro e il geometra AldoIndini, per citarne solo due. Hoin merito anche letto la rela-zione preliminare, ma chiara eprecisa, del mio bravo collegae nostro concittadino, inge-gnere Domenico Danese, data-ta Bologna 16 settembre2011 .Ed ora passiamo al punto piúdelicato: Quali sono gli even-tuali pericoli? Molto dipendedalla funzionalitá del sistema:se si tratta di un sistema di dre-naggio la cui funzione é limi-tata allo smaltimento delleacque piovane che cadonodirettamente sul piazzale rac-colte dalle varie griglie ividistribuite o che comunqueprovengono dallo scorrimentosuperficiale verso tutta l´areadel piazzale, allora il pericoloé oggettivamente limitato,giacché tutto ció che puó suc-cedere é che temporalmente siproducano tracimamenti coneventuali allagamenti parzialie temporali del piazzale o diparti di esso. Naturalmentepoi con il trascorrere del

tempo la situazione tende-rebbe ad aggravarsi nel

caso non ci si decidessefinalmente ad interve-

nire opportunamen-te per ripristinare

il sistema di dre-naggio, il qualepotrebbe quindifinire cone v e n t u a l -

m e n t e

Alcuni tombini dedicati alla raccolta delle acque piovane

Sfoghi per l’acqua nei pressi del Monumento

Il Monumento visto da sotto

Gianfranco Perri ha 60anni e da moltissimianni vive in

Sudamerica.E’ ingegnere minerario e haprogettato la maggiorparte delle gallerie e metro-politane del ansegna nell’università di

Caracas in Venezuela, lasua consulenza è preziosaper molti ingegneri suda-mericani.Ha iniziato a lavorare comeassistente universitario.Nel 1975 ha conosciutosua moglie che da Caracasin Venezuela era giunta aTorino per un master universitario. Così Perri ha proprio seguitoil cuore rinunciando all’insegnamento nel politecnico di Torino,dove era stato chiamato alla fine del Servizio Civile. Si è trasferi-to a Caracas (la capitale del Venezuela) proprio nel periodo in cuistava nascendo la metropolitana e ha fatto parte del team di pro-gettisti. Da allora ha avuto solo un’escalation di successi arrivan-do a progettare numerose gallerie del Sud America.

GGiiaannffrraannccoo PPeerrrrii

Page 168: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

24 MERCOLEDÌ 1 FEBBRAIO 2012

il collassare del tutto, ocomunque col comprometterelocalmente anche la stabilitádel pavimento del piazzale aseguito della possibile socca-vazione irregolare dei terrenisotto superficie.Ma se invece, come certa logi-ca farebbe presumere, il siste-ma drenante sito sotto il piaz-zale é piú amplio ed articolatointegrando anche il drenaggiodelle acque piovane che siinfiltrano dalla superficie delpiazzale superiore antistantel´entrata del monumento, doveci sono le ancore per capirci,allora la situazione diventadecisamente piú pericolosa. Esi, perché se cosí fosse, lamancanza di un opportunosmaltimento di quelle acque lefarebbe accumulare nel terrenocontenuto dai due lunghi muri

d´ala presenti ai due lati delMonumento, determinandosi atergo degli stessi una pressio-ne idrostatica che si somme-rebbe alla pressione litostaticadei terreni e la cui entitápotrebbe essere ingente, con-siderando la notevole altezzadel dislivello, ossia dei muristessi, di circa ben 14 metri.Certamente all´intradosso deimuri é presente uno strato ver-ticale drenante che quindi rac-coglie le acque al piede deglistessi, cioé pressoché allaquota del piazzale inferiore,convogliando quindi quelleacque nella rete drenante che,appunto, sospettiamo si siaparzialmente ostruita. Taleostruzione impedirebbe il dre-naggio a tergo dei muri e laconseguente pressione idro-statica sugli stessi ne potrebbe

compromettere addiritturaanche la stabilitá statica. Non si tratta di voler essereallarmisti, quanto di essere suf-ficientemente realistici e pre-cisi, e quindi ingiungereall´azione tutti coloro che adessa sono preposti, anche se lecosidette competenze in questocaso risultano essere alquantoconfuse, ingarbugliate direi,tra il Comune, la MarinaMilitare, l´Autoritá portuale,la Sovrintendenza ai monu-menti storici, etc.Sembrerebbe addirittura che lecompetenze siano diverse aseconda che si tratti del piazza-le inferiore, o del Monumentoin se, o del piazzale superiore,etc. Ma il nostro Monumentonon lo sa proprio di tutte que-ste complicanze burocraticheed a lui solo interessa essere

ascoltato, essere curato deisuoi acciacchi, e specialmentese gli stessi non sono dovutisolamente all´inesorabile tra-scorrere del tempo, maall´incuria se non addirittura, esperiamo di no, all´ignoranzadegli uomini. Glielo vogliamo fare questoregalo per il suo compleanno80?Ho detto al mio amico chequando possibile sará mia pre-occupazione recarmi al campoper osservare da vicino lasituazione disponendo magariper l´occasione anche di ele-menti piú completi per unamigliore valutazione ed un piúattendibile diagnostico.Peró non credo proprio che siail caso di aspettare ancora e dicontinuare a tergiversare suldafarsi e a rinviare le azioni.

Per eseguire un corretto dia-gnostico ed una pertinenteterapia non mancano di certo itecnici competenti in loco, edé assolutamente chiaro quelloche da subito bisogna fare,anzi bisognava averlo fattogiá da molto tempo, sul frontedell´esplorazione in campo edella ricerca dei piani.Spero proprio che questo mioscritto possa in qualche misuracontribuire al immediato rag-giungimento di questo risulta-to. Bisogna intervenire subi-to, se non per sventare ungrave pericolo, sicuramene perintraprendere presto i necessa-ri lavori di bonifica e ripristi-no del sistema drenate primache gli stessi diventino ineso-rabilmente molto piú urgenti emolto piú ingenti, sia tecnica-mente e sia economicamenteparlando.

Le fasi iniziali della costruzione del Monumento

Lo scheletro del MonumentoLa struttura in costruzione I piani progettuali

Acqua fuoriuscita dal sottosulo

Page 169: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

MERCOLEDÌ 1 FEBBRAIO 2012 25

Il 4 novembre del 1933 il red´Italia, Vittorio EmanueleIII° partecipó alla manifesta-

zione organizzata a Brindisi perl’inaugurazione del Monumentoal Marinaio d’Italia, opera rea-lizzata in poco meno di un annoe finanziata grazie anche aifondi raccolti nei concerti orga-nizzati a tale scopo dal tenoresalentino Tito Schipa. Il re arrivò in treno alle ore9.30, dalla stazione fu accompa-gnato dal corteo reale a PalazzoMontenegro, quindi raggiunsein motoscafo il piazzale sotto-stante il monumento progettatodall'architetto Luigi Brunati edallo scultore Amerigo Batoli,denominato "Sta come torre".Sulla tribuna reale eretta alcentro della piazza pre-sero posto anche ilprincipe ereditarioUmberto e le altecariche politiche,civili e militari;migliaia di per-sone affollavanoordinatamente ilati del palcomentre nel portoerano ancoratediverse unità mili-tari della 2da squadranavale. Per facilitare

l’accesso alle autorità, dallabanchina Montenegro sino

a quella di Posillipo laRegia Marina aveva

predisposto unponte di zattere

con ringhiera,largo 18 metri elungo 250. Alleore 10.30 ven-tuno salve dic a n n o n eaccompagnatedal volo degli

i d r o v o l a n t iaprirono la ceri-

monia inaugurale,che proseguì con la

benedizione impartita dal cap-pellano della Marina, i discorsidelle autorità e conclusa con ilcanto dell’inno “Apoteosi alMarinaio”. La cronaca completadella manifestazione e i discorsifurono anche radiotrasmessidalla stazione di Bari dell’Eiar efurono ascoltati anche dallafolla adunata sul lungomare gra-zie agli altoparlanti sistematiper l’evento. Dopo la colazione a bordo delpiroscafo del Lloyd Triestino“Helouan”, i reali presero postosul palco eretto di fronte a piaz-za Vittoria e alle ore 15 in puntoiniziò la grande parata che videben 8000 tra militari e rappre-sentanti di associazioni sfilaredavanti al sovrano. Alle 16.30il re ripartì dalla stazione centra-le non prima di ricevere un cesti-no di vimini raffigurante unanave, colmo di garofani, lavora-to e donato dagli orfani di guer-ra. I grandi festeggiamenti con-tinuarono in serata con musichedi orchestre e di bande militari.

Costruito in 11 mesie inaugurato dal re

La cerimonia solenne per l’inaugurazione del Monumento al Marinaio d’Italia.Era il 4 novembre 1933

La cronaca di una giornata indimenticabile che fu radiotrasmessa dall’Eiar di Bari

Il 4 novembre 1933 Brindisi si vestì a festa per l’evento

Page 170: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

170 

GianfrancoPerriResidenteinViaDaBrindisiOggiscrivedaSantiago…agliamicibrindisini

Tantifruttidimaree‘nabeddachiazza’ASantiagodelCilecomeaBrindisi...Perchénoncopiareun’ideavincente!

CaroDirettoreGianmarco,

Oggiscrivodaunpaeselontanoestrano,ilCile:unastriscialungapiúdi4000chilometrichearrivafinoaquasitoccarelafinedellaterra.Esi,propriounodeipuntidellafinedellaterra:l´Antartico. Un paese lungo lungo e stretto stretto, schiacciato tra l'oceano Pacifico e lacordigliera Andina. E dentro il Cile ci sono i cileni, pochi, solo una quindicina dimilioni: unpopoloorgogliosoeaustero, ilpopolocon lamínimadensitáalmondodiabitantipermetrolinearediterritorio!Ci sto tornando per, viaggio piú o viaggiomeno, la decima volta, andró a Chuquicamata, laminiera a cielo aperto piú profonda almondo, naturalmente di rame, nel nord del Cile, neldeserto di Atacama a 3000 metri di altezza. L’avevo studiata sui miei libri minerari alPolitecnicodiTorino.Stovolandoestovedendoil film"Violetase fuea loscielos"diAndrèsWood.VioletaParra,lagrandeartista,lacantautriceesopratutto“cantora”cilena,anziindiana,...quelladi"GraciasalaVida".MailCile,ancoramoltoprimadiquella‘primavolta’incuilovisitainell'apriledel1991,misieragiáinpiúoccasioniaffiancatonelmioandare,peresempiol‘11settembre1973:quando...ilgolpe!Ederaanchegiá successoqualchemeseprima,quandoavevodecisocheavrei fatto ilserviziocivileinvecedelmilitaree,caparbiamente,controtuttoetutti,avevopostolebasiperriuscirci: sarei andato a Valparaiso come istruttore di una scuola tecnicamarinarama, l'11settembrementreerointirocinionellaminieradiSanGiovannivicinoIglesiasinSardegna,ilradiogiornale con il quale mi svegliavo per il turno del mattino mi preannunciò che quelserviziocivilenonl'avreipotutofare:dopoqualchegiornomichiamaronoinfattidaRomaperdirmi che il programma di cooperazione con il Cile era stato sospeso, i soldati stavanofermando per strada e sempre piú assillantemente i cooperanti italiani che continuavano agironzolare con i capelli lunghi e indossando l'eskimo: e del resto quell'immaginemi era inqueglianni,ovviamente,moltofamiliare.

Page 171: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

171 

PoiilserviziocivileloandaiafareinEcuador,aGuayaquil.Peroprimadipartireperl'Ecuador,imieiprimiamicicileniliincontraiaTorino,alpalazzettodellosport,eranogliIntiIllimani,ibravimusicisticilenicheilgolpeavevasorpresoinItalia,econlorosfilaiecantai..."elpueblounidojamàsseràvencido".AGuayaquilconobbiefrequentaiperlaprimavoltagliesulicileni,assiemeaquelliargentinidiquellatragicastagionesudamericana:Monciolosichiamavailriservatoingegnereelettronicocileno che timidamente finì col diventare nostro amico, e Norberto si chiamava l’argentinopilotadirocamboleschiaeroplanisgangarellatiutilizzatiperdisinfestaregliimmensibananetiche lui guidava saltuariamente per racimolare di che vivere. Norberto, magro gracile eapparentemente fragile, con i capelli lunghi lisci e biondi, ci chiese di dormire danoi quellanotteincuiavevamofattotardiallafestadovel’avevamoconosciuto,ecosìrimaseaccampatoincasanostraundueotremesi.Unbelmattinopoi,trovammounfoglioaquadrettistrappatodalsuoquadernodivolo:"...graciasyhastalavistasiempre,Norberto".Sto atterrando in questo momento a Guayaquil, uno scalo tecnico nel volo da Caracas aSantiagoe, inevitabilmente,mitornaallamentequellaprimavolta ...Tuttoerapiattobrulloearido,ungrande fiume immobilee torbido, il rioGuayas,poi ilsuodelta, ...praticamenteunapalude,ecco,ero finalmentegiuntoaGuayaquil,dopomilleoredivoloe centoscali:Milano,Parigi,Lisbona,SantoDomingo,PuertoRico,Caracas,Bogotá,Quito...QuelprimoatterraggioaGuayaquilstavaavvenendonelpomeriggioinoltratodel6giugnodel1975 allorché, dopo un paio di giri lenti e quasi statici sull'aeroporto, si aprì la porta dellacabinadipilotaggiodelvecchioerumorosocaravellecheavevoabbordadoaQuitoenevennefuoriunpilota,unragazzottosudorosochemiparvegigantescoconlemanichedellacamiciabiancadellasuadivisabenrimboccate.Avanzòcondecisionefinoalcentrodellacabinaconinmanounaenormechiaveinglese.Si fermò,si inginocchiò,sollevòdalpavimentounlembodimoquetteeconlamanosinistrasollevòilcoperchiodiunabotola:infilònellabotolailbracciodestrocon l'enormechiave ingleseecominciòabattereenergicamente. Tre,quattro, cinquecolpi contundenti e poi un sorriso di soddisfazione. Si rialzò sudatissimo, e con ariarassicurante ci dice: Sto cavolo di carrello di atterraggio fa sempre i capricci! ...Tutto unpreludioaqueiquasidueannidelmioserviziocivileinEcuador, ...maquellaépoistatatuttaun'altrabellastoria.DinuovoinvoloperSantiagoinquestasecondatrattapiùlunga,4ore,eperrientrareintemahoselezionatodaascoltaretuttiibranidi"Ilpostino"ilbellissimofilmconilgrandeMassimoTroisi,MariaGraziaCucinotta,ePhilippeNoiretinterpretandomagistralmentePabloNeruda.Anche da questo grande e romantico poeta cileno ero stato avvicinato ancor prima diconoscereilCile.DiNerudamiavevacoinvoltoeentusiasmatoilsuoautobiografico"Confiesoquehevivido"lettomiinspagnolodaMarianaaTorino,durantequeiduemesiesattiincuiconlei praticai, senza mai riuscire a perfezionarla, la lingua spagnola, usando la quale dovevoappunto dar lezioni di "Geotecnica" all’ Univerista Politecnica di Guayaquil durante il mioserviziocivile.MavolevoraccontaredelCile,dovefinalmenteecon14annidiritardoapprodai,anziatterrai,nell’ aprile del 1991, a Vigna del Mare subito a ovest di Santiago, per partecipare a unCongressoPanamericanodiGeotecnica.EmoltovicinoaVignadelMarec'eraValparaiso,siquellastessaValparaisoconilsuoistitutotecnicomarinarodove invanoavevanosperatonelmioarrivo inquel già lontano1973.Una

Page 172: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

172 

città marinara, un porto mercantile e peschiero dalla personalità unica al mondo: unapersonalitàforte,miticaedaffascinante,questaeraedèValparaiso,conlasuaariaantica,trailtristeedilsevero,conisuoiaffollatiedaffumicatibarsulporto,isuoistrapiombisulmareedisuoi mezzi publici di trasporto urbano che sono in tutto e per tutto degli ascensori, un póinclinati,grandi,lenti,madicertoascensori:incredibili,originali,uniciebelli.E a sud di Valparaiso c'era Isla Negra, anzi “la casa di Isla negra” l’ultimo rifugio di PabloNerudaedellasuaMatilde.Unacasaincredibile,unavillettaaffacciatasull’oceanicomareblusempre spumeggiante epullulantedi enormi gabbiani, piena zeppadimobili edi tantissimealtreincredibili favolosecianfrusagliedasogno,anzidasognimagici,cosicomemagicieranoquei tantissimi mascheroni di prua che Neruda aveva collezionato negli anni e che avevaraccoltonegliangolipiùremotiedimprobabilidellaterra,visitatinelsuolungoandareperilmondo.Da Valparaiso in giù c’è il sud del Cile, peró c'è veramente tanto sud in Cile: da Santiago aPuertoMontdoveciarrivaidopoquasitreoredivolo,edalìvolendo,ancoraunpópiùasud,finoaPuntaArena,conaltrettanteopocopiúoredivolo.Bellissimoquestosud,traunmareoceanico,blue imponente,e tra forestemillenarie,profondedenseescurecon tantipinacei,antichissimienormiemaestuosi,similiailaricimamillenari,dallegnoinscalfibile:glialerci.E poi, e vengo al dunque, i frutti di mare: tanti tanti, abbondanti e di tutte le specie edimensioni, anche grandi come mai ne avevo visto. Era la prima volta che mi capitava discoprire un posto, un paese, in cui i frutti di mare, tanto i crostacei quanto sopratutto imolluschi,eranocosìcomuniecosìdiffusi, cosìapprezzati,anziadorati,ecosìbuonicomeaBrindisi. E come a Brindisi c'erano i ricci, i tartufi, i dattili, le cozze, le vongole, i coccioli, licannulicchi,...epoitanti,tuttiicrostacei,contantevarietádigranchi,...Unparadisomarinoveroeproprio,conanchetantespeciedifruttidimareamefinoadalloradel tutto sconosciute. C’é un mollusco incredibile, é esclusivo del mare cileno e a vederloservitosembraunaspeciedipiccolouovolessosenzatuorlo,mamoltomoltopiùdensoelosiaffettaquasicomefosseunsalame,éuncarnivorochecresceracchiusoeprotettoinungusciodurissimo, una conchiglia molto robusta, ed impiega svariati anni per raggiungere un'etàmatura.Sichiama"loco"chevuoldire"pazzo"elasuapescaécontrollataemoltoregolatapercombatternel'estinzione.Cucinano un piatto così buono da poter sopportare bene il confronto con le nostremiglioriricettemarinare,echeinpiúhaunasuggestivaedinteressantemanieradiesserecucinato.Sichiama“curantoalhoyo”cioé”alfosso”perchélosicucinaappunto,inunfosso.Sullaspiaggiasiscavaunafossasuficientementeampliaepocoprofonda.Siriempielabasedella fossaconciotolidipietredure e sullepietre siposanounamontagnadi legni edarbusti secchi da farbruciareabbondantementeperriscaldare,anziinfuocare,lepietre.Quandolepietresonobeninfuocate,sieliminanotuttiiresiduivegetalicheancoralericopronoesistendesudiesseunabbondante letto di cozze fino a ricoprirle completamente. Quindi é pronto per cucinare:adagiandoli sul lettodicozzesidispongonotutti icrostraceied imulluschidicuisidispone.Quindisiaggiunonopiccolepatateintereconlalorobuccia,assiemeapeperonisempreinterieconlabuccia,edaltreverdure.C’échiaggiungeanchequalchepezzodicarne.Bisognaaquestopunto coprire il tutto con un denso strato di foglie di una particolare specie di felci fino acostituire uno spesso tappeto fumante. Fatto! A questo punto solo bisognerá attenderepazientemente un due o tre ore ed il piatto, scoperchiate le felci, sará servito: vi giuro chel’attesaéabbondantementericompensata!

Page 173: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

173 

Certo é che come a Brindisi, solamente nel lontanissimo Cile i frutti di mare regnano cosìsovrani sulla tradizione culinaria di tutto un popolo. Ed infatti non é certo indispensabilespostarsi finoal suddelCileperpotergoderedi tante e tantobuoneprelibatezzemarine.ASantiago,lacapitale,cisononumerosiedottimiristorantispecializzatiinpesceefruttidimare,e proprio a Santiago esiste un altro gioiello culinario: il “Mercado Central” che altro nonsarebbe,concettualmenteparlando,chelanostra“Chiazza”.PremettosubitochequellodiSantiagoéancheungioielloarchitettonicoedi ingegneria,delquale éassolutamentedoveroso raccontarviqualcosa,maquello chepiùmipiace risaltareél’interessante,simpaticoevincenteusochediquelmercatocittadinosen’éfatto,affiancandoalla sua funzione originale e comune di luogo di vendita giornaliera di prodotti alimentari,ortofrutticoli e non, proprio come nella tadizione della nostra chiazza, la parallela eperfettamente complementaria funzione di luogo in cui consumare pasti. Intercalando edaffiancando in perfetta simbiosi, alle tradizionali bancarelle e banconi dell’esposizione evenditadeiprodotti, le cucinee i focolaiper lapreparazionedeipasti ed i tavoliper la loroconsumazione.Equaliipiattipiùcomuniepiùricercatiepiùprelibati?Naturalmenteipiattidimareedeifruttidimareinparticolare.Il “MercadoCentraldeSantiago” éormaida tanti anni famosonelmondo, é il centrodiunarigogliosaattivitàcommercialeecostituisceunadelleprincipaliattrazioniperivisitantidellacittà.Iocercoognivoltadinonfarmimancaremaiunascappatella,fugaceomeno,al“mercadocentral”.Allora?L’ ideaécertamentebuona.Eperchénonrealizzarla,mutatismutandis,per lanostrachiazza?Percosimagaririscattarladalsuocontinuodeclinodegliultimianni?Perchéinostriamministratori non sposano l’idea? E gli imprenditori brindisini, perché non provano adinnovarsi?Lematerieprimecisonotutte:lachiazzacopertainpienocentro,lupescifriscu,lifruttitimari,ibuoniristoratori,ibuongustai,...dunquelaparolael’azioneagliamministratoriedagliimprenditoribrindisini.

SantiagoinCile–IlMercatoCentrale

Page 174: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

174 

ElMercadoCentraldeSantiagodeChile

Una esemplare opera diarchitettura costruita completamente in ferro.Nel 1868 il sindaco di SantiagocontattòThomasBlandGarland,un ingegnere ingleseconpratica ferroviariacheviveva inCiledapiùdivent’anni,per incaricarglidiprocurare lamanieradiprogettaree farconstruirenelRegnoUnito,quinditrasportare e finalmente assemblare in loco, una strutturametallica per dare copertura al principalemercatodellacittà.L’operadovevaprevedere lacostruzionediungrantettometallicoprefabbricatochecoprisselospazioperfettamentecuadradochecontenevaunaseriediedificiinmuraturagiàesistenti.

Erano quelli anni in cui l’acciao non era ancora considerato strutturalmente affidabile, ed era usualecoprire i grandi spazi, come le stazioni ferroviarie o appunto imercati, con centine reticolari di ferroforgiato,ilqualeasuavoltagodevadiunamigliorereputazionestrutturaleinconfrontoconilferrofuso.Questo infatti era caratterizzato da un comportamento relativamente fragile, cioé poco duttile, e poi ilferroforgiatopotevaesserestrutturalmentecalcolatoconunaprecisionemaggiore.Peròilferroforgiatoeraabbastanzapiú caro ed inoltre il suo impiegoper ilmercato centraleavrebbe indottoa limitaredimoltolapossibilitadiintrodurrenell’operaunaqualsiesiespressioneplastica,nelsensoesteticodell’opera.

Per questomotivo, allontanandosi quindi dalla norma imperante e assumendosi tutti i rischi del caso,Garland decise ed impose che la copertura fosse fabbricata interamente in ferro fuso, ricorrendo allamassima qualitá ingegnerile disponibile nel Regno Unito ed utilizzando luci strutturali piccole persoddisfarelasicurezza,afavorediunamaggiorericchezzaespressivaottenutaconl’integrazionediqueglielementiornamentalichesoloilferrofusopotevaconsentire:Fuun’ideavincente!

Ne risultò una struttura di copertura assemblada con 34000 perni e composta da nove elementiindipendenti,ognunoaquattrospioventipostialivellidiversipercosìincluderelapresenzadiunaseriedispaziverticalicopertidapersiane invetrochecontrollanoegregiamente ilpermanente ingressodiluceeariaall’internodituttalastruttura.L’elementostrutturaleprincipaleecentraledellacopertutaécostituitodaunapiramideabasequadratacon15metridilatocoronatadaunlucernaiodiventilazionecopertodaunacupolainzinzo.Mentretuttiitettideglialtriottomodulifuronocoperticonplacchecorrugatefatteinacciaiogalvanizzatoitaliano,allavista.

L’edificio,quandocompletato, fua suo tempoconsideratoericonosciutoqualeoperamaestra traquelledellasuaspecie.Daalloraefinoadoggiéunelementod’orgoglioperlacittà.

Page 175: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

175 

Chuquicamata:laminieraacieloapertopiúprofondaalmondo

DesertodiAtacama‐Cile2012

Santiago‐Cile2012

Page 176: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

176 

VignadelMare‐Aprile1991

Valparaiso

Page 177: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

177 

IslaNegra‐Aprile1991

CasadeIslaNegra‐Aprile1991

Page 178: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

178

Il racconto di un brindisino ‘alla corte’ di Fidel Castro… que sta compiendo 90 anni

Pubblicato su Senza Colonne News del 13 agosto 2016

Oggi, 13 di agosto, Fidel Castro sta compiendo novant’anni e, anche se con un po’ di sordina, continua ancora, finanche fuori da Cuba, a stimolare qualche titolo di cronaca, anche se più opportuno e consono al personaggio sarebbe forse attendere con pazienza che sia la storia a parlarne e a giudicalo. Un giudizio su Fidel, che per essere sufficientemente sereno abbisognerà che il tempo trascorra ancora e lo separi completamente dalle vicissitudini, tuttora quotidiane.

Un giudizio, quello della storia, che probabilmente dovrà soprassedere in fretta su quell’indovinato brand “La storia mi assolverà”: titolo del magistrale intervento con cui nel lontano 1953 il giovanissimo avvocato Fidel si autodifese di fronte al tribunale che lo giudicava di ribellione contro lo stato cubano. La storia dovrà soprassedere in fretta, sia perché si trattò di un episodio troppo breve a confronto dei seguenti cinquanta e più anni durante i quali Fidel Castro fu protagonista assoluto della storia di Cuba e alle volte di spicco di quella del mondo, e sia -e soprattutto- perché praticamente tutto dell’agire di Fidel in tutti quei cinquant’anni contradisse flagrantemente quel suo intervento, che così iniziava e così seguiva:

“Il diritto alla ribellione contro il dispotismo, signori giudici, è stato riconosciuto dalla più lontana antichità sino al presente, da uomini di tutte le dottrine, di tutte le idee e di tutte le credenze… Rinunciare alla propria libertà è rinunciare alla qualità dell’uomo, ai diritti dell’umanità, e anche ai doveri. Tale rinuncia è incompatibile con la natura dell’uomo e togliere tutta la libertà alla volontà è togliere ogni moralità alle azioni… etc. etc.”

Ma non è di giurisprudenza o di storia e tanto meno di politica che oggi voglio qui trattare: molto più amenamente e più rilassatamente -dato anche il clima ferragostano- voglio invece raccontare di un episodio che mi vide involontario nonché secondario protagonista a Cuba qualche anno fa: un episodio che mi portò al cospetto del comandante Fidel, ospite a casa sua con altri miei amici e con mia moglie Mariana, protagonista centrale del racconto.

Era fine ottobre del 1988 quando visitai Cuba per la prima volta e, tanto per entrare nel giusto contesto del racconto, a quel tempo a Cuba c’erano ancora i russi o meglio, i sovietici, a farla da padroni assieme ai visitanti occidentali, negli alberghi e nei ristoranti di lusso, nei negozi e nei locali notturni alla moda, eccetera, tutti posti naturalmente e rigorosamente permessi ai soli stranieri possessori dei vituperati dollari americani ed assolutamente proibiti ai cittadini cubani, con la ovvia eccezione degli altissimi dirigenti del partito.

Ci andai dalla vicina Caracas per partecipare al XX Congresso UPADI (Unione Panamericana Associazioni Di Ingegneri) che si tenne a La Havana nel Palazzo dei Congressi. I partecipanti provenivamo da tutti i paesi d’America e io rappresentavo l’Università Centrale del Venezuela assieme al preside della facoltà di ingegneria ed un professore dell’Università La Sapienza di Roma, Gianfranco Meucci, che vi partecipava in quanto residente a Caracas da qualche anno, in missione di intercambio accademico.

Per noi stranieri La Havana celava, ed allo stesso tempo mostrava, tanti spunti interessanti e, specialmente per me ed il mio collega e simpaticissimo amico italiano, anche romantici: dalle spettacolari auto americane anni 40 e 50 tutte rigorosamente precedenti al 1° gennaio 1959, alle attempate operaie delle fabbriche dei famosissimi e buonissimi sigari cubani, dagli edifici del centro storico bellissimi anche se ormai assolutamente fatiscenti con la loro caratteristica architettura caraibica piena di merletti ed altre raffinate decorazioni, al famoso lungomare con il suo emblematico faro contro il quale si infrangono strepitosamente le onde del mare dei Caraibi nei frequenti giorni di vento forte.

Page 179: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

179

E poi, il mondialmente famoso night club Tropicana, sopravvissuto alla rivoluzione anche se naturalmente statalizzato assieme a tutte le sue luci, i suoi musicisti, i cantanti, gli attori e soprattutto le bravissime ballerine che continuavano a “deliziare” i turisti che visitavano La Havana.

Una citazione speciale merita poi quel piccolo vecchio bar che, con il bancone abbastanza schiacciato sull’entrata prospicente allo stretto marciapiede e con le sue due salette annesse, si trovava e si trova ancora in una anonima viuzza del centro dell’Havana: “La bodeguita del medio” anch’esso sopravvissuto alla rivoluzione conservando ancora fino a quei giorni gli stessi mobili, gli stessi arredi e le stesse pareti integralmente tappezzate con graffiti, posters pubblicitari e fotografie con dediche di avventori indistintamente famosi ed anonimi, primo e certamente più famoso tra tutti Ernest Hemingway, lo stravagante scrittore americano autore di tanti capolavori letterari, che visse per circa vent’anni a La Havana dal 1938 fino alla sua tragica morte avvenuta nel 1961. Hemingway era un cliente fisso de La bodeguita del medio e la leggenda vuole che fu proprio lui a dare un contributo notevole a far creare il famoso “Mojito”.

Tornando al congresso degli ingegneri americani, il programma di cinque giorni densi di conferenze, gruppi di lavoro, visite tecniche ed incontri accademici, prevedeva naturalmente una solenne cerimonia di apertura ed anche una formale cerimonia di chiusura, ed era abbastanza consuetudine a quei tempi che a Cuba il presidente Fidel Castro non perdesse quasi mai l’occasione di inaugurare congressi internazionali rifilando ai partecipanti i suoi discorsi fiume decantando le glorie ed i successi della rivoluzione e denigrando al contempo l’impero del capitalismo responsabile assoluto ed indiscusso, guai a dubitarne minimamente, di tutti i mali presenti passati e futuri dell’intera umanità. Però quella volta Fidel Castro non partecipò all’inaugurazione e, durante i seguenti giorni del congresso, gli amici cubani cominciarono a diffondere informalmente però insistentemente voci e notizie rassicuranti sul fatto che, certamente, il comandante avrebbe presenziato la chiusura di quell’importante congresso.

E fu così che in un’atmosfera da suspense tipo teleromanzo, giunse l’ultimo giorno del congresso che si sarebbe concluso verso mezzogiorno di quel sabato con la protocollare cerimonia di chiusura. Tutte le signore delegate al congresso e tutte le signore accompagnanti dei congressisti, tra cui in prima fila Mariana e le sue amiche, vollero assistere a quella cerimonia di chiusura: strano, normalmente è solo una ...rottura, da cercare di risparmiarsi a tutti i costi e da evitare con qualsiasi banale scusa, invece quella volta la propagandata

Page 180: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

180

presenza del fotogenico personaggio, carismatico ed in certa misura ancora romanticamente leggendario tra le cinquantenni ed i cinquantenni presenti al congresso che lo ricordavamo con il sigaro in bocca ed a cavallo della jeep entrando trionfalmente all’Havana in quell’ 8 gennaio 1959, costituiva una occasione da non perdere, pensando di poter scattare una foto ricordo da mostrare ad amici ed amiche di ogni proprio paese.

Avvicinandosi mezzogiorno la tensione comincia a serpeggiare nell’enorme sala, aumentando con il passare dei minuti e con il susseguirsi dei vari oratori protocollari e dei loro insipidi discorsi di circostanza. Comincia anche a far caldo per l’ora, per la noia e per l’aria condizionata che comincia a fiaccare. Ormai non c’è più possibilità alcuna che arrivi il comandante. Pazienza, organizziamoci e via, cominciamo a sgattaiolare con sperimentata dissimulazione prima che l’ultimo discorso concluda. Coraggio, abbiamo ancora un pomeriggio ed una notte di svago che ci attendono prima del ritorno a casa.

Però, qualche fila più in là comincio a notare una certa concitazione tra alcuni dei presenti, sguardi d’intesa, sussurri, accostamenti frettolosi, e finalmente il mio preside di facoltà mi raggiunge e mi dice: “Gianfrà, andiamo al Palazzo di Governo, Fidel Castro ha invitato a pranzo una selezione degli stranieri partecipanti al congresso, saremo una ventina in tutto tra i rappresentanti dei vari paesi, dillo subito a Mariana ed organizziamoci per andare, bisogna essere al palazzo all’una e mezzo in punto, tra meno di un’ora”. L’eccitazione delle nostre signore lievita istantaneamente tra il timore che possa trattarsi di una bufala lanciata da qualche amico sornione. Ed invece no, tutto incredibilmente vero, ed allora via di corsa in albergo, a cambiarsi, ad imbellettarsi. Assolutamente inimmaginabile, direttamente al cospetto del comandante, a casa sua, a pranzo con lui, da tu a tu, che sorte insperata!

Il Palazzo di Governo era in centro città, in piazza della rivoluzione, ampio ma non troppo alto anche se sollevato sul piano di terra da una ventina di scalini estesi sull’intera larghezza del corpo centrale del palazzo. Architettura in classico stile anni ’50, dalle linee rette e modernista con influenze di razionalismo tedesco, l’aveva fatto edificare il dittatore Batista inaugurandolo come Palazzo di Giustizia nel 1957. Sul cancello d’entrata, dopo un paio di guardie uniformate, c’era una specie di corpo di guardia con molti funzionari civili, tutti abbastanza anziani, da 60 anni in su, e ci fu poi raccontato fossero gli incaricati della sicurezza personale del comandante, tutti rigorosamente reduci rivoltosi della Sierra Maestra.

Page 181: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

181

Per poter accede agli interni bisognava superare un normale controllo corporale da palpeggio, onde evitare l’introduzione di armi occulte, invero un controllo non eccessivamente rigoroso, quanto invece meticoloso in relazione all’obbligo di dover lasciare lì al corpo di guardia qualsiasi borsa o borsetta e qualsiasi camera fotografica o da presa e qualsiasi libro, rivista o materiale scrivibile in generale. Peccato! In molti si erano portati dietro la camera fotografica, o qualche rivista con la foto di Fidel, o qualche suo libro: Mariana qualche giorno prima aveva comprato in una libreria dell’Havana l’edizione spagnola appena pubblicata del libro del nostro giornalista Gianni Minà ¨Un encuentro con Fidel¨ e naturalmente dovette lasciarlo in quel corpo di guardia su uno degli scaffali adibiti allo scopo.

Già all’interno, ed avviati verso il salone del ricevimento scortati dalle guardie civili, l’atmosfera si era fatta fresca, anzi rinfrescante, non per l’aria condizionata che non c’era, ma per la stessa architettura degli interni, minimalista e con abbondanza di marmi bianchi, magistralmente combinati con legno marrone levigato e soprattutto con spazi semiaperti intercomunicanti con l’esterno attraverso cortili e pozzi luce armoniosamente corredati da folte piante ed alberi tropicali.

Nella stanza immediatamente antecedente il salone, troneggiava un gran bel ritratto ad oleo di Fidel Castro fattogli dal famoso pittore ecuadoriano Guayasamin, amico suo e che anch’io avevo conosciuto una decina di anni prima quando lo avevo visitato qualche volta nella sua galleria-atelier di Guayaquil, negli anni del mio servizio civile in quella città ecuadoriana.

Il salone ancor più bello, molto amplio e sullo stesso stile, sobrio e con tanti marmi chiari, legni scuri e luce naturale proveniente dai vari spazi aperti, sapientemente ubicati e riccamente ed armoniosamente adornati da bellissime e curatissime piante ed alberelli. Un lungo tavolo era bandito a buffet, e dopo una decina di minuti dal nostro arrivo i camerieri iniziarono a servire un vino ben freddo: il rinomatissimo bianco di Balatonelle, proveniente dai vigneti delle rive ungheresi del lago di Balaton.

Quindi il capo sala ci invitò a servirci dal buffet... il comandante sarebbe arrivato da lì a poco per salutarci: “quando arriva, mi raccomando non accalcatevi, rimanete dove siete sparsi in gruppetti lungo il salone e lui verrà a salutarvi tutti, assolutamente tutti”. Meno male che tardò un bel po’ ad arrivare, perché il buffet era semplicemente squisito oltre che raffinato: ricordo in particolare una gran varietà di pesci sapientemente cucinati e serviti accompagnati da vari frutti tropicali a mo’ di decorazione e che però al contempo infondevano al pesce i loro particolarissimi aromi. E poi le uova di storione, il caviale, e quelle di salmone, il caviale rosso, tutto rigorosamente russo, anzi sovietico!

Saranno state le tre circa, quando dal fondo del salone intravediamo l’inconfondibile figura di Fidel Castro, con la sua enorme persona e personalità, alto, in grigioverde e barbuto, accompagnato da tre o quattro guardie civili in abito scuro, i soliti vecchietti di cui prima. Come da manuale, Fidel si avvicina al primo gruppetto di ospiti che intercetta sul suo cammino e si sofferma a chiacchierare, dà la mano a chi gliela tende, fa qualche domanda pertinente al paese di provenienza dell’ospite interpellato e per ogni risposta si intrattiene svariatissimi minuti a commentare, dilungandosi in soliloquio senza che a nessuno venga in mente di interromperlo.

Page 182: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

182

Finalmente ci siamo, il comandante è tra noi, ci dà la mano uno ad uno chiedendo il nome e la provenienza. Fidel Castro chiede al presidente degli ingegneri notizie sulla produzione dell’impianto idroelettrico del Guri, nell’Amazonia venezuelana, a quel tempo il più grande al mondo dopo la recentemente inaugurata fase finale della costruzione. Il presidente degli ingegneri comincia a balbettare qualche numero guardandosi attorno e cercando con lo sguardo un soccorso che non arriva, o meglio non fece in tempo ad arrivare allorché Fidel comincia lui a fare sfoggio di numeri su produzione elettrica, su volumi di calcestruzzo della diga, sui ritmi vertiginosi della costruzione, e poi ancora numeri, sugli altri impianti idroelettrici sudamericani, su quello anch’esso famosissimo di Iguasú nel triplice confine tra Brasile Argentina e Paraguay.

Non erano certo numeri a vanvera i suoi, né di certo se li era ripassati per l’occasione, ma si trattava semplicemente di un normale segno di quella sua proverbiale memoria ed affezione alle statistiche ed ai numeri in generale, in tante altre occasioni da lui sfoggiata. Da lì a poche settimane in Venezuela ci sarebbero state le elezioni presidenziali e lui volle confidarci, pregandoci sornionamente di mantenerlo in segreto, che lui tifava per Carlos Andres Perez, suo amico socialdemocratico. Perez vinse le elezioni, però dovette subire il colpo di stato del colonnello Chavez decisamente appoggiato da Fidel Castro: strano senso che hanno dell’amicizia certi capi politici!

Mentre Fidel parlava animatamente con noi professori dell’Università Centrale del Venezuela, chiedendoci notizie del movimento studentesco al quale si sentiva molto affezionato da quando visitando Caracas nei primi anni ’60 lo avevano ricevuto trionfalmente e da quando quegli stessi studenti si erano a suo sapere coperti di gloria ai tempi del ’68. Io avevo cercato con lo sguardo di incontrare Mariana che però si era allontanata dal gruppo e me ne rammaricai perché avevo detto a Fidel Castro che anche lei era stata studentessa in quell’università in quegli anni ’60 e naturalmente avrei voluto segnalargliela.

Peccato, probabilmente era andata in bagno e non potevo neanche allontanarmi a cercarla perché la situazione si stava disordinando, dato che gli ultimi due gruppi ormai stanchi dell’attesa a causa della prolungata sosta di Fidel Castro con i venezuelani, si erano avvicinati di soppiatto e ci avevano poco a poco circondati, costituendo di fatto un solo grande gruppo intorno a Fidel.

Dopo qualche minuto intravedo Mariana che dall’ingresso della sala si dirige frettolosamente verso il nostro gruppo, coprendo qualcosa con le mani tenute stranamente basse e schiacciate sulla pancia. Senza avere il tempo di discernere troppo su quanto avevo visto, me la ritrovai affianco in prima fila dopo che era riuscita ad infilarsi, non so come, dal sempre più folto gruppo che circondava Fidel.

Dissi a Fidel: “Ah, ecco mia moglie, la studentessa della Centrale”, ma prima ancora che Fidel potesse aggiungere qualcosa, Mariana gli si rivolge con tono deciso offrendogli il libro aperto di Gianni Minà con una penna, e gli dice: “Fidel, firmami il libro!”

Di colpo un silenzio tombale. Fidel la guarda, riflette un attimo ed esclama: “Eh no, non posso firmartelo, perché questa è una riunione collettiva e se lo firmo a te devo poi firmare qualcosa a tutti gli altri!” Un teso silenzio ripiomba tra tutti noi vicinissimi a Fidel e dopo un istante, che a me parve infinito, Mariana esclama: “Beh si, è certo che siamo in una riunione collettiva, però, ...Fidel è sempre... Unico!” Il comandante acciglia lo sguardo, esita un attimo, poi di getto prende in mano il libro e la penna, ...e firma di botto. Poi, svelando un sorriso con i suoi occhi acuti ancor più che con le sue labbra seminascoste dalla barba, restituisce il libro e si accinge con mossa decisa a continuare il suo giro tra gli ospiti.

Page 183: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

183

Incredibile ma vero, a Mariana era riuscito l’impossibile: dal convincere il vecchietto di guardia che custodiva le borsette e gli altri averi depositati dagli ospiti a fargli pendere il libro adducendo una qualche improbabile scusa, all’attraversare la considerevole distanza che dal corpo di guardia portava fino al salone del ricevimento nascondendo goffamente il libro tra le proprie mani, al trovare la fermezza necessaria a chiedere con decisione a Fidel di firmargli il libro e finalmente, a quella geniale presenza di spirito con la quale controbattere il rifiuto di Fidel, toccando sottilmente il tasto di quella naturale debolezza umana grazie alla quale la pubblica adulazione riesce a smuovere anche gli uomini più sperimentati.

Da quel giorno in poi e per tanti anni ancora dopo quel simpatico episodio, tra tutti i partecipanti al congresso e finanche tra chi dai vari paesi non era neanche andato a Cuba per quell’occasione, Mariana rimase aneddoticamente celebre per aver così rocambolescamente strappato quella firma a Fidel Castro.

Page 184: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

184

Page 185: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

185

Gianfranco... Racconti e altro di un residente in “Via da Brindisi” http://issuu.com/gianfrancoperri/docs/gianfranco..._racconti_e_altro

Lucia Tramonte: Complimenti per questo lavoro! Condivido ciò che dice Giammarco Di Napoli. Pur non conoscendoti bene mi sorprende come tu riesca a conciliare delle "Radici" così solide con dei "Piedi" così frenetici! Forse è qui il segreto!

Romana Perrone: Grande Gianfranco complimenti, mi piace molto il tuo lavoro!

Giovanna Tramonte: Bellissimo, grazie Gianfranco.

Giusy Gatti Perlangeli: Grande Gianfranco!!!

Raffaele Mauro: Complimenti amico mio!

Giuseppe Silvio Rubini Neritene: Grazie Gianfranco...

Emanuela Varisco: Grazie Gianfranco!

Elda Fontana: Grazie Gianfranco! Apprezzo la tua infinita gentilezza ma, per leggerlo, mi devi concedere qualche ora. Una cosa è sicura: leggerò tutto: scrivi troppo bene tu!

Carlina Capozzi: Gianfranco, sei veramente grande...

Dario Mitrugno: Spettacolo!!!

Luigi Scatigno: Bellissimo Gianfrá, sei un grande!

Bruno Franciosa: Bello Gianfranco... Soul

Andrea Ecclesie: Grazie FranGianco, cos'è tutta la tua vita tra un sigaro e una purpetta?

Paolo De Angelis: Che meraviglia Gianfranco!

Stefano Albanese: Un bel resoconto delle tue esperienza di vita, circondato da un amore smisurato per Brindisi e la sua storia.

Anna Giovagnoli: Grazie Gianfranco di avermi inserita, inforcato occhiali per farmi una bella lettura... Non ho parole, perchè le + belle e significative le ho appena lette complimenti!!!! Gianfranco ... dimmi la verità chi sei? uno scrittore un poeta un viaggiatore del tempo un'extraterrestre? Ihihihih!

Remo Simoniello: Come al solito sei grande... complimenti, ottimo lavoro.

Giuseppe Summa: Quando la classe non è acqua, complimenti caro amicoGianfranco.

Cosimo Guercia: Vivendo lontano dalle tue radici il tuo interesse per la nostra cara Brindisi non è mai venuti mai meno, anzi si é sempre di più rafforzato, e con i tuoi scritti hai fatto in modo che noi tutti rafforzassimo l'amore e le conoscenze della nostra cara e amata Cittá. Un esempio di vita per noi tutti... Ti abbraccio.

Salvatore Corsa: Sei un vulcano, tra lavoro impegnativo e quest'hobby, le 24 ore ti passano volando.

Damiano Parisi: Complimenti Gianfranco, sei un grande e sarai sempre grande nella storia dei brindisini nel mondo.

Antonia Ostuni: Gian grazie, appena arrivo in Italia lo leggerò senz´altro. Complimenti, davvero sei un...grande. Semplicemente grazie Giàn... sei una persona fantastica.

Franco Sgura: È sempre bello ricordare le nostre origini Gianfranco, bello davvero il tuo racconto, un abbraccio!

Page 186: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

186

Tonino Matarrese: Caro Gianfranco, è sempre un piacere ed una gioia leggere quello che scrivi... grazie del tuo amore per Brindisi.

Lina Bonatesta: Confermo quello che ti avevo scritto un pò di tempo fa, quello che racconti nelle tue pagine trasmette emozioni e si legge piacevolmente e con attenzione. Oltre a rievocare ricordi di luoghi e periodi, c'è ricchezza di notizie molto interessanti anche su paesi lontani. Deliziosi anche gli aneddoti delle dimenticanze di oggetti (in particolare del giacchino di cashmere di Mariana recapitato a Roberto) per mettere in evidenza alcuni comportamenti degli americani. È proprio bello questo libro, Gianfranco! Ma lo sai che la mamma lo prende spesso e legge, guarda le foto, commenta e.… piange di commozione. Grazie! baci a voi tutti.

Pietro Dell'Olio: Al momento mi associo ai complimenti di tutti. Mi riservo però di commentare il tuo lavoro, che da un primo sguardo mi sembra già stupendo, al termine di una attenta e entusiasta lettura (già mi fa un po' di invidia!). Con molto affetto, Pietro.

Luigi Castrignano: Ciao prof. Anima mai sazia di conoscenza e sempre in cerca delle radici.

Semeraro Orazio: Complimenti Gianfranco anche da parte mia, un abbraccio e un cordiale saluto. Orazio.

Signorile Cosimo: Gianfranco ho appena passato 45 minuti sfogliando il tuo libro e mi compiaccio per il certosino lavoro che hai svolto. Hai intersecato fatti, racconti e foto di una città, Brindisi e terre lontane a me sconosciute e con grande piacere ti dico: Bravo!

Rosalba Tramonte: Che dire prof., sei un mito, fieri di averti nostro concittadino, un saluto e un abbraccio affettuoso.

Arcangelo Taliento: Grande lavoro, complimenti Gianfrà. Vedo con piacere che a pagina 135 di questo bel lavoro è stata inserita una vecchia foto del 1946. Io sono il biondo capellone vestito a quadretti; sopra di me mio fratello Lino e in alto a destra mia sorella Mina. Un grazie di cuore a Gianfranco.

Franca Cunsolo: Complimenti Gianfranco, molto interessante e molto bravo.

Antonio Tasco: Ormai hanno detto tutto loro e per non ripetermi, metto un timido condivido. Gianfrà sei grande!

Angelo Catalano: Ciao Gianfrà, faccio notare che a pagina 68, il primo a destra è il compianto M.llo Potenza.

Mino Piliego: Complimenti Gianfranco Perri, i tuoi scritti sono sempre illuminanti ma questa storia che parla di te di Brindisi e della tua vita sia esempio per tutti coloro che, pur vivendo lontano, amano la propria città e ne fanno un simbolo di rinnovato orgoglio. Taccio notare che a pagina 68, il penultimo a destra è il compianto M.llo Ribezzi.

Rosalba Tramonte: Dalla foto del 1957 alla festa della Madona di Loreto, mio padre (90 anni) ha riconsciuto: 1° a sinistra il M.llo Di Bello, 3° a destra il M.llo Surdo, ultimo a destra il M.llo Potenza: un altro tassello si aggiunge. Saluti.

Gianna Santoro: In tempi non sospetti, ti scrissi "Gianfranco for President"...... sei Unico!!! Grazieeeeee!

Caro Gianfranco, ho iniziato a leggere il bellissimo racconto della tua vita. Una vita sempre un pò avanti a tutti noi. Hai un pò più di 60 anni, come me del resto, e spero che quello che hai scritto è solo il primo capitolo di un'avventura, la vita, che sarà ancora piena di tantissime nuove esperienze. Ce le racconterai e continueremo a vedere il mondo anche attraverso te. Per quanto mi riguarda, continuerò ad essere fiero di averti amico. Un abbraccio fraterno. Saluti a Mariana (ca te sopporta!). Enzo

Page 187: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

187

Page 188: Gianfranco... Racconti e altro di un residente in "Via da Brindisi"

2

BRINDISI “filia solis”

Nella parte più a nord del Salento è situata Brindisi, città antichissima crogiolo di culture e teatro di vicende entrate a buon diritto nei manuali della grande storia, città nobile e antica che secondo alcuni si dovrebbe chiamare Brunda. E' noto a tutti che questo nome significa testa di cervo, non in greco o latino, ma in lingua messapica, il porto di Brindisi ha infatti la forma di una testa di cervo, le cui corna abbracciano gran parte della città. Il porto è famosissimo in tutto il mondo e da ciò nacque il proverbio che sono tre i porti sicuri della terra: Junii, Julii et Brundusii (De situ Japigiae, Il Galateo - 1558). La parte più interna del porto è cinta da torri e da una catena; quella più esterna la proteggono gli scogli da una parte e una barriera di isole dall'altra: sembra l'opera intelligente di una natura burlona, ma accorta. La costa, che dal monte Gargano fino a Otranto è quasi rettilinea ed incurvata in brevi tratti, nei pressi di Brindisi si spacca ed accoglie il mare, formando un golfo che si insinua nella terra con uno stretto delimitato, come già detto, dalle torri e dalla catena. Un tempo, questa stretta imboccatura era profondissima e poteva essere attraversata con navi di qualsiasi grandezza. Da questo stretto, il mare si riversa per un lungo tratto dentro la terraferma attraverso due fossati naturali che circonvallano la città; è sorprendente, soprattutto nel corno destro, la profondità del mare che in qualche punto, dicono, supera i venti passi. La città ha all'incirca la forma di una penisola, tra i due bracci di mare. Sul corno destro, ha una fortezza di straordinaria fattura, costruita con blocchi di pietra squadrata per volere di Federico II, e poi ha il castello Alfonsino, il Forte a mare dei brindisini. Brindisi è cresciuta sul più orientale porto d'Italia che ne ha determinato il destino. Le colonne terminali della via Appia, specchiandosi dall'alto della loro scalinata nelle acque del porto interno, vigilano su quella che la tradizione vuole come l'ultima dimora di Virgilio. E poi Brindisi cela tantissimi altri frammenti di storia, le cui testimonianze sono ancora leggibili nel tessuto urbano, attraverso itinerari che si devono percorrere per ammirare l'eleganza dei suoi numerosi palazzi, le maestose dimore dei Cavalieri Templari, la ricchezza del suo patrimonio chiesastico e da ultimo, per scoprire l'essenza autentica della città che il grande Federico II definì "filia solis", esaltando la mediterranea solarità di questo straordinario avamposto verso l'Oriente.